Cerca nel blog

sabato 16 luglio 2016

Alcolizzato senza saperlo



La steatosi epatica è una condizione, chiamata comunemente fegato grasso, in cui si altera la funzionalità di questo organo a causa del grasso che si infiltra negli epatociti. Lo stato patologico, se non si fa nulla, può progredire fino a quello irreversibile di cirrosi.



https://it.pinterest.com/pin/476326098061101257/




In generale questo accade quando si sottopone ad uno sforzo troppo intenso e per lunghi periodi il nostro prezioso organo, deputato alla detossificazione del corpo e quindi destinato a ricevere tutte le sostanze che non sono riconosciute come necessarie e perciò bisognose di essere espulse (farmaci, pesticidi, inquinanti ambientali, ecc).

Le cause più frequenti di steatosi epatica sono quindi alcol, farmaci, eccessi alimentari costanti (zuccherofruttosio industriale), intossicazioni con sostanze chimiche (ad esempio lavoratori di certe industrie ecc), e ovviamente infezioni con virus dell'epatite.

In uno stato di steatosi epatica, il fegato non degrada l'insulina, e aumentare di peso è molto più facile, dimagrire quasi impossibile. E si accompagna uno stato infiammatorio.

Obesità e diabete sono forse peggiori dell'alcol per il fegato. Il carico di citochine proinfiammatorie rilasciato dall'eccesso di adipe è infatti deleterio per la funzionalità epatica. Questo non significa che dobbiate bere per rimanere magri però!



https://bridgb.com/tag/hepatic-steatosis/



Un'altra causa emergente di steatosi epatica è l'alterazione della flora intestinale.

Infatti alcuni dei nostri batteri e lieviti (saccaromiceti, gli stessi utilizzati per la produzione di vino e birra, e candida) che popolano l'intestino sono capaci di produrre alcol etilico.
A seconda quindi del nostro microbiota, l'alcol viene in pratica prodotto endogenamente, e, pur non introducendolo dall'esterno, il fegato è costretto a smaltirlo, producendo prima tossica acetaldeide e poi meno tossico acetato.
Alla povera persona viene così tolto ogni alcolico, segue la dieta, ma non ha grandi miglioramenti, e questo appunto perché nel suo corpo l'alcol c'è anche senza introdurlo dall'esterno, sottoponendo il fegato ad uno sforzo extra che gli impedisce di guarire.
L'alcol aumenta la produzione di estrogeni e quindi la deposizione di grasso. Il suo effetto cancerogeno è riconosciuto, soprattutto nei riguardi del tumore mammario ed epatico, ma anche in generale del tratto digerente (dalla bocca in giù).
Si stima che il 3,6% di tutti i tumori sia dovuto all'alcol: almeno 7 tipi di tumore sono legati all'alcol (fegato, bocca e laringe, pancreas, pelle, prostata, seno) anche in bevitori moderati. L'alcol dà dipendenza ed è un ottimo solvente: riesce a disciogliere famiglie, matrimoni, carriere professionali.
Per gli altri articoli sull'alcol, questi sono i collegamenti: gravidanza, drunkoressia, birra, osteoporosi, tumori, uricemia.

Aggiornamento 29/7/2016

Interessante articolo su alcolici e performance sportiva, che mette in guardia soprattutto sugli effetti catabolici (aumento della miostatina e inibizione dell'insulina).




Aggiornamento 9/10/2016

Un nuovo batterio scoperto, che sembra poter rimediare e contrastare i danni dei batteri legati all'alcol.

Aggiornamento 3/12/2016

Gli integratori che riducono la steatosi epatica.

Aggiornamento 7/1/2017

Il trattamento con omega 3 e vitamina D guarisce la steatosi epatica nei bambini. La cosa scandalosa è però che i bambini abbiano il fegato grasso. Questo è dovuto ai kg di merendine, biscotti, gelati ecc ricchi di oli vegetali, zucchero, HFCS (fruttosio), addensanti, emulsionanti ecc e dall'altra parte alla mancanza di cibi nutrienti o vita all'aria aperta.

Update 13/1/2017

Abusare di alcol porta nel modello animale ad avere più fame, facilitando l'aumento di peso

Aggiornamento 8/2/2017

Il diabete gestazionale appare un fattore di rischio per l''autismo.

Aggiornamento 18/2/2017

Tutte le calorie sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre (cit La fattoria degli animali) Il fruttosio ad esempio ha un tale effetto proinfiammatorio e lipogenico (stimola la sintesi dei grassi) che questa pubblicazione lo definisce "arma di distruzione di massa".

Aggiornamento 22/2/2017

La prevalenza di steatosi epatica è più che raddoppiata negli USA negli ultimi 10 anni. Grazie, fruttosio industriale.

Un eccesso di acidi grassi liberi circolanti, rilasciati dagli adipociti, sembrano legati a infiammazione e insulinoresistenza, in particolare se saturi. Questo accade se il fegato non riesce a gestire il traffico.

Aggiornamento 22/2/2017

L'assunzione di fruttosio industriale come pericolo per il fegato.
Scrivono i ricercatori:
"Nell'intestino, l'assunzione di fruttosio altera il microbiota intestinale e aumenta la traslocazione di endotossina nella circolazione portale tramite l'aumento della permeabilità. Nel fegato, il fruttosio viene rapidamente metabolizzato, consumando adenosina trifosfato, che può risultare in un aumento di adenosina monofosfato e inosina monofosfato (IMP) e la conversione di IMP in acido urico".
Questo determina l'iperuricemia anche negli adolescenti, in particolare se assumono bibite gassate e dolci.

Update  28/2/2017

L'importanza dei probiotici e di una adeguata flora nella steatosi epatica e malattie correlate.

Aggiornamento 6/3/2017

L'integrazione con serina e glicina, 2 aminoacidi, aumenta la produzione di NAD+ e glutatione nel fegato, favorendo così la guarigione dalla steatosi epatica

Aggiornamento 10/3/2017
Stretta connessione tra fegato grasso e problemi renali

Aggiornamento 16/3/2017

Avere il fegato grasso raddoppia la mortalità in caso di diabete

Update  18/3/2017

Sia l'olio di palma che quello di girasole si associano a deposizione di grasso nel fegato, nel pancreas e nell'omento. Sommate al fruttosio delle merendine facciamo la tempesta perfetta per il fegato

La S-adenosil-metionina (SaMe) ha un favorevole e sicuro impatto nelle malattie epatiche, anche se effetti a volte limitati.

Aggiornamento 21/4/2017

Una dieta ricca in proteine animali aumenta il rischio di fegato grasso in persone sovrappeso
Aggiornamento 28/4/2017

L'olio di oliva appare protettivo nei confronti del diabete. Come fa ad avere un effetto protettivo nei confronti del fegato? Grazie all'idrossitirosolo, molecola presente solo nel prodotto non raffinato. Ancora una volta dimostrata l'importanza dell'assumere i prodotti non alterati dall'industria.

Aggiornamento 2/5/2017

In caso di steatosi epatica la de novo lipogenesi (produzione di grassi nel fegato) è molto aumentata.

Alcol e stress non si mischiano per nulla bene: lo stress aumenta il bisogno di alcol e viceversa

Aggiornamento 12/5/2017

L'esposizione a HFCS (fruttosio) in gravidanza aumenta il rischio di fegato grasso e obesità nella prole

Aggiornamento 23/5/2017

La costante introduzione di alcolici facilita la crescita della candida che a sua volta peggiora i danni epatici. Questo perché la condizione di permeabilità intestinale permette la traslocazione di metaboliti infiammatori

Nelle donne una sola porzione di alcol (un bicchiere di vino) quotidianamente alza il rischio di tumore al seno. L'allarme arriva dall'American Institute for Cancer Research.
L'attività fisica si conferma ridurre il rischio.

Aggiornamento 27/5/2017

Una dieta ad alto contenuto di grassi monoinsaturi (olio d'oliva, avocado) migliora la steatosi epatica e la sensibilità insulinica meglio di una dieta ad alto contenuto di fibre.

Aggiornamento 26/6/2017
Gli interferenti endocrini sono capaci di stimolare la steatosi epatica "riprogrammando" il fegato, in pratica impedendogli di espellere i grassi che in questo modo si accumulano. Questo succede soprattutto in caso di esposizione nella vita intrauterina o nei primi mesi di vita.
Aggiornamento 10/7/2017

Anche moderate quantità di alcol (un drink al giorno) aumentano il rischio di declino cognitivo.
Aggiornamento 10/7/2017

Nel modello animale, una costante termoneutralità sopprime il sistema immunitario, aumenta la permeabilità intestinale e facilita l'instaurazione del fegato grasso, anche perché riduce il consumo energetico
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10155391801531950&id=193691346949

Aggiornamento 21/7/2017

11 cibi amici del fegato

Aggiornamento 24/7/2017

La carne di maiale aumenta il rischio di sclerosi multipla. Inoltre, se non ben cotta, è veicolo di specie pericolose come virus dell'epatite (E in particolare, ma aumenta il rischio generale di cirrosi) e Yersinia, una specie che aumenta il rischio di morbo di Basedow.

Aggiornamento 25/7/2017

Nello stato di insulino-resistenza, si determina la cosiddetta UPR (unfolded protein response), una condizione, anche epatica, nel quale le proteine non vengono più prodotte in modo corretto, e i grassi non vengono ossidati ma sintetizzati.

Aggiornamento 12/10/2017

Le persone con fegato grasso hanno necessità di quantità maggiori di vitamina D per scarsa risposta

Aggiornamento 20/10/2017

Ogni giorno arriva una cattiva notizia sugli antiacidi. Quella di oggi è che stimolano la crescita di un particolare batterio nell'intestino, e questo potrebbe essere legato alla steatosi epatica

Aggiornamento 21/10/2017

Risolvere la SIBO aiuta a guarire dalla steatosi epatica

Aggiornamento 25/10/2017

Sempre più legami tra SIBO e fegato, anche nei bambini

Aggiornamento 27/10/2017

Attenzione a pensare che tutto ciò che offre la natura faccia bene: in oriente molti casi di tumore epatico sono dovuti a rimedi tradizionali contenenti il naturalissimo acido aristolochico

Aggiornamento 9/11/2017

L'alcol è un pericoloso cancerogeno e distrugge le cellule cerebrali negli adulti

Aggiornamento 12/11/2017

In un modello animale, omega 3 (in questo caso a catena corta) e un probiotico misto hanno ridotto significativamente la steatosi epatica

L'importanza degli antiossidanti nella funzione epatica e in particolare nella detossificazione e lo stress ossidativo come fonte di malattia per il fegato

Aggiornamento 17/11/2017

L'infiammazione cronica è una delle cause del tumore epatico.

L'epidemia di steatosi epatica è una grave minaccia per l'uomo, e il legame col microbiota e l'infiammazione sono sempre più chiari

Aggiornamento 15/12/2017

Le info base sull'epatite
Le conclusioni di una revisione degli studi sul resveratrolo:
Dopo aver analizzato i risultati riportati che sono stati ottenuti con sovralimentazione, alimentazione normale e condizioni di alimentazione a restrizione energetica, si può affermare che il resveratrolo è utile per ridurre l'accumulo di grasso corporeo e quindi per prevenire l'obesità. Tuttavia, per ragioni etiche, questi risultati sono stati ottenuti negli animali. Al contrario, non vi è alcuna prova della sua utilità nel ridurre il grasso corporeo precedentemente accumulato. Di conseguenza, non esiste ancora un supporto scientifico per proporre il resveratrolo come nuovo strumento di trattamento anti-obesità. Tuttavia, è importante sottolineare che il resveratrolo può indurre effetti favorevoli su diverse comorbidità dell'obesità, quali l'insulino-resistenza e il fegato grasso, senza cambiamenti nell'adiposità.

Aggiornamento 12/1/2018
La steatoepatite è probabilmente la manifestazione epatica della sindrome metabolica.

Aggiornamento 17/1/2018
Alcuni supplementi di origine naturale possono aiutare nella gestione del fegato grasso La miglior dieta in caso di colecistectomia (rimozione della sacchetta biliare) è probabilmente quella con pochi grassi.

Aggiornamento 23/1/2018

I bifidobatteri sembrano particolarmente protettivi per il fegato grasso

Aggiornamento 2/2/2018

L'alcol è indicato dallo IARC come cancerogeno certo. Fino a un quarto dei tumori sono attribuibili al consumo di alcol. Le cause sono probabilmente attribuibili al danno al DNA, alla riduzione nell'assorbimento di folati e all'aumento dell'assorbimento degli altri cancerogeni. L'AICR sconsiglia il consumo di alcol per prevenire i tumori, ma considera modeste quantità (un drink al giorno per le donne e 2 per gli uomini) protettive per il cuore. L'effetto cancerogeno dell'alcol è potenziato dal fumo.

Aggiornamento 15/2/2018

Un forte consumo di latticini sembra associato con aumentato rischio di tumore epatico. Le cause non sono chiare, ma potrebbe essere dovuto alla presenza di aflatossina B1.

Aggiornamento 22/2/2018

Si è scoperto almeno uno dei meccanismi che lega lo zucchero e in particolare il fruttosio con la deposizione di grasso viscerale (omento). Il fruttosio crea uno stato infiammatorio cellulare nell'adipocita (e nel fegato) che genera cortisolo, l'ormone dello stress, che aumenta il grasso intraaddominale, notoriamente legato al rischio di malattia. Il fruttosio da frutta non ha questa caratteristica. Possiamo anche ipotizzare che le persone stressate bramino lo zucchero per avere livelli di cortisolo più alti e rispondere così agli stress
Inoltre è un altro meccanismo per cui il grasso genera grasso: infatti più sono gli adipociti, più questo meccanismo è stimolato.




La dieta low carb può migliorare il metabolismo epatico in chi abbia steatosi (fegato grasso). Questo avviene grazie al cambiamento di microbiota, in cui aumentano le specie produttrici di folati (Streptococcus), e alla variazione dell'attivazione di alcuni geni, che favorisce l'ossidazione dei grassi e inibisce la loro sintesi.
Il fegato si svuota così del suo contenuto di grasso.

Aggiornamento 6/3/2018

Secondo una revisione degli studi la SIBO può essere un fattore di progressione della malattia epatica e non solo una conseguenza.

Aggiornamento 7/3/2018

Il colesterolo alto può essere un segno di problemi tiroidei. In caso di steatosi epatica il segnale tiroideo può non essere colto correttamente e livelli normali di ormoni non corrispondono a funzionalità corretta del fegato

Aggiornamento 13/3/2018

I bambini nati da mamme sovrappeso tendono a sviluppare il fegato grasso già nella vita intrauterina

Aggiornamento 5/4/2018

È in corso una battaglia sulla sicurezza del glifosato: alcuni ricercatori hanno pubblicato che i livelli urinari sono sopra i limiti di sicurezza, e gli viene risposto che i livelli urinari non hanno a che vedere con la pericolosità (si tratta di quello che espelliamo, non che tratteniamo) e che non c'è prova della tossicità del glifosato, in particolare epatica, ai livelli di esposizione correnti.

La controrisposta è che uno studio recente ha mostrato epatotossicità a livelli bassissimi di assunzione con alterazione degli enzimi di ossidazione dei grassi.

Aggiornamento 11/4/2018

La candidosi orale va molto d'accordo con l'alcol per favorire i tumori del cavo orale

Aggiornamento 11/4/2018

La soglia di rischio dell'alcol solitamente indicata (100 g a settimana) è probabilmente troppo alta, dosi inferiori sono comunque pericolose.

Aggiornamento 1/5/2018

La dieta paleo riduce il fegato grasso dopo 12 settimane di dieta senza restrizioni caloriche
Aggiornamento 10/5/2018

Il ruolo importante di omega 3 e 6 nella risoluzione della steatosi epatica

Aggiornamento 12/5/2018

L'alcol, si sa, è un ottimo disinfettante, purtroppo però nei forti bevitori fa fuori i batteri buoni e favorisce la crescita di quelli cattivi a livello orale. In questo modo può promuovere le malattie dei denti e altre condizioni patologiche, per esempio quelle autoimmuni. Questi i risultati di uno studio fatto su oltre 1000 americani. Anche i collutori a base alcolica sono probabilmente da evitare

Aggiornamento 17/5/2018

Nuove linee guida americane per la steatoepatite: oltre allo scontato consiglio di dimagrire e migliorare lo stile di vita, si può considerare l'integrazione con vitamina E dopo biopsia, e di omega 3 se c'è ipertrigliceridemia.

Aggiornamento 20/5/2018

L'alcol riduce la sintesi proteica muscolare bloccando mTOR, sia in acuto che in cronico, e l'effetto dura molto tempo.

Aggiornamento 15/6/2018
Le micotossine presenti nel cibo (zearalenone, ocratossine, aflatossine ecc) sono tra le prime cause di tumore epatico, e soprattutto in caso di microbiota sbilanciato.

Aggiornamento 25/6/2018
Alcuni batteri intestinali (proteobacteria soprattutto) rilasciano dei metaboliti fortemente associati con steatosi epatica

Aggiornamento 28/6/2018

Uno yogurt probiotico con B. animalis e inulina riduce la steatosi epatica

Aggiornamento 9/7/2018

La SIBO aumenta il rischio di aterosclerosi riducendo la disponibilità di vitamina K2
Aggiornamento 12/7/2018
Gli omega 3 migliorano la steatosi e la funzionalità epatica nei bambini

Aggiornamento 19/7/2018

La nutraceutica nel fegato grasso: vitamina del gruppo B, omega 3, probiotici (che riducono la permeabilità intestinale).

Aggiornamento 29/7/2018

Il fegato potrebbe essere uno dei responsabili dell'Alzheimer. Infatti nel fegato nascono i plasmalogeni, composti derivati dai trigliceridi che trasportano i grassi, e per motivi ignoti (forse il semplice invecchiamento) quest'organo non riesce più a sintetizzarli correttamente, e non inserisce i preziosi omega 3  che così non arrivano al cervello. Questo può spiegare anche perché la somministrazione di omega 3 in diversi casi non migliora la situazione.

Aggiornamento 13/8/2018

L'(ab)uso cronico di alcol agisce sul cuore alterando la funzionalità mitocondriale  e portando a stress ossidativo, oltreché aumentare la deposizione di grasso cardiaco

Aggiornamento 21/8/2018

Gli omega 3, in particolare il DHA, hanno un effetto favorevole nei confronti della steatosi epatica

La vitamina D invece  non sembra essere d'aiuto per gli indici di funzionalità epatica

Aggiornamento 27/8/2018

L'alcol, tra le altre cose, blocca l'autofagia negli epatociti, riducendo il rinnovo delle strutture cellulari e favorendo prima la steatosi e poi il tumore epatico.

Aggiornamento 3/10/2018

I simbiotici (probiotici + prebiotici) hanno effetto favorevole in caso di steatosi epatica, riducendo l'infiammazione, gli enzimi e i grassi nel sangue, e migliorando l'equilibrio glicemico.

La vitamina D può avere un buon impatto sul fegato grasso

Aggiornamento 13/10/2018

Nel modello animale estratti di cannella e uva migliorano il profilo metabolico di topi obesi, diabetici e steatosici modulando il microbiota e la permeabilità intestinale

Aggiornamento 18/10/2018

Gli omega 3, soprattutto DHA, possono essere utili nella steatosi epatica (fegato grasso), riducendo enzimi epatici e trigliceridi

Aggiornamento 28/10/2018

L'alga clorella può aiutare a perdere peso nelle persone con steatosi epatica, riducendo l'infiammazione e migliorando il profilo glicemico.

Aggiornamento 8/12/2018

Spesso si ritiene l'alcol un nutriente che non crea problemi. Ma l'alcol apporta calorie vuote, ed è un cancerogeno certo. Risulta sempre un qualcosa di troppo, e nessuno ha stabilito una soglia di alcol che non sia dannosa. Questo studio dimostra come eliminare gli alcolici possa essere una delle chiavi per il mantenimento della perdita di peso a lungo termine, soprattutto nei diabetici
Aggiornamento 23/12/2018

Le verdure a foglia, grazie alla presenza di nitrati inorganici, possono prevenire la steatosi epatica. L'effetto sembra dovuto alla migliorata efficienza mitocondriale

Aggiornamento 27/12/2018

I cereali raffinati si confermano alzare il rischio di steatosi epatica

Aggiornamento 28/12/2018

Nuove tristi notizie sull'uso a lungo termine degli inibitori di pompa (antiacidi)
Il rischio di tumore allo stomaco aumenta di 2,5 volte, e quello di infezioni batteriche in persone con ascite e cirrosi di 1,5 volte.
Aggiornamento 30/12/2018
Nel modello animale, sconvolgere i ritmi circadiani (ossia stare svegli la notte) stimola la deposizione di grasso, in particolare nel fegato, anche nei topi magri e con una dieta normale

La supplementazione con vitamina E riduce la mortalità nelle persone con steatoepatite avanzata
Aggiornamento 4/1/2019

Le persone con sindrome metabolica e steatosi epatica sono spesso affette da una condizione di endotossemia (passaggio di tossine intestinali nel circolo ematico) e hanno ridotte quantità di vitamina C nel sangue perché viene consumata dall'alterato stato redox (sistema degli antiossidanti, stress ossidativo e infiammazione) per riciclare la vitamina E.
La vitamina C protegge anche i neutrofili dalla mieloperossidasi, un enzima che aumenta lo stress ossidativo intestinale.
5-10 porzioni quotidiane tra frutta e verdura possono supplire all'aumentato fabbisogno di vitamina C.
Aggiornamento 10/1/2019

La curcumina in dosi medio-alte (1 grammo al giorno) migliora gli indici di funzionalità epatica in persone con fegato grasso
Aggiornamento 13/1/2019

Tutte le proprietà antiossidanti del tè verde, tra cui il miglioramento della funzionalità epatica nella fibrosi

Un consumo moderato di alcol, indicato come 2 porzioni al giorno, è sufficiente a indurre rimodellamenti cardiaci tali da alzare il rischio di fibrillazione atriale
Aggiornamento 23/1/2019

Che succede se dei ragazzi con fegato grasso vengono suddivisi in 2 gruppi, al primo viene data una dieta normale, e al secondo una dieta senza zucchero? Il secondo ha una riduzione degli enzimi epatici del 40% (contro il 10% del primo gruppo) e ha un miglioramento del grado di steatosi evidenziabile da risonanza magnetica

Aggiornamento 24/1/2019

La curcumina può aiutare a ridurre gli enzimi epatici nel sangue, segno di danno al fegato

Aggiornamento 2/2/2019

Gli omega 3 sono efficaci nella sindrome dell'occhio secco e nella riduzione del grasso epatico sia nell'adulto che nel bambino
Aggiornamento 17/2/2019

Il tè verde è efficace nel migliorare i parametri epatici e cardiovascolari nella steatosi epatica

Aggiornamento 7/3/2019

Nelle persone con fegato grasso, la curcumina è efficace nell'abbassare i livelli di colesterolo LDL, trigliceridi, glicemia a digiuno, indice HOMA (insulinoresistenza) peso ed enzimi  AST

Aggiornamento 9/3/2019
I cereali integrali appaiono ridurre il rischio di tumore epatico

Aggiornamento 14/3/2019

Anche un moderato uso di alcolici (1 o 2 drink al giorno) può aumentare il rischio di ipertensione

Aggiornamento 17/3/2019
Il fruttosio industriale è legato a molte malattie, dalla steatosi epatica all'ipertensione. Sfortunatamente, più se ne introduce più si stimola il rene a "recuperarlo" dal filtrato glomerulare e questo può contribuire alle patologie causate dalla dieta ricca in fruttosio

Aggiornamento 5/4/2019

In persone con problemi intestinali (in questo caso IBD, Crohn o rettocolite) si dovrebbe sempre indagare la presenza di SIBO, sovracrescita batterica dell'intestino tenue, che è una delle cause dell'alterazione e dell'infiammazione intestinale. In caso di positività il trattamento con rifaximina e/o probiotici può migliorare la malattia intestinale

Aggiornamento 2/5/2019
L'alcol in modiche quantità potrebbe aumentare l'attività del grasso bruno

Aggiornamento 16/5/2019

Le persone con  problemi epatici hanno più metaboliti del glifosato nelle urine.
Non è chiaro se si tratti di un legame causa-effetto, che comunque correlerebbe con gli studi su animali che confermano l'epatotossicità.
"I livelli crescenti [del glifosato] nelle urine delle persone sono  correlati al consumo di colture trattate con Roundup nella nostra dieta", ha detto Mills, autore principale dello studio. Ma mentre alcuni ricercatori dicono che questo studio mostra un legame tra esposizione agli erbicidi e malattie del fegato in soggetti umani, Mills ha detto che resta ancora molto lavoro da fare.

Mills ha in programma di mettere un gruppo di pazienti a dieta con solo alimenti biologici e seguirli nel corso dei prossimi mesi, esaminando come una dieta priva di residui di erbicidi possa influenzare i biomarcatori della malattia epatica.

Aggiornamento 20/5/2019
Un'altra revisione sistematica conferma che la curcumina riduce la severità della malattia epatica (steatosi) e gli enzimi che risultano alterati (AST e ALT)

Aggiornamento 7/6/2019
La "sindrome delle gambe senza riposo" (e il sonno disturbato) potrebbe essere legata a presenza di SIBO (sovracrescita batterica intestinale) e alla conseguente carenza di ferro.

Aggiornamento 9/6/2019

Il consumo di frutta secca è associato con minor rischio di steatosi epatica

Aggiornamento 24/6/2019

La leptina regola il grasso epatico (lipogenesi, trasporto all'esterno e conseguente steatosi) attraverso l'ipotalamo e la stimolazione del nervo vago.

Aggiornamento 25/6/2019

Il glifosato (sotto forma di Roundup) crea infiammazione e danno a più organi, in particolare fegato e tessuto adiposo, in 15 giorni di esposizione subacuta.

Aggiornamento 28/6/2018

Se avete una qualsiasi condizione di salute da cui non uscite, in particolare problemi intestinali (ma anche autoimmunità, malattie cardiovascolari ecc), vale la pena verificare la presenza di SIBO, una condizione in cui si ha un eccesso di batteri nel primo tratto intestinale e questo influenza negativamente tutto l'organismo. Spesso la malattia parte da un'alterata motilità intestinale che può dipendere da ipotiroidismo, uso di farmaci ecc.

Aggiornamento 1/7/2019

Che legame esiste tra microbi intestinali e tiroide?
È probabile un contributo del microbiota nell'autoimmunità tiroidea.
A causa del mimetismo molecolare, specie normalmente ritenute benefiche come Lactobacilli e Bifidobatteri possono indurre anticorpi che determinano una reazione incrociata con la tireoperossidasi e la tireoglobulina (le proteine coinvolte nella tiroidite di Hashimoto, HT).
I pazienti con Basedow o HT producono anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi e anti-lievito (Saccharomyces cerevisiae). Gli studi sull'uomo hanno riportato una maggiore abbondanza di Prevotellaceae e Pasteurellaceae nei malati, mentre Enterobacteriaceae, Veillonellaceae e Rikenellaceae erano significativamente più bassi rispetto ai controlli sani. Rispetto ai controlli sani, negli ipertiroidei sono stati riportati una diminuzione di Bifidobacteria e Lactobacillaceae e un aumento di Enterococchi.
La supplementazione con Lactobacillus reuteri ha migliorato la funzionalità tiroidea nei topi aumentando la tiroxina libera (T4), la massa tiroidea e i parametri fisiologici come il peso e la struttura della pelle.
Il microbiota inoltre influenza il metabolismo dei farmaci per la tiroide. L'efficacia della supplementazione orale di L-tiroxina attraverso il suo assorbimento nello stomaco, nel duodeno e nel digiuno da parte di diversi trasportatori può dipendere dalla misura in cui il microbiota degrada gli ormoni tiroidei tramite ossidazione. In caso di proliferazione batterica (SIBO) potrebbe essere necessario dare dosi più elevate di L-tiroxina. Nell'ipotiroidismo, dove il pH dello stomaco aumenta spesso e la motilità gastrica diminuisce, può verificarsi una riduzione della proteolisi nello stomaco e una crescita batterica eccessiva. Anche l'infezione da H. pylori può alterare il metabolismo della L-tiroxina.
Il microbiota influenza anche l'assorbimento dello iodio necessario per sintetizzare gli ormoni tiroidei.
I sali biliari influenzano il metabolismo tiroideo e il TSH, e vengono metabolizzati da diverse specie, soprattutto Clostridi.
Il selenio, un minerale importante per la tiroide, aumenta la quantità di Bacteroidetes e Bifidi.
L'uso di probiotici può facilitare l'assestamento della terapia per ipotiroidismo, ma per ora non sono indicati come terapia, il loro uso rimane solo potenziale.

Aggiornamento 22/7/2019

Omega 3 a corta catena (acido linolenico) insieme a un probiotico misto migliorano il quadro della steatosi epatica, riducendo grasso epatico e plasmatico e infiammazione

Aggiornamento 25/7/2019

Una causa sottovalutata di steatosi epatica (fegato grasso) è la disbiosi, spesso anche con sibo. La somministrazione di probiotici e prebiotici appositi è in grado di migliorare il quadro clinico istologico, con miglioramento dei livelli sierici di ALT, AST, colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi e TNF-α (infiammazione). In particolare consigliati VSL3 e FOS
Aggiornamento 5/8/2019


L'infografica di JAMA sul fegato grasso

Aggiornamento 10/8/2019
L'epatologo vi ha mai invitato a considerare il microbiota intestinale in caso di steatosi epatica (fegato grasso)?
Eppure ci sono molti collegamenti.
La colina è un nutriente fondamentale per il fegato. La sua carenza riduce la fuoriuscita dei grassi dal fegato, che così rimangono all'interno determinando steatosi. Se la flora non è corretta, la colina, pur introdotta con l'alimentazione (o magari carente), viene trasformata in altre sostanze (TMAO), tra l'altro correlate con le malattie cardiovascolari.
Inoltre la colina è fondamentale per le membrane mitocondriali, e la sua carenza porta a stress ossidativo.
In certe condizioni E. coli, un normale abitante dell'intestino, produce acetaldeide (che diventa alcol) dai carboidrati, con tutte le conseguenze del caso per intestino (permeabilità), fegato, sistema immunitario e infiammazione sistemica.

Aggiornamento 11/8/2019

Il fluoro negli adolescenti può ridurre la funzione epatica e renale

Aggiornamento 12/8/2019
L'uso dei probiotici nel paziente pediatrico.
L. rhamnosus GG e S. boulardi sono efficaci nella diarrea.
L. reuteri DSM 17938 migliora le coliche del lattante.
LGG e VSL#3 sono efficaci nella sindrome dell'intestino irritabile.
Risultati incoraggianti sono arrivati nella prevenzione delle allergie (LGG) e nella gestione della steatosi epatica con i probiotici misti. Non sono consigliabili attualmente nella stitichezza.

Aggiornamento 23/8/2019

La sindrome da auto-fermentazione vi permette di produrvi il vostro alcol

Aggiornamento 30/8/2019

Normalmente gli studi di tossicità sui residui di pesticidi vengono fatti su una sola molecola, e poco si sa del cosiddetto "multiresiduo".
In questo studio sono stati presi in considerazione 6 tra i più diffusi pesticidi, tutti al di sotto dei limiti di legge, e i topi che li assumevano ingrassavano di più, avevano fegato grasso e problemi di glicemia.

Aggiornamento 31/8/2019

Lactobacillus rhamnosus GG, uno dei probiotici più studiati, può proteggere dalla steatosi epatica riducendo l'assorbimento intestinale di grassi.
L'accumulo del grasso epatico è gestito dall'innervazione simpatica, e recidere il nervo porta il fegato a ridurre il suo contenuto lipidico

Aggiornamento 5/9/2019

Esiste la cosiddetta "TASH", steatoepatite associata alla esposizione a sostanze tossiche, che colpisce soprattutto i lavoratori. In questo caso si tratta di una malattia a 2 "hit" (colpi): le sostanze tossiche compromettono il fegato alterando il metabolismo e la dieta errata completa il quadro

Aggiornamento 15/9/2019

Un probiotico misto (Vivomixx) migliora la steatosi epatica, gli enzimi epatici (ALT) e l'infiammazione

Aggiornamento 19/9/2019

Se volete ubriacarvi senza bere, potete aumentare la vostra abbondanza di Klebsiella pneumoniae, un batterio capace di produrre alcol all'interno del nostro corpo e responsabile della sindrome da autofermentazione. Pare che questo batterio sia responsabile del 60% delle steatosi epatiche in un gruppo di cinesi. Vale la pena considerare il microbiota quando si soffre di fegato grasso.
I batteri che producono alcol nel nostro intestino lo fanno fermentando i carboidrati. I ricercatori hanno fatto notare che il batterio K. pneumoniae induce stress mitocondriale (cioè riduzione del metabolismo e produzione di radicali liberi) e l'alcol può raggiungere una concentrazione di 400mg/L di sangue, corrispondenti a 15 bicchierini di whisky.
Aggiornamento 28/9/2019

La permeabilità intestinale alterata è stata osservata nelle malattie intestinali (IBS e IBD), steatoepatite non alcolica (NASH), cirrosi epatica, pancreatite acuta, colangite biliare primaria (PBC), diabete di tipo 1 e di tipo 2, malattia renale cronica, insufficienza cardiaca cronica (CHF), depressione ecc
"L'aumento della permeabilità intestinale è un nuovo obiettivo per la prevenzione e la terapia delle malattie. Considerando la stretta relazione tra "intestino permeabile" e disbiosi intestinale con le principali malattie, possiamo concludere che gli approcci dietetici e probiotici meticolosi per il recupero del microbiota sano hanno il potenziale per la gestione delle malattie connesse".

Aggiornamento 30/9/2019
Il traffico alterato di lipidi che porta alla steatosi epatica è modulato dall'alimentazione e dall'alterata secrezione ed efficacia dell'insulina.

Aggiornamento 7/10/2019

Il fruttosio è tossico per i mitocondri, soprattutto nell'ambito di una dieta ad alto contenuto di grassi (guarda caso entrambi gli ingredienti sono contenuti nel cibo spazzatura).
Il fruttosio modifica il metabolismo dei mitocondri e le loro proteine, riducendo le capacità ossidative e aumentando la sintesi di grassi, e "questo potrebbe contribuire all'associazione dell'elevata assunzione di fruttosio con lo sviluppo dell'obesità e delle sue complicanze metaboliche".
Secondo una revisione sistematica, i probiotici possono aiutare a ridurre il peso, migliorare la funzionalità epatica, ridurre i livelli plasmatici di lipidi e glucosio, alleviare l'infiammazione e ridurre l'infiltrazione di grasso nel fegato di persone con steatosi epatica. "Il trattamento con probiotici è un metodo terapeutico promettente per la NAFLD".

Aggiornamento 11/11/2019

Il microbiota è cambiato durante i secoli, a causa dei cambiamenti di alimentazione, stili di vita, industrializzazione, igiene, farmaci.
Così cambiano anche le sue funzioni e la loro efficacia/efficienza: digestione, accumulo di calorie (sotto forma di grasso), sazietà, produzione di vitamine, benessere psicologico, sviluppo dei tessuti, detossificazione, infiammazione, permeabilità intestinale, colonizzazione dei patogeni, produzione di grassi a catena corta.

Aggiornamento 21/11/2019
"L'interruzione cronica delle dinamiche circadiane (alterare i rtimi sonno-veglia e il ciclo naturale della luce) provoca l'accumulo di un carico allostatico (allontanamento dall'omeostasi), ossia una diminuzione della capacità di resistenza ai fattori di stress e lo sviluppo di malattie sistemiche croniche. Infine, suggeriamo che gli approcci cronoterapici (riallineare i ritmi al normale ciclo sonno-veglia) possono comportare il ripristino dei meccanismi adattativi allostatici e il ripristino della resilienza allo stress fisiologico"
In pratica, prima che sia troppo tardi, bisogna imparare a dormire la notte, e questo può aiutare le condizioni metaboliche legate con l'alterazione dei ritmi circadiani, come diabete, steatosi, aumento di peso ecc.

La dieta mediterranea è efficace nella steatosi epatica (NAFLD), in particolare "può migliorare le misure antropometriche, il profilo lipidico, i parametri glicemici, gli enzimi epatici e gli indici di gravità della NAFLD".

Aggiornamento 4/12/2019

Il riconoscimento dell'importanza del microbiota intestinale nella steatosi epatica, per la quale sostanzialmente non esistono farmaci, è crescente, e l'uso di probiotici e simbiotici è un approccio promettente, mediante riduzione delle transaminasi e delle citochine infiammatorie. A fronte di un profilo di sicurezza alto è comunque prudente intraprendere altri studi

Aggiornamento 12/12/2019
La curcumina può aiutare a ridurre la circonferenza addominale (WC) e il grasso viscerale in persone con steatosi epatica (NAFLD). "Sono stati proposti diversi meccanismi per gli effetti delle diete antiinfiammatorie e dei loro ingredienti come la curcumina sull'obesità e sulla WC, inclusa l'inibizione della lipogenesi e dell'infiammazione (riduzione delle citochine proinfiammatorie), la soppressione dell'angiogenesi, nel tessuto adiposo: downregolazione della differenziazione dei preadipociti, aumento della lipolisi, maggiore differenziazione in tessuto adiposo bruno, aumento del metabolismo energetico degli adipociti e dell'apoptosi; aumento dei livelli sierici di nesfatina, che aumentano la sazietà, ed effetti simil-probiotici". Viene inoltre inibito l'enzima che produce il cortisolo, che aumenta l'adiposità viscerale.
Aggiornamento 17/12/2019
Nei topi uno dei probiotici più conosciuti, LGG, migliora il danno epatico da alcol ribilanciando la flora che viene alterata dall'alcol. In generale sono efficaci nella steatosi epatica
Aggiornamento 22/12/2019
Varie specie di Lattobacilli prevengono l'assorbimento delle tossine fungine aflatossina B1 e zearalenone [due potenti micotossine, presenti per esempio nei cereali e nella frutta secca], nonché metalli pesanti (anche E. coli col cadmio), legando lo xenobiotico alla superficie batterica. Inoltre modulano la permeabilità intestinale riducendo la quantità di sostanze che entrano nel circolo.
Aggiornamento 26/12/2019
La curcumina si conferma capace di migliorare la funzionalità epatica in persone con steatosi. Migliorano inoltre il colesterolo, il profilo glicemico, la circonferenza addominale
Aggiornamento 28/12/2019
Il glifosato a dosi ADI (dose quotidiana accettabile) porta a steatosi epatica e alterazioni della flora intestinale nei ratti
Aggiornamento 23/1/2020
I polifenoli, i composti organici che spesso chiamiamo antiossidanti come resveratrolo, catechine del tè, acido ellagico ecc, nutrono il microbiota, consentendo il mantenimento dei giusti batteri (lattobacilli, bifidi, Akkermansia muciniphilaF. prausnitzii ecc) e riducono la presenza di batteri cattivi, ma soprattutto consentono la formazione di uno strato di muco che impedisce il passaggio nel sangue di LPS, metabolita batterico responsabile di infiammazione, diabete, steatosi epatica. Infatti "i soggetti obesi mostrano spesso un aumento dei batteri del phylum dei Firmicutes, che è associato ad un maggiore assorbimento di energia dal cibo e ad un aumento dell'infiammazione di basso grado", mentre "Akkermansia muciniphila, una specie aumentata dai polifenoli, è correlata all'aumento delle cellule L, la fonte di GLP-1 e GLP-2 (ormoni che abbassano la glicemia). A. muciniphila è anche inversamente collegato all'accumulo di grasso viscerale, alla dimensione degli adipociti nel tessuto adiposo sottocutaneo e ai livelli di glucosio nel plasma a digiuno nell'uomo obeso.
Aggiornamento 27/1/2020
Le persone con steatosi epatica possono beneficiare della vitamina E. Questo probabilmente perché il fegato grasso "sequestra" nelle gocciole lipidiche questa vitamina, lasciando spazio libero alle specie ossidanti (ROS), con conseguente infiammazione, epatite, fibrosi fino alla cirrosi
Aggiornamento 31/1/2020
Esiste un'interazione reciproca tra intestino, immunità, microbiota e vitamina D. In particolare la vitamina D stimola l'espressione delle alfa-difensine da parte delle cellule di Paneth e mantiene le giunzioni intestinali strette (riducendo la permeabilità intestinale). Così sta emergendo l'ipotesi secondo cui la carenza di vitamina D può compromettere l'immunità innata intestinale riducendo le defensine delle cellule di Paneth, portando a traslocazione batterica, endotossemia, infiammazione sistemica, insulino-resistenza e steatosi epatica.
"Gli studi sugli animali dimostrano che la carenza di Vitamina D o difetti nella sua segnalazione (trasduzione) compromettono l'immunità innata, portando alla disbiosi intestinale e all'infiammazione sistemica di basso grado, una fattore chiave per l'insulino-resistenza e i disordini metabolici. Sta anche emergendo che l'integrazione di vitamina D migliora la sindrome metabolica, sebbene l'impatto sulla malattia epatica (NAFLD) non sia noto".
Aggiornamento 5/2/2020

La creatina aumenta la biogenesi di mitocondri (la cui carenza/malfunzionamento sono legati a molte malattie, specie dell'invecchiamento) se abbinata all'allenamento, e così studi futuri potranno "esplorare il potenziale della supplementazione di creatina nel miglioramento delle malattie mitocondriali, tra cui epilessia, miopatie scheletriche e cardiache, epatopatie e nefropatie".
Aggiornamento 27/2/2020
Secondo le linee guida sulle intossicazioni da farmaci, la carnitina può essere usata per l'epatotossicità del valproato, il NAC per il paracetamolo.
Il NAC può essere utile anche nella steatoepatite da alcol
I BCAA sono utili nel coma/encefalopatia epatico/a, così come le vitamine del gruppo B (6, 9, 12) e la D. Attenzione a malnutrizione e sarcopenia.
Per i calcoli biliari, la dieta con frutta e verdura, e in particolare frutta oleosa, è protettiva. Una dieta troppo ipolipidica può favorire la formazione. La vitamina C è importante. Gli omega 3 proteggono dalla formazione dei calcoli in caso di dimagrimento. Evitare la curcumina
Aggiornamento 20/3/2020
Si parla spesso del legame tra ingestione di carboidrati, in particolare fruttosio, e sintesi dei grassi endogena.
Il consumo di grandi quantità di fruttosio (esempio: bibita zuccherata) attiva la de novo lipogenesi (DNL, sintesi dei grassi) grazie all'acetato. "Un doppio meccanismo può spiegare il più alto potenziale lipogenico del fruttosio rispetto al glucosio, almeno nel contesto del consumo di zucchero ad alte dosi, in quanto l'intestino tenue assorbe rapidamente anche grandi carichi di glucosio, mentre il fruttosio raggiunge il microbiota intestinale, che genera acetato. Se ingerito più gradualmente, il fruttosio può stimolare la DNL in modo ACLY-dipendente (ATP citrato liasi dipendente, enzima attivato dai carboidrati, che genera acetilCoa, base di partenza per i grassi e il colesterolo). Tuttavia, anche l'acetato di altre fonti è facilmente disponibile per il fegato, il che rende ACLY disponibile per DNL anche quando il fruttosio viene gradualmente consumato. L'acetato è probabilmente insufficiente per innescare un aumento di DNL in assenza del segnale lipogenico derivato dallo zucchero. Pertanto, sarà importante definire come il fruttosio interagisce con fonti alimentari di acetato come etanolo e fibre fermentabili. I dati attuali mostrano un'interazione precedentemente non apprezzata tra la dieta, il microbioma intestinale e il metabolismo degli organi che contribuisce alla steatosi epatica indotta dal fruttosio." In pratica sembra che lo zucchero abbia un ruolo chiave per la sintesi endogena dei grassi (e il loro accumulo nel fegato).
Aggiornamento 24/3/2020
La carnitina riduce alcuni marker di insulinoresistenza ed enzimi epatici nella steatosi epatica
Aggiornamento 28/3/2020
La SIBO è spesso presente nelle persone con cirrosi e può essere gestita con probiotici e antibiotici.
Aggiornamento 20/4/2020
I metaboliti batterici come responsabili della steatosi e del malfunzionamento del fegato
Aggiornamento 29/4/2020
Alcune persone sane vengono divise in 2 gruppi. Alcune assumono muffin con olio di palma, ricco in grassi saturi, altre con olio di girasole, ricco in PUFA omega 6. In entrambi viene dato un surplus calorico, in modo da favorire l'aumento di peso. Entrambi gli oli erano di tipo raffinato. Nel primo gruppo è aumentato particolarmente il grasso ectopico, quello viscerale e che troviamo nel fegato, e associato con malattie infiammatorie, mentre nel secondo è aumentata la muscolatura, come se il corpo avesse dissipato le calorie in più costruendo muscoli. Probabilmente i grassi saturi hanno indotto maggiore lipogenesi (sintesi di grassi), anche grazie all'interazione col fruttosio. Inoltre i PUFA sono ossidati più facilmente dai mitocondri
Aggiornamento 3/5/2020
L'alcol in gravidanza è dannoso perché, tra le altre cose (riduzione di BDNF e infiammazione), riduce la quantità di DHA (omega 3) che arriva al cervello, impedendogli di maturare correttamente. Fermo restando che in gravidanza (e possibilmente allattamento) non si deve assumere alcol, la somministrazione di DHA potrebbe ridurre i danni
Aggiornamento 6/5/2020
Nei topi la stevia migliora la steatosi epatica, forse influenzando il microbiota

Aggiornamento 22/5/2020

Le calorie sono tutte uguali? mentre questo può essere vero genericamente a livello di persone normali, non lo è sicuramente nel caso patologico. La steatosi epatica è una condizione di accumulo di grasso nel fegato, tessuto che normalmente ne ha in minima quantità. Non esistono trattamenti farmacologici approvati per questa condizione, tipica del sovrappeso e del diabete. La dieta chetogenica, così come la dieta lowcarb, migliorano questa condizione e possono così essere considerate alla stregua di un farmaco. "La convinzione comune che aumentare l'assunzione di grassi nella dieta porta inevitabilmente al fegato grasso e previene la perdita di massa grassa è stata recentemente smentita da un esperimento elegante, dimostrando che una dieta ad alto contenuto di grassi e normocalorica inibisce la de novo lipogenesis (sintesi dei grassi endogena) e induce l'ossidazione degli acidi grassi, portando a perdita di peso e riduzione del contenuto di grasso epatico". Al contrario, una dieta ipercalorica bilanciata (cioè sia con carboidrati che grassi) riduce l'ossidazione intraepatica dei grassi e aumenta la lipogenesi a partire principalmente dai carboidrati e non dai substrati lipidici, portando allo sviluppo della steatosi. Questi effetti sono dovuti principalmente ai livelli di insulina, spinti soprattutto dall'introduzione di carboidrati, che controllano l'ossidazione dei grassi, come ci insegnano al secondo anno di università.
Aggiornamento 6/6/2020

La curcumina è un ottimo antinfiammatorio. Ritarda la progressione dell'osteoartrite e della steatoepatite (soprattutto nelle prime fasi). Inoltre può avere effetto favorevole sulle malattie cardiovascolari, neurologiche, renali, polmonari, intestinali, tumorali. Questo avviene in particolare mediante il blocco dell'inflammasoma NLRP3
Aggiornamento 11/6/2020

Le donne con steatosi epatica (fegato grasso) hanno aumentato rischio di complicazioni in gravidanza, tra cui parto prematuro, preeclampsia, emorragie ecc. La consulenza nutrizionale prima del concepimento e durante la gravidanza può ridurre questi rischi.
Aggiornamento 9/7/2020
L'aglio riduce i marker di stress ossidativo e gli enzimi epatici (AST ma non ALT) e migliora la capacità antiossidante

Aggiornamento 14/7/2020
Un maggiore apporto di omega 3 rispetto agli omega 6 migliora la steatosi epatica anche in assenza di dimagrimento in adolescenti obesi

Aggiornamento 1/8/2020

Il ritmo circadiano dell'alimentazione influenza la funzione epatica, in particolare quando sintetizzare i grassi. Ecco perché ci possono essere orari peggiori per mangiare

Aggiornamento 7/8/2020

"L'integrazione di cannella ha effetti benefici sulla salute umana riducendo i livelli di PCR e malonildialdeide,, diminuendo leggermente i livelli di IL-6 e aumentando lai capacità antiossidante. Tuttavia, l'integrazione di cannella non ha modificato i livelli di ICAM-1. Dato che i dati analizzati sono derivati ​​da studi che hanno coinvolto pazienti con sindrome metabolica, diabete mellito di tipo 2, steatosi epatica non alcolica e artrite reumatoide, che sono disturbi associati a infiammazione di basso grado, la cannella potrebbe emergere come possibile strumento clinico grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti".

Aggiornamento 23/8/2020

Un 47enne affetto da sindrome da autofermentazione, una patologia in cui il microbiota, in seguito all'ingestione di un pasto ricco di carboidrati, produce alcol e porta ad un perenne stato di alcolismo, è stato trattato con successo col trapianto di microbiota. Dieta low carb e antimicotici non hanno dato esito positivo

Aggiornamento 29/8/2020

Il fruttosio in dosi eccessive, quali quelle di una bibita zuccherata per esempio, è la tempesta perfetta per creare steatosi epatica (fegato grasso). La sua ingestione blocca una proteina che tiene le giunzioni intestinali vicine, creando permeabilità intestinale. In questo modo tutte le endotossine intestinali arrivano ai macrofagi, infiammandoli. Inoltre il fruttosio che arriva al fegato spinge la lipogenesi (produzione endogena dei grassi, ulteriormente stimolata dall'infiammazione), che si accumulano nel fegato.

Aggiornamento 2/9/2020

L'iperinsulinemia può essere sia una causa che una conseguenza dell'obesità e della resistenza all'insulina. L'iperinsulinemia può derivare da una maggiore secrezione di insulina e/o da una ridotta clearance (rimozione da parte del fegato) dell'insulina. Il microbiota intestinale è un fattore autonomo che altera la clearance dell'insulina, e un gruppo di batteri predice il 90% dell'alterata clearance. "Membri selezionati del microbiota intestinale o dei loro componenti e metaboliti possono essere un obiettivo per mitigare i difetti nella clearance dell'insulina, che possono essere rilevanti per il carico cumulativo di insulina e la progressione dell'obesità e del diabete di tipo 2".

Aggiornamento 4/9/2020

Il trapianto di microbiota può aiutare a guarire la dipendenza da alcol. Scrivono gli autori: "questo lavoro conferma che la via per il cervello passa attraverso l'intestino"

Aggiornamento 15/9/2020

Nei topi gli omega 3 ossidati (rancidi) esacerbano il danno epatico da alcol attraverso l'aumento della disbiosi intestinale, la permeabilità intestinale (stimolata soprattutto dall'alcol) e l'infiammazione epatica mediata dall'endotossina LPS. Scegliete bene i vostri integratori di omega 3 e non sottoponete il pesce a cotture eccessive.

Aggiornamento 21/9/2020

Il fruttosio industriale è noto per i suoi danni. Lo sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) è fatto dal mais (o altre fonti di amido) e i 2 zuccheri sono circa equivalenti come quantità, ed è probabilmente il dolcificante più utilizzato (lo trovate in qualsiasi etichetta di bibite, merendine ecc). Mentre il fruttosio va ad affaticare il fegato e aumentare la lipogenesi e l'uricemia, portando al rilascio di lipoproteine, il glucosio alza la glicemia e favorisce la glicazione (legame dello zucchero con alterazione della funzione) delle lipoproteine, che non vengono eliminate dal sangue e portano al famoso colesterolo cattivo alto (altro che preoccuparsi delle uova), che più rimane in circolo e più diventa ossidato e infiammatorio. Questo in pratica porta a un effetto sinergico tra i 2 zuccheri che aumenta i danni. Lo studio si conclude invitando a tenere conto nelle linee guida di questi problemi.

Aggiornamento 11/10/2020

Esiste un legame tra steatosi di vario grado, quindi malfunzionamento del fegato, dei suoi mitocondri, lipogenesi, alterato ritmo e smaltimento degli ormoni, resistenza insulinica ecc e malattie psichiatriche

Aggiornamento 12/10/2020

La Candida albicans (come altre sue parenti) è un patogeno opportunista dell'intestino, che può passare da essere commensale innocuo a una forma dannosa. La dieta occidentale, ricca di zuccheri e oli raffinati, e l'uso di antibiotici creano, anche attraverso gli acidi biliari, le condizioni per favorire la proliferazione della candida e il suo passaggio alla forma di ifa invasiva. La candida prolifera con il glucosio ma può adattarsi ad altre fonti energetiche come il lattato. È in grado di produrre la PGE2, una prostaglandina che "adatta" l'intestino alle sue esigenze, ma induce nausea, diarrea e vomito, riduce le difese immunitarie. La crescita della Candida porta a una risposta dei linfociti Th17, che può aggravare le malattie respiratorie come l'asma.

Nei modelli animali la candidalisina, la tossina rilasciata dalla candida, promuove la steatosi epatica legata all'alcol, e nell'uomo si associa a malattia più grave e maggiore mortalità

Aggiornamento 27/10/2020

Quando si ha steatosi epatica (fegato grasso), i mitocondri degli epatociti soffrono di disfunzione e non producono energia a sufficienza. "Studi sui topi mostrano una diminuzione della sintesi di ATP nel fegato grasso fino al 30% rispetto ai topi sani. Semplicemente non si può adeguatamente produrre acidi biliari, attivare vitamine, disintossicare le tossine ambientali e fare tutte le cose meravigliose che fa il fegato con solo il 70% della sua energia".

Aggiornamento 17/11/2020

La disbiosi porta alla riduzione della produzione di lattato, che stimola le cellule immunitarie del Kupfer e proteggono dalle infezioni tramite il fegato

Aggiornamento 22/11/2020

La curcumina ha effetto favorevole sulla funzione epatica di persone con steatosi, e la vitamina D migliora i parametri legati al metabolismo glucidico (insulina e glicemia) 

Aggiornamento 4/12/2020

Le calorie sono uguali per tutti? L'insulina regola la sintesi di lipidi nel fegato, ma nell'uomo è una via poco attiva.
Nel modello animale il topo sovrappeso e con steatosi epatica un ormone che contrasta l'insulina (FGF15/19) funziona male, e l'insulina aumenta la lipogenesi. Ancora una volta non possiamo considerare la persona sovrappeso solo uno con qualche kg in più. Se non ti dai una regolata, più sei grasso e più lo sarai

Aggiornamento 13/12/2020

Nelle persone con malattia epatica avanzata può capitare che l'ammoniaca, che il fegato non riesce più a smaltire, si accumuli nei neuroni, portando a encefalopatia epatica, che si manifesta con deterioramento cognitivo, disorientamento, confusione e infine coma.
I neuroni vanno incontro a stress ossidativo, infiammazione e riduzione del pH, che non viene più tamponato, sbilanciamento degli elettroliti (sodio) e eccesso di lattato, e non riescono più a produrre energia e funzionare.
Gli aminoacidi ramificati (BCAA) riescono a tamponare l'ammoniaca a livello cerebrale, e migliorano la situazione. Anche i probiotici riducono l'ammoniaca e migliorano la qualità della vita. Altri trattamenti utilizzabili sono L-ornitina L-aspartato e l'albumina, che però può essere stimolata fornendo aminoacidi essenziali.
Lo zinco si è visto ridurre lo stress ossidativo

Aggiornamento 17/12/2020

La vitamina E è efficace nella gestione della steatosi epatica

Aggiornamento 18/12/2020

Se si hanno problemi intestinali, cercare di dormire meglio è la prima cosa da fare.
"La breve durata del sonno induce una risposta fisiologica allo stress, che a sua volta altera il normale equilibrio del microbiota intestinale"

Questi fattori possono influenzare il sonno:

⚠️Mangiare troppo velocemente
⚠️ Contenuto di nutrienti scarso
⚠️cena abbondante
⚠️Mangiare a tarda notte
⚠️ Spuntini eccessivi
⚠️ Saltare i pasti
⚠️Stimolanti (caffè, fumo)
⚠️ Intolleranze alimentari
⚠️ Necessità di nutrienti individuali

"Il danno epatico e la compromissione dei processi di disintossicazione sono associati ad un aumento delle concentrazioni di falsi neurotrasmettitori (che alterano le funzioni, come l'octopamina) e tossine, che possono influenzare i modelli di sonno".

Aggiornamento 28/1/2021

L'alcol può avere un effetto diretto nell'attivare la fibrillazione atriale

Aggiornamento 22/2/2021

Nella steatoepatite le linee guida ESPEN The European Society for Clinical Nutrition and Metabolism raccomandano fortemente una dieta mediterranea. La vitamina E e i probiotici (o simbiotici) sono ugualmente raccomandati, mentre per omega 3 e antiossidanti vengono richiesti ulteriori studi. Gli aminoacidi ramificati (BCAA) possono essere utili in casi particolari. Zinco e vitamina A possono migliorare la percezione dei sapori (ageusia).

Aggiornamento 15/3/2021

80 grammi al giorno di fruttosio o di saccarosio (zucchero da tavola), ma non di glucosio, aumentano la lipogenesi epatica (produzione di grassi nel fegato), senza eccesso calorico.
"L'aumento dell'attività lipogenica epatica può promuovere perturbazioni metaboliche a lungo termine".

Aggiornamento 30/3/2021

Una delle conseguenze del consumo eccessivo di zuccheri aggiunti, in particolare fruttosio, è la steatosi epatica (NAFLD), anche nei bambini. Le conseguenze sono aumentata sintesi dei grassi, resistenza insulinica, iperuricemia, infiammazione, stress ossidativo, deposito di grasso viscerale, disfunzione mitocondriale, alterazione del microbiota intestinale.
"La restrizione alimentare del fruttosio rappresenta un obiettivo particolarmente allettante per la promozione della salute e la prevenzione della NAFLD grazie alla sua relativa semplicità e al focus su un singolo comportamento. Un'enfasi sulla qualità della dieta può anche portare a una migliore aderenza alla dieta a lungo termine. Dato l'impatto complessivo positivo delle modifiche dello stile di vita nella gestione della NAFLD pediatrica, la modulazione del consumo di zuccheri aggiunti può rappresentare un'importante opportunità precoce per mitigare o prevenire la NAFLD in questa popolazione suscettibile".

Aggiornamento 13/4/2021

La dieta chetogenica potrebbe aiutare nella disintossicazione dall'alcol, e nei topi riduce l'induzione di dipendenza. Gli effetti sembrano dovuti alla riduzione della neuroinfiammazione e alla variazione nei substrati energetici (meno acetato e glucosio)

Aggiornamento 23/4/2021

Qualche anno fa i nutrizionisti che parlavano di permeabilità intestinale venivano guardati alla stregua degli aruspici, mentre oggi viene menzionata come concausa della steatosi epatica (fegato grasso), assieme a microbiota alterato, fruttosio industriale, alcol, scarso accesso al cibo salutare (altro termine ritenuto sbagliato, con la solita lungimiranza...) e scarsa attività fisica.

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32511-3/fulltext?dgcid=raven_jbs_etoc_email

Aggiornamento 26/4/2021

Alcune persone hanno nel loro intestino batteri o funghi che producono alcol, e la condizione è chiamata sindrome da autofermentazione. Al netto dell'ilarità che può suscitare, si tratta in realtà di una condizione che può essere grave in quanto alcuni risultano costantemente brilli o ubriachi, o asintomatici ma con steatosi epatica, e alcune persone sono state sottoposte a trattamenti psichiatrici. I microrganismi associati sono solitamente lieviti (S. cerevisiae o diverse specie di Candida) o Klebsiella, ma anche alcuni comuni abitanti dell'intestino come E. coli e lattobacilli e bifidi, solitamente associati a buona salute, possono essere responsabili. La diagnosi può essere fatta con un test con i carboidrati, che vengono fermentati e aumentano la produzione di alcol. I trattamenti attuali includono farmaci antifungini, dieta a basso contenuto di carboidrati e probiotici. Questo potrebbe spiegare anche perché alcuni traggono giovamento da diete lowcarb. La condizione latente dovrebbe essere considerata in caso di steatoepatite apparentemente non legata a introduzione di alcol.

Aggiornamento 14/6/2021

Le cause di steatosi epatica non legata all'alcol possono essere molteplici, e alcune spesso vengono ignorate.
Infezioni da virus dell'epatite, esposizione a sostanze tossiche, inclusi metalli (piombo, arsenico, mercurio, cadmio), erbicidi (es. diossina), pesticidi/fungicidi (es. triflumizolo, fludioxonil), policlorobifenili (PCB) e cloroalcheni, o farmaci.
"I meccanismi molecolari che contribuiscono alla steatosi o steatoepatite associata a sostanze tossiche (denominata TASH) includono l'interruzione della regolazione metabolica endocrina e le interazioni tra sostanze chimiche e nutrienti che possono rappresentare un "secondo colpo" in pazienti con anomalie metaboliche preesistenti. Le tossine e le sostanze chimiche esogene possono interferire con qualsiasi aspetto dell'azione ormonale (i cosiddetti "interferenti endocrini" o "sostanze chimiche che alterano il metabolismo") con conseguente sviluppo di obesità, diabete di tipo 2 e malattia del fegato grasso".
I farmaci invece inducono disfunzione mitocondriale, impedendo agli epatociti di lavorare correttamente e detossificare l'organismo, favorendo anche l'accumulo di grasso; tra di essi troviamo amiodarone, perexilina, amitriptilina, propranololo, pirprofene, clozapina, irinotecan e tamoxifene.
Anche un intestino malfunzionante può determinare grasso nel fegato, nel caso di aumento della permeabilità intestinale, proliferazione batterica del piccolo intestino (SIBO), alterazioni del microbioma intestinale, malassorbimento di nutrienti. Anche la celiachia e l'insufficienza intestinale possono essere cause, così come l'ipotiroidismo.
Queste sono in genere patologie trattabili con farmaci e stile di vita, ma vanno individuate.
In caso di Abeta- o ipobetalipoproteinemia è necessario un supplemento vitaminico

Aggiornamento 28/6/2021

La dieta lowcarb e il digiuno alternato hanno effetti simili sulla steatosi epatica, migliorando anche peso e insulinoresistenza, rispetto a una dieta classica. Il digiuno 5:2 appare anche meglio tollerato e più efficace nei confronti delle LDL

Aggiornamento 22/7/2021

Probabilmente molte persone sottovalutano l'impatto dell'alcol sui tumori.
Secondo un'indagine "a livello globale, circa 741000, o il 4,1%, di tutti i nuovi casi di cancro nel 2020 erano attribuibili al consumo di alcol. Circa tre quarti dei casi di cancro attribuibili all'alcol erano nei maschi e le sedi di cancro che hanno contribuito maggiormente erano esofagee, epatiche e mammarie (nelle femmine).
Il consumo pesante ha contribuito maggiormente al carico dei tumori attribuibili all'alcol; tuttavia, il consumo moderato (superiore a 2 porzioni al giorno, <20 g di alcol al giorno) ha contribuito a un caso su sette attribuibile all'alcol e a più di 100.000 casi di cancro in tutto il mondo.
Esistono diverse vie biologiche attraverso le quali il consumo di alcol può portare allo sviluppo del cancro, comprese alterazioni del DNA, proteine ​​e lipidi o danni dovuti al metabolita acetaldeide, il metabolita cancerogeno dell'etanolo; stress ossidativo; e alterazioni della regolazione di ormoni come estrogeni e androgeni. L'etanolo potrebbe anche promuovere lo sviluppo del cancro indirettamente agendo come solvente per altri agenti cancerogeni come le sostanze chimiche nel tabacco".

Aggiornamento 24/7/2021

Gli AGEs sono derivati dei carboidrati, che si formano in cottura o sono presenti naturalmente nei cibi o si formano nelle normali reazioni chimiche del corpo. Alcuni AGEs sono tossici per l'organismo, e il loro accumulo è legato a malattie, come malattie cardiovascolari (CVD), steatosi epatica non alcolica (NAFLD)/steatoepatite non alcolica (NASH), aterosclerosi, infertilità, malattia di Alzheimer (AD), insufficienza renale e cancro.
L'assunzione di zucchero e bibite zuccherate aumenta gli AGEs, così come in generale il cibo raffinato, i prodotti da forno e il cibo cotto ad alte temperature.
"La produzione e l'accumulo di AGEs nel corpo umano, promossi dalle moderne abitudini alimentari, hanno importanti implicazioni per la salute. Anche in soggetti sani con valori normali degli esami del sangue, alti livelli di AGEs nel siero predicono l'insorgenza e/o lo sviluppo delle malattie moderne (LSRD). Pertanto, il livello sierico di AGEs potrebbe essere un biomarcatore utile per aiutare la prevenzione/diagnosi precoce di LSRD o valutare l'efficacia dei trattamenti.
Nel loro insieme, questi risultati indicano l'importanza di sopprimere la formazione e l'accumulo di AGEs nel corpo umano riducendo l'assunzione eccessiva abituale di zuccheri/AGEs dietetici, come un nuovo modo per prevenire le LSRD. La dieta occidentale ricca di grassi solidi, carni grasse, latticini interi e cibi altamente lavorati (principalmente piatti grigliati, fritti e arrostiti) tendono ad essere le fonti dietetiche più ricche di AGEs. D'altra parte, la dieta giapponese prevede molti cibi a basso contenuto di grassi, come riso, alghe, funghi, cibi a base di soia, tofu e verdure (soprattutto ortaggi a radice ricchi di fibre alimentari insolubili/indigeribili) e pasti con bassi livelli di AGEs nella dieta (principalmente piatti bolliti e al vapore)".
L'accumulo di AGEs danneggia l'architettura renale e favorisce la perdita di funzione renale.
"Gli alimenti con bassi livelli di AGEs e grandi quantità di fibra alimentare insolubile, che assorbe e rimuove gli AGEs alimentari, sopprimono l'accumulo di AGEs.
Per prevenire l'iperglicemia postprandiale è stata raccomandat di assumere le verdure prima del pasto con i carboidrati, e fare in seguito attività fisica per promuovere l'utilizzo del glucosio. È stato anche dimostrato che il consumo di piatti a base di verdure o carne/pesce prima dei piatti a base di carboidrati migliora notevolmente l'escursione glicemica postprandiale in individui con diabete e volontari sani.
Oltre a mantenere sane abitudini alimentari, la soppressione della produzione e dell'accumulo di AGEs nel corpo può aiutare a prevenire le LSRD".



Aggiornamento 18/8/2021

Il fruttosio in quantità innaturali come quello in sciroppo (HFCS), e non quello della frutta, stimola la crescita dei villi intestinali e aumenta l'assorbimento dei nutrienti, che vanno tutti velocemente al fegato e si accumulano sotto forma di grasso (steatosi epatica). E poi vi lamentate dicendo "tutto quello che mangio si accumula!"

Il fruttosio migliora la sopravvivenza cellulare in caso di ipossia (poco ossigeno), e questo spiegherebbe anche la maggiore sopravvivenza delle cellule tumorali.

In condizioni normali il fruttosio è in quantità scarse nel sangue, sia prodotto endogenamente che ingerito col cibo, e per questo "potrebbe servire come segnale altamente specifico per riprogrammare il metabolismo cellulare in risposta all'ipossia, un meccanismo che proponiamo è
sfruttato (e mirabile) quando tessuti come i villi intestinali e i tumori sono esposti al fruttosio esogeno. Inoltre, troviamo che la conseguenza della sopravvivenza delle cellule intestinali è un'espansione della superficie intestinale, che migliora l'assorbimento dei nutrienti. Questa scoperta può aiutare a spiegare gli effetti di promozione della crescita del fruttosio nei bambini allattati al seno, l'aumento dell'adiposità che si verifica negli animali in letargo che si nutrono di frutta e le proprietà obesogeniche di una dieta in stile occidentale". 

Aggiornamento 9/10/2021

La cirrosi epatica si sviluppa dopo anni di steatosi epatica e infiammazione al fegato, con formazione di tessuto fibrotico.
Nella sua gestione nutrizionale si consiglia nei pazienti non obesi un apporto di 35 kcal/kg, compreso un apporto proteico giornaliero di 1,2–1,5 g/kg, e un'integrazione di vitamine e zinco secondo necessità. Meglio fare pasti piccoli e frequenti e uno spuntino prima di coricarsi

Aggiornamento 24/12/2021

Quante volte avete letto "tutte le calorie sono uguali, se non si supera il fabbisogno calorico non si convertono i carboidrati in grassi"?
Non è per niente così. Per esempio in giovani con fegato grasso (NAFLD) questa via metabolica (de novo lipogenesis, DNL) è parecchio attiva, ma è comunque presente in modo limitato anche nei ragazzi sani e magri. Quando è attiva la DNL, l'ossidazione dei grassi è inibita.
Grazie agli isotopi marcati i ricercatori hanno potuto dimostrare che gli zuccheri, soprattutto il fruttosio (che viene metabolizzato soprattutto nel fegato) stimolano la sintesi di grassi in modo dose-dipendente, attivando ChREBP e SREBP, 2 elementi che stimolano le vie anaboliche di grassi e colesterolo.
Togliendo gli zuccheri si abbassa l'insulina e la DNL si riduce, con la ulteriore riduzione del trasporto dei grassi verso il fegato.
"Il cambiamento nella DNL è correlato con i cambiamenti nell'insulina e nel peso, ma non con i cambiamenti nel grasso epatico, sostenendo il legame tra la disfunzione metabolica e la NAFLD. Questi risultati confermano il legame patologico tra l'assunzione eccessiva di zucchero nella dieta e NAFLD nei bambini e supportano le recenti raccomandazioni per cambiare la nomenclatura da NAFLD a malattia metabolica associata a fegato grasso (MAFLD)".


Aggiornamento 6/2/2022

Attualmente non esistono farmaci registrati per la steatosi epatica (NAFLD, fegato grasso) e la fibrosi (stadio successivo ma ancora reversibile).

"L'integrazione della dieta con composti naturali, che hanno dimostrato proprietà antifibrotiche, e la loro somministrazione farmacologica, insieme al trattamento antivirale dell'epatite o ad altre terapie specifiche, possono essere considerate valide strategie terapeutiche per far regredire la fibrosi che altrimenti potrebbe avere conseguenze ben più gravi (arrivo allo stadio irreversibile di cirrosi). Ad esempio, ci sono diversi studi clinici con esiti positivi su pazienti con NAFLD che prevedono la somministrazione orale di composti contenenti zolfo come glutatione, acido alfalipoico (ALA) e taurina.
Queste molecole agiscono come scavenger (spazzini) di ROS e NO (radicali liberi, specie reattive), agendo sui composti solforati (tioli e disolfuri). Grazie a queste proprietà possono regolare diverse vie sensibili alle specie reattive come TGF-β, PDGF e TLR, coinvolte nella progressione della fibrosi.
Alcuni di questi composti solforati naturali possono essere introdotti in modo efficiente con la dieta attraverso specifici trasportatori di membrana. Altri, come gli ovotioli di origine marina, sono stati oggetto di attenzione solo di recente come antiossidanti e composti antinfiammatori più potenti. Diversi brevetti sono stati sviluppati per trattare e prevenire la fibrosi epatica attraverso l'integrazione di molecole contenenti zolfo. I composti più efficaci sembrano essere ALA, S-allilcisteina (aglio, SAC) e sulforafano (broccoli, SFN). L'ovotiolo esercita la sua attività antifibrotica nei topi affetti da fibrosi epatica a dosi paragonabili ad ALA, SAC e SFN. Studi futuri devono esplorare il potenziale di questi composti contenenti zolfo come integratori alimentari e/o nuovi farmaci per il trattamento delle malattie del fegato negli esseri umani. Inoltre, la scoperta in futuro di nuove molecole naturali contenenti zolfo aiuterebbe ad affrontare la sfida degli studi clinici avanzati. Ci aspettiamo la scoperta di tali nuovi composti provenienti dall'oceano, che ha recentemente attirato l'interesse della comunità scientifica in quanto fonte di cibo e medicinali per l'umanità ancora poco esplorata".

Aggiornamento 7/2/2022

È ben noto che gli zuccheri aggiunti favoriscono il deposito di grasso nel fegato (steatosi epatica).
Ci sono però pochi studi di intervento che considerano la loro riduzione.
Una dieta a basso contenuto di zucchero (saccarosio e fruttosio aggiunto) per 3 mesi riduce la steatosi epatica e la fibrosi mentre migliora il metabolismo glicemico (glicemia, insulina e HOMA), gli indici di infiammazione, i livelli di trigliceridi e colesterolo, gli enzimi ALT (mentre GGT e AST si riducono ma non significativamente).

Aggiornamento 23/2/2022

Una dieta con più proteine e meno carboidrati, a parità di calorie, riduce maggiormente il grasso epatico, i trigliceridi e alcuni parametri del metabolismo glucidico (escursioni glicemiche, emoglobina glicata) in persone diabetiche.
Entrambe le diete hanno portato a dimagrimento simile (5,8kg in media) e miglioramenti simili nella glicemia, insulina e colesterolo.
Il grasso pancreatico invece si riduce maggiormente nella dieta con più carboidrati.

Aggiornamento 13/3/2022

Cattive notizie per i moderati consumatori di alcol.
L'alcol porta a riduzione del volume e invecchiamento del cervello, anche in dosi basse.
In uno studio su 36 mila americani è stato stimato che in un 50enne il consumo giornaliero tra un'unità di alcol (circa mezza birra) al giorno e due unità (mezzo litro di birra o un bicchiere di vino) porta a cambiamenti associati nel cervello equivalenti all'invecchiamento di due anni. Il consumo compreso tra due e tre unità alcoliche alla stessa età corrispondeva invece a un invecchiamento di tre anni e mezzo.
La relazione inoltre non è lineare ma esponenziale e i danni aumentano maggiormente in chi beve di più.

Aggiornamento 3/5/2022

Quali patologie e condizioni possono essere legate ad alterazioni del microbiota orale?
Malattie dell'apparato digerente (problemi digestivi, IBD, steatosi epatica), tumore orale, esofageo, pancreatico, intestinale, malattie cardiovascolari, diabete, Alzheimer, autoimmuni come l'artrite reumatoide, parto pretermine.
I meccanismi riguardano principalmente l'induzione di infiammazione e permeabilità intestinale che alterano le vie metaboliche.

Aggiornamento 15/5/2022

L'HIIT, l'allenamento breve ad alta intensità, è efficace come l'allenamento aerobico nei confronti del fegato grasso, ma impiega meno tempo; è dunque l'ideale per chi ha poco tempo.

Aggiornamento 17/7/2022

Il fumo non fa male solo ai polmoni ma anche agli altri organi. Per esempio il fegato che deve smaltire il carico tossico.
Il fumo è così associato alla progressione della steatosi epatica e al rischio di tumore epatico ed è particolarmente dannoso nei trapiantati.
Smettere di fumare può aiutare nella regressione delle malattie epatiche e ridurre il rischio tumorale.

Aggiornamento 13/8/2022

L'eccesso di omocisteina è legato a steatosi epatica perché, oltre a indurre infiammazione, altera alcune proteine che si legano alla molecola (omocisteinilazione), così come l'eccesso di glucosio aumenta l'emoglobina glicata. In particolare viene alterata la proteina sintaxina17, che regola l'autofagia.
Fornire vitamina B12 e B9 (folati) ripristina l'autofagia e rallenta la progressione della steatosi. L'azione è dovuta probabilmente alla detossificazione dell'omocisteina accumulata a livello epatico grazie a metionina e SAME che sono ridotti dalla dieta occidentale.
Secondo gli autori questo trattamento, che ha un costo basso e un buon profilo di sicurezza, potrebbe essere efficace nella steatosi che non ha attualmente terapie a disposizione.

Aggiornamento 2/10/2022

Il coronavirus attacca volentieri gli epatociti del fegato steatosico creando molti danni, tra cui la disfunzione mitocondriale

Quale dieta previene la steatosi epatica, l'infiltrazione di grasso nel fegato? Una dieta a basso contenuto di carboidrati (LFD) o di grassi (LCD)?
I ricercatori hanno indagato e scoperto che il rischio di steatosi non è dato dai grassi o dai carboidrati in sé, ma dalla loro qualità.
Usare carboidrati o grassi di qualità inferiore è associato a maggiore rischio, mentre il rischio si riduce con fonti di carboidrati non raffinate, grassi insaturi (UFA) e proteine di origine vegetale (legumi).
"Un'elevata assunzione di carboidrati è associata a steatosi epatica. Di tutti i macronutrienti, i carboidrati hanno la maggiore influenza sulle concentrazioni di insulina e glucosio nel sangue, che sono coinvolti nella stimolazione della de novo lipogenesi epatica. Inoltre l'iperlipidemia è associata a malattie del fegato e le LCD sono associate a un livello più basso di trigliceridi nel sangue e una maggiore concentrazione di colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C, colesterolo buono). L'analisi di sostituzione nel nostro studio ha suggerito un effetto benefico della riduzione dell'assunzione di carboidrati sulla steatosi.
Abbiamo osservato che una LCD salutare era inversamente associata alla steatosi. Questo potrebbe essere spiegato da diversi fattori. È stato suggerito che gli UFA prevengano l'accumulo di grasso epatico, mentre i grassi saturi (SFA) possono indurre accumulo di grasso epatico. Inoltre, la riduzione dell'assunzione di carboidrati di bassa qualità come il fruttosio e l'aumento dell'assunzione di carboidrati di alta qualità come le fibre, potrebbero indurre miglioramento della steatosi epatica.
Le associazioni tra LCD e LFD e la steatosi sono biologicamente plausibili. I carboidrati, in particolare quelli dei cereali raffinati, possono aumentare la secrezione di insulina e la concentrazione di glucosio, che possono promuovere la lipogenesi epatica. Una dieta arricchita con SFA aumenta i trigliceridi intraepatici più delle diete arricchite con UFA. Inoltre, il ferro eme presente nelle proteine ​​animali potrebbe aumentare la resistenza all'insulina e lo stress ossidativo, che a loro volta contribuiscono alla steatosi. Oltre ai macronutrienti, le fonti alimentari possono in parte spiegare queste associazioni. Il consumo di alcuni alimenti, tra cui carne rossa e lavorata e bevande zuccherate, era positivo, mentre l'assunzione di frutta oleosa e cereali integrali era inversamente associata alle malattie epatiche croniche.

Aggiornamento 7/4/2023

Continuano a non esistere livelli sicuri di consumo di alcol. Lo conferma una metanalisi che ha escluso alcuni errori metodologici spesso presenti in altri lavori. Gli effetti sulla mortalità sono evidenti a partire dalle 3 unità settimanali.

Aggiornamento 10/4/2023

In uno studio si è messo in evidenza come la rifaximina, un antibiotico usato per i diverticoli e la SIBO perché agisce solo sull'intestino, possa prevenire la progressione della malattia epatica a fibrosi. Questo conferma l'importanza di un microbiota infiammatorio nella malattia. Secondo i ricercatori il trattamento può essere utile soprattutto in chi non riesce ad abbandonare l'alcol.
"La malattia epatica associata all'alcol è la causa più comune di cirrosi e una delle principali indicazioni per il trapianto di fegato negli Stati Uniti e nel mondo. Un problema di salute pubblica, la morbilità e la mortalità delle malattie epatiche associate all'alcol è aumentata a livello globale dalla pandemia di COVID-19 a causa dell'aumento del consumo di alcol. L'alcol provoca fibrosi epatica a causa delle specie reattive dell'ossigeno generate attraverso il suo metabolismo epatico e indirettamente attraverso il suo effetto sull'asse intestino-fegato, portando a disbiosi e aumento della permeabilità intestinale con conseguente traslocazione batterica. Insieme, questi effetti alterano le risposte immunitarie innate, risultando in un ambiente infiammatorio epatico e sistemico con il rilascio di citochine e chemochine, che interagiscono con le cellule epatiche promuovendo la fibrosi attraverso l'attivazione delle cellule stellate epatiche".

Aggiornamento 21/5/2023

Tra i supplementi utili nella steatosi epatica, gli omega 3 (migliorano il metabolismo lipidico), probiotici e prebiotici (migliorano la permeabilità intestinale), alcuni estratti vegetali contenenti curcuma, bergamotto e cinarina, il cromo, propoli, aglio e mirtilli. Per quanto riguarda la dieta non ci sono chiare indicazioni ma l'eliminazione del cibo spazzatura sembra una caratteristica comune nelle diete efficaci.

Aggiornamento 3/7/2023

Come tutte le erbe amare, la cicoria può essere un buon supporto per il fegato. Secondo una revisione degli studi il suo uso è associato, in persone con steatosi epatica, a una riduzione dei valori di AST e ALT, gli enzimi che indicano danno epatico. GGT e fosfatasi alcalina invece non appaiono ridursi.

Aggiornamento 5/9/2023


Ridurre i carboidrati in favore di proteine e grassi aiuta a ridurre il grasso nel fegato, anche in condizioni eucaloriche (cioè senza riduzione delle calorie). La riduzione dei carboidrati può avere un effetto maggiore della restrizione calorica.
"Anche in condizioni di bilancio energetico, i risultati cumulativi suggeriscono un effetto clinicamente significativo della riduzione dell’assunzione di carboidrati e dell’aumento dell’assunzione di grassi alimentari (e/o proteine) sul contenuto epatico di trigliceridi (TG) negli individui obesi con steatosi, in particolare negli individui con resistenza all’insulina. Sulla base di studi sull’uomo, i meccanismi attraverso i quali la riduzione dei carboidrati e l’aumento dell’assunzione di grassi portano a un minore accumulo epatico di TG possono essere correlati all’aumento della beta-ossidazione degli acidi grassi e all’aumento della chetogenesi nel fegato, adattamenti metabolici che imitano la risposta alla restrizione calorica. Inoltre, la lipogenesi (sintesi di grassi dai carboidrati) nel fegato viene ridotta quando la disponibilità di carboidrati nella dieta diminuisce, anche in condizioni eucaloriche. È probabile che anche una minore disponibilità di insulina, anche portale, nel fegato dovuta alla riduzione dei carboidrati regoli il metabolismo del substrato nel fegato verso un aumento dell'utilizzo degli acidi grassi e una minore deposizione di grassi.

Aggiornamento 8/9/2023

La somministrazione di amido resistente, un carboidrato che non viene digerito dall'intestino ma nutre i batteri buoni favorendone la proliferazione, aiuta a ridurre il grasso del fegato nella steatosi epatica (NAFLD). L'azione avviene anche modulando il microbiota. Si riducono anche l'infiammazione e il danno epatico.
Fonti naturali di amido resistente sono il riso e le patate cucinate in precedenza e mangiati freddi.
Il Prof Li ha dichiarato "Siamo in grado di identificare un nuovo intervento per la NAFLD e l'approccio è efficace, conveniente e sostenibile. Rispetto all'esercizio fisico intenso o al trattamento per la perdita di peso, l'aggiunta di amido resistente a una dieta normale ed equilibrata è molto più facile da seguire per le persone."

Aggiornamento 11/12/2023

La steatosi (fegato grasso) colpisce il 30% dei bambini con obesità.
Lo stile di vita è fondamentale nella sua gestione. Le linee guida non indicano una dieta da preferire.
L'evidenza attuale suggerisce di limitare gli alimenti con fruttosio aggiunto (bibite e alimenti confezionati) perché favoriscono la sintesi di grassi che si accumulano nel fegato. Probiotici, omega 3 e altri nutraceutici antiossidanti come zenzero e vitamina E potrebbero essere utili.

Aggiornamento 16/1/2024

In caso di problemi epatici legati al consumo di alcol (epatopatia alcolica), si consiglia la supplementazione con B1, B12 e zinco. La malnutrizione è frequente e la dieta dovrebbe essere ipercalorica e iperproteica

Aggiornamento 17/3/2023

La steatosi epatica è caratterizzata principalmente da accumulo di grasso nel fegato e alterazione delle sue funzioni. Essendo il fegato il centro metabolico dell'organismo, tutte le funzioni legate ai nutrienti appaiono alterate. Si manifestano così insulinoresistenza, dislipidemia e sindrome metabolica.
Attualmente non esiste un approccio farmacologico approvato per cui lo stile di vita che porta al dimagrimento rappresenta l'unica strada disponibile.
EASL e EASD raccomandano una dieta mediterranea con eliminazione delle bibite con fruttosio aggiunto e del cibo industriale. La ESPEN non formula invece particolari indicazioni.
Tra le diete, quella più efficace potrebbe essere un approccio a basso contenuto di carboidrati ma alto di vegetali, con fonti proteiche animali ma rappresentate da pesce grasso e carne bianca. Questo può favorire un miglioramento degli ormoni insulina, grelina e leptina.
Tra i nutraceutici potenzialmente utili, silimarina, berberina, curcumina, resveratrolo, Nigella sativa, quercetina, vitamina E (particolarmente utile in caso di NASH), vitamina D, inositolo, probiotici e omega 3.
Tra i grassi, gli omega 6, i trans e i saturi appaiono supportare la patogenesi della condizione mentre gli Omega 3 e i monoinsaturi sono benefici.