Recentemente una puntata di Report ha messo in allarme l’italiano medio sulla sicurezza del dolcificante sintetico aspartame. Devo confessare, senza modestia, che conoscevo il problema da circa 10 anni grazie ad un sito che spesso mi risulta utile, anche se non affidabile e scientifico al 100%. A parte che i prodotti light e dolcificati si sono dimostrati soltanto aumentare la fame e il peso corporeo totale (e per questo l’aspartame viene messo nei pastoni degli animali da ingrasso), e tralasciando le vergognose violazioni e falsificazioni per l’approvazione del prodotto, come documentato dal servizio televisivo, non dovremmo noi nutrizionisti per primi e chiunque tenga alla propria salute agire secondo il principio di precauzione, cioè evitare tutto ciò che non si è dimostrato sicuro oltre ogni ragionevole dubbio?
Per questo dico no all’aspartame e preferibilmente a qualunque dolcificante sintetico, e citando il mio amico Luca Speciani, l’invito migliore che si può fare è quello di gustare i cibi al loro sapore naturale!
Inoltre facciamo un applauso all’Istituto Ramazzini, che ha condotto lo studio in maniera oggettiva e indipendente!
Aggiornamento 23/7/2019
Nuovi dubbi sulla sicurezza dell'aspartame, in particolare si accusa di conflitto d'interessi l'EFSA e chi ha fatto le revisioni
Nei topi l'uso di aspartame in gravidanza, a dosi ritenute sicure, predispone la prole per avere più grasso e alterazioni del metabolismo glucidico. Questo avviene probabilmente alterando il microbiota e stimolando i recettori del gusto dolce, e predisponendo per il consumo di junkfood. Questo accade anche con la stevia ma in maniera meno marcata.
Aggiornamento 1/2/2020
Nei topi l'uso di aspartame in gravidanza, a dosi ritenute sicure, predispone la prole per avere più grasso e alterazioni del metabolismo glucidico. Questo avviene probabilmente alterando il microbiota e stimolando i recettori del gusto dolce, e predisponendo per il consumo di junkfood. Questo accade anche con la stevia ma in maniera meno marcata.
Aggiornamento 6/9/2021
Non esistono trattamenti approvati per la sindrome da fatica cronica (encefalomielite mialgica, CFS), una patologia che riduce la qualità della vita di milioni di persone al mondo.
Le cause sono molteplici, tra cui un'alterazione del metabolismo energetico (produzione di ATP nei mitocondri), una possibile acidosi metabolica (nel sangue o altri distretti come il liquido cerebrospinale), dovuta all'uso eccessivo della glicolisi (metabolismo anaerobico al posto dell'aerobico) e/o ridotta capacità di smaltimento dell'acido lattico prodotto, sonno non riposante; alcune infezioni possono essere legate alla CFS (mononucleosi, Giardia). Le conseguenze possono essere problemi neurologici e cognitivi, ridotte difese immunitarie, ridotta resistenza allo sforzo e difficoltà a stare in piedi. Spesso la condizione si presenta insieme a problemi gastrointestinali, reumatici ecc.
Il trattamento prevede, secondo le linee guida della Mayo Clinic farmaci sintomatici, stile di vita (occhiali a filtro per la luce blu, meditazione, relax) e, per quanto riguarda l'alimentazione, "dieta sana e varia a basso contenuto di alimenti trasformati. Alcuni pazienti possono essere in grado di ridurre al minimo i sintomi gastrointestinali eliminando determinati alimenti (come caffeina, alcol, cibi piccanti, aspartame, zucchero, possibilmente latticini o glutine)".
Aggiornamento 27/3/2022
In uno studio osservazionale, che quindi non può stabilire correlazione causale, l'uso di dolcificanti artificiali aumenta il rischio di tumori, in particolare acesulfame e aspartame. In generale i forti consumatori hanno il 13% in più di rischio rispetto ai non consumatori.
Più specificamente il consumo di aspartame è legato a un aumento del tumore al seno del 22% e dei tumori legati all'obesità del 15%.
I ricercatori suggeriscono una rivalutazione da parte dell'EFSA sulla sicurezza dei dolcificanti e che limitarli potrebbe essere un semplice modo per ridurre il rischio tumorale.
Aggiornamento 28/10/2024
Il consumo di cibo ultraprocessato si conferma legato al rischio di diabete di tipo 2.
Ogni porzione giornaliera appare aumentare il rischio del 2%.
Gli alimenti più legati sono: bibite zuccherate o dolcificate, carne processata (wurstel, pancetta ecc.) e snack dolci.
Il principale meccanismo è probabilmente legato alla carenza di fibre e di nutrienti in questo tipo di cibo.
Inoltre "Alcuni altri potenziali percorsi che possono contribuire alle associazioni osservate includono gli additivi alimentari (ad esempio conservanti, dolcificanti artificiali, coloranti) utilizzati per migliorare il sapore e/o prolungare la durata di conservazione e l'introduzione involontaria di composti chimici durante i processi di lavorazione e confezionamento degli alimenti (ad es. composti neoformati come gli AGEs). Il propionato, che viene utilizzato nei cereali per la colazione e negli involucri delle salsicce come conservante, può contribuire alla resistenza all’insulina stimolando la glicogenolisi e aumentando i livelli plasmatici di glucagone e di proteina legante gli acidi grassi 4 (FABP4). I dolcificanti artificiali come l'aspartame e il sucralosio, comuni negli alimenti e nelle bevande ultra-processati come sostituti dello zucchero, sono stati collegati a un rischio più elevato di diabete di tipo 2 in studi sperimentali ed epidemiologici. Acrilammidi, ammine eterocicliche e 5-idrossimetilfurfurale, formati durante la lavorazione, insieme a contaminanti dell'imballaggio come ftalati, bisfenolo A e sostanze perfluoroalchiliche, sono collegati a disturbi endocrini, infiammazioni, resistenza all'insulina e aumento del rischio di diabete".
Ciao, ti seguo sempre e condivido sempre tutte le cose interessanti che scrivi, TRANNE SUL SITO DISINFORMAZIONE.IT, dai è troppo complottista e troppo poco scientifico :)
RispondiEliminati ringrazio per la fiducia, mi fa piacere.
Eliminaper quanto riguarda disinformazione.it, hai ragione sul fatto che sia spesso inaffidabile, però ribadisco che spesso trovo spunti interessanti e che comunque anticipi notizie che poi si rivelano vere o con un fondo di verità.
Non immagini quante volte leggendo un loro articolo ho pensato: che cazzata. Per poi ritrovarmi a dire: in effetti..
Invito chiunque a prendere con le pinze e vagliare scientificamente qualunque cosa letta su internet (nonchè sui libri), compreso quello che scrivo io!