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venerdì 27 luglio 2012

Dolce veleno

Giovedì (26 luglio) a Quark (rivedibili qui per pochi giorni) si parla di fruttosio, lo zucchero tipico della frutta, e del suo effetto tossico, citando un importante articolo apparso su Nature. Si specifica, giustamente, che la quota assunta con la frutta è però ritenuta salubre. In realtà il fruttosio tossico è quello che assumiamo aggiunto negli alimenti, come gelati o bibite (e tanti altri), che non ha nulla a che fare con la frutta: è estratto infatti dallo sciroppo di mais e poi trattato enzimaticamente. Non è quindi naturale, ha un costo bassissimo, non ha acqua né fibre né sali minerali come invece, evolutivamente, siamo abituati ad assumerlo dalla frutta. Ed è causa certa di diabete, alterazioni ematochimiche ed aumento di peso.

Quello che non mi pare sia stato sottolineato nel servizio di Quark è che il fruttosio compone il 50% della molecola del saccarosio (il normale zucchero da tavola) e non è stato quindi messo in evidenza come sia meglio astenersi dal suo consumo, anche semplicemente prendendo il caffè zuccherato e non solo evitando i soft-drinks.

Osservate come l'incremento della diffusione dello zucchero da tavola corrisponda con la "civilizzazione" e l'incremento dell'obesità nella popolazione occidentale. Sarà mica il caso di avvertire le popolazioni che è un veleno legale?




Update 16/10/2016

Uno studio in un modello animale mostra che i diabetici tendono ad assorbire ancora di più il fruttosio rispetto ai sani: questo zucchero dovrebbe essere totalmente precluso ai diabetici

Aggiornamento 11/12/2016

Chi dorme poco è più portato ad assumere bibite zuccherate, che contenendo caffeina riducono ulteriormente il sonno. Il modo perfetto per ingrassare.

Aggiornamento 22/2/2017

L'assunzione di fruttosio industriale come pericolo per il fegato.
Scrivono i ricercatori:
"Nell'intestino, l'assunzione di fruttosio altera il microbiota intestinale e aumenta la traslocazione di endotossina nella circolazione portale tramite l'aumento della permeabilità. Nel fegato, il fruttosio viene rapidamente metabolizzato, consumando adenosina trifosfato, che può risultare in un aumento di adenosina monofosfato e inosina monofosfato (IMP) e la conversione di IMP in acido urico".
Questo determina l'iperuricemia anche negli adolescenti, in particolare se assumono bibite gassate e dolci.

Aggiornamento 22/3/2017

Dal punto di vista evolutivo non siamo pronti per mangiare spesso cibo spazzatura, e questa è una delle cause dell'epidemia di obesità

Aggiornamento 30/4/2018


Le cellule metastatiche hanno un metabolismo modificato che permette loro di crescere col fruttosio. Ecco perché un'alimentazione che limita i prodotti industriali, spesso ricchi di questo elemento, è da preferire in persone colpite da tumore

Aggiornamento 27/8/2018


Il fosfato (presente nelle bibite gassate) aumenta la pressione e la frequenza cardiaca anche nelle persone sane

Aggiornamento 5/12/2018

Spesso le persone sono preoccupate, per non dire terrorizzate, dallo zucchero della frutta. Ma gli studi mostrano sempre più che lo zucchero da temere è quello aggiunto, presente nei biscotti, prodotti da forno, bibite gassate (soprattutto) ecc  o aggiunto da noi.
"L'evidenza indica che il fruttosio, specialmente a piccole dosi fino a 10 g / pasto (un livello ottenibile dalla frutta), potrebbe migliorare la glicemia grazie alla capacità del fruttosio-1-fosfato di regolare l'attività della glucochinasi attraverso la sua proteina regolatrice, con conseguente riduzione della produzione di glucosio epatico (gluconeogenesi) e aumento della sintesi del glicogeno".

L'analisi di alimenti specifici suggerisce che frutta e succhi di frutta non zuccherati, quando questi alimenti non forniscono calorie in eccesso, possono avere effetti benefici sul controllo glicemico e dell'insulina, specialmente nelle persone con diabete, mentre molti alimenti che aggiungono energia "povera di nutrienti" (calorie vuote) alla dieta, soprattutto bevande zuccherate e succhi di frutta, sembrano avere effetti dannosi.
Il basso indice glicemico (GI) del fruttosio rispetto ad altri carboidrati e un maggiore contenuto di fibre nella frutta, può aiutare a spiegare i miglioramenti dei livelli di glucosio nel sangue, rallentando il rilascio di zuccheri, affermano i ricercatori.
La metanalisi ha alcuni limiti, come piccole dimensioni del campione, brevi periodi di follow-up e una limitata varietà di alimenti in alcuni studi. Tuttavia, i punti di forza comprendono un processo di ricerca e selezione approfondito e una valutazione approfondita della qualità delle prove.
Come tali, concludono: "Fino a quando non saranno disponibili maggiori informazioni, i professionisti della sanità pubblica dovrebbero essere consapevoli che gli effetti dannosi del fruttosio sulla glicemia sembrano essere mediati dall'energia e dalla fonte di cibo".

Aggiornamento 17/3/2019

L'uso di bibite zuccherate durante o dopo esercizio fisico, soprattutto con alte temperature, determina un danno renale acuto. Questo può portare nel tempo alla malattia cronica (insufficienza renale).
Il fruttosio industriale è legato a molte malattie, dalla steatosi epatica all'ipertensione. Sfortunatamente, più se ne introduce più si stimola il rene a "recuperarlo" dal filtrato glomerulare e questo può contribuire alle patologie causate dalla dieta ricca in fruttosio

Aggiornamento 24/3/2019
Nel modello animale, un quantitativo di HFCS (sciroppo di glucosio-fruttosio, mix dei 2 zuccheri usato come dolcificante nelle merendine e nelle bibite) corrispondente a una lattina di bevanda zuccherata al giorno stimola la crescita dei tumori intestinali, anche senza sovrappeso.
"I nostri risultati suggeriscono che il ruolo del fruttosio nei tumori è quello di migliorare il ruolo del glucosio nel dirigere la sintesi degli acidi grassi.La conseguente abbondanza di acidi grassi può essere potenzialmente utilizzata dalle cellule tumorali per formare le membrane cellulari e le molecole di segnalazione, per crescere o influenzare l'infiammazione". "A differenza del glucosio, il fruttosio non è essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle cellule normali, il che suggerisce che le terapie rivolte al metabolismo del fruttosio vadano esplorate. In alternativa, evitare di consumare bevande zuccherate il più possibile invece di fare affidamento sui farmaci ridurrebbe significativamente la disponibilità di zucchero nel colon". Questo può spiegare l'impennata di casi di tumori intestinali tra i giovani, che normalmente colpiscono una fascia di età più avanzata.

Aggiornamento 20/7/2019
Secondo l'OMS World Health Organization (WHO)​ molti cibi indicati per bambini non lo sono affatto, avendo zuccheri aggiunti che sono dannosi per il futuro del bambino e non vanno introdotti così presto. Gli alimenti che contengono naturalmente zuccheri come frutta e verdure vanno invece bene.
Aggiornamento 24/9/2019
La vitamina K2 migliora la glicemia aumentando la carbossilazione delll'osteocalcina. Questa vitamina si trova nel grasso di animali alimentati a erba e viene prodotta da alcuni batteri intestinali, quindi alimenti di qualità e/o un microbiota bilanciato sono fondamentali per avere corretti livelli di questa vitamina.
Aggiornamento 30/9/2019
Ogni tanto ritorna il mito secondo cui lo zucchero sia necessario per il cervello, portato avanti da nutrizionisti prezzolati o da ingenui a digiuno di biochimica. L'unica cosa che si sa per ora è che lo zucchero a livello cerebrale riduce il glutatione (principale antiossidante cellulare) e aumenta lo stress ossidativo e la malondialdeide.
Aggiornamento 1/10/2019
"La dieta occidentale ricca sia di grassi che di zuccheri trasformati ha portato all'aumento della prevalenza di molte malattie metaboliche". Si sono fatti passi avanti per mettere in evidenza i collegamenti tra fruttosio aggiunto (HFCS), insulinoresistenza e obesità. Il suo contributo all'aumento dell'incidenza di tumore al seno triplo negativo è sicura, rimane da stabilire quanto sia un effetto diretto e quanto sia mediato dall'aumento di peso e dall'insulinoresistenza.
"Tipi specifici di tumore, come il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC), sono sensibili ai fattori dietetici ed eccezionalmente difficili da trattare, esiste quindi la possibilità di cure preventive attraverso interventi dietetici nelle popolazioni a rischio".
"Il consumo di zucchero è stato a lungo ipotizzato associato allo sviluppo di alcuni tumori, tuttavia forti pressioni e pratiche corrotte finanziate dalla Sugar Research Foundation (SRF, gli stessi che si oppongono alla tassa sugli zuccheri per capirci) hanno ostacolato la ricerca sull'argomento per molti anni".
Grandi quantità di fruttosio nella dieta sono associate a specifici cambiamenti metabolici nelle ghiandole mammarie che sono stati collegati allo sviluppo del carcinoma mammario, perché il tessuto adiposo mammario rilascia dei fattori che stimolano l'alterazione cellulare e la progressione tumorale.
In particolare i recettori per i glucocorticoidi, ormoni dello stress, bloccano l'apoptosi, principale meccanismo di difesa dalla proliferazione di cellule neoplastiche, portando a crescita incontrollata. Questi recettori sono modulati anche da fattori dietetici.
Aggiornamento 7/10/2019
Il fruttosio è tossico per i mitocondri, soprattutto nell'ambito di una dieta ad alto contenuto di grassi (guarda caso entrambi gli ingredienti sono contenuti nel cibo spazzatura).
Il fruttosio modifica il metabolismo dei mitocondri e le loro proteine, riducendo le capacità ossidative e aumentando la sintesi di grassi, e "questo potrebbe contribuire all'associazione dell'elevata assunzione di fruttosio con lo sviluppo dell'obesità e delle sue complicanze metaboliche".
Aggiornamento 20/3/2020
Si parla spesso del legame tra ingestione di carboidrati, in particolare fruttosio, e sintesi dei grassi endogena.
Il consumo di grandi quantità di fruttosio (esempio: bibita zuccherata) attiva la de novo lipogenesi (DNL, sintesi dei grassi) grazie all'acetato. "Un doppio meccanismo può spiegare il più alto potenziale lipogenico del fruttosio rispetto al glucosio, almeno nel contesto del consumo di zucchero ad alte dosi, in quanto l'intestino tenue assorbe rapidamente anche grandi carichi di glucosio, mentre il fruttosio raggiunge il microbiota intestinale, che genera acetato. Se ingerito più gradualmente, il fruttosio può stimolare la DNL in modo ACLY-dipendente (ATP citrato liasi dipendente, enzima attivato dai carboidrati, che genera acetilCoa, base di partenza per i grassi e il colesterolo). Tuttavia, anche l'acetato di altre fonti è facilmente disponibile per il fegato, il che rende ACLY disponibile per DNL anche quando il fruttosio viene gradualmente consumato. L'acetato è probabilmente insufficiente per innescare un aumento di DNL in assenza del segnale lipogenico derivato dallo zucchero. Pertanto, sarà importante definire come il fruttosio interagisce con fonti alimentari di acetato come etanolo e fibre fermentabili. I dati attuali mostrano un'interazione precedentemente non apprezzata tra la dieta, il microbioma intestinale e il metabolismo degli organi che contribuisce alla steatosi epatica indotta dal fruttosio." In pratica sembra che lo zucchero abbia un ruolo chiave per la sintesi endogena dei grassi (e il loro accumulo nel fegato).
Aggiornamento 6/5/2020
Mezzo litro di bibita zuccherata con fruttosio (HFCS) porta all'attivazione del sistema simpatico e all'aumento della resistenza vascolare a livello renale, grazie all'aumento di acido urico e vasopressina (ADH). Questo si traduce alla lunga in ipertensione e danno renale
Aggiornamento 4/7/2020
Il fruttosio quando arriva al fegato stimola la lipogenesi, ossia la produzione di grassi a partire da altre molecole (solitamente metaboliti dei carboidrati). Questo non succede se le quantità di fruttosio sono piccole, perché l'intestino lo catabolizza e gli impedisce di arrivare al fegato. Se invece le quantità sono alte (dolci, zucchero, bibite zuccherate) si supera la capacità di "scudo" dell'intestino. E così le calorie vengono più facilmente immagazzinate Nell'uomo sano questa via metabolica è poco attiva, ma in una persona con steatosi il grasso endogeno epatico può essere fino al 38%. Anche l'infiammazione intestinale (colite) può ridurre la funzione di scudo. Non a caso MICI, diabete e steatosi vanno spesso a mano presa, e per queste persone evitare il fruttosio industriale è d'obbligo. Nonostante contenga fruttosio, la frutta sembra essere salutare, probabilmente perché il suo contenuto di fibre rallenta l'assorbimento del fruttosio. Una teoria simile è stata formulata dal prof Dioguardi per l'aminoacido glutammina.
Aggiornamento 19/8/2020
Nei topi lo zucchero causa obesità e sindrome metabolica anche se non hanno recettori per il gusto dolce. Il craving (dipendenza) si sviluppa anche senza che percepiscano il gusto, indicando che non la preferenza per quei cibi non è dovuta (esclusivamente) all'attivazione dei recettori. I topi che non metabolizzano il fruttosio non hanno appetito per gli zuccheri, indicando che il metabolismo del fruttosio può essere fondamentale.

Aggiornamento 29/8/2020

Il fruttosio in dosi eccessive, quali quelle di una bibita zuccherata per esempio, è la tempesta perfetta per creare steatosi epatica (fegato grasso). La sua ingestione blocca una proteina che tiene le giunzioni intestinali vicine, creando permeabilità intestinale. In questo modo tutte le endotossine intestinali arrivano ai macrofagi, infiammandoli. Inoltre il fruttosio che arriva al fegato spinge la lipogenesi (produzione endogena dei grassi, ulteriormente stimolata dall'infiammazione), che si accumulano nel fegato.

Aggiornamento 21/9/2020

Il fruttosio industriale è noto per i suoi danni. Lo sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS) è fatto dal mais (o altre fonti di amido) e i 2 zuccheri sono circa equivalenti come quantità, ed è probabilmente il dolcificante più utilizzato (lo trovate in qualsiasi etichetta di bibite, merendine ecc). Mentre il fruttosio va ad affaticare il fegato e aumentare la lipogenesi e l'uricemia, portando al rilascio di lipoproteine, il glucosio alza la glicemia e favorisce la glicazione (legame dello zucchero con alterazione della funzione) delle lipoproteine, che non vengono eliminate dal sangue e portano al famoso colesterolo cattivo alto (altro che preoccuparsi delle uova), che più rimane in circolo e più diventa ossidato e infiammatorio. Questo in pratica porta a un effetto sinergico tra i 2 zuccheri che aumenta i danni. Lo studio si conclude invitando a tenere conto nelle linee guida di questi problemi.

Aggiornamento 5/10/2020

Il fruttosio industriale aumenta il rischio di IBD (colite ulcerosa e Crohn) alterando la flora intestinale, in particolare riducendo lattobacilli e bifidi e alterando le funzioni metaboliche del microbiota

Aggiornamento 17/10/2020

L'antica nozione, sempre ritenuta solamente aneddotica, secondo cui gli zuccheri attivassero comportamenti violenti, impulsivi, aggressivi, ridotta concentrazione ecc, in particolare nei bambini con ADHD, ha oggi basi più solide. Come spesso accade, è coinvolto il sistema energetico dei mitocondri. "Presentiamo le prove che il fruttosio, abbassando l'energia nelle cellule, innesca una risposta (di ricerca) di foraggiamento simile a quella che si verifica durante la fame", ha detto l'autore principale Richard Johnson, MD, professore presso la University of Colorado School of Medicine nel CU Anschutz Medical Campus. Per motivi evolutivi di sopravvivenza infatti, essere a corto di cibo ci spinge a essere più aggressivi. In natura le uniche fonti di fruttosio sono frutta e miele, ma le quantità necessarie per innescare i comportamenti sono raggiunte solo con i prodotti contenenti HFCS industriale o zucchero aggiunto. Il fruttosio in questo modo altera la capacità mitocondriale di produrre energia, favorendo la produzione endogena di grasso (lipogenesi), riducendo l'ossidazione dei grassi e lasciando le cellule a corto di energia e incoraggiando così un comportamento aggressivo, esplorativo e impulsivo che aiutava i nostri antenati a sopravvivere alla carenza di cibo. Anche l'acido urico derivato dal fruttosio sembra implicato nei comportamenti maniacali, depressivi e impulsivi. Alcune forme di recettore della dopamina possono rendere le persone più predisposte per questi problemi, insieme alla resistenza leptinica.

Aggiornamento 24/11/2020

L'uso di zuccheri aggiunti è associato con il rischio tumorale, soprattutto di tumore a seno (+ 47%) nelle donne in premenopausa (+95%). Questo avviene indipendentemente dal sovrappeso.
"Più specificamente, zuccheri aggiunti, saccarosio e zuccheri da bevande zuccherate, latticini e dessert a base di latte erano associati ad un aumento del rischio di cancro al seno". "Anche in assenza di aumento di peso, altri meccanismi come lo stress ossidativo, l'infiammazione e la resistenza all'insulina possono essere favoriti dall'assunzione di zucchero. Assunzioni elevate di zucchero aumentano le risposte glicemiche postprandiali, che stimolano la produzione di molecole pro-ossidanti (ad esempio, perossinitrito) e inducono danni al DNA, aumentando il rischio di cancro. Un'assunzione eccessiva di zucchero può anche generare prodotti finali di glicazione avanzata endogena (AGEs), che sono metaboliti altamente reattivi con conseguente secrezione di citochine e aumento dei marker di produzione di stress ossidativo. Alte assunzioni di zuccheri raffinati comportano anche una maggiore concentrazione di marcatori infiammatori (proteina C-reattiva e IL-6). A sua volta, l'infiammazione aumenta le concentrazioni di IGF1-BP e altera l'espressione genica, inducendo la proliferazione e la differenziazione cellulare e favorendo la cancerogenesi. [...]
I dati suggeriscono che gli zuccheri possono rappresentare un fattore di rischio modificabile per la prevenzione del cancro. A livello globale, l'implementazione della tassa sulle bevande zuccherate e sugli alimenti, nonché altre politiche relative allo zucchero (ad esempio, la regolamentazione della pubblicità e del marketing alimentare, la fissazione di standard di riferimento che limitano il contenuto di zucchero in base alle categorie di prodotti), è attualmente dibattuta. In un contesto in cui il consumo di zucchero è in aumento nei paesi occidentali e si aggiunge ai suoi effetti dannosi cardiometabolici ben consolidati, questi risultati contribuiscono a costruire la base di prove che suggeriscono che le politiche di salute pubblica che affrontano l'assunzione di zucchero dovrebbero anche considerare il loro ruolo nell'eziologia del cancro"

Aggiornamento 14/2/2021

Perché lo zucchero è tossico? Lo spiega il prof Robert Lustig MD, medico americano.
A parità di calorie, gli altri nutrienti non provocano i danni dello zucchero, ma il suo effetto tossico su cervello e fegato è paragonabile a quello dell'alcol, anche perché dà dipendenza.
L'ingestione di fruttosio industriale disturba il metabolismo epatico, favorendo la lipogenesi e la formazione di trigliceridi che si accumulano nel fegato o vengono immessi nella circolazione favorendo le malattie cardiovascolari.
Il fruttosio è particolarmente soggetto alla reazione di Maillard, che provoca la liberazione di radicali liberi ossidanti e infiammatori. La sua metabolizzazione comporta la formazione di metilgliossale, composto tossico per il fegato.
Sebbene le industrie alimentari cerchino di discolparsi, addossando alla mancanza di volontà individuale la responsabilità, in maniera simile all'industria del tabacco, è ormai evidente il legame tra consumo di zucchero ed eccesso di peso nella popolazione, nonché diabete, indipendentemente dalle calorie consumate. Questo legame colpisce soprattutto i più poveri, e cercare di puntare sull'educazione e sulla responsabilità personale non ha portato ha risultati, cosa che invece ha fatto la tassa sugli zuccheri aggiunti o togliere gli incentivi alla sua produzione.
Al mondo muoiono 184 mila persone all'anno per le bibite zuccherate. Lo zucchero non è un cibo, ma un additivo, che non è necessario per le reazioni biochimiche del corpo.
"L'argomento a favore dell'intervento sociale nelle malattie non trasmissibili è mancato perché l'industria alimentare ha convinto il pubblico che "una caloria è una caloria", che gli zuccheri sono solo "calorie vuote" e che la "responsabilità personale" è la risposta. Sebbene siano necessari sforzi educativi pubblici per mettere in guardia sui rischi di un consumo cronico eccessivo di zucchero, non possono essere sufficienti, come si è visto per ogni altra sostanza edonica.
In questo articolo, ho fornito prove che: (1) lo zucchero crea dipendenza e tossicità non correlate alle calorie; (2) la riduzione dello zucchero conferisce benefici alla salute e alla società; (3) lo zucchero aggiunto e, per inferenza, il cibo ultraprocessato, soddisfa i criteri per la regolamentazione; (4) la riduzione dello zucchero non è solo possibile, ma necessaria per salvare la salute e l'assistenza sanitaria, e (5) gli interventi della società per ridurre il consumo di alimenti trasformati contenenti zuccheri aggiunti sono realizzabili e necessari. Tali interventi (amministrativi, legislativi, giudiziari) saranno probabilmente geograficamente, politicamente e culturalmente specifici; e alcuni interventi politici non funzioneranno in determinate sedi".

Aggiornamento 15/3/2021

80 grammi al giorno di fruttosio o di saccarosio (zucchero da tavola), ma non di glucosio, aumentano la lipogenesi epatica (produzione di grassi nel fegato), senza eccesso calorico.
"L'aumento dell'attività lipogenica epatica può promuovere perturbazioni metaboliche a lungo termine".

Aggiornamento 30/3/2021

Una delle conseguenze del consumo eccessivo di zuccheri aggiunti, in particolare fruttosio, è la steatosi epatica (NAFLD), anche nei bambini. Le conseguenze sono aumentata sintesi dei grassi, resistenza insulinica, iperuricemia, infiammazione, stress ossidativo, deposito di grasso viscerale, disfunzione mitocondriale, alterazione del microbiota intestinale.
"La restrizione alimentare del fruttosio rappresenta un obiettivo particolarmente allettante per la promozione della salute e la prevenzione della NAFLD grazie alla sua relativa semplicità e al focus su un singolo comportamento. Un'enfasi sulla qualità della dieta può anche portare a una migliore aderenza alla dieta a lungo termine. Dato l'impatto complessivo positivo delle modifiche dello stile di vita nella gestione della NAFLD pediatrica, la modulazione del consumo di zuccheri aggiunti può rappresentare un'importante opportunità precoce per mitigare o prevenire la NAFLD in questa popolazione suscettibile".


Aggiornamento 18/8/2021

Il fruttosio in quantità innaturali come quello in sciroppo (HFCS), e non quello della frutta, stimola la crescita dei villi intestinali e aumenta l'assorbimento dei nutrienti, che vanno tutti velocemente al fegato e si accumulano sotto forma di grasso (steatosi epatica). E poi vi lamentate dicendo "tutto quello che mangio si accumula!"

Il fruttosio migliora la sopravvivenza cellulare in caso di ipossia (poco ossigeno), e questo spiegherebbe anche la maggiore sopravvivenza delle cellule tumorali.

In condizioni normali il fruttosio è in quantità scarse nel sangue, sia prodotto endogenamente che ingerito col cibo, e per questo "potrebbe servire come segnale altamente specifico per riprogrammare il metabolismo cellulare in risposta all'ipossia, un meccanismo che proponiamo è
sfruttato (e mirabile) quando tessuti come i villi intestinali e i tumori sono esposti al fruttosio esogeno. Inoltre, troviamo che la conseguenza della sopravvivenza delle cellule intestinali è un'espansione della superficie intestinale, che migliora l'assorbimento dei nutrienti. Questa scoperta può aiutare a spiegare gli effetti di promozione della crescita del fruttosio nei bambini allattati al seno, l'aumento dell'adiposità che si verifica negli animali in letargo che si nutrono di frutta e le proprietà obesogeniche di una dieta in stile occidentale". 


Aggiornamento 31/1/2022

Il consumo di bibite gassate in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) nella prole

Aggiornamento 7/2/2022

È ben noto che gli zuccheri aggiunti favoriscono il deposito di grasso nel fegato (steatosi epatica).
Ci sono però pochi studi di intervento che considerano la loro riduzione.
Una dieta a basso contenuto di zucchero (saccarosio e fruttosio aggiunto) per 3 mesi riduce la steatosi epatica e la fibrosi mentre migliora il metabolismo glicemico (glicemia, insulina e HOMA), gli indici di infiammazione, i livelli di trigliceridi e colesterolo, gli enzimi ALT (mentre GGT e AST si riducono ma non significativamente).

Aggiornamento 4/11/2022

La principale differenza nel consumo tra comune zucchero da tavola (saccarosio) e il fruttosio industriale appare essere l'aumento dei parametri infiammatori indotto dal fruttosio, mentre non ci sono differenze significative nei parametri metabolici (glicemia, colesterolo ecc.), pressori o antropometrici.

Aggiornamento 16/2/2023

Secondo una revisione degli studi, ogni porzione di bibita zuccherata (SSB) è associata a un aumento di peso di 0,42 kg in bambini e adolescenti. I risultati sono in linea con quelli di altri studi e forniscono l'evidenza che il consumo di queste bevande promuova l'aumento di peso e che ridurre il loro consumo sia associato con un calo del peso.
"Si ritiene che le SSB contribuiscano a un peso maggiore e all'aumento di peso attraverso diversi meccanismi. In primo luogo, possono portare ad un aumento di peso attraverso una bassa sazietà e una ridotta termogenesi nei pasti successivi legata all'ingestione di calorie liquide. Il consumo eccessivo di bevande zuccherate altamente appetibili può determinare un eccesso di energia (introdotta) e, quindi, uno squilibrio energetico e un aumento di peso se l'apporto energetico non viene regolato ai pasti successivi. Gli studi hanno anche suggerito un aumento di peso maggiore dopo il consumo isocalorico di bevande rispetto a quello di cibi solidi. Ciò suggerisce che bere zuccheri liquidi contribuisce a un maggiore apporto energetico rispetto alle calorie dello zucchero solido. Le SSB possono anche contribuire all'aumento di peso dovuto alla risposta metabolica del fruttosio se consumati in eccesso calorico. Queste bevande sono spesso addolcite con HFCS o saccarosio, entrambi zuccheri contenenti fruttosio. Un'ipotesi che collega il fruttosio all'aumento di peso e all'obesità suggerisce che il fruttosio non stimola la leptina, l'ormone della sazietà, né sopprime la grelina, l'ormone della fame. La ridotta segnalazione di sazietà dovuta al fruttosio può promuovere un bilancio energetico positivo. Se consumato in eccesso, il fruttosio ha dimostrato di aumentare i fattori di rischio cardiometabolico, tra cui obesità, ipertensione, insulino-resistenza e dislipidemia. Tuttavia, gli effetti metabolici dannosi del fruttosio sull'aumento di peso sembrano essere in gran parte guidati da condizioni di surplus energetico. Il fruttosio, a differenza del glucosio, ha una sua via di metabolizzazione unica in cui viene preferenzialmente processato nel fegato. Se consumato in eccesso, il fruttosio può portare alla lipogenesi de novo epatica, che può portare alla produzione di lipoproteine ​​a bassissima densità e trigliceridi postprandiali. I potenziali effetti deleteri dell'eccesso di fruttosio possono essere ulteriormente esacerbati da una scarsa attività fisica, che è spesso associata a cattive abitudini di vita, incluso il consumo di SSB".

Aggiornamento 14/4/2023

Una revisione degli studi sullo zucchero ha trovato che il consumo elevato è associato con 45 effetti negativi sulla salute:

🍬 Un elevato consumo di zucchero nella dieta è generalmente più dannoso che benefico per la salute, specialmente in caso di malattie cardiometaboliche
❤️‍🩹 Il consumo di zucchero potrebbe avere effetti negativi sulla salute, in particolare obesità, diabete, malattie cardiovascolari, iperuricemia, gotta, accumulo di grasso ectopico, carie dentale e alcuni tipi di cancro
🦀 Le prove dell'associazione tra consumo di zucchero nella dieta e cancro rimangono limitate ma richiedono ulteriori ricerche
🧋 Si raccomanda di ridurre il consumo di zuccheri liberi o zuccheri aggiunti al di sotto di 25 g/giorno (circa 6 cucchiaini/giorno) e di limitare il consumo di bevande zuccherate a meno di una porzione/settimana (circa 200-355 ml/settimana) per ridurre l'effetto negativo degli zuccheri sulla salute.

Il fruttosio industriale appare particolarmente dannoso. "Rispetto ad altri carboidrati, il fruttosio potrebbe aumentare la capacità lipogenica epatica inducendo fattori di trascrizione epatici. Inoltre, uno studio sugli animali ha scoperto che il fruttosio alimentare potrebbe essere convertito in acetato dal microbiota intestinale, che può aumentare la lipogenesi epatica fornendo acetil-CoA lipogenico indipendentemente dall'ATP citrato liasi. I prodotti intermedi come i diacilgliceroli generati durante il processo di lipogenesi possono compromettere la segnalazione dell'insulina nel fegato e nei tessuti periferici e quindi portare all'insulino-resistenza. Successivamente, può promuovere la deposizione di grasso ectopico nel fegato e nei muscoli. Il fruttosio alimentare può anche inibire l'ossidazione degli acidi grassi nel fegato compromettendo le dimensioni e la funzione mitocondriale e l'acetilazione dell'enzima limitante. Inoltre, si suggerisce che il fruttosio contenuto nelle bevande zuccherate induca probabilmente l'insorgenza dell'obesità riducendo il dispendio energetico a riposo e promuovendo la resistenza alla leptina, stimolando l'appetito e inducendo un introito eccessivo di calorie, accumulo di grasso nel fegato e insulino-resistenza a lungo termine. Questa ipotesi è confermata da diversi studi clinici condotti su adulti sani, che hanno scoperto che il consumo di bevande zuccherate si traduce in un maggiore apporto calorico e aumento del peso rispetto alle bevande con dolcificanti. Inoltre, un recente studio controllato randomizzato in doppio cieco condotto su 94 uomini sani ha suggerito che il consumo di bevande zuccherate contenenti fruttosio potrebbe indurre un cambiamento significativo nel quadro del colesterolo, con una distribuzione delle particelle di lipoproteine ​​a bassa densità verso particelle più piccole e più aterogene, mediando parzialmente le associazioni del consumo di bevande zuccherate con la dislipidemia e le malattie cardiovascolari". Anche la produzione di acido urico (causa della gotta e di danni renali e cardiovascolari) aumenta grazie al fruttosio, che agisce anche nell'intestino alterando il microbiota, la permeabilità intestinale e l'infiammazione. Anche patologie neurologiche come depressione e ADHD possono essere associate allo zucchero, così come l'aumento di escrezione di calcio che può favorire l'osteoporosi.

Aggiornamento 19/7/2023

Un alto consumo di alimenti processati è associato a progressione della sindrome metabolica in persone seguire per un anno. I parametri che sono aumentati sono peso, indice di massa corporea, circonferenza vita, glicemia a digiuno, emoglobina glicata e trigliceridi.

Aggiornamento 11/12/2023

La steatosi (fegato grasso) colpisce il 30% dei bambini con obesità.
Lo stile di vita è fondamentale nella sua gestione. Le linee guida non indicano una dieta da preferire.
L'evidenza attuale suggerisce di limitare gli alimenti con fruttosio aggiunto (bibite e alimenti confezionati) perché favoriscono la sintesi di grassi che si accumulano nel fegato. Probiotici, omega 3 e altri nutraceutici antiossidanti come zenzero e vitamina E potrebbero essere utili.

Aggiornamento 30/12/2023

Uno studio in preprint spiega perché il fruttosio industriale è particolarmente pericoloso nei bambini, ossia in individui in crescita. Il fruttosio arriva facilmente a livelli eccessivi se si ingeriscono bibite gassate o altre fonti di HFCS, mentre quello contenuto nella frutta è poco e si assorbe lentamente.
"La maggior parte del fruttosio che supera la capacità intestinale di assorbire e metabolizzare questo nutriente verrà trasportato al fegato, stimolando vie metaboliche che porteranno contemporaneamente all'accumulo di grasso epatico e alla riduzione della rimozione del grasso epatico. Il fruttosio stimola le proteine SREBP-1c e ChREBP, entrambe regolatrici trascrizionali chiave della lipogenesi epatica de novo (e del colesterolo). D’altra parte, il fruttosio aumenta la sintesi di acetil-CoA, che viene poi convertito in malonil-CoA portando all’inibizione della β-ossidazione limitando l’azione della carnitina palmitoil transferasi. La produzione di VLDL e trigliceridi (TG) è accentuata dalla formazione di gliceraldeide-3-fosfato, un substrato per la sua sintesi a partire dal fruttosio-1-fosfato". In pratica il fegato usa le calorie per produrre grassi lui stesso, che in parte andranno nel sangue e in parte si accumuleranno nel fegato.
Anche l'acido urico aumenta, con aumento dell'infiammazione, della disfunzione endoteliale e dello stress ossidativo.
A livello del tessuto adiposo, il fruttosio stimola l'adipogenesi, ossia la maturazione dei preadipociti a cellule adipose che saranno come dei magazzini nuovi per stipare il grasso. L'effetto è mediato anche dai glucocorticoidi (cortisonici esogeni o rilasciati sotto stress) e per questo consiglio sempre di fare attenzione all'alimentazione in caso di terapie. Il fruttosio stesso aumenta la produzione di cortisolo. Anche le proteine che favoriscono la mobilizzazione dei grassi si riducono, rendendo più difficile la loro fuoriuscita.
Il fruttosio aumenta anche il rilascio di leptina dagli adipociti, favorendo la resistenza leptinica e così facendo perdere la corretta funzione ipotalamica che permette di gestire il bilancio energetico. Viene così facilitato l'accumulo di grassi perché non vengono ossidati agevolmente. Anche la produzione di calore dal grasso bruno si riduce, limitando il consumo calorico durante la giornata.
Gli studi mostrano che anche l'uso in gravidanza e allattamento è pericoloso per il nascituro/lattante, dato che è associato con alterazioni nel tessuto adiposo e nei grassi circolanti, riduzione dell'ossidazione dei grassi nel tessuto adiposo bruno e in generale con maggiore adiposità.
In conclusione i ricercatori sottolineano la necessità di etichette che informino sui pericoli di questo ingrediente in modo da prevenire l'obesità, in particolare quella pediatrica.

Aggiornamento 18/2/2024

Uno studio ha indagato il legame tra bevande e rischio cardiovascolare in persone con diabete di tipo 2 (T2D).
I risultati mostrano che "maggiori assunzioni di bibite zuccherate, bibite dolcificate artificialmente e succhi di frutta naturali erano ciascuno linearmente associati a un rischio più elevato di eventi cardiovascolari (CVD) in individui con T2D, indipendentemente dalla predisposizione genetica alla CVD, e che la sostituzione di bibite e succhi con caffè, tè o yogurt, ma non di bibite con dolcificanti artificiali erano associati a un minor rischio di eventi CVD nei soggetti con T2D".

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