Continua qui il post storico sull'uso di alimenti e nutrienti come terapia
Aggiornamento 9/6/2022
In uno studio controllato, in persone con intestino irritabile (IBS) la dieta FODMAP ha dato maggiori miglioramenti rispetto ai farmaci spasmolitici. Secondo i ricercatori questo approccio dietetico dovrebbe essere usato come prima scelta.
Le linee guida ESPEN sulla nutrizione nei tumori raccomandano gli omega 3 in caso di cachessia, mentre per altri supplementi non ci sono abbastanza evidenze
Astragalo e quercetina hanno un potenziale per ridurre l'iperuricemia, una condizione che porta alla gotta ma in generale favorisce problemi metabolici e cardiovascolari. L'astragalo, un'erba della medicina tradizionale cinese, migliora il microbiota, i sali biliari e gli ormoni dello stress, favorendo la funzionalità renale e l'escrezione dell'acido urico. La quercetina aumenta l'escrezione di urati, ha un effetto antiossidante e antinfiammatorio, migliora le patologie metaboliche (iperglicemia, ipertensione, obesità) che accompagnano l'iperuricemia. Queste sostanze hanno il potenziale per essere usate da sole o congiuntamente ai farmaci per ridurne la tossicità
Alcune sostanze naturali presenti in alimenti vegetali
sostengono un invecchiamento sano favorendo il rinnovamento dei mitocondri, gli organelli che danno energia alla cellula.
"I composti bioattivi come curcumina, astaxantina, resveratrolo, idrossitirosolo, oleuropeina e spermidina, presenti sia nella dieta mediterranea che in quella di Okinawa, esercitano le loro funzioni protettive aumentando l'attività degli induttori della mitofagia, che rimuove i mitocondri danneggiati, e promuovendo la generazione di nuovi mitocondri. Dato il ruolo dello stress ossidativo nel guidare la disfunzione mitocondriale e la riduzione della mitofagia, le proprietà antiossidanti di questi composti proteggerebbero dall'invecchiamento cerebrale prematuro e dalle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (AD). Una mitofagia difettosa può innescare o peggiorare malattie neurodegenerative come l'AD, dove la disfunzione mitocondriale gioca un ruolo centrale nella patogenesi".
La dieta chetogenica VLCKD induce miglioramenti nel profilo ormonale di donne con ovaio policistico in maniera superiore a quelli di una semplice dieta ipocalorica. Questo permette una riduzione dell'eccesso di testosterone (che induce l'irsutismo e le alterazioni metaboliche) e delle disfunzioni ovulatorie che causano problemi di fertilità.
Secondo le linee guida ADA sul trattamento nutrizionale del diabete di tipo 2, "Se integrate con supporto comportamentale e corretta consulenza, le diete strutturate a bassissimo contenuto calorico VLCKD, in genere 800-1.000 kcal/giorno che utilizzano alimenti ad alto contenuto proteico e prodotti sostitutivi del pasto, possono aumentare il ritmo e/o l'entità della perdita di peso iniziale e dei miglioramenti glicemici rispetto a interventi comportamentali standard. Poiché il recupero del peso è comune, tali interventi dovrebbero includere strategie di mantenimento del peso a lungo termine e consulenza per mantenere la perdita di peso e i cambiamenti comportamentali". In pratica come dico sempre ai pazienti il dimagrimento che si ha inizialmente con la dieta chetogenica è solo il primo passo, ma i cambiamenti a lungo termine si mantengono solo con dei miglioramenti dello stile di vita (dieta corretta e attività fisica) che bisogna essere in grado di sostenere.
Molti rimedi ayurvedici sono efficaci nel migliorare i parametri glicemici nei diabetici, ma sono necessari ulteriori studi sulla sicurezza e di migliore qualità
La SIBO, una condizione caratterizzata da eccesso di batteri nel primo tratto intestinale, è spesso causa di problemi addominali, dal gonfiore alla stitichezza. Il trattamento
è fatto solitamente con la rifaximina, un antibiotico che non viene assorbito nel sangue.
Si possono aggiungere la dieta FODMAP, procinetici, probiotici (che possono a volte peggiorare la situazione), erbe medicinali con potere battericida (origano, berberina ecc.)
Tra le erbe, il partenio e il farfaraccio hanno mostrato efficacia. Devono essere usati purificati perché possono avere elementi tossici e non possono essere usati in gravidanza.
Tra i nutrienti, magnesio, coenzima Q10 e vitamina B2.
Avere pasti e sonno regolari è un comportamento che aiuta.
Per quanto riguarda i cibi "trigger" (che scatenano l'attacco), si tratta di condizioni molto soggettive che è difficile definire.
L'agopuntura e lo yoga possono essere lievemente efficaci.
Nella più completa revisione recente dei dati sul rapporto tra microbiota intestinale e cervello (oltre 1600 citazioni) si riporta che "ci sono prove accumulate da studi sia sugli animali che clinici che implicano il ruolo del microbiota in una varietà di malattie psichiatriche, neurologiche e neurodegenerative. Tuttavia, siamo ancora agli inizi in questo campo ed è necessaria cautela nell'interpretazione dei dati di tali studi". Il campo in cui vi è maggiore evidenza sulla manipolazione del microbiota è l'intestino irritabile (IBS), mentre sulle malattie neurologiche e psichiatriche si è ancora all'inizio.
"Uno dei grandi enigmi nella medicina basata sul microbiota è come definire un microbiota sano. Le differenze interindividuali nella composizione del microbiota possono essere notevoli, il che rende difficile un approccio "una taglia che veste per tutti" per prendere di mira il microbiota. Tuttavia, offre anche opportunità in quanto il microbiota potrebbe essere il canale per efficaci approcci di medicina personalizzata in futuro.
Dato il ruolo della dieta nella modulazione del microbiota, potremmo davvero concentrarci su un asse dieta-microbiota-intestino-cervello nel mediare la salute e la malattia nel corso della vita. Pertanto, oltre alla citazione all'inizio di questa recensione ("tutte le malattie iniziano nell'intestino"), Ippocrate avrebbe anche detto: "fa che il cibo sia la tua medicina". Forse una versione modificata ora merita di essere presa in considerazione "lascia che il cibo per i tuoi microbi sia la tua medicina per il cervello"".
I consigli di Chris Kresser per la gestione delle infezioni del tratto urinario ricorrenti (cistite), patologie che diventano ricorrenti e resistenti agli antibiotici
🛡 Usare il D-mannosio, uno zucchero che inibisce l'adesione di E. coli, il principale batterio responsabile, alle pareti del tratto urinario
⛏ usare enzimi che degradano i biofilm, forme di resistenza che riparano i batteri dai farmaci. Tra di essi anche la nattokinasi.
🥥 usare la lauricidina, un composto naturale presente nel cocco con proprietà battericide grazie alla monolaurina
🥛 usare la lattoferrina che può potenziare le difese immunitarie
Aggiornamento 28/7/2022
Il cacao amaro
può avere sulla pressione sanguigna un effetto simile a quello dei farmaci. Nello studio, fatto su persone con valori borderline, vi è stata comunque una forte variabilità interindividuale dell'effetto.
"I dati confermano che il cacao può ridurre la pressione arteriosa e la rigidità arteriosa nella vita di tutti i giorni quando i valori sono elevati all'interno dell'intervallo di normalità", hanno affermato gli autori. "L'entità degli effetti, in particolare entro le prime 3 ore, è simile a quella che si ottiene coi farmaci antipertensivi standard negli studi clinici, evidenziando la rilevanza clinica e il potenziale dei flavanoli per l'uso nella pratica clinica".
Inoltre, un'ampia percentuale di effetti di variazione intra- e inter-individuale era correlata ai valori pressori basali, e il cacao abbassava la pressione arteriosa solo se prima era elevata. Ciò riduce le preoccupazioni sul fatto che il cacao possa comportare rischi per la salute inducendo ipotensione, come può accadere con i farmaci antipertensivi".
"Questo ha importanti implicazioni di sicurezza e meccanicistica", ha affermato il team. "In particolare, nella prevenzione primaria, la sicurezza è un problema importante e un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa può rappresentare un rischio per la sicurezza, come descritto per i farmaci antipertensivi".
Il professor Heiss ha dichiarato: "L'impatto positivo dei flavanoli del cacao sul nostro sistema cardiovascolare, in particolare sulla funzione dei vasi sanguigni e sulla pressione sanguigna, è innegabile. I medici spesso temono che i farmaci possano diminuire troppo la pressione soprattutto nei primi giorni".
L'effetto dura anche alcune ore dopo probabilmente grazie alla metabolizzazione dei flavanoli da parte dei batteri intestinali.
Quali sono
le raccomandazioni in caso di emocromatosi, una patologia in cui si accumula ferro nell'organismo?
Evitare supplementi di ferro e vitamina C, ridurre la carne rossa, evitare l'alcol. Moderare la frutta per l'apporto di vitamina C.
La vitamina B6 ad alte dosi
riduce l'ansia, modificando l'attività neuronale, in particolare a livello dei neuroni GABAergici inibitori.
È stato evidenziato anche un effetto minore sulla depressione.
La B6 era già nota per il suo effetto benefico sull'emicrania, in particolare su quella con sintomi visivi.
In uno studio su 70 persone con
Alzheimer moderato (perdita della
memoria e medio
declino cognitivo) la benfotiamina è apparsa sicura e ha migliorato le condizioni neurologiche riducendo gli AGEs e agendo probabilmente mediante la modulazione di alcuni enzimi relativi al
metabolismo energetico neuronale, alla trasmissione colinergica e come antiossidante.
Sono necessari studi più grandi per confermare l'efficacia.
Il miele
può agire come prebiotico e contrastare la disbiosi (alterazione del microbiota).
Favorisce la crescita di specie buone (bifidi, lattobacilli,
Desulfovibrio) in maniera simile alle fibre GOS e FOS.
Le specie inibite invece sono
Listeria monocytogenes,
Clostridium perfringens,
Eubacterium aerofaciens e altri enteropatogeni come
Salmonella,
Shigella,
E. coli,
Yersinia enterocolitica,
Campylobacter,
Clostridium difficile, in alcuni casi anche quelli resistenti ai farmaci.
Inoltre agisce modulando le citochine in modo da ridurre infiammazione e stress ossidativo.
Solitamente il miele più scuro ha maggiori proprietà antiossidanti perché contiene maggiori quantità di fenoli.
La menta piperita si conferma efficace nel trattamento della sindrome dell'intestino irritabile (IBS). L'evidenza è però di scarsa qualità. Un effetto collaterale comune è l'induzione di reflusso gastroesofageo.
Aggiornamento 8/9/2022
Secondo una revisione degli studi la supplementazione con omega 3 può diminuire i livelli sierici di TNF-α, IL-6 e CRP, tre marcatori associati all'infiammazione. "I pazienti con malattie la cui patogenesi è correlata all'infiammazione cronica, come cancro, malattie renali, diabete mellito e malattie cardiache, possono beneficiare dell'integrazione di omega 3". Sia EPA che DHA, i 2 principali omega 3, hanno effetto da singoli, ma se usati contemporaneamente l'effetto è migliore e sinergico.
Le malattie reumatiche autoimmuni (tra cui artrite reumatoide, sindrome di Sjogren, lupus eritematoso sistemico e sclerosi sistemica) sono caratterizzate da infiammazione che colpisce le articolazioni. La loro causa è parzialmente incerta ma sicuramente l'insieme di cause ambientali e predisposizione genetica giocano ruoli fondamentali. Gli studi sui fattori dietetici che possano ridurre lo stato infiammatorio sono ancora pochi ma in aumento. Nelle
conclusioni della revisione si afferma che la dieta gioca un ruolo cruciale nel trattamento di queste patologie attraverso la gestione dell'infiammazione, dello stato nutrizionale e dello stress ossidativo e una dieta specifica può essere un utile supporto per i pazienti.
Tra i grassi, quelli saturi appaiono aumentare l'infiammazione mentre quelli omega 3 e monoinsaturi (olio d'oliva) la contrastano.
Le fibre possono modulare favorevolmente la malattia ma in alcuni casi peggiorare i sintomi intestinali.
Come approcci generali, una dieta ipocalorica, la dieta mediterranea e il digiuno possono essere efficaci, ma esistono dei dubbi su fatto che il semplice dimagrimento sia responsabile.
Anche le diete di esclusione (vegana, senza glutine, antinfiammatoria ecc.) hanno mostrato buoni risultati in alcuni casi. Sono in generale caratterizzate da una prevalenza di alimenti vegetali su quelli animali e ricche in antiossidanti.
"In molti casi le diete di eliminazione hanno portato a risultati positivi perché sono stati considerati soggetti con alcune intolleranze alimentari. In questi pazienti ci si attende un miglioramento, ma questo non significa che questi benefici siano validi ed estendibili a tutta la popolazione senza intolleranze alimentari. Inoltre, questi risultati dovrebbero essere interpretati con cautela poiché gli studi disponibili hanno diversi pregiudizi che limitano la robustezza dei risultati", come la difficoltà a fare lo studio in cieco.
Il diabete di tipo 2 è una patologia caratterizzata da uno stato infiammatorio e di stress ossidativo che concorrono alla ridotta sensibilità all’ormone insulina. L’uso di sostanze naturali che contrastino queste alterazioni può quindi migliorare il metabolismo glucidico. Per esempio lo zafferano, con il suo più importante metabolita crocina, ha effetti antiossidanti e può ridurre la glicemia nei diabetici. In uno studio randomizzato e controllato assumere 30mg di zafferano o di crocina ha migliorato la glicemia e l’emoglobina glicata in persone diabetiche non trattate coi farmaci in maniera significativa rispetto al placebo. Gli autori concludono osservando che è possibile usarlo come terapia complementare.
Il succo di prugna viene definito come una efficace e naturale terapia nutrizionale per la costipazione
L'EAACI, la società europea degli allergologi, si conferma una delle società scientifiche più moderne per quanto riguarda la posizione sull'alimentazione. Ha infatti rilasciato un documento in cui si chiarisce l'importanza della fibra per la modulazione del sistema immunitario, sia per quanto riguarda la prevenzione che la gestione della tolleranza immunitaria e quindi delle allergie.
I fattori dietetici possono funzionare da "allenatori" per il sistema immunitario, e i cambiamenti nell'alimentazione degli ultimi decenni hanno un ruolo causale nell'aumento delle allergie.
Il passaggio a una dieta povera di vegetali "ha influenzato negativamente la diversità e la composizione del microbiota, le caratteristiche specie-specifiche, il metabolismo microbico e la tolleranza immunologica".
Le cellule immunitarie, tra cui quelle dendritiche che conferiscono la tolleranza, i mastociti che rilasciano istamina e le Tregs da cui derivano i linfociti attivati e polarizzati Th2 (favorenti l'allergia), hanno recettori per gli SCFA, i derivati della fibra prodotti dai batteri buoni.
Una buona quantità di fibre può essere protettiva anche dalle malattie infettive respiratorie come COVID19 in forma grave grazie alla modulazione sul microbiota.
La position si conclude sottolineando che le fibre contribuiscono al mantenimento di una mucosa tolerogenica e possono proteggere dai disturbi allergici, ma c'è ancora incertezza sul trattamento ottimale da somministrare.
Per esempio la sola presenza di fibre in caso di mancanza di alcune specie batteriche può non essere sufficiente e la migliore strategia sarebbe quella di integrare anche i probiotici. Inoltre una varietà di fibre può avere effetto migliore rispetto ad un solo tipo. Sono necessari ulteriori studi per perfezionare le conoscenze e rilasciare linee guida precise.
Aggiornamento 5/10/2022
Le nuove linee guida sul diabete di tipo 2 rilasciate da European Association for the Study of Diabetes (EASD) e American Diabetes Association (ADA) focalizzano il trattamento invitando alla perdita di peso. Può sembrare scontato ma quelle precedenti puntavano più sulla gestione. Ora che si sa che il dimagrimento può portare a una remissione della malattia si chiede maggiormente il dimagrimento e non si punta più solo sulla gestione delle glicemie. Inoltre si invita a una maggiore personalizzazione delle terapie e a un approccio olistico col paziente al centro. Si raccomanda anche di usare un linguaggio comprensibile, inclusivo, rispettoso e senza stigmatizzazioni. Per quanto riguarda l'approccio nutrizionale, i professionisti della nutrizione devono fornire una dieta di tipo salutare, che mantenga il piacere del cibo e sia focalizzata sulla qualità degli alimenti e non solo sulla restrizione calorica. Questo tipo di approccio può prevenire, ritardare e trattare le complicanze del diabete grazie all'effetto sui parametri metabolici, soprattutto emoglobina glicata.
Non esistono valori assoluti nei rapporti tra macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati), ma si devono enfatizzare i cibi salutari e minimizzare quelli dannosi tenendo conto delle preferenze del paziente.
Per la prima volta, assieme a quelle sull'attività fisica, si danno indicazioni anche sulla necessità e l'importanza di un sonno salutare e riposante per la gestione del diabete.
Aggiornamento 15/10/2022
Alcune persone
hanno emicrania dovuta a cibi "trigger" (attivatori). Tuttavia sono di difficile individuazione e spesso un semplice miglioramento dello stile di vita (dimagrimento, evitare alcol e caffeina, non saltare pasti e idratarsi correttamente) è sufficiente per migliorare le condizioni di molte persone.
Anche la gestione dello stress è importante.
Alcuni nutraceutici come magnesio, riboflavina, coenzima Q10 e partenio hanno mostrato discreta efficacia.
Il dimagrimento ottenuto con la dieta chetogenica migliora la riserva ovarica e la funzione luteale in donne obese con PCOS (ovaio policistico), favorendo la loro fertilità. Si sono rilevati cambiamenti favorevoli in molti parametri legati alla fertilità, come ormone antimulleriano, SHBG, progesterone ecc.
A causa della mancanza di gruppo di controllo i ricercatori non possono essere sicuri che l'effetto sia da attribuire alla dieta o al dimagrimento, ma l'effetto ottenuto rapidamente può essere l'ideale in donne che ricorrono alla fecondazione assistita.
"Secondo l'evidenza scientifica odierna, possiamo affermare che un elevato consumo di zuccheri e grassi saturi e un basso consumo di frutta e verdura sono associati alla depressione.
Gli studi di intervento per la depressione basati su approcci nutrizionali e interventi sullo stile di vita con dieta come trattamento aggiuntivo mostrano risultati promettenti."
Fornire pasti sani ed equilibrati a persone con patologie avanzate come diabete, insufficienza cardiaca, malattia renale allo stadio terminale, HIV e cancro potrebbe portare al risparmio di 13 miliardi di dollari negli USA e oltre un milione di ospedalizzazioni. Gli autori concludono che il cibo può essere una vera medicina per le malattie croniche e che fa risparmiare soldi alla sanità.
L'urolitina A, un composto derivato dai polifenoli della melagrana, migliora la risposta immunitaria nei confronti dei tumori nel modello animale e può quindi supportare l'immunoterapia.
Alcune sostanze naturali presenti in alimenti vegetali
sostengono un invecchiamento sano favorendo il rinnovamento dei mitocondri, gli organelli che danno energia alla cellula.
"I composti bioattivi come curcumina, astaxantina, resveratrolo, idrossitirosolo, oleuropeina e spermidina, presenti sia nella dieta mediterranea che in quella di Okinawa, esercitano le loro funzioni protettive aumentando l'attività degli induttori della mitofagia, che rimuove i mitocondri danneggiati, e promuovendo la generazione di nuovi mitocondri. Dato il ruolo dello stress ossidativo nel guidare la disfunzione mitocondriale e la riduzione della mitofagia, le proprietà antiossidanti di questi composti proteggerebbero dall'invecchiamento cerebrale prematuro e dalle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (AD). Una mitofagia difettosa può innescare o peggiorare malattie neurodegenerative come l'AD, dove la disfunzione mitocondriale gioca un ruolo centrale nella patogenesi".
Il microbiota intestinale può influenzare sia la prevenzione che la cura del tumore al seno. Per questo dieta, probiotici e prebiotici hanno un ruolo in questa malattia. Gli effetti possono essere correlati ad alterazioni del metabolismo degli estrogeni, della regolazione immunitaria sistemica, che influenza l'immunoterapia, e della regolazione epigenetica. I metaboliti batterici riducono la crescita del tumore e la propensione alle metastasi. Inoltre, la modulazione del microbiota intestinale può alleviare gli effetti collaterali della chemio e della radioterapia.
Un caso pubblicato (che indica solo un'iniziale evidenza) in cui una dieta chetogenica a base di carne e grassi ha portato a guarigione una donna affetta da candidosi vaginale e idrosadenite suppurativa (malattia cutanea nota anche come acne inversa).
È probabile che la condizione di chetosi abbia favorito il metabolismo energetico di macrofagi e neutrofili favorendo la proprietà di fagocitosi nei confronti della candida. Ha avuto inoltre un effetto antinfiammatorio, col risultato di riportare un corretto equilibrio tra ecosistema microbico e sistema immunitario.
Aggiornamento 19/11/2022
Qual è l'influenza della dieta sulla fatica e la qualità della vita nelle persone con sclerosi multipla (MS)?
È risaputo che la dieta può avere efficacia nella MS e la maggior parte degli studi osservazionali con diete genericamente salutari hanno dato buoni risultati riducendo il tasso di recidiva, lo stato di disabilità, la perdita di volume cerebrale, l’affaticamento, il declino cognitivo, la depressione e hanno aumentato la qualità della vita fisica e mentale. L’integrazione di vitamina D, omega 3 e probiotici può migliorare alcuni aspetti e i marker di infiammazione.
Alcuni ricercatori hanno effettuato una revisione sistematica e hanno raccolto le evidenze su diverse diete.
Sono stati paragonati 8 diversi approcci dietetici: antinfiammatorio, digiuno, restrizione calorica, dieta chetogenica, dieta a basso contenuto di grassi, dieta mediterranea (DM), dieta paleo (PD) e dieta di controllo.
DM e PD sono risultate quelle con maggiori risultati sul miglioramento dei sintomi di fatica e qualità della vita mentale (in particolare la PD) e fisica. Entrambe le diete raccomandano di privilegiare alimenti non trasformati ed evitare quelli industriali ricchi di grassi non salutari e sodio. Considerando solo gli studi più lunghi la significatività dei risultati si riduce.
I dati sono limitati dal rischio di bias nei diversi lavori e dal ridotto numero dei pazienti negli studi, quindi i ricercatori raccomandano di prendere i risultati con cautela, tuttavia rappresentano una base di partenza per ampliare i trial e arrivare a linee guida ufficiali tanto attese dalle persone con MS. Attualmente viene solo consigliata una dieta salutare e varia.
In uno studio sono stati confrontati gli effetti di diverse dosi di EPA (omega 3) sulla depressione non trattata. La dose più alta è stata maggiormente efficace nel ridurre lo stato infiammatorio e i sintomi. La correlazione tra calo degli indici infiammatori (PCR) e dei sintomi è stata evidente.
Aggiornamento 2/1/2023
Gli interventi nutrizionali
appaiono efficaci nel migliorare ansia e depressione nelle donne che stanno entrando in menopausa o che sono in menopausa. Non si sa se questo è dovuto solo al miglioramento dei sintomi (meno vampate ecc.) e quindi della qualità della vita o direttamente legate a un cambiamento degli ormoni perché sono pochi i dati che collegano l'alimentazione col quadro ormonale.
La sindrome di Prader-Willi è una rara malattia genetica che porta a obesità e problemi nello sviluppo del bambino.
In un piccolo studio (solo 10 pazienti) la dieta chetogenica ipocalorica ha favorito il dimagrimento e regolato meglio le sensazioni di fame e sazietà, riducendo l'introito totale. I bambini non hanno riscontrato problemi, un paio hanno avuto aumento della colesterolemia e uricemia, ridottesi con aggiustamenti nella dieta. La dieta ha avuto anche effetti sul sistema nervoso centrale migliorando aspetti neurologici, comportamento e sonno.
Da una review sui disturbi dello spettro autistico (ASD): "A causa della mancanza di farmacoterapie efficaci per l'ASD, le famiglie sono spesso interessate ad approcci complementari e alternativi. Alcuni integratori come N-acetilcisteina e sulforafano sono stati studiati in studi clinici randomizzati e hanno dimostrato efficacia per i sintomi emotivi e comportamentali. Tuttavia, le prove attuali non supportano alcun supplemento per i problemi di linguaggio, la scarsa interazione sociale o i comportamenti limitati o ripetitivi".
Alcuni ricercatori hanno revisionato i lavori scientifici su paleodieta (PD) e malattie tiroidee autoimmuni (AITD) come Hashimoto e Basedow. Nei diversi motori di ricerca sono stati trovati uno studio controllato randomizzato (RCT), uno studio pilota e sei casi singoli (case-study). Si tratta quindi di numeri ridotti. Tutti hanno comunque riportato miglioramenti significativi a livello clinico, in 2 casi la remissione della malattia.
"Dopo una valutazione strutturata degli interventi nutrizionali che utilizzano la PD sugli effetti dell'AITD, si è concluso che gli alimenti di natura ancestrale insieme all'aggiunta di integratori specifici, componenti alimentari, esercizio fisico e meditazione consapevole ed esclusione dei cibi moderni hanno un impatto considerevole sugli anticorpi tiroidei e gli ormoni. Gli studi pertinenti suggeriscono che questo protocollo dietetico può essere utile nella pratica clinica ma è necessario condurre studi su larga scala".
In sintesi: 1) Attualmente non ci sono interventi dietetici raccomandati per il trattamento delle malattie autoimmuni tiroidee. È stato documentato che la dieta Paleo migliora gli anticorpi nelle AITD e gli ormoni tiroidei sia nella tiroidite di Hashimoto che nella malattia di Basedow-Graves.
2) La dieta Paleo può fornire una fonte naturale di nutrienti simili ai supplementi che hanno mostrato risultati positivi sull'AITD.
3) La dieta paleo fornisce specifiche percentuali di macronutrienti che possono essere utili nel ridurre gli anticorpi nelle AITD, migliorando al contempo gli ormoni tiroidei.
4) Il supporto della metilazione mediante supplementi può essere utile nei casi di AITD.
Le persone sottoposte a chemioterapia possono avere problemi dermatologici nei giorni seguenti (eritema tossico). Un piccolo studio ha mostrato che la vitamina D somministrata in alte dosi ha determinato un "miglioramento sintomatico del dolore, del prurito o del gonfiore entro il giorno successivo e un miglioramento del rossore entro 1-4 giorni". Nel piccolo gruppo di persone che hanno avuto il trattamento non si sono registrati effetti avversi. Il miglioramento della rigenerazione della pelle e dei processi infiammatori è probabilmente secondario alla sovraregolazione dell'autofagia dei macrofagi M2.
Sono necessari studi più grandi per verificare l'efficacia.
L'associazione dei cardiologi americani (AHA) ha pubblicato una posizione sull'uso dei supplementi in caso di insufficienza cardiaca. Quelli potenzialmente utili sono omega 3, alcune vitamine in caso di carenza, carnitina, ribosio e coenzima Q10. La possibilità di interazioni coi farmaci porta comunque a suggerire prudenza. Anche tai-chi e yoga possono essere utili. Molti fitoterapici sono invece potenzialmente dannosi soprattutto perché interagiscono col metabolismo epatico dei farmaci.
Non si sa quale approccio dietetico sia il migliore nella sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), ma il dimagrimento è sicuramente benefico nei confronti delle alterazioni metaboliche come iperglicemia e resistenza insulinica. La dieta mediterranea sembra migliorare i problemi di fertilità, mentre la chetogenica VLCKD, migliorando alcuni aspetti ormonali come il rapporto tra LH e FSH può essere considerato un vero e proprio trattamento a breve termine, ma va sempre intrapresa sotto controllo di un esperto.
Una dieta di tipo antinfiammatorio e antidiabetico è associata, se seguita sia prima che dopo la diagnosi di tumore al seno, con una minore mortalità.
Tra i meccanismi potenziali, il minore rilascio di insulina, che aumenta IGF1 (importante nell'iniziazione e nella progressione del tumore) e aumenta gli estrogeni che promuovono la carcinogenesi mammaria. Anche l'induzione di infiammazione di basso grado è ritenuta un meccanismo che stimola la progressione tumorale.
"L'adesione a lungo termine a modelli dietetici antidiabetici e antinfiammatori potrebbe essere un mezzo per migliorare la prognosi delle sopravvissute al cancro al seno e quindi potrebbe aiutare a fornire raccomandazioni dietetiche. Sono giustificati ulteriori studi che utilizzino modelli dietetici correlati ai meccanismi biologici, in particolare studi di intervento nutrizionale".
La barbabietola è un ortaggio capace di abbassare la pressione grazie alla sua azione sul microbiota e alla produzione di ossido nitrico derivato dai suoi nitrati naturali, che permette il rilassamento dei vasi sanguigni. Anche altri flavonoidi e polifenoli presenti supportano la riduzione della pressione