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giovedì 28 gennaio 2016

Linee guida di che?


"L'incapacità delle attuali raccomandazioni nel controllare l'epidemia di diabete, il fallimento delle diete povere di grassi usate prevalentemente contro obesità e rischio cardiovascolare, la presenza di alcuni gravi effetti collaterali dei farmaci diabetici comunemente prescritti, contro il continuo successo delle diete a basso contenuto di carboidrati nel trattamento del diabete e della sindrome metabolica, senza effetti collaterali significativi, evidenziano la necessità di una rivalutazione delle linee guida dietetiche"

Il trattamento low-carb è disponibile nel mio studio

Aggiornamento 27/5/2016

"Da decenni le linee guida non sono basate sulla scienza", e per curare il diabete bisogna evitare i carboidrati, non i grassi. Non tutti concordano, stranamente. Un medico fa chiarezza sul perché a molti non piacciono le diete low-carb: semplicemente non le conoscono.

Aggiornamento 22/3/2016

Secondo una nuova revisione, i multivitaminici e multiminerali sono sicuri quando non si supera il dosaggio di riferimento. Non sembrano dare benefici in persone sane, snelle, con stile di vita adeguato, non fumatori e che assumano abbastanza frutta e verdura. Nelle persone con problemi di salute vi è invece un potenziale razionale nell'assumerli

Aggiornamento 27/3/2017
Cosa dicono le linee guida per l'obesità degli endocrinologi americani sull'alimentazione? L'obesità è dovuta tra le altre cose, ad una dieta povera in nutrienti (e non solo all'eccesso calorico). Chi ha i trigliceridi alti deve ridurre in particolare i carboidrati e non i grassi. Gli zuccheri e le fonti di carboidrati raffinati dovrebbero essere minimizzati. I grassi trans (si formano negli oli vegetali riscaldati) dovrebbero essere eliminati. La supplementazione con omega 3 purificati è utile per abbassare i trigliceridi. Le opzioni dietetiche sono diverse: Mediterranea, DASH, low-carb, low-fat, high protein, chetogenica, vegetariana, e tutte possono dare buoni risultati.

Aggiornamento 30/3/2017

"L'evidenza scientifica che un'unica dieta sia buona per tutti ("one diet fits all") è scarsa. L'obesità è un disordine multifattoriale che richiede una personalizzazione dell'intervento"

Aggiornamento 23/7/2017

Come si fa a ridurre il rischio di anemia, basso peso alla nascita, arresto della crescita e in generale delle malattie non contagiose (diabete, obesità ecc)? Basterebbe che le donne incentrassero la loro alimentazione su cibi ricchi in nutrienti e non processati.

Aggiornamento 17/10/2017

Il vantaggio dei farmaci per i tumori appare incerto.
Aggiornamento 29/10/2017

Sono utili i farmaci contro l'obesità?
"l'applicazione farmacologica dei farmaci contro l'obesità continua ad essere un'arte, data la diversità nella risposta individuale a questi farmaci, nonostante una perdita media di peso statisticamente significativa maggiore del 5% (rispetto al solo trattamento di cambio di stile di vita) riportata negli studi clinici"

Aggiornamento 13/11/2017

Una critica pubblicata su BMJ alle linee guida americane sulla nutrizione: non verrebbero rispettati i criteri di evidenza
Aggiornamento 27/6/2018
Si ribadisce in un'analisi l'incertezza della scienza nutrizionale nel dare linee guida corrette, in particolare nel diabete. L'evidenza è sparsa per molti alimenti/fattori nutrizionali.
Le diete low carb non sono necessariamente le migliori, così come l'approccio mediterraneo.
Sembra importante ridurre al massimo cereali raffinati e zuccheri aggiunti, insieme alle carni processate.
Anche l'uso degli oli tropicali (palma ecc) non ha evidenze univoche, così come il pesce a causa delle contaminazioni.

Aggiornamento 4/7/2018
Alcune considerazioni sulla complicata scienza della nutrizione .
Normalmente la prevenzione della malattie è assicurata da aumento di frutta, verdura, pesce, cereali integrali e riduzione di carni rosse e lavorate e zuccheri aggiunti. 
Frutta oleosa, legumi, latticini fermentati, caffè e olio d'oliva probabilmente conferiscono protezione.
L'evidenza viene però da studi con limitazioni (osservazionali e prospettici), e nuovi metodi di indagine sono probabilmente necessari ma applicare gli studi controllati e randomizzati (quelli più affidabili) è spesso difficile.
Le diete vegetariane sono sane se fatte con cibi non industriali, la dieta paleo è inversamente associata alla mortalità, ma meno della mediterranea
Aggiornamento 29/9/2018

Un documento EFSA del 2015 sulle diete fatte con pasti sostitutivi, segnalato da Chiara Angiari, ci informa che il quantitativo suggerito dalle linee guida sulle proteine (circa 1g/kg di peso corporeo) è insufficiente in persone con metabolismo alterato come le persone sovrappeso, che dovrebbero introdurre almeno 75g (per le donne) di proteine di alta qualità, e tranquillamente arrivare a 100.
Questo valore è simile alle più alte assunzioni di proteine studiate negli studi pubblicati senza apparenti effetti avversi
Il documento dà indicazioni anche sulle altre eventuali integrazioni in dieta fatta con pasti sostitutivi.

Aggiornamento 4/11/2018

Le linee guida alla fine sono solo il pensiero di chi le scrive, non una Bibbia da prendere acriticamente.

Aggiornamento 22/3/2019

Due medici statunitensi si sono presi la briga di dare qualche suggerimento "pratico", al di là delle solite rigide linee guida che sono utili solo nei casi da manuale e non nel modo reale. "Consigliare ai pazienti di "mangiare di meno e fare più esercizio fisico" non è di aiuto, specialmente per i pazienti affetti da disturbo da alimentazione incontrollata, esperienze e traumi infantili avversi, aumento di peso indotto dal farmaco e altri fattori comuni di aumento di peso. Dovrebbe essere utilizzato un approccio clinico di risoluzione dei problemi, con un occhio rivolto all'identificazione delle cause e dei punti di leva. Individuare una cronologia del peso ed esplorare la traiettoria del peso del paziente, ciò che ha contribuito all'aumento di peso, a ciò che ha o non ha funzionato nel passato e alle barriere che possono ostacolare i cambiamenti comportamentali sostenuti". "Poiché le evidenze attuali non definiscono una "dieta migliore", ai pazienti si dovrebbe consigliare su come ridurre in modo strategico l'apporto energetico all'interno di un modello dietetico che sia ragionevolmente accattivante e conveniente. Resta importante incoraggiare l'assunzione di cibi integrali e ridurre al minimo i cibi industriali e gli zuccheri aggiunti. Aiutare i pazienti a gestire le aspettative è importante; mentre il raggiungimento di un peso "normale" non è realistico per molti pazienti, la perdita di peso dal 5% al 10% è spesso raggiungibile, sostenibile e migliora la salute". Nelle visite successive alla prima, che sono molto importanti, "I medici dovrebbero offrire supporto e monitorare il peso e altre misure, come cambiamenti nella circonferenza della vita e fattori di rischio legati al peso, nonché i miglioramenti soggettivi in termini di energia, mobilità e sintomi di dolore cronico".

Aggiornamento 20/4/2019

Alcuni docenti inglesi si sono divertiti ad analizzare l'evidenza scientifica nel campo della nutrizione, sottolineando che i metodi per sviluppare linee guida di pratica clinica non sono adatti per la nutrizione.
I quesiti nutrizionali a cui dare risposta, più che la disponibilità di prove, dovrebbero guidare l'orientamento nutrizionale. Infatti gli studi già fatti possono essere pesantemente influenzati dall'industria che li ha finanziati, che ha interesse che si coprano alcuni argomenti e si trascurino altri.
"La mancanza di trasparenza sulle fonti di finanziamento rende difficile studiare le differenze tra la ricerca con e senza sponsorizzazione del settore. Ma basta leggere Coca-Cola e e seguirne il percorso sui progetti finanziati e pubblicazioni per capirlo. Insieme con un focus sulla ricerca di singoli nutrienti, oltre il 40% dei progetti finanziati dalla Coca-Cola si concentra sull'attività fisica, suggerendo che l'azienda ha tentato di spostare l'attenzione
dal ruolo delle bevande zuccherate nell'obesità sul ruolo della sedentarietà".
Così gli studi sono soprattutto incentrati sulle "necessità" dell'industria e non necessariamente della collettività. Si deve inoltre utilizzare le ipotesi per verificare i meccanismi causali. Identificare inoltre il tipo di evidenza di cui si ha bisogno. Integrare le informazioni da studi su animali, osservazionali e d'intervento.
Alterazioni dell'evidenza, non utilizzo del GRADE (classificazione del rischio di errore di uno studio nelle metanalisi) sono altri problemi che riducono l'attendibilità.
I trial randomizzati presentano diversi problemi quando si studia l'esposizione a un nutriente o gli interventi nutrizionali, sebbene i progressi nella progettazione degli studi, come le prove pragmatiche, possano aiutare a migliorare i problemi relativi alla generalizzabilità dei risultati.


"Coinvolgere i soggetti interessati e chi decide politicamente nel miglioramento dei metodi di revisione sistematica in nutrizione renderà le revisioni alla base delle linee guida nutrizionali più rigorose, trasparenti, utilizzabili e pertinenti".


Aggiornamento 13/8/2019

Stralci di un articolo scritto tra gli altri dal prof Ludwig, che da anni si batte per una migliore ricerca in nutrizione, e spiega come sia estremamente complicato dimostrare i fatti in nutrizione.

"Rispetto alla ricerca farmaceutica, gli studi che valutano la dieta o gli interventi dietetici per malattie croniche come l'obesità (da distinguere dalle sindromi da carenza di micronutrienti come lo scorbuto o il rachitismo) hanno sfide molto maggiori in termini di coerenza, controllo di qualità, possibili dati confondenti e interpretazione. Ad esempio, un placebo per un farmaco attivo può essere facilmente preparato, ma l'assegnazione a un particolare regime dietetico raramente può essere realmente mascherata. Inoltre, la dieta è altamente eterogenea, con una miriade di fattori interagenti e potenzialmente confondenti. Se un intervento aumenta l'assunzione da una categoria di alimenti, i partecipanti possono mangiare di meno da altre categorie di alimenti.

Inoltre, per qualsiasi tipo di dieta, esistono molte possibili variazioni. Ad esempio, una dieta povera di grassi include elevate quantità di zucchero? Una dieta ricca di proteine ​​è a base vegetale o animale? Una dieta chetogenica ha un contenuto di grassi saturi irrealisticamente basso? Considerando che un farmaco in genere agisce attraverso uno o un numero limitato di vie biologiche, anche i cambiamenti discreti nella dieta (come il rapporto tra grassi e carboidrati) influenzeranno direttamente numerosi ormoni e percorsi metabolici che coinvolgono molti sistemi di organi".
"Cambiare una dieta è molto più difficile che prendere una pillola e l'aderenza agli interventi dietetici è più difficile da valutare (cioè, rispetto alla misurazione dei livelli di farmaco nel siero o nelle urine). Gli studi sull'alimentazione condotti negli ambulatori di metabolismo forniscono un'osservazione continua dei partecipanti a un'unità di ricerca e mirano a aggirare questo problema, ma lo fanno in condizioni ambientali artificiali che influenzano il comportamento alimentare, l'attività fisica, il livello di stress e probabilmente altri fattori che influenzano i risultati correlati alla dieta".
"Inoltre, molti fattori ambientali, psicologici e comportamentali possono influenzare il comportamento alimentare a breve termine, ma a lungo termine probabilmente prevalgono fattori biologici. Con la restrizione calorica, la fame aumenta e il tasso metabolico rallenta, e queste risposte biologiche adattive si oppongono alla perdita di peso in corso e minano l'aderenza dietetica a lungo termine. Per questo motivo, gli studi a breve termine (<1 mese per la ricerca meccanicistica e <1 anno per comportamentale studi), la stragrande maggioranza della nutrizione, possono rivelare solo fenomeni transitori di significato poco chiaro alla comprensione di come una dieta specifica moderi una malattia cronica per molti anni".
Si conclude spiegando come spesso gli studi non si inseriscano in un contesto di mondo reale ma sperimentale, e i finanziamenti siano molto bassi rispetto a quelli dell'industria farmaceutica. Che sarebbero comunque un investimento sulla salute e sulla prevenzione.

Aggiornamento 18/6/2020

È possibile personalizzare la dieta in base alla risposta ormonale e glicemica? Forse si sta avvicinando questo approccio nella pratica. Le linee guida sono tipicamente basate sulla popolazione ad esempio, ma è chiaro che "una sola taglia non viene vestita da tutti allo stesso modo". È chiaro che prendendo tante persone, tutte diverse tra loro, a livello di gruppo le diete funzioneranno in media alla stessa maniera, e arriverà il furbacchione di turno a dire che contano solo le calorie. in realtà "l'iperglicemia postprandiale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), malattie coronariche (CHD) e mortalità cardiovascolare, anche in soggetti con normale glicemia", così come i trigliceridi postprandiali. Forse le diete uguali per tutti diventeranno solo un ricordo, studiando come ciascuno risponde all'introduzione di diversi pasti (metabolismo postprandiale), ad esempio che abbiano più grassi o più carboidrati. La costruzione di un algoritmo corretto permetterà "almeno dal punto di vista della salute cardiometabolica, la prescrizione di un'alimentazione personalizzata a livello di popolazione, con un potenziale come strategia per la prevenzione delle malattie". L'algoritmo può prendere in considerazione glicemia, insulina, microbiota e genetica, insieme ad attività fisica, sonno e orario dei pasti.
Aggiornamento 7/7/2020

Nonostante qualcuno ancora non lo riconosca, la dieta chetogenica è uno strumento utilissimo per dimagrire, in particolare in presenza di alterazioni metaboliche (sindrome metabolica e diabete, T2DM). "Una dieta chetogenica, un altro metodo per indurre deficit calorico nel corpo, limita rigorosamente l'assunzione di carboidrati, le principali fonti di glucosio e aumenta invece il consumo di grassi. 4 settimane di dieta chetogenica sono state sufficienti per i pazienti con obesità per ridurre l'assunzione di cibo regolando l'appetito e la fame e successivamente perdere in media 6,3 kg". "I risultati del nostro studio hanno confermato l'efficacia della dieta chetogenica sul miglioramento del controllo metabolico in pazienti con sovrappeso o obesità, in particolare quelli con diabete". I principali risultati mostravano che: (1) una dieta chetogenica da 3 a 12 mesi era più efficace per il controllo glicemico, come indicato da una significativa riduzione dei valori di HbA1c e HOMA per i pazienti diabetici. In particolare, il miglioramento medio post-intervento nei livelli di HbA1c era −0,5% (p <0,001) e −0,42% (p <0,001) rispettivamente nei pazienti diabetici e nei pazienti in generale, indicando un miglioramento clinicamente rilevante del controllo glicemico in queste popolazioni di pazienti. (2) Una dieta chetogenica da 4 settimane a 12 mesi è stata collegata a una maggiore perdita di peso nei pazienti con sovrappeso o obesità indipendentemente dal T2DM. La variazione media del peso post-intervento era di -7,78 kg (p <0,001) e di -3,81 kg (p = 0,01) rispettivamente nei pazienti diabetici e in quelli generali. (3) Una dieta chetogenica per 4 giorni e fino a 2 anni ha portato a un miglioramento dei profili lipidici per i pazienti diabetici, come i livelli più bassi di trigliceridi e HDL, mentre per i pazienti non diabetici un aumento dei livelli di colesterolo totale e LDL. Il miglioramento medio post-intervento nei livelli di trigliceridi è stato di -35,12 mg / dL (p = 0,002) e -20,65 mg / dL (p = 0,02) in tutti i pazienti. (4) L'effetto di una dieta chetogenica sui marker di rischio cardiovascolare e renale era paragonabile a quello di una dieta povera di grassi. I risultati di questa meta-analisi hanno dimostrato che una dieta chetogenica può essere un'opzione dietetica più vantaggiosa (rispetto alla classica dieta) per i pazienti diabetici con sovrappeso o obesità e per migliorare i fattori metabolici correlati ai controlli glicemici, del peso e dei lipidi.

Aggiornamento 20/8/2020

Stanno arrivando le nuove linee guida americane 2020 sull'alimentazione, e come spesso accade probabilmente verranno utilizzate come base per quelle europee. Tra le novità previste, si ridurranno le quantità di alcol e zuccheri previste (per gli uomini max un drink al giorno come le donne, gli zuccheri aggiunti passeranno dal 10 al 6% delle calorie totali). Si parla esplicitamente di calorie vuote legate al rischio di malattia (stranamente qualche chimico parlava di nessuna evidenza scientifica per questo termine: cambiare mestiere no?), sottolineando che si tratta di zuccheri con effetto diverso da quelli naturalmente presenti nei cibi (le calorie non sono tutte uguali). Si darà inoltre più importanza all'alimentazione in gravidanza, allattamento e crescita, includendo la colina tra i nutrienti essenziali per lo sviluppo cerebrale, la cui fonte principale è spesso l'uovo.

Aggiornamento 23/10/2020

Tim Spector parla di COVID19 con cauto ottimismo. Inoltre l'articolo aggiunge: L'ultimo libro di Tim Spector, Spoon-Fed, lamenta la mancanza di prove dietro molte linee guida nutrizionali del governo e il modo in cui si perpetuano i miti sul cibo. Il fatto che l'obesità aumenti il ​​rischio di malattie gravi da covid-19 porta una nuova urgenza nell'affrontare il problema nel Regno Unito, afferma Spector. “Dobbiamo fare tre cose: aumentare la tassa sullo zucchero, contro la quale le aziende alimentari hanno fatto pressioni con successo; migliorare il supporto nutrizionale per i pazienti; e trattare l'obesità come una malattia ", spiega. "L'enfasi deve concentrarsi sulla nutrizione", dice. "Questa specialità non dovrebbe essere sottofinanziata, dovrebbe essere la specialità numero uno e tutti i migliori medici dovrebbero andarci. Non ci sono praticamente esperti di nutrizione con formazione medica là fuori".
“Tutti i reparti di nutrizione sono ampiamente sottofinanziati e dipendono dalle aziende alimentari per andare avanti. È oltraggioso, davvero, se si considera che l'obesità è il problema numero uno che deve affrontare questo paese (UK). Abbiamo la maggior quantità di cibo spazzatura in tutta Europa, siamo i più obesi e siamo i meno istruiti in materia di alimentazione e obesità. Questo deve cambiare. "
"Il presupposto che siamo tutti macchine identiche e che tutti rispondiamo agli alimenti nello stesso modo è il mito più diffuso e pericoloso sul cibo", spiega. “Le persone normali possono variare di 10 volte le risposte glicemiche a cibi identici. Rispondiamo tutti in modo diverso agli stessi alimenti e l'idea che possiamo tutti seguire gli stessi consigli e limiti calorici non ha più senso. Allo stesso modo non potremmo sentirci a nostro agio con lo stesso seggiolino auto senza regolarlo, solo perché è stato realizzato per la persona media ".

Aggiornamento 11/11/2020

Una revisione degli studi mostra chiaramente la superiorità della dieta chetogenica nel diabete di tipo 2. In particolare migliorano il peso, la glicemia, i trigliceridi, il colesterolo HDL. "La raccomandazione di questa revisione è di considerare la dieta chetogenica come un intervento terapeutico per i pazienti diabetici insieme ai farmaci".

Aggiornamento 30/12/2020
Le nuove linee guida americane appena uscite danno come consiglio di assumere l'85% di calorie giornaliere da alimenti salutari, il restante 15% da usare a discrezione, includendo zuccheri aggiunti e grassi saturi. Specificando che la maggior parte degli americani non copre i suoi fabbisogni di frutta e verdura ed eccede con zuccheri, grassi saturi e sale, le linee vengono riassunte in 3 punti:
  • Coprire i fabbisogni con alimenti nutrizionalmente densi
  • Scegliere la corretta varietà dai diversi gruppi di alimenti
  • Non eccedere con le porzioni
Sempre nelle nuove linee guida americane, sono stati dedicati importanti capitoli a zuccheri aggiunti e alcol.
Per la preoccupazione che gli zuccheri destano per la salute, scrivono i relatori: "l'aggiunta di zuccheri a cibi o bevande fornisce energia, generalmente senza contribuire all'assunzione di nutrienti aggiuntivi", e raccomandano che i bambini di età inferiore a 2 anni non consumino zuccheri aggiunti e per quelli di età pari o superiore a 2 anni, se "meno del 6% dell'energia viene dagli zuccheri aggiunti si è più coerenti con un modello dietetico adeguato dal punto di vista nutrizionale e si evita l'assunzione di energia in eccesso rispetto a un modello con meno del 10% di energia dagli zuccheri aggiunti ".
Per l'alcol "non esiste un livello che migliori la salute", "Bere meno è generalmente meglio per la salute che bere di più", e "prove emergenti indicano che un limite di 1 bevanda al giorno per gli uomini può diminuire il rischio di cancro e malattie cardiovascolari rispetto a livelli di consumo più elevati".
Per quanto riguarda i neonati, "dovrebbero ricevere esclusivamente latte materno per i primi 6 mesi. I neonati dovrebbero continuare a ricevere il latte materno per almeno il primo anno di vita e più a lungo se lo si desidera. I neonati dovrebbero essere alimentati con latte artificiale fortificato con ferro durante il primo anno di vita quando il latte materno non è disponibile e gli infanti dovrebbero ricevere vitamina D supplementare subito dopo la nascita.
A circa 6 mesi, ai bambini si dovrebbero introdurre a una varietà di alimenti complementari densi di nutrienti, inclusi alimenti potenzialmente allergenici. I neonati dovrebbero mangiare cibi ricchi di ferro e zinco, soprattutto se alimentati con latte materno".


Aggiornamento 25/1/2021

Almeno nel breve termine (6 mesi), rispetto alle diete tradizionali, le diete lowcarb hanno il 32% di possibilità in più di indurre remissione del diabete di tipo 2. Sono stati osservati inoltre miglioramenti ampi e clinicamente importanti nella perdita di peso, trigliceridi e resistenza all'insulina, senza eventi avversi.

Aggiornamento 8/1/2023

L'approccio low carb appare essere quello che permette di mantenere la remissione del diabete di tipo 2 per più tempo e di ridurre meglio l'emoglobina glicata in chi ha scarso controllo glicemico. Questo accade soprattutto se la malattia è insorta da poco. Il 77% delle persone dopo un anno e del 20% sul lungo periodo hanno mantenuto il risultato.
Tra le motivazioni, si osserva che la ridotta introduzione di carboidrati permette di controllare meglio l'appetito aiutando nella gestione a lungo termine. Si può anche avere un aumento del dispendio energetico. Insieme alla perdita di peso, anche la riduzione del grasso epatico e pancreatico hanno un importante ruolo. La remissione del diabete significa soprattutto un risparmio in termini di costi sanitari per farmaci e trattamenti.

1 commento:


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