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venerdì 28 ottobre 2016

Carne rossa, al netto del pericolo tumorale


Prendo spunto da un articolo di un medico americano, Sara Gottfried, tra l'altro estimatrice del metodo paleo, quindi al di sopra di ogni sospetto, per parlare della carne rossa, al di là del rischio tumorale accertato, che in realtà negli studi epidemiologici è solo lievemente apprezzabile.

La carne rossa alza gli estrogeni. Per chi soffra di dominanza estrogenica è quindi un male, soprattutto se si soffre di endometriosi e si assumono meno fibre (la tipica dieta occidentale insomma). Gli estrogeni sono legati ad alterazione del bilancio energetico.

Chi ha una particolare variante del gene per i PPAR gamma (un sensore metabolico che si attiva con alcune sostanze tra cui i grassi) tende a ingrassare con i grassi saturi, tipici della carne.

La carne rossa da allevamenti industriali è una delle principali fonti di inquinanti persistenti per il nostro organismo che perturbano flora intestinale e sistemi endocrini.

La carne rossa aumenta il rischio di diabete, gotta e malattia renale. Inoltre salgono la proteina C reattiva (infiammazione) e i marker di danno epatico.

La carne rossa può essere contaminata con batteri resistenti, va sempre cotta correttamente.

La carne rossa ha un forte impatto ambientale: per produrne un kg sono necessari quasi 10 mila litri di acqua.

La carne grass-fed (nutrita a pascolo) ha sicuramente un miglior rapporto tra grassi e maggiori quantità di altri nutrienti come CLA e vitamina A, ma questo non assicura che sia ridotto il potenziale infiammatorio.

La cottura non elimina gli ormoni con potenziale stimolo della crescita.

Per tutti questi motivi, l'articolo conclude suggerendo di sospendere per un periodo di alcune settimane la carne rossa e monitorare gli eventuali miglioramenti nello stato di salute e nella composizione corporea.
Questo alimento è ricco di nutrienti interessanti come ferro, vitamine, carnitina ecc, ma non è essenziale, un po' come i latticini.


https://www.cartoonstock.com/cartoonview.asp?catref=ksmn2664

Aggiornamento 16/12/2016

Il microbiota rilascia dei metaboliti che possono favorire o inibire la proliferazione delle cellule tumorali nell'intestino.

Aggiornamento 22/12/2016

La carne rossa non processata (quindi escluso salumi trattati con nitriti o altri conservanti) non appaiono legati a incremento del rischio cardiovascolare in una revisione dei dati (3 porzioni a settimana, quindi superiore a quanto indicato dalle linee guida). Peccato che l'autore sia finanziato da varie industrie tra cui quelle della carne.


Update 29/12/2016

Per ridurre gli attacchi di asma, meglio una dieta con poche carni lavorate.

Aggiornamento 12/1/2017

La carne rossa aumenta il rischio di diverticolite


Aggiornamento 16/1/2017

Quali cibi dovrebbe escludere chi ha una dominanza estrogenica (troppi estrogeni in corpo)? Alcuni semi (lino, zucca, girasole), alfalfa, liquirizia, legumi, soia in particolare, chiodi di garofano.

Aggiornamento 28/1/2017

Alcuni consigli per bilanciare gli estrogeni con la dieta


Aggiornamento 30/1/2017

Il ferro stimola la crescita di alcuni batteri che possono peggiorare le malattie renali e altre situazioni infiammatorie: è quindi consigliabile, oltre a ridurre le fonti, un miglioramento della flora intestinale.

Aggiornamento 28/2/2017

La carne rossa, specie se processata, aumenta il rischio di mortalità da qualunque causa, in particolare ictus. Tuttavia il suo consumo dopo i 70 anni in quantità superiori a quelle indicate nelle linee guida, può fornire una fonte di proteine e ferro senza troppe conseguenze negative

Aggiornamento 8/3/2017

In un nuovo studio osservazionale, la carne rossa è tra i fattori che aumentano il rischio di morte cardiovascolare e legata al diabete. Gli altri sono bibite gassate e sale ovviamente

Aggiornamento 10/3/2017

I fattori ambientali (alimentazione, fumo ecc) appaiono più importanti della predisposizione genetica nella genesi del tumore intestinale.


Aggiornamento 28/4/2017

Cereali integrali, frutta, verdura e frutta secca riducono la mortalità, mentre carni rosse e processate la aumentano proporzionalmente al consumo

Aggiornamento 12/5/2017

La carne rossa in eccesso negli studi osservazionali aumenta la mortalità e i danni ambientali.

Un tizio fa notare "La supposta pericolosità della carne rossa è soprattutto legata ai nitriti e nitrati ( conservanti negli insaccati ) che si trasformano attraverso la nitrosazione in nitrosammine cancerogene e alle alte temperature di cottura con bruciatura e formazione di benzopirene e idrocarburi cancerogeni nella carne alla piastra. La presenza di ferro di per sé non significa niente se non viene ossidato attraverso la reazione di Fenton e se si assumono antiossidanti da verdure ed agrumi. Pertanto se si mangia carne grass fed senza conservanti ( non insaccati ) e non stracotta o cotta alla brace ed accompagnata da verdure e frutta non sussiste alcun pericolo. Questo studio è fuorviante perché esamina soggetti che mangiano carne NON grass fed quindi di allevamenti industriali intensivi, insaccati con nitrati e nitriti e stracotta alla brace! Pertanto non dice alcunché di nuovo. Si consideri che anche i cereali stracotti e imbruniti sviluppano acrilamide cancerogena....

Questi articoli possono impressionare chi non è uno studioso del settore, ma di fronte alla scienza valgono come il due di briscola, ovvero ZERO!"

Peccato che si parli di un prodotto di nicchia (carne grass fed) e che quasi nessuno la mangi in quel modo.

Aggiornamento 22/5/2017


Gli allevamenti intensivi sono tra i responsabili di alcuni disastri moderni: deforestazione, antibiotico-resistenza, cambiamenti climatici, aumento delle malattie moderne (allergie, diabete e obesità)

Com'è possibile con la dieta ridurre sia il rischio che l'aggressività dei tumori prostatici? Riducendo indice glicemico, carne rossa e latticini, e aumentando omega 3 e vegetali.

Le ragioni della tossicità della carne rossa, in particolare se processata: AGEs, infiammazione, stress ossidativo. Abbinatela sempre a generose porzioni di vegetali per attenuare questi effetti.


Aggiornamento 1/6/2017

Interessante punto di vista sulla carne rossa Viene evidenziato come gli studi, recenti e non, che la legano alle malattie siano fatti considerando carni processate e da animali da allevamento intensivo, mentre quella da allevamento allo stato brado non avrebbe questo stesso effetto e non determina impoverimento del suolo o delle risorse idriche perché gli animali fertilizzano coi loro escrementi e non si abbeverano. Peccato che la carne grassfed sia un prodotto di nicchia praticamente sconosciuto al grande pubblico.

Aggiornamento 24/7/2017

La carne di maiale aumenta il rischio di sclerosi multipla. Inoltre, se non ben cotta, è veicolo di specie pericolose come virus dell'epatite (E in particolare, ma aumenta il rischio generale di cirrosi) e Yersinia, una specie che aumenta il rischio di morbo di Basedow.

Aggiornamento 28/7/2017

Lo stato pessimo degli allevamenti in Italia: uno su 3 è fuorilegge.

Aggiornamento 15/8/2017

Authoritynutrition.com mostra come sostituire i grassi saturi con quelli vegetali abbia fatto più danni che altro. Tuttavia la carne rossa viene sempre più legata alla mortalità.

Aggiornamento 4/9/2017

Gli IPA che si formano durante la cottura delle carni (e nel fumo di sigaretta) sono tra i responsabili della cancerogenicità, e l'intake di carne è direttamente proporzionale al numero di mutazioni presenti nel DNA.
Un particolare IPA, chiamato PhIP, è inoltre dotato di attività estrogenica e per questo particolarmente legato al tumore mammario. e capace di passare nel latte delle donne in allattamento. Utilizzate sempre cotture delicate.

Aggiornamento 24/9/2017

L'OMS ha dichiarato che la carne processata è un cancerogeno, mentre la carne rossa è tra i "probabili cancerogeni". Ma quanto lo è veramente? Mangiando PER ANNI 1 hot dog e un quarto + 6 fette di prosciutto + 3 fettine di pancetta AL GIORNO il rischio di tumore al colon si alza del 18%
È paragonabile al fumo di sigaretta? Il fumo causa il 90% dei tumori polmonari, mentre la carne l'11% di quelli al colon. In totale il fumo causa il 33% dei tumori, la carne l'1%
Vi è comunque una risposta dose dipendente, e più se ne mangia più sale il rischio
La conclusione degli esperti è comunque di evitare le carni processate, limitare quelle rosse e incoraggiare il consumo di pesce e soprattutto vegetali
Ricordiamo inoltre che queste linee guida valgono a  maggior ragione in persone che abbiano un tumore in cura o sopravvissute ai tumori, in cui si incoraggia una dieta plant-based
Vi è inoltre la necessità di ridurre il consumo di carne anche per motivi ecologici


Aggiornamento 29/9/2017

L'eccesso di ferro, evidenziabile con l'esame della ferritina (ed epcidina), è correlato a malattia cardiovascolare e diabete, questo perché funziona da proossidante e altera la funzionalità pancreatica.


Aggiornamento 4/10/2017

Anche il manzo grass fed è responsabile dei peggioramenti climatici, soprattutto perché per creare pascoli si crea deforestazione. L'unica via per salvarci è mangiare meno carne.

Aggiornamento 10/10/2017

Alcuni consigli per ridurre i sintomi dell'endometriosi, tra cui in generale mangiare sano, ma anche probabilmente ridurre carne rossa e mangiare low fodmap e senza glutine.

Aggiornamento 14/11/2017

Il bilanciamento tra nutrienti della carne e la prevenzione delle malattie. I micronutrienti importanti  e difficili da trovare in altri alimenti sono ferro, zinco, selenio e cobalto. Dev'essere allevata in maniera particolare per far sì che abbia omega 3 antinfiammatori.

Aggiornamento 21/12/2017

2 milioni di anni fa la specie umana, diversamente dagli altri primati, ha perso il gene CMAH, responsabile della sintesi di Neu5Gc, uno zucchero infiammatorio che si trova nella carne rossa, ma non in quella bianca.
"L'inattivazione di CMAH durante l'evoluzione umana potrebbe aver liberato gli umani da un numero di agenti patogeni", ha detto Alvarez-Ponce. "Ad esempio, un tipo di malaria che richiede Neu5Gc per l'infezione - altri primati sono suscettibili ad essa, ma non gli umani."

Questa molecola però stimola una risposta immunitaria che alza il rischio di tumori, infiammazione e artrite, ossia i problemi potenzialmente legati al consumo di carne rossa.
Aggiornamento 24/12/2017

Gli aminoacidi ramificati (BCAA) si confermano probabili nemici della glicemia. I topi nutriti senza limiti ma con alimenti a basso tenore di BCAA non ingrassano e non si ammalano di diabete, e quelli già ammalati guariscono. 

Questo avviene soprattutto tramite il blocco degli enzimi lipogenici (che stimolano la sintesi di grassi), e avviene anche se i topi continuano a mangiare zuccheri e grassi, facendo ipotizzare che sia la combinazione di BCAA, zuccheri e grassi a determinare i problemi metabolici.

Aggiornamento 12/3/2018

Secondo un medico statunitense il rischio tumorale della carne si riduce con una forte introduzione di polifenoli da vegetali

Aggiornamento 4/6/2018


Una revisione dei dati fa il punto sul legame tra dietoterapia come cura complementare a quelle classiche nei tumori. Il link tra obesità, tumori e alimentazione è dato da infiammazione (soprattutto del tessuto adiposo), alterazione dei metabolismi cellulari, aumento dei fattori di crescita, induzione dell'angiogenesi (nascita di nuovi vasi sanguigni che nutrono le cellule tumorali), alterazione dei ritmi sonno-veglia e del microbiota. Per quanto riguarda l'efficacia della dieta, "sono in corso di valutazione studi preclinici e clinici su presunti interventi dietetici antitumorali, tra cui restrizione calorica (CR), digiuno intermittente, dieta low fat e dieta chetogenica, alcuni dei quali si mostrano promettenti nel ridurre il rischio di cancro. Gli studi clinici in corso stanno anche valutando l'utilizzo di questi interventi dietetici come terapia adiuvante. Le prove limitate di questi studi suggeriscono che la CR, il digiuno intermittente e la dieta chetogenica possono migliorare la risposta e/o ridurre gli effetti collaterali della terapia. Gli studi futuri dovranno concentrarsi sulla sicurezza e sui benefici aggiuntivi oltre a quelli delle attuali terapie e considerare il potenziale degli interventi dietetici per sensibilizzare i pazienti e migliorare la risposta terapeutica a chemioterapia o radioterapia a dosi più basse".


Aggiornamento 17/6/2018

Le persone con una certa variante del gene APOA2 (implicato nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo) tendono a ingrassare e avere malattie cardiovascolari con una dieta ricca in grassi saturi.
Queste persone probabilmente non hanno buoni risultati con dieta chetogenica, lowcarb o paleodieta


Aggiornamento 28/6/2018

Alfa-gal, uno zucchero tipico della carne rossa, è in grado di stimolare una risposta immunitaria in soggetti predisposti e alzare il rischio cardiovascolare
Aggiornamento 18/7/2018
Il consumo di carni conservate si associa alle manie, caratterizzate da iperattività, insonnia ed euforia. Questo può essere dovuto ai nitrati che alterano i batteri intestinali, favorendo alcune vie legate al disturbo bipolare.
Somministrare probiotici può ridurre gli episodi maniacali.
Aggiornamento 24/7/2018

Tra le indicazioni per ridurre il rischio di gotta, ridurre carni rosse, il pesce, gli alcolici (birra e superalcolici) e il fruttosio industriale


Aggiornamento 31/8/2018

Il consumo di 2 porzioni al giorno di carne rossa o di 5 alla settimana di carne rossa processata aumenta il rischio di endometriosi.
Frutta e verdura, in particolare agrumi, sono associati a riduzione.

Aggiornamento 6/9/2018

La ferritina alta, che si ha in caso di introduzione eccessiva di ferro, sembra associata col rischio di gotta
Aggiornamento 9/11/2018

La dieta infiammatoria, fatta con alimenti raffinati, fritti, carni rosse e lavorate, bibite gassate, solanacee (pomodori, peperoni, patate ecc) è associata a progressione della malattia renale. Vegetali a foglia e pesce azzurro appaiono invece protettivi.
Aggiornamento 12/12/2018

La carne rossa alza il rischio cardiovascolare perché aumenta la concentrazione di un composto, chiamato TMAO. 
"Lo studio ha mostrato che il consumo cronico di carne rossa ha aumentato la produzione di TMAO da parte dei microbi intestinali e ridotto l'efficienza  dei reni nell'espellere la carnitina e i suoi derivati (precursori di TMAO). Sia la maggiore produzione che la riduzione dell'eliminazione causata da una dieta a base di carne rossa contribuiscono all'aumento dei livelli di TMAO, che è stato collegato allo sviluppo di aterosclerosi e complicanze della malattia cardiaca".
I meccanismi esatti con cui  TMAO agisca sulle malattie cardiache sono complessi. Ricerche precedenti hanno dimostrato che  TMAO aumenta i depositi di colesterolo nelle cellule della parete arteriosa. Studi condotti dai ricercatori suggeriscono anche che la sostanza chimica interagisce con le piastrine, le cellule del sangue responsabili delle normali risposte della coagulazione, in modo da aumentare il rischio di  coaguli e  quindi infarti e ictus.

È probabile che una generosa introduzione di vegetali moduli il microbiota in modo da ridurre la formazione di TMAO


Aggiornamento 17/12/2018

Dieta e fertilità maschile.
Diete sane e ricche di alcuni nutrienti come acidi grassi omega-3, alcuni antiossidanti (vitamina E, vitamina C, β-carotene, selenio, zinco, criptoxantina e licopene), altre vitamine (vitamina D e acido folico) e basse in acidi grassi saturi e trans sono inversamente associate a bassa qualità dello sperma

Diete ricche in carne lavorata, alimenti a base di soia, patate, latticini e prodotti lattiero-caseari interi, formaggio, caffè, alcol, bevande zuccherate e dolci sono state associate negativamente alla qualità dello sperma in alcuni studi. Per quanto riguarda le chance di gravidanza, un'elevata assunzione di alcol, caffeina, carne rossa e lavorata nei maschi ha un'influenza negativa sulla  sui tassi di fecondazione della  loro partner.


Aggiornamento 31/12/2018

Secondo una ricerca che ha incrociato i dati, la migliore dieta per la pressione alta si conferma la DASH. "I risultati della presente meta-analisi hanno importanti implicazioni cliniche e di salute pubblica, suggerendo che modifiche dietetiche caratterizzate da un elevato consumo di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, semi oleosi e latticini e basso consumo di carne rossa e lavorata , bevande zuccherate e sodio sono un metodo efficace per controllare la pressione sanguigna nelle popolazioni con pre-ipertensione e ipertensione".

Aggiornamento 3/1/2019

Come si fa a ridurre l'impatto della nostra alimentazione sull'ambiente? I consigli sono di ridurre carne rossa e latticini, utilizzare fonti di prodotti ittici sostenibili, evitare gli sprechi.


Aggiornamento 16/1/2019


L'alimentazione ha un impatto importante sui cambiamenti climatici e sull'inquinamento globale. Le linee guida per ridurre il suo impatto ambientale ci indicano di consumare meno prodotti animali, soprattutto da ruminanti, più alimenti vegetali, ridurre gli eccessi di consumo e sprecare meno cibo


Aggiornamento 19/1/2019


L'entomofagia (l'uso degli insetti come alimento) è il futuro? "Vedo un enorme potenziale negli insetti per migliorare la salute umana e anche la sostenibilità ambientale", ha detto Valerie Stull, PhD. Quanto sono nutrienti? Uno studio del 2016 ha dimostrato che, rispetto a carne di manzo, pollo e maiale, hanno contenuto simile in calorie, proteine e grassi saturi; inferiore nel grasso totale; e più in alto in sodio. Sono anche più alti in calcio, ferro, vitamine A e C e riboflavina. Come altri insetti e molluschi, i grilli hanno un esoscheletro composto da chitina, una fonte di fibre unica e non digeribile, con importanti effetti a livello intestinale. "Il consumo di grilli è stato collegato con l'aumento di 5 tipi di batteri, tra cui il Bifidobacterium animalis, un ceppo commerciale che migliora la funzionalità intestinale, protegge dalla diarrea e riduce alcuni effetti avversi del trattamento con antibiotici".


Aggiornamento 5/3/2019

Attenzione agli integratori di ferro: possono favorire una selezione dei batteri patogeni e provocare irritazione e infiammazione intestinale

Aggiornamento 9/3/2019

90 grammi al giorno di cereali integrali riducono il rischio di tumore del colon retto del 17%


In uno studio fatto su 219 bambini con sclerosi multipla recidivante intermittente, ogni 10% di aumento di calorie da grassi saturi triplica il rischio di ricaduta, mentre ogni porzione di vegetali lo dimezza

Aggiornamento 10/3/2019

Secondo l'ultimo studio prospettico che ha revisionato i dati su oltre mezzo milione di persone, la sostituzione isocalorica del 5% dell'energia degli SFA (grassi saturi) con i MUFA (monoinsaturi) vegetali è stata associata  alla riduzione del 15%, 10%, 11% e 30% di mortalità totale, cardiovascolare (CVD), cancro e malattia respiratoria rispettivamente. La sostituzione isocalorica del 2% di SFA con acido linoleico è stata associata a mortalità totale inferiore (8%), CVD (6%), cancro (8%), malattia respiratoria (11%) e diabete mellito (9%).
L'assunzione di SFA, acidi grassi trans (TFA), MUFA  di origine animale, acido α-linolenico (ALA, omega 3 a catena corta) e acido arachidonico (AA, omega 6 a catena lunga) è stata associata a mortalità più elevata. L'apporto dietetico di PUFA (grassi polinsaturi) marini omega-3 e la sostituzione di SFAs con MUFA di origine vegetale o acido linoleico (LA) sono stati associati a una mortalità totale inferiore da CVD e altre cause specifiche. L'effetto protettivo di LA non sembra valere nelle persone con malattia cardiovascolare.
L'assunzione di AA è stata associata a mortalità totale, CVD, cancro e per malattia respiratoria più elevate. Sebbene sia un derivato di LA, l'assunzione di AA in eccesso può indurre effetti proinfiammatori e protrombotici, e quindi alla base di cambiamenti patofisiologici
Il rischio per la salute osservato con ALA può essere ascritto alla presenza di trans-ALA nel cibo, in particolare quello cotto. A causa della natura della sua struttura (molti doppi legami), l'ALA è da 12 a 15 volte più facilmente trasformabile in trans rispetto a LA e fino al 40% di ALA può essere presente come isomero trans.
"Questi risultati supportano le recenti linee guida dietetiche del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, che raccomandano di eliminare l'assunzione di TFA da alimenti trasformati come cibi fritti, cracker e margarina e di sostituire gli SFA (principalmente da carni rosse) con MUFA e PUFA (presenti negli oli vegetali). Inoltre, i nostri risultati suggeriscono che il consumo di MUFA da fonti vegetali e PUFA da alimenti ricchi di LA e di acidi grassi marini omega-3 dovrebbe essere incoraggiato per la salute generale e il controllo di varie malattie croniche".


Aggiornamento 14/3/2019

Migliorare la qualità della dieta, aumentando frutta, verdura, legumi, semi oleosi, cereali integrali, pesce e riducendo la carne rossa, porta a riduzione del grasso ectopico, quello che si deposita tra gli organi (viscerale e pericardico) e aumenta il rischio di malattia. I risultati sono stati verificati con TAC dopo 6 anni di follow-up.

Aggiornamento 28/3/2019

In una revisione degli studi, la carne rossa aumenta il rischio di tumore al seno del 6% (ritenuto non significativo) mentre quella processata del 9% "I lavori precedenti hanno collegato il rischio aumentato di alcuni tipi di cancro al consumo più elevato di carne lavorata, e questa recente meta-analisi suggerisce che il consumo di carne trasformata può aumentare anche il rischio di cancro al seno, quindi ridurre la carne lavorata sembra essere utile per la prevenzione del cancro al seno" ha detto l'autore principale Dr. Maryam Farvid, dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health.

Aggiornamento 15/4/2019

Sostituire la carne rossa con proteine vegetali porta ad un miglioramento del quadro lipidico. 

"Chiedere 'La carne rossa è buona o cattiva?' è inutile ", ha detto Meir Stampfer, professore di epidemiologia e nutrizione e coautore  dello studio. "Ci si deve chiedere: rispetto a cosa? " Se sostituisci gli hamburger con biscotti o patatine fritte, non diventi più sano, ma se sostituisci la carne rossa con fonti di proteine vegetali sane, come noci e fagioli, ottieni un beneficio per la salute", consigliando in sostanza una dieta mediterranea

Aggiornamento 30/4/2019

Chi mangia 500g di carne rossa a settimana ha il 20% di rischio in più di tumore al colon-retto rispetto a chi ne mangia 150g. Per la carne processata lo stesso incremento del rischio si ha confrontando 35g e 200g a settimana.

Cereali e pane con fibre appaiono protettivi.

Aggiornamento 18/5/2019

I punti salienti di una revisione narrativa dei dati nel dibattito sui grassi, tra gli autori Mozaffarian, uno dei maggiori epidemiologi nutrizionali al mondo.
Oltre al loro ruolo di combustibile metabolico, gli acidi grassi modulano diversi processi cellulari tra cui regolazione della trascrizione genica, struttura e funzione della membrana cellulare e degli organelli, attività dei canali ionici ed elettrofisiologia.
I diversi grassi, saturi, mono o polinsaturi, possono avere un diverso effetto sulla salute influenzando queste funzioni.
I diversi tipi di grassi hanno fonti dietetiche molto diverse, considerare le fonti alimentari e i tipi separatamente potrebbe essere più significativo per comprendere i loro effetti sulla salute.
L'evidenza generale sostiene fortemente i benefici cardiometabolici dei grassi polinsaturi, sia omega 3, soprattutto dei prodotti ittici, che omega 6.
Ma soprattutto le persone consumano cibi, non singoli acidi grassi. Pertanto, l'orientamento e le politiche per migliorare le diete della popolazione generale dovrebbero porre maggiore enfasi su alimenti specifici anziché sui tipi di grassi alimentari. Gli unici grassi sicuramente dannosi per la salute sono quelli trans, presenti in alimenti fritti e prodotti da forno. I grassi sono comunque importanti e le diete con un quantitativo troppo basso possono non essere salutari, così come le diete con eccessi. Il range ideale appare essere tra il 20 e il 35% delle calorie.
Per quanto riguarda i grassi saturi, vi è un'eterogeneità di effetti sulla salute legata ai diversi alimenti ricchi in saturi, come carne rossa non trasformata, carne lavorata, pollame, formaggio, yogurt, latte, noci, avocado e oli tropicali, in maniera simile a come avviene per le fonti di carboidrati, per cui sarebbe bene effettuare raccomandazioni su alimenti specifici più che su semplici percentuali. Una delle fonti principali, la carne rossa, è un alimento controverso. Mentre la carne processata è sicuramente dannosa, una o 2 porzioni a settimana di carne rossa sembrano non essere problematiche. Vi è ancora bassa evidenza che la carne grass-fed sia più sana, sebbene la paleodieta possa sicuramente portare a miglioramenti metabolici. Resta il forte impatto ambientale a creare problemi.
Altre fonti di grassi saturi sono gli oli tropicali. solitamente sconsigliati. Quelli vergini possono contenere importanti nutrienti, come i carotenoidi, vitamina E, potassio e composti fenolici, che potrebbero tutti avere benefici per la salute.
Per quanto riguarda i polinsaturi, il rapporto tra omega 3 e omega 6 può essere importante. Gli omega 3 possono essere integrati ragionevolmente e senza pericoli da persone che non mangiano pesce e hanno un rischio cardiovascolare noto. Sostituire calorie da carboidrati con omega 6 appare ugualmente benefico per il rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 29/5/2019

Che legame c'è tra l'inquinamento, cibo e asma? Il benzo(a)pirene, componente degli idrocarburi ma anche della carne e della pizza bruciacchiate, attiva un recettore (detto degli arili) che potenzia la risposta allergica infiammatoria, per esempio agli acari, e lo stress ossidativo.
L'uso di NAC, usato come mucolitico e precursore del glutatione, riduce questa risposta.

Aggiornamento 5/6/2019
Esiste una connessione tra intestino e cervello, e questi organi si influenzano a vicenda.
"A causa di questa forte legame cerebrale, lo stress e una varietà di emozioni negative come ansia, tristezza, depressione, paura e rabbia possono influenzare il sistema gastrointestinale (GI). Questi trigger possono accelerare o rallentare i movimenti del tratto gastrointestinale e del contenuto al suo interno; rendere il sistema digestivo eccessivamente sensibile al gonfiore e ad altri segnali di dolore; rendere più facile per i batteri attraversare il rivestimento dell'intestino e attivare il sistema immunitario (permeabilità intestinale); aumentare l'infiammazione nell'intestino; e cambiare il microbiota intestinale (i tipi di batteri che risiedono nell'intestino). Ecco perché lo stress e le forti emozioni possono contribuire a influenzare o peggiorare una varietà di condizioni gastrointestinali come la malattia infiammatoria dell'intestino (morbo di Crohn e colite ulcerosa), la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) e le allergie e sensibilità alimentari.
I cambiamenti negativi nel sistema GI possono quindi influenzare il cervello, creando un circolo vizioso. Ad esempio, una nuova ricerca sta dimostrando che l'aumento dell'infiammazione intestinale e i cambiamenti nel microbioma intestinale possono avere effetti profondi in tutto il corpo e contribuire alla fatica cronica, alle malattie cardiovascolari e alla depressione.
Abbiamo anche imparato che determinati tipi di alimenti possono scatenare reazioni specifiche nell'intestino di individui sensibili. In questi casi, diete specifiche, come la FODMAP o evitare certi cibi per il GERD, possono essere utili per la gestione dei sintomi. La dieta influenza anche profondamente il microbioma intestinale. Ad esempio, mangiare una dieta più vegetale con pochi carboidrati raffinati e poca o nessuna carne rossa porta spesso a un microbioma più sano. Questi cambiamenti nella dieta a loro volta riducono l'infiammazione intestinale e possono aiutare a ridurre sintomi sistemici come affaticamento o depressione e il rischio di malattie cardiovascolari.
Sebbene la situazione di ciascuna persona sia unica, si può trovare spesso che una combinazione di approcci integrativi può essere utile per ridurre i sintomi della GI e ristabilire sia un intestino sano che una mente sana".
Aggiornamento 16/6/2019

Ogni porzione giornaliera in più di carne rossa processata aumenta il rischio di morte per qualsiasi causa del 17% a 8 anni di distanza. Il rischio di morte cardiovascolare cresce del 19% e quello di morte legata a malattie neurodegenerative del 57%. I risultati per la carne rossa non processata sono di lieve incremento non significativo.
Sostituire la carne rossa con alimenti proteici vegetali di buona qualità (legumi e frutta oleosa) migliora il quadro lipidico (colesterolo totale e LDL)


Aggiornamento 21/6/2019

L'essere umano è molto più propenso ad avere malattie autoimmuni rispetto agli animali. Probabilmente uno dei motivi è che vive in un ambiente troppo pulito (teoria dell'igiene) in confronto a quello per cui si è evoluto. Un altro fattore può essere la carne rossa. Infatti nella sua storia evolutiva l'uomo ha perso la possibilità di sintetizzare Neu5Gc, uno "zucchero di membrana", con accumulo di Neu5Ac; queste molecole sono dette acidi sialici, fanno parte dei "glicani", e sono presenti nelle carni degli altri mammiferi. 
In questo modo il sistema immunitario può essere più "cattivo" e protettivo nei confronti di virus e batteri, ma contemporaneamente attaccare, per questioni di mimetismo molecolare, le nostre strutture che inglobano l'acido sialico proveniente dall'alimentazione, che per questo è stato chiamato "xeno-autoantigene".
È possibile quindi consigliare di evitare la carne rossa e sostituirla con la carne bianca o col pesce e verificare un eventuale miglioramento.

"I complessi ruoli dei glicani in molti aspetti rilevanti del sistema immunitario meritano maggiore attenzione negli studi sull'autoimmunità".

Aggiornamento 28/6/2019

Un patogeno riscontrabile in latte e carne bovina può essere legato al rischio di cancro. Non si tratta di virus o batteri ma di un "plasmidoma", un elemento di DNA a singolo filamento legato a strutture proteiche, capaci di indurre infiammazione. Gli stessi ricercatori parlano di dati preliminari da cui è impossibile trarre conclusioni, e l'hanno chiamato BMMF (Bovine Milk and Meat Factors).
Il rischio non può essere quantificato, per cui i ricercatori dicono di non variare le attuali linee guida sulle porzioni di carne e latticini. Si raccomanda però di non dare latte vaccino troppo presto (anche le linee guida lo sconsigliano prima dell'anno di età).

"Dopo l'infezione, si pensa che i patogeni inducano una reazione cronica-infiammatoria in alcuni tessuti (colon, seno) che possono favorire lo sviluppo del cancro nel tessuto circostante (in particolare il cancro del colon, possibilmente anche il cancro alla mammella e alla prostata). L'epidemia della malattia non dovrebbe verificarsi prima di alcuni decenni dopo l'infezione vera e propria. Si pensa che il BMMF abbia un effetto cancerogeno indiretto, il che significa che non sono coinvolti direttamente nei processi molecolari promuoventi il ​​cancro delle cellule, ma creano un  "ambiente cancerogeno" attraverso l'infiammazione cronica. Per la ragione dichiarata, la DKFZ conclude che non esiste una causalità diretta tra un'infezione con BMMF e cancro del colon, per esempio, ma che il BMMF condivide una parte del rischio di cancro al colon che non può essere quantificato esattamente".

Aggiornamento 14/7/2019
Che rapporto di rischio c'è tra consumo di prodotti animali e malattia ischemica? Secondo uno studio prospettico fatto su circa 400 mila europei della durata di 12 anni, la carne rossa e processata aumenta il rischio (19% ogni 100g). Per quanto riguarda gli altri alimenti, il latte lo aumenta in modo non significativo, mentre yogurt e formaggio lo riducono (ad indicare che il latte non ha gli stessi effetti dei suoi derivati); le uova lo riducono (7% ogni 20g); il pesce grasso lo riduce, mentre carne e pesce bianchi appaiono neutri.
I risultati appaiono mediati dagli effetti sui lipidi plasmatici e sulla pressione sanguigna.

Aggiornamento 11/8/2019
α-Gal, principale antigene della carne rossa, potrebbe essere correlato con la spondilite anchilosante

.Aggiornamento 28/8/2019

Una dieta senza carne rossa, latticini e grano, alimenti industriali, con una piccola integrazione enterale, è capace di mandare in remissione il morbo di Crohn nei bambini.

Aggiornamento 20/9/2019

Le prossime linee guida alimentari per gli americani rischiano di essere pesantemente influenzate da Trump e la sua cricca di finanziatori che sostengono Big Food, dimenticando le indicazioni sulla salute e sul clima (ridurre la carne rossa).
Aggiornamento 5/10/2019

In questi giorni si discute molto su una linea guida emessa da un gruppo di ricercatori indipendenti secondo cui non vale la pena modificare il consumo di carne rossa e/o processata, perché tali modifiche avrebbero basso impatto sulla salute pubblica e le persone non avrebbero tanta voglia di farle. Secondo un documento di Harvard T.H. Chan School of Public Health queste raccomandazioni non sono il linea con l'evidenza scientifica attuale, sia per quanto riguarda la salute sia l'ambiente."Per migliorare sia la salute umana che la sostenibilità ambientale, è importante adottare modelli dietetici ricchi di cibi sani a base vegetale e relativamente bassi in carni rosse e trasformate". Lo stimato collega Maurizio Tommasini prova a fare un po' di chiarezza.

Mi segnala inoltre Renata Alleva che il principale autore non ha segnalato di esser stato dipendente dell'industria della carne. Un articolo in pieno conflitto d'interessi insomma.
Aggiornamento 15/10/2019

Continuano le critiche al lavoro sull'innocuità della carne rossa: l'esclusione dei lavori da considerare nella metanalisi è stata fatta in modo da eliminare i risultati contrari alla carne rossa.

Aggiornamento 19/10/2019
Secondo il rapporto su clima e nutrizione di Lancet, "sono noti i legami tra consumo eccessivo di carne e obesità e relativi malattie non trasmissibili (diabete, tumori ecc). Un consumo eccessivo di carne può contribuire all'obesità. il consumo di carne rossa (in particolare carne processata) è associato ad un aumentato rischio di malattie non trasmissibili compresi malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori.
Gli alimenti di origine animale, compresa la carne, forniscono una ricca fonte ad elevata biodisponibilità di micronutrienti, soprattutto per i bambini piccoli, e apportano un contributo importante alle diete di alta qualità se consumati con moderazione. In molte regioni, la produzione di bestiame è anche un importante contributo ai mezzi di sussistenza, al reddito familiare e alla ricchezza nazionale, e nelle aree semi-aride e aride ci sono spesso pochi altri usi produttivi del territorio. Tuttavia, la produzione di mangimi per il bestiame può distogliere il cibo dal consumo umano diretto e minacciare la sicurezza alimentare e il sostentamento delle popolazioni per l'espansione di terreni coltivati ​​per la produzione di mangimi (vedi Amazzonia), che è anche un'importante causa di deforestazione".
Si stima che gli allevamenti contribuiscano per il 19% ai gas serra e per il 70% al consumo delle risorse agricole.
Anche il cibo spazzatura ha un impatto ambientale (fino al 39% tra acqua, CO2, energia e sfruttamento del terreno) e ridurre il suo consumo è una priorità per l'ambiente e la salute. In Messico la sugartax è stata efficace nel ridurre il consumo di bibite zuccherate fino all'11%
Aggiornamento 9/11/2019
Gli alimenti salubri sono solitamente anche a basso impatto ambientale. L'eccezione è rappresentata dal pesce, che è sano ma è ha forte impatto dal punto di vista ambientale

Aggiornamento 9/1/2020
Vengono pubblicate le correzioni al lavoro sulla carne rossa, che affermava la sua innocuità. Un autore non aveva dichiarato il suo conflitto d'interesse.
Aggiornamento 15/1/2020
Anche JAMA parla del caso di Annals sulla carne rossa, chiarendo perché è difficile fare ricerca sulla nutrizione e insistendo sul conflitto d'interessi, che probabilmente colpisce anche chi sembra indipendente (Harvard)
Aggiornamento 23/2/2020
Secondo una metanalisi degli studi prospettici, fatta su oltre 7 mila persone seguite per 13 anni, un più alto intake proteico aumenta la mortalità da tutte le cause, in particolare cardiovascolare. Se però aumentano le proteine di origine vegetale, essa su riduce. Queste conclusioni supportano le attuali linee guida secondo cui dovremmo aumentare gli alimenti vegetali e ridurre quelli di origine animale.
Aggiornamento 8/3/2020
Il ferro emico, presente nella carne ma non nei vegetali, può promuovere il tumore al colon i diversi modi: stress ossidativo, infiammazione, alterazione del microbiota e proliferazione cellulare. Questo non significa che chi mangia carne avrà un tumore, né che chi non la assume non si ammala. Il rischio è trascurabile per chi ne assume in quantità da linee guida (una-due volte a settimana, e saltuariamente quella processata con nitriti), e viene sicuramente ridotto dall'alta assunzione di fibre e polifenoli, che controbilanciano l'effetto negativo sul microbiota. Raccomandazioni che in pochi seguono.
Aggiornamento 7/9/2020
Il consumo di carne rossa o carne rossa processata cotta ad alta temperature porta a un incremento significativo degli AGEs, sostanze tossiche che aumentano il rischio cardiovascolare e di diabete, insieme a quello tumorale, autoimmune ecc

Aggiornamento 13/9/2020

Come spiega la dott.ssa Baroni, gli allevamenti grassfed, essendo derivati da disboscamento, possono inquinare più di quelli convenzionali

Aggiornamento 22/9/2020

La carne rossa può avere un impatto negativo sul microbiota, favorendo alcune specie infiammatorie

Aggiornamento 27/10/2020

L'introduzione di carne rossa e latticini, che contengono Neu5Gc, correla con gli anticorpi per questa molecola, e quindi potenzialmente con una risposta infiammatoria.


Aggiornamento 2/11/2020

Si suppone che le diete ricche in prodotti animali aumentino il rischio cardiovascolare (anche) tramite TMAO, un metabolita che deriva elementi tipici dei prodotti animali (carnitina, colina ecc). Un genere batterico, Bilophila, impedisce la produzione di TMAO, aumenta con l'introduzione di carne, ed è negativamente correlata con le malattie cardiovascolari (riduce il rischio). Probabilmente Bilophila, visto come un patobionte, è uno dei "ponti" tra dieta e longevità

Aggiornamento 22/11/2020

Qualcuno vi ha mai detto che, a seconda dei metodi di cottura e del cibo, si formano più o meno AGEs, sostanze glicate che infiammano il corpo e influenzano negativamente il metabolismo, sia energetico che immunitario? No, vi dicono solo "è la dose che fa il veleno" e "non esistono cibi buoni e cibi cattivi", fermi al 19° secolo della nutrizione.
"Sulla base dell'attuale conoscenza, le linee guida generali per ridurre il consumo di AGEs possono includere: (1) scegliere cibi a basso contenuto di AGEs, ad esempio cereali integrali, latte e carne meno lavorati, verdura e frutta; (2) evitare o ridurre prodotti alimentari industriali, ad esempio carni e cereali processati, formaggi, snack e bevande zuccherate; (3) applicare procedure di cottura con acqua, ovvero bollitura, cottura a vapore e stufatura, invece di metodi di riscaldamento a secco ad alta temperatura, ovvero frittura, cottura al forno, arrosto e grigliatura; (4) adottare abitudini di vita sane, compreso limitare il fumo e l'assunzione di alcol e praticare attività fisica.
Anche marinatura e uso di spezie possono ridurre la formazione di AGEs.

Aggiornamento 19/2/2021

Non sono ancora state individuate varianti geniche che suggeriscano che una dieta chetogenica (KD) sia vantaggiosa o controindicata. Alcune difetti genetici metabolici (che impediscono l'uso dei chetoni o dei grassi) sono controindicazioni che possono risultare letali. La selezione naturale "artica" ha invece reso "quasi letale" la dieta occidentale per gli eschimesi, popolazioni abituate a una dieta quasi priva di carboidrati. In condizioni che includono sindrome da deficit del trasportatore di glucosio 1 (GLUT1), deficit di piruvato deidrogenasi (PDC), epilessia resistente ai farmaci, malattia da accumulo di glicogeno, disturbi mitocondriali, disturbi del ciclo dell'urea, disturbi del metabolismo delle purine e disturbi del metabolismo degli aminoacidi la KD può essere quasi una cura.
Una risposta particolare è stata invece individuata per il colesterolo.
"Circa una persona su quattro sperimenta aumenti del colesterolo LDL quando segue una KD. Questi individui sono spesso indicati come "rispondenti elevati" (hyperresponders). Sebbene i meccanismi biologici di questa risposta non siano ancora chiari, sappiamo che alcune varianti genetiche possono predisporre alcune persone a produrre più colesterolo o ridurre la sua clearance del sangue con una dieta ricca di grassi. Diversi polimorfismi comuni a singolo nucleotide (SNP) che aumentano le LDL-C e mutazioni rare sono stati identificati e collegati a malattie metaboliche e cardiovascolari nel contesto di una dieta obesogena ad alto contenuto di grassi (oHFD) occidentalizzata ricca sia di grassi che di carboidrati raffinati. [...]
Tuttavia, non ci sono ancora prove sul fatto che queste varianti possano costituire una controindicazione a KD, sebbene alcuni rapporti genetici diretti al consumatore facciano queste affermazioni. Alcuni studi indicano che l'aumento del C-LDL osservato su KD e altre diete ad alto contenuto di grassi a basso contenuto di carboidrati riflette un aumento della dimensione delle particelle di C-LDL piuttosto che del numero, un cambiamento che è associato a un ridotto rischio cardiovascolare e accompagnato da un miglioramento della altri fattori di rischio cardiovascolare come TG e HDL. D'altra parte, anche le particelle LDL di grandi dimensioni possono diventare aterogeniche in presenza di fattori genetici che riducono la clearance delle LDL come nel caso della ipercolesterolemia familiare e di altri disturbi lipidici. Pertanto, non abbiamo ancora una risposta alla domanda a cui i professionisti tengono di più: quali pazienti farebbero meglio con KD e quali pazienti farebbero peggio? In assenza di linee guida basate sull'evidenza, i medici che gestiscono pazienti che sono `` iper-responder '' alla KD in genere seguono un approccio pragmatico che coinvolge anche la valutazione di marker cardiovascolari aggiuntivi (p. Es., Numero di particelle LDL, TG, HDL, punteggio del calcio coronarico) così come storia familiare di malattie cardiovascolari. Se questi marker vengono alterati, i pazienti possono prendere in considerazione l'interruzione della KD o l'inizio di un farmaco per abbassare il colesterolo. Con i pazienti che esprimono il desiderio e la disponibilità di dare a KD un'ultima possibilità, una pratica comune è quella di far ridurre la quantità di carne rossa e sostituire i grassi saturi con grassi insaturi e sperimentare (Ethan Weiss, comunicazione personale).

Aggiornamento 31/3/2021

Secondo lo studio PURE, la carne processata (150g a settimana Vs 0) aumenta la mortalità cardiovascolare del 51%. Non sono state trovate associazioni significative con carni bianche e rosse

Aggiornamento 23/3/2021

Per aiutare la salute e l'ambiente, alcuni ricercatori hanno evidenziato che dovremmo "ridurre il consumo di alimenti con gli impatti più negativi sulla entrambi, tra cui carne lavorata, manzo, gamberi, seguiti da carne di maiale, agnello e verdure coltivate in serra". Quindi carne rossa in primis ed evitare vegetali non di stagione.
Invece "aumentare gli alimenti più benefici dal punto di vista nutrizionale, tra cui frutta e verdura coltivate in campo, legumi, noci e frutti di mare a basso impatto ambientale" fa bene alla salute e all'ambiente.
Lo studio ha calcolato che sostituire il 10% dell'apporto calorico giornaliero da carne di manzo e carni lavorate con un mix di frutta, verdura, noci, legumi e frutti di mare selezionati potrebbe ridurre di un terzo l'impronta di carbonio dovuta alla dieta e consentire alle persone di guadagnare 48 minuti di salute al giorno.

Aggiornamento 4/9/2022

Il consumo di carne rossa, sia fresca che processata, è associato a un aumento del rischio cardiovascolare del 22%. Il meccanismo appare essere la presenza di carnitina che viene metabolizzata dai batteri a composti (TMAO, γ-butirobetaina e crotonobetaina) che favoriscono l'aterosclerosi. Anche il ferro eme appare essere infiammatorio. Carne bianca, uova e pesce non sembrano associati con aumentato rischio.

Aggiornamento 16/2/2023

L'aglio e i vegetali della sua famiglia sembrano poter ridurre il rischio di tumore gastrico.
"Le verdure della famiglia dell'aglio contengono composti organosulfurei (OSC), in particolare composti allil-solfati e flavonoidi, che esercitano attività antibatteriche e antiossidanti. È stato dimostrato che i componenti antiossidanti inibiscono la transizione dalla mucosa atrofica a quella metaplastica causata dagli N-nitroso composti (derivati della carne processata), impediscono la progressione delle cellule tumorali e l'angiogenesi e ne inducono l'apoptosi. Inoltre, gli OSC possono sopprimere la crescita di H. pylori".
Lo stesso effetto non sembra attribuibile alla cipolla in quanto contiene meno composti sulfurei.


Aggiornamento 10/5/2023

Il 70% dei casi di diabete di tipo 2 appaiono legati a una dieta subottimale, in particolare scarso consumo di cereali integrali ed eccessivo consumo di cereali raffinati e carne processata. Eccesso di succhi di frutta e ridotto introito di verdura, frutta secca e semi appare avere un impatto inferiore.


Aggiornamento 13/10/2023

Una dieta mediterranea antinfiammatoria, supplementata con kefir e curcuma, è stata sperimentata su persone con dolori reumatici cronici. La dieta prevedeva esclusione di carne rossa, latte e glutine.
I dolori e la qualità della vita sono migliorati. Anche la qualità del sonno è migliorata.

Aggiornamento 29/11/2023

Secondo uno studio la carne rossa non processata aumenta i marker di infiammazione solo in persone con BMI elevato, quindi non nei normopeso.

Aggiornamento 4/12/2023

TMAO è un metabolita infiammatorio legato alla colina e alla carnitina che si forma soprattutto in seguito all'introduzione di alimenti animali. I suoi livelli sono associati a malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
Nel modello animale i mirtilli (ma non le fragole) modulano il microbiota in modo da ridurre la quantità di TMAO.

Aggiornamento 4/2/2024

Secondo una revisione degli studi la carne bianca non ha effetti benefici o negativi nei confronti del diabete di tipo 2 o delle malattie cardiovascolari. Ulteriori studi sono necessari per quella processata (con additivi aggiunti) o per il confronto della sostituzione della rossa con la bianca.