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sabato 22 marzo 2014

Quando i farmaci fanno (molto) male

Tutti i farmaci hanno degli effetti collaterali, ma qualcuno è proprio dannoso, come spiega questo articolo tratto da il Fatto Quotidiano del 6 marzo 2014




http://www.comicvine.com/profile/flcl1/blog/rate-the-demotivationalmotivational-poster-above-y/53805/?comment_page=16


PILLOLE E SCANDALI
Che ci importa delle sanzioni, siamo ricchi

di Tommaso Rodano
   Big Pharma ha i suoi scheletri nell’armadio. Quando sono scoperti, piovono salassi miliardari. Fuori dall’Italia i 180 milioni di euro di multa inflitti a Roche e Novartis sembrano quasi una mancetta irrisoria. La storia dei grandi scandali sanitari racconta cifre che fanno impallidire, da cui la stabilità dei colossi farmaceutici è stata appena sfiorata.
   GLI EPISODI si assomigliano: prodotti potenzialmente dannosi o non adeguatamente testati, messi in commercio nascondendone i possibili effetti. Per le aziende sono profitti spaventosi. Poi scoppia il bubbone, la medicina scompare dagli scaffali e inizia il lavoro degli avvocati. Alla fine magari arriva una condanna, ma nel frattempo – per quanto enorme possa sembrare il risarcimento – le compagnie si sono arricchite in misura esponenzialmente superiore. Il record appartiene alla GlaxoSmithKline, multinazionale britannica. Dopo una contesa ultradecennale contro il governo americano – iniziata nel 1999 e conclusa nel luglio del 2012 -– GSK è stata costretta a pagare un risarcimento da 3 miliardi di dollari. I reati sono su diversi prodotti, tra cui Avandia (un antidiabetico), Paxil e Wellbutrin (antidepressivi). Le accuse varie: promozione illegale di prescrizioni di farmaci, corruzione di medici, indicazione sbagliata dei dati di sicurezza. Il “caso Avandia” (farmaco a base di Rosiglitazone) è forse la più grande frode sanitaria della storia. In commercio dal 1999, dopo anni di somministrazioni (e oltre 3 miliardi di dollari all’anno di profitti), nel 2007 il New England Journal of Medicine pubblica un’analisi indipendente che mostra al mondo i possibili effetti collaterali: il rischio d’infarto nei pazienti che assumono
   Avandia è superiore del 43 per cento rispetto a chi è trattato con un altro antidiabetico. L’aumento della mortalità per patologie cardiovascolari è del 64 per cento. L’Avandia sarà ritirato dagli scaffali solo nel 2010. Decine di migliaia di pazienti chiedono ancora giustizia (con class action in Gran Bretagna, Canada e Israele).




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   A FRONTE della sanzione da 3 miliardi, solo nell’anno della condanna Glaxo-SmithKline ha fatturato poco meno di 40 miliardi di dollari. GSK è in ottima compagnia. Johnson & Johnson lo scorso novembre ha accettato di pagare un risarcimento di oltre 2,2 miliardi di dollari per l’antipsicotico Risperdal. Anche in questo caso, il farmaco è stato somministrato a bambini, adulti e anziani minimizzandone gli effetti secondari. Gli Abbott Laboratories, nel 2012, sono stati costretti a sganciare “appena” 1,5 miliardi di dollari per la promozione truffaldina del loro antiepilettico Depakote. Il farmaco era popolarissimo, nonostante studi medici, anno dopo anno, ne abbiano dimostrato i rischi e messo in dubbio l’efficacia. La multa, per la Abbott, è valsa non più del 12 per cento del bilancio annuale. A seguire, nella classifica dei casi multimilionari, c’è il Vioxx della Merck, messo in commercio nel 1999 e ritirato nel 2004 dopo essere stato assunto da oltre 80 milioni di pazienti e venduto per oltre 2,5 miliardi di dollari all’anno. I test hanno scoperto un’eccessiva incidenza di infarti ed ictus. Multa da 950 milioni, nel 2011, e passa la paura (non per i malati). Sempre in America, la battaglia del Dipartimento di Giustizia contro l’antidepressivo Zyprexa è costata al colosso Ely Lilly poco meno di un miliardo e mezzo di dollari. Questi i casi più clamorosi, ma la lista sarebbe ancora lunghissima (Amzen, Pfizer, Novartis, AstraZeneca): si curi chi può.


http://www.stickypc.com/pinteresting.html
(la risata è sempre il miglio farmaco)

Aggiornamento 3/10/2016

Una metanalisi su Plos ONE denuncia che i lavori che evidenziano gli effetti collaterali dei farmaci spesso non vengono pubblicati, portando l'opinione scientifica a sottovalutarli. Tutto questo sotto la gestione delle case farmaceutiche.

Aggiornamento 16/10/2016

L'ADHD ha un numero di diagnosi abnorme per poter prescrivere farmaci. Questa la denuncia di un giornalista.
Aggiornamento 25/11/2016

Importanti medici denunciano le forzature di Big Pharma per l'approvazione di farmaci poco testati e dai considerevoli effetti collaterali.
La cultura del "meglio sempre una pillola in più" va per la maggiore.

Aggiornamento 12/12/2016
Il pioglitazone viene associato dall'FDA al tumore alla vescica.
Praticamente tutti i farmaci inizialmente approvati per l'obesità sono stati ritirati dopo alcuni anni per effetti avversi scoperti dopo l'immissione sul mercato.
Pensateci 2 volte prima di intraprendere certe vie.

Aggiornamento 16/12/2016
Una denuncia di alcuni medici su una scomoda verità: i farmaci per le malattie psichiatriche fanno più danni che benefici.
Aggiornamento 16/3/2017

Ibuprofene e diclofenac sono gli analgesici più associati al rischio di arresto cardiaco

Aggiornamento 27/3/2017

I farmaci per l'ADHD, disordine da deficit di attenzione e iperattività, non guariscono il disturbo sul lungo periodo e riducono la crescita in altezza

Aggiornamento 1/4/2017

Alcuni farmaci per la pressione, bloccanti selettivi dei recettori beta1, tendono ad alterare l'omeostasi glucidica

Aggiornamento 25/5/2017

Un terzo dei farmaci approvati in USA dimostrano di dare problemi dopo essere stati messi nel mercato

Gli antidolorifici, in particolare gli inibitori COX2, sono associati a un immediato aumento del rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 4/8/2017

Una considerazione sui bifosfonati (farmaci per l'osteoporosi) da parte del dott Luchi.




Una revisione Cochrane (il più importante istituto indipendente al mondo) certifica il "bias" (errore) in favore della ricerca condotta dalle industrie farmaceutiche, spiegando che non può essere dovuto al normale rischio di errore di valutazione (è in pratica voluto)

Aggiornamento 8/9/2017

Alcuni farmaci che si dovrebbe iniziare a deprescrivere: spiccano le statine in prevenzione primaria, gli inbitori dell'acetilcolinesterasi per l'Alzheimer, inibitori di pompa, benzodiazepine.

Le metanalisi sui farmaci antidepressivi hanno spesso tra gli autori le persone stesse che scrivono i paper inclusi, e difficilmente inseriscono avvertimenti sui possibili effetti collaterali, avverte una revisione

Aggiornamento 19/9/2017

Molti farmaci che le persone sovrappeso devono assumere incidono negativamente sulla composizione corporea: cortisonico, antidiabetici (glitazoni e sulfoniluree), antipsicotici, antiepilettici, antiipertensivi (betabloccanti).
Aggiornamento 17/10/2017

I farmaci che finiscono nell'ambiente fanno un sacco di danni, tra cui femminilizzazione dei pesci, danni agli uccelli ecc.

Il vantaggio dei farmaci per i tumori (per la sopravvivenza post terapia) appare incerto.
Aggiornamento 10/12/2017

Il montelukast, farmaco per l'asma, aumenta il rischio di eventi psicotici quali incubi notturni.

Numerosi farmaci, oltre agli antibiotici, hanno un notevole impatto sull'architettura generale del microbioma intestinale: PPI (antiacidi), metformina, FANS, oppioidi e antipsicotici sono associati ad aumenti nei membri della classe Gammaproteobacteria (inclusi Enterobacter, Escherichia, Klebsiella e Citrobacter), o membri della famiglia Enterococcaceae, che sono spesso patogeni isolati da infezioni del sangue di malati.

Anche il trattamento con antipsicotici, di solito associato ad un aumento dell'indice di massa corporea, è caratterizzato da una diminuzione del rapporto tra  Bacteroidetes e Firmicutes nel microbioma intestinale, simile alle tendenze osservate nei pazienti obesi.

Aggiornamento 15/12/2017

La chemioterapia può generare dei "detriti" che possono nutrire e favorire le metastasi in tutto il corpo. Ecco perché non sempre si guarisce e la medicina integrata (l'abbinamento dello stile di vita corretto) appare sempre più importante, sommata alle cure classiche.
Anche la fuoriuscita dallo stato di quiescenza può essere una conseguenza.
Le benziodiazepine sembrano aumentare la mortalità nelle persone con Alzheimer

Aggiornamento 29/12/2017

I cortisonici, anche nel breve termine, aumentano i rischi di fratture, tromboembolismo venoso e sepsi, e vengono prescritti con troppa leggerezza.

Aggiornamento 15/1/2018

L'ibuprofene preso per lunghi periodi impatta negativamente sulla fertilità maschile.

Aggiornamento 23/3/2018
I farmaci psicotici inducono aumento di peso aumentando l'insulinoresistenza e alterando gli ormoni postprandiali
Aggiornamento 8/4/2018

L'utilizzo di antibiotici e antiacidi nei primi 6 mesi di vita aumenta il rischio di allergie. I ricercatori concludono che questi farmaci "dovrebbero essere usati durante l'infanzia solo in situazioni di evidente beneficio clinico"

Aggiornamento 14/4/2018

L'uso di SSRI (inibitori del reuptake della serotonina) in gravidanza può essere associato con anormalità nello sviluppo cerebrale, in particolare nelle aree legate alle emozioni

Aggiornamento 27/4/2018

Gli anticolinergici, usati come antidepressivi e antiincontinenza, possono aumentare il rischio di demenza anche molti anni dopo l'utilizzo.

Aggiornamento 1/5/2018

Nuovo studio sull'effetto protumorale di un chemioterapico.

Aggiornamento 29/5/2018

L'uso di antidepressivi si conferma aumentare il rischio di obesità, anche se potrebbe esserci anche una correlazione inversa (è la depressione e non i farmaci a favorire l'aumento di peso)

Aggiornamento 31/5/2018

Da un'opinion pubblicata su BMJ da un revisore dei dati della Cochrane.

"Guardare gli eventi precursori al suicidio e alla violenza è come guardare i fattori prognostici per le malattie cardiache. Diciamo che l'aumento del colesterolo, il fumo e l'inattività aumentano il rischio di attacchi di cuore e di morte cardiaca e quindi raccomandiamo alle persone di fare qualcosa al riguardo.
I leader psichiatrici, tuttavia, tentano regolarmente di farla franca con argomenti insostenibili. Molti dicono, per esempio, che gli antidepressivi possono essere dati in sicurezza ai bambini sostenendo che non ci sono più suicidi nei trial, solo più eventi suicidiari, come se non ci fosse alcuna relazione tra i due, sebbene tutti sappiamo che un suicidio inizia con i pensieri suicidi, seguiti da preparativi e uno o più tentativi.
Lo stesso si può dire dell'omicidio. Non si può più dubitare che gli antidepressivi siano pericolosi e possano causare il suicidio e l'omicidio a qualsiasi età. È assurdo usare droghe per la depressione che aumentano il rischio di suicidio e omicidio quando sappiamo che la terapia cognitivo-comportamentale può dimezzare il rischio di suicidio in pazienti che sono stati ammessi dopo un tentativo di suicidio e quando la psicoterapia non aumenta il rischio di omicidio.

Aggiornamento 10/6/2018

Gli studi finanziati da Big Pharma sono solitamente meglio "disegnati" e vengono pubblicati più facilmente

Aggiornamento 14/6/2018

Prendere più farmaci e rischio di depressione
"L’analisi ha portato ad obiettivare una realtà sconcertante: sono oltre 200 i farmaci comunemente prescritti per varie condizioni (dalle pillole anticoncezionali, ad alcuni farmaci antipertensivi o per condizioni cardiologiche, inibitori di pompa protonica, antiacidi, antidolorifici), che nel foglietto illustrativo hanno chiaramente indicato il potenziale rischio di depressione, o addirittura di suicidio, associato al loro impiego. E questo studio dimostra che utilizzare insieme questi farmaci aumenta il rischio di depressione e suicidio" “La depressione – conclude la Qato – è una delle principali cause di disabilità negli Usa e i tassi di suicidio stanno aumentando di anno in anno; è necessario dunque ripensare in maniera innovativa alla depressione come problema di salute pubblica. Questo studio dimostra che è necessario considerare i pattern di utilizzo dei farmaci nelle strategie volte ad eliminare, ridurre o minimizzare l’impatto della depressione nella vita quotidiana.”


Aggiornamento 17/6/2018

Gli psicofarmaci fanno ingrassare? Sembrerebbe proprio di sì

"Sebbene forti evidenze motivino l'uso di farmaci antipsicotici per determinate condizioni (es. Schizofrenia infantile), la maggior parte degli antipsicotici pediatrici è utilizzato per trattamento off-label (per uno scopo diverso) di disturbi comportamentali non psicotici e distruttivi. I potenziali benefici psichiatrici dell'uso di antipsicotici in questa popolazione, evidenti in questo studio e in altri, dovrebbero essere attentamente valutati rispetto alla potenziale insorgenza nell'infanzia di obesità addominale e insulino-resistenza che, rispetto all'esordio dell'adulto, aumenta ulteriormente il rischio a lungo termine per diabete, malattie cardiovascolari e condizioni correlate". L'aumento di peso massimo  si è verificato con l'olanzapina.

Aggiornamento 14/7/2018

La nota rivista complottista Science (tra le prime 3 per importanza scientifica) parla di porte girevoli tra FDA e industria farmaceutica: i suoi dirigenti passano al soldo delle case farmaceutiche molto spesso.
Si fa l'esempio del Seroquel, farmaco antipsicotico che non ha dato nessun risultato superiore al placebo, ma è stato inserito nel mercato lo stesso. Ecco dove si perde la fiducia nei professionisti della salute

Aggiornamento 24/7/2018
Passare dalla metformina alle sulfoniluree aumenta il rischio di ipoglicemie, infarto e morte per tutte le cause, questo non accade mantenendo la metformina

Aggiornamento 30/7/2018

Nel modello animale la somministrazione di antibiotici altera il microbiota intestinale e può così influenzare negativamente i metaboliti intestinali, facilitando l'insorgenza del diabete. Per questo raccomando sempre i probiotici dopo la terapia

Aggiornamento 6/9/2018

Si conferma un certo legame tra antinfiammatori inibitori COX2 e problemi cardiaci. In questo caso sotto accusa è il diclofenac, se usato cronicamente

Aggiornamento 18/9/2018

Il paracetamolo usato in gravidanza e nella prima infanzia potrebbe aumentare il rischio di asma nei bambini e adolescenti

Aggiornamento 26/9/2018

Ulteriori prove sull'effetto ingrassante degli antipsicotici

Aggiornamento 27/9/2018

Da un post dell'amico Alberto Cerasari, medico
Schematicamente i farmaci implicati nelle maggiori carenze sono i seguenti:
- Inbitori di pompa (PPI): >pH gastrico con carenza di VITAMINA B12, FERRO, VITAMINA C, CALCIO, MAGNESIO, ZINCO
- FANS (Aspirina): VITAMINA C, FERRO
- Diuretici tiazidici e dell'ansa: CALCIO, MAGNESIO, TIAMINA, ZINCO, POTASSIO, FOLATI
- ACE-inibitori: ZINCO, POTASSIO
- Calcio-antagonisti: FOLATI, POTASSIO
- STATINE: CoQ10, VITAMINA D, E, BETA-CAROTENE
- METFORMINA: B12
- Cortisonici: CALCIO, VITAMINA D, SODIO, POTASSIO, CROMO
- Broncodilatatori, Antidepressivi: CALCIO E VITAMINA D
- Contraccettivi orali: VITAMINA B6, B12, FOLATI, CALCIO, MAGNESIO, C, E
Credo fermamente che tutti i professionisti dovrebbero ragionare sia sul cercare quando possibile di far assumere meno farmaci possibili utilizzando adeguate misure non farmacologiche, sia conoscere e riconoscere le potenziali carenze di micronutrienti a cui si può andare incontro.



Aggiornamento 14/10/2018

Il mondo degli RCT è diverso dalla vita reale, soprattutto perché molte persone che negli RCT sarebbero scartate poi vanno a prendere il farmaco nella vita reale. E per questo è necessaria la sorveglianza postmarketing, nel quale si usano invece studi osservazionali, che pur essendo inferiori nella scala gerarchica dell'evidenza sono insostituibili e integrano le informazioni. Grazie a questi molti farmaci sono stati poi tolti dal mercato
I bifosfonati si rivelano una schifezza nel lungo termine (post di Andrea Luchi)
Bifosfonati e fratture. 
L’uso cronico di bifosfonati (i farmaci per l’osteoporosi) oltre i 10 anni AUMENTA il rischio fratture rispetto ad un uso di 2 anni. Un successone direi per questa classe di farmaci!
Women, take your estrogen and testosterone!!

Aggiornamento 7/11/2018

Gli in inibitori dell'enzima ACE, farmaci per abbassare la pressione, aumentano il rischio di tumore polmonare rispetto ad altri farmaci (inibitori del recettore dell'angiotensina). Questo è forse legato alla localizzazione dell'enzima nell'endotelio polmonare.

Aggiornamento 16/12/2018

L'uso di antipsicotici ad alte dosi in bambini e giovani adulti incrementa il rischio di morte inattesa (per suicidio o cardiovascolare) dell'80%. Chi riceve queste terapie dovrebbe essere accuratamente selezionato.
Nel lungo termine l'uso di antibiotici nella diverticolite non conferisce vantaggi rispetto al non usarli

Aggiornamento 22/12/2018
Le sulfoniluree e l'insulina basale (lenta), farmaci per il diabeteaumentano il rischio di eventi cardiovascolari avversi, come morte, insufficienza cardiaca e amputazioni

Aggiornamento 28/12/2018
Nuove tristi notizie sull'uso a lungo termine degli inibitori di pompa (antiacidi).
Il rischio di tumore allo stomaco aumenta di 2,5 volte, e quello di infezioni batteriche in persone con ascite e cirrosi di 1,5 volte.

Aggiornamento 19/1/2019
Quanto spendono le case farmaceutiche nel congresso americano, pagando campagne elettorali ai rappresentanti.

Aggiornamento 24/1/2019

Negli USA, nelle zone dove c'è maggiore finanziamento dei medici (attraverso viaggi, congressi ecc) da parte dei produttori di oppiacei, c'è anche maggior uso e maggior mortalità per questi farmaci

Aggiornamento 28/1/2019
Sebbene si specifichi che rimangono importanti nella prevenzione cardiovascolare, l'articolo esamina gli effetti collaterali. delle statine che si riscontrano in una parte ristretta della popolazione.
Attualmente non esiste una definizione universalmente accettata di tossicità/intolleranza alle statine.
Il problema più diffuso sono sicuramente i dolori muscolari, che gli studi osservazionali suggeriscono verificarsi nel 10-15% dei pazienti, con dati clinici che arrivano fino al 30%. Negli studi randomizzati controllati, l'incidenza va da 1,5% al 5% dei pazienti, anche se si ritiene che questa sia una sottostima poiché la maggior parte degli studi esclude pazienti con una storia di intolleranza alle statine.
In generale i problemi sono legati all'alterata funzione mitocondriale e di membrana. Possono aumentare il rischio di diabete, problemi epatici e proteinuria. Le condizioni neurologiche associate all'uso di statine includono ictus emorragico, declino cognitivo, neuropatia periferica, depressione, confusione/perdita di memoria, aggressività e cambiamenti di personalità.
Inoltre problemi legati alla riduzione del testosterone come ginecomastia e problemi riproduttivi.La carenza di vitamina D può aumentare gli effetti.
Aggiornamento 17/2/2019

Alcuni farmaci come gli antiepilettici, sulfasalazina (antibiotico) e metotrexato riducono i livelli di folati nel sangue e alzano l'omocisteina. I folati sono fondamentali per prevenire tumori, malattie cardiovascolari e neurologiche, quindi è consigliabile verificare i livelli ed eventualmente correggere la carenza.

I meccanismi che legano uso di statine e aumentato rischio di diabete

Aggiornamento 10/3/2019

Il conflitto d'interesse tra medici e case farmaceutiche denunciato  da PresaDiretta

Aggiornamento 19/3/2019

I problemi  che riscontrano i bambini sottoposti a chemio, anni dopo: soprattutto epatici e cardiaci

Aggiornamento 21/3/2019

L'uso cronico dei cortisonici ha un costo nascosto, quello per gli effetti collaterali. Il cortisone, come il suo similare cortisolo, ormone dello stress, distrugge molte strutture corporee, dai muscoli alle ossa e rovina la salute. 
L'uso di statine aumenta il rischio di diabete del 38%, e questo è maggiore in persone che abbiano già problemi col metabolismo glucidico o sovrappeso. I ricercatori suggeriscono quindi di far perdere peso insieme alla terapia, "sottolineando la necessità concomitante di misure dietetiche ed esercizio fisico".

Aggiornamento 7/4/2019

Il paracetamolo può aumentare il rischio ictus nei diabetici anziani
Aggiornamento 8/4/2019

Le creme cortisoniche usate in psoriasi, eczema ecc sono associate ad aumentato rischio di diabete 

Aggiornamento 14/4/2019

Il rischio di diabete con le statine sale nelle persone che iniziano la terapia da giovani e in caso di colesterolo LDL più basso
Molti farmaci, in particolare gli psicotropi, influenzano negativamente la flora intestinale, che a sua volta metabolizza e quindi influenza la loro funzione ed efficacia.

Aggiornamento 19/4/2019

Alcuni farmaci sono associati ad aumento di peso, ho fatto due tabelle riassuntive in base ai dati di questa revisione. Spesso si tratta di farmaci assunti per patologie prevenibili o gestibili col corretto stile di vita e alimentazione.



Aggiornamento 20/4/2019

Il 46% delle metanalisi ha conclusioni falsate dall'inserimento di dati falsi

Aggiornamento 1/5/2019

L'uso di alcuni antidepressivi (inibitori del reuptake della serotonina, SSRI) in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di autismo e ADHD

Aggiornamento 5/5/2019

I supplementi consigliati e quelli da evitare con i farmaci

Aggiornamento 15/5/2019
L'ibuprofene può indurre ipogonadismo
Gli ansiolitici possono aumentare il rischio di aborto spontaneo

Aggiornamento 26/5/2019
La Merck secondo la CBS avrebbe creato falsi giornali scientifici e liste di medici da screditare dopo lo scandalo Vioxx
Aggiornamento 8/6/2019
Continuano le brutte notizie per gli utilizzatori di antiacidi (PPI).
La mortalità aumenta per cause cardiovascolari, renali e tumore dello stomaco. Vi ricordo che nella maggior parte dei casi si può risolvere con la nutrizione funzionale.
Lo studio conclude con "I risultati mostrano un consistente aumento di mortalità specifica anche tra i pazienti senza indicazioni gastrointestinali documentate per i farmaci antiacidi, una scoperta allarmante che potrebbe aiutare a guidare la progettazione e l'implementazione di programmi di deprescrizione per ridurre il numero di prescrizioni di PPI non necessarie o non indicate. Le prove da tutti gli studi disponibili suggeriscono che l'uso a lungo termine di PPI è associato a eventi avversi gravi, incluso un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause, e i nostri risultati suggeriscono specificamente un aumento della mortalità a causa di malattie cardiovascolari, renali croniche e cancro del tratto superiore gastrointestinale. A causa dell'elevata prevalenza dell'uso dei PPI, i risultati hanno implicazioni per la salute pubblica e sottolineano l'importante messaggio che i PPI dovrebbero essere usati solo quando indicato dal punto di vista medico e per la durata minima necessaria".
Aggiornamento 9/6/2019

Secondo l'analisi di più studi, le statine aumentano il rischio di diabete fino al 20% nei trial e fino al 99% negli studi di popolazione. Il meccanismo è la riduzione della secrezione di insulina.
Simvastatina, atorvastatina e rosuvastatina appaiono le statine più diabetogene.
Secondo le conclusioni degli autori la protezione cardiovascolare conferita dalle statine supera il rischio di diabete.
I valori di colesterolo troppo bassi nei diabetici possono aumentare il rischio di neuropatia diabetica. Infatti il colesterolo è necessario per la riparazione dei nervi.
Le statine potrebbero alzare il rischio di tumore prostatico

Aggiornamento 10/6/2019

Le integrazioni da seguire in caso di uso di farmaci (antiacidi, cortisonici, statine e resine sequestranti acidi biliari)

Aggiornamento 26/6/2019

Le statine possono raddoppiare il rischio di diabete, secondo uno studio statunitense.
Gli anticolinergici sembrano invece aumentare il rischio di Alzheimer
Aggiornamento 17/7/2019
Gli effetti collaterali di cortisone e altri corticosteroidi
Aggiornamento 3/8/2019
Chi assume antiacidi ha necessità mediamente del doppio dei farmaci per le allergie. Questo dipende probabilmente dalla mancanza di acidità gastrica che riduce la digestione delle proteine e le rende più allergeniche. Insomma viene favorito lo sviluppo di allergie.
Aggiornamento 7/8/2019
Esiste una relazione lineare tra antibiotici prescritti nell'infanzia e sviluppo di asma. Ogni ciclo di antibiotici aumenta il rischio del 20% e la severità dell'asma.
"i nostri risultati sono in linea con l'ipotesi del microbiota, che suggerisce che la disbiosi causata dagli antibiotici può alterare la maturazione del sistema immunitario e aumentare il rischio di sviluppare malattie allergiche ... "
"... Alla luce delle crescenti prove a sostegno dell'effetto dannoso dell'uso di antibiotici sull'asma infantile, i pazienti e gli operatori sanitari dovrebbero valutare criticamente i rischi e i benefici dell'uso di antibiotici nei neonati prima della somministrazione e considerare possibili strategie di trattamento alternative quando disponibili, e la ricerca dovrebbe concentrarsi su come gli effetti collaterali degli antibiotici possano essere prevenuti quando è necessario il loro uso".
Aggiornamento 25/8/2019
Lo "spin", ossia "l'uso di strategie di report specifiche, per qualsiasi motivo, per evidenziare che il trattamento sperimentale è vantaggioso, nonostante una differenza statisticamente non significativa nel risultato primario, o per distrarre il lettore da risultati statisticamente non significativi", è stato riscontrato in oltre la metà (56%) degli RCT (studi di intervento) pubblicati dai giornali di psichiatria. La scoperta desta molta preoccupazione perché sono gli studi utilizzati per le linee guida sui farmaci. Lo spin non è apparso associato al finanziamento dell'industria farmaceutica
Aggiornamento 6/9/2019
L'efficacia delle statine messa in forte dubbio da alcuni scienziati, con effetti collaterali annessi
Aggiornamento 10/9/2019
Interazioni e deplezioni di nutrienti con i farmaci
Aggiornamento 12/9/2019
I fluorochinoloni (antibiotici) potrebbero alzare il rischio di problemi cardiaci come rigurgito mitralico e aortico.
Gli antibiotici riducono la sopravvivenza nelle persone con tumore che fanno immunoterapia (che è modulata dal microbiota)

Aggiornamento 17/9/2019

Il paracetamolo è ammesso in gravidanza, ma potrebbe non essere così sicuro. La sua assunzione moderata tra le 18 e le 32 settimane sembra associata con iperattività e deficit di attenzione, soprattutto nei maschietti tra i 7 e i 9 anni. L'associazione tende a sparire negli anni successivi.
Aggiornamento 28/9/2019
I glitazoni (o tiazolidinedioni) sono stati usati per molti anni come farmaci antidiabetici per abbassare la glicemia. Questo avveniva tramite la ridistribuzione del grasso, che passava dal compartimento viscerale a quello sottocutaneo, fatto per cui le persone ingrassavano. Sono stati quasi aboliti perché aumentavano il rischio cardiovascolare, e oggi si è scoperto perché, almeno per alcuni di questi farmaci. Sono tossici per i mitocondri, gli organelli cellulari che forniscono energia agli organi, in primis al cuore.
Nel modello animale il resveratrolo riduce la disfunzione cardiaca causata dai farmaci.
La medicina mitocondriale si conferma l'approccio del futuro.
Aggiornamento 20/10/2019
Alcuni ricercatori irlandesi hanno analizzato l'utilizzo delle statine in prevenzione primaria, ossia quando ancora non c'è evidenza di malattia, evidenziando che:
👉La "platea" di persone eleggibili per per le statine è aumentata negli ultimi due decenni
👉Rimangono incertezze sui vantaggi del loro uso per la prevenzione primaria
👉Le riduzioni assolute del rischio per i pazienti a basso rischio sono piccole e i pazienti potrebbero non considerare che i benefici assoluti giustifichino l'assunzione di un farmaco giornalmente o il rischio di effetti avversi
👉Sono necessari dati migliori su danni e popolazioni a basso rischio per facilitare il processo decisionale condiviso.
I benefici per molte persone che assumono statine appaiono quindi marginali, e "può essere un esempio di assistenza sanitaria di basso valore e, in alcuni casi, rappresentare uno spreco di risorse sanitarie".Le statine sono uno dei medicinali più comunemente usati al mondo, con vendite globali stimate che si avvicinano a 1 trilione di dollari per il 2020.
Il loro uso nelle persone con malattie cardiovascolari accertate non è messo in dubbio, ma resta da discutere se i loro benefici siano superiori ai danni per gli anziani sani e se l'uso diffuso di statine possa essere giustificato dal punto di vista sociale.
I cortisonici intraarticolari possono peggiorare l'osteoartrite perché accelerano la progressione della malattia e il consumo della cartilagine
Aggiornamento 24/10/2019
Quali sono i problemi associati con l'uso di antiacidi? atrofia gastrica, carenza di vitamina B12, malattie cardiovascolari, infezione da C. difficile, polmonite, demenza, tumore allo stomaco, osteoporosi, carenza di magnesio, danno renale acuto, nefrite interstiziale, insufficienza renale. Inoltre aumentano il rischio di morte per ogni causa e in particolare cardiovascolare, renale e da tumore gastrointestinale
Aggiornamento 27/10/2019
Esiste una relazione lineare tra uso di antibiotici nel primo anno di vita e rischio di celiachia. Il legame è probabilmente l'alterazione del microbiota.
Aggiornamento 1/11/2019
Le persone che assumono citalopram (antidepressivo SSRI) e omeprazolo (antiacido) hanno un incrementato rischio di morte improvvisa, probabilmente dovuto alla farmacocinetica e all'inibizione dei citocromi che smaltiscono i farmaci.
Lo studio conclude che "i rischi di questi farmaci dovrebbero essere presi in considerazione nel processo decisionale clinico, tenendo conto del potenziale di benefici e danni correlati al trattamento in ciascun paziente".
La chemioterapia può indurre mutazioni che determinano resistenza ai farmaci nel 27% dei casi di leucemia acuta infantile

Aggiornamento 16/11/2019
Secondo uno studio "i bambini che avevano ricevuto antibiotici nei primi 6 mesi di vita avevano capacità cognitive e di comprensione verbale complessive significativamente inferiori, aumentato rischio di problemi con metacognizione, funzione esecutiva, impulsività, iperattività, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ansia e problemi emotivi
I farmaci che alterano il microbiota
Aggiornamento 25/11/2019
Il dott Vasquez fa a pezzi un recente trial in cui omega 3 e vitamina D non hanno dato risultati sulla funzionalità renale in persone diabetiche. In particolare le dosi erano basse e il trial sembra disegnato per fare un favore alle compagnie farmaceutiche
Aggiornamento 26/11/2019
Il farmaco ruxolitinib (antipertensivo) tende  a far aumentare di peso

Aggiornamento 6/12/2019
Nel modello animale l'esposizione ad antibiotici prima della nascita aumenta il rischio di problemi polmonari

Aggiornamento 9/12/2019

La candida in collaborazione con H. pylori è una possibile responsabile di problemi allo stomaco (dispepsia), soprattutto se si usano antiacidi che favoriscono la colonizzazione. Se avete problemi digestivi e non si capisce perché potete indagare su una possibile presenza di candida

Aggiornamento 29/12/2019

Nuove cattive notizie sugli antiacidi
Aggiornamento 2/1/2020
Assumere i farmaci per l'ipertensione prima di dormire anziché al risveglio ha comportato un miglior controllo pressorio e una riduzione degli eventi cardiovascolari. Se assumete antipertensivi parlatene col vostro medico o cardiologo.

Aggiornamento 18/1/2020
Gli antiacidi possono dare problemi cognitivi (memoria, concentrazione e in generale qualità della vita) alle donne in cura per tumore al seno
Aggiornamento 21/1/2020
Chissà quando smetteremo di leggere cattive notizie sugli inibitori di pompa (antiacidi, PPI). Se la natura ci ha predisposto con l'acidità gastrica un motivo ci sarà, per esempio è necessaria, tra le tante cose, per l'assorbimento del magnesio (e del ferro, e della vitamina B12). Le persone con malattie croniche, come la cachessia (scarsa muscolatura) o altre patologie a base infiammatoria hanno spesso carenza di magnesio, che riduce la funzione muscolare, e l'uso di PPI peggiora la situazione. Come detto pochi giorni fa il magnesio è necessario per attivare la vitamina D, e la carenza di questa vitamina crea ulteriore perdita di muscolo. Inoltre vengono selezionati dei batteri infiammatori e che favoriscono l'accumulo di grasso. Il tutto viene esacerbato in caso di sovrappeso e obesità sarcopenica. Vale proprio la pena di trovare un percorso alimentare che permetta la riduzione o l'abbandono di questi farmaci.
Aggiornamento 24/1/2020
L'esposizione ripetuta agli antibiotici prima dei 4 anni può essere un fattore di rischio potenzialmente modificabile per l'obesità infantile, in particolare se somministrati prima dell'anno di età. Lo studio raccomanda di evitare la prescrizione se non necessaria. Anche l'uso ripetuto in gravidanza aumenta il rischio.
Aggiornamento 5/2/2020
Negli USA si stima che il 45% delle prescrizioni antibiotiche sia inutile e fatto senza i dovuti accertamenti, aumentando in questo modo il rischio di allergie, infezioni fungine e batteriche come quella da C. difficile
Si conferma l'effetto del rosiglitazone nell'aumentare il rischio cardiovascolare
Aggiornamento 15/2/2020
La lorcaserina (Belviq), uno dei pochi farmaci approvati per l'obesità (ma non in Europa), viene ritirata dal mercato americano per il sospetto di effetti cancerogeni, che in realtà erano già stati ipotizzati nel 2012 al suo ingresso nel mercato.

Aggiornamento 19/2/2020

Alcuni antibiotici (macrolidi come eritromicina, claritromicina e azitromicina) rispetto a quelli a base di penicillina, usati durante il primo trimestre di gravidanza sono associati ad un aumentato rischio di malformazioni importanti e in particolare di malformazioni cardiovascolari. "Abbiamo anche riscontrato un aumento del rischio di malformazioni genitali associate alla prescrizione di macrolidi in qualsiasi trimestre. Questi risultati richiedono un uso prudente dei macrolidi durante la gravidanza. I foglietti illustrativi sulla sicurezza dei farmaci devono segnalare l'esistenza di preoccupazioni in merito alla sicurezza dei macrolidi, compresa l'eritromicina, e raccomandare l'uso di antibiotici alternativi quando possibile fino a quando non saranno disponibili ulteriori ricerche".

Aggiornamento 11/3/2020

Gli antiacidi si confermano aumentare il rischio di demenza, del 28% a 5 anni. Se si prendono in considerazione solo gli studi fatti in Europa il rischio sale al 46%. Questo succede probabilmente perché stimolano la deposizione di beta-amiloide (cambiando il pH cellulare) e riducono i livelli di B12, vitamina fondamentale per i nervi.

Aggiornamento 25/3/2020

"La scissione della glicoproteina S da parte della furina e il suo legame con le cellule che esprimono recettori ACE2 nel polmone, nei reni, nel cuore, nell'intestino e nel testicolo sono passaggi chiave nella trasmissione zoonotica di SARS-CoV-2. La sovraregolazione di ACE2 e furina negli stati cardiovascolari e metabolici, specialmente in presenza di ACE inibitori (ACEI), bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB), bloccanti dei recettori per i mineralcorticoidi o FANS possono sensibilizzare questi pazienti all'impatto deleterio di SARS-CoV-2.
Dati preliminari indicano che le persone che assumono questi farmaci hanno sintomi più gravi e maggiore mortalità, (nonostante le società scientifiche si siano affrettate a dire di non cambiare terapia, NdT). È interessante supporre che l'inibizione della furina, essenziale per la traslocazione intracellulare virale, o il blocco della capacità di ancoraggio virale di ACE2, possano essere potenziali opzioni di trattamento nel combattere questa nuova formidabile minaccia per la salute e il benessere della civiltà umana".
Per chi avesse necessità di ripassarsi come funziona il sistema renina-angiotensina consiglio questo articolo

Aggiornamento 29/3/2020
Secondo un buon riassunto del sito Medscape, non ci sono prove che nei polmoni umani vi sia un aumento di recettori ACE2, per cui il maggior pericolo di COVID-19 rimane una speculazione. Interrompere i farmaci sarebbe pericoloso (cosa peraltro mai raccomandata da nessuno, al massimo un cambio in accordo col medico), anche perché gli ACE-I sono quelli che danno maggior protezione negli infarti recenti e nell'insufficienza cardiaca. Aspettiamo novità. Anche ibuprofene e glitazoni potrebbero alzare ACE2. Anche l'autorevole NEJM concorda, e così CSAJN
Aggiornamento 3/4/2020
Secondo BMJ in persone con rischi non alti (esempio: ipertensione moderata) e alto rischio di contrarre il SARS-COV2 si può considerare se interrompere la terapia con ARB o ACEI. Continuare assolutamente in caso di insufficienza cardiaca o ipertensione importante.
Aggiornamento 6/4/2020

Continua il dibattito sull'uso di ACEI nella COVID-19: rischi e benefici non sono ancora chiari

Aggiornamento 19/4/2020

Nel primo studio che ha valutato il potenziale danno da ACE-inibitori o bloccanti del sistema renina-angiotensina in persone con COVID19 (che si era ipotizzato potenzialmente nocivi), si è invece riscontrato un effetto potenzialmente protettivo. "Tra i pazienti con ipertensione ricoverati in ospedale con COVID-19, il trattamento ospedaliero con ACEI / ARB è stato associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause rispetto ai non utenti ACEI / ARB. L'interpretazione dello studio deve considerare potenziali confondenti residui, [ma] è improbabile che l'uso di ACEI e ARB sia associato ad un aumentato rischio di mortalità" 

Aggiornamento 1/5/2020

L'uso di antibiotici ci ha permesso, nei decenni scorsi, di ridurre i problemi dovuti a malattie infettive da batteri patogeni, ma contemporaneamente ha portato all'emersione di malattie autoimmuni legate alla disbiosi, dovute a mimetismo molecolare, perdita di tolleranza e alterazioni del sistema immunitario. L'uso mirato degli antibiotici può però migliorare le condizioni autoimmuni, e l'effetto del trapianto di microbiota fecale su diverse malattie autoimmuni è in fase di studio negli studi clinici e numerosi studi preclinici stanno rivelando risultati promettenti con terapie probiotiche e prebiotiche.

Aggiornamento 30/5/2020

I farmaci che alterano il microbiota

Aggiornamento 6/7/2020
Gli antibiotici nel periodo dello svezzamento possono alterare l'innervazione intestinale

Aggiornamento 10/7/2020

I cortisonici, anche nel breve termine, aumentano rischio di effetti avversi, come sanguinamento gastrico, insufficienza cardiaca e sepsi.
Aggiornamento 11/7/202
Le statine possono favorire l'insorgere del diabete alterando il segnale mTOR e p38 e attivando l'inflammasoma NLRP3
Aggiornamento 13/7/2020

Assumere antiacidi sembra aumentare il rischio di infettarsi di SARS-COV2. Questo forse perché sopprimere l'acidità gastrica facilita la sua infezione.

Aggiornamento 29/7/2020

L'uso di betabloccanti (antipertensivi), antidepressivi e insulina è associato con aumento di peso in donne dopo la menopausa

Aggiornamento 6/8/2020
Diversi meccanismi sembrano implicati nella fisiopatologia dei dolori muscolari legati alle statine, in particolare l'attivazione del sistema dell'ubiquitina, che porta alla degradazione delle proteine (catabolismo proteico stimolato dalla contrazione eccentrica muscolare) e il blocco di IGF1, che sostiene la crescita muscolare. Altri fattori genetici e mancanza di carnitina possono essere implicati. La supplementazione con carnitina, creatina, aminoacidi essenziali e vitamina D può parzialmente contrastare questi effetti

Aggiornamento 29/8/2020

L'uso degli antibiotici negli allevamenti è una delle principali cause di insorgenza di antibioticoresistenza, il fenomeno per cui questi farmaci diventano inefficaci. Rimane ancora ignoto quanto i residui di farmaci nel cibo influenzino negativamente il microbiota umano e la salute in generale

Aggiornamento 2/9/2020

L'immunoterapia (ICI) è da qualche tempo utilizzata nei confronti delle malattie tumorali, ed è ormai noto che un buon microbiota migliora la sua efficacia. In questa revisione degli studi si evidenzia che il trattamento con antibiotici, che impoverisce la diversità microbica, prima o durante la terapia è associata a minor sopravvivenza, concludendo che la somministrazione di antibiotici deve essere considerata con cautela nei pazienti con tumore solido che ricevono un trattamento con ICI.

Aggiornamento 9/9/2020

In UK l'uso di antidepressivi non riduce il numero dei suicidi, non sono chiari i meccanismi d'azione, gli effetti appaiono piccoli, non si pubblicano i trial con effetti negativi, pochi dati sulla sicurezza e inconsistenza di quelli pubblicati, dando vita a preoccupazioni per la sicurezza degli assistiti. Andrebbero usati con molta più cautela.

Aggiornamento 28/9/2020

L'uso di antibiotici da bambino si associa ad aumentato peso da adulti in maniera dose-dipendente

Aggiornamento 29/9/2020

L'uso continuato di antiacidi (PPI), farmaci per il reflusso, è associato a un rischio di avere diabete di tipo 2 del 24% maggiore. "A causa del loro ampio utilizzo, il numero complessivo di casi di diabete associati all'uso di PPI potrebbe essere considerevole. Dato il potenziale rischio di diabete e altri effetti avversi come le infezioni enteriche, i medici dovrebbero bilanciare attentamente i benefici e i danni nella prescrizione di PPI, in particolare per l'uso continuo a lungo termine. Per i pazienti che devono ricevere un trattamento PPI a lungo termine, si raccomanda lo screening per la glicemia anormale e il diabete di tipo 2". I meccanismi coinvolti potrebbero essere l'alterazione del microbiota e l'aumento della dimetilarginina asimmetrica.

Aggiornamento 19/10/2020

Forse si è scoperto perché gli antiacidi, farmaci usati con troppa disinvoltura per il reflusso anziché ricorrere a miglioramenti dello stile di vita, aumentano il rischio di Alzheimer. Questi farmaci inibiscono la produzione di acetilcolina, importante neurotrasmettitore, bloccando un enzima di sintesi. Inoltre l'acetilcolina è necessaria per l'integrità dei mitocondri, e senza di essa i mitocondri muoiono (apoptosi), e una loro carenza è notoriamente associata a deficit cognitivo (oltreché diabete, Parkinson ecc). Pantoprazolo e lansoprazolo appaiono essere i peggiori.

Aggiornamento 26/10/2020

L'uso di cortisonici, sia orale che per inalazione, aumenta il rischio di osteoporosi in maniera dose-dipendente. Il loro uso dovrebbe essere tenuto al minimo possibile per il controllo dei sintomi ed eliminato se i sintomi sono gestiti bene. L'asma si può gestire anche con la nutrizione funzionale

Aggiornamento 21/11/2020

In uno studio su una coorte di oltre 18 mila bambini "l'esposizione agli antibiotici nei primi 2 anni di vita è stata associata a un aumentato rischio di diverse condizioni di salute immunologiche, metaboliche e neurocomportamentali, in particolare asma, rinite allergica, dermatite atopica, celiachia, sovrappeso, obesità, ADHD e difficoltà di apprendimento. I nostri risultati sono coerenti con l'ipotesi che la composizione del microbioma nella prima infanzia sia un determinante critico per la salute e che le perturbazioni durante i periodi di sviluppo chiave possano avere conseguenze a lungo termine. Sebbene i nostri risultati riflettano associazioni, non necessariamente causalità, generano ipotesi verificabili relative all'influenza della dose, della classe e dei tempi di antibiotico sulla salute dell'infanzia. Quando gli antibiotici sono stati sviluppati e utilizzati per la prima volta, la considerazione principale era il controllo dei batteri patogeni. Ora ci rendiamo conto che la loro diffusa applicazione ha un considerevole effetto collaterale sul microbiota, che può essere di particolare importanza nello sviluppo dei bambini. I modelli di prescrizione di antibiotici nell'infanzia sono estremamente variabili. Con ulteriori studi, è possibile stabilire linee guida cliniche pratiche per ottimizzare i benefici e ridurre al minimo il rischio di antibiotici nei bambini".
Probabilmente si usano con troppa disinvoltura e questo ha favorito anche la diffusione della resistenza antibiotica. Il mio consiglio è di abbinare sempre la terapia probiotica consigliata da nutrizionista funzionale esperto e dieta con giusta quantità di fibra che possa favorire il recupero delle specie perse

Aggiornamento 16/12/2020

ll coenzima Q10 è ritenuto genericamente sicuro fino alla dose di 1200mg al giorno. Attenzione alla forma utilizzata. "È stato suggerito che possa essere un promettente agente terapeutico per prevenire e rallentare la progressione di malattie come malattie cardiovascolari, miopatia indotta da statine, malattie neurodegenerative, cancro, diabete, carenze di CoQ10, emicrania e infertilità maschile, e migliorare le prestazioni atletiche. Devono fare attenzione le persone in terapia anticoagulante o che assumono chemioterapici e teofillina perché può ridurre l'effetto dei farmaci, e antipertensiva perché si può ridurre eccessivamente la pressione.

Aggiornamento 22/1/2021

Smentito definitivamente che gli antipertensivi diano problemi in chi ha coronavirus

Aggiornamento 28/1/2021

L'uso di antibiotici nei primi giorni di vita si conferma correlato con scarsa crescita, malattie metaboliche, cardiovascolari e neurosviluppo. Il lavoro si conclude invitando i medici a somministrarli solo in caso di infezione vera e non in chiave preventiva

Aggiornamento 18/2/2021

Forse si è scoperto il legame tra antipsicotici e aumento di peso.
Nel pancreas ci sono dei recettori per la dopamina, gli stessi che interagiscono coi farmaci, venendo bloccati e promuovendo il rilascio di insulina e glucagone. La prima favorisce notoriamente la deposizione di grasso, il secondo in teoria favorisce la lipolisi, ma in realtà porta a iperglicemia che stimola ulteriormente l'insulina, ma riduce il suo effetto biologico (insulinoresistenza). Il risultato è la tendenza a ingrassare. Gli ormoni non contano eh!

Aggiornamento 1/3/2021

L'attuale situazione dei farmaci per il dimagrimento


https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212877821000156


Aggiornamento 1/4/2021

Tra gli antiacidi, quello che induce maggiormente carenza di magnesio è l'omeprazolo, il meno dannoso il rabeprazolo. Anche la durata del trattamento incide molto

Aggiornamento 3/4/2021

L'uso di antibiotici nei neonati altera lo sviluppo del sistema immunitario, modificando la funzione delle cellule Treg e dendritiche, importanti per la tolleranza immunitaria. Questo può predisporre per avere una risposta allergica negli anni successivi.


Aggiornamento 7/4/2021

Tra i farmaci che possono creare problemi alla tiroide, prednisone, prednisolone, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, amiodarone, litio, interferone alfa e tamoxifene

Aggiornamento 17/4/2021

I recettori per l'istamina, coinvolti nell'allergia e nella secrezione gastrica, sono anche coinvolti nella risposta all'allenamento, in modo da avere un'importante rilevanza clinica su capacità aerobica, controllo glicemico e funzione vascolare. L'uso di antistaminici (per allergia o acidità gastrica) altera la perfusione in seguito all'attività fisica, riducendone risultati e vantaggi. Questi farmaci agiscono riducendo capacità aerobica, antiossidante, mitocondriale e glicolitica, e anche la prestazione si riduce. Si riduce la disponibilità di ossido nitrico, peggiorando la vascolarizzazione e la funzione endoteliale (capacità di rilassamento dei vasi), e così la capacità di nutrire e riparare il muscolo, insieme a quella di utilizzare i substrati energetici.

Aggiornamento 14/6/2021

Le cause di steatosi epatica non legata all'alcol possono essere molteplici, e alcune spesso vengono ignorate.
Infezioni da virus dell'epatite, esposizione a sostanze tossiche, inclusi metalli (piombo, arsenico, mercurio, cadmio), erbicidi (es. diossina), pesticidi/fungicidi (es. triflumizolo, fludioxonil), policlorobifenili (PCB) e cloroalcheni, o farmaci.
"I meccanismi molecolari che contribuiscono alla steatosi o steatoepatite associata a sostanze tossiche (denominata TASH) includono l'interruzione della regolazione metabolica endocrina e le interazioni tra sostanze chimiche e nutrienti che possono rappresentare un "secondo colpo" in pazienti con anomalie metaboliche preesistenti. Le tossine e le sostanze chimiche esogene possono interferire con qualsiasi aspetto dell'azione ormonale (i cosiddetti "interferenti endocrini" o "sostanze chimiche che alterano il metabolismo") con conseguente sviluppo di obesità, diabete di tipo 2 e malattia del fegato grasso".
I farmaci invece inducono disfunzione mitocondriale, impedendo agli epatociti di lavorare correttamente e detossificare l'organismo, favorendo anche l'accumulo di grasso; tra di essi troviamo amiodarone, perexilina, amitriptilina, propranololo, pirprofene, clozapina, irinotecan e tamoxifene.
Anche un intestino malfunzionante può determinare grasso nel fegato, nel caso di aumento della permeabilità intestinale, proliferazione batterica del piccolo intestino (SIBO), alterazioni del microbioma intestinale, malassorbimento di nutrienti. Anche la celiachia e l'insufficienza intestinale possono essere cause, così come l'ipotiroidismo.
Queste sono in genere patologie trattabili con farmaci e stile di vita, ma vanno individuate.
In caso di Abeta- o ipobetalipoproteinemia è necessario un supplemento vitaminico

Aggiornamento 24/6/2021

L'obesità può essere anche dovuta ad alterazioni dei segnali nervosi che interagiscono con la composizione corporea. Infatti vari neurotrasmettitori sono implicati e vengono alterati dall'uso di farmaci. Questo spiega l'azione (limitata) e gli effetti collaterali di alcuni farmaci dimagranti, e l'azione ingrassante di altri. Gli antipsicotici atipici, come olanzapina e clozapina, interagiscono con la serotonina e la dopamina favorendo l'aumento di peso. Questo capita anche con antidepressivi che interagiscono con le monoamine e i triciclici. Gli antistaminici usati per le allergie favoriscono un aumento dell'introito calorico medio del 20%, bloccando i centri della sazietà. Invece la chirurgia bariatrica favorisce il dimagrimento anche interagendo con i neurotrasmettitori, e spesso migliora anche il quadro psicologico.

Aggiornamento 14/7/2021

I glucocorticoidi (cortisonici) sono farmaci usati per bloccare infiammazione e risposta immunitaria (ad esempio in malattie autoimmuni o asma) che, usati cronicamente, possono dare problemi all'asse surrenalico (HPA), quello della gestione dello stress. Per questo chi ne fa uso e/o smette di usarli può avere alterazione nella risposta alle situazioni stressanti, e non rispondere correttamente (insufficienza surrenalica), e dare delle vere e proprie crisi d'astinenza.
Per limitare i danni ci sono alcuni comportamenti da seguire.
Per esempio il tapering, ossia la riduzione graduale del farmaco, ed evitare la somministrazione nella seconda parte della giornata, che non segue il ritmo circadiano naturale del cortisolo.

Aumentano il rischio:
Somministrazione giornaliera per >2-4 settimane (o di mesi nella terapia inalatoria)
Dosi multiple giornaliere frazionate
Somministrazione notturna
Uso nei bambini
Uso sulla pelle infiammata o nelle mucose

Riducono il rischio:
Somministrazione a giorni alterni
Terapia sistemica a boli (somministrazione endovenosa intermittente di dosi molto elevate di glucocorticoidi in pochi giorni o settimane)

Raccomandazioni per ridurre il rischio di insufficienza surrenalica indotta da glucocorticoidi:

Somministrazione sistemica di glucocorticoidi (inclusa quella orale)
Quando possibile, utilizzare la dose efficace più bassa di glucocorticoidi per il periodo di tempo più breve
Quando possibile, favorire la somministrazione una volta al giorno quando si utilizzano glucocorticoidi ad azione intermedia e prolungata (p. es., prednisone, prednisolone, desametasone)
Quando possibile, evitare la somministrazione di glucocorticoidi prima di coricarsi, se non con formule a rilascio modificato
Non ridurre i glucocorticoidi se il ciclo di trattamento è <2 settimane. Il rischio di soppressione dell'asse HPA in questi casi è basso e i glucocorticoidi possono essere interrotti bruscamente. Se il trattamento viene prolungato oltre le 2 settimane, aumenta il rischio di soppressione dell'HPA

Glucocorticoidi per via inalatoria:
Quando possibile, utilizzare la dose efficace più bassa di glucocorticoidi per il periodo di tempo più breve
Utilizzare sciacqui con la bocca per ridurre l'assorbimento sistemico attraverso il tratto gastrointestinale

Glucocorticoidi intra-articolari
Quando possibile, ridurre il numero di iniezioni e distanziare la somministrazione di glucocorticoidi intra-articolari
Quando possibile, evitare iniezioni simultanee di più articolazioni
Utilizzare la dose efficace più bassa di glucocorticoidi

Aggiornamento 30/7/2021

L'uso continuato di antinfiammatori non steroidei (FANS), in particolare se abbinato ai protettori gastrici, può dare problemi intestinali (enteropatia da FANS).
L'uso di FANS "può portare alla distruzione della barriera intestinale, a disbiosi intestinale e a traslocazione batterica". Vengono così attivate alcune vie, grazie alla molecola batterica LPS, che attivano l'infiammazione intestinale (curioso, visto che dovrebbero essere antinfiammatori).
Il disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa può inoltre disturbare i mitocondri e non far produrre ATP correttamente, lasciando le cellule intestinali a corto di energia.
Inoltre disturbano la formazione degli acidi biliari interferendo con la fosfatidilcolina, alterando la membrana cellulare.
Modulare il microbiota con prebiotici, probiotici, antibiotici, trapianto di microbiota e l'uso di farmaci che proteggono la mucosa (misoprostolo, rebamipide, tepretone) può ridurre il danno.
Il danno dipende anche dal microbiota di partenza, visto che "prove crescenti da studi clinici e sperimentali suggeriscono che il microbiota intestinale specifico è associato a malattie, e c'è un microbiota specifico che può indicare malattie specifiche tra cui malattie infiammatorie intestinali, cancro del colon-retto e obesità".

Aggiornamento 16/9/2021

È noto che il microbiota influenza l'efficacia dei farmaci, metabolizzandoli, e questo può far la differenza su chi funzionano e chi no.
Adesso però si scopre che alcuni batteri "sequestrano" alcuni farmaci, influenzando ulteriormente la loro efficacia.
L'effetto di aumento di peso della duloxetina (antidepressivo) dipende anche dal tipo di batteri nel nostro intestino. Anche l'effetto di farmaci per l'asma (montelukast), diabete (glitazoni) e BPCO varia in base al microbiota. Viceversa alcuni farmaci riducono la presenza di batteri, anche benefici, come B. infantis.

Aggiornamento 3/10/2021

Tra i farmaci per l'acidità gastrica, l'uso prolungato degli inibitori di pompa (PPI, antiacidi come lansoprazolo ecc.) è associato con il 45% di rischio di tumore allo stomaco in più rispetto all'uso degli antistaminici (H2RA).
"È noto che i PPI causano ipergastrinemia (elevata secrezione di gastrina dalle cellule G), poiché la secrezione di gastrina è inibita dall'acidità. La gastrina è considerata un potente fattore di crescita, che può indurre iperplasia. In secondo luogo, l'uso a lungo termine di PPI può portare a cambiamenti nel microbioma intestinale, inclusa la ridotta diversità microbica. È stato dimostrato che i cambiamenti nel microbiota intestinale contribuiscono ad aumentare il rischio di cancro gastrico. Terzo, sebbene contestato, la soppressione cronica della secrezione acida da parte dei PPI può essere associata a gastrite atrofica (infiammazione cronica della mucosa dello stomaco), che è uno dei principali precursori del cancro gastrico. Presi insieme, questi fattori possono contribuire allo sviluppo del cancro gastrico tra gli utilizzatori di PPI. Infine, dato che gli H2RA riducono la soppressione acida bloccando solo gli effetti dell'istamina, sono meno efficaci dei PPI, e sono associati a livelli di gastrina più bassi (cioè, meno probabilità di indurre ipergastrinemia). Quindi, da una prospettiva biologica teorica, Gli H2RA hanno meno probabilità di essere associati ad un aumentato rischio di cancro gastrico rispetto agli IPP".
Lo studio si conclude raccomandando l'uso dei PPI solo per brevi periodi come da linee guida, in modo da ridurre un possibile aumento del rischio tumorale.

Aggiornamento 7/10/2021

In uno studio retrospettivo "l'uso di statine è stato associato alla progressione del diabete, inclusa una maggiore probabilità di inizio del trattamento con insulina, iperglicemia significativa, complicanze glicemiche acute e un aumento del numero di prescrizioni per classi di farmaci ipoglicemizzanti. Il rapporto rischio-beneficio dell'uso di statine nei pazienti con diabete dovrebbe prendere in considerazione i suoi effetti metabolici".

Aggiornamento 9/10/2021

Un gruppo di 91 ricercatori ha emesso una posizione ufficiale per limitare l'uso del paracetamolo in gravidanza alla minima dose e al minimo tempo possibile e solo su indicazione medica. Le raccomandazioni sono simili alle precedenti ma vengono rinforzate. Gli studi osservazionali hanno indicato possibili effetti negativi sullo sviluppo nervoso dell'apparato urogenitale del nascituro, quindi le indicazioni precauzionali consigliano di evitarlo per quanto possibile.
Il meccanismo potrebbe essere legato alla sua funzione di interferente endocrino e quindi alteratore degli equilibri ormonali

Aggiornamento 12/11/2021

Anche la dose minima di cortisonici aumenta il rischio cardiovascolare.
5mg al giorno raddoppiano il rischio, 25mg lo aumentano di 6 volte.
"Questo studio evidenzia la necessità di nuovi approcci terapeutici per le malattie infiammatorie a lungo termine. Questi dovrebbero evitare o minimizzare il trattamento a lungo termine con glucocorticoidi e avere minore effetto sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Quando vengono individuate nuove terapie potenziali, i loro benefici e rischi devono essere confrontati con quelli derivanti dal trattamento cortisonico".

Aggiornamento 30/12/2021

Alcuni farmaci favoriscono l'aumento di peso.
Tra di essi antidolorifici, antipsicotici, anticonvulsivanti, antipertensivi (betabloccanti), ipoglicemizzanti, farmaci per nevralgia e neuriti.
L'effetto può essere dovuto ad aumento della fame, riduzione della spesa energetica o altri meccanismi metabolici; può essere solo iniziale o continuare per tutta il periodo di assunzione.
Quando è disponibile un farmaco che non abbia questo effetto, il medico dovrebbe valutare il suo uso valutando benefici e rischi

Aggiornamento 2/4/2022

L'uso ripetuto di antibiotici in mezza età si associa a maggiore rischio di declino cognitivo. L'effetto è probabilmente mediato da un'alterazione del microbiota, con proliferazione delle specie cattive (Bacteroides) e riduzione di quelle buone come i bifidobatteri.
Secondo il prof. Chan, "gli antibiotici e l'alterazione del microbioma intestinale possono innescare uno stato cronico di infiammazione che predispone le persone a sviluppare un declino cognitivo". Tale infiammazione potrebbe essere causata, ad esempio, da endotossine batteriche, composti potenzialmente tossici rilasciati da batteri gram-negativi, come i Bacteroides, che si trovano in abbondanza nell'intestino dei pazienti con malattia di Alzheimer.
Nei modelli animali le tossine batteriche aumentano la quantità di betaamiloide, la sostanza che si deposita nel cervello delle persone con Alzheimer.
Si dovrebbe quindi stare attenti alle prescrizioni inadeguate (il 30% negli USA) e chi ha infezioni o patologie croniche (cistiti, otiti, diverticoli) dovrebbe avere cura del proprio microbiota in modo da ridurre il ricorso ai farmaci.

Aggiornamento 10/5/2022

Un ciclo di antibiotici nei neonati è sufficiente per favorire la crescita della candida e di altri funghi potenzialmente dannosi. Meglio proteggersi coi probiotici appropriati

Aggiornamento 15/7/2022

I fluorochinoloni, nonostante la nota tossicità, sono ancora antibiotici troppo prescritti

Aggiornamento 8/11/2022

Un ciclo di antibiotici è sufficiente per alterare il microbiota e favorire la crescita della Candida, un fungo potenzialmente problematico. Ecco perché bisogna proteggersi con i probiotici.

"È stato osservato che la Candida è elevata nelle malattie infiammatorie e ulteriormente aumentata nei topi trattati con antibiotici. La Candida è un lievito caratterizzato da polimorfismo, comprendente diverse forme di crescita e morfologie; la formazione di ife è associata a virulenza. In uno studio recente è stato scoperto che i metaboliti batterici controllano la crescita e la virulenza della Candida albicans limitando la formazione di ife. Poiché gli antibiotici non influiscono direttamente sui funghi, i cambiamenti osservati nel micobiota intestinale sono probabilmente mediati dal cambiamento della composizione batterica. I nostri risultati suggeriscono fortemente che i batteri commensali intestinali regolano i funghi, tenendoli sotto controllo. Quando i batteri vengono distrutti dagli antibiotici, i funghi, in particolare la Candida, hanno l'opportunità di crescere.

Aggiornamento 5/12/2022

L'uso di antibiotici è associato, in uno studio sulla popolazione finlandese, a diabete di tipo 2 e obesità. Ogni ciclo aumenta tra 1,8 e 3,4% il rischio di diabete. Fare 5 cicli di antibiotici aumenta il rischio di diabete tra il 51 e il 107% rispetto a farne uno o nessuno. Questi risultati ricalcano quelli ottenuti in altre nazioni come Danimarca, Canada, USA e Regno Unito. L'aumento del peso non spiega totalmente il legame, quindi l'effetto è almeno parzialmente dovuto all'alterazione del microbiota.
"Il microbioma intestinale ha profondi effetti sul metabolismo umano. I cambiamenti avversi al microbioma sono stati implicati nello sviluppo del diabete di tipo 2 e dell'obesità attraverso diversi meccanismi presunti, tra cui l'estrazione di energia dalla dieta, la produzione di metaboliti e la regolazione endocrina. Studi su animali e umani hanno dimostrato che il microbioma degli obesi è più efficiente nel "raccogliere" energia dalla dieta. Inoltre, gli acidi grassi a catena corta fermentati dal microbiota intestinale dalla fibra alimentare hanno un ruolo nella regolazione della sensibilità all'insulina e del metabolismo energetico. Anche cicli a breve termine di antibiotici orali possono avere un impatto a lungo termine sulla diversità, composizione e funzione microbica intestinale. L'esposizione agli antibiotici è stata recentemente associata a una serie di malattie non trasmissibili, tra cui l'obesità e il diabete di tipo 2, che è mediato dalla perdita della diversità del microbioma".
L'articolo indica anche che le prescrizioni inutili di antibiotici sono state stimate tra il 20 e il 50%, in particolare per infezioni virali che non rispondono agli antibiotici.
"Abbiamo scoperto che una precedente esposizione ad antibiotici era associata ad un aumentato rischio di futuro diabete di tipo 2, sovrappeso e obesità. I nostri risultati supportano l'uso giudizioso degli antibiotici. Sono necessari studi futuri per indagare ulteriormente sulla relazione tra l'esposizione agli antibiotici e il diabete di tipo 2 e l'eccesso di peso corporeo, nonché per esaminare l'impatto diretto dell'esposizione agli antibiotici sul microbioma intestinale umano".

Aggiornamento 25/2/2023

I cicli di antibiotici sono associati col rischio di sviluppare IBD (Crohn e colite ulcerosa). Ogni ciclo aumenta il rischio, in particolare dopo i 40 anni. Sia medici/dentisti che pazienti fanno talvolta prescrizioni o uso non adeguati e inutili, sarebbe ora di usarli solo in caso di effettiva necessità.

Aggiornamento 28/4/2023

Continuo la mia battaglia contro le prescrizioni erronee di antibiotici che altro non fanno che causare antibioticoresistenza

"Alla maggior parte dei pazienti ricoverati negli ospedali con infezioni virali acute vengono somministrati antibiotici come precauzione contro la coinfezione batterica, ma questa pratica potrebbe non migliorare la sopravvivenza, suggerisce una nuova ricerca. Al culmine della pandemia, in alcuni paesi sono stati prescritti antibiotici a circa il 70% dei pazienti affetti da COVID-19, contribuendo potenzialmente alla piaga dei patogeni resistenti agli antibiotici noti come superbatteri.

Questi nuovi dati, che non sono stati pubblicati su una rivista medica, suggeriscono che c'è "un enorme uso eccessivo di antibiotici", ha detto l'autore principale Dr. Magrit Jarlsdatter Hovind dell'Akershus University Hospital e dell'Università di Oslo, Norvegia.

Quest'ultima ricerca, che sarà presentata al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive del mese prossimo a Copenaghen, ha coinvolto pazienti risultati positivi tramite tampone nasale o faringeo per infezioni virali come influenza, RSV o COVID-19. Quelli con infezioni batteriche confermate sono stati esclusi dall'analisi.

In totale, il 63% dei 2.111 pazienti ha ricevuto antibiotici per infezioni respiratorie durante la degenza ospedaliera. Complessivamente, 168 pazienti sono morti entro 30 giorni, di cui solo a 22 non erano stati prescritti antibiotici.

Il team di ricerca ha notato che i pazienti più malati e quelli con più malattie sottostanti avevano entrambi maggiori probabilità di ricevere antibiotici e di morire. Anche altri fattori come il fumo potrebbero aver avuto un ruolo, hanno detto.

"I medici devono avere il coraggio di non somministrare antibiotici, invece di dubitare e somministrare antibiotici per ogni evenienza", ha detto Hovind.

Dati i limiti di uno studio retrospettivo come questo, è necessario uno studio clinico, che Hovind e colleghi hanno recentemente avviato, per determinare se i pazienti ricoverati in ospedale con infezioni respiratorie comuni debbano essere trattati con antibiotici, ha affermato il ricercatore".

Aggiornamento 6/6/2023

L'utilizzo di antibiotici nei neonati è spesso inutile e fatto senza criterio per paura di infezioni che difficilmente arrivano. Sarebbe necessario sviluppare nuovi algoritmi che possano evitare questi cicli inutili, anzi dannosi nei confronti dell'equilibrio microbico dei bambini.

Aggiornamento 31/10/2023

L'uso di antibiotici è associato a maggior rischio di sindrome dell'intestino irritabile, a conferma del legame tra alterazione del microbiota e questa condizione clinica. Gli antibiotici sono capaci di indurre profondi cambiamenti nei nostri batteri intestinali e per questo devono essere dati solo in caso di reale necessità.

Aggiornamento 23/12/2023

Tra i farmaci usati per il reflusso, gli inibitori di pompa (PPI come lansoprazolo, omeprazolo ecc.) hanno un effetto peggiore sul microbiota rispetto agli antistaminici (H2RA). Bloccando l'acidità gastrica si alterano le condizioni e alcune specie patogene possono arrivare più facilmente allo stomaco e all'intestino e colonizzarli.
"I PPI hanno avuto un impatto maggiore sulla distruzione del microbiota intestinale rispetto agli H2RA, inducendo un grado maggiore di trasmissione orale-intestino [dei batteri orali] e promuovendo la crescita di alcune specie orali nell’intestino.
È importante sottolineare che i PPI aumentano significativamente la prevalenza e l’abbondanza di specie note associate a malattie nell’intestino, tra cui Fusobacterium nucleatum e Streptococcus anginosus".
L'uso di PPI nel lungo periodo non dovrebbe essere consigliato.

Aggiornamento 7/2/2024

I batteri antibioticoresistenti vengono ulteriormente favoriti dagli antibiotici perché si ritrovano senza competitori (i batteri buoni che dovrebbero tenerli sotto controllo) e quindi hanno anche più nutrienti per loro.
Utilizzare strategie per proteggere il microbiota e limitare l'uso degli antibiotici ai casi di reale necessità è essenziale.

Aggiornamento 11/3/2024

Il dott. Cuffaro chiarisce quando è opportuno utilizzare gli antibiotici. L'abuso è una delle principali cause di antibioticoresistenza, a causa di medici, veterinari, farmacisti e faidate.