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martedì 24 ottobre 2017

Perdere peso: 11 consigli utili


Oltre che mangiare e muoversi meglio (e non mangiare meno e muoversi di più, approccio fallimentare), 11 consigli che ci aiutano a dimagrire senza particolari sforzi, forniti gentilmente da Authoritynutrition.com


  1. Masticare lentamente ogni boccone
  2. Utilizzare piatti piccoli per le porzioni di cibi non salutari (dolci, fritti ecc)
  3. Assumere abbastanza proteine (il macronutriente più saziante)
  4. Conservare i cibi industriali fuori dalla portata (vederli ci stimola la voglia)
  5. Assumere sempre cibi ricchi in fibra ad ogni pasto, in modo da nutrire i nostri microbi amici
  6. Bere acqua regolarmente (stimola il metabolismo e la sazietà)
  7. Evitare porzioni grandi soprattutto fuori casa (il sapore dopo pochi bocconi non viene neanche più percepito)
  8. Evitare di mangiare con distrazioni (giornali, telefoni, TV ecc)
  9. Dormire bene e ridurre lo stress (aumentano la fame e riducono il metabolismo)
  10. Eliminare le bevande gassate (lo zucchero è probabilmente il peggior ingrediente che oggi assumiamo)
  11. Usare piatti rossi per i cibi non salutari: sembra che tale colore sia associato al segnale di "stop", anche per il cibo   

https://www.popsugar.com/fitness/Funny-Quotes-About-Food-Weight-Loss-39887084

Sono 11 piccoli cambiamenti che possono fare la differenza nella nostra salute senza particolari sforzi e con poco impegno

Update 30/11/2016

L'AHA (cardiologi americani) emette un comunicato ufficiale in cui collegano mangiare velocemente con aumento di peso, diabete, malattie cardiovascolari ecc
"Mangiare più lentamente può essere un cambiamento cruciale dello stile di vita per aiutare a prevenire la sindrome metabolica ", ha detto Takayuki Yamaji, autore dello studio e cardiologo presso l'Università di Hiroshima in Giappone." Quando le persone mangiano velocemente tendono a non sentirsi piene e hanno maggiori probabilità di mangiare troppo. Mangiare velocemente causa una maggiore fluttuazione del glucosio, che può portare alla resistenza all'insulina" (causa di aumento di peso, NdT)

Update 3/8/2018

La betaina aumenta la capacità di lavoro e può aiutare a perdere grasso, accoppiata a dieta ed esercizio coi pesi
Aggiornamento 27/1/2020

I dettagli possono essere molto importanti per il mantenimento della perdita di peso. Le persone che ci riescono sono molto moderate nella loro alimentazione, che è di buona qualità, e non percepiscono questo come uno sforzo. Si automonitorano spesso, col diario alimentare. Fanno molta attività fisica, e sono più in grado di far fronte ai problemi (migliore resilienza), rimangono positive anche se vedono qualche insuccesso.
Aggiornamento 6/3/2020
I possibili meccanismi che legano cereali integrali e dimagrimento
Aggiornamento 7/3/2020
L'Ashwagandha è un noto adattogeno che può aiutare in caso di stress. Secondo uno studio fatto su persone cronicamente stressate l'estratto della radice "riduce i marcatori psicologici e fisiologici di stress, migliora il benessere mentale e riduce il livello sierico di cortisolo e il desiderio di cibo e migliora i comportamenti alimentari", aiutando a ridurre il peso in maniera significativa rispetto al placebo.
Aggiornamento 4/4/2020
Se diamo l'inulina, una fibra prebiotica, ad alcune persone sovrappeso e con problemi metabolici, alcuni dimagriscono e altri no. La presenza di alcuni batteri nell'intestino fa la differenza
Aggiornamento 8/5/2020
Una delle cose che fa la differenza tra chi mantiene il peso perso e chi no è la "coscienziosità", che comprende scrupolosità, perseveranza, affidabilità ed autodisciplina. Inoltre ha maggiore controllo sul cibo, sulla sua quantità e sulle tentazioni, dorme e mangia a orari precisi, si allena con costanza.
Aggiornamento 21/5/2020
La cannella, alla dose di 2g per 3 mesi, riduce peso, massa grassa e circonferenza addominale, soprattutto nelle persone con BMI sopra i 30kg/m^2 e sotto i 50 anni. Migliora inoltre i parametri legati alla sindrome metabolica (glicemia, colesterolo, emoglobina glicata, trigliceridi), migliora la sensibilità insulinica, rallenta l'assorbimento intestinale di glucosio, modula il metabolismo glucidico, riducendo la gluconeogenesi e aumentando il glicogeno epatico. Inoltre si riduce l'assorbimento del chilomicroni (grassi) portando così alla riduzione della sintesi e della conservazione del grasso e al miglioramento delle misure antropometriche. Aumenta la tristetraprolina, una proteina con effetto antinfiammatorio. La revisione si conclude suggerendo il suo uso come integratore dimagrante nella gestione dell'obesità
Aggiornamento 24/6/2020
Mangiare tardi la sera (late dinner, LD) aumenta il cortisolo. Questo porta a un'alterazione generale dei ritmi circadiani degli ormoni e resistenza insulinica. Di conseguenza si riducono l'ossidazione dei grassi e la lipolisi (fondamentale per "svuotare" gli adipociti e permettere il dimagrimento), perché l'insulina è più alta del normale (eh mi dispiace per quelli che non conoscono la fisiologia, ma l'insulina conta). L'effetto è particolarmente marcato in chi è abituato a coricarsi presto, ma "indipendentemente da ciò, abbiamo scoperto che LD ha causato uno stato anabolico durante il sonno, favorendo la conservazione dei lipidi rispetto alla mobilizzazione e all'ossidazione", e ripetuto nel tempo può favorire obesità e sindrome metabolica.
Aggiornamento 24/7/2020

Non rispettare i ritmi circadiani ha un effetto deleterio sulla muscolatura, e specularmente favorisce la deposizione di grasso. Questo per lo stato infiammatorio e di alterazione ormonale che si crea. In particolare
🚩Aumento dell'assorbimento di batteri indotto da permeabilità intestinale
🚩Amplificazione della risposta infiammatoria alle componenti batteriche
🚩 L'infiammazione cronica provoca disfunzione mitocondriale
🚩 Compromissione delle funzioni di riparazione/crescita del muscolo
"Il muscolo agisce come un organo endocrino oltre a consentire il movimento e la costruzione di una buona postura, secernendo dozzine di molecole di segnalazione chiamate miochine. Queste molecole regolano quasi tutti i sistemi del corpo (seconda immagine), molti dei quali rallentano con l'età. Ciò include la promozione della produzione sana di cortisolo, che aiuta a frenare l'infiammazione. Pertanto, la fragilità legata all'età non è solo un segno di scarsa mobilità, è un segno di interruzione circadiana a livello di sistema".
Aggiornamento 20/9/2020

Il probiotico Bifidobacterium breve (BR03 e B632) può aiutare bambini e adolescenti obesi a dimagrire. Chi ha assunto il probiotico ha perso 3,5 cm in più di circonferenza, rispetto alla sola dieta. Anche il peso aggiustato per l'età, la resistenza insulinica, la pressione e la presenza di batteri patogeni sono migliorate.

Aggiornamento 9/10/2020

Mangiare a ritmi sregolati, prevalentemente nella seconda parte della giornata e non in maniera allineata coi ritmi circadiani facilita l'aumento di peso. Come?
🎯 Cambiamenti negli ormoni dell'appetito che aumentano l'assunzione di cibo
🎯 Utilizzo alterato di carboidrati e grassi
🎯Ridotto consumo calorico indotto dalla dieta nei pasti serali rispetto ai pasti mattutini
🎯 Ridotta sensibilità all'insulina
🎯 Scelte di cibo scadenti
In disaccordo con la teoria secondo cui tutte le calorie sarebbero uguali, "i risultati indicano che l'ora dei pasti e la distribuzione dell'apporto calorico durante la giornata possono essere considerazioni importanti per la gestione del peso, insieme a caratteristiche dietetiche tradizionali come l'assunzione di energia e la composizione della dieta".

Aggiornamento 21/11/2020


La perdita di muscolo durante il dimagrimento può influenzare il recupero del peso. Accanto al ben conosciuto segnale leptinico, rilasciato dal tessuto adiposo, ne esistono altri molto meno noti e compresi, che coinvolgono segnali dai muscoli (miochine) come la miostatina, che blocca IGF1 e agisce indirettamente sull'ipotalamo, centro della fame. Questi segnali riducono il muscolo (e quindi la spesa energetica sia basale che da attività) e aumentano la fame, per favorire il recupero del peso. Avere fame durante una dieta può quindi non essere un buon segno, perché il corpo reagisce alla carenza di nutrienti riducendo il metabolismo.
"Esistono diversi studi controllati e randomizzati che mostrano che una maggiore assunzione di proteine e un allenamento di resistenza progressivo (con pesi) possono favorire la ritenzione del muscolo scheletrico durante la perdita di peso. Tuttavia, quando l'entità della perdita di peso è maggiore del 15% del peso corporeo, come nei superresponder all'intervento sullo stile di vita o come comunemente osservato nei pazienti che rispondono alla farmacoterapia e alla chirurgia bariatrica, diventa molto difficile mantenere completamente la massa muscolare".
Aumentare le proteine è un metodo che aiuta a salvaguardare la muscolatura. Questo accade per l'aumento della sazietà dovuto all'elevazione dei livelli elevati di ormoni anoressigenici (della sazietà), e riduzione di quelli oressigeni (della fame), aumento della termogenesi indotta dalla dieta DIT), dei livelli plasmatici di aminoacidi, della gluconeogenesi epatica e della chetogenesi. "È noto che le proteine ​​aumentano il dispendio energetico determinando una DIT notevolmente più elevata rispetto ai carboidrati e ai grassi e l'aumento dell'assunzione di proteine ​​preserva la spesa energetica basale prevenendo la diminuzione della massa magra"


Aggiornamento 12/1/2021

Secondo una revisione degli studi la restrizione alimentare temporale, intesa come alimentazione in un periodo ristretto, tenendo conto della cronobiologia, può dare vantaggi a livello metabolico e in alcuni casi ha dimostrato di indurre dimagrimento anche senza restrizione calorica, inducendo un bilancio energetico negativo promuovendo il consumo energetico.
Da quando è uscito lo studio che sosteneva che solo il taglio calorico fa dimagrire non escono altro che studi che lo smentiscono.

Aggiornamento 30/1/2022


Ritenete di avere il metabolismo lento?

Potreste iniziare a masticare lentamente e godervi quello che avete in bocca, anche se si tratta di gallette di riso magari 😉

La masticazione è associata con la termogenesi indotta dalla dieta (DIT), quel surplus di ossidazione di calorie che abbiamo in seguito a un pasto e che può fare la differenza nel lungo periodo.

Il surplus è stato calcolato in un range di 2-4 kcal a pasto, apparentemente piccolo ma sufficiente a poter far ingrassare, basta infatti un eccesso di 10 kcal giornaliere per avere mezzo kg in più in un anno.

La DIT è quasi assente con le calorie liquide (bibite gassate e simili).

"Lo studio ha evidenziato che masticare bene, aumentando il dispendio energetico, può infatti aiutare a prevenire l'obesità e la sindrome metabolica. Hayashi conclude: "Sebbene la differenza nel dispendio energetico per pasto sia piccola, l'effetto cumulativo raccolto durante più pasti, assunti ogni giorno e 365 giorni all'anno, è sostanziale"".

Aggiornamento 14/2/2022

Perché raccomando sempre una corretta igiene del sonno?
In persone sovrappeso con meno di 6,5 ore di sonno a notte, aumentare le ore di sonno riduce l'introduzione di calorie di 162 kcal al giorno per ora, in media 270 kcal e 1,2 ore per persona, con miglioramento della composizione corporea (si perde prevalentemente grasso). Non sono state date indicazioni nutrizionali.
In un modello di previsione questo porterebbe a un dimagrimento di 12 kg in 3 anni.
"Gli studi di laboratorio sulla restrizione del sonno suggeriscono che l'aumento della fame, le alterazioni degli ormoni che regolano l'appetito e i cambiamenti nelle regioni del cervello legate al comportamento di ricerca della ricompensa sono potenziali meccanismi che promuovono l'eccesso di cibo dopo la restrizione del sonno".

Aggiornamento 4/4/2022

Il rumore del traffico, come altri tipi di stress, è legato ad aumentato rischio di obesità, in particolare con grasso depositato nell'addome.
Si presume che il "meccanismo sia quello di risposta allo stress, per cui il rumore del traffico agisca continuamente come stressor fisiologico sull'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e sull'asse simpatico-surrene-midollare, corrispondenti alla produzione di ormoni dello stress e producono eccessi di ormoni inclusi come adrenalina, noradrenalina e corticosteroidi, che aumentano la distribuzione del grasso addominale e il consumo di cibo e quindi provocano l'obesità.
Un altro meccanismo presuppone che l'esposizione al rumore causi privazione del sonno e stress da rumore, favorendo lo sviluppo di cambiamenti metabolici che possono alterare i livelli di leptina e grelina, quindi portando ad un aumento di peso con aumento dell'appetito ma diminuzione del dispendio energetico. Inoltre, ciò può portare ad alterazioni croniche del sistema endocrino e del sistema nervoso autonomo e aumentare lo stress ossidativo, l'infiammazione o le alterazioni del sistema immunitario". Un altro potenziale meccanismo sociale è rappresentato dai livelli più bassi di attività fisica che tendono ad avere le persone sotto stress

Aggiornamento 30/6/2022

La società dei cardiologi americani ha rinnovato i pilastri per una vita sana. È stato finalmente incluso il sonno sano e riposante.
"Una varietà di determinanti socioeconomici e strutturali della salute forniscono il quadro fondamentale che influenza la capacità di un individuo o di una comunità di ottimizzare la salute cardiovascolare (CVH). Diversi fattori di interazione forniscono un contesto critico per la CVH, comprese strutture e sistemi (condizioni socioeconomiche, culturali e ambientali generali), risorse comunitarie (cioè istruzione, agricoltura, produzione alimentare, occupazione, acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza sanitaria e alloggi), istituzioni e organizzazioni (in cui le persone imparano, crescono, mangiano, dormono, giocano e pregano), reti sociali e comunitarie interpersonali e fattori genetici e comportamentali individuali. C'è una continua interazione di connessioni cervello-mente-cuore che possono influenzare positivamente e negativamente la CVH, che è rappresentata da 8 componenti (dieta, attività fisica, esposizione alla nicotina, sonno, indice di massa corporea, lipidi nel sangue, glicemia e pressione sanguigna) come ingranaggi interagenti".
La politica dovrebbe disincentivare l'uso di tabacco e di bibite zuccherate, anche con la sugar tax, combattendo l'azione delle industrie.
La salute cardiovascolare è inoltre legata fortemente allo stato psicologico: "Le caratteristiche positive della salute psicologica come l'ottimismo, avere obiettivi nella vita, la padronanza ambientale, la ricompensa percepita dai ruoli sociali e la gestione resiliente sono associate a salute cardiovascolare più favorevole; al contrario, un maggiore stress psicosociale e depressione sono associati a CVH inferiore.

giovedì 12 ottobre 2017

Piccoli reflussi


Più del 65% dei bambini sotto l'anno soffre di reflusso gastroesofageo (GER).
Da alcuni anni si è ben pensato di somministrare antiacidi anche a loro, con conseguenze pessime: i sintomi non si riducono, né irritabilità  né pianto.
Se il farmaco è dato prima dei sei mesi, aumenta il rischio di fratture negli anni successivi.
Più l'uso è continuo, più aumentano i rischi, afferma ora uno studio.

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I risultati sono "notizie negative", ha affermato Eric Hassall, gastroenterologo pediatrico e professore emerito all'Università della British Columbia  a Vancouver, che non era coinvolto nello studio.
"È un problema serio. Quando sei un medico e prescrivi un farmaco che innesca una risposta allergica, vedi immediatamente l'effetto negativo e puoi toglierlo al bambino o diminuire la dose. Ma quando l'effetto negativo si manifesta mesi o anni dopo, non si può necessariamente collegarlo con il farmaco ", ha detto.
Questi farmaci dovrebbero essere usati nei bambini solo in caso di gastrite erosiva (GERD), che colpisce solo il 5% dei bambini.
Craig Langman, direttore della Divisione di Nefrologia Pediatrica e Metabolismo Minerale presso l'Ospedale Pediatrico Lurie di Chicago, ha studiato la malattia ossea nei bambini per 3 decenni, afferma di attendere   a dare un giudizio sullo studio finché non verrà pubblicato l'articolo completo.
Tuttavia, ha detto che lo studio "conferma quello che ho pensato per molto tempo. Ero preoccupato che il modellamento dell'osso sarebbe stato colpito da questi farmaci e ritengo che sia il meccanismo che sta dietro a queste fratture precoci".
Mentre il processo esatto non è ben compreso, molti esperti ritengono che, inibendo la secrezione di acido gastrico nell'intestino, i PPI (esoprazolo, omeprazolo ecc, cosiddetti protettori gastrici ma meglio definiti magnaccia gastrici 😃) e altri riduttori di acido limitino l'assorbimento di calcio. Se il corpo non assorbe abbastanza calcio, esso compensa aumentando l'ormone paratiroideo, che provoca il riassorbimento osseo, ossia il rilascio di calcio dall'osso nel flusso sanguigno.
"Non ci vuole una laurea per capirlo", ha detto Langman, "Non c'è abbastanza calcio".

Se le scoperte dello studio cambieranno le abitudini di prescrizione resta incerto. Ma per il momento, i medici in dubbio possono fare riferimento alle linee guida di gestione dell'AAP 2013 che riguardano GER e GERD nei neonati, che sostengono cambiamenti nello stile di vita, come la posizione da tenere e l'adeguamento dell'alimentazione come "terapia di prima linea", rilevando che l'uso eccessivo di PPI nei neonati con riflusso è una questione di grande preoccupazione ".

Aggiornamento 20/10/2017

Ogni giorno arriva una cattiva notizia sugli antiacidi. Quella di oggi è che stimolano la crescita di un particolare batterio nell'intestino, e questo potrebbe essere legato alla steatosi epatica

Ottimo articolo su intestino permeabile e come curarlo: "I fattori che influenzano la funzione di barriera intestinale includono batteri patogeni quali E. coli enteropatogeni, dieta ad alto contenuto di grassi, lipopolisaccaridi (LPS), farmaci come farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e inibitori della pompa protonica (PPIs) come vari allergeni alimentari e gliadina del glutine".


Aggiornamento 26/1/2018

L'uso di antiacidi in gravidanza sembra aumentare il rischio di asma nella prole

Aggiornamento 14/10/2018

Continuano le cattive notizie sull'uso degli antiacidi.
I bambini che hanno disfagia rischiano di avere rigurgito nell'apparato respiratorio, così vengono trattati con gli inibitori di pompa (PPI). Ma lo studio evidenzia che questa prescrizione aumenta il rischio di ospedalizzazione seguente.
La soppressione della secrezione acida inoltre causa alterazioni nel microbioma gastrico, orofaringeo e polmonare e i pazienti trattati con PPI sono ad aumentato rischio di polmonite, infezioni del tratto respiratorio superiore, infezioni gastrointestinali e persino sepsi.

Nonostante le prove storiche e più recenti a sostegno della miriade di rischi dell'uso dei PPI nei bambini e dell'orientamento delle organizzazioni professionali sul fatto che questi farmaci debbano essere  usati con cautela, essi continuano ad essere prescritti frequentemente

Aggiornamento 8/12/2018

In caso di allergia, immediata (Ig-E) o ritardata  (non Ig-E) alle proteine del latte nel bambino, anche la mamma che allatta deve escludere il latte, perché alcune proteine non digerite passano direttamente al latte materno. Si raccomanda integrazione con vitamina D e calcio, possibilmente seguiti da una persona esperta.
I sintomi/segni possono essere cutanei (eczema, prurito, eritema), respiratori (rinite) o gastrointestinali (reflusso, diarrea, rifiuto del cibo, disconfort intestinale, rossore perianale).

In caso di non presenza di allergie la varietà della dieta della mamma è importante per prevenirle.

Aggiornamento 19/2/2019

Gli inibitori di pompa sono associati a maggior rischio di danno renale, alterazione degli elettroliti e calcoli renali

Aggiornamento 29/3/2019

L'uso di antiacidi è associato ad un aumentato rischio di danno renale acuto e cronico. "Questa relazione potrebbe avere un impatto considerevole sulla salute pubblica; pertanto, l'educazione sanitaria e le iniziative di deprescrizione saranno necessarie per aumentare la consapevolezza di questo danno e ridurre le spese sanitarie
Aggiornamento 8/1/2020
Quali sono i fattori ambientali che aumentano il rischio di allergie alimentari?

"Si è ipotizzato che cambiamenti nella produzione, lavorazione e confezionamento degli alimenti (ad esempio l'uso di pesticidiantibioticiormoniconservanti, denaturazione con calore, detergenti e sostanze chimiche) siano collegati alle malattie allergiche direttamente o indirettamente". Nei topi il BPA (plastiche) altera il sistema immunitario (riduzione Treg) e la tolleranza agli alimenti.
"Le proteine ​​glicate (AGEs), che si trovano in molti alimenti, in particolare dopo un riscaldamento molto elevato, come la cottura a microonde, la frittura e il barbecue, possono promuovere le risposte allergiche". Anche "l'esposizione a determinati farmaci durante l'infanzia, in particolare gli antagonisti del recettore H2 e gli antiacidi, aumenta il rischio di anafilassi alimentare ed esofagite eosinofila (EoE)".
Introdurre cibi troppo tardi (arachidi dopo un anno) aumenta il rischio di allergia. Carenza di vitamina D o un suo eccesso aumentano il rischio.
La dieta corretta riduce il rischio probabilmente modulando il microbiota.
Gli anticorpi IGG4 sono protettivi per le allergie classiche ma aumentano il rischio in EoE.

Prebiotici e probiotici saranno probabilmente utili in futuro. La presenza di permeabilità intestinale è un meccanismo importante perché aumenta il contatto con gli antigeni. 
Aggiornamento 6/4/2020
I bambini che assumono PPI hanno maggiore rischio di fratture, conferma uno studio

Aggiornamento 13/6/2020

Qualche anno fa alcuni gestori di uno zoo osservarono che i gorilla vomitavano spesso. Dunque ebbero un'idea: provare a togliere il latte vaccino e dare una dieta simile a quella che assumono in natura. I primati stavano così meglio. Sorpresa sorpresa: funziona anche nei bambini con reflusso. Le proteine del latte infatti possono attivare una risposta infiammatoria che stimola i nervi e crea contrazioni nella muscolatura gastrointestinale. Questo può succedere anche nei bambini allattati al seno da mamme che assumono latticini, perché proteine non digerite possono passare nel latte materno (anche se molti lo ignorano). La pratica di escludere i latticini nella mamma che allatta è prevista pure da linee guida ESPGHAN. Attenzione ovviamente a coprire il fabbisogno di calcio

Aggiornamento 19/10/2020

Forse si è scoperto perché gli antiacidi, farmaci usati con troppa disinvoltura per il reflusso anziché ricorrere a miglioramenti dello stile di vita, aumentano il rischio di Alzheimer. Questi farmaci inibiscono la produzione di acetilcolina, importante neurotrasmettitore, bloccando un enzima di sintesi. Inoltre l'acetilcolina è necessaria per l'integrità dei mitocondri, e senza di essa i mitocondri muoiono (apoptosi), e una loro carenza è notoriamente associata a deficit cognitivo (oltreché diabete, Parkinson ecc). Pantoprazolo e lansoprazolo appaiono essere i peggiori.

Aggiornamento 17/4/2021

I recettori per l'istamina, coinvolti nell'allergia e nella secrezione gastrica, sono anche coinvolti nella risposta all'allenamento, in modo da avere un'importante rilevanza clinica su capacità aerobica, controllo glicemico e funzione vascolare. L'uso di antistaminici (per allergia o acidità gastrica) altera la perfusione in seguito all'attività fisica, riducendone risultati e vantaggi. Questi farmaci agiscono riducendo capacità aerobica, antiossidante, mitocondriale e glicolitica, e anche la prestazione si riduce. Si riduce la disponibilità di ossido nitrico, peggiorando la vascolarizzazione e la funzione endoteliale (capacità di rilassamento dei vasi), e così la capacità di nutrire e riparare il muscolo, insieme a quella di utilizzare i substrati energetici.

Aggiornamento 26/5/2021

Eliminare le proteine del latte vaccino può portare a miglioramento dell'asma refrattaria nei bambini, anche se i test IG-E non evidenziano allergia al latte, e "può essere considerata come l'anello mancante nel trattamento dell'asma". Il miglioramento c'è stato nell'82% dei bambini. Questo indica la possibile presenza di allergie non IG-E mediate, che di solito sono legate a manifestazioni gastrointestinali, come il reflusso. "Considerato quanto sopra, presentiamo il caso di un ripensamento completo di come l'allergia alimentare gastrointestinale non mediata da IgE e l'asma possano essere correlate suggerendo le seguenti ragioni; in primo luogo, la vicinanza del tratto gastrointestinale con il sistema respiratorio; in secondo luogo, il modello comune dei meccanismi immunologici che coinvolgono le stesse cellule infiammatorie e citochine; e infine, l'effetto diretto degli allergeni alimentari su entrambi gli organi. [...] Abbiamo spiegato l'iperreattività delle vie aeree nelle allergie alimentari non immediate come conseguenze respiratorie del coinvolgimento del tratto gastrointestinale, come accade nel reflusso gastroesofageo", e già evidenziato da altri studi. È probabile che l'allergia nascosta al latte induca il reflusso, che a sua volta infiamma le vie aeree tramite i mastociti e stimola il nervo vago, con manifestazione dell'asma. In alternativa le proteine inducono allergia entrando tramite permeabilità intestinale o cutanea. Le linee guida per il reflusso nel bambino suggeriscono in questi casi di usare proteine del latte idrolizzate e quindi meno allergizzanti, e l'eventuale conferma con oral food challenge (prova di scatenamento). "Per concludere, i risultati sono stati sorprendentemente promettenti, dimostrando che la dieta di eliminazione delle proteine del latte vaccino (che rappresenta l'allergene alimentare più comune) è un approccio prudente nella gestione dei pazienti con asma che non risponde ai trattamenti e può essere considerato come l'anello mancante nel trattamento dell'asma".

Aggiornamento 24/7/2022

Il reflusso (GERD) si può spesso gestire manipolando le fonti di carboidrati.
In uno studio randomizzato le fonti di carboidrati semplici sono state la principale causa di reflusso e la rimozione migliora i sintomi.
Questo sembra dovuto alla presenza di sensori per gli zuccheri nell'intestino che influenzano gli ormoni intestinali, lo svuotamento gastrico e quindi la progressione della digestione.
Inoltre l'eccesso di carboidrati tende a fermentare producendo SCFA che possono far rilassare la muscolatura, favorendo il reflusso.
"Gestire la riduzione dell'assunzione di carboidrati è una strategia dietetica praticabile e pragmatica da includere nella gestione del GERD sintomatico".

domenica 8 ottobre 2017

Vitamine BBBuone o cattive?



Qualche settimana fa è uscito uno studio secondo cui, nei fumatori maschi, l'integrazione con vitamine B6 e B12 aumenta fino a 4 volte il rischio di tumore al polmone. Questo non succede nelle donne, nei maschi non fumatori e se le vitamine vengono da un multivitaminico (in cui sono probabilmente in quantità inferiori). Lo studio è osservazionale, quindi non può stabilire nesso di causa-effetto, ed esistono lavori che mostrano il contrario, tuttavia va tenuto in considerazione.
E, curiosamente, ricorda da vicino lo studio ATBC, sospeso perché caroteni e vitamina E aumentavano i tumori nei fumatori

https://it.pinterest.com/anubisbird/pick-up-lines/?lp=true


Possiamo trarre comunque interessanti conclusioni: la supplementazione non "sana" comportamenti nocivi come il fumo e serve per migliorare, non rimpiazzare, una dieta sana. E, come ha detto uno degli autori dello studio, Brasky, se volete prendere le vitamine, smettete di fumare.
In poche parole: mangiate bene e non fumate!

Aggiornamento 4/11/2017

Un'analisi del lavoro di Brasky e colleghi, ci chiarisce le possibili cause dei risultati: la mutazione MTHFR e il mancato riciclo degli antiossidanti nei fumatori

Aggiornamento 31/12/2017

Nuove emergenze sulla B12 da un congresso di medicina funzionale: probabilmente le linee guida dovrebbero dare indicazioni più alte, e apposite per età, e le persone a rischio sono, tra gli altri, anziani e chi assume metformina.
Insieme all'omocisteina alta, la carenza di B12 può essere indicativa di numerose patologie, cardiovascolari, ossee ecc

Aggiornamento 17/5/2018

Il dosaggio dell'omocisteina è un esame che i medici raramente prescrivono, ma arrivano ulteriori prove del suo legame, oltre che con malattie cardiovascolari, con le malattie neurodegenerative. Per gestire l'iperomocisteinemia solitamente basta l'integrazione con vitamine del gruppo B in forma metilata.
Il giorno che troveranno un farmaco per abbassarla ne parleranno come se fosse il nuovo colesterolo

Aggiornamento 29/6/2018

Vi è ancora incertezza sul fatto che le vitamine B aumentino il rischio di tumore, ma in ogni caso i supplementi possono alterare la nostra biochimica in maniera inaspettata

Aggiornamento 23/7/2018

Il mio nuovo articolo in cui spiego la differenza tra vitamine sintetiche e naturali.

Aggiornamento 14/9/2018
Le vitamine del gruppo B sembrano ridurre solo il rischio di ictus e non di altre malattie cardiovascolari nelle persone con iperomocisteinemia

Aggiornamento 9/12/2018

Le donne che prendono gli inibitori dell’aromatasi perché affette da tumore al seno hanno spesso come effetti collaterali dolori muscolo-scheletrici. 
In questo studio le donne che assumevano anche 2500 mcg di Vit B-12 per via sublinguale, dopo tre mesi, avevano il dolore ridotto del 34%.
Aggiornamento 20/12/2018
Quali sono gli alimenti legati al tumore polmonare?
Nel modello animale i fosfati, contenuti negli alimenti industriali come formaggi, bibite e prodotti da forno, aumentano lo stress ossidativo e possono favorire l'insorgenza nelle persone predisposte. I fosfati contenuti naturalmente nel cibo sono meno assorbibili.
Sui nitriti e nitrati, presenti nelle carni conservate, esistono meno dati rispetto al loro noto effetto sul colon, ma uno studio iraniano evidenzia l'associazione anche nel tumore polmonare.
L'acrilammide, un noto cancerogeno che si forma quando i carboidrati vengono scaldati ad alte temperature, non pare particolarmente preoccupante.
Inoltre il classico studio ATBC ci indica che i supplementi di caroteni sintetici aumentano il rischio di tumore polmonare nei fumatori. Anche l'integrazione con alcune vitamine del gruppo B è stata associata, ma solo in studi preliminari.

I seguenti alimenti/nutrienti sembrano invece ridurre il rischio di cancro ai polmoni:
• tè (verde, nero, oolong, bianco);
• verdure crucifere (cavoli, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavoli, bok choy);
• alimenti a base di soia (soia, tempeh, tofu, latte di soia, noci di soia, edamame, zuppa di miso);
• alimenti ricchi di carotenoidi (carote, patate dolci, verdure a foglia verde scuro, pomodori);
• curcumina (trovata in senape, curcuma o curry);
• quercetina (trovata in agrumi, mele, cipolle, prezzemolo, salvia, tè, olio d'oliva, uva, ciliegie scure, bacche scure).
"Mentre nulla di "magico" si verifica se si includono questi alimenti in una dieta ricca di alimenti industriali, l'impatto maggiore si avrà quando questi alimenti sono inclusi nel contesto di una dieta ricca di vegetali. Consumare questi alimenti almeno tre volte a settimana sarebbe un buon punto di partenza".
Per le persone che invece hanno la malattia, fare attenzione che non diventino inappetenti a causa delle cure, indebolendo il loro corpo e perdendo muscoli.
L'uso di antiossidanti come integratori non sembra migliorare il decorso della malattia o ridurre la tossicità della chemio.

Aggiornamento 3/2/2019

Un microbiota polmonare alterato e proinfiammatorio può promuovere il tumore polmonare
Aggiornamento 24/2/2019
L'anemia perniciosa o megaloblastica è dovuta alla carenza di vitamina B12 (o folati) ed è caratterizzata da globuli rossi grandi ma poco efficienti. 
In questo caso i livelli di B12  (e folati) erano normali, ma le forme rilevate di vitamina B12 non erano quelle attive, e quindi la carenza era reale. 
La malattia si è risolta con la somministrazione di metilcobalamina (la forma attiva)

Aggiornamento 11/6/2019

La terapia con vitamine del gruppo B può invertire i difetti nell'autofagia cellulare e nello stress del reticolo endoplasmatico dovuti a iperomocisteinemia; e quindi può essere un potenziale trattamento per ridurre il danno ischemico causato da ictus in pazienti con iperomocisteinemia.

Aggiornamento 5/8/2019
Le persone con emicrania spesso presentano carenze nutrizionali. Correggere una di esse, quella di riboflavina (vitamina B2) ha almeno dimezzato la frequenza dell'emicrania in uno studio su 42 pazienti. In media si è passati da un giorno su 2 a un giorno su 10. Dopo 2 anni di trattamento la maggior parte di essi (81%) ha eliminato la patologia, e solo una piccola parte ha continuato a usare una ridotta dose di farmaci. I ricercatori hanno parlato di "neurologia nutrizionale", chiarendo come con un trattamento molto economico si possano risparmiare i soldi dei farmaci.
Aggiornamento 7/9/2019
La carenza di vitamine del gruppo B aumenta il rischio di Parkinson e la loro supplementazione può essere utile negli affetti dalla patologia, soprattutto se assumono levodopa
Aggiornamento 21/9/2019
La vitamina B12 in eccesso sembra aumentare il rischio di tumore polmonare
Aggiornamento 7/10/2019
Con le conoscenze attuali è possibile considerare l'emicrania come una reazione agli alti livelli di stress ossidativo cerebrali dovuti alla compromessa produzione di energia nei neuroni. La mancanza di sonno, saltare i pasti, condizioni atmosferiche, profumi che contengono ftalati, luci, rumori, possono provocare stress ossidativo cerebrale alterando le quantità di glutatione, ATP e cisteina. La conseguenza in persone predisposte è l'emicrania.
Come migliorare la situazione?
"Le strategie per ridurre lo stress ossidativo potrebbero includere l'eliminazione o la riduzione di alimenti industriali, alimenti ad alto indice glicemico e alcool, uso di occhiali filtranti per la luce blu, interruzione della contraccezione a base di ormoni, cambiamenti nello stile di vita e aggiunta nella dieta di antiossidanti, come polifenoli, coenzima Q10, Acido α-lipoico o sali del β-idrossibutirrato, stabilizzazione dei livelli di glucosio nel sangue".
La dieta chetogenica è probabilmente l'intervento non farmacologico più efficace, grazie al suo effetto sui mitocondri, sullo stress ossidativo e sui neurotrasmettitori.
Tra gli integratori, la caffeina può aiutare in acuto, ma in cronico può peggiorare la situazione. La riboflavina (vitamina B2) ha proprietà neuroprotettive, in quanto allevia stress ossidativo, disfunzione mitocondriale, neuroinfiammazione ed eccitotossicità del glutammato. Ad alte dosi (200-400mg) è solitamente efficace, così come il coenzima Q10 e l'acido alfalipoico (ALA). In generale queste sostanze agiscono riducendo lo stress ossidativo mitocondriale e migliorando il metabolismo energetico e la produzione di ATP.
Le altre vitamine del gruppo B sono efficaci soprattutto in chi abbia mutazione MTHFR.
Il magnesio aiuta, essendo un cofattore vitale del metabolismo energetico, e chi ha emicrania spesso ha carenza. La carnitina è efficace se assunta insieme a Q10 e magnesio.
L'attività fisica è inoltre altamente raccomandata.
Aggiornamento 25/12/2019
L'uso di antiossidanti, come vitamina A, C ed E, B12, coenzima Q10 e carotenoidi sembra ridurre la sopravvivenza in persone con tumori, se somministrati prima o durante la chemioterapia. Il ferro aumenta la ricorrenza. Vitamina D e multivitaminici non hanno mostrato effetti. Lo studio è fatto su un numero relativamente piccolo di persone, ma conferma un'idea che si sapeva già, ossia che gli antiossidanti interferiscano con l'azione della chemio e possano promuovere la sopravvivenza del tumore
Aggiornamento 18/1/2020
La quantità di vitamina C nel sangue è inversamente proporzionale al rischio di insufficienza cardiaca. Questo non vuol dire automaticamente che la vitamina C abbassi il rischio. Lo studio infatti specifica che la tale vitamina è un marker dell'introduzione di frutta e verdura; quelle sì che proteggono, grazie alla presenza di tanti composti benefici (e non uno solo). L'integrazione è utile solo in alcuni casi. Alcuni anni fa si fece la stessa osservazione col betacarotene, lo si supplementò e la mortalità aumentò tra i fumatori (studio ATBC). La salute è dovuta a un equilibrio tra i nutrienti, non a uno in particolare.
Aggiornamento 2/2/2020
Alti livelli di B12 sono associati con maggiore mortalità (associazione non vuol dire causalità: potrebbe essere dovuto anche alla maggiore introduzione di alimenti animali)
Aggiornamento 14/3/2020
L'omocisteina alta crea stress ossidativo, e aumenta il rischio cardiovascolare, autoimmune ecc ma anche di infertilità. Usare forme particolari di vitamine può correggere l'iperomocisteinemia.
"In caso di infertilità di lunga durata e ripetute gravidanze andate male, entrambi i membri di una coppia devono essere testati per i polimorfismi MTHFR, soprattutto prima della donazione di ovociti. Non farlo si dovrebbe considerare una cattiva pratica. Dovrebbe essere raccomandata anche l'integrazione di 5-MTHF (metilfolato) prima di tentare il concepimento o la PMA (riproduzione assistita)".
Aggiornamento 24/4/2020
L'ipertensione è probabilmente la maggiore causa di malattie cardiovascolari, ed ha uno stretto legame con lo stile di vita e il sovrappeso. I farmaci possono essere inefficaci nel 40% dei casi. La dieta DASH, la riduzione del sodio e l'aumento del potassio sono notoriamente associati ad un miglioramento della pressione. Anche calcio e magnesio tendono a ridurla. Le vitamine del gruppo B, in particolare la B2 (riboflavina) possono migliorare la pressione in persone con mutazione MTHFR (in Europa quasi un quarto della popolazione). Questo potrebbe essere utile anche in gravidanza, dove l'ipertensione porta a problemi notevoli.
Aggiornamento 15/8/2020

I donatori di metili (betaina, B12, folati, colina, metionina) proteggono dalle infezioni che predispongono per il morbo di Crohn

Aggiornamento 23/9/2020

"Le vitamine del gruppo B non solo aiutano a costruire e mantenere un sistema immunitario sano, ma potrebbero potenzialmente prevenire o ridurre i sintomi di COVID19 o trattare l'infezione da SARS-CoV-2. Il cattivo stato nutrizionale predispone le persone alle infezioni più facilmente; pertanto, una dieta equilibrata è necessaria per l'immuno-competenza. È necessario adottare approcci terapeutici o aggiuntivi sicuri ed economici, per sopprimere l'attivazione immunitaria aberrante, che può portare a una tempesta di citochine, e per agire come agenti antitrombotici. Un adeguato apporto di vitamine è necessario per il corretto funzionamento del corpo e il rafforzamento del sistema immunitario. In particolare, le vitamine del gruppo B modulano la risposta immunitaria riducendo le citochine pro-infiammatorie e l'infiammazione, riducendo la difficoltà respiratoria e i problemi gastrointestinali, prevenendo l'ipercoagulabilità, migliorando potenzialmente i risultati e riducendo la durata della degenza in ospedale per i pazienti COVID-19".

Aggiornamento 19/10/2020

L'omocisteina è un fattore di rischio cardiovascolare, per l'Alzheimer ecc, legato ad alcune mutazioni genetiche (MTHFR), e si può tenere sotto controllo grazie alle vitamine del gruppo B, in particolare folati e B12. Gli omega 3 possono aiutare ulteriormente a controllarla

Aggiornamento 2/1/2021

La tiamina (vitamina B1) ad alte dosi può migliorare la fatica nelle persone con IBD

Aggiornamento 11/1/2021

Il metabolismo di alcune vitamine può essere alterato in persone che posseggono alcune varianti genetiche, e queste possono avere necessità di quantità maggiori.
Per esempio chi ha alcune varianti nel metabolismo della vitamina D ha aumentato rischio di malattie autoimmuni tiroidee, sclerosi sistemica e artrite reumatoide.
Chi ha alterazioni del gene SERPINE1 beneficia di maggiori livelli di vitamina E, che inibisce PAI-1 e riduce così il rischio di malattie cardiovascolari.
Altri polimorfismi possono ridurre l'assorbimento della vitamina B12 e della vitamina C, aumentando il loro fabbisogno.
Difetti nei geni legati all'acido folico (MTHFR e SLC19A1) aumentano rispettivamente il rischio cardiovascolare e il rischio di malformazioni (riducendo il trasporto placentare) e di malattie neurodegenerative, insieme al rischio di tumori (colon-retto)


Aggiornamento 18/1/2021

Esistono decine di malattie legate al sistema nervoso che sono dovute a difetti genetici ma si presentano come psicosi, atassia, miopatia, epilessia, neuropatia ecc
Sono relativamente rare ma anche sottodiagnosticate, a causa delle tante varianti genetiche.
Spesso si gestiscono semplicemente con integrazione vitaminica perché legate al metabolismo energetico e biochimico dei cofattori, e gli autori della review suggeriscono di provare sempre a integrare (sotto controllo).
Un semplice modo per individuarle può essere misurare l'omocisteina

Aggiornamento 31/1/2021

I superpoteri della vitamina B2 (riboflavina)

La riboflavina potenzia le difese antiossidanti, favorendo la formazione del glutatione ridotto, principale antiossidante cellulare. Aumenta le difese immunitarie, migliorando la risposta antibatterica dei granulociti.
La sua carenza (rara) è un probabile fattore di rischio per il tumore, in particolare ai polmoni e colon; protegge dal danno da radioterapia e chemioterapia, e aumenta l'efficacia di quest'ultima.
Abbinata a magnesio e Q10, può ridurre l'emicrania.
Riduce la formazione della cataratta, la sindrome premestruale, il diabete e la neuropatia grazie al suo potere antiossidante. Può ridurre anche la tendenza all'osteoporosi e l'anemia, migliorando l'assorbimento del ferro e la mobilitazione della ferritina. È allo studio il suo effetto su alcune malattie cardiache (ipertensione, insufficienza cardiaca, aterosclerosi).

Aggiornamento 5/4/2021

La cianocobalamina, B12 sintetica, la forma maggiormente diffusa negli integratori, induce disbiosi nel modello animale di IBD, favorendo la crescita delle enterobatteriacee. Invece la forma metilcobalamina è antinfiammatoria grazie al suo effetto benefico sul microbiota. Inoltre CB12 agisce negativamente sui riboswitch, filamenti di RNA che influenzano l'espressione genica, e sugli enzimi.

Aggiornamento 15/4/2021

Il tipo di farina e di lievitazione influenzano la quantità di vitamine del gruppo B nel pane.
In generale quello da farina integrale ne ha quantità maggiori. Alcuni cultivar di farina sono più ricchi di vitamine. Per la lievitazione, alcuni tipi di lievito madre aumentano la quantità, ma dipende dai ceppi presenti. Con il lievito di birra, è necessario un tempo più lungo (6 ore al posto di 3) per aumentare la ritenzione di vitamine.

Aggiornamento 27/5/2021

L'encefalopatia legata a COVID19 potrebbe essere dovuta a carenza di tiamina (vitamina B1), e alcune persone hanno avuto un rapido miglioramento dopo la somministrazione

Aggiornamento 14/7/2021

In uno studio su popolazione sarda, la mutazione MTHFR non aumenta il rischio di tumore al seno, ma è presente nelle forme più aggressive, che progrediscono e danno metastasi nei linfonodi. Nelle popolazioni orientali e caucasiche l'associazione con tumore al seno è evidenziata da diverse metanalisi. Un modo preliminare per ipotizzare la presenza di mutazione è la valutazione dell'omocisteina, ma molti medici non sanno manco cos'è.

Aggiornamento 25/9/2021

Anche se capita raramente, negli esami del sangue si possono riscontrare elevati livelli di vitamina B12. Quali sono le cause? Non necessariamente l'integrazione, perché l'eccesso introdotto viene eliminato con le urine.
Alcune anomalie metaboliche possono favorire l'accumulo nel sangue e non permettono l'utilizzo della vitamina, per cui i sintomi possono anche essere simili a quelli della carenza (tipo astenia).
Le principali cause da ricercare quando si ha a che fare con livelli sierici elevati di cobalamina sono malattie del fegato, insufficienza renale, tumori solidi, malattie mieloproliferative del sangue, metastasi epatiche.
Una carenza di B12 può essere verificata in caso di iperomocisteinemia o elevati livelli di acido metilmalonico.
Aggiornamento 13/11/2021

Assumere un multivitaminico riduce il declino cognitivo del 60% in 3 anni. L'effetto è ancora più marcato in persone con una storia di malattie cardiovascolari. L'età media del campione era di 73 anni

Aggiornamento 7/1/2022

L'uso di metilfolato, B12 e B6 aumenta la possibilità di concepimento in donne che si sottopongono a procreazione assistita rispetto a quelle che assumono solo acido folico. L'effetto è probabilmente mediato dal miglioramento della qualità ovocitaria anche grazie alla riduzione dell'omocisteina in presenza della mutazione MTHFR

Aggiornamento 21/3/2022

La neuropatia periferica indotta da chemioterapia è uno degli effetti avversi più comuni della chemioterapia, che affligge un'alta percentuale di pazienti sottoposti a trattamento per il tumore e si manifesta con dolore e riduzione nella funzionalità.
Alcuni nutrienti appaiono utili o promettenti nella gestione della condizione.
Il nutriente con maggiori studi appare essere la AcetilCarnitina.
Altri nutrienti con evidenze iniziali sono vitamine del gruppo B e in particolare la B12, vitamina E, omega 3 (DHA), acido alfalipoico. Gli alimenti che attivano le sirtuine possono ugualmente giocare un ruolo.
Tra le piante medicinali, la curcumina può ridurre lo stress ossidativo indotto dalla chemio, ma goshajinkigan (mix di erbe della tradizione giapponese) e coloquintide hanno maggiori studi, seppur sempre non definitivi.
Questi supplementi appaiono sicuri ma per il rischio di interferenza con le cure devono essere assunti solo sotto supervisione.

Aggiornamento 20/7/2022

Gli omega 3 possono aiutare a ridurre l'omocisteina, un fattore di rischio cardiovascolare e in generale legato alle patologie infiammatorie (neurodegenerative, autoimmuni ecc.).
L'iperomocisteinemia si verifica in particolare in persone con mutazione MTHFR. Altre cause possono essere l'inadeguata introduzione di vitamine del gruppo B o l'assunzione di farmaci o sostanze che ne alterano l'assorbimento (antiacidi, alcol).
Gli omega 3 sono particolarmente efficaci in caso di livelli medio-alti.
L'altro modo è usare i supplementi di vitamine del gruppo B, i cui benefici sono sicuramente maggiori dei rischi

Aggiornamento 13/8/2022

L'eccesso di omocisteina è legato a steatosi epatica perché, oltre a indurre infiammazione, altera alcune proteine che si legano alla molecola (omocisteinilazione), così come l'eccesso di glucosio aumenta l'emoglobina glicata. In particolare viene alterata la proteina sintaxina17, che regola l'autofagia.
Fornire vitamina B12 e B9 (folati) ripristina l'autofagia e rallenta la progressione della steatosi. L'azione è dovuta probabilmente alla detossificazione dell'omocisteina accumulata a livello epatico grazie a metionina e SAME che sono ridotti dalla dieta occidentale.
Secondo gli autori questo trattamento, che ha un costo basso e un buon profilo di sicurezza, potrebbe essere efficace nella steatosi che non ha attualmente terapie a disposizione.

Aggiornamento 26/11/2022

Le persone con tumori possono essere a rischio di malnutrizione e carenza di vitamina B12. In alcuni casi il valore può essere invece alto, in particolare nei tumori epatici. Tuttavia non si conosce un possibile legame causale tra B12 nel cibo o supplementi e tumori e l'eventuale carenza va corretta.
"Non si trovano prove sufficienti sulla temporalità, sulla soglia biologicamente significativa o sulle associazioni dose-risposta (tra tumori e B12). Inoltre, non vi era alcun modello distintivo delle associazioni con adenocarcinomi e carcinoma a cellule squamose. Ciò non supporta un ruolo funzionale della vitamina B12 nell'inizio o nella progressione del cancro, ma piuttosto suggerisce che un'elevata vitamina B12 potrebbe essere un epifenomeno in alcuni tipi di cancro. Pertanto, a meno che non vengano chiariti i meccanismi dell'elevata B12 in alcuni, ma non in tutti i tumori, le alte concentrazioni plasmatiche di B12 rilevate accidentalmente in persone che non ricevono integratori non dovrebbero essere considerate un parametro diagnostico o prognostico. Il trattamento convenzionale del cancro può abbassare le concentrazioni plasmatiche di B12, suggerendo che il tumore attivo fosse la fonte di alte concentrazioni di vitamina B12 in circolazione".

Aggiornamento 5/1/2023

Avere reflusso gastroesofageo (GERD) aumenta il rischio di tumore polmonare. La relazione già osservata negli studi di popolazione viene confermata da uno studio effettuato con la tecnica della randomizzazione mendeliana.
Quali sono i meccanismi? "Anatomicamente, l'esofago è circondato dalla trachea e dai polmoni e numerosi studi hanno indicato che il reflusso può attivare cascate infiammatorie nelle cellule dei tessuti bronchiali e polmonari. Meccanicamente, l'infiammazione cronica a lungo termine potrebbe essere coinvolta nella tumorigenesi, infiltrazione e metastasi mediante la produzione di mediatori dell'infiammazione, che partecipano all'angiogenesi e alla transizione epiteliale-mesenchimale".
Venite in studio per un percorso alimentare che possa gestire il reflusso.

Aggiornamento 15/2/2023

La carenza di vitamine del gruppo B, necessarie per abbassare i livelli di omocisteina, accelera l'aterosclerosi indipendentemente dai livelli di colesterolo

Aggiornamento 17/2/2023

L'omocisteina alta nel sangue può indurre ipertensione resistente ai farmaci, forse perché danneggia la muscolatura dei vasi e l'endotelio e perché lo stress ossidativo che provoca non permette la produzione di ossido nitrico, determinando vasocostrizione, anche a livello dei vasi cerebrali.
Il prodotto ideale da usare in questi casi dovrebbe contenere metilfolato, N-acetilcisteina e vitamina B6, ma anche metilB12 e vitamina B2 appaiono importanti. Ridurre la pressione significherebbe ridurre il rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus.