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lunedì 23 marzo 2015

La patata viola



La patata dolce (Ipomoea batatas), o batata, non appartiene alle solanacee come la comune patata, e, al di là delle facili battute osé che si possono fare, sembra davvero un supercibo. La sua variante viola è molto più ricca di antiossidanti rispetto ad altri vegetali, proprio grazie ad essi si sta rivelando molto utile nella prevenzione e gestione delle malattie infiammatorie.



http://www.thesleuthjournal.com/purple-potatoes-pack-mega-antioxidants-compared-white-fleshed-potatoes/


Oltre all'ormai sicuro effetto antinfiammatorio infatti, si è verificato un modello animale in cui le antocianine estratte esercitano funzione antiperglicemizzante, antitumorale, antistress ossidativo e antinvecchiamento. Questo va ulteriormente a confermare il fatto che l'infiammazione sia la base comune di questo tipo di malattie.

Le sue antocianine esercitano anche un effetto epatoprottettivo, e in questo modo riduce i danni di sostanze nocive per il fegato, tipicamente alcol, alimentazione occidentale o sostanze industriali col quale molti lavoratori purtroppo vengono a contatto.


lhttp://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0955286312002021 la patata viola (PSPC) blocca in almeno 2 punti le vie che portano al deposito epatico di grassi


Un piccolo studio ha messo in evidenza che le patate viola coadiuvano la terapia antipertensiva, determinando una piccola ma significativa e utile riduzione della pressione sanguigna, il più pericoloso dei fattori di rischio cardiovascolari. Un effetto simile, con riduzione della fibrosi cardiaca, si è avuto nel modello animale, dando uno yogurt fermentato con gli antiossidanti di questo vegetale.

Anche le foglie hanno dimostrato potere ipoglicemizzante, nel modello animale, aumentando la produzione di GLP-1, un importante ormone che gestisce sia la secrezione insulinica che altre importanti funzioni, tra cui termogenesi, sazietà e gestione della composizione corporea.

Insomma un cibo da provare subito, e aumentando la domanda sicuramente aumenterebbe anche l'offerta, rendendola molto più facile da reperire in tutti i supermercati e non solo in negozi specializzati.
E sicuramente sempre meglio di quelle del fast food!

https://www.pinterest.com/explore/potato-funny/

Aggiornamento 28/8/2015

Nel modello sperimentale le patate viola sopprimono la tumorigenesi del colon. Lo studio viene segnalato anche dall'AICR.

Aggiornamento 25/2/2016

La patata dolce sopprime la migrazione delle cellule metastatiche in vitro.

Aggiornamento 11/6/2016

Una patata viola ottenuta per ibridazione, ricca di nutrienti e antiossidanti molto più delle comuni patate, mostra interessanti proprietà preventive, ad esempio della cataratta, tumori, malattie cardiovascolari.

Aggiornamento 5/7/2016

Novità sulle patate dolci viola: nel modello animale riducono l'iperuricemia e vengono confermati gli effetti antidiabetici, antinfiammatori, antiossidanti e antitumorali.

Aggiornamento 5/9/2016

Il video di Nutritionfacts: meglio se non si cuociono in forno ma cotture più delicate.

Aggiornamento 4/6/2017

I glicoalcaloidi delle patate possono dare problemi di permeabilità intestinale, e aumentano esponendo al caldo e alla luce le patate.

Update 8/10/2017
Una revisione sistematica dell'effetto delle antocianine salute cardiometabolica ha concluso che "i significativi miglioramenti del controllo glicemico e lipidico supportano i benefici delle antocianine nella prevenzione e gestione delle malattie metaboliche"
Le antocianine si confermano una fibra prebiotica per la crescita dei batteri buoni, in particolare bifidi.
Aggiornamento 4/11/2017
L'infografica sulle patate dolci confrontate con le patate tradizionali
Aggiornamento 13/2/2019
Quali sono i migliori cibi per chi soffre di diabete? Verdure a foglia, cereali integrali, agrumi e frutti di bosco, legumi, semi di chia, yogurt probiotici, patate dolci, pesce grasso, patate dolci e noci.
Aggiornamento 14/1/2020
Perché consiglio sempre le patate dolci al posto di quelle classiche? Hanno una maggiore ricchezza di nutrienti, e in particolare una fibra prebiotica che aumenta i batteri buoni come bifidi, lattobacilli e Akkermansia
Aggiornamento 1/4/2020
"Le patate germogliate contengono livelli più alti di glicoalcaloidi, che possono avere effetti tossici sull'uomo se consumati in eccesso. In particolare l'intossicazione si può manifestare con sintomi gastrointestinali, e in caso di alte quantità portare fino alla morte. Mangiare patate germogliate durante la gravidanza può anche aumentare il rischio di difetti alla nascita. Scartare i germogli, gli occhi, la buccia verde e le parti ammaccate di una patata, o cucinarla ad alte temperature (frittura), può aiutare a ridurre i livelli di glicolalcaloidi, ma sono necessarie ulteriori ricerche di approfondimento. Fino ad allora, scartare le patate germogliate o verdi potrebbe essere la cosa più sicura da fare. Conservare le patate intatte e asciutte in un luogo fresco, asciutto e buio può aiutare a ridurre la probabilità di germinazione. È meglio evitare di accumulare patate e conservarle lontano dalle cipolle".

Aggiornamento 1/11/2020

Una particolare patata, ricca in antiossidanti, può invertire la rigidità arteriosa in adulti sani

Aggiornamento 17/5/2021
Gli antociani alimentari di frutti di bosco, ciliegie e patata dolce viola sono utili per la gestione dell'iperglicemia e dell'iperuricemia. Questo avviene modificando le funzioni di enzimi, tessuti ed organi, riducendo infiammazione e stress ossidativo.
In particolare le antocianine bloccano l'enzima xantina ossidasi (XO) che produce l'acido urico che i reni possono faticare a smaltire. Inoltre riducendo lo stress ossidativo e l'infiammazione i reni lavorano meglio, eliminando più facilmente le tossine uremiche.
Gli enzimi digestivi dei carboidrati e i loro trasportatori intestinali e renali vengono rallentati, riducendo la glicemia e i picchi glicemici nel sangue. Questo favorisce equilibri ormonali migliori (riduzione dell'insulinoresistenza, della gluconeogenesi e ancora dello stress ossidativo e dell'infiammazione), che portano a un calo della glicemia.

Aggiornamento 4/3/2023

Gli antociani, i coloranti che vanno dal rosso-arancio al blu-viola presenti in frutta, verdura e tuberi, hanno proprietà antidiabetiche grazie alla modulazione del metabolismo energetico, dell'infiammazione e del microbiota intestinale. Una modifica a queste molecole (acetilazione delle frazioni glicosidiche) altera le proprietà fisico-chimiche degli antociani e ne migliora la stabilità e l'assorbimento a livello intestinale.
Gli effetti benefici sono dovuti a: rallentamento nella digestione dei carboidrati, modulazione delle vie metaboliche (inibizione dell'anabolismo glucidico e lipidico), riduzione dell'infiammazione e quindi dell'insulinoresistenza. La modulazione del microbiota e della permeabilità intestinale è un altro effetto positivo.
"La versione acetilata, che si trova in abbondanza nelle patate viola, nelle carote viola, nei ravanelli e nei cavoli rossi ha effetti positivi sull'organismo maggiori rispetto alla versione standard".


Aggiornamento 8/9/2023

La somministrazione di amido resistente, un carboidrato che non viene digerito dall'intestino ma nutre i batteri buoni favorendone la proliferazione, aiuta a ridurre il grasso del fegato nella steatosi epatica (NAFLD). L'azione avviene anche modulando il microbiota. Si riducono anche l'infiammazione e il danno epatico.
Fonti naturali di amido resistente sono il riso e le patate cucinate in precedenza e mangiati freddi.
Il Prof Li ha dichiarato "Siamo in grado di identificare un nuovo intervento per la NAFLD e l'approccio è efficace, conveniente e sostenibile. Rispetto all'esercizio fisico intenso o al trattamento per la perdita di peso, l'aggiunta di amido resistente a una dieta normale ed equilibrata è molto più facile da seguire per le persone."

venerdì 13 marzo 2015

Alimentazione, paleodieta e autoimmunità


Ma siamo così sicuri che avere una malattia autoimmune sia una maledizione divina e non sia creata dall'ambiente in cui viviamo?
Una frase che solitamente diciamo è: "la genetica carica la pistola, l'ambiente preme il grilletto" (Judith Stern). Ossia c'è una predisposizione genetica ma l'ambiente è fondamentale per la manifestazione della malattia. 

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0896841116300877


Una teoria ormai accettata (hygiene hypothesis) prevede che viviamo in un mondo così pulito che i nostri difensori, i globuli bianchi, non sanno più con chi prendersela perchè troppo raramente incontrano batteri, vermi o virus, e quindi attaccano le strutture del corpo stesso (il cosiddetto self). Così capita per l'asma ad esempio, o le allergie, per cui i bambini che più si ammalano sono quelli che vivono negli ambienti troppo puliti. E ugualmente i bambini che vivono i primi anni di vita con un cane in casa hanno meno probabilità di ammalarsi di diabete di tipo 1. La supplementazione di vitamina D ha lo stesso effetto.

Un altro punto su cui credo si possa concordare è che oggi spesso si mangiano cibi che tempo fa non c'erano. I nostri geni hanno avuto il tempo di adattarsi a questi nuovi cibi? Andiamo a verificarlo.



http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780081005965033370


Prendendo spunto dalle slide del mio amico Paolo Antolini, possiamo dire che in natura è ben presente un fenomeno noto come mimetismo molecolare, ossia molecole presenti nella vita di tutti i giorni e teoricamente innocue, nel cibo o nei batteri ad esempio, vengono scambiate per antigeni di organismi patogeni e provocano una risposta infiammatoria nell'organismo, che in alcune persone predisposte geneticamente si manifestano con una malattia autoimmune (diabete di tipo 1, tiroidite di Hashimoto o morbo di Graves ad esempio). O altro.
Ad esempio sta emergendo il ruolo del fungo Candida nella promozione tumorale, o nel morbo di Crohn, o nei disturbi psichiatrici, attraverso diversi meccanismi tra cui appunto il mimetismo molecolare. Analogamente il microbiota, spesso alterato in molte malattie tra cui quelle autoimmuni, rilascia molecole coinvolte, tra le altre cose, nella neurodegenerazione, e che arrivano al cervello dall'intestino.
Infatti, contrariamente a quanto si crede, l'intestino (o i polmoni, reni ecc) non è per nulla un isolante perfetto dal mondo esterno (o in questo caso "interno"), e anzi alcune sostanze, tra cui le proteine, possono passare attraverso le "crepe" che si formano. Insomma c'è un certo grado di permeabilità.
Purtroppo alcuni fattori innalzano la permeabilità intestinale, ossia rendono molto facile il passaggio di queste molecole con potenziale infiammatorio all'interno del corpo, attraverso la proteina zonulina.
Questa è una condizione che spesso accompagna le malattie autoimmuni. Una perdita della corretta funzionalità di barriera del nostro intestino permette l'ingresso nel corpo di proteine (glutine e caseine ad esempio) e tossine microbiche (LPS) che infiammano il corpo. Ogni tipo di dieta influenza in maniera diversa i nostri microbi
Viene influenzato così lo stato redox e appunto il livello infiammatorio.
Gli anticorpi contro i lieviti vengono spesso trovati alti in persone con morbo di Crohn (malattia autoimmune intestinale) ma ultimamente anche in altre malattie autoimmuni. La butirofilina, proteina del latte vaccino, attiva la risposta demielinizzante della sclerosi multipla.
Molti cibi "moderni", gli emulsionanti ad esempio, causano una disbiosi (alterazione della flora batterica intestinale) e che uno stile di vita moderno (ricchezza di cibi raffinati e povertà di movimento) predisponga per le malattie emerse negli ultimi anni è ormai fuor di dubbio.

Tra gli attivatori della risposta infiammatoria autoimmune collegati al cibo, troviamo l'iperleptinemia, l'iperglicemia, sia direttamente che tramite gli AGEs e gli ALEs (prodotti che si formano dalla cottura), che rovinano cartilagini e matrice ossea, un basso rapporto tra grassi omega3 e omega6, il sale.
Anche la carenza di vitamina D è osservata nella maggior parte delle malattie autoimmuni (lupus o les, sindromi anticorpi antifosfolipidi, artrite reumatoide, sclerosi sistemica, Sjogren, miopatie, sclerosi multipla, tiroiditi autoimmuni, celiachia, morbo di Crohn, diabete di tipo I) e nel sovrappeso e il suo uso sembra promettente nella gestione di queste malattie. In realtà non si capisce se la carenza sia causa o conseguenza di queste malattie.
 
Tornando al fenomeno della permeabilità intestinale, chi pensa che non esista forse dovrebbe tornare al primo anno di università quando si studiano le tight junction, le interconnessioni cellulari che possono essere più o meno lasse e sono regolabili. Eventi stressanti (o semplicemente diete ipocaloriche) possono peggiorare la permeabilità intestinale ed ecco spiegato perchè in certi periodi ci si può sentire più gonfi, più arrossati, più doloranti ecc. Anche TNF-alfa e NPY modulano infiammazione e permeabilità.

TNF-alfa aumenta in base al grasso corporeo, o meglio alla sua infiltrazione da parte dei macrofagi. In questo modo sale il tenore infiammatorio, che a sua volta favorisce l'aumento di peso e le alterazioni metaboliche (diabete). Si forma quindi un circolo vizioso che aumenta la permeabilità intestinale e il tenore infiammatorio a sua volta, favorendo l'insorgere di asma e malattie autoimmuni.




http://www.jnmjournal.org/journal/view.html?doi=10.5056/jnm14084
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4180268/
In questo modo una proteina come il glutine può entrare nel corpo. Le lesioni  che crea negli intolleranti (non celiaci) sono state persino "fotografate", a livello intestinale e nervoso, con buona pace di chi ancora dice che non esiste la sensibilità al glutine non celiaca.

La glutamina è un aminoacido che appare importante nella regolazione della permeabilità intestinale, mentre un abuso di alcol la aumenta pericolosamente.


In questo video lo spiega bene pure il prof Berrino.




La caratteristica della paleodieta è di eliminare i cibi che presentano molecole potenzialmente infiammatorie, dando sicuramente un bel vantaggio a chi soffra di malattie che abbiano questa base.


Nutrition Journal 2014, 13:61

Questi alimenti sono i cereali o pseudocereali (contengono glutine, zeina, prolammine, inibitori dell'amilasi-tripsina, saponine o altre lectine), i legumi (lectine e saponine), solanacee (solanina, ma la posizione si sta ammorbidendo, saponine e lectine), latticini (caseine). Anche i germogli, in particolare alfaalfa, contengono l-canavanina, un aminoacido non standard simile all'arginina, che soprattutto in uno stato infiammatorio sostituisce quest'ultima e dà luogo alla sintesi di proteine non funzionanti. Anche i legumi ne contengono.

Le lectine sono stabili al calore, quindi non vengono necessariamente distrutte con la cottura, mentre la fermentazione con lievito madre le riduce. Anche il glutine non viene praticamente mai idrolizzato completamente dai nostri enzimi digestivi. E così possono entrare nel circolo sanguigno.
Sono inoltre sconsigliate le carni di animali nutriti a mangimi, che presentano un profilo di grassi diverso da quello che naturalmente dovrebbero avere. Anche il sale attiva i Th-17, globuli bianchi particolarmente attivi nella risposta autoimmune. Tutti cibi che fondamentalmente sono entrati nella nostra  alimentazione negli ultimi 10.000 anni, dopo la rivoluzione agricola del neolitico (alcuni anche meno).
La sostanziale eliminazione dei cereali e l'uso quasi esclusivo della frutta come fonte glucidica porta ad abbassare notevolmente il carico glicemico, favorendo un dimagrimento anche piuttosto veloce (meno carboidrati, meno insulina, meno immagazzinamento dei grassi, meno attivazione delle vie infiammatorie) e favorevoli cambiamenti metabolici nei diabetici.


il miglioramento di una persona affetta da psoriasi, tratta dal
 gruppo Facebook "psoriasi l'alternativa naturale"



In particolare il nostro sistema di gestione delle riserve e della composizione corporea si è evoluto con un solo ormone anabolizzante: l'insulina appunto. E per lui alte quantità di glucosio, tipico stimolatore delle vie infiammatorie e del rilascio di insulina, possono essere inaspettate e non mantenibili per lungo tempo. E così per mTOR, altro fattore potenzialmente implicato nelle malattie autoimmuni.
Consumare bibite zuccherate ad esempio è un fattore di rischio indipendente (cioè slegato da altre cause) di sviluppare artrite reumatoide, non vengono chiariti i motivi (o meglio sono ancora oscuri) ma è a mio modo di vedere legato all'aumento del tenore infiammatorio che si ha con l'innalzamento della glicemia.
Questo succede tipicamente in chi abbia scarsa muscolatura, che "tampona" le impennate della glicemia; è infatti facile notare come persone molto muscolose e sportive possano mangiare piatti giganti di pasta e dolci tranquillamente senza problemi e soprattutto senza ingrassare.

Fino a 10000 anni fa  non esistevano alimenti ad alto contenuto di glucosio, o meglio, quando venivano mangiati erano in quantità irrisorie, non paragonabili ai tempi odierni. E la fibra era molta di più. Poteva capitare che i nostri antenati cacciatori-raccoglitori trovassero qualche spiga, certo, ma non certo un campo di grano. Noi ci siamo evoluti in tempi in cui solo il cibo era il segnale di abbondanza o miseria, è chiaro che il corpo basa tutto su quello.

Ovviamente dire che si risolve tutto eliminando questi alimenti moderni è semplicistico e riduttivo, e portare avanti questo regime per molto tempo non risulta semplice, però vedo molte persone soddisfatte.

La professoressa Walhs, medico, gira il mondo per promuovere questo tipo di approccio. Lei stessa è praticamente guarita dalla sclerosi multipla, e ha condotto un piccolo studio (solo una decina di persone) che ha comunque messo in mostra un miglioramento nella sensazione di fatica.







Spesso si vedono fior di professoroni e colleghi che in virtù del loro unico dio "dieta mediterranea" pretendono di imporre latticini, legumi e glutine a tutti, nonostante alcuni si trovino bene a eliminarli. Penso sia davvero degradante negare l'evidenza che alcuni stiano meglio senza e prendere i pazienti per malati immaginari. Non tutti siamo uguali, e la tolleranza verso i cibi è molto soggettiva, per cui alcuni non hanno problemi, mentre altri, più raramente per fortuna, non riescono a tollerare le molecole infiammatorie e hanno manifestazioni di tipo patologico. Questo è spiegato molto bene nel libro di Attilio Speciani.

Attraverso il processo noto come "induzione della tolleranza", il nostro corpo impara a conoscere le molecole a lui ignote e così il sistema immunitario smette di avere una reazione avversa contro di loro.
Uno studio ha provato come si possa guarire da una pericolosa allergia, quella agli arachidi, che può determinare pericolosissime reazioni fino allo shock anafilattico, attraverso la graduale reintroduzione. Insomma il segreto è indurre la tolleranza per evitare risposte anomale dal sistema immunitario. La predisposizione genetica e ancora una volta il microbiota, ad esempio nella degradazione dell'acido sialico, possono far la differenza in chi riesce a tollerare e chi no. 
Io rimango quindi sempre favorevole ad una reintroduzione graduale piuttosto che una dieta drastica di eliminazione.






Il debunking della paleodieta


Mi è capitato di discutere con colleghi per quanto riguarda la valenza della dieta paleolitica, che, con tutte le limitazioni del caso, può essere un approccio valido nel complesso, in particolare nel caso di malattie infiammatorie. Infatti è innegabile che non ci siano state importanti variazioni genetiche dal paleolitico a oggi.

Ci sono diversi tentativi di debunking della paleodieta su internet. Quello de Le Scienze non mi pare granchè, e un darwiniano convinto come me deve fare alcune precisazioni.
Secondo loro non è vero che il genoma umano sarebbe cambiato poco negli ultimi 10000 anni, e le prove sono lo sviluppo della tolleranza al lattosio (che riguarda una piccola parte, circa il 30%, della popolazione mondiale, ed è una mutazione SNP, ossia riguarda un singolo nucleotide nella sequenza che regola l'espressione del gene.



http://scitechconnect.elsevier.com/why-some-humans-developed-taste-for-milk/



In pratica il gene è sempre lo stesso, ma cambia la sua espressione che persiste nell'età adulta. Questa mutazione potrebbe essere occorsa inizialmente nelle popolazioni pastorali) e la comparsa degli occhi azzurri (che è anche questa in realtà una mutazione puntiforme, cioè che appare "per errore" ogni tanto, e se si verifica in ambienti favorevoli, ad esempio nel nord Europa dove c'è meno sole e la melanina non è necessaria, può essere trasmessa, un po' la stessa storia delle farfalle e della rivoluzione industriale). L'altro esempio proposto è la selezione naturale che avrebbe "modificato il sistema immunitario e i globuli rossi delle persone in modi che aiutano a resistere alla malattia trasmessa dalle zanzare". In realtà sanno tutti che a caratterizzare l'emoglobina dei portatori di anemia mediterranea è la variazione di una sola base, rendendo i globuli rossi lievemente più piccoli, così chi ha quella mutazione risulta più resistente alla malaria, e ha quindi potuto ricevere un vantaggio di sopravvivenza nelle regioni a suo tempo infestate dalla zanzara anopheles
In pratica la resistenza alla malaria, data da una condizione relativamente rara di eterozigosi che non dà nessun problema (il portatore sano di anemia mediterranea) viene ereditata tranquillamente e non conferisce svantaggi eccessivi a chi la possiede, e per questo chi la possiede può riprodursi (il vero senso dell'evoluzione: solo che ha geni favorevoli può riprodursi e tramandarli).

"Cavoli, broccoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles sono tutti differenti cultivar di una singola specie, Brassica oleracea, della quale, generazione dopo generazione, abbiamo rimodellato foglie, steli e fiori in modi radicalmente diversi, proprio come abbiamo selezionato carlini, bassotti, Welsh corgie, San Bernardo e levrieri da una singola specie di lupo. Il mais era un tempo un'erba selvatica nota come teosinte, le bacche dei pomodori erano molto più piccole e gli antenati selvatici delle banane erano pieni di semi."
Ne avessero azzeccato una: appunto che la specie di cavoli (o di cani) è sempre la stessa, il DNA è lo stesso, tant'è che sono specie che se si accoppiano danno prole fertile, requisito essenziale in genetica (non accade ad esempio accoppiando cavallo e asino). I geni sono gli stessi, che poi hanno delle varianti alleliche; le differenze nelle caratteristiche nutrizionali e antigeniche sono nulle; mais e pomodori sono altamente sconsigliati nella paleodieta, quindi di che stiamo parlando? chi se ne frega se erano diversi (più piccoli). Come se un uomo alto e uno basso non facessero parte della stessa specie. Le banane avevano i semi, e quindi? i loro epitopi antigenici (le "parti" riconosciute dai nostri anticorpi che determinano la risposta immunitaria) non sono mica cambiati perdendo i semi (selezione tra l'altro fatta piuttosto di recente dall'uomo).

In pratica si dice che la dieta paleo non ha fondamenta valide perchè esistono uomini con gli occhi chiari da meno di 10 mila anni. Forse sono stupido io ma non capisco cosa c'entri il colore degli occhi col metabolismo energetico e la funzionalità digestiva e immunologica.

"Contrariamente a quanto si pensi, alcuni uomini del paleolitico soffrivano di aterosclerosi". Certo, ma essa era data da fattori di stress, non certo alimentari come oggi.
A quell'epoca si moriva a 30 anni. Ma c'è da considerare che i nostri antenati non avevano sempre da mangiare a disposizione, anzi si doveva lottare per ottenerlo, non lo si trovava certo al supermercato. Ed ecco salire lo stress (e quindi il cortisolo) e quindi l'accumulo di lipidi nelle arterie e quindi aterosclerosi (come dimostra un lavoro sui ratti geneticamente ipercolesterolemici sottoposti a digiuno alternato). E si moriva di malattie infettive e malnutrizione, non certo di diabete o cancro.
In realtà è dimostrato che la paleodieta ha un basso rischio aterogeno nonostante i molti grassi  (infatti i carboidrati, se raffinati, sono molto peggio). E comunque meglio che prendere cortisone tutta la vita, notoriamente fattore riduttivo dell'aspettativa di vita, comune tra chi soffre di malattie autoimmuni, che sono tra l'altro associate con rischio cardiovascolare.
Nessuno vuole dire che il paleolitico era un paradiso nè che c'era abbondanza di cibo, e sicuramente vivevano di meno e erano più soggetti a malattie infettive, ma non a quelle infiammatorie (autoimmuni, tumori, diabete).
Tutti questi esempi non c'entrano nulla col metabolismo energetico o ormonale e con la tolleranza agli alimenti, e sono quindi piuttosto inutili.

"Gli organismi con cui condividiamo i nostri corpi, in particolare i miliardi di batteri che vivono nel nostro intestino, si sono evoluti più velocemente. I batteri intestinali interagiscono con il cibo in molti modi, aiutandoci a frantumare le dure fibre vegetali, ma competono anche per le calorie. Non abbiamo prove dirette di quali specie batteriche prosperassero negli intestini paleolitici, ma possiamo essere sicuri che le loro comunità microbiche non corrispondevano esattamente alle nostre". Ovviamente non è vero niente ed è appena uscito un articolo di Nature che smentisce questa tesi. Come se E. coli fosse nato nel medioevo e S. aureus durante la rivoluzione industriale. Ma per favore. Basta esaminare l'intestino di chi pratica la paleodieta o di chi abbia sempre vissuto così (certe tribù che vivono ancora da cacciatori-raccoglitori) per evidenziare una forte variazione in senso positivo del loro microbiota. Insomma esso cambia in base a ciò che mangiamo, non il contrario.

E la paleodieta non è necessariamente iperproteica (cosa che sarebbe potenzialmente dannosa favorendo la crescita di una flora intestinale proinfiammatoria, aumentando quindi il rischio cardiovascolare), ma piuttosto iperlipidica e ipoglucidica. Uno dei motti di che segue questo regime è "se non mangi verdura e frutta quanto un vegano, non è paleo". La carne può avere un effetto infiammatorio o antinfiammatorio, e probabilmente questo dipende dalla nostra flora, che libera dei metaboliti potenzialmente dannosi. Associando un'alta quantità di fibre e antiossidanti, il potenziale infiammatorio si abbassa.

Viene anche citato un video piuttosto inutile. Non si capisce infatti perché una archeologa dovrebbe insegnare genetica e pontificare sull'alimentazione (e manco lo fa correttamente). In pratica secondo lei siccome l'uomo ha selezionato piante con frutti più grandi e con meno caratteristiche negative, il suo (dell'uomo) genoma è cambiato.
"Utilizzavano i cereali.." certo ma non nelle quantità attuali! Solo quelli che trovavano cresciuti naturalmente, cioè quantità irrisorie. "i cibi proposti sono tutti stati modificati dall'uomo". Infatti proprio per quello si deve usare carne di animali allevati allo stato brado.
Ed è pure gente che insegna all'università. Non un accenno al mimetismo molecolare, non uno alla permeabilità intestinale.

La cosa più comica di tutte è che si conclude di usare i cereali integrali e evitare i prodotti industriali e i conservanti artificiali. E gli alti carichi glicemici. Ma come? non eravamo velocissimi ad adattarci ai cibi moderni? E i cereali non erano sanissimi?
Alla fine almeno dice "abbiamo molto da imparare".

Conclusioni

La realtà è che l'uomo è capace di adattarsi a ciò che si trova, perchè ci siamo evoluti per questo: sopravvivere in diverse condizioni. Tuttavia ci sono persone con minori capacità di adattamento e quindi possono trovarsi meglio con una dieta che riduca/elimini tutto ciò che è potenzialmente infiammatorio, e obbligarli a introdurre cibi che non riescono a tollerare quando loro si trovano meglio senza significa fargli una violenza.

La nostra capacità di adattamento alle situazioni è fondamentale per la sopravvivenza agli ambienti sfavorevoli, ma non tutti hanno lo stesso grado di tolleranza immunologica. Inutile cercare di trovare qualcosa che vada bene per tutti, molto meglio adattare l'alimentazione alle nostre possibilità.
Il corpo ha la possibilità di adattarsi, chi più chi meno, ma tutti hanno un limite.

Le larghe disponibilità di cereali ci consentono di avere più calorie, di lavorare di più e crescere meglio, i nostri antenati rimanevano infatti più bassi. Ma alla lunga vengono stimolate maggiormente le vie infiammatorie, particolarmente nelle persone sedentarie (che sono la maggior parte oggi), e quindi possono essere dannosi sul lungo termine.

Il nostro massimo potenziale genetico si esprime per molti con la dieta mediterranea, e con qualche proteina in più per gli sportivi. E magari per altri con diete vegetariane o vegane. Ma la paleodieta ha le potenzialità per diventare un corretto stile di vita.
Uno dei meccanismi è semplicemente rappresentato dal tenere bassa la glicemia, meccanismo "ubiquitario" di avanzamento delle malattie infiammatorie.

Tuttavia finchè non ci saranno studi con end-point a 20 anni non potremo stabilire che sia meglio del classico pattern mediterraneo.

Qualcuno dice: ci sono molti più lavori scientifici sulla dieta mediterranea che sulla paleo. Ma la dieta paleo è sotto studio da pochi anni, la med da decine. Come se si pretendesse che Dybala a 22 anni abbia segnato gli stessi gol di Messi che gioca da molto più tempo.
Le conclusioni sono quindi che il modello mediterraneo è probabilmente sempre il migliore e il più sicuro da usare, accompagnato da una giusta quantità di attività fisica, ma la riduzione (con inserimento a rotazione) e/o esclusione di alcuni cibi può portare a inaspettati miglioramenti in chi soffra di malattie infiammatorie e in particolare autoimmuni.

  Update 22/3/2015

Una dieta simil-paleo viene definita buona per la gestione della sindrome dell'ovaio policistico. Per chi volesse approfondire l'argomento consiglio i siti del dott. Luchi, di Arianna Rossoni e di Leonardo Rubini e il libro di Lindeberg. 

Update 16/6/2015
 Il blog evolutamente.it segnala dei confronti tra approccio mediterraneo e paleodieta.

  Update 6/10/2015

Il mio nuovo post sulla paleodieta.

  Update 22/2/2016

Dieta paleo migliora drammaticamente la steatosi epatica rispetto alla dieta low-fat. Le testimonianze di alcuni affetti da psoriasi sul metodo Apollo

  Update 7/3/2016


La paleo dopo un attacco di cuore. Anche la Mayo Clinic si schiera a favore della paleodieta.

Il mio intervento al congresso Sinfer, su alimentazione e malattie autoimmuni, dove purtroppo non ho avuto il tempo di parlare di paleodieta.


  Update 20/4/2016

La mia amica e collega Chiara Cevoli segnala i siti dal quale acquistare carne di alta qualità.

  Update 26/4/2016

Sia la dieta mediterranea che quella paleo riducono i marker di infiammazione sistemica, potenzialmente sono quindi terapeutiche per qualunque malattia che dipenda dall'infiammazione. Quale sia la migliore per ciascuno dev'essere comunque valutato da un esperto.
Gli Inuit, popolazione del Nord America, ha forse un'incrementata incidenza di spondilite anchilosante a causa delle dosi di amido mai avute nella loro storia se non negli ultimi anni.

  Update 26/4/2016

La vitamina K2 (carne e formaggi da bovini alimentati a erba, tuorlo, fegato, natto) può aiutare chi soffre di artrite reumatoide.
Si ipotizza che il glifosato, noto diserbante accusato di tossicità, possa stimolare la permeabilità intestinale e favorire alcune malattie tra cui la sindrome dell'ovario policistico.
Vi sono forti omologie nelle sequenze di glutine, proteine del latte (caseine, MOG) e proteine neuronali, giustificando così problemi legati al sistema nervoso centrale e periferico (sclerosi multipla, fibromialgia, depressione, schizofrenia ecc) in chi abbia sensibilità a questi alimenti.

  Update 6/5/2016


Un esempio di settimana paleo e 100 ricette. L'infezione da candida sembra implicata con la genesi di alcune patologie mentali (deficit cognitivo, schizofrenia e bipolarismo).

  Update 13/5/2016


Qualche consiglio per gestire la permeabilità intestinale.
Altre balle sulla paleo, che è più nutriente a parità di calorie di un'alimentazione standard.
Un report dei consumatori americani consiglia di utilizzare carne grass-fed il più possibile, sia per la maggiore qualità dei nutrienti che la minor presenza di batteri antibiotico-resistenti.
Conferme sull'ipotesi dell'igiene.
La paleo non necessariamente promuove la longevità: infatti l'obiettivo della natura è riprodursi, non vivere a lungo né per sempre.

  Update 23/5/2016

Il collegamento tra infezione del virus Epstein Barr (responsabile della mononucleosi, "malattia del bacio") e il lupus (LES) in persone predisposte geneticamente.

  Update 30/5/2016

Ottimi risultati in uno studio sulla paleo in pazienti diabetici.
L'importanza del microbioma della pelle secondo Chris Kresser
Il dott Luchi segnala la raccolta bibliografica completa sulla paleo.
Alcune ipotesi sulla pericolosità del grano moderno a causa delle manipolazioni subite.
Il ruolo del microbiota nello stimolare l'infiammazione (fermentando i metaboliti alimentari) e preparare terreno fertile per i tumori, intolleranze ecc.

  Update 30/5/2016

Uno studio australiano ha messo a confronto l'approccio paleo con quello classico (simil-mediterraneo): la paleo ha determinato una migliore composizione corporea dopo un mese. Viene però sottolineato che non si conosce l'impatto nel lungo periodo e che servono studi appositi.

Dopo anni qualcuno si sveglia sulle cause della psoriasi.

  Update 15/6/2016

Un probabile collegamento tra morbo di Graves (ipertiroidismo) e infezione con virus di Epstein Barr (mononucleosi).
Una nuova ipotesi sulla disbiosi che accompagna le malattie autoimmuni: alterano la conformazione delle proteine di chi li ospita, attivando così la risposta autoimmune.

  Update 21/6/2016

L'importanza della colina nelle malattie autoimmuni.

Update 24/6/2016

Un'interessante riflessione di Leonardo Rubini sulla personalizzazione della dieta.

Update 28/6/2016

Interessante articolo sulla sindrome da stanchezza cronica, che viene ritenuta da molti una malattia immaginaria, ma che in realtà dipende (anche) da un'alterazione dei microbi intestinali.
E questo viene sempre più confermato anche nella sclerosi multipla.
In una nuova review viene ripresa l'importanza del sistema immunitario, del microbiota e della permeabilità intestinale alterati nelle malattie infiammatorie intestinali, ma viene messo in dubbio l'uso dell'approccio paleo, in particolare per la possibile carenza di vitamine. Non l'hanno capito molto.
Update 7/7/2016

Nuove conferme sui danni dovuti alle infezioni che alterano il microbiota e la risposta immunitaria.
Conferme sui legami tra microbiota e sindrome della stanchezza cronica.
Perché alcuni reagiscono alle terapie e altri no? Perché non tutti hanno le stesse popolazioni di globuli bianchi.
I supplementi consigliati nel protocollo autoimmune.
Anche la leptina viene ridotta dalla paleo, potenzialmente migliorando risposta immunitaria e metabolismo.
I virus come causa di neurodegenerazione e altre malattie autoimmuni o progressive.

Aggiornamento 11/7/2016

Alcuni batteri rari, come C. aerofaciens e E. lenta, sono associati ad aumentato rischio di artrite reumatoide, così come una riduzione di Faecalibacterium, mentre P. histicola migliora il quadro nel modello animale. 

Aggiornamento 12/7/2016

Lo shifting dei macrofagi nella forma M1, proinfiammatoria, fa bloccare il ciclo di Krebs al citrato, favorendo la sintesi dei grassi: questo può giustficare l'aumento di peso in chi ha infiammazione.

Aggiornamento 17/7/2016

La Arthritis Foundation consiglia di provare a togliere le solanacee (pomodori, bacche di Goji, patate, peperoni, peperoncino, melanzane) e osservare se si hanno miglioramenti nell'artrite reumatoide. Il claim non è supportato da forte evidenza ma vale la pena provare.


Aggiornamento 19/7/2016

Un interessante commento sulla dieta paleo da parte di Emanuele Giordano


Questo continua a chiarire che la dieta paleo "vera" non ha granché a che fare con quella che si fa oggi, ma appunto si tratta più che altro di una dieta di eliminazione di alimenti potenzialmente infiammatori. Questi alimenti, tra cui spesso ci sono i cereali, semplicemente hanno avuto una selezione per produrre molecole tossiche (lectine ecc) per l'intestino di chi li mangia. In questo modo appunto hanno un vantaggio evolutivo che dovrebbe tendere a farle predare di meno.

Aggiornamento 26/7/2016

Ennesima conferma della causa della sensibilità al glutine, cioè la permeabilità intestinale.

Aggiornamento 31/7/2016

Lo sanno anche i sassi ormai, ma sempre meglio ricordarlo: più bassa è la vitamina D, più diventa aggressiva la colite ulcerosa.
Non è vero che nel paleolitico non ci si ammalasse di tumore. Tuttavia non è che siccome si trova un fossile col tumore si può dire che fosse una malattia fortemente diffusa. Oggi si ammala quasi una persona su due. Le spiegazioni sono diverse: vita più lunga e contatto con sostanze che non dovrebbero esserci (fumo, ftalati, benzene, ALIMENTAZIONE ecc).
Interessante articolo su permeabilità intestinale e malattie autoimmuni.
Allo studio un trial su paleo e artrite reumatoide.
Nuove prove sull'ipotesi dell'igiene, il parto cesareo e il legame con malattie autoimmuni.
La reintroduzione dei cibi col protocollo autoimmune non sempre va come dovrebbe, perché?

Aggiornamento 4/8/2016

Povera antropologa, si continua a scoprire che alcune specie microbiche sono con noi da quando eravamo molto simili alle scimmie.
Alcuni batteri agiscono alterando la funzionalità del recettore per la vitamina D, aprendo le porte alle malattie autoimmuni: eliminarli può essere la chiave per gestire queste malattie.
Anche la gestione del rapporto tra Th1 e Th2 è importante.
I consigli del dott. Hyman per la gestione delle malattie autoimmuni.


Aggiornamento 10/8/2016

Un lavoro pubblicato su Nature conferma che l'osteoporosi è nata 10.000 anni fa circa, ossia quando siamo diventati agricoltori e abbiamo iniziato a cibarci dei latticini con frequenza.
Il virus di Epstein Barr possiede numerose sequenze simili a quelle codificanti per geni legati alla risposta immunitaria, e, mandandola in confusione, può così facilmente essere concausa di malattie autoimmuni.
Un case-report di sindrome metabolica guarito grazie alla paleo: abbandono totale delle medicine in 6 mesi.

Aggiornamento 24/8/2016

Alcune considerazioni sul vivere moderno e le sue conseguenze.
Uno studio sul protocollo wahls per la sclerosi multipla è stato finanziato. A conferma della bontà del progetto.
Secondo ricercatori australiani, come già detto, la dieta paleo non è sempre facile da seguire.
Molto dipende dall'organizzazione, una volta iniziato diventa più facile!
Aggiornamento 29/8/2016

Copio e incollo un post del mio amico Paolo Antolini sul legame tra tiroide, surreni e psoriasi, in particolare quella inversa

TIROIDE E PSORIASI INVERSA
Prendendo spunto da una consulenza fatta oggi, vi voglio sottolineare un legame pressoché sconosciuto, ma assai importante.
In questa storia ci sono 4 attori protagonisti
1) Tiroide
2) Surreni
3) Candida
4) Psoriasi inversa
La storia la raccontiamo così
Atto 1
Tiroide: non funziono proprio, questa schifezza che mi danno chiamato eutirox corregge le mie analisi, ma soffro e con me soffre tutto il mio metabolismo
Durata dell'atto: molti anni
Atto 2
Surrene: Dai tiroide tranquilla ti aiuto io, produrrò molto cortisolo per sostenere la tua mancanza, fintanto che reggo la stanchezza sarà sopportabile.
Purtroppo per mio effetto anche il sistema immunitario verrà bloccato.
Candida: EVVIVA !!! Col sistema immunitario paralizzato io farò la bella vita, e tu ti beccherai una bella psoriasi inversa dovuta alle mie tossine
Durata dell'atto: molti anni
Atto 3
Surrene: cavolo tiroide sono stanco morto che facciamo
Tiroide: Basta adesso saremo talmente stanchi da non riuscire più ad alzarci dal letto...e il nostro umore sarà ballerino al massimo...
Atto 4: Dipende da voi
Finale 1: Cambio eutirox passando ad ibsa o alla secca, recupero i surreni, sistemo la flora e ritorna il sereno
Finale 2: Non faccio nulla e la qualità della mia vita sarà un inferno

Conferme sulla responsabilità dei traumi infantili come causa di malattia.

Aggiornamento 1/9/2016

Le strategie del dott Hyman per migliorare la permeabilità intestinale:

  1. assumere enzimi digestivi
  2. evitare cibi industriali
  3. avere una dieta antinfiammatoria
  4. assumere vitamina A e glutamina
  5. assumere cibi fermentati
  6. fare attività fisica
  7. ridurre lo stress
Qualche avviso dall'esperienza di Paolo Antolini per la psoriasi



Conferme che l'uso di antibiotici in tenera età aumenta di molto il rischio di malattie autoimmuni.

Aggiornamento 4/9/2016

La paleodieta dà buoni risultati in termini di dimagrimento e infiammazione sistemica in uno studio di 2 mesi su soggetti sani.
Un riassunto degli effetti delle diverse diete sulla sclerosi multipla.
Un video interessante del dott. Greger, vegan convinto, che sostiene che i vantaggi paleo sono dovuti esclusivamente alla rimozione dei cibi "moderni" e industriali.

I prodotti animali, ricchi di grassi, in particolare se allevati in maniera non adeguata,  possono causare permeabilità intestinale, endotossemia e infiammazione, tutti attivatori dei processi infiammatori e iperglicemizzanti.

Una dieta con bassa istamina e bassa quantità di alimenti istamino-liberatori migliora la dermatite atopica.

Aggiornamento 11/9/2016

Sembrerà strano, ma camminare scalzi, oltre che stare più a contatto con lo sporco, sembra attivare in maniera corretta il sistema immunitario, prevenendo e riducendo le malattie autoimmuni.

Secondo la dott.ssa Frassetto, la paleo è utile nelle prime fasi dell'insufficienza renale, migliorando la funzionalità glomerulare e riducendo il rischio di calcoli renali.
Update 16/9/2016
In caso di infiammazione persistente dovuta a infezioni batteriche o altro, il metabolismo della vitamina D viene alterato. Il trattamento con olmesartan (farmaco antipertensivo) può ristabilire il corretto funzionamento del suo recettore per la vitamina D.
Anche la MayoClinic parla dei potenziali benefici della paleo, ma viene sottolineato che gli studi sono sempre meno rispetto alla necessaria quantità per dare linee guida.

  Update 22/9/2016

La paleo funziona non  solo per le proteine, ma soprattutto per la ricchezza di nutrienti dalle 3 tazze di verdura consigliate giornalmente.
Alcune idee per la colazione paleo.
La sindrome da fatica cronica (fibromialgia) sempre più legata al microbioma.
Le muffe possono influenzare l'espressione di anticorpi e del sistema redox, facendoci stare male in particolari ambienti.

Update 3/10/16 

Quando leggiamo che il fabbisogno di una certa vitamina è X, e che può essere coperto totalmente dall'alimentazione, quel valore è riferito ad una persona normale e in buona salute. Vi è evidenza crescente che le persone con malattie croniche e infiammatorie abbiano necessità sensibilmente più alte di nutrienti, come i folati e il magnesio ad esempio.

Update 5/10/16 
L'intolleranza alle proteine del latte è tipica di persone con sindrome da stanchezza cronica.

Il bravo Jared Siegler ci informa sulla pericolosità del H. Pylori e su tutto ciò che può causare, soprattutto se rimane silente. Dall'ulcera alle malattie autoimmuni ai tumori.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=917180332504&set=a.506464974374.2013561.140301926&type=3&theater

Il modo in cui l'alterazione dei microbi intestinali porti all'attivazione del sistema immunitario e alle malattie croniche.

10 consigli dal dott Hyman per migliorare le malattie autoimmuni e gli effetti collaterali dei farmaci per queste malattie.

L'Aspergillus, un comune fungo utilizzato anche per produrre vitamine ecc, può essere responsabile di induzione di autoanticorpi (e quindi malattia autoimmune) mediante mimetismo molecolare.
Update 7/10/16 

In alcuni casi la celiachia può essere conseguente all'infezione da candida, a causa della cross-reattività delle proteine. Per chi abbia la celiachia (o malattie autoimmuni legate al glutine) è inoltre necessario debellarla  a causa proprio della somiglianza tra glutine e proteine espresse dalla candida in fase attiva.

Tutto ciò che è controllato dal nostro microbiota: allergie, malattie metaboliche e autoimmuni, asma, debolezza ecc.
Update 10/10/16 
Secondo un sito la dieta gluten-free non risolve la permeabilità intestinale nei celiaci, che vanno comunque incontro a problemi di salute, come carenze vitaminiche e infiammazione sistemica.
Aggiornamento 12/10/2016

Come accennato prima, anche l'infezione da H. Pylori può determinare autoimmunità, anche tiroidea. Alcuni ceppi possono comunque comportarsi da "amici", proteggendoci dai vermi. Altri sono particolarmente difficili da scoprire perché riescono a non far sviluppare anticorpi se non nella prima fase dell'infezione.
Il prof Vojdani parla di autommunità e fattori ambientali.
Il microbiota dei malati di sclerosi multipla si conferma alterato.
Aggiornamento 14/10/2016

Le caratterizzazioni genetiche degli uomini paleo sono più complesse di quanto pensato, ma probabilmente fu una sola grande migrazione dall'Africa a diffondere gli ominidi nel mondo.



Aggiornamento 14/10/2016

Pubblico, col suo permesso, una foto del prima e dopo di un paziente che segue la dieta paleo per la psoriasi: dobbiamo ancora guarire completamente, ma il progresso è evidente. Bravo!


Perché usare il brodo d'ossa e come farlo.
Aggiornamento 17/10/2016

La barriera cellulare dello streptococco rappresenta un forte fattore di attivazione nella psoriasi.
Non solo il glutine può creare problemi, tra le proteine del grano. Anche gli inibitori dell'amilasi-tripsina possono scatenare problemi di tipo immunitario.
Aggiornamento 18/10/2016

La temperatura esterna (sia caldo che freddo) può influenzare i mitocondri e la loro risposta, chiamata cell danger response (risposta cellulare al pericolo) ha legami col sistema immunitario. Per questo alcune persone con malattie autoimmuni possono avere sensibilità alla temperatura in senso positivo o negativo.
Inoltre questa modalità, estremamente conservata negli esseri viventi, conferma che l'interpretazione del pericolo è univoca, sia che si tratti di presenza di molecole esterne, virus, batteri, parassiti, mancanza di cibo o altro. La reazione sarà sempre quella di risparmio energetico e attivazione dei segnali di sopravvivenza.
L'alterazione della funzionalità mitocondriale è alla base di tantissime malattie (autismo, asma, allergie, sensibilità alimentari, disturbi dell'umore, malattie autoimmuni, tumori ecc).
Aggiornamento 22/10/2016

L'importanza dei grassi da una prospettiva evoluzionistica: oggi assumiamo grassi molto diversi da quelli per cui siamo geneticamente progettati.

Una vecchia terapia potrebbe risolvere i problemi autoimmuni di qualcuno: quella con vermi intestinali, che modulano la permeabilità intestinale e l'immunità.

La paleo, un'opportunità per discutere su cosa ci faccia bene e cosa no.
Individuati 2 geni ancestrali correlati con la maggior resistenza alle infezioni ma anche con la maggior probabilità di avere malattie autoimmuni.

L'agricoltura fu probabilmente scoperta in più luoghi contemporaneamente, 10 mila anni fa, nel Medio Oriente.
Il bilancio tra batteri buoni e cattivi fa la differenza tra salute e malattia

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jhn.12371/full
Alcuni sono amici, altri no, anche se la distinzione spesso non è così netta.

La predisposizione alla psoriasi sembra associata ad alcuni geni che permettono una migliore guarigione dalle ferite, accumulo di grasso (thrifty genotype) e resistenza alle infezioni: per questo la sua predisposizione si è tramandata nell'evoluzione ma si manifesta solo con dei trigger ambientali (infezioni, mimetismo molecolare, cibo).
Aggiornamento 24/10/2016

Contrariamente a quanto ritenuto da alcuni, pare che le specie primitive si siano incrociate tra loro, quindi abbiamo diversità genetiche più grandi di quanto pensato finora.
Quali sono le cause di una malattia autoimmune come il lupus? Non sono castighi divini, come qualcuno pensa, ma sono attivatori ambientali in persone geneticamente predisposte: tra di esse troviamo infezioni, sostanze chimiche e farmaci, ALIMENTAZIONE, raggi UVB, alterazioni ormonali, invecchiamento.
Secondo un lavoro scientifico la vita media dei cacciatori-raccoglitori era (ed è) intorno ai 70 anni.
Rivoluzionarie scoperte sullo splicing delle proteine coinvolte nel sistema immunitario.
Un case-report (caso singolo) di persona guarita da tumore bronchiale con dieta paleo chetogenica.
Aggiornamento 28/10/2016

Cosa mangiavano i nostri antenati? Tutto quello che gli era possibile, dato che non era possibile scegliere: lo rivela l'analisi dentale dei fossili.
Trattare cellule dendritiche (responsabili della funzione di tolleranza immunitaria) con vitamina A annulla la risposta allergica al cibo in un modello animale, e può essere usata ance nelle malattie autoimmuni.
Nei colori utilizzati per i tatuaggi sono potenzialmente presenti sostanze tossiche che possono stimolare la risposta autoimmune.
Gli anticorpi per il lievito di birra sono spesso presenti in persone con colite ulcerosa, spondiloartrite, obesità, lupus.
Aggiornamento 1/11/2016

Un incrocio tra Neanderthal e uomini provenienti dall'Africa durante il paleolitico ha determinato un rimescolamento del genoma andando ad influenzare anche le risposte immunitarie.

La quercetina (500mg al giorno) si rivela utile nell'artrite reumatoide, riduce l'infiammazione senza effetti collaterali.

I legami tra autoimmunità, microbiota e diabete di tipo 1, ancora abbiamo da scoprire, ma il quadro è più chiaro.

Le donne hanno acquisito l'attuale flora vaginale (lattobacilli) durante la rivoluzione agricola. La vagina è come un forno autopulente, non ha bisogno di saponi antibatterici, solo acqua, per non alterare la flora. L. crispatus sta emergendo come il supereroe della vagina!
Aggiornamento 3/11/2016

L'importanza dei virus per la nostra salute: elementi coi quali conviviamo e spesso possono dare
problemi, ma anche essere amici.

Un pediatra spiega perché vivere nell'eccessivo pulito fa male ai bambini e li espone alle allergie: i nostri microbi intestinali, oltre a essere fondamentali per la digestione, ci permettono di gestire ansia, stress e umore.

L'importanza del sistema immunitario nelle malattie del sistema nervoso: la glia nutre e protegge i neuroni.

Crescono le prove secondo cui la permeabilità intestinale preceda sempre l'autoimmunità.
Le persone con malattie autoimmuni sembrano avere un alterato metabolismo glucidico nelle cellule immunitarie.
Aggiornamento 8/11/2016

Sempre più studi indicano rapporto tra sclerosi multipla e microbiota.
Si cominciano a intuire complicate relazioni tra microbiota, funghi, virus, altri fattori ambientali e qualità delle citochine rilasciate.

Alcuni emulsionanti normalmente contenuti nei cibi processati sono legati ad alterazione della flora batterica e infiammazione di basso grado, e tutte le loro conseguenze: diabete, aumento di peso, tumore del colon, malattie autoimmuni.

Aggiornamento 9/11/2016

Gli uomini devono essere comunque considerati onnivori: i carnivori infatti hanno un genoma più selezionato, e hanno perso i geni per la digestione dei carboidrati.
Anche lo sport estremo è in grado di aumentare la permeabilità intestinale, anche in persone allenate.

Un post della collega Emmanuela Spirito sul metabolismo delle cellule immunitarie


L'infezione di un particolare E. coli, altamente adesivo, potrebbe essere alla base del morbo di Chron, almeno in alcuni casi.  Questo batterio fecale può essere contratto col cibo conservato o lavato male.
Alcuni legami tra dieta e osteoartriti suggeriti dai dietisti americani.
Aggiornamento 11/11/2016

Una rassegna delle diete e di ciò che attiva o riduce i sintomi gastrointestinali nelle malattie infiammatorie croniche (MICI).
Probabilmente è possibile individuare 2 grandi famiglie di genomi mitocondriali, uno paleolitico e uno neolitico. Speculando è possibile ipotizzare che al primo convenga seguire un regime paleo, al secondo un regime più legato ai prodotti dell'agricoltura. La questione è probabilmente ben più complessa.
Aggiornamento 15/11/2016

La puntata di ieri del programma spin-off di Report, Indovina chi viene a cena.
Il prof Fasano, ricercatore di Harvard Medical School, spiega bene come i prodotti moderni, in particolare il glutine e le farine lavorate, creino problemi intestinali che sfociano nelle malattie moderne, autoimmuni, diabete ecc

Conferme sull'importante influenza dell'incrocio tra Neanderthal e altri ominidi per la determinazione delle risposte immunitarie.
Gli antibiotici, sopprimendo anche le specie amiche, creano un ambiente favorevole per la crescita di specie nemiche, come la salmonella, perpetuando la diarrea e gli altri problemi. Reintegrare SEMPRE la flora intestinale.
Alcune specie hanno particolari forme di LPS che possono indurre tolleranza, insieme al latte materno, riducendo la possibilità di autoimmunità.
Aggiornamento 18/11/2016

In un piccolo trial, 4 giorni di simulazione di vita paleolitica hanno abbassato il grasso del 10%, ridotto indici di steatosi e omeostasi glucidica, aumentato la massa muscolare. Curiosamente, un indice di infiammazione (PCr) è aumentato. 
Le differenze tra il sistema immunitario europeo e quello dei pellerossa erano così forti che hanno portato a dei segni nel DNA dei nativi americani.
Il glutine ha un'azione diretta sulle cellule del sistema immunitario: questo può spiegare la sua influenza in molte malattie tra cui quelle autoimmuni. Vitamina D e A invece regolano correttamente l'azione delle cellule bianche.
Aggiornamento 21/11/2016

Un tempo si pensava "l'unico batterio buono è il batterio morto".
Oggi abbiamo capito che è giusto che i bambini, soprattutto nella "finestra di opportunità" (fino a 3 anni) abbiano contatti coi microbi per "allenare" il sistema immunitario e ridurre il rischio di tantissime malattie, asma, allergie, autoimmunità, autismo ecc.
Gli antibiotici spesso peggiorano la qualità dei microbi e sono quindi implicati in queste malattie.
La risposta metabolica ai diversi microbi non però è affatto scontata e varia soggettivamente.

Un blog con studi e referenze su dieta paleo.
Aggiornamento 23/11/2016

IGF-1, un fattore di crescita stimolato da alcuni cibi, ha una grande importanza nell'infiammazione e nell'immunità mediata dai macrofagi, ad esempio nelle vie aeree.
Il dott. Kresser ci spiega la differenza tra fonti di carboidrati

In paleodieta spesso si consigliano i prodotti fermentati
Ecco un caso in cui una paziente riferisce che le aumentano i dolori da artrite reumatoide.


Questo per far capire l'estrema soggettività alle sensibilità alimentari. Quello che fa bene a uno può essere deleterio per altri: il nostro sistema immunitario è molto complesso!

Un'altra guida alla reintroduzione dei cibi in paleo autoimmune, e quella all'uso dei grassi.
Aggiornamento 25/11/2016

I probiotici, interagendo con il sistema immunitario, possono contribuire a sanare ma anche ad aumentare la malattia: un effetto paradosso in cui trovare un bilanciamento è molto difficile. Finché non si riduce la permeabilità intestinale è opportuno non integrare.
Inoltre bisogna considerare se una malattia ha una dominanza Th1 o Th2: la polarizzazione del linfociti va infatti trattata in modo diverso.
Aggiornamento 28/11/2016

Copio e incollo un post di Paolo Antolini sulla candida

CIAO SONO LA CANDIDA
Ciao Amico, è da un po' che ti volevo dire queste cose, adesso ci tengo proprio a spiegarti come funziono, così tu possa creare le condizioni che mi permettono di proliferare dentro il tuo pancino..
CHI DEVE LEGGERE
Tutti quelli che soffrono di psoriasi, soprattutto le forme inverse ( genitali e pieghe)
Tutti quelli che hanno fatto terapia di immunosoppressione
Tutti quelli che soffrono di tiroide in modo manifesto o sublinico
COSA AMO
Per stare bene io ho bisogno di 3 cose:
- Tanti zuccheri semplici, mangia zucchero, dolci, miele, frutta zuccherina e io starò proprio bene, il mio top sono i dolci industriali, GNAM GNAM, ci penso io a farti venire una grande voglia di dolci sempre, così non mi affamerai mai
- PH ACIDO, se mi fai stare nel mio ph acido vado da dio...
- Stressati tanto e tieni il tuo sistema immunitario soppresso, usa antibiotici che uccidono i miei nemici batteri e mi fanno stare bella larga a mangiare pappa
COSA ODIO
Odio quando mangi pulito, ho BISOGNO DI ZUCCHERI, se mangi riso, proteine e grassi di qualità e stai distante dal cibo industriale, per me è un problema
Odio il ph basico, se prendi del bicarbonato, basta anche un cucchiaio da te nell'acqua due volte al giorno, lontano dai pasti e l'aumento del ph intestinale mi fotte
Odio il cocco e gli altri acidi grassi a catena corta come il caprilico e il butirrico
Odio il boulardii, è un altro lievito mio cugino, ma che mi porta via tutto lo spazio e mi impedisce di diventare grande
Odio la barbericina, l'origano, i semi di pompelmo e tante altre sostanze
Odio il tuo sistema immunitario, perchè quando funziona bene mi tiene sotto controllo tranquillamente
NON CERCARMI TANTO NON MI TROVI
Le uniche maniere per trovarmi sono cercare l'arabinolo nelle urine, ma tu vivi in Itaglia e non si può, cercarmi nel sangue in campo oscuro, molto difficile, oppure nelle feci, ma ti do un sacco di falsi negativi...
PS puoi anche sputare in un bicchiere, se il tuo salivo nell'acqua fa fili, e precipita, facile che io ci sia..
Ma poi chi te lo fa fare di avere una conferma scritta, se hai inversa tranquillo io ci sono...se sono nella tua vagina, sono ovunque..
Ecco adesso spero che tu ne sappia qualcosa di più di me...trattami bene sarò la tua migliore amica..

La tua ( spero non) per sempre CANDIDA ALBICANS...

Aggiornamento 29/11/2016

Le infezioni più comunemente associate con artrite reumatoide. Inoltre tra i peggiori fattori di rischio c'è il fumo.
Aggiornamento 2/12/2016


Siamo contenti!

Il mio nuovo post sul glutine e sulle varietà moderne di grano.

Aumentano le prove sulla presenza di permeabilità intestinale nella sclerosi multipla.
Aggiornamento 5/12/2016

La paleo va bene per tutti? assolutamente no. Chi ha gli anticorpi (magari dovuti ad un'infezione e al mimetismo molecolare) contro le proteine della gelatina di vitello sicuramente non può andare a mangiare brodo d'ossa. Il protocollo dev'essere personalizzato.
In particolare è necessario trovare, in caso di sbilanciamenti del sistema immunitario, l'equilibrio tra risposta Th1 e Th2.

https://selfhacked.com/2014/07/18/supplements-people-th2-dominant/

Aggiornamento 9/12/2016

Alcune ricette natalizie per il protocollo paleo-autoimmune.
In un modello animale (maiali) il selenio, insieme alla vitamina E, riduce lo stress ossidativo e la permeabilità intestinale dovuta a stress (in questo caso ipertermia).
La riattivazione dell'EBV (virus della mononucleosi, malattia del bacio) si lega fortemente con malattie autoimmuni. La tiroidite di Hashimoto a moltissime infezioni.

Il mio nuovo articolo su glutine ed evoluzionismo.
La pratica del parto cesareo sta portando a cambiamenti evoluzionistici: se prima bambini con una testa troppo grande erano talvolta destinati a morire durante il parto, ora vengono spesso fatti nascere con questa tecnica, e quindi la tendenza ad una testa più grande viene ereditata nelle generazioni. Questo è possibile in pochi anni perché appunto riguarda modificazioni nei primissimi istanti di vita. Modificazioni che favoriscono o meno la sopravvivenza dopo l'età della riproduzione (esempio morte precoce attorno ai 40 anni) difficilmente vengono ereditate.
Aggiornamento 12/12/2016

La caratterizzazione del microbiota, dei virus e dei funghi tipici delle malattie autoimmuni: si conferma la candida come onnipresente. Uno dei problemi maggiori è la formazione di biofilm che rendono molto resistente la colonia di organismi.

Un esempio di dieta paleo, scoperto da alcuni studiosi, abbastanza simile a quello che ci aspettavamo: una prevalenza di vegetali non coltivati, probabilmente più amido del previsto e alcune carni selvatiche.
Aggiornamento 14/12/2016

Un'ottima ricetta per provocare permeabilità intestinale e tutto ciò che ne deriva (disbiosi, diabete, malattie autoimmuni, steatosi epatica, danni renali ecc) è la dieta occidentale ad alto contenuto di grassi e basso di vitamina D.
Si favorisce inoltre l'H. pylori e si distrugge l'Akkermansia, un batterio antiobesità.
Prima di fare una dieta low carb o chetogenica è meglio non essere in disbiosi e avere livelli sufficienti di vitamina D, che previene la permeabilità.
Il legame tra malattie gengivali e artrite reumatoide: un particolare batterio rilascia tossine che la innescano. Alcuni rimedi per i reumatismi.
Alcuni consigli per le diverse forme di psoriasi.
Aggiornamento 17/12/2016

L'importanza di molti ceppi batterici per l'autoimmunità, l'umore, la risposta allo stress ecc

In particolare il Bifidobacterium infantis, riesce a incrementare il triptofano e così migliorare umore, depressione e ansia
Aggiornamento 19/12/2016

Il bacillo L. reuteri sembra modulare positivamente la risposta immunitaria Th1 e Th2 e potrebbe essere la chiave per la guarigione delle malattie autoimmuni.
Molti altri batteri invece, come alcune specie di lattobacilli e bifidobatteri, H. pylori, o funghi come la candida, o virus come HCV e CMV, confermano il loro effetto di determinare autoimmunità, anche tiroidea.
Aggiornamento 21/12/2016

Ulteriori prove su cosa si mangiava nel paleolitico: nell'attuale Spagna, 1,2 milioni di anni fa, verdure e carne cruda. Tuttavia erano presenti anche almeno 2 piante amidacee, parenti dei cereali: sicuramente non era un consumo elevato, ma c'era. La cottura sembra risalire ad 800 mila anni fa invece, per alcune piante a molto meno. Lo spazzolamento dei denti 50 mila.

Uno speciale su Nature sul microbiota e la IBS: spicca la teoria dell'igiene applicata alle malattie intestinali.

Un batterio tipico delle malattie parodontaliAggregatibacter actinomycetemcomitans, induce modifiche (citrullinazione) nelle proteine dei neutrofili, una classe di globuli bianchi. Questa modifica è tipica nelle persone affette da artrite reumatoide, e lo sviluppo del batterio è contrastato dai bifidobatteri, in particolare B. adolescentis
Aggiornamento 23/12/2016

Cosa succede se nell'intestino manca una proteina, ZG16, che tiene lontani i batteri dalla mucosa? I batteri entrano nel sangue, creano infiammazione e il topo ingrassa e si ammala di diabete. Finché persiste la condizione infiammatoria non è possibile né dimagrire né guarire dal diabete. Sistema immunitario e omeostasi energetica sono solidamente legati.

La vitamina D previene e cura, nel modello animale, la sindrome metabolica, le alterazioni del microbiota, la steatosi epatica mediante la riduzione della permeabilità intestinale.
Aggiornamento 27/12/2016

L'importanza delle vescicole extracellulari, nella regolazione dell'omeostasi energetica, glicemica (diabete) e autoimmunità. Questo avviene soprattutto regolando l'espressione genica: le proteine non vengono prodotte anche se ci sono i geni che le codificano.
Le fonti sul legame tra malattie autoimmuni e cibo sono sempre di più e sempre più autorevoli: anche il National Institutes of Health
Le donne soffrono più spesso di malattie autoimmuni perché una via immunitaria è particolarmente controllata dagli ormoni femminili.
Aggiornamento 2/1/2017

Per ridurre il contenuto di antinutrienti in molti vegetali, e nei semi in particolare, è possibile lasciarli ammollati per alcune ore, possibilmente al buio.
Il recettore per gli arili è attivato dalle diossine e aumenta il rischio di malattie autoimmuni. La conclusione della relazione è che le malattie autoimmuni si hanno quando sono compresenti 3 fattori: microbiota proinfiammatorio, cellule T con autoanticorpi, profilo genetico predisponente. Io aggiungerei permeabilità intestinale.

Una critica simile alla mia alla dieta paleo: non vi è sostenibilità ambientale!
Aggiornamento 6/1/2017
In un modello animale di gotta, la dieta ad alto contenuto di fibra riduce l'infiammazione. Infatti l'acetato che si forma con la fermentazione batterica è in grado di ridurre l'aggressività dei globuli bianchi e il rilascio di molecole responsabili del dolore

Ricordate sempre che le malattie partono dall'intestino!

La mancanza di sonno altera anche la funzionalità del sistema immunitario, predisponendo per malattie autoimmuni e infiammatorie. In pratica si abbassa durante il sonno e si "riassetta", e se manca questa fase non è in grado di funzionare bene.

Un ottimo articolo che spiega perché i vegetali contengono antinutrienti, perché ad alcuni fanno male e ad altri no, e come si può ridurne la quantità.

I Neanderthal, incrociandosi con le donne dei nostri antenati, potrebbero aver avuto dei problemi nel cromosoma Y che ha portato alla nascita di maschi non adatti alla riproduzione, determinandone così l'estinzione.

Alcune carenze nutrizionali legate alla stanchezza cronica.
Aggiornamento 10/1/2017
La vitamina D aumenta l'espressione di un gene che viene soppresso nella sclerosi multipla e in generale nelle malattie autoimmuni

Il protocollo paleo cambia sempre in positivo il microbiota? No, su alcune specie capita che non ci sia miglioramento.

Alcuni virus intestinali potrebbero essere tra la cause scatenanti del diabete di tipo I

Alcune interessanti pagine su dieta, stile di vita, alimentazione e malattia, sul protocollo autoimmune (cosa mangiare), fibromialgia ecc

Aggiornamento 12/1/2017

La leptina è un crocevia tra metabolismo, immunità e infiammazione: la sua alterazione porta ai problemi di autoimmunità, peso, diabete ecc

Lo stress aumenta il rischio delle malattie cardiovascolari, e non solo: tumori, malattie infiammatorie e autoimmuni. Per anni questi legami sono stati solo ipotizzati e i soliti cretinetti che non vedevano oltre il loro naso lo negavano. Ora si è scoperto il meccanismo: lo stress aumenta la produzione di globuli bianchi infiammatori a livello del midollo osseo. Questo porta anche ad attivazione dell'amigdala, la zona cerebrale attivata in caso di allarme.
Aggiornamento 17/1/2017

Lo stretto legame tra latticini, uova e artrite reumatoide.
La ricetta del brodo d'ossa e le sue importanti proprietà.
Come si fa a ridurre il rischio che il nostro sistema immunitario "impazzisca" e scambi parti di nostre cellule per microbi da attaccare (autoimmunità)? Un modo molto semplice è quello di avere livelli di vitamina D normali. Sole, uova, pesci grassi e integrazione (NON latticini) le migliori fonti
Aggiornamento 18/1/2017

I danni fatti dall'uso indiscriminato di antibiotici, che provoca l'impoverimento della flora, soprattutto se non viene correttamente reintegrata. Permeabilità intestinale, allergie, scorretta risposta immunitaria.

L'infiammazione è il miglior "amico" dell'invecchiamento. Più dura, più va avanti il processo di aging, e ognuno deve trovare la dieta per sé che non lo faccia infiammare.

Nel modello animale la dieta occidentale, ricca di zucchero e grassi saturi, provoca stress ossidativo e annulla i vantaggi ormonali che proteggono le arterie delle femmine di topo
Aggiornamento 21/1/2017

La vitamina D ha un uso terapeutico potenziale nelle malattie autoimmuni, funziona bene in chi è carente ma non si è ancora dimostrato che in tutti i malati livelli più alti possano curare.

B. longum appare protettivo nelle malattie autoimmuni e intestinali, prevenendo la permeabilità intestinale
Aggiornamento 23/1/2017

Un nuovo studio chiarisce le migrazioni degli uomini dalle loro origini.
Aggiornamento 28/1/2017
Sempre più complicati gli incroci tra i nostri antenati

La piramide della dieta di Terry Wahls

Un suo nuovo post a favore della sua dieta in caso di trauma cerebrale, in modo da ridurre la situazione infiammatoria e favorire la rigenerazione

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (Crohn, colite ulcerosa ecc) hanno un'incidenza 3 volte superiore a quanto ipotizzato
Aggiornamento 1/2/2017

Il citomegalovirus potrebbe essere responsabile delle morti cardiovascolari nelle persone con artrite reumatoide.

Secondo un nuovo report di esperti di paleodieta, le patate, mangiate con moderazione, possono essere inserite nella dieta, non durante il protocollo autoimmune.
Il B. bifidum riduce, tramite il suo prodotto acetato, la permeabilità intestinale.
Aggiornamento 2/2/2017

Il cocco, o meglio i suoi grassi, si confermano un'ottima risorsa contro la candida.
Tutti i dubbi sulla sindrome della permeabilità intestinale chiariti da un articolo su Authoritynutrition .com

Le alternative paleo al caffè, soprattutto nella prima fase di protocollo autoimmune

Le persone con diabete di tipo 1 (autoimmune) mostrano specifiche alterazioni della mucosa e del microbiota a livello duodenale

Gli alimenti che favoriscono l'artrite secondo il PCRM

Condivido un post molto interessante di Corrado Penna tratto dal gruppo Psoriasi, sull'importanza delle infezioni nelle malattie autoimmuni

Agenti infettivi , vitamina D e malattie autoimmuni

Il dottor Truss nel suo libro "The missing diagnosisi" discute ampiamente della candidosi sistemica come causa o concausa delle malattie autoimmuni, ma più si va avanti e più si scoprono possibili connessioni tra le malattie autoimmuni e le infezioni/riattivazioni del virus Epstein–Barr, l’agente infettivo che causa la mononucleosi. Un possibile meccanismo di attivazione è quindi che porta il virus a infettare un organo/tessuto e il nostro sistema immunitario a identificare per errore tale organo/tessuto come una minaccia, a “etichettarlo” come estraneo e pericoloso per mezzo degli anticorpi (che segnalano alle cellule del sistema immunitario di attaccarlo). Un altro possibile meccanismo è quello del mimetismo molecolare: quando un agente infettivo ha una sequenza proteica molto simile a quella di un tessuto del nostro corpo, il nostro sistema immunitario potrebbe essere indotto erroneamente a etichettare come estreno e pericoloso il nostro tessuto (oppure un cibo come il glutine). Qualcosa di simile può succedere con l’intolleranza a certi cibi. Sebbene siamo ancora agli stadi iniziale di tale lavoro di ricerca, già diversi articoli scientifici ci permettono di affermare che non si tratta di pura e astratta speculazione. Se ciò dovesse essere ulteriormente confermato dalle ricerche future, potremmo inizare a comprendere dei meccanismi fino ad ora poco chiari.

Molte volte le malattie autoimmuni si innescano dopo un evento particolarmente stressante, dallo stress da superlavoro al trauma delle perdita di una persona cara, o della perdita del lavoro. Similmente il virus Epstein-Barr colpisce un paziente, o si riattiva (causando non solo mononucleosi, ma persino casi di meningo-encefalite) quando il sistema immunitario è particolarmente basso, ed è ben noto che lo stress e i traumi psichici possono indebolire momentaneamente il sistema immunitario. Ovviamente anche la disbiosi con la conseguenza debolezza immunitaria (e quindi tutti i fattori che la possono causare) possono concorrere a facilitare l’insorgenza di una infezione, non solo del virus Epstein-Barr. Anche altri fattori infettivi, virali e batterici, possono innescare una malattia autoimmune, presumibilmente attraverso uno dei meccanismi su indicati.

Iniziamo quindi ad analizzare l’articolo scientifico Immune responses to Epstein-Barr virus in individuals with systemic and organ specific autoimmune disorders (“Risposte immunitarie al virus Epstein-Barr in individui con disturbi autoimmuni sistemici e legati a organi specifici”)[1], nel quale si legge infatti che “sono diverse le infezioni virali (compreso il virus Epstein-Barr) che sono implicate nella patogenesi dei disturbi autoimmuni”. Lo studio ha controllato la presenza nel sangue di anticorpi contro tale virus nei malati di patologie autoimmune e nei soggetti di controllo sani. Lo studio ha coinvolto 44 malati di artrite reumatoide, 25 di triroidite di Hashimoto e poi un pari numero di soggetti di controllo (campione simile per età, sesso e altre condizioni di salute) . Il risultato è che tra i malati di artrite reumatoide il 52% aveva gli anticorpi al virus, stessa percentuale per i malati di tiroidite di Hashimoto, a differenza del 30% dei soggetti sani del gruppo controllo. Ma quel che più conta è che l’intensità degli anticorpi era decisamente più alta nei pazienti con condizioni autoimmune rispetto alle persone del gruppo di controllo che pure avevano gli anticorpi al virus EB.
L’articolo A possible link between the Epstein-Barr virus infection and autoimmune thyroid disorders[2] ci informa che precedenti infezioni da virus EB sono associate con I linfomi e possono causare anche malattie allergiche ed autoimmuni. Inoltre leggiamo nell’articolo che il virus EB modifica la risposta del sistema immunitario della persona che lo ospita e che, sebbene resti in uno stato latente per gran parte della vita della persona, a volte una grave malattia correlata alla presenza del virus EB si può sviluppare a distanza di tempo dall’infezione, e questo potrebbe anche spiegare i sintomi di esacerbazione di molte patologie autoimmuni. Le malattie attualmente correlate ad infezioni da virus EB sono il lupus eritematoso sistemico, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjögren e l’epatite autoimmune. Riguardo alle tiroiditi autoimmuni gli auotori affermano che il virus EB, sebbene non sia necessariamente l’unica e sola causa, può essere considerato uno dei fattori che contribuiscono alla genesi della malattia.

L’articolo Antiviral immune responses: triggers of or triggered by autoimmunity? (“Risposta immunitaria antivirale: fattore scatenante o scatenata a sua volta dall’autoimmunità?”) [3], ci informa che la genetica può essere solo un fattore che predispone alla patologia autoimmune, come ci mostrano le differenti condizioni di salute di gemelli identici e la distribuzione geografica delle malattie, che mostrano la concausa di fattori ambientali, alcuni dei quali potrebbero essere di natura infettiva.

L’articolo Epstein-Barr virus and systemic lupus erythematosus (“Il virus Epstein-Barr ed il lupus eritematoso sistemico”)[4] discute della scoperta di nuovi meccanismi di mimetismo molecolare collegati al virus EB che possono essere alla base dell’insorgere della malattia, e cita numerosi articoli recenti che hanno dimostrato come il carico virale da virus EB, l’aumentato numero di linfociti B periferici con infezione latente, e la maggiore presenza del DNA del virus tra i malati di lupus eritematoso sistemico rispetto ai soggetti sani del gruppo di controllo.

L’articolo Are Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis and Epstein-Barr virus triggers of multiple sclerosis in Sardinia? (“Il Micobatterio avium paratuberculosis ed il virus Epstein Barr sono fattori scatenanti della sclerosi multipla in Sardegna?”)[5] ci mostra che Mycobacterium avium paratuberculosis (MAP) non solo è stato trovato nel 27,5% dei malti di sclerosi multipla, ma che è stata pure trovate una risposta immunitaria estremamente alta contro una proteina di questo micobatterio che è somigliante ad una proteina della mielina umana, il che porta a sospettare un caso di reazione incrociata ovvero di mimica molecolare.

La capacità della vitamina D (quando è presente in quantità sufficiente nel nostro organismo) di regolare il sistema immunitario (facendo sì che sia più forte contro gli agenti infettivi e meno diretto contro i propri tessuti), nonché la sua capacità di diminuire l’infiammazione, fanno sì che le malattie autoimmuni spesso sia correlate a bassi livelli di vitamina D nel sangue. Più va avanti la ricerca e più si scopre che la carenza di vitamina D è spesso collegata all’insorgenza di tali malattie, e che l’integrazione di vitamina D è utile nella cura. Questo può essere anche addebitato al fatto che la vitamina D ha un potente effetto antimicrobico, anti fungino e anti infettivo in generale. Sono alquanto recenti, alcune recentissime, le scoperte sulla capacità della vitamina D di potenziare le nostre difese immunitarie e di permetterci di combattere efficacemente tutta una serie di patogeni come Candida, Streptococco, Stafilococco e per l’appunto anche il virus Epstein Barr.

L’articolo Antimicrobial implications of vitamin D[6] per esempio ci informa che la vitamina D aiuta a combattere le infezioni stimolando diversi meccanismi di protezione, per esempio fortificando l’immunità innata producendo peptidi anti-microbici (AMP) e attivando i globuli bianchi, col risultato di potenziare le difese immunitarie contro ogni tipo di infezione batterica eccetto la Leismaniosi. Il vantaggio, sottolineano gli autori, di puntare su un normale livello di vitamina D nel sangue invece che sugli antibiotici, è sia economico che sanitario, visto la crescita del fenomeno della resistenza agli antibiotici dei nuovi ceppi batterici. L’articolo Antibacterial effects of vitamin D[7], nel riportare informazioni molto simili al precedente, puntualizza che molte informazioni sull’attività antibatterica della vitamina D sono apparse evidenti a partire dal 2005 (e quindi si tratta di informazioni spesso ignorate dai medici che non avuto voglia e tempo di agigornarsi).

In particolare la Catelicidina uno dei peptide summenzionati, è efficace contro batteri gram-positivi e gram-negativi, ma anche funghi e micobatteri, che si trovano in diversi tessuti tra i quali la pelle, e le mucose del sistema respiratorio e gastrointestinale[8]. L’articolo Vitamin D3 a new drug against Candida albicans (“Vitamina D3 un nuovo farmaco contro la Candida albicans”) [9], riferisce di un esperimento in vitro che mostra come la vitamina D3 contrasti la Candida (ad una concentrazione però circa 1000 volte maggiore di quella che generalmente si trova nel sangue degli esseri umani).

L’articolo Bimodal Influence of Vitamin D in Host Response to Systemic Candida Infection-Vitamin D Dose Matters[10] mostra che i pazienti sofferenti di candidosi sistemica hanno una minore livelli di vitamina nel sangue, e che topi con infezioni da candida che ricevono una integrazione di basse dosi di vitamina D3 hanno una minore quantità di funghi nel proprio corpo e sopravvivono più a lungo dei topi con infezioni da cvandida che non ricevono la vitamina D. Curiosamente con dosi più alte di vitamina D i risultati sono stati scarsi; secondo gli autori la risposta pro-infiammatoria indotta da basse dosi di vitamina D è utile nel contrastare la Candida, a differenza della risposta anti-infiammatoria indotta da dosi più alte. Da notare sempre che questo risultato è stato ottenuto con dei topi e non con degli esseri umani, ma un altro studio (in vitro) su cellule umane ha determinato un simile cambiamento nelle citochine indotte dalla Candida albicans[11].

Che anche il lupus eritematoso sia correlato alla carenza di vitamina D, come già abbiamo visto per molte altre patologie autoimmuni, ce lo confermano diversi articoli scientifici. Sull’articolo Vitamin D in systemic lupus erythematosus[12], leggiamo non solo che un certo numero di studi recenti hanno dimostrato la correlazione tra il lupus eritematoso sistemico e la carenza di vitamina D, che la malattie è più diffusa tra chi è carente di tale sostanza, che l’attività della malattia è inversamente proporzionale ai livelli di vitamina D nel sangue, e che inoltre che esperimenti in vitro hanno dimostrato che la vitamina D può guarire le anomalie immunologiche caratteristiche di tale patologia.

Tornando al rapporto tra infezioni che innescano le malattie autoimmuni e la carenza di vitamina D, l’articolo Association Between Acute Infectious Mononucleosis and Vitamin D Deficiency[13] discute della carenza di vitamina D e dell’infezione da virus EB, entrambi fattori che predispongono alla sclerosi multipla. Gli autori hanno scoperto che i pazienti che hanno contratto la mononucleosi infettiva (malattia, ricordiamo, causata dall’infezione del virus EB) avevano livelli di vitamina D molto più bassi rispetto alle persone del gruppo di controllo. I due fattori di rischio potrebbero quindi anche essere correlati.
Similmente l’articolo Effect of high-dose vitamin D3 supplementation on antibody responses against Epstein-Barr virus in relapsing-remitting multiple sclerosis[14] ci mostra come nei pazienti di sclerosi multipla che assumono vitamina D (fino a raddoppiare il proprio livello ematico) diminuisce la quantità di anticorpi al virus Epstein Barr, segno che l’infezione latente del virus viene affrontata con successo dal sistema immunitario.
L’articolo The autoimmune risk gene ZMIZ1 is a vitamin D responsive marker of a molecular phenotype of multiple sclerosis[15] mostra un legame tra la sclerosi multipla e certe predisposizioni genetiche, che possono però essere inibite/mitigate da adeguati livelli di vitamina D, ma che sono correlate anche alla presenza di anticorpi al virus EB.

Anche l’articolo The epidemiology of multiple sclerosis: insights to a causal cascade[16], indica le cause della sclerosi multipla in una predisposizione genetica da una parte, e in due fattori ambientali principali che la possono scatenare: la carenza di vitamina D e l’infezione da virus EB.
L’articolo Herpes virus in Alzheimer's disease: relation to progression of the disease[17] descrive i risultati di uno studio sul collegamento tra vari virus della famiglia degli Herpes eil morbo di Alzheimer. Sono stati trovati effettuato studiando la presenza dei virus nel cervello e nei ni leucociti sanguigni periferici; mentre non è stata trovata traccia di Citomegalovirus (CMV) l’EB è stato trovato nel 6% dei cervelli dei malati di Alzheimer, nel 45% dei leucociti dei malati ( al confronto del 31% dei soggetti sani del gruppo di controllo), e l’Human Herpes virus-6 è stato scoperto nel 23% dei leucociti dei malati (contro il AD and 4% del gruppo di controllo) e nel 17% dei cervelli dei malati. Inoltre, cosa particolarmente importante, in un gruppo di anziani seguiti per 5 anni, i casi di positività all’ EBV e all’HHV-6 sono aumentati nel gruppo dei malati di Alzheimer, ed è aumentata la reazione del sistema immunitario sia al CMV che all’EBV.
L’articolo Hypothesis: a role for EBV-induced molecular mimicry in Parkinson's disease[18] indica tra le cause del morbo fattori ambientali (tra cui fattori infettivi) e predisposizione genetica e ipotizza che l’aggregazione della proteina neuronale alfa-sinucleina (caratteristica della malattia), potrebbe essere un fenome autoimmune indotto dal virus Epstein-Barr. Infatti gli autori hanno scoperto la forte similitudine tra l’alfa-sinucleina e una proteina del virus, che potrebbe indurre un fenomeno di mimetismo molecolare (ovvero di cross-reattività); in altre parole, in alcuni individui geneticamente predisposti, gli anticorpi al virus causerebbero la suddetta aggregazione proteica. Ci sono indizi che il fenomeno inizi nel sistema nervoso intestinale per poi propagarsi fino al cervello.
L’articolo The association between infectious burden and Parkinson's disease: A case-control study[19], mostra che il carico complessivo degli agenti infettivi cytomegalovirus, virus Epstein-Barr, Herpes Simplex virus di tipo 1, Borrelia burgdorferi (il patogeno responsabile della malattia di Lyme), Chlamydophila pneumoniae (che può causare polmonite atipica) ed Helicobacter pylori è decisamente maggiore nei malati di Parkinson rispetto ai soggetti sani del gruppo di controllo.
L’articolo Viral Parkinsonism[20], ricorda che ci sono numerosi virus che possono proliferare nel sistema nervoso, e che possono causare encefalopatie, patologie che possono causare a loro volta i sintomi del parkinsonismo, a volte persino in maniera permanente. Sono diversi i virus che possono causare encefalopatie (anche i virus influenzali e il Coxsackie) e ci sono casi documentati di encefalite letargica o di altre infezioni che causano sintomi molto simili a quelli del parkinsonismo e del morbo di Parkinson vero e proprio, e del resto alcuni virus influenzali possono aggredire il sistema nervoso. Gli autori mostrano che ci sono casi in cui l’agente scatenante di una encefalite causa i suoi deleteri effetti anche a distanza di anni, forse per un prima attivazione del sistema immunitario che predispone alla malattia, ed un successivo fattore scatenante che le da origine. Gli autori osservano che molte virus aggrediscono il sistema nervoso e poccono indurre una “tempesta di citochine nel cervello” che a sua volta innesca dei cambiamenti (come l’attivazione della microglia) che possono perdure a lungo dopo che l’infezione iniziale è scomparsa. Un second fattore, anche a distanza di anni, e anche di natursa non virale, potrebbe portare all’insorgere vero e proprio di una reazione autoimmune che porta alla malattia.

L’articolo Parkinson-like syndrome as the major presenting symptom of Epstein–Barr virus encephalitis[21], oltre a segnalare che anche morbillo ed Herpes virus sono riconosciuti fra le possibili cause di sindrome parkinsoniana, riferisce del caso di un ragazzino di 12 anni che ha sviluppato tale sindrome in seguito ad infezione da Epstein Barr, i cui sintomi neurologici sono pian piano spariti.
L’articolo What caused all these troubles, anyway? Epstein Barr virus in Sjögren’s Syndrome re-evaluated[22] premette che alcuni virus della famiglia degli herpes causano una infezione che dura per tutta la vita, che perdura sotto una forma cronica e latente. In tale forma restano indisturbati senza che il sistema immunitario li identifichi e li distrugga, ma quando il virus si riattiva il nostro sistewma immunitario reagisce vigorosamente. Sebbene un’infezione latente si possa trovare nel 95% delle persone, le manifestazioni cliniche del virus (quando si attiva o si riattiva) quali la mononucleosi ed il linfoma di Burkitt, sono tutto sommato piuttosto rare. La sindrome di Sjögren è una malattia infiammatoria autoimmune, che porta alla distruzione di alcune ghiandole esocrine (ghiandole lacrimali e ghiandole salivari), e che presenta lacune somiglianze con il lupus eritematoso sistemico, malattia per la quale già ci sono diversi indizi che sia correlata al virus Epstein-Barr. Gli autori hanno scoperto che certe strutture ectopiche linfoidi, presenti nelle ghiadole aggredite, possono essere un ambiente in cui il virus EB resta latente e poi si riattiva innescando una reazione autoimmune a causa del meccanismo di mimetismo molecolare, e che il virus (nei pazienti che soffrono di questa sindrome) tendono ad infettare proprio quei linfociti B che producono gli anticorpi specifici all’interno delle suddette strutture.

[1] Pubblicato su Indian Journal of Medical Microbiology 2010 Apr-Jun;28(2):120-3, autori Kannangai R, Sachithanandham J, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20404456.

[2] Pubblicato su Central European Journal of Immunology 2016;41(3):297-301, autori Dittfeld A, Gwizdek K, Michalski M, Wojnicz R; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27833448.

[3] Pubblicato su Nature Reviews. Immunology 2009 Apr;9(4):246-58, autori Münz C, Lünemann JD, Getts MT, Miller SD; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19319143/.

[4] Pubblicato su Current Opinion in Rheumatology 2006 Sep;18(5):462-7, autori James JA, Harley JB, Scofield RH; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16896283.

[5] Pubblicato su Multiple Scelrosis. 2012 Aug;18(8):1181-4, autori Cossu D, Masala S, Cocco E, Paccagnini D, Frau J, Marrosu MG, Sechi LA.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22261119.

[6] Pubblicato su Dermatoendocrinology 2011 Oct-Dec; 3(4): 220–229, autori Youssef DA, Miller CWT, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3256336/.

[7] Pubblicato su Nature Reviews Endocrinology 7, 337-345 (June 2011), autore Martin Hewison http://www.nature.com/…/jou…/v7/n6/full/nrendo.2010.226.html.

[8] Vedi l’articolo Association between serum 25-hydroxyvitamin D level and upper respiratory tract infection in the Third National Health and Nutrition Examination Survey, pubblicato su Archives of Internal Medicine. 2009 Feb 23;169(4):384-90, autori Ginde AA, Mansbach JM, Camargo CA Jr. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19237723, articolo completo su https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3447082/.

[9] Pubblicato Journal of Mycological Medicine 2016 Nov 16. pii: S1156-5233(16)30223-2 [Epub ahead of print], autori Bouzid D, Merzouki S, Bachiri M, Ailane SE, Zerroug MM; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27865660.

[10] Pubblicato su Journal of Infectious Diseases 2015 Aug 15;212(4):635-44, autori Lim JH, Ravikumar S, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25612733.

[11] Vedi 1,25-dihydroxyvitamin D3 modulates cytokine production induced by Candida albicans: impact of seasonal variation of immune responses Pubblicato su Journal of Infectious Diseases 2011 Jan 1;203(1):122-30, autori Khoo AL, Chai LY, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21148505.

[12] Pubblicato su Current Opinion in Rheumatology 2008 Sep;20(5):532-7, autori Kamen D, Aranow C; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18698173.

[13] Pubblicato su Viral Immunology 2016 Sep;29(7):398-400, autori Maghzi H, Ataei B, Khorvash F, Yaran M, Maghzi AH.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27505106.

[14] Pubblicato su Multiple Sclerosis 2016 Jun 20. pii: 1352458516654310. [Epub ahead of print], autori Røsjø E, Lossius A, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27325604.

[15] Pubblicato su Journal of Autoimmunity. 2017 Jan 4. pii: S0896-8411(16)30284-0. [Epub ahead of print], autori Fewings NL1, Gatt PN1, McKay FC1, Parnell GP1, Schibeci SD1;https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28063629.

[16] Pubblicato su Handbook of Clinical Neurology 2016;138:173-206, autore Goodin DS; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27637959.

[17] Pubblicato Neurobiology of Aging. 2014 Jan;35(1):122-9, autori Carbone I, Lazzarotto T, Ianni M, Porcellini E, Forti P, Masliah E, Gabrielli L, Licastro F; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23916950.

[18] Pubblicato su Parkinsonism & Related Disorders 2014 Jul;20(7):685-94, autori Woulfe JM, Gray MT, Gray DA, Munoz DG, Middeldorp JM; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24726430.

[19] Pubblicato su Parkinsonism & Related Disorders 2015 Aug;21(8):877-81, autori Bu XL, Wang X, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26037459.

[20] Pubblicato Biochimical and Biophysical Acta. 2009 Jul; 1792(7): 714–721. Haeman Jang, David A. Boltz, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4642437/.

[21] Pubblicato su Archives of Disease in Childhood. 2002 Oct; 87(4): 358, autori J Hsieh, K Lue, and Y Lee; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1763051/.


[22] Pubblicato su Arthritis Rheumatology. 2014 Sep; 66(9): 2328–2330, autori Harley JB, Zoller EE;https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4203322/.
Aggiornamento 10/2/2017

Interessante immagine condivisa dal dott Luchi

Alcuni, tra cui purtroppo anche persone laureate, continuano a pensare che il diabete giovanile (e le altre malattie autoimmuni) sia un castigo divino e non sia dovuto a fattori ambientali. Uno dei probabili fattori è il latte vaccino. Allora perché non tutti quelli che lo assumono si ammalano? Perché è necessaria una predisposizione genetica, epigenetica e una particolare flora intestinale. Basta evitare il latte per prevenire la malattia? No, perché è una malattia complessa che è dovuta a molteplici fattori. Altri sono gli AGEs, lo zucchero, la povertà nutrizionale (poche vitamine, in particolare A e D, e omega 3). Tutti dovrebbero evitare il latte? No, in persone sane, senza predisposizioni particolari un consumo moderato può non avere conseguenze negative. Il latte è necessario per crescere forti e sani? No, lo si può essere anche senza questo alimento.

Aggiornamento 13/2/2017

La dieta Pegan (paleovegan)

La disbiosi, in particolare una sovracrescita di E. coli, può essere indicata dalla produzione di alcuni metaboliti, come il formiato. Questo determina infiammazione sistemica e tutto ciò che ne consegue.
In particolare E.coli può costituire un link tra Crohn e spondiloartrite
Aggiornamento 16/2/2017
La "cafeteria diet", dieta occidentale ad alto contenuto di zuccheri e grassi, attiva l'infiammazione intestinale e lo stress ossidativo, determinando alterazione degli equilibri intestinali, come  un'alterata permeabilità intestinale, che determinano insulino-resistenza, aumento di peso e diabete.

Alcune diversità genetiche selezionate in alcuni popoli del mondo.
La carenza di vitamina D è proporzionale alla gravità del lupus.
Aggiornamento 19/2/2017

Gli uomini di Neanderthal praticavano il cannibalismo in alcune occasioni
Aggiornamento 23/2/2017

L'importanza di recuperare la vecchia flora intestinale, assumere probiotici e personalizzare la dieta per prevenire e curare le malattie. Infatti con la occidentalizzazione della dieta si ha un peggioramento della flora.
Aggiornamento 25/2/2017

Un comune additivo alimentare, il titanio biossido, riduce l'assorbimento di minerali e aumenta l'infiammazione. Altera anche alcuni ormoni, i microbi e la permeabilità intestinale. Lo troviamo in dentifrici, cioccolato, zucchero a velo, maionese e soprattutto caramelle e gomme.

L'impatto del genoma Neanderthal sull'H. sapiens, introdotto nel paleolitico tramite incroci, è oggi misurabile e differisce in ogni persona. Influenzando anche la risposta immunitaria.

Aggiornamento 26/2/2017
Interessante articolo di Arianna Rossoni sulla dieta antinfiammatoria.

Il galattosio, zucchero presente nel latte, aumenta lo stress ossidativo ed è la probabile causa degli effetti negativi del latte sullo stato infiammatorio, con le sue conseguenze (osteoporosi, tumori, malattie cardiovascolari, aumento della mortalità). Questi effetti vengono mitigati da una dieta ricca in frutta e verdura, ricche di antiossidanti, e sono minori se non assenti nei latticini fermentati (che contengono poco galattosio)
Aggiornamento 28/2/2017

Ottimo articolo sul lievito madre.

Quali sono i vantaggi del pane lievitato con pasta madre? Alta digeribilità (glutine predigerito), minore innalzamento della glicemia, migliore biodisponibilità dei nutrienti e minore contenuto di antinutrienti come i fitati
Aggiornamento 4/3/2017

Sia la paleodieta che la dieta mediterranea, in un nuovo studio su 21 mila persone, sono associate a riduzione per molti cause di morte (cardiovascolare e tumori in particolare). Molto più di una dieta alla moda!
Aggiornamento 5/3/2017

"Ormai è sempre più chiaro che tra i principali fattori che contribuiscono all'aumento delle malattie infiammatorie e autoimmuni vi sia la dieta occidentale.
Considerevoli benefici possono essere dati dalla dieta e dall'integrazione, sia in termini di prevenzione che terapia"

Se in alcuni topi con l'intestino privo di batteri impiantiamo quelli provenienti da persone con ansia o intestino irritabile, i topi vengono "contagiati" da queste malattie e hanno problemi immunitari e di disfunzione intestinale (alterata permeabilità e immunità).

Ippocrate millenni fa diceva che tutte le malattie partivano dall'intestino: forse aveva già capito un sacco di cose.
Aggiornamento 8/3/2017

Conferme sui batteri orali che si associano all'artrite reumatoide. In realtà si sapeva già da tempo, ma grazie ai ciechi che non vedevano è rimasto "un sospetto" per decenni

Info dal collega Styven Tamburo sul cocco e le sue proprietà antivirali, antibatteriche e antifungine

Alcuni Neanderthal pare non mangiassero carne, ma soltanto cibi raccolti nella foresta, e avevano carie e ascessi dentali.

Interessante e obiettivo articolo sulla paleo di un collega, Shantih Coro

La vera dieta nel paleolitico era mangiare tutto quello che si trovava intorno: alcuni cacciavano, altri raccoglievano. Qualcuno era praticamente veg, altri carnivori. Insomma non dobbiamo stabilire se siamo carnivori o vegetariani, ma quale cibo sia meglio per ognuno.
Aggiornamento 12/3/2017

La dieta paleo, confrontata con la dieta da linee guida australiane, induce maggior perdita di peso nel breve termine
Attenzione alle interpretazioni.
Secondo un nuovo studio, tra l'altro osservazionale quindi che non può dimostrare granché, togliere il glutine può ridurre la qualità della dieta (ridotto apporto di micronutrienti e fibre) e aumentare il rischio di diabete.
Questo può succedere solo se si usano sostituti di scarsa qualità, ma in determinati casi la dieta gluten-free (o a ridotto contenuto di glutine) è una buona scelta anche se non si è celiaci

Aggiornamento 15/3/2017
La riduzione dei lattobacilli aumenta il pH vaginale e spalanca le porte alla crescita dei lieviti (candidosi)

Aggiornamento 18/3/2017
La paleo è la soluzione per tutti? Non necessariamente, come dico da tempo. Vediamo ad esempio questa testimonianza di una paziente di una collega che, saggiamente, usa la paleo, ma non su tutti e variandola all'occorrenza.


Gli alimenti del protocollo autoimmune paleo

Amy Myers spiega le connessioni tra autoimmunità e microbiota.
Aggiornamento 21/3/2017
La sindrome anticorpi antifosfolipidi si lega al microbiota

Aggiornamento 22/3/2017

Nella popolazione con meno aterosclerosi del mondo, il 72% delle calorie introitate vengono da carboidrati da fonti non raffinate (riso integrale, tapioca, platano, mais) quindi ricche in fibre. La loro dieta ha pochi grassi, e nessuno trans. Le proteine (poche, circa 14% delle calorie totali) vengono dalla caccia e dalla pesca. Morale della favola: non sono per forza i carboidrati a creare problemi. I loro parametri metabolici rimangono ottimali perché non fumano, si muovono tutto il giorno, mangiano cibi veri, sono meno stressati di noi.
I nutrienti che possono prevenire l'autoimmunità, e, talvolta, aiutano a curarla
Aggiornamento 27/2/2017

Un ottimo articolo di una collega sull'effetto potenzialmente negativo di gluteo e caseomorfine, dalle malattie autoimmuni alle intolleranze alimentari.
Aggiornamento 29/3/2017

Quali sono i fattori che slatentizzano la celiachia nelle persone predisposte geneticamente? Disbiosi intestinale, infezioni intestinali, e, contrariamente a quanto dicono alcuni, anche alte dosi di glutine sono probabilmente fondamentali. Aggiungerei anche la qualità del glutine (quello dei grani moderni è più infiammatorio)
Aggiornamento 30/3/2017
"La dieta occidentale influenza negativamente la produzione di acidi grassi a catena corta. Quando si supplementa con acetato e butirrato, ai topi viene conferita una protezione totale dal diabete di tipo 1. Mangiare alimenti che aumentino la produzione di queste molecole (acidi grassi a catena corta) riduce l'infiammazione e la permeabilità intestinale e aumenta la tolleranza immunitaria, tutti meccanismi alla base delle malattie infiammatorie e autoimmuni, e può essere usato sia come prevenzione che potenzialmente come terapia"
Aggiornamento 3/4/2017

Chi segue la pagina sa bene quanto una flora intestinale sana possa fare la differenza tra salute e malattia. Tuttavia in un nuovo esperimento su animali si è scoperto che anche una flora "disbiotica", in assenza di alterata permeabilità intestinale, può non essere dannosa ma anzi dare più protezione stimolando il sistema immunitario. Questo ovviamente aumenta l'importanza di mantenere una corretta fisiologia della parete intestinale.
Nell'artrite reumatoide si ha un'acidificazione dei tessuti cartilaginei e alterazioni nella produzione di energia (mitocondriogenesi) a causa dell'alterazione delle vie metaboliche che producono alcuni intermedi in eccesso (ciclo di Krebs alterato) 
Aggiornamento 4/4/2017

Problemi immunitari e infiammatori? Iniziate a curare il sonno e resettare l'orologio circadiano. “Il sonno dovrebbe essere considerato un pilastro della salute, insieme ad alimentazione e esercizio fisico”, ha detto Van Cauter, docente di medicina a Chicago. “E' molto importante esaminare la possibilità che ottimizzare il sonno possa essere un intervento sullo stile di vita che potrebbe avere maggior successo della restrizione dietetica o dell'esercizio fisico. E' una cosa in più che le persone possono fare.”
Aggiornamento 7/4/2017
Una paleoragazza trovata in Messico e risalente a 12 mila anni fa, ci dice che erano tutt'altro che ben nutriti.
Aggiornamento 13/4/2017
Chi soffre di fibromialgia ha spesso alterazione nell'asse surrenale, che gestisce la risposta allo stress. Si sono identificate alterazioni epigenetiche che aumentano la sensibilità ai glucocorticoidi e riducono la produzione di energia
Tra le cause dell'artrite psoriasica, stress, ustioni da sole, vaccini.

Nature parla dei fattori nutrizionali che influenzano insorgere e progressione delle malattie reumatiche autoimmuni, con potenziali effetti terapeutici del cibo.
Aggiornamento 15/4/2017

Nel modello animale la somministrazione di omega 3 risulta terapeutica nelle prime fasi del diabete di tipo 1, riducendo la risposta infiammatoria autoimmune.

L'effetto favorevole della paleo sulla sindrome metabolica.

Microbiota e virobiota alterati caratterizzano l'intestino di persone con fibromialgia

Aggiornamento 17/4/2017
Probabilmente è un comune reovirus che, in persone predisposte, attiva la risposta autoimmune contro il glutine e così la celiachia
Una critica verso la paleodieta, che, come dico da tempo, non è quella che facevano i nostri antenati, fortunati se potevano mangiare una volta al giorno.
Aggiornamento 21/4/2017
I nostri antenati erano cannibali ma solo per ritualità, troppe poche calorie in un uomo.
Le critiche del dott. Greger alla dieta paleo
La presenza di un animale domestico nei primi mesi di vita riduce il rischio di allergie e obesità. Questo perché aumenta l'esposizione a importanti famiglie di batteri, Ruminococci e Oscillospira, che "allenano" il sistema immunitario. Anche il rischio di polmonite sembra abbassarsi.
Aggiornamento 25/4/2017Trovate carie curate con bitume risalenti a 13 mila anni fa, smentendo così che solo i cereali possano essere responsabili delle infezioni dentali.
Le lectine come fonte di malattia.
Alcune info sul glutine e le malattie autoimmuni

Aggiornamento 29/4/2017
In un modello animale, l'uso di antibiotici nell'infanzia aumenta il rischio di malattie infiammatorie, riducendo la varietà batterica. L'effetto viene annullato se viene ripristinata la flora. Utilizzate sempre i probiotici in seguito a cure antibiotiche.

Aggiornamento 30/4/2017
La pericolosità dei biofilm (aggregati di microrganismi che rilasciano sostanze dannose, e causano l'80% delle infezioni nelle mucose) e come rimuoverli con metodi naturali.
Aggiornamento 2/5/2017

La presenza di una malattia autoimmune determina un incremento dell'infiammazione sistemica che alza il rischio cardiovascolare (e di diabete): utilizzate un'alimentazione che riduca la malattia e anche le sue manifestazioni (rischio di infarto ecc) si ridurranno.

In un piccolo ma significativo studio, condotto da Terry Wahls MD​, la dieta paleo modificata (no glutine, latticine nè uova, moderazione di legumi e cereali senza glutine) ha migliorato l'umore e la funzione cognitiva di persone affetta da sclerosi multipla
"Considerando la complessa rete di fattori che influenzano l'autoimmunità, non è sorprendente scoprire che diversi elementi nutrizionali sono coinvolti nella progressione o nella prevenzione della malattia".
Aggiornamento 7/5/2017
Il passaggio all'agricoltura potrebbe essere dovuto a un cambiamento climatico, che ha reso più difficile essere cacciatori. Chi si è adattato è sopravvissuto, anche grazie all'epigenetica. Un caso di dieta paleo chetogenica che ha curato il morbo di Gilbert, patologia solitamente benigna che può dare però affaticamento e emicrania.
L'evidenza, crescente ma ancora bassa, dell'uso della paleo nel
diabete. Bell'articolo della collega Gloria Battista sugli antinutrienti.
Aggiornamento 10/5/2017
I T-regs, precursori delle cellule immunitarie che gestiscono le cellule mature (Th1, Th2, Th17 ecc), e i come regolarli. Essenziali nelle allergie, autoimmunità, intolleranze ecc. Se sono abbastanza tengono a bada le cellule immunitarie, ma se sono troppe facilitano l'insorgenza dei tumori.
Aggiornamento 11/5/2017
Il pane fa bene, si sa, perché appartiene alla dieta mediterranea e lo dicono dei tizi con il sottopancia con scritto "dietologo". In realtà il pane industriale, grazie ai suoi additivi (emulsionanti ecc) induce infiammazione e cambiamenti nella flora intestinale che fanno tutt'altro che bene. 

L'estratto di semi di uva migliora la permeabilità intestinale nel modello animale.

La dieta paleo funziona anche a medio termine meglio di una dieta classica (riduzione dell'infiammazione e del grasso viscerale a 2 anni in donne in menopausa).

Secondo un articolo di Authoritynutriotion.com non vi è evidenza, nelle persone sane, che le lectine creino problemi ai livelli di introduzione degli alimenti cotti.
Aggiornamento 16/5/2017
La vitamina D si conferma promettente nei confronti della sclerosi multipla.

Un altro elenco di rivenditori di carne grass-fed
Aggiornamento 22/5/2017

In questo lavoro è stato chiesto a persone con psoriasi di riportare gli eventuali cambiamenti sull'alimentazione e l'andamento della malattia.

Tra i risultati, circa il 70% di chi ha fatto la dieta vegan o paleo ha riportato miglioramenti
Aggiornamento 23/5/2017
Un buon livello di omega 3 a catena lunga in gravidanza riduce il rischio di diabete di tipo I (giovanile).
Invece gli omega 6 (acido linoleico e arachidonico) e gli omega 3 a catena corta (acido linolenico) sembrano aumentare il rischio

Aggiornamento 25/5/2017
Perché capita che i protocolli alimentari non funzionino? I motivi sono diversi (siamo molto complicati), ma il principale potrebbe essere che non riusciamo a risolvere i traumi giovanili, che influenzano la funzionalità del sistema nervoso enterico e del nervo vago, fondamentali per la salute.
Tra io cibi da evitare in caso di lupus, secondo l'istituto Johns Hopkins, aglio, germogli da alfaalfa e supplementi a base di echinacea.
Le persone con psoriasi e artrite psoriasica hanno ridotta diversità batterica intestinale e riduzione di alcune specie chiave come Akkermansia, Ruminococcus, Pseudobutyrivibrio.
Aggiornamento 1/6/2017

Interessante punto di vista sulla carne rossa Viene evidenziato come gli studi, recenti e non, che la legano alle malattie siano fatti considerando carni processate e da animali da allevamento intensivo, mentre quella da allevamento allo stato brado non avrebbe questo stesso effetto e non determina impoverimento del suolo o delle risorse idriche perché gli animali fertilizzano coi loro escrementi e non si abbeverano. Peccato che la carne grassfed sia un prodotto di nicchia praticamente sconosciuto al grande pubblico.

Aggiornamento 3/6/2017
Frammenti di DNA e RNA batterico, oltre che i metaboliti, possono trovarsi in giro per il corpo a fare danni, ad esempio si ritrovano nel cervello di persone affette da sclerosi multipla
Anche per questo è importante avere un buon bilanciamento dei batteri intestinali.
Aggiornamento 4/6/2017

Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.

Dr Jared Seigler sullo stress:

"Lo stress è davvero un amplificatore.
Se c'è qualcosa che non va nel modo in cui funziona il corpo di una persona, lo stress lo farà peggiorare ulteriormente.

Una giornata calda, ad esempio, in una persona con sclerosi multipla. Non c'è stata una discussione, una scadenza, un pasto saltato, una nuova infezione, o viene esposta a sostanze chimiche. No, lo stress del calore ha peggiorato i sintomi.

Cerchiamo sempre di educare i pazienti su come imparare a rilassarsi. E' davvero un'arte perduta per alcuni. Ma si può fare qualcos'altro?

C'è un buon numero di ricerche sul fatto che i flavonoidi possono davvero aiutare a rallentare questo processo. In particolare, quercitina, rutina, luteolina, baicalina e apigenina. Ho una malattia autoimmunitaria e li prendo ogni giorno".

Aggiornamento 5/6/2017
"Vale la pena ricordare che i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto con o senza celiachia possono beneficiare di una dieta a basso contenuto di glutine sia per la progressione che per le potenziali complicazioni della malattia "
Altri fattori importanti sono la vitamina D e il selenio, e l'eccesso di iodio, che ha ridotto l'incidenza di gozzo ma aumentato quella di autoimmunità

glicoalcaloidi delle patate possono dare problemi di permeabilità intestinale, e aumentano esponendo al caldo e alla luce le patate.

Aggiornamento 6/6/2017

Alcuni legami tra probiotici e malattie autoimmuni
Aggiornamento 7/6/2017

Meglio il pane integrale o da farina raffinata? La risposta sembrerebbe scontata. E invece no. A seconda del nostro microbiota è possibile infatti che entrambi modifichino le risposte metaboliche, in particolare la glicemia, in maniera positiva o negativa.

Gli autori dello studio concludono che "più in generale, il nostro studio sottolinea l'importanza della personalizzazione nelle raccomandazioni alimentari, in quanto anche il confronto diretto dei pani comunemente considerati "sani" e "malsani" ha rivelato effetti personali sulla risposta postprandiale, suggerendo che le raccomandazioni alimentari universali possono avere un'efficacia limitata".

Aggiornamento 8/6/2017
Grazie ai lavori di Fasano e colleghi, la zonulina viene incontrovertibilmente collegata alla condizione di alterata permeabilità intestinale, perdita della tolleranza immunologica e alle malattie infiammatorie croniche
Aggiornamento 12/6/2017

Alcuni vermi potrebbero avere potenziale terapeutico: infatti da quando li abbiamo eradicati sono esplose le malattie del benessere (autoimmuni, autismo, sindrome metabolica ecc) e lo loro assenza altera diverse vie metaboliche e immunitarie.

Aggiornamento 14/6/2017

La disbiosi intestinale micotica (riferita ai funghi) è un chiaro attivatore del sistema immunitario e corresponsabile dell'autoimmunità.

Gli estrogeni influenzano la risposta autoimmune. Ad esempio alti estrogeni e bassi androgeni (testosterone) sono associati a lupus (e allergie) aumentando la risposta Th2. Gli androgeni sono invece associati a risposta Th1 (sclerosi multipla, psoriasi, Hashimoto classico ecc).
Gli estrogeni ambientali, come i fitoestrogeni (soia, altri legumi), i lignani (cereali integrali, alcuni frutti, semi), sostanze chimiche (BPA, pesticidi, ingredienti di detergenti, smalti ecc), gli ormoni delle carni, delle uova e del latte (in maniera decuplicata se somministrati in maniera fraudolenta, mentre non è ancora chiaro per quelli allevati correttamente) hanno quindi il potenziale per influenzare queste malattie
Aggiornamento 21/6/2017

Alcune idee per la colazione paleo

La mia intervista a Buongiorno Regione Sardegna, su digiuno e sclerosi multipla.

Carenza di vitamina B12 e D sembrano le più importanti nella sclerosi multipla.

Aggiornamento 23/6/2017
Un allenamento stressante (del tipo militare) per 4 giorni altera le specie microbiche e la permeabilità intestinale

L'articolo di Authoritynutrition sulle solanacee e i loro legami con malattie artritiche e autoimmuni.
Aggiornamento 25/6/2017

La meditazione riduce l'attivazione dei geni correlati con l'infiammazione e lo stress

I benefici del brodo d'ossa: autoimmunità, dolori articolari, infiammazione e invecchiamento.

Aggiornamento 29/6/2017

I livelli più bassi di vitamina D durante l'inverno influenzano negativamente il microbiota, riducendo la produzione di alcune vitamine del gruppo B, tra cui il pantotenato.
La carenza di queste vitamine può determinare diversi problemi, soprattutto infiammatori: artropatie, aterosclerosi, malattie autoimmuni, riduzione di acetilcolina (tono vagale ridotto e aumento di peso, ipertensione, tachicardia, reflusso, aritmie, motilità intestinale alterata), insonnia, alterazioni ormonali.

L'articolo di Cordain sui legumi, e i loro possibili effetti dannosi. E un altro che dice che le lectine non necessariamente sono dannose.
Aggiornamento 7/7/2017

Nuove notizie sulle migrazioni dei primi uomini e il loro incontro con i Neanderthal: avvenne prima di quanto pensassimo.
Aggiornamento 10/7/2017
Conferme sul legame tra peggioramento della flora intestinale e traumi e stress, in particolare infantili; è possibile mettere in relazione le dimensioni di alcune aree cerebrali con il tipo di microbi 

Avere una malattia autoimmune significa avere un alta infiammazione sistemica e di conseguenza un forte rischio cardiovascolare. Praticare una dieta che la mandi in remissione significa ridurre quindi il rischio cardiovascolare.

Tra le cause di autoimmunità reumatica, infezioni, farmaci e, in maniera minore, vaccinazioni.

Non solo il microbiota è importante, ma anche il "fageoma", formato da virus batteriofagi che infettano e convivono con i batteri. Nelle malattie autoimmuni è spesso alterato.

Un bel riassunto dei cibi e batteri che condizionano la permeabilità intestinale, favorendo l'autoimmunità.
Aggiornamento 13/7/2017
Gli anticorpi antiASCA (contro i lieviti saccaromiceti) possono in realtà indicare infezione da candida, e spesso sono aumentati nelle malattie infiammatorie intestinali e non solo. Un'alterazione dei miceti intestinali è associata a molte malattie.
Qualcuno pensa che l'uso del grano iniziò circa 22 mila anni fa in Palestina

Conferme sulla relazione tra traumi infantili e alterazioni del sistema immunitario.
Aggiornamento 17/7/2017
L'autoimmunità cerebrale parte sempre dall'intestino. Sani i tuoi microbi, sano tu.

Selfhacked.com ci fornisce le buone proprietà dei fitati, notoriamente da evitare in paleodieta, da escludere però in chi abbia permeabilità intestinale.

Aggiornamento 19/7/2017

La mutazione di un particolare gene (FADS1) ha aiutato l'essere umano ad adattarsi alle diete post-rivoluzione agricola (circa 10 mila anni fa). Chi non ha questa mutazione dovrebbe probabilmente virare su una dieta più ricca in prodotti animali.

Questo gene permette l'elongazione dei grassi a catena corta, che si trovano nei vegetali, permettendo di fare a meno dei grassi animali che invece hanno catena più lunga

Aggiornamento 21/7/2017
Come la paleo aiuta nella perdita di peso.

Alcuni fattori possono inaspettatamente peggiorare la qualità dei nostri microbi intestinali: dagli scontati cibi raffinati, privi di fibre e antiossidanti, dieta non varia e antibiotici, ai meno attesi alcol, mancanza di sonno, stress, fumo, sedentarietà.

Aggiornamento 24/7/2017

La carne di maiale aumenta il rischio di sclerosi multipla. Inoltre, se non ben cotta, è veicolo di specie pericolose come virus dell'epatite (E in particolare, ma aumenta il rischio generale di cirrosi) e Yersinia, una specie che aumenta il rischio di morbo di Basedow.

Una posizione degli endocrinologi americani chiarisce che l'effetto dei fitoestrogeni dipende dalla flora intestinale

I bifidobatteri sono capaci di farci stare meglio: possono migliorare alcune condizioni come psoriasi, intestino irritabile, fibromialgia, ma anche quelle mentali come la depressione.
Tuttavia possono giocare un ruolo, tramite mimetismo molecolare, anche nella genesi delle malattie autoimmuni e in particolare tiroidite. Anche candidosi, alcuni lattobacilli, Toxoplasma,  Borrelia, Yersinia, Clostridium botulinum, Rickettsia prowazekii, Helicobacter pylori, HCV e Treponema stimolano autoimmunità.

Aggiornamento 27/7/2017

Un composto chimico delle creme solari reagisce col cloro delle piscine e i raggi solari per formare un interferente endocrino che interagisce col recettore per gli estrogeni.

I Neanderthal si incrociarono con gli ominidi provenienti dall'Africa prima di quanto pensassimo, probabilmente 220 mila anni fa
Aggiornamento 31/7/2017

Il cibo può funzionare da medicina nelle malattie croniche tipiche della nostra epoca?
La risposta è sì perché la maggior parte di esse sono collegabili, almeno in parte, ad alterazioni del microbiota, e correggendolo, con integrazione e cibo appropriato ricco in fibre, possiamo potenzialmente migliorare queste condizioni.

La continua riduzione di specie nel nostro intestino è una delle concause di malattie moderne, ed è dovuta agli ambienti troppo puliti, le troppe terapie antibiotiche, i parti cesarei, poca fibra ecc ecc
Nel modello animale la dieta ricca in fibre preserva la diversità batterica e riduce l'aumento di peso.

Molte notizie importanti sulla sclerosi multipla da Selfhacked (anche la seconda parte).

Secondo la medicina evoluzionistica (quella vera, non quella fatta da sedicenti geni) gli organismi sono selezionati per avere il massimo successo riproduttivo, che non corrisponde necessariamente alla salute  e alla longevità. Ecco perché le persone possono ingrassare.
Ed ecco perché la paleo non è necessariamente la soluzione per tutti.

Un post che spiega la pericolosità della permeabilità intestinale.

Aggiornamento 1/8/2017

Alcuni grassi saturi a catena media come il miristico (latticini, cocco e palma) aumentano il rischio di dolore in pazienti con colite ulcerosa.


https://www.facebook.com/1145760978877058/photos/a.1146116662174823.1073741828.1145760978877058/1393641910755629/?type=3&theater

Aggiornamento 9/8/2017
Non necessariamente le lectine sono dannose, hanno anche proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

Aggiornamento 29/8/2017

L'RNA (prodotto di trascrizione del DNA) può influenzare la risposta contro i virus.

Aggiornamento 4/9/2017
A seconda delle condizioni ambientali, uno studio suggerisce che lo stesso batterio può indurre diverse condizioni patologiche e infiammatorie, in particolare intestinali.
Aggiornamento 10/9/2017

Aggiornamento sulla vendita di carne grass fed

Interessante riflessione di Lorenzo Zarone:

LA CAZZATA DEL SECOLO:
"L'uomo è onnivoro"
La realtà è ben diversa...ogni animale (compreso l'uomo) ha un cibo di elezione...cioè il cibo che lo ha accompagnato nel corso dell'evoluzione. Questo cibo è stampato nel suo DNA, solo quello...

Nel caso dell'uomo parliamo di:
-carne ( comprese frattaglie )
-pesce
-frutta
-frutta a guscio
-verdure
-uova
-miele

Stiamo parlando di cibo che può essere consumato ANCHE crudo...
Il resto del cibo a cui ci hanno abituato porta con sé una miniera di tossine,antinutrienti,proteine inutili e dannose tra cui la regina indiscussa è la gliadina del glutine un vero flagello...
Alla gliadina bisogna aggiungere caseine e lectine che insieme formano la TRIADE del male, causa di leaky gut...cioè intestino permeabile...cioè permettono il passaggio nel sangue a sostanze che non dovrebbero mai e poi mai passare:
-tossine
-batteri
-metalli
-virus
-la stessa gliadina

Nel sangue dovrebbero passare solamente nutrienti come amminoacidi,vitamine,minerali ecc....
Sfiga ha voluto che circa 12.000 anni fa, l'uomo ha cominciato a coltivare il grano...per cui da nomade cacciatore-raccoglitore, è diventato stanziale accontentandosi di cibo ad alta densità calorica ma poverissimo di nutrienti.
Guarda caso i carboidrati sono funzionali ad un lavoro lattacido...mio nonno di ritorno dalla campagna mangiava spesso pasta e pane...( ricostituzione di glicogeno)...
Ma bada bene che anche il lavoro lattacido è contro natura...anche il ghepardo corre a massima velocità per circa 10 secondi poi si riposa...
E così l'uomo quando andava a caccia sicuramente non si impegnava in maratone...scatti brevi ed intensi, poi si riposava....
Questo evento è stato definito da Cordain "distonia evolutiva". Praticamente da nomade libero e felice in perfetta sintonia con l'ambiente, ci siamo chinati a 90 gradi per coltivare i campi.
Evento che ha permesso il progresso tecnologico...non certo l'evoluzione biologica dell'uomo in senso fisico, siamo gli stessi di 30.000 anni fa.
Quel progresso tecnologico che da un lato ha reso possibile la costruzione delle città ecc, ma che nello stesso tempo ha devastato l'ambiente.
Quello stesso progresso che ha reso edibile cibo idoneo per i polli che hanno il ventriglio....i cereali e tutto quello che ne deriva...i latticini e tutto quello che ne deriva, i legumi...
La pasta non è altro che grano macinato e trasformato in penne,rigatoni ecc...può essere mangiata cruda????? NO..
Deve essere cotta a 100 gradi per circa 10 minuti con sale e condida in vario modo, altrimenti non la mangerebbe neanche un topo di fogna...
L'uomo NON è onnivoro...
Siamo carnivori-frugivori...
(Mia considerazione) Alcune cose possono essere condivisibili, ma spiego perché il ragionamento di fondo è sbagliato: oltre al DNA nostro, che tra l'altro è cambiato in alcune persone, seppur poco, con alcune selezioni genetiche negli ultimi millenni, vedi ad esempio l'elongazione dei grassi a catena corta di cui parlo più su, il nostro genoma comprende il DNA dei batteri, virus e quant'altro presente nell'intestino e altre zone corporee. Grazie a loro possiamo tollerare proteine particolari introdotte solo recentemente nella nostra alimentazione.
Chi non li tollera solitamente ha avuto esperienze (traumi, antibiotici, parto cesareo, vita troppo pulita ecc) che determinano alterazioni del microbiota e riduzione della sua varietà.  
La conclusione è che come al solito alcuni si trovano bene con la paleo, altri tollerano tranquillamente cereali, legumi e compagnia bella.
Aggiornamento 13/9/2017

Nelle persone con sclerosi multipla si osserva una diminuzione di un particolare batterio, P. distasonis, purtroppo non ancora disponibile come probiotico.
L'approccio paleo potrebbe rivoluzionare la medicina
Aggiornamento 19/9/2017

Si conosceva già il ruolo dannoso del sale nella sclerosi multipla, ora si ipotizza che si possa estendere anche a lupus e artrite reumatoide

Psoriasi e problemi tiroidei, anche subclinici (non evidenti), sono spesso legati

Le complicate interazioni tra varianti genomiche e alterazioni del microbiota portano alle malattie tipiche del nostro tempo, come obesità e diabete, malattie infiammatorie intestinali e malattie autoimmuni.
Aggiornamento 25/9/2017

Non avere la quantità giusta di cortisolo al momento giusto (alta al mattino e poi calante durante la giornata) è associato a rischi per la salute, tra cui infiammazione, fatica cronica, tumori, depressione, aumento di peso

Articoli molto carino di una collega su nutrizione funzionale e paleo
Aggiornamento 3/10/2017

La prevalenza di osteoartrite è più che raddoppiata negli ultimi decenni. L'aumento di obesità non è sufficiente a spiegare questo aumento. Ci sono altri fattori ambientali, come l'uso di tacchi e l'alimentazione moderna, non coincidente con quella per la quale ci siamo evoluti. Un lieve aumento si è manifestato col passaggio all'agricoltura, ma la vera esplosione si è verificata.

Scrivono gli autori dello studio:

"Intrigantemente, altre malattie che presentano moderne ben conosciute, come l'ipertensione, le malattie cardiache aterosclerotiche e il diabete di tipo 2, sono diventate epidemiche negli ultimi decenni, sono fortemente associate con l'osteoartrite del ginocchio, suggerendo fattori causali e di rischio comuni. La suscettibilità all'osteoartrite e ad altre malattie è indubbiamente influenzata da fattori intrinseci, inclusi l'età, il sesso e i geni, ma la prospettiva storica ed evolutiva offerta dai nostri dati sottolinea che  molti casi moderni di osteoartrite possono essere evitati. La prevenzione, tuttavia, richiederà una rivalutazione di potenziali fattori di rischio che sono emersi o intensificati solo molto di recente. Come con altre malattie, è probabile che qualsiasi strategia efficace di prevenzione comporterà l'adeguamento dei modelli di attività fisica e delle diete per approssimare più da vicino le condizioni di vita in cui si è evoluta la nostra specie".

Per prevenire il mimetismo molecolare in seguito alle infezioni, e quindi le malattie autoimmuni, un gruppo di ricercatori ha messo a punto un'inibizione delle cellule TFR tramite un'interleuchina.

Chi ha l'artrite reumatoide non dovrebbe fare il vaccino contro l'influenza. Si conferma che la malattia parte dalla flora orale alterata.
Aggiornamento 4/10/2017

Anche il manzo grass fed è responsabile dei peggioramenti climatici, soprattutto perché per creare pascoli si crea deforestazione. L'unica via per salvarci è mangiare meno carne.

Il protocollo autoimmune è efficace in un piccolo studio su colite ulcerosa e Crohn, servono comunque studi più grandi.
Aggiornamento 8/10/2017

Un nuovo studio, effettuato sul sangue e non su feci o altre secrezioni corporee, ci fa pensare che il 99% dei batteri e virus dell'organismo sia ignoto


Ci stiamo evolvendo anche ora, ma non possiamo farlo per vivere per sempre

Modificare il pH della pelle può eliminare il fungo malassezia e aiutare nelle malattie dermatologiche.

Aggiornamento 10/10/2017

La permeabilità non è solo a carico dell'intestino, ma anche di molti altri organi: occhi, cervello ecc, dove svolge importanti compiti, e un suo malfunzionamento è responsabile dei disordini metabolici e immunitari, malattie mentali ecc, e tutto questo anche a causa di un'alterata funzione di tolleranza.

Il microbiota intestinale delle persone psoriasiche è particolare, ma lo è anche quello cutaneo: c'è un abbondanza infatti di streptococchi e riduzione dei Propionibacterium.

Tra gli altri, i lieviti possono creare problemi soprattutto alle persone con morbo di Crohn

Aggiornamento 11/10/2017

Una revisione Cochrane ha concluso che non vi sono sufficienti prove dagli RCT per dire che i cereali integrali prevengono le malattie cardiovascolari.

In ogni caso non ha detto che fanno male, purtroppo a volte dimostrare qualcosa oltre ogni ragionevole dubbio è difficile, e come già detto più volte "assenza di evidenza non corrisponde a evidenza di assenza". Probabilmente le persone a cui non fanno bene compensano quelli a cui fanno bene (chi ha un microbiota integro)
Aggiornamento 17/10/2017

Se il protocollo autoimmune (o la paleo) non funziona, può trattarsi di , PTSD (disordine da stress post traumatico), SIBO (sovracrescita batterica nel tenue), o infezioni non identificate (EBV, batteri gram negativi ecc) soprattutto se colpiscono l'intestino

Ottimo articolo su intestino permeabile e come curarlo: "I fattori che influenzano la funzione di barriera intestinale includono batteri patogeni quali E. coli enteropatogeni, dieta ad alto contenuto di grassi, lipopolisaccaridi (LPS), farmaci come farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e inibitori della pompa protonica (PPIs) come vari allergeni alimentari e gliadina del glutine".
Aggiornamento 20/10/2017

I biofilm si confermano potenziali attivatori della risposta autoimmune, e sono molto difficili da trattare

Aggiornamento 22/10/2017

Ottimo articolo su probiotici, intestino, disbiosi e autoimmunità

Lo stato infiammatorio cronico fa sì che l'energia non venga destinata ai muscoli ma al sistema immunitario, alterando le funzionalità corporee e la spesa energetica, stimolando l'invecchiamento e il rischio di malattie croniche

Aggiornamento 28/10/2017

La dieta occidentale povera di fibra ha un effetto simile a quello di un antibiotico: distrugge la nostra flora intestinale buona e favorisce la crescita delle specie infiammatorie
Aggiornamento 30/10/2017

Le malattie autoimmuni sono inversamente proporzionali a quelle infettive. L'ipotesi dell'igiene è pienamente valida.

55 modi per aumentare la mielina, la sostanza che manca a chi soffre di sclerosi multipla

Aggiornamento 1/11/2017

Non tutti i  mimetismi molecolari vengono per nuocere: in un modello animale i Bacteroides sono fondamentali per indurre tolleranza immunologica nella colite
Aggiornamento 4/11/2017

Le persone sottoposte a stress, e ancora peggio a traumi, possono sviluppare il PTSD (post traumatic stress disorder), una condizione legata ad infiammazione e alterazioni immunitarie. Esiste un forte legame tra questa condizione e malattie croniche intestinali e autoimmuni. Vi è un'alterazione organica (l'amigdala, il centro della paura, è iperattiva) e del microbiota, con una riduzione di Actinobacteria,  Lentisphaerae e Verrucomicrobia.

Si sta cercando di capire se il L. reuteri o altri possano ridurre i sintomi dell'ansia
Aggiornamento 5/11/2017

Il propionato, prodotto da alcuni batteri, promette bene nei confronti della sclerosi multipla.

Klebsiella, un batterio spesso legato a malattie autoimmuni, soprattutto in caso di predisposizione genetica (HLA-B27), si nutre volentieri di amido. Per questo una dieta low carb come la paleo può aiutare. L'articolo indica anche altre concause ambientali: dieta, parto cesareo, mancanza di sonno, antibiotici, esposizione a tossici ambientali.
Aggiornamento 12/11/2017
L'autoimmunità si gestisce anche con l'attività fisica

Una delle cause della sclerosi multipla potrebbero essere i traumi cranici durante l'adolescenza, in particolare se ripetuti

Aggiornamento 14/11/2017
Il bilanciamento tra nutrienti della carne e la prevenzione delle malattie. I micronutrienti importanti  e difficili da trovare in altri alimenti sono ferro, zinco, selenio e cobalto.

Aggiornamento 19/11/2017
Le diete cosiddette FAD ("alla moda") possono essere effettivamente efficaci, anche se mancano i dati al lungo termine. Tra loro troviamo digiuno alternato, detox, paleo

Aggiornamento 20/11/2017
L'uso di 2 emulsionanti che troviamo nei cibi industriali, polisorbato 80 e carbossimetilcellulosa, determina un'invasione dei batteri intestinali nel muco, alterazioni nella composizione del microbiota e sviluppo dell'infiammazione cronica.
Una revisione degli studi fa il punto sull'efficacia della nutrizione nella gestione della artrite reumatoide
Una dieta a forte prevalenza vegetale (mediterranea o vegana), con cibi minimamente processati, spezie, verdura, frutta di stagione, probiotici, vitamina D e omega 3 come integrazione, niente alcol, può aiutare a ridurre i sintomi della malattia
Aggiornamento 25/11/2017

Il lupus (o LES) è una malattia autoimmune che colpisce particolarmente le donne, causando dolori reumatici, problemi renali ecc.

I fattori ambientali che lo attivano sono, oltre al sole, i metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombi, nichel, oro, silice, gli xenoestrogeni (sostanze simili agli estrogeni naturali, come il BPA, materiali plastici usati per confezionare gli alimenti, ftalati o la stessa pillola anticoncezionale), alcune infezioni come quella da EBV (mononucleosi)
Aggiornamento 27/11/2017
Il particolare microbiota degli psoriasici sta venendo a galla

I confini tra stanchezza cronica e fibromialgia con altre malattie reumatiche e autoimmuni sono labili

Un caso pubblicato di tumore rettale tenuto sotto controllo con dieta chetogenica paleolitica

Aggiornamento 28/11/2017

La psoriasi è una malattia infiammatoria e l'infiammazione determina insulino-resistenza, per questo gli psoriasici hanno incrementato rischio di diabete.

Le persone con artrite reumatoide hanno cellule immunitarie meno sensibili alla vitamina D. Per questo avere sufficienti livelli è importante per la prevenzione, mentre con la malattia si ha necessità di livelli più alti di questa vitamina

Aggiornamento 5/12/2017
Ottimo articolo su Hashimoto, come sempre da selfhacked.com.
La rimozione delle amalgame dentarie ha ridotto gli anticorpi tiroidei nelle persone con Hashimoto e con sensibilità al mercurio.
L'analisi del report della commissione europea sull'amalgama dà dati ben diversi da quelli propagandati dai pompieri, e la tiroide è un organo che spesso ne risente.
Aggiornamento 10/12/2017

La revisione sistematica dei confronti tra dieta paleo e diete low fat viene criticata aspramente con la conclusione che la paleo manca ancora di evidenza, cosa probabilmente vera sul lungo periodo. In particolare l'aspetto alcalinizzante (protezione ossea), l'uso dei grassi saturi e la statistica di valutazione dei lavori.
Un nuovo studio mostra risultati metabolici interessanti dopo 2 anni di dieta paleo in donne obese in menopausa

Alcuni chiarimenti sui problemi legati alle lectine: interessano in particolare chi abbia già permeabilità intestinale
Aggiornamento 11/12/2017

Il sito medico MNT parla del protocollo autoimmune
problemi dati da LPS (lipopolisaccaride) e i suoi rimedi. Questo succede anche in paleo, e per questo a volte non funziona.

Aggiornamento 15/12/2017
Un articolo referenziato che spiega il legame potenziale tra solanacee e osteoartrite. Ricordiamo che si tratta di sensibilità soggettive e non legami sicuri.
Aggiornamento 19/12/2017
Alcuni probiotici, sia lattobacilli che bifidi, possono avere proteine simili alle nostre strutture (mimetismo molecolare) e indurre sia autoimmunità che falsi positivi nei test
Aggiornamento 21/12/2017
L'importanza del rapporto tra cortisolo e DHEA per la composizione corporea, la salute mentale e quella fisica in generale
2 milioni di anni fa la specie umana, diversamente dagli altri primati, ha perso il gene CMAH, responsabile della sintesi di Neu5Gc, uno zucchero infiammatorio che si trova nella carne rossa (e in alcuni pesci e latticini), ma non in quella bianca.
"L'inattivazione di CMAH durante l'evoluzione umana potrebbe aver liberato gli umani da alcuni agenti patogeni", ha detto Alvarez-Ponce. "Ad esempio, un tipo di malaria che richiede Neu5Gc per l'infezione - altri primati sono suscettibili ad essa, ma non gli umani."
Questa molecola però stimola una risposta immunitaria che alza il rischio di tumori, infiammazione e artrite, ossia i problemi potenzialmente legati al consumo di carne rossa.
Aggiornamento 22/12/2017
La disbiosi intestinale nell'adolescenza è associata con sclerosi multipla più avanti nella vita, in un modello animale, come se determinasse perdita della tolleranza immunologica. Il cibo conservato può contenere la ε-polilisina, una catena aminoacidica che riduce la crescita microbica. In un modello animale questa molecola è capace, ai livelli al quale viene assunta comunemente, di alterare il microbiota.

Il legame tra malattie autoimmuni e microbiota appare sempre più importante, anche se è solo una parte delle complesse cause. In particolare l'uveite autoimmune, una malattia senza una causa chiara, viene attivata in un modello animale da alcuni batteri intestinali. I probiotici rimangono una potenziale opzione ancora da approfondire.
Nonostante sia piuttosto evidente che la vitamina D bassa aumenta il rischio di sclerosi multipla e il suo uso sia benefico in chi abbia già la malattia, l'impatto della sua supplementazione non è adeguatamente studiato.

Aggiornamento 28/12/2017

La klebsiella può colonizzare l'intestino e indurre infiammazione cronica, specie partendo dalla bocca, e specie a scapito dei bifidi, inducendo rilascio di istamina.
Aggiornamento 30/12/2017

Batteriocine (molecole rilasciate dai batteri per evitare la crescita delle specie nemiche) e terapia fagica (virus che attaccano i batteri) saranno indispensabili per contrastare l'antibiotico-resistenza.

In uno studio osservazionale una dieta simil-paleo  (gut makeover) ha migliorato la qualità della vita in un gruppo di 20 persone circa, affette da depressione, malessere generale ecc.
Aggiornamento 8/1/2018

Lo stato dell'arte dei rapporti tra microbiota e malattie infiammatorie.

Il legame tra autofagia (eliminazione delle proteine malformate e detossificazione da altre sostanze funzionanti da endotossine) e paleodieta: noi siamo fatti per mangiare a intermittenza e non continuamente. Tuttavia è abbastanza chiaro che gli uomini paleo non vivevano a lungo e si adattavano a quello che potevano trovare.
Aggiornamento 15/1/2018

Iniziamo a capirci qualcosina in più sul legame tra autoimmunità, microbiota e tolleranza orale, e anche le infezioni virali hanno il loro ruolo.
Aggiornamento 16/1/2018

Un comune probiotico (VSL3) ha migliorato gli indici di infiammazione in persone con sclerosi multipla

Ѐ molto importante per i bambini vivere in un ambiente a contatto con la natura, che non sia sterile, perché nei primi anni di vita il loro sistema immunitario impara le funzioni di tolleranza verso i microbi. Se il bambino nascesse con il sistema immunitario di un adulto, contrarrebbe subito malattie autoimmuni. L'uso di antibiotici senza reimpianto della flora può aumentare il rischio di malattie autoimmuni

La raccolta di Paleomom sui vari studi che hanno confrontato la paleo con altre diete: mancano però quelli dove ha avuto la peggio 😏😏
Aggiornamento 19/1/2018

Una feroce critica alla paleo.
Nel mentre un nuovo studio (una tesi di dottorato) mostra un buon esito a 2 anni rispetto a una dieta tradizionale.

Chi ha psoriasi o artrite psoriasica ha un rischio cardiovascolare alto, a conferma del fatto che è la manifestazione di un'infiammazione sistemica
Aggiornamento 25/1/2018
Una revisione degli studi esamina il legame tra autoimmunità e glutine. Fermo restando che non è la causa di tutti i mali e alcune persone non hanno problemi a ingerirlo e digerirlo, queste le conclusioni riassunte:
"Molteplici aspetti dannosi del glutine influiscono sulla salute umana, comprese le manifestazioni digestive ed extradigestive glutine-dipendenti mediate da reazioni potenzialmente immunologiche o tossiche che inducono problemi gastrointestinali. Il glutine colpisce il microbioma e aumenta la permeabilità intestinale. Aumenta lo stress ossidativo e influenza il comportamento epigenetico (l'espressione dei geni, NdT). È anche immunogenico, citotossico e proinfiammatorio. L'assunzione di glutine aumenta l'apoptosi (morte cellulare programmata, NdT) e diminuisce la vitalità cellulare e la differenziazione. In alcune malattie autoimmuni non celiache, le diete prive di glutine possono aiutare a ridurre gli effetti avversi del glutine. Sono necessari ulteriori studi in vivo per svelare il puzzle degli effetti del glutine negli esseri umani e per esplorare i potenziali effetti benefici delle diete prive di glutine nelle malattie autoimmuni".
Aggiornamento 28/1/2018
L'ormone tiroideo inattivo (T4) viene convertito in ormone tiroideo attivo (T3) attraverso una reazione biochimica che si basa su magnesio, iodio, ferro, selenio, zinco, tirosina, tiamina e vitamine A, B12, C, D ed E.
L'alimentazione standard di molte persone non consente di raggiungere sufficienti quantità di questi nutrienti, né di liberare l'organismo da alcune sostanze come il BPA e i metalli pesanti.
Per questo dobbiamo favorire un'alimentazione ricca di cibi nutrizionalmente densi (ricchi di minerali, vitamine e antiossidanti) e ridurre il cibo industriale per favorire la salute tiroidea.
Un'apertura di un medico al protocollo autoimmune
Aggiornamento 31/1/2018
Il mercurio può essere uno stimolo ambientale per l'autoimmunità. Questo capita con le amalgame in caso di sensibilità individuale, e col mercurio inorganico in maniera maggiore rispetto al mercurio organico.
Alcuni casi illustrati di collegamenti tra Hashimoto e ASIA, sindrome da adiuvanti dei vaccini.
Aggiornamento 3/2/2018

Gli omega 3 e in generale una dieta salutare sono molto importanti per prevenire il passaggio alla fase attiva dell'artrite reumatoide. Carne rossa processata e bibite zuccherate vengono definite cibi non salutari.

Aggiornamento 5/2/2018
Ci sono ancora molti dubbi, ma emergono alcuni fattori ambientali responsabili della sclerosi multipla.
Lo stress ossidativo (che genera infiammazione), il fumo, la vitamina D bassa, alcune infezioni (come quella da EBV, mononucleosi), la disbiosi intestinale (microbiota alterato), l'esposizione al BPA.
Tutti questi fattori si possono incrociare con la predisposizione genetica
Aggiornamento 13/2/2018
Sempre più conferme dei legami tra mimetismo molecolare e autoimmunità, in particolare nel diabete di tipo 1 e nell'intestino irritabile i Bacteroides rilasciano proteine che possono essere stimolatori del primo e protettivi del secondo.
Anche nell'artrite reumatoide si conferma il legame con microbiota (soprattutto orale), infezioni virali e altri fattori ambientali come fumo, alcol e inquinamento
Aggiornamento 17/2/2018
Alcuni ricercatori piemontesi descrivono come la somministrazione di vitamina D e omega 3 abbia mandato in remissione, almeno temporanea, il diabete di tipo 1 in 2 bambini di 7 anni.
Sebbene si sottolinei che non si sa quanto e se possa durare la remissione e se questo possa valere per tutti, possiamo rimarcare un ruolo quanto meno preventivo dell'autoimmunità di queste sostanze, raccomandando di avere sempre i corretti livelli di assunzione
Aggiornamento 20/2/2018
Nel modello animale un eccesso di omega 6, senza un'adeguata introduzione di omega 3, determina invecchiamento, infiammazione, alterato metabolismo e anomalie elettrocardiografiche. Questi grassi sono particolarmente presenti negli oli vegetali (mais, soia ecc) e vari cibi industriali che li contengono, e nelle carni di animali allevati con sistema intensivo.
Per mantenere la salute la loro quantità è stimata attorno al 4-5% delle calorie totali.
Aggiornamento 6/3/2018
Il microbiota di una persona sembra legato più a fattori ambientali (dieta) che genetici (ereditari). Inoltre sembra che molte persone abbiano una "resistenza" al cambiamento, anche in caso di somministrazione di antibiotici o altri perturbatori (probiotici), per cui il microbiota "basale" non riesca a cambiare

Aggiornamento 9/3/2018

Esistono sospetti di induzione di malattia autoimmune dovuta ai vaccini. Sebbene sia un evento raro è possibile secondo alcuni ricercatori, grazie al mimetismo molecolare e alle cross reazioni tra antigeni
Aggiornamento 19/3/2018

Studio di quasi un anno fa che era sfuggito. I cereali con glutine contengono inibitori degli enzimi digestivi (amilasi-tripsina) che resistono alla cottura e sono particolarmente presenti nelle varietà moderne di grano.
In questo modo si stimola una risposta immunitaria attraverso i TLR4, che porta ad un infiammazione sistemica di basso grado tipica delle malattie moderne
Aggiornamento 21/3/2018

Un post di Corrado Penna sui legami tra EBV (virus della mononucleosi) e malattie autoimmuni
Aggiornamento 31/3/2018

La dieta occidentale come modulatore negativo del microbiota e  favorente le malattie autoimmuni
Aggiornamento 3/4/2018

Sempre più prove legano microbiota intestinale e lupus. In particolare Enteococcus gallinarum attiva il modello animale di questa malattia. Lo stesso fanno i batteri con sequenze analoghe alla proteina Ro60 (mimetismo molecolare).
Anche i biofilm rilasciano dei metaboliti che stimolano la malattia.
Aggiornamento 10/4/2018

Una delle cause delle malattie autoimmuni sono i biofilm, forme di resistenza batteriche/fungine (candida) che non vengono colpite dai farmaci (antibiotici e antimicotici)

Aggiornamento 13/4/2018

I biofilm sono aggregati di batteri e/o funghi che si formano nel corpo, e sono forme di resistenza di queste specie, che non rispondono ad antibiotici, antimicotici ecc. Possono essere responsabili di autoimmunità, malattie infiammatorie, infezioni ricorrenti.
Chris Kresser L.Ac​ spiega perché è difficile per la medicina diagnosticarli 
"Innanzitutto, i batteri all'interno del biofilm sono nascosti nella matrice. Pertanto, i tamponi e le colture spesso si rivelano negativi. I campioni di feci di solito non contengono nemmeno i batteri del biofilm.
In secondo luogo, i campioni di biofilm all'interno del tratto GI sono difficili da ottenere. La procedura richiederebbe un endoscopio invasivo e la pre-conoscenza di dove si trova il biofilm. Inoltre, non esiste alcuna procedura corrente per rimuovere il biofilm dal rivestimento del tratto gastrointestinale.
In terzo luogo, i batteri del biofilm non sono facilmente coltivabili. Pertanto, anche se si è in grado di ottenere un campione, può nuovamente risultare negativo a causa del ridotto fabbisogno di nutrienti adattato dai microbi, rendendo nulle le normali tecniche di coltura.
In quarto luogo, i biofilm potrebbero anche avere un ruolo nell'intestino sano, rendendo difficile distinguere tra comunità patogene e sane"
Un modo per ridurli è il NAC (N-acetilcisteina)

Aggiornamento 27/4/2018

Quasi tutti si ammalano prima o poi di mononucleosi (la malattia del bacio), molti neanche se ne accorgono, alcuni hanno un po' di problemi, mentre una parte ristretta della popolazione ha come conseguenza una malattia autoimmune. Sono stati individuati i geni responsabili di questa predisposizione genetica
Aggiornamento 28/4/2018
Difetti nell'autofagia sono comuni nell'obesità, e possono essere uno dei motivi per cui non si dimagrisce solo tagliando le calorie (alterazione delle vie metaboliche che coinvolgono mTOR, AMPK, reticolo endoplasmatico, mitocondri, aminoacidi ramificati ecc.
Le alterazioni  mitocondriali sono implicate nell'osteoartrite
Aggiornamento 1/5/2018
Secondo alcuni scienziati il fatto che il  parto sia un atto così difficile è dovuto al cambiamento di alimentazione che c'è stato con la rivoluzione agricola, che ha generato dei corpi diversi, più grandi e quindi più difficili da partorire.
  La dieta paleo riduce il fegato grasso dopo 12 settimane di dieta senza restrizioni caloriche

Aggiornamento 3/5/2018

Un articolo sulle lectine e il loro potenziale danno.
Aggiornamento 5/5/2018
In persone con psoriasi si usa consigliare una dieta a basso contenuto di carboidrati. Una delle ragioni è che il glucosio (zucchero) stimola la crescita delle cellule epidermiche e favorisce così la malattia.
Anche il colesterolo alto può favorire alterazioni immunitarie che infiammano la pelle e aumentano la malattia
Aggiornamento 19/5/2018
La nutrizione funzionale è un argomento che mi piace, richiede tanto studio anche perché non esistono linee guida ufficiali, ma dà tanta soddisfazione quando i pazienti ti ringraziano


Aggiornamento 20/5/2018

Per ridurre il rischio di tante malattie, tra cui quelle autoimmuni, l'allattamento al seno è un'ottima arma
Aggiornamento 25/5/2018

I metaboliti del triptofano della dieta sono controllati dai microbi intestinali e influenzano l'asse cervello-intestino. In questo modo agiscono direttamente sulla microglia e sugli astrociti (tessuti cerebrali) in modo da limitare l'infiammazione e la neurodegenerazione nella sclerosi multipla
Aggiornamento 27/5/2018
La cronica soppressione dell'infiammazione può alterare il processo di guarigione

Aggiornamento 6/6/2018

Quest'anno alla conferenza mondiale su nutrizione e salute ci sarà una sessione dedicata alla paleodieta
Aggiornamento 11/6/2018

I batteriofagi si confermano promettenti come alternativa agli antibiotici per il controllo della popolazione batterica
Aggiornamento 14/6/2018

lI flavonoidi hanno un effetto modulante del sistema immunitario, influenzando sia il sistema Th-1 che quello Th-2
Aggiornamento 17/6/2018
Le persone con una certa variante del gene APOA2 (implicato nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo) tendono a ingrassare e avere malattie cardiovascolari con una dieta ricca in grassi saturi.
Queste persone probabilmente non hanno buoni risultati con dieta chetogenica, lowcarb o paleodieta
Aggiornamento 23/6/2018
Gli alimenti industriali sono responsabili delle alterazioni della flora intestinale e della permeabilità che possono aumentare il rischio di diabete di tipo 1 e celiachia nei soggetti predisposti
Aggiornamento 4/7/2018

Una revisione sistematica dei dati supporta l'utilizzo della dieta come supporto della terapia di psoriasi e artrite psoriasica, in particolare vitamina D ed esclusione del glutine nelle persone sensibili

Aggiornamento 9/7/2018Buoni risultati con la paleo nei diabetici, sia con che senza attività fisica.

Aggiornamento 18/7/2018

Pare che il primo pane risalga a 4000 anni prima di quanto stimato (circa 14.400 anni fa)
Aggiornamento 31/7/2018
Gli impianti ginecologici fatti con reticelle per le ernie del pavimento pelvico o simili possono aumentare il rischio di malattie autoimmuni come lupus e artrite reumatoide o altre come fibromialgia, alterazione della cognizione ecc.
Lo studio è piccolo ma significativo, e si può trovare una somiglianza con i dati trovati sugli impianti mammari al silicone, che aumentano il rischio di ASIA.
Altri motivi per vivere più vicini alla natura
Aggiornamento 3/8/2018

Il legame tra fattori ambientali, tra cui dieta, stress, infezioni, microbiota, fumo e sclerosi multipla è ben stabilito, ma la conoscenza da parte degli addetti del settore è bassa, così molti pazienti fanno da sé. Gli autori dell'articolo hanno approfondito l'argomento interpellando i pazienti, e scrivono:
"Gli approcci dietetici riferiti variano da vegan, chetogenica, paleo, senza glutine e prodotti lattiero-caseari e supplementazione di vitamina D, olio di semi di lino, riduzione di zucchero e solanacee e altri alimenti che generalmente si pensano causare una risposta infiammatoria"
Aggiornamento 21/8/2018
La dieta paleo riduce il contenuto di grasso epatico del 74%, abbinata a sport, in 12 settimane. Senza sport i risultati sono misti
Aggiornamento 31/8/2018
Cause ambientali (particelle, BPA, glifosato, smalto per unghie ecc), nutrizionali (glutine, latticini ecc) e immunologiche (infezioni) legate alle malattie autoimmuni
Aggiornamento 2/9/2018
L'insulina aumenta l'aggressività del sistema immunitario, in particolare contro i virus. Ad essere stimolate sembrano le cellule T, una classe di linfociti (globuli bianchi), che grazie all'insulina aumenta la sua vitalità aumentando la produzione di energia e così la produzione di anticorpi.
Questa può essere una buona notizia per chi ha un'infezione, ma un'arma a doppio taglio in altre condizioni
Infatti spesso notiamo che usare una dieta che riduca l'insulina migliori le condizioni infiammatorie come malattie autoimmuni, diabete ecc
Aggiornamento 18/9/2018
Gli occhi azzurri e i capelli biondi sembrano dovuti ad una mutazione risalente a meno di 10 mila anni fa.

Aggiornamento 25/9/2018
Quando la smetteremo di sterilizzare tutto? I bambini hanno necessità di venire in contatto con un po' di sporco per "educare" il sistema immunitario.
In uno studio canadese, i bambini che vivevano in case con maggiore uso di disinfettanti avevano maggiore rischio di essere in sovrappeso a 3 anni. Questi prodotti infatti alteravano il microbiota intestinale, e potrebbero essere considerati "obesogeni". Inoltre essendo molecole particolari potrebbero anche essere interferenti endocrini
Aggiornamento 30/9/2018

Con l'utilizzo eccessivo di antibiotici, disinfettanti, collutori ecc distruggiamo indistintamente i nostri batteri, con tutte le conseguenze del caso (allergie, malattie autoimmuni ecc) Il futuro consiste nell'utilizzare i batteri amici, e anche i fagi (virus), in modo da formare un ambiente in cui i patogeni non proliferano, ma vengono tenuti sotto controllo

Aggiornamento 3/10/2018
Una nuova review su JAMA sull'artrite reumatoide ci chiarisce le specie batteriche (Prevotella, Porphyromonas gingivalis) e le infezioni virali (EBV) legate alla malattia.
Le terapie costano 10mila dollari annuali per un europeo, nessun cenno all'alimentazione.

Aggiornamento 7/10/2018
In uno studio una quindicina di donne con Hashimoto hanno tratto benefici da una dieta senza glutine fatta per 6 mesi. Si tratta ovviamente di numeri piccoli ma che confermano un legame tra dieta e tiroide

Le carenze nutrizionali più frequenti nell'Hashimoto sono ferro, vitamina D e selenio
Aggiornamento 24/10/2018

Se avete l'intestino irritabile fareste meglio a controllare il valore dell'omocisteina, un parametro spesso trascurato, o ancora meglio se avete la mutazione MTHFR. L'iperomocisteinemia peggiora la malattia intestinale e aumenta il rischio di concomitanti malattie autoimmuni e cardiovascolari, ma si può correggere con una semplice integrazione vitaminica mirata

Il ruolo del colesterolo dietetico nelle malattie infettive e autoimmuni è particolarmente complesso, per cui in alcune persone un'alta introduzione potrebbe essere benefica mentre in altre dannosa
Aggiornamento 1/11/2018
Alcune condizioni patologiche (asma, eruzioni dermatologiche, problemi cognitivi e comportamentali, condizioni neurologiche inclusa la neuropatia, problemi di vista, fatica cronica, dolore muscolare o articolare o rigidità, problemi gastrointestinali, infiammazione cronica, soppressione immunitaria e autoimmunità) possono essere legate ad una sensibilità per le muffe, o meglio i loro metaboliti, portando a sensibilità chimica multipla e fibromialgia.
Come intervenire con la dieta? Semi e cereali possono essere grandi fonti di micotossine, così come i cibi fermentati possono favorirne lo sviluppo endogeno.
In generale una dieta di tipo paleo può essere la migliore.
Aggiornamento 8/11/2018

Un simbiotico (prebiotico inulina + probiotico) ha ridotto infiammazione, dolori, stress ossidativo e migliorato ossido nitrico e stato metabolico (indice HOMA) in persone con artrite reumatoide
È stato effettuato un confronto tra 2 popolazioni indigene boliviane, gli Tsimane e i Moseten.
I primi sono rimasti fedeli alla dieta originale (simil paleo ma con oltre il 50% di calorie dai carboidrati e poca carne ma molto pesce) ed effettuano molta attività fisica, mentre i secondi si sono avvicinati ai costumi delle città vicine.
Gli Tsimane praticamente non conoscono diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari, e hanno una scarsa varietà nella dieta, ma essendo composta da alimenti ricchi in nutrienti non vanno incontro a carenze. Tuttavia questa transizione colpirà anche loro e avranno un'impennata delle malattie moderne probabilmente
Aggiornamento 12/11/2018
Il virus Epstein-Barr si conferma legato alle malattie autoimmuni e in particolare al lupus. Anche se la malattia passa spesso inosservata, il virus può rimanere latente e scatenare più avanti la malattia.
Un team di ricerca ha scoperto che una proteina virale chiamata EBNA2 è associata a circa metà delle regioni genetiche associate al rischio di lupus. EBNA2 è noto per funzionare attraverso alcuni fattori di trascrizione, che si legano al DNA e influenzano l'espressione dei geni vicini. L'algoritmo dello studio (RELI) ha dimostrato che molti fattori di trascrizione umani erano associati alle stesse regioni genetiche di EBNA2. Il team ha anche utilizzato RELI per confrontare le regioni genetiche legate al rischio di altre malattie autoimmuni. Hanno scoperto che l'EBNA2 si lega alle regioni associate al rischio di sclerosi multipla, artrite reumatoide, malattia infiammatoria intestinale, diabete di tipo 1, artrite idiopatica giovanile e malattia celiaca. Molti fattori di trascrizione sono stati associati anche a queste regioni. Questi risultati suggeriscono che l'infezione da EBV spinge l'attivazione di geni che contribuiscono al rischio individuale di sviluppare malattie autoimmuni. Gli scienziati osservano, tuttavia, che l'EBV non è l'unico fattore che influenza lo sviluppo di queste condizioni.
Aggiornamento 16/11/2018
Perché dico sempre che l'alimentazione è un potenziale farmaco? Diversi metaboliti prodotti dai microrganismi intestinali in rapporto al metabolismo alimentare sono stati collegati alle patologie moderne, quali aterosclerosi, ipertensione, insufficienza cardiaca (HF), insufficienza renale cronica, obesità e diabete mellito di tipo 2.
Variando la dieta, favoriamo la proliferazione dei batteri buoni e così la guarigione da queste malattie.
Ma spesso risulta troppo tardi e le malattie cronicizzano ad un punto tale dopo il quale non è più possibile tornare indietro.
In questa Review di Nature si descrive come i metaboliti batterici possano generare effetti paracrini ed endocrini che portano ad una maggiore suscettibilità all'HF.
"Nuove strategie terapeutiche mirate alle vie metaboliche e / o metaboliti microbici intestinali, nonché alla modifica della composizione microbica intestinale, hanno il potenziale per modulare la suscettibilità alle malattie cardiovascolari e prevenire la progressione verso l'HF".
Aggiornamento 22/11/2018
Nelle persone predisposte, il glutine e il cibo industriale accentuano i problemi dell'umore. Evitarli supporta la guarigione. Per intraprendere una dieta senza glutine viene comunque consigliato di recarsi da un esperto per non andare incontro a carenze
Aggiornamento 6/12/2018
Le diete moderne riducono la diversità microbica e così favoriscono l'insorgenza delle malattie. I bambini hanno una maggiore "plasticità", ossia in base alla dieta il loro microbiota cambia più rapidamente (maggiore resilienza), come dimostra un esperimento fatto portando dei bambini e degli adulti nella foresta a mangiare paleo.
"L'obesità infantile è un altro problema di salute infantile globale, radicato nell'ambiente microbico del bambino. L'insufficiente diversità microbica nell'intestino di un bambino altera il metabolismo dei macronutrienti per favorire la lipogenesi e ridurre la normale regolazione dell'appetito e provoca un'infiammazione di basso grado, che può contribuire al sovrappeso e all'obesità. Gli studi hanno confermato che la composizione del microbiota intestinale tra i bambini obesi e quelli non obesi è significativamente diversa".
Un alterato microbiota per cause ambientali potrebbe anche essere correlato con l'autismo.
"Un microbioma intestinale sano e ben diversificato durante l'infanzia sembra porre le basi per vari aspetti della salute fisica e mentale più avanti nella vita, e la dieta è un importante contributo alla diversità microbica. Le diete ricche di carboidrati raffinati e alimenti trasformati sono note per contribuire alla disbiosi e a un microbioma carente sia nella qualità che nella quantità di ceppi batterici benefici.
Invece una dieta in stile Paleo, composta principalmente da cibi integri e non raffinati, supporta la diversità microbica.
Il microbioma dei bambini è altamente adattabile. L'esatta composizione di una dieta dovrebbe essere adattata alle situazioni individuali, ma per quanto riguarda la sicurezza di tutta la famiglia con una dieta Paleo, una cosa è certa: nessun bambino ha mai sofferto della carenza di zuccheri raffinati o di oli vegetali".
Aggiornamento 14/12/2018
Il solito Shoenfeld (ma non soloparla della predisposizione tra vaccino  HPV e LES (lupus), suggerendo l'uso di meno proteine e meno adiuvanti che, in persone predisposte, tramite mimetismo molecolare, possono attivare l'autoimmunità
Aggiornamento 17/12/2018

Secondo una revisione sistematica dei dati disponibili, le diete come DASH, diete plant-based, a basso carico glicemico, chetogeniche e Paleo potrebbero migliorare l'umore più delle altre. In comune hanno tutte la caratteristica di avere un ad alto contenuto di nutrienti rispetto alle calorie
Aggiornamento 29/12/2018
Interagire con gli animali nel primo anno di vita riduce le manifestazioni allergiche (asma, rinocongiuntivite allergica o eczema) negli anni seguenti, e l'effetto è dose dipendente (al crescere del numero di cani e gatti domestici si riduce il rischio)
Frutta e verdura sono alimenti che proteggono dalle IBD (morbo di Crohn e colite ulcerosa), mentre grassi animali, omega 6, grassi trans e zuccheri aumentano il rischio. Anche i cibi contenenti cistina (aminoacido solforato) possono creare problemi. Tra i nutrienti, lo zinco e gli omega 3 appaiono protettivi.
L'integrità della barriera intestinale e il microbiota hanno un ruolo fondamentale. Tra le diete utilizzabili, dieta FODMAP, SCD (carboidrati specifici), paleodieta hanno diverso grado di evidenza e di efficacia, ma la personalizzazione appare il migliore approccio. Le integrazioni di omega 3, curcumina e vitamina D possono dare sollievo ma hanno effetto soggettivo. Emulsionanti come carbossimetilcellulosa e polisorbato 80, presenti anche in integratori per bambini, possono promuovere la colite, e in generale evitare alimenti industriali sembra la strategia migliore
Aggiornamento 30/12/2018
Un effetto raro, ma la vaccinazione per il meningococco può indurre lupus
Aggiornamento 4/1/2019
La transglutaminasi microbica (mTg) è un enzima di origine batterica utilizzato nei prodotti da forno (ma anche carni lavorate e latticini) per favorire la coagulazione delle proteine, quindi è usato per migliorare la consistenza del cibo, la gradevolezza e la durata. La sua presenza non deve essere indicata in etichetta.
Gli studiosi hanno scoperto che può indurre permeabilità intestinale, una condizione alla base di molte malattie moderne come diabete e malattie autoimmuni.
Inoltre può modificare i peptidi di gliadina (glutine) alterandone la struttura e formando una sorta di "rete", inducendo così una perdita di tolleranza per questa proteina
"Ci sono notizie allarmanti per il pubblico sul potenziale pericolo di usare o consumare questo enzima. Pubblicazioni recenti hanno dimostrato che mTg è immunogenica nei pazienti con celiachia e la sua patogenicità viene continuamente evidenziata. La base teorica perché mTg sia un nuovo fattore ambientale nell'induzione della celiachia esiste, tuttavia, la causalità dovrebbe essere ulteriormente esplorata".
Aggiornamento 21/1/2019
Esiste da tempo una disputa sull'effetto di alcuni oli. Alcuni parteggiano per i saturi, perché tendono a non ossidarsi, e gli omega 3 a lunga catena, che sono antinfiammatori, tipici del mondo animale, mentre altri, e solitamente le linee guida, ci invitano a privilegiare gli oli vegetali ricchi di monoinsaturi e polinsaturi, tra cui l'acido linoleico (omega 6), che secondo gli studi epidemiologici riducono il rischio di malattie cardiovascolari, ma secondo la biochimica sono precursori di molecole proinfiammatorie (acido arachidonico ed eicosanoidi).
Grazie a questo studio ora sappiamo che la variante di un gene (FADS1) influenza la risposta all'acido linoleico (LA). Chi ha la variante "TT omozigote" ha più conversione in acido arachidonico e quindi maggiore infiammazione, evidenziata dalla proteina C reattiva. Chi possiede la variante "CC omozigote" ha ridotta conversione e quindi tollera livelli più alti di LA.
Aggiornamento 22/1/2019

Secondo il dr Pontzer, che studia gli Hadza da decenni, "È vero che la caccia, i tuberi e le bacche che costituiscono gran parte della dieta Hadza portano meno calorie rispetto alle nostre amate patatine fritte e alle bibite zuccherate, per non parlare di meno sale, grassi e più fibre. Ma la maggior parte delle diete dei cacciatori-raccoglitori non sono così "carnivore" e povere di carboidrati, come alcuni appassionati di paleodieta fanno per loro". "Contrariamente agli evangelisti della dieta Paleo, i cacciatori-raccoglitori mangiano molti alimenti ricchi di amido, zuccherati e ricchi di carboidrati: tuberi, miele e persino cereali", dice Pontzer. L'importante intuizione derivante dal suo lavoro è che gli esseri umani possono rimanere in buona salute mentre mangiano un'ampia gamma di diete. Non esiste un'unica dieta umana "naturale" cui dovremmo aspirare.
In un recente articolo, Pontzer e colleghi hanno dimostrato che studi su più di 250 popolazioni di cacciatori-raccoglitori in tutto il mondo suggeriscono che queste persone hanno un'eccellente salute metabolica mangiando un ampia varietà di carni, vegetali e altri alimenti. Anche i nostri antenati avevano diete diverse a seconda della stagione, del clima e del luogo in cui vivevano.
Contrariamente a quanto creduto, la spesa energetica degli Hadza è molto simile a quella delle persone occidentali. "Sorprendentemente, i ricercatori hanno scoperto che gli Hadza non bruciano più calorie degli adulti medi negli Stati Uniti e in altri paesi industrializzati. Gli uomini Hadza bruciano circa 2.500 calorie al giorno, le donne invece 1.900.
Secondo Pontzer quindi la dieta di tipo paleo può aiutare con la salute, ma non a essere più magri, se non abbinata ad attività fisica.

Aggiornamento 2/2/2019

Le principali infezioni legate alla psoriasi: streptococchi b-emolitici, Staphylococcus aureusPorphyromonas gingivalisCandida albicansChlamydia,  virus dell'epatite C.

Aggiornamento 3/2/2019
Che rapporto c'è tra batteri intestinali (e non solo) e chi li ospita?
Il microbioma testa e "allena" il sistema immunitario, mentre il sistema immunitario tiene sotto controllo il microbioma.
La "Disbiosi" (alterazione del microbiota) - è associata a malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla (SM) e la celiachia. Non è chiaro se la disbiosi sia un sintomo o una causa della malattia, ma una ricerca ha dimostrato che un tipo di batterio nativo del microbioma, noto come Prevotella histicola, potrebbe essere una chiave per riportarlo "in carreggiata" e alleviare alcuni degli effetti di queste malattie autoimmuni.
Il responsabile della ricerca ha soprannominato questo batterio "brug", unendo le parole bug (microbo) e drug (farmaco).
L'incidenza delle malattie autoimmuni è in aumento nei paesi sviluppati, e non si sa perché. Potrebbe essere dovuto all'"ipotesi dell'igiene", poiché l'ambiente in cui si vive viene pulito eccessivamente, e mentre le persone compiono sforzi maggiori per lavare via o uccidere i batteri, il loro sistema immunitario ha meno esposizione ai microbi e meno "lavoro da fare".
"Un sistema immunitario "ozioso" può diventare un sistema immunitario che sbaglia", afferma il dottor Murray. "Stimolano il nostro sistema immunitario un po 'in modo da mantenere buone difese, ma ci aiutano anche a contenere o controllare quelle risposte immunitarie."
Veena Taneja, una ricercatrice indiana, è stata anche colpita dal fatto che molti pazienti hanno riferito una riacutizzazione dell'artrite reumatoide dopo aver mangiato fagioli. Per essere chiari: i fagioli sono ricchi di proteine ​​e fitonutrienti. Ma le persone possono rispondere in modo diverso a cibi diversi, anche sani..
"Era sempre in fondo alla mia mente: come potrebbero i fagioli reni portare ai dolori?" Dice. "In qualche modo, c'è qualche connessione con l'intestino." Ora è noto che la dieta ha un forte impatto sui microbi intestinali.
Inoltre prendendo topi predisposti all'artrite reumatoide, quelli trattati con P. histicola hanno mostrato "incidenza e gravità dell'artrite significativamente diminuita rispetto ai controlli".
P. histicola ha inoltre mostrato una capacità simile di smorzare la risposta immunitaria del corpo e ridurre i sintomi e la progressione della SM, e anche in questo caso riducendo la flora che rilascia molecole infiammatorie e la permeabilità intestinale.
I ricercatori concludono affermando che se le scoperte si dimostreranno valide anche nell'uomo avremo un'arma in più per queste malattie, e raccomandano di non usare antibiotici se non strettamente necessario.
Aggiornamento 7/2/2019
Nei diabetici la dieta paleo abbinata all'attività fisica porta a riduzione dei trigliceridi nel cuore e rimodellamento del ventricolo sinistro. Il miglioramento della funzione si ha però solo con l'attività fisica

Aggiornamento 8/2/2019
Una posizione ufficiale della Società europea di Allergologia (EAACI) chiarisce il legame tra microbi, tumori e allergie.
L'ipotesi della biodiversità è una pietra miliare nella comprensione dell'epidemie di malattie allergiche. Una scarsa varietà dei batteri, intestinali e non, aumenta il rischio di allergie.
I bambini ad alto rischio di asma, dermatite atopica e allergie hanno spesso nel loro intestino ridotta abbondanza di Bifidobacterium, Akkermansia, Faecalibacterium e Lactobacilli e maggiore abbondanza dei funghi Candida e Rhodotorula.
I batteri intestinali hanno una forte influenza sugli eosinofili, i globuli bianchi maggiormente coinvolti nelle allergie, nelle infezioni dei vermi e di C. difficile. L. fermentum e L. rhamnosus riducono le allergie agendo sugli eosinofili.
L. rhamnosus induce anche la tolleranza orale nelle allergie alimentari.
Le Tregs sono cellule modulatrici del sistema immunitario, e spesso nell'autoimmunità sono carenti. Bifidobacterium longum 35624, Clostridia e Bacterioides fragilis le aumentano.
Lo stile di vita occidentale, con un eccesso di igiene e cibi che non favoriscono la crescita dei batteri buoni, aumenta anche il rischio di tumori, come la leucemia e il tumore al colon, grazie al batterio Fusobacterium nucleatum.
La permeabilità dei tessuti gioca un ruolo fondamentale in queste malattie: in determinate condizioni, la normale barriera epiteliale dell'intestino può diventare permeabile, permettendo il passaggio di microbi e molecole microbiche nella circolazione sistemica (situazione nota come traslocazione microbica).
Potrebbe pertanto essere possibile ridurre il rischio riducendo la traslocazione microbica attraverso l'uso selettivo dei probiotici.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10215167828563304&set=a.4423217132806&type=3&theater
Aggiornamento 8/2/2019
Tra i fattori ambientali legati alla psoriasi, infezione da streptococco e tonsillectomia (nella guttata), le aree esposte a traumi o microtraumi, microbiota e immunità della mucosa (permeabilità intestinale)
Aggiornamento 19/2/2019
Le persone con lupus (LES) hanno nel loro intestino un eccesso di Ruminococcus gnavus e una riduzione di Bacteroides uniformis. Inoltre la severità della malattia correla con la permeabilità intestinale e periodi di espansione del R. gnavus (studio originale).
Aggiornamento 27/2/2019

Il lupus è una malattia autoimmune in cui bisogna stare attenti all'alimentazione. La vitamina D modula il sistema immunitario L'omocisteina alta aumenta il rischio cardiovascolare, ed è legata a carenza di vitamine del gruppo B. Tra i minerali, poco sale e introdurre abbastanza zinco e selenio. I polifenoli e le fibre contenuti in frutta e verdura aiutano a ridurre lo stato infiammatorio e agiscono da antiossidanti
Aggiornamento 2/3/2019

Il BPA come attivatore dell'autoimmunità e in particolare del lupus

Aggiornamento 9/3/2019

In uno studio fatto su 219 bambini con sclerosi multipla recidivante intermittente, ogni 10% di aumento di calorie da grassi saturi triplica il rischio di ricaduta, mentre ogni porzione di vegetali lo dimezza.
Aggiornamento 15/3/2019
Il consumo di bibite gassate zuccherate si associa a un peggiore stato nella sclerosi multipla
Aggiornamento 9/3/2019

Il passaggio all'agricoltura ha probabilmente favorito la nascita di alcuni suoni, tra cui la F e la V.
Aggiornamento 8/4/2019
Le creme cortisoniche usate in psoriasi, eczema ecc sono associate ad aumentato rischio di diabete

Batteri (E. coli, S. marcescens e tanti altri) e funghi (Candida) si possono organizzare in forme di resistenza chiamati biofilm, molto resistenti ad antibiotici e antimicotici. La presenza dei biofilm è associabile ad autoimmunità, malatte infiammatorie intestinali come il Crohn ecc. Qual è allora il modo per combatterli, visto che non rispondono alle terapie? L'uso dei batteri per una "battaglia per il territorio" è l'approccio vincente, perché i giusti batteri rilasciano delle sostanze per "dominare"il territorio. Le specie inserite in un innovativo probiotico Saccharomyces boulardiiLactobacillus acidophilusLactobacillus rhamnosus, e Bifidobacterium breve sono in grado di produrre enzimi che degradano i biofilm, e hanno dimostrato di essere efficaci  in vitro e quindi un promettente trattamento terapeutico.
Aggiornamento 13/4/2019
Quali sono le attuali evidenze sull'uso di diverse diete nelle IBD (malattie infiammatorie intestinali come Crohn e colite ulcerosa)?
La dieta di eliminazione appare promettente nei casi gravi che non rispondono ai farmaci, ma servono più studi. Quella dei carboidrati specifici non appare supportata dalla letteratura. La dieta paleo autoimmune ha dato risultati che devono essere confermati in studi più grandi.
La dieta FODMAP è quella più utilizzata e da usare nelle fasi acute
La dieta liquida con supplementi è da utilizzare nei casi più gravi e con ostruzione.
Per quanto riguarda l'integrazione, 2-3g di curcumina si possono raccomandare nelle forme moderate, gli omega 3 da soli non sono efficaci, la vitamina D è utile in caso di carenza
Aggiornamento 14/4/2019
Un case-study di una donna in cui la tiroidite di Hashimoto e il conseguente ipotiroidismo sono stati provocati dal consumo di dolcificanti artificiali. La rimozione di queste sostanze è stata sufficiente per riportare il TSH e gli anticorpi a livelli normali.
Il sucralosio è noto per diminuire l'asse tiroideo e l'attività della tireoperossidasi. L'aspartame rilascia metanolo che viene convertito a formaldeide, tossica per i follicoli tiroidei. In generale è possibile dire che l'autoimmunità è attivata da stimoli ambientali in persone predisposte geneticamente.
Aggiornamento 15/5/2019

E171, il biossido di titanio, al posto che alterare il microbiota, stimola la formazione di biofilm e lo stato infiammatorio, che potrebbero essere implicati nella formazione di tumori intestinali e MICI, ma anche diabete di tipo 1, asma e allergie
Aggiornamento 18/5/2019

I punti salienti di una revisione narrativa dei dati nel dibattito sui grassi, tra gli autori Mozaffarian, uno dei maggiori epidemiologi nutrizionali al mondo.
Oltre al loro ruolo di combustibile metabolico, gli acidi grassi modulano diversi processi cellulari tra cui regolazione della trascrizione genica, struttura e funzione della membrana cellulare e degli organelli, attività dei canali ionici ed elettrofisiologia.
I diversi grassi, saturi, mono o polinsaturi, possono avere un diverso effetto sulla salute influenzando queste funzioni.
I diversi tipi di grassi hanno fonti dietetiche molto diverse, considerare le fonti alimentari e i tipi separatamente potrebbe essere più significativo per comprendere i loro effetti sulla salute.
L'evidenza generale sostiene fortemente i benefici cardiometabolici dei grassi polinsaturi, sia omega 3, soprattutto dei prodotti ittici, che omega 6.
Ma soprattutto le persone consumano cibi, non singoli acidi grassi. Pertanto, l'orientamento e le politiche per migliorare le diete della popolazione generale dovrebbero porre maggiore enfasi su alimenti specifici anziché sui tipi di grassi alimentari. Gli unici grassi sicuramente dannosi per la salute sono quelli trans, presenti in alimenti fritti e prodotti da forno. I grassi sono comunque importanti e le diete con un quantitativo troppo basso possono non essere salutari, così come le diete con eccessi. Il range ideale appare essere tra il 20 e il 35% delle calorie.
Per quanto riguarda i grassi saturi, vi è un'eterogeneità di effetti sulla salute legata ai diversi alimenti ricchi in saturi, come carne rossa non trasformata, carne lavorata, pollame, formaggio, yogurt, latte, noci, avocado e oli tropicali, in maniera simile a come avviene per le fonti di carboidrati, per cui sarebbe bene effettuare raccomandazioni su alimenti specifici più che su semplici percentuali. Una delle fonti principali, la carne rossa, è un alimento controverso. Mentre la carne processata è sicuramente dannosa, una o 2 porzioni a settimana di carne rossa sembrano non essere problematiche. Vi è ancora bassa evidenza che la carne grass-fed sia più sana, sebbene la paleodieta possa sicuramente portare a miglioramenti metabolici. Resta il forte impatto ambientale a creare problemi.
Altre fonti di grassi saturi sono gli oli tropicali. solitamente sconsigliati. Quelli vergini possono contenere importanti nutrienti, come i carotenoidi, vitamina E, potassio e composti fenolici, che potrebbero tutti avere benefici per la salute.
Per quanto riguarda i polinsaturi, il rapporto tra omega 3 e omega 6 può essere importante. Gli omega 3 possono essere integrati ragionevolmente e senza pericoli da persone che non mangiano pesce e hanno un rischio cardiovascolare noto. Sostituire calorie da carboidrati con omega 6 appare ugualmente benefico per il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 19/5/2019
L'EAACI, la società europea di allergologia, ha rilasciato una posizione sulla funzione dei grassi in relazione ad allergie, dermatite atopica e asma.
I polimorfismi nei geni (le diverse forme genetiche che ognuno di noi porta) associati alla sintesi, catabolismo e utilizzo dei grassi influenzano i loro fabbisogni e funzioni.
Gli omega 3 sono solitamente benefici, mentre gli omega 6 sono metabolizzati a composti proinfiammatori, ma comunque necessari.
È probabile che un approccio nutrizionale personalizzato, compresa la supplementazione di acidi grassi, sia necessario per osservare i benefici ottimali che possono venire ​​dagli acidi grassi nella prevenzione e nel trattamento delle allergie e dell'asma.
La supplementazione con omega 3 o il consumo di alimenti ricchi di questi grassi (ad esempio, pesce grasso, alcune microalghe e carne di ruminanti allevati con un adeguato esercizio fisico e una dieta a base di erbe) sono probabilmente utili.
Si ribadisce la nocività dei grassi trans, a parte il CLA presente nei prodotti caseari.
Anche il microbiota interagisce, in particolare con la produzione di grassi a catena corta (SCFA).

Aggiornamento 25/5/2019
La permeabilità intestinale è una condizione non ancora riconosciuta pienamente come patologica dalla comunità scientifica. Ne parla un articolo di Medscape, di cui pubblico stralci tradotti.
Se andiamo a guardare in rete, molti problemi di salute (autoimmunità, eczema, malattie psichiatriche ecc) vengono ricondotti a una condizione di intestino permeabile.
Il problema è che la "leaky gut syndrome" non è riconosciuta dalla comunità medica e non è elencata tra le migliaia di diagnosi nella 10^ revisione della Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi di salute correlati (ICD-10).
Tuttavia, ci sono prove sufficienti per rendere possibile il legame. Sebbene i ricercatori abbiano iniziato a delineare il ruolo potenziale dell'aumento della permeabilità intestinale in diversi disturbi, in particolare le condizioni gastrointestinali, le loro scoperte sono più sfumate di qualsiasi altra cosa che troverete su Internet riguardo alla "leaky gut syndrome".
Una certa permeabilità è fisiologica, e consentita dal normale funzionamento delle giunzioni cellulari. Tuttavia, certe circostanze possono causare un maggiore deflusso attraverso le giunzioni, che a volte viene definito "permeabilità" anche nella letteratura accademica. Hecht e altri esperti ritengono che questo termine possa essere fuorviante, implicando che qualcosa non funzioni nel corpo; di solito, l'aumento della permeabilità è una risposta naturale che non causa effetti avversi. In effetti, il nostro sistema immunitario è preposto a gestire la permeabilità intestinale al di fuori del range di ciò che è ritenuto normale, secondo Jerrold Turner, MD, PhD, professore di patologia e medicina presso la Harvard Medical School di Cambridge, nel Massachusetts. Però può diventare problematico quando l'aumentata permeabilità intestinale è accompagnata da altre condizioni patologiche.
"La malattia provoca un circolo vizioso", ha detto Turner. "In qualcuno che ha già un difetto di regolazione immunitaria della mucosa che causa una malattia immunitaria, l'aumento della permeabilità intestinale potrebbe essere sufficiente accendere di nuovo il fuoco". Le patologie che sembrano più legate sono quelle intestinali. Al di fuori dei disturbi gastrointestinali, condizioni sistemiche come GVHD (malattia dei trapiantati) e il diabete di tipo 1 sono state collegate a difetti della barriera intestinale. Infezioni da batteri come Escherichia coli e Clostridium difficile, uso di alcol e chemioterapia sono anche noti interferenti della funzione di barriera intestinale.
Le cose diventano un po' più difficili quando si tratta di condizioni come l'autismo, l'eczema e la depressione, tra gli altri, secondo Turner. "Ci sono molti dati che in merito, ma il problema è che è difficile individuare le cause e gli effetti".
Ecco perché ci sono poche indicazioni su come applicare questi dati clinicamente. Per ora, Turner consiglia semplicemente il trattamento di pazienti con IBD, IBS e celiachia secondo le migliori pratiche correnti.
"Se i pazienti hanno qualche altra malattia di base che è associata a un difetto della barriera, è meglio trattare quella malattia", ha detto Turner. "E se il difetto della barriera è causato da una malattia, la barriera verrà ripristinata con una terapia efficace.".
I ricercatori cercano quindi di capire di più sulla barriera della mucosa intestinale, sperando di poter affrontare meglio i disturbi gastrointestinali e altre condizioni problematiche che i pazienti devono affrontare oggi.
Aggiornamento 26/5/2019
Negli ultimi decenni lo stile di vita moderno, comprensivo di uso eccessivo di antibiotici, cesarei, igiene e diete ad alto contenuto di alimenti processati, ha indotto variazioni importanti al nostro microbiota. Il processo iniziò già 10 mila anni fa circa, con la rivoluzione agricola, che cambiò le principali fonti alimentari dell'uomo, fino ad allora cacciatore-raccoglitore.
I ricercatori propongono il termine di MIS (sindrome da insufficienza di microbiota) per indicare la perdita di specie fondamentali per la salute dell'uomo.
Nelle popolazioni di cacciatori-raccoglitori odierne le cause di morte comprendono malattie infettive gastrointestinali e respiratorie (55%), incidenti e violenze (17%) e malattie degenerative (28%), di cui infarti e ictus sono estremamente rari, rappresentando invece la principale causa di morte in occidente, assieme ai tumori.
Le strategie dietetiche e la reintroduzione delle specie microbiche perse sono potenzialmente utilizzabili per migliorare la salute.
Aggiornamento 28/5/2019
Che legame esiste tra pelle e microbi?
I batteri buoni rilasciano dei metaboliti antinfiammatori che modulano il sistema immunitario e possono essere d'aiuto in numerose patologie dermatologiche, come dermatite atopica e da contatto. Lattobacilli e bifidobatteri sembrano i più indicati, e possono essere eventualmente somministrati come probiotici.
I probiotici sono indicati per "decolonizzare" i patogeni della pelle (in particolare P. aeruginosa S. aureus).
L. rhamnosus e L. reuteri sono particolarmente indicati nella dermatite atopica.
L. casei riduce l'infiammazione dermica abbassando le citochine infiammatorie, mentre E. coli Nissle 1917 riduce il rischio di dermatite da contatto.
B. infantis, col suo effetto antinfiammatorio, è utile generalmente nella psoriasi, L. sporogenes in quella pustolosa.

I lattobacilli riescono inoltre a ridurre l'acne, associata al batterio P. acnes . Anche i prebiotici, le fibre che stimolano la crescita dei batteri, sono utili.
Aggiornamento 2/6/2019

È stato probabilmente individuato uno dei batteri che leghiamo all'ipotesi dell'igiene. Si chiama Mycobacterium vaccae, e sta appunto nelle mucche. Stare in un ambiente troppo pulito e lontano dagli animali ne riduce il contatto e la presenza nell'essere umano. Questo batterio produce un grasso, chiamato CLA (acido linoleico coniugato) che riesce a modulare il sistema immunitario e aumentare la resilienza (risposta allo stress).
Aggiornamento 4/6/2019
I sentimenti possono influenzare la malattia. La rabbia in particolare, ma non la tristezza, aumenta IL-6 (un messaggero dell'infiammazione) nelle persone anziane, contribuendo allo stato di infiammazione di basso grado che accelera invecchiamento e rischio cardiovascolare, tumorale ecc.
Aggiornamento 5/6/2019

Una scoperta può aiutarci a capire se le persone hanno convenienza a utilizzare una dieta con pochi carboidrati o meno.
Un gene, CLTCL1, che codifica per una proteina che modula l'effetto dell'insulina sui carboidrati, può avere una mutazione. Questa mutazione si è probabilmente diffusa dopo che la specie umana ha iniziato a utilizzare l'agricoltura, ed è quindi passata a diete con più alto quantitativo glucidico rispetto a quelle da cacciatore-raccoglitore.
"I ricercatori dicono che mentre questa variante genetica non gioca un ruolo diretto nello sviluppo del diabete, avere la variante più antica può rendere le persone più suscettibili a sviluppare il diabete, e può anche esacerbare la resistenza all'insulina coinvolta nel diabete [con le diete moderne]".
"La versione precedente di questa variante genetica probabilmente era utile ai nostri antenati in quanto avrebbe aiutato a mantenere livelli più elevati di zucchero nel sangue durante i periodi di digiuno, in tempi in cui non avevamo un accesso così facile ai carboidrati, e questo ci può aver aiutato ad evolvere il nostro cervello", ha detto un autore, il dott. Matteo Fumagalli.
La mutazione è più diffusa tra le popolazioni occidentali ed è molto rara tra le tribù di cacciatori-raccoglitori moderne.
Aggiornamento 17/6/2019

Sappiamo da tempo (va be', chi studia) che c'è uno stretto legame tra autoimmunità e microbiota, perché i batteri e i loro metaboliti hanno forte influenza sul sistema immunitario. Tra i meccanismi, la disbiosi (alterazione qualitativa della flora) che riduce i T-reg e aumenta i Th-17, portando ad uno squilibrio tra i globuli bianchi e perdita della tolleranza immunologica; la formazione di antigeni, dovuta agli enzimi proteolitici dei batteri, che "tagliano" le proteine dell'ospite formando proteine riconosciute come "estranee" dal sistema immunitario; mimetismo molecolare, somiglianza di alcune proteine batteriche con quelle delle nostre strutture, che creano lo stimolo immunitario che spinge i nostri globuli bianchi ad attaccare le proteine del proprio corpo; traslocazione batterica, ossia componenti/metaboliti microbici traslocano (tramite permeabilità intestinale) nel sistema circolatorio e vengono trasportati a organi e tessuti specifici, provocando lesioni immunopatologiche. I probiotici possono aiutare ma spesso l'intervento da effettuare è più complesso a causa delle interazioni a livello epigenetico (espressione di geni) col sistema immunitario.
Aggiornamento 19/6/2019
I legami tra lupus (LES) e microbiota: il bifidobatterio B420 può aiutare inibendo i Th-17.
Un comune batterio intestinale, Roseburia intestinalis, potrebbe essere tra i responsabili in persone predisposte geneticamente della sindrome anticorpi antifosfolipidi, una malattia autoimmune che dà problemi di coagulazione e trombosi
Aggiornamento 21/6/2019

L'essere umano è molto più propenso ad avere malattie autoimmuni rispetto agli animali. Probabilmente uno dei motivi è che vive in un ambiente troppo pulito (teoria dell'igiene) in confronto a quello per cui si è evoluto. Un altro fattore può essere la carne rossa. Infatti nella sua storia evolutiva l'uomo ha perso la possibilità di sintetizzare Neu5Gc, uno "zucchero di membrana", con accumulo di Neu5Ac; queste molecole sono dette acidi sialici, fanno parte dei "glicani", e sono presenti nelle carni degli altri mammiferi. 
In questo modo il sistema immunitario può essere più "cattivo" e protettivo nei confronti di virus e batteri, ma contemporaneamente attaccare, per questioni di mimetismo molecolare, le nostre strutture che inglobano l'acido sialico proveniente dall'alimentazione, che per questo è stato chiamato "xeno-autoantigene".
È possibile quindi consigliare di evitare la carne rossa e sostituirla con la carne bianca o col pesce e verificare un eventuale miglioramento.
"I complessi ruoli dei glicani in molti aspetti rilevanti del sistema immunitario meritano maggiore attenzione negli studi sull'autoimmunità".
Aggiornamento 29/6/2019

Secondo un'analisi dello studio DAISY ogni grammo giornaliero di glutine prima dell'anno di età aumenta il rischio di celiachia del 5%. I bambini con la più alta introduzione di glutine hanno un rischio doppio rispetto a quelli con la quantità più bassa. Lo studio non dimostra causalità e non ha altri studi simili, quindi non può essere usato attualmente per cambiare le indicazioni pediatriche
Aggiornamento 1/7/2019
Che legame esiste tra microbi intestinali e tiroide?
È probabile un contributo del microbiota nell'autoimmunità tiroidea.
A causa del mimetismo molecolare, specie normalmente ritenute benefiche come Lactobacilli e Bifidobatteri possono indurre anticorpi che determinano una reazione incrociata con la tireoperossidasi e la tireoglobulina (le proteine coinvolte nella tiroidite di Hashimoto, HT).
I pazienti con Basedow o HT producono anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi e anti-lievito (Saccharomyces cerevisiae). Gli studi sull'uomo hanno riportato una maggiore abbondanza di Prevotellaceae e Pasteurellaceae nei malati, mentre Enterobacteriaceae, Veillonellaceae e Rikenellaceae erano significativamente più bassi rispetto ai controlli sani. Rispetto ai controlli sani, negli ipertiroidei sono stati riportati una diminuzione di Bifidobacteria e Lactobacillaceae e un aumento di Enterococchi.
La supplementazione con Lactobacillus reuteri ha migliorato la funzionalità tiroidea nei topi aumentando la tiroxina libera (T4), la massa tiroidea e i parametri fisiologici come il peso e la struttura della pelle.
Il microbiota inoltre influenza il metabolismo dei farmaci per la tiroide. L'efficacia della supplementazione orale di L-tiroxina attraverso il suo assorbimento nello stomaco, nel duodeno e nel digiuno da parte di diversi trasportatori può dipendere dalla misura in cui il microbiota degrada gli ormoni tiroidei tramite ossidazione. In caso di proliferazione batterica (SIBO) potrebbe essere necessario dare dosi più elevate di L-tiroxina. Nell'ipotiroidismo, dove il pH dello stomaco aumenta spesso e la motilità gastrica diminuisce, può verificarsi una riduzione della proteolisi nello stomaco e una crescita batterica eccessiva. Anche l'infezione da H. pylori può alterare il metabolismo della L-tiroxina.
Il microbiota influenza anche l'assorbimento dello iodio necessario per sintetizzare gli ormoni tiroidei.
I sali biliari influenzano il metabolismo tiroideo e il TSH, e vengono metabolizzati da diverse specie, soprattutto Clostridi.
Il selenio, un minerale importante per la tiroide, aumenta la quantità di Bacteroidetes e Bifidi.
L'uso di probiotici può facilitare l'assestamento della terapia per ipotiroidismo, ma per ora non sono indicati come terapia, il loro uso rimane solo potenziale.
Aggiornamento 3/7/2019
Tra le proteine del grano che possono creare problemi, oltre al citatissimo glutine, vi sono gli inibitori della amiliasi-tripsina (ATI). Il nostro corpo non si è evoluto per degradare queste proteine, ma l'hanno fatto i nostri batteri. Quando l'uomo è passato da un'alimentazione da cacciatore-raccoglitore a quella da agricoltore, si è arricchito di bifidobatteri e lattobacilli. E proprio questi ultimi degradano le ATI. Se non digerite bene può essere un problema di disbiosi, molto comune a causa della scarsa introduzione di fibra e dell'uso di farmaci spesso troppo disinvolto.
Aggiornamento 14/7/2019
La vitamina D previene e può migliorare lo stato delle persone con artrite reumatoide, e solo in piccole dosi costanti si possono evitare potenziali danni.
Le cellule T infiammate nel liquido sinoviale sono relativamente insensibili alla vitamina quindi i tempi per indurre miglioramenti sono relativamente lunghi.

Un bella revisione sull'importanza dell'evoluzione nella nostra alimentazione. Più che la delezione dei geni è importante il numero delle copie: chi ha molte copie di amilasi ha più possibilità di ingrassare con una dieta glucidica.
Anche il DNA mitocondriale ha diverse mutazioni che interferiscono col metabolismo. I geni per il metabolismo del fruttosio invece permettevano alle scimmie che vivono sugli alberi di resistere alla carenza di cibo.
Anche i polimorfismi per le elongasi dei grassi PUFA hanno un ruolo (vedi articolo)
"La nostra comprensione della complessità dell'evoluzione umana sta rapidamente migliorando, ma le analisi sul modo in cui i fattori dietetici potrebbero aver influenzato il controllo genetico di particolari vie metaboliche e la suscettibilità alle malattie da parte degli individui stanno appena emergendo. Analisi dettagliate dietetiche e fisiologico-metaboliche sono in corso in concomitanza con analisi genetiche in diverse popolazioni africane, ma per svelare le basi della variabilità genetica delle risposte metaboliche all'assunzione di cibo nelle diverse popolazioni in tutto il mondo sono necessari studi molto più dettagliati e rigorosi".
Aggiornamento 17/7/2019
Quali sono i fattori ambientali che aumentano il rischio di sclerosi multipla?
"Bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza, l'infezione da virus Epstein-Barr (EBV) nell'adolescenza e nella prima età adulta, l'esposizione al tabacco attraverso il fumo attivo o passivo, la mancanza di esposizione al sole, bassi livelli di vitamina D e obesità durante l'adolescenza.
Altri fattori di rischio meno consolidati includono il lavoro notturno, l'eccessivo consumo di alcool o caffeina e la pregressa mononucleosi infettiva"
Aggiornamento 22/7/2019
La paleodieta potrebbe essere associata con peggioramento del microbiota intestinale (riduzione dei bifidobatteri) e aumento di TMAO, un metabolita che aumenta il rischio cardiovascolare. Questo conferma la mia idea che non sia necessariamente la dieta più adatta a tutti. E soprattutto va fatta seguendo le indicazioni di una persona esperta.

3 casi di adulti francesi che hanno mandato in remissione il diabete di tipo 1 con una dieta low carb e high fat. In realtà mi lasciano un po' perplesso comunque vedremo più avanti
Aggiornamento 24/7/2019

I batteri regolano il rapporto tra Treg e Th17 e di conseguenza l'infiammazione.
Aggiornamento 25/7/2019
"L'AIP (protocollo autoimmune), una modifica della dieta paleo che comporta l'eliminazione e la promozione di determinati alimenti, può aiutare ad alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita nei partecipanti con una malattia autoimmune"
In particolare in questi studio su 17 donne con Hashimoto, nessun effetto collaterale è stato riportato, e circa la metà di chi assumeva ormoni sostitutivi ha potuto ridurre la dose.
Non si sono rilevate modificazioni dei valori di laboratorio (anticorpi, T3, T4 e TSH) probabilmente per il periodo troppo breve (10 settimane), ma "è probabile che ci sarebbe bisogno di una terapia ormonale sostitutiva con concomitante supporto dietetico e di stile di vita per gestire qualsiasi ulteriore progressione della tiroidite autoimmune". Si ipotizza un periodo necessario tra i 6 e i 12 mesi per far abbassare gli anticorpi.
Si sono però abbassati infiammazione e globuli bianchi.
Le pazienti inoltre hanno riportato un miglioramento del peso (anche senza focalizzarsi su calorie o macronutrienti) e del punteggio nel questionario SF36 (qualità della vita).
Gli autori concludono sottolineando la necessità di studi randomizzati e più grandi ma anche i bassissimi rischi dell'intervento sullo stile di vita.
Aggiornamento 30/7/2019
Copio e incollo il post di Andrea Luchi sulla sospensione di un collega che ha usato la paleodieta.
In occasione della sospensione per un mese di un biologo da parte dell’ordine dei biologi per aver utilizzato la dieta cosiddetta “Paleo” sono doverose alcune precisazioni.
Lo faccio anche come vice presidente dell’AMIE, la società scientifica dei medici evoluzionisti italiani.
Citerò alcune frasi dell’articolo allegato seguite dal mio commento.
“il Consiglio ha dedotto che sulla valenza della cosiddetta “dieta paleolitica” non esiste, al momento, una vera e propria uniformità di opinioni, mancando riferimenti precisi nella comunque scarsa produzione scientifica dedicata all’argomento.”
Sulla “Paleo” esistono circa duecento studi almeno. Cosa dicono? Che è una alimentazione che spesso ha risultati superiori alla dieta mediterranea nel breve periodo (meno di due anni).
L’idea del breve periodo sembra una limitazione ma in realtà è il punto di forza. Chi fa una dieta per anni e anni? La dieta viene utilizzata per risolvere delle situazioni patologiche e/o estetiche e poi il paziente riprende una alimentazione personalizzata. Nessuno fa la dieta mediterranea per anni, tanto per capirci. Perché dovrebbe fare la Paleo?
La paleo funziona per risolvere molti problemi metabolici e ormonali. È uno strumento insieme a tanti altri. Da usare quando serve e per il periodo che serve. Nessun terapeuta coscienzioso consiglia di seguire una dieta rigida per anni, massimo qualche mese. E per qualche mese la Paleo ha il supporto di centinaia di studi.
“le posizioni di contrasto derivate da nozioni consolidate nel campo della Medicina, della Biochimica e della Fisiologia si basano, essenzialmente, sul fatto che la “dieta paleolitica” venga predisposta e, dunque, sottoposta al paziente, in assenza di qualsivoglia bilanciamento nell’apporto dei nutrienti fondamentali quali carboidrati, lipidi e proteine.”
Falso. La Paleo dieta non ha una assenza di bilanciamento. Siccome la Paleo dieta non è altro che mangiare cibi prodotti dalla natura e non dall’uomo questi cibi possono essere bilanciati a piacimento. I Kitava popolo della Papua Nuova Guinea mangiano il 70 % di carboidrati, gli Inuit il 70 % di grassi: entrambi i popoli fanno la Paleo dieta. 
Si può ottenere qualsiasi combinazione di nutrienti nella dieta Paleo: farla con tanti carboidrati (esempio atleti), farla con tanti grassi (esempio: malattie neurodegenerative)
“come si nutrivano realmente gli uomini delle caverne 10mila, 100mila o un milione di anni fa? Nessuno lo sa, perché verosimilmente c’era più di una “dieta paleo” che variava a seconda delle stagioni, delle latitudini e dei luoghi, da un un punto all’altro del pianeta. Tradotto in soldoni: stiamo parlando di un modello alimentare che sostanzialmente non è mai esistito.”
Verissimo. Come ho detto nel punto precedente fare la Paleo significa mangiare cibi fatti dalla natura. Che possono essere mischiati a piacimento. Cosa c’è di pericoloso a dire ad un paziente di mangiare le patate invece della pasta Barilla? Sempre carboidrati sono e per di più sono molto più ricchi di nutrienti.
Non si può contestare la Paleo dicendo che non esiste e poi dire che è sbilanciata.
“Tuttavia, il punto che più è apparso centrale al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Biologi è che, ad oggi, non vi siano studi clinici regolari che attestino l’efficacia e soprattutto la sicurezza di un piano alimentare ispirato alla preistoria, anche perché la FAO/OMS e le linee guida varate da tutti i paesi al mondo, posizionano i cosiddetti “carboidrati buoni“, completamente assenti nella paleodieta, alla base di tutte le diete salutari (55-75% delle calorie) con dei limiti fissati per gli zuccheri aggiunti.”
Mancano i carboidrati buoni? Andatelo a spiegare ai Kitawa che fanno la Paleo e mangiano il 70% di carboidrati (Tuberi). La Paleo è piena di carboidrati buoni: verdure dolci, frutta, tuberi, frutta secca. Si può impostare una dieta Paleo mangiando il 90 % di carboidrati volendo.
“E’ certamente vero, come ha anche riferito il Biologo Nutrizionista in sede di audizione, che sono stati ottenuti dei risultati seguendo il “regime paleo” ma questi vanno comunque interpretati con cautela perché gli studi scientifici prodotti sull’argomento, hanno delle casistiche ed una durata limitata e sono molto eterogenei, contrariamente agli studi elaborati, ad esempio, sulla dieta mediterranea, con migliaia di persone seguite per un lungo periodo di tempo”
Appunto. Anche dando ragione a questa osservazione perché non posso utilizzare la Paleo con un paziente per tre-quattro mesi come solitamente si fa, per ottenere risultati addirittura superiori alla dieta mediterranea come dimostrano centinaia di studi scientifici? 
Perché Kitava, Masai, inuit possono fare una dieta sbilanciata per millenni rimanendo sani e un paziente non può farla per tre mesi migliorando anche lui lo stato di salute?
“In ogni caso non essendo ancora in alcun modo evidente che la “dieta paleolitica” possa garantire una vita lunga ed in salute ed anzi, dal momento che si distacca dalle più salutari diete mediterranee e vegetariane (ricche di amidi, fibra e povere di carne), per la comunità scientifica sarebbe meglio non mangiare come…gli uomini delle caverne.”
Veramente lo studio PURE pubblicato due anni fa, che ha studiato non 10 pazienti ma 135.000 pazienti in 18 paesi al mondo ha dimostrato l’esatto contrario. Che più carboidrati si mangiano più si muore, più grassi si mangiano meno si muore.
Ma anche accettando questa affermazione palesemente smentita da sempre più studi scientifici perché non posso proporre una Paleo col 70% di carboidrati? E addirittura povera di carne! Cosa me lo impedisce?
“A voler essere più precisi, questo stile alimentare presenta dei limiti rilevanti, poiché impone la totale rinuncia ad alimenti importanti come i cereali e i legumi, e questo, da un punto di vista nutrizionale, appare certamente non corretto per lo sbilanciamento che comporta”
Sbilanciamento di che se al posto di cereali raffinati e legumi propongo al paziente di mangiare verdure dolci (carote, zucca etc etc), frutta, patate, patate dolci, topinambur e tutti quei bei tuberi che si trovano in qualsiasi supermercato? Posso mangiare tutti giorni un piatto di pasta e non posso mangiare tutti i giorni un piatto di patate? carboidrati raffinati in un caso, naturali in un’altro. Per tre-quattro mesi?
“Più di uno specialista ritiene, inoltre, che, un regime alimentare del genere, possa provocare, alla lunga, effetti dannosi su reni e fegato, poiché tali organi si “vedono” costretti a smaltire troppe sostanze derivanti dal metabolismo delle proteine animali (in particolare l’acido urico).”
Ah ecco. Finora si è fatto riferimento agli studi (sulla dieta mediterranea) ora improvvisamente si fa riferimento agli specialisti. Perché? Perché non esiste un solo studio che supporti questa affermazione che è una balla colossale. Uno solo. E ci si arrampica sugli specchi. Si cercano specialisti amici. Io ne conosco tonnellate di specialisti che NON pensano questo.
“Come se non bastasse, la casisitica dimostra che con questo regime possono comparire mal di testa, disturbi dell’umore oltre che un aumento del colesterolo e trigliceridi.”
Questa è la chicca. Una falsità assoluta. Esattamente il contrario di quello che avviene. Quando si dice “ mentire sapendo di mentina”.
I trigliceridi scendono sotto 100 nel 99 % dei pazienti che fanno la Paleo, ad esempio. Basta leggere la letteratura scientifica.
“Essendo, la “paleo dieta” eccessivamente ricca di proteine, questa potrebbe comportare effetti collaterali tipici di una dieta iperproteica, così come la mancata assunzione di latte e derivati potrebbe portare a una carenza di calcio e contribuire all’insorgenza di diverse patologie croniche tra cui il diabete”.
La Paleo non è iperproteica perché si può farla mangiando la quantità di proteine che si vuole. Quanto al calcio e al latte siamo ancora fermi qui? Ma una tabella nutrizionale per vedere in quanti altri cibi si trova il calcio oltre ai latticini, l’abbiamo letta?
Per concludere.
Perché un professionista della salute può usare una dieta vegana, vegetariana, piena di barrette, di porcherie, di pasti sostitutivi pieni sostanze infiammatorie e farlocche senza essere segnalato all’ordine e lo deve essere se consiglia al paziente di mangiare per tre-quattro mesi una dieta fatta solo si cibi di qualità, naturali, non processati, bilanciati nel modo che è necessario per quel paziente? Validata da centinaia di trial clinici?
La Paleo è uno strumento che si usa insieme ad altri strumenti. A diete con più o meno carboidrati, più o o meno grassi e più o meno proteine a seconda del paziente che ci si trova davanti. La stella polare è il paziente e quello che funziona per farlo stare meglio. Il resto sono chiacchiere.
PS. Ho parlato solo di macronutrienti e non delle tematiche legate ai problemi causati dai cereali nel caso di malattie autoimmuni, reumatologiche o neurodegenerative per non appesantire la discussione. Il che avrebbe fatto pendere ancora di più la bilancia a favore dell’utilizzo di approcci alternativi alla dieta mediterranea in alcune patologie.

Aggiornamento 7/8/2019
Una dieta ad alto contenuto di carboidrati, ma comunque in stile paleo, può essere usata nelle malattie autoimmuni come il lupus
Aggiornamento 11/8/2019
α-Gal, principale antigene della carne rossa, potrebbe essere correlato con la spondilite anchilosante
Aggiornamento 26/8/2019

Aumentare il colesterolo buono (HDL) con una dieta a base vegetale integrata con omega 3 si associa ad aumento delle energie nella sclerosi multipla.
Aggiornamento 29/8/2019
Un nuovo studio ha messo in mostra come una paleodieta (PD) in chiave moderna (senza cereali e legumi) possa migliorare il microbiota in confronto a quello di persone con una tipica dieta occidentale. Gli autori scrivono che si evidenzia un ritorno di specie che sono quasi scomparse nel nostro intestino, come Akkermansia, ma anche di batteri che proliferano coi grassi e metabolizzano i sali biliari. Aggiungono inoltre "Sebbene diversi studi abbiano suggerito interessanti potenziali benefici della dieta paleo nei pazienti obesi e con diabete di tipo 2 a medio e lungo termine (cioè aumento della sensibilità all'insulina, vantaggi nel controllo glicemico e riduzione della massa grassa totale e dei livelli di trigliceridi), particolare attenzione deve essere posta quando si seguono a lungo le diete paleolitiche con percentuali di macronutrienti così lontane dalle raccomandazioni nutrizionali, almeno fino a quando studi longitudinali più completi in coorti più grandi, compresi studi controllati randomizzati, avranno valutato pienamente l'impatto della PD sulla salute dell'ospite".
Aggiornamento 30/8/2019

Il digiuno intermittente può ridurre l'infiammazione riducendo i monociti, una classe di globuli bianchi. In pratica i livelli di energia regolano lo stato infiammatorio. Questo può migliorare anche la reazione nelle malattie autoimmuni.
Aggiornamento 1/9/2019
Secondo una metanalisi che ha incluso 8 studi che confrontavano la paleodieta (PD) con diete standard, La PD ha ridotto gli indici antropometrici (peso, BMI, circonferenza addominale e percentuale di grasso corporeo), la pressione sanguigna, il profilo lipidico (colesterolo totale, LDL, trigliceridi; aumento del colesterolo HDL) e le concentrazioni circolanti di PCR (infiammazione). Gli autori però precisano che includendo altri studi i risultati si ridimensionano, e che non ci sono ancora trial sufficientemente affidabili per delle conclusioni definitive.
Un ricercatore ipotizza un legame tra aumentato igiene e leucemia infantile: il mancato contatto con alcuni batteri nei primi mesi di vita può slatentizzare alcune modifiche del DNA.
Aggiornamento 10/9/2019 Un caso riportato di remissione del morbo di Basedow: una donna di 34 anni, che ha adottato un cambiamento dello stile di vita, "adottando la paleodieta, curando la salute orale, praticando kundalini yoga, eliminazione dei tossici ambientali (assumendo solo alimenti biologici, bevendo acqua filtrata e usando prodotti naturali per pulire la sua casa o per la sua igiene personale) e integratori di supporto quando necessario". In 6 mesi ha avuto normalizzazione dei valori ormonali e anticorpali.
Aggiornamento 14/9/2019
Una delle cause dell'artrite reumatoide è un batterio orale, Porphyromonas Gingivalis, che rilascia fattori che stimolano l'autoimmunità.
Per questo si dovrebbe raccomandare particolare attenzione all'igiene orale in chi è affetto da questa malattia, e per quanto mi riguarda somministrazione di probiotici
Aggiornamento 17/9/2019
Sono stati osservati gli effetti della paleodieta in gravidanza su 37 donne che già la seguivano, confrontate con 39 donne che seguivano un'alimentazione classica.
Il gruppo paleo ha avuto migliori esiti nel controllo della glicemia ed emoglobina e ferritina più alte, ha aumentato meno di peso e i bambini avevano un peso lievemente inferiore, ma senza conseguenze negative.
"La dieta paleolitica mantenuta durante la gravidanza può avere un effetto benefico sulla tolleranza al glucosio. Può anche aumentare i depositi di ferro e i livelli di emoglobina. I neonati di donne che mantengono una dieta paleolitica sono leggermente più piccoli ma compatibili con l'età gestazionale senza differenze nei risultati neonatali. Questi risultati possono indicare la natura favorevole di questa dieta durante la gravidanza e possono persino diventare interessanti nelle donne inclini al diabete gestazionale. Ulteriori ricerche future potrebbero far luce sul possibile effetto benefico di tale dieta".
Aggiornamento 19/9/2019
Da anni ci battiamo perché si tenga conto dell'influenza della dieta nelle malattie autoimmuni. Uno dei legami è rappresentato dal glucosio, che quando è in eccesso stimola la produzione dei Th-17, globuli bianchi corresponsabili delle malattie autoimmuni.
L'iperglicemia, che può essere cronica o postprandiale derivata da un bel piatto di pasta o una bibita zuccherata, stimola lo stress mitocondriale e così il rilascio di fattori che promuovono i Th-17.
Gli scienziati concludono con "I nostri risultati qui possono fornire una possibile spiegazione per l'aumento delle risposte delle cellule Th17 sia nei pazienti diabetici di tipo 1 che di tipo 2 ... [e] forniscono meccanismi cellulari [che spiegano come il] consumo a lungo termine di bevande ad alto contenuto di saccarosio ... [aggravano] la patogenesi dell'autoimmunità nei topi ... oltre all'alterazione del microbiota intestinale".
Aggiornamento 21/9/2019
Un medico di Harvard si è presa la briga di revisionare le diverse diete e la loro efficacia nella perdita di peso, trovando discrete evidenze su tutte e in particolare la mediterranea. Anche la vegana e la paleo possono funzionare. Anche il digiuno intermittente e altre forme di restrizione temporale hanno iniziale evidenza.
Alcune possono portare a carenze ed essere sbilanciate se non fatte bene, ma in generale non esiste una dieta ideale per tutti, va considerata la qualità dei cibi e, a livello termodinamico, è necessario avere un deficit energetico (che non significa necessariamente mangiare poco). Trovare una dieta idonea che possa essere seguita facilmente (aderenza) è fondamentale per il successo.
Il post continua qui.