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lunedì 23 luglio 2018

Nutrienti naturali Vs sintetici


Un'etichettatura che va molto di moda ai giorni nostri è quella del "naturale", che farebbe sempre bene e sarebbe sempre meglio.
Lo ritroviamo nelle merendine, nei biscotti ecc, ma in realtà l'EFSA non ha mai codificato cosa si intenda davvero con questa dicitura.
"Mis cojones" direbbero in Spagna, visto che l'EFSA non gode dei miei favori.
Comunque pare che la FDA americana presto provvederà, e l'EFSA come spesso accade probabilmente si adeguerà, cioè seguirà a ruota, ossia copierà.


Ma, come sempre accade in questi casi, si formano i 2 partiti, quello del "naturale a tutti i costi" e quello del "naturale non serve a nulla"

In realtà entrambi possono sbagliare, e andiamo a vedere perché.

Chiariamo innanzitutto la terminologia:
  • per naturale intendiamo una sostanza chimica già esistente in natura, che può essere utile o dannosa, spesso a seconda delle quantità, e che viene estratta da una fonte che lo contiene, un cibo ad esempio. Se assumiamo vitamina C estratta dal succo d'arancia, essa è di origine naturale.
  • per sintetico si intende una sostanza chimica prodotta dall'uomo grazie a un processo chimico industriale, ma che può essere già presente o meno in natura. Dovrebbe essere poi sottoposta ad un processo di purificazione per evitare la presenza di altre sostanze, sempre presenti dopo ogni reazione chimica (quasi nessuna reazione va avanti al 100%, ossia dà solo prodotti a partire dai reagenti). La stessa vitamina C di prima la sintetizzo con una serie di reazioni in laboratorio o in un'industria chimica e la inserisco in un integratore.
Come si può vedere dalle definizioni, in entrambi i casi si tratta di sostanze chimiche, poiché tutto ciò che ha almeno un atomo (o una particella subatomica) è chimico, quindi dire "una cosa chimica fa male" è potenzialmente una grossa scemenza.

Ad esempio pochi anni fa 2 chimici sentirono il bisogno di chiarire che la maggior parte dei composti che utilizziamo sono di origine industriale e chimica, anche se già presenti in natura, come appunto la vitamina C o il bicarbonato o il limonene. Anche la vanillina viene prodotta in un modo tra l'altro molto inquinante. Ma non per questo sono tossici.
Trascurano però il fatto che molte sostanze di sintesi siano effettivamente tossiche, anche a bassi dosaggi (ovviamente ritorna sempre la storiella è la dose che fa il veleno, l'esempio "anche bere troppa acqua fa male" è sempre un amo per i tonni pinna gialla).

E visto che fanno l'esempio dell'omega 3 che scioglie il bicchiere di plastica (polistirene o polistirolo) avrebbero potuto ricordare di non mettere oli o sostanze oleose (pesto) in tali bicchieri, perché poi rischiamo di ingerire anche la plastica, cosa non molto salutare né naturale.

Purtroppo quindi accade che i chimici non sappiano vedere più in là del loro naso, basti pensare che loro hanno introdotto i disastri del calcolo calorico e dei grassi trans, che i fisiopatologi hanno dimostrato fare più danni della grandine.

Infatti piccolissime differenze chimiche (stesso numero di atomi ma conformazione diversa, come nel caso cis-trans) possono portare a grandi problemi.
Basta pensare al caso del talidomide, farmaco che creò un sacco di malformazioni neonatali a causa dell'effetto teratogeno di una sola delle sue forme "speculari" (chiamate in chimica stereoisomeri).


L'unica cosa a guidare quindi la nostra scelta se usare una sostanza non dovrebbe essere la sua naturalità, ma la sua tossicità alle dosi di esposizione: fatto sta che gli stili di vita e le sostanze artificiali sono comunque più spesso legati a danni di quelli naturali (anche la semplice luce artificiale).
In casa spesso siamo a contatto con agenti chimici artificiali dannosi che utilizziamo per pulire la casa o per profumarla, e persone particolarmente sensibili possono soffrirne.
Invece alcuni composti naturali che troviamo nei vegetali sono noti per prevenire i tumori e modulare positivamente le vie tumorali, e probabilmente hanno anche un potenziale terapeutico. Ma questo non significa naturale = buono e artificiale = cattivo, o almeno non è così scontata la cosa, visto che anche l'amianto e la tetrodotossina (veleno del pesce palla) sono naturali ma deleteri anche in minime quantità.
Di interferenti endocrini, molecole che anche a basse dosi creano problemi, ne esistono sia naturali (dietilstilbestrolo) che artificiali (plastiche, sostanze nei cosmetici, rossetti, smalti ecc)


Che succede se ingeriamo una sostanza prodotta dall'uomo ma che è già presente in natura?

Chimicamente una  sostanza dovrebbe avere le stesse caratteristiche di biodisponibilità ed effetti simili, ma così non è sempre.
Questo non dipende dalla forma chimica, sostanzialmente uguale, ma dall'insieme di fattori che ne influenzano la disponibilità all'assorbimento: ci siamo evoluti per milioni di anni per ricavarle da fonti naturali (cibo), e quindi non è detto che il corpo le riesca ad assorbire con la stessa efficienza se  le ritrova in forma isolata (integratore), o che non influenzino l'assorbimento di altre sostanze e quindi non abbiano effetti sul metabolismo.

Questo è evidente con il fruttosio: per milioni di anni l'abbiamo avuto solo dalla frutta, o magari dal miele, legato a fibre, minerali e vitamine, ora che è presente in qualsiasi prodotto dolce, sotto forma di HFCS ottenuto chimicamente dal mais, in quantità abnormi il nostro corpo non reagisce più correttamente  e il nostro  fegato diventa grasso.
Si parla di effetto sinergico: l'effetto dei componenti presi insieme è diverso rispetto agli effetti dei componenti singoli presi separatamente

Per quanto riguarda il controverso fluoro, se è contenuto naturalmente nell'acqua sembra essere protettivo nei confronti del diabete, mentre le acque addizionate ne aumentano il rischio, secondo uno studio fatto negli USA.

Alcuni supplementi invece contengono vitamine di origine sintetica, e ci si domanda se siano sicuri. Cosa c'è di vero?
Per la vitamina C le differenze sembrano minime e trascurabili nella farmacocinetica  e negli effetti fisiologici. Questo si è visto anche in uno studio che ha comparato la vitamina C estratta dal kiwi o quella sintetica, mentre in un altro su donne in allattamento quella dei cibi si assorbiva meglio.
Tuttavia la vitamina C la assumiamo da frutti che hanno anche altre sostanze e probabilmente ne esaltano le funzioni antiossidanti e salutistiche (si parla di fitocomplessi).

Per le vitamine del gruppo B sembra esserci una lieve riduzione dell'assorbimento, dovuta ai gruppi legati alla vitamina e al pH. Quelle naturali sono estratte dai lieviti.

Un discorso a parte merita il famoso acido folico (B9): come già si legge dal sito del ministero, è una sostanza artificiale e stabile, sintetica, una  molecola non esistente in natura, creata e utilizzata perché più stabile, economica e meglio conservabile.
Questo non significa necessariamente dannosa, sia chiaro, ma non tutti la metabolizzano correttamente (persone con mutazione dell'enzima MTHFR),  e può accumularsi nell'organismo dando problemi.
Il grande errore sta nel definirla attiva: l'acido folico non ha nessuna utilità in quella forma, ma dev'essere "metilato" (aggiunta di gruppi -CH3) per passare alla forma attiva. Chi ha appunto difetti nell'enzima MTHFR "fatica" a far passare l'acido folico alla forma attiva, e la molecola rimane nel sangue in quella forma inutile e potenzialmente può interferire con i folati attivi.
Una dose di 400 μg è sufficiente per la comparsa di acido folico non metabolizzato nel sangue nella popolazione generale (non in gravidanza), probabilmente ne basta molto meno in persone con la mutazione MTHFR.
La supplementazione con acido folico non deve essere fatta quindi in quantità superiori a quelle consigliate, perché porterebbe all'accumulo di questa molecola non metabolizzata che potenzialmente interferisce con i folati naturali del cibo.
L'eccesso acido folico sembra legato ad incrementato rischio di tumore del colon, mentre i folati naturali no. Per questo io consiglio sempre forme attive dei folati (metil-folato).

Probabilmente lo stesso problema lo abbiamo con la vitamina B12, che in natura esiste come metil-B12 o idrossi-B12, ma nei supplementi è spesso inserita come ciano-B12 (tra l'altro rilascia gruppi cianuro, che in eccesso sono ovviamente tossici).

Per quanto riguarda la vitamina D, una forma sintetica ma presente in natura (calcitriolo), che nel corpo si forma in seguito a metabolismo epatico appare sicura ed efficace, e forse in persone con problemi epatici può essere anche meglio visto che evita di impegnare il fegato (si chiama bypass delle vie metaboliche).
Ma per le altre vitamine liposolubili probabilmente la situazione è più complessa, perché presenti in multiple forme, e lo possiamo imparare dal famoso studio ATBC, in cui la supplementazione di β-carotene (provitamina A) e vitamina E (che racchiude una serie di sostanze come tocoferoli e tocotrienoli) aumentò il numero dei morti per tumore rispetto al placebo; questo potrebbe essere successo proprio perché le vitamine sintetiche, presenti in una sola forma, inibivano l'assorbimento di quelle naturali dei cibi.

Per quanto riguarda la vitamina E (tocotrienoli), scrive il dott Giordano:

"Saper leggere l'etichetta di un integratore. Differenza tra vitamina E naturale e vitamina E sintetica. Questo è uno di quei casi in cui non sussiste equivalenza. La maggior parte delle persone, e buona parte dei medici, non si rendono conto che la vitamina E sintetica è una miscela uguale di otto isomeri (sottoforme diverse, ma con stesso numero e specie di atomi, NdR), contenente il 12,5 per cento di ciascun isomero.
Questa forma sintetica della vitamina E è comunemente chiamata "dl-alfa-tocoferolo" e deve essere elencata sulle etichette come tale. Questa vitamina E sintetica è una miscela racemica della vitamina E naturale (RRR-alfa-tocoferolo) e dei sette altri isomeri alfa-tocoferolici, quindi contiene l'87,5% di molecole che non sono mai state consumate dall'umanità fino alla fabbricazione di questa vitamina sintetica E dall'industria petrolchimica intorno al 1968-69.
Questo significa anche che contiene solo il 12,5% del composto che il corpo preferenzialmente trasporta e immagazzina.
Invece l'alfa-tocoferolo, il gamma-tocoferolo, il beta-tocoferolo, il delta-tocoferoli e i d-tocotrienoli (alfa-tocotrienolo, gamma-tocotrienolo, beta-tocotrienolo e delta-tocotrienolo) sono gli otto composti che si trovano in natura negli alimenti e che hanno attività vitaminica E. La forma di vitamina E che il corpo trasporta e immagazzina preferenzialmente è il d-alfa-tocoferolo. Anche gli altri hanno delle funzioni nell'organismo, ma l'alfa-tocoferolo è quello principalmente trasportato e immagazzinato
La vitamina E naturale è indicata nell'integratore come d-alfa-tocoferolo (e se sono presenti i vari composti beta-tocoferolo, delta-tocoferolo, gamma-tocoferolo, e i tocotrenioli, sono preceduti anche questi dalla sola lettera d, oppure può mancare la lettera d ma non dall'alfa-tocoferolo, che basta ad indicare che sono tutti preceduti dalla lettera d, indicando così vitamina E naturale)
La vitamina E sintetica invece è indicata come dl-alfa-tocoferolo.
Se l'etichetta non include né la d né dl, dobbiamo ritenere che sia dl, cioè la forma sintetica della vitamina E.
Sono possibili effetti stereochimici o ostacoli dei composti non naturali sui recettori del tocoferolo.
Quando e se va usata la vitamina E come integratore o dentro un integratore multivitaminico deve esserci vitamina E naturale e non vitamina E sintetica.
Quindi solo la lettera d e non quella dl".

Per i caroteni probabilmente si può fare un discorso simile. 
Sotto questo nome riuniamo tutta una serie di composti, una parte dei quali può essere convertita in vitamina A (tra cui il β-carotene, noto tra le altre cose perché i suoi livelli sono inversamente proporzionali a malattie cardiovascolari e tumori).
Qualcuno scrive che i caroteni sintetici si assorbono meglio e sono sicuri.
Una review sugli effetti tossicologici su animali nega effetti teratogeni o genotossici del β-carotene sintetico, mentre un'altra ne parla molto bene, sia dei carotenoidi naturali che dei suoi derivati sintetici (non presenti in natura) come possibile cura per l'Alzheimer.

Ma, specifica la prima, "gli integratori di β-carotene di origine naturale e sintetica, tuttavia, differiscono in generale per quanto riguarda la purezza e la composizione, fattori che sono rilevanti per i test tossicologici".

Sono stati individuati almeno 600 tipi di carotenoidi naturali nei vegetali, solo alcuni dei quali sono precursori della vitamina A attiva (che invece troviamo nel regno animale: tuorlo, fegato ecc).
E, come accennavamo prima, lo studio ATBC dimostrò che la supplementazione con β-carotene sintetico aumenta il rischio di tumore polmonare nei fumatori, anziché proteggerli come ci si aspettava. 

Il sintetico è esclusivamente nella forma trans, ma anche in natura la forma cis è praticamente trascurabile (solo il 2% circa), però poi vediamo che nei tessuti si accumula in proporzioni maggiori (fino al 25%) ed è un diretto precursore dell'acido 9-cis retinoico, una molecola con funzione ormonale per l'intestino, dove controlla la proliferazione tissutale.


https://www.researchgate.net/figure/Molecular-structure-of-nature-s-two-forms-of-beta-carotene_fig4_309209797

La trasformazione del trans in cis (che potrebbe avere un'azione antiossidante maggiore) è stata dimostrata nel corpo umano, ma potrebbe, in caso di eccesso di β-carotene sintetico, ridursi fino ad alterare gli equilibri (eccesso di trans  e carenza di cis, riducendo il potere antiossidante), mediante inibizione di enzimi e quindi vie metaboliche.
Il β-carotene trans inoltre reagisce con alcuni composti presenti nel fumo, e anche questo spiega perché l'aumento dei tumori polmonari colpì i fumatori.

Un'altra delle possibili spiegazione è che si riduce la quantità di luteina assorbita (per questioni di competizione), carotenoide noto per conferire protezione agli occhi e stimolare lo sviluppo cognitivo e la fertilità, e probabilmente possiede un effetto sinergico con gli altri caroteni.

Risultati simili si sono avuti con uno studio retrospettivo (basato quindi su questionari alimentari) in cui la vitamina E e il β-carotene dai cibi riduceva il rischio di tumore polmonare, mentre quello sintetico degli integratori lo aumentava.

Vediamo quindi generalmente come non ci sia necessità di assumere integratori con provitamina A o vitamina E sintetici, che essi facciano bene o meno, ma convenga assumerle coi cibi (vegetali colorati e frutta oleosa).

Cosa consiglia l'OMS per prevenire e gestire l'ipertensione, tra altre cose? Cibi naturali e freschi.



Questo per sottolineare che l'aggettivo naturale ha un significato, e non di poca importanza.
Sfortunatamente l'uomo ogni volta che manipola qualcosa della natura fa danni, impoverendo di nutrienti e favorendo l'insorgere delle malattie del benessere.

Fermo restando che anche in natura esistono composti dannosi e velenosi, è sempre meglio seguire uno stile di vita in accordo coi nostri geni e l'ambiente nel quale l'uomo si è evoluto, anziché forzarlo a venire in contatto con sostanze che, in eccesso, non si riescono a smaltire e possono alterare la funzionalità cellulare e di conseguenza i nostri metabolismi.
Morale della favola: difficilmente l'uomo riesce a migliorare la natura, anzi spesso compie disastri, ma è sempre interessato a fare soldi con integratori che nella persona mediamente sana sono spesso inutili (diverso è per una persona con patologie, condizioni come la gravidanza o particolari varianti genetiche). 
La maggior parte degli studi invita ad assumere antiossidanti, minerali ecc da fonti naturali, una recente revisione dei dati ha chiarito che in persone sane non vi è indicazione per prevenire le malattie cardiovascolari con i multivitaminici, ma piuttosto con uno stile di vita sano comprendente l'abolizione del fumo e una dieta ricca di vitamine e minerali, così come nella prevenzione dei tumori.

Aggiornamento 27/7/2018
L'estratto con polifenoli di uva e mirtilli riesce a migliorare la memoria episodica in persone anziane
Aggiornamento 31/7/2018
Gli impianti ginecologici fatti con reticelle per le ernie del pavimento pelvico o simili possono aumentare il rischio di malattie autoimmuni come lupus e artrite reumatoide o altre come fibromialgia, alterazione della cognizione ecc.
Lo studio è piccolo ma significativo, e si può trovare una somiglianza con i dati trovati sugli impianti mammari al silicone, che aumentano il rischio di ASIA.
Altri motivi per vivere più vicini alla natura
Aggiornamento 21/8/2018
L'uso di spezie, contenenti composti antibatterici naturali, al posto dei nitriti e nitrati sintetici (che possono formare composti cancerogeni come le ammine terziarie) è un'alternativa più salutare nella conservazione della carne
I nitriti e i nitrati naturali sono efficaci nel promuovere la formazione di ossido di azoto, che favorisce la salute dell'endotelio e il calo della pressione, e riducono i trigliceridi
Aggiornamento 27/8/2018
Le potenzialità terapeutiche dei prodotti naturali.
Aggiornamento 13/9/2018
La supplementazione con folati riduce il rischio di diabete. Ma al posto degli integratori si potrebbe anche aumentare il consumo di vegetali a  foglia
Aggiornamento 7/10/2018

Uno studio in più conferma che chi prende metformina è a rischio di carenza di vitamina B12, e presenta anche i tipici segni (danno neuronale e anemia macrocitica). L'articolo conclude suggerendo di monitorare sempre il parametro sia prima che dopo la terapia, e ovviamente l'eventuale integrazione.
Aggiornamento 9/10/2018

L'FDA americana mette al bando 7 additivi artificiali, ricordando che per una legge del 1938 qualsiasi sostanza sospettata di essere cancerogena non può essere messa nel cibo
Aggiornamento 21/10/2018

Si tratta solo di uno studio su animali, ma conferma quanto possa fare male l'uomo ad alterare i cibi e che la natura non è facile da imitare.
In topi con alterata flora intestinale, aggiungere inulina al cibo industriale aumenta il rischio di tumore epatico, a causa della produzione di certi metaboliti.
"Questi risultati indicano che l'arricchimento di cibi con fibre purificate non può mimare i benefici del consumo di frutta e verdura naturalmente ricche di fibre solubili", ha detto il dott. Andrew Gewirtz, professore all'Istituto di Scienze Biomediche della Georgia State e uno degli autori dello studio.
Aggiornamento 31/10/2018

La dieta inadeguata che spesso fanno anziani e non solo, ricca di alimenti raffinati e povera di quelli nutrienti, porta a carenze nutrizionali che influenzano negativamente l'aspettativa di vita.
I fattori individuati come condizionatamente essenziali sono: taurina, ergotioneina, i metaboliti batterici pirroloquinolina chinone (PQQ) e la queuina,gli antiossidanti  luteina, zeaxantina, licopene, α- e β-carotene, β-criptoxantina (carotenoidi vegetali) e l'astaxantina (carotenoide marino)
Aggiornamento 7/11/2018

I carotenoidi da fonti naturali sono inversamente associati al rischio di sindrome metabolica, probabilmente grazie alla riduzione dello stress ossidativo

Aggiornamento 1/12/2018
Sempre a proposito di impoverimento dei cibi, un articolo di Styven Tamburo:
E' VERO CHE AI NOSTRI GIORNI FRUTTA E VERDURA E' MENO NUTRIENTE ? 
Uno studio approfondito su questo tema e' stato condotto da Donald Davis e del suo team di ricercatori dell'Università del Texas (UT) del Dipartimento di Chimica e Biochimica di Austin pubblicato nel dicembre 2004 nel Journal of the American College of Nutrition. I ricercatori hanno studiato i dati nutrizionali del Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti del 1950 e del 1999 per 43 diversi tipi di ortaggi e frutti, trovando un "declino significativo" nella quantità di proteine, calcio, fosforo, ferro, riboflavina (vitamina B2) e vitamina C nel corso dell'ultimo secolo . Questo è dovuto dalle pratiche agricole destinate a migliorare l'aspetto degli alimenti (dimensione, tasso di crescita, resistenza ai parassiti)
"Gli sforzi per allevare nuove varietà di colture che offrono una maggiore resa, la resistenza ai parassiti e l'adattabilità al clima hanno permesso che i raccolti crescano più velocemente", ha riferito Davis, "ma la loro capacità di produrre o di assorbire sostanze nutritive non ha mantenuto il passo della loro rapida crescita. "Ci sono stati cali anche in altre sostanze nutritive, come magnesio, zinco e vitamine B-6 e E.
Un'analisi del Kushi Institute dei dati nutrizionali dal 1975 al 1997 ha scoperto che i livelli medi di calcio in 12 ortaggi freschi sono scesi del 27 %; i Livelli di ferro 37 %; La vitamina A raggiunge il 21% e il livello di vitamina C al 30%. Uno studio analogo dei dati nutrizionali britannici dal 1930 al 1980, pubblicato nel British Food Journal, ha rilevato che in 20 verdure il contenuto di calcio medio era diminuito del 19%; Ferro 22%; E il potassio 14 %. Ancora un altro studio ha concluso che oggigiorno si dovrebbero mangiare otto arance per ottenere la stessa quantità di vitamina A che avrebbero ottenuto i nostri nonni mangiandone solo una.
Cosa si può fare? La chiave per ottenere prodotti più sani è un suolo più sano. Alternare i campi tra le stagioni di crescita per dare tempo alla terra per ripristinare i minerali sarebbe un passo importante. Inoltre, l'eliminazione di pesticidi e fertilizzanti a favore dei metodi di coltivazione biologica apporta benefici al suolo, e anche migliori prodotti per i consumatori. Coloro che vogliono ottenere frutta e verdura più nutriente dovrebbero acquistare regolarmente dagli agricoltori biologici locali.
Anche se meno nutriente rispetto al passato frutta e verdura deve rimanere alla base di una dieta "sana" in quanto apportano anche altre sostanze preziose per la salute come i fitocomposti e alte quantità di fibre inoltre e' buona regola assumere vitamine minerali e antiossidanti in genere a basso dosaggio in maniera ciclica ponendo attenzione allo stile di vita es. riposo/allenamento ed esigenze individuali ,ad esempio, come accennato i giorni precedenti alti dosaggi sopratutto in prossimità di sforzi intensi potrebbe disturbare l'omeostasi cellulare.
Aggiornamento 7/12/2018

Che differenza c'è tra acido folico e folati naturali? "L'uso convenzionale di grandi dosi di acido folico (5 mg / die) è diventato obsoleto. Dosi regolari di acido folico (100-200 μg) possono essere tollerate nella popolazione generale ma dovrebbero essere abbandonate in presenza di mutazioni del gene MTHFR, poiché il background biochimico/genetico del paziente preclude una corretta formazione di 5-MTHF, il composto attivo. Una dose fisiologica di 5-MTHF (800 μg) aggira il blocco MTHFR e si ritiene che sia un trattamento efficace per queste coppie. Inoltre, evita i potenziali effetti avversi della sindrome di UMFA (acido folico somministrato ma non metabolizzato), che è sospettata di causare disfunzione immunitaria e altri effetti patologici avversi come il cancro (in particolare il colon-retto e la prostata).
Aggiornamento 11/12/2018

Il Canada pensa di mettere al bando il talco Dopo aver esaminato i lavori scientifici più recenti e aver prodotto una bozza di valutazione dello screening, il governo "propone che l'inalazione di polveri di talco sfuso e l'utilizzo di determinati prodotti contenenti talco nella zona genitale femminile possano essere dannosi per la salute umana". Non ci sono certezze che il talco sia cancerogeno, dato che il problema è complicato dal fatto che questa sostanza è talvolta contaminata dall'amianto (i due talvolta si presentano naturalmente insieme).
Aggiornamento 20/12/2018
Quali sono gli alimenti legati al tumore polmonare?
Nel modello animale i fosfati, contenuti negli alimenti industriali come formaggi, bibite e prodotti da forno, aumentano lo stress ossidativo e possono favorire l'insorgenza nelle persone predisposte. I fosfati contenuti naturalmente nel cibo sono meno assorbibili.
Sui nitriti e nitrati, presenti nelle carni conservate, esistono meno dati rispetto al loro noto effetto sul colon, ma uno studio iraniano evidenzia l'associazione anche nel tumore polmonare.
L'acrilammide, un noto cancerogeno che si forma quando i carboidrati vengono scaldati ad alte temperature, non pare particolarmente preoccupante.
Inoltre il classico studio ATBC ci indica che i supplementi di caroteni sintetici aumentano il rischio di tumore polmonare nei fumatori. Anche l'integrazione con alcune vitamine del gruppo B è stata associata, ma solo in studi preliminari.
I seguenti alimenti/nutrienti sembrano invece ridurre il rischio di cancro ai polmoni:
• tè (verde, nero, oolong, bianco);
• verdure crucifere (cavoli, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavoli, bok choy);
• alimenti a base di soia (soia, tempeh, tofu, latte di soia, noci di soia, edamame, zuppa di miso);
• alimenti ricchi di carotenoidi (carote, patate dolci, verdure a foglia verde scuro, pomodori);
• curcumina (trovata in senape, curcuma o curry);
• quercetina (trovata in agrumi, mele, cipolle, prezzemolo, salvia, tè, olio d'oliva, uva, ciliegie scure, bacche scure).
"Mentre nulla di "magico" si verifica se si includono questi alimenti in una dieta ricca di alimenti industriali, l'impatto maggiore si avrà quando questi alimenti sono inclusi nel contesto di una dieta ricca di vegetali. Consumare questi alimenti almeno tre volte a settimana sarebbe un buon punto di partenza".
Per le persone che invece hanno la malattia, fare attenzione che non diventino inappetenti a causa delle cure, indebolendo il loro corpo e perdendo muscoli.
L'uso di antiossidanti come integratori non sembra migliorare il decorso della malattia o ridurre la tossicità della chemio.
Aggiornamento 22/12/2018
La carenza di folati espone alla degradazione i cromosomi, ossia il nostro DNA, in un modo in cui non si può riparare. In questo modo siamo più esposti a tumori, infertilità e problemi neurologici Gli α-tocoferoli possono interferire con l'attività dei tocotrienoli
Aggiornamento 27/12/2018

Avere betacarotene alto nel sangue è associato a una riduzione generale delle malattie cardiovascolari, delle cardiopatie, dell'ictus, del cancro e di altre cause di mortalità, secondo uno studio prospettico realizzato sui dati del vecchio ATBC.
Ciò non significa integrare caroteni, che come abbiamo visto potrebbe essere pericoloso, soprattutto nei fumatori ma assumere frutta e verdura che sono le migliori fonti.
La frutta e la verdura sono le fonti predominanti di molti altri micronutrienti bioattivi, tra cui polifenoli, vitamina C, fibre, folati, flavonoidi, altri carotenoidi e diversi minerali che hanno molteplici meccanismi biologici oltre le proprietà antiossidanti, compresa la regolazione degli enzimi di disintossicazione (monoossigenasi CYP), attivazione del sistema immunitario, modulazione del metabolismo ormonale e effetti antibatterici e antivirali.
Quindi, il beta-carotene sierico può essere usato come biomarcatore degli effetti benefici dell'assunzione di vegetali.
Si suppone che, essendo il beta carotene trasportato esclusivamente dalle lipoproteine ​​nel sangue ed essendo principalmente associato alle LDL (lipoproteine ​​a bassa densità), esso possa giocare un ruolo nella modificazione dell'ossidazione delle LDL e della perossidazione lipidica, riducendo conseguentemente il rischio di CVD e la mortalità. Infatti l'ossidazione delle LDL è considerata avere un ruolo importante nell'aterogenesi.
Aggiornamento 2/1/2019
Incorporando phytochemicals (molecole naturali presenti nelle piante o in spezie, erbe e oli essenziali) nella nostra dieta quotidiana fin dalla tenera età, possiamo proteggerci dalla demenza e dalla perdita della vista nelle fasi successive della vita.
Aggiornamento 1/2/2019

La pubertà precoce nelle donne è associata a più alti tassi di obesità, malattie cardiovascolari, sindrome dell'ovaio policistico e alcuni tipi di cancro (seno). Da alcuni anni si è verificato un aumento di menarca precoce, e gli scienziati pensano sia dovuto a fattori ambientali come gli interferenti endocrini.
"L'esposizione a determinate sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino nel nostro ambiente può essere un fattore significativo". ha detto la prof Harley. La sua ricerca presso l'Università della California ha dimostrato che le figlie di madri con alti livelli di dietil-ftalato, triclosan, fenoli e parabeni nei loro corpi durante la gravidanza sono entrati nella pubertà prima dei loro coetanei. Queste sostanze chimiche si trovano comunemente in una vasta gamma di cosmetici, dentifrici, saponi e altri prodotti per la cura personale.
Il mio consiglio è sempre di evitare cosmetici che presentano questo tipo di sostanze chimiche di sintesi, e vivere in maniera più vicina alla natura.
Mi preoccupa vedere persone più turbate da sostanze naturali come l'Amanita muscaria, il pesce palla velenoso, gli scorpioni e i morsi dei cobra (che hanno morbilità quasi 0) che da queste sostanze artificiali, tuttavia esistono anche sostanze naturali che funzionano da interferenti endocrini, e sono da evitare in gravidanza, come il tea tree oil o la lavanda.
Aggiornamento 17/2/2019
Le persone con depressione, schizofrenia e demenza spesso hanno livelli inferiori di folato nel sangue rispetto a persone che non soffrono di disturbi psichiatrici. Il folato è necessario per la sintesi di neurotrasmettitori, e per questo la sua somministrazione con o senza farmaci supporta la guarigione da queste malattie

Alcuni farmaci come gli antiepilettici, sulfasalazina (antibiotico) e metotrexato riducono i livelli di folati nel sangue e alzano l'omocisteina. I folati sono fondamentali per prevenire tumori, malattie cardiovascolari e neurologiche, quindi è consigliabile verificare i livelli ed eventualmente correggere la carenza.
Aggiornamento 24/2/2019

L'anemia perniciosa o megaloblastica è dovuta alla carenza di vitamina B12 (o folati) ed è caratterizzata da globuli rossi grandi ma poco efficienti.
In questo caso i livelli di B12  (e folati) erano normali, ma le forme rilevate di vitamina B12 non erano quelle attive, e quindi la carenza era reale.
La malattia si è risolta con la somministrazione di metilcobalamina (la forma attiva)

Oltre che ridurre il rischio di spina bifida, l'acido folico in gravidanza riduce anche il rischio di autismo. Da assumere possibilmente già durante la programmazione della gravidanza e in forma attiva (metilfolato)
Aggiornamento 27/2/2019
L'acido retinoico, una forma di vitamina A che deriva da fegato, tuorlo e pesce grasso, insieme ai lattobacilli aiuta a ridurre la permeabilità intestinale, una condizione che è presente nelle malattie autoimmuni e infiammatorie
Aggiornamento 1/3/2019

Assumere un multivitaminico durante le prime settimane di gravidanza sembra ridurre il rischio di autismo nella prole, nelle persone con predisposizione familiare, ed eventualmente la gravità della condizione. Ricordiamo che le linee guida consigliano l'acido folico già durante la pianificazione della gravidanza. L'esposizione al piombo e a scarsi livelli di zinco e manganese sembra invece aumentare il rischio. 
Aggiornamento 11/3/2018
Una madre che assume quantità corrette di  una particolare forma di vitamina E (alfa-tocoferolo) può proteggere la prole dall'asma
Aggiornamento 6/4/2019
Una piccola quantità di nitrati, con rape o supplementi, può ridurre la pressione sanguigna nel modello animale. Gli scienziati ipotizzano che aggiunti ai cibi salati possono ridurre il danno di questi ultimi

Aggiornamento 9/4/2019
Vi siete mai chiesti perché chi mangia male si ammala molto più spesso? Una delle cause potrebbe essere tBHQ (terz-butilidrochinone), indicato in etichetta come E319. Questo stabilizzatore dei grassi altera la risposta immunitaria, riducendo l'aggressività di alcuni globuli bianchi nei confronti del virus influenzale, e causa un'infezione più lunga e con maggiore perdita di peso. È presente negli alimenti che contengono oli (cracker e prodotti da forno), carni e pesce surgelati ecc. Può anche non essere indicato in etichetta se presente nell'olio per fritture.
Aggiornamento 15/4/2019

Chi ha poco acido retinoico nel sangue ha più alto rischio di malattie cardiovascolari e in particolare di ictus. Le sue migliori fonti sono tuorlo e fegato, e caroteni da verdure e frutta giallo-arancio per chi ha una buona conversione.

Aggiornamento 15/7/2019

La carenza di folati aumenta il rischio tumorale, mentre l'eccesso di acido folico, una sostanza che si può assumere solo con gli integratori, aumenta il rischio di tumore alla prostata.
In una piccola raccolta di casi, l'80% dei ragazzi con depressione resistente ai farmaci hanno avuto beneficio dall'uso di metilfolato. La maggior parte di essi avevano mutazione MTHFR.
Aggiornamento 3/8/2019
Vitamina A e i caroteni precursori sono protettivi dal carcinoma cutaneo a cellule squamose

Aggiornamento 25/8/2019

In un secolo il contenuto di magnesio (insieme a calcio e ferro) in alcune verdure si è ridotto fino al 90%. L'uso di cibo spazzatura, bibite zuccherate, caffeina, diversi farmaci riduce ulteriormente l'assorbimento del magnesio e aumenta la sua escrezione urinaria.
"Ciò potrebbe giustificare una modifica dei farmaci o raccomandazioni dietetiche per aumentare l'assunzione di verdure crude con un più alto contenuto di magnesio e ridurre il consumo di bibite e alimenti trasformati con poco magnesio e la raccomandazione di integratori di magnesio.
Aggiornamento 31/8/2019

La vitamina E riduce l'infiammazione riducendo l'attività della ciclossigenasi e le prostaglandine.
Aggiornamento 7/9/2019
Non tutti sanno che... uno dei compiti del microbiota è produrre vitamine, tra cui i folati. Le indicazioni delle quantità di folati da introdurre quotidianamente sono riferite a persone medie e sane, ma molti, a causa soprattutto dei farmaci che assumono, non ne introducono a sufficienza, con varie conseguenze, dall'anemia ai problemi intestinali.
La metformina, farmaco per diabetici, riduce i folati, anche alterando il microbiota.
Un particolare batterio probiotico, chiamato Intestinibacter bartlettii, resiste all'effetto della metformina e può ridurre gli effetti collaterali, tra cui quelli intestinali.
Aggiornamento 10/9/2019

L'acido folico è una molecola che non tutti metabolizzano efficientemente, a causa di varianti genetiche del gene MTHFR, per cui il sangue si arricchisce di UMFA (acido folico non metabolizzato).
Questa condizione sembra aumentare il rischio di allergie nella prole
Questo è uno dei motivi per cui è sempre meglio utilizzare forme già attive di folati.
Il metilfolato appare sicuro nel latte in formula, e riduce la presenza di acido folico non metabolizzato
Aggiornamento 11/9/2019

Una guida a quale supplemento di folato (e non acido folico) utilizzare
Aggiornamento 21/9/2019
La vitamina B12 in forma attiva (metilcobalamina) e ad alte dosi può ritardare la progressione della SLA e aumentare la sopravvivenza
Aggiornamento 22/9/2019
Il metilfolato, la molecola attiva, è necessaria per la sintesi dei neurotrasmettitori che fanno funzionare bene il cervello. L'uso della forma acido folico, che deve subire una serie di reazioni chimiche per essere attivato (quelle indicate in rosso), può non essere efficace soprattutto in persone con alcune mutazioni genetiche (gene MTHFR).
Attualmente vi sono evidenze discrete sull'uso del metilfolato nella depressione e in altre malattie psichiatriche.
Aggiornamento 22/10/2019
La vitamina E naturale può far regredire le placche aterosclerotiche e ridurre il rischio cardiovascolare in persone in dialisi.
Aggiornamento 18/12/2019
Il metilfolato è una molecola che è già pronta per l'uso e capace di oltrepassare la barriera ematoencefalica per far funzionare correttamente il nostro cervello, favorendo la sintesi dei neurotrasmettitori, a differenza dell'acido folico che invece deve essere metabolizzato per diventare efficace. Da tempo si parla del suo uso come adiuvante nella terapia per la depressione, e alcuni ricercatori hanno individuato chi potrebbe maggiormente trarne vantaggio. In generale può essere indicato per chi cerchi maggiore benessere, chi evita prodotti con effetti collaterali e preferisce prodotti naturali, chi ha scarsa risposta agli inibitori SSRI. Ancora meglio per chi non risponda agli SSRI, chi abbia gli indici di infiammazione elevati (PCR e IL8), mutazione MTR, scarso SAMe, alto BMI. I migliori in assoluto sono le persone con più di 2 di queste caratteristiche, mutazione MTHFR, obesità, marker infiammatori e leptina alti, polimorfismi COMT e DRD2, genericamente folati bassi. Le persone che non dovrebbero usarlo sono invece quelle con ipersensibilità al prodotto e chi ha già livelli alti di folati. La conferma dell'estrema sicurezza arriva anche da una revisione degli studi pubblicata su Toxicol Rep, in cui la dose di 400mg/kg di peso corporeo (dose solitamente quotidiana, ma per una persona!) non ha creato problemi rilevabili di embriogenesi, tossicità, mutagenesi, teratogenesi, e ha concluso con il metilfolato "è un'alternativa sicura all'acido folico come fonte di folati e può essere vantaggiosa in particolare per le persone con difetti dell'enzima metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR) che potrebbero avere difficoltà a elaborare l'acido folico da integratori o alimenti arricchiti".
Aggiornamento 25/12/2019
L'uso di antiossidanti, come vitamina A, C ed E, B12, coenzima Q10 e carotenoidi sembra ridurre la sopravvivenza in persone con tumori, se somministrati prima o durante la chemioterapia. Il ferro aumenta la ricorrenza. Vitamina D e multivitaminici non hanno mostrato effetti. Lo studio è fatto su un numero relativamente piccolo di persone, ma conferma un'idea che si sapeva già, ossia che gli antiossidanti interferiscano con l'azione della chemio e possano promuovere la sopravvivenza del tumore
Aggiornamento 18/1/2020
La quantità di vitamina C nel sangue è inversamente proporzionale al rischio di insufficienza cardiaca. Questo non vuol dire automaticamente che la vitamina C abbassi il rischio. Lo studio infatti specifica che la tale vitamina è un marker dell'introduzione di frutta e verdura; quelle sì che proteggono, grazie alla presenza di tanti composti benefici (e non uno solo). L'integrazione è utile solo in alcuni casi. Alcuni anni fa si fece la stessa osservazione col betacarotene, lo si supplementò e la mortalità aumentò tra i fumatori (studio ATBC). La salute è dovuta a un equilibrio tra i nutrienti, non a uno in particolare.
Aggiornamento 27/1/2020
Le persone con steatosi epatica possono beneficiare della vitamina E. Questo probabilmente perché il fegato grasso "sequestra" nelle gocciole lipidiche questa vitamina, lasciando spazio libero alle specie ossidanti (ROS), con conseguente infiammazione, epatite, fibrosi fino alla cirrosi
Aggiornamento 4/3/2020
La betaina può essere carente e la sua supplementazione essere di beneficio in una subpopolazione di persone con schizofrenia, grazie al suo effetto sul ciclo della metionina e sull'omocisteina.
Aggiornamento 11/3/2020
Che evidenza esiste sulla vitamina C nelle infezioni? La carenza è associata a maggior rischio di polmonite. I modelli animali mostrano efficacia nel ridurre/alleviare infezioni batteriche e virali. La vitamina C riduce l'incidenza di raffreddore negli sportivi e la durata della malattia nella popolazione generale. Alcuni studi hanno mostrato effetto preventivo e terapeutico nella polmonite. Tuttavia sono necessari altri studi per chiarire l'effetto
Aggiornamento 14/3/2020
L'omocisteina alta crea stress ossidativo, e aumenta il rischio cardiovascolare, autoimmune ecc ma anche di infertilità. Usare forme particolari di vitamine può correggere l'iperomocisteinemia. "In caso di infertilità di lunga durata e ripetute gravidanze andate male, entrambi i membri di una coppia devono essere testati per i polimorfismi MTHFR, soprattutto prima della donazione di ovociti. Non farlo si dovrebbe considerare una cattiva pratica. Dovrebbe essere raccomandata anche l'integrazione di 5-MTHF (metilfolato) prima di tentare il concepimento o la PMA (riproduzione assistita)".
Aggiornamento 8/4/2020
Si parla tanto di Vitamina C e coronavirus, ma essendo un virus nuovissimo e sconosciuto mancano gli studi.
"L'integrazione con vitamina C può ridurre la durata e la gravità di diverse infezioni respiratorie, mentre il suo ruolo nella prevenzione non è conclusivo e richiede ulteriori ricerche. Gli effetti benefici sulla polmonite, una complicanza comune dell'infezione COVID19, sono particolarmente incoraggianti. Tuttavia, nessuno degli studi sopra ha esaminato gli effetti della supplementazione di vitamina C su questo particolare virus. Gli scienziati hanno annunciato numerosi studi clinici per indagare sulla supplementazione di vitamina C in pazienti COVID19. Dovremo aspettare i loro risultati prima di saltare alle conclusioni".

Aggiornamento 10/4/2020
Ruolo delle vitamine nella gestione della COVID19
"La vitamina C (acido L-ascorbico) ha un ruolo fisiologico pleiotropico, ma esistono prove a sostegno dell'effetto protettivo della vitamina C endovenosa ad alta dose (HDIVC) durante le ARDS da sepsi. La vitamina C rinforza il mantenimento della barriera epiteliale alveolare e aumenta la trascrizione dei canali proteici (CFTR, aquaporina-5, e pompa sodio-potassio) regolando la clearance del fluido alveolare. L'HDIVC riduce i neutrofili (NET) che facilitano l'infiammazione sistemica nell'insufficienza multiorgano indotta da sepsi". Riduce inoltre sindecano-1, che correla con la gravità della sepsi. Il trial cinese per i risultati definitivi si concluderà a settembre. "La vitamina D è nota per mitigare la portata dell'immunità acquisita e rigenerare il rivestimento endoteliale. Ciò può essere utile per ridurre al minimo il danno alveolare causato dall'ARDS. Prove di livello I hanno dimostrato che esiste un effetto protettivo complessivo del 12% della supplementazione di vitamina D contro l'infezione acuta batterica e virale del tratto respiratorio. Questi effetti protettivi sono aumentati al 19% in quegli individui con il regime giornaliero o settimanale di vitamina D rispetto a quelli che assumono un bolo mensile di vitamina D. Inoltre, c'è un effetto protettivo del 70% quando la carenza di vitamina D viene corretta con l'integrazione. Questo risultato è pertinente per la maggior parte degli individui residenti alle latitudini settentrionali che presentano carenza di vitamina D ( <25 nmol/L) a causa di prolungati periodi di mancanza di luce solare"
Aggiornamento 21/4/2020
L'importanza del retinolo nei confronti delle malattie autoimmuni, tramite interazione col microbiota (aumento dei lattobacilli) e riduzione della permeabilità intestinale

Aggiornamento 26/5/2020
Le donne in gravidanza sono invitate a stare particolarmente attente a usare farmaci, ma anche sostanze naturali presenti nei vegetali possono avere effetti nocivi se ingerite in quantità notevoli. Per esempio semi di chia e bacche di goji, alimenti ritenuti addirittura "super" da alcuni, contengono xenobiotici che in gravidanza, a seconda della flora, non fanno bene. Infatti, a seconda del microbiota, le sostanze vengono metabolizzate in composti inerti o più pericolosi. Un'altra parte del metabolismo è compiuto dal fegato ovviamente. È difficile fare riferimento solo ai modelli animali, che non danno risultati sempre traslabili, perciò è meglio non utilizzare cibi particolari, spezie ecc, che possano oltrepassare le 3 "barriere" a disposizione del feto (intestino, fegato e placenta). I batteri influenzano quello che viene assorbito: l'assorbimento dei retinoidi, fondamentali per l'immunità, è favoriti dai clostridi, ma in eccesso sono teratogeni. I Bacteroides, che fermentano la fibra, aumentano Treg, cellule che danno tolleranza immunitaria. In questo modo quello che mangia la mamma in gravidanza formerà il sistema immunitario del bambino. Questo ci insegna una volta di più che naturale non significa per forza salubre, ma questa argomentazione è usata da alcuni in maniera impropria per far pensare che le sostanze artificiali non siano, almeno alcune di esse, pericolose.
Aggiornamento 5/8/2020
Il consumo di alimenti fast food è risultato associato ad un aumentato rischio per lo sviluppo di diabete gestazionale (GDM), mentre il basso consumo di frutta e verdura a foglia verde era un fattore di rischio indipendente rispettivamente per bassa crescita (SGA) e GDM e parto pretermine e SGA. In conclusione, la predisposizione genetica, insieme alle concentrazioni di folato e omocisteina circolanti materne e ai fattori dietetici prima e nella prima parte della gravidanza, sono fattori di rischio indipendenti per le complicanze della gravidanza.
Le vitamine del gruppo B migliorano infiammazione, omocisteina e profilo lipidico in persone con malattia coronarica stabile

N-acetil cisteina riduce l'infiammazione, aumentando il potere antiossidante, e riducendo l'omocisteina 

Aggiornamento 15/8/2020

L'acido alfalipoico (nella forma naturale R) assunto per 6 mesi ha aiutato a dimagrire in media 1,7 kg in un gruppo di persone sovrappeso, probabilmente riducendo la sintesi dei trigliceridi nel fegato. La perdita di peso e il miglioramento della bioenergetica cellulare sono più marcati in chi è più sovrappeso e nelle donne. Si sono osservati anche migliori effetti antiossidanti, riduzione dell'infiammazione e della perossidazione lipidica. Alcune persone hanno avuto reflusso come effetto collaterale.

I donatori di metili (betaina, B12, folati, colina, metionina) proteggono dalle infezioni che predispongono per il morbo di Crohn

Aggiornamento 12/9/2020

Molte speculazioni su antiossidanti e prodotti naturali come zenzero, curcuma, aglio, cipolla, cannella, limone, neem, basilico e pepe nero e la loro efficacia per proteggere dai virus. Attualmente non esistono grandi studi controllati (non ci sarebbe né il tempo né il modo di farli). Questo non ci vieta comunque di inserire cibi notoriamente salutari che potrebbero prevenire l'infezione o ridurne gli effetti. Secondo una revisione degli studi "i prodotti naturali hanno mostrato efficacia terapeutica contro molteplici sintomi osservati in pazienti con COVID ‐ 19 avanzato. Sono altamente tollerati senza effetti collaterali e possono essere utilizzati in combinazione con gli standard clinici esistenti di cura. In questo contesto, i prodotti naturali hanno il potenziale per fungere da agenti profilattici nelle popolazioni a rischio di sviluppare infezione da COVID-19. Questi includono individui anziani e coloro che hanno condizioni di comorbilità sottostanti. Inoltre, nei pazienti sintomatici, l'integrazione di prodotti naturali può arrestare la progressione dell'infezione. Nel caso di pazienti che sono in uno stadio avanzato, i prodotti naturali possono mitigare molte delle complicanze e ridurre la mortalità. È importante sottolineare che l'integrazione di prodotti naturali costituisce rimedi casalinghi che sono poco costosi e possono essere facilmente implementati su scala comunitaria".

Aggiornamento 30/9/2020

Tra i fattori che appaiono protettivi dal tumore del colon-retto, consumo di frutta e verdura, folati naturali, magnesio, fibre e latticini. Tra quelli che aumentano il rischio alcol e carne, in particolare rossa e processata

Aggiornamento 10/10/2020

L'eccesso di acido folico nei topi sembra alterare lo sviluppo neuronale

Aggiornamento 19/10/2020

L'omocisteina è un fattore di rischio cardiovascolare, per l'Alzheimer ecc, legato ad alcune mutazioni genetiche (MTHFR), e si può tenere sotto controllo grazie alle vitamine del gruppo B, in particolare folati e B12. Gli omega 3 possono aiutare ulteriormente a controllarla

Aggiornamento 7/12/2020

"La metilazione del DNA è il meccanismo epigenetici più importanti e influisce in modo significativo sulla patogenesi dell'aterosclerosi. La carenza di folati può favorire la metilazione, aumentare i livelli di omocisteina, danneggiare le cellule endoteliali vascolari e promuovere l'aterosclerosi. Inoltre, nei mammiferi, i metaboliti microbici influenzano la produzione di folati e la modulazione della biologia del trasportatore di folati. L'ottimizzazione del metabolismo microbico e vitaminico intestinale può migliorare la salute umana".

Aggiornamento 17/12/2020

La vitamina E è efficace nella gestione della steatosi epatica

Aggiornamento 19/12/2020

L'aterosclerosi, la base delle malattie cardiache, è legata al microbiota e all'alimentazione. Una buona alimentazione, ricca di polifenoli, fibre e altri composti naturali presenti nei vegetali è amica del microbiota, creando le condizioni per rallentare la malattia.
I meccanismi coinvolti sono almeno 2:
1. Inibizione selettiva ed eliminazione di taxa batterici pro-aterogenici e "invasori" batterici intestinali.
2. Promozione o aumento dell'abbondanza di commensali intestinali benefici.
Insomma, contrariamente a quanto vi dicono alcuni, mangiare naturale è sempre meglio che aggiungere alimenti alterati da aggiunte o trattamenti.

"Le famiglie Lachnospiraceae, Neisseriaceae, Coriobacteriaceae, Clostridiaceae, Peptococcaceae, Christensenellaceae e Clostridiaceae e Desulfovibrio, Prevotella, Clostridium, tra gli altri generi, sono state associate a maggiori dimensioni della placca aterosclerotica, a mediatori di malattie cardiovascolari e metaboliti pro-batterici nei modelli animali di aterosclerosi ... "

"…1). I Bacteroides - membri del phylum Bacteroidetes - sono i più abbondanti tra i microbi intestinali e il loro arricchimento mostra una migliore prognosi nell'aterosclerosi ... "
"... L'enterotipo Bacteroides è associato a una dieta ricca di grassi e proteine ​​e ospita gli enzimi necessari utili contro l'aterosclerosi ..."
"... La loro abbondanza è inversamente correlata ai parametri biochimici lipidemici e all'infiammazione sistemica ..."
"... I prodotti naturali promuovono in modo univoco questo gruppo (taxon) ..."
“...2) I bifidobatteri, correlano alla placca aterosclerotica e all'area del lume ... "
"... Le modifiche della loro abbondanza sono ugualmente correlate ai biomarcatori clinici della malattia cardiovascolare aterosclerotica ..."
"... i Bifidobatteri sono correlati negativamente al TMAO nei topi e negli esseri umani, e la loro abbondanza è riportata ridotta nel consumo di diete a base animale ..."
“… 3). Le specie Lactobacillus sono state utilizzate come probiotici classici ... "
"... Un aumento della loro abbondanza promuove la ricchezza e la diversità dei batteri intestinali, regola la concentrazione di SCFA e TMAO ed esercita effetti ateroprotettivi ..."
“... 4) I livelli di R. intestinalis, F. prausnitzii, A. muciniphila, ecc. Sono profondamente ridotti nei pazienti con malattie cardiovascolari aterosclerotiche ... "

Aggiornamento 11/1/2021

Il metabolismo di alcune vitamine può essere alterato in persone che posseggono alcune varianti genetiche, e queste possono avere necessità di quantità maggiori.
Per esempio chi ha alcune varianti nel metabolismo della vitamina D ha aumentato rischio di malattie autoimmuni tiroidee, sclerosi sistemica e artrite reumatoide.
Chi ha alterazioni del gene SERPINE1 beneficia di maggiori livelli di vitamina E, che inibisce PAI-1 e riduce così il rischio di malattie cardiovascolari.
Altri polimorfismi possono ridurre l'assorbimento della vitamina B12 e della vitamina C, aumentando il loro fabbisogno.
Difetti nei geni legati all'acido folico (MTHFR e SLC19A1) aumentano rispettivamente il rischio cardiovascolare e il rischio di malformazioni (riducendo il trasporto placentare) e di malattie neurodegenerative, insieme al rischio di tumori (colon-retto)

Aggiornamento 15/1/2021

Approccio nutrizionale nella retinopatia diabetica
Carenze vitaminiche, carenze di antiossidanti e polimorfismi genetici (MTHFR) sono fattori di rischio comuni per iperomocisteinemia, deplezione del fattori neurotrofici e retinopatia diabetica.
"La maggior parte delle malattie croniche è aggravata da una carenza di qualsiasi nutriente essenziale. Come abbiamo visto, l'età, la dieta e molti fattori compromettono ulteriormente l'assorbimento e l'utilizzo di questi nutrienti. Questo documento ha identificato diverse vitamine, minerali e nutraceutici utili per affrontare questa situazione. Tra di essi luteina, zeaxantina, vitamina C, vitamina D, vitamina E, zinco, rame, acido alfa-lipoico, n-acetilcisteina e complessi di B1, B2, B6, L-metilfolato e metilB12. Alcuni di questi hanno anche dimostrato di essere utili per la degenerazione maculare. Ridurre l'omocisteina, aumentare il BDNF e altri fattori neurotrofici, ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione, aumentare il flusso sanguigno" sono tutti interventi che possono migliorare la salute oculare.
"Sebbene siano necessari ulteriori studi per determinare le formulazioni ottimali e l'uso appropriato, i professionisti dovrebbero sentirsi a proprio agio riguardo alla sicurezza e all'utilità di questi interventi".


Aggiornamento 18/1/2021

Esistono decine di malattie legate al sistema nervoso che sono dovute a difetti genetici ma si presentano come psicosi, atassia, miopatia, epilessia, neuropatia ecc
Sono relativamente rare ma anche sottodiagnosticate, a causa delle tante varianti genetiche.
Spesso si gestiscono semplicemente con integrazione vitaminica perché legate al metabolismo energetico e biochimico dei cofattori, e gli autori della review suggeriscono di provare sempre a integrare (sotto controllo).
Un semplice modo per individuarle può essere misurare l'omocisteina

Aggiornamento 24/2/2021

Un consenso internazionale ha stabilito che l'omocisteina alta è un fattore di rischio indipendente e modificabile per le malattie neurodegenerative (Alzheimer, declino cognitivo, demenza senile), e che alcune vitamine del gruppo B sono un metodo semplice e poco costoso di gestire l'iperomocisteinemia e prevenirle. Qualche medico ve l'ha mai fatta misurare in caso di predisposizione familiare?

Aggiornamento 2/3/2021

La sindrome dell'ovaio policistico appare essere familiare, ma la componente genetica non supera il 10%. Come si spiega questo? Con meccanismi epigenetici e ambientali. Alterazioni della metilazione del DNA (ipometilazione) e quindi dell'espressione dei geni portano alle manifestazioni (iperandrogenismo, deposizione di grasso viscerale, iperglicemia, infiammazione ecc.). La PCOS è quindi legata alla metilazione alterata del DNA. Si può correggere questo problema? Nel modello animale il SAMe, fornitore di metili, migliora le condizioni delle topoline con PCOS. La ricerca ha anche evidenziato l'importanza dell'ormone antimulleriano in eccesso durante la gravidanza. Nel mentre è sicuramente sconsigliabile usare acido folico o B12 non metilati.

Aggiornamento 13/3/2021

In caso gli antidepressivi non funzionino, al posto che aumentare la dose o provare tutti i farmaci a disposizione, potrebbe essere sufficiente integrare con metilfolato, la forma attiva dell'acido folico, fondamentale per la sintesi dei neurotrasmettitori. "È stato dimostrato che livelli anormali di folato, omocisteina e SAMe sono associati a un rischio più elevato di depressione. Numerosi studi hanno dimostrato l'attività antidepressiva con l'integrazione di L-metilfolato e SAMe in soggetti con depressione. Inoltre, gli amminoacidi L-acetilcarnitina, acido alfa-lipoico, N-acetilcisteina e L-triptofano sono stati implicati nello sviluppo della depressione e hanno dimostrato di esercitare effetti antidepressivi. Altri fattori noti per migliorare i sintomi depressivi sono zinco, magnesio, acidi grassi omega3 e coenzima Q10".

Aggiornamento 18/3/2021

La presenza di alterazioni nel metabolismo degli aminoacidi solforati, omocisteina e metionina, che possono essere dovuti a una mutazione genetica (MTHFR o altre), con riduzione del SAME, può spiegare alcune alterazioni in sottogruppi di persone con autismo, con alterazione della metilazione e aumento dell'infiammazione e stress ossidativo. Il supporto della metilazione si è dimostrato utile in alcuni casi.
"Esistono prove convincenti da studi preclinici e randomizzati controllati in doppio cieco che la correzione di alcuni di questi deficit metabolici con l'integrazione di metilfolato, metilcobalamina, ALA e melatonina ha benefici significativi. Pertanto, le conseguenze metaboliche proposte sono di grande interesse in quanto possono essere corrette utilizzando agenti farmaceutici disponibili clinicamente come acido folinico, metilcobalamina, SAME, ALA, molibdeno e melatonina. Questi agenti con un profilo di effetti collaterali relativamente inferiore possono costituire potenziali candidati per un'efficace terapia cocktail per il modello proposto di ASD con deplezione di SAME".

Aggiornamento 5/4/2021

La cianocobalamina, B12 sintetica, la forma maggiormente diffusa negli integratori, induce disbiosi nel modello animale di IBD, favorendo la crescita delle enterobatteriacee. Invece la forma metilcobalamina è antinfiammatoria grazie al suo effetto benefico sul microbiota. Inoltre CB12 agisce negativamente sui riboswitch, filamenti di RNA che influenzano l'espressione genica, e sugli enzimi.

Aggiornamento 2/6/2021

Anche da poco ho dovuto sentire che l'acido folico (AF) abbassa l'omocisteina (Hcy). Non è così. Hcy è un inibitore tossico della metilazione, compete con la metionina per lo stesso trasportatore di aminoacidi, ed è noto per indurre numerose patologie. In particolare nelle donne si lega a difficoltà riproduttive e difetti nel feto.
L'acido folico, forma sintetica dei folati naturali, ha bisogno dell'enzima DHFR per essere attivato, sottraendo metili all'organismo, e in chi ha mutazione MTHFR questo passaggio è rallentato fino al 75%, portando all'accumulo di acido folico non metabolizzato, inutile se non dannoso. Infatti l'acido folico in eccesso compete coi folati per passare nella placenta e arrivare al feto, e può favorire i tumori intestinali e prostatici. Può portare inoltre a una sindrome pseudo-MTHFR.
"Il folato “attivo” immediatamente disponibile per la conversione dell'Hcy in metionina, dovrebbe essere proposto al posto dell'AF per il supporto periconcezionale e anche per l'integrazione nutrizionale in generale".

Aggiornamento 14/7/2021

In uno studio su popolazione sarda, la mutazione MTHFR non aumenta il rischio di tumore al seno, ma è presente nelle forme più aggressive, che progrediscono e danno metastasi nei linfonodi. Nelle popolazioni orientali e caucasiche l'associazione con tumore al seno è evidenziata da diverse metanalisi. Un modo preliminare per ipotizzare la presenza di mutazione è la valutazione dell'omocisteina, ma molti medici non sanno manco cos'è.

Aggiornamento 19/9/2021

La vitamina A è essenziale per l'immunità, ma per raggiungere le cellule mieloidi, cellule immunitarie presenti nell'intestino, ha necessità di un trasportatore intestinale (SAA) che dipende dal microbiota. Senza lo stimolo dei microbi giusti non si forma questa proteina, creando un circolo vizioso in cui il sistema immunitario non funziona e aumenta l'infiammazione. Vengono così favorite le malattie infiammatorie intestinali e le infezioni ricorrenti. Il microbiota dipende soprattutto da cosa mangiate, è chiaro che se mangiate male poi il vostro sistema immunitario non reagisce correttamente, e magari passate il covid19 in forma grave.

Aggiornamento 25/9/2021

Anche se capita raramente, negli esami del sangue si possono riscontrare elevati livelli di vitamina B12. Quali sono le cause? Non necessariamente l'integrazione, perché l'eccesso introdotto viene eliminato con le urine.
Alcune anomalie metaboliche possono favorire l'accumulo nel sangue e non permettono l'utilizzo della vitamina, per cui i sintomi possono anche essere simili a quelli della carenza (tipo astenia).
Le principali cause da ricercare quando si ha a che fare con livelli sierici elevati di cobalamina sono malattie del fegato, insufficienza renale, tumori solidi, malattie mieloproliferative del sangue, metastasi epatiche.
Una carenza di B12 può essere verificata in caso di iperomocisteinemia o elevati livelli di acido metilmalonico.

Aggiornamento 22/11/2021

La vitamina B12 influenza il rischio di ictus e il recupero dopo l'evento cardiovascolare acuto.
La carenza di vitamina B12 induce aumento dell'omocisteina e quindi infiammazione che è alla base delle malattie cardiovascolari, in particolare ictus. L'omocisteina viene metabolizzata anche dai batteri quindi è necessario avere un buon microbiota.
L'iperomocisteinemia induce infiammazione dell'endotelio vascolare facilitando l'adesione e la migrazione dei globuli bianchi, che a loro volta vengono resi più aggressivi dall'attivazione delle vie infiammatorie. Viene indotta inoltra la trasformazione delle cellule T naïve in Th1, che sono più aggressive.
Avere buoni livelli di B12 permette quindi di ridurre il rischio e nel caso di evento, avere un recupero migliore. Anche i folati e un buon microbiota riducono l'omocisteina e i suoi effetti, riducendo l'infiammazione

Aggiornamento 7/1/2022

L'uso di metilfolato, B12 e B6 aumenta la possibilità di concepimento in donne che si sottopongono a procreazione assistita rispetto a quelle che assumono solo acido folico. L'effetto è probabilmente mediato dal miglioramento della qualità ovocitaria anche grazie alla riduzione dell'omocisteina in presenza della mutazione MTHFR

Aggiornamento 22/1/2022

La carenza di vitamina B12 può essere rilevata col dosaggio nel sangue, ma spesso (fino al 50% dei casi) anche un valore normale non corrisponde a livelli corretti. Questo capita per esempio in caso di problemi intestinali e chirurgia bariatrica. In questo caso è necessario verificare i livelli di acido metilmalonico, un metabolita che si accumula in carenza di B12.
Quali sono i segni della carenza? Si stima che il 75-90% degli individui che presentano una carenza di vitamina B12 soffra di disturbi neurologici. I sintomi neurologici presenti nella carenza di vitamina B12 possono includere neuropatia periferica, diminuzione dei riflessi, atassia, perdita del senso vibratorio, demenza, psicosi e alterazione dell'umore. Paradossalmente, mentre la carenza di vitamina B12 può causare affaticamento, può anche indurre insonnia. Altri disturbi principali possono includere glossite, diarrea e mal di testa.
La forma metilcobalamina può essere preferita soprattutto per individui con determinati polimorfismi genetici (MTHFR), aumentato stress ossidativo o condizioni digestive di qualsiasi tipo.

Aggiornamento 22/3/2022

Il folato è implicato nella sintesi di monoamine (neurotrasmettitori come serotonina e noradrenalina) che svolgono un ruolo essenziale nei sintomi della depressione. La loro carenza è associata alla depressione.
Tutte le ultime revisioni degli studi concordano sull'efficacia di alcune vitamine del gruppo B, in particolare il metilfolato, come terapia adiuvante nella depressione (in aggiunta ai farmaci) o anche da sole. Anche la vitamina D può essere efficace da sola o insieme alle altre. 
"L'integrazione con acido folico o L-metilfolato, B1, B12 o metilcobalamina e vitamina D (in diverse dosi e tempi) ha ridotto significativamente le scale dei punteggi di depressione e ansia aumentando la risposta al trattamento farmacologico standard o in monoterapia, inclusa la remissione parziale o completa".
Il folato, in aggiunta agli SSRI/SNRI, migliora i punteggi della scala della depressione, la remissione della malattia e i tassi di risposta.
Le vitamine del gruppo B possono anche ridurre la concentrazione sierica di omocisteina, che aiuta a ridurre la gravità dei sintomi depressivi, anche in assenza di carenza sierica di vitamina B.
"I nostri risultati rafforzano anche la necessità di strategie terapeutiche per gli individui con risposte inadeguate agli antidepressivi e livelli borderline di queste vitamine (con una preferenza per le forme metilate e biologicamente attive nel caso del complesso B)".


Aggiornamento 25/3/2022

La World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP) e la Canadian Network for Mood and Anxiety Treatments (CANMAT) hanno rilasciato delle linee guida sull'uso dei nutraceutici e della fitoterapia nei disturbi dell'umore.
Secondo i risultati "gli acidi grassi omega 3 in aggiunta alle terapie e l'erba di San Giovanni in monoterapia sono raccomandati per il trattamento dei disturbi dell'umore; sono provvisoriamente raccomandati i probiotici in aggiunta, lo zinco, il metilfolato e lo zafferano e la curcumina in aggiunta o in monoterapia. L'aggiunta o la monoterapia di vitamina D e lavanda, i probiotici in monoterapia e la SAMe aggiuntiva sono stati debolmente raccomandati per questa applicazione. Nel caso della monoterapia con acidi grassi omega-3 e SAMe, NAC in aggiunta e vitamina C, triptofano, creatina e rodiola in aggiunta e in monoterapia per il trattamento della depressione unipolare, i dati erano contrastanti o lo studio fatto con poche persone. L'aggiunta o la monoterapia di acido folico, inositolo e magnesio non hanno mostrato efficacia e quindi non possono essere raccomandati.

Nel trattamento dei disturbi d'ansia, l'ashwagandha e la lavanda in aggiunta o in monoterapia sono stati provvisoriamente raccomandati, mentre NAC in aggiunta e la galfimia in monoterapia sono stati debolmente raccomandate. Nel caso della camomilla in aggiunta o in monoterapia, i dati erano contrastanti. L'uso in monoterapia di kava nel disturbo d'ansia generalizzata non ha mostrato efficacia e quindi non può essere raccomandato per questa specifica applicazione. Nel trattamento dei disturbi psicotici, NAC in aggiunta e il metilfolato sono stati provvisoriamente raccomandati per i sintomi negativi nella schizofrenia, mentre la vitamina D in aggiunta o il ginkgo sono stati debolmente raccomandati. Gli acidi grassi omega-3 in aggiunta e in monoterapia non hanno mostrato efficacia nella schizofrenia e quindi non possono essere raccomandati per questa condizione. Tuttavia esisteva un debole supporto per gli omega-3 nella depressione bipolare (mentre NAC non è attualmente raccomandato per l'uso in questa applicazione). Nel trattamento dell'ADHD, i micronutrienti in monoterapia e la vitamina D in aggiunta o in monoterapia erano debolmente raccomandati, mentre vi erano dati contrastanti nel caso di acidi grassi omega-3 aggiuntivi o in monoterapia, zinco e ginkgo. Gli acidi grassi omega-9 e la acetilcarnitina in aggiunta o in monoterapia non hanno mostrato efficacia e quindi non possono essere raccomandati nell'ADHD.
Si consiglia inoltre, visto che alcuni supplementi possono non essere efficaci nelle malattie gravi, di considerarli in soggetti con diagnosi di MDD grave, disturbo bipolare o schizofrenia, solo se utilizzati assieme alle cure convenzionali e solo quando non ci sono controindicazioni all'uso aggiuntivo di un particolare agente con i farmaci psicotropi prescritti. Di fronte a questa limitazione, è ancora riconosciuto che una gamma di nutraceutici/fitoceutici può essere utilizzata in sicurezza per aumentare le terapie convenzionali per migliorare i risultati del trattamento".

La vitamina D deve essere usata in dosi basse e continue piuttosto che in boli.

Aggiornamento 25/5/2022

La supplementazione con vitamine del gruppo B appare ridurre il declino cognitivo e demenza, specie se iniziata presto e per lungo periodo. Questo capita anche con un alto intake di folati dal cibo.
L'effetto è mediato probabilmente dalla riduzione dell'omocisteina, un metabolita infiammatorio che aumenta soprattutto in persone predisposte geneticamente (mutazione MTHFR).

Aggiornamento 5/6/2022

Anni fa uno studio suscitò clamore perché il betacarotene sembrava aumentare il rischio tumorale, per la precisione tumore ai polmoni nei fumatori. In realtà lo studio aveva delle criticità, comunque… La notizia è che hanno formulato un nuovo integratore in cui il betacarotene è stato sostituito da luteina e zeaxantina. Insieme agli omega 3 la formulazione è capace di rallentare la progressione della degenerazione maculare e non mostra rischi a lungo termine.

Aggiornamento 16/6/2022

Il microbiota concorre alla produzione di vitamine del gruppo B, coprendo una parte del fabbisogno, e contemporaneamente consuma una parte di quelle introdotte con l'alimentazione.
Fattori come il tipo di microbi, che competono per le vitamine, antibiotici, radicali liberi, genetica, abitudini alimentari e stile di vita influenzano la produzione microbica di vitamine. I fabbisogni individuali possono così variare e non essere soddisfatti dall'alimentazione. Questo può compromettere la salute intestinale e non solo.

Aggiornamento 26/6/2022

La "US Preventive Services Task Force" ha rilasciato una posizione ufficiale sull'uso di vitamine e minerali.
In base agli studi analizzati è improbabile che i multivitaminici riducano la mortalità tumorale e cardiovascolare. In realtà è stato osservato un piccolo abbassamento dell'incidenza di tumori. "L'USPSTF ha osservato una riduzione statisticamente significativa del 7% del cancro con multivitaminici nella loro meta-analisi di quattro studi randomizzati e una riduzione borderline del 6% della mortalità per tutte le cause".
Vitamina E e betacarotene vengono sconsigliati. La prima non ha effetti, il secondo aumenta il rischio di tumore al polmone in fumatori ed esposti all'amianto. Si tratta di due antiossidanti che in natura si ritrovano in molte forme ma negli integratori solitamente in una sola e già da tempo si ipotizza che questo sia la causa della mancanza di effetti positivi.
Uno degli autori ha precisato che "La nostra dichiarazione ha un focus piuttosto ristretto. È diretta verso gli adulti in generale. Questa raccomandazione non si applica a bambini, donne in gravidanza o che potrebbero rimanere incinte, o persone che sono malate croniche, sono ricoverate in ospedale o hanno un nota carenza nutrizionale".
I vantaggi, se ci sono, sono di piccola entità. Per esempio "in una donna sana di 65 anni con un rischio di mortalità stimato a 9 anni di circa l'8% l'assunzione di un multivitaminico per 5-10 anni potrebbe ridurre il rischio di mortalità stimato al 7,5%".
Per prevenire le malattie croniche ci si dovrebbe concentrare sullo stile di vita e su approcci basati sull'evidenza, comprese dieta equilibrata ad alto contenuto di frutta e verdura e attività fisica, che non vengono sostituiti da una pillola.
Tuttavia si è notato una riduzione del declino cognitivo in persone anziane e i multivitaminici, avendo dosi modeste, si possono ritenere sicuri e utili per colmare eventuali deficit nutrizionali in persone a rischio di malnutrizione come gli anziani o persone che assumono certi farmaci.

Aggiornamento 20/7/2022

Gli omega 3 possono aiutare a ridurre l'omocisteina, un fattore di rischio cardiovascolare e in generale legato alle patologie infiammatorie (neurodegenerative, autoimmuni ecc.).
L'iperomocisteinemia si verifica in particolare in persone con mutazione MTHFR. Altre cause possono essere l'inadeguata introduzione di vitamine del gruppo B o l'assunzione di farmaci o sostanze che ne alterano l'assorbimento (antiacidi, alcol).
Gli omega 3 sono particolarmente efficaci in caso di livelli medio-alti.
L'altro modo è usare i supplementi di vitamine del gruppo B, i cui benefici sono sicuramente maggiori dei rischi

Aggiornamento 22/7/2022

Usare forme attive di folati (metilfolato, 5-MTHF) al posto che acido folico (AF) previene la presenza nel sangue di UMFA (acido folico non metabolizzato) che può essere problematica. Le forme già attive sono assorbite dalla mamma e dal feto, superando la placenta, e non vengono influenzate dalla presenza di mutazioni MTHFR.
La presenza di UMFA è stata collegata a ricorrenza di tumore all'intestino e problemi cognitivi.
"Altri esiti negativi potenzialmente legati all'UMFA durante la gravidanza sono le allergie alimentari e le malattie respiratorie. In uno studio recente, livelli elevati di UMFA nel sangue del cordone ombelicale sono correlati positivamente con le allergie alimentari nei bambini piccoli. Ulteriori studi suggeriscono che i tempi di esposizione all'AF durante la gravidanza possono aumentare il rischio di sviluppare l'asma durante l'infanzia. Un altro studio sostiene l'associazione tra UMFA, funzione polmonare e asma nei bambini e negli adulti. La supplementazione di 5-MTHF aggira il problema dell'integrazione con dosi eccessive di AF in gravidanza".

Aggiornamento 13/8/2022

L'eccesso di omocisteina è legato a steatosi epatica perché, oltre a indurre infiammazione, altera alcune proteine che si legano alla molecola (omocisteinilazione), così come l'eccesso di glucosio aumenta l'emoglobina glicata. In particolare viene alterata la proteina sintaxina17, che regola l'autofagia.
Fornire vitamina B12 e B9 (folati) ripristina l'autofagia e rallenta la progressione della steatosi. L'azione è dovuta probabilmente alla detossificazione dell'omocisteina accumulata a livello epatico grazie a metionina e SAME che sono ridotti dalla dieta occidentale.
Secondo gli autori questo trattamento, che ha un costo basso e un buon profilo di sicurezza, potrebbe essere efficace nella steatosi che non ha attualmente terapie a disposizione.

Aggiornamento 4/1/2023

Il metilfolato sembra migliorare l'azione delle terapie nella depressione soprattutto in caso di sovrappeso e infiammazione. Il meccanismo proposto è il miglioramento nella sintesi dei neurotrasmettitori. 

Aggiornamento 17/2/2023

L'omocisteina alta nel sangue può indurre ipertensione resistente ai farmaci, forse perché danneggia la muscolatura dei vasi e l'endotelio e perché lo stress ossidativo che provoca non permette la produzione di ossido nitrico, determinando vasocostrizione, anche a livello dei vasi cerebrali.
Il prodotto ideale da usare in questi casi dovrebbe contenere metilfolato, N-acetilcisteina e vitamina B6, ma anche metilB12 e vitamina B2 appaiono importanti. Ridurre la pressione significherebbe ridurre il rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus.

Aggiornamento 17/4/2023

La vitamina E può essere utile sia nella prevenzione che nel trattamento dell'artrite reumatoide. Secondo una metanalisi riduce le conseguenze dello stato infiammatorio come la perossidazione delle membrane e l'ipercoagulabilità, promuovendo l'apoptosi, con effetti anticoagulante, anti aggregante piastrinico e antiossidante.
"La capacità della vitamina E di ripristinare la barriera intestinale e migliorare il tratto gastrointestinale può essere collegata alla prevenzione e al trattamento dell'artrite reumatoide. Gli integratori di vitamina E usati regolarmente possono aiutare le persone con AR a ridurre il dolore articolare, l'edema e la rigidità, oltre a migliorare la loro qualità generale della vita".


Aggiornamento 11/5/2023

Il termine "naturale " non è ancora stato codificato pienamente dalla FDA, ma almeno nel sito scrivono che si tratta di alimenti in cui non è stato addizionato nulla di artificiale o sintetico, senza fare riferimento alla lavorazione o all'uso di pesticidi e simili

Aggiornamento 17/6/2023

Alcuni casi di donne con problemi di fertilità e mutazione MTHFR che sono riuscite a portare a termine una gravidanza dopo essere passate dal consumo di acido folico a quello di metilfolato, la forma attiva della vitamina B9.
Questa mutazione è nota per essere associata ad, aumento dell'omocisteina, aborti ripetuti e ridotta fertilità, anche nel maschio.
Secondo gli autori l'uso di forme attive di folato dovrebbe essere consigliato nelle donne con questa mutazione perché determina difficoltà a metabolizzare l'acido folico e favorisce l'accumulo di un composto inutile (UMFA, acido folico non metabolizzato).

Aggiornamento 12/7/2023

Secondo un'analisi degli studi disponibili il metilfolato, la forma attiva dell'acido folico, può essere efficace come trattamento adiuvante dei farmaci nella depressione. L'effetto è maggiore in caso di infiammazione e obesità.
L'effetto può essere dovuto all'incremento nella produzione di neurotrasmettitori come noradrenalina, serotonina e dopamina, tutti legati al tono dell'umore.
Infiammazione e stress ossidativo consumano i neurotrasmettitori, quindi una persona con grasso viscerale in eccesso ha probabilmente maggiore necessità di sostenere la loro produzione.

Aggiornamento 5/8/2023

Secondo uno statement della USPSTF occorrono più studi per stabilire l'impatto dell'acido folico nel rallentamento del metabolismo dei folati in caso di mutazione MTHFR.

Aggiornamento 20/8/2023

Si è scoperto che la quantità di vitamina A viene regolata nel sangue dall'ipotalamo, lo stesso organello che regola bilancio energetico, fame, sete, pressione, sessualità ecc. Questo potrebbe aiutare a prevenire le carenze e pone l'evidenza per l'esistenza del "vitaminostato", un meccanismo che regoli le concentrazioni plasmatiche di vitamine.

Aggiornamento 5/9/2023

Come spiega in questo editoriale il prof Kohlmeier, la nutrizione è una scienza un po' particolare in cui la ripetibilità è difficile da trovare. "Questa affermazione non dipende dall’infallibilità intrinseca ma dal potenziale di autocorrezione dei principi basati sull’evidenza proprio come in fisica, chimica e altre scienze naturali classiche. L'affermazione non deve sminuire l'esistenza di numerose controversie e incertezze su importanti aspetti specifici della scienza della nutrizione. È di particolare importanza rivalutare costantemente i fondamenti chiave della scienza. A questo proposito, dobbiamo esaminare criticamente il problema comune nella maggior parte degli aspetti della scienza della nutrizione, ovvero che le differenze categoriali non vengono rispettate o non sono conosciute. Il presupposto abituale è che, a meno che una differenza categorica non sia fortemente evidente o altrimenti provata, essa non esiste. Pertanto, i test formali per l’eterogeneità vengono comunemente omessi o ignorati. Ciò significa spesso che la rilevanza delle differenze categoriche esistenti viene fraintesa, che i gruppi vulnerabili vengono trascurati e che si perdono opportunità attuabili per i sottogruppi".
Nella pratica traduciamo con "una sola taglia non va bene per tutti" perché gli esiti di un fattore sono influenzati da genetica ecc..
Un esempio lampante è la mutazione MTHFR. Chi possiede la variante TT ha un enzima meno attivo e quindi necessità di introduzione di folati molto maggiore rispetto alla variante CC per abbassare l'omocisteina. Questa necessità però non viene colta dalle indicazioni per la popolazione generale (in Italia LARN).

Aggiornamento 15/10/2023

L'esposizione alla luce naturale migliora la glicemia nelle persone diabetiche.
Questo è stato dimostrato in un piccolo gruppo di diabetici che indossavano il dispositivo per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM).
Quando esposti alla luce solare le persone avevano una glicemia normale per periodi più lunghi. Anche il quoziente respiratorio (QR) era inferiore e questo indicava una maggiore facilità nell'ossidazione dei grassi.
"Se lavori in un ufficio quasi senza esposizione alla luce naturale, ciò avrà un impatto sul tuo metabolismo e sul tuo rischio... o sul controllo del diabete di tipo 2, quindi cerca di ottenere quanta più luce solare possibile e, idealmente, di uscire all'aperto quando puoi”, ha detto il prof. Habets a PracticeUpdate di Elsevier. “Per ora, sembra che [l’esposizione alla luce naturale] non abbia un’influenza maggiore dei farmaci nell’abbassare i livelli di glucosio. Tuttavia, poiché si sono verificati miglioramenti nella [percentuale di] tempo nell’intervallo target di glucosio e nel QR, è utile valutare e modificare l’esposizione alla luce naturale o artificiale dei pazienti, poiché questa potrebbe essere una facile opportunità per ottenere miglioramenti. "

Aggiornamento 19/10/2023

In un trial su persone con tumore alla vescica invasivo sono stati testati selenio e vitamina E.
Il selenio non ha dato risultati e la vitamina E ha aumentato le recidive. Sopravvivenza e progressione non hanno avuto risultati significativi. C'è da aggiungere che il tocoferolo era sintetico e una sola forma (
d-alfa-tocoferolo)

Aggiornamento 22/12/2023

Gli studi epidemiologici mostrano che vivere vicino agli spazi verdi è associato con inferiore mortalità cardiovascolare e per tutte le cause. Quali potrebbero essere i motivi?
Le piante rilasciano composti volatili, tra cui α-pinene, che viene metabolizzato dal fegato.  I prodotti di questa trasformazione agiscono sull'endotelio vascolare, almeno nel modello sperimentale, rilassando i vasi.
Secondo i ricercatori "è plausibile che l’α-pinene inalato e ingerito, o i suoi metaboliti aumenti il ​​rilascio di NO (ossido nitrico) per mediare i benefici cardiovascolari dell’esposizione al verde".

Aggiornamento 15/6/2024

Stare a contatto con la natura è associato alla riduzione di 3 parametri di infiammazione (proteina C reattiva, interleuchina 6 e fibrinogeno).
"Questo modello supporta le teorie che posizionano le emozioni positive come promotrici di vantaggi tangibili in termini di salute (Fredrickson, 2001). Inoltre, le associazioni osservate tra coinvolgimento nella natura e riduzione della PCR sono in linea con la ricerca che collega gli stati psicologici positivi all'attenuazione della segnalazione proinfiammatoria (Ong et al., 2018). Tali modelli combaciano con i quadri di riduzione dello stress (Ulrich et al., 1991) e di ripristino dell’attenzione (R. Kaplan e Kaplan, 1989), ma aggiungono specificità riguardo al ruolo del contatto con la natura nel ridurre l’infiammazione".