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venerdì 5 agosto 2016

Le vie del diabete sono infinite


Il diabete di tipo 2, quello che insorge in età adulta ma sempre più spesso vediamo anche nei giovani, è un fortissimo fattore di rischio per gli eventi cardiovascolari.


https://www.facebook.com/AJPHeartandCirc/photos/a.185761041451195.49939.170001856360447/1378503125510308/?type=3&theater



Questo è dovuto soprattutto al fatto che la glicemia alta ha un effetto deleterio (e infiammatorio) sull'endotelio vascolare. Come delle schegge di vetro che scorrono nei vasi sanguigni.
Ma i danni non finiscono qui.


http://hyper.ahajournals.org/content/61/5/943.long



Chi ha la glicemia alta già da giovane sviluppa alterazioni cerebrali (perdita di materia grigia e quindi funzionalità cerebrale), danni ai reni, alterazione della spesa energetica, ha un maggiore rischio di malattie mentali.

Se una donna ha il diabete gestazionale (o è obesa), ha 5 volte in più la probabilità di avere un bambino sovrappeso e quindi con successivi problemi di salute.


Se non si prendono provvedimenti, si ha una perdita progressiva delle betacellule (produttrici di insulina) dovuta al costante sforzo al quale sono sottoposte: l'insulina è infatti rilasciata dopo ogni pasto, e se vi è resistenza insulinica (ossia l'insulina funziona meno del previsto) il pancreas risponde aumentando la sua produzione. E, come un motore lasciato sempre al massimo dei giri prima o poi fonde, così le betacellule non si riproducono più (non sono più trofiche) e muoiono.

Diventa quindi necessario fornire insulina dall'esterno, dato che il proprio pancreas ha una funzionalità molto ridotta, ma questo può addirittura aumentare l'infiammazione. L'eccesso di insulina aumenta anche il rischio di tumore, perché stimola la proliferazione cellulare. Un altro legame tra tumore e diabete potrebbe essere dato da un'alterazione di MondoA, una proteina muscolare.

Come si fa a curarlo? Di solito si tende a curare i sintomi (iperglicemia, che non dipende solo dal pancreas ma viene controllata anche a livello centrale) con farmaci e cambiamenti nello  stile di vita, e gestire la situazione evitando il peggioramento.
In realtà la cosa migliore sarebbe eliminare le cause che portano alla perdita dell'equilibrio (omeostasi) glucidica: infiammazione e perdita di efficacia dell'insulina e delle betacellule (che può essere contrastata ed è reversibile).
Si ritiene che il grasso viscerale abbia una forte componente causale nel diabete.

Tra gli inibitori del trofismo delle betacellule troviamo lipotossicità (ossia troppi grassi alterano le vie di controllo dell'insulina e inibiscono l'ossidazione dei grassi, che così continuano ad accumularsi), glucotossicità (in questo caso sono i troppi carboidrati a indurre insulino-resistenza), fattori infiammatori legati al colesterolo, acidi biliari, stress ossidativo, mTOR (attivato da leucina e aminoacidi ramificati), ChREBP, un'alterazione della sintesi proteica (UPR), alterazioni nella sintesi dei grassi e loro derivati. Insomma tante vie, non tutte necessariamente attivate in contemporanea.
E, una volta che si ha una variazione nel metabolismo (alterazione della sensibilità insulinica), quello che magari prima aiutava a mantenere la massa magra (aminoacidi ramificati) diventa tossico e diabetogeno. Questo avviene soprattutto dopo la "polarizzazione" dei macrofagi, che da antinfiammatori (M2) diventano proinfiammatori (M1).

L'eccesso di aminoacidi ramificati sembra essere predisponente per il diabete anche a causa della riduzione di captazione del triptofano (precursore della serotonina) nel cervello.

https://www.facebook.com/AJPHeartandCirc/photos/a.185761041451195.49939.170001856360447/1378486365511984/?type=3&theater



La questione centrale consiste nel fatto che il diabete è una malattia poligenica (ed epigenetica: l'espressione dei nostri geni può cambiare durante la vita e in parte è predisposta dalle generazioni precedenti), ossia la sua predisposizione è dovuta a più di 100 geni, e la sua manifestazione allo stile di vita (dieta a scarsa densità nutrizionale e inattività fisica). Per questo è impossibile stabilire una sola cura valida per tutti, ma sempre ci sarà una risposta differente per ogni persona.
Alcune delle cause, a livello cellulare/molecolare, sono: alterata funzione dei mitocondri, dell'ipotalamo e dei suoi segnali, delle betacellule, dell'aldoso reduttasi (enzima chiave nella via dei polioli), del microbiota (i nostri microbi intestinali e non solo), molte citochine e recettori di membrana (TNF e TLR-4 ad esempio), i ceramidi e gli sfingolipidi, gli AGEs (metaboliti infiammatori che si formano durante la cottura), lo stress ossidativo, quello del reticolo endoplasmatico (le proteine non vengono più sintetizzate correttamente e quindi non funzionano in maniera corretta), la fibrosi del tessuto adiposo, inquinamento,  soprattutto atmosferico.  E lo stress propriamente detto.

L'alterazione però che sembra accomunare tutte queste è la presenza di infiammazione (con un'alterazione della risposta immunitaria). Un meccanismo che dovrebbe rimanere attivato brevemente (il tempo di rispondere ad un insulto come un agente patogeno o una ferita), ma diventa cronico. Questa condizione è fondamentale nell'espansione del tessuto adiposo e nell'instaurazione della resistenza insulinica.
Un'altra caratteristica che appare comune è uno sbilanciamento della flora intestinale (che rilascia metaboliti infiammatori come LPS) in persone con diabete: a volte basta un'alimentazione diversa, con più fibre, per riportare l'equilibrio, a volte servono interventi più decisi.

Qual è quindi l'indicazione che è uscita dal più grande studio sulla genetica del diabete mai effettuato? La necessità di personalizzare la terapia!
Normalmente le linee guida prevedono un approccio simil-mediterraneo con un taglio calorico tra le 500 e le 1000 kcal/die e una percentuale di kcal dai carboidrati tra il 50 e il 60%. 
Quanti traggono vantaggio da questo metodo? Non molti, si ritarda più che altro l'arrivo delle complicanze.
Si stanno però facendo dei passi avanti: ad esempio un diabetologo italiano che parla anche di qualità e finalmente non solo di calorie.

Quali sono quindi i diversi approcci che si possono utilizzare? Cercherò di valutare pro e contro di ciascuna dieta, cercando di evitare, per quanto possibile, il bias di conferma.


Dieta low fat (pochi grassi): classico approccio "di tutto un po'" da linee guida (la vera mediterranea è ben altro, con cereali antichi, pane lievitato naturalmente, legumi, poco pesce e carne una volta a settimana, olio EVO come condimento ecc), che non è realmente nutriente e punta solo a ritardare il più possibile le complicanze, ma non a guarire. Appare più appropriata se a basso indice glicemico (quindi con cereali integrali piuttosto che raffinati ecc). Il quantitativo di carboidrati ottimale deve essere individualizzato, non è stato individuato, e preferibilmente a basso indice glicemico.
Può dare comunque discreti risultati se abbinata ad attività fisica.


Dieta chetogenica: esclude tutti i carboidrati e favorisce così l'utilizzo dei grassi di deposito come fonte energetica. Le betacellule pancreatiche si "riposano", escludendo i carboidrati e riducendo drasticamente l'introito totale giornaliero, e possono così ridurre il loro stress. Può essere molto utile ma se non si segue un corretto regime di mantenimento si può tornare più grassi di prima.
Nei topi la dieta chetogenica ha guarito l'insufficienza renale, che spesso si lega al diabete



Dieta low carb (pochi carboidrati): sta crescendo l'attenzione verso questo tipo di diete, in cui i carboidrati non vengono tolti ma drasticamente ridotti (circa 100g al giorno), mentre si utilizzano molti più grassi. Essendo il diabete una "intolleranza ai carboidrati", sembrerebbe logico ridurli. Vengono da qualcuno ritenute oggi più efficaci delle low fat: ottimo risultato recentemente in un trial di buon livello (randomizzato e controllato) e in generale nelle metanalisi.
Il glucosio (carboidrati) può essere usato, soprattutto in caso di stato infiammatorio, come base di partenza per la sintesi dei trigliceridi negli adipociti, e così ridurre questa via metabolica avvia il dimagrimento e l'ossidazione dei grassi, con conseguente miglioramento del quadro. Questo vale anche nelle diete cheto.
Anche nella sua variante mediterranea (con molto olio di oliva e pesce ma pochi cereali) sembra efficace.
Persone con una suscettibilità genetica all'aumento di peso possono avere benefici dall'approccio low carb sul lungo periodo secondo un nuovo trial.
Spesso si ritiene che funzionino soprattutto a causa del drastico calo di insulina prodotta, l'ormone che fa immagazzinare i grassi.
In realtà anche i grassi stimolano la secrezione di insulina, ed è soprattutto il grasso accumulato nelle betacellule a impedire il corretto rilascio dell'ormone. Può dunque essere peggiorativa in alcuni.

Appare controindicata in casi di "adrenal fatigue" (problema di risposta allo stress) e problemi tiroidei, mentre è forse la dieta migliore in caso di persone sedentarie, ovaio policistico, Alzheimer o Parkinson, insulino-resistenza, sovracrescita intestinale di lieviti.


Paleodieta: sembra avere buon impatto, è simile alla low-carb. Il vantaggio della paleo è quello di escludere tutto ciò che crea permeabilità intestinale (glutine e tutti i suoi simili) e quindi impedisce ai metaboliti batterici infiammatori di alterare l'omeostasi glucidica. In compenso prevede altri tipi di sostanze potenzialmente infiammatorie (colesterolo, TMA, grassi saturi) e quindi non necessariamente è la migliore per tutti.
Ricca in nutrienti antidiabetici come magnesio, vitamina A e D, CLA, omega 3, se effettuata correttamente (con pesce pescato e carni di animali nutriti a pascolo e non a mangimi).

Ricordiamo che non è realmente la dieta fatta dai nostri antenati ancestrali, che erano fortunati a poter mangiare una volta al giorno e avevano un'aspettativa di vita, esagerando, di 40 anni. Il paleolitico non era un paradiso terrestre come alcuni vogliono far credere, in cui non esistevano le malattie, tuttavia può funzionare molto bene per l'eliminazione (o forte restrizione) di alimenti infiammatori e la ricchezza in nutrienti.


Vegan: sono state indicate come utili nella terapia del diabete. Hanno bassissimo tenore di grassi e di proteine rispetto alle diete alle quali siamo abituati (circa il 10% entrambi). Anche le proteine, contrariamente a quanto si crede, stimolano l'insulina.
Escludendo latticini e altri prodotti animali, c'è un drastico calo negli aminoacidi ramificati e questo può essere un vantaggio, come si spiegava prima. Anche i precursori infiammatori di TMAO si abbassano notevolmente, così come il colesterolo.
Una dieta ad alto tasso di vegetali aumenta la diversità batterica, che contrasta il diabete.
Inoltre i grassi possono essere infatti estremamente infiammatori, soprattutto se abbinati ai carboidrati: insomma separarli, anziché assumere quantità moderate di entrambi, sembra una cosa buona.
Il dott Barnard spiega il legame tra grassi e diabete



Come si accennava prima, la carne rossa o processata ha diverse sostanze che la associano al diabete: AGEs, TMAO, grassi saturi e trans, ferro eme (tipico dei prodotti animali e assente nei vegetali), aminoacidi ramificati, nitriti, glicani, colesterolo.
Potrebbe essere utile in chi abbia un diabete di tipo lipotossico.
Può avere anche un eccesso di antinutrienti (glutine, saponine, lectine ecc) che contrastano la guarigione, data l'importanza della permeabilità intestinale nel diabete.
L'insulina viene tenuta bassa, spesso più che in altre diete.

Dieta crudista: attualmente non supportata da evidenza scientifica, potrebbe avere come vantaggio quello di evitare il più possibile gli AGEs, composti tossici che si formano durante la cottura, ma contemporaneamente può avere un eccesso di antinutrienti che normalmente vengono ridotti dalle alte temperature.


Altri approcci:

Chirurgia bariatrica: forse oggi alcuni con troppa facilità ricorrono a questa possibilità, che può dare risultati importanti, spesso migliori della sola modificazione dello stile di vita, ma ha comunque effetti collaterali da gestire per tutta la vita.
Va dunque valutata attentamente questa possibilità, ponendo sui piatti della bilancia i pro e i contro.
La percentuale di successo nel trattamento del diabete è comunque clamorosamente più alta rispetto al trattamento dietetico-comportamentale tradizionale.

Attività fisica: è una componente essenziale nella cura del diabete. Non deve essere stressante, sta emergendo come interessante un'attività breve e intensa piuttosto che lunga e moderata.

Temperatura: sta emergendo che ridurre la temperatura possa stimolare lievemente la termogenesi e migliorare modestamente il quadro glicemico

Concludendo qualsiasi dieta ben bilanciata, senza eccessi e senza carenze di nutrienti, può aiutare nel diabete, ma chiunque può avere una reazione diversa quindi non fossilizziamoci su un solo tipo di intervento, ma andiamo a cercare per ognuno quello più adatto.
Qualità dell'alimentazione, sonno corretto, gestione dello stress e attività fisica costante sono fondamentali per prevenirlo e gestirlo.


https://it.pinterest.com/mandosgirl52/diabetes-humor/
diabete in omaggio con la confezione grande di coca


Aggiornamento 31/8/2016

L'urea non smaltita dai reni in persone con insufficienza renale contribuisce alla progressione della resistenza insulinica.
Il fluoro contenuto naturalmente nell'acqua sembra essere protettivo nei confronti del diabete, mentre le acque addizionate ne aumentano il rischio.
Alcune nozioni in favore delle diete crudiste (in questo caso con meno cibi cotti) contro il diabete, dovuta alla riduzione di AGEs.

La riduzione delle proteine totali e in particolare degli aminoacidi non essenziali porta all'attivazione di FGF21, fattore che migliora  la sensibilità all'insulina e quindi l'omeostasi glucidica.
La restrizione calorica, nei topi, modifica gli m1 in m2, portando ad un miglioramento del quadro metabolico ed un aumento del grasso beige. 

Aggiornamento 9/9/2016

I prodotti animali, ricchi di grassi, in particolare se allevati in maniera non adeguata,  possono causare permeabilità intestinale, endotossemia e infiammazione, tutti attivatori dei processi infiammatori e iperglicemizzanti.



Aggiornamento 11/9/2016

La prevalenza del diabete è in aumento, e molti casi non sono neanche diagnosticati.
Livelli di insulina cronicamente alti contribuiscono all'infiammazionepressione altaridotto desiderio sessuale, aumentato rischio tumorale e depressione.

Aggiornamento 17/9/2016

Secondo una nuova revisione degli studi la dieta plant-based è la migliore per il diabete, con attenzione alle possibili carenze.
Secondo qualcuno gli AGEs sono ancora più responsabili  dei danni del diabete rispetto all'iperglicemia.
I grassi saturi sono da considerarsi più tossici per le betacellule che causa di insulino-resistenza


Aggiornamento 9/9/2016


A seconda della variante genetica posseduta, la melatonina può ridurre la sensibilità insulinica e aumentare così la predisposizione al diabete.

Aggiornamento 25/9/2016

L'inquinamento atmosferico si conferma deleterio per il diabete.
Alcuni grassi animali sembrano aumentare il rischio di diabete: la questione va contestualizzata però, all'interno di una dieta paleo o low-carb probabilmente non avrebbero questo risultato.

Aggiornamento 4/10/2016

La supplementazione con folati (meglio se attivati, metilfolina) ritarda la progressione della malattia renale: in alternativa tanta verdura a foglia!
Le proteine animali sono associate ad aumento della mortalità cardiovascolare, mentre quelle vegetali riducono il rischio soprattutto in chi ha fattori di rischio (ipertensione, glicemia ecc). Sostituire le fonti di proteine, soprattutto la carne rossa e processata, diminuisce la mortalità
Il miglior modo per prevenire il diabete è probabilmente aumentare le verdure a foglia.

Aggiornamento 7/10/2016


21 motivi per mangiare cibo vero e non processato.
Un autore dice una cosa sacrosanta: lo stare a dieta dovrebbe estinguersi (inteso come dieta grammata). Deve invece esistere uno stile di vita sano che privilegi il cibo vero e non processato.
Cosa che accomuna le diete che oggi funzionano: med, vegan, paleo: mangiare soprattutto cibo di origine vegetale, senza esagerare col resto e soprattutto guardando la qualità, evitando la roba processata.



Un nuovo meccanismo che lega i carboidrati all'insulino-resistenza e quindi spingerebbe per la low-carb.


Aggiornamento 16/10/2016

L'insulina alta è un fattore di rischio indipendente per malattie cardiovascolari.
Uno studio in un modello animale mostra che i diabetici tendono ad assorbire ancora di più il fruttosio rispetto ai sani: questo zucchero dovrebbe essere totalmente precluso ai diabetici.

L'alterazione dei ritmi circadiani può avere effetti deleteri sulla sintesi proteica, con produzione di proteine alterate (UPR, unfolded protein response) che spalancano le porte alle malattie metaboliche.
L'efficacia della chirurgia bariatrica non consiste solo nella restrizione calorica, ma nel ribilanciamento di alcuni ormoni.
Quindici modi per migliorare la glicemia, tra cui spicca l'uso di aceto e ridurre i carboidrati.

Nei gemelli identici, quello più grasso si ammala più facilmente di diabete, mentre è molto simile il rischio di malattie cardiovascolari. Questo porta a pensare che la predisposizione genetica valga di più per queste ultime.

Aggiornamento 19/10/2016

Il prediabete aumenta il rischio di tumori, in particolare dell'apparato digerente, fegato ed endometrio. il diabete ancora peggio.
L'importanza dell'alimentazione nell'espressione delle proteine che regolano l'assorbimento di glucosio: il gusto dolce (anche da dolcificanti artificiali) lo aumenta nell'intestino, ma se ci sono anche i grassi , come nel classico pasto da fast food, incrementa esponenzialmente, determinando un picco glicemico e un rilascio di insulina abnorme.

Ottimo articolo di Authoritynutrition su chi può avere vantaggi ad essere vegano e chi no. Come già detto, la predisposizione genica (conversione del betacarotene in vitamina A, attività della amilasi salivare, sintesi della colina) e il microbiota intestinale (che produce la vitamina K2, essenziale per ossa e denti) possono fare la differenza tra i vegani sani e quelli che non si possono trovare bene.

Anche le infezioni possono stimolare la produzione di molecole prodiabetiche.

Aggiornamento 27/10/2016

In uno studio controllato, la dieta a zona ha guarito il 100% dei partecipanti con prediabete, una dieta classica col 55% di carboidrati solo in un terzo.
Lo stesso è successo con l'infiammazione sistemica e la steatosi epatica.

Update  29/10/2016


L'uso di statine sembra ridurre i tumori correlati all'iperinsulinemia, come pancreas, cervello, colon, polmoni e fegato. Questi aumentano fino a 9 volte con cure come insulina esogena e secretagoghi (sulfoniluree e glitazoni).
L'iperinsulinemia porta alla ritenzione di sodio e così all'ipertensione, probabilmente il peggiore tra i fattori di rischio cardiovascolare.


Update  31/10/2016

ll diabete e la schizofrenia mostrano dei tratti comuni, soprattutto condividono la genesi infiammatoria e l'errato stile di vita alla base. Inoltre entrambi peggiorano con un indice glicemico alto. Probabilmente l'insulina gioca un ruolo importante anche nelle malattie mentali.

Update  3/11/2016

Tra le vie infiammatorie del diabete, una che altera FAS, l'enzima che produce endogenamente i grassi, forse a causa di alcuni lipidi della dieta.

L'inibizione di una proteina, Gal3, porta a miglioramento della resistenza insulinica nel modello sperimentale di diabete. Questa proteina, rilasciata dalle cellule del sistema immunitario in uno stato di infiammazione, è una lectina, quindi potenzialmente simile a molecole vegetali eliminate nella paleodieta.


Update  7/11/2016

I ceramidi sempre ancora più implicati con la resistenza insulinica, con molteplici meccanismi: riducono la spesa energetica e il grasso bruno, i macrofagi M2, la fuzionalità mitocondriale, aumentano ovviamente la glicemia. Riducendoli tutte queste componenti del diabete migliorano. Sono in pratica un tipo di grasso tossico, costruito dalle nostre cellule in condizioni ancora poco chiare. Probabilmente sono implicati il palmitato (grasso tipico dell'olio di palma). Le citochine come TNF aumentano la sintesi creando un circolo vizioso. Le fonti alimentari sono quelle animali.

Update  10/11/2016

Un articolo della dott.ssa Gottfried sugli interferenti endocrini: eliminarli dovrebbe essere una priorità politica.
La loro presenza è associata ad aumento di peso, malattie cardiovascolari, diabete  e tumori. Gli adipociti (le cellule grasse) aumentano di numero e dimensioni.
Eliminate tutto ciò che contiene ftalati e parabeni.

Per facilitare l'eliminazione, assumere molta fibra solubile (frutta, verdura, legumi). Per stimolare la disintossicazione epatica, N-acetilcisteina, selenio, calcio glucarato, tè verde.

Scarsi livelli di B12 in gravidanza aumentano la possibilità di diabete in età adulta, agendo probabilmente sulla metilazione del DNA.
Un articolo degli endocrinologi americani che esamina le diverse diete nel diabete. Si insiste sulla individualizzazione della terapia. Il supporto di uno specialista è fondamentale.

Update  18/11/2016

Un eccesso di ferro in gravidanza sembra collegato col diabete gestazionale.

Update  3/12/2016

La metilazione del DNA, che cambia durante il corso della vita (ad esempio può aumentare in seguito a stimoli stressanti) influenza il modo di reagire delle cellule immunitarie (macrofagi) ai grassi saturi, determinando più o meno infiammazione. Ecco perché un nutriente tranquillamente metabolizzato da giovani può essere invece pericoloso da anziani.
Alcuni geni sono associati con una deposizione di grasso particolare (lipodistrofia), per cui sviluppano diabete anche con un peso relativamente basso.
L'esposizione a BPA (bisfenolo A) determina una particolare metilazione nei geni che favorisce l'aumento di peso e l'insorgenza di diabete.

Una dieta con un più alto contenuto di proteine riduce il miglioramento nella sensibilità insulinica durante il dimagrimento: ancora una volta gli aminoacidi appaiono un'arma a doppio taglio.

Una proteina, presente nel veleno dell'echidna e dell'ornitorinco, potrebbe essere terapeutica nel diabete. Questa proteina, GLP1, è prodotto anche dall'uomo, ma degradata troppo velocemente!

I bagel fatti con amido resistente aiutano a ridurre la glicemia postprandiale e l'iperinsulinemia. Questo per i fautori dell'"indice glicemico è inutile. Ci informa il prof Ludwig che una maniera migliore per non alzare la glicemia, oltre all'amido resistente è... resistere all'amido, ed evitare farinacei raffinati, utilizzando solo legumi, frutta e cereali a chicco.


Update  6/12/2016

Il miglior approccio nutrizionale in caso di sindrome metabolica (una sorta di prediabete caratterizzato da glicemia alta, ipertensione, ipertrigliceridemia e circonferenza addominale aumentata) è quello che riduce l'infiammazione, privilegiando cibi densi di nutrienti (vitamine, antiossidanti e minerali) e non raffinati. In alcuni può essere meglio ridurre i carboidrati e privilegiare i grassi, in particolare non saturi.

L'importanza di ridurre la carne e mangiarla cotta a temperature basse in modo da limitare la formazione di AGEs.

Update  9/12/2016

L'eccesso di glucosio (carboidrati) influenza negativamente tutti gli organi, compreso il microbiota, e favorisce fluttuazioni della glicemia che hanno ripercussioni negative, come l'espansione del tessuto adiposo (aumento di peso).
Una nuova revisione dei dati conferma l'effetto protettivo delle diete vegetariane nei confronti di malattie cardiovascolari, diabete e sindrome metabolica.
In uno studio su 32 persone sane, ridurre i carboidrati dà risultati favorevoli in termini di parametri metabolici
Aggiornamento 11/12/2016

Uno studio ha dimostrato che 4,4 milioni di morti all'anno sarebbero evitabili con un consumo di frutta secca superiore ai 20g al giorno. La prevenzione è infatti dimostrata su tumori, malattie cardiovascolari, polmonari e diabete.
La revisione avverte però di evitare quella potenzialmente contaminata da aflatossine, una classe di prodotti del fungo aspergillus, di cui alcune cancerogene. Queste si formano durante l'immagazzinamento e si riscontrano soprattutto nei prodotti provenienti dalla Cina e dall'Africa subsahariana.
Sempre più conferme del legame tra inquinanti ambientali, soprattutto BPA, e diabete: riducendoli si riduce il rischio.

Aggiornamento 13/12/2016

La restrizione calorica durante la vita prenatale aumenta invece il rischio di diabete di tipo 2 nella prole, e questo può verificarsi in diverse generazioni successive

Aggiornamento 14/12/2016
Un'ottima ricetta per provocare permeabilità intestinale e tutto ciò che ne deriva (disbiosi, diabete, malattie autoimmuni, steatosi epatica, danni renali ecc) è la dieta occidentale ad alto contenuto di grassi e basso di vitamina D.
Si favorisce inoltre l'H. pylori e si distrugge l'Akkermansia muciniphila, un batterio antiobesità.

Prima di fare una dieta low carb o chetogenica è meglio non essere in disbiosi e avere livelli sufficienti di vitamina D, che previene la permeabilità.
il diabete è un fattore di rischio per l'osteoporosi.

Aggiornamento 19/12/2016

Il prediabete (glicemia a digiuno tra 100 e 125mg/dL, ridotta tolleranza ai carboidrati o alterata emoglobina glicata) aumenta la mortalità del 13%, quella cardiovascolare (ictus e infarto) del 18%.
Ridurre zucchero e amidi può mettere in remissione il diabete, e questo deve essere il consiglio dei nutrizionisti.
Una rivisitazione dei dati trova le diete low carb più efficaci di quelle tradizionali, e un recente studio mostra come gli obesi insulinoresistenti abbiano incremento delle citochine infiammatorie solo in seguito ad un pasto ricco in carboidrati.
Il succinato prodotto dai batteri (Prevotella copri) con la fermentazione della fibra o supplementato ha un effetto di riduzione della gluconeogenesi epatica e quindi della glicemia.

Aggiornamento 21/12/2016

L'inflessibilità metabolica, la difficoltà nel passare dall'ossidazione dei carboidrati a quello dei grassi, tipico di chi abbia alterazioni metaboliche come iperinsulinemia, sedentarietà, pregresso dimagrimento, saltare la colazione, aumenta l'importanza dell'indice glicemico. In questi casi è più facile accumulare il grasso perché una scarsa massa magra non "tampona" le calorie di troppo, e il partizionamento dei nutrienti viene diretto verso l'immagazzinamento dei lipidi.
La polvere di aglio dà consistenti riduzioni di pressione e altri marker di rischio cardiovascolare come glicemia e lipidi plasmatici.

Uno studio sulla popolazione bengalese dà la conferma clinica di come la scarsità di nutrienti in gravidanza predisponga al diabete e all'obesità in età adulta. Questo avviene mediante inibizione dell'espressione di alcuni geni che vengono metilati.

Aggiornamento 23/12/2016

Cosa succede se nell'intestino manca una proteina, ZG16, che tiene lontani i batteri dalla mucosa? I batteri entrano nel sangue, creano infiammazione e il topo ingrassa e si ammala di diabete. Finché persiste la condizione infiammatoria non è possibile né dimagrire né guarire dal diabete. Sistema immunitario e omeostasi energetica sono solidamente legati.
La via delle esosamine come regolatrice dei principali metabolismi dell'organismo: crescita e anabolismo, catabolismo, ritmi circadiani, diabete, tumori ecc

L'obesità influenza la metilazione (e quindi l'espressione) di circa 200 geni: questi stabiliscono quanto il corpo è infiammato e la sua probabilità di ammalarsi, di diabete in particolare.

L'importanza delle vescicole extracellulari, nella regolazione dell'omeostasi energetica, glicemica (diabete) e autoimmunità. Questo avviene soprattutto regolando l'espressione genica: le proteine non vengono prodotte anche se ci sono i geni che le codificano.

Aggiornamento 28/12/2016

I grassi saturi inducono infiammazione ipotalamica, con perdita dell'omeostasi glucidica e del controllo della composizione corporea, morte dei neuroni e resistenza agli ormoni che inducono sazietà e adipostatici (leptina); gli omega 3 hanno effetti opposti.

Un costante eccesso calorico si lega ad attivazione delle vie infiammatorie attraverso NLRP3, con conseguente insulino-resistenza. In particolare i grassi "reattivi" (ossidati o saturi), la glicemia alta e l'endotossemia attivano la via.

Aggiornamento 3/1/2017

Un studio controllato ha mostrato che la supplementazione di fibra, in particolare un misto di GOS (galattoligosaccaridi), non dà vantaggi nei diabetici: viene però specificato che ci sono risultati variabili e che ciò dipende dal microbiota, dall'uso di metformina e dalle varianti geniche.

Anche i microRNA alterati rilasciati dagli adipociti sono implicati nella genesi dell'insulino-resistenza.

Anche il microbiota, ovviamente, ha le sue variazioni all'interno della giornata, e se vengono alterate  facendo le notti in bianco aumenta il rischio di problemi metabolici.

Aggiornamento 6/1/2017


La mancanza di sonno altera anche la funzionalità del sistema immunitario, predisponendo per malattie autoimmuni e infiammatorie. In pratica si abbassa durante il sonno e si "riassetta", e se manca questa fase non è in grado di funzionare bene.

Si sta ipotizzando l'esistenza di un diabete di tipo 4, che caratterizza le persone anziane e magre, dovuto all'accumulo di linfociti T-reg negli adipociti.

Aggiornamento 10/1/2017

Alcune erbe e integratori utilizzabili, sotto controllo di esperti, nel diabete.

Aggiornamento 13/1/2017

Una proteina purificata dall'A. muciniphila può conferire gli stessi vantaggi metabolici del batterio.
La vitamina D migliora il profilo lipidico nei diabetici


L'importanza dell'intestino nella genesi della sindrome metabolica, e il ruolo dei suoi ormoni.

Aggiornamento 18/1/2017

I nuovi standard americani della cura del diabete prevedono 3 approcci nutrizionali: dieta mediterranea, dieta DASH e dieta vegana

L'infiammazione è il miglior "amico" dell'invecchiamento. Più dura, più va avanti il processo di aging, e ognuno deve trovare la dieta per sé che non lo faccia infiammare.

Aggiornamento 20/1/2017

D. Mozaffarian, il più famoso epidemiologo della nutrizione al mondo:
"Spostare l'attenzione dalle calorie e dai singoli nutrienti agli alimenti e alla qualità della dieta e reindirizzare gli sforzi verso interventi di popolazione che affrontino le cause alla radice (alimentazione e stile di vita sbagliati) possono ridurre significativamente le pandemie globali di malattie legate all'alimentazione e disabilità"

Alcuni chemioterapici interagiscono col sistema immune ed endocrino favorendo l'insorgere di diabete Un insetticida interagisce con i recettori per la melatonina e alza il rischio di diabete
Aggiornamento 22/1/2017
I vantaggi metabolici delle diete low carb
Aggiornamento 24/1/2017

Vantaggi e svantaggi del crudismo o della cottura dei cibi.
Quali sono le cause ambientali dell'obesità? Oltre allo scarso movimento, la disponibilità a basso prezzo di cibi altamente energetici e scarsamente nutritivi.
Interventi politici che riducano la convenienza di questi cibi sono altamente auspicabili per prevenire le malattie.
Aggiornamento 31/1/2017

Il diabete, negli USA, è responsabile di più morti di quanto ipotizzato prima, il 12%
Aggiornamento 1/2/2017

Chi ha la sindrome metabolica (e quindi anche il diabete) ha maggiori fabbisogni di vitamina E perché la catabolizza maggiormente


Il dott. Greger spiega benissimo, come sempre, perché assumere zuccheri raffinati che non siano abbinati ad antiossidanti sia deleterio per la salute
Aggiornamento 4/2/2017

La carenza di B12 e folati, in particolare durante la vita intrauterina, aumenta il rischio di diabete.
Un team americano ha individuato alcune caratteristiche che possono far propendere per un approccio low-carb o meno, a seconda del rapporto tra i prodotti delle vie metaboliche (NADH e FADH2) che vanno ad agire sul controllore del metabolismo, l'ipotalamo

Aggiornamento 8/2/2017

I cibi da evitare come la peste, per il diabete e la sua prevenzione: succhi e bevande zuccherate, cereali raffinati e confezionati, grassi trans, yogurt con frutta, patate fritte.
Le nuove linee guida raccomandano la chirurgia bariatrica per il diabete: è come dichiarare la dietologia classica sconfitta. Non si può dimagrire con una dieta basata solo sull'approccio calorico

Aggiornamento 9/2/2017
Conferme sull'importanza della funzionalità mitocondriale per gestire il diabete: in particolare a livello ipotalamico
L'importanza del ridurre gli AGEs per prevenire e gestire le malattie

Aggiornamento 14/2/2017

La disbiosi, in particolare una sovracrescita di E. coli, può essere indicata dalla produzione di alcuni metaboliti, come il formiato. Questo determina infiammazione sistemica e tutto ciò che ne consegue

La frutta a basso indice glicemico, tipica dei climi temperati, sembra meno associata col diabete: sembra scontato, ma in realtà non esistono studi in tal senso. La frutta tropicale, più zuccherina, invece pare aumentare il rischio.

La guida alla dieta crudista

Aggiornamento 15/2/2017


Nel modello animale la conversione di adipociti bianche in bruni si riduce con l'età, anche perché si riducono le cellule progenitrici; questo spiega il rallentamento del metabolismo

Un buon intake di zinco previene le complicazioni del diabete di tipo 2

La "cafeteria diet", dieta occidentale ad alto contenuto di zuccheri e grassi, attiva l'infiammazione intestinale e lo stress ossidativo, determinando alterazione degli equilibri intestinali, come  un'alterata permeabilità intestinale, che determinano insulino-resistenza, aumento di peso e diabete.

Aggiornamento 18/2/2017


Tutte le calorie sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre (cit La fattoria degli animali) Il fruttosio ad esempio ha un tale effetto proinfiammatorio e lipogenico (stimola la sintesi dei grassi) che questa pubblicazione lo definisce "arma di distruzione di massa"

Novità sull'influenza genetica del diabete

L'importanza del reticolo endoplasmatico nel rilascio di insulina.

Tutto ciò che mangiamo è un segnale per il nostro organismo.

Ad esempio mangiare tessuti che hanno accumulato nel tempo danni molecolari (ossia da organismi più anziani) accelera l'invecchiamento.
Questo studio rinforza l'idea dell'invecchiamento come accumulo di danni nel tempo.
Cade anche il teorema secondo cui tutto ciò che entra nello stomaco viene digerito e diventa tutto uguale.
Aggiornamento 20/2/2017

La guida completa al diabete
Qualche indicazione sulle cotture: quella al microonde è quella che crea più colesterolo ossidato.

I microRNA hanno importanza crescente nel determinare resistenza insulinica e la loro variazione può essere determinante nel dimagrimento.

Aggiornamento 22/2/2017

Tra gli interferenti endocrini, che predispongono per diabete e obesità, troviamo: pesticidi e erbicidi (organoclorurati persistenti, vietati in Italia), plastiche (BPA e ftalati), detergenti, ritardanti di fiamma (PBDE), ingredienti di prodotti per la cura personale (parabeni). Anche i fitoestrogeni (soia e altri legumi) possono essere problematici.
La loro azione è particolarmente dannosa se ci veniamo a contatto durante la vita intrauterina.
Agiscono in vari modi, soprattutto aumentando il numero di cellule adipose e gli equilibri endocrini.


Aggiornamento 23/2/2017

L'uso di metformina per lungo periodo è legato a vitamina B12 bassa

Aggiornamento 25/2/2017


Perché quando c'è insulino-resistenza è così difficile dimagrire e mettere muscolo? Perché si determina un restringimento del flusso di sangue verso i muscoli. Così i nutrienti vengono diretti al tessuto adiposo e prevalentemente "messi da parte" per i momenti di difficoltà. Questo meccanismo, che ci ha permesso di sopravvivere alle carestie e all'impossibilità di procurare cibo, oggi, quando sussiste per un tempo prolungato, determina il diabete di tipo 2

Un quantitativo di frutta e verdura doppio rispetto a quello consigliato finora può prevenire oltre 7 milioni di morti in un anno. Le porzioni giornaliere sono 10 da 80g ciascuno, per ridurre qualsiasi causa di morte e in particolare tumori e malattie cardiovascolari.

La chirurgia bariatrica si conferma molto più efficace del trattamento medico per il diabete

Se prendiamo persone diabetiche e le dividiamo in due gruppi, uno che assume bibite light e l'altro solo acqua, il secondo ha miglioramenti dei parametri metabolici e del peso.
I dolcificanti artificiali sono tra le peggiori invenzioni dell'umanità e le calorie non servono a granché, sono solo una semplificazione per chi ignora la fisiologia.

Aggiornamento 26/2/2017


Interessante articolo di Arianna Rossoni sulla dieta antinfiammatoria.

Le alterazioni mitocondriali sono alla base delle disfunzioni renali nel diabete. Anche il podocita rilascia e riceve molecole segnale che alterano la funzione

Anche gli RNA extracellulari si confermano segnali importanti nell'insulino-resistenza

La malattia parodontale (problemi gengivali), come sospettato da tempo, può essere un segno precoce di diabete

Aggiornamento 28/2/2017

Ottimo articolo sul lievito madre.

Quali sono i vantaggi del pane lievitato con pasta madre? Alta digeribilità (glutine predigerito), minore innalzamento della glicemia, migliore biodisponibilità dei nutrienti e minore contenuto di antinutrienti come i fitati

Aggiornamento 2/3/2017

L'attivazione di alcune proteine, chiamate HSP, che rispondono allo stress, altera completamente la produzione di proteine e di energia (ATP) da parte dei mitocondri. (Anche) Per questo non possiamo considerare le persone che presentano stress cellulare al pari di persone sane: le loro vie metaboliche sono completamente alterate, e così l'utilizzo e l'ossidazione dei nutrienti

Aggiornamento 4/3/2017

Come mai diabete e ipertensione vanno di pari passo? Quando si alza la glicemia (e di conseguenza l'insulina) il rene trattiene più liquidi, e l'aumento di ritenzione si traduce in incremento di pressione sanguigna. I cibi che danno resistenza insulinica sono generalmente quelli industriali, ricchi di carboidrati e grassi raffinati, ma anche un eccesso proteico può determinarla

"Esiste una forte evidenza che alterare i cicli sonno-veglia porti a obesità e alterazioni metaboliche.
Sebbene dieta e attività fisica siano riconosciuti come i principali determinanti dell'aumento di peso, anche la qualità del sonno e la qualità e la tempistica dell'alimentazione sono fattori emergenti che contribuiscono ai problemi metabolici come il diabete.
Le calorie non sono tutte uguali perché il loro destino metabolico è dipendente dall'ora del pasto, e quelle introdotte nelle ore notturne sono generalmente correlate ad aumento di peso"

I migliori cibi per prevenire e gestire il diabete.

Un eccesso di acidi grassi liberi circolanti, rilasciati dagli adipociti, sembrano legati a infiammazione e insulinoresistenza, in particolare se saturi. Questo accade se il fegato non riesce a gestire il traffico.



Aggiornamento 6/3/2017

L'integrazione con serina e glicina, 2 aminoacidi, aumenta la produzione di NAD+ e glutatione nel fegato, favorendo così la guarigione dalla steatosi epatica, tipica caratteristica del diabete.

Aggiornamento 7/3/2017

Un lieve sovrappeso, ma con concentrato nella zona addominale, appare più pericoloso per la salute dell'obesità, in uno studio condotto su oltre 160 mila donne in post-menopausa

Aggiornamento 8/3/2017


In un nuovo studio osservazionale, la carne rossa è tra i fattori che aumentano il rischio di morte cardiovascolare, per diabete o no. Gli altri sono bibite gassate e sale ovviamente

In un confronto tra metodi per il diabete, la dieta chetogenica dà risultati migliori della low fat

Alcune caratteristiche genetiche, e in particolare mitocondriali, legano diabete e problemi renali.

Aggiornamento 10/3/2017

Nel modello animale una molecola presente nei cavoli, il sulforafano, attenua l'infiammazione, aumenta il dispendio energetico e gli adipociti bruni, migliora la flora intestinale. Riducendo così l'aumento di peso con una dieta ad alto contenuto di grassi


Aggiornamento 12/3/2017

Nel modello animale l'iniezione di FGF1 direttamente nel cervello porta alla guarigione per lungo tempo dal diabete: questo perché alcune cellule, i taniciti, possono influenzare direttamente l'omeostasi glucidica

Qual è una delle vere cause delle malattie cardiovascolari? la disfunzione endoteliale, che non permette alle arterie di rilassarsi e crea ipertensione. E una delle sue determinanti è l'alterazione delle proteine prodotte, causate dallo stress degli organelli cellulari chiamati reticoli endoplasmatici. Anche i mitocondri collaborano.

Secondo un nuovo studio, tra l'altro osservazionale quindi che non può dimostrare granché, togliere il glutine può ridurre la qualità della dieta (ridotto apporto di micronutrienti e fibre) e aumentare il rischio di diabete.
Questo può succedere solo se si usano sostituti di scarsa qualità, ma in determinati casi la dieta gluten-free (o a ridotto contenuto di glutine) è una buona scelta anche se non si è celiaci

Le complicatissime relazioni tra metabolismo energetico, microbiota, epigenetica e sistema immunitario

Aggiornamento 13/3/2017

Nel video potete vedere un organismo marino che mangia microframmenti di plastica gettata in mare da un idiota e che andrà così ad accumularsi nella catena alimentare avvelenando tutti noi



Aggiornamento 14/3/2017

Alcune relazioni tra microbi e aumento di peso

Aggiornamento 15/3/2017

Gli stress e le avversità subiti da giovani si associano a maggior rischio di problemi metabolici come il diabete e tutto ciò che lo accompagna (pressione alta, dislipidemia ecc)

Il cervello è in grado di produrre fruttosio. Questa capacità, più o meno marcata, può essere proporzionale alla propensione alle malattie metaboliche.

Continuano le conferme sull'influenza del sonno sul metabolismo: riallineare sonno e tempistica dei pasti ha già dimostrato nel modello animale e in studi preliminari sull'uomo di migliorare peso e parametri dismetabolici (glicemia, pressione ecc).

Aggiornamento 20/3/2017


Oltre alla leptina, anche l'uridina, rilasciata dal fegato dopo che mangiamo ma dal tessuto adiposo lontano dai pasti, contribuisce al mantenimento della composizione corporea e alla spesa energetica, e la sua alterazione è osservabile nei diabetici e sovrappeso.
È possibile guarire dal diabete? In uno studio preliminare, grazie ad un programma intensivo personalizzato (dieta, attività fisica, incontri con personale specializzato) il 40% dei partecipanti ha potuto eliminare i farmaci.
Gli effetti sono da verificare su periodi più lunghi, ma il numero non è da sottovalutare, visto che in generale si ritiene una malattia da trattare vita natural durante.
Il boom del diabete in Cina appare legato all'eccesso di proteine animali.

Il magnesio si conferma utile in persone sovrappeso con problemi renali: migliora infatti sia la pressione che la glicemia


Aggiornamento 21/3/2017

Sale l'evidenza sull'integrazione di omega 3: possono essere consigliati a quelli con alto rischio cardiovascolare, diabetici, persone con fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca

Aggiornamento 22/3/2017

legami tra infiammazione e aumento di peso (o a volte riduzione!)

Nella popolazione con meno aterosclerosi del mondo, il 72% delle calorie introitate vengono da carboidrati da fonti non raffinate (riso integrale, tapioca, platano, mais) quindi ricche in fibre. La loro dieta ha pochi grassi, e nessuno trans. Le proteine (poche, circa 14% delle calorie totali) vengono dalla caccia e dalla pesca. Morale della favola: non sono per forza i carboidrati a creare problemi. I loro parametri metabolici rimangono ottimali perché non fumano, si muovono tutto il giorno, mangiano cibi veri, sono meno stressati di noi.

Il fluoro può indurre danno ossidativo, alterando anche il metabolismo energetico. Può ridurre il quoziente intellettivo e favorire l'insorgere del diabete.
Aggiornamento 24/3/2017

Conferme sul legame tra insulinoresistenza e declino cognitivo
La nozione, finora aneddotica, che mangiare molto a cena, e in particolare carboidrati ad alto indice glicemico, avesse un impatto metabolicamente negativo, è stato finalmente dimostrato da un esperimento controllato.

La cronica attivazione di mTOR (costante eccesso di nutrienti) porta all'insulino-resistenza e al deperimento muscolare, la cronica inattivazione (carenza di nutrienti) alla lipodistrofia (grasso distribuito male e cadente)

Sempre più esperti pensano che la dieta low carb per il diabete sia la migliore, e dovrebbe essere menzionata tra le opzioni terapeutiche dalle linee guida

Aggiornamento 27/3/2017
Il diabete gestazionale aumenta il rischio di sindrome metabolica negli anni successivi.
Cosa dicono le linee guida per l'obesità degli endocrinologi americani sull'alimentazione? L'obesità è dovuta tra le altre cose, ad una dieta povera in nutrienti (e non solo all'eccesso calorico). Chi ha i trigliceridi alti deve ridurre in particolare i carboidrati e non i grassi. Gli zuccheri e le fonti di carboidrati raffinati dovrebbero essere minimizzati. I grassi trans (si formano negli oli vegetali riscaldati) dovrebbero essere eliminati. La supplementazione con omega 3 purificati è utile per abbassare i trrigliceridi. Le opzioni dietetiche sono diverse: Mediterranea, DASH, low-carb, low-fat, high protein, chetogenica, vegetariana, e tutte possono dare buoni risultati.
Conferme sul legame tra statine e diabete, in particolare nelle donne anziane
Aggiornamento 30/3/2017

"L'evidenza scientifica che un'unica dieta sia buona per tutti ("one diet fits all") è scarsa. L'obesità è un disordine multifattoriale che richiede una personalizzazione dell'intervento"

Il diabete aumenta il rischio di attacco cardiaco indebolendo e destabilizzando fino alla perdita i vasi che circondano il cuore


Aggiornamento 1/4/2017

Alcuni farmaci per la pressione, bloccanti selettivi dei recettori beta1, tendono ad alterare l'omeostasi glucidica

Nuovi studi positivi su diete low carb e chetogeniche

Aggiornamento 3/4/2017

La vitamina D protegge dal diabete, sostenendo la produzione di insulina e proteggendo dai danni dei radicali liberi, riducendo l'infiammazione e l'appetito. Molto più di quanto si pensi gravi problemi di salute sono dovuti a semplici carenze di alcuni nutrienti ed eccessi di altri

Sostituire mezza porzione al giorno di alcuni cibi come patate, riso, uova o pane con legumi protegge dal diabete.

Il microbiota sempre più implicato, grazie ai suoi metaboliti, nell'infiammazione sistemica.

Aggiornamento 8/4/2017


L'utilizzo di alcolici in maniera compulsiva anche prima della gravidanza predispone la prole per il diabete

Secondo un nuovo studio la dieta lowcarb è ideale anche nel diabete di tipo 1, con riduzione delle escursioni glicemiche, almeno nel breve periodo

Oltre un americano su 3 ha la sindrome metabolica.

Aggiornamento 9/4/2017


Basta con le ore di camminate! per guarire del diabete avete bisogno dell'HIIT !

Le complicazioni post infarto sono direttamente proporzionali alla glicemia: ossia più è alta la glicemia più si rischia di non uscire dall'ospedale

Aggiornamento 15/4/2017

Nel modello animale la somministrazione di omega 3 risulta terapeutica nelle prime fasi del diabete di tipo 1, riducendo la risposta infiammatoria autoimmune.

Sempre più conferme dell'effetto diabetogenico delle statine

Una sola notte passata con le luci accese (lavoratori notturni) è sufficiente ad alterare il metabolismo, anche nelle persone sane.

Aggiornamento 21/4/2017
La presenza di un animale domestico nei primi mesi di vita riduce il rischio di allergie e obesità. Questo perché aumenta l'esposizione a importanti famiglie di batteri, Ruminococci e Oscillospira, che "allenano" il sistema immunitario. Anche il rischio di polmonite sembra abbassarsi.
Dare una dieta obesogenica a un topo figlio di madre obesa altera l'espressione di una proteina (IRS-1) fondamentale per la sensibilità insulinica e predispone per l'obesità

Aggiornamento 25/4/2017

Tanti carboidrati a cena appaiono deleteri in persone con alterata glicemia. Sembra la scoperta dell'acqua calda ma non era mai stato dimostrato
Aggiornamento 26/4/2017

La chirurgia bariatrica ha buon impatto sul diabete anche a lungo termine.
Aggiornamento 28/4/2017
L'olio di oliva appare protettivo nei confronti del diabete
Cereali integrali, frutta, verdura e frutta secca riducono la mortalità, mentre carni rosse e processate la aumentano proporzionalmente al consumo
Aggiornamento 30/4/2017

Sembra che la stevia, pur attivando i recettori del dolce, non aumenti la glicemia perché contemporaneamente attiva anche altri recettori, chiamati TRPM5, che attivano il rilascio di insulina dal pancreas




Hai il diabete e scarsa massa muscolare? Camminare è quasi inutile.
Prima fatti i muscoli con i pesi e poi potrai migliorare i tuoi fattori di rischio cardiovascolare
Aggiornamento 8/5/2017

L'evidenza, crescente ma ancora bassa, dell'uso della paleo nel diabete.
Ridurre il carico glicemico (pasti ad alta concentrazione di carboidrati) riduce le oscillazioni glicemiche in donne con diabete gestazionale.
La glicemia alta in gravidanza è predittiva di malattia sia nella mamma che nel bambino

Le persone con diabete di tipo 1 possono diventare-insulino resistenti a causa del loro errato stile di vita
Il cortisone o i suoi simili possono indurre diabete
Aggiornamento 11/5/2017

L'attività coi pesi (resistance training) si conferma ottima per il diabete.

I grassi trans si trovano facilmente in prodotti da forno, fritti fatti con oli vegetali, crackers ecc. In 11 contee dello stato di New York sono stati messi al bando, e questo in pochi anni (dal 2002 al 2013) ha causato una riduzione del 6% degli eventi cardiovascolari

I modi per guarire dal diabete: modificazioni dello stile di vita intensive o chirurgia bariatrica.


Aggiornamento 18/5/2017

In un documento ricavato da una sessione congressuale, la SID (società di diabetologia) mostra criticità sugli effetti a lungo termine delle diete alternative alla mediterranea. Non considerando gli scarsi risultati ottenuti con la med stessa.

Aggiornamento 22/5/2017

I legami tra zucchero e diabete, non sono diretti, ma, favorendo lo zucchero l'aumento di peso, non possono essere negati.
Ogni 150 calorie da zucchero aumenta l'1% il rischio di diabete

I muscoli hanno dei "sensori" per il glucosio. Quando la glicemia è alta, la loro funzionalità è alterata e così la deposizione di massa muscolare


Aggiornamento 24/5/2017

Uno studio non molto numeroso ma fatto bene ha mostrato che il digiuno alternato non fa perdere più peso della semplice restrizione calorica.
La cosa più interessante però è che viene sottolineato che non esiste una dieta adatta a tutti (nello studio in particolare qualcuno ha avuto vantaggi, qualcuno no, e la media dei risultati è nessuna differenza). E che il digiuno intermittente è da sconsigliare soprattutto negli "snackers", le persone che mangiano poco e spesso

In una revisione degli studi su umani, la dieta cheto può sia migliorare che peggiorare la resistenza insulinica. Questo dimostra come sia la risposta per alcuni, ma non per tutti. Come sempre.

Aggiornamento 27/5/2017

Una dieta ad alto contenuto di grassi monoinsaturi (olio d'oliva, avocado) migliora la steatosi epatica e la sensibilità insulinica meglio di una dieta ad alto contenuto di fibre.

Aggiornamento 31/5/2017

L'importanza dell'ipotalamo nel controllo della glicemia

I recettori TLR4, noti per mediare la risposta di resistenza insulinica, sono presenti anche nella lingua, dove aumentano la risposta edonica (di piacere) ai cibi con glutammato, grassi e zuccheri, favorendo l'aumento di peso nei topi.

L'importanza dell'ipotalamo nel controllo della glicemia

Aggiornamento 2/6/2017

Vitamina D e omega 3 integrati insieme migliorano il quadro metabolico di donne con diabete gestazionale

I modi per migliorare la sensibilità insulinica: sicuramente l'HIIT

Aggiornamento 3/6/2017


Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.

Aggiornamento 7/6/2017

Meglio il pane integrale o da farina raffinata? La risposta sembrerebbe scontata. E invece no. A seconda del nostro microbiota è possibile infatti che entrambi modifichino le risposte metaboliche, in particolare la glicemia, in maniera positiva o negativa.

Gli autori dello studio concludono che "più in generale, il nostro studio sottolinea l'importanza della personalizzazione nelle raccomandazioni alimentari, in quanto anche il confronto diretto dei pani comunemente considerati "sani" e "malsani" ha rivelato effetti personali sulla risposta postprandiale, suggerendo che le raccomandazioni alimentari universali possono avere un'efficacia limitata".

Aggiornamento 9/6/2017

Una buona assunzione di omega 3 previene nei diabetici l'insorgenza di retinopatia

Il diabete crea le condizioni per la crescita della candida, con alti livelli di glucosio che sopprimono il sistema immunitario

Grazie ai lavori di Fasano e colleghi, la zonulina viene incontrovertibilmente collegata alla condizione di alterata permeabilità intestinale, perdita della tolleranza immunologica e alle malattie infiammatorie croniche

Aggiornamento 24/6/2017

Si confermano i legami tra interferenti endocrini e diabete, aumento di peso, infertilità, tumori, problemi tiroidei e neurologici,
Le sostanze pericolose non sono solo quelle artificiali (pesticidi, BPA, conservanti dei cosmetici, ritardanti di fiamma, ftalati), ma anche alcune provenienti dalla natura, come la genisteina della soia e il resveratrolo (nonostante i loro effetti talvolta benefici), le micotossine, il fumo di tabacco.
I periodi più critici sono la gravidanza e i primi mesi di vita, nei quali è consigliabile mangiare in prevalenza cibi biologici. Evitare inoltre i lo scatolame ed evitare di scaldare la plastica nel microonde. Anche il contatto con vernici e insetticidi va evitato.


Aggiornamento 24/6/2017

Il sonno ridotto aumenta il rischio di morte in chi ha la sindrome metabolica.

Aggiornamento 6/7/2017

Ma i grassi fanno bene o male? Lo decide (come sempre) il tipo di batteri intestinali, regolando la risposta glicemica, infiammatoria ecc

Aggiornamento 8/7/2017

Una revisione dei fattori di rischio ambientali sulle malattie cardiovascolari, oltre alle novità introdotte (cicli stagionali e circadiani, temperature, altitudine, stato socioeconomico, inquinamento, sole, spazi verdi ecc), rimarca l'uso di una dieta prudente (ricca in alimenti vegetali), raccomandando di evitare i grassi trans e ridurre i saturi.

Conclude però dicendo "tuttavia, i meccanismi molecolari e cellulari con cui i costitutivi degli alimenti si intersecano coi fattori di rischio cardiovascolare sono molto complessi e non completamente compresi". 

Sempre più verso la nutrizione personalizzata.
Se hai diabete conviene una dieta lowcarb, se hai solo prediabete vanno bene i cereali integrali.

Scoperto un nuovo meccanismo nel diabete: la carenza di una certa proteina fa "regredire" la maturazione delle beta cellule che così diventano inutili e incapaci di produrre insulina.

Aggiornamento 16/7/2017

Una particolare variante genetica di FGF21 predispone per gradire il gusto dolce (e probabilmente anche l'alcol e il fumo).

Saltare un pasto ogni tanto non sembra legato ad una riduzione del dispendio energetico, ma saltare la colazione aumenta la predisposizione al diabete anche senza aumento di peso

La vitamina A (diversa dal betacarotene, che è il suo precursore) ha un ruolo fondamentale nel mantenere il trofismo delle cellule pancreatiche e probabilmente terapeutico.

Un estratto dei broccoli (sulforafano) è in grado di migliorare il diabete, servono però l'equivalente di 5kg di prodotto per la dose necessaria. Agisce comunque inibendo la produzione glucidica nel fegato

Aggiornamento 17/7/2017
Pensateci 2 volte prima di buttare plastica in terra.
Le plastiche si accumulano lungo la catena alimentare e in particolare negli organismi marini, ma anche nei terreni.

Gli additivi plastici (inquinanti organici quali le diossine, BPA, i bifenili policlorurati (PCB), il diclorodifeniltrichloroetano (DDT), gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH),  ftalati, ritardanti di fiamma, stabilizzanti, pigmenti e antimicrobici) sono aggiunti alle plastiche per migliorare la loro qualità e proprietà, ma rilasciati poi nell'ambiente, accumulandosi nella catena alimentare.

"Una volta che le materie plastiche sono state consumate, alcune sostanze chimiche vengono rilasciate dalla plastica e trasferite all'animale. Se la sostanza chimica è solubile nel grasso, può accumularsi nei tessuti di un organismo".

"Gli esperimenti di laboratorio con modelli animali hanno dimostrato che l'esposizione ad additivi plastici può alterare i sistemi endocrini, causare difetti alla nascita, ridurre la produzione di spermatozoi, innescare l'insulino-resistenza e compromettere l'apprendimento e la memoria".

"Con una quota così elevata (di plastica, ndr), dobbiamo impegnarci in soluzioni esistenti piuttosto che aspettare risposte definitive. Come affermato nella dichiarazione di Wingspread del 1998 sul principio di precauzione "Quando la salute dell'uomo e dell'ambiente è in gioco, potrebbe non essere necessario aspettare la certezza scientifica per intraprendere azioni protettive". La nostra priorità dovrebbe essere quella di eliminare l'uso inutile delle materie plastiche, e insistere su alternative biodegradabili e soprattutto capire completamente cosa significa vivere in un mondo plastificato".

Aggiornamento 18/7/2017
La dieta vegetariana riduce il grasso (e la glicemia) meglio della dieta convenzionale in uno studio su diabetici
La sindrome da apnee notturne, che riguarda le persone sovrappeso, anche tramite la frammentazione del sonno, determina aumento del cortisolo e così dei valori di glicemia e trigliceridi, aumentando il rischio cardiovascolare. Anche un aumento dell'infiammazione e dell'azione del sistema simpatico può essere notata. Usare il CPAP (respiratore notturno) dà molti vantaggi a queste persone.
Gli anni in sovrappeso si associano a più alta probabilità di problemi di salute, come se il grasso in eccesso fosse uno stress per l'organismo. In pratica prima si diventa sovrappeso, più salgono i rischi cardiovascolari, tumorali ecc.
Come fa una dieta a basso indice glicemico ad aumentare l'ossidazione dei grassi? Riducendo il rilascio di insulina, l'ormone che blocca l'uso dei grassi come fonte energetica.

Ecco perché le calorie non sono tutte uguali

Aggiornamento 21/7/2017

Con l'età la capacità rigenerativa delle cellule muscolari si riduce, e quando vengono danneggiate vengono rimpiazzate da cellule adipose: questo aumenta il rischio di diabete, sarcopenia e altre malattie croniche.


Aggiornamento 23/7/2017

Le bibite consumate, sia normali che light, aumentano il rischio di dismetabolismo nei giovani

Aggiornamento 25/7/2017

L'infiammazione è il più grande stimolatore del diabete e dell'obesità

Nello stato di insulino-resistenza, si determina la cosiddetta UPR (unfolded protein response), una condizione nel quale le proteine non vengono più prodotte in modo corretto, e i grassi non vengono ossidati ma sintetizzati.

Aggiornamento 27/7/2017

La conferma che ridurre i carboidrati raffinati è conveniente per la composizione corporea.
Un nuovo documento di consenso stabilisce "l'inequivocabile e causale ruolo del colesterolo LDL nel provocare malattia cardiovascolare".
Però, andando a guardare meglio, leggiamo "Tuttavia, in determinate condizioni (ad es. sindrome metabolica, diabete e ipertrigliceridemia), la concentrazione plasmatica di LDL e il numero di particelle LDL possono discordare, in conseguenza della predominanza di LDL piccole e dense, e quindi LDL plasmatico può non riflettere accuratamente la concentrazione di particelle LDL o il suo effetto sul rischio cardiovascolare.
In queste condizioni, la misura diretta del numero di particelle LDL o della concentrazione di apoB (riconoscendo che ciascuna particella LDL contiene una singola molecola apoB) può riflettere più accuratamente l'effetto causale di LDL sul pericolo cardiovascolare."

Aggiornamento 31/7/2017

Un enzima che produce TMAO (un derivato del metabolismo di colina e carnitina, responsabile dell'aterosclerosi e dell'infiammazione) influenza la spesa energetica e la produzione di grasso beige, riducendoli e favorendo l'aumento di peso. Inibire la produzione di queste sostanze può aumentare la spesa energetica.

Lo stress è uno dei principali fattori ambientali nel diabete mellito di tipo 2, e imparare a gestirlo può dare una mano a migliorare anche la glicemia


Aggiornamento 1/8/2017

Quali sono le proprietà dell'olio di palma?

"Il frutto della palma da olio (Elaeis guineesi) è la sorgente di olio di palma, ricco di antiossidanti. L'olio di palma è una ricca fonte di fitonutrienti quali tocotrienoli, tocoferoli, carotenoidi, fitosteroli, squalene e coenzima Q10, che presentano proprietà nutrizionali e stabilità ossidativa (non tendono a ossidarsi, NDR). Gli studi sulla mutagenesi, nutrizionali e tossicologici hanno dimostrato che l'olio di palma  contiene β-carotene e provitamina A altamente biodisponibili ed è ragionevolmente stabile al caldo senza effetti negativi (mutageni). 
La biodisponibilità indica la potenziale efficacia di quest'olio nel combattere la carenza di vitamina A nei bambini, nei nascituri e nelle donne in gravidanza.
Altri benefici per la salute includono miglioramenti delle complicazioni oculari; effetti cardioprotettivi nella malattia cardiaca ischemica, antiaterogeni, antiemorragici, antipertensivi e proprietà antitumorali; il sostegno della normale funzione riproduttiva sia nei maschi che nelle femmine; una migliorata gestione del diabete e della chemioterapia; una migliorata gestione delle condizioni ipobariche e protezione contro le infezioni". 

Qual è il problema allora? che qui parliamo dell'olio ROSSO, ossia non sottoposto a raffinazione, e non di quello che trovate nei crackers e nei biscotti. La compresenza di antiossidanti annulla l'effetto infiammatorio dei grassi saturi di cui è prevalentemente composto, ma questi spariscono negli oli usati comunemente.

Sottolineando che non è sostituendolo con con altri oli vegetali che migliorate la situazione, fate un uso moderato dei prodotti raffinati e privilegiate sempre quelli che non subiscono trattamenti industriali

Aggiornamento 2/8/2017

Sempre meglio cuocere delicatamente il pesce, per evitare perdite di nutrienti e formazione di composti come gli AGEs.
Secondo un nuovo studio italiano la dieta mediterranea previene i problemi cardiovascolari... ma solo nelle classi più agiate! Esse sono infatti in grado di scegliere prodotti migliori e più nutrienti
Gli studiosi hanno colto molto bene il succo: fare la dieta mediterranea non significa mangiare biscotti e pizza, ma alimenti ad alto tenore di antiossidanti, polifenoli e fibre.

Gli studi spesso non sono in grado di stabilire cosa sia realmente la dieta mediterranea, basta che ci siano i cereali. Le distanze di salute tra ricchi e poveri aumentano sempre più. Solo chi ha più soldi può permettersi cibo vero che previene veramente le malattie.

Aggiornamento 4/8/2017
Un approccio di riduzione dello stress basato sulla mindfulness riduce la glicemia in donne sovrappeso.
Il coenzima Q10 migliora il quadro metabolico, in particolare la glicemia e in donne con PCO
Gli acidi biliari hanno rivelato un inaspettato ruolo nel metabolismo: con l'esposizione al freddo il microbiota cambia e così gli acidi biliari, che vengono maggiormente espulsi (calo del colesterolo plasmatico) e stimolano il tessuto adiposo bruno.

Il diabete può essere dovuto anche alla glucotossicità dovuta all'eccessivo accumulo di glicogeno nelle betacellule.
FGF1 come nuova arma nei confronti del diabete di tipo 2.
Aggiornamento 9/8/2017

Il diabete, o meglio la disfunzione delle betacellule, si conferma una malattia dovuta all'eccesso di specie reattive dell'ossigeno (stress ossidativo) a livello del pancreas, che determinano la morte di queste cellule.
Le azioni "ingrassogene" dell'insulina alta: soppressione del grasso bruno (e quindi del consumo energetico) e della lipolisi, aumento del grasso bianco.
Cosa raccomandano i cardiologi americani per prevenire gli eventi cardiovascolari nei diabetici? Cibi veri (frutta, verdura, cereali integrali e legumi al posto delle altre fonti di carboidrati) e riduzione dei saturi (latticini e carni rosse). Invece in Giappone si apprezza la low carb al di sotto dei 130 g di carboidrati, senza restrizione calorica.
Quest'ultima, nelle revisioni sistematica, ha portato a miglioramenti nei trigliceridi, nell'emoglobina glicata e nell'HDL, meno nel peso sul lungo termine.

Aggiornamento 10/8/2017

Il butilidrossitoluene  è un conservante usato nei cereali da colazione in USA e in cosmesi, ovviamente autorizzato dall'FDA. Oggi esistono prove che funziona da interferente endocrino 
(assieme a PFOA e TBT) anche negli uomini e non solo negli animali, influenzando anche la spesa energetica e l'obesità. Non esistono quantità sicure di queste sostanze, il nostro sistema endocrino è talmente delicato che qualsiasi quantità lo danneggia.
Queste sostanze interferiscono col segnale di sazietà, facendoci mangiare più del dovuto, e insieme hanno un effetto sinergico (in biologia non sempre 1 + 1 fa 2), maggiore dei singoli componenti.
Inoltre danneggia la struttura delle cellule, alterandone la funzione, e riduce la funzione mitocondriale, e così il metabolismo energetico e non solo.
I ricercatori alla fine affermano, quasi sconsolati "non conosciamo l'effetto di molte di queste sostanza chimiche nel corpo"

Aggiornamento 18/8/2017

Tutte le cause di alterazione della funzionalità dell'insulina (e conseguente diabete): spesso sono carenze nutrizionali a determinarla, e anche il fegato ha un ruolo importante.

L'HIIT migliora la funzione endoteliale (flusso di sangue dal quale dipende la pressione sanguigna) nel diabete.

Aggiornamento 19/8/2017

L'integrazione con magnesio si conferma utile per abbassare la pressione, soprattutto in chi abbia problemi metabolici (diabete o prediabete)

La resistenza insulinica sembra associata con la perdita di massa ossea

Aggiornamento 10/9/2017

Il diavolo si nasconde nei dettagli: il ripiegamento delle proteine difettoso può spiegare alcune malattie moderne. Siamo più complicati di quello che leggiamo nei libri, perché quello è riferito a persone sane, e non possiamo applicare le stesse regole ai malati.
Queste proteine difettose, al posto che essere degradate da un sistema apposito, rimangono e sono malfunzionanti. Alcune sostanze, anche naturali come l'astaxantina, sembrano favorire gli chaperoni, i nostri "addetti" alla riparazione delle proteine difettose.

Aggiornamento 14/9/2017

La restrizione glucidica sembra efficace nella sindrome metabolica accoppiata a insufficienza cardiaca.


Aggiornamento 19/9/2017

Molti farmaci che le persone sovrappeso devono assumere incidono negativamente sulla composizione corporea: cortisonico, antidiabetici (glitazoni e sulfoniluree), antipsicotici, antiepilettici, antiipertensivi (betabloccanti).

L'eccesso di fosforo appare un fattore di rischio per i reni, specie nei diabetici, e soprattutto se associato all'eccesso di sale. Il miglior modo per ridurlo è evitare insaccati e bibite gassate

Una carenza di inositolo può essere il collegamento tra ovaio policistico e disfunzioni ormonali (tiroidee, insulinoresistenza, riproduttive).

Aggiornamento 22/9/2017


Nel comunicato stampa ADA (Associazione Americana per il Diabete), Jackie Boucher, MS, RD, LD, CDE, vicepresidente presso la Minneapolis Heart Institute Foundation, ha indicato che mancano prove per sostenere che un piano di alimentazione sia meglio di un altro. "Se uno preferisce un piano mediterraneo, vegetariano o con pochi carboidrati è meno importante che trovare un modello alimentare che si adatti alle sue preferenze alimentari e allo stile di vita, che può essere seguito costantemente e che  fornisce l'alimentazione necessaria per una buona salute", ha affermato.


https://www.facebook.com/BurnFatNotSugar/posts/904341846390300


Aggiornamento 25/9/2017

L'infiammazione è fondamentale nell'espansione del tessuto adiposo (sia mesenterico che negli altri distretti) in seguito a eccesso nutritivo. Anche gli adipociti muoiono in queste condizioni, ma purtroppo rilasciano molecole ancora più infiammatorie.
La provenienza di sostanze infiammatorie dall'intestino, come LPS, ha un suo ruolo, grazie alla permeabilità intestinale.
Si arriva ad uno stato di resistenza insulinica e alle catecolamine (non ci sono più i recettori), che determina inflessibilità metabolica e non si riesce a  dimagrire.

Aggiornamento 26/9/2017

La terapia con insulina aumenta nei diabetici di tipo 2 la sedentarietà. Questo sembra dovuto al fatto che l'ormone tende a far depositare le calorie come grasso, "lasciando" meno energia per gli altri organi tra cui i muscoli

Una opinion di un medico inglese chiarisce che le diete low carb non hanno grandissima differenza, soprattutto sul lungo termine, nei confronti del diabete. Non hanno grandissima letteratura dietro, sono comunque un'opzione da tenere in considerazione.

Aggiornamento 2/10/2017

Contro il diabete, per migliorare glicemia basale, glicata e insulino-resistenza, servono almeno 4000ui al giorno di vitamina D
"Una nuova ricerca può aiutare a spiegare il rapporto conosciuto tra l'uso di dolcificanti artificiali e diabete.
I ricercatori della School of Medicine di Yale sostengono che in natura l'intensità della dolcezza riflette la quantità di energia presente. Ma nella vita moderna, il metabolismo del corpo viene ingannato quando una bevanda è troppo dolce o non abbastanza dolce a seconda della quantità di calorie che contiene. Ciò significa che una bevanda dolce ma a basso contenuto calorico può innescare una risposta metabolica maggiore di una bevanda con più calorie".

 "Una caloria non è una caloria", ha spiegato l'autrice principale Dana Small, docente di psichiatria. "L'ipotesi che più calorie inneschino una maggiore reazione metabolica e cerebrale è sbagliata: le calorie sono solo metà dell'equazione, la percezione del gusto dolce è l'altra metà", ha detto la Small in un comunicato stampa universitario.
Il gusto dolce regola la genesi dei segnali metabolici (che gestiscono la spesa energetica) e il rapporto tra carico glucidico e dolcezza influenza la risposta metabolica. E questo rapporto non è lineare, ossia con poche calorie ma forte gusto dolce si va a stimolare le vie mesolimbiche (quelle della dipendenza)
Quando si verifica una "disallineamento", i circuiti di ricompensa del cervello non registrano che le calorie sono state consumate, hanno detto i ricercatori. Molti alimenti industriali creano tali disallineamenti, come lo yogurt light con dolcificanti.

"I nostri corpi si sono evoluti per utilizzare in modo efficiente le fonti energetiche disponibili in natura", continua la Small. "Il nostro ambiente alimentare moderno è caratterizzato da fonti di energia che i nostri corpi non hanno mai visto prima"
Lo studio può aiutare a spiegare il legame tra alcuni dolcificanti artificiali e il diabete scoperto nelle ricerche precedenti. Tuttavia, l'argomento rimane controverso e gli esperti concordano sul fatto che siano necessarie ulteriori ricerche.

Aggiornamento 10/10/2017

La risposta UPR è probabilmente una causa e non una conseguenza delle alterazioni metaboliche

Una dieta ad alto indice glicemico (qualità dei carboidrati) è associata a aumentato rischio di tumore al colon e alla vescica. Il carico glicemico (quantità dei carboidrati) aumenta quello di tumore al colon e di quelli legati al diabete. Il rischio è dovuto all'aumento dell'insulina creato dalle iperglicemie postprandiali, un fattore di crescita per le cellule

I probiotici abbassano efficacemente la glicemia e l'emoglobina glicata in una revisione degli studi
Spesso si vede le persone sovrappeso come prive di volontà, ma non sempre è così semplice, e possono concorrere fattori metabolici .

La carne, bianca e rossa, aumenta il rischio di diabete a causa del ferro eme
I nitrati di origine vegetale (bietole, spinaci, lattuga ecc) riducono il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 12/10/2017

Cosa succede se 2 gruppi di diabetici mangiano le stesse calorie giornaliere, ma uno dei 2 non fa colazione? Chi la salta avrà glicemie dopo i pasti molto più alte, a causa della riduzione di un importante ormone, GLP1
Siccome la nutrizione non è per niente semplice come qualcuno vi dice, oggi hanno scoperto che gli omega6 proteggono dal diabete
Purtroppo non sono state considerate le fonti di provenienza (frutta oleosa o oli raffinati), ma solo le quantità plasmatiche di acido linoleico e arachidonico
Tutta la letteratura di Nature sugli interferenti endocrini: "Esistono dati convincenti, non solo nei roditori ma anche nell'uomo, per affermare che alcuni comuni MDC (alteratori del metabolismo) alterano l'omeostasi energetica distruggendo vie biochimiche, metaboliche e segnali ormonali che agiscono simultaneamente su molti tipi di cellule. Queste prove dovrebbero essere sufficienti per avviare politiche sanitarie pubbliche ridurre l'esposizione umana agli EDC (interferenti endocrini)".

"Purtroppo, le persone obese sono spesso criticate, ed è una credenza comune che la ragione dell'obesità sia una mancanza di autocontrollo e disciplina", commenta Wölnerhanssern, autore dello studio. Tuttavia, non c'è dubbio che i fattori metabolici stiano giocando una parte importante. Lo studio mostra che esistono differenze strutturali tra le persone magre e obese, che possono spiegare la mancanza di sazietà nell'obesità.
Per questo non riescono a mangiare meno, in particolare nel lungo periodo.
Si può guarire dal diabete? pare di sì, perdendo 1 solo grammo di grasso, ma quello infiltrato nel pancreas,e la condizione sparisce per diversi anni
Aggiornamento 16/10/2017

L'importanza del recettore insulinico nel diabete
Un quoziente respiratorio alto (indicativo di predilezione per il consumo di carboidrati piuttosto che grassi) è associato nei giovani a maggiore adiposità.
L'uso di antidepressivi nei giovani aumenta il rischio di diabete di tipo 2
L'alterazione dei ritmi circadiani (lavorare di notte) aumenta il rischio di obesità addominale

Aggiornamento 18/10/2017

Nel modello animale il digiuno intermittente migliora le condizioni metaboliche perché altera il microbiota e gli consente di aumentare il rilascio di acidi grassi a catena corta che stimolano l'aumento del grasso bruno.
Gli esosomi, frammenti secreti dalle cellule, sono un probabile fattore infiammatorio secreto dai macrofagi del tessuto adiposo, che determinano la resistenza insulinica

Aggiornamento 20/10/2017

Grandi quantità di zucchero aumentano il rischio cardiovascolare anche nelle persone apparentemente sane, alterando il metabolismo epatico dei grassi

Nei giovani il diabete di tipo 2 è una malattia legata alla povertà: infatti nelle famiglie meno abbienti è più facile avere una dieta ricca di calorie ma povera di nutrienti. Questo è anche colpa delle politiche di sussidi statali che finanziano cibo insalubre come i cereali raffinati e le carni processate

Aggiornamento 24/10/2017

Conoscendo la fisiologia della vitamina D, è facile capire che è meglio utilizzare microdosi quotidiane piuttosto che maxidosi mensili

Lo stato infiammatorio cronico fa sì che l'energia non venga destinata ai muscoli ma al sistema immunitario, alterando le funzionalità corporee e la spesa energetica, stimolando l'invecchiamento e il rischio di malattie croniche

Aggiornamento 27/10/2017

Il digiuno intermittente promuove la termogenesi anche attraverso la polarizzazione dei macrofagi in M2 (quelli antinfiammatori).

Aggiornamento 28/10/2017

"Le diete centrate principalmente sui cibi a basso indice glicemico possono rendere più facile ottenere e mantenere un peso sano, in quanto questi alimenti ci permettono di sentirci più sazi e più a lungo. Inoltre le diete a basso IG hanno dimostrato di migliorare la resistenza all'insulina e ridurre i livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi nelle persone con diabete di tipo 2. Un'eccezione alla raccomandazione di una dieta principalmente a basso IG  si può fare dopo un esercizio intenso o prolungato. In questo caso consumare cibi ad alto IG può in realtà essere più vantaggioso per il recupero muscolare"

Il sistema dell'indice glicemico non è perfetto, ma è comunque uno strumento utile, questo perché solitamente ad un basso IG corrispondono più fibra e nutrienti.

Aggiornamento 30/10/2017

L'insulina, attraverso la proteina epatica mTORC1, regola la quantità di trigliceridi nel sangue, noto fattore di rischio cardiovascolare.

Le statine aumentano il rischio di diabete in persone che hanno già alti livelli di tale rischio

Aggiornamento 1/11/2017

È stato individuato un nuovo tipo di diabete, chiamato tipo 3c, e che spesso si confonde con il tipo 2. È caratterizzato da una riduzione delle funzioni esocrine del pancreas, a causa dell'infiammazione o di tumore pancreatico, oltre che da problemi di glicemia, e questo porta a riduzione degli enzimi digestivi e della funzione intestinale

Aggiornamento 1/11/2017

La vitamina K2 può aiutare nel dimagrimento (soprattutto viscerale) nelle donne se hanno come risposta un aumento dell'osteocalcina circolante

Aggiornamento 3/11/2017

L'AICR, l'istituto americano per la ricerca sul cancro, consiglia una dieta che sia fatta in maggioranza con cibi vegetali, e cibi di derivazione animale in moderazione. Ma raccomanda soprattutto di scegliere cibi minimamente processati perché più salutari, limitando quelli con zuccheri e grassi aggiunti.

Digiunare almeno 13 ore durante la notte è un promettente metodo per ridurre l'infiammazione, i problemi glicemici e aumentare la sopravvivenza nelle donne con tumore al seno

Aggiornamento 6/11/2017

Consigli dal dott Giordano sugli AGEs.

Attenzione agli AGEs, cioè ai prodotti avanzati della glicazione (Advanced Glycated end-products). Si formano quando le proteine reagiscono troppo con zuccheri e grassi. Quando si procede ad esempio a tostare una fetta di pane, la superficie diventa più scura e rigida a causa del calore che accelera la reazione del glucosio dell'amido con le proteine del frumento. Gli AGEs fanno perdere di elasticità i vasi sanguigni del cuore, cervello, occhi, rene, gambe e pene. 
Lo zucchero più implicato nella formazione di queste glicotossine è il fruttosio, quello sopratutto presente in merende, yogurt ma alla frutta già pronti, caramelle, bevande e gomme da masticare. Sono ricchi di AGEs le carni, formaggi stagionati, il tofu, cracker, biscotti, crosta del pane, e i cereali estrusi (quelli ottenuti con elevate temperature e pressione meccanica. Un metodo per ridurli è usare temperatura bassa e al vapore, marinare la carne e mantenere umido l'alimento prima della cottura con del limone. Si dimezza così la loro formazione.

Aggiornamento 7/11/2017

Forse abbiamo sbagliato tutto, e a stimolare l'aterosclerosi non sono i grassi alimentari ma quelli della membrana dei nostri batteri. 

In particolare alcuni batteri del phylum Bacteroidetes, avendo particolari grassi ramificati, aumentano l'infiammazione correlata ai recettori TLR2, che aumenta l'aterosclerosi (anche se non è l'unica). Il microbiota si rivela una volta di più importante per la prevenzione delle malattie, ed è modulabile con la dieta

Aggiornamento 14/11/2017

Una review sull'importanza della dieta antinfiammatoria nel diabete/sindrome metabolica: viene sottolineata l'importanza dei prodotti non raffinati, in particolare olio extravergine, utili per la loro ricchezza di polifenoli e antiossidanti.
Anche l'olio di pesce ha effetti discreti. Alcune vitamine (C, D, E) possono essere supplementate con discreti effetti antinfiammatori.
Tra i cibi, l'aglio e altri vegetali ricchi in zolfo (cavoli ecc) appaiono ridurre l'infiammazione.

Aggiornamento 16/11/2017

Mangiare tardi la sera, nel modello animale, aumenta i grassi plasmatici e quindi i rischi cardiovascolari

"Il basso stato socio-economico è ripetutamente stato indicato come un fattore di rischio per numerosi condizioni metaboliche, compresa l'obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Mentre decenni fa l'obesità era un problema che riguardava le persone ricche, oggi colpisce le fasce più deboli economicamente perché utilizzano maggiormente cibi ad alta densità energetica ma bassa nutrizionale, e che contengono emulsionanti o altre sostanze capaci di peggiorare lo stato del microbiota.
La somministrazione di antibiotici nei primi   anni di vita è stata ripetutamente associata all'obesità infantile, e l'esposizione agli antibiotici materni durante la gravidanza è stata associata con basso peso alla nascita, che può essere un fattore di rischio per l'obesità. È importante notare che queste alterazioni potrebbero essere più comuni tra le popolazioni a basso reddito a causa della minore prevalenza dell'allattamento al seno, l'uso improprio di antibiotici e pratiche guidate dalla povertà come la condivisione di farmaci, anche se più studi epidemiologici sull'abuso di gli antibiotici sarebbero necessari".


Aggiornamento 19/11/2017

Che effetto hanno i polifenoli della frutta e della verdura sulla malattia? "In conclusione, lo sviluppo e la progressione delle malattie croniche sono il risultato di squilibri a lungo termine di stress ossidativo e conseguente infiammazione che portano a disfunzioni tissutali, danni e in definitiva ad insufficienza degli organi. La dieta ha un ruolo fondamentale nel contribuire e nel prevenire la cronica malattia attraverso questi meccanismi. I composti polifenolici derivati ​​dalle piante sono ben noti per le loro proprietà antiossidanti e le recenti evidenze indicano che questi composti conferiscono effetto antiinfiammatorio e/o di stabilizzazione della risposta infiammatoria.

Aggiornamento 20/11/2017

L'uso di 2 emulsionanti che troviamo nei cibi industriali, polisorbato 80 e carbossimetilcellulosa, determina un'invasione dei batteri intestinali nel muco, alterazioni nella composizione del microbiota e sviluppo dell'infiammazione cronica.

Aggiornamento 21/11/2017
Gli stress infantili come abusi e parenti psicopatici si confermano aumentare il rischio di diabete in età adulta.

Aggiornamento 23/11/2017

L'iperinsulinemia riduce l'escrezione di acido urico (e sale), per cui l'iperuricemia potrebbe solo essere un segno di diabete precoce.
Perdere peso riduce effettivamente la mortalità cardiovascolare e tumorale.

Nasce prima l'insulinoresistenza o l'iperinsulinemia? Probabilmente dipende dal caso, ma sicuramente creano un circolo vizioso in cui una stimola l'altra.

Ottima revisione su TMAO, la molecola infiammatoria derivata da alimenti animali. I mezzi migliori per abbassarla appaiono le diete plant-based, i probiotici non sembrano efficaci nell'uomo

Si propongono linee guida per il diabete, con pesce grasso, frutta fino a 300g al giorno, evitare grassi trans ecc

Aggiornamento 28/11/2017

Cosa succede se un topo giovane riceve i microbi intestinali di un topo anziano? Improvvisamente si ammala delle malattie tipiche del topo anziano, quelle legate all'infiammazione ("inflammaging"). Ecco perché è importante mantenere un microbiota giovane con fibra e alimenti fermentati

Aggiornamento 29/11/2017

Passeggiare dopo un pranzo low-carb migliora la funzione endoteliale e glicemia nei diabetici

Il cuore dei diabetici preferisce ossidare corpi chetonici rispetto a glucosio e altre fonti di energia

La psoriasi è una malattia infiammatoria e l'infiammazione determina insulino-resistenza, per questo gli psoriasici hanno incrementato rischio di diabete.

Update 30/11/2016

Un piccolo studio ha mostrato interessanti risultati sulla restrizione calorica 2 volte a settimana nei pazienti diabetici, confrontata con una continua restrizione

L'AHA (cardiologi americani) emette un comunicato ufficiale in cui collega mangiare velocemente con aumento di peso, diabete, malattie cardiovascolari ecc
"Mangiare più lentamente può essere un cambiamento cruciale dello stile di vita per aiutare a prevenire la sindrome metabolica ", ha detto Takayuki Yamaji, autore dello studio e cardiologo presso l'Università di Hiroshima in Giappone." Quando le persone mangiano velocemente tendono a non sentirsi piene e hanno maggiori probabilità di mangiare troppo. Mangiare velocemente causa una maggiore fluttuazione del glucosio, che può portare alla resistenza all'insulina" (causa di aumento di peso, NdT)

Si confermano i collegamenti tra sistema immunitario e gestione della glicemia: IL-33 stimola normalmente le cellule pancreatiche, ed è rilasciato dalle cellule mesenchimali del pancreas, ossia i guardiani immunitari dell'organo. Nelle persone sovrappeso questo meccanismo è assente e per questo hanno problemi di glicemia e resistenza insulinica

Update 7/12/2017

Che succede a chi fa un'abbondante colazione ogni giorno? Cambia l'espressione dei geni e il corpo attiva il metabolismo, riducendo l'accumulo di grasso (si riduce l'insulina). Questo capita sia nei normopeso che negli obesi. Le calorie non sono tutte uguali durante la giornata.
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Physiology
"Il consumo della colazione ha aumentato l'apporto calorico totale nelle persone magre", afferma l'autore principale Javier Gonzalez, "ma questo è stato compensato dalla stimolazione del dispendio energetico tramite attività fisica nelle persone magre". Ancora più importante, fare colazione diminuiva l'attività dei geni coinvolti nella resistenza all'insulina e aumentava la quantità di zucchero che le cellule riuscivano a togliere dal sangue, il che poteva potenzialmente proteggere dal diabete e da altre malattie croniche nel tempo.
Il digiuno, nel frattempo, sembrava aumentare l'attività dei geni associati all'infiammazione, ma solo nelle persone con obesità. "Pertanto, le linee guida per il consumo della colazione dovrebbero forse differire a seconda che le persone siano magre o obese", afferma Gonzalez. Sono necessarie ulteriori ricerche, aggiunge, prima che tali raccomandazioni possano essere fatte.

Update 9/12/2017

Nuove linee guida 2018 USA sul diabete. Si va sempre più verso un'alimentazione personalizzata.

"Non esiste un solo modello alimentare adatto a tutti gli individui con diabete e la pianificazione del pasto dovrebbe essere individualizzata. La terapia nutrizionale ha un ruolo fondamentale nella gestione complessiva del diabete e ogni persona con diabete dovrebbe essere attivamente impegnata nell'educazione, nell'autogestione e nella pianificazione del trattamento con il proprio team di assistenza sanitaria, incluso lo sviluppo collaborativo di un piano alimentare individualizzato".

Tra gli obiettivi "affrontare le esigenze nutrizionali individuali in base a preferenze personali e culturali, alfabetizzazione, salute, accesso a cibi sani, disponibilità e capacità di apportare cambiamenti comportamentali e ostacoli al cambiamento" e "fornire al soggetto diabetico gli strumenti pratici per lo sviluppo di abitudini alimentari sane piuttosto che concentrarsi sui macronutrienti, sui micronutrienti o sui singoli alimenti".


"L'evidenza suggerisce che non esiste una percentuale ideale di calorie da carboidrati, proteine ​​e grassi per tutte le persone con diabete. Pertanto, la distribuzione dei macronutrienti dovrebbe basarsi su una valutazione individualizzata dei modelli alimentari correnti, delle preferenze e degli obiettivi metabolici. Considerare le preferenze personali (ad es. Tradizione, cultura, religione, convinzioni e obiettivi di salute, economia) e gli obiettivi metabolici quando si lavora con le persone per determinare il modello di alimentazione migliore per loro".

"L'accento dovrebbe essere sui modelli alimentari salutari contenenti alimenti nutrizionalmente densi con meno attenzione a nutrienti specifici. Una varietà di modelli alimentari è accettabile per la gestione del diabete. Il Mediterraneo, la dieta DASH e le diete a base vegetale sono tutti esempi di modelli alimentari salutari che hanno mostrato risultati positivi nella ricerca, ma la pianificazione di un pasto individualizzato dovrebbe concentrarsi su preferenze, esigenze e obiettivi personali".
Il metodo del piatto diviso funziona.
"I piani utilizzati nella gestione dello stile di vita per la perdita di peso possono differire nei tipi di alimenti che si limitano (ad esempio cibi ad alto contenuto di grassi o ad alto contenuto di carboidrati), ma la loro enfasi dovrebbe essere sugli alimenti ricchi di nutrienti, come le verdure, frutta, legumi, latticini a basso contenuto di grassi, carni magre, noci, semi e cereali integrali, nonché al raggiungimento del deficit energetico desiderato. L'approccio alla pianificazione del pasto dovrebbe essere basato sullo stato di salute e sulle preferenze del paziente".

Il ruolo delle diete lo carb o chetogeniche rimane incerto nel lungo periodo, quindi "l'approccio raccomandato è quello di individuare i pasti per raggiungere gli obiettivi calorici con una distribuzione di macronutrienti più coerente con l'assunzione abituale individuale per aumentare le probabilità di mantenimento a lungo termine".

"[Le persone] con diabete sono incoraggiate a ridurre l'assunzione di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti e concentrarsi invece su carboidrati da verdure, legumi, frutta, prodotti lattiero-caseari (latte e yogurt) e cereali integrali. Il consumo di bevande zuccherate e prodotti alimentari "a basso contenuto di grassi" o "senza grassi" con elevate quantità di cereali raffinati e zuccheri aggiunti è fortemente scoraggiato".

"Gli obiettivi nell'assunzione delle proteine ​​dovrebbero essere individualizzati sulla base dei modelli alimentari attuali. Alcune ricerche hanno riscontrato una gestione di successo del diabete di tipo 2 con piani con livelli leggermente più alti di proteine ​​(20-30%), che possono contribuire ad aumentare la sazietà".

"Negli individui con diabete di tipo 2, l'assunzione di proteine ​​può aumentare la risposta all'insulina ai carboidrati della dieta. Pertanto, le fonti di carboidrati ad alto contenuto di proteine ​​non devono essere utilizzate per trattare o prevenire l'ipoglicemia a causa del potenziale aumento concomitante dell'insulina endogena".

"La quantità ideale di grassi nella dieta per le persone con diabete è controversa. La National Academy of Medicine ha definito un range tra il 20 e il 35% dell'apporto calorico totale. Il tipo di grassi consumati è più importante della quantità totale di grassi, tenendo conto degli obiettivi metabolici e del rischio di malattia cardiovascolare, e si raccomanda di limitare la percentuale di calorie totali da grassi saturi. 
Gli omega 3 non sembrano conferire particolari protezioni.
In generale, i grassi trans dovrebbero essere evitati. Inoltre, poiché i grassi saturi sono progressivamente diminuiti nella dieta, dovrebbero essere sostituiti con grassi insaturi e non con  fonti di carboidrati raffinati".

Il sodio va limitato come nella popolazione generale.
In caso di assenza di carenze, non vi è indicazione per particolari integrazioni, sia di vitamine che di minerali che di erbe medicinali.
L'alcol in moderazione non sembra problematico nel controllo glicemico.

Aggiornamento 10/12/2017

Una dieta molto restrittiva può mandare in remissione per anni il diabete di tipo 2. Molte persone partecipanti allo studio sono state in grado di abbandonare i farmaci (studio DiRECT pubblicato su Lancet).

Si confermano forti legami tra diabete, obesità e tumori. I primi 2 fertilizzano il terreno per il terzo.


problemi dati da LPS (lipopolisaccaride) e i suoi rimedi.

Numerosi farmaci, oltre agli antibiotici, hanno un notevole impatto sull'architettura generale del microbioma intestinale: PPI (antiacidi), metformina, FANS, oppioidi e antipsicotici sono associati ad aumenti nei membri della classe Gammaproteobacteria (inclusi Enterobacter, Escherichia, Klebsiella e Citrobacter), o membri della famiglia Enterococcaceae, che sono spesso patogeni isolati da infezioni del sangue di malati.
Anche il trattamento con antipsicotici, di solito associato ad un aumento dell'indice di massa corporea, è caratterizzato da una diminuzione del rapporto tra  Bacteroidetes e Firmicutes nel microbioma intestinale, simile alle tendenze osservate nei pazienti obesi.

Il consumo della colazione influisce notevolmente sull'espressione dei "geni orologio", quelli che si attivano ad una precisa ora del giorno (ritmi circadiani).
La colazione saltata influisce negativamente sull'espressione di questi geni ed è correlata con l'aumento della risposta glicemica postprandiale sia in individui sani che in individui con diabete.
"Una corretta assunzione temporale dei pasti, come consumare la colazione prima delle 9:30, potrebbe portare a un miglioramento dell'intero metabolismo del corpo, facilitare la perdita di peso e ritardare le complicanze associate al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi legati all'età".


Aggiornamento 13/12/2017

"Una dieta contenente grassi e carboidrati di alta qualità (cioè bassa in acidi grassi trans, ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi e con un basso indice e carico glicemico) piuttosto che grassi e carboidrati di bassa qualità è più importante della relativa quantità di questi nutrienti per la prevenzione del diabete di tipo 2"
"Nei paesi asiatici, come la Cina e la Corea del Sud, si è verificata una rapida transizione nutrizionale negli ultimi due o tre decenni che è stata caratterizzata dall'aumento dell'apporto di energia dagli zuccheri, dai prodotti animali e cereali raffinati e consumo ridotto di cereali, ed essa è uno dei maggiori responsabili dell'epidemia di diabete.
Anche la restrizione del cibo, ossia la malnutrizione per difetto (ad esempio, esposizione alla carestia) durante la prima infanzia potrebbe aumentare il rischio di diabete nei decenni successivi".
Aggiornamento 14/12/2017

Il rapporto tra reni e diabete è bidirezionale: l'aumento dell'azoto ureico (azotemia o BUN) fa progredire la resistenza insulinica, e l'iperglicemia fa aumentare la disfunzione renale.

Aggiornamento 15/12/2017

Spesso diamo la colpa della pressione alta al sale. In realtà si sta capendo che l'eccesso di zuccheri provoca infiammazione e stress ossidativo che determina riassorbimento di liquidi e ritenzione idrica alla base dell'ipertensione

Aggiornamento 17/12/2017

Una proteina che risponde allo stress, e rimane attivata anche se lo stress è subito in tenera età, era già conosciuta per essere legata a problemi psichiatrici. Ora si scopre che causa insulino-resistenza muscolare, un motivo in più quindi per legare stress psicologico, accumulo di grasso, diabete e obesità.

Aggiornamento 21/12/2017

2 milioni di anni fa la specie umana, diversamente dagli altri primati, ha perso il gene CMAH, responsabile della sintesi di Neu5Gc, uno zucchero infiammatorio che si trova nella carne rossa, ma non in quella bianca.
"L'inattivazione di CMAH durante l'evoluzione umana potrebbe aver liberato gli umani da un numero di agenti patogeni", ha detto Alvarez-Ponce. "Ad esempio, un tipo di malaria che richiede Neu5Gc per l'infezione - altri primati sono suscettibili ad essa, ma non gli umani."
Questa molecola però stimola una risposta immunitaria che alza il rischio di tumori, infiammazione e artrite, ossia i problemi potenzialmente legati al consumo di carne rossa.

Aggiornamento 24/12/2017

I microRNA sono piccole molecole segnale rilasciate anche dal tessuto adiposo, che regolano il metabolismo. 
Una dieta a basso indice glicemico riesce a ridurre i microRNA infiammatori anche a parità di dimagrimento.

Gli aminoacidi ramificati (BCAA) si confermano probabili nemici della glicemia. I topi nutriti senza limiti ma con alimenti a basso tenore di BCAA non ingrassano e non si ammalano di diabete, e quelli già ammalati guariscono. 
Questo avviene soprattutto tramite il blocco degli enzimi lipogenici (che stimolano la sintesi di grassi), e avviene anche se i topi continuano a mangiare zuccheri e grassi, facendo ipotizzare che sia la combinazione di BCAA, zuccheri e grassi a determinare i problemi metabolici.

In un modello animale il fruttosio, a parità di calorie, crea più problemi vascolari del glucosio.

Aggiornamento 26/12/2017

La nutraceutica da pseudoscienza sta diventando una scienza vera e propria, con potenziali benefici soprattutto a livello dei disordini endocrini come il diabete.

Aggiornamento 28/12/2017
La melatonina ha migliorato i parametri metabolici di pazienti con diabete in 3 mesi
Aggiornamento 5/1/2018
Migliorare lo stile di vita è efficace per prevenire le complicanze del diabete, anche se tale efficacia si riduce nel lungo termine
Aggiornamento 10/1/2018

Negli animali da esperimento bastano 3 giorni di alimentazione priva di fibre per perdere il muco protettivo intestinale e spalancare le porte alle malattie infiammatorie

Qual è il miglior modo per far dimagrire le persone anziane senza perdere massa magra? oltre a farle muovere, assicurare un corretto riposo e aumentare l'apporto di aminoacidi essenziali, anche con miscele apposite che salvaguardano dalla sarcopenia.

Aggiornamento 14/1/2018

Uno speciale su Obesity dedicato al legame tra energia e aumento di peso. Vengono chiarite le varie cause (fumo, sonno, microbiota, temperatura ambientale, inquinamento, tecnologia, farmaci, infezioni, disparità sociale, scelte riproduttive, epigenetica, gravidanze tardive) dell'epidemia di obesità, senza concentrarsi esclusivamente sul bilancio energetico.

Aggiornamento 16/1/2018

Uno studio ha comparato l'effetto delle diverse diete sul diabete: la migliore per abbassare l'emoglobina glicata è risultata la lowcarb, seguita da med e paleo, mentre per abbassare la glicemia a digiuno la mediterranea vince, seguita da paleo e vegetariana.
La qualità degli studi è spesso bassa.

Aggiornamento 17/1/2018

L'alimentazione di tipo occidentale aumenta la reazione infiammatoria delle cellule immunitarie, aumentando così il rischio di tutte le malattie connesse con la condizione di infiammazione: diabete, aterosclerosi, malattie neurodegenerative  e autoimmuni."Il cibo non salutare sembra rendere le difese del corpo più aggressive a lungo termine"
È stato in pratica individuato un "sensore" del cibo fast food nelle cellule immunitarie.

"Questi risultati hanno quindi un'importanza sociale rilevante", spiega Latz, autore dello studio. "Le basi di una dieta sana devono diventare una parte dell'educazione molto più importante di quella attuale, solo così possiamo "immunizzare" i bambini in una fase precoce contro le tentazioni dell'industria alimentare. I bambini devono scegliere cosa mangiare ogni giorno, dovremmo consentire loro di prendere decisioni consapevoli riguardo alle loro abitudini alimentari ".


Aggiornamento 18/1/2018

Lo stress ossidativo induce insulino-resistenza e la secrezione dei fattori proinfiammatori dagli adipociti, riducendo invece l'adiponectina (antinfiammatorio).
Obesità e sindrome metabolica inducono uno stress ossidativo che l'adipocita non riesce a contrastare, esaurendo i suoi antiossidanti cellulari, e la sua forma di difesa è la resistenza insulinica.
Lo stress propriamente detto, i gluco e i mineralcorticoidi (cortisolo e aldosterone), angiotensina e TNF  determinano stress ossidativo.
"Antiossidanti e flavonoidi possono avere effetti positivi"

La vitamina D può aiutare a ridurre la glicemia nel diabete scarsamente controllato

Aggiornamento 19/1/2018

Allattare i figli il più possibile (un anno almeno) dimezza  il rischio di diabete di tipo 2 nella prole


Aggiornamento 21/1/2018

Il consumo di succhi di frutta non zuccherati non si associa ad aumentato rischio di diabete

Aggiornamento 26/1/2018


Anche il sale può contribuire al diabete. Infatti attiva lo stress ossidativo che a sua volta stimola una via infiammatoria (NLRP3) responsabile di insulino-resistenza. Questo ha anche effetto sul rene, aumentando la ritenzione di liquidi. Il potassio ha un effetto contrario.

Aggiornamento 31/1/2018

Le diete ad alto tasso lipidico aumentano l'ossidazione dei grassi.
La disponibilità di macronutrienti, lo stato di allenamento, il sesso, l'intensità dell'esercizio e la sua durata influenzano l'adattamento cellulare, il trasporto sistematico e infine l'ossidazione dei grassi.

Aggiornamento 3/2/2018

La vitamina D può avere un vero e proprio effetto terapeutico sulle malattie cardiovascolari. Può infatti ripristinare la produzione di ossido nitrico, un segnale di rilassamento per le arterie, la cui alterazione porta all'ipertensione.

L'effetto positivo può estendersi ad altre malattie cardiovascolari, come l'insufficienza cardiaca, o a quelle correlate come vasculopatie e diabete

Aggiornamento 20/2/2018
I problemi renali nei diabetici sono spesso dovuti alle disfunzioni mitocondriali
La sindrome metabolica si sviluppa quando vengono attivati i recettori TLR4 a causa di particolari batteri, funghi e virus, la sola obesità non appare sufficiente.
Contare le calorie serve a poco, così come mangiare poco. Questo perché quando mangiamo poco si attiva un "interruttore" nell'ipotalamo (Crat) che fa in modo che, dopo pochi mesi, le calorie introdotte, anche se poche, vengano destinate all'accumulo e non all'ossidazione. Questo fenomeno si chiama "nutrient partitioning" (partizionamento dei nutrienti introdotti).
Aumenta così la produzione endogena glucosio e grassi (lipogenesi) e si riduce la flessibilità metabolica (capacità di ossidarli)
"L'incapacità di adattarsi adeguatamente ai substrati metabolici è chiaramente un meccanismo importante che influenza lo sviluppo di malattie legate all'obesità, tra cui diabete e dislipidemia. Oltre all'apporto calorico, sta diventando chiaro che l'inappropriata gestione del "destino" dei nutrienti è in gran parte responsabile della malattia metabolica e questo studio dimostra che la proteina Crat nei neuroni ipotalamici AgRP ha un ruolo non apprezzato in questo processo"
Aggiornamento 21/2/2018

L'indice e il carico glicemico sono spesso correlabili con lo stress ossidativo, soprattutto a causa del rapporto inverso tra i cibi con alti IG e CG e la ricchezza di nutrienti.

Uno studio non è riuscito a dimostrare se, con alcuni tratti genetici, in particolare riferiti alla secrezione insulinica, sia conveniente utilizzare una dieta low carb o low fat. Dopo un anno si è concluso con un pareggio 😏
"Nel contesto di questi 2 comuni approcci dietetici per la perdita di peso, nessuno dei 2 fattori ipotizzati come predisponenti sono stati utili per identificare quale dieta era meglio per chi".
Si trattava in entrambi i casi di diete definite "salutari", in cui i ricercatori hanno spinto per massimizzare l'apporto di vegetali e cibi veri (non industriali) e minimizzare quello di alimenti raffinati.
È stato raccomandato di avere uno stile di vita attivo, ma non è stato mai detto esplicitamente di ridurre le calorie, segno che il corpo è capace di dimagrire nel contesto di una dieta sana anche senza stare a contarle.

Aggiornamento 22/2/2018

I cereali integrali riducono l'insulina, l'insulinoresistenza e aumentano la flessibilità metabolica migliorando l'ossidazione dei grassi e l'utilizzazione del glucosio. Tutto questo riduce il rischio di diabete

Si è scoperto almeno uno dei meccanismi che lega lo zucchero e in particolare il fruttosio con la deposizione di grasso viscerale (omento). Il fruttosio crea uno stato infiammatorio cellulare nell'adipocita che genera cortisolo, l'ormone dello stress, che aumenta il grasso intraaddominale, notoriamente legato al rischio di malattia. Il fruttosio da frutta non ha questa caratteristica. Possiamo anche ipotizzare che le persone stressate bramino lo zucchero per avere livelli di cortisolo più alti e rispondere così agli stress
Inoltre è un altro meccanismo per cui il grasso genera grasso: infatti più sono gli adipociti, più questo meccanismo è stimolato.




La dieta low carb può migliorare il metabolismo epatico in chi abbia steatosi (fegato grasso). Questo avviene grazie al cambiamento di microbiota, in cui aumentano le specie produttrici di folati (Streptococcus), e alla variazione dell'attivazione di alcuni geni, che favorisce l'ossidazione dei grassi e inibisce la loro sintesi.
Il fegato si svuota così del suo contenuto di grasso.

Aggiornamento 9/3/2018

Una sufficiente quantità di magnesio è fondamentale per l'attività della vitamina D. Assicuratevi di assumere la verdura ad ogni pasto per non avere carenze di questo prezioso minerale.

L'attività fisica determina cambiamenti a livello del sistema vascolare del muscolo che migliorano i parametri biochimici.

Alcuni metaboliti degli aminoacidi ramificati (BCAA) e del glutamato sembrano aumentare il rischio di obesità in caso di alterazione della flora intestinale

Aggiornamento 10/3/2018

Un nuovo studio conferma il buon esito delle dieta vegane sui parametri del diabete. Queste possono essere usate in qualsiasi fase della vita, correttamente integrate.

Si ribadisce l'importanza della funzione mitocondriale nel diabete: in particolare l'accumulo dei trigliceridi e delle specie lipidiche citotossiche alterano l'ossidazione nelle cellule cardiache.

Alcune situazioni che alterano la glicemia, sia in alto che in basso: gli zuccheri negli snack, i digiuni, l'alcol, i cortisonici, gli allenamenti senza aver mangiato correttamente.


Aggiornamento 12/3/2018

Come prevedevo nell'articolo, sono stati individuati diversi sottotipi di diabete di tipo 2, dipendenti da alcuni tratti genetici, e questo rappresenta un passo avanti nei confronti della personalizzazione del trattamento. Uno è molto simile al diabete di tipo 1 (tratti autoimmuni), gli altri dipendono soprattutto dal grasso

Una buona quantità di fibre si conferma essere benefica per il diabete, in particolare modulando il microbiota

Aggiornamento 14/3/2018
A parità di calorie, una dieta mediterranea ricca in grassi buoni è più efficace di una dieta con pochi grassi nel far perdere il grasso ectopico, quello che si deposita negli organi (cuore, fegato ecc) e dà problemi di salute
La composizione corporea e la perdita di muscolo negli anziani sono, anche, una questione di... nervi.
Infatti si tende a perdere l'innervazione motoria con l'età (anche per la sedentarietà ovviamente) e questo contribuisce alla sarcopenia
Minore innervazione = minore tono basale = perdita di muscolo = ridotto consumo a riposo = aumento di grasso
Nello studio in questione gli anziani con ancora sufficiente innervazione riuscivano a recuperare massa magra, mentre quando scendeva sotto un certo livello rimanevano sarcopenici nonostante l'esercizio
Si suppone che l'unità motoria (collegamento nervoso tra neurone e muscolo) si "rimodelli" diventando incapace di mantenere la muscolatura
Aggiornamento 21/3/2018

“La dieta chetogenica MCT  (trigliceridi a catena media) funziona attraverso la generazione di chetoni, che forniscono una fonte di energia alternativa per le cellule cerebrali, ed è considerata un potenziale trattamento per una serie di disturbi inclusi epilessia, morbo di Alzheimer, cancro e diabete.
I meccanismi ipotizzati coinvolgono l’ inibizione del recettore AMPA, l’attivazione dei PPARγ e la biosintesi di mitocondri e  forniscono una spiegazione per l'efficacia in altri condizioni, e diversi studi clinici sono attualmente in corso per convalidare l'uso della dieta chetogenica MCT nel trattamento dei disturbi riguardanti la funzione cerebrale.
Inoltre, sono necessari studi clinici per diminuire o mitigare potenziali effetti negativi delle diete chetogeniche, come l’acidosi di basso grado derivante dall'aumento in acido β-idrossibutirrico e  acetacetico.
L’uso dei grassi MCT (forniti con la dieta) potrebbe  migliorare e ampliare l'uso della chetosi come trattamento per epilessia, morbo di Alzheimer, cancro, diabete e altri disturbi”.
Nuove linee guida UK per il diabete.
La chiave appare essere finalmente la personalizzazione.
Si raccomandano anche qui diversi approcci (med, DASH, veg, moderatamente low-carb, nordica, indice glicemico), specificando che se uno non funziona si può provare con un altro. E si raccomanda di fare attenzione alla qualità del cibo, privilegiando alimenti associati con minore rischio e riducendo quelli che lo aumentano. Due porzioni di pesce grasso alla settimana.
Tra i grassi vanno evitati i trans e sostituiti i saturi con gli insaturi.
Gli zuccheri aggiunti non dovrebbero eccedere il 5% delle calorie totali
Gli integratori non sono consigliati.
Le ipoglicemie da eccessi insulinici, tipici più che altro del diabete di tipo 1, possono essere contrastate con 10 g di glucosio o zucchero classico.
Aggiornamento 23/3/2018
I farmaci psicotici inducono aumento di peso aumentando l'insulinoresistenza e alterando gli ormoni postprandiali

Aggiornamento 30/3/2018

Un pasto ipercalorico lipidico, come per esempio un milkshake fatto da gelato, latte intero e panna, attiva un rimodellamento dei globuli rossi che li predispone per favorire le malattie cardiache. In particolare cambia l'espressione dell'enzima mieloperossidasi, notoriamente legato alla riduzione di elasticità delle arterie e aumento dello stress ossidativo (che altera la funzione dei globuli rossi grazie alla generazione di ROS). Avviene anche l'attivazione delle vie infiammatorie nei globuli bianchi, che favorisce l'aterosclerosi. La risposta immunitaria è simile a quella di un'infezione (VES alta). Questo non succede con un pasto con simile quantità di calorie ma fatto solo da cereali (senza grassi). L'esperimento è stato fatto su maschi sani e attivi. Gli scienziati concludono che "questi risultati danno nuove informazioni sui meccanismi in base ai quali il consumo di pasti arricchiti in grassi può promuovere la destabilizzazione delle placche vulnerabili che portano a un infarto miocardico acuto".
L'insulinoresistenza causa infiammazione nel tessuto adiposo viscerale, e quindi non è solo il tessuto adiposo a causare insulinoresistenza, con un effetto reciproco che ricorda un cane che si morde la coda.
Aggiornamento 11/4/2018

Il gene KLF14  influenza la deposizione di grasso nelle donne: a seconda della sua variante si avrà più grasso nelle cosce o nell'addome. Quest'ultimo è quello che aumenta il rischio di diabete.
Il professore Mark McCarthy ha affermato: "Piuttosto che assumere che le variazioni genetiche esercitino i loro effetti allo stesso modo in persone diverse, il nostro nuovo lavoro sottolinea l'importanza di adottare un approccio 'olistico' per comprendere le cause della malattia, chiedendosi come i geni funzionano in diversi tessuti e in diversi sessi. "

Aggiornamento 12/4/2018

"L'obesità come una malattia, e non come un comportamento"

"I fattori che influenzano il peso corporeo (e anche l'equilibrio energetico di un dato individuo che porta all'obesità, con conseguente stabilizzazione del peso), sono determinati da una vasta serie di interazioni complesse attraverso le predisposizioni ambientali, di vita e individuali che includono la genetica, l'epigenetica, gli assetti ormonali, lo stress, il microbiota, gli eventi della prima infanzia.

Le strategie più efficaci per prevenire e trattare l'obesità sono approcci basati sull'evidenza che riconoscono l'eterogeneità nell'obesità e le sue complicanze e la variabilità interindividuale nella risposta al trattamento/intervento. Programmi graduali che sono adattati individualmente e combinano i cambiamenti dello stile di vita (ad esempio, dieta, attività fisica, sonno, riduzione dello stress e fattori scatenanti ambientali), i farmaci e la chirurgia hanno dimostrato di essere più efficaci nel promuovere la perdita di peso e il successivo mantenimento del peso".

Aggiornamento 21/4/2018

La carenza di vitamina D può aumentare il rischio di diabete di tipo 2

Aggiornamento 24/4/2018

Il meccanismo col quale il freddo aumenta la produzione di grasso bruno (o beige) a discapito di quello bianco è epigenetico, ossia il freddo sblocca la trascrizione di alcuni geni che permettono la maturazione delle cellule staminali in grasso capace di ossidare le calorie piuttosto che accumularle. Chi ha maggiori quantità di questo grasso tende meno ad avere problemi metabolici come il diabete.

I curcuminoidi migliorano il profilo lipoproteico (soprattutto il colesterolo Lp(a), quello più aterogenico) nei diabetici. Il resveratrolo migliora la rigidità delle arterie nei diabetici

Aggiornamento 26/4/2018
La somministrazione di bicarbonato di sodio ha un effetto antinfiammatorio, agendo tramite la milza e la produzione di globuli bianchi, e potrebbe essere un modo semplice ed economico per migliorare molte malattie infiammatorie, comprese quelle autoimmuni. In particolare i macrofagi da M1 (infiammatori) diventano M2 (antinfiammatori).
Aggiornamento 28/4/2018
Difetti nell'autofagia sono comuni nell'obesità, e possono essere uno dei motivi per cui non si dimagrisce solo tagliando le calorie (alterazione delle vie metaboliche che coinvolgono mTOR, AMPK, reticolo endoplasmatico, mitocondri, aminoacidi ramificati ecc.

Aggiornamento 8/5/2018

3 mesi ad alto consumo di uova non peggiorano i parametri di rischio cardiovascolare in persone diabetiche o prediabetiche

Il diabete di tipo 1 si può gestire con una dieta lowcarb in maniera molto efficace secondo uno studio.

Che legame c'è tra dolcificanti, sia naturali che artificiali, e problemi metabolici? "l'esposizione ad alte concentrazioni di glucosio e dolcificanti artificiali attiva meccanismi di alterazione dell'endotelio vascolare e del metabolismo energetico che possono essere importanti durante l'esordio e la progressione del diabete e dell'obesità".

L'estratto di Ginkgo biloba è utile nel migliorare i parametri metabolici nelle persone diabetiche in cui la metformina sia poco efficace

Aggiornamento 15/5/2018

"Non sono le calorie che ingeriamo a influenzare il peso: sono le calorie che digeriamo (assorbite dall'intestino). Aumentando o diminuendo la quantità di fonti di energia digeribili, in particolare i monosaccaridi e gli acidi grassi a catena corta, i batteri intestinali influenzano il numero di calorie assorbite dall'uomo".
L'articolo prosegue legando al microbiota diabete, aterosclerosi e pressione alta.
I benefici della dieta a base vegetale nei confronti del diabete, a parte la promozione di un peso corporeo sano, sono dovuti a diversi meccanismi: l'aumento di fibre e fitonutrienti, l'interazione tra cibo e microbiota e la diminuzione di grassi saturi, AGEs (prodotti glicati), nitrosammine e ferro eme.
Aggiornamento 16/5/2018
2 porzioni di yogurt sgrassato al giorno, mangiati prima dei pasti, riducono la risposta infiammatoria postprandiale e possono essere d'aiuto in tutte le malattie infiammatorie croniche, perché riduce il passaggio di molecole nel sangue (permeabilità intestinale)

Aggiornamento 23/5/2018

Invertire i ritmi biologici, mangiando di notte e dormendo di giorno, altera l'espressione di proteine associate alla funzione immunitaria, metabolismo energetico e glucidico e nel cancro.

Aggiornamento 28/5/2018

Nei bambini con diabete di tipo 1 le linee guida prevedono 0,3g di glucosio per kg di peso corporeo (esempio: 9 grammi per un bambino di 30kg) in caso di ipoglicemia.

Aggiornamento 6/6/2018

L'esposizione alla luce durante il sonno aumenta l'insulinoresistenza
Aggiornamento 7/6/2018

Il digiuno intermittente, nelle sue diverse opzioni, si conferma avere un'interessante prospettiva nei confronti del diabete. In questo studio le persone non hanno ridotto le calorie, ma la finestra di alimentazione, facendo colazione, pranzo e cena in 6 ore, e digiunando per le altre 18. i ricercatori hanno descritto questo tipo di alimentazione come "allineata ai ritmi circadiani del corpo", e il risultato è stato di migliorare i parametri metabolici (infiammazione, insulina, glicemia, stress ossidativo, pressione sanguigna). Chi invece ha praticato la stessa finestra di alimentazione di sera o ha cenato tardi non ha avuto vantaggi, ma ha anche peggiorato la situazione in qualche caso, evidenziando una volta di più l'importanza della colazione.

Aggiornamento 12/6/2018

La supplementazione di folati ha un buon impatto nel diabete, in particolare sull'insulinoresistenza, e sulla funzione endoteliale (aumentando la produzione di ossido nitrico)

Il diabete gestazionale si dovrebbe gestire non riducendo i carboidrati, ma migliorando la loro qualità
Aggiornamento 17/6/2018

Gli psicofarmaci fanno ingrassare? Sembrerebbe proprio di sì

"Sebbene forti evidenze motivino l'uso di farmaci antipsicotici per determinate condizioni (es. Schizofrenia infantile), la maggior parte degli antipsicotici pediatrici è utilizzato per trattamento off-label (per uno scopo diverso) di disturbi comportamentali non psicotici e distruttivi. I potenziali benefici psichiatrici dell'uso di antipsicotici in questa popolazione, evidenti in questo studio e in altri, dovrebbero essere attentamente valutati rispetto alla potenziale insorgenza nell'infanzia di obesità addominale e insulino-resistenza che, rispetto all'esordio dell'adulto, aumenta ulteriormente il rischio a lungo termine per diabete, malattie cardiovascolari e condizioni correlate".

L'aumento di peso massimo  è stato con l'olanzapina.
Le persone con una certa variante del gene APOA2 (implicato nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo) tendono a ingrassare e avere malattie cardiovascolari con una dieta ricca in grassi saturi.
Queste persone probabilmente non hanno buoni risultati con dieta chetogenica, lowcarb o paleodieta
Aggiornamento 21/6/2018
I legami tra insetticidi e diabete da Chris Kresser
Aggiornamento 22/6/2018

Il diabete aumenta il rischio di Parkinson
Il biossido di titanio, TiO2, colorante bianco indicato come E171, può alzare il rischio di diabete
Aggiornamento 26/6/2018

Il diabete raddoppia la velocità di progressione della malattia renale
La dieta migliore per te è quella che riesci a seguire
Aggiornamento 27/6/2018
Si ribadisce in un'analisi l'incertezza della scienza nutrizionale nel dare linee guida corrette, in particolare nel diabete. L'evidenza è sparsa per molti alimenti/fattori nutrizionali.
Le diete low carb non sono necessariamente le migliori, così come l'approccio mediterraneo.
Sembra importante ridurre al massimo cereali raffinati e zuccheri aggiunti, insieme alle carni processate.
Anche l'uso degli oli tropicali (palma ecc) non ha evidenze univoche, così come il pesce a causa delle contaminazioni.

Aggiornamento 28/6/2018
La supplementazione di selenio potrebbe aumentare il rischio di diabete
Aggiornamento 30/6/2018
La glicemia alta provoca permeabilità intestinale e nelle altre mucose e altera la flora batterica. Una dieta con eccesso di carboidrati ha lo stesso effetto

Aggiornamento 6/7/2018
I meccanismi di lipotossicità dei grassi nel diabete

Aggiornamento 7/7/2018
Pranzare tardi impatta negativamente sul microbiota salivare e così sul controllo metabolico, in un esperimento su donne sane

Aggiornamento 9/7/2018

Buoni risultati con la paleo nei diabetici, sia con che senza attività fisica.

Aggiornamento 16/7/2018

Il selenio può essere usato per prevenire la depressione postparto in donne con tiroidite, ma il suo uso dev'essere discusso col curante perché può aumentare il rischio di diabete

Aggiornamento 19/7/2018

Il diabete gestazionale è una condizione che può favorire un eccessivo accrescimento del feto e può essere predittivo di diabete nella mamma negli anni a venire.
Circa un terzo delle gravide riesce a controllare la glicemia con lo stile di vita (dieta ed esercizio fisico adeguati).
ACOG e Endocrine Society consigliano una dieta low carb, mentre ADA non dà indicazioni diverse dalle classiche.
Solitamente si consiglia quindi di limitare gli zuccheri ma questo porta ad aumentare i grassi, cosa che può dare comunque resistenza insulinica.
Gli ultimi studi consigliano una dieta povera di grassi saturi e zuccheri, ma ricca di cereali integrali che, grazie alla fibra e al basso indice glicemico, riducono le glicemie postprandiali.
Queste indicazioni devono ancora essere verificate in donne sovrappeso o prediabetiche

La glicemia costantemente alta, come capita in caso di diabete, di infiammazione o dopo i pasti, blocca AMPK, una proteina che, tra le altre cose, attiva TET2, un soppressore dei tumori. Stare sempre a stomaco pieno favorisce quindi i tumori, mentre i digiuni fatti in modo adeguato possono ridurre la proliferazione cellulare.

Questo è uno dei motivi che lega diabete e tumori.

Aggiornamento 23/7/2018
In uno studio preliminare italoamericano, alte dosi di omega 3 e vitamina D riescono a bloccare il diabete giovanile alla sua manifestazione, inducendo remissione.
Ovviamente si tratta di pochi casi-studio quindi bisogna aspettare prima di festeggiare, ma si conferma uno stretto legame tra alcuni nutrienti e autoimmunità
Aggiornamento 24/7/2018
La copeptina, un "pezzo" di proteina rilasciato dalla preprovasopressina (preormone della vasopressina, correlata con pressione e diuresi), sembra correlato con il diabete, e una corretta idratazione può ridurne la formazione Passare dalla metformina alle sulfoniluree aumenta il rischio di ipoglicemie, infarto e morte per tutte le cause, questo non accade mantenendo la metformina
Aggiornamento 26/7/2018

Fare solo 2 pasti al giorno sembra sufficiente, anche senza restrizione calorica ad attivare l'autofagia e prevenire tutte le complicazioni dovuta alla produzione di proteine aberranti (sindrome metabolica e tutte le malattie dell'invecchiamento)
3 mesi di digiuno intermittente 5:2 sono risultati efficaci in un gruppo di persone diabetiche senza insulina
Aggiornamento 28/7/2018

Nel modello animale, il papà topolino che fa attività fisica protegge la prole dal diabete. Lo sport è in grado di "segnare" i geni e influenzare la loro espressione nelle future generazioni, e questa proprietà è chiamata epigenetica. Quando seguiamo uno stile di vita sano lo facciamo anche per i nostri figli
Aggiornamento 28/7/2018
L'acido urico inibisce in maniera quasi diretta il segnale insulinico favorendo l'insulinoresistenza
Aggiornamento 29/7/2018

La supplementazione con aminoacidi essenziali riduce l'ipertrigliceridemia attraverso l'aumento dell'ossidazione dei grassi e una maggiore efficienza del ciclo di Krebs

Aggiornamento 30/7/2018

Nel modello animale la somministrazione di antibiotici altera il microbiota intestinale e può così influenzare negativamente i metaboliti intestinali, facilitando l'insorgenza del diabete. Per questo raccomando sempre i probiotici dopo la terapia

Aggiornamento 21/8/2018
Le persone stressate hanno un alto tasso di malattie cardiovascolari, ipertensione, insufficienza cardiaca e morte improvvisa.
Questo è dovuto alle catecolamine (adrenalina e noradrenalina), gli ormoni/neurotrasmettitori dello stress. Ma il vero colpevole potrebbe essere l'aminocromo, un derivato della loro ossidazione, che determina stress ossidativo e così l'effetto tossico a livello del cuore.
Nel modello animale, N-acetilcisteina, vitamina E e antiossidanti riducono i livelli di aminocromo, le aritmie e lo stress ossidativo, e non presentano fibrillazione
Aggiornamento 23/8/2018

Lancet colpisce ancora. Pubblicato lo studio che fa scalpore secondo cui le diete low carb farebbero male e accorcino la vita.
Fa il paio con il PURE che diceva il contrario.
Chris Kresser spiega le limitazioni dello studio, il solito studio osservazionale basato su questionari, fattori confondenti non adeguatamente controllati, scarsa considerazione della qualità del cibo, bias di conferma dovuto a metanalisi da studi molto diversi tra loro


Aggiornamento 24/8/2018

Il legame tra tumori e diabete appare maggiore nelle donne, forse perché nelle donne la glicemia rimane alta più a lungo.

Aggiornamento 26/8/2018

In un modello animale, nonostante la perdita di peso, il digiuno può peggiorare il quadro metabolico e favorire l'insorgere del diabete. Questo capita tramite alterazione degli ormoni, soprattutto di quelli correlati con fame e sazietà
Aggiornamento 30/8/2018

La vitamina D riduce la proteina C reattiva, un marker di infiammazione, nei diabetici. Altri marker come TNF e IL-6 rimangono uguali

Aggiornamento 31/8/2018
Le cause del diabete secondo microbiomelabs.com : disfunzioni ipotalamiche, pancreatiche, intestinali (scarsa produzione di butirrato e batteri alterati), tutti legati alla permeabilità intestinale


Aggiornamento 5/9/2018

L'importanza della grelina nell'aumentare l'insulinoresistenza

Aggiornamento 6/9/2018

Alti livelli di aldosterone si confermano aumentare il rischio di diabete, e non solo di ipertensione
Aggiornamento 8/9/2018

La vitamina D nei diabetici migliora la capacità antiossidante, l'infiammazione e i livelli di glutatione e ossido nitrico
I folati migliorano l'insulina e l'HOMA (insulinoresistenza) ma non l'emoglobina glicata e la glicemia.

Aggiornamento 11/9/2018
Nel modello animale perdere 6 ore di sonno incrementa il rischio di diabete e steatosi epatica stimolando i geni che determinano la produzione degli enzimi lipogenici (cioè che sintetizzano grasso)
Aggiornamento 12/9/2018

Un ulteriore studio conferma che in chi abbia problemi di glicemia può essere conveniente iniziare il pasto con la fonte proteica o ancora meglio con un'insalata. In questo modo si riducono le glicemie post prandiali e il rilascio di insulina

Aggiornamento 13/9/2018
La supplementazione con folati riduce il rischio di diabete. Ma al posto degli integratori si potrebbe anche aumentare il consumo di vegetali a  foglia

Aggiornamento 25/9/2018
Una combinazione di batteri probiotici (lattobacilli e bifidi) somministrata per 6 mesi migliora i parametri ematochimici (glicemia, insulina, HOMA, colesterolo, trigliceridi) e quelli di infiammazione (endotossine, CRP, TNF, adipochine ecc) in persone diabetiche. Non sembra però favorire il dimagrimento
Aggiornamento 27/9/2018

L'astaxantina, un colorante presente nelle alghe che si accumula negli organismi marini, ha un potente effetto antiossidante che migliora pressione e glicemia nei diabetici e in generale la disfunzione mitocondriale, condizione alla base di molte malattie infiammatorie


Il modello che spiega il legame tra invecchiamento e diabete


Le cause citate sono la disfunzione del tessuto adiposo, infiammazione, sovraregolazione del sistema endocannabinoide, permeabilità intestinale, senescenza cellulare, disfunzione mitocondriale.

Aggiornamento 28/9/2018

La dieta low carb nei diabetici è molto più efficace se addizionata con 6g di olio di pesce (circa 3,6g di omega3) al giorno

Aggiornamento 29/9/2018


La dieta ricca di grassi e zuccheri (HFS) favorisce l'atrofia dei muscoli scheletrici e induce la degradazione delle proteine e infiammazione periferica. Una dieta HFS prolungata accelera l'atrofia dei muscoli scheletrici, la funzionalità e altera il trasporto periferico del glucosio. Ciò implica che non vi è alcuna compensazione pertinente tra domanda di energia e disponibilità energetica (perdita di flessibilità metabolica, ossia della normale ossidazione nei cicli di glucosio e acidi grassi), come è evidente dall'aumento di peso e dalla perdita accelerata di massa muscolare. È interessante notare che l'attenuazione della sintesi proteica in risposta all'obesità è stata associata all'insulino-resistenza causata dall'HFS. Inoltre, l'HFS riduce anche il tasso di sintesi dell'ATP e la capacità del muscolo di rispondere ai segnali di crescita, che ostacola il recupero dalle lesioni, accelera gli effetti dell'invecchiamento e influisce negativamente sull'omeostasi del glucosio. L'HFS ha un potenziale di induzione dell'atrofia muscolare scheletrica e può portare alla miosite (infiammazione muscolare)

Aggiornamento 30/9/2018

Alcuni tumori, in questo caso la leucemia, sono molto avidi di zucchero, e utilizzano delle strategie per ridurre il consumo di glucosio delle altre cellule per averne di più per loro. Sono dei veri e propri parassiti.
Ad esempio spingono gli adipociti a produrre IGFBP1, una proteina che induce insulinoresistenza e impedisce alle cellule di far entrare lo zucchero. Più si ha grasso più si esacerba questo meccanismo.
L'altra strategia coinvolge il microbiota. Infatti i topi leucemici hanno pochi Bacteroides, un genere benefico per l'intestino, e in questo modo si bloccano le incretine, ormoni intestinali che riducono la glicemia, e questa rimane alta, favorendo la crescita delle cellule tumorali; si riduce inoltre la serotonina, che è fondamentale per la produzione di insulina dal pancreas.
Migliorando il metabolismo glucidico, tramite serotonina e tributirina, i ricercatori sono stati in grado di rallentare la crescita tumorale.
Questi sono probabilmente anche meccanismi che inducono la malnutrizione tipica del paziente neoplastico, e che va contrastata con appositi protocolli

Aggiornamento 3/10/2018
I simbiotici funzionano anche nei prediabetici
Aggiornamento 7/10/2018

I cereali integrali possono conferire benefici anche grazie alla betaina, composto che si lega ad altre molecole migliorandone le capacità antidiabetiche

Uno studio in più conferma che chi prende metformina è a rischio di carenza di vitamina B12, e presenta anche i tipici segni (danno neuronale e anemia macrocitica). L'articolo conclude suggerendo di monitorare sempre il parametro sia prima che dopo la terapia, e ovviamente l'eventuale integrazione.

Aggiornamento 11/10/2018
Negli USA ogni diabetico costa fino a 2500 dollari per ogni persona (attenzione: non per ogni diabetico). Questo è il vero costo del cibo spazzatura, che compriamo per pochi centesimi
Aggiornamento 12/10/2018
L'effetto della curcuma sul diabete: la glicemia non sembra migliorare di molto, agisce meglio sul profilo lipidico. Le interazioni coi farmaci devono essere ulteriormente indagate.

Meglio utilizzare forme assorbibili a causa della bassa biodisponibilità

Livelli più elevati di prolattina nel latte materno potrebbero essere protettivi dal diabete di tipo 2 nel futuro del bambino

Aggiornamento 13/10/2018

Nel modello animale estratti di cannella e uva migliorano il profilo metabolico di topi obesi, diabetici e steatosici modulando il microbiota e la permeabilità intestinale


Aggiornamento 14/10/2018

Le nuove linee guida congiunte europee e americane sul diabete.
"La base della terapia nutrizionale per migliorare il controllo glicemico include la qualità degli alimenti e la riduzione di energia della dieta.
Sul modello e i rapporti tra macronutienti da usare, non c'è un modello o un rapporto tra carboidrati, proteine e grassi che sia ottimale per tutti.
Invece, esistono diverse opzioni che raccomandano modelli alimentari che mettono l'accento sugli alimenti che si sono dimostrati conferire beneficio e minimizzano gli alimenti che arrecano danno, sposandosi con le preferenze del paziente e i suoi bisogni metabolici, con l'obiettivo di praticare una dieta sana con abitudini che siano fattibili e sostenibili.
La dieta a basso contenuto di carboidrati (low-carb), a basso indice glicemico, le diete ad alto contenuto proteico e DASH migliorano tutte il controllo della glicemia, ma l'effetto del modello alimentare Mediterraneo sembra essere il migliore.
Le diete low-carb (26% dell'energia totale) producono sostanziali riduzioni dell'emoglobina glicata a 3 e 6 mesi con effetti decrescenti a 12 e 24 mesi; non si sono osservati benefici nella moderata restrizione di carboidrati (26-45%).
I modelli vegetariani hanno dimostrato di abbassare l'emoglobina glicata, ma non il glucosio a digiuno rispetto a quelli non vegetariani.
Per chi voglia raggiungere la remissione, la strategia più efficace è una dieta intensiva, effettuata con sostituti del pasto (825-853 kcal/giorno per 3-5 mesi) seguita da una graduale reintroduzione di cibo e consulenza intensiva, ed ha il 46% di efficacia.


Aggiornamento 19/10/2018

Interessantissimo articolo che propone il termine di "carbotossicità", per spiegare gli effetti negativi dei carboidrati. Questi vi possono essere tramite gli AGEs, che si formano grazie ai metaboliti del glucosio come metilgliossale, diidrossiacetonefosfato. Il fruttosio in alte dosi cambia completamente il suo destino, andando a "intasare" il fegato e favorendo la permeabilità intestinale. In generale l'eccessiva ingestione di cibi glucidici attiva aree cerebrali legate all'iperfagia.
Inoltre viene proposto che il fabbisogno di carbo vada a ridursi con l'età, modificando le necessità di macronutrienti.
"La dieta cheto è caratterizzata da diminuzione dell'insulina plasmatica e del fattore di crescita IGF1, aumento di glucagone, glicogenesi epatica e gluconeogenesi, lipolisi del tessuto adiposo, aumento degli acidi grassi liberi, β-ossidazione migliorata, generazione di acetil-CoA e conseguente aumento dei corpi chetonici circolanti".
Oltre ad avere effetti antinfiammatori, "i corpi chetonici possono anche alterare il metabolismo dei neurotrasmettitori come acido glutammico e gamma-ammino butirrico (GABA), migliorare la funzione mitocondriale, riduzione dello stress ossidativo e attivazione del PPAR e dell'AMPK". Questo spiega la loro efficacia sulle malattie che riguardano il sistema nervoso (Alzheimer, Parkinson, epilessia, emicrania ecc).
La chetosi provoca un aumento degli streptococchi che producono folato e una riduzione degli AGEs.

La dieta cheto è inoltre molto efficace nel diabete


Aggiornamento 25/10/2018

Tutti i nutrienti sono uguali? Non proprio quando c'è resistenza insulinica
"L'eccesso di glucosio ingerito interagisce con l'intestino e il suo microbioma e in definitiva colpisce numerosi organi tra cui muscolo scheletrico, tessuto adiposo e fegato. L'eccessiva disponibilità di glucosio può indurre l'espansione del tessuto adiposo e può favorire la deposizione di grasso ectopico, la deposizione nel fegato e nei tessuti muscolari, che esacerba ulteriormente l'insulino-resistenza e gli squilibri glicemici. La resistenza all'insulina è associata a e può favorire la progressione della sindrome metabolica a diabete, e rappresenta un fattore che contribuisce all'iperglicemia, alla variabilità del glucosio e ai risultati mediocri in malati critici o quelli che si stanno riprendendo da un intervento chirurgico."

L'alga clorella può aiutare a perdere peso nelle persone con steatosi epatica, riducendo l'infiammazione e migliorando il profilo glicemico.

Aggiornamento 28/10/2018


I batteri fermentanti, come lattobacilli e bifidi, che producono acidi grassi a catena corta sono associati a minor rischio di diabete giovanile (tipo 1)

Aggiornamento 3/11/2018
Le persone con diabete hanno una ridotta detossificazione del gliossale, un metabolita dei carboidrati. Questa molecola interferisce con la contrazione muscolare, e così sembra facilitare l'insufficienza cardiaca, che si manifesta con debolezza nella contrazione cardiaca e quindi fatica, respiro corto e arti inferiori gonfi. L'insufficienza cardiaca è molto più diffusa nei diabetici. Questo potrebbe anche spiegare perché alcuni si trovano bene con una dieta lowcarb

Aggiornamento 8/11/2018


I carotenoidi da fonti naturali sono inversamente associati al rischio di sindrome metabolica, probabilmente grazie alla riduzione dello stress ossidativo

Aggiornamento 11/11/2018


Il coenzima Q10 ha interessanti prospettive nelle malattie correlate alla sindrome metabolica e all'infiammazione, come diabete e steatosi epatica. La sua azione si esplica a livello dei mitocondri, con la riduzione delle specie reattive dell'ossigeno, ed è considerato sicuro anche a dosi relativamente alte. Le fonti alimentari principali sono pesci grassi e frattaglie di carne rossa, e tra i vegetali quelli a foglia scura, legumi e semi oleosi. Tra gli integratori la migliore forma per biodisponibilità risulta l'ubiquinolo solubilizzato


Una overview sul diabete
Aggiornamento 12/11/2018
"Nonostante l'importanza clinica del microbioma nella fisiologia umana e nelle patologie, come quelle cardiovascolari, stiamo solo iniziando ad apprezzare i potenziali meccanismi di interazione"
In questo esperimento si è dimostrato come un particolare batterio, C. sporogenes, che possiede l'enzima per produrre TMA, aumenti l'aggregazione delle piastrine e quindi il rischio di trombosi e malattia cardiovascolare.
I ricercatori concludono chiarendo che il batterio può essere un target nella prevenzione delle malattie metaboliche e connesse.
Aggiornamento 18/11/2018

Perché insisto spesso sull'introduzione del magnesio (Mg), anche come integratore? Rispondo citando una review sull'argomento

Oltre la metà degli americani introduce meno magnesio di quanto indicato dai livelli minimi. Questo è dovuto anche al fatto che:

(i) Ci sono livelli ridotti di Mg in molti alimenti trasformati e in alcuni alimenti non biologici. La maggior parte degli alimenti acquistati ha ridotti livelli di Mg.
(ii) Alimenti comuni come carne (18-29 mg/100 g), zucchero (0 mg/100 g) e farina bianca (20-25 mg/100 gm) contribuiscono a coprire meno del 20% del fabbisogno giornaliero di Mg .
(iii) La cottura e l'ebollizione dei prodotti comportano un significativo declino del contenuto di Mg del cibo.
(iv) Ridotto assorbimento gastrointestinale di Mg si verifica in caso di carenza di vitamina D, un problema comune nelle culture occidentali.
(v) Molti farmaci di uso comune (ad es. alcuni antibiotici, antiacidi e farmaci ipertensivi) diminuiscono l'assorbimento di Mg.
(vi) Alcuni pesticidi comunemente usati hanno la propensione a chelare i minerali, riducendo potenzialmente il contenuto di Mg nel suolo e in alcune colture.
(vii) Si verifica un'eccessiva escrezione di Mg con l'uso di alcol e la presenza di diabete di tipo 1 o di tipo 2.
(viii) Fumare riduce la concentrazione plasmatica di Mg.
(ix) Si è dimostrata una riduzione nel suolo di alcuni nutrienti essenziali a seguito di tecniche di fertilizzazione che non coprono lo spettro dei minerali necessari.
(x) Le monocolture hanno la tendenza a consumare sostanze nutritive specifiche.
(xi) L'assorbimento del magnesio si riduce con l'invecchiamento fino al 30%.

Livelli corretti di Mg aiutano a prevenire e gestire malattie come asma, osteoporosi, crampi muscolari, preeclampsia, emicrania, diabete e sue complicazioni, depressione, insonnia, dipendenza dal fumo, tumori, calcoli renali, malattie cardiovascolari, fibrillazione atriale e aritmie, insufficienza cardiaca e renale, ipercolesterolemia, sindrome premestruale, glaucoma e cataratta, condizioni neurologiche (demenza, ADHD, schizofrenia, Parkinson).

L'articolo si conclude con "nella pratica clinica, l'ottimizzazione dello stato del magnesio attraverso la dieta e l'integrazione sembra essere una terapia sicura, utile e ben documentata per diverse condizioni mediche".

Aggiornamento 17/11/2018

Un onesto confronto tra diete low carb e low fat, con i vantaggi e gli svantaggi di entrambe.
Alla fine ad essere premiata è la qualità della dieta, la focalizzazione sul privilegiare alimenti non processati, evitare soprattutto i grassi trans. Chi abbia problemi di insulina potrebbe trarre giovamento da diete con pochi carboidrati, mentre le persone sane possono spaziare in un ampio range di percentuali di grassi e carboidrati senza accusare problemi (flessibilità metabolica).
Le diete chetogeniche sono particolarmente indicate per chi abbia difficoltà metaboliche coi carboidrati.
Le diete low carb ben formulate non hanno bisogno di eccessi di proteine in più, coprendo i fabbisogni calorici grazie alle fonti di grassi buoni.
Rimangono rilevanti questioni sull'epidemiologia nutrizionale, che potranno essere risolte solo con investimenti che dovrebbero essere prioritari nella ricerca medica.

Aggiornamento 21/11/2018

L'inflessibilità metabolica (difficoltà a passare dall'ossidazione dei carboidrati  ai grassi e viceversa) precede l'intolleranza glucidica e si abbina alla sedentarietà
Aggiornamento 29/11/2018
Le diete lowcarb sono un'opzione ormai validata per il trattamento del diabete di tipo 2, ma la BDA britannica sottolinea che non ci sono studi a lungo termine e che può non essere la migliore per tutti
In ogni caso è necessario:
-scegliere una varietà di alimenti in modo che la dieta sia nutrizionalmente completa; questo include frutta e verdura, latticini, frutti di mare, legumi e noci.
-moderare l'assunzione di carne rossa (ad esempio, scegliere il pollame preferibilmente alle carni rosse) e ridurre l'assunzione di carne lavorata, cibi zuccherati, in particolare bevande zuccherate e cereali raffinati (pane bianco).
-assicurarsi che l'assunzione di grassi privilegi quelli insaturi, limitando nel contempo l'assunzione di grassi saturi
-includere cibi ricchi di fibre

Aggiornamento 2/12/2018
L'insulina, oltre a influenzare il metabolismo energetico, ha forti effetti sul sistema immunitario, e per questo i diabetici hanno alterate risposte agli agenti infettivi.
In questo modello animale aumenta la propensione alle infezioni del tratto urinario perché si riduce la produzione di molecole antibatteriche.
Aggiornamento 3/12/2018

Quanto è importante l'indice glicemico? "I risultati di una metanalisi suggeriscono che le diete a basso indice glicemico possono avere un modesto impatto su peso, grasso corporeo, glicemia e lipidi.
Tuttavia, l'analisi dei sottogruppi lo dimostra chiaramente, non è il consiglio dietetico di per sé, ma l'attuazione di tale consiglio e la sua traduzione nella vita quotidiana ad essere importanti".
Quindi è necessario mantenere queste abitudini negli anni per mantenere il risultato.

Ridurre l'indice glicemico è efficace sia in persone senza problemi di controllo glicemico che in quelle con diabete

L'effetto invecchiante e insulino-resistente dell'A. muciniphila si esplica tramite la riduzione della permeabilità intestinale e l'attivazione delle cellule B1a del sistema immunitario innato.

Aggiornamento 4/12/2018


Un grammo al giorno di vitamina C in persone diabetiche ha portato alla diminuzione della glicemia postprandiale giornaliera, dell'iperglicemia postprandiale e del tempo trascorso in iperglicemia. Inoltre, rispetto al placebo, le pressioni arteriose sistolica e diastolica sono diminuite rispettivamente di 7 e 5 mmHg.

Aggiornamento 5/12/2018

Spesso le persone sono preoccupate, per non dire terrorizzate, dallo zucchero della frutta. Ma gli studi mostrano sempre più che lo zucchero da temere è quello aggiunto, presente nei biscotti, prodotti da forno, bibite gassate (soprattutto) ecc  o aggiunto da noi.
"L'evidenza indica che il fruttosio, specialmente a piccole dosi fino a 10 g / pasto (un livello ottenibile dalla frutta), potrebbe migliorare la glicemia grazie alla capacità del fruttosio-1-fosfato di regolare l'attività della glucochinasi attraverso la sua proteina regolatrice, con conseguente riduzione della produzione di glucosio epatico (gluconeogenesi) e aumento della sintesi del glicogeno".

L'analisi di alimenti specifici suggerisce che frutta e succhi di frutta non zuccherati, quando questi alimenti non forniscono calorie in eccesso, possono avere effetti benefici sul controllo glicemico e dell'insulina, specialmente nelle persone con diabete, mentre molti alimenti che aggiungono energia "povera di nutrienti" (calorie vuote) alla dieta, soprattutto bevande zuccherate e succhi di frutta, sembrano avere effetti dannosi.

Il basso indice glicemico (GI) del fruttosio rispetto ad altri carboidrati e un maggiore contenuto di fibre nella frutta, può aiutare a spiegare i miglioramenti dei livelli di glucosio nel sangue, rallentando il rilascio di zuccheri, affermano i ricercatori.
La metanalisi ha alcuni limiti, come piccole dimensioni del campione, brevi periodi di follow-up e una limitata varietà di alimenti in alcuni studi. Tuttavia, i punti di forza comprendono un processo di ricerca e selezione approfondito e una valutazione approfondita della qualità delle prove.

Come tali, concludono: "Fino a quando non saranno disponibili maggiori informazioni, i professionisti della sanità pubblica dovrebbero essere consapevoli che gli effetti dannosi del fruttosio sulla glicemia sembrano essere mediati dall'energia e dalla fonte di cibo".

Aggiornamento 8/12/2018

Spesso si ritiene l'alcol un nutriente che non crea problemi. Ma l'alcol apporta calorie vuote, ed è un cancerogeno certo. Risulta sempre un qualcosa di troppo, e nessuno ha stabilito una soglia di alcol che non sia dannosa. Questo studio dimostra come eliminare gli alcolici possa essere una delle chiavi per il mantenimento della perdita di peso a lungo termine, soprattutto nei diabetici

Aggiornamento 13/12/2018

Indurre artificialmente per 3 giorni iperglicemia in soggetti sani produce un effetto glicotossico che spalanca le porte all'insulinoresistenza

Una volta di più si raccomanda di monitorare la B12 in chi prende metformina

Aggiornamento 15/12/2018

Fare i turni di notte aumenta il rischio di diabete di tipo 2, ma il rischio cresce a dismisura se si pratica uno stile di vita insalubre, con cibi di scarsa qualità, fumo e inattività fisica
Il rischio cresce anche in base al peso alla nascita, sia esso troppo basso o troppo alto (curva a J)
Aggiornamento 19/12/2018
Un case-study che mi è capitato oggi. Una signora di 70 anni, glicemia a digiuno di 280 (VN < 100), emoglobina glicata 10,8 (VN<5,5-6). Incipiente nefropatia diabetica.
La signora non riusciva a compensare la glicemia nonostante decine di unità di insulina giornaliere. Il diabetologo, probabilmente disperato per la situazione, pare le abbia detto "aumenti le unità a piacimento, finché non si abbassa" (poi va be' i pazienti capiscono quello che vogliono).
Il suo addome era così prominente e ribassato che la circonferenza a livello delle creste iliache era 110cm, nel "gonnellino" 133cm. Riferisce di fare la passeggiata tutti i giorni. Alimentazione: a colazione latte, a pranzo pasta + secondo, a cena idem, talvolta carbonara, pizza. Nessuna fibra. Piccolo particolare: totale avversione per frutta e verdura. Gli unici alimenti che le apporterebbero un po' di nutrienti necessari (fibra, vitamine, sali minerali).
Le è stata richiesta visita diabetologica urgente per rischio di coma.
Morale della favola: è inutile compensare coi farmaci il risultato di un cattivo stile di vita. Il primo farmaco è sempre il cibo (e l'attività fisica).

Aggiornamento 20/12/2018
È stata scoperta una nuova sottopopolazione di adipociti beige, quelli che producono calore, che al posto che ossidare grassi utilizzano il glucosio come primaria fonte di energia. Non sono inoltre sotto il controllo dei recettori β-adrenergici. Questo potrebbe avere ripercussioni nella gestione del diabete.
"È probabile che esistano molteplici sottotipi di adipociti termogenici con origini cellulari distinte, e che ogni sottotipo abbia ruoli biologici unici, a seconda della natura degli stimoli esterni, come l'acclimatazione al freddo, la restrizione calorica o la manipolazione, esercizio fisico, cachessia, chirurgia bariatrica e lesioni".
Le persone con diabete hanno meno fluidità verbale e memoria, a causa di un'atrofia cerebrale che inizia molti anni prima.
Il legame tra diabete e la disfunzione erettile è ormai certo
Aggiornamento 22/12/2018

Le sulfoniluree e l'insulina basale (lenta), farmaci per il diabete, aumentano il rischio di eventi cardiovascolari avversi, come morte, insufficienza cardiaca e amputazion

Aggiornamento 23/12/2018

Diete a basso indice glicemico in gravidanza riducono il rischio di glicemie alte, senza dare problemi al feto

Aggiornamento 26/12/2018
Le persone con iperinsulinemia, anche apparentemente sane, tendono a mettere più grasso e hanno più disfunzioni metaboliche. 
In queste persone i livelli circolanti di substrati gluconeogenici - come lattato, alanina e glutammato (amminoacidi non essenziali) - sono tutti aumentati, insieme ai substrati lipidici, che forniscono l'energia per la gluconeogenesi, favorendo un ulteriore innalzamento della glicemia che fa rilasciare altra insulina, creando così un circolo vizioso.
Aggiornamento 30/12/2018

Secondo l'articolo di un endocrinologo le diete vegetariane sono appropriate nei diabetici, ma la mediterranea rimane superiore. Raccomanda comunque che ognuno segua la dieta che più gli riesce opportuna
Aggiornamento 1/1/2019
Glicemia alta, BMI e insulino-resistenza sono cause di diabete
Aggiornamento 2/1/2019

Le bibite light possono essere legate alla progressione della retinopatia diabetica proliferativa

Aggiornamento 4/1/2019
Le persone con sindrome metabolica e steatosi epatica sono spesso affette da una condizione di endotossemia (passaggio di tossine intestinali nel circolo ematico) e hanno ridotte quantità di vitamina C nel sangue perché viene consumata dall'alterato stato redox (sistema degli antiossidanti, stress ossidativo e infiammazione) per riciclare la vitamina E.
La vitamina C protegge anche i neutrofili dalla mieloperossidasi, un enzima che aumenta lo stress ossidativo intestinale.
5-10 porzioni quotidiane tra frutta e verdura possono supplire all'aumentato fabbisogno di vitamina C.

Aggiornamento 6/1/2019

Nelle nuove linee guida per il diabete (2019) per quanto riguarda il consumo di carboidrati, proteine e grassi:
"Come per tutte le persone nei paesi sviluppati, sia i bambini che gli adulti con diabete sono incoraggiati a ridurre al minimo l'assunzione di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti e concentrarsi invece su carboidrati da verdure, legumi, frutta, latticini (yogurt e latte) e cereali integrali. Il consumo di bevande zuccherate (compresi i succhi di frutta) e di prodotti alimentari "a basso contenuto di grassi" o "non grassi" con elevate quantità di cereali raffinati e zuccheri aggiunti è fortemente scoraggiato".
"La ricerca è inconcludente per quanto riguarda la quantità ideale di proteine ​ per ottimizzare il controllo glicemico o il rischio di malattia cardiovascolare (CVD)".
Pertanto, gli obiettivi di assunzione di proteine ​​dovrebbero essere individualizzati sulla base dei modelli alimentari attuali. Alcune ricerche hanno trovato una gestione di successo del diabete di tipo 2 con livelli leggermente più alti di proteine ​​(20-30%) rispetto al solito, che possono contribuire ad aumentare la sazietà".
"In generale, i grassi trans dovrebbero essere evitati. Inoltre, poiché i grassi saturi vengono progressivamente diminuiti nella dieta, dovrebbero essere sostituiti con grassi insaturi e non con fonti di carboidrati raffinati"

Aggiornamento 9/1/2019

L'effetto della luce sul nucleo sovrachiasmatico (una parte dell'ipotalamo) influenza l'intero metabolismo, tra cui quello glucidico, ed ecco perché disallineare il sonno con la luce diurna porta al diabete. Recenti evidenze mostrano che tutti gli organi vengono alterati: nell'intestino l'assorbimento degli zuccheri, nei muscoli nel tessuto adiposo la sensibilità insulinica, nel fegato la produzione di glucosio, nel pancreas la produzione di insulina. Assumere la maggior parte delle calorie nella prima parte del giorno e fare un digiuno consistente nelle ore notturne aiuta a ripristinare i corretti ritmi circadiani

Aggiornamento 11/1/2019

Uno studio su 300 persone è riuscito a mettere in relazione il metabolismo glucidico con il successo nella perdita di peso.
Le persone con glicemia alta ma insulina bassa perdono più peso (13 kg  dopo 2 anni) con una dieta low carb ad libitum (senza contare le calorie) mentre chi ha insulina alta ha convenienza a usare una dieta ipocalorica con pochi grassi.

Aggiornamento 15/1/2019

Un mix di 17g di proteine whey e 5 di guar (fibra di alga) assunto prima dei pasti ha un modesto effetto nel rallentare lo svuotamento gastrico e migliorare l'emoglobina glicata in persone diabetiche

Aggiornamento 19/1/2019

Il diabete gestazionale aumenta il rischio di disordini legati al metabolismo che sfoceranno in diabete nella prole, indipendentemente dal grasso in eccesso e dalla familiarità per la malattia

Aggiornamento 25/1/2019


L'attività fisica migliora il controllo glicemico anche migliorando il microbiota e riducendo la permeabilità intestinale, 2 cause di infiammazione cronica

Aggiornamento 28/1/2019
Sebbene si specifichi che rimangono importanti nella prevenzione cardiovascolare, l'articolo esamina gli effetti collaterali delle statine che si riscontrano in una parte ristretta della popolazione
Attualmente non esiste una definizione universalmente accettata di tossicità/intolleranza alle statine.
Il problema più diffuso sono sicuramente i dolori muscolari, che gli studi osservazionali suggeriscono verificarsi nel 10-15% dei pazienti, con dati clinici che arrivano fino al 30%. Negli studi randomizzati controllati, l'incidenza va da 1,5% al 5% dei pazienti, anche se si ritiene che questa sia una sottostima poiché la maggior parte degli studi esclude pazienti con una storia di intolleranza alle statine.
In generale i problemi sono legati all'alterata funzione mitocondriale e di membrana. Possono aumentare il rischio di diabete, problemi epatici e proteinuria. Le condizioni neurologiche associate all'uso di statine includono ictus emorragico, declino cognitivo, neuropatia periferica, depressione, confusione/perdita di memoria, aggressività e cambiamenti di personalità.
Inoltre problemi legati alla riduzione del testosterone come ginecomastia e problemi riproduttivi.
La carenza di vitamina D può aumentare gli effetti.
Aggiornamento 31/1/2019

L'acido alfalipoico migliora il metabolismo glucidico ed lipidico nella sindrome metabolica
Aggiornamento 7/2/2019
Le persone che hanno assunto amido resistente (da banane verdi) in uno studio della durata di 6 mesi hanno perso grasso, in particolare nell'addome, e aumentato il muscolo. I parametri metabolici riferiti al diabete sono migliorati. L'amido resistente agisce da prebiotico, modulando la flora e l'infiammazione, e migliora la sensibilità all'insulina, favorendo il cambiamento vantaggioso della composizione corporea
Aggiornamento 11/2/2019

L'integrazione di magnesio e vitamina E riduce le ulcere nelle persone con piede diabetico. Migliora inoltre i parametri metabolici (trigliceridi, glicemia, colesterolo), lo stato degli antiossidanti e l'infiammazione
Da una revisione generale sugli effetti del magnesio emerge che riduce fortemente il rischio di ospedalizzazione nelle donne in gravidanza e sia l'intensità che la frequenza dell'emicrania. Riduce inoltre il rischio di diabete e ictus come già noto.


Il 75% delle persone ha livelli inadeguati di vitamina D, per questo molti ricorrono all'integrazione. Il magnesio (Mg) è essenziale nel metabolismo della vitamina D, e l'assunzione di grandi dosi di vitamina D può indurre una grave deplezione di Mg. L'integrazione di magnesio deve essere considerata insieme alla terapia con vitamina D. Infatti la sua carenza causa riduzione dei recettori per la vitamina D, del PTH, aterosclerosi e ipocalcemia. Non esiste un metodo affidabile per verificare i livelli di magnesio nel sangue, ma assumerlo è facile sia con cibi di qualità che con integratori. La supplementazione va ridotta o evitata in caso di problemi renali.


Aggiornamento 13/2/2019

Quali sono i migliori cibi per chi soffre di diabete? Verdure a foglia, cereali integrali, agrumi e frutti di bosco, legumi, semi di chia, yogurt probiotici, patate dolci, pesce grasso, patate dolci e noci.


Aggiornamento 14/2/2019

Senza pensare che sia la soluzione per tutto e che l'effetto sia comunque soggettivo, una donna di 65 anni ha mandato in remissione il suo diabete di tipo 2 che aveva da 25 anni e migliorato la depressione che la affliggeva da decadi in 3 mesi di dieta chetogenica


Aggiornamento 16/2/2019

La supplementazione con ferro in gravidanza previene l'anemia e così riduce i rischi di eventi avversi, ma l'eccesso evidenziato da una ferritina alta aumenta il rischio di diabete gestazionale


Aggiornamento 18/2/2019

Diabete e Alzheimer si confermano legati dall'alterazione del segnale insulinico


Aggiornamento 20/2/2019

L'inquinamento da PM2,5 aumenta il rischio di diabete in uno studio effettuato nella popolazione di Taiwan

Aggiornamento 22/2/2019

Probiotici e simbiotici migliorano il quadro dello stress ossidativo, particolarmente nelle persone con diabete. Attenzione però a non fare mai da soli e agli effetti soggettivi.

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