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giovedì 26 novembre 2015

Tutta la verità sull'olio di palma e la salute



Per scrivere questo articolo è stata considerata la letteratura presente sui motori di ricerca scientifici PUBMED e ScienceDirect dagli anni 90 a oggi digitando (in inglese) "olio di palma" e "malattie cardiovascolari". Il suo valore è per questo alto.

Già nel 1991 l'AJCN definiva l'olio di palma ROSSO (olio di palma rosso, RPO) idoneo all'uso umano, e oggi c'è una grande discussione sulla sua sicurezza. L'olio fu indicato come ricco in β-carotene, e dato che la carenza del suo derivato la vitamina A è un grosso problema nei paesi poveri, si propone come soluzione.


https://www.facebook.com/shilipotishilipoti/?fref=ts



Esperimenti su animali

Verificando la letteratura scientifica negli esperimenti su animali, la maggior parte degli studi parla del RPO in termini positivi.
In un modello animale (criceti e conigli) l'olio di palma rosso appare protettivo e a volte addirittura terapeutico per l'ipertensione.
L'effetto è da attribuirsi alla presenza di vitamine e in particolare dell'α-tocoferolo, ed è dovuto all'induzione di rilassamento sull'endotelio vascolare ed all'aumento del glutatione, uno dei principali antiossidanti plasmatici. L'olio sottoposto a riscaldamento ha invece effetti opposti.
Altri esperimenti hanno mostrato una riduzione degli indici di infiammazione, quindi possibili benefici per ogni condizione che sia legata alla flogosi: ha infatti  mostrato di  conferire protezione dall'aterosclerosi nei conigli, mentre nei criceti ha migliorato il profilo aterogeno, con riduzione del colesterolo "cattivo" (LDL) e aumento di quello "buono" (HDL) e le dimensioni della placca aortica sono risultate inferiori rispetto a quelli nutriti con olio di cocco. 

Nei ratti il RPO ha mostrato effetti antiaritmici, probabilmente perché migliora la comunicazione elettrica tra le cellule miocardiche. Ha inoltre mostrato di non alterare il profilo lipidico né di favorire la steatosi epatica.
Il RPO migliora la riperfusione post-ischemia, cioè nel danno che si verifica in seguito ad un infarto o in generale ad una interruzione del flusso sanguigno. L'effetto sembra dovuto ad una modulazione dell'attivazione delle vie delle MAPkinasi e AKT, che entrano in azione in seguito all'interruzione del flusso di ossigeno e nutrienti, con effetto protettivo. 

Inoltre i tocotrienoli, cioè le diverse forme di vitamina E, agiscono modulando i recettori PPAR, regolatori dell'espressione del DNA notoriamente implicati nel metabolismo energetico e nell'infiammazione.
L'azione viene svolta anche nei confronti di altri mediatori dell'infiammazione tra cui NFkB e COX - 2, correlati con la genesi e la progressione tumorale


Esperimenti su umani

L'olio rosso, seppur riscaldato a 180 °C per 5 minuti, ha migliorato il profilo lipidico in soggetti sani, in particolare nei confronti dei trigliceridi. Il colesterolo LDL è invece lievemente aumentato, non si sono comunque analizzate le diverse sottofrazioni di queste particelle lipidiche, un emergente segno di rischio cardiovascolare che varia con l'introito di grassi saturi.  
L'esperimento ha comunque indicato una discreta resistenza al calore.
In zone con scarsità di selenio, minerale con funzioni antiossidanti, sembra poter sopperire alla mancanza di quest'ultimo con il suo potere antiossidante.
Nonostante la minore quantità di selenoproteine infatti, non vi erano segni di stress ossidativo rispetto ad un gruppo di controllo.
Un esperimento su soggetti giovani e sani a cui sono stati somministrati  10ml di olio di palma rosso riscaldato ha migliorato il profilo lipidico dopo 2 settimane, in particolare si sono abbassati i trigliceridi. Il colesterolo LDL è invece lievemente aumentato, ma sfortunatamente anche in questo caso non si è tenuto conto delle diverse sottofrazioni di LDL,

Il RPO è stato proposto da diversi lavori scientifici come integratore di vitamina A (o meglio del suo precursore betacarotene) a basso costo per le popolazioni in carenza, ad esempio in certe zone dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina, per le quali rappresenta una delle prime cause di cecità. 


I benefici dell' olio di palma rosso per la salute includono una riduzione del rischio di trombosi arteriosa e / o aterosclerosi, l'inibizione della biosintesi endogena del colesterolo, l'aggregazione piastrinica, una riduzione dello stress ossidativo e una riduzione della pressione arteriosa. È stato anche dimostrato che l'olio di palma rosso alimentare, preso con moderazione negli animali e nell'uomo, promuove un uso efficiente delle sostanze nutritive, attiva gli enzimi epatici che metabolizzano i farmaci, facilita l'emopoiesi e migliora la funzione immunitaria.
Secondo un gruppo di lavoro africano, gli  effetti benefici sono dovuti al contenuto in (pro)vitamina A ed E, protettivi del cuore, e non ci sono vantaggi a sostituirlo con altri oli.  



http://www.traderjoes.com/digin/post/organic-red-palm-oil




Olio di palma raffinato o sbiancato

Questo tipo di olio è quello che in realtà troviamo nei prodotti alimentari industriali. Le sue caratteristiche sono differenti da quelle dell'olio rosso, non solo a livello tecnologico ma anche per quanto riguarda gli effetti sull'organismo.
Negli esperimenti sui conigli, l'olio di palma sbiancato (SPO) ha un effetto aterogeno molto più marcato di quello rosso. tale differenza è attribuita soprattutto alla mancanza di caroteni, visto che il contenuto di vitamina E si riduce di poco.




L'olio di palma raffinato viene usato in modelli sperimentali per indurre aterosclerosi e ipertensione.
Negli esperimenti le lesioni aterosclerotiche sono state prevenute rispettivamente grazie all'olio EVO e all'olio di cocco vergine. In pratica SPO viene usato come proflogogeno e danneggiatore dell'endotelio, ma questo si riduce se si abbinano oli ricchi di antiossidanti.
È stato tuttavia osservato in lavori su campioni ristretti di umani sani una riduzione di  LpA , proteina tra le più aterogene, con olio SPO. L'aumento di LpA è solitamente legato ad un ingestione di grassi trans.

Inoltre un esperimento cinese su circa 150 persone ha mostrato riduzione dei livelli di colesterolo rispetto ad altri grassi (soia, lardo, arachidi) sia in soggetti sani che lievemente ipercolesterolemici.

Un lavoro segnala effetto mutageno sui batteri dell'olio di palma, sia rosso che sbiancato, ripetutamente scaldati, rimandando a futuri studi per maggiore chiarezza.
Altri lavori mostrano formazione di composti dannosi e cancerogeni con la raffinazione.





I grassi saturi e l'acido palmitico

Storicamente, dai tempi della diet-heart hypothesis formulata da Ancel Keys ( Keys A,. Blackburn H et al. Coronary artery disease. Seven countries Circulation, 41 (1970), pp. 1–21), i grassi saturi e il colesterolo vengono associati ad incrementato rischio cardiovascolare. 
Sta tuttavia emergendo una realtà molto più complessa (lo studio di Keys viene tacciato di essere falsificato), e si è visto che ridurre i saturi in favore dei polinsaturi (PUFA) solo un piccolo vantaggio, mentre sostituirli con carboidrati (CHO) raffinati aumenta il rischio cardiovascolare. I grassi saturi provenienti dai latticini fermentati (yogurt, kefir, formaggi) sembrano essere associati a riduzione del rischio cardiovascolare.

L'introito di anche notevoli quantità di grassi saturi in un contesto di ridotta introduzione di carboidrati ha migliorato i parametri di rischio cardiovascolare in un recente trial.

Alcuni lavori scientifici, review e metanalisi, riportano quindi una discrepanza tra le linee guida e reale pericolosità cardiovascolare dei grassi saturi.

Inoltre recentemente è stato rimosso il limite di intake di colesterolo alimentare dalle linee guida statunitensi.

Una recente metanalisi che conta tra gli autori William C. Willett, coautore delle linee guida USA, evidenzia il probabile ruolo negativo dei SFA, ritenendolo pari a quello dei CHO raffinati, consigliandone quindi la sostituzione con MUFA o PUFA preferibilmente n-3.  

I risultati di un simposio sui grassi saturi pubblicati sulla prestigiosa rivista AJCN, rispecchiano fondamentalmente questo modo di vedere, con un leggero miglioramento del rischio CVD con la sostituzione dei saturi con monoinsaturi e PUFA e peggioramento con sostituzione mediante carboidrati raffinati. E soprattutto i grassi appaiono più dannosi se abbinati ai carboidrati (i biscotti ad esempio).

L'olio di palma è costituito per circa la metà di grassi saturi, in particolare il palmitico, che possiede 16 atomi di carbonio. Questo acido grasso è prodotto pure dal nostro organismo con il processo di de novo lipogenesi, che avviene in particolare quando si ha un eccessiva introduzione di carboidrati. 

L'acido palmitico usato nei modelli sperimentali è notoriamente proinfiammatorio attraverso diverse vie, promuovendo l'uptake di LDL da parte dei macrofagi (uno step dell'aterosclerosi), sostenendo il rilascio di citochine proinfiammatorie, ossia delle molecole che agiscono localmente. Viene inoltre promossa la sintesi dei ceramidi, molecole che sono implicate nella genesi del diabete di tipo II.

Altre azioni riguardano l'attivazione dei recettori TLR (toll-like receptors), iniziatori dei processi infiammatori, che sono esposti sulla superficie delle cellule, e che aumentano particolarmente nella fase post-prandiale, in particolare se abbinati a pasti ricchi di glucosio (zucchero) e cibi raffinati

Questi recettori favoriscono l'apoptosi (morte cellulare) delle cellule lisce dell'endotelio, favorendo così la destabilizzazione della placca aterosclerotica e potenzialmente facilitando la sua rottura.

Nel modello animale la dieta ricca in grassi saturi provoca uno aumento dei macrofagi m1, cioè  quelli proinfiammatori associati con insulino-resistenza.


Questa attivazione è invece ridotta con il gammatocotrienolo, una forma di vitamina E, che è presente negli oli vergini, ma  che si va a ridurre con la raffinazione e la cottura 

Confronto cocco e palma

In questo paragrafo si confronta l'olio di palma con quello di cocco, alimento che sta emergendo come favorevole per la salute nonostante l'alto contenuto di grassi saturi.  

Alcune popolazioni del sudest Pacifico, come i Kitavans, sono noti per un'alimentazione ricca in grassi saturi, principalmente cocco, ma scarsa incidenza di patologie tipicamente occidentali, diabete e malattie cardiovascolari (CVD) in primis.

Al giorno d'oggi , l'olio vergine di cocco (VCO) è diventato popolare grazie ai suoi effetti benefici . Esso ha dimostrato di avere effetti anti-infiammatori, analgesici e antipiretici. Ha dimostrato di diminuire i livelli di lipidi nel siero e tessuti nonché la perossidazione lipidica delle LDL. 
Il consumo di VCO potenzia gli effetti antitrombotici dovuti a bassi livelli di colesterolo grazie alla inibizione della coagulazione delle piastrine. È stato evidenziato quest'olio ha maggiore attività antiossidante rispetto all'olio di cocco raffinato. 
È stato inoltre dimostrato che VCO  migliora l'attività antiossidante e inibisce la perossidazione lipidica nei ratti, mentre se riscaldato ripetutamente causa ipertensione e infiammazione..
VCO è stato in grado di prevenire i danni endoteliali e l'ipertensione nei ratti (come accennato nel paragrafo SPO).

Se invece viene utilizzato olio di cocco raffinato, come con l'olio di palma i risultati sono ben diversi.
Uno studio su criceti ha messo a confronto l'olio di cocco raffinato con 3 tipi di olio di palma: rosso, ricostituito e raffinato. Tutti e 3 hanno creato meno aterosclerosi rispetto a quello di cocco raffinato, ma il RPO meno di tutti. Inoltre quello ricostituito non ha dato gli stessi esiti di quello RPO, facendo pensare che la semplice riaggiunta di caroteni e vitamina E non sia sufficiente a spiegare il minor effetto aterogeno.
Questo studio ha dimostrato che l'olio di palma è meno aterogeno per i criceti rispetto all'olio di cocco raffinato, probabilmente a causa delle differenze di saturazione degli acidi grassi. Tra le diverse preparazioni di olio di palma, RPO (contenente carotenoidi e vitamina E) sembra essere meno aterogeno di RBD-PO (raffinato decolorato e deodorato). Tuttavia, l'aggiunta della frazione carotenoidi e vitamina E a RBD-PO, ha permesso al ricostituito RBD-PO di ridurre la sua aterogenicità, ma non al livello di RPO.
Probabilmente sono presenti altre componenti minoritarie che influiscono sull'effetto delle vitamine, e i dati epidemiologici, confermando questo punto di vista, suggeriscono che la dieta ricca di vitamina E e / o di carotenoidi può essere protettiva contro la malattia coronarica e cancro ai polmoni, ma gli studi sperimentali in cui carotenoidi e vitamina E sono state aggiunte alle diete non hanno dimostrato alcun effetto protettivo (studio ATBC). Siccome l'uso di integratori (ibidem ATBC) non ha portato a riduzione della morbidità ma anzi l'ha in qualche caso aumentata, si può pensare che funzionino solo in sinergia tra loro e nel loro "ambiente naturale".

La forma naturale in cui un micronutriente è presente può fornire un complesso più efficace di aggiunta dello stesso micronutriente isolato dalla dieta. L'"imballaggio" naturale dei micronutrienti è di fondamentale importanza insomma per la loro funzione.

Ricordiamo che la vitamina E e i carotenoidi hanno un effetto, diretto o indiretto, sull'espressione genica e così possono influenzare il tono infiammatorio, l'accumulo di lipidi, la genesi e la progressione tumorale.

Conclusioni

Una recente review ha evidenziato che non vi è sufficiente prova del pericolo cardiovascolare (e tumorale) dell'olio di palma, forse a causa della struttura dei suoi trigliceridi nonostante la ricchezza di acido palmitico.
In realtà in questo lavoro non sono stati presi in considerazione i differenti tipi di olio, e il lavoro risulta finanziato dalla AIDEPI (associazione produttori di dolci).

In generale è possibile concordare con le conclusioni di un interessante articolo, secondo cui la risposta lipidica nel plasma a una dieta ricca di olio di palma è risultata essere di lieve intensità e sembra essere dipendente da variabili come età, sesso, indice di massa corporea, ingestione di colesterolo giornaliera, e il tipo (rosso, raffinato, o di natura sintetica) di olio consumato.

Speculando su queste conclusioni possiamo pensare che sia ben diverso l'effetto dell'olio di palma sulla salute a seconda che esso sia puro o raffinato, e a seconda dello stato di salute della persona. Ad esempio in una persona con problemi di resistenza insulinica il palmitato probabilmente comprometterebbe ulteriormente la funzionalità pancreatica come emerso da un recente studio italiano, così come in una persona con malattie di tipo infiammatorio (il diabete stesso, aterosclerosi ecc).
Un effetto molto simile ad esempio è ormai verificato per la raffinazione dei cereali, che determina la perdita di importanti nutrienti e l'associazione di questi alimenti con aumentato rischio di malattia cardiovascolare, tumorale, diabete ecc.

 Un altro  paragone  simile che si può fare è quello tra olio extravergine d'oliva e olio d'oliva. Il primo ha benefici effetti sulla salute, tra le altre cose anche perché probabilmente modula il microbiota intestinale positivamente, e questi sono sicuramente superiori a quelli di un olio raffinato

Stabilire le quantità di olio di palma non dannose risulta molto difficile, in particolare in rapporto al resto della dieta, e soprattutto bisogna considerare lo stato di salute del soggetto.
Dato che è relativamente da poco tempo che si utilizza quest'olio, solo tra diversi anni ci potranno essere degli studi epidemiologici che indicheranno il reale rischio. Un po' come è successo coi grassi trans, indicati come sanissimi perché privi di colesterolo ma poi emersi come dannosissimi tant'è che li si vogliono vietare. 
Alcuni paesi come la Danimarca si sono portati avanti vietandoli da alcuni anni.
Quello che emerge dall'analisi della letteratura corrente è che l'olio di palma, se mantenuto con i suoi micronutrienti tra cui caroteni e tocotrienoli e in quantità moderate, può avere vantaggi per la salute. Quando invece è sottoposto ripetutamente a riscaldamento o raffinato dalle sue componenti, cioè come viene solitamente utilizzato dall'industria dei prodotti da forno/dolciaria occidentale, può avere un'azione dannosa per la salute, tant'è che nei modelli animali viene utilizzato come induttore di danno vascolare.
Questo modo di vedere è evidenziato anche nelle conclusioni di una review pubblicata su Atherosclerosis: "Evidence continues to accrue to support the notion that the total matrix of a food is more important than just its fatty acid content when predicting the effect of a food on CVD risk" 


"Le prove continuano a sostenere l'idea che la matrice totale di un alimento sia più importante del suo contenuto dei  diversi acidi grassi per predire l'effetto di un alimento sul rischio cardiovascolare". 



usi così tanto (petr)olio che gli Stati Uniti stanno provando a invadere il piatto!

Aggiornamento 13/1/2016

Il lavoro italiano su acido palmitico e diabete è stato corretto: in realtà si trattava di olio di palma idrogenato, quindi molto peggiore. Probabilmente l'olio di palma originario non avrebbe avuto un effetto così rapido, ma più lento.

In ogni caso la prova che l'olio di palma sia sicuro è tutt'altro che certa, in particolare per chi abbia già problemi metabolici.

Aggiornamento 25/1/2016

La metanalisi che dà per sicuri i grassi saturi viene pesantemente criticata dagli scienziati di Harvard.

Aggiornamento 5/3/2016

La bufala dell'assoluzione dell'olio di palma.

Una revisione sistematica conferma l'importanza della "matrice" del cibo più che della sua composizione e al suo contenuto di grassi saturi.

Il parere del prof Rossi sull'olio di palma.


Aggiornamento 4/5/2016

Il Fatto Alimentare (e Quotidianosanità) riporta che l'EFSA, non certo un covo di allarmisti, dà un allerta sul contenuto di sostanza cancerogene nell'olio di palma, e, secondo i consumi medi rilevati, i bambini ingeriscono una quantità che supera quelle ammissibili.

Aggiornamento 18/5/2016

I grassi saturi appaiono meno infiammatori se assunti la mattina.

Aggiornamento 31/5/2016

Il sito evoluzionista Darwinianmedicine suggerisce di andarci piano coi saturi, visto che non appartengono alla nostra alimentazione in senso evolutivo.
L'olio di cocco vergine inibisce l'infiammazione in un modello animale di artrite e migliora le condizioni dei pazienti con morbo di Alzheimer.

Aggiornamento 22/6/2016

I grassi saturi assunti nell'adolescenza sono associati ad un maggior rischio di seno denso, quindi di tumore mammario negli anni successivi.


Aggiornamento 30/6/2016

Una nuova metanalisi trova solo debole associazione tra consumo di burro e diabete, malattie cardiovascolari e mortalità generale.

Aggiornamento 6/7/2016

Secondo una nuova indagine pubblicata da scienziati di Harvard su JAMA, rimpiazzare i grassi saturi con carboidrati porta ad un lieve incremento della mortalità, ma questo è dovuto al fatto che nella dieta i carboidrati vengono principalmente da fonti raffinate (pasta, pane, riso bianchi e farinacei in generale) e non integrali, e viene comunque consigliato di sostituire i saturi con oli insaturi, tra cui pure quelli polinsaturi.
Purtroppo ancora una volta non si tiene conto della matrice alimentare ma solo del suo contenuto in macronutrienti.


Aggiornamento 28/7/2016

Una rigorosa revisione sistematica degli RCT (il massimo dell'evidenza) mostra che i migliori grassi rimangono i polinsaturi, che migliorano l'omeostasi glucidica (glicemia e insulina) se vanno a sostituire i grassi saturi, i monoinsaturi e i carboidrati.
Continua a non essere sottolineata la "compresenza" degli antiossidanti, le fibre invece sono state considerate.
C'è ancora tempo per riabilitare i grassi saturi.
Faccio notare che la conclusione è molto simile a quella dello studio citato poco sopra (aggiornamento 6/7/2016), che era però osservazionale (quindi meno attendibile).
Uno schiaffo comunque per quelli che dicono che gli studi osservazionali sbagliano sempre.

Aggiornamento 2/8/2016

Anche in uno studio di coorte (oltre 100mila persone) viene confermato che sostituire i grassi saturi con quelli insaturi riduce la mortalità per la maggior parte delle cause.

Aggiornamento 29/8/2016

Lancet, importante rivista, conferma la difficoltà a trovare un approccio buono e duraturo e la poca affidabilità delle linee guida, che possono generare semplificazioni e generalizzazioni nelle persone ("i grassi sono buoni e i carboidrati cattivi"), chiedendo ulteriori studi su chetogeniche e paleo.
Un nuovo articolo di Authoritynutrition.com che chiede una virata delle linee guida sui grassi saturi.

Aggiornamento 9/9/2016

Gli omega 6 sono così dannosi? No, se vengono da cibi freschi e non lavorati. Diverso è se vengono scaldati. Così ci spiega Chris Kresser.
Le caratteristiche degli oli secondo la Cleveland Clinic.

Aggiornamento 3/10/2016

La bufala dell'olio di palma antitumorale (che ovviamente nella ricerca originale sono riferiti a componenti dell'olio non raffinato e in vitro).


Aggiornamento 4/10/2016

"L'unità di misura fondamentale in nutrizione deve essere il cibo, non il nutriente"
Per questo spesso si accusano dei nutrienti (grassi saturi) senza considerare il cibo dal quale provengono (cacao) quindi con potenziale benefico, al contrario di quelli contenuti nell'olio di palma raffinato. Insomma ancora una volta la matrice alimentare ha un ruolo fondamentale.

I grassi saturi in presenza di glucosio (carboidrati da cibi raffinati) sembrano dannosi e infiammatori, mentre in un contesto low carb aumenta la loro ossidazione e si riduce la loro produzione endogena.

Aggiornamento 6/10/2016

Un particolare acido grasso, il palmitoleico, previene l'infiammazione e l'aterosclerosi nel modello animale. Le noci di macadamia ne sono particolarmente ricche.
Una nuova indagine mostra bassa correlazione tra grassi saturi (e proteine) e malattie cardiovascolari ma correlazione positiva tra questi grassi (e proteine) e tumori.
Il palmitato sembra giocare un ruolo importante nelle malattie neurodegenerative.

Altre bufale segnalate dal fatto alimentare, non sono completamente d'accordo sugli altri oli però.

Aggiornamento 25/10/2016

Una serie clamorosa di articoli ricchi di inesattezze.
Bressanini ci tiene a informarci che non esiste la molecola dell'olio di palma. Immagino che il prossimo articolo sarà sull'inesistenza della molecola della farina o dell'uovo. Scherzi a parte fa un buon lavoro sulla caratterizzazione chimica, ma come sempre si perderà a dire che "è la dose che fa il veleno".
Wired e Quirkita che mostra articoli che non distinguono tra olio rosso e raffinato. Quest'ultimo afferma anche che non ci sono prove sulla cancerogenicità: purtroppo, come dice l'EFSA (e specificato nell'aggiornamento del 4/5/2016), è proprio il contrario.
Nuove sostanze tossiche e cancerogene segnalate nell'olio di palma.
Almeno nel modello animale, l'effetto infiammatorio dei grassi saturi è mediato in parte dalla predisposizione genetica e dal microbiota.

Aggiornamento 15/11/2016

Un articolo che spiega l'influenza metabolica dei diversi acidi grassi saturi. Emerge da questo articolo che l'acido palmitico, il grasso saturo tipico dell'olio di palma, in alcuni studi su umani ha dimostrato di ridurre l'ossidazione dei grassi. Non tutte le calorie sono uguali.
In generale i grassi saturi non appaiono deleteri per la salute, ma sostituirli con grassi insaturi come l'oleico o gli omega 3 riduce le malattie.




Aggiornamento 1/12/2016

Il dott. Greger, fervente vegan, pur non essendo un supertifoso dell'olio EVO, ne mette in risalto le qualità e caratteristiche antinfiammatorie migliori rispetto agli altri oli vegetali, di semi o non vergini.

La metilazione del DNA, che cambia durante il corso della vita (ad esempio può aumentare in seguito a stimoli stressanti) influenza il modo di reagire delle cellule immunitarie (macrofagi) ai grassi saturi, determinando più o meno infiammazione. Ecco perché un nutriente tranquillamente metabolizzato da giovani può essere invece pericoloso da anziani.


Aggiornamento 4/12/2016

Un nuovo studio sui grassi saturi conferma le attuali raccomandazioni di sostituire i saturi con fonti di carboidrati non raffinati o altri grassi insaturi. In particolare l'acido palmitico, il grasso tipico dell'olio di palma, è quello più associato al rischio cardiovascolare.

Un pasto ad alto contenuto di zuccheri e grassi attiva le vie infiammatorie, distrugge l'integrità dei muscoli (indicatore di longevità) e altera il microbiota nel modello animale.

Aggiornamento 6/12/2016

Un interessante commento sui grassi a corollario di uno studio recente. Effettuando sostituzioni isocaloriche (cioè a parità di calorie) i grassi saturi riducono la mortalità rispetto ai carboidrati da fonti raffinate. Ma gli stessi saturi la aumentano rispetto ai grassi insaturi e polinsaturi, tipici di alcuni oli vegetali.

Invece una revisione dei dati su salute cardiovascolare e olio di palma sancisce che i suoi effetti possono essere benefici o meno per quanto riguarda i lipidi plasmatici, a seconda dell'individuo. Sostituire i grassi trans con olio di palma è sicuramente benefico, non lo è usarlo al posto di altri oli.

Due studi, di una certa importanza (RCT) raccomandano di andarci piano con gli omega 6 (acido linolenico, presente soprattutto negli oli vegetali come mais, soia e girasole), grassi che stanno comunque emergendo come meno nocivi che in passato. 
In generale il consiglio è di privilegiare grassi da frutto integro e non estratto, in modo da mantenere il loro apporto di antiossidanti e fibre.

Aggiornamento 11/12/2016

Uno studio ha dimostrato che 4,4 milioni di morti all'anno sarebbero evitabili con un consumo di frutta secca superiore ai 20g al giorno. La prevenzione è infatti dimostrata su tumori, malattie cardiovascolari, polmonari e diabete.
La revisione avverte però di evitare quella potenzialmente contaminata da aflatossine, una classe di prodotti del fungo aspergillus, di cui alcune cancerogene. Queste si formano durante l'immagazzinamento e si riscontrano soprattutto nei prodotti provenienti dalla Cina e dall'Africa subsahariana.

Una nuova revisione dei dati smentisce palesemente la diet-heart hypothesis di Ancel Keys, ossia la parallela riduzione delle malattie cardiovascolari con la riduzione del colesterolo plasmatico. 
Infatti la sostituzione dei grassi saturi con acido linoleico, omega 6 fortemente suscettibile di perossidazione, appare essere particolarmente pericolosa in persone fumatrici, bevitrici o anziane. Inoltre aumenta la produzione di endocannabinoidi ed eicosanoidi infiammatori, molecole mediatrici di molte malattie.

Lo studio si conclude con l'invito alla moderazione, visto le incognite nelle vie biochimiche che si vanno a stimolare, e a puntare sul cibo più naturale possibile. Quindi appare opportuno assumere omega 6 da seme intero, ossia col loro contenuto di antiossidanti e fibre, e non dalla fonte raffinata.

Aggiornamento 14/12/2016

Il palmitato ha un'azione proinfiammatoria e distruttiva dei ritmi circadiani, e mangiarli la notte appare particolarmente deleterio.

Uno studio RCT (quindi molto attendibile) dimostra che l'olio di cocco riscaldato non crea danni rispetto all'olio di semi in persone con malattia cardiaca. Il primo è ricco in saturi, il secondo in polinsaturi.
Non si faccia però l'errore di dire che per questo tutti i saturi vanno bene: esiste almeno una dozzina di grassi saturi ognuno con proprietà diverse, quelli del cocco sono tipicamente a media catena.
Invito inoltre a considerare come sempre anche la matrice alimentare.

Mentre l'olio di pesce ha un effetto antinfiammatorio, il lardo (composto soprattutto da acido stearico, saturo 18:0) infiamma il tessuto adiposo grazie all'alterazione del microbiota intestinale.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4598654/figure/undfig1/

Aggiornamento 14/12/2016

I grassi saturi inducono infiammazione ipotalamica, con perdita dell'omeostasi glucidica e del controllo della composizione corporea, morte dei neuroni e resistenza agli ormoni che inducono sazietà e adipostatici (leptina); gli omega 3 hanno effetti opposti.


Aggiornamento 28/12/2016

10 cibi che ancora oggi, almeno negli USA, possono contenere grassi trans.
Un'interessante guida agli oli, loro composizione e punto di fumo.

Aggiornamento 12/1/2017

Perché il cibo occidentale è così attraente? Perché sovrastimola il sistema endocannabinoide, lo stesso attivato dalla marijuana. Non riusciamo quindi a dire di no al cibo che attiva gli stessi circuiti di ricompensa della droga, perdiamo il controllo e mangiamo senza avere sazietà alimenti ricchi di grasso e zuccheri ma privi di valore nutrizionale.

Aggiornamento 13/1/2017

Articolo di Authoritynutrition.com che riprende la mia impostazione: l'olio di palma raffinato e riscaldato perde le le sue buone qualità e i suoi nutrienti. Viene inoltre citato un nuovo studio in cui l'olio di palma ROSSO viene ritenuto l'"equivalente tropicale" dell'olio extravergine d'oliva

I composti che si formano nella raffinazione dell'olio di palma sono cancerogeni, senza dubbio, ma non si pongono i limiti, per ora.

Aggiornamento 18/1/2017

Nel modello animale la dieta occidentale, ricca di zucchero e grassi saturi, provoca stress ossidativo e annulla i vantaggi ormonali che proteggono le arterie delle femmine di topo

L'acido stearico, il saturo a 18 atomi di carbonio, provoca infiammazione con un'azione diretta su un recettore MD2.

Aggiornamento 30/1/2017

Un altro buon motivo per evitare gli oli vegetali raffinati, tra cui quello di palma: il processo di interesterificazione. Si tratta di un "rimescolamento" della disposizione degli acidi grassi nella catena carboniosa, che crea qualcosa che in natura non esiste. Sebbene non vi sia evidenza di danni alla salute attualmente, gli effetti a lungo termine sono sconosciuti. Se non vi piace fare da cavie, evitateli.

Aggiornamento 1/2/2017

Chi ha la sindrome metabolica (e quindi anche il diabete) ha maggiori fabbisogni di vitamina E perché la catabolizza maggiormente

Aggiornamento 2/2/2017

Pare che la gente pagata dal consorzio delle industrie dolciarie si sia messo in testa di convincerci che l'olio di palma è ok. Almeno si sono accorti che le linee guida sul 10% sono rivolte solo alla popolazione sana
In un modello animale, quindi da prendere con le molle, l'olio di soia (ricco in omega 6) dà problemi metabolici peggiori dei grassi saturi e del fruttosio

Aggiornamento 13/2/2017


Il cacao amaro migliora la funzionalità vascolare, ma gli effetti positivi sono annullati se si abbinano zuccheri o latte

Una nuova revisione dei dati sui grassi saturi, tra l'altro sponsorizzata dalle industrie pro-olio di palma.

Viene sottolineato che, di per sé, non sembrano aumentare il rischio cardiovascolare, ma sostituirli con gli insaturi lo riduce.
Inoltre finalmente viene sottolineato che la matrice del cibo appare più importante del contenuto di grassi in sé: un formaggio stagionato, fatto da latte di mucche al pascolo, grazie alla contemporanea presenza di altri nutrienti (vitamina D, K2, fermenti) riduce il rischio, mentre un olio ricco di saturi (palma), raffinato e privato delle vitamine e degli antiossidanti, probabilmente abbinato a farine raffinate e zuccheri, ha tutto un altro effetto

Aggiornamento 16/2/2017

Le cellule T, stimolate in generale dal sovrappeso, attivano uno stato infiammatorio, soprattutto se esposte al palmitato (grasso principale dell'olio di palma)
La "cafeteria diet", dieta occidentale ad alto contenuto di zuccheri e grassi, attiva l'infiammazione intestinale e lo stress ossidativo, determinando alterazione degli equilibri intestinali, come  un'alterata permeabilità intestinale, che determinano insulino-resistenza, aumento di peso e diabete.

Diversificare i grassi è un buon modo per avere una buona varietà microbica


Update  20/2/2017
Qualche indicazione sulle cotture: quella al microonde è quella che crea più colesterolo ossidato.
Le aldeidi che si formano dai grassi insaturi raffinati sono più dannose dei grassi saturi, quindi probabilmente sostituire nei biscotti il grasso di palma con altri oli di semi potrebbe essere peggio. Meglio l'olio extravergine d'oliva.

In un modello animale i grassi saturi danno inizio ai problemi metabolici e alla resistenza insulinica. Lo stesso si è verificato negli umani. Questo conferma che predispongono per le caratteristiche della sindrome metabolica.
L'olio di palma del cibo industriale attiva infatti acutamente l'insulino-resistenza, abbassando il metabolismo. Come se volesse fare in modo di andare a depositarsi negli adipociti piuttosto che essere ossidato

Update  27/2/2017

Le formiche sono molto più intelligenti di alcuni umani. Molto meglio un grasso animale di buona qualità che uno vegetale di dubbia provenienza

https://www.facebook.com/trust.biologist/posts/1156567437789196

Update  28/2/2017

Il cocco, i suoi estratti e il suo olio, sono potenzialmente terapeutici verso l'infezione da Clostridium difficile, un'infezione batterica intestinale molto difficile da eradicare
 

Update  2/3/2017

Come si fa ad aumentare del 78% la possibilità di non sopravvivere ad una diagnosi di tumore al seno? Consumando grassi trans
Un documento dei cardiologi americani caldeggia la riduzione del colesterolo e dei grassi saturi alimentari per la prevenzione cardiovascolare.

Update  18/3/2017

L'acido linoleico, omega 6 caratteristico di molti oli di semi, e il suo derivato arachidonico, caratteristico degli animali alimentati a cereali e mangimi, ha la capacità di indurre infiammazione e adipogenesi e sovraregore il sistema endocannabinoide, che regola la dipendenza dal cibo. Tutto questo sembra favorire le malattie infiammatorie e tipiche del mondo occidentale.

Sia l'olio di palma che quello di girasole si associano a deposizione di grasso nel fegato, nel pancreas e nell'omento. Sommate al fruttosio delle merendine facciamo la tempesta perfetta per il fegato
Aggiornamento 22/3/2017

Nella popolazione con meno aterosclerosi del mondo, il 72% delle calorie introitate vengono da carboidrati da fonti non raffinate (riso integrale, tapioca, platano, mais) quindi ricche in fibre. La loro dieta ha pochi grassi, e nessuno trans. Le proteine (poche, circa 14% delle calorie totali) vengono dalla caccia e dalla pesca. Morale della favola: non sono per forza i carboidrati a creare problemi. I loro parametri metabolici rimangono ottimali perché non fumano, si muovono tutto il giorno, mangiano cibi veri, sono meno stressati di noi.

Aggiornamento 28/3/2017
In una situazione infiammatoria (diabete, resistenza insulinica, tumori, malattie autoimmuni ecc), anche il metabolismo energetico è alterato. In particolare non arriva correttamente l'ossigeno ai tessuti, la produzione di ATP è alterata e vi è una competizione per i nutrienti con le cellule del sistema immunitario. Il vostro nutrizionista vi dirà che mangiate di nascosto ovviamente
Aggiornamento 31/3/2017

Sottoscrivo quanto dice una brava collega: non basta l'assenza di olio di palma a garantire la salubrità, bisogna vedere con cosa è sostituito!



Aggiornamento 8/4/2017

La bufala dell'olio di palma sostenibile
La non convenienza a sostituire i grassi saturi con oli vegetali.

Aggiornamento 9/4/2017

Le proprietà medicinali dell'olio di cocco vergine: sull'acne e sull'infiammazione ad esempio


Update 17/4/2017

L'avocado, ottimo contro i fattori di rischio che caratterizzano la sindrome metabolica, e potenzialmente in grado di trattare la leucemia
Aggiornamento 28/4/2017

L'olio di oliva appare protettivo nei confronti del diabete. Come fa ad avere un effetto protettivo nei confronti del fegato? Grazie all'idrossitirosolo, molecola presente solo nel prodotto non raffinato. Ancora una volta dimostrata l'importanza dell'assumere i prodotti non alterati dall'industria.

Aggiornamento 2/5/2017
In un modello animale l'olio di mais, ricco di omega 6 riduce la spesa energetica e l'attività fisica spontanea, e aumenta la resistenza insulinica.
Alte quantità di grassi saturi abbinati a carboidrati raffinati predispongono le cartilagini all'infiammazione

Aggiornamento 7/5/2017

Darius Mozaffarian, il più famoso epidemiologo nutrizionale del mondo:
"Alla fine dei conti, la moderna scienza nutrizionale ci mostra che, con alcune eccezioni come i grassi trans e il sodio (sale da cucina), gli effetti sulla salute di ciò che mangiamo dipendono dai tipi di alimenti che mangiamo, non dai nutrienti singoli".
Semplificato, non importa così tanto se i grassi sono saturi o insaturi, conta se sono accompagnati da fibre, vitamine, micronutrienti, e non privati del loro contenuto.
Ancel Keys nascose i dati scomodi, probabilmente per dare più importanza alle sue teorie.

Update  11/5/2017

I grassi trans si trovano facilmente in prodotti da forno, fritti fatti con oli vegetali, crackers ecc. In 11 contee dello stato di New York sono stati messi al bando, e questo in pochi anni (dal 2002 al 2013) ha causato una riduzione del 6% degli eventi cardiovascolari
I grassi saturi invece, se provenienti da fonti di cibo vero, non sono associati a malattia cardiovascolare.

Un eccesso di acidi grassi liberi circolanti, rilasciati dagli adipociti, sembrano legati a infiammazione e insulinoresistenza, in particolare se saturi. Questo accade se il fegato non riesce a gestire il traffico.

Update  18/5/2017

Il Fatto Alimentare percula Bressanini sull'olio di Palma
Update  28/5/2017

Il cibo spazzatura si associa a minor plasticità neuronale, ossia capacità cognitiva ridotta

Aggiornamento 2/5/2017

Sostituire i grassi saturi con PUFA omega 6 probabilmente non porta a riduzione del rischio cardiovascolare.
Nella revisione viene soprattutto sottolineato che non possiamo disgiungere l'effetto del cibo da quello del nutriente: se un cibo è ricco di nutrienti, è probabile che sia benefico, anche se ricco di presunti elementi nocivi (grassi saturi).

Update  11/6/2017

Il rapporto alto tra omega 6 (oli vegetali e carni da allevamento intensivo) e omega 3 (pesce e carni da allevamento a pascolo) aumenta il rischio di obesità e malattie metaboliche modulando l'infiammazione  e il sistema endocannabinoide


Aggiornamento 20/6/2017

In maniera inaspettata (rispetto agli ultimi lavori usciti) l'AHA (cardiologi americani) chiarisce che è bene sostituire i grassi saturi con i polinsaturi. Anche gli omega 6 vanno bene. I dati sono ottenuti da RCT, quindi molto affidabili. Rimango un po' perplesso, ma tant'è, questa è la scienza!
La risposta di Taubes non si è fatta attendere, con i lavori accusati di non essere di alto livello perché non eseguiti in doppio cieco. Anche i medici funzionali non concordano, specificando che i danni si hanno abbinando i saturi, ad esempio del cocco, alle fonti di carboidrati raffinati.
Anche Hyman dice la sua, sottolineando che i grassi saturi sono pericolosi in assenza di omega 3 e in presenza di cereali raffinati (la maggior parte dei prodotti da forno insomma).

Aggiornamento 24/6/2017

Il palmitato (olio di palma) può ridurre la tolleranza orale

Aggiornamento 29/6/2017

L'olio più affidabile per la cottura conferma quella extravergine d'oliva, insieme a quella di canola. Lasciate perdere gli oli di seme, che formano aldeidi e acroleina, composti tossici che il fegato fatica un smaltire

Anche Kresser si affretta a spiegare che i grassi saturi, in particolare del cocco , non sono pericolosi.

Aggiornamento 4/7/2017

Gli omega 6 (acido arachidonico) sono sempre precursori di molecole infiammatorie? No. Possono dare luogo anche alla formazione di acido epossicosatrienoico, molecola antinfiammatoria. Forse anche per questo si continua a consigliare il loro uso rispetto ai saturi nelle linee guida.

I saturi si confermano meno dannosi in un contesto low carb e se provenienti da latticini fermentati (yogurt e formaggi), causa di loro effetto sulle lipoproteine.

Aggiornamento 6/7/2017

Ma i grassi fanno bene maschio? Lo decide (come sempre) il tipo di batteri intestinali, regolando la risposta glicemica, infiammatoria ecc.

Aggiornamento 8/7/2017


Una  revisione  dei Fattori di Rischio Ambientali Sulle Malattie cardiovascolari, Oltre alle novità introdotte (Cicli stagionali e circadiani, temperatura, altitudine, Stato socioeconomico, inquinamento, sole, Spazi verdi ecc.), rimarca l'uso di Una dieta Prudente (Ricca in Vegetali Alimenti ), Raccomandando di evitare i grassi trans e ridurre i saturi.
Concludere però Dicendo "tuttavia, i Meccanismi molecolari e cellulari con cui i costitutivi degli Alimenti si intersecano coi Fattori di Rischio cardiovascolare Sono molto Complessi e non Completamente COMPRESI". 

Aggiornamento 9/7/2017

Nuove linee guida sul pesce dagli USA. Evitare il pesce di grossa taglia (pescespada, sgombro reale ecc)
Inoltre i pesci allevati hanno quantità maggiori di omega 6, per cui preferire il pescato.

Aggiornamento 28/7/2017

La variante di un certo gene (APOA2) è associata ad un aumento di peso e problemi metabolici in caso di forte introduzione di grassi saturi


Aggiornamento 1/8/2017

Quali sono le proprietà dell'olio di palma?

"Il frutto della palma da olio ( Elaeis guineesi ) e La Sorgente Di Olio di palma, Ricco di antiossidanti. L'olio di palma e Una ricca fonte di fitonutrienti Quali tocotrienoli, tocoferoli, carotenoidi, fitosteroli, lo squalene e coenzima Q10, Che presentano Gli studi su mutagenesi, nutrizionali e tossicologici hanno dimostrato che l'olio di palma contiene β-carotene e provitamina A altamente biodisponibili ed è ragionevolmente stabile al caldo senza effetti negativi (mutageni ). 
La biodisponibilità indica la potenziale efficacia di questo olio nel combattere la carenza di vitamina A nei bambini, nei nascituri e nelle donne in gravidanza.
Altri benefici per la salute comprendono miglioramenti delle complicazioni oculari; Effetti cardioprotettivi nella malattia cardiaca ischemica, antiaterogeni, antiemorragici, antipertensivi e proprietà antitumorali; Il sostegno della normale funzione riproduttiva sia nei maschi che nelle femmine; Una migliorata gestione del diabete e della chemioterapia; Una migliorata gestione delle condizioni ipobariche e protezione contro le infezioni ". 

Qual è il problema allora? Che qui parliamo dell'olio ROSSO, ossia non sottoposto ad raffinazione, e non di quello che trovi nei cracker e nei biscotti. La compressione di antiossidanti annulla l'effetto infiammatorio dei grassi saturi di cui è prevalentemente composto, ma questi spariscono nelle oli usati comunemente.

Sottolineando che non è sostituendolo con con altri oli vegetali che migliorano la situazione, fanno un moderato uso dei prodotti raffinati e privilegiati sempre per quelli non sottoposti a trattamenti industriali

Aggiornamento 4/8/2017

Gli effetti particolarmente negativi dei grassi trans sono dovuti soprattutto, tra l'altro, all'inibizione della produzione di cellule di prostaciclina, molecole essenziali per la regolazione di fisiologiche funzioni come il flusso di sangue. Queste molecole hanno una durata mediale di circa 10 secondi, per cui devono essere sempre sostituiti, e anche una breve interruzione determina forti squilibri.

Aggiornamento 8/8/2017
Basta una giornata di eccessi alimentari con cibo spazzatura per indurre un stato di insulino-resistenza che stimoli la deposizione di grasso piuttosto che la sua ossidazione. Anche in soggetti sani. Questo è probabilmente un meccanismo evolutivo che permetteva ai nostri antenati, sempre in penuria di cibo, di mettere da parte qualcosa per i periodi di magra.

Aggiornamento 15/8/2017

Authoritynutrition.com mostra come sostituire i grassi saturi con quelli vegetali abbia fatto più danni che altro. Tuttavia la carne rossa viene sempre più legata alla mortalità.

In un modello animale, somministrando omega 3 freschi alle topoline gravide si previene il diabete nella prole, ma somministrando omega 3 ossidati si ha il 30% di mortalità in più

Aggiornamento 18/8/2017

Il dott Kresser spiega perché tutti rispondiamo differentemente ai grassi alimentari.

Il sito Medscape spiega perché assolvere i grassi saturi: la revisione degli studi da parte dell'AHA è viziata da selezione degli studi (cherry picking)

Aggiornamento 8/9/2017

Il cocco sembra avere un effetto antinfiammatorio nei lipidi di persone sane.

Aggiornamento 18/9/2017

Una metanalisi di studi di alta qualità sull'olio di palma supporta la sua riduzione nell'alimentazione umana.

Soprattutto tra i fumatori, ridurre i grassi saturi sembra ridurre il rischio di tumore polmonare.

Aggiornamento 2/10/2017

Cosa succede se a 2 gruppi di persone diamo le stesse calorie, ma ad uno 25mL di olio di soia, e all'altro 25mL di olio extravergine? il secondo perde l'80% di peso in più, migliora la pressione e i marker di infiammazione

Aggiornamento 12/10/2017

Siccome la nutrizione non è per niente semplice come qualcuno vi dice, oggi hanno scoperto che gli omega6 proteggono dal diabete

Purtroppo non sono state considerate le fonti di provenienza (frutta oleosa o oli raffinati), ma solo le quantità plasmatiche di acido linoleico e arachidonico
Aggiornamento 25/10/2017

Gli omega 3 sono sempre buoni? Insomma. Sono anche precursori di una sostanza (epossido dell'omega 3) che aumenta la risposta allergica. La nutrizione è complicata

Aggiornamento 7/11/2017

Forse abbiamo sbagliato tutto, e a stimolare l'aterosclerosi non sono i grassi alimentari ma quelli della membrana dei nostri batteri. 

In particolare alcuni batteri del phylum Bacteroidetes, avendo particolari grassi ramificati, aumentano l'infiammazione correlata ai recettori TLR2, che aumenta l'aterosclerosi (anche se non è l'unica). Il microbiota si rivela una volta di più importante per la prevenzione delle malattie, ed è modulabile con la dieta

Aggiornamento 20/11/2017

Interessanti info sull'olio di palma dalla mia amica Renata Alleva, in particolare sulla sostenibilità ambientale, aspetto trascurato da questo articolo

Aggiornamento 29/11/2017

In giovani e adolescenti, secondo una nuova revisione, tenere bassi grassi saturi e trans previene le malattie cardiovascolari

Aggiornamento 12/12/2017

Una nuova revisione conferma gli ultimi risultati della Cochrane: rimpiazzando i grassi saturi con monoinsaturi, polinsaturi o carboidrati da fonti non raffinate la mortalità cardiovascolare si riduce.
L'olio di canola, molto usato negli USA, si associa ad Alzheimer nel modello animale.

Aggiornamento 26/11/2017

Una nuova revisione degli studi chiede urgentemente di rivedere le linee guida sui grassi, perché i saturi non hanno nessun legame con le malattie cardiovascolari: in realtà si parla di legami non chiari e non si tiene conto della qualità dei micronutrienti, quindi l'invito lo farei a stare calmi.

Aggiornamento 19/1/2018

L'EFSA attenua la sua posizione sull'olio di palma

Aggiornamento 23/1/2018

I grassi trans si confermano dannosi per la fertilità della donna, mentre gli omega 3 aiutano, anche mediante integrazione
Un'alimentazione sana migliora la fertilità maschile. In particolare vitamine D e B9 (folati), antiossidanti (selenio, vitamine A, C, E, licopene) migliorano la qualità del seme. I grassi trans e saturi, basso consumo di frutta e verdura, alcol, carni lavorate, caffeina, zuccheri, soia, patate e latticini non sgrassati sono associati a minore fertilità.


I grassi non sono necessariamente i colpevoli dell'infiammazione post-prandiale, secondo una revisione dei trial, ma questo dipende da altri fattori, anche a seconda del microbiota che abbiamo.

Aggiornamento 31/1/2018

Lo studio di Keys influenzò la politica senza avere effetti positivi
Aggiornamento 14/2/2018

I lipidi alimentari influenzano fortemente la composizione delle membrane cellulari e così le loro proprietà


Aggiornamento 20/2/2018
Nel modello animale un eccesso di omega 6, senza un'adeguata introduzione di omega 3, determina invecchiamento, infiammazione, alterato metabolismo e anomalie elettrocardiografiche. Questi grassi sono particolarmente presenti negli oli vegetali (mais, soia ecc) e vari cibi industriali che li contengono, e nelle carni di animali allevati con sistema intensivo.
Per mantenere la salute la loro quantità è stimata attorno al 4-5% delle calorie totali.
Aggiornamento 22/2/2018
L'invecchiamento si associa con il peggioramento della composizione corporea (riduzione della massa magra e conseguente aumento di grasso), e questo processo sembra mediato, tra le altre cose, dall'aumento del grasso muscolare, e in particolare dall'accumulo di ceramidi, specifici lipidi che riducono la risposta anabolizzante data dallo sforzo fisico.
Il processo sembra ancora più legato all'infiammazione se i ceramidi sono formati da grassi saturi.
Aggiornamento 7/3/2018
I grassi saturi non sembrano dannosi se provenienti da cibo vero, anzi alzano il colesterolo buono (HDL)
In un modello cellulare l'acido linoleico aumenta il passaggio del colesterolo all'interno della placca

Aggiornamento 7/5/2018

Un nuovo studio prospettico mostra che l'acido linoleico (omega 6 a catena corta) misurato nel sangue riduce il rischio di morte totale, mentre l'arachidonico (omega 6 a catena lunga) è associato a maggiore rischio.

Aggiornamento 10/5/2018

La diversità batterica si associa ad arterie più sane
Gli omega 3 migliorano la composizione del microbiota e favoriscono la produzione di una molecola benefica per l'intestino

Aggiornamento 11/5/2018
Tra gli oli da usare in cottura, l'extravergine di oliva si conferma il migliore, seguito da cocco, avocado e altri ricchi di grassi monoinsaturi come quello di arachidi. La presenza di antiossidanti permette la minore formazione di composti perossidati dannosi per la salute.
Gli oli vegetali raffinati sono i peggiori.

Aggiornamento 13/5/2018

Il legame tra allergie e grassi trans

Aggiornamento 18/5/2018

Finalmente una società scientifica mette nero su bianco che le calorie da zucchero sono più dannose delle altre per la salute cardiovascolare, anche senza aumento di peso.
Questo perché stimolano la produzione endogena di grassi (lipogenesi) e la deposizione di grasso viscerale.
Aspettiamo l'intervento del nostro ministro della salute che ci avvertirà che tagliare lo zucchero danneggia le industrie (soprattutto quelle farmaceutiche).
Inoltre, dopo il dimagrimento, la dieta ad alto indice glicemico (pur facendo perdere ugualmente peso) facilita il recupero del peso perso, a causa della ipersecrezione di insulina.
Non vi è sufficiente evidenza che i dolcificanti favoriscano l'aumento di peso.
Gli omega 6 sono protettivi rispetto ai grassi saturi.
Le conclusioni del Position Statement consigliano politiche per la prevenzione dell'obesità (favorire la diffusione dei cibi salutari rispetto a quelli insalubri e poveri di nutrienti) e la personalizzazione dell'alimentazione, in particolare a seconda del metabolismo glucidico

Aggiornamento 27/6/2018
Si ribadisce in un'analisi l'incertezza della scienza nutrizionale nel dare linee guida corrette, in particolare nel diabete. L'evidenza è sparsa per molti alimenti/fattori nutrizionali.
Le diete low carb non sono necessariamente le migliori, così come l'approccio mediterraneo.
Sembra importante ridurre al massimo cereali raffinati e zuccheri aggiunti, insieme alle carni processate.
Anche l'uso degli oli tropicali (palma ecc) non ha evidenze univoche, così come il pesce a causa delle contaminazioni.

Aggiornamento 29/6/2018
L'evidenza sull'olio di cocco che aiuta a dimagrire tramite i trigliceridi a catena media è ancora scarsa

Aggiornamento 18/7/2018

La presenza di una mutazione nel gene PPARƔ lega aumento del grasso viscerale ed eccesso di grassi saturi
Aggiornamento 27/7/2018

Secondo uno studio fatto su giovani sani, i grassi saturi aumentano l'endotossemia postprandiale (e i gli acidi grassi liberi), gli omega 3 la riducono.
Gli omega 6 non aumentano  l'endotossemia ma i trigliceridi.

Probabilmente a causa del buon stato di salute dei soggetti, l'endotossemia non si traduce in infiammazione, ma lo farà in seguito se non si cambia stile di vita.

Aggiornamento 21/5/2018

Mentre in Europa ci chiediamo ancora se facciano bene o male, in Canada mettono al bando i grassi trans e l'OMS ha l'obiettivo di eliminarli entro il 2023

Aggiornamento 27/8/2018

Secondo un nuovo studio l'acido stearico (18:0, saturo tipico del maiale) è facilmente ossidato dai mitocondri, mentre il palmitico (16:0, saturo tipico dell'olio di palma) no. Questo spiegherebbe perché il secondo è legato dagli studi epidemiologici a tumori e malattie cardiovascolari
Aggiornamento 27/9/2018

L'olio di cocco non è una cura per tutto ma sicuramente non è un veleno

Aggiornamento 30/9/2018

Ci dice una revisione di Frank Hu, "Gli oli vegetali non idrogenati ad alto contenuto di grassi insaturi e relativamente bassi in SFA (ad es. soia, mais, oliva, e oli di colza) dovrebbero essere la fonte primaria di grassi alimentari, al posto dei grassi animali (ad es. burro, panna, manzo e strutto) o gli oli tropicali (ad esempio, olio di palma, di palmisto e di cocco).

Secondo, i consigli dietetici dovrebbero porre l'accento sull'ottimizzazione dei tipi di grassi alimentari e sulla riduzione del grasso totale. Il consumo di prodotti "light" o "non grassi" con elevate quantità di cereali raffinati e zuccheri aggiunti dovrebbero essere scoraggiati.
Infine, quando si deve ridurre il consumo di carboidrati raffinati e zucchero aggiunto, non li si dovrebbe sostituire con cibi ricchi di grassi saturi.

Invece, i carboidrati raffinati e lo zucchero aggiunto dovrebbe essere sostituito da fonti sane di carboidrati (ad esempio, cereali integrali, legumi, verdure e frutta) e fonti salutari di grassi (ad esempio oli vegetali non idrogenati di cui sono ricchi noci e semi)

Aggiornamento 10/10/2018

Un nuovo approccio conferma che gli oli di semi, compresi quelli a più alto contenuto di grassi saturi come cocco e palma, riducono il colesterolo LDL in confronto ai grassi animali. Ma questo non significa automaticamente ridurre le malattie cardiovascolari, che sono legate anche a HDL e trigliceridi, che invece sono più influenzati da altri grassi

Secondo una nuova metanalisi il rischio cardiovascolare si riduce solo sotto i 100mg/dL di LDL e dipende dal valore di partenza.

Aggiornamento 17/11/2018

La lipemia postprandiale è un nuovo fattore da tenere in considerazione, aumentando l'infiammazione e agendo di concerto con l'indice glicemico (potenzialmente riducendolo ma allo stesso tempo attivando le vie infiammatorie). Viene influenzata da numerosi fattori come il tipo di grasso, la qualità totale della dieta, il contenuto di micro e macronutrienti, lo stato della persona
Aggiornamento 10/12/2018

Le gocciole lipidiche (lipid droplets) che sono sparse nella cellula sono fondamentali per "tamponare" i danni dei diversi lipidi intracellulari. In pratica facilitano il coordinamento e la comunicazione tra i diversi organelli e agiscono come centri vitali del metabolismo cellulare.

Aggiornamento 16/12/2018

I grassi forniti come acidi grassi liberi e non come trigliceridi forniscono molta più sazietà perché agiscono sul recettore CCK

Aggiornamento 30/12/2018

Vanno meglio i grassi saturi (come quelli presenti nel burro) o gli insaturi (come quelli presenti negli oli vegetali)? secondo Tim Spector dipende dall'interazione tra la nostra genetica e il microbiota

Aggiornamento 16/1/2019

Nonostante sia stato sconsigliato da recenti pubblicazioni, l'olio di cocco migliora la composizione corporea, il colesterolo buono, la sensibilità insulinica e i markers di infiammazione in persone sane, paragonato all'olio di arachidi

Aggiornamento 21/1/2019
Esiste da tempo una disputa sull'effetto di alcuni oli. Alcuni parteggiano per i saturi, perché tendono a non ossidarsi, e gli omega 3 a lunga catena, che sono antinfiammatori, tipici del mondo animale, mentre altri, e solitamente le linee guida, ci invitano a privilegiare gli oli vegetali ricchi di monoinsaturi e polinsaturi, tra cui l'acido linoleico (omega 6), che secondo gli studi epidemiologici riducono il rischio di malattie cardiovascolari, ma secondo la biochimica sono precursori di molecole proinfiammatorie (acido arachidonico ed eicosanoidi).
Grazie a questo studio ora sappiamo che la variante di un gene (FADS1) influenza la risposta all'acido linoleico (LA). Chi ha la variante "TT omozigote" ha più conversione in acido arachidonico e quindi maggiore infiammazione, evidenziata dalla proteina C reattiva. Chi possiede la variante "CC omozigote" ha ridotta conversione e quindi tollera livelli più alti di LA.

Aggiornamento 21/1/2019

Da uno studio osservazionale si evince aumento del rischio cardiovascolare con palmitico e stearico (16 e 18 atomi di carbonio) e riduzione coi grassi a media catena (sotto i 14 atomi di C)

Aggiornamento 9/2/2019

Si sa da tempo, dagli studi epidemiologici, che alimenti ricchi in grassi saturi come carni rosse e latticini aumentano il rischio di tumore alla prostata, il più diffuso tra gli uomini.
Bloccare CD36, la proteina che "fornisce" i grassi alle cellule, aumenta la sopravvivenza negli animali con tumore prostatico, suggerendo che questa malattia proliferi soprattutto grazie ai grassi. Probabilmente il tipo di grassi influenza la progressione della malattia.
"L'obiettivo finale è combinare la terapia con acidi grassi e trattamenti esistenti come la chemioterapia e la radioterapia a dosi più basse per uccidere il cancro e ridurre gli effetti collaterali".
Aggiornamento 9/3/2019
In uno studio fatto su 219 bambini con sclerosi multipla recidivante intermittente, ogni 10% di aumento di calorie da grassi saturi triplica il rischio di ricaduta, mentre ogni porzione di vegetali lo dimezza.
Aggiornamento 10/3/2019

Secondo l'ultimo studio prospettico che ha revisionato i dati su oltre mezzo milione di persone, la sostituzione isocalorica del 5% dell'energia degli SFA (grassi saturi) con i MUFA (monoinsaturi) vegetali è stata associata  alla riduzione del 15%, 10%, 11% e 30% di mortalità totale, cardiovascolare (CVD), cancro e malattia respiratoria rispettivamente. La sostituzione isocalorica del 2% di SFA con acido linoleico è stata associata a mortalità totale inferiore (8%), CVD (6%), cancro (8%), malattia respiratoria (11%) e diabete mellito (9%).
L'assunzione di SFA, acidi grassi trans (TFA), MUFA  di origine animale, acido α-linolenico (ALA, omega 3 a catena corta) e acido arachidonico (AA, omega 6 a catena lunga) è stata associata a mortalità più elevata. L'apporto dietetico di PUFA (grassi polinsaturi) marini omega-3 e la sostituzione di SFAs con MUFA di origine vegetale o acido linoleico (LA) sono stati associati a una mortalità totale inferiore da CVD e altre cause specifiche. L'effetto protettivo di LA non sembra valere nelle persone con malattia cardiovascolare.
L'assunzione di AA è stata associata a mortalità totale, CVD, cancro e per malattia respiratoria più elevate. Sebbene sia un derivato di LA, l'assunzione di AA in eccesso può indurre effetti proinfiammatori e protrombotici, e quindi alla base di cambiamenti patofisiologici
Il rischio per la salute osservato con ALA può essere ascritto alla presenza di trans-ALA nel cibo, in particolare quello cotto. A causa della natura della sua struttura (molti doppi legami), l'ALA è da 12 a 15 volte più facilmente trasformabile in trans rispetto a LA e fino al 40% di ALA può essere presente come isomero trans.
"Questi risultati supportano le recenti linee guida dietetiche del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, che raccomandano di eliminare l'assunzione di TFA da alimenti trasformati come cibi fritti, cracker e margarina e di sostituire gli SFA (principalmente da carni rosse) con MUFA e PUFA (presenti negli oli vegetali). Inoltre, i nostri risultati suggeriscono che il consumo di MUFA da fonti vegetali e PUFA da alimenti ricchi di LA e di acidi grassi marini omega-3 dovrebbe essere incoraggiato per la salute generale e il controllo di varie malattie croniche".

Aggiornamento 10/3/2019

L'olio extravergine d'oliva è uno dei cardini della dieta mediterranea. 
I suoi effetti preventivi sono evidenti per quanto riguarda la protezione dalle malattie cardiovascolari e neurodegenerative, dal tumore al seno e dal diabete,  e sono dovuti alla ricchezza in grassi monoinsaturi e alcuni antiossidanti come idrossitirosolo e oleuropeina. Il claim di protezione dall'ossidazione delle LDL è stato approvato dall'EFSA

Aggiornamento 19/3/2019

Lo speciale del TG1 sui veleni nel piatto, tra cibo industriale, grani antichi, olio di palma e di oliva
Aggiornamento 25/3/2019

Nel modello animale, gli oli riscaldati più volte aumentano le metastasi del tumore mammario. Questo è probabilmente dovuto alla perossidazione lipidica che aumenta stress ossidativo e infiammazione

Aggiornamento 9/4/2019

Vi siete mai chiesti perché chi mangia male si ammala molto più spesso? Una delle cause potrebbe essere tBHQ (terz-butilidrochinone), indicato in etichetta come E319. Questo stabilizzatore dei grassi altera la risposta immunitaria, riducendo l'aggressività di alcuni globuli bianchi nei confronti del virus influenzale, e causa un'infezione più lunga e con maggiore perdita di peso. È presente negli alimenti che contengono oli (cracker e prodotti da forno), carni e pesce surgelati ecc. Può anche non essere indicato in etichetta se presente nell'olio per fritture.

Aggiornamento 13/5/2019

I grassi saturi sembrano aumentare il rischio di depressione agendo sull'ipotalamo

Aggiornamento 18/5/2019
I punti salienti di una revisione narrativa dei dati nel dibattito sui grassi, tra gli autori Mozaffarian, uno dei maggiori epidemiologi nutrizionali al mondo.
Oltre al loro ruolo di combustibile metabolico, gli acidi grassi modulano diversi processi cellulari tra cui regolazione della trascrizione genica, struttura e funzione della membrana cellulare e degli organelli, attività dei canali ionici ed elettrofisiologia.
I diversi grassi, saturi, mono o polinsaturi, possono avere un diverso effetto sulla salute influenzando queste funzioni.
I diversi tipi di grassi hanno fonti dietetiche molto diverse, considerare le fonti alimentari e i tipi separatamente potrebbe essere più significativo per comprendere i loro effetti sulla salute.
L'evidenza generale sostiene fortemente i benefici cardiometabolici dei grassi polinsaturi, sia omega 3, soprattutto dei prodotti ittici, che omega 6.
Ma soprattutto le persone consumano cibi, non singoli acidi grassi. Pertanto, l'orientamento e le politiche per migliorare le diete della popolazione generale dovrebbero porre maggiore enfasi su alimenti specifici anziché sui tipi di grassi alimentari. Gli unici grassi sicuramente dannosi per la salute sono quelli trans, presenti in alimenti fritti e prodotti da forno. I grassi sono comunque importanti e le diete con un quantitativo troppo basso possono non essere salutari, così come le diete con eccessi. Il range ideale appare essere tra il 20 e il 35% delle calorie.
Per quanto riguarda i grassi saturi, vi è un'eterogeneità di effetti sulla salute legata ai diversi alimenti ricchi in saturi, come carne rossa non trasformata, carne lavorata, pollame, formaggio, yogurt, latte, noci, avocado e oli tropicali, in maniera simile a come avviene per le fonti di carboidrati, per cui sarebbe bene effettuare raccomandazioni su alimenti specifici più che su semplici percentuali. Una delle fonti principali, la carne rossa, è un alimento controverso. Mentre la carne processata è sicuramente dannosa, una o 2 porzioni a settimana di carne rossa sembrano non essere problematiche. Vi è ancora bassa evidenza che la carne grass-fed sia più sana, sebbene la paleodieta possa sicuramente portare a miglioramenti metabolici. Resta il forte impatto ambientale a creare problemi.
Altre fonti di grassi saturi sono gli oli tropicali. solitamente sconsigliati. Quelli vergini possono contenere importanti nutrienti, come i carotenoidi, vitamina E, potassio e composti fenolici, che potrebbero tutti avere benefici per la salute.
Per quanto riguarda i polinsaturi, il rapporto tra omega 3 e omega 6 può essere importante. Gli omega 3 possono essere integrati ragionevolmente e senza pericoli da persone che non mangiano pesce e hanno un rischio cardiovascolare noto. Sostituire calorie da carboidrati con omega 6 appare ugualmente benefico per il rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 8/7/2019

Una opinion chiede di considerare più le fonti di grassi saturi che i grassi in sé: quelli del cioccolato amaro, del formaggio, delle uova e della carne sono contemporaneamente fonti di importanti nutrienti, mentre quelli presenti nei prodotti di pasticceria sono immersi in una matrice alimentare di zuccheri e carboidrati da fonti raffinate che possono avere effetto negativo sulla salute. Sulla dannosità dei grassi trans nessuno discute invece.

Aggiornamento 3/8/2019
Vitamina A e i caroteni precursori sono protettivi dal carcinoma cutaneo a cellule squamose

Aggiornamento 4/8/2019
Sostituire le fonti di grassi saturi con le noci o altre fonti di grassi monoinsaturi e polinsaturi migliora il quadro lipidico e la pressione diastolica (minima)
Aggiornamento 31/10/2019
La quantità nel sangue di acido elaidico, tipico grasso trans, è proporzionale al rischio di demenza. I grassi trans sono particolarmente presenti in prodotti da forno, margarina, gelati, creme ecc.
Aggiornamento 2/11/2019

Un avocado al giorno abbassa il colesterolo LDL, e in particolare le LDL piccole, dense e ossidate (quelle realmente aterogene) rispetto a una dieta di controllo. Aumenta inoltre la luteina, prezioso nutriente antiossidante per gli occhi.
Aggiornamento 4/10/2019
L'infiammazione sistemica di basso grado è oggi ritenuta una condizione comune nelle malattie croniche non trasmissibili (NCD), come le malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro. Secondo un'indagine brasiliana l'alimentazione di bassa qualità è il primo dei fattori causali, seguito da peso in eccesso, sedentarietà, invecchiamento e una variante genetica del gene TLR4 (recettore attivato dai grassi saturi).
Aggiornamento 30/11/2019
Senza il tono simpatico, l'attivazione basale di una parte del sistema nervoso autonomo, non c'è rilascio di grassi dagli adipociti (lipolisi), e non c'è grasso beige. Chi è un po' più sfortunato ha un basso tono simpatico basso e di conseguenza il metabolismo lento, perché fatica a far uscire il grasso stipato e non lo ossida come calore, ossia una minore spesa energetica.
Esiste un'interazione tra sistema energetico e immunitario, per cui infiammazione e cellule immunitarie influenzano la spesa energetica.
Alcuni macrofagi, depositati nel grasso, sono in grado di ridurre il tono simpatico, per esempio degradando la noradrenalina (neurotrasmettitore del sistema simpatico).
Insulina, glucosio e acido palmitico sono capaci di "attivare" i macrofagi di questo tipo.
Aggiornamento 30/12/2019
I bambini che bevono latte intero hanno il 39% in meno di rischio di essere sovrappeso rispetto a quelli che bevono latte scremato o parzialmente scremato. Sembrerebbe una vittoria di chi è contro i cibi light e a favore dei grassi saturi, ma è comunque una metanalisi di studi osservazionali quindi non può stabilire un legame di causa-effetto
Non è più tanto di moda parlare di olio di palma, comunque questi sono gli ultimi aggiornamenti sull'argomento: non sembrano esserci effetti particolari sul profilo glicemico delle persone sane (non sono disponibili dati sui malati), né sul profilo lipidico. In generale non è possibile trarre conclusioni né a favore né contro la modifica del rischio cardiovascolare, e in generale appare meglio focalizzarsi su una dieta salutare in generale che su singoli componenti
Aggiornamento 5/1/2020
grassi trans, a parte rare eccezioni (alcuni presenti nei latticini come il CLA), non esistono in natura, ma si formano dai grassi insaturi (oli vegetali e carni) durante la cottura (prodotti da forno, fritture), o per idrogenazione (processo industriale per la produzione di margarina). All'inizio si pensava che fossero più salutari dei grassi saturi, poi si scoprì che sono deleteri per la salute, tant'è che gli ultimi LARN consigliano di consumarli "il meno possibile". Perché fanno male? Non esistendo in natura le nostre cellule e i nostri enzimi non sono "preparati" a metabolizzarli, semplice. Mentre qualcuno ancora parla di "illusione del cibo naturale" o altre cretinate del genere.
È come mettere gasolio in una macchina a benzina, non può funzionare.
Come creano problemi? Per esempio il fegato, non riuscendo a processarli, altera il suo metabolismo, e riduce l'HDL (colesterolo buono) e aumenta l'LDL (colesterolo cattivo). A livello cellulare viene stimolato NFkB, mediatore dell'infiammazione. Il reticolo endoplasmatico, che produce le proteine, va sotto stress (reazione UPR), producendo e non eliminando proteine aberranti. Viene attivata l'autofagia (morte) delle fibrille muscolari. Aumentano i geni della lipogenesi e i mitocondri producono più ROS, con minore ossidazione dei grassi (accumulo di grasso). Il risultato è ovviamente un aumento delle malattie, in particolare quelle cardiovascolari
Aggiornamento 16/1/2020
L'uso di olio extravergine (50mL al giorno) migliora i parametri di infiammazione e i sintomi intestinali (gonfiore, costipazione, irregolarità) delle persone con colite ulcerosa, e può essere considerato una medicina complementare
Il latte scremato appare associato a una maggiore lunghezza dei telomeri e quindi ad una maggiore longevità: questo appare da una ricerca. Il carattere osservazionale non permette di trarre conclusioni sul rapporto di causa effetto. Comunque la presenza di acido palmitico (principale grasso saturo del latte) può giocare un ruolo, essendo stressante per il reticolo endoplasmatico e i mitocondri. Oltre ad una forte attivazione del complesso mTOR
Aggiornamento 23/1/2020
Secondo una revisione degli studi, l'olio di cocco alza il pericolo cardiovascolare perché aumenta il colesterolo cattivo (LDL), assieme a quello buono (HDL), rispetto ad altri oli non tropicali o anche all'olio di palma. C'è da specificare che comunque non alza il rapporto tra LDL e HDL (visto che aumentano entrambi) e non si è esaminato la forma di LDL coinvolta (visto che quelle pericolose sono quelle piccole, ossidate e dense). Insomma si ipotizza un aumento del rischio di malattie cardiovascolari senza andare a verificare se in realtà ci sono stati più eventi tra chi ha consumato un olio e non un altro, solo in base ai valori del colesterolo. Inoltre lo studio non ha distinto tra l'uso di olio vergine e di quello raffinato (che perde i suoi antiossidanti). Per la cronaca: i 2 studi (su 16) considerati) in cui è stato usato olio vergine non hanno dato innalzamento dell'LDL.
Indici di adiposità, glicemia e infiammazione non sono cambiati (smentendo i presunti claim dell'olio di cocco su questi temi).
In conclusione "Non ci sono prove di benefici dell'olio di cocco sugli oli vegetali non tropicali" e "non dovrebbe essere considerato un olio salutare per la riduzione del rischio CVD" a causa del suo contenuto in grassi saturi, ma questo è fondamentalmente riferito a oli raffinati, ossia quelli analizzati nello studio
Aggiornamento 17/3/2020
La cellula ha un organello al suo interno che si chiama reticolo endoplasmatico (ER). Il suo principale compito è quello di sintetizzare proteine, tramite i ribosomi. L'obesità e il diabete sono caratterizzati da una condizione di stress cellulare che si manifesta come stress del ER, e porta alla produzione di proteine difettose (aberranti) che non vengono corrette. Ecco perché queste persone non possono essere considerate normali dal punto di vista metabolico. Inoltre nei topi (e presumibilmente anche nell'uomo) una madre obesa fa nascere figli che hanno già stress del RE e sono quindi molto proni a ingrassare e avere il diabete, consumando poche calorie e essendo sempre affamati. Questo perché il loro ipotalamo è alterato. Tra i principali responsabili di questo meccanismo ci sono i grassi saturi, mentre il TUDCA (acido biliare), già utilizzato come farmaco per malattie neurodegenerative e problemi epatici, sembra ripristinare la corretta funzione ipotalamica e potrebbe essere usato in futuro come farmaco antiobesità.
Aggiornamento 1/4/2020
Alcune persone con variante di PPARα possono avere maggiori problemi con i grassi saturi e le diete chetogeniche
Aggiornamento 15/5/2020
L'interazione tra i diversi grassi e il microbiota, con produzione di metaboliti necessari per uscire dall'infiammazione, endocannabinoidi ecc
Aggiornamento 25/6/2020
Una nuova posizione dei cardiologi americani che farà molto discutere. "Il pregiudizio di vecchia data nei confronti degli alimenti ricchi di grassi saturi (SFA) dovrebbe essere cambiato al fine di raccomandare diete costituite da alimenti sani". Infatti l'evidenza scientifica attuale appare essere che i grassi saturi non aumentano il rischio cardiovascolare né di diabete se provengono da cibi non processati. "Le diete povere di carboidrati e ad alto contenuto di grassi saturi (lowcarb), che sono popolari per la gestione del peso corporeo, possono anche migliorare gli endpoint delle malattie metaboliche in alcuni individui, ma [bisogna sottolineare] che gli effetti sulla salute dei carboidrati alimentari, proprio come quelli dei grassi saturi, dipendono dalla quantità, dal tipo e qualità dei carboidrati, fonti alimentari, grado di lavorazione, ecc". Insomma bisogna abbandonare il paradigma della quantità dei grassi saturi, passando alla loro qualità e origine alimentare. In sintesi:
-Diversi SFA hanno diversi effetti biologici, che sono ulteriormente modificati dalla matrice alimentare e dal contenuto di carboidrati nella dieta
-Diversi alimenti relativamente ricchi di SFA, come latte intero, cioccolato fondente, uova e carne non trasformata, non sono associati ad un aumento del rischio cardiovascolare o diabete
-Non ci sono prove concrete che gli attuali limiti superiori arbitrari a livello di popolazione sul consumo di grassi saturi negli Stati Uniti ridurranno la mortalità o il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 15/7/2020
Da decenni si consigliano diete a basso contenuto di grassi e colesterolo alimentare per l'ipercolesterolemia familiare. Queste indicazioni sembrano avere davvero poco di scientifico, si dovrebbero considerare altri parametri di rischio (ipercoagulabilità rispetto al colesterolo) nei trial. Le diete low carb sembrano funzionare bene soprattutto nello stato di insulinoresistenza.

Aggiornamento 15/9/2020

Secondo una revisione degli studi, l'olio di cocco è più salutare dei grassi animali perché aumenta HDL e riduce LDL. Tuttavia il suo uso non dovrebbe eccedere quello degli oli ricchi in grassi insaturi. Infatti aumenta LDL rispetto ai ricchi in polinsaturi, mentre non ha effetto rispetto ai monoinsaturi

Aggiornamento 21/10/2020

Una nuova review sull'olio di palma (PO), un po' dimenticato ultimamente, ne certifica la salubrità, perché "l'uso e il consumo di PO in quantità normali o moderate, e nel contesto di una dieta varia, equilibrata e adeguata, non presenta rischi per la salute". Come per qualsiasi ingrediente del resto, in persone sane. "A causa del suo ricco contenuto di antiossidanti, l'olio di palma è coinvolto in molte patologie, tra cui la prevenzione di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, tumori e molte altre patologie. PO è dotato di una buona miscela di antiossidanti naturali e insieme alla sua composizione equilibrata delle diverse classi di acidi grassi, lo rende un olio commestibile sicuro, stabile e versatile con molti benefici per la salute e attributi nutrizionali". Peccato che dimentichino di sottolineare che queste caratteristiche sono relative all'olio rosso e non raffinato, usato prevalentemente in Asia e Africa, mentre quello raffinato e deodorato perde gli antiossidanti.

Aggiornamento 5/12/2020

Scoperto un altro meccanismo che lega stress e tumori. Ormoni dello stress come cortisolo e noradrenalina stimolano il rilascio di una proteina dai globuli bianchi, che porta alla formazione di lipidi ossidati. Questi lipidi alterati stimolano la proliferazione cellulare, "provocando l'uscita delle cellule tumorali dalla dormienza e la formazione di nuove lesioni tumorali". I betabloccanti, farmaci usati per l'ipertensione, potrebbero aiutare a prevenire i tumori.

Aggiornamento 5/1/2021

Il tipo di grassi saturi (SFA) può influenzare il rischio cardiovascolare, e recentemente i cardiologi americani hanno confermato di consigliare una riduzione di questi nutrienti, senza però tenere conto del tipo di SFA. Per esempio "Il manzo e le altre carni rosse contengono principalmente gli acidi grassi saturi a catena più lunga mentre il cocco contiene quelli a catena media (MCFA). Gli acidi grassi a catena media vengono assorbiti in modo diverso e sono stati associati a numerosi benefici per la salute tra cui miglioramenti nella funzione cognitiva e un profilo lipidico più favorevole rispetto agli acidi grassi a catena più lunga. Nel contesto di un modello alimentare che è stato associato a benefici per la salute come la dieta mediterranea, le noci di cocco possono quindi fornire una fonte salutare di grassi saturi fornendo allo stesso tempo fenoli e antiossidanti" (se vengono dal frutto intero o da olio non raffinato ma vergine). In generale comunque la nocività dei grassi saturi rimane sempre dubbia.
Sono allo studio le proprietà anti-Alzheimer del cocco e dei suoi grassi, con interessanti studi preliminari.
Il cocco è anche noto per la sua attività antibatterica, antivirale e antifungina, soprattutto nei confronti dei patogeni P. aeruginosa, E. coli, Proteus vulgaris e Bacillus subtilis, e dei patogeni orali.
Per correttezza è giusto dire che la review è stata finanziata dai produttori di cocco.

Aggiornamento 18/3/2021

Secondo una revisione dei dati, "non ci sono prove sufficienti per suggerire che l'olio di palma dovrebbe essere evitato come fonte di grasso negli alimenti per lattanti per motivi di salute. L'inclusione di una miscela di grassi ad alto contenuto di palmitato in posizione SN2 negli alimenti per lattanti può avere effetti a breve termine sulla consistenza delle feci, ma non può essere considerata essenziale".

Aggiornamento 28/7/2021

La dieta regola il microbiota nell'intestino e di conseguenza nel microambiente del tumore al seno, influenzando così la tumorigenesi. Modificare la dieta modula il microbiota tumorale nei pazienti con cancro al seno.
Infettare le cellule tumorali con un microbiota legato a una dieta di tipo occidentale ha aumentato la proliferazione, facendo intendere che i batteri associati al tumore possono modulare le vie metaboliche tumorali.
"In uno studio clinico in doppio cieco controllato con placebo su pazienti con cancro al seno a cui sono stati somministrati integratori di olio di pesce prima della resezione del tumore primario, l'intervento dietetico ha modulato positivamente il microbiota nei tumori e nel tessuto mammario normale".

Aggiornamento 5/8/2021

Se ancora ci fosse qualche nutrizionista che va in giro a dire "lo zucchero serve per dare energia", è arrivato lo studio che lo smentisce definitivamente.
Infatti lo zucchero ostacola l'attività mitocondriale.
"Un team guidato dagli scienziati del Van Andel Institute ha scoperto che lo zucchero in eccesso può far sì che le nostre centrali elettriche cellulari, chiamate mitocondri, diventino meno efficienti, riducendo la loro produzione di energia.
Abbiamo scoperto che troppo glucosio nelle cellule, che è direttamente collegato alla quantità di zucchero consumata nella propria dieta, influisce sulla composizione lipidica in tutto il corpo, che a sua volta influisce sull'integrità dei mitocondri. L'effetto complessivo è una perdita della funzione ottimale" e quindi riduzione della produzione di ATP (energia per la cellula).
"L'eccesso di glucosio riduce la concentrazione di acidi grassi polinsaturi (PUFA) nella membrana mitocondriale e rende i mitocondri meno efficienti. I PUFA sono attori vitali nel supportare la funzione mitocondriale e nel mediare una serie di altri processi biologici come l'infiammazione, la pressione sanguigna e la comunicazione cellulare.
Invece, il glucosio in eccesso viene convertito in una diversa forma di acido grasso (acido palmitico , grasso saturo) che non è efficiente o flessibile come i PUFA. Questo inverte la composizione lipidica della membrana e mette sotto stress i mitocondri, danneggiandoli e impattando sulle loro prestazioni".
Utilizzando una dieta chetogenica il problema è stato risolto, ripristinando la normale composizione lipidica, e confermando che questa dieta può avere un effetto benefico grazie al suo impatto sui mitocondri. Inoltre l'eccesso di carboidrati riduce anche l'effetto benefico dei supplementi di PUFA sui mitocondri.
"Anche se non possiamo sempre notare subito la differenza nelle prestazioni mitocondriali, il nostro corpo lo fa", ha spiegato il ricercatore Wu "Se l'equilibrio lipidico viene alterato abbastanza a lungo, potremmo iniziare a sentire sottili cambiamenti, come stancarci più rapidamente. Sebbene il nostro studio non offra raccomandazioni mediche, evidenzia le prime fasi della malattia metabolica e fornisce approfondimenti che possono modellare futuri sforzi di prevenzione e terapia”.

Aggiornamento 7/9/2021

La distribuzione del grasso è strettamente legata alla salute e alla qualità del cibo che ingeriamo. Il cibo spazzatura favorisce l'accumulo viscerale (al di sotto della fascia addominale, in blu), il grasso legato ai maggiori problemi metabolici.
In questo studio mangiare un avocado (circa 130g) al giorno per 3 mesi ha ridistribuito il grasso viscerale (VAT) al distretto sottocutaneo dell'addome (in giallo) in persone sovrappeso. L'effetto è più marcato nelle donne. Non ci sono state però variazioni rilevanti nei parametri metabolici (resistenza insulinica).

"Il consumo regolare di cibi integrali ricchi di nutrienti può servire come approccio non farmacologico per modificare la distribuzione del tessuto adiposo e alleviare gli effetti metabolici dell'adiposità".
I meccanismi responsabili possono essere la presenza di acido oleico (grassi monoinsaturi), fibre, riduzione della glicemia postprandiale e dell'insulina, fattori capaci di "indirizzare" i nutrienti nei diversi distretti, con il VAT più sensibile in caso di iperinsulinemia e di maggiore introduzione di grassi saturi.

Aggiornamento 14/11/2021

L'acido palmitico (PA), il principale grasso presente nell'olio di palma, promuove la formazione di metastasi nel modello cellulare, mentre l'acido oleico (olio d'oliva) la riduce.
"i nostri risultati non solo sottolineano i rischi a lungo termine per la salute associati ad una dieta ricca di PA per quanto riguarda la progressione metastatica, ma forniscono anche intuizioni meccanicistiche per identificare nuove strategie terapeutiche neurali/gliali per attenuare e prevenire la diffusione a distanza".

Aggiornamento 16/1/2022

Si stima che la messa al bando dei grassi trans in Danimarca abbia ridotto la mortalità di 30 persone ogni 100 mila abitanti. Questi grassi agiscono aumentando infiammazione e stress ossidativo, alterando i livelli di colesterolo plasmatico e favorendo la deposizione di grasso a livello del fegato, aumentando così la mortalità cardiovascolare e tumorale

Aggiornamento 1/4/2022

Interessante articolo che spiega perché i grassi saturi aumentano le HDL, il cosiddetto colesterolo buono.
Quando assumiamo grassi saturi, aumenta la permeabilità intestinale e l'infiammazione. La stessa cosa fa l'alcol. I grassi arriverebbero direttamente al fegato attraverso la vena porta, sotto forma di LPS, provocando l'infiammazione epatica. Ma le HDL prodotte dall'intestino legano LPS. In pratica l'aumento di HDL è in realtà una strategia per proteggere il fegato dall'eccesso di grassi saturi che lo infiammerebbero.
"Può essere vantaggioso aumentare l'HDL con una maggiore assunzione di grassi saturi per proteggere il fegato. Ma quasi certamente non è una buona idea aumentare la permeabilità intestinale quando non è necessario.
Questa idea supporta l'idea che un'elevata assunzione di grassi saturi potrebbe non essere l'idea migliore per la salute e il benessere a parità di calorie, BMI, ecc."

Aggiornamento 21/11/2022


In uno studio sono state seguite 13 mila persone per oltre 10 anni. Chi consumava in maniera moderata olio extravergine d'oliva (EVOO) aveva una riduzione della mortalità di un terzo per tutte le cause e dimezzamento della mortalità cardiovascolare rispetto a chi consumava olio di oliva raffinato e quindi impoverito dei suoi antiossidanti.
"I composti bioattivi dell'EVOO hanno effetti antinfiammatori (diminuzione della proteina C reattiva e dell'espressione di geni pro-infiammatori), riducono lo stress ossidativo, regolano la pressione sanguigna e l'aggregazione piastrinica, migliorano il metabolismo dei lipidi e del glucosio, la calcificazione e la mineralizzazione ossea oltre a migliorare la composizione del microbiota. Sono stati inoltre studiati gli effetti antitumorali dei fenoli dell'EVOO, inclusa la loro capacità di inibire la proliferazione e promuovere l'apoptosi in diverse linee cellulari tumorali e attraverso diversi meccanismi."
Gli autori fanno notare che nelle linee guida non si raccomanda il tipo di olio d'oliva da usare e in base i loro risultati si dovrebbe consigliare esclusivamente l'EVOO.

Aggiornamento 15/12/2022


I tocotrienoli (forme di vitamina E e antiossidanti) estratti dall'olio di palma migliorano la demenza vascolare nel modello animale, "riducendo la resistenza all'insulina, proteggendo la perdita di memoria, migliorando il funzionamento cerebrovascolare e l'attività colinergica, riducendo il danno neuronale ed esercitando attività antiossidante, proteggendo la struttura dell'ippocampo e migliorando notevolmente l'espressione del PDGF-C per la neovascolarizzazione nel cervello diabetico". Lo studio dimostra un potenziale protettivo e terapeutico dei tocotrienoli nei confronti del danno vascolare.
Purtroppo nell'olio di palma in commercio questa parte ricca di micronutrienti è completamente persa durante la raffinazione.

Aggiornamento 25/4/2023

Usare olio extravergine al posto di olio di oliva normale aumenta le capacità antiossidanti e riduce l'infiammazione. Il gruppo che assumeva olio EVO ha anche avuto maggior perdita di peso.

Aggiornamento 29/10/2023

Il micobiota (l'insieme dei funghi che alloggiano nell'intestino e non solo) può avere un effetto sulle malattie metaboliche come diabete, obesità e fegato grasso. Molti funghi/lieviti infatti interagiscono col sistema immunitario e le vie metaboliche, oltre a interagire coi batteri intestinali che notoriamente influenzano il metabolismo energetico e glucidico/lipidico.
In particolare la Candida rilascia candidalisina e PGE2 che nei topi promuovono la progressione della steatosi epatica e il danno epatico, insieme all'insulinoresistenza. Altre specie correlate coi problemi metabolici sono Aspergillus e Meyerozyma.
L'altenusina (rilasciata da alternaria) riduce l'aumento di peso bloccando gli enzimi lipogenici. Anche Cochliobolus può produrre metaboliti utili per ridurre il dismetabolismo.
È nota l'associazione tra carboidrati da alimenti raffinati e sovracrescita di Candida, mentre una dieta più proteica e lipidica può contrastarla, in particolare se ricca di acidi grassi a catena corta e media, presenti per esempio nell'olio di cocco, che si è dimostrato efficace nel ridurre la Candida intestinale.
Oltre alla dieta, per contrastare la disbiosi fungina si usano i probiotici a base fungina come S. boulardii o il kefir che contiene oltre 50 specie tra lieviti e fermenti lattici.

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