Molte persone non hanno a cuore la propria salute, e non si rendono conto di quanto un problema di glicemia, che più avanti molto probabilmente sfocerà in diabete, sia da non sottovalutare.
Secondo uno
studio, un semplice mezzo per ridurre la glicemia dopo il pasto è quello di introdurre il pasto proteico prima di quello glucidico.
In parole più semplici mangiare il secondo precedentemente al primo.
Sottolineato che questo non è necessariamente la cosa
migliore per tutti, è un piccolo sforzo che può dare un minimo contributo alla salute.
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http://healthhabits.files.wordpress.com/2008/05/type-2-diabeetus.jpg gatto con obesità centrale, fattore di rischio per il diabete |
Aggiornamento 16/10/2016
La mela
influenza minimamente, grazie ai suoi nutrienti, la glicemia, anche in chi abbia problemi metabolici.
Aggiornamento 9/6/2017
Il diabete crea le condizioni per la crescita della candida, con alti livelli di glucosio che sopprimono il sistema immunitario
Aggiornamento 28/10/2017
"Le diete centrate principalmente sui cibi a basso indice glicemico possono rendere più facile ottenere e mantenere un peso sano, in quanto questi alimenti ci permettono di sentirci più sazi e più a lungo. Inoltre le diete a basso IG hanno dimostrato di migliorare la resistenza all'insulina e ridurre i livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi nelle persone con diabete di tipo 2. Un'eccezione alla raccomandazione di una dieta principalmente a basso IG si può fare dopo un esercizio intenso o prolungato. In questo caso consumare cibi ad alto IG può in realtà essere più vantaggioso per il recupero muscolare"
Il sistema dell'indice glicemico non è perfetto, ma è comunque uno strumento utile, questo perché solitamente ad un basso IG corrispondono più fibra e nutrienti.
Aggiornamento 24/12/2017
Gli aminoacidi ramificati (BCAA) si confermano probabili nemici della glicemia. I topi nutriti senza limiti ma con alimenti a basso tenore di BCAA non ingrassano e non si ammalano di diabete, e quelli già ammalati guariscono.
Questo avviene soprattutto tramite il blocco degli enzimi lipogenici (che stimolano la sintesi di grassi), e avviene anche se i topi continuano a mangiare zuccheri e grassi, facendo ipotizzare che sia la combinazione di BCAA, zuccheri e grassi a determinare i problemi metabolici.
Aggiornamento 28/12/2017
La melatonina ha migliorato i parametri metabolici di pazienti con diabete in 3 mesi
In uno studio su animali la dieta chetogenica migliora enormemente l'efficacia di una classe di chemioterapici (inibitori PI3K), che ha necessità di glicemia e insulina basse per funzionare.
Si tratta di esperimenti su animali quindi da prendere con prudenza ma promettenti.
Il dott. Hopkins, uno degli sperimentatori, ha avvertito che "la dieta chetogenica da sola potrebbe non aiutare necessariamente a controllare la crescita del cancro e in alcuni casi potrebbe persino essere dannosa. Infatti, quando gli scienziati hanno studiato l'effetto della dieta chetogenica in assenza di inibitori di PI3K in diversi tumori nei topi, la dieta chetogenica ha avuto scarso effetto sui tumori e in realtà ha fatto sì che alcune leucemie crescessero più velocemente".
La glicemia costantemente alta, come capita in caso di diabete, di infiammazione o dopo i pasti, blocca AMPK, una proteina che, tra le altre cose, attiva TET2, un soppressore dei tumori. Stare sempre a stomaco pieno favorisce quindi i tumori, mentre i digiuni fatti in modo adeguato possono ridurre la proliferazione cellulare.
Questo è uno dei motivi che lega diabete e tumori.
Aggiornamento 2/8/2018
Le donne con sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) sembrano avere maggiore rischio di figli autistici, forse per un'alterazione negli androgeni
Alcuni tumori, in questo caso la leucemia, sono molto avidi di zucchero, e utilizzano delle strategie per ridurre il consumo di glucosio delle altre cellule per averne di più per loro. Sono dei veri e propri parassiti.
Ad esempio spingono gli adipociti a produrre IGFBP1, una proteina che induce insulinoresistenza e impedisce alle cellule di far entrare lo zucchero. Più si ha grasso più si esacerba questo meccanismo.
L'altra strategia coinvolge il microbiota. Infatti i topi leucemici hanno pochi Bacteroides, un genere benefico per l'intestino, e in questo modo si bloccano le incretine, ormoni intestinali che riducono la glicemia, e questa rimane alta, favorendo la crescita delle cellule tumorali; si riduce inoltre la serotonina, che è fondamentale per la produzione di insulina dal pancreas.
Migliorando il metabolismo glucidico, tramite serotonina e tributirina, i ricercatori sono stati in grado di rallentare la crescita tumorale. Questi sono probabilmente anche meccanismi che inducono la malnutrizione tipica del paziente neoplastico, e che va contrastata con appositi protocolli
Aggiornamento 15/11/2018
L'effetto yo-yo, non solo del peso ma anche della pressione, della glicemia e del colesterolo si associa ad aumentata mortalità
Aggiornamento 3/12/2018
Quanto è importante l'indice glicemico? "I risultati di una metanalisi suggeriscono che le diete a basso indice glicemico possono avere un modesto impatto su peso, grasso corporeo, glicemia e lipidi.
Tuttavia, l'analisi dei sottogruppi lo dimostra chiaramente, non è il consiglio dietetico di per sé, ma l'attuazione di tale consiglio e la sua traduzione nella vita quotidiana ad essere importanti".
Quindi è necessario mantenere queste abitudini negli anni per mantenere il risultato.
Ridurre l'indice glicemico è efficace sia in persone senza problemi di controllo glicemico che in quelle con diabete
Spesso parliamo di indice glicemico, in riferimento a quanto un cibo stimoli un rialzo della glicemia. Ma le ricerche dimostrano che il picco glicemico postprandiale cambia a seconda di quello che mangiamo in relazione al tipo di microbi intestinali.
Così in futuro sarà possibile determinare la nutrizione personalizzata incrociando i dati dei nostri geni con quelli dei nostri microbi, e sapremo esattamente cosa mangiare per rimanere in salute.
Aggiornamento 23/2/2019
C'è un legame tra glicemia alta e perdita di muscolo (sarcopenia).
L'azione dell'insulina, oltre che non abbassare la glicemia, diventa inefficace anche nella stimolazione della trofia della muscolatura che diventa così flaccida e metabolicamente meno attiva. Essendo il diabete tipicamente legato alla sedentarietà, si forma un circolo vizioso con sempre meno muscoli e sempre più grasso e zuccheri nel sangue.
125 g di lamponi dopo il pasto riducono glicemia e insulina in persone prediabetiche.
Ma il diabetologo vi dirà di fare attenzione alla frutta perché contiene zuccheri, e di bere tranquillamente il caffè perché ne mettete solo 2 cucchiaini
Lo zenzero non sembra migliorare la glicemia a digiuno, ma ha un impatto a lungo termine sull'emoglobina glicata, un parametro che indica una media delle glicemie degli ultimi 3 mesi. Gli autori concludono affermando "questa medicina naturale potrebbe avere un impatto sul controllo del glucosio sul lungo periodo nei pazienti con diabete di tipo 2". Questo anche verso altre componenti della sindrome metabolica
Aggiornamento 2/5/2019
Nei topi il digiuno intermittente insieme alla metformina (farmaco ipoglicemizzante) riduce la crescita dei tumori. In pratica la disponibilità di glucosio è uno dei fattori che nutre il cancro.
Nei prossimi mesi partirà la sperimentazione sull'uomo, con l'applicazione del protocollo dietetico da sommare alle terapie tradizionali come la chemio.
Aggiornamento 23/7/2019
Come fa il diabete ad aumentare il rischio cardiovascolare? Uno dei meccanismi lega l'iperglicemia all'ingresso di calcio nella muscolatura liscia dei vasi, provocando così vasocostrizione e ipertensione.
Quattro cucchiai al giorni di aceto, in particolare di mele, aiutano a ridurre la glicemia, soprattutto nei diabetici. Possono migliorare anche il profilo lipidico e la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Attenzione agli eccessi ovviamente, che possono portare a ulcere e alterazione degli elettroliti.
In persone con diabete difficile da controllare, la dieta low carb può ridurre gli episodi di ipoglicemia e i farmaci utilizzati.
Aggiornamento 18/6/2020
È possibile personalizzare la dieta in base alla risposta ormonale e glicemica? Forse si sta avvicinando questo approccio nella pratica. Le linee guida sono tipicamente basate sulla popolazione ad esempio, ma è chiaro che "una sola taglia non viene vestita da tutti allo stesso modo". È chiaro che prendendo tante persone, tutte diverse tra loro, a livello di gruppo le diete funzioneranno in media alla stessa maniera, e arriverà il furbacchione di turno a dire che contano solo le calorie. in realtà "l'iperglicemia postprandiale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), malattie coronariche (CHD) e mortalità cardiovascolare, anche in soggetti con normale glicemia", così come i trigliceridi postprandiali. Forse le diete uguali per tutti diventeranno solo un ricordo, studiando come ciascuno risponde all'introduzione di diversi pasti (metabolismo postprandiale), ad esempio che abbiano più grassi o più carboidrati. La costruzione di un algoritmo corretto permetterà "almeno dal punto di vista della salute cardiometabolica, la prescrizione di un'alimentazione personalizzata a livello di popolazione, con un potenziale come strategia per la prevenzione delle malattie". L'algoritmo può prendere in considerazione glicemia, insulina, microbiota e genetica, insieme ad attività fisica, sonno e orario dei pasti.
La dieta a basso indice glicemico è efficace nelle donne con ovaio policistico, riducendo testosterone, resistenza insulinica, colesterolo, trigliceridi, circonferenza addominale. Sono necessari ulteriori studi per provare il suo effetto sull'infertilità e il rischio cardiovascolare
Ancora oggi si sentono "esperti" che dicono che la distribuzione calorica durante la giornata non conta, ma solo la quantità totale. Prendiamo questo esempio: donne normopeso con ovaio policistico (PCOS), divise in 2 gruppi. Un gruppo mette la maggior parte delle calorie a colazione (BF), l'altro a cena. Il primo ha una riduzione di glicemia e insulina del 7 e del 54% rispettivamente. Il testosterone si dimezza e la SHBG aumenta del 105%. Queste variazioni, tutte positive, non si sono osservate nell'altro gruppo. "Inoltre, le donne nel gruppo BF avevano un aumento del tasso di ovulazione. Nelle donne magre con PCOS, un elevato apporto calorico a colazione con un ridotto apporto a cena si traduce in migliori indici di sensibilità all'insulina e ridotta attività del citocromo P450c17α, che migliora l'iperandrogenismo e migliora il tasso di ovulazione".
Il fruttosio industriale è noto per i suoi danni. Lo sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) è fatto dal mais (o altre fonti di amido) e i 2 zuccheri sono circa equivalenti come quantità, ed è probabilmente il dolcificante più utilizzato (lo trovate in qualsiasi etichetta di bibite, merendine ecc). Mentre il fruttosio va ad affaticare il fegato e aumentare la lipogenesi e l'uricemia, portando al rilascio di lipoproteine, il glucosio alza la glicemia e favorisce la glicazione (legame dello zucchero con alterazione della funzione) delle lipoproteine, che non vengono eliminate dal sangue e portano al famoso colesterolo cattivo alto (altro che preoccuparsi delle uova), che più rimane in circolo e più diventa ossidato e infiammatorio. Questo in pratica porta a un effetto sinergico tra i 2 zuccheri che aumenta i danni. Lo studio si conclude invitando a tenere conto nelle linee guida di questi problemi.
Si conferma la relazione tra indice (IG) e carico glicemico (CG) e rischio tumorale. Gli alimenti con alto indice glicemico riducono la sazietà e rendono più facile l'aumento di peso, noto fattore causale dei tumori. Tuttavia la relazione rimane anche senza considerare l'aumento di peso.
"Anche in un contesto di peso stabile, gli alimenti ad alto indice glicemico potrebbero svolgere un ruolo sul cancro inducendo infiammazione (aumento della concentrazione di marker infiammatori, ad es. proteina C-reattiva, interleuchina-6), aumentando i livelli di insulina e portando ad un aumento del fattore di crescita insulino-simile -1 (IGF-1, un induttore della proliferazione/differenziazione cellulare e inibitore dell'apoptosi) e una diminuzione della proteina IGFBP-3, che normalmente riduce IGF-1. Infatti, precedenti studi di randomizzazione mendeliana hanno suggerito un ruolo causale dell'asse IGF e collegamenti tra il livello di IGF-1 circolante e lo sviluppo e la progressione del cancro della mammella, del colon-retto e della prostata".
La glicemia postprandiale alta causa stress ossidativo, che danneggia il DNA, e i cibi ad alto IG producono più AGEs, composti infiammatori e proossidanti. La glicemia alta favorisce la glicolisi, che porta a proliferazione cellulare.
"Al contrario, i carboidrati complessi degli alimenti a basso indice glicemico, compresa la fibra alimentare, possono svolgere un ruolo protettivo contro lo sviluppo del cancro, ad es. stimolazione dell'espressione di IGFBP-3, escrezione fecale di agenti cancerogeni e modulazione del microbiota gastrointestinale. È stato anche suggerito che le diete a basso IG e CG hanno effetti positivi sulla gestione del peso e sull'insulino-resistenza, entrambe coinvolte nella carcinogenesi".
L'insulina dovuta al rapido assorbimento dei carboidrati è un fattore di proliferazione
👉Tra 100.000 francesi studiati per ≈8 anni, una dieta ad alto contenuto glicemico predice un rischio di cancro al seno complessivo (25%) e postmenopausale (64%) maggiore.
👉"Se confermato in altre popolazioni e contesti, IG e CG potrebbero essere considerati fattori di rischio modificabili per la prevenzione primaria del cancro".
Con la dieta chetogenica ripetuta ciclicamente i diabetici possono raggiungere un buon controllo della glicemia e dei lipidi plasmatici (colesterolo e trigliceridi) e fare a meno dei farmaci
Quali supplementi possono essere utili ed efficaci nelle persone con diabete di tipo 2?
Secondo una revisione degli studi il cromo picolinato (stimola i recettori dell'insulina e il trasporto del glucosio), Il Coenzima Q10 (spesso carente nei pazienti diabetici, induce un aumento della produzione di insulina ed è coinvolto nella produzione di energia nei mitocondri, che se carente è associata allo sviluppo dell'insulino-resistenza), le vitamine C ed E (agiscono da antiossidanti riducendo lo stress ossidativo, eliminando i radicali liberi e prevenendo vari esiti del danno ossidativo, tra cui l'apoptosi delle betacellule e la disfunzione endoteliale). Queste sostanze possono coadiuvare le terapie somministrate sotto una guida esperta.
Le escursioni glicemiche possono essere una causa di aterosclerosi perché determinano stress ossidativo. Ecco perché un'alimentazione che tenga la glicemia più costante possibile è amica delle arterie. Lo stress ossidativo consuma l'ossido nitrico e annulla il suo effetto di rilassamento dei vasi. Questo processo si chiama "disfunzione endoteliale" e porta all'ingresso di piastrine e monociti nell'intima dei vasi, con la crescita dell'ateroma.
L'alimentazione ricca di fibra e antiossidanti può tenere la glicemia sotto controllo, senza eccessi né cadute eccessive.
Aggiornamento 29/7/2023
Avere una condizione di prediabete, che se non curata quasi sicuramente progredirà in diabete di tipo 2, è associato con aumentato rischio di demenza, ma intervenire impedendo lo sviluppo del diabete riduce questo rischio.
Il legame tra problemi neurocognitivi e diabete è spiegato dalla glicemia alta che mette sotto stress i vasi sanguigni e impedisce un corretto nutrimento del cervello.
In particolare "i meccanismi putativi includono iperglicemia acuta e cronica, tossicità del glucosio, insulino-resistenza e disfunzione microvascolare del sistema nervoso centrale. L'aumento dell'insulina periferica nelle persone con iperglicemia provoca la desensibilizzazione del recettore neuronale dell'insulina, che può portare a una diminuzione della clearance di β-amiloide e un aumento della prefosforilazione della proteina τ. La tossicità del glucosio e la disfunzione microvascolare sono associate ad un aumento dello stress infiammatorio e ossidativo, che porta ad un aumento della permeabilità emato-encefalica. La combinazione di questi meccanismi è stata proposta per spiegare il legame tra diabete e demenza vascolare e di Alzheimer".
L'esposizione alla luce naturale migliora la glicemia nelle persone diabetiche.
Questo è stato dimostrato in un piccolo gruppo di diabetici che indossavano il dispositivo per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM).
Quando esposti alla luce solare le persone avevano una glicemia normale per periodi più lunghi. Anche il quoziente respiratorio (QR) era inferiore e questo indicava una maggiore facilità nell'ossidazione dei grassi.
"Se lavori in un ufficio quasi senza esposizione alla luce naturale, ciò avrà un impatto sul tuo metabolismo e sul tuo rischio... o sul controllo del diabete di tipo 2, quindi cerca di ottenere quanta più luce solare possibile e, idealmente, di uscire all'aperto quando puoi”, ha detto il prof. Habets a PracticeUpdate di Elsevier. “Per ora, sembra che [l’esposizione alla luce naturale] non abbia un’influenza maggiore dei farmaci nell’abbassare i livelli di glucosio. Tuttavia, poiché si sono verificati miglioramenti nella [percentuale di] tempo nell’intervallo target di glucosio e nel QR, è utile valutare e modificare l’esposizione alla luce naturale o artificiale dei pazienti, poiché questa potrebbe essere una facile opportunità per ottenere miglioramenti. "
La cannella può migliorare il metabolismo glucidico in persone con prediabete
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