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martedì 11 agosto 2015

Qualche puntino sulle i


Purtroppo il caldo fa male, si sa. E quindi molti sedicenti esperti di nutrizione danno i numeri in questo periodo. D'estate può capitare, certo. Purtroppo però succede tutto l'anno. Forse perché in inverno usano gli alcolici per scaldarsi.

Alcuni ultimamente ce l'hanno a morte con Marco Bianchi. Certo, il signore in questione non è infallibile, e si fa trascinare un po' troppo dall'emozione a volte. Recentemente ha solo detto 2 cose note: le proteine sono legate a (eccessivo) aumento di peso nel bambino e ci sono lavori che legano autismo e latticini.
I colleghi antivegan si mettano l'anima in pace: i bambini vegani, se la dieta è curata da una persona preparata, stanno bene e a volte anche meglio dei pari età onnivori, non hanno carenze e crescono ugualmente.
Per quanto riguarda le proteine, la conferma che siano un alimento con cui non esagerare è dato dal fatto che i LARN, ossia i riferimenti ufficiali per i livelli di assunzione raccomandati, hanno ridotto le indicazioni sul quantitativo proteico. Così ha indicato pure l'EFSA, non certo un'associazione di cherubini.
In pratica gli studi hanno evidenziato che i bambini con un più alto intake proteico tendevano da grandi a essere più grassi. Tutto qui. E ovviamente ci si ricollega al discorso sui bambini vegan: essendo mediamente quel tipo di alimentazione meno ricco di proteine, i bambini avranno meno probabilità di ingrassare, e quindi meno predisposizione alle malattie. Tutti i bambini obesi che vediamo in giro sono figli di un eccessivo intake calorico, sia proteico che glucidico e lipidico, e di una sedentarietà elevata. Ma sta emergendo con forza il ruolo anabolizzante delle proteine (nel senso di spinta alla crescita, sia in altezza che in larghezza) nonostante il relativo aumento di attività fisica. Non è così difficile, lo dovrebbe capire anche un supposto nutrizionista.

Sulla questione latticini-autismo, si parla da tempo. Ripeto per l'ennesima volta che se n'è occupata persino la Scuola di Ancel, sito tutt'altro che antiscientifico. Attualmente il collegamento sembra debole, come suggerisce una revisione Cochrane, tuttavia può riguardare alcuni. L'errore è stato parlare di latticini (e glutine per qualcuno) come causa primaria dell'autismo. Al limite se ne può parlare come elemento peggiorativo. L'autismo rimane una malattia su base genetica (ed epigenetica) slatentizzata da cause ambientali, tra cui ci possono essere un'alterazione della funzionalità intestinale (permeabilità e microbiota, ovviamente, che ci aiuta a digerire le proteine infiammatorie) che provoca infiammazione (immunoreattività o risposta immunitaria) cerebrale. E qui entra in gioco l'alimentazione.
Sia l'alto indice glicemico (carboidrati raffinati) che mTOR (sensore metabolico attivato dall'eccesso calorico e soprattutto proteico, che, come si accennava prima, spinge l'anabolismo) sembrano peggiorare il quadro degli autistici.
In alcuni sottogruppi, relativamente piccoli, di bambini autistici (o meglio affetti da spettro dei disturbi autistici, visto che i confini della malattia sembrano molto sfumati) sembra funzionare una dieta gluten free e/o senza latticini, questo è quello che si sa attualmente. Anche le mamme devono fare attenzione, perché se non hanno una buona alimentazione durante la gravidanza, aumenta il rischio di malattie, neurologiche e non, per il bambino.
Se non reagiscono necessariamente a una dieta milk e/o gluten free può voler dire che non sono "infiammati" da quegli alimenti, o che magari ce ne sono altri nascosti che non fanno migliorare il quadro. O anche che l'alimentazione in quel caso non c'entra nulla, perché anche quello può succedere. Come sempre, l'unica via è provare. Anche la presenza di tiroidite autoimmune (Hashimoto) o in generale autoimmunità nella mamma sembra aumentare il rischio nei bambini.

C'è poi chi pensa che l'intestino sia una parete invalicabile e che le proteine vengano tutte sottoposte a digestione: certo questo accade per la maggior parte di esse, ma alcune sono più resistenti e non vengono completamente digerite, e riescono così a passare la barriere intestinale e sono inserite nel torrente circolatorio.
Cercando "gut permeability" su Pubmed, il motore di ricerca delle pubblicazioni scientifiche, si trovano 2583 risultati, cercando "leaky gut" 146, cercando "intestinal permeability" addirittura 11491. Curioso per un fenomeno inesistente, che è stato anche "fotografato"


Confocal endomicroscopy shows food-associated changes in the intestinal mucosa of patients with irritable bowel syndrome.  2014 Nov;147(5):1012-20.e4


Se così non fosse, si potrebbe risolvere qualunque allergia come una malattia immaginaria, dato che le proteine possono stimolare il sistema immunitario solo dopo che sono entrate nell'organismo.


https://www.facebook.com/somersault1824/photos/a.172490939524242.30064.170817006358302/987613518011976/?type=3&theater


Complimenti, sarebbe bastato leggere il Taglietti-Casella, libro di fisiologia di 30 anni fa, che già parlava della questione.
Per capirci meglio, il passaggio delle sostanze attraverso i "buchi" dell'intestino è una delle cause delle manifestazioni sintomatiche della celiachia.

http://www.nature.com/nrgastro/journal/v12/n10/pdf/nrgastro.2015.131.pdf


Entrando in un esempio specifico, nelle urine di alcuni bambini autistici si ritrovano proteine integre del latte. A meno che non si sia scoperto che questi bambini hanno un collegamento tra intestino e vescica che gli permetta di urinare le proteine ingerite, l'unica spiegazione è che il loro intestino le lasci passare non digerite.

Queste proteine hanno un'azione ormai nota su recettori, anche cerebrali, cioè tutt'altro che esterni al corpo. Non è un caso se si chiamano, tra le altre, casomorfine (proteine con azione oppioide che si trovano nel latte, che determinano la dipendenza da latticini). La loro azione evolutiva è quella di dare tranquillità al vitellino che viene nutrito dalla mucca, cioè chi realmente dovrebbe per natura assumere il latte vaccino. Anche il glutine è potenzialmente bioattivo a livello cerebrale, e potenziale responsabile di casi di psicosi.
Anche nel latte umano sono presenti ormoni, il cui compito non potrebbe essere assolto se non passassero almeno in parte la mucosa intestinale.
La permeabilità intestinale è anche implicata nella genesi del diabete di tipo 2.

Tra l'altro continuo a leggere di persone che scomodano Darwin per giustificare l'assunzione di latte vaccino da parte dell'uomo. I poveretti ignorano che non è avvenuta nessuna modificazione nel gene della lattasi, ma solo nella sequenza che ne regola l'espressione.
Semplicemente i popoli del nord che (si pensa) hanno iniziato ad assumere latte hanno avuto un vantaggio perché sono cresciuti di più e hanno avuto più muscoli (e forza), dato che il latte è un tipico alimento anabolizzante (il suo scopo naturale è quello di far crescere un vitello da qualche decina di kg ad alcuni quintali in meno di un anno).
Questo in termini evolutivi significa che hanno avuto maggiori chance di riprodursi e quindi di tramandare i loro geni. Peccato che al nostro tempo ci si riproduca molto prima di morire, quindi essere più forti a 30 anni non vuol dire essere più sano a 50.
Ci sono inoltre differenze eclatanti che bisogna sottolineare: anche a quel tempo, il latte veniva comunque assunto in quantità limitate, non per tutto l'anno, ed arrivava da animali grass-fed (nutriti a erba e non a mangimi), cioè che mangiano quello che la natura prevede, non pastoni con qualunque scarto industriale dentro.
Ribadisco che il latte e i suoi derivati sono alimenti da assumere con moderazione.

Un altro filone è "tutte le calorie sono uguali". Ma si sa che ormai questo atteggiamento appartiene al secolo scorso. Ormai si parla di qualità del pasto prima che di quantità, e le calorie con scarsi nutrienti sono associati ad un più alto pericolo di sovrappeso e malattie metaboliche. Il dispendio calorico è insomma regolato dal tipo di calorie che introduciamo, noi siamo molto più complicati di una bomba calorimetrica, lo strumento utilizzato per verificare il contenuto calorico di un alimento.
I sostenitori di questo approccio dimenticano che è stato scoperto un piccolo organello, noto come tiroide, che, agli ordini dell'ipotalamo, risponde ai tagli calorici e all'infiammazione riducendo la sua attività. e in questo modo dalla stessa quantità di calorie traiamo più ATP e disperdiamo meno calore. Siamo in pratica più "efficienti", il che può andar bene in penuria di cibo ma non in abbondanza come ai giorni nostri.
Il nostro corpo è pieno di sensori metabolici che tengono aggiornato l'ipotalamo sullo stato nutrizionale.
Il risultato netto è l'agevolazione dell'aumento di peso, che vediamo con tanta frequenza ai giorni nostri.
Circa 70 anni fa, un gruppo di persone fu messo a dieta restrittiva, da un gruppo di scienziati tra cui Ancel Keys, l'"inventore" della dieta mediterranea. Lo chiamarono "Minnesota starvation experiment". Negli anni successivi queste persone svilupparono talmente tanti problemi che si coniò il termine "nevrosi da semidigiuno". I pazienti svilupparono disturbi del comportamento alimentare (bulimia), comportamenti violenti ecc. Congratulazioni a chi continua a dare diete ipocaloriche.

Restando in tema, gironzolando in rete è possibile trovare qualche sedicente sbufalatore che paragona 100g di gallette di riso e 100g di pane, per smentire che le gallette siano dietetiche: congratulazioni, questi paragoni si fanno solo a parità di porzione, che per le gallette è molto inferiore!
Le gallette sono un alimento non lievitato che per questo possono alleggerire la digestione, per questo spesso le consiglio.

Aggiornamento ottobre 2015

Ulteriori conferme sull'origine neuroinfiammatoria dell'autismo. Il controllo dell'escrezione urinaria di glicosaminoglicani, fatto con la dieta, migliora la condizione autistica in uno studio pilota.

Aggiornamento aprile 2016

L'ocratossina A, una micotossina facilmente rintracciabile nei cereali conservati nei silos, potrebbe avere una componente causale nell'autismo e spiegare la maggiore prevalenza nel sesso maschile.

I consigli per curare la permeabilità intestinale

Novità sui marker dell'autismo. Provare le diete di esclusione è consigliato da un panel di esperti, per migliorare i sintomi gastrointestinali, mentre i supplementi non sembrano adeguati.

Aggiornamento giugno 2016

La permeabilità intestinale è implicata anche nella genesi della malattia renale.
Nel modello animale di autismo, una sola specie di batteri intestinali riesce a guarire i disturbi nei comportamenti sociali. Questo avviene in particolare aumentando i livelli di ossitocina, ormone implicato, tra le cose, nella socialità.

Aggiornamento luglio 2016

Usare paracetamolo in gravidanza sembra legato ad aumentato rischio di autismo e deficit di attenzione, soprattutto nel primo periodo.
Lo shifting dei macrofagi nella forma M1, proinfiammatoria, fa bloccare il ciclo di Krebs citrato, favorendo la sintesi dei grassi: questo può giustficare l'aumento di peso in chi ha infiammazione.
Nuove conferme sull'origine immunitaria dell'autismo.

Ennesima conferma della causa della sensibilità al glutine, cioè la permeabilità intestinale: ma alcuni non si stancheranno mai di parlare a vanvera?

Aggiornamento agosto 2016

Tra le cause dell'autismo sembrano molto importanti le mutazioni nelle cellule ripoduttive (ovuli e spermatozoi) prevenibili con uno stile di vita sano e alimentazione ricca di antiossidanti.
Le cellule dei bambini autistici si riproducono in maniera diversa rispetto ai controlli sani: questo può indicare un potenziale terapeutico.

Aggiornamento settembre 2016

Uno studio di buona qualità (rct) indica un miglioramento nei sintomi gastrointestinali e nel comportamento dei bambini autistici sottoposti a dieta senza glutine e caseine. Si conferma che queste diete sono utili in caso si osservino miglioramenti nei comportamenti, ossia va confermato empiricamente.

Aggiornamento ottobre 2016

I bambini autistici hanno più probabilità di andare incontro a problemi di peso, a causa dei farmaci che spesso assumono.
La permeabilità intestinale, e in generale dei tessuti, è così inesistente che è causa dell'asma mediante l'alterazione della flora batterica e della risposta immunitaria.
Tutto ciò che è controllato dal nostro microbiota: allergie, malattie metaboliche e autoimmuni, asma, debolezza ecc.
Dopo un ictus, i batteri intestinali tendono a traslocare e creare infezioni molto pericolose. Ma tranquilli, la permeabilità intestinale non esiste!
Tra le cause dell'autismo, ci potrebbero essere le infezioni con comuni virus (influenza) che alterano il sistema immunitario della mamma nel primo trimestre di gravidanza: in questo caso si hanno alterazioni di alcuni sistemi omeostatici (insulina, IGF, MTHFR) che assieme alla predisposizione genetica possono manifestarsi come autismo nel bambino.
In alcuni casi di autismo si evidenziano difetti nel sistema redox associati ad anomalie mitocondriali. Le mutazioni, anche spontanee, del DNA mitocondriale giocano un ruolo importante nell'autismo.
ll diabete e la schizofrenia mostrano dei tratti comuni, soprattutto condividono la genesi infiammatoria e l'errato stile di vita alla base. Inoltre entrambi peggiorano con un indice glicemico alto. Probabilmente l'insulina gioca un ruolo importante anche nelle malattie mentali.

Aggiornamento novembre 2016

L'importanza della segnatura epigenetica che accomuna i ragazzi autistici.
Quali sono le cause di obesità infantile, secondo Nature? Alimentazione, scarso movimento, allattamento, sonno, esposizione a certi inquinanti come perfluoroalchilati, BPA, triclosan (disinfettante) e ftalati. Gli stessi possono favorire problemi neurologici, come disturbi dell'apprendimento e autismo.
Alcuni studi cominciano a dimostrare l'efficacia della vitamina D nel trattare lo spettro autistico.

Aggiornamento dicembre 2016

Gli autistici sembrano avere un cervello insolitamente simmetrico e problemi neuromotori che se risolti possono migliorare la condizione.

La carenza di vitamina D si lega sia al rischio di autismo se rilevata in gravidanza sia al peggioramento dei sintomi negli affetti.

Una proteina singola sembra carente in circa un terzo degli autistici. Queste persone hanno un numero alto di mutazioni in alcuni geni essenziali e nell'epigenoma (acetilazione di geni che così vengono poco espressi).
Cosa succede se nell'intestino manca una proteina, ZG16, che tiene lontani i batteri dalla mucosa? I batteri entrano nel sangue, creano infiammazione e il topo ingrassa e si ammala di diabete. Finché persiste la condizione infiammatoria non è possibile né dimagrire né guarire dal diabete. Sistema immunitario e omeostasi energetica sono solidamente legati.

Per ridurre il rischio di autismo nella prole, è bene avere corretti livelli di vitamina D in gravidanza. Non abbiate paura del sole!

Aggiornamento 27/1/2017
Alterazioni della permeabilità della barriera ematoencefalica, oltre che intestinale, caratterizzano le persone autistiche e quelle affette da schizofrenia.
Il trapianto fecale sembra una metodica promettente nel migliorare le condizioni mentali, tra cui l'autismo. Per ora è validato solo nell'infezione da C difficile però.

Aggiornamento 2/2/2017

Tutti i dubbi sulla sindrome della permeabilità intestinale chiariti da un articolo su Authoritynutrition.com: i probiotici sono uno dei mezzi per migliorarla

Aggiornamento 8/2/2017

Il diabete gestazionale appare un fattore di rischio per l''autismo

Aggiornamento 26/2/2017

Il galattosio, zucchero presente nel latte, aumenta lo stress ossidativo ed è la probabile causa degli effetti negativi del latte sullo stato infiammatorio, con le sue conseguenze (osteoporosi, tumori, malattie cardiovascolari, aumento della mortalità). Questi effetti vengono mitigati da una dieta ricca in frutta e verdura, ricche di antiossidanti, e sono minori se non assenti nei latticini fermentati (che contengono poco galattosio)
Il latte e alcuni formaggi aumentano il rischio di tumore estrogeno sensibile al seno, mentre lo yogurt lo riduce. Nello stesso studio il consumo totale di latticini riduce il rischio.

L'infezione da herpesvirus in gravidanza, in particolare genitale, potrebbe aumentare il rischio di autismo, quella influenzale invece pare di no. In generale sono comunque fattori infiammatori e di attivazione immunitaria che possono contribuire, durante e dopo la gravidanza.

Aggiornamento 10/3/2017

I traumi alla testa si associano ad alterazioni nell'espressione dei geni che predispongono per problemi neurologici, autismo, Parkinson, Alzheimer, ADHD, depressione ecc

L'importanza degli astrociti, cellule nervose che fino a poco tempo fa si ritenevano solo di supporto, nell'autismo e altre malattie neurologiche

Aggiornamento 27/3/2017

Un ottimo articolo di una collega sull'effetto potenzialmente negativo di gluteo e caseomorfine, dalle malattie autoimmuni alle intolleranze alimentari.

Aggiornamento 2/4/2017

Autismo, microbiota, cibo, epigenetica e disfunzioni immunitarie
Aggiornamento 3/4/2017

Chi segue la pagina sa bene quanto una flora intestinale sana possa fare la differenza tra salute e malattia. Tuttavia in un nuovo esperimento su animali si è scoperto che anche una flora "disbiotica", in assenza di alterata permeabilità intestinale, può non essere dannosa ma anzi dare più protezione stimolando il sistema immunitario. Questo ovviamente aumenta l'importanza di mantenere una corretta fisiologia della parete intestinale. Siamo complicati.

Aggiornamento 27/4/2017

In chi soffre di fatica cronica si riscontra un'alterata flora intestinale, ma spesso viene mascherata dai concomitanti problemi infiammatori intestinali e quindi complica lo studio delle cause e le conseguenti diagnosi e provvedimenti terapeutici da prendere

Aggiornamento 2/5/2017
I principali stimolatori dell'invecchiamento sono l'infiammazione, la flora alterata e la permeabilità intestinale.
Queste condizioni peggiorano con l'età, creando un circolo vizioso, ma si possono gestire utilizzando cibo vero ed evitando quello industriale.
Aggiornamento 5/5/2017

L'autismo come effetto di infiammazione, anche da cibo, istamina, autoimmunità, neurotossicità e distruzione della barriera ematoencefalica.

Aggiornamento 13/5/2017

L'autismo appare strettamente correlato con una mutazione a livello del gene MTHFR

Aggiornamento 27/5/2017
Gli ormoni tiroidei sono estremamente importanti per lo sviluppo cerebrale del feto. E la tiroide è molto suscettibile alle sostanze chimiche (pesticidi, PCB, BPA, ecc in generale chiamati perturbatori endocrini).
L'esposizione ad alte dosi di queste sostanze, che non sono mai testati in "cocktail" nelle prove di sicurezza, è legata a difetti neurologici come riduzione del QI, autismo e ADHD
Aggiornamento 30/5/2017

Spesso l'autismo si associa a incrementata permeabilità intestinale. Sebbene non possiamo sapere se sia una causa o un effetto, è probabile che alcune persone affette possano trarre beneficio dalla riduzione/eliminazione di molti cibi
Aggiornamento 3/6/2017

Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.
Frammenti di DNA e RNA batterico, oltre che i metaboliti, possono trovarsi in giro per il corpo a fare danni, ad esempio si ritrovano nel cervello di persone affette da sclerosi multipla. Anche per questo è importante avere un buon bilanciamento dei batteri intestinali.

Aggiornamento 8/6/2017

Grazie ai lavori di Fasano e colleghi, la zonulina viene incontrovertibilmente collegata alla condizione di alterata permeabilità intestinale, perdita della tolleranza immunologica e alle malattie infiammatorie croniche
Aggiornamento 18/6/2017

Sempre più evidente il collegamento tra permeabilità intestinale e autismo

Aggiornamento 23/6/2017

L'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di autismo in persone predisposte geneticamente

Aggiornamento 17/7/2017

Gli episodi febbrili in gravidanza sembrano aumentare il rischio di autismo nella prole, specie se curati con acetaminofene (paracetamolo).
Alcuni fattori ambientali sono sicuramente i metalli pesanti e gli inquinanti organici (pesticidi, plastiche ecc), che vanno a slatentizzare la predisposizione genetica.
Aggiornamento 23/7/2017
Autismo e intestino.
"L'ASD (spettro dei disturbi autistici) è probabilmente il risultato sia di fattori genetici che ambientali", spiega il dottor Li. "I fattori ambientali includono l'eccessivo uso di antibiotici nei bambini, l'obesità materna e il diabete durante la gravidanza, la modalità di parto di un bambino e per quanto tempo viene allattato. Tutti questi motivi possono influenzare l'equilibrio dei batteri nell'intestino di un neonato, e sono fattori di rischio per ASD".
Tuttavia, i ricercatori hanno trovato un significativo numero di prove che ristabilire il microbiota intestinale in uno stato sano può ridurre i sintomi ASD.
"Gli sforzi per ripristinare il microbiota intestinale in modo che sia simile a quello di una persona sana si sono dimostrati efficaci" continua il dottor Li. "La nostra revisione ha esaminato l'utilizzo dei probiotici, i prebiotici, la modifica della dieta - per esempio, le diete senza glutine e caseina, e i trapianti fecali. Tutti hanno avuto un impatto positivo sui sintomi". Questi includono l'aumento della socialità, una riduzione dei comportamenti ripetitivi e una migliore comunicazione sociale: tutti vantaggiosi per la vita di un malato di ASD.
Il messaggio di questa revisione è quindi positivo. Questo potrebbe essere un passo avanti nel trattamento di questo disturbo.
Tuttavia, i ricercatori ritengono che gli studi siano ancora troppo piccoli e che siano necessari nuovi studi clinici per portare questa ricerca al livello successivo. "Siamo incoraggiati dai nostri risultati, ma non c'è dubbio che siano necessari altri lavori in questo campo", afferma il dottor Li. "Abbiamo bisogno di studi meglio progettati e su larga scala per sostenere la nostra teoria, per ora le terapie comportamentali rimangono il modo migliore per trattare l'autismo e speriamo che la nostra recensione spinga alla ricerca sul legame tra microbiota intestinale e ASD, e quindi porti ad un trattamento economico ed efficace ".
Aggiornamento 14/9/2017

Esistono prove sufficienti per collegare i ritardanti di fiamma e la loro esposizione in gravidanza a una riduzione del quoziente intellettivo nel bambino. Con i pesticidi formano un cocktail sinergico, ossia gli effetti vengono amplificati. Il collegamento con l'ADHD è probabile ma non sicuro

Aggiornamento 20/9/2017

Nell' autismo si evidenziano alterazioni mitocondriali

Il dottor Oz spiega come semplicemente eliminando i coloranti nella dieta di bambini con ADHD molti di essi migliorino (NB: alcuni coloranti consentiti negli USA sono invece vietati in Europa).

Aggiornamento 1/10/2017

Nonostante servano maggiori studi, secondo una revisione degli studi la dieta è discretamente efficace nel trattare bambini affetti da ADHD
L'autismo è in drammatico aumento, e la febbre durante la gravidanza può aumentare il rischio: ecco alcune ipotesi che possono spiegare tale aumento

Aggiornamento 2/10/2017

Ulteriori figuracce per i poveretti che pensano che le proteine vengano sempre digerite e non arrivino a stimolare il sistema immunitario attraverso la permeabilità intestinale. Uno studio evidenzia che assumere arachidi durante l'allattamento (ma anche durante la gravidanza) riduce il rischio di successiva allergia nel bambino.
E questo è dovuto all'induzione di tolleranza grazie al contatto del sistema immunitario con le proteine.
"Quando vengono trasmessi attraverso l'allattamento al seno, gli antigeni di arachidi vengono erogati al neonato insieme ad una pletora di fattori bioattivi, tra cui immunoglobuline materne, citochine, microbiota e cellule immunitarie. "Impacchettati" con questi fattori immunomodulatori, gli antigeni di arachidi nel latte materno possono stimolare il sistema immunitario infantile a sviluppare la tolleranza quando l'arachide viene consumato direttamente qualche mese dopo. Ipotizziamo che l'esposizione agli antigeni nel latte materno senza consumo di arachidi durante l'infanzia possa facilitare la sensibilizzazione".


Aggiornamento 10/10/2017

La permeabilità non è solo a carico dell'intestino, ma anche di molti altri organi: occhi, cervello ecc, dove svolge importanti compiti, e un suo malfunzionamento è responsabile dei disordini metabolici e immunitari, malattie mentali ecc, e tutto questo anche a causa di un'alterata funzione di tolleranza.

Aggiornamento 15/10/2017

Anche Harvard conferma l'importanza della permeabilità intestinale nelle malattie moderne

Un importante studio dimostra che le infezioni in gravidanza possono alterare il microbiota e la risposta immunitaria, spostandola verso quella Th-17, e alterare lo sviluppo cerebrale, aumentando il rischio di autismo, che è per l'83% su base genetica.
probiotici possono ridurre questo rischio

Aggiornamento 27/10/2017

Una nuova ricerca mette in evidenza l'importanza delle mutazioni de novo (che si verificano dopo la nascita nelle cellule germinali (riproduttive)) nella genesi dell'autismo.
Viene confermato che le diete, in particolare a basso carico glicemico, possono aiutare in alcuni casi

La brava collega Anna Villarini ci chiarisce la questione glutine, grano antico, celiachia, gluten sensitivity ecc

Aggiornamento 6/11/2017
In uno studio controllato, integrare con vitamine e minerali ha migliorato il comportamento di bambini affetti da ADHD (iperattività e deficit di attenzione), migliorando umore e riducendo l'aggressività rispetto al placebo.
A questo punto sorge una domanda: è un problema che si cura integrando o è dovuto alla povertà di nutrienti del cibo moderno?
Il mercurio è un importante fattore eziologico nell'autismo (assieme all'asse intestino-cervello), soprattutto in gravidanza. Difetti nella detossificazione corporea possono aumentare il rischio

Contrariamente a quanto pensavamo, gli autistici potrebbero avere un eccesso di sinapsi (collegamenti tra neuroni), e non carenza, e questo alto numero riduce e altera la loro funzionalità

Aggiornamento 23/11/2017

Esistono almeno 3 tipi di ADHD, è chiaro che non tutte possono essere approcciate alla stessa maniera
Aggiornamento 26/11/2017
Forse si è scoperto perché l'autismo si trova molto più nei maschi che nelle femmine, o almeno una delle tante cause di questa malattia multifattoriale.
La colpa potrebbe essere del mercurio, che inattiva un enzima (chiamato PON1) capace di detossificare il corpo, in particolare dai pesticidi organofosfati. Però questa inattivazione è stata osservata solo nei maschi. Le femmine mantengono la capacità di liberarsi dei pesticidi e si ammalano meno.
Aggiornamento 11/12/2017

Un articolo parla di legame tra ossalato e autismo, ma non appare molto affidabile
Aggiornamento 30/12/2017

Le donne che assumono farmaci per l'epilessia hanno aumentato rischio di figli con tratti autistici. Il rischio viene ridotto dall'integrazione con folati.

Aggiornamento 6/1/2018

Le donne che utilizzano integrazione di folati e multivitaminici prima e durante la gravidanza hanno ridotto rischio di prole con disturbi dello spettro autistico. Questo avviene probabilmente tramite meccanismi epigenetici (metilazione corretta del DNA)

Aggiorrnamento 10/1/2018

Negli animali da esperimento bastano 3 giorni di alimentazione priva di fibre per perdere il muco protettivo intestinale e spalancare le porte alle malattie infiammatorie

Aggiornamento 31/1/2018

Il mercurio può essere uno stimolo ambientale per l'autoimmunità. Questo capita con le amalgame in caso di sensibilità individuale, e col mercurio inorganico in maniera maggiore rispetto al mercurio organico.
Alcuni casi illustrati di collegamenti tra Hashimoto e ASIA, sindrome da adiuvanti dei vaccini.

Aggiornamento 10/2/2018

Le persone con autismo sembrano caratterizzate da un particolare microbiota orale. Se questi batteri caratterizzanti serviranno per aiutare nella diagnosi e i probiotici orali potranno migliorare la condizione lo vedremo con gli studi futuri

Aggiornamento 8/3/2018

Tanti collegamenti tra microbiota alterato e malattie: in particolare gli autistici hanno eccesso di clostridi e riduzione di bifidi

Aggiornamento 5/4/2018

In un piccolo studio,  ragazzi affetti da autismo hanno concentrazioni sanguigne inferiori di alcuni aminoacidi essenziali, come triptofano (precursore della serotonina), BCAA, citrullina e fenilalanina (precursore della noradrenalina), ornitina. Se dovesse implicare opzioni terapeutiche lo si vedrà i 
prossimi anni.

Aggiornamento 6/5/2018

I bambini con ADHD sembrano avere livelli di alcuni nutrienti (minerali e vitamine) insolitamente bassi, ma altri come folati e B12 più alti: questo potrebbe essere dovuto a problemi metabolici correlati con la malattia.
Aggiornamento 16/5/2018

In uno studio della durata di un anno su bambini autistici, la maggior parte di loro nel gruppo sottoposto ad intervento nutrizionale (omega 3, vitamine, dieta senza glutine e caseine) ha riportato benefici rispetto al gruppo di controllo non trattato

Aggiornamento 26/5/2018

Il contatto con inquinanti ambientali (pesticidi, residui di combustione, BPA, interferenti endocrini, titanio biossido, metalli pesanti ecc) e infezioni in gravidanza sono probabili agenti causali dell'autismo, influenzando alcuni geni
Il dietilstilbestrolo è un interferente endocrino che, assunto in gravidanza, aumenta il rischio di ADHD, anche dopo più generazioni

Interessante articolo sulle cause ambientali di ADHD di Chris Kresser

Aggiornamento 29/5/2018

Interessante e imparziale articolo sulle proteine del latte

Aggiornamento 2/6/2018

La sindrome PANDAS si associa ad alterato microbiota intestinale.

Aggiornamento 4/6/2018

Tra le cause che hanno aumentato il rischio di autismo ci potrebbero essere paracetamolo, augmentin (antibiotico) e glifosato.
Queste sostanze potrebbero agire sinergicamente causando esaurimento degli estrogeni placentari / postnatali - lasciando le guaine mieliniche del cervello sovraidratate / immature / asimmetriche, determinando flusso ematico cerebrale e serotonina e ossitocina cerebrale ridotti

Aggiornamento 15/6/2018

"I dati sui modelli alimentari dei bambini con ADHD suggeriscono un'associazione con modelli "occidentali", incluso un consumo elevato di zuccheri, conservanti artificiali e dolcificanti e basso apporto di rame, zinco, magnesio e omega 3. Sembra che la terapia nutrizionale non dovrebbe essere restrittiva, ma piuttosto un approccio integrato con particolare attenzione all'attività fisica, un modello alimentare mediterraneo e una correzione delle carenze nutrizionali. Riguardo ai nutrienti specifici, gli omega 3, in particolare il DHA, potrebbero avere un importante ruolo."

Le diete che funzionano meglio per l'intestino irritabile sono la FODMAP e altre di esclusione, che protratte troppo però rischiano di dare problemi di alterazione del microbiota

Aggiornamento 24/6/2018

I farmaci per ADHD conferiscono un lieve aumento del pericolo cardiovascolare, mentre una revisione dei supplementi per questa condizione consiglia omega 3 e melatonina
Aggiornamento 2/7/2018

Il parto pretermine sembra aumentare il rischio di ADHD
Aggiornamento 13/7/2018

La gestione nutrizionale del sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico) può aiutare nella gestione dell'integrità dell'epitelio intestinale e dell'infiammazione

Aggiornamento 17/7/2018

La vitamina B12 in forma metilata migliora i sintomi dei bambini autistici se sono legati a difetti metabolici di metilazione e di smaltimento della metionina

Aggiornamento 1/8/2018
Lo stress, in questo caso inteso come eccessivo allenamento (overtraining) determina permeabilità intestinale e altera la flora intestinale.
Questo è associato a riduzione della salute, e in acuto a sintomi gastrointestinali.
L'uso di appropriati probiotici può ridurre il problema
Aggiornamento 2/8/2018
Le donne con sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) sembrano avere maggiore rischio di figli autistici
Arrivano delle conferme sull'alterazione del microbiota intestinale materno e il rischio di autismo.
Una flora sbilanciata infatti aumenta IL-17a, una citochina che altera lo sviluppo gestazionale del sistema nervoso. L'uso appropriato dei probiotici può essere d'aiuto
Aggiornamento 23/8/2018
Una prima evidenza del legame tra pesticidi (DDT, ma non PCB) nel sangue materno e autismo da uno studio 
Aggiornamento 22/9/2018
La candida promuove la permeabilità intestinale. 

Aggiornamento 24/9/2018

Il mio nuovo articolo su intolleranza, o meglio sensibilità alimentare, e microbiota

Aggiornamento 30/9/2018

Con l'utilizzo eccessivo di antibiotici, disinfettanti, collutori ecc distruggiamo indistintamente i nostri batteri, con tutte le conseguenze del caso (allergie, malattie autoimmuni ecc) Il futuro consiste nell'utilizzare i batteri amici, e anche i fagi (virus), in modo da formare un ambiente in cui i patogeni non proliferano, ma vengono tenuti sotto controllo

Aggiornamento 15/10/2018

Secondo un noto scrittore di libri "IGF-1 che troviamo nel latte viene digerito e non passa nel sangue". Quindi la natura lo ha messo nel latte così, giusto per sprecare un po' di aminoacidi. In realtà la presenza di caseine lo rende particolarmente resistente agli enzimi digestivi ed esso passa nel sangue, anche se in concentrazioni che probabilmente non interferiscono con quelle fisiologiche, e il suo ruolo nello sviluppo delle cellule del sistema gastroenterico è dimostrato. Il latte comunque aumenta IGF-1 plasmatico con altri meccanismi (ricchezza di BCAA). Il suo legame con i tumori è suggerito solo per quello prostatico

Aggiornamento 29/10/2018
I traumi alla testa e le commozioni cerebrali attivano la permeabilità intestinale, e così facendo aprono la porta a tante malattie. Le persone con ripetuti traumi hanno un microbiota intestinale impoverito, ricco di E. coli e povero di lattobacilli e bifidi.

Aggiornamento 5/11/2018

Uno studio sui probiotici nell'autismo (ASD) ha messo in luce gli effetti benefici sulle manifestazioni sia comportamentali che gastrointestinali. "I probiotici (un'opzione non farmacologica e relativamente priva di rischi) potrebbero essere raccomandati per i bambini con ASD come terapia adiuvante. In questa fase, lo studio è fatto con un piccolo numero di pazienti e sono necessari numerosi studi randomizzati controllati su larga scala per confermare in modo critico l'efficacia dei probiotici nell'ASD".
I ragazzi nello studio sono calati di peso e hanno avuto un miglioramento nella severità della malattia e nelle sintomi gastrointestinali.
Le specie usate sono state Lactobacillus acidophilusLactobacillus rhamnosus e Bifidobacterium longum.

Aggiornamento 12/11/2018

Si è scoperto che molte infezioni contratte in ospedale da pazienti debilitati, che possono risultare anche fatali, non sono dovute a contatti con personale o simili, ma vengono dall'intestino stesso del paziente, grazie alla permeabilità intestinale.
Complimenti a chi ancora dice che non esiste.

Aggiornamento 20/11/2018

L'esposizione all'inquinamento atmosferico, in particolare da NO (inquinamento automobilistico) in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di autismo nella prole

Aggiornamento 5/12/2018

Nel modello animale di autismo il batterio Lactobacillus reuteri  porta a specifici cambiamenti nel cervello che invertono i deficit sociali  attraverso un meccanismo che coinvolge il sistema nervoso del nervo vago e i recettori di  ossitocina e dopamina (ricompensa).
Aggiornamento 1/1/2019

Nonostante sia stato bandito da anni, il DDT persiste nella catena alimentare, essendo molto poco degradabile. 
In questo studio i ricercatori hanno evidenziato come nel sangue delle mamme di bambini autistici sia più presente un suo metabolita, evidenziando un possibile legame causale

Aggiornamento 28/1/2019

Le modalità di parto possono influenzare il rischio di autismo: parto cesareo, pretermine, complicazioni intraparto alzano il rischio. I bambini con ASD mostrano alterazioni nelle dimensioni del cervello in generale e di specifiche aree come la corteccia prefrontale

Aggiornamento 24/2/2019

La revisione dell'uso delle diete sull'autismo: non grande evidenza ma alcuni risultati con diete cheto, gluten free/ dairy free, probiotici, curcuma.

Aggiornamento 1/3/2019

Assumere un multivitaminico durante le prime settimane di gravidanza sembra ridurre il rischio di autismo nella prole, nelle persone con predisposizione familiare, ed eventualmente la gravità della condizione. Ricordiamo che le linee guida consigliano l'acido folico già durante la pianificazione della gravidanza. L'esposizione al piombo e a scarsi livelli di zinco e manganese sembra invece aumentare il rischio. 
Aggiornamento 2/3/2019

Esistono legami tra funzione immunitaria e intestinale nell'autismo. "Alterata funzione immunitaria e digestiva, alti livelli di peptidi alimentari circolanti (dovuti alla permeabilità intestinale), presenza di autoanticorpi che interagiscono con proteine alimentari, aumento dei livelli dei metaboliti putrefattivi con potenti azioni sull'intestino e sul comportamento e pattern microbici associati allo spettro autistico (ASD), come alta prevalenza di clostridi e alti rapporti tra Firmicutes e Bacteroidetes, suggeriscono che la disbiosi microbica legata alle proteine aggrava i sintomi sia gastrointestinali che comportamentali".

Aggiornamento 23/3/2019
Durante la gravidanza e la prima infanzia, vivere nel raggio di 2km in una zona in cui si spargono pesticidi è associato con lieve aumento del rischio di problemi di neurosviluppo tra cui l'autismo.
"Dal punto di vista della salute pubblica e della medicina preventiva, le nostre scoperte supportano la necessità di evitare l'esposizione prenatale e infantile ai pesticidi per proteggere lo sviluppo precoce del cervello"
Aggiornamento 8/4/2019

debunker continuano a dire che non esiste la permeabilità intestinale, nonostante sia legata a molte condizioni patologiche e la consistenza delle ricerche aumenti ogni giorno.
Ecco i consigli alimentari per metterla a posto.
Aggiornamento 11/4/2018

Dopo 2 anni dal trapianto fecale, 12 bambini autistici su 18 hanno avuto miglioramenti nel comportamento e nei sintomi gastrointestinali. Questi bambini hanno spesso ridotta diversità batterica.

Aggiornamento 26/4/2019

I bambini con ADHD (deficit di attenzione e iperattività) sembrano avere deficit di alcune vitamine ed eccesso di omocisteina, un metabolita che il corpo deve smaltire. Non è uno studio che dimostra causalità, ma solo associazione, che potrebbe essere dovuta all'alimentazione povera di questi bambini, ma alcuni studi in cui si migliora l'alimentazione e/o si integrano le carenze il comportamento dei bambini migliora.

Aggiornamento 1/5/2018
L'uso di alcuni antidepressivi (inibitori del reuptake della serotonina, SSRI) in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di autismo e ADHD

Aggiornamento 14/5/2018

I legami tra microbiota e autismo, tramite stress ossidativo, infiammazione e predisposizione genetica

Aggiornamento 18/5/2019

Lo zafferano è efficace quanto il metilfenidato nel migliorare il comportamento dei ragazzi con ADHD in uno studio preliminare. L'effetto è dovuto forse alla riduzione dello stress ossidativo, spesso presente nei disturbi neurologici/comportamentali.
Aggiornamento 25/5/2019
La permeabilità intestinale è una condizione non ancora riconosciuta pienamente come patologica dalla comunità scientifica. Ne parla un articolo di Medscape, di cui pubblico stralci tradotti.
Se andiamo a guardare in rete, molti problemi di salute (autoimmunità, eczema, malattie psichiatriche ecc) vengono ricondotti a una condizione di intestino permeabile.
Il problema è che la "leaky gut syndrome" non è riconosciuta dalla comunità medica e non è elencata tra le migliaia di diagnosi nella 10^ revisione della Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi di salute correlati (ICD-10).
Tuttavia, ci sono prove sufficienti per rendere possibile il legame. Sebbene i ricercatori abbiano iniziato a delineare il ruolo potenziale dell'aumento della permeabilità intestinale in diversi disturbi, in particolare le condizioni gastrointestinali, le loro scoperte sono più sfumate di qualsiasi altra cosa che troverete su Internet riguardo alla "leaky gut syndrome".
Una certa permeabilità è fisiologica, e consentita dal normale funzionamento delle giunzioni cellulari. Tuttavia, certe circostanze possono causare un maggiore deflusso attraverso le giunzioni, che a volte viene definito "permeabilità" anche nella letteratura accademica. Hecht e altri esperti ritengono che questo termine possa essere fuorviante, implicando che qualcosa non funzioni nel corpo; di solito, l'aumento della permeabilità è una risposta naturale che non causa effetti avversi. In effetti, il nostro sistema immunitario è preposto a gestire la permeabilità intestinale al di fuori del range di ciò che è ritenuto normale, secondo Jerrold Turner, MD, PhD, professore di patologia e medicina presso la Harvard Medical School di Cambridge, nel Massachusetts. Però può diventare problematico quando l'aumentata permeabilità intestinale è accompagnata da altre condizioni patologiche.
"La malattia provoca un circolo vizioso", ha detto Turner. "In qualcuno che ha già un difetto di regolazione immunitaria della mucosa che causa una malattia immunitaria, l'aumento della permeabilità intestinale potrebbe essere sufficiente accendere di nuovo il fuoco". Le patologie che sembrano più legate sono quelle intestinali. Al di fuori dei disturbi gastrointestinali, condizioni sistemiche come GVHD (malattia dei trapiantati) e il diabete di tipo 1 sono state collegate a difetti della barriera intestinale. Infezioni da batteri come Escherichia coli e Clostridium difficile, uso di alcol e chemioterapia sono anche noti interferenti della funzione di barriera intestinale.
Le cose diventano un po' più difficili quando si tratta di condizioni come l'autismo, l'eczema e la depressione, tra gli altri, secondo Turner. "Ci sono molti dati che in merito, ma il problema è che è difficile individuare le cause e gli effetti".
Ecco perché ci sono poche indicazioni su come applicare questi dati clinicamente. Per ora, Turner consiglia semplicemente il trattamento di pazienti con IBD, IBS e celiachia secondo le migliori pratiche correnti.
"Se i pazienti hanno qualche altra malattia di base che è associata a un difetto della barriera, è meglio trattare quella malattia", ha detto Turner. "E se il difetto della barriera è causato da una malattia, la barriera verrà ripristinata con una terapia efficace."
I ricercatori cercano quindi di capire di più sulla barriera della mucosa intestinale, sperando di poter affrontare meglio i disturbi gastrointestinali e altre condizioni problematiche che i pazienti devono affrontare oggi.

Aggiornamento 12/6/2018

Lactobacillus plantarum PS128, uno noto psicobiotico (probiotico con effetto sul sistema nervoso), può migliorare alcuni sintomi dell'autismo, principalmente quelli associati a comportamenti di distruzione, evasione di regole e iperattività/impulsività. Inoltre, l'efficacia nello studio è sembrata essere dipendente dall'età, con effetti migliori notati sui bambini più piccoli rispetto a quelli più grandi, sottolineando l'importanza degli interventi precoci.

Aggiornamento 16/6/2019
L. reuteri aiuta a migliorare il comportamento sociale dei topi affetti da autismo. Questo succede attraverso la stimolazione del nervo vago ed una maggiore plasticità di un'area cerebrale (VTA) sensibile all'ossitocina.
Aggiornamento 22/6/2019
Un modello animale mette in relazione alcuni cibi confezionati con il rischio di autismo.
Infatti assumere acido propionico in gravidanza crea gliosi, un'alterata proliferazione delle cellule nervose, con conseguente infiammazione cerebrale e rischio di alterare la normale architettura nervosa.
L'acido propionico (o propionato, E280 o E289) è contenuto come conservante nel pane industriale e in generale nei prodotti da forno e frutta conservata, si forma nel formaggio ed è prodotto da alcuni batteri intestinali. Alcuni studi mostrano come un microbiota produttore di propionato peggiori la neuroinfiammazione dei bambini autistici.
Aggiornamento 2/7/2019
Nelle persone sane i microbi intestinali degradano le tossine uremiche, mentre le persone con insufficienza renale presentano un'alterazione della flora e permeabilità intestinale che provoca un eccesso di queste tossine nel sangue, con conseguenti problemi cardiovascolari, ormonali (PTH), diabete ecc.
Probiotici, in particolare i bifidi, e fibre possono migliorare il quadro.
Aggiornamento 11/7/2019

L'importanza dei ritmi circadiani nella gestione della leaky gut, e il problema del "cervello permeabile" (leaky brain).

Aggiornamento 13/7/2019
Finalmente alcuni scienziati si sono presi la briga di fare una revisione sulla permeabilità intestinale (IP), una proprietà fisiopatologica del tratto digerente che può essere correlata con malattie.
"Riscontrandosi in numerose patologie croniche, può essere considerata una caratteristica della malattia cronica piuttosto che un semplice problema di salute digestiva.
Elevati livelli di marcatori proinfiammatori, dislipidemia, iperglicemia, tendenza all'obesità, malattie croniche avanzate e consumo di una dieta di tipo occidentale sono stati identificati come i più forti fattori di rischio per alterata IP".
"Il coinvolgimento dell'IP nelle malattie croniche, mette in evidenza la potenziale importanza dell'integrità intestinale nella salute e nella malattia. Vi è probabilmente un effetto sinergico tra i fattori di rischio. In particolare, il BMI, l'età, il consumo di alcol e l'infiammazione sono stati tutti identificati come aventi un certo grado di effetto sinergico; sebbene, l'infiammazione sembra essere il fattore principale".
Sull'alimentazione i dati sono limitati, ma alcol, junk food, eccesso proteico favoriscono la condizione, mentre le fibre sono protettive.
Tra i test per verificare la condizione, zonulina e assorbimento degli zuccheri.
L'IP spesso si abbina a sensibilità alimentari e intolleranza all'istamina, rendendo più complicato il quadro, che comunque un bravo professionista della salute può essere in grado di risolvere.
Aggiornamento 29/7/2019
Alti livelli di estrogeni in gravidanza, soprattutto estradiolo, sembrano legati al rischio di autismo

Aggiornamento 6/8/2019
Negli adolescenti, la severità della depressione è proporzionale alla permeabilità intestinale. Questo avviene tramite la stimolazione del sistema immunitario, che altera il sistema nervoso predisponendo alla malattia.
Aggiornamento 16/8/2019

I bambini nati prematuri sono a rischio di problemi neurocomportamentali, anche a causa della disbiosi che li caratterizza. Infatti sono sottoposti spesso a cesareo e antibiotici. La mancanza di alcuni batteri può far mancare lo stimolo dei grassi a catena corta e altri metaboliti, che interagiscono sia sul nervo vago che direttamente sul cervello. L. rhamnosus può essere d'aiuto, mentre i bifidobatteri possono avere effetti paradossi (aumentati nell'ADHD)

Aggiornamento 23/8/2019
La permeabilità intestinale aumenta con l'avanzare della gravidanza nelle donne sovrappeso e obese. Omega 3 e probiotici non sono stati in grado di ridurla.

Aggiornamento 2/9/2019

Sono stati dati dei micronutrienti sotto forma di multivitaminico e minerale a dei bambini con ADHD, ottenendo ottimi risultati, paragonabili a quelli dei farmaci, e senza effetti collaterali. Con l'interruzione alcuni hanno mantenuto il miglioramento, ma molti hanno regredito. Quelli che sono passati al farmaco hanno avuto peggioramento di umore e ansia.

Aggiornamento 4/9/2019

I bambini con ADHD hanno spesso un aumento di bifidobatteri rispetto ai controlli sani. Questi batteri sono ritenuti solitamente salutari, ma in questo caso potrebbero giocare un ruolo nella malattia.
Un multinutriente fa variare la flora, riducendo l'eccesso di bifidi. "Lo studio ha scoperto che i micronutrienti hanno migliorato la funzione generale, ridotto la compromissione e migliorato disattenzione, regolazione emotiva e aggressività nei partecipanti".
Aggiornamento 5/9/2019

Oltre a essere notoriamente associato con aumentato rischio di obesità, asma, allergia e diabete di tipo 1, il parto cesareo può aumentare il rischio di autismo e ADHD nella prole

Aggiornamento 14/9/2019

Qual è l'evidenza sull'uso di diete restrittive nei bambini con ADHD e autismo?
La dieta senza glutine e caseine può essere benefica nei bambini con autismo e problemi gastrointestinali, ma ci sono poche evidenze per raccomandarla a tutti. Se si utilizza si devono quindi informare le persone sul rapporto rischi/benefici.
Anche l'esclusione degli additivi alimentari nei bambini con ADHD non ha mostrato forti evidenze, ma in generale sono sostanze non necessarie quindi si dovrebbero minimizzare a prescindere.
Alcuni bambini con ADHD rispondono bene a una dieta oligoantigenica, ossia che minimizza gli alimenti allergizzanti che attivano l'iperattività
"Le nuove ricerche dovrebbero anche includere l'identificazione dei predittori della risposta al trattamento, soprattutto dato che le diete di eliminazione possono migliorare il comportamento solo in un (piccolo) sottogruppo di bambini affetti. La ricerca futura potrebbe anche indirizzare la connessione microbiota - intestino - cervello come un potenziale meccanismo alla base dello sviluppo di disturbi del neurosviluppo e dell'effetto delle diete di eliminazione nel ridurre i sintomi. Un approccio multidisciplinare è essenziale per lo studio della relazione tra la connessione microbiota-intestino-cervello e sintomi comportamentali di autismo e ADHD, che potenzialmente coinvolge più sistemi, tra cui il sistema metabolico, immunitario, endocrino e neurale.
I bambini con ADHD hanno ridotte concentrazioni di alcuni nutrienti (ferro, omega 3, vitamine del gruppo B) e aumentate di altre (omega 6, grassi saturi, fosforo) che probabilmente riflettono la loro alimentazione poco sana
Aggiornamento 20/9/2019

Un protocollo di una anno, in cui sono stati supplementati vitamine e minerali, grassi omega 3, carnitina, coenzima Q10, enzimi digestivi, e applicata una dieta salutare senza glutine, caseine e soia, ha migliorato il comportamento in 67 persone con autismo.
Anche la funzione digestiva è migliorata.
Aggiornamento 25/9/2019

Nel modello animale la candida induce permeabilità intestinale e disbiosi, che sono ridotte dalla somministrazione di L. rhamnosus L34

Aggiornamento 28/9/2019

La permeabilità intestinale alterata è stata osservata nelle malattie intestinali (IBS e IBD), steatoepatite non alcolica (NASH), cirrosi epatica, pancreatite acuta, colangite biliare primaria (PBC), diabete di tipo 1 e di tipo 2, malattia renale cronica, insufficienza cardiaca cronica (CHF), depressione ecc
"L'aumento della permeabilità intestinale è un nuovo obiettivo per la prevenzione e la terapia delle malattie. Considerando la stretta relazione tra "intestino permeabile" e disbiosi intestinale con le principali malattie, possiamo concludere che gli approcci dietetici e probiotici meticolosi per il recupero del microbiota sano hanno il potenziale per la gestione delle malattie connesse".
In una popolazione cinese è stata rilevata una relazione lineare tra il consumo di bibite zuccherate e l'ADHD
Aggiornamento 4/10/2019
Carenze di vitamine A, B12, D e K alterano la flora e il sistema immunitario delle persone con autismo.
L'anestesia generale nel parto cesareo potrebbe aumentare il rischio di autismo

Aggiornamento 9/10/2019
Secondo una revisione degli studi sull'utilità dell'approccio dietetico nell'autismo, non vi sono grandi evidenze di efficacia degli interventi non specifici.
Per quanto riguarda interventi più specifici, omega 3 e vitamine possono migliorare alcuni sintomi e funzioni, come linguaggio e comportamento sociale. I risultati sono comunque modesti e di difficile interpretazione per l'eterogeneità degli studi.
Aggiornamento 24/10/2019

L'infiammazione è un'importante parte nell'autismo, questo emerge dal fatto che le citochine pro e antinfiammatorie sono alterate.
L'autismo potrebbe essere dovuto (anche) a un'insufficiente quantità di allopregnenolone prodotto dalla placenta.

Aggiornamento 16/11/2019
Secondo uno studio "i bambini che avevano ricevuto antibiotici nei primi 6 mesi di vita avevano capacità cognitive e di comprensione verbale complessive significativamente inferiori, aumentato rischio di problemi con metacognizione, funzione esecutiva, impulsività, iperattività, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ansia e problemi emotivi

Aggiornamento 20/11/2019
L'eccesso di omega 6 (tipici della dieta occidentale) in gravidanza predispone nel modello animale per una prole con ansia, schizofrenia e ADHD. Questo avviene modulando gli endocannabinoidi, sostanze derivate dagli omega 6 che influenzano la trasmissione tra neuroni. Bilanciare sempre con gli omega 3 ed evitare prodotti da forno che li contengono.
Aggiornamento 22/11/2019
Alte dosi di EPA (omega 3, 1,2g/die) migliorano i sintomi di bambini e ragazzi con ADHD, soprattutto se c'è carenza, mentre in caso di abbondanza possono anche peggiorare la situazione. L'effetto è superiore a quello del farmaco metilfenidato. I ricercatori precisano che sommando il DHA (l'altro tipico omega 3 a catena lunga) l'effetto potrebbe essere anche migliore
Aggiornamento 1/12/2019
Nel nuovo lavoro del prof Gasbarrini su intestino e autismo, si sottolineano i limiti degli studi sulle diete applicate, l'alterazione del microbiota e in particolare dei batteri produttori di serotonina e degli SCFA, l'infiammazione e la permeabilità intestinale che peggiorano i sintomi, così come il cortisolo alto, in modo da aumentare il passaggio di metaboliti come LPS e la produzione di molecole infiammatorie
Aggiornamento 6/12/2019
La sindrome PANDAS (disturbi neuropsichiatrici autoimmuni pediatrici associati all'infezione da streptococco) è dovuta all'infezione da streptococco, che altera le comunità microbiche; si mantiene così uno stato di infiammazione e un'alterazione di alcuni metaboliti tra cui gli SCFA e del metabolismo della dopamina. L'infiammazione si mantiene anche dopo risoluzione dell'infezione.

Aggiornamento 26/12/2019

Un'ipotesi da verificare lega il consumo eccessivo di sale in gravidanza e l'aumento del rischio di autismo nella prole. Questo accadrebbe tramite l'induzione di disbiosi e alterando il sistema immunitario (è noto che il sodio stimola i linfociti Th-17 e i macrofagi M1).
Aggiornamento 29/12/2019

I bambini con autismo sembrano avere particolari forme di batteri (senza parete batterica) e Aspergillus silente nel loro sangue. Queste infezioni sono prese dalla mamma durante la gravidanza. L'aspergillosi altera il sistema immunitario e facilita la crescita di altre specie (Candida, Cryptococcus), e i metaboliti del metabolismo delle muffe hanno effetti negativi sull'integrità strutturale o funzionale dello sviluppo del sistema nervoso. "L'aspergillosi silenziosa" può influenzare fortemente lo sviluppo del sistema immunitario e nervoso nella prima infanzia ed essere una delle principali cause di disturbi dello sviluppo neurologico.

Aggiornamento 2/1/2020

Nella revisione sull'effetto delle diete nei disturbi dello spettro autistico (ASD), gli autori concludono che, essendo molto frequenti i problemi intestinali, le diete risultano molto interessanti. Tuttavia non è stato individuato un trattamento con risultati univoci e adatto a tutti, e "mancano dati scientifici conclusivi sull'effetto delle diete terapeutiche sull'autismo e, in quanto tale, non è possibile formulare raccomandazioni definitive per una terapia nutrizionale specifica come trattamento standard per l'ASD". Quelle con maggiore efficacia appaiono la dieta senza glutine e caseine (GFCF) e la supplementazione di alcune vitamine e probiotici. La dieta chetogenica e dei carboidrati specifici hanno potenziali da indagare ulteriormente.
La dieta GFCF appare efficace in circa la metà delle persone. A cosa è dovuto questo? Glutine e caseine vengono maldigerite in alcuni soggetti, forse a causa di disbiosi, e la β-caseina A1 presente nei latticini porta alla formazione di β-casomorfina-7 (BCM7), sostanza in grado di entrare nel sangue in caso di permeabilità intestinale e creare problemi di riduzione del glutatione (e quindi stress ossidativo)

Aggiornamento 6/1/2020

In uno studio americano si è messo in evidenza che per i celiaci non è affatto facile fare la dieta senza glutine, e tracce di questa proteina si ritrovano nelle loro feci e nelle urine (a dimostrare la presenza di permeabilità intestinale tra l'altro)
Aggiornamento 8/1/2020

Quali sono i fattori ambientali che aumentano il rischio di allergie alimentari?
"Si è ipotizzato che cambiamenti nella produzione, lavorazione e confezionamento degli alimenti (ad esempio l'uso di pesticidiantibioticiormoniconservanti, denaturazione con calore, detergenti e sostanze chimiche) siano collegati alle malattie allergiche direttamente o indirettamente". Nei topi il BPA (plastiche) altera il sistema immunitario (riduzione Treg) e la tolleranza agli alimenti.
"Le proteine ​​glicate (AGEs), che si trovano in molti alimenti, in particolare dopo un riscaldamento molto elevato, come la cottura a microonde, la frittura e il barbecue, possono promuovere le risposte allergiche". Anche "l'esposizione a determinati farmaci durante l'infanzia, in particolare gli antagonisti del recettore H2 e gli antiacidi, aumenta il rischio di anafilassi alimentare ed esofagite eosinofila (EoE)".
Introdurre cibi troppo tardi (arachidi dopo un anno) aumenta il rischio di allergia. Carenza di vitamina D o un suo eccesso aumentano il rischio.
La dieta corretta riduce il rischio probabilmente modulando il microbiota.
Gli anticorpi IGG4 sono protettivi per le allergie classiche ma aumentano il rischio in EoE.

Prebiotici e probiotici saranno probabilmente utili in futuro. La presenza di permeabilità intestinale è un meccanismo importante perché aumenta il contatto con gli antigeni. 

Aggiornamento 11/1/2020
Il glifosato rimane una sostanza controversa. La mancanza di informazioni, i dati contraddittori e l'indipendenza degli studi hanno generato polemiche sulla sicurezza del Glifosato per l'uomo. Nonostante sia consentito il suo uso, il suo utilizzo indiscriminato può avere un effetto dannoso sulla salute umana, in particolare sugli equilibri della flora batterica. "Abbiamo valutato i meccanismi con cui un disturbo del microbiota intestinale indotto da Glifosato potrebbe essere coinvolto in disturbi emotivi e malattie neurologiche come l'autismo. Tuttavia, sono certamente necessarie ulteriori ricerche per capire il suo ruolo nella comunità batterica intestinale e i suoi effetti nelle malattie neurocomportamentali. Inoltre, a causa della mancanza di letteratura esistente, la ricerca futura dovrebbe valutare il ruolo di approcci innovativi come l'utilizzo di NAC, vitamina C, vitamina E, ciclofosfamide o probiotici per trattare queste alterazioni indotte dagli erbicidi".
Aggiornamento 14/1/2020
Negli USA i ritardanti di fiamma e i pesticidi hanno superato i metalli pesanti come causa nel declino del quoziente intellettivo medio nella popolazione. "Gli esperti affermano che l'esposizione in giovane età a una qualsiasi di queste tossine può causare difficoltà di apprendimento, autismo e problemi comportamentali".
"L'apertura frequente di finestre per consentire l'uscita di sostanze chimiche persistenti presenti nei mobili, nell'elettronica e nella moquette e il consumo di prodotti biologici certificati può ridurre l'esposizione a queste tossine", e soprattutto la politica dovrebbe muoversi per regolare meglio l'utilizzo di queste sostanze.
Aggiornamento 28/1/2020

Nei bambini con autismo si osservano alterazioni nel profilo delle cellule immunitarie e delle citochine (molecole che interagiscono con il sistema immunitario), simili a quelle delle persone con malattie autoimmuni, con aumento dei Th-17 e riduzione dei Treg (che danno tolleranza immunologica), e più aumenta il rapporto tra queste cellule più la malattia è severa.
Una maggiore qualità della dieta, uso di probiotici, introito di omega 3 e fibre migliorano la qualità del microbiota materno e così di quello del figlio allattato. Una maggiore diversità di batteri a un mese di vita riduce il rischio di allergie negli anni seguenti, così come i probiotici in gravidanza tramite la produzione di anticorpi Ig-A.

Aggiornamento 30/1/2020
Ogni tanto si leggono post secondo cui l'autismo sarebbe solo una malattia genetica e non dovuta a fattori ambientali, e l'aumento dei casi sia dovuto solo ad aumento di diagnosi che prima "sfuggivano". Vorrei sapere quali sono le fonti, visto che a me risulta una predisposizione genetica slatentizzata (termine che in italiano non esiste, ma rende bene l'idea) da fattori ambientali, alcuni dei quali anni fa non erano diffusi. Tra di essi infezioni e autoimmunità materna durante la gravidanza, sovrappeso e ipertensione materna, età dei genitori, uso di antidepressivi (SSRI) in gravidanza, diabete gestazionale, alterazione del microbiota, carenze nutrizionali (vitamina D e folati), stress in gravidanza, inquinamento, esposizione a pesticidi, interferenti endocrini. "L'autismo è un disturbo del neurosviluppo del cervello su base biologica, i fattori ambientali e nutrizionali possono svolgere un ruolo importante nel determinare il rischio di ASD".
Il genere Desulfovibrio potrebbe essere implicato nell'autismo regressivo
Aggiornamento 31/1/2020

Figura schematica di come l'alimentazione errata porti alla disbiosi e alla sindrome metabolica, tramite l'infiammazione stimolata dai metaboliti batterici che entrano dall'intestino
Esiste un'interazione reciproca tra intestino, immunità, microbiota e vitamina D. In particolare la vitamina D stimola l'espressione delle alfa-difensine da parte delle cellule di Paneth e mantiene le giunzioni intestinali strette (riducendo la permeabilità intestinale). Così sta emergendo l'ipotesi secondo cui la carenza di vitamina D può compromettere l'immunità innata intestinale riducendo le defensine delle cellule di Paneth, portando a traslocazione batterica, endotossemia, infiammazione sistemica, insulino-resistenza e steatosi epatica.
"Gli studi sugli animali dimostrano che la carenza di Vitamina D o difetti nella sua segnalazione (trasduzione) compromettono l'immunità innata, portando alla disbiosi intestinale e all'infiammazione sistemica di basso grado, una fattore chiave per l'insulino-resistenza e i disordini metabolici. Sta anche emergendo che l'integrazione di vitamina D migliora la sindrome metabolica, sebbene l'impatto sulla malattia epatica (NAFLD) non sia noto".
Aggiornamento 12/2/2020
L'AMPK, tra l'altro bloccata da condizioni come infiammazione cronica e iperglicemia, è importante per mantenere la solidità della barriera intestinale

Aggiornamento 17/2/2020
L'articolo del Prof Alessio Fasano, docente ad Harvard, inizia così "Venticinque secoli fa, quando Ippocrate affermò che "Tutte le malattie iniziano nell'intestino", ebbe un'intuizione incredibile che solo recentemente è stato pienamente apprezzata a causa di nuove intuizioni sulla patogenesi di molte malattie infiammatorie croniche (CID) che affliggono l'umanità".
Oggi sappiamo che la permeabilità intestinale può essere concausa di molte malattie, perché permette agli antigeni alimentari e a batteri o loro derivati di entrare nel circolo sanguigno (endotossemia) e attivare cellule immunitarie T, facendo perdere la tolleranza immunitaria e inducendo allergie e infiammazione.
Tra le cause di induzione della zonulina, la proteina che provoca permeabilità, vengono indicate disbiosi, in particolare SIBO, e il glutine (altri fattori conosciuti sono alcol e stress). Quali patologie sono probabilmente legate alla condizione di leaky gut? Invecchiamento, malattie autoimmuni (celiachia, diabete di tipo 1, IBD, sclerosi multipla, spondilite anchilosante), disordini metabolici (obesità, diabete di tipo 2, diabete gestazionale, steatosi epatica), IBS, tumori (glioma e carcinoma epatico), patologie neurologiche (autismo, depressione, schizofrenia, fatica cronica).
Aggiornamento 6/3/2020
"Mentre Ippocrate potrebbe avere sbagliato nell'affermare che "tutte le malattie iniziano nell'intestino", ci sono molti disturbi cronici e debilitanti del cervello e dell'intestino per i quali il trattamento e la prevenzione possono iniziare nell'intestino". I metaboliti batterici che raggiungono il cervello sono regolati a 2 livelli: barriera intestinale ed ematoencefalica. Quando queste diventano permeabili (oltre la soglia fisiologica), si possono avere problemi intestinali e mentali. Il microbiota intestinale comunica con il sistema nervoso centrale attraverso vie endocrine, immunitarie e neurali. Questa comunicazione, che è anche bidirezionale, è programmata durante i primi 3 anni di vita e rimane relativamente stabile per tutta la vita nonostante le perturbazioni. In questo modo l'intestino influenza umore, malattie neurologiche come Parkinson, irritabilità intestinale ecc
Aggiornamento 8/3/2020
Il resveratrolo ha ridotto l'iperattività nei ragazzi autistici, mentre non ha avuto effetti su letargia, isolamento, comportamenti stereotipati e linguaggio inappropriato.
Aggiornamento 12/3/2020
La permeabilità intestinale di frammenti di Enterobatteriacee come Escherichia–Shigella, Serratia gioca un ruolo importante nel diabete, perché dà una reazione infiammatoria che impedisce all'insulina di abbassare la glicemia (resistenza insulinica) 
Aggiornamento 14/3/2020
Tra le diete di esclusione che funzionano nella sindrome dell'intestino irritabile, FODMAP e glutenfree. È difficile valutarne l'efficacia in studi sulla popolazione anche perché bisognerebbe trovare alimenti inerti da usare nella popolazione di controllo.
Le diete funzionano attraverso vari meccanismi, come un effetto diretto del cibo, il cambiamento del microbiota intestinale e l'attivazione immunitaria.
Solitamente le persone con IBS hanno carenza di bifidobatteri e eccesso di Enterobatteriacee e Bacteroides. La dieta FODMAP può anche indurre carenza di bifidi, che può essere corretta sinergicamente con i probiotici
I classici test allergici sulle Ig-E non sono in grado di mettere in evidenza l'infiammazione e la risposta immunologica al cibo nell'intestino irritabile. Il grano può indurre infiammazione non solo tramite il glutine, ma anche con l'ATI (inibitore della tripsina), e questo succede soprattutto in caso di carenza di Pseudomonas e lattobacilii (rispettivamente), inducendo risposte immunitarie innate e aumentando la permeabilità intestinale, l'attivazione colinergica e la dismotilità intestinale
Aggiornamento 15/3/2020
Le terapie microbiomediate (dieta, probiotici, integrazione) nell'autismo hanno necessità di essere validate, ma hanno una valida base nell'alterazione dell'asse intestino-cervello
In California, il tasso di bambini autistici è in aumento tra i poveri e in riduzione tra i bianchi ricchi. Fermo restando che non vi è prova certa, uno degli scienziati nota che "molte delle stesse cose che alimentano l'infiammazione che causa la malattia - tossine, cibo malsano e stress emotivo - sono anche associate all'autismo. E le famiglie con minor reddito e minoranze tendono ad avere difficoltà ad accedere o offrire opzioni di vita più sane".
Aggiornamento 25/3/2020
Alcuni consigli alimentari in caso di permeabilità intestinale
• Prendere in considerazione una dieta mediterranea, ricca di polifenoli e eventualmente senza glutine.
• Ridurre al minimo l'assunzione di alcol
• Assicurare l'assunzione frequente di varie fonti di carboidrati fermentabili, se tollerate.
• Valutare i probiotici produttori di butirrato; considerare il butirrato come supplemento.
• Misurare lo stato degli omega 3 EPA e DHA; considerare l'integrazione con olio di pesce
• Misurare e correggere lo stato della vitamina D
• Garantire un'adeguata assunzione di retinolo o beta-carotene; se fai molto affidamento sul beta-carotene, valuta la capacità genetica di convertire il beta-carotene in retinolo.
• Considerare l'integrazione con zinco e carnosina
• Considerare l'utilizzo di curcuma in alimenti, bevande e snack o l'integrazione con i curcuminoidi ad alta biodisponibilità.
Aggiornamento 30/3/2020
Una riduzione della funzione cognitiva si può avere in caso di obesità, dieta povera di nutrienti e alterato microbiota (e le 3 cose spesso sono presenti insieme), a causa dell'alterato profilo metabolico e ormonale e della permeabilità intestinale
Aggiornamento 3/4/2020
L'uso del trapianto fecale nelle malattie neurologiche (autismo, sclerosi multipla, Alzheimer ecc) è promettente ma per ora limitata a pochi casi-studio.
Aggiornamento 11/4/2020
"La disfunzione della barriera epiteliale (in questo caso nasale) facilita il passaggio degli allergeni transepiteliali, la sensibilizzazione allergica e la degranulazione delle mastcellule indotta dagli allergeni anche in assenza di ambiente infiammatorio. Questi risultati sottolineano il ruolo cruciale di una barriera epiteliale intatta nella prevenzione delle allergie".
Aggiornamento 20/4/2020
L'ADHD è una patologia legata a infiammazione e stress ossidativo. Tra le sostanze potenzialmente utilizzabili per migliorare la situazione, omega 3, sulforafano (broccoli e cavoli) e NAC, ma vi è attualmente una carenza di studi clinici.
Aggiornamento 21/4/2020
È stato dimostrato che una maggiore permeabilità intestinale è coinvolta in diverse malattie associate a infiammazione cronica di basso grado, tra cui obesità e sindrome metabolica. La somministrazione di kefir ha ridotto la zonulina (marker di permeabilità) e migliorato l'umore in un gruppo di persone sovrappeso
Aggiornamento 23/4/2020
Secondo una revisione degli studi sull'argomento, un'alimentazione salutare caratterizzata principalmente dal consumo di frutta, verdura e cereali integrali ha mostrato un effetto protettivo contro l'iperattività o l'ADHD, mentre diete non salutari, caratterizzate dal consumo di grassi saturi e zucchero raffinato sono state associate ad un aumentato rischio di iperattività o insorgenza di ADHD.
L'evidenza dell'effetto protettivo di modelli alimentari sani è supportata dal fatto che alcuni nutrienti specifici, come ferro, zinco, iodio e acidi grassi a catena lunga sono considerati protettivi contro l'ADHD, principalmente perché gli individui con il disturbo hanno bassi livelli ematici di questi nutrienti. La mancanza di nutrienti specifici nel corpo umano influisce sulla salute mentale attraverso diversi percorsi biologici. Il ferro, ad esempio, è un precursore per la produzione di dopamina e noradrenalina, che svolgono un ruolo essenziale nell'eziologia del disturbo.
La mancanza di nutrienti specifici nel corpo umano influisce sulla salute mentale attraverso diversi percorsi biologici. Il ferro, ad esempio, è un precursore per la produzione di dopamina e noradrenalina, che svolgono un ruolo essenziale nell'eziologia del disturbo. Allo stesso modo, lo zinco è necessario per molti complessi metallo-enzimatici, molti dei quali situati nel sistema nervoso, essendo essenziali per la conversione della piridossina (vitamina B6) nella dieta in piridossina attiva, necessaria per la conversione del triptofano in serotonina, che ha una stretta relazione con ADHD. Inoltre, lo zinco è fondamentale per la produzione e la modulazione della melatonina, che aiuta a regolare la funzione della dopamina, importante nella fisiopatologia dell'ADHD. In conclusione, questo studio fornisce prove sull'associazione tra dieta e ADHD, suggerendo che una dieta ricca di zuccheri raffinati e grassi saturi può aumentare il rischio di ADHD o iperattività, mentre una dieta sana, caratterizzata dall'elevato consumo di frutta e verdura, proteggerebbe da queste condizioni.
Aggiornamento 27/4/2020
L'importanza del retinolo nei confronti delle malattie autoimmuni, tramite interazione col microbiota (aumento dei lattobacilli) e riduzione della permeabilità intestinale
Aggiornamento 8/5/2020
La vitamina D migliora i sintomi nei bambini autistici
Aggiornamento 10/5/2020
Come fanno gli i grassi polinsaturi (PUFA) a migliorare condizioni neurologiche come l'autismo (ASD)? "I grassi ω−3 e ω−6 possono indurre l'espansione dei neuriti, probabilmente attraverso diversi meccanismi, come la regolazione dinamica del citoscheletro neuronale insieme all'espansione delle membrane neuronali dovuta alla modulazione del meccanismo di fusione vescicolare. Inoltre, i benefici dei PUFA nei soggetti con autismo potrebbero anche essere associati a un miglioramento dell'efficacia della trasmissione sinaptica e alla modulazione del rilascio di neurotrasmettitori". Anche uno sbilanciamento tra omega 3 e omega 6 può alterare la funzionalità cerebrale. "Il recupero promosso dall'intervento nutrizionale con i PUFA può essere considerato non solo come un piano terapeutico per le persone con ASD, ma anche come prevenzione durante lo sviluppo fetale".
Nel modello animale, Escherichia coli, grazie al suo effetto infiammatorio e alla permeabilità intestinale, induce malattie psichiatriche. La presenza di un lattobacillo antinfiammatorio, L. mucosae, contrasta questo effetto
Un mix di probiotici di origine umana (enterococchi e lattobacilli), prelevati da un lattante, riducono disbiosi, infiammazione e permeabilità intestinale nei topi anziani, interagendo col metabolismo dei sali biliari
Aggiornamento 26/5/2020
I bambini con autismo possono avere una disbiosi fungina, con aumento di S. cerevisiae e riduzione di Aspergillus. rispetto ai controlli sani. Queste variazioni potrebbero essere associate alla patogenesi dell'autismo, in particolare con l'infiammazione intestinale, ed essere correlate con la crescita di Candida, che rilascia arabinitolo, metabolita che pare peggiorare le condizioni nell'autismo. Invece il suo parente S. boulardi può migliorare le condizioni intestinali nell'autismo. Questa disbiosi può anche essere correlata con l'alimentazione particolare che spesso seguono le persone, molto selettiva e ricca di cibo spazzatura.

Aggiornamento 27/5/2020
In un modello animale il batterio Mycobacterium vaccae previene la manifestazione dell'autismo. Il microbiota è noto per la sua influenza sul cervello in formazione
Aggiornamento 2/6/2020

Tra i supplementi per l'ADHD, carnosina e fosfatidilserina (derivati aminoacidici), vitamina D, zinco, e soprattutto omega 3 possono essere utili, anche in presenza del farmaco (metilfenidato)
Aggiornamento 6/6/2020
La permeabilità intestinale (leaky gut) è presente quando c'è un tumore del sistema digerente. Mentre prima si pensava che essa fosse una conseguenza dell'infiammazione indotta dal tumore, oggi si sa che è antecedente, collegata a IBD, pancreatite, epatite ecc, ed è causata da disbiosi, metaboliti batterici tossici, antigeni alimentari. Questa condizione quindi aumenta il rischio di tumore pancreatico, epatico, intestinale ecc. La diversità batterica riduce il rischio, e percorsi appositi che ristabiliscano la funzione di barriera possono ridurre il rischio di tumore.
Aggiornamento 18/7/2020
Le persone con Alzheimer sembrano avere la calprotectina alta, un marker di infiammazione intestinale e permeabilità intestinale che riduce la disponibilità di aminoacidi essenziali
Aggiornamento 23/7/2020

La proteina neuregulina stimola la rigenerazione dello strato di cellule intestinali che protegge dalla permeabilità
Aggiornamento 24/7/2020
Non rispettare i ritmi circadiani ha un effetto deleterio sulla muscolatura, e specularmente favorisce la deposizione di grasso. Questo per lo stato infiammatorio e di alterazione ormonale che si crea. In particolare
🚩Aumento dell'assorbimento di batteri indotto da permeabilità intestinale
🚩Amplificazione della risposta infiammatoria alle componenti batteriche
🚩 L'infiammazione cronica provoca disfunzione mitocondriale
🚩 Compromissione delle funzioni di riparazione/crescita del muscolo
"Il muscolo agisce come un organo endocrino oltre a consentire il movimento e la costruzione di una buona postura, secernendo dozzine di molecole di segnalazione chiamate miochine. Queste molecole regolano quasi tutti i sistemi del corpo (seconda immagine), molti dei quali rallentano con l'età. Ciò include la promozione della produzione sana di cortisolo, che aiuta a frenare l'infiammazione. Pertanto, la fragilità legata all'età non è solo un segno di scarsa mobilità, è un segno di interruzione circadiana a livello di sistema".
Aggiornamento 25/7/2020
Secondo una revisione dei dati, le persone con celiachia e sintomi neurologici spesso non li hanno a livello gastrointestinale. La dieta senza glutine migliora l'epilessia nel 53% dei casi di persone con sensibilità al glutine. Le persone con epilessia di origine ignota dovrebbero testare gli anticorpi per celiachia
Aggiornamento 30/7/2020
Secondo una revisione degli studi, "i bambini con disturbi dello spettro autistico (ASD) hanno una biomassa, una ricchezza e una diversità più elevate nel loro microbiota intestinale, nonché un numero maggiore di Lachnospiraceae, Clostridiales, Erysipelotrichaceae, Dorea, Collinsella e Lachnoclostridium non identificati rispetto ai bambini sani. Inoltre, la struttura della comunità di microbi intestinali era associata alla gravità dei sintomi autistici e l'analisi del microbiota intestinale potrebbe contribuire alla sintomatologia. Pertanto, la regolamentazione del microbiota intestinale potrebbe essere una nuova strategia per il trattamento dell'ASD in futuro".
Aggiornamento 2/8/2020
Qualche anno fa la permeabilità intestinale era ritenuta roba antiscientifica da naturopati, oggi sappiamo che è alla base di malattie autoimmuni come sclerosi multipla, lupus e diabete di tipo 1. Complimenti a chi aveva anticipato i tempi. Lo stress è uno dei tanti fattori che la attiva, permettendo ad un microbiota alterato (o ai suoi metaboliti) di entrare nel circolo sanguigno e infiammare il corpo, attraverso il suo mediatore cortisolo.

Aggiornamento 12/8/2020

Omega 3 e ginseng rosso coreano hanno migliorato attenzione, memoria e funzione esecutiva in bambini con ADHD

Aggiornamento 22/8/2020

Il glutatione è il più importante antiossidante e regolatore dei cicli redox nelle cellule. La sua presenza appare importante per il funzionamento del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. I deficit di glutatione sono stati collegati a molteplici disturbi neurodegenerativi e neuropsichiatrici. Gli approcci che migliorano la disponibilità di glutatione (sulforafano) possono migliorare condizioni come epilessia, autismo, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson e schizofrenia

Il calo di testosterone che si ha con l’età può essere dovuto anche alla permeabilità intestinale

Aggiornamento 28/8/2020

La fitoterapia può migliorare la permeabilità intestinale, riducendo disbiosi e infiammazione

Aggiornamento 29/8/2020

Il fruttosio in dosi eccessive, quali quelle di una bibita zuccherata per esempio, è la tempesta perfetta per creare steatosi epatica (fegato grasso). La sua ingestione blocca una proteina che tiene le giunzioni intestinali vicine, creando permeabilità intestinale. In questo modo tutte le endotossine intestinali arrivano ai macrofagi, infiammandoli. Inoltre il fruttosio che arriva al fegato spinge la lipogenesi (produzione endogena dei grassi, ulteriormente stimolata dall'infiammazione), che si accumulano nel fegato.

Aggiornamento 31/8/2020

Molti fattori ambientali favoriscono la permeabilità intestinale (PI) e di altri tessuti (polmoni, pelle), una condizione che si associa a malattie autoimmuni, infiammazione, alterazione del sistema immunitario ecc. Negli allergici anche pollini, muffe, acari e antigeni alimentari. Detergenti, sigarette (anche elettroniche), ozono, particolato (soprattutto dei motori a gasolio), nanoparticelle (biossido di titanio e silicio), microplastiche, additivi (polisorbato80) sono tutti in grado di indurre PI, colpendo le giunzioni intercellulari. Non stupiamoci dell'aumento di certe malattie.

Aggiornamento 15/9/2020

Nei topi, la carenza di omega 3 in gravidanza aumenta l'infiammazione e l'attivazione del sistema immunitario, aumentando il rischio di problemi neurocognitivi nella prole (come autismo e ADHD), anche mediante l'interazione con l'asse intestino-cervello e il microbiota

Aggiornamento 26/9/2020

Gli HMO, oligosaccaridi del latte materno, hanno un effetto bifidogenico (favoriscono la crescita dei batteri buoni). Inoltre favoriscono la funzione immunitaria e la riparazione della barriera intestinale, con un alto profilo di sicurezza.

Aggiornamento 7/10/2020

Mentre anni fa si era costretti a discutere sull'esistenza o meno della permeabilità intestinale, vista come cosa antiscientifica, come se al primo anno di università non ci insegnassero della presenza dei desmosomi e delle giunzioni strette e serrate, oggi si parla tranquillamente del suo legame con le malattie cardiovascolari (insufficienza cardiaca, infarto acuto, aterosclerosi e ipertensione) e non solo, e si propone la sua gestione come opzione terapeutica.

Aggiornamento 11/10/2020

Un probiotico misto, Vivomixx, preso per 6 mesi ha migliorato i sintomi gastrointestinali e il comportamento in alcuni bambini autistici, ma senza raggiungere la significatività sul campione totale. Capire perché funziona in alcuni e non in altri sarà il passo successivo.

Aggiornamento 14/10/2020

Avere corretti livelli di vitamina D è indispensabile nelle malattie autoimmuni. Questa vitamina infatti favorisce la riparazione della barriera intestinale (riduce la permeabilità intestinale), modula il sistema immunitario e il microbiota, tutte caratteristiche alterate nell'autoimmunità.

Aggiornamento 17/10/2020

L'antica nozione, sempre ritenuta solamente aneddotica, secondo cui gli zuccheri attivassero comportamenti violenti, impulsivi, aggressivi, ridotta concentrazione ecc, in particolare nei bambini con ADHD, ha oggi basi più solide. Come spesso accade, è coinvolto il sistema energetico dei mitocondri. "Presentiamo le prove che il fruttosio, abbassando l'energia nelle cellule, innesca una risposta (di ricerca) di foraggiamento simile a quella che si verifica durante la fame", ha detto l'autore principale Richard Johnson, MD, professore presso la University of Colorado School of Medicine nel CU Anschutz Medical Campus. Per motivi evolutivi di sopravvivenza infatti, essere a corto di cibo ci spinge a essere più aggressivi. In natura le uniche fonti di fruttosio sono frutta e miele, ma le quantità necessarie per innescare i comportamenti sono raggiunte solo con i prodotti contenenti HFCS industriale o zucchero aggiunto. Il fruttosio in questo modo altera la capacità mitocondriale di produrre energia, favorendo la produzione endogena di grasso (lipogenesi), riducendo l'ossidazione dei grassi e lasciando le cellule a corto di energia e incoraggiando così un comportamento aggressivo, esplorativo e impulsivo che aiutava i nostri antenati a sopravvivere alla carenza di cibo. Anche l'acido urico derivato dal fruttosio sembra implicato nei comportamenti maniacali, depressivi e impulsivi. Alcune forme di recettore della dopamina possono rendere le persone più predisposte per questi problemi, insieme alla resistenza leptinica.

Aggiornamento 24/10/2020

Il consumo di bibite zuccherate (SSB) e zucchero è correlato con i comportamenti legati ad ADHD (deficit di attenzione e iperattività). "Si suggerisce che coloranti alimentari, conservanti o persino caffeina nelle SSB possano indurre effetti negativi sui sintomi dell'ADHD".

Nelle persone con COVID19 e coinvolgimento cardiaco, si osserva maggiore permeabilità intestinale che si ipotizza aumentare lo stato infiammatorio.

Aggiornamento 22/11/2020

I bambini con autismo hanno alto rischio di soffrire di sensibilità alimentari (allergie e intolleranze), con tutte le conseguenze del caso, intestinali e non

La malattia COVID19 in forma severa è caratterizzata da permeabilità intestinale

I cibi che guariscono l'intestino possono variare da persona a persona

Aggiornamento 23/11/2020

Gli omega 3 nei bambini e nelle condizioni neurologiche.
Il DHA è fondamentale nello sviluppo cerebrale, e più se ne accumula tra gravidanza e primi 2 anni più ne rimarrà in seguito. Agiscono inoltre come modulatori dell'infiammazione e del microbiota.
Nei bambini con infiammazione e ADHD appare più importante integrare l'EPA, mentre nell'autismo si usano mix dei 2 grassi a dosi superiori al grammo. Nella depressione si indica un rapporto EPA/DHA di 2 a 1. Per avere indicazioni personalizzate è opportuno un dosaggio dei livelli sanguigni. I segni di una carenza possono essere pelle squamosa, eczema e secchezza degli occhi.

Aggiornamento 12/12/2020

La leaky gut esiste veramente? Secondo dei criteri scientifici la risposta è sì

Aggiornamento 28/12/2020

Le persone con intolleranza all'istamina sembrano avere pochi bifidobatteri e aumentata quantità di proteobatteri. Sono inoltre presenti infiammazione e permeabilità intestinale, con riduzione dell'enzima DAO che degrada l'istamina, portando a un possibile circolo vizioso

Aggiornamento 4/1/2021

Conclusioni generali di una review sulla leaky gut

🚩Non sappiamo se la permeabilità intestinale causa la malattia o è una conseguenza 🚩La barriera è dinamica e non è semplicemente un singolo strato di cellule 🚩 L'insufficienza di diversi organi diminuisce la resilienza nell'intestino 🚩 Abbiamo bisogno di misure più valide, quello che abbiamo non è eccezionale 🚩La dieta gioca un ruolo (l'acido ascorbico può aumentare la permeabilità intestinale, i fagioli e gli alimenti fermentati possono diminuirla) 🚩Non ci sono prove che aggiustare la permeabilità intestinale da solo corregga la malattia

Aggiornamento 30/1/2021

L'endotossemia è quella condizione in cui alcuni metaboliti infiammatori dei batteri, come LPS, entrano facilmente nel sangue grazie ad alterata permeabilità intestinale. "Modificare lo stile di vita, inclusi la riduzione al minimo del consumo di alcol, l'aumento della dieta ricca di micronutrienti e la riduzione dell'assunzione di grassi saturi, possono avere un impatto sulla riduzione dell'endotossiemia metabolica, così come i prebiotici e i probiotici hanno dimostrato di ridurre i livelli di endotossine circolanti".
I nutrienti più importanti appaiono essere vitamina D, A, zinco, folati. La dieta con cibo spazzatura aumenta la permeabilità intestinale, anche perché "È stato suggerito che gli additivi alimentari tra cui zucchero, tensioattivi e cloruro di sodio, che vengono applicati in alte concentrazioni agli alimenti comunemente consumati, aumentino la permeabilità intestinale", invece la dieta mediterranea la riduce

Aggiornamento 3/2/2021

Si conferma un legame tra difetti mitocondriali e almeno una parte dei disturbi dello spettro autistico (ASD), e "i difetti bioenergetici mitocondriali potrebbero fornire un'ipotesi unificante per la fisiopatologia [di alcuni casi di malattia].
Questa conclusione fornisce speranza per il trattamento dell'ASD. Se l'ASD fosse dovuto a un difetto durante lo sviluppo neuronale con alterazioni neuronali, questo potrebbe essere difficile da riparare. Tuttavia, se l'ASD è dovuto a una lieve inibizione mitocondriale e all'aumentata produzione di ROS mitocondriale associata che altera la trasmissione di energia nei neuroni, allora è possibile che le terapie metaboliche possano fornire interventi terapeutici praticabili per alcuni pazienti con ASD".

Aggiornamento 4/2/2021

Alcuni legami tra batteri intestinali e sistema nervoso
Il batterio E. coli può produrre una proteina (curli) che può indurre alterazione della proteina α-sinucleina e predisporre per il morbo di Parkinson. Invece Akkermansia muciniphila produce la vitamina B3 (nicotinamide) che nel modello animale riduce i sintomi di SLA. In gravidanza le infezioni possono stimolare la produzione di IL17, che arriva al cervello del feto e può alterare lo sviluppo favorendo l'autismo. Il batterio L. reuteri è invece allo studio per il trattamento dell'autismo.
Il microbiota è anche implicato nella depressione, Alzheimer e severità e recupero dall'ictus.

Aggiornamento 15/2/2021

Nei topi la dieta ricca in zuccheri favorisce le specie patogene opportuniste, come Candida e E. coli, e la permeabilità intestinale. In questo modo E. coli va a stimolare i recettori TLR4, aumentando il rischio di colite.

Aggiornamento 18/3/2021

La presenza di alterazioni nel metabolismo degli aminoacidi solforati, omocisteina e metionina, che possono essere dovuti a una mutazione genetica (MTHFR o altre), con riduzione del SAME, può spiegare alcune alterazioni in sottogruppi di persone con autismo, con alterazione della metilazione e aumento dell'infiammazione e stress ossidativo. Il supporto della metilazione si è dimostrato utile in alcuni casi.
"Esistono prove convincenti da studi preclinici e randomizzati controllati in doppio cieco che la correzione di alcuni di questi deficit metabolici con l'integrazione di metilfolato, metilcobalamina, ALA e melatonina ha benefici significativi. Pertanto, le conseguenze metaboliche proposte sono di grande interesse in quanto possono essere corrette utilizzando agenti farmaceutici disponibili clinicamente come acido folinico, metilcobalamina, SAME, ALA, molibdeno e melatonina. Questi agenti con un profilo di effetti collaterali relativamente inferiore possono costituire potenziali candidati per un'efficace terapia cocktail per il modello proposto di ASD con deplezione di SAME".

Aggiornamento 24/3/2021

L. reuteri continua a dimostrarsi utile nel modello animale di autismo, grazie all'influenza sul metabolismo della tetraidrobiopterina, e probabilmente aumentando l'ossitocina.

Aggiornamento 31/3/2021

Le persone con tiroidite di Hashimoto hanno alti livelli di zonulina e alterato microbiota (riduzione dei bifidi, aumento dei patogeni), suggerendo un ruolo dell'intestino (permeabilità intestinale e mimetismo molecolare) nella genesi e progressione della malattia.
"La leaky gut induce il rilascio di citochine infiammatorie che a loro volta favoriscono una maggiore permeabilità, un circolo vizioso che favorisce l'ingresso di antigeni derivati ​​dalla dieta e dai microbi intestinali, innescando l'attivazione dell'immunità innata e adattativa nella mucosa intestinale. I principali fattori coinvolti nel rilascio di zonulina sono la proliferazione batterica (SIBO) e il glutine e la maggiore permeabilità intestinale può indurre una rottura della tolleranza, quindi le cellule immunitarie attivate possono rimanere nella mucosa intestinale o migrare verso organi distanti, partecipando a malattie infiammatorie croniche e autoimmuni".


Aggiornamento 1/4/2021

Uno studio mette in correlazione i livelli urinari gravidici di BPA, alcuni metalli pesanti (piombo e cadmio) e ftalati con il rischio di autismo riscontrato negli anni successivi. Meglio evitare alimenti conservati nella plastica in gravidanza

Il consumo cronico di alimenti industriali induce un'alterata permeabilità della barriera intestinale e l'attivazione della via del complemento (sistema immunitario) e conferisce il rischio di malattie microvascolari nel modello animale. Questo favorisce anche le malattie renali. Un ruolo importante lo giocano gli AGEs, presenti nei prodotti cotti ad alte temperature. Invece un intervento dietetico che tenga conto dell'intestino e del microbiota, con alto contenuto di fibre e amido resistente, limita l'influenza negativa sulla salute della dieta moderna.

Aggiornamento 12/4/2021

Batteri e frammenti batterici che entrano nell'intestino grazie alla permeabilità intestinale alterata raggiungono il sangue e gli organi, influenzandone la funzione. Nel tessuto adiposo vengono influenzate infiammazione e lipolisi, nel pancreas e nel fegato la produzione di ormoni, nel tessuto muscolare il consumo di energia e l'uso dei substrati.
"In conclusione, sembra inevitabile che i nostri batteri contribuiscano anche alla modulazione del loro ambiente metabolico plasmando le risposte del corpo ai nutrienti e contribuendo in ultima analisi alla malattia, come è stato dimostrato per il microbiota intestinale negli ultimi anni. Considerando l'attuale rilevanza della ricerca sul microbioma nella comprensione della salute e della nutrizione e le vie promettenti per la terapia e la prevenzione, sarà inevitabile rivisitare molte delle nozioni qui introdotte per consentire approcci meccanicistici robusti e affidabili".

Aggiornamento 23/4/2021

Qualche anno fa i nutrizionisti che parlavano di permeabilità intestinale venivano guardati alla stregua degli aruspici, mentre oggi viene menzionata come concausa della steatosi epatica (fegato grasso), assieme a microbiota alterato, fruttosio industriale, alcol, scarso accesso al cibo salutare (altro termine ritenuto sbagliato, con la solita lungimiranza...) e scarsa attività fisica.

Aggiornamento 2/5/2021

La fibrillazione atriale può essere legata a stress ossidativo e infiammazione, e da un'alterata interazione tra geni e ambiente. Per questo la medicina funzionale, un approccio incentrato sul paziente anziché sulla malattia, può essere d'aiuto.
Per esempio alcune varianti geniche nella metabolizzazione della caffeina possono far manifestare la malattia, sebbene in genere il caffè non sia controindicato.
"Altri punti nodali possono includere infiammazione correlata all'inflammasoma NLRP3, stress ossidativo, meccanismi autoimmuni, anomalie metaboliche, attivazione del sistema renina-angiotensina (RAS), e disfunzione autonomica. Questi disturbi nodali si collegano a disturbi specifici e comuni che promuovono e sostengono la fibrillazione atriale. I disturbi linfonodali sono anche fonte di complicanze della fibrillazione atriale e delle malattie associate. Questi includono l'attivazione di CaMKII che promuove le postdepolarizzazioni, le anomalie della conduzione disfunzionali che promuovono la connessina, le canalopatie acquisite, la disfunzione mitocondriale, l'attivazione delle vie di segnalazione della fibrosi, il metabolismo disfunzionale con utilizzo anormale di energia ed effetti diretti dell'adiposità pericardica.
L'intestino, con il passaggio di nutrienti, antinutrienti, tossine e agenti patogeni attraverso la barriera intestinale, fornisce un enorme potenziale per le interazioni gene-ambiente avverse. Nell'intestino c'è anche l'ulteriore complessità delle interazioni con i geni del microbioma e l'ambiente. La permeabilità intestinale può portare a fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca per una di queste interazioni. Le diete povere di fibre e fitonutrienti e ricche di zuccheri e grassi aumentano il grado di permeabilità nelle giunzioni strette tra le cellule epiteliali intestinali. Anche stress, traumi, tossine, disbiosi e esercizio o sonno inadeguati contribuiscono all'eccessiva permeabilità intestinale.
Sostanze tossiche generano stress ossidativo promuovendo lo sviluppo del disturbo della fibrillazione atriale. Sia l'esposizione a sostanze tossiche che la capacità di disintossicazione variano notevolmente da persona a persona. Stress, molteplici sostanze tossiche, infezioni croniche e infiammazioni contribuiscono allo stress ossidativo. Ad esempio, le persone con ridotta capacità antiossidante, presenza di altri agenti tossici e ridotta capacità di metabolizzare l'alcol possono essere più suscettibili agli stress ossidativi proaritmici legati al consumo. Negli individui che sono geneticamente e ambientalmente sensibili, sono necessari sforzi iterativi per ridurre l'esposizione totale a sostanze tossiche e nutrienti per aumentare la capacità di disintossicazione".
Altri fattori di rischio sono la sindrome metabolica (grasso viscerale), l'invecchiamento, dieta povera di nutrienti e antiossidanti, disfunzione dell'asse surrenalico, tutte caratteristiche legate ad infiammazione e stress ossidativo.

Aggiornamento 18/5/2021

Le ultime linee guida (UK) sul trattamento dell'IBS (sindrome dell'intestino irritabile)
I pazienti dovrebbero tutti fare attività fisica ed essere seguiti dal punto di vista nutrizionale.
Lo psillio è solitamente efficace nel ridurre i dolori e i sintomi, invece le fibre insolubili come la crusca di grano possono aggravare i sintomi.
La dieta FODMAP può funzionare ma deve essere fatta seguita da esperti e si deve puntare alla reintroduzione dei cibi.
I probiotici possono essere consigliati per almeno 3 mesi, e se non funzionano cambiare ceppo, visto che non è possibile individuarne uno buono per tutti.
L'olio di menta piperita può essere un trattamento efficace per i sintomi e il dolore addominale nell'IBS. Il reflusso gastroesofageo è un effetto indesiderato comune.
"Esistono molteplici meccanismi attraverso i quali il cibo può innescare sintomi nell'IBS, inclusi effetti primari (p. Es., Osmotico, chimico, immunologico, meccanico o neuroendocrino) ed effetti secondari (p. Es., Sottoprodotti della fermentazione, alterazioni del pH intraluminale o effetti sul microbiota intestinale). Non sono raccomandate diete di eliminazione basate su anticorpi IgG. Sebbene alcuni studi abbiano identificato potenziali intolleranze alimentari tramite il test dell'antigene leucocitario su campioni di sangue periferico o l'endomicroscopia laser confocale in tempo reale, ciò richiede un'ulteriore conferma.
L'infiammazione della mucosa può derivare da una barriera epiteliale compromessa, disbiosi o livelli di stress alterati e funzione della barriera epiteliale compromessa da uno stress aberrante e una risposta immunitaria e/o disbiosi. L'inizio della condizione può essere collegato a un precedente episodio di gastroenterite infettiva indotta da batteri, parassiti o virus, denominata IBS postinfettiva".

Aggiornamento 28/5/2021

I bambini con una manifestazione grave di COVID19, chiamata MIS-C (sindrome multisistemica infiammatoria), rara ma potenzialmente da trattare a vita in maniera simile alla Kawasaki, hanno permeabilità intestinale dovuta alla zonulina, che potrebbe essere tra le cause.

Aggiornamento 5/6/2021

Esistono dei collegamenti tra anoressia nervosa (AN) e microbiota, e stimolare un cambiamento dei batteri intestinali con alimenti e probiotici può potenzialmente aiutare la guarigione.
Con i loro metaboliti (LPS, SCFA, microRNA) i batteri intestinali influenzano comportamenti, pensieri e azioni (asse intestino-cervello). I batteri che rilasciano LPS stimolano l'infiammazione e la permeabilità intestinale, e vanno contrastati. Le pazienti con AN hanno abbondanza di batteri degradatori di mucina, e in questo modo la parete intestinale è esposta e diventa ancora più permeabile. In questo modo il sistema immunitario viene stimolato eccessivamente da frammenti batterici, e si producono (auto)anticorpi, così come accade per esempio nelle malattie autoimmuni.
"In alcuni casi, questi anticorpi possono agire come omologhi parziali dei neuropeptidi e reagire in modo incrociato con i recettori degli ormoni che regolano l'appetito e la sazietà, come l'ormone alfa-MSH e la grelina, alterando successivamente il comportamento alimentare. Ancora più interessante, è stato anche dimostrato che questi anticorpi sono elevati nei pazienti con AN e bulimia nervosa e correlati con la psicopatologia del disturbo alimentare. Gli autoanticorpi dovuti all'aumento della permeabilità intestinale potrebbero quindi svolgere un nuovo ruolo importante nella fisiopatologia dell'AN e aiutare a spiegare la riduzione della fame, l'aumento della sazietà e la ridotta ricompensa edonistica legata al cibo, come comunemente riportato dai pazienti con AN. Infine, i pazienti con AN hanno mostrato un interessante aumento delle malattie autoimmuni; in particolare, i pazienti con AN mostrano un aumento di circa due volte delle malattie autoimmuni gastrointestinali ed endocrine, incluso il diabete di tipo 1, e persino un aumento di quattro volte della malattia di Crohn."
Inoltre l'AN spesso si accompagna a sintomi da intestino irritabile, come gonfiore, stitichezza ecc.
Probabilmente i probiotici che possono aiutare sono i lattobacilli, assieme agli omega 3.

Aggiornamento 19/6/2021

L'infiammazione è la risposta dell'organismo ai problemi, ma per cessare devono essere presenti alcune sostanze, SPM, che risolvono l'infiammazione.
"Il ruolo della risoluzione (=ripristino dell'omeostasi) è un aspetto piuttosto trascurato dell'infiammazione che è distinto dall'immunosoppressione (=attenuazione degli eventi che sostengono l'infiammazione). Nonostante l'insorgenza dell'infiammazione sia riconosciuta come un processo attivo e controllato, la fase di risoluzione è stata erroneamente considerata un processo passivo in cui l'infiammazione semplicemente svanisce. Piuttosto, contemporaneamente alla down-regulation attiva dell'infiammazione, la risoluzione è attivamente promossa da mediatori lipidici specializzati (SPM) che includono maresine, resolvine, protectine e lipossine, prodotte come risultato della scissione enzimatica di PUFA omega-3 (ω- 3) e ω-6".
L'azione delle SPM è necessaria anche a livello della barriera intestinale, dove l'infiammazione aumenta la permeabilità e consente l'ingresso di sostanze infiammatorie, creando un circolo vizioso. L'infiammazione costante non permette la riparazione del tessuto. I derivati degli omega 3 sono quindi fondamentali per il ripristino della funzione di barriera, che è notoriamente legata alle condizioni croniche dell'invecchiamento.
Attraverso lo sforzo orchestrato di arrestare l'infiammazione e attivare i processi di guarigione dei tessuti danneggiati, le SPM insieme ad altri mediatori di risoluzione promuovono il recupero della barriera intestinale e il ritorno all'omeostasi dei tessuti".

Aggiornamento 5/7/2021

Alcune prove portano a pensare che i dolori della sindrome dell'intestino irritabile (IBS) siano dovuti (anche) a reazioni allergiche, che perdurano anche senza esposizione successiva, e sono facilitate da infezioni batteriche che alterano le proprietà della mucosa intestinale. L'istamina agisce localmente per cui non vi è una reazione sistemica classica ma limitata all'intestino. Questo spiegherebbe perché alcune diete di esclusione portano a miglioramenti, e perché la FODMAP non sempre funziona.
"Un'infezione batterica gastrointestinale può rompere la tolleranza orale a un antigene alimentare e provocare una risposta immunitaria adattativa verso quell'antigene, che a sua volta può portare a un aumento della permeabilità intestinale e a una segnalazione anormale del dolore quando si verifica la riesposizione all'antigene. L'esposizione a questi mediatori rende i nervi afferenti ipersensibili e l'ipersensibilità può persistere anche in assenza dell'antigene alimentare scatenante .Esiste uno spettro di risposte allergiche indotte dal cibo, con anafilassi sistemica IgE-mediata da un lato e risposte allergiche specifiche del tessuto gastrointestinale dall'altro. Nel mezzo ci sono malattie del tratto gastrointestinale con risposte allergiche locali indotte dal cibo, come le risposte mastocitarie specifiche del colon descritte da Aguilera-Lizarraga et al. e le risposte eosinofile specifiche dell'esofago nell'esofagite eosinofila. Sebbene molto ancora sia da chiarire, dati recenti supportano l'ipotesi che i disturbi gastrointestinali comuni, come l'IBS e il dolore addominale funzionale, possano invece essere disturbi allergici indotti dal cibo".

Aggiornamento 17/7/2021

Quanto possono incidere glutine e FODMAP, noti per la loro azione di irritazione/infiammazione intestinale, nei disturbi mentali? Secondo una revisione degli studi "limitare o escludere il glutine o i FODMAP nella dieta potrebbe essere utile per sintomi come depressione, ansia (7 articoli su 7 hanno riscontrato effetti positivi) o deficit cognitivo (miglioramenti in diverse misurazioni dei test cognitivi in ​​uno studio) e in misura minore per la schizofrenia e lo spettro autistico.
Sembra che evitare il glutine o ridurne il consumo possa essere utile per migliorare i sintomi di depressione, ansia e cognizione [in particolare] nelle persone con IBS, celiachia e fibromialgia.
Nello studio sulla Schizofrenia è stato osservato che evitare il glutine può portare ad un miglioramento della cognizione. Nel caso dell'autismo, l'esclusione del glutine o la riduzione dei FODMAP dalla dieta può essere utile, anche se non in modo generalizzato e significativo".
Questi problemi si confermano quindi collegati con l'intestino almeno in alcuni casi.

Aggiornamento 29/7/2021

In un piccolo studio, il microbiota dei bambini con autismo (ASD) confrontato con un gruppo di controllo non è legato alla dieta, ma sono significativamente inferiori alcune specie note per produrre neurotrasmettitori.
"Potenziali agenti patogeni come Clostridium e Alistipes indistinctus appaiono aumentati nei bambini con ASD mentre il Faecalibcterium era sottorappresentato. È stato riportato che il Clostridium è associato a danni al tessuto cerebrale e disturbi neurologici producendo tossine clostridiali che potrebbero distorcere la complessità dei dendriti (strutture nervose) durante lo sviluppo infantile. […] La ridotta biosintesi del triptofano e del glutammato possono avere effetti dannosi sulle risposte psichiatriche e questo è stato implicato nella depressione e in altri disturbi psichiatrici".
Si osservano inoltre ridotte sintesi di serina e glicina.
"Per l'ASD dovrebbero essere esplorate future terapie mirate alla ricostituzione del microbiota intestinale nei primi anni di vita e ad aumentare l'abbondanza di batteri che sintetizzano neurotrasmettitori, come il Faecalibacterium".

Aggiornamento 30/7/2021

L'uso continuato di antinfiammatori non steroidei (FANS), in particolare se abbinato ai protettori gastrici, può dare problemi intestinali (enteropatia da FANS).
L'uso di FANS "può portare alla distruzione della barriera intestinale, a disbiosi intestinale e a traslocazione batterica". Vengono così attivate alcune vie, grazie alla molecola batterica LPS, che attivano l'infiammazione intestinale (curioso, visto che dovrebbero essere antinfiammatori).
Il disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa può inoltre disturbare i mitocondri e non far produrre ATP correttamente, lasciando le cellule intestinali a corto di energia.
Inoltre disturbano la formazione degli acidi biliari interferendo con la fosfatidilcolina, alterando la membrana cellulare.
Modulare il microbiota con prebiotici, probiotici, antibiotici, trapianto di microbiota e l'uso di farmaci che proteggono la mucosa (misoprostolo, rebamipide, tepretone) può ridurre il danno.
Il danno dipende anche dal microbiota di partenza, visto che "prove crescenti da studi clinici e sperimentali suggeriscono che il microbiota intestinale specifico è associato a malattie, e c'è un microbiota specifico che può indicare malattie specifiche tra cui malattie infiammatorie intestinali, cancro del colon-retto e obesità".

Aggiornamento 24/9/2021

Un bell'articolo sulla leaky gut

Aggiornamento 26/9/2021

Le allergie legate agli alimenti non mediate da Ig-E (o miste) sono prevalentemente reazioni gastrointestinali (malattie eosinofile in particolare esofagite, celiachia, enterocolite allergica indotta da proteine ​​alimentari (FPIES), enteropatia indotta da proteine ​​alimentari (FPE) e proctocolite indotta da proteine alimentari (FPIAP)) o dermatologiche (dermatite atopica) e spesso anche altri allergeni (inquinamento, irritanti, pollini ecc.) sono concausa.
Le diete di esclusione e quella a basso contenuto di istamina possono funzionare.
I fattori nutrizionali influenzano la tolleranza.
"Dopo che le fibre alimentari vengono metabolizzate, i derivati batterici, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) e l'acido retinoico (RA), influenzano lo sviluppo e la funzione delle cellule FoxP3+ Treg attraverso l'interazione con le cellule epiteliali intestinali e le cellule dendritiche tollerogeniche (DC) con Cellule T CD4+ naive. L'attivazione e l'espansione delle cellule Treg promuovono la produzione della citochina regolatrice immunitaria, IL-10, che favorisce il cambio di classe delle cellule B da IgG1 a IgG4. Le cellule B IgG4 allergene-specifiche producono anticorpi ad alta affinità per gli allergeni alimentari, prevenendo le interazioni dell'allergene con le IgE legate ai mastociti. I fattori derivanti dal microbiota, come i cataboliti triptofano-indolo, possono attivare direttamente le cellule linfoidi innate attraverso il recettore degli arili (AhR), e indurre la produzione di IL-22, una citochina che promuove rigenerazione dell'epitelio intestinale e integrità della barriera" (riducendo la permeabilità intestinale che è alla base di molte malattie).
Invece l'esposizione a batteri infiammatori attiva le citochine che richiamano gli eosinofili, producono le Ig-E e promuovono il rilascio di istamina, alla base delle reazioni allergiche.
"In condizioni normali, solo quantità minime di antigeni alimentari (Ag) possono attraversare le barriere della mucosa attraverso la via paracellulare, un processo tipicamente associato allo sviluppo della tolleranza immunitaria. L'esposizione ad Ag di durata o entità inappropriata può portare a malattie immuno-mediate in soggetti geneticamente suscettibili.
Gli allergeni degli acari "sono in grado di interrompere le giunzioni strette intercellulari (TJ) e aumentare il traffico di Ag attraverso i monostrati epiteliali bronchiali. Questa proprietà, e in generale la capacità di indurre funzioni effettrici epiteliali, è condivisa con altri allergeni, inclusi alcuni allergeni alimentari, e trigger meno specifici come detergenti e microplastiche".
Alterazioni della permeabilità delle diverse mucose o epiteli (derma ecc.) sono sempre presenti nelle allergie.
"Come ampiamente documentato in numerosi studi condotti negli ultimi 20 anni, la composizione e la diversità delle comunità microbiche che rivestono tutte le superfici corporee, denominate collettivamente microbiota, rappresentano una variabile importante e critica nella regolazione della competenza barriera e delle risposte adattative e innate".
Escludere alimenti in gravidanza può favorire sbilanciamenti nel microbiota del bambino e aumento degli anticorpi legati alle allergie, mentre l'uso di probiotici riduce il rischio.

"Le reazioni alimentari non allergiche sono state anche definite come "ipersensibilità alimentare non allergica". Negli ultimi anni il termine “intolleranza” è stato spesso abusato per definire un'ampia gamma di disturbi legati all'assunzione di cibi diversi. Molteplici e autorevoli segnalazioni, sia scientifiche che istituzionali, chiedono con insistenza di rivedere la terminologia per collocare il complesso mosaico di questi disturbi nella più corretta definizione clinica di “reazioni avverse al cibo non immunologiche”.
L'esistenza e la prevalenza delle ipersensibilità tra cui glutine, istamina e glutammato, è tuttora dibattuto. L'assenza di test affidabili è un altro problema.
Le sensibilità a istamina, additivi e salicilati sono indipendenti dall'ospite. Quelle al lattosio, glutine (o grano) e FODMAP sono invece dipendenti dall'ospite.
Le linee guida NICE sul'intestino irritabile consigliano una dieta varia con esclusione degli alimenti trigger, e in secondo luogo la dieta FODMAP

Aggiornamento 18/10/2021

Oggi (finalmente) si ritiene che l'ingresso nell'intestino di sostanze che non dovrebbero entrare, quali antigeni alimentari e batteri o parti di essi, sia concausa di malattie intestinali ed extraintestinali. Una parte della protezione è data dallo strato di muco, un'altra dalla funzione di barriere della parete intestinale, che a volte non funziona correttamente.
Quali sono le maggiori cause alimentari di permeabilità intestinale (o leaky gut)?
Alcol, emulsionanti, grassi in eccesso nella dieta.
L'alcol altera la fisiologia dell'intestino rompendo le giunzioni serrate presenti tra le cellule.
Gli emulsionanti riducono lo strato di muco e portano a infiammazione della mucosa.
I grassi a causa dell'alterazione del microbiota, dei sali biliari, dello stress ossidativo e dell'aumento delle citochine infiammatorie. In generale alla base vi è sempre l'infiammazione.
Allo stesso modo sono state individuate componenti che aiutano a ripararla.
Alcune fibre (XOS, FOS, GOS, amido resistente, pectina, betaglucani), antiossidanti (ellagitannini e antocianine), probiotici (attraverso la formazione di SCFA), glutammina, zinco, e in generale una dieta sana di tipo mediterraneo con un buon profilo di grassi insaturi.
Sono inoltre importanti corretti livelli di vitamina D.
Oggi è possibile testare la funzione di barriera tramite test specifici con zuccheri appositi, e avere così una determinazione quantitativa della situazione.

Aggiornamento 3/11/2021

Il lipopolisaccaride (LPS), un fattore di virulenza prodotto da alcuni batteri, è una tossina che può causare un'infiammazione sistemica entrando nella circolazione dall'intestino grazie ad un'aumentata permeabilità intestinale.
"Alte concentrazioni di LPS nel sangue causano la sepsi. Bassi livelli di LPS, noti come endotossemia, causano un'infiammazione di basso grado. L'endotossemia si verifica comunemente in relazione, ad esempio, all'obesità, predicendo un aumento del rischio sia di diabete che di malattie cardiovascolari".
Chi possiede alcuni geni che favoriscono la coagulazione e quindi la guarigione delle ferite appare essere più a rischio di malattie cardiovascolari legate a LPS, proprio per una accelerata tendenza alla coagulazione, quella che si può chiamare immunotrombosi (trombosi legata all'infiammazione guidata da fattori immunitari).
L'endotossemia è quindi legata alla presenza di 5 varianti geniche che aumentano il rischio di trombosi venosa profonda, embolia polmonare, tromboembolia venosa e ictus ischemico, e questo rischio è modulato dal microbiota, dalle abitudini alimentari e dalla predisposizione genetica.
La presenza di LPS è anche associata a COVID19 in forma più grave.
"I dati attuali mostrano in modo convincente che la variazione genetica apporta un contributo altamente significativo all'endotossemia. Supponendo che i fattori genetici possano modificare la traslocazione o la neutralizzazione delle endotossine, i risultati suggeriscono una nuova parte nel puzzle delle interazioni ospite/microbioma. Ancora più importante, i risultati caratterizzano ulteriormente il concetto di stretta interazione tra immunità e coagulazione".

Aggiornamento 18/1/2022

L'incidenza di candidosi causata da Candida tropicalis è aumentata in tutto il mondo, indicando che questo fungo potrebbe essere un lievito patogeno emergente, specialmente nei pazienti neutropenici o nei pazienti con disbiosi derivante dall'uso di antimicrobici.
In particolare si conferma essere legata alle malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn.
Alcuni ricercatori hanno evidenziato come la presenza di questo fungo favorisca l'aumento di due specie patogene opportuniste come Serratia marcescens e Escherichia coli e alteri i batteri che vivono nel muco protettivo dell'intestino, come Akkermansia e R. gnavus, favorendo la permeabilità intestinale.
Questo porta a produzione di citochine infiammatorie e peggioramento della malattia.
I ricercatori concludono affermando che può essere ragionevole eliminare la Candida in persone con IBD.

Aggiornamento 27/1/2022

Un intestino infiammato che funziona male può far ingrassare?

Nel modello animale, lo stress ossidativo a livello intestinale favorisce l'aumento di peso, attraverso l'azione dell'acido arachidonico (grasso della serie omega 6).
Viene aumentata la produzione di insulina dal pancreas e questo aumenta la produzione di grassi (lipogenesi).
In pratica l'alimentazione occidentale (povera di antiossidanti, ricca di omega 6 e infiammatoria) crea una tempesta perfetta per ingrassare.
"Un'alterata segnalazione redox (stato proossidante) nel tratto gastrointestinale potrebbe essere cruciale nella suscettibilità ai disturbi metabolici (insulinoresistenza, diabete e aterosclerosi)" che accompagnano l'aumento di peso.

Fermo restando che se siete sovrappeso è perché mangiate troppo, l'infiammazione intestinale può essere un motivo che rende più difficile mantenere il peso corretto


Aggiornamento 8/2/2022

Come fa la condizione di alterata permeabilità intestinale (GP) a creare problemi metabolici?
È noto che il microbiota influenza la salute con la produzione di metaboliti vari, tra cui gli SCFA che stimolano ormoni GLP1 e 2 e PYY con grande influenza sul metabolismo e l'appetito.
La presenza però di batteri patogeni opportunisti (disbiosi) crea problemi e produce sostanze dannose nell'intestino.
La condizione di GP porta all'ingresso di un'eccessiva quantità di metaboliti batterici o batteri interi dall'intestino nel circolo sanguigno. Così si determina la cosiddetta endotossemia, che stimola il sistema immunitario e l'infiammazione.
L'infiammazione di basso grado sistemica colpisce tutti gli organi (muscolo, cervello, tessuto adiposo, fegato), alterando la loro funzione, risultando in iperglicemia, resistenza insulinica, deposito di grasso eccessivo, maggiore appetito, stress ossidativo, tutte le caratteristiche del diabete e delle malattie cardiovascolari.
Pensare che fino a pochi anni fa si parlava di questa condizione come una fantasia.

Aggiornamento 17/2/2022

Infezioni di funghi e autismo, c'è una connessione?
Un caso-studio che ovviamente non può essere generalizzato ma può far parte di un ventaglio di opzioni.

In un bambino con sintomi di autismo sono stati notati metaboliti urinari di Aspergillus, fungo patogeno opportunista. Viene trattato con S. boulardii, lievito probiotico che contrasta genericamente i miceti. Avviene una reazione di Herxheimer, tipica della rimozione di un patogeno che rilascia tossine e si manifesta con sintomi influenzali e lesioni cutanee.
Si tratta quindi con antimicotico a dosi crescenti, notando che i sintomi di autismo spariscono.
La dose viene gradualmente scalata, e oggi il bambino gode di buona salute ed ha ottimi risultati a livello scolastico, sportivo e musicale.

I ricercatori concludono dicendo "Questa rapida e completa inversione dell'autismo è coerente con diversi articoli che propongono la muffa in generale e l'Aspergillus in particolare come una potenziale causa principale di autismo".

Aggiornamento 19/2/2022

Una delle migliori cose da fare se si ha permeabilità intestinale è... dimagrire. Il miglioramento della leaky gut è, secondo una recente revisione degli studi, proporzionale al dimagrimento. La presenza di un (eccessivo) passaggio di molecole dall'intestino al sangue è associato a malattie intestinali, autoimmuni, metaboliche, neurologiche ecc.
Gli altri comportamenti che possono interferire sono dieta occidentale priva di fibra, alterazione dei ritmi circadiani e sonno disturbato, steatosi epatica, uso di alcol, stress, alcuni farmaci, sedentarietà.

Aggiornamento 29/3/2022

La barriera intestinale ci protegge dai microbi intestinali o loro parti/metaboliti, dagli antigeni alimentari e dalle tossine presenti nel tratto gastrointestinale. Tuttavia, l'integrità della barriera intestinale può essere influenzata da fattori intrinseci ed estrinseci, tra cui la predisposizione genetica, la dieta occidentale, gli antibiotici, l'alcol, l'alterazione del ritmo circadiano, lo stress psicologico e l'invecchiamento. La presenza di una permeabilità intestinale (GP) non fisiologica può portare alla traslocazione di componenti microbici nel corpo, producendo un'infiammazione sistemica di basso grado. L'associazione tra integrità della barriera intestinale e infiammazione nelle malattie intestinali sia ben consolidata, ma recentemente è emerso come si leghi anche a disturbi metabolici, autoimmuni, mentali e legati all'invecchiamento.
Quali fattori provocano la GP? Acroleina (fritti), invecchiamento, alcol, farmaci (antiacidi, cortisonici, antinfiammatori e antibiotici), traumi, chemioterapia, emulsionanti, alterazione dei ritmi circadiani, allenamento strenuo, diete ad alto contenuto di sale, zuccheri e grassi, fruttosio, glutine e fruttani, stress come l'iperglicemia, il calore e l'ipossia, lectine e solanacee, dolcificanti e fumo.
I fattori protettivi sono invece: berberina, glutammina, butirrato, resveratrolo, spermidina, urolitina A e curcumina, fibra, funghi medicinali, probiotici e alimenti fermentati, omega 3, raggi infrarossi, stimolazione del nervo vago, farmaci appositi come gli antiTNFalfa, vitamina D e zinco.
Curiosamente il digiuno può sia proteggere che indurre GP, dipende dalla forma e dal soggetto probabilmente.
L'articolo sottolinea come alcuni farmaci e i probiotici probabilmente farebbero poco sul lungo periodo, "riteniamo invece che i cambiamenti dello stile di vita che coinvolgono la considerazione della composizione della dieta, l'uso di farmaci e alcol, l'esercizio fisico, l'esposizione alla luce solare e i corretti livelli di vitamina D, la regolazione del ritmo circadiano e la gestione dello stress hanno maggiori probabilità di mostrare risultati positivi. I recenti progressi relativi all'integrità della barriera intestinale e alla composizione del microbiota intestinale offrono quindi l'opportunità di rivalutare l'importanza della dieta e dello stile di vita nella prevenzione e nel trattamento delle malattie croniche associate all'alterazione della barriera intestinale, all'infiammazione e all'invecchiamento".

Aggiornamento 1/4/2022

Interessante articolo che spiega perché i grassi saturi aumentano le HDL, il cosiddetto colesterolo buono.
Quando assumiamo grassi saturi, aumenta la permeabilità intestinale e l'infiammazione. La stessa cosa fa l'alcol. I grassi arriverebbero direttamente al fegato attraverso la vena porta, sotto forma di LPS, provocando l'infiammazione epatica. Ma le HDL prodotte dall'intestino legano LPS. In pratica l'aumento di HDL è in realtà una strategia per proteggere il fegato dall'eccesso di grassi saturi che lo infiammerebbero.
"Può essere vantaggioso aumentare l'HDL con una maggiore assunzione di grassi saturi per proteggere il fegato. Ma quasi certamente non è una buona idea aumentare la permeabilità intestinale quando non è necessario.
Questa idea supporta l'idea che un'elevata assunzione di grassi saturi potrebbe non essere l'idea migliore per la salute e il benessere a parità di calorie, BMI, ecc."

Aggiornamento 2/5/2022

Gli AGEs, le molecole presenti negli alimenti cotti che contengono carboidrati e proteine come i prodotti da forno, sono mediatori indiretti del danno vascolare attraverso l'induzione di permeabilità intestinale e infiammazione.

"È diventato sempre più evidente che la moderna dieta occidentale, composta da alimenti trasformati ricchi di grassi, zucchero e sale, contribuisce in modo significativo alla crisi dell'obesità, che si lega a una vasta gamma di patologie come la steatosi epatica non alcolica, alcuni tipi di cancro, diabete di tipo 2 e le malattie macro e microvascolari correlate. Lo stile di vita di una parte sostanziale delle popolazioni dei paesi sviluppati è caratterizzato da un'elevata assunzione di cibi pronti come cereali per la colazione, biscotti e snack cotti ad alte temperature. La lavorazione degli alimenti altera la struttura chimica degli alimenti e, così facendo, aumenta la durata di conservazione, l'appetibilità e le proprietà sensoriali, migliorando intrinsecamente il gusto e potenzialmente stimolando i centri di ricompensa nel cervello, favorendo l'introduzione di eccesso di cibo. Sebbene i produttori possano tentare di limitare il contenuto di grassi, zuccheri e sale di questi prodotti per soddisfare le linee guida di un'alimentazione sana, questi alimenti sono spesso ricche fonti di AGEs. Qui, abbiamo stabilito che la componente AGEs degli alimenti trasformati è un mediatore del rischio di malattie microvascolari".
Questi composti stimolano il complemento, una parte del sistema immunitario innato, che porta al danno renale per esempio.
Bloccare questa via metabolica farmacologicamente evita il danno d'organo nonostante la dieta.

Aggiornamento 22/5/2022

Assumere amido resistente, per esempio con le patate o altre fonti di carboidrati cucinati e mangiati freddi dopo alcune ore, migliora la permeabilità intestinale, il microbiota e l'endotossemia, la presenza di metaboliti batterici nel sangue dopo un pasto dovuta proprio un eccesso di passaggio di sostanze dall'intestino. Migliorano così il microbiota e i marker metabolici di rischio cardiovascolare come pressione, glicemia, insulina, infiammazione e perossidazione lipidica

Aggiornamento 5/6/2022

"Nello stato di omeostasi, [l'intestino] possiede barriere sia fisiche (cellule epiteliali) che chimiche [muco, peptidi antimicrobici (AMP), lisozima, IgA solubili, ecc.] per separare i microrganismi simbionti, che di solito vivono in armonia con l'ospite e formano una barriera aggiuntiva. Le giunzioni strette delle cellule epiteliali (tight junctions) sono cruciali per mantenere l'integrità della barriera epiteliale. Batteri simbionti come E. faecium e A. muciniphila possono migliorare la funzione di barriera dell'ospite attraverso diversi meccanismi. Anche i prodotti derivati ​​dal microbiota come gli SCFA e gli acidi biliari secondari sono potenziatori della barriera. Le alterazioni nell'equilibrio del microbiota possono portare alla disbiosi, che compromette l'integrità della barriera, favorisce la traslocazione batterica e provoca l'espansione di microbi dannosi (ad es. C. albicans e C. difficile). Pertanto, la disbiosi è stata associata a un'ampia gamma di malattie croniche, tra cui IBD e asma".
I ceppi di Candida privi di candidalisina, il peptide tossico rilasciato da questo fungo, non sono tossici, ma questa molecola è capace di indurre gravi danni epiteliali e lisi delle cellule.

Aggiornamento 29/7/2022

Uno studio italiano ha mostrato come il trapianto di microbiota da bambini con autismo a topi induca negli animali i comportamenti tipici dell'autismo (difficoltà nella socializzazione e comportamenti ripetitivi), confermando l'importanza dell'asse intestino cervello.
Ulteriore trapianto, diete specifiche, prebiotici e probiotici riducono nei topi i comportamenti, ma si attende ancora per poter traslare all'uomo questi risultati.

Aggiornamento 16/12/2022

Alcune sostanze presenti nei detergenti industriali per lavastoviglie sembrano provocare permeabilità intestinale, una condizione che può favorire allergie, malattie autoimmuni, metaboliche ecc. Questo avviene alle normali concentrazioni di esposizione.

Aggiornamento 29/12/2022

Il colorante sintetico rosso allura (E129), usato per esempio nel bitter, può aumentare il rischio di morbo di Crohn. I topi esposti cronicamente a questa sostanza sviluppano colite.
Il meccanismo d'azione coinvolge un'interruzione dell'integrità della barriera epiteliale intestinale tramite la chinasi della catena leggera della miosina e la riduzione dello strato di muco, inoltre stimola la secrezione di serotonina del colon, modulando la composizione del microbiota intestinale e promuovendo la colite e le reazioni infiammatorie.

Aggiornamento 14/1/2023

Da una review sui disturbi dello spettro autistico (ASD):
"A causa della mancanza di farmacoterapie efficaci per l'ASD, le famiglie sono spesso interessate ad approcci complementari e alternativi. Alcuni integratori come N-acetilcisteina e sulforafano sono stati studiati in studi clinici randomizzati e hanno dimostrato efficacia per i sintomi emotivi e comportamentali. Tuttavia, le prove attuali non supportano alcun supplemento per i problemi di linguaggio, la scarsa interazione sociale o i comportamenti limitati o ripetitivi".


Aggiornamento 27/3/2023

La permeabilità intestinale, con il conseguente ingresso nel sangue di endotossine (LPS), aumenta l'infiammazione e riduce la produzione di testosterone. Questo accade sia in acuto (infezione) che in cronico (disbiosi intestinale o altre cause, anche alimentari). Le osservazioni possono spiegare anche perché i probiotici, che migliorano la permeabilità intestinale, possono migliorare la funzione testicolare.
"Le interazioni tra l'intestino e il sistema immunitario svolgono un ruolo significativo nella salute dei testicoli. Questa scoperta evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per esplorare il miglioramento dell'integrità della barriera intestinale come potenziale trattamento per la malattia andrologica".

Aggiornamento 10/4/2023

In uno studio si è messo in evidenza come la rifaximina, un antibiotico usato per i diverticoli e la SIBO perché agisce solo sull'intestino, possa prevenire la progressione della malattia epatica a fibrosi. Questo conferma l'importanza di un microbiota infiammatorio nella malattia. Secondo i ricercatori il trattamento può essere utile soprattutto in chi non riesce ad abbandonare l'alcol.
"La malattia epatica associata all'alcol è la causa più comune di cirrosi e una delle principali indicazioni per il trapianto di fegato negli Stati Uniti e nel mondo. Un problema di salute pubblica, la morbilità e la mortalità delle malattie epatiche associate all'alcol è aumentata a livello globale dalla pandemia di COVID-19 a causa dell'aumento del consumo di alcol. L'alcol provoca fibrosi epatica a causa delle specie reattive dell'ossigeno generate attraverso il suo metabolismo epatico e indirettamente attraverso il suo effetto sull'asse intestino-fegato, portando a disbiosi e aumento della permeabilità intestinale con conseguente traslocazione batterica. Insieme, questi effetti alterano le risposte immunitarie innate, risultando in un ambiente infiammatorio epatico e sistemico con il rilascio di citochine e chemochine, che interagiscono con le cellule epatiche promuovendo la fibrosi attraverso l'attivazione delle cellule stellate epatiche".

Aggiornamento 24/4/2023

Qual è la connessione neuroimmune nei disordini digestivi? 
I disordini gastrointestinali funzionali come la dispepsia funzionale (FD, generici sintomi del tratto superiore) o la sindrome dell'intestino irritabile (IBS, dolori addominali generalmente presenti con alterazione dell'alvo) sono molto diffusi. Possono essere considerati anche come disturbi dell'interazione intestino-cervello e quindi condizioni altamente prevalenti con opzioni di trattamento efficaci limitate.
I neuroni sensoriali della mucosa nei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile sono sensibilizzati attraverso un aumento del rilascio di mediatori del dolore (nocicettivi) dalle cellule immunitarie e dall'epitelio.
Una sottile infiltrazione e attivazione di mastociti ed eosinofili, entrambi fonte di mediatori nocicettivi, sono state dimostrate nella sindrome dell'intestino irritabile e nella dispepsia funzionale.
Lo stress psicologico, i componenti alimentari, il microbiota e una funzione di barriera compromessa possono tutti contribuire all'attivazione immunitaria nei disturbi gastrointestinali funzionali.
Per varie ragioni, tra cui alterazioni nei recettori TRPV1 e del sistema nervoso enterico, le persone con queste condizioni hanno aumentata risposta viscerale (iperalgesia) e sono quindi più sensibili agli stimoli e sentono più dolore.
Diventa sempre più evidente che le condizioni siano caratterizzate da un'attivazione dell'immunità a livello della mucosa e conseguente infiammazione.
Si riscontra infatti infiltrazione di diversi tipi di globuli bianchi (monociti, linfociti T e mastociti). Questi ultimi sono particolarmente importanti perché rilasciano istamina, il mediatore dell'allergia.
L'infiltrazione può iniziare anche dopo semplici gastroenteriti virali.

Cosa provoca l'attivazione del sistema immunitario intestinale?

1) la permeabilità intestinale. "La barriera ha la duplice funzione di proteggere l'organismo dalla penetrazione indesiderata di sostanze luminali potenzialmente nocive, inclusi agenti patogeni e loro prodotti secreti, consentendo allo stesso tempo l'assorbimento di fluidi e (micro)nutrienti. La barriera svolge anche un ruolo fondamentale nella soppressione dell'attivazione immunitaria nei confronti di antigeni innocui ingeriti per via orale, principalmente alimentari, in un processo definito come tolleranza orale. Per ottenere la tolleranza orale, gli antigeni luminali vengono campionati da cellule microfold (M) in placche di Peyer, macrofagi della mucosa o cellule caliciformi, successivamente acquisiti da cellule dendritiche tollerogeniche che poi migrano verso i linfonodi mesenterici con induzione di cellule T regolatrici immunosoppressive.
Si ipotizza spesso che l'alterata funzione di barriera consenta la penetrazione incontrollata degli antigeni nella lamina propria, stimolando una risposta immunitaria. Tuttavia, se l'aumento della permeabilità svolga un ruolo causale in queste condizioni o sia piuttosto una conseguenza dell'attivazione immunitaria rimane un argomento controverso".

2) il cibo. È ben noto che alcuni cibi, quelli ricchi in zuccheri fermentabili FODMAP per esempio, stimolano i sintomi, creando gas e distensione addominale. In realtà esistono anche reazioni di tipo immunitario in cui gli antigeni stimolano la reazione dei mastociti e degli eosinofili, mediatori dell'allergia. Nelle allergie classiche si notano gli anticorpi Ig-E contro il cibo. Tuttavia nelle persone con IBS e FD gli anticorpi Ig-E possono non essere presenti nel sangue. "Questi risultati suggeriscono che sia coinvolta l'attivazione di eosinofili/mastociti non IgE-mediata o una reazione IgE-mediata confinata alla mucosa gastrointestinale". In particolare gli autori della review sono sostenitori di quest'ultima ipotesi, in cui i mastociti medino queste allergie, trovandosi vicino alle terminazioni nervose e inducendo dolore.

3) il microbiota. Le prove dell'interazione tra batteri intestinali e IBS aumentano ma il quadro non è ancora completo. Sicuramente la produzione di metaboliti amminoacidici quali istamina, serotonina e triptamina contribuisce all'infiammazione e al dolore.
L'istamina è particolarmente importante nell'induzione del dolore. Un ceppo particolare di Klebsiella aerogenes produce 100 volte più istamina dei comuni ceppi batterici. La dieta FODMAP può ridurre l'istamina.

4) condizioni psicologiche. Stress, ansia e depressione sono noti per peggiorare i sintomi di IBS. Questo succede aumentando l'istamina e il CRH, ormone dello stress rilasciato anche dagli eosinofili e che attiva i mastociti, determinando tra le altre cose incremento della permeabilità intestinale.

Le opzioni farmacologiche sono scarse. Per esempio in caso di esofagite eosinofila gli antiacidi hanno un effetto antinfiammatorio ma nel lungo periodo i vantaggi sono superati dagli svantaggi (peggioramento della disbiosi). Cortisonici e mesalazina non hanno dato buoni risultati. Antistaminici e antiserotoninergici hanno mostrato efficacia ma con alcuni effetti collaterali.

La collaborazione tra i diversi professionisti sarà fondamentale per trovare cure adeguate.

Aggiornamento 14/5/2023

Gli antibiotici usati nel periodo perinatale (prima, durante e dopo il parto) sono stati legati a problemi nello sviluppo cognitivo. Questo perché i segnali intestinali provenienti dai batteri hanno un ruolo nella maturazione del sistema nervoso. I dati mostrano che l'esposizione agli antibiotici sia associata ad aumentato rischio di autismo, ADHD, depressione, intelligenza sotto la media e problemi sociali. Modelli preclinici (animali) e clinici (sull'uomo) hanno mostrato che i probiotici possono ridurre il rischio di queste patologie in bambini esposti agli antibiotici.

Aggiornamento 13/6/2023

In questi anni la tecnologia di produzione del pane è molto cambiata. Si è passati da pani fatti da farine non raffinate, di vari grani e a lievitazione naturale e lenta, all'utilizzo di farine sempre più raffinate e formate solo da grano, addizionate da vari additivi miglioratori del processo (soprattutto per quanto riguarda i tempi) e quindi lievitate in poco tempo. Questo ha ripercussioni sulla salute.
Mentre i primi pani favoriscono una flora non infiammatoria e più diversificata, grazie soprattutto alle fibre che nutrono i batteri buoni e sostengono un microbiota saccarolitico (che lascia meno scarti infiammatori), le metodiche moderne sostengono una flora proinfiammatoria e i patogeni opportunisti, hanno poche fibre, favoriscono la fermentazione proteolitica, determinano permeabilità intestinale che è alla base di molte patologie moderne. In sintesi meglio privilegiare pane fatto come una volta.

Aggiornamento 26/6/2023

I probiotici sono utili nel ridurre la permeabilità intestinale e alcuni fattori mediatori dell'infiammazione. L'effetto è dovuto all'incremento delle specie benefiche come lattobacilli e bifidobatteri.

Aggiornamento 24/9/2023

La permeabilità intestinale è un fenomeno che favorisce l'ingresso nel sangue di sostanze che dovrebbero rimanere nell'intestino. A livello cellulare si può osservare una perdita di funzione delle giunzioni strette, sorta di legamenti tra una cellula e l'altra che permettono di evitare l'ingresso di antigeni e sostanze tossiche.
Le malattie associate al fenomeno sono quelle intestinali (IBS e IBD), celiachia, diabete di tipo 1, obesità, steatosi epatica, malattie cardiache.
Tra i fattori che la influenzano, la disbiosi (alterazione delle specie batteriche), infezioni, farmaci (antibiotici, antinfiammatori), alcol, stress, dieta (zuccheri, emulsionanti, alcuni grassi favoriscono, mentre le fibre la riducono).
Dal punto di vista nutrizionale come trattare la condizione?
🥦 i FODMAP (zuccheri fermentabili) possono avere un effetto positivo se rimossi in caso di infiammazione intestinale, ma vanno reintrodotti per modulare positivamente il microbiota.
🦠 i probiotici possono favorire la formazione del muco protettivo e la riduzione dell'infiammazione, modulando il sistema immunitario. Supportano la digestione, riducendo gli antigeni e producendo gli SCFA che nutrono le cellule intestinali.
💊 le vitamine A e D supportano la funzione di barriera intestinale promuovendo le giunzioni cellulari.
🥬 le fibre fanno produrre alla flora gli SCFA promuovendo la salute intestinale.
💊 glutammina e arginina in alcuni modelli cellulari supportano la guarigione della barriera.
🫐 i polifenoli hanno effetto antinfiammatorio, riducono lo stress ossidativo, incrementano il muco e l'integrità dell'epitelio intestinale. I più studiati sono quercetina, epigallocatechina gallato, catechine, epicatechine, berberina, resveratrolo e curcumina.
⚕ erbe medicinali della tradizione come zenzero, altea, liquirizia, ibisco, tè hanno mostrato di modulare positivamente la permeabilità intestinale.
🍄 funghi medicinali come maitake, shiitake, ganoderma ecc. favoriscono la modulazione del microbiota, fanno produrre SCFA e in generale sono in grado di favorire l'omeostasi intestinale grazie ai loro polisaccaridi come chitina, betaglucani, xilani, galattani ecc.

Aggiornamento 13/11/2023

Secondo una revisione sistematica i probiotici sono efficaci nel ridurre la permeabilità intestinale, quel fenomeno che favorisce l'ingresso dall'intestino al sangue di elementi infiammatori e favorisce diverse malattie.
Si riducono la zonulina sierica (marker di permeabilità), le endotossine, LPS e i marker di infiammazione, mentre aumenta la resistenza transepiteliale, dimostrando minor passaggio di molecole.

Aggiornamento 13/1/2024

Nel modello animale gli emulsionanti come polisorbato 80 e poliricinoleato di poliglicerolo aumentano l'infiammazione intestinale favorendo la permeabilità, ma senza modificare il microbiota. La somministrazione, se abbinata a una dieta ricca in grassi, aumenta il grasso corporeo, epatico e plasmatico.
"I nostri risultati sui topi suggeriscono che la sindrome metabolica e l’obesità potrebbero essere guidate da additivi alimentari e altri fattori che possono promuovere l’infiammazione intestinale".

Aggiornamento 5/2/2024

I meccanismi con cui i bifidobatteri riducono la permeabilità intestinale

Aggiornamento 18/3/2024

In uno studio le persone sovrappeso sono state divise in 2 gruppi, uno che assumeva 40g di amido resistente (RS) e l'altro un placebo di 40g di amido normale. Le diete erano uguali per calorie introdotte. Il primo gruppo ha perso in media 2,8kg mentre il gruppo placebo ha mantenuto il peso. Anche il grasso viscerale è migliorato.
Il gruppo trattato ha avuto un miglioramento del microbiota con crescita di alcuni bifidobatteri e riduzione di batteri associati con alterazione metabolica.
Sono infatti migliorati la sensibilità insulinica, la permeabilità intestinale e i marker di infiammazione. Il cambiamento dei microbi appare essenziale per l'effetto dimagrante dell'amido resistente, infatti si evidenzia maggior perdita di peso a seconda del microbiota basale.
"Il microbiota intestinale ha svolto un ruolo fondamentale in questo meccanismo di perdita di peso, modulando potenzialmente l’obesità attraverso le interazioni con l’infiammazione di basso grado e la regolazione delle proteine ​​secretorie legate al bilancio energetico. L’adesione a lungo termine a un modello dietetico ricco di RS per mantenere la composizione del microbioma può essere cruciale per il mantenimento del peso. Poiché l'RS è presente naturalmente negli alimenti e può anche essere aggiunta alla dieta quotidiana, i nostri risultati forniscono uno stile di vita pragmatico per trattare l’obesità e i disturbi metabolici correlati. La manipolazione della composizione microbica intestinale attraverso la dieta può rappresentare una strategia per modificare il bilancio energetico dell’ospite per promuovere la salute".

Aggiornamento 5/5/2024

Si è scoperto che il batterio Blautia coccoides riesce a mantenere, almeno nei topi, un intestino sano nonostante uno scarso apporto di fibre. Questo accade perché produce SCFA (in particolare propionato e acetato) utili per le cellule intestinali che producono lo strato di muco protettivo, stimolando i recettori Ffar2. Gli SCFA sono prodotti a partire dalla fermentazione delle fibre.
Secondo i ricercatori il batterio Blautia potrebbe fare la differenza su chi segue una dieta occidentale (quindi a scarso contenuto di fibre) limitando i suoi danni e potrebbe essere usato come probiotico.

Aggiornamento 25/7/2024

È possibile individuare nei neonati alcuni batteri e metaboliti che potrebbero essere segno di diagnosi di autismo (ASD) o ADHD negli anni successivi.
Tra i batteri, i Coprococcus sono protettivi mentre i Citrobacter aumentano il rischio.
Si è individuata anche una carenza di Akkermansia nei bambini con ASD, suggerendo che il suo effetto antinfiammatorio possa essere benefico e lo strato di muco importante per la salute nervosa. Anche i bifidobatteri, noti per favorire la produzione di dopamina, appaiono ridotti.
La disbiosi è inoltre presente negli anni successivi. "I dati indicano che la disbiosi non è esclusivamente il risultato di cambiamenti nella dieta post-diagnosi, ma piuttosto esisteva prima della diagnosi, fornendo preziose informazioni sullo sviluppo iniziale di queste condizioni. In molti casi, le differenze nel microbioma infantile indicavano sintomi precoci dell’umore e del tratto gastrointestinale anche a 2,5-5 anni".
Nel cordone ombelicale la carenza di acido linolenico (precursore degli omega 3 a lunga catena) è associato a maggiore rischio.
Alcune sostanze tossiche come i PFAS si trovano in maggiore concentrazione invece.
Altri fattori individuati sono: parto pretermine, infezioni, stress, uso di antibiotici (che alterano la flora), fumo da parte dei genitori e il genotipo HLA DR4-DQ8 (quello della celiachia, per capirci)

Questi dati aprono le porte ai legami ambientali con questi disordini neurologici e a diagnosi e misure preventive precoci. L'idea è che questi fattori alterino, in persone predisposte, il neurosviluppo, soprattutto aumentando infiammazione e stress ossidativo.
Ulteriori studi dovranno dimostrare la causalità delle associazioni.

Aggiornamento 2/9/2024

I topi nati con un flora sbilanciata hanno permeabilità e infiammazione intestinali, che si manifesta anche con infiammazione sistemica e del sistema nervoso.
Questo avviene soprattutto grazie alla carenza di SCFA da parte dei batteri buoni. Questi acidi grassi favoriscono l'equilibrio delle citochine intestinali modulando il sistema immunitario.
La presenza di questa infiammazione favorisce i comportamenti antisociali nei topi.
"I nostri dati sono i primi a correlare la composizione del microbiota intestinale della prima infanzia, l’infiammazione del colon e le anomalie morfologiche con i deficit del comportamento sociale. Questo lavoro rivela il ruolo significativo del microbiota intestinale nella prima infanzia nell’immunità, nella funzione e nel comportamento sociale. Potrebbe fornire nuove intuizioni per il trattamento dei deficit del comportamento sociale attraverso la modulazione della barriera intestinale".

Aggiornamento 4/9/2024

Il diabete di tipo 2 ha un chiaro legame col microbiota, ma la situazione è talmente complessa che non è facile trarre conclusioni valide per tutti. Il legame è dato soprattutto dai metaboliti rilasciati, che possono avere un effetto pro o antinfiammatorio e promuovere o ridurre la permeabilità intestinale.
Il tratto comune è probabilmente la minor varietà (diversità) di microbi intestinali presente nei diabetici, dovuta essenzialmente allo stile di vita occidentale, con poca fibra e molti prodotti raffinati che non permettono la proliferazione dei microbi.

Stratificare i pazienti a seconda delle loro caratteristiche metaboliche potrebbe aiutare nel trattamento.
Ad esempio, "i pazienti privi di batteri produttori di butirrato potrebbero beneficiare di probiotici specifici, mentre quelli con alti livelli di metaboliti dannosi come imidazolo propionato potrebbero richiedere inibitori enzimatici per ridurre questi metaboliti".
Un esame del microbiota e dei metaboliti prima e dopo un intervento sarà quindi fondamentale per scoprire i legami causali più precisamente e prescrivere terapie personalizzate. L'uso di probiotici e prebiotici è potenzialmente utile ma servono ulteriori studi.
Aggiornamento 1/12/2024

Gli antibiotici alterano il muco intestinale, favorendo l'infiammazione, ma in una maniera che è indipendente, almeno in parte, dall'alterazione del microbiota.
Usateli solo in caso di vero bisogno e non in maniera scriteriata.

"Abbiamo determinato che gli antibiotici inducono stress del reticolo endoplasmatico nel colon che inibisce la secrezione di muco del colon in modo indipendente dal microbiota. Questo difetto di secrezione di muco indotto dagli antibiotici ha portato alla penetrazione di batteri nello strato di muco del colon, alla traslocazione di antigeni microbici nella circolazione e all'esacerbazione delle ulcerazioni in un modello murino di IBD. Pertanto, l'uso di antibiotici potrebbe predisporre all'infiammazione intestinale impedendo la produzione di muco".