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domenica 28 febbraio 2016

Obesogeni e tessuto adiposo


"Il tessuto adiposo è un organo endocrino che risponde a miriadi di influenze. Una nuova revisione scientifica sostiene che gli "obesogeni ambientali" (interferenti endocrini) - pesticidi, sostanze inquinanti, plastificanti, ecc - possono avere influenze sul nostro peso corporeo e sulle malattie croniche, specialmente se l'esposizione avviene nelle prime fasi di vita. Gli autori sostengono che il principio di precauzione richiede azioni per ridurre l'esposizione della popolazione".

David Ludwig, medico ad Harvard
Aggiornamento 9/11/2017
Dalla pagina Facebook del dott. Ludwig:
"Una nuova ricerca rivela che il tributilstagno agisce come interferente endocrino e causa aumento di peso creando nuove cellule adipose. Anche gli ormoni stimolati dal cibo (in particolare l'insulina) possono influenzare lo sviluppo delle cellule di grasso, fornendo una base per comprendere i danni metabolici dei carboidrati raffinati, andando oltre il solo contenuto calorico".
La ricerca fa luce su come le sostanze chimiche che interferiscano con il sistema endocrino, come il TBT, possono riprogrammare il destino delle cellule staminali

Aggiornamento 21/2/2018

Il thimerosal viene indicato come obesogeno da alcuni ricercatori. Non è più presente nei vaccini (tranne quello influenzale, pare) da molti anni, almeno nel mondo occidentale.

Aggiornamento 23/9/2018
Anche i sostituti del BPA, come il BPS o il difenilsulfone, possono creare problemi riproduttivi negli animali da esperimento.
Serviranno altri esperimenti per capire gli effetti a lungo termine di decine di sostanze chimiche artificiali, nel mentre, consigliano gli studiosi, "con o senza BPA, i contenitori di plastica che hanno segni di danneggiamento o che sono vecchi non possono essere considerati sicuri".

Aggiornamento 25/9/2018

Quando la smetteremo di sterilizzare tutto? I bambini hanno necessità di venire in contatto con un po' di sporco per "educare" il sistema immunitario.
In uno studio canadese, i bambini che vivevano in case con maggiore uso di disinfettanti avevano maggiore rischio di essere in sovrappeso a 3 anni. Questi prodotti infatti alteravano il microbiota intestinale, e potrebbero essere considerati "obesogeni". Inoltre essendo molecole particolari potrebbero anche essere interferenti endocrini
Aggiornamento 6/1/2019
Interessante articolo del Fatto Alimentare sugli interferenti endocrini, e su quanto sia difficile evitarli. Si sta comunque cercando di ridurne l'uso soprattutto nei bambini
Aggiornamento 1/2/2019
La pubertà precoce nelle donne è associata a più alti tassi di obesità, malattie cardiovascolari, sindrome dell'ovaio policistico e alcuni tipi di cancro (seno). Da alcuni anni si è verificato un aumento di menarca precoce, e gli scienziati pensano sia dovuto a fattori ambientali come gli interferenti endocrini.
"L'esposizione a determinate sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino nel nostro ambiente può essere un fattore significativo". ha detto la prof Harley. La sua ricerca presso l'Università della California ha dimostrato che le figlie di madri con alti livelli di dietil-ftalato, triclosan, fenoli e parabeni nei loro corpi durante la gravidanza sono entrati nella pubertà prima dei loro coetanei. Queste sostanze chimiche si trovano comunemente in una vasta gamma di cosmetici, dentifrici, saponi e altri prodotti per la cura personale.
Il mio consiglio è sempre di evitare cosmetici che presentano questo tipo di sostanze chimiche di sintesi, e vivere in maniera più vicina alla natura.
Mi preoccupa vedere persone più turbate da sostanze naturali come l'Amanita muscaria, il pesce palla velenoso, gli scorpioni e i morsi dei cobra (che hanno morbilità quasi 0) che da queste sostanze artificiali, tuttavia esistono anche sostanze naturali che funzionano da interferenti endocrini, e sono da evitare in gravidanza, come il tea tree oil o la lavanda.
Aggiornamento 15/4/2019
Nel modello animale il chlorpyrifos, che spesso si trova come residuo negli alimenti (secondo l'EFSA è uno dei pesticidi che più frequentemente supera la dose acuta di riferimento nei prodotti alimentari)induce permeabilità intestinale, alterazione della flora e, mediante la risposta infiammatoria, insulino-resistenza, e i topi che lo assumono ingrassano.
Gli autori concludono con "i nostri risultati suggeriscono che l'uso diffuso di pesticidi può contribuire all'epidemia mondiale di malattie legate all'infiammazione e obesità". 

Tra le cause a volte tralasciate di obesità e sovrappeso, obesità monogenetica o sindromica, ipotiroidismo, sindrome di Cushing (ciclica), sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), ipogonadismo, deficit dell'ormone della crescita e obesità ipotalamica (secondaria anche a traumi cranici, chirurgia o radioterapia cranica). "I sintomi di allarme più importanti per l'obesità genetica sono l'obesità ad esordio precoce, le caratteristiche dismorfiche/malformazioni congenite con o senza deficit cognitivo, problemi comportamentali, iperfagia e/o storia familiare. È importante valutare anche i fattori che contribuiscono maggiormente all'aumento di peso, compresi i farmaci (principalmente psichiatrici, cortisonici, insulina e β-bloccanti), abitudini e qualità del sonno, diete abbandonate ed effetto yoyo, smettere di fumare e alcolismo".

Aggiornamento 5/5/2019

Un articolo sul legame tra interferenti endocrini e obesità infantile

Aggiornamento 12/5/2019

Nonostante la FDA continui a ritenere sicure le dosi comuni di esposizione, gli effetti negativi del BPA sono osservati a dosi 20 mila volte inferiori

Aggiornamento 18/6/2019

Secondo una stima ingeriamo ogni settimana 5g di plastica. Acqua, birra e molluschi gli alimenti più ricchi. Ringraziate gli sporcaccioni che gettano rifiuti dappertutto. La plastica agisce da interferente endocrino e immunitario, non stupitevi se certe malattie sono in aumento.

Aggiornamento 19/7/2019

Ormai è noto il ruolo delle sostanze inquinanti nell'indurre insulinoresistenza e ridurre la capacità del grasso bruno (BAT) di ossidare i grassi, inducendo aumento di peso e diabete.
Paradossalmente esistono inquinanti, i PFO, che possono anche aumentare la capacità ossidativa del BAT e sono associati con minor rischio di sovrappeso.
Aggiornamento 21/7/2019

Oltre ai noti EDC, interferenti endocrini, definiti come "sostanze chimiche esogene, o miscela di sostanze chimiche, che possono interferire con qualsiasi aspetto dell'azione ormonale", esistono anche gli MDC, metabolic disrupting chemicals, sostanza capaci di interferire con l'azione dei mitocondri, riducendo capacità di produzione energetica, duplicativa, e aumentando lo stress ossidativo (produzione di ROS).


Sono sia sostanze naturali (soprattutto metalli come cadmio e arsenico) che sintetiche, come pesticidi (tra cui il famoso chlorpyrifos), tributilstagno, BPA, atrazina, PFO, ftalati, diossine ecc.
Queste sostanze causano diabete interferendo con la normale bioenergetica dei mitocondri.
Aggiornamento 1/8/2019
Le persone con sensibilità al mercurio che rimuovono le otturazioni in amalgama hanno riduzione degli anticorpi contro la tiroide. Anche il BPA (bisfenolo A) può determinare aumento degli anticorpi
Il BPS che ha sostituito il BPA potrebbe stimolare l'obesità anche più del BPA.
Aggiornamento 2/10/2019
Alcuni batteri sembrano in grado di degradare i pericolosi perfluoroalchilati (PFOA e PFAS), sostanze chimiche molto persistenti, che di recente hanno inquinato le falde venete.
Aggiornamento 13/10/2019
Nel modello animale l'esposizione alle microplastiche di polistirene (quello che chiamiamo comunemente polistirolo) altera il microbiota intestinale e le funzioni epatiche.
Aggiornamento 21/10/2019
Un sostituto del BPA, detto bisfenolo AF, provoca infiammazione negli adipociti umani in coltura, dimostrando potenzialità di favorire l'aumento di peso
Aggiornamento 17/11/2019
Un nuovo documento di consenso sugli interferenti endocrini che chiarisce i loro meccanismi d'azione e mette in guardia per la loro pericolosità.
Aggiornamento 25/11/2019
Gli omega 3 favoriscono la maturazione degli adipociti e così lo sviluppo di un fenotipo metabolicamente più sano, perché più cellule adipose piccole sono meglio di poche grandi, a parità di quantità di adipe.
Aggiornamento 9/12/2019

I livelli di BPA ai quali siamo esposti sono probabilmente molto sottostimati.

Aggiornamento 14/2/2020
L'uso di cosmetici contenenti parabeni in gravidanza si associa a maggior peso nella prole, sia nel modello animale che nelle osservazioni sugli uomini. Questo accade influenzando i centri della fame
Aggiornamento 20/5/2020
Gli obesogeni, sostanze che favoriscono l'accumulo di peso, lo fanno alterando l'omeostasi lipidica, in particolare favorendo la sintesi dei grassi. L'accumulo può essere favorito anche nel fegato (steatosi). L'energia che si sarebbe dovuto spendere, viene stipata, senza nessuna violazione delle leggi termodinamiche. PFO, BPA, tributilstagno, ftalati, o anche di origine naturale come genisteina o dietilstilbestrolo sono i più noti.
Aggiornamento 31/5/2020
Alcune sostanze hanno effetto negativo sul microbiota. Tra di esse, molti farmaci (antibiotici ovviamente, antiacidi ecc), metalli pesanti (mercurio, arsenico), pesticidi (che in alcuni casi si ritengono sicuri perché non colpiscono vie metaboliche dei mammiferi, ma quelle microbiche sì!), dolcificanti artificiali, il triclosan (usato nei saponi antibatterici), la nicotina (tabacco). Il danno avviene mediante alterazione dei metaboliti batterici e biliari, soprattutto SCFA, interferendo su umore, rischio cardiovascolare (TMAO), mediante perdita di specie batteriche utili (aumento del rischio di malattie intestinali) e mediante alterazione del bilancio energetico, favorendo l'aumento di peso. Per ripristinare il microbiota, sono a disposizione trapianto fecale (ancora in sperimentazione), probiotici e prebiotici. Il loro successo dipende anche dalle condizioni iniziali.
Aggiornamento 19/1/2021

I pesticidi sono obesogeni e si dovrebbe applicare il principio di precauzione visto i dubbi sui loro effetti nel mondo reale


Aggiornamento 17/2/2021

La plastica che purtroppo ingeriamo ha effetti tossici, che dipendono anche dalle dimensioni (micro o nanoplastiche).
"... Le vie principali che sono disturbate dall'esposizione alle microplastiche sono la biosintesi degli acidi grassi insaturi e il metabolismo dell'acido linoleico, invece il metabolismo degli aminoacidi non appare disturbato ..." "... [Mentre] l'esposizione alle nanoplastiche ha interferito con il metabolismo di alanina, acido aspartico e acido glutammico ...", riducendo la produzione di glutatione e altri enzimi antiossidanti così aumentando lo stress ossidativo.
In particolare le microplastiche disturbano la flora intestinale e il metabolismo epatico, mentre le nanoplastiche oltrepassano la pelle e la barriera ematoencefalica, disturbando le membrane lipidiche, la formazione dei neonati e creando infiammazione.

Aggiornamento 30/8/2021

Il clorpirifos, un pesticida vietato in Europa ma usato in deroga in Italia, può favorire l'aumento di peso. Nei topi una dose di comune esposizione (2mg/kg) promuove obesità, steatosi epatica e insulinoresistenza, se combinata a una dieta ad alto contenuto di grassi. In una dieta lowfat questo non succede, probabilmente per una questione di lipofilia della sostanza e perché favorisce l'indirizzamento dei grassi nelle cellule adipose.
L'effetto è mediato sia da un aumento dell'appetito che da una riduzione della termogenesi del tessuto adiposo bruno.
"Il grasso bruno è la fornace metabolica del nostro corpo, brucia calorie, a differenza del grasso normale che viene utilizzato per immagazzinarle. Questo genera calore e impedisce che le calorie si depositino sui nostri corpi come normale grasso bianco. Sappiamo che il grasso bruno si attiva durante il freddo e quando mangiamo", ha affermato l'autore dello studio Gregory Steinberg, professore di medicina e condirettore del Center for Metabolism, Obesity, and Diabetes Research presso McMaster.
"I cambiamenti dello stile di vita relativi alla dieta e all'esercizio fisico raramente portano a una perdita di peso prolungata. Riteniamo che parte del problema possa essere questo intrinseco rallentamento della fornace metabolica da parte del clorpirifos".
Steinberg ha affermato che al clorpirifos bastebbe inibire l'uso di energia nel grasso bruno di 40 calorie al giorno per innescare l'obesità negli adulti, il che si tradurrebbe in un aumento di peso di 2,5kg in più all'anno.
Insomma potrebbe essere uno dei responsabili del metabolismo lento.

Aggiornamento 20/9/2021

Numerose società scientifiche (Endocrine SocietyAmerican Academy of PediatricsInternational Federation of Gynecology and ObstetricsOMS ) si sono pronunciate sulla riduzione dell'esposizione di sostanze (interferenti endocrini) che causano problemi alla tiroide o altri organi endocrini.
La tiroide del nascituro non funziona fino alla metà del secondo trimestre di gravidanza, per cui lo sviluppo fetale dipende esclusivamente dagli ormoni tiroidei materni. In questa fase è per questo importante che la mamma abbia una tiroide in perfetto stato.
Pesticidi, bisfenolo, ftalati, PFAS e ritardanti di fiamma possono alterare la funzione tiroidea e, se questo avviene in gravidanza, si possono indurre deficit cognitivi.
Tiocianati (sigarette) e perclorati (plastiche) interferiscono col trasporto dello iodio.
"Se così tante sostanze chimiche alterano l'asse tiroideo, perché non ne abbiamo sentito parlare alla facoltà di medicina? Un tempo pensavamo che "la dose fa il veleno", nel senso che la quantità di esposizione è importante quanto la natura della sostanza. Questo detto è attribuito al filosofo svizzero del XVI secolo Paracelso. Ma la scienza ha mostrato centinaia di esempi in cui questo paradigma ha fallito. È ormai chiaro che bassi livelli di esposizione possono avere effetti significativi quando si verificano nei momenti sbagliati dello sviluppo cerebrale, con gli effetti maggiori ai livelli più bassi. La nozione di epigenetica non esisteva ai tempi di Paracelso.
[…]
Dopo un decennio di dispute e resistenze industriali, l'EPA ha finalmente bandito dal cibo uno dei noti pesticidi che alterano la tiroide, il clorpirifos. Il ritardo della politica è stato costoso e inutile; studi risalenti ai primi anni 2000 avevano identificato serie preoccupazioni sull'alterazione dell'ormone tiroideo e dello sviluppo del cervello nei bambini.
Abbiamo recentemente stimato che i pesticidi organofosfati come il clorpirifos hanno rappresentato circa 594 miliardi di dollari di costi sociali, tra cui l'assistenza sanitaria e l'istruzione aggiuntive, tra il 2001 e il 2016. Sebbene la legge sul controllo delle sostanze tossiche ora richieda test di sicurezza delle sostanze chimiche prima che vengano introdotte nel mercato, rimangono gravi lacune nei requisiti di sicurezza per gli additivi alimentari che interferiscono con l'ormone tiroideo.

Allora, cosa dobbiamo fare?

Ci sono passaggi sicuri e semplici per ridurre l'esposizione a queste sostanze chimiche che alterano la tiroide. Li abbiamo già descritti in precedenza, ma vale la pena ripeterli:

Apri le finestre e usa uno straccio bagnato per rimuovere i residui di polvere che accumulano sostanze

Sostituire le pentole antiaderenti con acciaio inossidabile o ghisa

Mangia biologico

Evita i cibi in scatola

Riduci l'uso di plastica

Aggiornamento 12/10/2021

L'esposizione agli ftalati presenti nella plastica, purtroppo anche nelle confezioni dei cibi, è legata a incrementata mortalità per tutte le cause e in particolare cardiovascolare. La stima negli USA è di almeno 90 mila morti all'anno, la perdita economica di almeno 40 miliardi di dollari: è necessario urgentemente regolamentare la loro presenza. Uno dei meccanismi è la riduzione del testosterone nell'uomo.


Aggiornamento 31/10/2021

I perfluorocarburi sono sostanze usate nelle vecchie pentole antiaderenti e in alcuni tessuti sintetici. I noti PFOS, PFOA ecc. sono loro derivati, molto durevoli e quindi rimangono nell'ambiente per decenni.
La loro presenza nel corpo influenza il metabolismo energetico e favorisce l'accumulo di grasso in diversi modi.
Attivano i PPARγ, stimolando la proliferazione e la maturazione dei preadipociti e degli adipociti.
Alterano la funzione tiroidea. Inibiscono la degradazione del cortisolo, lasciandolo più a lungo in circolazione.
L'effetto è peggiore se il contatto avviene nella vita intrauterina o nei primi anni di vita.
Il BPA invece agisce attivando il recettore per gli estrogeni α e aumentando la sintesi dei glucocorticoidi. Alterano inoltre l'espressione genica dei mitocondri.
Questi interferenti endocrini sono tra le cause dell'epidemia di obesità.

Aggiornamento 5/2/2022

Il tessuto adiposo può diventare un deposito di sostanze tossiche lipofile, come diossine, PCB, polibrominati ecc.
Le sostanze si bioaccumulano nel tessuto adiposo, impedendo di fare danni in altri distretti, ma allo stesso tempo danneggiano il metabolismo del tessuto.
Inoltre quando vengono rilasciati (per esempio durante il dimagrimento) possono ridurre la salute. Non si sa se la velocità di dimagrimento influenzi la salute.
Il loro tasso è proporzionale al rischio di obesità e diabete. La perturbazione del metabolismo avviene tramite interazione coi recettori per gli arili, PPARγ, per gli estrogeni e per gli ormoni tiroidei.

Aggiornamento 2/7/2022

I valori plasmatici di perfluoroalchili (PFAS), sostanze chimiche che non si degradano e contaminano l'acqua potabile, sono associati ad aumentato rischio di diabete nelle donne.
Tra di loro hanno anche un effetto sinergico, ossia si potenziano se vengono introdotti i diversi tipi. Il motivo potrebbe essere la loro somiglianza strutturale con gli acidi grassi.
Evitarli o diminuire l'introduzione ridurrebbe l'incidenza di diabete in modo significativo.
Le principali fonti sono acqua e cibo contaminati (pesce soprattutto), le vecchie pentole antiaderenti, alcuni contenitori di cibi come quelli del fast-food, pellicola, pop-corn per il microonde), moquette e tappezzeria antimacchia, abiti impermeabili, alcuni cosmetici e prodotti per l'igiene.

Aggiornamento 18/5/2023

(Finalmente) gli scienziati sono preoccupati dall'effetto dei disinfettanti per le mani. Non si conosce la reale efficacia, fanno male all'intestino, alla pelle, ai polmoni, al sistema immunitario, al sistema riproduttivo, al microbiota, creano problemi allo sviluppo, al metabolismo energetico, creano resistenza microbica, inquinano e finiscono nella catena alimentare.

Aggiornamento 21/10/2023

Una delle cause di livelli alti di colesterolo e trigliceridi potrebbe essere la presenza di inquinanti come i PFAS nel sangue. Queste sostanza interferiscono con l'ingresso nelle cellule del colesterolo, che così rimane nel sangue.

Aggiornamento 4/2/2024

Un modello complesso ma interessante sull'obesità riunifica i principali (carboidrati-insulina e bilancio energetico) integrando anche quello redox e quello degli obesogeni. Il risultato è uno sguardo da molti punti di vista che può spiegare meglio l'epidemia di obesità non solo come un eccessivo introito di calorie ma anche come un forzato deposito di nutrienti influenzato da fattori che causano scarsa propensione ad ossidare, in particolare legato (anche) alla presenza nel cibo o comunque all'esposizione a sostanze che modulano il bilancio energetico influenzando il metabolismo del tessuto adiposo (funzione, localizzazione, numero e grandezza degli adipociti). L'eccesso di radicali liberi (ROS) invece ostacola il lavoro dell'ipotalamo, che gestisce fame, sazietà e consumi.
"Forniamo un modello integrato in grado di spiegare la programmazione e gli effetti dello sviluppo nel corso della vita e delle generazioni, un set point metabolico alterato, alterazioni nell'efficienza mitocondriale e segnali attraverso i tessuti metabolici che trasmettono uno stato nutrizionale modificato. La nostra proposta non prevede che l'esposizione agli obesogeni di per sé sia l’unica causa della pandemia di obesità ma che, attraverso gli effetti sull’espressione genetica e sui ROS, gli obesogeni alterano la funzione dei tessuti metabolici in modo tale che le persone siano più sensibili all’aumento di peso indotto dalla dieta e meno sensibile alla perdita di peso.
L’accettazione di questo modello integrato si concentrerà sulla prevenzione dell’obesità riducendo l’esposizione agli obesogeni in utero, nei primi anni di vita e per tutto l’arco della vita. Questi includono mangiare cibi biologici freschi, evitare il cibo ultraprocessato, evitare la plastica per conservare o riscaldare gli alimenti, utilizzare prodotti senza profumo, evitare pentole antiaderenti e utilizzare acqua potabile purificata (per i dettagli, vedere www.ewg.org). In definitiva, saranno necessarie azioni normative e politiche per ridurre la produzione di sostanze chimiche obesogene".

lunedì 15 febbraio 2016

Colazione: altre prove della sua importanza



I diabetici che non fanno colazione hanno una glicemia più alta dopo pranzo. Insomma non basta un taglio calorico per migliorare il profilo glicemico, come dicono tanti, ma il fatto di non fare colazione aumenta gli ormoni dello stress riflettendosi così sulla glicemia. Questo effetto è chiamato "second meal effect", ossia un pasto (in questo caso il non pasto) influenza la risposta metabolica di quello successivo.

La nutrizione non è una materia semplice, non ci si deve fermare alle semplici percentuali di nutrienti senza considerare gli effetti metabolici che hanno quei nutrienti.



Aggiornamento 21/12/2016

L'inflessibilità metabolica, la difficoltà nel passare dall'ossidazione dei carboidrati a quello dei grassi, tipico di chi abbia alterazioni metaboliche come iperinsulinemia, sedentarietà, pregresso dimagrimento, saltare la colazione, aumenta l'importanza dell'indice glicemico. In questi casi è più facile accumulare il grasso perché una scarsa massa magra non "tampona" le calorie di troppo, e il partizionamento dei nutrienti viene diretto verso l'immagazzinamento dei lipidi.

Aggiornamento 8/2/2017

Per la prima volta una società scientifica, quella dei cardiologi americani, si spinge a dare indicazioni non sulla qualità e quantità dei cibi, ma sull'"ordine" dell'alimentazione. La posizione consiglia di evitare di saltare i pasti, la colazione in particolare, mangiare disordinato, evitare lo spiluccamento, fare un lungo digiuno notturno, utilizzare cibi salutari per gli snack. Approva inoltre il digiuno alternato. Tutte queste pratiche solo viste come preventive delle malattie cardiovascolari.

Aggiornamento 8/5/2017

Fare colazione a casa si associa a minor probabilità di recuperare il peso perso dopo la dieta

Aggiornamento 13/7/2017

Una colazione lowcarb può aiutarvi a essere una persona più tollerante. In questo esperimento le persone sono state divise in 2 gruppi. Nel gruppo delle persone con un'alta introduzione di carboidrati si tendeva a dare delle punizioni più severe rispetto al gruppo con una più alta introduzione di proteine e grassi. Il cibo è in grado di influenzare la biochimica e le funzionalità cerebrali.

Aggiornamento 6/7/2017

Saltare un pasto ogni tanto non sembra legato ad una riduzione del dispendio energetico, ma saltare la colazione aumenta la predisposizione al diabete anche senza aumento di peso

Aggiornamento 28/8/2017

Nello studio AHS2 fare colazione e pranzo molto abbondanti e poi saltare o fare una cena leggera è associato ad un peso migliore

Aggiornamento 4/10/2017

Chi non fa colazione ha rischio più alto di aterosclerosi, indipendentemente da altri fattori di rischio.

Aggiornamento 12/10/2017

Cosa succede se 2 gruppi di diabetici mangiano le stesse calorie giornaliere, ma uno dei 2 non fa colazione? Chi la salta avrà glicemie dopo i pasti molto più alte, a causa della riduzione di un importante ormone, GLP1

Update 7/12/2016

Che succede a chi fa un'abbondante colazione ogni giorno? Cambia l'espressione dei geni e il corpo attiva il metabolismo, riducendo l'accumulo di grasso (si riduce l'insulina). Questo capita sia nei normopeso che negli obesi. Le calorie non sono tutte uguali durante la giornata.
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Physiology
"Il consumo della colazione ha aumentato l'apporto calorico totale nelle persone magre", afferma l'autore principale Javier Gonzalez, "ma questo è stato compensato dalla stimolazione del dispendio energetico tramite attività fisica nelle persone magre". Ancora più importante, fare colazione diminuiva l'attività dei geni coinvolti nella resistenza all'insulina e aumentava la quantità di zucchero che le cellule riuscivano a togliere dal sangue, il che poteva potenzialmente proteggere dal diabete e da altre malattie croniche nel tempo.
Il digiuno, nel frattempo, sembrava aumentare l'attività dei geni associati all'infiammazione, ma solo nelle persone con obesità. "Pertanto, le linee guida per il consumo della colazione dovrebbero forse differire a seconda che le persone siano magre o obese", afferma Gonzalez. Sono necessarie ulteriori ricerche, aggiunge, prima che tali raccomandazioni possano essere fatte.
Update 10/12/2016

Il consumo della colazione influisce notevolmente sull'espressione dei "geni orologio", quelli che si attivano ad una precisa ora del giorno (ritmi circadiani).
La colazione saltata influisce negativamente sull'espressione di questi geni ed è correlata con l'aumento della risposta glicemica postprandiale sia in individui sani che in individui con diabete.
"Una corretta assunzione temporale dei pasti, come consumare la colazione prima delle 9:30, potrebbe portare a un miglioramento dell'intero metabolismo del corpo, facilitare la perdita di peso e ritardare le complicanze associate al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi legati all'età".

Aggiornamento 8/5/2018

Un ulteriore studio conferma l'importanza della colazione, anche se non è chiaro se riduca il rischio di aumento di peso perché si riduce l'introito calorico totale o perché le calorie vengono distribuite in maniera più bilanciata

Aggiornamento 7/6/2018

Il digiuno intermittente, nelle sue diverse opzioni, si conferma avere un'interessante prospettiva nei confronti del diabete. In questo studio le persone non hanno ridotto le calorie, ma la finestra di alimentazione, facendo colazione, pranzo e cena in 6 ore, e digiunando per le altre 18. i ricercatori hanno descritto questo tipo di alimentazione come "allineata ai ritmi circadiani del corpo", e il risultato è stato di migliorare i parametri metabolici (infiammazione, insulina, glicemia, stress ossidativo, pressione sanguigna). Chi invece ha praticato la stessa finestra di alimentazione di sera o ha cenato tardi non ha avuto vantaggi, ma ha anche peggiorato la situazione in qualche caso, evidenziando una volta di più l'importanza della colazione.

Aggiornamento 17/11/2018

In un piccolo studio di 8 settimane, a parità di calorie chi ha assunto pochi carboidrati a colazione è dimagrito 3,5kg in più. Questo potrebbe essere dovuto al prolungamento dell'ipoinsulinemia (insulina bassa) in seguito al digiuno notturno.
Aggiornamento 1/2/2019

Secondo una revisione sistematica la colazione non è protettiva né va consigliata per dimagrire: gli studi però sono di scarsa qualità e brevi. Non condivido.

Aggiornamento 24/2/2019

Chi assume più calorie nella prima parte della giornata è più magro, soprattutto se è attivo al mattino. Viceversa chi le assume in maggioranza alla sera ed è attivo nella seconda parte ha maggior rischio di sovrappeso. Carboidrati e proteine alla sera sono più legati all'aumento di peso dei grassi.
Aggiornamento 4/3/2019
Negli USA hanno fatto fare colazione in classe per promuoverla e ridurre l'obesità... solo che i bambini sono ingrassati! Forse perché facevano colazione con cereali raffinati e dolci?

Aggiornamento 21/4/2019
La colazione con le uova (non di Pasqua ovviamente) e una fonte di grassi riduce la glicemia post colazione nei diabetici in confronto ad una colazione classica con le stesse calorie (di cui il 55% da carboidrati)
Tra le persone che hanno un infarto, quelli che non fanno colazione e cenano tardi hanno 5 volte il rischio in più che l'infarto sia fatale o di avere un nuovo infarto entro un mese.
Aggiornamento 24/4/2019
Non fare colazione sembra aumentare il rischio cardiovascolare, in particolare di ictus. Però.... chi non fa colazione spesso ha anche altri comportamenti pericolosi, farla raramente non sembra aumentare il rischio, e soprattutto sembra più importante ciò che si mangia.

Aggiornamento 2/5/2019

Nei giorni scorsi ha fatto notizia una revisione degli studi secondo cui non vi era evidenza che la colazione aiutasse a dimagrire, ma che anzi saltarla fosse una buona cosa per dimagrire. La giornalista scientifica Rita Rubin ha fatto chiarezza, evidenziando che solo 2 studi su 12 hanno avuto una durata di 3 mesi, il tempo minimo necessario per stabilire un esito a lungo termine. Inoltre un recente lavoro ha messo in evidenza come conti anche ciò che si mangia, e non solo se si fa colazione o no. "Semplicemente non abbiamo prove sufficienti per sostenere o rifiutare l'idea se la colazione influenzi il peso corporeo", ha detto. "Detto questo, ci sono sempre più prove a supporto degli effetti positivi della colazione sui risultati correlati alla gestione del peso, inclusi il controllo dell'appetito, il desiderio di cibo, la sazietà e l'utilizzo degli spuntini". Inoltre il lavoro non teneva conto della composizione corporea, quindi non si capiva se saltando la colazione si perdevano muscoli o grasso.

Aggiornamento 12/5/2019

L’alternanza di digiuno e alimentazione è controllata da una complessa rete di connessioni cerebrali, segnali ormonali e sensori di nutrienti che coinvolge gli “orologi” periferici e cerebrali: il principale si trova nel nucleo soprachiasmatico (SCN), i secondari in altre parti del corpo. L’alterazione dei normali ritmi di alimentazione è legata a problemi metabolici. Limitare i tempi dell'assunzione di cibo - anche in caso di dieta sbilanciata - alla normale “fase attiva” (cioè di giorno, con la luce del sole) riduce i disturbi metabolici.
Di regola, mangiare durante la normale fase attiva e abbinare una colazione abbondante e un pranzo con una piccola cena risulta benefico per la salute metabolica.
Tenere conto dei tempi di assunzione del cibo può anche essere utile per migliorare le strategie di perdita di peso. Ad esempio, l'efficacia della perdita di peso durante la dieta è migliorata nelle persone che pranzano intorno a mezzogiorno rispetto a coloro che lo fanno più tardi nel pomeriggio.

Aggiornamento 13/5/2019

Usare l'avocado in sostituzione della fonte glucidica a colazione aumenta la sazietà agendo sugli ormoni PYY e insulina

Aggiornamento 28/7/2019
Lo sport "salto della colazione" si conferma associato ad aumento di peso negli adolescenti, anche in caso di adeguato sonno
Aggiornamento 27/10/2019
Secondo una revisione degli studi, il digiuno intermittente "migliora significativamente il controllo glicemico e la resistenza all'insulina con una riduzione del peso, del livello di leptina e un aumento della concentrazione di adiponectina nella popolazione generale senza malattia metabolica cronica" rispetto alla semplice restrizione calorica. È importante notare inoltre l'importanza del "timing": infatti saltare la colazione è associato ad aumento degli ormoni dello stress, condizione che può aumentare la perdita di massa magra e il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 3/11/2019
Alcuni geni aumentano il rischio che a una persona piaccia saltare la colazione, e preferire mangiare nella seconda parte della giornata. Queste persone hanno comunque aumentato rischio di obesità

Aggiornamento 11/11/2019
Chi fa pranzo grande e cena ridotta perde più peso. Il paper non appare rintracciabile 😓

Aggiornamento 21/11/2019
Mangiare soprattutto la sera si lega a scarsa salute cardiovascolare nelle donne

Aggiornamento 22/11/2019

Fare colazione tra i ragazzi di 16-18 anni aumenta la possibilità di conseguire il diploma. Non si tratta di uno studio controllato quindi ha un valore relativo, comunque diversi studi hanno sempre messo in evidenza che chi non fa colazione ha peggiori performance scolastiche

Aggiornamento 4/12/2019

Mangiando le stesse calorie, ma seguendo i ritmi circadiani (e quindi con una colazione ricca in carboidrati e solo 3 pasti al giorno contro 6) si è portato alcuni diabetici a un migliore controllo glicemico e dimagrimento con dimezzamento delle unità di insulina.

Aggiornamento 21/2/2020
Non tutte le calorie sono uguali. Fare una colazione abbondante porta a una maggiore termogenesi indotta dalla dieta (2,5 volte più alta) rispetto a una cena abbondante, a parità di calorie introdotte durante il giorno. Vi è quindi un consumo più alto. Inoltre una colazione scarsa aumenta l'appetito durante il giorno e la voglia di dolci.
"Una colazione abbondante dovrebbe quindi essere preferita alla cena abbondante per prevenire l'obesità e i picchi elevati di glicemia anche in condizioni di dieta ipocalorica".

Aggiornamento 2/3/2020

Mangiare dopo cena riduce e ritarda l'ossidazione lipidica notturna e facilita la deposizione di grasso. La colazione ha effetto opposto.

Aggiornamento 26/8/2020

Ancora oggi si sentono "esperti" che dicono che la distribuzione calorica durante la giornata non conta, ma solo la quantità totale. Prendiamo questo esempio: donne normopeso con ovaio policistico (PCOS), divise in 2 gruppi. Un gruppo mette la maggior parte delle calorie a colazione (BF), l'altro a cena. Il primo ha una riduzione di glicemia e insulina del 7 e del 54% rispettivamente. Il testosterone si dimezza e la SHBG aumenta del 105%. Queste variazioni, tutte positive, non si sono osservate nell'altro gruppo. "Inoltre, le donne nel gruppo BF avevano un aumento del tasso di ovulazione. Nelle donne magre con PCOS, un elevato apporto calorico a colazione con un ridotto apporto a cena si traduce in migliori indici di sensibilità all'insulina e ridotta attività del citocromo P450c17α, che migliora l'iperandrogenismo e migliora il tasso di ovulazione".

Aggiornamento 9/10/2020

Mangiare a ritmi sregolati, prevalentemente nella seconda parte della giornata e non in maniera allineata coi ritmi circadiani facilita l'aumento di peso. Come?
🎯 Cambiamenti negli ormoni dell'appetito che aumentano l'assunzione di cibo
🎯 Utilizzo alterato di carboidrati e grassi
🎯Ridotto consumo calorico indotto dalla dieta nei pasti serali rispetto ai pasti mattutini
🎯 Ridotta sensibilità all'insulina
🎯 Scelte di cibo scadenti
In disaccordo con la teoria secondo cui tutte le calorie sarebbero uguali, "i risultati indicano che l'ora dei pasti e la distribuzione dell'apporto calorico durante la giornata possono essere considerazioni importanti per la gestione del peso, insieme a caratteristiche dietetiche tradizionali come l'assunzione di energia e la composizione della dieta".


Aggiornamento 12/1/2021

Secondo una revisione degli studi la restrizione alimentare, intesa come alimentazione in un periodo ristretto, tenendo conto della cronobiologia, può dare vantaggi a livello metabolico e in alcuni casi ha dimostrato di indurre dimagrimento anche senza restrizione calorica, inducendo un bilancio energetico negativo promuovendo il consumo energetico.
Da quando è uscito lo studio che sosteneva che solo il taglio calorico fa dimagrire non escono altro che studi che lo smentiscono.

Aggiornamento 20/1/2021

Lo sport del "salto della colazione" rimane associato a sovrappeso e obesità. Questo forse perché chi non fa colazione tende a mangiare di più e peggio durante la giornata, a causa delle variazioni ormonali, in particolare legate alla sazietà. E in alcuni casi anche con un'inferiore assunzione di calorie totale nella giornata.

Aggiornamento 17/3/2021

Una posizione ufficiale dell'ESPGHAN valuta le cause dell'obesità infantile.
I comportamenti alimentari dei genitori sono un fattore determinante.
Nei primi 2 anni di vita, l'allattamento è protettivo, mentre il latte in formula è associato con alterata composizione corporea. Un elevato apporto proteico durante lo svezzamento aumenta il rischio obesità. Il latte intero, dopo l'anno di vita, appare ridurre il rischio di sovrappeso rispetto al latte a ridotto contenuto di grassi. Se i genitori intervengono, migliorando l'alimentazione, il rischio scende.
Dai 2 anni, la dieta mediterranea e nordica riducono il rischio di obesità, su quella vegetariana non ci sono conclusioni. Le bibite gassate aumentano il rischio.
Sul comportamento alimentare, saltare la colazione è associato all'obesità, forse a causa del suo ruolo nell'equilibrio energetico e nella regolazione dell'appetito, i pasti regolari consumati in famiglia sono associati a migliore salute e alla prevenzione dell'eccesso di peso.
Un numero maggiore di pasti giornalieri è associato a un minor rischio di obesità nei bambini forse a causa di una migliore modulazione della fame
 Durante gli spuntini, il consumo di cibi ad alta densità energetica contribuisce all'obesità nell'infanzia, aumentando l'apporto energetico giornaliero.
 Porzioni più grandi, soprattutto di cibi densi di energia, sono associate a un maggiore apporto energetico giornaliero, un fattore predittivo dell'eccesso di peso corporeo.
 I bambini possono autoregolare efficacemente l'assunzione di energia tra i 4 e i 12 anni almeno, sebbene l'assunzione di energia tenda ad aumentare con l'aumentare delle dimensioni della porzione (perdita del controllo)
 Una combinazione di maggiore attività fisica e riduzione del tempo passato seduti può avere un ruolo importante nella prevenzione dell'obesità.
Come raccomandazioni, si dovrebbe promuovere l'allattamento al seno il più possibile, e non esistono evidenze per consigliare il latte scremato prima dei 2 anni. Favorire il consumo della sola acqua ed evitare la presenza di distributori di bibite nelle scuole. Incoraggiare il consumo della colazione e dei pasti in famiglia, insieme a merende con cibi salutari, freschi e vegetali.

Aggiornamento 12/4/2021

Quando il nutrizionista vi dice di fare colazione, e non alle 11, non lo fa perché è pagato dalla lobby dell'industria alimentare, ma perché sappiamo che fare colazione quando ci si sveglia è associato con un quadro ormonale che riduce i rischi metabolici. In un'indagine su 10 mila persone chi faceva colazione entro le 8:30 aveva minor rischio di glicemia alta e insulinoresistenza, indipendentemente da come mangiasse nella giornata

Aggiornamento 12/6/2021

Le donne sembrano più sensibili alla dieta per quanto riguarda l'effetto sull'umore, influenzato in maniera negativa dal cibo spazzatura, rispetto agli uomini.
"Il fast food, saltare la colazione, la caffeina e il cibo ad alto indice glicemico sono tutti associati al disagio mentale nelle donne mature", ha detto Begdache, autore dello studio. "La frutta e le verdure a foglia verde scuro invece sono associate al benessere mentale".
In entrambi i sessi l'attività fisica riduce comunque l'effetto negativo.

Aggiornamento 28/6/2021

Saltare la colazione prima dell'allenamento in palestra aumenta i marker di catabolismo proteico.
"L'assunzione della colazione può essere importante per la soppressione della rottura delle proteine muscolari e per il successivo mantenimento del bilancio proteico muscolare positivo (bilancio azotato).
Quando gli specialisti (es. medici o nutrizionisti) o le persone attive (es. atleti o sportivi) pianificano di mantenere o aumentare la massa muscolare attraverso l'attività fisica, si dovrebbe considerare l'importanza del consumo della colazione per abbreviare il periodo di digiuno dall'ultimo pasto consumato".


Aggiornamento 6/7/2022

Lo sport "salto della colazione" è associato negli adolescenti a maggior rischio di sovrappeso e dieta di scarsa qualità, con aumento dei rischi metabolici e cardiovascolari.
I meccanismi possono essere diversi.
La mancanza di introduzione di proteine dopo il digiuno notturno stimola i centri dopaminergici aumentando il desiderio di cibo spazzatura. I ragazzi che non fanno colazione si muovono meno e mangiano di più la sera.
Introdurre la colazione può contribuire a riallineare i ritmi circadiani in maniera fisiologica.

Aggiornamento 26/8/2022

Saltare la colazione o farla fuori casa sono associati in bambini e adolescenti ad aumentato rischio di problemi psicosociali.
La causa è probabilmente nell'alterazione della funzionalità cerebrale, regolata anche dalla disponibilità di nutrienti come carboidrati e proteine. Gli autori sottolineano comunque che lo studio non stabilisce causalità.
"Dopo la colazione, i carboidrati degli alimenti (es. cereali, latte) si trasformano in glucosio, generando alterazioni dei livelli di insulina, glutammato, acetilcolina, serotonina e cortisolo. L'assunzione di carboidrati è particolarmente utile per il cervello dopo il digiuno notturno poiché diminuisce la produzione di cortisolo, riducendo così il segnale di "stress". Inoltre, la trasformazione dei carboidrati in glucosio è cruciale per la formazione del triptofano, un aminoacido coinvolto nella sintesi della serotonina, che regola i sintomi depressivi, il funzionamento cognitivo e l'umore irritabile. Allo stesso modo, il consumo di cibi ricchi di triptofano è stato osservato come importante per mantenere un'elevata qualità del sonno e un ritmo diurno di tipo mattutino e migliorare indirettamente la salute psicosociale, probabilmente attraverso la trasformazione del triptofano in serotonina durante il giorno e in melatonina di notte. Al contrario, in una recente revisione sistematica è stato evidenziato l'effetto potenzialmente benefico di altre vitamine (ad es. la vitamina D) sulla salute psicosociale dei bambini. Inoltre, è stato suggerito che livelli più bassi di vitamina D possono essere collegati alla depressione tra bambini e adolescenti. Pertanto, il consumo di latte e/o latticini può fornire maggiori quantità di vitamina D e, di conseguenza, aiutare a ridurre le probabilità di problemi comportamentali psicosociali. Inoltre, anche la carenza di vitamine del complesso B (ad es. folati, B6 e B12) potrebbe influenzare problemi comportamentali psicosociali ed è stata associata all'umore e alle prestazioni cognitive. Allo stesso modo, i modelli dietetici sono stati correlati alla depressione attraverso alterazioni dei livelli sierici di folati e vitamina B12. Inoltre, Esnafoglu e Ozturan hanno indicato che la vitamina B12 e l'aumento dell'omocisteina possono supportare l'eziopatogenesi della depressione. Inoltre, l'assunzione di fibre alimentari potrebbe anche aiutare nei problemi comportamentali psicosociali. Una meta-analisi di studi osservazionali di Fatahi et al. ha mostrato che un maggiore apporto di fibre alimentari totali era legato a minori probabilità di depressione, suggerendo alcuni possibili meccanismi che potrebbero spiegare questa associazione, come le variazioni nella composizione del microbioma intestinale e la diminuzione dello stress ossidativo.
A sostegno di questa nozione, una possibile ipotesi è che un maggiore consumo di cibi sani ricchi di fibre (ad esempio pane, cereali) possa (in una certa misura) spiegare l'associazione trovata".

Aggiornamento 3/9/2022

In un esperimento controllato fare colazione abbondante e cena leggera non sembra modificare la spesa energetica durante il giorno rispetto a fare colazione ristretta e una cena più grande. Le diete avevano lo stesso quantitativo calorico totale. Però le persone con la colazione maggiore avevano meno appetito durante il giorno e più sazietà, e questo può aiutare a ridurre l'introito calorico durante la giornata e favorire il dimagrimento

Aggiornamento 30/12/2022

In uno studio che ha esaminato i dati di oltre 20 mila americani dai 40 anni in su è stato osservato che chi salta i pasti ha più elevata mortalità. Le persone sono state seguite per 15 anni e interrogate con un recall delle 24 ore.

In particolare, rispetto a chi fa i 3 pasti, chi salta la colazione ha maggiore mortalità cardiovascolare, chi salta il pranzo o la cena da tutte le cause. Anche un intervallo breve (inferiore a 4,5 ore) tra i pasti è stato associato ad aumentata mortalità.

In particolare chi consumava un solo pasto al giorno aveva aumentata mortalità per tutte le cause del 30% e cardiovascolare dell’83%.

Chi saltava la colazione aveva maggiore mortalità cardiovascolare del 40%.

Saltare il pranzo e la cena aumentava la mortalità del 12 e del 16% rispettivamente.

Lo studio è limitato dal fatto di essere basato sui questionari (e quindi soggetto a errori nei report) ed essere impostato in modo da non poter stabilire nesso causale.
Il legame potrebbe essere la qualità inferiore della dieta con mancanza o ridotto introito di importanti nutrienti (per esempio quelli della frutta); da altri studi è emerso che chi salta la colazione tende ad avere una qualità dietetica inferiore. Inoltre saltare un pasto porta a fare i successivi più grandi, portando a un esagerato quantitativo di nutrienti tutti insieme. Avere pasti più regolari invece migliora la risposta metabolica/insulinica al glucosio. Infine saltare i pasti può riflettere condizioni psicosociali associate a un elevato rischio di malattia cardiovascolare come l'anoressia nervosa.



Aggiornamento 29/10/2023

In uno studio su 75 persone con diabete di tipo 2 è stata verificata l'efficacia del TRE, time restricted feeding, un tipo di digiuno alternato in cui si mangia senza guardare le calorie ma si può assumere cibo solo in una finestra di 8 ore, digiunando nel resto del giorno. Il confronto con una classica dieta ipocalorica ha mostrato una maggiore perdita di peso nel gruppo TRE, ma calo dell'emoglobina glicata simile tra i 2 gruppi.
Considerazioni personali: sbagliato l'orario di alimentazione (12-20, senza colazione) e la glicata non è calata correttamente perché è aumentato il cortisolo, ormone iperglicemizzante.