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domenica 12 ottobre 2014

Stomaco del dessert


Una leggenda anatomica vuole che, nonostante ci si senta pieni a fine pasto, esista uno stomaco supplementare, noto come stomaco del dessert, e che sia sempre pronto ad accogliere il dolce.




http://it.paperblog.com/lo-stomaco-del-dessert-1559134/


Questo deriva dal fatto che il nostro corpo è sempre pronto ad accogliere calorie "vuote", dopo aver imparato con l'esperienza attraverso i 5 sensi. Sono associati infatti alla visione di un cibo o al suo profumo (o anche la sua consistenza, nel caso delle creme ad esempio, e perfino l'udito può essere coinvolto quando si sentono le patatine che scrocchiano). Insomma attraverso i sensi il nostro corpo impara ad associare cibo e piacere.


http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2765252/



Essendoci noi evoluti per sopravvivere in condizioni di scarsità di cibo, queste calorie extra sono sempre ben gradite per essere accumulate e utilizzate nei momenti di carestia, che oggi fortunatamente non ci colpiscono.
Il corpo è sempre felice di ingrassare. Purtroppo la salute meno, visto che il peso eccessivo è responsabile di molte malattie.
Il peso extra aumenta infatti la probabilità di malattie autoimmuni, diabete, ipertensione, apnee notturne, calcoli biliari, osteoartriti, gotta, malattie cardiovascolari, complicanze della gravidanza, tumori, alterata ferilità ecc ecc
Il tessuto adiposo è oggi riconosciuto come un vero e proprio organo a sè, e non un inerte magazzino di calorie, con funzioni endocrine e forte influenza sul sistema immunitario. Ha quindi grande impatto sulla risposta agli stimoli patogeni ambientali.

Il cibo spazzatura è un noto alteratore dei nostri sistemi omeostatici (e del cervello in generale), che ci dovrebbero difendere dall'aumento di peso. Farine e grassi raffinati, zuccheri e fruttosio industriali, sale, tutti ingredienti di cibi poveri di nutrienti e ricchi di calorie vuote, che infiammano tutto il corpo e in particolare il nostro ipotalamo, l'unico organo che decide se la composizione corporea deve variare.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3319208/figure/F2/


Il cibo spazzatura, se assunto durante la gravidanza in dosi discrete, ha conseguenze negative su tutta la vita futura del nascituro. Pare che con una corretta alimentazione durante l'allattamento si possa invertire la tendenza. Ma in generale il comportamento della donna durante la gravidanza ha sempre ripercussioni.
Nelle famiglie in cui il cibo è usato come premio o consolazione sono più diffusi sovrappeso e alimentazione di scarsa qualità.
Quando esageriamo con l'uso di cibo spazzatura e diventiamo food-addicted (dipendenti da un certo cibo), tendiamo ad usarlo nei momento no come consolazione, e questo non fa altro che rinforzare i meccanismi di dipendenza. Lo zucchero ad esempio dà più dipendenza della cocaina.
Chi avesse di questi problemi deve rinunciare a questo tipo di cibo. Sento spesso dei colleghi che dicono: non togliamo agli obesi il piacere del cibo. Questo atteggiamento non ha nulla di scientifico: se uno è alcolizzato gli si dice puoi bere un drink al giorno? o se è dipendente dal gioco d'azzardo può andare alle slot machine una volta a settimana?
Il gusto dolce va a stimolare (indirettamente) gli stessi recettori attivati dagli oppioidi, naturali o no, come ad esempio l'eroina. Questo giustifica la grande dipendenza che dà qualunque alimento addizionato di zucchero.
Le consolazioni devono essere trovate in altre esperienze!

Aggiornamento 28/11/2015

Interessante articolo sul tema scritto da Roberto Casaccia su La Scuola di Ancel.

Aggiornamento 6/7/2016

Chris Kesser spiega l'importanza del microbiota intestinale nel desiderio di un certo cibo: anche i microbi hanno le loro preferenze e cercano di imporle anche al corpo che occupano!

Aggiornamento 12/10/2016

Un ottimo articolo sulla food addiction da parte di authoritynutrition.com

Alcune persone con particolari varianti geniche tendono ad avere più dipendenza dai cibi grassi, e per questo hanno più probabilità di essere sovrappeso.

Aggiornamento 21/10/2016

L'importanza del nervo vago nella quantità di cibo da ingerire e per il dimagrimento.
In un modello murino, piccole quantità saltuarie di cibo ad alta palatabilità non sono un problema, ma lo sono quando il topo ne ha accesso libero.

Aggiornamento 26/2/2017
La dieta occidentale, dove arriva provoca danni.
Alle popolazioni artiche, da sempre abituate a vivere di pesca e poco altro, sono arrivati gli instant noodles. Non hanno mai sofferto di obesità, né malattie cardiovascolari. Adesso iniziano ad esserci i primi obesi

Aggiornamento 9/3/2017

Quando siamo stressati, tendiamo a consolarci col cibo-spazzatura. Proprio in quei momenti invece dovremmo stare più attenti, per non diventare dipendenti da quei cibi, e consumare invece quelli ricchi di omega 3 e vitamina C che aiutano nella gestione dello stress

Aggiornamento 22/3/2017

Dal punto di vista evolutivo non siamo pronti per mangiare spesso cibo spazzatura, e questa è una delle cause dell'epidemia di obesità. Esso infatti interagisce con le nostre vie di ricompensa e diventano una droga.

Aggiornamento 30/3/2017

Ottimo video di Filippo Ongaro che spiega la baggianata dello zucchero necessario per il cervello

Aggiornamento 10/4/2017

Ottimo articolo di una collega, Renata Alleva, sul "bliss point", il mix di sale, zucchero e grassi che aumenta la dopamina e quindi la dipendenza dai cibi.
Aggiornamento 31/5/2017

I recettori TLR4, noti per mediare la risposta di resistenza insulinica, sono presenti anche nella lingua, dove aumentano la risposta edonica (di piacere) ai cibi con glutammato, grassi e zuccheri, favorendo l'aumento di peso nei topi.

Aggiornamento 27/7/2017
Il cibo spazzatura fa in modo che, alla sua vista, si spengano i neuroni della sazietà e si attivino quelli della fame. Per questo ci trasformiamo in zombie che non riescono a dire di no

Aggiornamento 31/7/2017

Anche a parità di calorie, una dieta amica dei nostri batteri intestinali e quindi ricca in fibra, tende a far ingrassare meno perché aumenta la diversità delle specie batteriche. La dieta con junk food tende invece ad ammazzare i batteri amici, è una specie di antibiotico.
Aggiornamento 12/9/2017
Il cibo spazzatura attiva le stesse aree cerebrali attivate dagli oppiacei, ma in realtà causando dipendenza perché il cervello tenderà a farci cercare di nuovo quella sensazione.
Qual è il cibo che attiva maggiormente i recettori? Le bevande con dolcificanti artificiali!
Aggiornamento 15/6/2018
In biologia spesso accade che 1 + 1 non faccia 2
I cibi che contengono sia grassi che carboidrati attivano maggiormente i circuiti della ricompensa (reward) e del piacere rispetto ai carboidrati o ai grassi assunti da soli. Le industrie ben conoscono questa situazione e per questo li inseriscono accoppiati nei loro prodotti.
"I nostri antenati cacciatori-raccoglitori mangiavano principalmente piante legnose e carne animale, hanno osservato i ricercatori. "In natura, i cibi ricchi di grassi e carboidrati sono molto rari e tendono ad avere fibre che rallentano il metabolismo", afferma Small. "Al contrario, è molto comune per gli alimenti trasformati avere alto contenuto di carboidrati e grassi." Dopo l'addomesticamento di piante e animali e lo sviluppo della produzione di cereali e latticini circa 12.000 anni fa, aumentarono le opportunità di consumare grassi e carboidrati, ma i cibi industriali come le ciambelle, che possono contenere 11 grammi di grassi e 17 di carboidrati, esistono da solo 150 anni, non abbastanza a lungo per permetterci di sviluppare una nuova risposta cerebrale.
Gli scienziati ritengono che la nostra esperienza passata con le proprietà nutritive dei carboidrati stimoli il rilascio di dopamina nel cervello (si impara con l'esperienza) attraverso un segnale metabolico ancora sconosciuto. Questi tipi di segnali sembrano aiutare a regolare cosa e quanto mangiamo. I ricercatori teorizzano che l'attivazione simultanea delle vie di segnalazione dei grassi e dei carboidrati attivi un effetto che la fisiologia umana non è in grado di gestire evolutivamente. Coerentemente con questo suggerimento, i roditori che hanno accesso solo ai grassi o ai carboidrati regolano il loro apporto calorico giornaliero totale e il peso corporeo. Ma dato l'accesso illimitato a grassi e carboidrati, prendono rapidamente peso".
Aggiornamento 21/9/2018
Individuato un collegamento nervoso, attraverso il nervo vago, che collega intestino e cervello, che non è sotto comunicazione (solo) ormonale come pensato prima. Il neurotrasmettitore usato è il glutammato, e questo apre la porta ad un sacco di speculazioni.

Aggiornamento 5/10/2018

Per anni ci hanno detto di mangiare "tutto in moderazione", ma oggi si scopre che questo consiglio non aveva nessun supporto scientifico. Che vuol dire moderazione? Per qualcuno può essere una volta al giorno, per altri una volta a settimana, per altri ancora una al mese.
L'evidenza attuale, riportata da un'indicazione ufficiale della American Heart Association, dimostra che un'alta diversità di alimenti non significa maggiore salute né nutrizione ottimale. Anzi può significare introduzione di cibi poco sazianti che ci portano a mangiare di più, ridurre i nutrienti e favorire l'aumento di peso soprattutto negli adulti . In pratica è finita l'epoca di tutte le calorie sono uguali.

Quindi le nuove indicazioni si concentrano sul privilegiare i gruppi di alimenti ricchi di nutrienti (frutta e verdura, cereali integrali, latticini sgrassati, pollame e pesce, oli vegetali non tropicali) e ridurre cibi preparati e poveri di nutrienti, contenenti grassi saturi o peggio trans, sodio, carni rosse, dolci e bevande zuccherate.

Aggiornamento 21/11/2018

In ragazzi obesi, abbandonare le bibite gassate per 3 giorni porta a dei veri e propri sintomi da dipendenza e astinenza: mal di testa, diminuzione della motivazione al lavoro, umore depresso e scarsa capacità di concentrazione, desiderio di bevande zuccherate e valutazioni più basse del proprio benessere generale.

Aggiornamento 29/11/2018

In una revisione degli studi si conclude col consigliare di limitare il più possibile sia zuccheri aggiunti che dolcificanti artificiali. Il craving per il dolce ha probabili cause genetiche in una sottopopolazione di persone

Aggiornamento 26/12/2018

cibi spazzatura sono noti per indurre "reward", ossia stimolare il senso di ricompensa e quindi diventare una sorta di droga che dà dipendenza. In questo esperimento gli scienziati hanno mostrato che scrivere accanto alla foto del cibo il valore calorico riduce la capacità di attrarre, soprattutto tra le persone a dieta

https://www.facebook.com/IFeakingLoveScience/photos/a.456449604376056/2575862442434751/?type=3&theater

Aggiornamento 2/1/2019
Quando ingeriamo cibo palatabile, come il milkshake, il cervello ha 2 "botte" di dopamina: quando ingeriamo e quando il cibo raggiunge lo stomaco. Questo rilascio correla con la dipendenza da cibo

Aggiornamento 9/7/2019
Assumere attraverso l'alimentazione 15g di inulina al giorno migliora la sazietà, riduce il desiderio di snack dolci e salati, aumenta la proporzione di bifidobatteri. Unico problema il gonfiore riscontrato
Aggiornamento 31/8/2019
I topi obesi hanno minore risposta cerebrale al gusto, e questo li spinge a saziarsi di meno con lo stesso pasto rispetto ai magri e a mangiare di più
Aggiornamento 7/4/2020
L'intestino, attraverso il nervo vago, può dettare le preferenze alimentari nei neuroni dopaminergici
Aggiornamento 12/4/2020

Il microbiota influenza i gusti e il dispendio energetico tramite SCFA e neurotrasmettitori, che agiscono in particolare sul nervo vago, e può essere considerato un secondo cervello. Anche in questo modo possiamo utilizzarlo come arma contro l'obesità
Aggiornamento 17/4/2020

La preferenza per il gusto dolce è mediata anche dall'asse intestino-cervello



Aggiornamento 28/6/2020
Consumare Gymnema sylvestre, una pianta della tradizione ayurvedica, riduce il desiderio di zucchero e dolci, aumentando la soddisfazione che si ottiene da tali alimenti. Questo accade grazie alla "soppressione selettiva delle risposte gustative ai composti dolci senza influire sulla percezione di altri elementi gustativi", per cui ci si accontenta di porzioni inferiori.

Aggiornamento 10/4/2021

La leptina è un ormone, rilasciato dal tessuto adiposo, che dà sazietà e stimola la spesa energetica, quando funziona correttamente. Quando è presente ma funziona male, non bloccando l'appetito, si parla di resistenza leptinica. Si è scoperto un nuovo circuito attraverso cui agisce (indirettamente), nel nucleus accumbens, centro della ricompensa, bloccando i neuroni dopaminergici che stimolano la ricerca di cibo e il piacere del mangiare. Questo circuito può essere un target farmacologico nel dimagrimento e nell'anoressia

Aggiornamento 15/4/2021

La quantità di carboidrati nella dieta induce effetti potenzialmente clinicamente rilevanti sull'attività nelle regioni del cervello coinvolte nell'equilibrio energetico, nella ricompensa e nella dipendenza. In contesti non sperimentali, una maggiore attivazione dei segnali di ricompensa potrebbe stimolare l'assunzione di cibo "edonico", propagando cicli di eccesso di cibo che potrebbero impedire il mantenimento della perdita di peso a lungo termine. Questi risultati sollevano la possibilità che l'assunzione cronica di carboidrati stimoli le vie della ricompensa in una certa misura analogamente alle droghe d'abuso, suscitando comportamenti e risposte neurobiologiche che possono manifestarsi come "dipendenza da cibo". L'insulina gioca un ruolo importante nella stimolazione dei centri cerebrali, e per questo una dieta low-carb potrebbe ridurre questa dipendenza e favorire il mantenimento del peso perso.

Aggiornamento 1/8/2021

I meccanismi che stabiliscono le preferenze per macronutrienti e gusti, legati a esperienza e predisposizione. La larga disponibilità di cibo è una causa di obesità

Aggiornamento 12/2/2021

L'ipotalamo, e in particolare il nucleo arcuato, integra i sistemi neuroendocrino e autonomo e coordina le risposte metaboliche attraverso più tessuti (pancreas, tessuto adiposo, muscoli, fegato). Questi neurocircuiti chiave di regolazione dell'alimentazione si sovrappongono ai centri cerebrali coinvolti nella ricompensa correlata al cibo, come l'amigdala, lo striato e l'area tegmentale ventrale e aiutano a tradurre la regolazione omeostatica dell'alimentazione in un comportamento motivato, che determina la volontà di assumere un cibo e di essere dipendente da esso.
L'obesità altera la reattività ai segnali di feedback circolanti e la plasticità neurale dei neurocircuiti di regolazione dell'alimentazione, che porta a cambiamenti persistenti nell'equilibrio energetico e nel peso corporeo, favorendo un'eccessiva assunzione di alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti che impediscono di dimagrire.
La colecistochinina (CCK), un ormone intestinale, è particolarmente importante per i segnali di sazietà attraverso il nervo vago


Una regione del cervello chiamata amigdala è responsabile delle emozioni come la paura e l'ansia. "I ricercatori hanno scoperto che l'amigdala potrebbe anche essere una causa di eccessiva alimentazione.
I ricercatori hanno scoperto un gruppo di neuroni nell'amigdala che spinge i topi a mangiare cibi grassi o zuccherati, anche quando non hanno fame. Si potrebbero sviluppare terapie mirate a questi neuroni per avere nuovi trattamenti per l'obesità con effetti collaterali minimi.
Come la maggior parte delle persone, anche i topi tendono a trovare i cibi ricchi di grassi e zuccheri i più gustosi. Possono concedersi queste prelibatezze per piacere, piuttosto che per sopravvivenza. I neuroni studiati da Li e dai suoi colleghi innescano questo comportamento, chiamato alimentazione edonica.
Quando il team ha bloccato i neuroni specifici, i topi non sono stati attratti dai cibi grassi e zuccherati che li avevano tentati prima. "Hanno solo mangiato felicemente e sono rimasti in salute", afferma Li. "Non solo hanno smesso di ingrassare, ma sembravano anche essere molto più sani nel complesso". La disattivazione di questi neuroni riduce l'eccesso di cibo e protegge dall'obesità. Ha anche potenziato l'attività fisica degli animali, portando alla perdita di peso e a una migliore salute metabolica".
L'influenza dell'amigdala è particolarmente presente in caso di stress.

Aggiornamento 23/10/2022

Una regione del cervello chiamata amigdala è responsabile delle emozioni come la paura e l'ansia. "I ricercatori hanno scoperto che l'amigdala potrebbe anche essere una causa di eccessiva alimentazione.
I ricercatori hanno scoperto un gruppo di neuroni nell'amigdala che spinge i topi a mangiare cibi grassi o zuccherati, anche quando non hanno fame. Si potrebbero sviluppare terapie mirate a questi neuroni per avere nuovi trattamenti per l'obesità con effetti collaterali minimi.
Come la maggior parte delle persone, anche i topi tendono a trovare i cibi ricchi di grassi e zuccheri i più gustosi. Possono concedersi queste prelibatezze per piacere, piuttosto che per sopravvivenza. I neuroni studiati da Li e dai suoi colleghi innescano questo comportamento, chiamato alimentazione edonica.
"Anche se si suppone che l'animale smetta di mangiare perché è già pieno, se quei neuroni sono ancora attivi, può comunque spingere quegli animali a mangiare di più", osserva Li.
Quando il team ha bloccato i neuroni specifici, i topi non sono stati attratti dai cibi grassi e zuccherati che li avevano tentati prima. "Hanno solo mangiato felicemente e sono rimasti in salute", afferma Li. "Non solo hanno smesso di ingrassare, ma sembravano anche essere molto più sani nel complesso". La disattivazione di questi neuroni riduce l'eccesso di cibo e protegge dall'obesità. Ha anche potenziato l'attività fisica degli animali, portando alla perdita di peso e a una migliore salute metabolica".
L'influenza dell'amigdala è particolarmente presente in caso di stress.


Aggiornamento 5/2/2023

Quali sono i fattori che determinano la sazietà in una dieta che non considera le calorie?
I ricercatori ne hanno individuato alcuni: le proprietà sensoriali che influenzano la velocità di ingestione, il contenuto proteico e la densità energetica. Una veloce ingestione un'alta densità energetica (più calorie a parità di volume ingerito) sono associate a maggior quantità di calorie ingerite, mentre le proteine sono associate a maggiore sazietà e meno calorie ingerite. In pratica gli alimenti industriali con date caratteristiche di consistenza, presenza di sale, carboidrati, zuccheri e grassi riducono la sazietà e ci portano ad assumere più calorie di quelle che servono non favorendo la sazietà e nel lungo termine facilitano l'aumento di peso. L'uso invece di alimenti non processati e un corretto quantitativo proteico favoriscono la sazietà e un corretto introito energetico.

Aggiornamento 10/4/2023

La dipendenza da cibo può essere considerata, per caratteristiche, simile a quella da tabacco (compulsione, ricerca, trascurare il resto, difficoltà a fermarsi ecc.). Almeno nel breve termine, un approccio una dieta lowcarb fatta da cibi "veri" può ridurre la dipendenza, con buona pace di quelli "mangi un po' di tutto".

Aggiornamento 14/6/2023

Secondo una ricerca lo stress combinato con cibo spazzatura crea cambiamenti nel cervello che spingono a mangiare di più, aumentano il desiderio per dolci e altri alimenti altamente appetibili e favorendo l'aumento di peso.
Durante le fasi di stress nel cervello si bloccano alcune aree che regolano la ricompensa (reward), ossia il piacere che si trae da qualcosa (in questo caso dal cibo). In pratica dopo aver mangiato la fame non si placa e si ha necessità di più cibo per soddisfare le aree della ricompensa.
"Lo stress prevale sulla risposta naturale del cervello alla sazietà, portando a segnali di ricompensa continui che promuovono il consumo di cibi più appetibili. Ciò si è verificato in una parte del cervello chiamata habenula laterale, che quando attivata di solito smorza questi segnali di ricompensa.
Abbiamo dimostrato che lo stress cronico, combinato con una dieta ipercalorica , può guidare un'assunzione di cibo sempre maggiore, nonché una preferenza per cibi dolci e altamente appetibili, favorendo così l' aumento di peso e l'obesità. Questa ricerca evidenzia quanto sia cruciale una dieta sana durante i periodi di stress”.
Uno dei mediatori è l'ormone NPY, implicato sia nello stress che nella regolazione della spesa energetica e della fame. Tuttavia nei topi stressati che seguivano una dieta priva di confort-food non vi era preferenza per i cibi dolci, mostrando che una dieta sana può proteggere da questi meccanismi.

Aggiornamento 1/7/2023

Ottima review sulla percezione del gusto del grasso e le sue implicazioni.

"Sia il gusto che l'olfatto contribuiscono alla percezione del sapore. Lo screening del gusto e dell'olfatto è importante per la diagnosi precoce dei processi patologici e la gestione degli effetti avversi dei disturbi chemosensoriali. I grassi sono fonti di acidi grassi essenziali e sono importanti mediatori del bilancio energetico e dell'omeostasi cellulare. Sia gli animali che gli esseri umani mostrano una preferenza per i cibi ricchi di grassi. Oltre alla consistenza, il gusto e l'olfatto sono parte integrante della percezione del grasso. Gli attuali candidati per i recettori del gusto e dell'olfatto dei grassi sono CD36 e GPR120. La trasduzione del gusto grasso coinvolge la segnalazione di Ca2+ e cascate di messaggeri secondari, come le MAP chinasi. I polimorfismi genetici più frequentemente studiati associati alla chemosensazione dei grassi sono i polimorfismi CD36. Secondo quanto riferito, gli individui con obesità mostrano una disfunzione chemosensoriale dei grassi".

Aggiornamento 24/11/2023


Gli AGEs si formano con la cottura ad alte temperature, in particolare quando proteine e carboidrati sono presenti contemporaneamente (reazione di Maillard).
I ricercatori hanno dimostrato nel modello animale che la presenza di AGEs aumenta l'appetito per i cibi che li contengono, quindi soprattutto prodotti da forno, dolci e simili.
Questo succede perché alcuni geni favoriscono la dipendenza in modo da farci accumulare grasso da utilizzare nei periodi di carestia. In particolare la mutazione di un gene chiamato glod-4, implicato nella detossificazione, aumenta la dipendenza da AGEs.
Gli AGEs causano infiammazione e stress ossidativo che inducono danno alle arterie, ipertensione, malattie renali, cancro e problemi neurologici. La capacità di detossificare queste sostanze si riduce con l'età e favoriscono l'invecchiamento.
"Ci sono cose semplici che chiunque può fare per ridurre il carico di AGEs nel proprio corpo, ha affermato Kapahi, tra cui mangiare cereali integrali (la fibra aiuta a mantenere stabili i livelli di glucosio), cucinare con calore umido anziché secco (ad esempio, cuocere al vapore anziché friggere o grigliare) e l'aggiunta di acido durante la cottura dei cibi che rallenta la reazione che porta alla formazione di AGEs, per esempio il succo di limone".

Aggiornamento 25/1/2024

Uno studio su persone con malattia coronarica e stent (in pratica infartuati), una dieta a basso contenuto di AGEs (sostanze che si formano in cottura ad alte temperature, soprattutto se ci sono contemporaneamente carboidrati e proteine, per esempio nei fritti e nei prodotti da forno) ha ridotto il peso e la circonferenza addominale. Le calorie erano le stesse della dieta di controllo. L'effetto può essere dovuto alla stimolazione dell'appetito che inducono gli alimenti contenenti AGEs, insieme alla loro azione sull'insulinoresistenza, sistemica e ipotalamica, e sull'infiammazione. "Considerando il ruolo centrale dell’insulina nella regolazione del bilancio energetico e l’implicazione delle cascate proinfiammatorie nel mediare la disregolazione ipotalamica del bilancio energetico, la resistenza all’insulina e l’infiammazione possono rappresentare ulteriori potenziali meccanismi a supporto della capacità degli AGE di interrompere il controllo ipotalamico del bilancio energetico portando a aumento di peso corporeo". Anche l'appetito si riduce. Non si sono invece osservati particolari cambiamenti nel tessuto adiposo bruno.
L'effetto sul peso è confermato dal risultato di una metanalisi.