Per la mia esperienza, le persone più difficili da far dimagrire sono quelle che in passato hanno fatto dieta abbinando l'uso di anfetamine, prescritte da medici poco corretti e procurate spesso con la collaborazione dei farmacisti compiacenti.
Le anfetamine agiscono sia a livello centrale, sopprimendo l'appetito e non facendo sentire la stanchezza, sia periferico attivando la termogenesi mediante il sistema simpatico.
Clin Pharmacol Ther. 2010 June ; 87(6): 652–662 meccanismi dei farmaci dimagranti a livello centrale |
meccanismi dei farmaci dimagranti a livello periferico |
Il problema è l'adattamento dei recettori. Un effetto simile a quello che succede quando assaggiamo un alimento: all'inizio sentiamo il sapore, ma dopo 3 o 4 bocconi esso è molto attenuato. Allo stesso modo la stimolazione del sistema simpatico si riduce dopo alcune assunzioni del farmaco.
E quando non lo si prende più, magari perché il cuore sta cominciando a farsi sentire (tra gli effetti collaterali ipertensione, tachicardia, aritmie, insonnia, irrequietezza), non esistono più recettori sensibili alle normali concentrazioni di neurotrasmettitori endogeni (noradrenalina, NE nell'immagine). Insomma non rispondono più agli stimoli naturali.
Si blocca quindi il rilascio di acidi grassi dal tessuto adiposo (lipolisi), ovvero non dimagriamo più. Risultato: il metabolismo si pianta, si torna più grassi di prima, risulta quasi impossibile dimagrire con qualunque metodo.
Si blocca quindi il rilascio di acidi grassi dal tessuto adiposo (lipolisi), ovvero non dimagriamo più. Risultato: il metabolismo si pianta, si torna più grassi di prima, risulta quasi impossibile dimagrire con qualunque metodo.
La stessa cosa avviene con integratori con funzione simile, come ad esempio la sinefrina (estratto dell'arancio amaro), prodotto in libera vendita (lo si considera solo un complemento dietetico). Anch'essa agisce sugli stessi recettori "adrenergici" (sensibili alle catecolamine come adrenalina e noradrenalina).
http://sdpharmaceuticals.com/Synephrine30.html |
Anche la sinefrina può dare problemi cardiaci.
Questi piccoli trucchi sono potenzialmente pericolosi per la salute, e sono una trappola in cui spesso cade una persona che non riesce a dedicarsi ad una dieta sana per dimagrire, vuoi perché non rinuncia al cibo spazzatura, vuoi per i ritmi frenetici spesso imposti dalla vita moderna che non consentono di organizzarsi e fare sport.
L'unico farmaco che serve davvero per dimagrire si chiama attività fisica!
L'unico farmaco che serve davvero per dimagrire si chiama attività fisica!
tratto da la settimana enigmistica, n°4145
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Aggiornamento 29/10/2017
Sono utili i farmaci contro l'obesità?
"l'applicazione farmacologica dei farmaci contro l'obesità continua ad essere un'arte, data la diversità nella risposta individuale a questi farmaci, nonostante una perdita media di peso statisticamente significativa maggiore del 5% (rispetto al solo trattamento di cambio di stile di vita) riportata negli studi clinici"
Come negli anni '40 del secolo scorso si consigliava di dimagrire
I danni si sono visti più avanti
Aggiornamento 12/9/2017
I danni si sono visti più avanti
Aggiornamento 15/2/2020
La lorcaserina (Belviq), uno dei pochi farmaci approvati per l'obesità (ma non in Europa), viene ritirata dal mercato americano per il sospetto di effetti cancerogeni, che in realtà erano già stati ipotizzati nel 2012 al suo ingresso nel mercato.
Aggiornamento 1/3/2021
L'attuale situazione dei farmaci per il dimagrimento
Aggiornamento 2/5/2021
La liraglutide, farmaco dimagrante, porta a perdita di peso e miglioramenti del quadro metabolico senza particolari modifiche dello stile di vita ed effetti collaterali. Può essere un'opzione per chi fatica a dimagrire
Aggiornamento 2/6/2021
I meccanismi d'azione dei farmaci per il dimagrimento
Aggiornamento 24/6/2021
L'obesità può essere anche dovuta ad alterazioni dei segnali nervosi che interagiscono con la composizione corporea. Infatti vari neurotrasmettitori sono implicati e vengono alterati dall'uso di farmaci. Questo spiega l'azione (limitata) e gli effetti collaterali di alcuni farmaci dimagranti, e l'azione ingrassante di altri. Gli antipsicotici atipici, come olanzapina e clozapina, interagiscono con la serotonina e la dopamina favorendo l'aumento di peso. Questo capita anche con antidepressivi che interagiscono con le monoamine e i triciclici. Gli antistaminici usati per le allergie favoriscono un aumento dell'introito calorico medio del 20%, bloccando i centri della sazietà. Invece la chirurgia bariatrica favorisce il dimagrimento anche interagendo con i neurotrasmettitori, e spesso migliora anche il quadro psicologico.
Aggiornamento 16/9/2021
È noto che il microbiota influenza l'efficacia dei farmaci, metabolizzandoli, e questo può far la differenza su chi funzionano e chi no.
Adesso però si scopre che alcuni batteri "sequestrano" alcuni farmaci, influenzando ulteriormente la loro efficacia.
L'effetto di aumento di peso della duloxetina (antidepressivo) dipende anche dal tipo di batteri nel nostro intestino. Anche l'effetto di farmaci per l'asma (montelukast), diabete (glitazoni) e BPCO varia in base al microbiota. Viceversa alcuni farmaci riducono la presenza di batteri, anche benefici, come B. infantis.
Aggiornamento 11/10/2021
Nei topi un farmaco con funzione simile al viagra, inibitori della fosfodiesterasi 9, aumenta la termogenesi, la lipolisi e il consumo di grassi mitocondriale. Questo avviene stimolando i PPARα, attivando la trascrizione genica dei geni correlati, stimolando il metabolismo ossidativo della cellula e portandola a consumare energia.
"Sulla base di questi risultati, i ricercatori sospettavano che l'inibizione della PDE9 potesse migliorare la sindrome cardiometabolica (CMS), un'insieme di condizioni comuni tra cui l'ipertensione; glicemia alta, colesterolo e trigliceridi; grasso corporeo in eccesso, in particolare intorno alla vita. La CMS è considerata una pandemia dagli esperti medici e un importante fattore di rischio per malattie cardiache, ictus, diabete di tipo 2, tumori e COVID-19".
Gli estrogeni mediano l'effetto termogenico, e infatti le topoline senza ovaie non rispondono al trattamento.
I primi studi sugli umani hanno mostrato efficacia, tollerabilità e sicurezza.
Se lo mettono sul mercato scommetto che nessuno dirà "è stato sperimentato poco"
Aggiornamento 8/3/2022
La variante genetica del recettore beta adrenergico, quello che stimola la termogenesi e la lipolisi, ha un impatto sulla composizione corporea. Alcuni hanno quindi un metabolismo più attivo perché i suoi recettori rispondono meglio alle catecolamine e tendono ad accumulare meno grasso. Inoltre possono avere effetto anabolico sui muscoli, tramite stimolazione di mTOR, aumento del segnale insulinico e blocco della miostatina, con una riduzione globale della proteolisi (catabolismo muscolare)
Aggiornamento 25/5/2022
Le persone che hanno tolto un farmaco dimagrante, il liraglutide, che si assume per iniezione settimanale, hanno recuperato 2/3 del peso perso in un anno. Anche i fattori di rischio cardiovascolare sono tornati gli stessi.
Il farmaco rappresenta un fattore che, se rimosso, riporta al peso precedente, esattamente come l'abbandono della dieta e dell'attività fisica.
Aggiornamento 20/9/2022
Come le vie metaboliche influenzano l'obesità e i farmaci che le modulano favorendo il dimagrimento
Aggiornamento 29/11/2022
Un bell'articolo di Medscape sui farmaci dimagranti: non devono essere usati per moda, sono utili ed efficaci, se si smette di prenderli si recupera il peso, possono avere effetti collaterali.
Aggiornamento 29/3/2023
Si sta diffondendo l'uso di medicinali per dimagrire, le incretine, che appaiono sicuri ed efficaci, nonché costosi. Un raro effetto è la pancreatite acuta (incidenza 0.2% negli studi). Alcuni possono avere pesantezza e nausea. Si inizia a prenderli e si può avere un dimagrimento di oltre il 22%, superiore a quello di solito ottenuto con le modifiche dello stile di vita. Che succede se si interrompe il trattamento? "Questo è generalmente associato ad un aumento dell'appetito e a una minore sazietà, e vi è un successivo recupero di peso e una ricorrenza delle complicanze legate al peso in eccesso. […]
I farmaci anti-obesità sono prescritti a meno del 3% delle persone idonee negli Stati Uniti e la durata media della terapia è inferiore a 90 giorni. Questa durata del trattamento non è sufficiente per vedere tutti i benefici offerti dalla maggior parte dei farmaci e certamente non supporta il mantenimento del peso a lungo termine.
La terapia cronica è necessaria per il mantenimento del peso perché si verificano diversi cambiamenti neuroormonali a causa della perdita di peso. L'adattamento metabolico è la relativa riduzione del dispendio energetico, al di sotto di quanto ci si aspetterebbe, nelle persone dopo la perdita di peso. Quando questo è combinato con cambiamenti fisiologici che aumentano l'appetito e diminuiscono la sazietà, molte persone creano un bilancio energetico positivo che si traduce in un recupero di peso. Questo è stato osservato in reality show come The Biggest Loser: è questioni di biologia, non di forza di volontà.
Sfortunatamente, molte persone, inclusi gli operatori sanitari, non capiscono come questi cambiamenti promuovano il recupero del peso e troppo spesso i pazienti vengono incolpati quando il loro peso risale dopo l'interruzione dei farmaci. Questa colpa è fortemente disinformata dalle convinzioni distorte dal peso secondo cui le persone con obesità sono pigre e mancano di autocontrollo per la perdita o il mantenimento del peso. Nessuno sarebbe sorpreso se la pressione sanguigna di qualcuno aumentasse se i loro farmaci antipertensivi venissero interrotti. Perché pensiamo in modo così diverso quando trattiamo l'obesità?"
Molti sono quindi costretti a interrompere il trattamento per i costi, solo alcuni per gli effetti collaterali.
"Le persone hanno bisogno di un migliore accesso a trattamenti basati sull'evidenza per l'obesità, che includono interventi sullo stile di vita, farmaci anti-obesità e procedure bariatriche. Il successo del trattamento dell'obesità dovrebbe includere un approccio personalizzato e centrato sul paziente che potrebbe richiedere una combinazione di terapie, come farmaci e interventi chirurgici, per un controllo del peso duraturo".
I farmaci anti-obesità sono prescritti a meno del 3% delle persone idonee negli Stati Uniti e la durata media della terapia è inferiore a 90 giorni. Questa durata del trattamento non è sufficiente per vedere tutti i benefici offerti dalla maggior parte dei farmaci e certamente non supporta il mantenimento del peso a lungo termine.
La terapia cronica è necessaria per il mantenimento del peso perché si verificano diversi cambiamenti neuroormonali a causa della perdita di peso. L'adattamento metabolico è la relativa riduzione del dispendio energetico, al di sotto di quanto ci si aspetterebbe, nelle persone dopo la perdita di peso. Quando questo è combinato con cambiamenti fisiologici che aumentano l'appetito e diminuiscono la sazietà, molte persone creano un bilancio energetico positivo che si traduce in un recupero di peso. Questo è stato osservato in reality show come The Biggest Loser: è questioni di biologia, non di forza di volontà.
Sfortunatamente, molte persone, inclusi gli operatori sanitari, non capiscono come questi cambiamenti promuovano il recupero del peso e troppo spesso i pazienti vengono incolpati quando il loro peso risale dopo l'interruzione dei farmaci. Questa colpa è fortemente disinformata dalle convinzioni distorte dal peso secondo cui le persone con obesità sono pigre e mancano di autocontrollo per la perdita o il mantenimento del peso. Nessuno sarebbe sorpreso se la pressione sanguigna di qualcuno aumentasse se i loro farmaci antipertensivi venissero interrotti. Perché pensiamo in modo così diverso quando trattiamo l'obesità?"
Molti sono quindi costretti a interrompere il trattamento per i costi, solo alcuni per gli effetti collaterali.
"Le persone hanno bisogno di un migliore accesso a trattamenti basati sull'evidenza per l'obesità, che includono interventi sullo stile di vita, farmaci anti-obesità e procedure bariatriche. Il successo del trattamento dell'obesità dovrebbe includere un approccio personalizzato e centrato sul paziente che potrebbe richiedere una combinazione di terapie, come farmaci e interventi chirurgici, per un controllo del peso duraturo".
Aggiornamento 18/7/2023
Il dimagrimento ottenuto coi farmaci può favorire la perdita di massa muscolare. Per questo va comunque abbinato a corretta alimentazione e attività fisica. I farmaci hanno un effetto anoressizzante, ossia tolgono l'appetito. Ma questo può portare a mangiare troppo poco e così a un'erosione della massa magra. L'obesità sarcopenica è un pericolo perché riduce la forza e aumenta il rischio cardiovascolare. È quindi auspicabile, insieme alle "scorciatoie" che si sono rivelate utili e sicure, mantenere uno stile di vita adeguato.
Aggiornamento 7/10/2023
I moderni farmaci dimagranti (i primi per ora a sembrare efficaci e sicuri) agiscono aumentando (indirettamente, attraverso lo stimolo del GLP1) la secrezione di insulina. Com'è possibile che aumentando l'insulina si dimagrisca? Questo ormone è ben noto per favorire l'accumulo del grasso e le diete spesso si dice che dovrebbero favorire una riduzione dell'insulina per funzionare. In realtà cambiano sì le quantità, ma soprattutto la sua azione biologica. Agisce sull'ipotalamo dando sazietà, che normalmente non c'è, aiutando a mangiare meno. Ed ecco che si dimagrisce senza (quasi) soffrire, soprattutto mantenendo l'effetto perché non c'è la riduzione del metabolismo e del consumo energetico comune nelle diete ipocaloriche (risposta adattativa), che predispone per il recupero del peso.
Aggiornamento 12/12/2023
Smettere di assumere il tirzepatide, farmaco antiobesità, porta al recupero del peso.
Aggiornamento 1/2/2024
I farmaci dimagranti agonisti del GLP1 sembrano avere un effetto antinfiammatorio, in particolare nei confronti del cervello. Possono quindi essere promettenti nei confronti di Parkinson e Alzheimer.
Aggiornamento 8/3/2024
Qual è il miglior approccio per l'obesità?
L'arrivo dei nuovi farmaci, efficaci e sicuri ma costosi, ha aperto nuovi orizzonti. Purtroppo se si smette di usarli il peso tende a riaumentare.
Il prof. Mozaffarian, uno dei maggiori epidemiologi nutrizionali al mondo, ci avvisa che non si può comunque prescindere da un uso del cibo come farmaco (FIM), con alimenti individualizzati e salubri e sovvenzionati dallo stato, e dalla considerazione di fattori come metodiche di cottura, esercizio fisico e sonno, "sfruttando la telemedicina, le app, l'intelligenza artificiale e l'approccio ludico".
Ognuno dovrebbe avere un percorso ideale e personalizzato: "Un programma combinato agonista GLP-1/FIM dovrebbe essere individualizzato. Per alcuni pazienti, la perdita di peso iniziale può essere sostenuta a lungo termine con la FIM e il supporto dello stile di vita associato. In altri, il programma potrebbe solo rallentare il recupero del peso, richiedendo un “periodo di richiamo” episodico dell’agonista GLP-1. Indubbiamente, la perdita di peso sostenuta rimarrà una sfida per gli altri, idealmente un sottoinsieme in diminuzione man mano che cresce l’esperienza nella combinazione di agonisti del GLP-1 e FIM".
L'effettiva convenienza economica di questi trattamenti deve essere verificata nel lungo termine.
L'arrivo dei nuovi farmaci, efficaci e sicuri ma costosi, ha aperto nuovi orizzonti. Purtroppo se si smette di usarli il peso tende a riaumentare.
Il prof. Mozaffarian, uno dei maggiori epidemiologi nutrizionali al mondo, ci avvisa che non si può comunque prescindere da un uso del cibo come farmaco (FIM), con alimenti individualizzati e salubri e sovvenzionati dallo stato, e dalla considerazione di fattori come metodiche di cottura, esercizio fisico e sonno, "sfruttando la telemedicina, le app, l'intelligenza artificiale e l'approccio ludico".
Ognuno dovrebbe avere un percorso ideale e personalizzato: "Un programma combinato agonista GLP-1/FIM dovrebbe essere individualizzato. Per alcuni pazienti, la perdita di peso iniziale può essere sostenuta a lungo termine con la FIM e il supporto dello stile di vita associato. In altri, il programma potrebbe solo rallentare il recupero del peso, richiedendo un “periodo di richiamo” episodico dell’agonista GLP-1. Indubbiamente, la perdita di peso sostenuta rimarrà una sfida per gli altri, idealmente un sottoinsieme in diminuzione man mano che cresce l’esperienza nella combinazione di agonisti del GLP-1 e FIM".
L'effettiva convenienza economica di questi trattamenti deve essere verificata nel lungo termine.
Aggiornamento 2/5/2024
Alcune info sui nuovi farmaci dimagranti.
Hanno buona efficacia e scarsi effetti collaterali.
Nei trial circa il 14% delle persone che hanno assunto il farmaco non ha avuto calo ponderale significativo (almeno il 5%).
È necessario prenderle per sempre?
Alcune persone smettono di prenderle, anche semplicemente perché non se le possono più permettere. A volte per effetti collaterali fastidiosi come la nausea.
In questo caso solitamente si riprendo i kg persi e tornano anche le patologie correlate come iperglicemia e ipercolesterolemia.
Spiega la dott.ssa Sharma: "prendere un farmaco che alterare la tua biologia è come ridurre la tensione di un elastico, ma quando toglierò il farmaco, la tensione tornerà".
Alcune persone che hanno ridotto il loro peso con il farmaco possono mantenere il loro nuovo fisico solo attraverso la dieta e l'esercizio fisico, aggiunge. Tuttavia, questi individui sono ad alto rischio di aumento di peso se ritornano alle vecchie abitudini o si sottopongono a una situazione stressante, che li porta a mangiare di più.
Si ipotizza che ridurre gradualmente il farmaco possa attenuare il ritorno della fame.
Mantenere un corretto stile di vita, con dieta e attività fisica, appare comunque imprescindibile per avere un risultato sul lungo periodo.
Aggiornamento 26/7/2024
L'ultima review di JAMA sui farmaci dimagranti e il loro meccanismo d'azione.
Sono ritenuti efficaci, con pochi effetti collaterali, ma necessitano comunque di un miglioramento dello stile di vita.
I punti salienti:
1. Chi è idoneo al trattamento con un farmaco antiobesità (MAA)?
Gli MAA sono approvati come terapia aggiuntiva al cambiamento dello stile di vita negli adulti con un indice di massa corporea iniziale (BMI, calcolato come peso in chilogrammi diviso per altezza in metri quadrati) pari o superiore a 30 (obesità) o pari o superiore a 27 (sovrappeso) in presenza di almeno 1 condizione di comorbidità correlata al peso. Gli adolescenti (di età pari o superiore a 12 anni) con BMI ≥ 95° percentile per età e sesso possono essere presi in considerazione per alcuni MAA (orlistat, fentermina-topiramato, liraglutide e semaglutide).
2. Per quanto tempo si può continuare a ricevere MAA?
Gli MAA sono approvati per la gestione cronica del peso e sono spesso necessari per mantenere la riduzione del peso a lungo termine. I pazienti devono essere continuamente monitorati per quanto riguarda l’efficacia del farmaco, la tollerabilità, gli effetti avversi e la necessità di modificare la dose (aumento o riduzione della dose). I medici dovrebbero coinvolgere i pazienti in un processo decisionale condiviso per determinare la durata dell’uso di MAA.
3. Come possono essere ridotti gli effetti avversi gastrointestinali degli agonisti GLP-1?
I medici possono prendere in considerazione un lento aumento della dose così come la consulenza sulle strategie di stile di vita (ad esempio, cambiamenti nella dieta) per mitigare gli effetti avversi degli agonisti del recettore GLP-1. La consulenza dietetica, che comprende la riduzione delle dimensioni delle porzioni, la riduzione dei grassi e l’aumento dell’assunzione di fibre alimentari, è particolarmente importante per aiutare a gestire gli effetti avversi gastrointestinali degli agonisti dei recettori GLP-1.
Aggiornamento 28/7/2024
È noto che gli antidepressivi possono favorire l'aumento di peso.
Esiste differenza tra i vari farmaci?
Secondo uno studio escitalopram, paroxetina e duloxetina sono associati a un rischio maggiore dal 10% al 15% di aumentare almeno il 5% del peso basale, mentre il bupropione è associato a un rischio ridotto del 15%.
In sei mesi le differenze medie osservate sono: escitalopram + 0.41 kg, paroxetina + 0.37 kg, duloxetina + 0.34 kg, venlafaxina + 0.17 kg, citalopram + 0.12 kg, fluoxetina, −0.07 kg, bupropione −0.22 kg.
I ricercatori concludono invitando i clinici a tenere conto di queste differenze.
La dieta può ovviamente fare la differenza e ridurre questa tendenza all'aumento di peso.
Aggiornamento 14/8/2024
Scoperta una proteina che, se bloccata, permette di trasformare il grassi bianco in grasso beige e quindi di consumare molte più calorie.
La proteina KLF15 blocca lo stimolo adrenergico di conversione del grasso bianco, riducendo così i consumi.
Con un approccio farmacologico si potrebbe trasformare tutti in una macchina bruciagrassi 😁
Aggiornamento 17/8/2024
Nelle persone con obesità che ricorrono ai farmaci dimagranti è necessario utilizzare alcune accortezze, dato che la riduzione dell'introito può aprire le porte alle carenze. Per questo viene sottolineata l'importanza di una consulenza nutrizionale che possa individuare l'alimentazione più adatta.
In generale è consigliabile una dieta simil-mediterranea, ricca di alimenti densi di nutrienti che possano coprire i fabbisogni, Particolare attenzione va data alle fibre, all'introito proteico e di liquidi. Il rischio di malnutrizione può essere legato anche all'induzione di inappetenza e scarso senso di sete dovuto ai farmaci.
Può essere necessaria l'integrazione con un multivitaminico, calcio e vitamina D, a causa delle possibili carenze di questi nutrienti. Inoltre carenze specifiche dovrebbero essere integrate a parte perché il multivitaminico non è sufficiente.
Aggiornamento 10/9/2024
L'uso di farmaci per la gestione dell'obesità finalmente sicuri ed efficaci come gli agonisti del GLP1 (GLP-1RA) potrebbe rivoluzionare il trattamento di questa condizione che ha un alto tasso di rischio di recupero del peso.
Tuttavia gli alti costi riducono la possibilità di accesso a molte persone.
Tra gli effetti collaterali, quelli gastrointestinali (nausea in particolare), perdita della massa muscolare (comune in tutti i dimagrimenti, soprattutto se non si fa sport), rischio di carenze nutrizionali, che bisogna tenere sotto controllo ed eventualmente integrare.
Per questo non si può comunque prescindere da una dieta di buona qualità impostata da una persona competente.
"La (giusta) quantità di apporto proteico può essere difficile da ottenere con una ridotta assunzione di cibo in seguito al trattamento con GLP-1RA, pertanto potrebbe essere necessaria un’integrazione. La tempistica e il tipo di integrazione proteica possono essere importanti, con maggiori benefici dopo l’allenamento di resistenza e con proteine a base di latte/siero di latte rispetto alla soia. Un maggiore apporto proteico può anche aumentare la sazietà e ridurre l’assunzione di cibo, nonché mantenere il dispendio energetico attraverso effetti sulla massa magra, che può favorire il mantenimento della perdita di peso".
Aggiornamento 12/9/2024
Una rivoluzione nella fisiologia dell'assorbimento intestinale dei lipidi: non si tratta di un semplice processo passivo ma è regolato da un circuito intestino cervello legato al nervo vago (DMV), che regola la lunghezza dei microvilli e quindi la quantità di lipidi che vengono assorbiti. Bloccando o sopprimendo questo circuito è possibile ridurre l'assorbimento dei grassi e favorire il dimagrimento.
La puerarina è un composto naturale (isoflavone estratto dalla Radix puerariae) che agisce come modulatore allosterico dei recettori GABA-A e inibisce il circuito DMV riducendo l'assorbimento dei grassi, in maniera più sicura dell'orlistat, farmaco inibitore delle lipasi.
Aggiornamento 25/9/2024
Uno dei nuovi farmaci antiobesità, il tirzepatide, funziona molto bene, ma se abbandonato porta a recupero del peso perso.
Non credete a chi vi dice che si possono prendere solo per un periodo.
Così come la dieta e l'attività fisica, è necessario usare questi presidi senza interruzioni.
Non credete a chi vi dice che si possono prendere solo per un periodo.
Così come la dieta e l'attività fisica, è necessario usare questi presidi senza interruzioni.
Aggiornamento 25/11/2024
I farmaci dimagranti/antiobesità (GLP1-RA), inizialmente designati come antidiabetici, stanno diventando molto diffusi, almeno tra chi ha i soldi per pagarseli.
Le ricerche e i dati post marketing su periodi più lunghi mostrano anche una riduzione degli eventi cardiovascolari e riduzione della mortalità.
Sta però preoccupando un effetto collaterale che può insorgere: la perdita di massa magra. Il fenomeno è legato alla riduzione nell'introduzione di calorie totali e proteine, una sorta di malnutrizione, che risulta un comune effetto delle normali diete ipocaloriche e probabilmente la prima causa di abbandono della dieta e recupero del peso.
In un esperimento sui topi con obesità (e non), il farmaco semaglutide ha indotto riduzione delle cellule cardiache (cardiomiociti) e quindi della massa cardiaca. Mentre può essere un effetto benefico in caso di ipertrofia cardiaca, può essere deleterio in caso di persona normopeso o con normali dimensioni cardiache, inducendo riduzione del muscolo cardiaco. Il farmaco è usato infatti "off label" per comodità anche da persone che hanno solo pochi kg da perdere.
"Questo potenziale di alterazione della struttura cardiaca in contesti che possono essere influenzati dalla ridotta massa cardiaca è importante dato il crescente utilizzo e l’approvazione delle linee guida dei GLP-1RA nei pazienti con e senza malattia cardiovascolare. Pertanto, per confermare ciò nei pazienti a cui sono stati somministrati GLP-1RA, suggeriamo che la struttura e la funzione cardiaca siano attentamente valutate negli studi clinici precedenti e in corso".
Possiamo dire che, nonostante l'uso dei farmaci, sarà sempre indispensabile nutrirsi correttamente e fare attività fisica, magari dimagrire sarà un po' più facile, ma l'impegno sarà comunque necessario.
""L'esercizio fisico è altrettanto importante, in particolare l'allenamento contro-resistenza come il sollevamento pesi o l'uso di fasce elastiche", ha affermato la prof. Carla Prado, che è stata recentemente nominata Canada Research Chair in Integrative Nutrition, Body Composition and Energy Metabolism. "Questo tipo di esercizio aiuta a evitare che i muscoli si perdano durante la perdita di peso e mantengono la forza."
Aggiunge che per chiunque usi farmaci dimagranti, è meglio seguire un programma equilibrato che includa sia abbastanza proteine che allenamento contro-resistenza.
"Questo può aiutare le persone a perdere grasso riducendo al minimo la perdita muscolare, il che li aiuta a ottenere tutti i benefici per la salute del trattamento e a rimanere forti."
Aggiornamento 5/12/2024
I farmaci dimagranti agiscono in particolare stimolando i recettori per il GLP1, un ormone che viene rilasciato dopo che mangiamo, dando sazietà, anche a livello ipotalamico, il centro che controlla appetito e spesa energetica. È come se uno si saziasse senza mangiare, o mangiando molto meno. Chi li usa riferisce di avere anche meno ossessione del cibo.
I nuovi farmaci in arrivo hanno anche altri target, come il glucagone, il GIP ecc., tutti ormoni con effetto dimagrante, saziante, lipolitico, con un lieve incremento della spesa energetica
Tuttavia assumendo meno calorie si rischia di perdere anche muscolatura e tessuto osseo, importante per il controllo glicemico e l'ossidazione dei grassi la prima, per prevenire fratture il secondo.
Una valutazione della composizione corporea nel tempo, alimentazione appropriata e sport, meglio se coi pesi, sono dunque cardini essenziali anche in chi assume farmaci dimagranti.
In nutrizione si usa la regola empirica dell'1 a 4: ogni 4kg di massa grassa, se ne può perdere uno di massa magra. La regola non ha un'applicazione scientifica vera e propria, ma dev'essere usata "cum grano salis". La riduzione della massa muscolare è un problema comune a qualsiasi metodo dimagrante (dieta ipocalorica, chirurgia, farmaci), che dev'essere contrastato con corretta alimentazione e attività fisica.
La perdita di muscolo con i farmaci antiobesità può essere un problema serio, soprattutto in alcune persone. Secondo alcuni può risultare non dannosa se non compromette la qualità del muscolo, andando a perdere i lipidi muscolari (lipidi intramiocellulari) che disturbano il metabolismo muscolare. Il tirzepatide sembra salvaguardare maggiormente la massa magra.
In sintesi servono ancora studi per capire l'efficacia sulla composizione corporea a lungo termine.