Per reazioni avverse agli alimenti, anche chiamate intolleranze alimentari o ipersensibilità (l'equivalenza è contestata da alcuni, come vedremo poco più avanti) intendiamo una qualsiasi conseguenza negativa, registrabile e ripetibile, sulla salute in seguito all'introduzione di un cibo o un gruppo di cibi, che non sia dovuta ad una influenza psicologica. Viene specificato che qualsiasi cibo, preso in eccesso rispetto alla propria tolleranza individuale, può portare a reazioni avverse.
Questa è la definizione presa dall'Enciclopedia della Nutrizione; esistono poi vari sottotipi, con coinvolgimento del sistema immunitario o non, dovute a carenze enzimatiche ecc.
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http://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(15)00197-3/fulltext
Classification of food intolerance. Adverse reactions to food can be classified as toxic or nontoxic reactions |
In generale le dividiamo in tossiche e non tossiche. Queste ultime a loro volta in immuno-mediate o no. Le prime sono le
allergie propriamente dette, con coinvolgimento della risposta adattativa (che si acquisisce con l'esperienza) o innata. Le seconde riguardano carenze enzimatiche o reazioni farmacologiche. In
altre classificazioni, che per la verità sono quelle più utilizzate, tra cui
quella della SINU, vengono definite intolleranze soltanto queste ultime, perché
non coinvolgono il sistema immunitario.
Esiste insomma ancora molta
confusione, sia tra gli esperti del settore che non trovano un accordo sulle definizioni, sia tra pazienti e grande pubblico.
A
nche in una recente review sul legame tra cibo e ADHD il termine intolleranza alimentare è stato usato comprendendo allergie, sensibilità e intolleranze non immuno-mediate.
Questo post è basato su un
articolo che si chiama "Allergie alimentari: le basi", in cui vengono spiegati 4 sottotipi di ipersensibilità che coinvolgono il sistema immunitario adattativo, e
possono essere
attivate da
qualsiasi tipo di proteina (anche se alcune sono
più spesso coinvolte), e talvolta anche da
carboidrati. Se non specificato, l'articolo è la fonte bibliografica.
Ecco i 4 tipi (Ig = immunoglobuline, proteine anticorpali rilasciate dai globuli bianchi):
- coinvolge le Ig-E, il rilascio di istamina e le cellule Th2, sono le allergie classiche; danno reazione immediata (infatti sono anche chiamate reazioni di ipersensibilità immediata), sono tipicamente provocate da uova, latte, grano, frutta, verdura, noci, sesamo, arachidi, pesce, riguardano meno del 3% degli adulti. Lo stile di vita occidentale potrebbe essere uno dei motivi dell'aumento di queste malattie, fino a un secolo fa pressoché sconosciute.
- coinvolge le Ig-G, anticorpo-mediata
- coinvolge le Ig-G, immunocomplesso-mediata
- coinvolge le cellule T, cellulo-mediata (celiachia, enterocolite)
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https://www.facebook.com/974787865939043/photos/a.974789992605497.1073741828.974787865939043/1246471672103993/?type=3&theater |
Tutti i 4 tipi di ipersensibilità sono comunque
provocabili da qualsiasi allergene, anche se ovviamente esistono quelli più
frequenti. Per le ultime 3, che solitamente danno reazioni ritardate, non esistono ancora test considerati affidabili (escludendo la celiachia),
ma si usa l'
oral food challenge (OFC, temporanea esclusione del cibo con osservazione dell'effetto, possibilmente in doppio cieco).
Esistono anche delle allergie
miste, la dermatite atopica per esempio ha solitamente più meccanismi alla base.
L'allergia alimentare è considerata essere la conseguenza della perdita della tolleranza orale dovuta a inappropriata interazione tra geni è ambiente. Il terreno comune di queste reazioni è lo sviluppo di infiammazione, per questo sarebbe corretto parlare di infiammazione da cibo
Inoltre, venendo a mancare il processo di "induzione della tolleranza", non appare sbagliato chiamarla "intolleranza", o meglio includerla nel gruppo, e per questo motivo io propendo per una equivalenza reazione avversa-intolleranza e per includere le allergie nelle intolleranze.
La nomenclatura usata da molti però non afferma questo.
Per fare un esempio, la sensibilità al glutine coinvolge vie immunitarie ma non è considerata un'allergia, quindi gli esperti si contraddicono tra loro.
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http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0016508515001493 |
L'Università Harvard usa il termine "intolerance" riferito a difficoltà digestive con conseguenze come mal di testa, nervosismo ecc
Quello su cui si può concordare è invece il fatto che si possa essere intolleranti (o sensibili, o allergici, decidete voi) a qualsiasi proteina. Quelli che dicono che solo proteine del latte, delle arachidi, della soia o simili possono creare reazioni, si sbagliano di grosso. Questi sono i principali allergeni che suscitano reazioni Ig-E, ma qualsiasi proteina può dare reazioni di questo o altro tipo, cioè non immediate ma ritardate.
Quando il processo infiammatorio, che in condizioni normali è transitorio, diventa costante e non si risolve, tutto il corpo reagisce diversamente e questo porta a malattie che normalmente non ci sarebbero, invecchiamento, aterosclerosi, malattia renale ecc
Cause
Quali sono le cause di una reazione agli alimenti? Sicuramente negli ultimi anni si è accertata l'importanza di una alterata flora intestinale, che aumenta la permeabilità dell'epitelio intestinale e facilita il passaggio delle proteine non digerite, che sono così molto più infiammanti. La riduzione delle specie riduce anche la digestione dei frammenti proteici.
Anche molti cibi possono aumentare la permeabilità intestinale, così come i farmaci.
Questi fattori sono fondamentali nelle infiammazioni intestinali.
Una corretta somministrazione di probiotici, vitamine e integratori può essere importante nella gestione, ripristinando la corretta funzione fisiologica di barriera intestinale.
Alcuni fattori ambientali, come alcol, stress, alcuni farmaci antiinfiammatori, virus e batteri, sono capaci di aumentare la permeabilità a livello intestinale e facilitare la reazione di sensibilizzazione. Quando poi si legge che alcuni colleghi pensano che ogni proteina venga digerita e non possa passare la barriera intestinale vengono i brividi e ci si chiede che cosa abbiano studiato.
A cosa è dovuta l'epidemia di allergie alimentari? Al fatto che introduciamo cibi raffinati , infiammanti, poveri di nutrienti come vitamina A e D, omega 3, ma ricchi di grassi cattivi, e al progressivo impoverimento dei batteri intestinali, causato da troppa igiene, antibiotici usati a sproposito e alimenti raffinati privi di fibra, il principale carburante dei batteri.
Il nostro intestino manca di molti enzimi, che invece sono presenti nei microbi, che ci aiutano a digerire e a produrre micronutrienti e metabolizzare macronutrienti: la perdita di alcune specie, che si sta verificando progressivamente, rende quindi più difficoltosa la digestione.
Il butirrato prodotto da alcuni batteri è fondamentale per sostenere la tolleranza.
La tolleranza alle proteine è il risultato di una complessa interazione tra proteine ingerite, microbi (e altre specie come miceti e virus), cellule intestinali, immunitarie e non, e le loro vicine che costituiscono i vasi linfatici.
In persone che hanno problemi col lattosio (zucchero del latte), spesso si hanno concomitanti intolleranze anche alle proteine del latte.
Per stimolare il processo di tolleranza, escludere completamente l'alimento può essere anche controproducente, anzi, è necessario affinché si stabilisca che ci sia un contatto con la proteina offendente. La reintroduzione graduale deve essere fatta sotto la supervisione di un esperto
Conseguenze
Come si diceva all'inizio, molteplici conseguenze negative possono essere dovute all'introduzione di un cibo. Siamo tutti diversi e le reazioni di conseguenza.
Le allergie Ig-E danno reazioni immediate.
Come si manifestano le allergie non-Ig-E? Oltre alla reazione immediata, è presente una reazione ritardata che coinvolge anche il sistema Th1, oltre a quello Th2 tipico delle allergie Ig-E-mediate. Le manifestazioni sono ovviamente gastrointestinali (dalla bocca in giù), essendo il sistema digerente una porta verso il mondo esterno, ma anche altri apparati vengono colpiti, respiratorio, nervoso , pelle, ecc.
Un altra complicazione sono le crossreazioni tra antigeni: per esempio chi ha anticorpi contro il collagene, può mangiare carne senza problemi? Non sempre, magari neanche il brodo.
Anche alterazioni del sistema immunitario sono legate strettamente alla condizione di permeabilità intestinale.
Ben noto è il collegamento tra proteine del latte o dell'uovo e malattie respiratorie (rinite e sinusite) o reazioni dermatologiche (soprattutto dermatite atopica se si tratta di reazioni immediate, anche altre forme se si tratta di sensibilità non Ig-E), artriti (anche reumatoide), fatica cronica e altri problemi reumatici.
La fibromialgia (simile alla fatica cronica) è dovuta essenzialmente ad una insufficiente produzione di energia da parte dei mitocondri a causa dell'infiammazione e dei ROS (radicali liberi), quindi chiaramente gestibile dal punto di vista alimentare.
Altre intolleranze possono favorire l'emicrania, congiuntivite, possono aumentare l'aggressività nell'autismo e nella sindrome da iperattività.
Una vecchia ipotesi lega glutine e schizofrenia in alcuni individui.
Le esorfine (proteine morfino-simili prodotte dalla digestione, derivanti da glutine e caseine in particolare) possono dare problemi ma senza coinvolgimento di vie immunitarie (almeno in apparenza). I problemi dati dalle caseine (proteine del latte, in particolare A1-beta-caseina) sono stati messi in evidenza anche dalle recenti linee guida inglesi sulla sindrome dell'intestino irritabile.
La gluten sensitivity invece, secondo recenti scoperte, coinvolge anche il sistema immunitario innato. Ricordiamo che fino a qualche anno fa tutti dicevano che il glutine era una molecola innocua salvo poi convertirsi alla gluten sensitivity. Il solito sport, tipico soprattutto in Italia, del salto sul carro del vincitore.
Se uno ha fibromialgia o stanchezza cronica (CFS) e passa levando il glutine, la persona è intollerante al glutine. Il test andrebbe fatto senza far sapere alla persona cosa sta mangiando (in cieco), cosa molto difficile ovviamente.
La specie umana non è fatta per digerire il glutine, ci deve pensare la flora: più si degrada la flora, meno lo digeriamo, e meno lo digeriamo, più crescono le possibilità che crei danno.
Ma non tutti i casi di fibromialgia son dovuti al glutine. Sono malattie complesse e multicausali, e rimuovendo solo una (possibile) causa, non necessariamente si migliora.
Fibromialgia o fatica cronica in generale, possono essere una conseguenza di un'insufficiente produzione di ATP da parte dei mitocondri, legata a eccesso di radicali liberi, problemi tiroidei ecc quindi tutti fattori potenzialmente influenzabili con l'alimentazione.
In particolare appare alterata la funzione di un enzima, piruvato deidrogenasi, in una recentissima ricerca. Questo enzima, funzionando male, impedisce una corretta estrazione dell'energia dai carboidrati.
Anche un'alterata permeabilità del calcio può essere una causa.
Dimagrimento
Esistono numerosi punti di incontro tra metabolismo energetico e immunità: il metabolismo, anche quello energetico, di una persona infiammata non può essere paragonato a quello di una persona sana.
Ad esempio nelle persone con infiammazione intestinale dovuta a celiachia latente sono aumentati i rischi di qualsiasi malattia infiammatoria (cardiovascolare, tumori e diabete) e la mortalità.
Tuttavia, come già ampiamente spiegato, gli interventi di dimagrimento basati sulla gestione dell'infiammazione da cibo non si basano su forte evidenza scientifica.
Un documento di consenso firmato da numerose società italiane (diabetologi, dietologi ecc) afferma che non c'è evidenza di legame tra aumento di peso e intolleranze o allergie. Comunque assenza di evidenza non significa evidenza di assenza: ossia non si è dimostrata l'efficacia, ma neanche l'inefficacia.
Andando comunque a leggere bene, viene sottolineato che l'attivazione delle vie infiammatorie, terreno comune di intolleranze e allergie alimentari, può favorire l'insulino-resistenza. E chi conosce la fisiologia sa bene che in condizioni di insulino-resistenza il dimagrimento è molto più difficile. Come svuotare una piscina con un secchio bucato.
L'infiammazione è un fattore essenziale per l'espansione del tessuto adiposo e la sua trasformazione in tessuto capace di determinare insulino-resistenza.
Lo shifting (variazione) dei macrofagi nella forma M1, proinfiammatoria, fa bloccare il ciclo di Krebs al citrato, favorendo la sintesi dei grassi: questo può giustficare l'aumento di peso in chi ha infiammazione.
La proteina C reattiva (PCR), che aumenta in caso di infiammazione (aumentando i rischi cardiovascolari tra l'altro), si lega alla leptina alterando il nostro metabolismo
Questa è fisiologia: dovrebbero essere le basi per fare il nutrizionista, invece non viene insegnato in nessun corso.
Non abbiamo più dubbi sul fatto che il microbiota medi la risposa infiammatoria, che si manifesta come iperglicemia (e quindi resistenza insulinica e aumento di peso)
Le molecole prodotte dal tessuto adiposo, dai globuli bianchi ecc possono essere divise quasi categoricamente tra anti e proinfiammatorie; una di queste ultime è PAF, che viene rilasciata anche a seconda della sensibilità a un alimento. Un'altra potrebbe essere BAFF
La permeabilità intestinale, che caratterizza le intolleranze, è un fattore messo in relazione alla resistenza insulinica e all'aumento di peso.
L'attivazione di un recettore per LPS, un metabolita batterico proveniente dall'intestino permeabile e disbiotico, infiamma il tessuto adiposo e stimola l'adipogenesi, l'aumento del numero di cellule grasse.
Il sistema immunitario (soprattutto le cellule B) ha un ruolo fondamentale, in collaborazione con i metaboliti batterici, nel modulare il metabolismo energetico, e stabilire quando sintetizzare i grassi o quando ossidarli. Immunoglobuline di tipo G e A sono coinvolte, perciò anche la reazione ai diversi cibi.
Anche le cellule T, stimolate in generale dal sovrappeso, attivano uno stato infiammatorio, soprattutto se esposte al palmitato (grasso principale dell'olio di palma)
Non è vero che si causi dimagrimento solo con il taglio calorico (l'ha dimostrato un team italiano dando una dieta con le stesse calorie, in caso di allergia al nichel, sulla quale segnalo un interessante approfondimento di una collega, Ilaria Bertini), quindi l'esclusione/riduzione di alcuni cibi/categorie può comunque essere un modo di aiutare una persona che gira per anni da uno specialista all'altro senza cavarne piede.
Anzi, il taglio calorico è spesso un danno.
Riducendo quindi l'infiammazione sistemica, riusciamo a "tappare" il secchio e rendere più facile l'ossidazione del grasso.
Non si tratta però, come accennato, di azioni di medicina basata sull'evidenza (EBM), che quindi hanno effetti positivi sulla stragrande maggioranza della popolazione, ma azioni che possono aiutare una parte ristretta.
Un intestino più "felice" assorbe meglio micronutrienti, sali minerali e vitamine, e ha quindi un miglior metabolismo. Ma chi vede tutto come "caloricentrico" e "chi non dimagrisce è perché non segue la dieta" non capirà mai questo. Al posto che ammettere i suoi fallimenti, preferisce dire che il paziente mangia di nascosto.
Diciamo che le tessere del puzzle ci sono quasi tutte, ma manca la prova regina (trial con gruppo di controllo). E in questo caso diventa molto difficile, perché bisogna prima capire quali siano gli alimenti "infiammanti". E questo senza test purtroppo.
Test
Purtroppo non abbiamo a disposizione test per verificare le reazioni avverse agli alimenti se non quelli per le allergie Ig-E.
Per le altre l'unico modo di procedere si chiama, come già detto, oral food challenge.
I test fatti in farmacia, che ricercano Ig-G, quindi dovrebbero ricadere nella categoria delle allergie ritardate, non sono ritenuti affidabili.
Questi test non dovrebbero essere usati, semplicemente perché questi anticorpi possono indicare l'avvenuta induzione di tolleranza, e non si legano necessariamente ad una ipersensibilità. Per questo per alcuni possono avere esito buono, per altri nullo.
Le IgG-4 sono segno di un contatto immunitario avvenuto, ma sia di avvenuta tolleranza sia di attivazione del sistema immunitario, e quindi per questo non possono considerarsi affidabili marker di intolleranza e infiammazione: probabilmente lo sono in alcuni, ma non in tutti, quindi non possono essere considerati un test affidabile.
Ig-E e Ig-G possono essere anche in competizione tra loro, per cui alcuni studi mostrano che eliminando il cibo trigger le Ig-E calano, togliendo i sintomi, ma calano anche le Ig-G, che possono dare tolleranza e contrastare le Ig-E. In questo modo si perde la tolleranza e alla reintroduzione del cibo mancando le Ig-G la reazione potrà essere più violenta.
Le Ig-G4 possono quindi anche essere prodotte per "spegnere" l'infiammazione
Tuttavia possono essere utili nell'esofagite perché in questo caso la reazione pare mediata da queste proteine, o almeno questa è l'indicazione emersa da un lavoro.
Spesso però si confonde l'assenza di test efficaci con l'assenza di reazione per un alimento: la prima è vera, la seconda no.
L'assenza di test attendibili non significa inesistenza dell'intolleranza!
Non è che siccome non possiamo verificare mediante esami, sanguigni o meno, una reazione ad un alimento, quella reazione avversa non esista.
Ecco, ad esempio, un articolo in cui si afferma che non esiste la sensibilità al lievito, giustificando col fatto che non esiste un test che lo accerti.
Basterebbe cercare sui motori di ricerca scientifici a cosa sono associati gli anticorpi contro i Saccharomyces per avere un'idea dei danni, non solo intestinali, che possono fare.
La sensibilità ai lieviti è nota (ref pag 49).
Leggerete che l'unico test affidabile è quello per il lattosio: in realtà non è un test di intolleranza ma di malassorbimento, e oltretutto è un test che dà anche un discreto numero di falsi positivi e negativi, quindi definirlo affidabile è alquanto azzardato.
Prevenzione
Le allergie e intolleranze, anche alimentari, sono in aumento, secondo quanto pubblicato da Nature, di 20 volte.
Non si sa perché qualcuno lo nega. Forse pensano di fare una vita sana a respirare smog, mangiare cibi spazzatura, derivati da allevamenti e coltivazioni intensive, edulcorati con ingredienti senza i quali sarebbero immangiabili. E vivere troppo al pulito.
Per prevenire le allergie alimentari le linee guida ufficiali prevedono che durante la gravidanza e l'allattamento non si applichino restrizioni alla dieta della mamma, in modo da abituare il bambino al contatto immunitario con proteine sconosciute: evitando questo contatto e proponendolo solo più avanti, il rischio di allergia cresce. E questo conferma un significativo passaggio di proteine dall'intestino al latte.
L'allattamento al seno dovrebbe essere considerato l'unica alimentazione per i primi 4-6 mesi.
Le evidenze propendono infatti per un uso esclusivo del latte materno per i primi 6 mesi di vita, senza uso di latti formulati se non in caso di assenza di latte.
La sua funzione di prevenzione viene attuata tramite la presenza di Ig-A; se non si ha a disposizione si utilizzano formule ipoallergeniche predigerite.
Oltre alle Ig-A, la mamma trasmette pure la sua flora intestinale col latte, per cui è sempre meglio gestirla e rinforzarla prima, durante e dopo la gravidanza.
In caso di disbiosi e malattia autoimmune da parte della mamma, qualcuno sconsiglia l'allattamento, perché si rischierebbe di contagiare con una flora "cattiva" il neonato, tuttavia non esistono ancora linee guida in tal senso
Esporsi presto e non tardi al potenziale allergene riduce la probabilità di allergia, contrariamente a quanto si indicava prima. Sono in dirittura d'arrivo nuovi studi che forniranno probabilmente conferme in questo senso.
Un'introduzione in questi tempi potrebbe essere anche correlata con un BMI da normopeso nel bambino.
Il latte vaccino non dovrebbe essere introdotto prima dell'anno di vita, secondo le nuove linee guida, anche se introdurlo prima potrebbe ridurne l'allergenicità.
Un nuovo documento di consenso degli allergologi spinge per un'introduzione tra i 4 e i 6 mesi dei derivati degli arachidi per prevenire l'allergia, molto diffusa negli USA, e non ritardarla come si faceva prima.
Anche l'uovo va introdotto presto, e possibilmente cotto, secondo un nuovissimo studio, per prevenire allergie alimentari e sue manifestazioni (solitamente eczema).
Per la prevenzione è probabilmente utile avere, nella dieta della donna in gravidanza, una sufficiente quantità di omega 3, vitamina D e folati, mentre l'esposizione ad alcuni contaminanti come il bisfenolo A aumenta il rischio.
La flora intestinale ha un ruolo fondamentale nella tolleranza verso gli allergeni, per cui una costante introduzione di fibra che la nutra è importante per ridurre il rischio di allergia.
L'acido arachidonico (20:4, omega 6), presente soprattutto nelle carni allevate in maniera intensiva, assunto in eccesso in gravidanza aumenta il rischio di asma allergica nei bambini. Questo potrebbe chiarire perché i bambini vegani spesso hanno salute migliore di quelli onnivori. Anche gli oli di semi sembrano essere deleteri
Aggiornamento 25/2/2017
Perché quando c'è insulino-resistenza è così difficile dimagrire e mettere muscolo? Perché si determina un restringimento del flusso di sangue verso i muscoli. Così i nutrienti vengono diretti al tessuto adiposo e prevalentemente "messi da parte" per i momenti di difficoltà. Questo meccanismo, che ci ha permesso di sopravvivere alle carestie e all'impossibilità di procurare cibo, oggi, quando sussiste per un tempo prolungato, determina il diabete di tipo 2
Un comune
additivo alimentare, il titanio biossido,
riduce l'assorbimento di minerali e aumenta l'infiammazione.
Altera anche alcuni ormoni, i
microbi e la permeabilità intestinale. Lo troviamo in dentifrici, cioccolato, zucchero a velo, maionese e soprattutto caramelle e gomme.
Alcune persone con dermatite atopica
mostrano un eccesso di
S. aureus nella pelle.
Colonizzare la pelle con altre specie di staffilococco migliora la malattia perché rilasciano fattori che contrastano
S. aureus
Aggiornamento 28/2/2017
Ottimo
articolo sul lievito madre.
Quali sono i vantaggi del pane lievitato con pasta madre? Alta digeribilità (glutine predigerito), minore innalzamento della glicemia, migliore biodisponibilità dei nutrienti e minore contenuto di antinutrienti come i fitati
L'attivazione di alcune proteine, chiamate HSP, che rispondono allo stress,
altera completamente la produzione di proteine e di energia (ATP) da parte dei mitocondri. (Anche) Per questo non possiamo considerare le persone che presentano stress cellulare al pari di persone sane: le loro vie metaboliche sono completamente alterate, e così l'utilizzo e l'ossidazione dei nutrienti
In uno
studio, il 75% delle donne affette da
endometriosi ha migliorato i sintomi con una dieta priva di glutine
Come mai diabete e ipertensione vanno di pari passo? Quando si alza la glicemia (e di conseguenza l'insulina) il rene trattiene più liquidi, e l'aumento di ritenzione si traduce in incremento di pressione sanguigna. I cibi che danno resistenza insulinica sono generalmente quelli industriali, ricchi di carboidrati e grassi raffinati, ma anche un eccesso proteico può determinarla
La fibra GOS
aiuta nella gestione dell'intolleranza al lattosio.
In generale i "farmaci", che in realtà sono integratori di probiotici, che modificano il microbiota tra pochi anni
cureranno tante malattie (ipertensione, obesità, diabete ecc)
"se si vedono benefici per la salute, non c'è necessità di comprendere l'intero sistema per manipolarlo" (Emma Allen-Vercoe)
Aggiornamento 5/3/2017
"Ormai è sempre più chiaro che tra i principali fattori che contribuiscono all'aumento delle malattie infiammatorie e autoimmuni vi sia la dieta occidentale.
Considerevoli benefici possono essere dati dalla dieta e dall'integrazione, sia in termini di prevenzione che terapia"
Interessante aggiornamento dal dott Attilio Speciani sulle reazioni alimentari
Secondo un nuovo
studio, tra l'altro
osservazionale quindi che non può dimostrare granché, togliere il glutine può ridurre la qualità della dieta (ridotto apporto di micronutrienti e fibre) e aumentare il rischio di diabete.
Questo può succedere solo se si usano sostituti di scarsa qualità, ma in determinati casi la dieta gluten-free (o a ridotto contenuto di glutine) è una buona scelta anche se non si è celiaci
Le complicatissime
relazioni tra metabolismo energetico, microbiota, epigenetica e sistema immunitario
Aggiornamento 14/3/2017
Alcune
relazioni tra microbi e aumento di peso
Gli alimenti che
scatenano l'emicrania.
I
legami tra ipersensibilità alimentare e irregolarità del battito cardiaco, spiegate dal dott. Speciani
Gli eosinofili, una classe di globuli bianche che è attiva con infezioni di vermi o allergie, "
dialogano" con gli adipociti, potenzialmente
stimolandoli e influenzando la loro funzione.
Aggiornamento 22/3/2017
I
legami tra infiammazione e aumento di peso (o a volte riduzione!)
I farmaci per l'ADHD, disordine da deficit di attenzione e iperattività, non guariscono il disturbo sul lungo periodo e riducono la crescita in altezza
Aggiornamento 28/3/2017
In una situazione infiammatoria (diabete, resistenza insulinica, tumori, malattie autoimmuni ecc)
, anche il metabolismo energetico è alterato. In particolare non arriva correttamente l'ossigeno ai tessuti, la produzione di ATP è alterata e vi è una competizione per i nutrienti con le cellule del sistema immunitario.
Il vostro nutrizionista vi dirà che mangiate di nascosto ovviamente
Chi segue la pagina sa bene quanto una flora intestinale sana possa fare la differenza tra salute e malattia. Tuttavia in un nuovo esperimento su animali si è scoperto che anche una flora "disbiotica", in assenza di alterata permeabilità intestinale, può non essere dannosa ma anzi dare più protezione stimolando il sistema immunitario. Questo ovviamente aumenta l'importanza di mantenere una corretta fisiologia della parete intestinale. Siamo complicati.
Autismo, microbiota, cibo, epigenetica e disfunzioni immunitarie
Alcune
ragioni di stanchezza cronica, tra cui le sensibilità alimentari
Aggiornamento 13/4/2017
Chi soffre di fibromialgia ha spesso alterazione nell'asse surrenale, che gestisce la risposta allo stress. Si sono identificate
alterazioni epigenetiche che aumentano la sensibilità ai glucocorticoidi e riducono la produzione di energia
Volete ringiovanire? Potete provare a trapiantarvi il microbiota fecale di un giovane. Almeno nei pesci funziona.
Un'altra prova di come il nostro intestino perda diversità e complessità batterica andando avanti con gli anni.
Un metodo più semplice è quello di assumere sempre cibi vegetali che nutrono i microbi e rinnovarli con probiotici idonei
Aggiornamento 16/4/2017
Microbiota e virobiota alterati caratterizzano l'intestino di persone con fatica cronica.
Il 75% delle persone al mondo non possiede la lattasi in età adulta, ossia l'enzima che digerisce lo zucchero del latte.
Authoritynutrition.com ci propone i sostituti per i latticini
Nuova definizione per la stanchezza cronica.
Aggiornamento 27/4/2017
In chi soffre di fatica cronica si riscontra un'alterata flora intestinale, ma spesso viene mascherata dai concomitanti problemi infiammatori intestinali e quindi complica lo studio delle cause e le conseguenti diagnosi e provvedimenti terapeutici da prendere
Sono state identificate diverse forme di fatica cronica/encefalite mialgica, e distinguerle potrà migliorare diagnosi e trattamenti
Aggiornamento 1/5/2017
L'allergia al nichel è molto comune in persone con intestino irritabile.
Marijuana e peperoncino, attraverso il sistema endocannabinoide, possono aumentare la tolleranza nei confronti degli antigeni alimentari, riducendo l'infiammazione intestinale.
Aggiornamento 2/5/2017
I batteri intestinali tipici delle persone con fatica cronica
producono sostanze che alterano il metabolismo energetico, riducendo la produzione di energia e favorendo l'accumulo di grasso
I principali stimolatori dell'invecchiamento sono l'infiammazione, la flora alterata e la permeabilità intestinale.
Queste condizioni peggiorano con l'età, creando un circolo vizioso, ma si possono gestire utilizzando cibo vero ed evitando quello industriale.
Aggiornamento 3/5/2017
"Considerando la complessa rete di fattori che influenzano l'autoimmunità, non è sorprendente scoprire che diversi elementi nutrizionali sono coinvolti nella progressione o nella prevenzione della malattia".
Il BAFF è estremamente legato alle malattie autoimmuni, in particolare sclerosi multipla e lupus. La ricerca pubblicata su NEJM e segnalata da Attilio Speciani, al quale vanno i complimenti per averlo intuito anni fa.
L'autismo come effetto di infiammazione, istamina, autoimmunità, neurotossicità e distruzione della barriera ematoencefalica.
L'
importanza del DNA mitocondriale nella risposta immunitaria.
Le nuove
linee guida italiane sull'esofagite eosinofila, spesso causa di reflusso gastroesofageo e suoi sintomi (disfagia, tosse, dolore toracico ecc) prevedono 8 settimane di inibitori di pompa seguiti da dose di mantenimento per un anno, che può causare anche molti danni (candidosi o altre alterazioni microbiche nel tratto gastrointestinale).
In alternativa è possibile, secondo le linee guida, una dieta di esclusione (o anche rotazione) con eliminazione dei cibi scatenanti (latte e farinacei sono responsabili in almeno metà dei casi, ma spesso anche soia, pesce e uova).
Aggiornamento 8/5/2017
Nel modello animale, l'uso di antibiotici nei primi periodi di vita sconvolge il microbiota e porta ad una risposta stressogena che altera il sistema immunitario e predispone per le malattie intestinali.
Aggiornamento 11/5/2017
Il pane fa bene, si sa, perché appartiene alla dieta mediterranea e lo dicono dei tizi con il sottopancia con scritto "dietologi". In realtà il pane industriale, grazie ai suoi additivi (emulsionanti ecc) induce infiammazione e cambiamenti nella flora intestinale che fanno tutt'altro che bene.
Aggiornamento 13/5/2017
Come fa l'intestino del neonato a popolarsi di batteri? Arrivano dall'intestino della mamma direttamente con il latte materno. Per questo è importante avere una buona flora dalla gravidanza in poi, soprattutto per prevenire le allergie
Aggiornamento 21/5/2017
L'esposizione agli ftalati, sostanze che si trovano nella plastica e che passano nel cibo, aumenta il rischio di allergie, e questo rischio viene tramandato nelle generazione
Aggiornamento 22/5/2017
Gli allevamenti intensivi sono tra i responsabili di alcuni disastri moderni: deforestazione, antibiotico-resistenza, cambiamenti climatici, aumento delle malattie moderne (allergie, diabete e obesità)
Il glutine si conferma elemento peggiorativo delle malattie infiammatorie intestinali: non sono solo i FODMAP come diceva qualcuno!
Nel modello animale la tolleranza orale influenza la dermatite.
Aggiornamento 27/5/2017
Gli ormoni tiroidei sono estremamente importanti per lo sviluppo cerebrale del feto. E la tiroide è molto suscettibile alle sostanze chimiche (pesticidi, PCB, BPA, ecc in generale chiamati perturbatori endocrini).
L'esposizione ad alte dosi di queste sostanze, che non sono mai testati in "cocktail" nelle prove di sicurezza, è legata a difetti neurologici come riduzione del QI, autismo e ADHD
Spesso l'autismo si associa a incrementata permeabilità intestinale. Sebbene non possiamo sapere se sia una causa o un effetto, è probabile che alcune persone affette possano trarre beneficio dalla riduzione/eliminazione di molti cibi
Qualche consiglio sulla dieta per l'allergia al nichel
Aggiornamento 3/6/2017
Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.
Frammenti di DNA e RNA batterico, oltre che i metaboliti, possono trovarsi in giro per il corpo a fare danni, ad esempio si ritrovano nel cervello di persone affette da sclerosi multipla
Anche per questo è importante avere un buon bilanciamento dei batteri intestinali.
Più la dieta contiene cibi infiammatori (tipicamente quelli processati), più si tende a ingrassare
Aggiornamento 5/6/2017
"Vale la pena
ricordare che i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto con o senza celiachia possono beneficiare di una dieta a basso contenuto di glutine sia per la progressione che per le potenziali complicazioni della malattia "
Altri fattori importanti sono la vitamina D e il selenio, e l'eccesso di iodio, che ha ridotto l'incidenza di gozzo ma aumentato quella di autoimmunità
Meglio il pane integrale o da farina raffinata? La risposta sembrerebbe scontata. E
invece no. A seconda del nostro microbiota è possibile infatti che entrambi
modifichino le risposte metaboliche, in particolare la glicemia, in maniera positiva o negativa.
Gli autori dello studio concludono che "più in generale, il nostro studio sottolinea l'importanza della personalizzazione nelle raccomandazioni alimentari, in quanto anche il confronto diretto dei pani comunemente considerati "sani" e "malsani" ha rivelato effetti personali sulla risposta postprandiale, suggerendo che le raccomandazioni alimentari universali possono avere un'efficacia limitata".
Grazie ai lavori di Fasano e colleghi, la zonulina viene incontrovertibilmente collegata alla condizione di alterata permeabilità intestinale, perdita della tolleranza immunologica e alle malattie infiammatorie croniche
Il palmitato (olio di palma) può ridurre la tolleranza orale
Tutti i meccanismi coinvolti nell'induzione di tolleranza orale e come modularla.
Quando mangi alcuni frutti o verdure crude hai prurito o formicolio in bocca? Potrebbe essere sindrome allergica orale, ed è dovuta solitamente alla cross reazione tra pollini e alcune proteine dei vegetali.
Sebbene i dati epidemiologici siano scarsi, non vi è comunque alcun dubbio dell'esistenza di questa sindrome. Non siete dunque malati immaginari.
Interessante
articolo di una collega e amica, dott.ssa Cacciola
Sonno di scarsa qualità e vitamina D bassa aumentano la probabilità di iperalgesia, ossia di percepire maggiormente i dolori articolari, in particolare in caso di malattie autoimmuni, fibromialgia ecc
Aggiornamento 6/7/2017
L'alimentazione infiammatoria (cibi raffinati e industriali) aumenta il rischio di aumento di peso sia ne sani che nei malati
Una dieta proinfiammatoria, povera in fibra e nutrienti e ricca di grassi saturi e fonti di carboidrati raffinati aumenta l'appetito e riduce la spesa energetica e la serotonina, determinando aumento di peso e umore depresso. Il tutto viene mediato dal sistema immunitario.
Secondo un articolo del New Scientist esistono poche prove che gli odori di profumi, sostanze chimiche ecc abbiano proprietà cancerogene o tossiche, se non in persone con MCS (sensibilità chimica multipla, una persona su 300), ma non tengono conto del solito effetto sinergico e di accumulo.
Alcuni fattori possono inaspettatamente peggiorare la qualità dei nostri microbi intestinali: dagli scontati cibi raffinati, privi di fibre e antiossidanti, dieta non varia e antibiotici, ai meno attesi alcol, mancanza di sonno, stress, fumo, sedentarietà.
Aggiornamento 23/7/2017
"L'ASD (spettro dei disturbi autistici) è probabilmente il risultato sia di fattori genetici che ambientali", spiega il dottor Li. "I fattori ambientali includono l'eccessivo uso di antibiotici nei bambini, l'obesità materna e il diabete durante la gravidanza, la modalità di parto di un bambino e per quanto tempo viene allattato. Tutti questi motivi possono influenzare l'equilibrio dei batteri nell'intestino di un neonato, e sono fattori di rischio per ASD".
Tuttavia, i ricercatori hanno trovato un significativo numero di prove che ristabilire il microbiota intestinale in uno stato sano può ridurre i sintomi ASD.
"Gli sforzi per ripristinare il microbiota intestinale in modo che sia simile a quello di una persona sana si sono dimostrati efficaci" continua il dottor Li. "La nostra revisione ha esaminato l'utilizzo dei probiotici, i prebiotici, la modifica della dieta - per esempio, le diete senza glutine e caseina, e i trapianti fecali. Tutti hanno avuto un impatto positivo sui sintomi". Questi includono l'aumento della socialità, una riduzione dei comportamenti ripetitivi e una migliore comunicazione sociale: tutti vantaggiosi per la vita di un malato di ASD.
Il messaggio di questa revisione è quindi positivo. Questo potrebbe essere un passo avanti nel trattamento di questo disturbo. Tuttavia, i ricercatori ritengono che gli studi siano ancora troppo piccoli e che siano necessari nuovi studi clinici per portare questa ricerca al livello successivo. "Siamo incoraggiati dai nostri risultati, ma non c'è dubbio che siano necessari altri lavori in questo campo", afferma il dottor Li. "Abbiamo bisogno di studi meglio progettati e su larga scala per sostenere la nostra teoria, per ora le terapie comportamentali rimangono il modo migliore per trattare l'autismo e speriamo che la nostra recensione spinga alla ricerca sul legame tra microbiota intestinale e ASD, e quindi porti ad un trattamento economico ed efficace ".
Aggiornamento 24/7/2017
Le sensibilità alimentari sono ancora controverse, soprattutto per l'assenza di test affidabili e per la presenza di falsi positivi e negativi. Nel futuro avremo più certezze, ma negli USA il termine intolleranza è usato indifferentemente con ipersensibilità e racchiude le allergie.
L'infiammazione, il più grande stimolatore del diabete e dell'obesità
Aggiornamento 2/8/2017
Alcune cellule immunitarie sembrano
mantenere la memoria del peso, favorendo, almeno nei topi, il recupero dopo il dimagrimento
Cercate di fare sempre pace col vostro partner prima di andare a dormire. Litigare e la mancanza di sonno costituiscono un uno-due micidiale che alza il livello infiammatorio mediante una risposta stressogena
Un ricercatore canadese, Genuis, chiarisce il ruolo delle intolleranze alimentari (e chimiche) nella genesi delle malattie: sono il risultato della predisposizione genetica incrociata con il carico tossico dovuto all'esposizione ambientale. Parla di SRI, sensitive related illnesses, malattie correlate alla sensibilità.
I cibi più frequentemente coinvolti sono glutine, caseine, mais, soia, glutammato, dolcificanti, coloranti, caffeina, frutta oleosa, solanacee, lieviti e uova, e la loro prevalenza può raggiungere il 20%
La dieta di eliminazione e rotazione rimane il miglio metodo per diagnosticare e gestire.
Le cause e la gestione nutrizionale della fatica cronica.
Hai frequenti mal di testa? potrebbe essere dovuto a una carenza di vitamina D
Aggiornamento 17/8/2017
Su glutine e digestione: "Non ci sono prove scientifiche che suggeriscano che una dieta senza glutine sia parte di uno stile di vita più sano o può essere utile per il trattamento di sovrappeso o obesità.
La digeribilità incompleta del glutine può spiegare perché alcune persone riportano un miglioramento non specifico nel benessere dopo aver iniziato la dieta senza glutine. Inoltre, cereali contenenti glutine, in particolare il grano, sono anche primari fonte di FODMAP (oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli), un gruppo di carboidrati altamente fermentabile e polioli a catena corta.
La riduzione dei FODMAP associata alla dieta senza glutine spiega, almeno in parte, perché in alcuni pazienti affetti da irritabilità intestinale i sintomi possono ridursi dopo aver iniziato una dieta senza glutine".
Le cause dell'aumento vertiginoso di intolleranze e allergie spiegate di Chris Kresser.
Aggiornamento 2/9/2017
Il pane fatto con lievito madre si conferma più nutriente e digeribile
Alcune condizioni tipiche della fibromialgia evidenziate da
Piccini
Aggiornamento 4/9/2017
A seconda delle condizioni ambientali, uno studio suggerisce che lo stesso batterio può indurre diverse condizioni patologiche e infiammatorie, in particolare intestinali.
Aggiornamento 10/9/2017
Un passo avanti nella diagnosi di sindrome da stanchezza cronica: sono stati individuati alcuni messaggeri tipici di questa malattia, che ha una base infiammatoria
Aggiornamento 14/9/2017
L. reuteri abbinato ad una sufficiente quantità di triptofano produce un metabolita che permette lo sviluppo della tolleranza intestinale
Aggiornamento 20/9/2017
Il dottor Oz spiega come semplicemente eliminando i coloranti nella dieta di bambini con ADHD molti di essi migliorino (NB: alcuni coloranti consentiti negli USA sono invece vietati in Europa).
Gli alimenti tipicamente infiammatori
Alcune molecole dette citochine, mediatrici dell'infiammazione, sono state identificate come caratteristiche della fatica cronica e quindi aiuteranno nella diagnosi.
Aggiornamento 21/9/2017
L'intolleranza all'istamina e il suo trattamento
Per la prima volta uno studio controllato (RCT) dimostra che un "test sulle intolleranze" fatto sul sangue (leucocyte activation test, LAT) funziona meglio di un placebo, nel trattamento dell'intestino irritabile. Vedremo su campioni maggiori che succederà
Aggiornamento 25/9/2017
L'infiammazione è fondamentale nell'espansione del tessuto adiposo (sia mesenterico che negli altri distretti) in seguito a eccesso nutritivo. Anche gli adipociti muoiono in queste condizioni, ma purtroppo rilasciano molecole ancora più infiammatorie.
La provenienza di sostanze infiammatorie dall'intestino, come LPS, ha un suo ruolo, grazie alla permeabilità intestinale.
Si arriva ad uno stato di resistenza insulinica e alle catecolamine (non ci sono più i recettori), che determina inflessibilità metabolica e non si riesce a dimagrire.
Aggiornamento 29/9/2017
Gli effetti degli endocannabinoidi su accumulo di grasso, motilità intestinale, immunità.
Scoperta la ragione per cui ad una certa età aumenta il grasso viscerale e in generale la deposizione di grasso: l'infiammazione è il mediatore, e il calo di catecolamine (stimolanti la lipolisi) la conseguenza.
Un nuovo articolo sul dimagrimento da stress a breve termine
Aggiornamento 1/10/2017
Nonostante servano maggiori studi, secondo una revisione degli studi la dieta è discretamente efficace nel trattare bambini affetti da ADHD
Ulteriori figuracce per i poveretti che pensano che le proteine vengano sempre digerite e non arrivino a stimolare il sistema immunitario attraverso la permeabilità intestinale. Uno
studio evidenzia che assumere arachidi durante l'allattamento (ma anche durante la
gravidanza) riduce il rischio di successiva allergia nel bambino.
E questo è dovuto all'induzione di tolleranza grazie al contatto del sistema immunitario con le proteine.
"Quando vengono trasmessi attraverso
l'allattamento al seno, gli antigeni di arachidi vengono erogati al neonato
insieme ad una pletora di fattori bioattivi, tra cui immunoglobuline materne,
citochine, microbiota e cellule immunitarie. "Impacchettati" con
questi fattori immunomodulatori, gli antigeni di arachidi nel latte materno
possono stimolare il sistema immunitario infantile a sviluppare la tolleranza
quando l'arachide viene consumato direttamente qualche mese dopo. Ipotizziamo
che l'esposizione agli antigeni nel latte materno senza consumo di arachidi
durante l'infanzia possa facilitare la sensibilizzazione".
Il cetilpiridinio cloruro è un antisettico inserito in dentifrici, lacrime artificiali, spray nasali, collutori ecc
Negli studi in vitro altera la funzione mitocondriale e quindi la produzione di energia cellulare e disturba la funzione estrogenica
Aggiornamento 7/10/2017
Più sale l'infiammazione, più sale la resistenza insulinica, meno ci si libera del grasso sottocutaneo.
Aggiornamento 10/10/2017
La permeabilità non è solo a carico dell'intestino, ma anche di molti altri organi: occhi, cervello ecc, dove svolge importanti compiti, e un suo malfunzionamento è responsabile dei disordini metabolici e immunitari, malattie mentali ecc, e tutto questo anche a causa di un'alterata funzione di tolleranza.
Tra gli altri, i lieviti possono creare problemi soprattutto alle persone con morbo di Crohn
Aggiornamento 17/10/2017
Ottimo articolo su intestino permeabile e come curarlo.
Aggiornamento 21/10/2017
Il selenio è fondamentale per
ridurre l'infiammazione intestinale nelle MICI.
Una particolare cellula immunitaria
sopprime la produzione di noradrenalina attraverso una proteina (Slc6a2) e riduce la lipolisi. Inibire questa proteina potrebbe facilitare il dimagrimento, e soprattutto il mantenimento del peso perso.
Aggiornamento 22/10/2017
Ottimo articolo sull'intolleranza ai salicilati, sostanza contenute soprattutto in frutta e verdura
La curcuma contiene salicilati, e può quindi dare problemi a chi non li tollera
Aggiornamento 24/10/2017
Alcuni consigli su ADHD e alimentazione, molto soggettivi però.
Aggiornamento 25/10/2017
Gli omega 3 sono sempre buoni? Insomma. Sono anche precursori di una sostanza (epossido dell'omega 3) che aumenta la risposta allergica. La nutrizione è complicata
Il digiuno intermittente promuove la termogenesi anche attraverso la polarizzazione dei macrofagi in M2 (quelli antinfiammatori). Ulteriore prova della stretta connessione tra immunità e metabolismo
Aggiornamento 1/11/2017
La vitamina A gioca un ruolo fondamentale per la tolleranza intestinale e in generale l'immunità, ma troppa può dare problemi. Una nuova proteina scoperta (ISX) media i suoi effetti
"L'intestino è il principale sito d'ingresso per nutrienti, elettroliti, e acqua, e costituisce una barriera efficace contro le tossine, antigeni e flora enterica. Così, la mucosa intestinale contiene una delle più grandi popolazioni di linfociti nel corpo. Nutrienti come la vitamina A sono stati riconosciuti influenzare l'intestino e la differenziazione di queste cellule.
Abbiamo identificato ISX, una proteina che funziona da mediatore molecolare critico di questa "conversazione trasversale" tra dieta e immunità.
Questo fattore di trascrizione regola la produzione di vitamina A da molecole precursori alimentari (betacarotene). La perdita di questo controllo nei topi distrugge l'omeostasi della vitamina A e compromette l'immunità. Sono stati associati polimorfismi genetici riportati nel gene Isx che determinano disturbi infiammatori nell'uomo, indicando che i nostri risultati nei topi hanno implicazioni cliniche."
Aggiornamento 4/11/2017
Le persone sottoposte a stress, e ancora peggio a traumi, possono sviluppare il PTSD (post traumatic stress disorder), una condizione legata ad infiammazione e alterazioni immunitarie. Esiste un forte legame tra questa condizione e malattie croniche intestinali e autoimmuni. Vi è un'alterazione organica (l'amigdala, il centro della paura, è iperattiva) e del microbiota, con una riduzione di Actinobacteria, Lentisphaerae e Verrucomicrobia.
Aggiornamento 5/11/2017
Qualche sedicente esperto di nutrizione continua a dire: non esiste l'intolleranza ai lieviti, e quelli eventualmente rimasti vivi non passano la barriera gastrica dello stomaco.
Nelle persone con Crohn o colite ulcerosa il mannano, zucchero antigenico (che stimola il sistema immunitario, e quindi rimane anche dopo la morte dell'organismo, sennò i vaccini non si farebbero) tipico dei lieviti stimola il dolore, quindi la prima è smentita.
La composizione micotica dell'intestino è collegata infatti alle malattie infiammatorie croniche intestinali.
La seconda è un'evidente cretinata visto che il S. boulardii è uno dei probiotici più usati, consigliato anche da linee guida ufficiali ad esempio per la diarrea
Le migliori indicazioni per la colite ulcerosa, molto correlata con la dieta e le sensibilità individuali
Aggiornamento 10/11/2017
Cause
ambientali della fatica cronica (CFS): pesticidi e altre sostanze chimiche, a cui sono stati esposti i soldati americani nella prima guerra del Golfo
Nel mentre
si confermano i problemi mitocondriali alla base della
malattia, che non è più ritenuta psicosomatica come un tempo si pensava
Un nuovo studio
conferma che più che alla gluten sensitivity (autodiagnosticata), spesso l'irritazione intestinale è dovuta ai fruttani, zuccheri che tendono a fermentare e sono presenti nel grano. La sensibilità al glutine è comunque un problema esistente
Aggiornamento 13/11/2017
La dieta priva di latticini
ha migliorato in un trial l'acne inversa (idrosadenite suppurativa) nell'83% delle persone, senza alcun effetto collaterale o peggioramento di alcuno
In un altro
trial più piccolo (12 persone con IgG positive ai lieviti), escludere frumento e lievito ha portato a enorme miglioramento, e la malattia ritornava in caso di reintroduzione dei cibi anche involontaria.
Aggiornamento 14/11/2017
Secondo una recente
revisione, la gluten sensitivity sembra più correlata ad alterazione del microbiota (pochi bifidi) e all'inibitore dell'alfa-amilasi, un antinutriente presente nel grano, che al glutine in sé.
Aggiornamento 20/11/2017
Ѐ ormai conclamato che la depressione o altri disturbi psicologici hanno una base infiammatoria. Ad esempio è stato evidenziato che lo stress sociale (bullismo) subito da giovani aumenta la permeabilità di sostanze infiammatorie (IL-6) che aumentano il rischio di depressione. E il cibo può esacerbare questo collegamento
L'uso di 2 emulsionanti che troviamo nei cibi industriali, polisorbato 80 e carbossimetilcellulosa, determina un'invasione dei batteri intestinali nel muco, alterazioni nella composizione del microbiota e sviluppo dell'infiammazione cronica.
Aggiornamento 21/11/2017
Come già detto l'esofagite eosinofila è spesso causa di reflusso. Una nuova revisione dei dati pubblicata evidenzia il probabile coinvolgimento del microbiota, e l'uso, in alternativa ai farmaci, di diete di esclusione temporanea dei cibi allergenici (latte, grano ecc). A volte non funzionano queste diete perché vi è anche un probabile problema di sensibilità alimentari non Ig-E.
Esistono almeno 3 tipi di ADHD, è chiaro che non tutte possono essere approcciate alla stessa maniera
Il lupus (o LES) è una malattia autoimmune che colpisce particolarmente le donne, causando dolori reumatici, problemi renali ecc.
I fattori ambientali che lo attivano sono, oltre al sole, i metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombi, nichel, oro, silice, gli xenoestrogeni (sostanze simili agli estrogeni naturali, come il BPA, materiali plastici usati per confezionare gli alimenti, ftalati o la stessa pillola anticoncezionale), alcune infezioni come quella da EBV (mononucleosi)
Aggiornamento 27/11/2017
Si può essere allergici a coloranti presenti in cibi e farmaci?
Non sembra ci sia una vera e propria allergia, quindi il sistema immunitario non è coinvolto, ma le reazioni avverse non sono rare
I confini tra stanchezza cronica e fibromialgia con altre malattie reumatiche e autoimmuni sono labili
I bambini nutriti al seno sono meno soggetti alle allergie alimentari. Questo capita perché le proteine introdotte dalla mamma con la dieta passano, in piccola parte, nel latte materno e, sotto forma di immunocomplessi con le IgG, vengono introdotte dal neonato. Grazie a questo processo il bambino impara a "conoscere" e tollerare proteine estranee, e se non viene messo in pratica ha più alta probabilità di allergie
Si
confermano i collegamenti tra sistema immunitario e gestione della glicemia: IL-33 stimola normalmente le cellule pancreatiche, ed è rilasciato dalle cellule mesenchimali del pancreas, ossia i guardiani immunitari dell'organo. Nelle persone sovrappeso questo meccanismo è assente e per questo hanno problemi di glicemia e resistenza insulinica
Aggiornamento 6/12/2017
Prendere antibiotici in gravidanza, nel modello animale, altera il microbiota e facilita l'insorgenza della colite.
Il latte, ma soprattutto i suoi derivati fermentati (formaggi e yogurt) appaiono avere un effetto generalmente antinfiammatorio
SE non si hanno allergie e intolleranze nei loro confronti.
Aggiornamento 10/12/2017
Numerosi farmaci, oltre agli antibiotici, hanno un notevole impatto sull'architettura generale del microbioma intestinale: PPI (antiacidi), metformina, FANS, oppioidi e antipsicotici
sono associati ad aumenti nei membri della classe Gammaproteobacteria (inclusi
Enterobacter, Escherichia, Klebsiella e Citrobacter), o membri della famiglia
Enterococcaceae, che sono spesso patogeni isolati da infezioni del sangue di malati.
Anche il trattamento con antipsicotici, di solito
associato ad un aumento dell'indice di massa corporea, è caratterizzato da
una diminuzione del rapporto tra Bacteroidetes e Firmicutes nel microbioma
intestinale, simile alle tendenze osservate nei pazienti obesi.
La dieta a basso contenuto di nichel può aiutare in caso di dermatite
Nel modello animale i traumi cerebrali cambiano l'intestino, i suoi microbi e la risposta immunitaria
Le persone con stress continui hanno una sorta di esaurimento surrenalico che altera tutto l'organismo, in particolare sistema immunitario e metabolismo energetico.
Ripristinare il ritmo circadiano del cortisolo riduce il peso corporeo, migliora il sistema immunitario riducendo le infezioni ricorrenti e migliora genericamente la qualità della vita.
Aggiornamento 15/12/2017
Sempre più vie
legano metabolismo e immunità
Un articolo referenziato che spiega il legame potenziale tra solanacee e osteoartrite. Ricordiamo che si tratta di sensibilità soggettive e non legami sicuri.
Aggiornamento 18/12/2017
Un
problema che si può verificare durante le feste è la scoperta di un'allergia alimentare, dovuta all'introduzione di cibi insoliti, o pseudoallergie dovute alla cattiva conservazione del pesce. Nel periodo natalizio c'è una vera esplosione.
L'importanza del rapporto tra cortisolo e DHEA per la composizione corporea, la salute mentale e quella fisica in generale
Aggiornamento 24/12/2017
In un modello animale, ripetute infezioni con la salmonella aumentano il rischio di colite, alterando la risposta infiammatoria.
Aggiornamento 27/12/2017
La sensibilità chimica multipla (
MCS) è una patologia non ancora riconosciuta pienamente dalla comunità medica, ma 2 medici italiani ne hanno
revisionato l'epidemiologia, la diagnosi e le prospettive
Gli alimenti che possono scatenare l'emicrania e i suoi rimedi: alcune vitamine, il barbaraccio e il magnesio.
Forse arriveranno presto novità sulla sindrome da stanchezza cronica
Aggiornamento 7/1/2018
L'infezione da C. difficile sta aumentando nel mondo, anche a causa della sua resistenza agli antibiotici, e causa condizioni intestinali gravi da trattare spesso a vita.
Nel modello animale il trealosio, diffuso in lieviti, funghi ed insetti e utilizzato come additivo alimentare, aumenta la virulenza del batterio. Si sospetta la sua autorizzazione come additivo (2000) abbia contribuito al peggioramento della malattia
Aggiornamento 14/1/2018
Le
cause della fibromialgia segnalate dal dott. Vasquez: vitamina D carente, problemi mitocondriali, SIBO, disbiosi. Tutto questo porta alla neuroinfiammazione che sta alla base della malattia.
L'esofagite eosinofila si conferma fortemente legata alle Ig-G, mentre l'enterocolite indotta dalle proteine alimentari ha ancora origine sconosciuta, ma sicuramente non legata alle Ig-E. Anche la dermatite atopica può essere legata al cibo.
Dieta di esclusione e immunoterapia desensibilizzante (da non sperimentare da soli) rimangono le opzioni.
Vitamina D, parto naturale, vita a contatto con la natura e dieta diversificata e ricca in frutta e verdura sono efficaci nella prevenzione delle allergie.
Per prevenire quella alle arachidi sarebbe meglio consumarle bollite e non tostate.
Ѐ molto importante per i bambini vivere in un ambiente a contatto con la natura, che non sia sterile, perché nei primi anni di vita il loro sistema immunitario impara le funzioni di tolleranza verso i microbi. Se il bambino nascesse con il sistema immunitario di un adulto, contrarrebbe subito malattie autoimmuni. L'uso di antibiotici senza reimpianto della flora può aumentare il rischio di malattie autoimmuni
L'
immunometabolismo, il crocevia tra infiammazione sistemica e conseguenze metaboliche (alterazione delle funzioni organiche, a partire dall'iperglicemia)
L'infiammazione dovuta all'alimentazione è un fattore importante nella genesi del tumore del colon
Aggiornamento 25/1/2018
Una revisione degli studi esamina il legame tra autoimmunità e glutine. Fermo restando che non è la causa di tutti i mali e alcune persone non hanno problemi a ingerirlo e digerirlo, queste le conclusioni riassunte:
"Molteplici aspetti dannosi del glutine influiscono sulla salute umana, comprese le manifestazioni digestive ed extradigestive glutine-dipendenti mediate da reazioni potenzialmente immunologiche o tossiche che inducono problemi gastrointestinali. Il glutine colpisce il microbioma e aumenta la permeabilità intestinale. Aumenta lo stress ossidativo e influenza il comportamento epigenetico (l'espressione dei geni, NdT). È anche immunogenico, citotossico e proinfiammatorio. L'assunzione di glutine aumenta l'apoptosi (morte cellulare programmata, NdT) e diminuisce la vitalità cellulare e la differenziazione. In alcune malattie autoimmuni non celiache, le diete prive di glutine possono aiutare a ridurre gli effetti avversi del glutine. Sono necessari ulteriori studi in vivo per svelare il puzzle degli effetti del glutine negli esseri umani e per esplorare i potenziali effetti benefici delle diete prive di glutine nelle malattie autoimmuni".
Aggiornamento 26/1/2018
In un modello animale,
eliminando l'interleuchina 10 (un segnale infiammatorio), i topi possono mangiare a volontà senza ingrassare. Questo perché IL-10 sopprime la termogenesi negli adipociti, bloccando il segnale adrenergico (simpatico).
Aggiornamento 13/2/2018
I cibi processati, light, il caffè, gli alcolici, lo zucchero aggiunto e in generale il cibo spazzatura sono spesso responsabili della riduzione di energia. Questo accade sia a causa dello scarso apporto di micronutrienti (vitamine e minerali) che dell'alterazione della funzione mitocondriale (la produzione di energia delle cellule).
Aggiornamento 13/3/2018
L'alimentazione in gravidanza si conferma influenzare il rischio di malattia nella prole.
In particolare gli omega 3 riducono il rischio di allergie e i probiotici quello di eczema (dermatite)
Le IgG sono correlate con alcuni ormoni intestinali di fame e sazietà, che influenzano anche la spesa energetica
Aggiornamento 26/3/2018
Aggiornamento 8/4/2018
L'utilizzo di antibiotici e antiacidi nei primi 6 mesi di vita aumenta il rischio di allergie. I ricercatori concludono che questi farmaci "dovrebbero essere usati durante l'infanzia solo in situazioni di evidente beneficio clinico"
Come qualcuno osserva da tempo, arriva la conferma sull'associazione tra fatica cronica e bassi livelli di ormone tiroideo
L'uso eccessivo di salviette e saponi, in particolare senza lavare via i residui con l'acqua, altera lo strato lipidico sulla pelle e aumenta il rischio di allergie, anche alimentari
Complicate relazioni tra sistema immunitario, adipociti e alimentazione: sono stati individuati 3 tipi di risposta infiammatoria.
Un insulto patogeno (così come un alimento) può alterare l'equilibrio delle citochine, modificando il set point infiammatorio in un determinato tessuto e così influenzare la funzione del tessuto.
"La speranza è capire le vie del sistema immunitario per progettare approcci migliori e olistici, come gli interventi dietetici o microbici, per trattare disordini complessi e multiorgano"
Il legame tra allergie e grassi trans
Per ridurre il rischio di tante malattie, tra cui quelle autoimmuni, l'allattamento al seno è un'ottima arma
Aggiornamento 22/5/2018
In uno
studio 42 fibromialgici su 42 hanno sovracrescita di batteri intestinale (
SIBO)
scrive Andrea Luchi : "La disbiosi e il conseguente malfunzionamento del sistema immunitario spiegano la cascata infiammatoria presente nei fibromialgici".
Attenzione quindi alle integrazioni di probiotici fatte a caso
Un ottimo
manuale contro la SIBO: cause e rimedi.
Un naturopata
spiega l'uso di probiotici e integratori per ribilanciare il sistema Th-1 con il Th-2 nelle allergie e
sensibilità alimentari.
I test IG-g li ritiene
utili nell'intestino irritabile, cefalea e esofagite eosinofila.
La permeabilità intestinale
ha un ruolo fondamentale nella regolazione dei meccanismi di tolleranza
Aggiornamento 10/6/2018
La fibromialgia è spesso legata a carenze nutrizionali che, se risolte,
riducono il dolore
L'intestino dei moscerini è sensibile ai prodotti fermentati dai batteri, e questo influenza il metabolismo, anche quello energetico, attraverso il sistema immunitario, modulando l'accumulo di grasso.
Aggiornamento 28/6/2018
Alfa-gal, uno zucchero tipico della carne rossa, è in grado di stimolare una risposta immunitaria in soggetti predisposti e alzare il rischio cardiovascolare
Aggiornamento 11/7/2018
L'esposizione a BPA (bisfenolo A) altera i metaboliti intestinali e può aumentare il rischio di infiammazione intestinale (colite, Crohn e simili)
Aggiornamento 21/7/2018
La fermentazione con lievito madre permette di ridurre il contenuto di FODMAP, gli zuccheri presenti nel grano responsabili di gonfiore e altri sintomi in persone con intestino irritabile, e preserva i bifidobatteri se la farina è ad alto contenuto di fibra.
Anche il contenuto di inibitori della tripsina (altre componenti problematiche) può ridursi e il glutine diventa più digeribile.
Questo può spiegare anche l'incremento di problematiche intestinali da quando si usano lieviti alternativi e tempistiche molto più brevi
Aggiornamento 23/7/2018
Alcune info sulla sensibilità chimica multipla, non ancora riconosciuta in alcune regioni italiane
Aggiornamento 2/9/2018
Sebbene gli studi siano ancora pochi e l'evidenza bassa, continua a confermarsi un legame tra intestino e fibromialgia e fatica cronica. Tra i probiotici più promettenti, L casei Shirota riduce l'ansia e B. infantis 35624 i marker di infiammazione
Anche le carenze nutrizionali sono spesso presenti
I probiotici più efficaci per l'intolleranza al lattosio sono il B. animalis e il L. rhamnosus. Gli altri hanno limitata evidenza ed effetto soggettivo
L'enzima DAO (diamminoossidasi) degrada l'istamina, molecola responsabile di reazioni avverse come le allergie. La sua supplementazione in persone carenti
riduce la durata dell'emicrania in persone con episodi non frequenti. Questo
vale anche per l'orticaria cronica
Un nuovo studio mette in mostra che i test IgG hanno migliorato la condizione di persone con colite ulcerosa, mettendo in dubbio la loro inutilità, almeno in questa condizione.
Infiammazione della mucosa e intolleranza alimentare vanno sempre di pari passo. Le conseguenze sono vomito, diarrea, incapacità di prendere peso, eczema, sangue nelle feci ecc
Aggiornamento 7/9/2018
H. pylori è noto per produrre ureasi, un enzima che rilascia ammoniaca che a sua volta crea i danni (pH non fisiologico (alto), danno alle mucose, protezione del batterio, e in ultimo manifestazione del reflusso). Questo enzima contiene nichel, e questo potrebbe spiegare perché la sensibilità al metallo spesso è presente in caso di GERD.
Impedire la produzione dell'enzima può essere una via valida per eliminare il batterio
Si dice che la mucosa orale e in generale del tubo digerente siano un riflesso della pelle. Il dott Speciani ci spiega le alterazioni immunitarie e le carenze nutrizionali che possono essere responsabili delle afte.
Aggiornamento 24/9/2018
Il mio nuovo articolo su intolleranza, o meglio sensibilità alimentare, e microbiota
Quando la smetteremo di sterilizzare tutto? I bambini hanno necessità di venire in contatto con un po' di sporco per "educare" il sistema immunitario.
In uno studio canadese, i bambini che vivevano in case con maggiore uso di disinfettanti avevano maggiore rischio di essere in sovrappeso a 3 anni. Questi prodotti infatti alteravano il microbiota intestinale, e potrebbero essere considerati "obesogeni". Inoltre essendo molecole particolari potrebbero anche essere interferenti endocrini
Aggiornamento 1/10/2018
Nel modello animale, esporre i topolini ai batteri tipici degli animali da fattoria riduce la tendenza all'asma, "addomesticando" il sistema immunitario
I carotenoidi e il loro derivato vitamina A (retinolo) sono importanti modulatori della risposta immunitaria attraverso un recettore chiamato RXR.
Le persone con dermatite atopica hanno bassi livelli di queste sostanze, probabilmente dovuti ad una dieta di scarsa qualità, con pochi vegetali e carni, pesce e uova di allevamenti intensivi, e così alterata attivazione di RXR che aumenta il rischio di infiammazione
I traumi alla testa e le commozioni cerebrali
attivano la permeabilità intestinale, e così facendo aprono la porta a tante malattie. Le persone con ripetuti traumi hanno un microbiota intestinale impoverito, ricco di
E. coli e povero di lattobacilli e bifidi.
Aggiornamento 2/11/2018
Alcune condizioni patologiche (asma, eruzioni dermatologiche, problemi cognitivi e comportamentali, condizioni neurologiche inclusa la neuropatia, problemi di vista, fatica cronica, dolore muscolare o articolare o rigidità, problemi gastrointestinali, infiammazione cronica, soppressione immunitaria e autoimmunità) possono essere legate ad una sensibilità per le muffe, o meglio i loro metaboliti, portando a sensibilità chimica multipla e fibromialgia. Come intervenire con la dieta? Semi e cereali possono essere grandi fonti di micotossine, così come i cibi fermentati possono favorirne lo sviluppo endogeno.
In generale una dieta di tipo paleo può essere la migliore.
Aggiornamento 4/11/2018
Quando vi dicono che i nostri enzimi digeriscono qualsiasi proteina, ci si riferisce alle condizioni ottimali. Alterazione del pH gastrico (uso di antiacidi), scarsa pepsina (enzima gastrico) e altri fattori riducono la digeribilità e facilitano l'insorgenza di allergie
Aggiornamento 12/11/2018
"La sensibilità chimica multipla (MCS) è un'entità clinica complessa che include un gran numero di sintomi non specifici, associati in modo univoco in ciascun paziente e scatenati dall'esposizione a varie sostanze chimiche a basse concentrazioni, ben al di sotto di quelle note per causare effetti tossici. Tuttavia, al momento non esiste alcun test oggettivo per diagnosticare questa sindrome. Uno dei motivi principali è che la fisiopatologia è poco conosciuta. Tuttavia, sono state proposte molte ipotesi esplicative.
La mancanza di comprensione dei meccanismi patofisiologici rende il trattamento difficile ed empirico".
Le sostanze chimiche note per innescare la MCS includono più frequentemente pesticidi e composti organici volatili (VOC) come profumi, vernici, aerosol, detergenti e formaldeide dai mobili, dagli edifici sul posto di lavoro o da materiali edilizi.
Le alterazioni nelle citochine viste in un campione di persone suggeriscono un'infiammazione sistemica associata al sistema Th2 ma che non coinvolge i meccanismi mediati dalle IgE.
La sensibilità neurologica è comunemente riportata tra le persone con MCS. La teoria più antica e più ampiamente accettata che spiega la fisiopatologia di questa reazione è la teoria dell'ossido nitrico/perossinitrito. È stato proposto che l'esposizione a sostanze chimiche tossiche attivi i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA) nell'ippocampo, portando ad un aumento dei livelli di ossido nitrico e perossinitriti. Questi radicali liberi generano stress ossidativo e aumentano le citochine infiammatorie, iniziando l'infiammazione sistemica di basso grado e l'infiammazione neurologica.
Ma perché le sostanze chimiche tossiche potrebbero stimolare l'attività dei recettori NMDA in alcuni individui, ma non in altri? La genetica può fornire una spiegazione. I ricercatori hanno identificato specifici polimorfismi genetici che possono essere associati a una disintossicazione chimica inadeguata, aumentando il rischio individuale di sviluppare MCS.
Spesso la MCS coesiste con condizioni psichiatriche, perdita di energia, difficoltà di concentrazione, sentimenti depressivi, disturbi della memoria e affaticamento, inducendo alcuni a credere che questa condizione sia psicogena. Tuttavia, l'aumentata attività NMDA è legata alla memoria e ai disturbi dell'apprendimento, con psicosi e, in definitiva, con lesioni cerebrali eccitotossiche.
Il primo passo per aiutare le persone con MCS è identificare correttamente la condizione, seguita dalla comprensione del ruolo delle citochine infiammatorie e della disregolazione del neurotrasmettitore. Identificare i polimorfismi genetici specifici per MCS può essere utile per confermare una diagnosi.
Per gestire la MCS si deve iniziare a ridurre il carico complessivo di tossine, che si trova in casa e nell'ambiente di lavoro, negli alimenti, nei detergenti e nei prodotti per la cura del corpo. Successivamente, è importante concentrarsi sulla down-regolazione del ciclo di ossido nitrico e perossinitrito".
Aggiornamento 14/11/2018
Le proteine del latte vaccino si confermano tra le peggiori per l'esofagite eosinofila, una delle principali cause di reflusso, assieme a soia, legumi, glutine
Aggiornamento 19/11/2018
Purtroppo in italia rigide regole non lo permettono, ma per i nati da parto cesareo sarebbe opportuno praticare il "vaginal seeding", il trasferimento del microbiota vaginale tramite l'uso di un batuffolo di cotone o simili, per favorire l'impianto nell'intestino dei microbi corretti (come in caso di parto naturale) e non quelli della pelle. Il parto cesareo aumenta il rischio di asma, allergie, eczema, obesità ecc
"Le prove disponibili fino ad oggi rimangono inadeguate a chiarire i ruoli dettagliati della dieta nella malattia infiammatoria intestinale. L'auto-monitoraggio per evitare i cibi non tollerati, accesso limitato all'alcool e al fumo, integrazione di minerali e vitamine se viene confermata una carenza e l'aderenza alla dieta arricchita di frutta e verdura e ridotta in cibo animale e fibre indigeribili durante le riacutizzazioni sono le raccomandazioni dietetiche più comuni"
Il principio da usare per individualizzare è "se fa male, non assumetelo".
Aggiornamento 21/11/2018
Un po' di miti in allergologia (le affermazioni riportate sono vere)
La positività di un antigene Ig-E non corrisponde necessariamente all'allergia (e viceversa). Lo svezzamento deve iniziare tra i 4 e i 6 mesi.
La sensibilità al glutine è dovuta spesso in realtà ai fruttani, Il celiaco asintomatico necessita comunque di dieta senza glutine.
In persone con autoimmunità si può notare che le Ig-G per molti alimenti come latticini, bianco d'uovo, glutine e riso sono più alte rispetto ai controlli. Questo non è provato essere un problema anche se l'autore suggerisce di evitare tali alimenti
Aggiornamento 2/12/2018
L'olio di enotera, grazie al contenuto di acido gamma linolenico, riduce la dermatite atopica, in una dose di 450mg per 4 mesi
L'esofagite eosinofila è una causa sottovalutata di reflusso gastroesofageo, ed è dovuta spesso alla sensibilizzazione per alimenti o allergeni dell'aria.
Questo studio identifica anche la candida come frequente causa di esofagite
Aggiornamento 4/12/2018
La sovracrescita di candida nell'intestino può associarsi a problemi intestinali ed extraintestinali.
Nonostante la dieta possa ovviamente influenzare questo lievito, esistono pochissimi studi in merito
In questo studio pilota su 120 persone una dieta specifica, abbinata all'antimicotico nistatina, ha ridotto la crescita della candida e le sue manifestazioni rispetto al solo farmaco.
La dieta era composta da frutta a basso contenuto zuccherino, cereali integrali, pesce, carne bianca, yogurt e alcuni integratori tra cui i probiotici , col suggerimento di evitare zuccheri, alimenti con farine raffinate e amidacei, legumi, carni lavorate, latte e alcolici
In caso di allergia, immediata (Ig-E) o ritardata (non Ig-E) alle proteine del latte nel bambino, anche la mamma che allatta deve escludere il latte, perché alcune proteine non digerite passano direttamente al latte materno. Si raccomanda integrazione con vitamina D e calcio, possibilmente seguiti da una persona esperta.
I sintomi/segni possono essere cutanei (eczema, prurito, eritema), respiratori (rinite) o gastrointestinali (reflusso, diarrea, rifiuto del cibo, disconfort intestinale, rossore perianale).
In caso di non presenza di allergie la varietà della dieta della mamma è importante per prevenirle.
Un nuovo modo di classificare le allergie è stato proposto, come base di partenza la presenza o meno di coinvolgimento del sistema immunitario, ma la mancanza di tolleranza/ipersensibilità è il terreno comune.
Aggiornamento 9/12/2018
Una scarsa varietà di batteri orali aumenta il rischio di asma nei bambini, Lactobacillus gasseri e L. crispatus appaiono protettivi
L. rhamnosus GG sembra ridurre la risposta TH-2, in generali i lattobacilli possono promuovere l'integrità degli epiteli polmonari e intestinali
Il latte d'asina appare molto meglio tollerato nei bambini nati prematuri rispetto a quello vaccino
Aggiornamento 19/12/2018
La fatica cronica è frequente nelle persone con malattie infiammatorie intestinali (IBD), e può essere dovuta a carenze di micronutrienti, spesso come risultato di una riduzione dell'assunzione o del malassorbimento a causa di infiammazione del lume intestinale o alterata anatomia post-chirurgica.
Le più comuni sono ferro, vitamina B12 e D, e correggere queste carenze può migliorare la condizione di fatica cronica.
Spesso risultano alterati anche metaboliti del triptofano, con conseguente alterazione dei neurotrasmettitori e dell'umore, e i microbi intestinali.
"Il microbiota intestinale nell'IBD è caratterizzato da ridotta diversità batterica; una riduzione dell'abbondanza di popolazioni batteriche benefiche, come Bacteroides fragilis, Faecalibacterium prausnitzii e Roseburia e un aumento di specie proinfiammatorie, come Escherichia coli e altre Enterobacteriaceae".
Studi recenti indicano che la modifica del microbioma con i probiotici può offrire un approccio promettente per ridurre i sintomi della fatica
Inoltre "diete ad alto contenuto di antiossidanti e micronutrienti potrebbero contrastare lo stato pro-infiammatorio e migliorare la fatica"
Aggiornamento 29/12/2018
Frutta e verdura sono alimenti che proteggono dalle IBD (morbo di Crohn e colite ulcerosa), mentre grassi animali, omega 6, grassi trans e zuccheri aumentano il rischio. Anche i cibi contenenti cistina (aminoacido solforato) possono creare problemi. Tra i nutrienti, lo zinco e gli omega 3 appaiono protettivi.
L'integrità della barriera intestinale e il microbiota hanno un ruolo fondamentale.
Tra le diete utilizzabili, dieta FODMAP, SCD (carboidrati specifici), paleodieta hanno diverso grado di evidenza e di efficacia, ma la personalizzazione appare il migliore approccio.
Le integrazioni di omega 3, curcumina e vitamina D possono dare sollievo ma hanno effetto soggettivo.
Emulsionanti come carbossimetilcellulosa e polisorbato 80, presenti anche in integratori per bambini, possono promuovere la colite, e in generale evitare alimenti industriali sembra la strategia migliore
Aggiornamento 4/1/2019
La transglutaminasi microbica (mTg) è un enzima di origine batterica utilizzato nei prodotti da forno (ma anche carni lavorate e latticini) per favorire la coagulazione delle proteine, quindi è usato per migliorare la consistenza del cibo, la gradevolezza e la durata. La sua presenza non deve essere indicata in etichetta.
Gli studiosi hanno scoperto che può indurre permeabilità intestinale, una condizione alla base di molte malattie moderne come diabete e malattie autoimmuni.
Inoltre può modificare i peptidi di gliadina (glutine) alterandone la struttura e formando una sorta di "rete", inducendo così una perdita di tolleranza per questa proteina
"Ci sono notizie allarmanti per il pubblico sul potenziale pericolo di usare o consumare questo enzima. Pubblicazioni recenti hanno dimostrato che mTg è immunogenica nei pazienti con celiachia e la sua patogenicità viene continuamente evidenziata. La base teorica perché mTg sia un nuovo fattore ambientale nell'induzione della celiachia esiste, tuttavia, la causalità dovrebbe essere ulteriormente esplorata".
Aggiornamento 20/1/2019
I 14 tipi di allergeni secondo la BDA
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https://www.facebook.com/clinicaldietetics/photos/a.1813279212319337/2184242818556306/?type=3&theater |
Aggiornamento 1/2/2019
Sono state scoperte le cellule responsabili del metabolismo lento 😆😆
Sono dei linfociti T che producono integrina β7 (IELs), e sono un punto di raccordo tra immunità e metabolismo energetico, agiscono bloccando l'ormone GLP-1. I topi che possiedono molte di queste cellule tendono ad accumulare più grasso e ad avere più problemi dismetabolici (iperglicemia, ipertensione ecc). Invece quelli con poche di queste cellule possono mangiare a volontà senza aumentare di peso.
Il ricercatore Swirski ha commentato "Ora abbiamo molte domande da indagare - come queste cellule limitano la disponibilità di GLP-1, se le persone con un metabolismo più elevato hanno meno IELs, come la funzione delle cellule può cambiare nel corso di un giorno o della vita e di conseguenza il metabolismo, e se il blocco di queste cellule può essere utile nel trattamento di obesità, diabete, ipertensione e aterosclerosi. "
La sensibilità al glutine ha diversi gradi di tolleranza in uno studio su una ventina di persone
Aggiornamento 2/2/2019
La supplementazione con omega 3 in gravidanza è associata debolmente con ridotto rischio di allergie alimentari
Una posizione ufficiale della Società europea di Allergologia (EAACI) chiarisce il legame tra microbi, tumori e allergie.
L'ipotesi della biodiversità è una pietra miliare nella comprensione dell'epidemie di malattie allergiche. Una scarsa varietà dei batteri, intestinali e non, aumenta il rischio di allergie.
I bambini ad alto rischio di asma, dermatite atopica e allergie hanno spesso nel loro intestino ridotta abbondanza di Bifidobacterium, Akkermansia, Faecalibacterium e Lactobacilli e maggiore abbondanza dei funghi Candida e Rhodotorula.
I batteri intestinali hanno una forte influenza sugli eosinofili, i globuli bianchi maggiormente coinvolti nelle allergie, nelle infezioni dei vermi e di C. difficile. L. fermentum e L. rhamnosus riducono le allergie agendo sugli eosinofili.
L. rhamnosus induce anche la tolleranza orale nelle allergie alimentari.
Le Tregs sono cellule modulatrici del sistema immunitario, e spesso nell'autoimmunità sono carenti. Bifidobacterium longum 35624, Clostridia e Bacterioides fragilis le aumentano.
Lo stile di vita occidentale, con un eccesso di igiene e cibi che non favoriscono la crescita dei batteri buoni, aumenta anche il rischio di tumori, come la leucemia e il tumore al colon, grazie al batterio Fusobacterium nucleatum.
La permeabilità dei tessuti gioca un ruolo fondamentale in queste malattie: in determinate condizioni, la normale barriera epiteliale dell'intestino può diventare permeabile, permettendo il passaggio di microbi e molecole microbiche nella circolazione sistemica (situazione nota come traslocazione microbica).
Potrebbe pertanto essere possibile ridurre il rischio riducendo la traslocazione microbica attraverso l'uso selettivo dei probiotici.
Aggiornamento 12/2/2019
La terapia di sensibilizzazione orale, ossia l'introduzione di piccole dosi di alimento allergizzante per abituare alla tolleranza orale, è efficace ma non prova di rischi.
Un'ipotesi per spiegare la crescente prevalenza di allergie alimentari e non sono le pratiche di vita moderne, tra cui l'abuso di antibiotici, i cambiamenti nella dieta e i tassi più alti di parto cesareo, l'alimentazione artificiale. Queste pratiche alterano le comunità batteriche intestinali; le alterazioni della prima infanzia possono essere particolarmente dannose.
Anaerostipes caccae è un clostridio che vive nell'intestino dei topi che non soffrono di allergie, e "appare utile per la regolazione delle risposte allergiche agli antigeni alimentari, suggerendo che gli interventi che modulano le comunità batteriche possono essere terapeuticamente rilevanti per l'allergia alimentare".
Secondo uno studio italiano l'allergia al nichel peggiora il quadro metabolico e l'asse somatotropo (GH/IGF) favorendo l'aumento di peso
Il sale da cucina (cloruro di sodio)
sembra avere inaspettate conseguenze nelle allergie.
Agisce aumentando l'aggressività delle cellule TH2, quelle tipiche della reazione allergica (atopia), attivando alcuni fattori di trascrizione.
La pelle delle persone con dermatite atopica ha maggiori quantità di sodio del normale, e questo aumenta la risposta allergica e favorisce la crescita di Staphylococcus aureus, batterio tipicamente collegato con la dermatite
Esistono legami tra funzione immunitaria e intestinale nell'autismo.
"Alterata funzione immunitaria e digestiva, alti livelli di peptidi alimentari circolanti (dovuti alla permeabilità intestinale), presenza di autoanticorpi che interagiscono con proteine alimentari, aumento dei livelli dei metaboliti putrefattivi con potenti azioni sull'intestino e sul comportamento e pattern microbici associati allo spettro autistico (ASD), come alta prevalenza di clostridi e alti rapporti tra Firmicutes e Bacteroidetes, suggeriscono che la disbiosi microbica legata alle proteine aggrava i sintomi sia gastrointestinali che comportamentali".
L'infiammazione dovuta alle allergie alimentari peggiora le condizioni di persone con sclerosi multipla intermittente remittente.
Il legame tra cibo e malattie autoimmuni è ben conosciuto da tempo anche se spesso si trascura questo aspetto.
La Malassezia, un fungo che spesso si ritrova in chi soffre di dermatite seborroica (forfora) e pelle grassa, sembra implicata nella patogenesi del morbo di Crohn
Aggiornamento 9/3/2019
Durante lo svezzamento, l'introduzione precoce dell'uovo riduce il rischio di allergia alle sue proteine
L'uso dei probiotici nelle allergie
Una revisione dei dati sull'efficacia delle diete nella fibromialgia (FM) ha trovato modesti risultati con diversi metodi (FODMAP, dieta vegetariana, ecc).
In generale "i sintomi della FM sembrano essere associati a diverse alterazioni metaboliche, in particolare per quanto riguarda i cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e la conseguente esistenza di proliferazione batterica dell'intestino tenue (SIBO), variazioni nell'asse ipotalamico e l'aumento di cortisolo, disfunzione mitocondriale, stress ossidativo e alterazioni nel sistema nervoso centrale, con attivazione della cellule gliali nel liquido cerebrospinale. In questa prospettiva, una combinazione di diversi approcci nutrizionali che potrebbero interferire in ogni alterazione metabolica potrebbero essere un modo per migliorare la sintomatologia della malattia", e in generale la qualità della vita (ansia, sonno, depressione, energie, stato infiammatorio).
Aggiornamento 21/3/2019
L'uso cronico dei cortisonici ha un costo nascosto, quello per gli effetti collaterali. Il cortisone, come il suo similare cortisolo, ormone dello stress, distrugge molte strutture corporee, dai muscoli alle ossa e rovina la salute.
L'uso di antibiotici nel primo anni di vita sembra aumentare (del 26%) il rischio di celiachia. Lo studio è osservazionale quindi non può stabilire un legame causa-effetto, ma esiste una forte plausibilità biologica visto i legami tra celiachia e alterazione del microbiota. L'invito è quindi ad un uso ragionato degli antibiotici e al reintegro della flora intestinale tramite probiotici
Aggiornamento 29/3/2019
Lactobacillus paracasei LP-33 migliora i sintomi nasali e/o oculari della rinite in persone con allergia ai pollini. I risultati sono confermati anche da una metanalisi.
Aggiornamento 11/4/2018
Dopo 2 anni dal trapianto fecale, 12 bambini autistici su 18 hanno avuto miglioramenti nel comportamento e nei sintomi gastrointestinali. Questi bambini hanno spesso ridotta diversità batterica.
Aggiornamento 22/4/2018
Tra le persone con schizofrenia, circa un terzo ha anticorpi IgG antigliadina (contro il glutine, ma diversi da quelli legati alla celiachia). In questo sottogruppo togliere il glutine sembra associato a miglioramento dei sintomi negativi (anedonia, insensibilità, alogia e apatia) ma non della depressione.
I pazienti nel gruppo gluten-free hanno riportato anche meno dolore addominale, diarrea, stitichezza, reflusso e indigestione.
L'uso di alimenti fermentati con azione probiotica in gravidanza riduce il rischio di dermatite atopica nella prole.
Aggiornamento 1/5/2018
In alcunicasi il reflusso o i disordini dell'esofago sono legati all'esofagite eosinofila, che risponde al trattamento dietetico. In questo caso una paziente allergica al nichel ha eliminato e reintrodotto lentamente il metallo e ha potuto risolvere i problemi gastroesofagei.
Le linee guida per la prevenzione delle allergie supportano l'uso di probiotici in gravidanza, allattamento e infanzia in caso di alto rischio di sviluppare allergia
Aggiornamento 3/5/2018
Staphylococcus aureus è un batterio che vive normalmente nella pelle ed è anche un responsabile di alcune malattie infiammatorie. Rilascia delle tossine che compromettono l'integrità della pelle e sono associate con la dermatite atopica. Le riacutizzazioni della malattia sembrano associate a sovracrescita di questo batterio, che possono essere contrastate con batteri "amici" che lo limitano.
Aggiornamento 5/5/2018
La CFS, sindrome da fatica cronica, sembra associata con alcune infezioni come EBV (mononucleosi), virus erpetici ed enterici, metalli pesanti come nichel, cadmio e mercurio, alterazione del microbiota.
Questo porta ad alterazioni del sistema immunitario e stress ossidativo.
Dal punto di vista alimentare è possibile migliorare le condizioni lavorando sulla funzionalità mitocondriale e antiossidante, bilanciando l'azione del sistema immunitario.
Le carenze spesso riscontrate sono vitamina C, complesso vitaminico B, sodio, magnesio, zinco, folati, carnitina, triptofano, acidi grassi essenziali e coenzima Q10.
Antiossidanti, multivitaminici, probiotici, NAD+ possono aiutare a migliorare la condizione.
Aggiornamento 15/5/2019
E171, il biossido di titanio, al posto che alterare il microbiota, stimola la formazione di biofilm e lo stato infiammatorio, che potrebbero essere implicati nella formazione di tumori intestinali e MICI, ma anche diabete di tipo 1, asma e allergie
Aggiornamento 16/5/2018
I fattori che nei primi mesi di vita influenzano il rischio di asma e allergie
Protettivi: diversità batterica e le specie nel rettangolo verde, tra cui lattobacilli e bifidobatteri, parto naturale e in casa, frequenza dell'asilo nido, presenza di fratelli e animali in casa, contatto con animali da fattoria.
In gravidanza, dieta con alto contenuto di fibre e contatto con animali.
I fattori predisponenti invece sono antibiotici, parto cesareo e prematurità, ridotta diversità batterica ed eccesso di C. difficile e Veillonella.
L'EAACI, la società europea di allergologia, ha rilasciato una posizione sulla funzione dei grassi in relazione ad allergie, dermatite atopica e asma.
I polimorfismi nei geni (le diverse forme genetiche che ognuno di noi porta) associati alla sintesi, catabolismo e utilizzo dei grassi influenzano i loro fabbisogni e funzioni.
Gli omega 3 sono solitamente benefici, mentre gli omega 6 sono metabolizzati a composti proinfiammatori, ma comunque necessari.
È probabile che un approccio nutrizionale personalizzato, compresa la supplementazione di acidi grassi, sia necessario per osservare i benefici ottimali che possono venire dagli acidi grassi nella prevenzione e nel trattamento delle allergie e dell'asma.
La supplementazione con omega 3 o il consumo di alimenti ricchi di questi grassi (ad esempio, pesce grasso, alcune microalghe e carne di ruminanti allevati con un adeguato esercizio fisico e una dieta a base di erbe) sono probabilmente utili.
Si ribadisce la nocività dei grassi trans, a parte il CLA presente nei prodotti caseari.
Anche il microbiota interagisce, in particolare con la produzione di grassi a catena corta (SCFA).
Aggiornamento 25/5/2019
La permeabilità intestinale è una condizione non ancora riconosciuta pienamente come patologica dalla comunità scientifica. Ne parla un articolo di Medscape, di cui pubblico stralci tradotti.
Se andiamo a guardare in rete, molti problemi di salute (autoimmunità, eczema, malattie psichiatriche ecc) vengono ricondotti a una condizione di intestino permeabile.
Il problema è che la "leaky gut syndrome" non è riconosciuta dalla comunità medica e non è elencata tra le migliaia di diagnosi nella 10^ revisione della Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi di salute correlati (ICD-10).
Tuttavia, ci sono prove sufficienti per rendere possibile il legame. Sebbene i ricercatori abbiano iniziato a delineare il ruolo potenziale dell'aumento della permeabilità intestinale in diversi disturbi, in particolare le condizioni gastrointestinali, le loro scoperte sono più sfumate di qualsiasi altra cosa che troverete su Internet riguardo alla "leaky gut syndrome".
Una certa permeabilità è fisiologica, e consentita dal normale funzionamento delle giunzioni cellulari. Tuttavia, certe circostanze possono causare un maggiore deflusso attraverso le giunzioni, che a volte viene definito "permeabilità" anche nella letteratura accademica. Hecht e altri esperti ritengono che questo termine possa essere fuorviante, implicando che qualcosa non funzioni nel corpo; di solito, l'aumento della permeabilità è una risposta naturale che non causa effetti avversi. In effetti, il nostro sistema immunitario è preposto a gestire la permeabilità intestinale al di fuori del range di ciò che è ritenuto normale, secondo Jerrold Turner, MD, PhD, professore di patologia e medicina presso la Harvard Medical School di Cambridge, nel Massachusetts. Però può diventare problematico quando l'aumentata permeabilità intestinale è accompagnata da altre condizioni patologiche.
"La malattia provoca un circolo vizioso", ha detto Turner. "In qualcuno che ha già un difetto di regolazione immunitaria della mucosa che causa una malattia immunitaria, l'aumento della permeabilità intestinale potrebbe essere sufficiente accendere di nuovo il fuoco". Le patologie che sembrano più legate sono quelle intestinali. Al di fuori dei disturbi gastrointestinali, condizioni sistemiche come GVHD (malattia dei trapiantati) e il diabete di tipo 1 sono state collegate a difetti della barriera intestinale. Infezioni da batteri come Escherichia coli e Clostridium difficile, uso di alcol e chemioterapia sono anche noti interferenti della funzione di barriera intestinale.
Le cose diventano un po' più difficili quando si tratta di condizioni come l'autismo, l'eczema e la depressione, tra gli altri, secondo Turner. "Ci sono molti dati che in merito, ma il problema è che è difficile individuare le cause e gli effetti".
Ecco perché ci sono poche indicazioni su come applicare questi dati clinicamente. Per ora, Turner consiglia semplicemente il trattamento di pazienti con IBD, IBS e celiachia secondo le migliori pratiche correnti.
"Se i pazienti hanno qualche altra malattia di base che è associata a un difetto della barriera, è meglio trattare quella malattia", ha detto Turner. "E se il difetto della barriera è causato da una malattia, la barriera verrà ripristinata con una terapia efficace.".
I ricercatori cercano quindi di capire di più sulla barriera della mucosa intestinale, sperando di poter affrontare meglio i disturbi gastrointestinali e altre condizioni problematiche che i pazienti devono affrontare oggi.
Aggiornamento 26/5/2019
Segnalo un buon articolo sulla tolleranza orale scritto da una collega, in cui si spiega come deficit ormonali e nutrizionali possano indurre le sensibilità ma se corretti si possa comunque recuperare.
Per migliorare i sintomi delle allergie stagionali, come la rinocongiuntivite, ci si può aiutare con l'estratto di ortica, il guduchi (Tinospora cordifolia) e i probiotici come L. gasseri KS-13, B. bifidum G9-1, and B. longum MM-2
Aggiornamento 30/5/2019
L'aterosclerosi può avere un'origine da diversi tipi di infiammazione, coinvolgente le cellule T, tra cui quella favorita dai cibi infiammatori come cereali, uova, latticini, soia ecc. e legati alle Ig-G
La nutrizione funzionale è una disciplina che ha degli standard aggiornati e molto elevati, tra i pilastri troviamo la detossificazione, allergie, intolleranze, vie metaboliche, e in generale uno stile di vita che possa migliorare le condizioni di salute.
Aggiornamento 4/6/2019
È nota da tempo la relazione tra tolleranza al cibo, allergie e microbiota intestinale. Anche il microbiota cutaneo però può avere un peso. S. aureus è un batterio che quando presente nella pelle in eccesso favorisce l'eczema (dermatite atopica). Ma questa sovracrescita sembra legata anche all'allergia alle arachidi e alla ritardata risoluzione dell'allergia all'uovo.
La "sindrome delle gambe senza riposo" (e il sonno disturbato) potrebbe essere legata a presenza di SIBO (sovracrescita batterica intestinale) e alla conseguente carenza di ferro.
Aggiornamento 11/6/2019
Il
Ruminococcus gnavus e il ramnosio da esso prodotto
possono essere una causa di Crohn
Aggiornamento 12/6/2019
Un
articolo sul legame tra microbiota e allergie alimentari.
Aggiornamento 17/6/2019
Sappiamo da tempo (va be', chi studia) che c'è uno stretto legame tra autoimmunità e microbiota, perché i batteri e i loro metaboliti hanno forte influenza sul sistema immunitario.
Tra i meccanismi, la disbiosi (alterazione qualitativa della flora) che riduce i T-reg e aumenta i Th-17, portando ad uno squilibrio tra i globuli bianchi e perdita della tolleranza immunologica; la formazione di antigeni, dovuta agli enzimi proteolitici dei batteri, che "tagliano" le proteine dell'ospite formando proteine riconosciute come "estranee" dal sistema immunitario; mimetismo molecolare, somiglianza di alcune proteine batteriche con quelle delle nostre strutture, che creano lo stimolo immunitario che spinge i nostri globuli bianchi ad attaccare le proteine del proprio corpo; traslocazione batterica, ossia componenti/metaboliti microbici traslocano (tramite permeabilità intestinale) nel sistema circolatorio e vengono trasportati a organi e tessuti specifici, provocando lesioni immunopatologiche.
I probiotici possono aiutare ma spesso l'intervento da effettuare è più complesso a causa delle interazioni a livello epigenetico (espressione di geni) col sistema immunitario.
Aggiornamento 24/6/2019
Anche se non sappiamo esattamente se si tratti di una causa o di un effetto, l'intestino delle persone con fibromialgia presenta alterazioni nel microbiota, soprattutto è carente di alcune specie come Faecalibacterium prausnitzii, dal noto effetto antinfiammatorio
Alcuni Clostridi e Bacteroidi proteggono dalle allergie e possono essere anche terapeutici
Aggiornamento 29/6/2019
Secondo un'analisi dello studio DAISY ogni grammo giornaliero di glutine prima dell'anno di età aumenta il rischio di celiachia del 5%. I bambini con la più alta introduzione di glutine hanno un rischio doppio rispetto a quelli con la quantità più bassa. Lo studio non dimostra causalità e non ha altri studi simili, quindi non può essere usato attualmente per cambiare le indicazioni pediatriche
Aggiornamento 30/6/2019
Le persone con allergie hanno spesso disbiosi intestinale.
Il trattamento con alcuni batteri della classe Clostridia (Bacteroides fragilis, Bacteroides ovatus, Bacteroides vulgatus, Prevotella melaninogenica e Parabacteroides distasonis) previene le allergie alimentari nei topi geneticamente predisposti
L'articolo di Selfhacked che spiega la differenza tra allergie e sensibilità, chiamate volgarmente intolleranze.
Tra le proteine del grano che possono creare problemi, oltre al citatissimo glutine, vi sono gli inibitori della amiliasi-tripsina (ATI). Il nostro corpo non si è evoluto per degradare queste proteine, ma l'hanno fatto i nostri batteri. Quando l'uomo è passato da un'alimentazione da cacciatore-raccoglitore a quella da agricoltore, si è arricchito di bifidobatteri e lattobacilli. E proprio questi ultimi degradano le ATI. Se non digerite bene può essere un problema di disbiosi, molto comune a causa della scarsa introduzione di fibra e dell'uso di farmaci spesso troppo disinvolto.
Alcuni medici pensano che la CFS non esista perché non riscontrano cambiamenti negli esami che conoscono. Ma la malattia è evidenziabile dalla neuroinfiammazione e dal cambiamento nel metabolismo energetico, che non riesce a trarre energia dai substrati come carboidrati, proteine e grassi.
In altre parole, l'organismo umano manca di "energia" perché le sue cellule hanno un problema a generare (e possibilmente usare) energia. Inoltre, molti studi hanno riportato marcatori sia dello stress ossidativo che dello stress nitrosativo (ad es. Livelli aumentati di un enzima che produce ossido nitrico).
La neuroinfiammazione potrebbe avere diversi "attivatori" in individui diversi. In alcuni casi, potrebbe essere indotto da infezioni cerebrali (come l'infezione da herpesvirus cronica), autoanticorpi, neurotossine o stress cronico. In altri casi, l'infiammazione al di fuori del cervello può attivare il sistema immunitario innato all'interno del cervello, sia attraverso i segnali umorali che infrangono la barriera ematoencefalica che diventa permeabile sia attraverso segnali retrogradi inviati sul nervo vago. Sono state portate recentemente diverse prove che l'infiammazione intestinale può essere un fattore scatenante periferico della neuroinfiammazione: il microbiota intestinale dei pazienti con CFS spesso include un numero elevato di specie proinfiammatorie e un basso numero di specie antiinfiammatorie.
Lo stato relativamente ipometabolico osservato nei pazienti con CFS potrebbe anche riflettere un'antica risposta biologica correlata a danni o lesioni.
Anche il sistema immunitario può contribuire all'obesità. Nei topi
bloccare alcune proteine immunitarie e aumentare le cellule Tregs impedisce agli animali di ingrassare anche sotto dieta ad alta quantità di grassi.
Aggiornamento 7/7/2019
Il post di un bravo amico medico, Alberto Cerasari.
LA FIBROMIALGIA IN UN GUSCIO DI NOCE 🥥
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Condizione cronica caratterizzata da dolorabilità muscolo-scheletrica diffusa per almeno 3 mesi, fatica e disturbi del sonno. Altri sintomi comuni includono depressione, cefalea, colon irritabile, disturbi del ciclo mestruale, ansia, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità a vari stimoli (odori, rumori, luce e tatto), sintomi “allergici”.
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CAUSE: sconosciute, diverse componenti che agiscono su una predisposizione genetica:
- Alterazione della soglia del dolore per cause centrali (Central Sensitivity Syndrome) e periferiche
- Maladattamento a stimoli cronici di tipo stressante, psicologici, fisici, immunitari con riduzione della risposta simpatica e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni
- Ipotiroidismo funzionale (NON visibile con il solo dosaggio del TSH)
- Disfunzione mitocondriale
- Risposta infiammatoria sistemica con alti livelli di IL-8, IL-10, TNF-a
- Comorbidità nelle altre malattie reumatiche (diagnosi differenziale) e nella Sindrome da Fatica Cronica (CFS).
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TRATTAMENTO CONVENZIONALE: farmaci (miorilassanti, antidepressivi, analgesici, etc.) e terapia di supporto, spesso non sufficienti specialmente in termini di qualità di vita.
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NUTRIZIONE: dieta antinfiammatoria, ricca di antiossidanti ed omega-3, evitando cibi processati, cereali raffinati, farine, zuccheri in eccesso, grassi idrogenati, potenziali triggers (glutammato monosodico, aspartame).
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INTEGRAZIONE: omega-3, magnesio, CoQ10, complesso B, SAMe, vitamina D, ribosio, L-acetil-Carnitina. C’è chi utilizza infusioni endovena di vitamine ed antiossidanti con beneficio clinico.
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ESERCIZIO FISICO: adattato e progressivo, pratiche orientali e meditative, esercizi aerobici, di forza e di flessibilità a carico ed intensità tollerati e crescenti
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PSICOTERAPIA, terapia cognitivo-comportamentale, TERAPIA FISICA MANUALE (Osteopatia) , gestione dello stress, qualità del sonno.
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CORREGGERE ipotiroidismo, bassi livelli di cortisolo
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AVERE PAZIENZA, considerare quindi realmente il termine "PAZIENTE".
Aggiornamento 14/7/2019
I probiotici possono aiutare a risolvere più velocemente l'allergia alle proteine del latte
Aggiornamento 19/7/2019
La serotonina è il neurotrasmettitore/ormone che regola umore, sonno, percezione del dolore, dipendenza, ecc.
Per sintetizzare serotonina (e il suo derivato melatonina), abbiamo necessità di vitamine (B6, B9, C), minerali (ferro, calcio, zinco, magnesio) e ovviamente dell'aminoacido essenziale triptofano.
Quest'ultimo può essere degradato da una flora sbilanciata a chinurenina, composto che aumenta il rischio di disturbi psichiatrici e neurodegenerativi.
Se la vostra alimentazione è priva di questi nutrienti e nutre solo i batteri cattivi come potete lamentarvi se siete svogliati, depressi, insonni, fibromialgici, drogati di dolci ecc?
Aggiornamento 24/7/2019
I batteri regolano il rapporto tra Treg e Th17 e di conseguenza l'infiammazione.
Aggiornamento 27/7/2019
Una flora intestinale sbilanciata produce 12,13-diHOME. Questo composto riduce il numero di T-reg, i globuli bianchi che inducono la tolleranza verso alimenti e antigeni. Più aumenta 12,13-diHOME, più aumenta il rischio di allergie. Ecco perché allattamento, alimentazione e probiotici sono una risorsa nel prevenire e gestire le allergie e l'asma.
Ieri a SuperquarkRai è stato detto che le arachidi non vanno introdotte prima dell'anno di età. Questo non corrisponde alle ultime conoscenze e linee guida, secondo cui vanno introdotte precocemente (4-6 mesi,contestualmente al normale svezzamento), soprattutto in bambini ad alto rischio (che presentano eczema per esempio). Sappiamo oggi che ritardare l'introduzione aumenta il rischio di allergia
Chi assume antiacidi ha necessità mediamente del doppio dei farmaci per le allergie. Questo dipende probabilmente dalla mancanza di acidità gastrica che riduce la digestione delle proteine e le rende più allergeniche. Insomma viene favorito lo sviluppo di allergie.
Aggiornamento 7/8/2019
Esiste una relazione lineare tra antibiotici prescritti nell'infanzia e sviluppo di asma. Ogni ciclo di antibiotici aumenta il rischio del 20% e la severità dell'asma.
"i nostri risultati sono in linea con l'ipotesi del microbiota, che suggerisce che la disbiosi causata dagli antibiotici può alterare la maturazione del sistema immunitario e aumentare il rischio di sviluppare malattie allergiche ... "
"... Alla luce delle crescenti prove a sostegno dell'effetto dannoso dell'uso di antibiotici sull'asma infantile, i pazienti e gli operatori sanitari dovrebbero valutare criticamente i rischi e i benefici dell'uso di antibiotici nei neonati prima della somministrazione e considerare possibili strategie di trattamento alternative quando disponibili, e la ricerca dovrebbe concentrarsi su come gli effetti collaterali degli antibiotici possano essere prevenuti quando è necessario il loro uso".
I cibi che contengono o favoriscono il rilascio di istamina: nel complesso la curcuma può comunque avere un effetto positivo
Il microbiota modula la reazione allergica e i probiotici possono aiutare.
Nei bambini con predisposizione genetica alla celiachia (i noti HLA-DQ2/-DQ7) la quantità di glutine introdotta nei primi anni di vita è correlata col rischio di celiachia.
1g di glutine (circa 20g di pane) in più al giorno aumenta il rischio del 6-7% a 5 anni
La rivista Nutrients pubblica le relazioni tra IgG e cibo sostenute dal dott. Speciani e colleghi
Aggiornamento 31/8/2019
Sebbene l'uso sia solo promettente al momento, esistono le basi per utilizzare i prebiotici per bilanciare la flora in modo da migliorare sintomi allergici cutanei, alimentari e respiratori. La miglior "finestra d'opportunità" per la prevenzione appare essere la gravidanza, mentre la somministrazione nei neonati ha dato risultati limitati.
Aggiornamento 6/9/2019
"Vari studi epidemiologici hanno fortemente supportato gli effetti soppressivi dell'integrazione di omega-3 nelle allergie. Inoltre, l'avanzata della lipidomica ha rilevato che le molecole lipidiche svolgono un ruolo importante nell'allergia. Gli omega 3 dietetici alterano il profilo dei mediatori lipidici riducendo la produzione di quelli infiammatori nel tessuto congiuntivale e alleviando i sintomi allergici della congiuntivite in un modello murino. Gli Omega-3 riducono PGD2, PGE2, PGF2α, PGI2, TXA2 e LTB4. Gli omega-3 dietetici possono essere un approccio sicuro e pratico per l'allergia oculare".
L'acido folico è una molecola che non tutti metabolizzano efficientemente, a causa di varianti genetiche del gene MTHFR, per cui il sangue si arricchisce di UMFA (acido folico non metabolizzato).
Questo è uno dei motivi per cui è sempre meglio utilizzare forme già attive di folati.
La reattività IGG
come causa di intestino irritabile e problemi neurologici, come depressione
Aggiornamento 14/9/2019
L'intolleranza alimentare è considerata una condizione non specifica che non può essere completamente spiegata da uno o più processi immunologici. Negli ultimi decenni, l'intolleranza alimentare è stata segnalata per essere più diffusa dell'allergia alimentare. Rapporti precedenti hanno dimostrato una prevalenza fino al 20% nella popolazione generale. La condizione può causare sintomi che sono relativamente simili a quelli dell'allergia alimentare. Il personale sanitario, i pazienti e gli operatori sanitari spesso confondono l'intolleranza con l'allergia alimentare. Pertanto, è fondamentale essere consapevoli delle condizioni sovrapposte al fine di diagnosticare e gestire correttamente questi pazienti.
Le presentazioni cliniche dell'intolleranza alimentare si sovrappongono a quelle di molte altre condizioni comuni, ad es. emicrania, mal di testa, condizioni psichiatriche e comportamentali (che presentano affaticamento, instabilità dell'umore, alterazioni del comportamento, eruzione cutanea o rossore, sintomi del tratto respiratorio (che presentano rinite, tosse o respiro sibilante), sindrome dell'intestino irritabile (IBS) o disturbi gastrointestinali funzionali al dolore addominale (FGID). Questi sintomi non specifici possono verificarsi ore dopo l'ingestione e possono durare per giorni. Un alto indice di sospetto è cruciale per la diagnosi. Attualmente, nessun singolo test semplice ha dimostrato di confermare questa condizione non immunologica.
Inoltre, nella pratica clinica di routine, il gold standard è l'oral food challenge in doppio cieco controllata con placebo (DBPCFC), che viene eseguita raramente nei bambini con intolleranze alimentari. Alcuni bambini più grandi e adolescenti con condizioni mediche precedentemente note come IBS o disturbi psichiatrici possono anche avere sintomi esagerati in combinazione con intolleranza alimentare che rende la diagnosi ancora più difficile. Le persone con IBS a volte pensano di avere un'intolleranza ai prodotti lattiero-caseari anche se non c'è.
Aggiornamento 15/9/2019
Uno studio che potrebbe rivelarsi rivoluzionario. Alcuni ricercatori hanno utilizzato un microscopio laser confocale per individuare lesioni provocate a livello intestinale dai cibi in persone con intestino irritabile. In particolare si avevano permeabilità intestinale e attivazione degli eosinofili subito dopo l'introduzione, ma i sintomi arrivavano in maniera ritardata. I cibi risultati "offendenti" sono stati poi eliminati per diverse settimane, con grandissimo miglioramento della sintomatologia.
Inoltre le Ig-E, le classiche immunoglobuline delle allergie, non sono coinvolte. Si tratta quindi di ipersensibilità alimentari/allergie non-Ig-E mediate.
Delle 108 persone con IBS che hanno completato lo studio, oltre la metà aveva questo tipo di reazione, in particolare al grano (gli altri allergeni testati erano soia e lieviti).
Aggiornamento 21/9/2019
In un gruppo di bambini cinesi quelli con asma e rinite avevano meno bifidobatteri ma uguali lattobacilli, suggerendo che la carenza dei primi può portare allo sbilanciamento immunitario responsabile delle allergie.
L'alterazione del microbiota aumenta il rischio di allergie alimentari. Parto cesareo, antibiotici e eccesso di igiene sono fattori importanti. Vari bifidi e lattobacilli possono essere utili nella gestione delle allergie alimentari. I migliori sono forse B. infantis e L. rhamnosus GG.
Aggiornamento 7/10/2019
Secondo un parere EFSA ritardare l'introduzione dei cibi allergenici non riduce il rischio di allergie.
Aggiornamento 16/10/2019
Specifici microbi e pattern nutrizionali sono associati a un ridotto rischio di sviluppare allergie e asma
Aggiornamento 24/10/2019
I mastociti (o mastcellule) sono noti per svolgere un ruolo cruciale nella manifestazione di malattie allergiche e non allergiche. Rilasciano l'istamina, il mediatore dell'allergia. Una dieta ricca in fibre (il contrario della tipica dieta occidentale) porta alla fermentazione da parte dei batteri e alla produzione di butirrato, grasso a catena corta che blocca il rilascio di istamina e inibisce in diverse vie i mastociti. Questo può portare ad un miglioramento di tutte le malattie legate all'istamina, come allergie alimentari, dermatite atopica, IBD, asma.
Evitare il latte in formula nei primi 3 giorni di vita del bambino riduce il rischio di allergia al latte negli anni successivi. "Questa prevenzione è facilmente e immediatamente applicabile alla pratica clinica in tutto il mondo senza problemi di costi e tempi della terapia".
Esiste una relazione lineare tra uso di antibiotici nel primo anno di vita e rischio di celiachia. Il legame è probabilmente l'alterazione del microbiota.
Aggiornamento 29/10/2019
I consigli per la reintroduzione degli alimenti dopo diete di eliminazione.
Aggiornamento 14/11/2019
Le condizioni di allergia e sensibilità ai lieviti, che esistono nonostante alcuni neghino. Ad esempio l'esclusione dei lieviti ha portato a remissione della idrosadenite suppurativa in 12 persone.
Aggiornamento 28/11/2019
La dieta chetogenica è probabilmente l'approccio alimentare più efficace nell'emicrania. In persone con sensibilità alimentari le diete di eliminazione possono funzionare, ma anche la semplice riduzione del sale può essere efficace. Uno dei meccanismi possibili è la riduzione dell'infiammazione grazie al bilanciamento tra omega 6 e omega 3
Aggiornamento 30/11/2019
Senza il tono simpatico, l'attivazione basale di una parte del sistema nervoso autonomo, non c'è rilascio di grassi dagli adipociti (lipolisi), e non c'è grasso beige. Chi è un po' più sfortunato ha un basso tono simpatico basso e di conseguenza il metabolismo lento, perché fatica a far uscire il grasso stipato e non lo ossida come calore, ossia una minore spesa energetica.
Esiste un'interazione tra sistema energetico e immunitario, per cui infiammazione e cellule immunitarie influenzano la spesa energetica.
Alcuni macrofagi, depositati nel grasso, sono in grado di ridurre il tono simpatico, per esempio degradando la noradrenalina (neurotrasmettitore del sistema simpatico).
Insulina, glucosio e acido palmitico sono capaci di "attivare" i macrofagi di questo tipo.
Aggiornamento 12/12/2019
La collega americana parla dello studio su paleodieta e gravidanza, che ha dato buoni risultati, mettendo in guardia però sul fatto che le diete restrittive, escludendo certi tipi di alimenti, possono favorire l'insorgere di allergie e intolleranze, dato che già nel grembo materno il feto riceve anticorpi verso gli alimenti che la madre assume, favorendo i meccanismi che mantengono la tolleranza immunologica.
Il microbiota contribuisce alla nostra salute anche con la produzione di vitamine. Quando si ha carenza di vitamine, anche il metabolismo energetico e l'immunità ne risentono: viene privilegiata la via glicolitica, che sfavorisce l'ossidazione dei grassi, e stimola le cellule immunitarie infiammatorie (Th1, Th2, Th17, macrofagi M1). Invece le vitamine favoriscono la "polarizzazione" verso cellule immunitarie protettive: i folati sostengono i Treg, La B3 i macrofagi M2 e le cellule dendritiche.
Le persone con CFS hanno alterazione nella produzione di energia attraverso la glicolisi nelle cellule immunitarie.
Aggiornamento 27/12/2019
L'istamina è alla base dei problemi di allergia (e di altri problemi come fatica cronica, appetito ecc). Alcuni probiotici come L. paracasei e L rhamnosus GG riescono a degradare l'istamina, riducendo la sua concentrazione
La dieta dovrebbe essere inserita tra le opzioni terapeutiche delle IBD, malattie infiammatorie croniche intestinali come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa. Tra le diete emergenti, la dieta dei carboidrati specifici, il protocollo autoimmune, la dieta semivegetariana, la dieta di esclusione per il Crohn, ma tutte hanno ancora evidenze insufficienti derivanti da studi piccoli e non controllati. Anche diete senza lattosio e basate sugli allergeni (con IGG4) possono dare discreti risultati, ma la più indicata rimane quella FODMAP. Vitamina D, zinco e omega 3 hanno mostrato interessanti effetti tra i singoli nutrienti.
In generale si sta puntando sulla qualità nutrizionale e sull'esclusione degli alimenti industriali e di additivi, responsabili di permeabilità intestinale e modulazione del microbiota che possono essere alla base della malattia.
Aggiornamento 2/1/2020
Nella revisione sull'effetto delle diete nei disturbi dello spettro autistico (ASD), gli autori concludono che, essendo molto frequenti i problemi intestinali, le diete risultano molto interessanti. Tuttavia non è stato individuato un trattamento con risultati univoci e adatto a tutti, e "mancano dati scientifici conclusivi sull'effetto delle diete terapeutiche sull'autismo e, in quanto tale, non è possibile formulare raccomandazioni definitive per una terapia nutrizionale specifica come trattamento standard per l'ASD". Quelle con maggiore efficacia appaiono la dieta senza glutine e caseine (GFCF) e la supplementazione di alcune vitamine e probiotici. La dieta chetogenica e dei carboidrati specifici hanno potenziali da indagare ulteriormente.
La dieta GFCF appare efficace in circa la metà delle persone. A cosa è dovuto questo? Glutine e caseine vengono maldigerite in alcuni soggetti, forse a causa di disbiosi, e la β-caseina A1 presente nei latticini porta alla formazione di β-casomorfina-7 (BCM7), sostanza in grado di entrare nel sangue in caso di permeabilità intestinale e creare problemi di riduzione del glutatione (e quindi stress ossidativo) .
Anche la sovracrescita di candida e delle sue ife sembra implicata, anche a causa della riduzione di lattobacilli
Aggiornamento 8/1/2020
"Le proteine glicate (AGEs), che si trovano in molti alimenti, in particolare dopo un riscaldamento molto elevato, come la cottura a
microonde, la frittura e il barbecue, possono promuovere le risposte allergiche". Anche "l'esposizione a determinati
farmaci durante l'infanzia, in particolare gli antagonisti del recettore H2 e gli
antiacidi, aumenta il rischio di anafilassi alimentare ed
esofagite eosinofila (EoE)".
Introdurre cibi troppo tardi (
arachidi dopo un anno) aumenta il rischio di allergia. Carenza di
vitamina D o un suo eccesso aumentano il rischio.
La dieta corretta riduce il rischio probabilmente modulando il
microbiota.
Gli anticorpi
IGG4 sono protettivi per le
allergie classiche ma aumentano il rischio in EoE.
Aggiornamento 21/1/2020
Chissà quando smetteremo di leggere cattive notizie sugli inibitori di pompa (antiacidi, PPI). Se la natura ci ha predisposto con l'acidità gastrica un motivo ci sarà, per esempio è necessaria, tra le tante cose, per l'assorbimento del magnesio (e del ferro, e della vitamina B12). Le persone con malattie croniche, come la cachessia (scarsa muscolatura) o altre patologie a base infiammatoria hanno spesso carenza di magnesio, che riduce la funzione muscolare, e l'uso di PPI peggiora la situazione. Come detto pochi giorni fa il magnesio è necessario per attivare la vitamina D, e la carenza di questa vitamina crea ulteriore perdita di muscolo. Inoltre vengono selezionati dei batteri infiammatori e che favoriscono l'accumulo di grasso. Il tutto viene esacerbato in caso di sovrappeso e obesità sarcopenica. Vale proprio la pena di trovare un percorso alimentare che permetta la riduzione o l'abbandono di questi farmaci.
La presenza di antigeni degli acari nel latte materno, a causa di permeabilità intestinale e mancata proteolisi, può essere una causa di allergia alimentare nel bambino
Aggiornamento 25/1/2020
Sta facendo molto rumore la notizia secondo cui sono stati trovati residui di farmaci (antibiotici, cortisonici ecc) nel latte italiano. Un po' di chiarezza dallo studio originale.
I residui sono stati trovati nel 49% dei latti analizzati, mentre le micotossine erano assenti (m individuate in altri studi). I farmaci appaiono in quantità al di sotto del quantitativo stabilito per legge (MRL), tranne in un campione per un farmaco. I ricercatori chiariscono però che non si sa nulla su un eventuale effetto additivo/sinergico e che categorie a rischio, come i bambini, che non hanno sviluppato ancora il sistema di detossificazione, possono risentirne, consigliando "un monitoraggio costante nelle aziende lattiero-casearie per garantire la sicurezza alimentare per i consumatori". E sicuramente ne deriva che il latte italiano non è per forza meglio di quello straniero in quanto a farmaci somministrati o qualità dei mangimi, nonostante in molte pubblicità si veda qualche mucca al pascolo non è certo quello il metodo di produzione.
Aggiornamento 28/1/2020
Nei bambini con autismo si osservano alterazioni nel profilo delle cellule mmunitarie e delle citochine (molecole che interagiscono con il sistema immunitario), simili a quelle delle persone con malattie autoimmuni, con aumento dei Th-17 e riduzione dei Treg (che danno tolleranza immunologica), e più aumenta il rapporto tra queste cellule più la malattia è severa.
Una maggiore qualità della dieta, uso di probiotici, introito di omega 3 e fibre migliorano la qualità del microbiota materno e così di quello del figlio allattato. Una maggiore diversità di batteri a un mese di vita riduce il rischio di allergie negli anni seguenti, così come i probiotici in gravidanza tramite la produzione di anticorpi Ig-A.
Le bevande vegetali, in particolare all'avena, possono essere contaminate con micotossine.
Le persone con CFS (sindrome da fatica cronica) hanno alterato metabolismo energetico delle cellule immunitarie. Questo si ipotizza dovuto a un agente infettivo ancora sconosciuto
La CFS (sindrome da fatica cronica) può essere legata a disturbi nella bioenergetica delle cellule immunitarie, che non riuscendo a produrre energia, non riescono a combattere efficacemente infezioni pregresse che si riattivano
Aggiornamento 8/3/2020
Aggiornamento 14/3/2020
Tra le diete di esclusione che funzionano nella sindrome dell'intestino irritabile, FODMAP e glutenfree. È difficile valutarne l'efficacia in studi sulla popolazione anche perché bisognerebbe trovare alimenti inerti da usare nella popolazione di controllo.
Le diete funzionano attraverso vari meccanismi, come un effetto diretto del cibo, il cambiamento del microbiota intestinale e l'attivazione immunitaria.
Solitamente le persone con IBS hanno carenza di bifidobatteri e eccesso di Enterobatteriacee e Bacteroides. La dieta FODMAP può anche indurre carenza di bifidi, che può essere corretta sinergicamente con i probiotici
I classici test allergici sulle Ig-E non sono in grado di mettere in evidenza l'infiammazione e la risposta immunologica al cibo nell'intestino irritabile.
Il grano può indurre infiammazione non solo tramite il glutine, ma anche con l'ATI (inibitore della tripsina), e questo succede soprattutto in caso di carenza di Pseudomonas e lattobacilii (rispettivamente), inducendo risposte immunitarie innate e aumentando la permeabilità intestinale, l'attivazione colinergica e la dismotilità intestinale.
Aggiornamento 15/3/2020
Le muffe, e in particolare l'Aspergillus, inducono danno negli alveoli attraverso TRPV4, rovinando lo strato superficiale e inducendo l'asma.
Vi è uno stretto legame tra microbiota intestinale e dolori alle articolazioni. Lo riconosce anche un gruppo di esperti europeo. In questo modo la dieta, modulando la flora intestinale, può aiutare a ridurre i dolori, anche se i trial clinici sono ancora pochi. Si è visto comunque che le persone sovrappeso o con flora sbilanciata hanno maggiore endotossemia, parti di batteri che passano dall'intestino al sangue e danno infiammazione. Una dieta ricca in fibre invece riduce l'infiammazione. Alcuni probiotici (LGG) aumentano gli estrogeni, che calano in età avanzata, aumentando i dolori. L. casei Shirota invece riduce l'infiammazione. Condroitina e glucosamina agiscono soprattutto come prebiotici. Anche se stiamo ancora aspettando studi più grandi, se nel mentre vi mettete a dieta e i dolori passano non stupitevi.
Aggiornamento 19/3/2020
Lo studio dell'interazione tra dieta e disordini autoimmuni è stato recentemente soprannominato "immunodietetica". I componenti del cibo e i loro effetti sul microbioma intestinale sono tra i principali corresponsabili della malattia autoimmune, ma sono spesso trascurati. La perdita del meccanismo di tolleranza orale può indurre il sistema immunitario a reagire al cibo che il corpo usa per vivere. Molti alimenti condividono le sequenze con alcuni tessuti umani; questo "mimetismo molecolare" può indurre o esacerbare malattie autoimmuni. Latte, grano, acquaporine vegetali, legumi, proteine ricche di glicina (carni bianche e rosse, cereali, soia, gelatina ecc), glucani, pectine, tropomiosina del gambero, Saccharomyces cerevisiae (lievito) e carne di maiale sono alcuni esempi di alimenti che condividono una significativa omologia con diverse proteine dei tessuti umani. Le lectine e le agglutinine sono proteine che legano i carboidrati di membrana, e sono presenti in microrganismi, piante e animali, sono resistenti alla digestione. "Le lectine non digerite che riescono a penetrare le barriere digestive possono avere effetti devastanti sul corpo, tra cui problemi digestivi, carenze nutrizionali, danni intestinali e intestino permeabile, una porta verso l'autoimmunità. La lectina iniettata nei topi induce il legame della lectina con le IgG, seguita dall'aggregazione delle IgG e dalla formazione di IgM anti-IgG o fattore reumatoide (RF), inducendo così l'artrite reumatoide." Altre malattie autoimmuni hanno probabilmente altri fattori alla base. "Inoltre, le lectine possono legarsi all'endometrio umano, agli spermatozoi e agli ovuli, provocando una reazione autoimmune che potrebbe causare infertilità negli uomini o nelle donne". "Alcuni alimenti possono aiutare a mantenere la tolleranza orale e un sistema digestivo sano, mentre gli alimenti dannosi possono favorire la crescita di batteri dannosi e portare al rilascio di tossine batteriche, indebolendo le barriere intestinali. Inducendo la permeabilità intestinale, i batteri o i loro antigeni possono entrare nella circolazione, dove la reazione immunitaria contro di loro provoca la produzione di anticorpi. Poiché il tessuto umano è imitato da così tanti antigeni batterici intestinali, gli anticorpi e le cellule T che reagiscono contro gli antigeni batterici possono attaccare le proteine che imitano i batteri presenti nel tessuto umano e quindi innescare una risposta autoimmune. Evitare alimenti che contengono epitopi autoimmuni o componenti che inducono modificazioni post-traduzionali delle proteine alimentari o che hanno la capacità di modificare selettivamente il microbiota intestinale, potrebbe migliorare i sintomi nei pazienti con la corrispondente malattia autoimmune". Come si può leggere quasi qualsiasi categoria di cibo è potenzialmente immunogena quindi solo una dieta tagliata su misura può agire correttamente.
Aggiornamento 27/3/2020
L'importanza della fibra nel modulare mastociti, l'istamina e quindi la risposta allergica e di malattie come dermatite atopica e colite ulcerosa (e in maniera inferiore Crohn).
Aggiornamento 6/4/2020
Le donne che hanno nel loro intestino un batterio, Prevotella copri, durante la gravidanza, hanno inferiore rischio di avere figli con allergie alimentari. Questo batterio si riduce con diete di tipo occidentale, ma in alcuni casi può essere anche considerato patogeno. Aggiungono i ricercatori: "i nostri risultati supportano l'importanza di fare attenzione alle terapie antibiotiche durante la gravidanza e consigliare una dieta che ottimizza la salute del microbiota intestinale materno".
Alcuni generi di batteri, produttori di acidi grassi a catena corta, Anaerostipes, Dialister, Lachnospira, e Roseburia, sono ridotti in ragazzi con artrite idiopatica giovanile
Si conferma un buon impatto della dieta senza lievito nell'idrosadenite suppurativa (acne inversa), probabilmente grazie a un effetto sul profilo infiammatorio e il microbiota
Aggiornamento 26/4/2020
Per ridurre il rischio di allergie alimentari, le linee guida ufficiali "incoraggiano l'allattamento al seno e l'introduzione precoce di alimenti allergenici per i bambini a rischio di allergia alimentare, con un'enfasi sulla diversità alimentare, frutta, verdura, pesce e fonti alimentari di vitamina D durante la gravidanza, l'allattamento e la prima infanzia per tutti i bambini". Probiotici, prebiotici, HMO, omega 3, possedere cani sono tutti fattori che potrebbero ridurre il rischio.
Una dieta materna ricca di dolci e grassi trans è stata recentemente associata ad un aumentato rischio di allergia alimentare nei neonati suscettibili.
Aggiornamento 6/5/2020
I bambini che hanno maggior quantità di UMFA (acido folico non metabolizzato), dovuto a varianti genetiche che riducono la sua metabolizzazione, hanno maggior rischio di allergie alimentari
In uno studio pilota, alcune diete di esclusione si sono rivelate utili nel migliorare la rinosinusite cronica, probabilmente legata a sensibilità alimentari
Aggiornamento 16/5/2020
Un articolo di una collega che spiega l'intolleranza ai lieviti
Aggiornamento 24/5/2020
Ho letto da poco un commento del solito aspirante debunker secondo cui il nichel alimentare non darebbe problemi nelle persone sensibili, e soprattutto non può essere escluso dalla dieta. Ovviamente non è vero nulla ed esiste una reazione dermatologica che è dose-dipendente nelle persone sensibili, e pur non essendo facile quantificarlo (nei vegetali per esempio dipende dal nichel del terreno) si può aiutare le persone ad avere meno manifestazioni, soprattutto cutanee.
Aggiornamento 26/5/2020
Alcune info su certe sensibilità: glutine, FODMAP, istamina
Il complesso rapporto tra vita moderna, microbiota e sistema immunitario alterati e allergie alimentari
Aggiornamento 28/5/2020
La supplementazione con l'enzima diamminoossidasi riduce l'istamina e i problemi collegati, come emicrania, vertigini, palpitazioni, sintomi gastrointestinali
Aggiornamento 4/6/2020
Approcci per prevenire le allergie alimentari
"Sapere come prevenire le allergie alimentari contribuirebbe ad alleviare gli impatti sulla salute, sociali e finanziari. Storicamente, gli sforzi per prevenire le allergie alimentari si sono basati sull'identificazione di neonati a rischio e sulla raccomandazione di evitare potenziali allergeni. Questo approccio appare superato. Le strategie per facilitare una maggiore tolleranza immunologica, inclusa l'introduzione precoce di potenziali allergeni alimentari, hanno risultati incoraggianti che potrebbero aiutare a ottimizzare la prevenzione basata sulla comunità". In pratica appare oggi meglio introdurre precocemente il cibo per indurre la tolleranza mentre aspettare può favorire l'insorgere di allergia. Anche evitare i cibi in gravidanza non è utile. gli allergeni devono essere introdotti separatamente. L'uovo deve essere cotto.
L'olio di pesce (omega 3) assunto in gravidanza e allattamento può prevenire le allergie alimentari nei soggetti a rischio. Prebiotici e probiotici possono avere un piccolo effetto preventivo.
Aggiornamento 9/6/2020
Asma, allergie e dermatite atopica sono tutte caratterizzate in genere da una risposta immunitaria di tipo 2 (citotossica). Le cellule dendritiche (DC), se stimolate da vitamina D, retinolo (vitamina A), adenosina, un microbiota normale e loro prodotti (SCFA) e flavonoidi (antiossidanti delle piante) egli stessi allergeni, portano alla generazione di Treg, cellule immunitarie che danno tolleranza. In caso contrario (scarsa esposizione agli allergeni, infezioni virali e di vermi, disbiosi) stimolano le cellule Th2 che non hanno tolleranza e provocano infiammazione
Aggiornamento 13/6/2020
Qualche anno fa alcuni gestori di uno zoo osservarono che i gorilla vomitavano spesso. Dunque ebbero un'idea: provare a togliere il latte vaccino e dare una dieta simile a quella che assumono in natura. I primati stavano così meglio. Sorpresa sorpresa: funziona anche nei bambini con reflusso. Le proteine del latte infatti possono attivare una risposta infiammatoria che stimola i nervi e crea contrazioni nella muscolatura gastrointestinale. Questo può succedere anche nei bambini allattati al seno da mamme che assumono latticini, perché proteine non digerite possono passare nel latte materno (anche se molti lo ignorano). La pratica di escludere i latticini nella mamma che allatta è prevista pure da linee guida ESPGHAN. Attenzione ovviamente a coprire il fabbisogno di calcio
Aggiornamento 16/6/2020
La dieta a basso tenore di nichel, insieme a una correzione apposita della disbiosi (putrefattiva, fermentativa o mista) con probiotici mirati può migliorare la salute di persone con SNAS (sindrome da allergia sistemica al nichel). Il nichel sembra indurre infiammazione e danno mitocondriale (e quindi alterazione del metabolismo energetico) attraverso specifiche vie
I metalli (cadmio, alluminio, nickel, oro, argento, stagno e soprattutto mercurio e piombo) possono essere attivatori delle malattie autoimmuni. Perché alcuni le sviluppano e altri no? "Nell'uomo, la suscettibilità agli effetti degli xenobiotici può essere dovuta alle disfunzioni geneticamente determinate nei sistemi di disintossicazione, tra cui la coniugazione con glutatione, l'acetilazione e altri sistemi dipendenti dal citocromo P450, e dal fenotipo della metallotioneina (proteine che legano i metalli pesanti)". Tenendo conto della suscettibilità del sistema immunitario, "la capacità di disintossicare gli xenobiotici, insieme alla suscettibilità individuale al metallo, è probabilmente il fattore più critico nel risultato dell'esposizione al metallo". Il fatto che l'uomo non produca vitamina C, che allevia lo stress ossidativo, può differenziarlo dai modelli animali. "L'infiammazione indotta da metallo può alterare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e quindi contribuire alla fatica e ad altri sintomi non specifici che caratterizzano i disturbi legati alle malattie autoimmuni. Gli effetti tossici di diversi metalli sono mediati attraverso la formazione di radicali liberi, disturbi della membrana cellulare o inibizione degli enzimi". Mercurio e piombo alterano anche il sistema dopaminergico (ricompensa), potenziando l'effetto. Inoltre, [Ad esempio,] la tossicità del mercurio può influenzare l'asse cerebrale del microbiota intestinale (GMBA), e quindi lo sviluppo neuronale ... e ... Ciò potrebbe verificarsi perché il microbiota intestinale è un attore attivo nella regolazione della proprietà tossica di molte specie metalliche, incluso il mercurio".
Quando un lattante soffre di coliche, è possibile provare a togliere le proteine del latte bovino alla mamma che allatta (facendo attenzione a non creare carenze). Infatti alcune delle proteine arrivano intatte al latte materno, e creano una reazione, anche se molti sono ancora convinti che la digestione elimini tutto.
Ottimo articolo di Selfhacked che spiega come non ci sia ancora una precisa definizione di sensibilità alimentare, ma sia legata genericamente all'infiammazione conseguente all'ingestione di cibo. Così si manifestano diversi problemi, intestinali e non, che coinvolgono talvolta anche l’istamina. I cibi o componenti considerati scatenanti sono: lectine, caseine, glutine e altre proteine del grano, latticini, soia, uova, amine vasoattive, saponine, inibitori delle proteasi, salicilati, ossalati, solfiti, FODMAP, glutammato, additivi e coloranti. Si parla anche del legame con il sistema immunitario Th-1, 2 e 17
Molti fattori ambientali favoriscono la permeabilità intestinale (PI) e di altri tessuti (polmoni, pelle), una condizione che si associa a malattie autoimmuni, infiammazione, alterazione del sistema immunitario ecc. Negli allergici anche pollini, muffe, acari e antigeni alimentari. Detergenti, sigarette (anche elettroniche), ozono, particolato (soprattutto dei motori a gasolio), nanoparticelle (biossido di titanio e silicio), microplastiche, additivi (polisorbato80) sono tutti in grado di indurre PI, colpendo le giunzioni intercellulari. Non stupiamoci dell'aumento di certe malattie.
Individuati anticorpi che potrebbero aiutare a diagnosticare la sensibilità al glutine. Fanno parte della classe delle IgG. "Abbiamo scoperto che le cellule B dei pazienti affetti da celiachia hanno prodotto un profilo di sottoclasse di anticorpi IgG con un forte potenziale infiammatorio che è legato all'attività autoimmune e al danno delle cellule intestinali", afferma Alaedini. "Al contrario, i pazienti con sensibilità al glutine non celiaca hanno prodotto anticorpi IgG associati a una risposta infiammatoria più contenuta". "Se riusciamo a guidare specifiche cellule immunitarie dei pazienti celiaci verso una minore infiammazione, potremmo essere in grado di prevenire o ridurre la gravità della reazione immunologica al glutine".
"... Un microbiota diversificato e benefico è fondamentale nella protezione contro le malattie allergiche e l'esposizione orale precoce agli allergeni alimentari è efficace nel prevenire allergie alimentari specifiche".
Aggiornamento 5/11/2020
Tra gli interventi nutrizionali nella fibromialgia, possono funzionare quelli che riducono lo stress ossidativo e migliorano la produzione di energia mitocondriale, come l'alga clorella, il coenzima Q10, l'acetil-l-carnitina, l'olio extravergine di oliva, una combinazione di vitamina C, E e semi di Nigella sativa. Tra le diete la fodmap e la dieta vegana possono essere efficaci
I bambini con autismo hanno alto rischio di soffrire di sensibilità alimentari (allergie e intolleranze), con tutte le conseguenze del caso, intestinali e non
La dieta a basso contenuto di nichel può migliorare il reflusso indipendentemente dalla positività del test cutaneo
La sindrome delle gambe senza riposo è associata a IBS (intestino irritabile) in maniera bidirezionale, con un rischio rispetto ai controlli sani di 4 volte superiore. Le possibili cause sono sovracrescita batterica intestinale (SIBO), attivazione dei mastociti, anomalie sensoriali del dolore, carenza di ferro e vitamina D e alterazioni nel suo metabolismo
Le persone con intolleranza all'istamina sembrano avere pochi bifidobatteri e aumentata quantità di proteobatteri. Sono inoltre presenti infiammazione e permeabilità intestinale, con riduzione dell'enzima DAO che degrada l'istamina, portando a un possibile circolo vizioso
L'intolleranza all'istamina può verificarsi quando si introduce istamina con la dieta, quando si hanno certi batteri che la aumentano e quando non si hanno livelli sufficienti di enzima che la degrada (DAO). I sintomi possono essere gastrointestinali aspecifici, cutanei (rossore, eczema, prurito), cardiaci (tachicardia, collasso), respiratori (rinorrea, congestione nasale, starnuti), (neurologici (emicrania e vertigini). La dieta a basso contenuto di istamina e la supplementazione con l'enzima possono ridurre i sintomi.
Quasi un terzo delle IBS (sindrome dell'intestino irritabile) può iniziare dopo una gastroenterite infettiva, e il dolore può essere attivato dall'introduzione di alcuni antigeni alimentari, per i quali manca la tolleranza orale. Il dolore sembra mediato dall'attivazione dei mastociti. "Questi dati indicano che un'infezione batterica gastrointestinale può rompere la tolleranza orale verso un antigene alimentare e provocare una risposta immunitaria adattativa verso gli antigeni alimentari, con conseguente aumento della permeabilità intestinale e segnalazione anormale del dolore in caso di riesposizione all'antigene".
Inoltre, in un piccolo esperimento su volontari, somministrando alcuni noti antigeni (glutine, grano, soia, latte), essi hanno evocato risposta infiammatoria e dolore, tramite istamina, nelle persone con IBS ma non nei volontari sani (se non 2 casi). Nessuno era allergico a tali antigeni, indicando vie "alternative" all'allergia classica (Ig-E locali).
Molti bambini con ADHD rispondono alla dieta, con dei miglioramenti nel comportamento. Questo forse perché il cervello tende a rispondere eccitandosi all'introduzione di alcuni cibi e in particolare il cibo spazzatura. "Il programma di modifica della dieta sotto forma di aggiustamento dell'apporto energetico e di macronutrienti, con l'esclusione di additivi alimentari, glutine, latte e latticini, uova e cibi altamente contenenti salicilati e solfiti, insieme ai suggerimenti di educazione sanitaria (sonno regolare, tempo limitato per la TV) hanno migliorato i sintomi e il comportamento dei pazienti con ADHD come documentato dalla diminuzione dei punteggi della valutazione di Conner.
L'obesità ha un ruolo importante nell'influenzare iperattività, impulsività e problemi di apprendimento nei pazienti con ADHD. Il programma di modifica della dieta è riuscito a ridurre l'obesità e quindi i sintomi dell'ADHD.
L'assunzione limitata di carboidrati nella dieta (concomitante alla riduzione dei cibi con glutine, NdT) è molto efficace nel ridurre l'iperattività e i problemi di apprendimento nei pazienti con ADHD. L'assunzione di grassi ha mostrato un aumento significativo dopo aver seguito il programma di modifica della dieta che forse è uno dei motivi della diminuzione dell'iperattività. Infine, questo studio conclude il grande impatto della modifica della dieta sulla diminuzione dei sintomi dell'ADHD non solo per l'effetto diretto sull'iperattività e sui problemi di apprendimento, ma anche per la diminuzione del BMI che a sua volta migliora i sintomi nei pazienti con ADHD".
I batteri presenti nell'intestino e nei prodotti fermentati producono una serie di sostanze bioattive che possono avere o meno effetto positivo, come GABA, serotonina, melatonina, chinurenina, acido chinurenico, dopamina, noradrenalina, istamina, triptamina, tiramina e β-feniletilammina. Questo può influenzare la salute la salute e l'umore, e le amine bioattive in quantità eccessiva possono anche avere effetto negativo
Il lievito madre naturale è stato il principale agente lievitante per la produzione del pane fino alla fine del XIX secolo. L'introduzione del lievito di birra nel 1871 ha portato a una graduale sostituzione della fermentazione del lievito naturale, perché permette un processo di impasto più semplice e di breve durata. L'impiego del lievito naturale nella produzione del pane è nuovamente aumentato nell'ultimo decennio, grazie alle superiori proprietà organolettiche del pane a lievitazione naturale; è noto che il pane con lievito madre ha un contenuto inferiore di FODMAP, che vengono degradati durante la fermentazione del lievito naturale, e questo permette di avere una migliore digeribilità. In questo studio si è inoltre dimostrata una riduzione dell'ATI, inibitori dell'alfa-amilasi tripsina, un composto infiammatorio presente nel grano, risultando quindi più digeribile per persone che hanno sensibilità al grano di tipo non celiaco e intestino irritabile.
Una dieta personalizzata sui test IGG, a parità di calorie, ha avuto esiti migliori rispetto a dieta tradizionale su perdita di peso (21kg Vs 17), grasso corporeo (-9.72% Vs 7.19%), parametri tiroidei (TSH, T3 e T4) e di autoimmunità (riduzione degli anticorpi antiTPO) in donne sovrappeso con Hashimoto
Aggiornamento 8/5/2021
La nuova indicazione di introdurre precocemente cibi allergizzanti come le arachidi ha portato a una riduzione dell'allergia del 16%
I coloranti giallo arancio S (E110) e Rosso Allura AC (E129) possono essere responsabili di colite e IBD in topi che hanno alti livelli di interleuchina-23, in particolare se presenti alcuni batteri che li metabolizzano. "I drammatici cambiamenti nella concentrazione di inquinanti dell'aria e dell'acqua e l'aumento dell'uso di alimenti trasformati e additivi alimentari nella dieta umana nel secolo scorso sono correlati con un aumento dell'incidenza di malattie infiammatorie e autoimmuni", ha detto l'autore dello studio Sergio Lira.
Le ultime linee guida (UK) sul trattamento dell'IBS (sindrome dell'intestino irritabile)
I pazienti dovrebbero tutti fare attività fisica ed essere seguiti dal punto di vista nutrizionale.
Lo psillio è solitamente efficace nel ridurre i dolori e i sintomi, invece le fibre insolubili come la crusca di grano possono aggravare i sintomi.
La dieta FODMAP può funzionare ma deve essere fatta seguita da esperti e si deve puntare alla reintroduzione dei cibi.
I probiotici possono essere consigliati per almeno 3 mesi, e se non funzionano cambiare ceppo, visto che non è possibile individuarne uno buono per tutti.
L'olio di menta piperita può essere un trattamento efficace per i sintomi e il dolore addominale nell'IBS. Il reflusso gastroesofageo è un effetto indesiderato comune.
"Esistono molteplici meccanismi attraverso i quali il cibo può innescare sintomi nell'IBS, inclusi effetti primari (p. Es., Osmotico, chimico, immunologico, meccanico o neuroendocrino) ed effetti secondari (p. Es., Sottoprodotti della fermentazione, alterazioni del pH intraluminale o effetti sul microbiota intestinale). Non sono raccomandate diete di eliminazione basate su anticorpi IgG. Sebbene alcuni studi abbiano identificato potenziali intolleranze alimentari tramite il test dell'antigene leucocitario su campioni di sangue periferico o l'endomicroscopia laser confocale in tempo reale, ciò richiede un'ulteriore conferma.
L'infiammazione della mucosa può derivare da una barriera epiteliale compromessa, disbiosi o livelli di stress alterati e funzione della barriera epiteliale compromessa da uno stress aberrante e una risposta immunitaria e/o disbiosi. L'inizio della condizione può essere collegato a un precedente episodio di gastroenterite infettiva indotta da batteri, parassiti o virus, denominata IBS postinfettiva".
Eliminare le proteine del latte vaccino può portare a miglioramento dell'asma refrattaria nei bambini, anche se i test IG-E non evidenziano allergia al latte, e "può essere considerata come l'anello mancante nel trattamento dell'asma". Il miglioramento c'è stato nell'82% dei bambini. Questo indica la possibile presenza di allergie non IG-E mediate, che di solito sono legate a manifestazioni gastrointestinali, come il reflusso.
"Considerato quanto sopra, presentiamo il caso di un ripensamento completo di come l'allergia alimentare gastrointestinale non mediata da IgE e l'asma possano essere correlate suggerendo le seguenti ragioni; in primo luogo, la vicinanza del tratto gastrointestinale con il sistema respiratorio; in secondo luogo, il modello comune dei meccanismi immunologici che coinvolgono le stesse cellule infiammatorie e citochine; e infine, l'effetto diretto degli allergeni alimentari su entrambi gli organi. [...] Abbiamo spiegato l'iperreattività delle vie aeree nelle allergie alimentari non immediate come conseguenze respiratorie del coinvolgimento del tratto gastrointestinale, come accade nel reflusso gastroesofageo", e già evidenziato da altri studi.
È probabile che l'allergia nascosta al latte induca il reflusso, che a sua volta infiamma le vie aeree tramite i mastociti e stimola il nervo vago, con manifestazione dell'asma. In alternativa le proteine inducono allergia entrando tramite permeabilità intestinale o cutanea.
Le linee guida per il reflusso nel bambino suggeriscono in questi casi di usare proteine del latte idrolizzate e quindi meno allergizzanti, e l'eventuale conferma con oral food challenge (prova di scatenamento).
"Per concludere, i risultati sono stati sorprendentemente promettenti, dimostrando che la dieta di eliminazione delle proteine del latte vaccino (che rappresenta l'allergene alimentare più comune) è un approccio prudente nella gestione dei pazienti con asma che non risponde ai trattamenti e può essere considerato come l'anello mancante nel trattamento dell'asma".
In estrema sintesi, evitare l'uso di latte vaccino in formula come supplemento per i bambini allattati al seno nella prima settimana di vita; introdurre uova ben cotte, ma non crude o pastorizzate nella dieta del neonato come parte dell'alimentazione complementare; nelle popolazioni in cui vi è un'elevata prevalenza di allergia alle arachidi, introdurle in una forma adeguata all'età come parte dell'alimentazione complementare.
Le donne in gravidanza non devono eliminare i cibi allergizzanti, perché questo aumenta il rischio di allergia nel bambino.
Inoltre, non si sono pronunciati pro o contro gli omega 3, probiotici, prebiotici o le vitamine in gravidanza e allattamento
Alcune prove portano a pensare che i dolori della sindrome dell'intestino irritabile (IBS) siano dovuti (anche) a reazioni allergiche, che perdurano anche senza esposizione successiva, e sono facilitate da infezioni batteriche che alterano le proprietà della mucosa intestinale. L'istamina agisce localmente per cui non vi è una reazione sistemica classica ma limitata all'intestino. Questo spiegherebbe perché alcune diete di esclusione portano a miglioramenti, e perché la FODMAP non sempre funziona. "Un'infezione batterica gastrointestinale può rompere la tolleranza orale a un antigene alimentare e provocare una risposta immunitaria adattativa verso quell'antigene, che a sua volta può portare a un aumento della permeabilità intestinale e a una segnalazione anormale del dolore quando si verifica la riesposizione all'antigene. L'esposizione a questi mediatori rende i nervi afferenti ipersensibili e l'ipersensibilità può persistere anche in assenza dell'antigene alimentare scatenante .Esiste uno spettro di risposte allergiche indotte dal cibo, con anafilassi sistemica IgE-mediata da un lato e risposte allergiche specifiche del tessuto gastrointestinale dall'altro. Nel mezzo ci sono malattie del tratto gastrointestinale con risposte allergiche locali indotte dal cibo, come le risposte mastocitarie specifiche del colon descritte da Aguilera-Lizarraga et al. e le risposte eosinofile specifiche dell'esofago nell'esofagite eosinofila. Sebbene molto ancora sia da chiarire, dati recenti supportano l'ipotesi che i disturbi gastrointestinali comuni, come l'IBS e il dolore addominale funzionale, possano invece essere disturbi allergici indotti dal cibo".
L'alimentazione è sicuramente legata a intestino irritabile e altri problemi intestinali, come la dispepsia funzionale, ma è molto difficile risalire alle cause e dimostrarne un legame. Normalmente i disagi intestinali si riducono facendo ricorso alla dieta FODMAP, che riduce gli zuccheri fermentabili dando così sollievo. Ma esistono diverse cause di dispepsia funzionale legate al cibo. Una può essere la SIBO (eccesso di batteri nella prima parte di intestino) o l'esofagite eosinofila, malattia a base allergica in cui si possono avere IGG elevate. In altri casi può essere il grano o alcune sue componenti, fibre o proteine come glutine e ATI, che possono indurre anche una risposta infiammatoria e immunitaria.
Le proteine del latte, come la caseina A1, possono ugualmente dare problemi, e bisogna distinguere dalla comune intolleranza al lattosio.
Anche la permeabilità intestinale è stata messa in relazione, con l'ingresso nel sangue di proteine allergizzanti o batteri.
Alcune molecole naturali, come salicilati, amine (istamina), glutammato e lectine sono state messe in relazione coi problemi digestivi. Per gli ultimi 2 mancano prove consistenti, ma molti professionisti lavorano anche considerando questi nutrienti. Tra gli additivi invece, la transglutaminasi batterica (pane e altri prodotti industriali), alcuni coloranti e i dolcificanti sono legati a possibili problemi.
L'alterazione del microbiota è un'altra possibile causa e l'uso dei probiotici può aiutare, in particolare Lactobacillus gasseri OLL2716 .
Quanto possono incidere glutine e FODMAP, noti per la loro azione di irritazione/infiammazione intestinale, nei disturbi mentali? Secondo una revisione degli studi "limitare o escludere il glutine o i FODMAP nella dieta potrebbe essere utile per sintomi come depressione, ansia (7 articoli su 7 hanno riscontrato effetti positivi) o deficit cognitivo (miglioramenti in diverse misurazioni dei test cognitivi in uno studio) e in misura minore per la schizofrenia e lo spettro autistico. Sembra che evitare il glutine o ridurne il consumo possa essere utile per migliorare i sintomi di depressione, ansia e cognizione [in particolare] nelle persone con IBS, celiachia e fibromialgia.
Nello studio sulla Schizofrenia è stato osservato che evitare il glutine può portare ad un miglioramento della cognizione. Nel caso dell'autismo, l'esclusione del glutine o la riduzione dei FODMAP dalla dieta può essere utile, anche se non in modo generalizzato e significativo".
Questi problemi si confermano quindi collegati con l'intestino almeno in alcuni casi.
Gli "stressor", fattori ambientali capaci di interagire col sistema immunitario, possono essere sostanze chimiche, fisiche, biologiche e in generale estranee al corpo, insieme alle cellule tumorali. Questa influenza può portare a un'alterazione della risposta immunitaria, favorendo soppressione, autoimmunità o ipersensibilità. L’immunotossicologia si occupa delle interazioni tra i fattoti genetici, immunitari e le sostanze ambientali, che portano a patologie allergiche o immunitarie, o modulano in peggio le allergie già presenti come quelle alimentari.
Tra i fattori fisici, gli UVB alterano la risposta immunitaria. Tra quelli chimici, i metalli pesanti (berillio, nichel, piombo, arsenico, cadmio, mercurio) sono in grado di generare stress ossidativo e infiammazione, modificando la risposta delle cellule immunitarie e favorendo la loro morte (apoptosi). Il fumo e molte sostanze chimiche di sintesi, come pesticidi, solventi, plastiche (PCB), alogeni, interferenti endocrini, xenobiotici in generale, alterano le vie metaboliche dei globuli bianchi.
La costante attivazione delle cellule immunitarie e lo stato infiammatorio che ne deriva è alla base delle malattie autoimmuni, metaboliche, cardiovascolari ecc.
Tra i fattori che peggiorano la tolleranza e la sensibilità, fattori alimentari e disbiosi. Andando avanti con l’età, la perdita di bifidobatteri e la carenza di vitamina D possono favorire questi problemi immunitari. Anche lo stress psicologico gioca un ruolo peggiorativo.
Non esistono trattamenti approvati per la sindrome da fatica cronica (encefalomielite mialgica, CFS), una patologia che riduce la qualità della vita di milioni di persone al mondo. Le cause sono molteplici, tra cui un'alterazione del metabolismo energetico (produzione di ATP nei mitocondri), una possibile acidosi metabolica (nel sangue o altri distretti come il liquido cerebrospinale), dovuta all'uso eccessivo della glicolisi (metabolismo anaerobico al posto dell'aerobico) e/o ridotta capacità di smaltimento dell'acido lattico prodotto, sonno non riposante; alcune infezioni possono essere legate alla CFS (mononucleosi, Giardia). Le conseguenze possono essere problemi neurologici e cognitivi, ridotte difese immunitarie, ridotta resistenza allo sforzo e difficoltà a stare in piedi. Spesso la condizione si presenta insieme a problemi gastrointestinali, reumatici ecc.
Il trattamento prevede, secondo le linee guida della Mayo Clinic farmaci sintomatici, stile di vita (occhiali a filtro per la luce blu, meditazione, relax) e, per quanto riguarda l'alimentazione, "dieta sana e varia a basso contenuto di alimenti trasformati. Alcuni pazienti possono essere in grado di ridurre al minimo i sintomi gastrointestinali eliminando determinati alimenti (come caffeina, alcol, cibi piccanti, aspartame, zucchero, possibilmente latticini o glutine)".
Le allergie legate agli alimenti non mediate da Ig-E (o miste) sono prevalentemente reazioni gastrointestinali (malattie eosinofile in particolare esofagite, celiachia, enterocolite allergica indotta da proteine alimentari (FPIES), enteropatia indotta da proteine alimentari (FPE) e proctocolite indotta da proteine alimentari (FPIAP)) o dermatologiche (dermatite atopica) e spesso anche altri allergeni (inquinamento, irritanti, pollini ecc.) sono concausa. Le diete di esclusione e quella a basso contenuto di istamina possono funzionare.
I fattori nutrizionali influenzano la tolleranza.
"Dopo che le fibre alimentari vengono metabolizzate, i derivati batterici, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) e l'acido retinoico (RA), influenzano lo sviluppo e la funzione delle cellule FoxP3+ Treg attraverso l'interazione con le cellule epiteliali intestinali e le cellule dendritiche tollerogeniche (DC) con Cellule T CD4+ naive. L'attivazione e l'espansione delle cellule Treg promuovono la produzione della citochina regolatrice immunitaria, IL-10, che favorisce il cambio di classe delle cellule B da IgG1 a IgG4. Le cellule B IgG4 allergene-specifiche producono anticorpi ad alta affinità per gli allergeni alimentari, prevenendo le interazioni dell'allergene con le IgE legate ai mastociti. I fattori derivanti dal microbiota, come i cataboliti triptofano-indolo, possono attivare direttamente le cellule linfoidi innate attraverso il recettore degli arili (AhR), e indurre la produzione di IL-22, una citochina che promuove rigenerazione dell'epitelio intestinale e integrità della barriera" (riducendo la permeabilità intestinale che è alla base di molte malattie).
Invece l'esposizione a batteri infiammatori attiva le citochine che richiamano gli eosinofili, producono le Ig-E e promuovono il rilascio di istamina, alla base delle reazioni allergiche.
"In condizioni normali, solo quantità minime di antigeni alimentari (Ag) possono attraversare le barriere della mucosa attraverso la via paracellulare, un processo tipicamente associato allo sviluppo della tolleranza immunitaria. L'esposizione ad Ag di durata o entità inappropriata può portare a malattie immuno-mediate in soggetti geneticamente suscettibili.
Gli allergeni degli acari "sono in grado di interrompere le giunzioni strette intercellulari (TJ) e aumentare il traffico di Ag attraverso i monostrati epiteliali bronchiali. Questa proprietà, e in generale la capacità di indurre funzioni effettrici epiteliali, è condivisa con altri allergeni, inclusi alcuni allergeni alimentari, e trigger meno specifici come detergenti e microplastiche".
Alterazioni della permeabilità delle diverse mucose o epiteli (derma ecc.) sono sempre presenti nelle allergie.
"Come ampiamente documentato in numerosi studi condotti negli ultimi 20 anni, la composizione e la diversità delle comunità microbiche che rivestono tutte le superfici corporee, denominate collettivamente microbiota, rappresentano una variabile importante e critica nella regolazione della competenza barriera e delle risposte adattative e innate".
Escludere alimenti in gravidanza può favorire sbilanciamenti nel microbiota del bambino e aumento degli anticorpi legati alle allergie, mentre l'uso di probiotici riduce il rischio.
"Le reazioni alimentari non allergiche sono state anche definite come "ipersensibilità alimentare non allergica". Negli ultimi anni il termine “intolleranza” è stato spesso abusato per definire un'ampia gamma di disturbi legati all'assunzione di cibi diversi. Molteplici e autorevoli segnalazioni, sia scientifiche che istituzionali, chiedono con insistenza di rivedere la terminologia per collocare il complesso mosaico di questi disturbi nella più corretta definizione clinica di “reazioni avverse al cibo non immunologiche”.
L'esistenza e la prevalenza delle ipersensibilità tra cui glutine, istamina e glutammato, è tuttora dibattuto. L'assenza di test affidabili è un altro problema.
Le sensibilità a istamina, additivi e salicilati sono indipendenti dall'ospite. Quelle al lattosio, glutine (o grano) e FODMAP sono invece dipendenti dall'ospite.
Le linee guida NICE sul'intestino irritabile consigliano una dieta varia con esclusione degli alimenti trigger, e in secondo luogo la dieta FODMAP