Cerca nel blog

giovedì 5 novembre 2015

Meno indulgenza


Una nuova ricerca pubblicata su un'importante rivista (FASEB Journal) mostra che anche pochi pasti liberi, effettuati con cibo spazzatura, vanno ad alterare il metabolismo di persone in stato non salutare.

Questi cibi hanno infatti effetto infiammatorio sull'organismo determinando alterazione dei parametri metabolici e sostenendo la deposizione di grasso.
Un punto in più a chi fa una distinzione netta tra cibo sano e spazzatura

Sarebbe molto interessante sapere cosa dicono i vari geni della dietologia, sostenitori del "di tutto un po'", ma noti solo per non aver mai fatto dimagrire nessuno. Come evidenzia un recente studio pubblicato su Plos ONE, è la qualità della dieta a fare la differenza.




Aggiornamento 30/5/2016

"Considerate nel complesso, le ultime ricerche mostrano come il cibo influenzi il corpo in tanti modi e sostengono l'opportunità di ridurre il cibo spazzatura"

Aggiornamento 11/7/2016

 Tra le cause dell'obesità e delle malattie occidentali vi sono i sussidi per la produzione di certi alimenti insalubri, che così possono entrare nelle nostre tavole a prezzi relativamente stracciati: grani, mais e i loro derivati (HFCS), carni e latticini di pessima qualità.

Aggiornamento 27/7/2016


Anche la FDA prevede una definizione di "cibo salutare" (healthy food), in contrapposizione con quello che ancora pensano molti: di tutto un po' va bene. E invece no: esiste una netta differenza tra cibo e cibo.
Aggiornamento 7/10/2016
Il cibo industriale crea dipendenza riducendo il numero di recettori per dopamina ed endorfine, e per questo il corpo ne richiede sempre di più; è lo stesso meccanismo di dipendenza indotto dalle droghe, l'alterazione della biochimica cerebrale.

Aggiornamento 14/10/2016

Alcune persone con particolari varianti geniche tendono ad avere più dipendenza dai cibi grassi, e per questo hanno più probabilità di essere sovrappeso.
Il dott. Lustig ha introdotto (già alcuni anni fa) un concetto importante: i cibi quando vengono processati hanno le stesse calorie (isocalorici) ma non gli stessi effetti metabolici (ossia non sono isometabolici) nell'organismo.

Aggiornamento 8/11/2016

Le nuove linee guida dei cardiologi americani raccomandano un'alimentazione ad alta densità nutrizionale e bassa energetica, ossia cibi salutari, non processati, tendenzialmente di origine vegetale. Ridurre il sale, minimizzare gli zuccheri aggiunti. Pensare che ci sono ancora colleghi che stanno a dire "di tutto un  po'" e "non esistono i cibi salutari".

Aggiornamento 18/1/2017


Nel modello animale la dieta occidentale, ricca di zucchero e grassi saturi, provoca stress ossidativo e annulla i vantaggi ormonali che proteggono le arterie delle femmine di topo


Aggiornamento 24/1/2017
Quali sono le cause ambientali dell'obesità? Oltre allo scarso movimento, la disponibilità a basso prezzo di cibi altamente energetici e scarsamente nutritivi.
Interventi politici che riducano la convenienza di questi cibi sono altamente auspicabili per prevenire le malattie.

Aggiornamento 26/2/2017
La dieta occidentale, dove arriva provoca danni.
Alle popolazioni artiche, da sempre abituate a vivere di pesca e poco altro, sono arrivati gli instant noodles. Non hanno mai sofferto di obesità, né malattie cardiovascolari. Adesso iniziano ad esserci i primi obesi

Aggiornamento 18/3/2017

Secondo una nuova ricerca, negli USA si hanno 600 mila morti per malattie cardiovascolari all'anno, di cui 400 mila prevenibili con una dieta salutare, ossia riducendo i cibi non salubri, generalmente quelli processati, e favorendo quelli salutari, quelli vegetali non raffinati.

Aggiornamento 30/3/2017

Ottimo video di Filippo Ongaro che spiega la baggianata dello zucchero necessario per il cervello

Update  28/5/2017


Il cibo spazzatura si associa a minor plasticità neuronale, ossia capacità cognitiva ridotta

stranezze dell'umanità
https://www.facebook.com/paleomedicinahungary/photos/a.1767202966890633.1073741828.1432929863651280/1902284856715776/?type=3&theater


Aggiornamento 29/5/2017

Alcuni motivi in più per evitare i cibi light: in questi cibi i grassi sono sostituiti con zuccheri, determinando una (scarsa) riduzione delle calorie totali.
Solo che, almeno nei topi, le calorie da zucchero alterano la flora intestinale e la comunicazione tra intestino e cervello, inducono infiammazione intestinale e accumulo del grasso
Aggiornamento 18/9/2017

Qual è una delle maggiori cause di fallimento delle diete, soprattutto negli adolescenti? La food addiction, ossia la dipendenza da cibi spazzatura. Non si ottengono risultati se non si mette in conto una forte restrizione di alimenti che non hanno nulla di sano.
Aggiornamento 10/12/2017

La mortalità dovuta all'eccesso di peso è probabilmente sottostimata, mentre è sovrastimata quella legata al sottopeso.

Aggiornamento 10/2/2018

Ѐ difficile seguire una dieta con "tutto in moderazione" perché la moderazione è un concetto difficile 🌝

Aggiornamento 31/3/2018
Un pasto ipercalorico lipidico, come per esempio un milkshake fatto da gelato, latte intero e panna, attiva un rimodellamento dei globuli rossi che li predispone per favorire le malattie cardiache. In particolare cambia l'espressione dell'enzima mieloperossidasi, notoriamente legato alla riduzione di elasticità delle arterie e aumento dello stress ossidativo (che altera la funzione dei globuli rossi grazie alla generazione di ROS). Avviene anche l'attivazione delle vie infiammatorie nei globuli bianchi, che favorisce l'aterosclerosi. La risposta immunitaria è simile a quella di un'infezione (VES alta). Questo non succede con un pasto con simile quantità di calorie ma fatto solo da cereali (senza grassi). L'esperimento è stato fatto su maschi sani e attivi. Gli scienziati concludono che "questi risultati danno nuove informazioni sui meccanismi in base ai quali il consumo di pasti arricchiti in grassi può promuovere la destabilizzazione delle placche vulnerabili che portano a un infarto miocardico acuto".
Aggiornamento 11/4/2018

La qualità della dieta sta peggiorando negli USA, e così la qualità della vita, e aumenta la mortalità

Aggiornamento 29/9/2018


La dieta ricca di grassi e zuccheri (HFS) favorisce l'atrofia dei muscoli scheletrici e induce la degradazione delle proteine e infiammazione periferica. Una dieta HFS prolungata accelera l'atrofia dei muscoli scheletrici, la funzionalità e altera il trasporto periferico del glucosio. Ciò implica che non vi è alcuna compensazione pertinente tra domanda di energia e disponibilità energetica (perdita di flessibilità metabolica, ossia della normale ossidazione nei cicli di glucosio e acidi grassi), come è evidente dall'aumento di peso e dalla perdita accelerata di massa muscolare. È interessante notare che l'attenuazione della sintesi proteica in risposta all'obesità è stata associata all'insulino-resistenza causata dall'HFS. Inoltre, l'HFS riduce anche il tasso di sintesi dell'ATP e la capacità del muscolo di rispondere ai segnali di crescita, che ostacola il recupero dalle lesioni, accelera gli effetti dell'invecchiamento e influisce negativamente sull'omeostasi del glucosio. L'HFS ha un potenziale di induzione dell'atrofia muscolare scheletrica e può portare alla miosite (infiammazione muscolare)


Aggiornamento 5/10/2018

Per anni ci hanno detto di mangiare "tutto in moderazione", ma oggi si scopre che questo consiglio non aveva nessun supporto scientifico. Che vuol dire moderazione? Per qualcuno può essere una volta al giorno, per altri una volta a settimana, per altri ancora una al mese.
L'evidenza attuale, riportata da un'indicazione ufficiale della American Heart Association, dimostra che un'alta diversità di alimenti non significa maggiore salute né nutrizione ottimale. Anzi può significare introduzione di cibi poco sazianti che ci portano a mangiare di più, ridurre i nutrienti e favorire l'aumento di peso soprattutto negli adulti . In pratica è finita l'epoca di tutte le calorie sono uguali.

Quindi le nuove indicazioni si concentrano sul privilegiare i gruppi di alimenti ricchi di nutrienti (frutta e verdura, cereali integrali, latticini sgrassati, pollame e pesce, oli vegetali non tropicali) e ridurre cibi preparati e poveri di nutrienti, contenenti grassi saturi o peggio trans, sodio, carni rosse, dolci e bevande zuccherate.

Aggiornamento 15/10/2018


Nel modello animale, la dieta con cibo spazzatura altera i circuiti nervosi della ricompensa (dopaminergici mesolimbici) per le 3 generazioni successive, in modo da essere propensi a sviluppare obesità dovuta alla dipendenza da cibo.

Aggiornamento 13/12/2018

Spesso sentiamo dire che si ingrassa da Capodanno a Natale e non da Natale a Capodanno. In realtà le feste natalizie sono responsabili di una buona parte dell'aumento di peso annuale che hanno soprattutto le persone sedentarie. In questo studio si è dimostrato che suggerire la moderazione nel mangiare e nel bere, pesarsi, informare le persone sugli equivalenti calorici tra alcune attività fisiche e cibi e bevande, e fornire alcuni consigli per la gestione del peso ha scongiurato l'aumento di durante il periodo natalizio

Aggiornamento 2/1/2019

Quando ingeriamo cibo palatabile, come il milkshake, il cervello ha 2 "botte" di dopamina: quando ingeriamo e quando il cibo raggiunge lo stomaco. Questo rilascio correla con la dipendenza da cibo

Aggiornamento 27/1/2019

Un'alta frequenza di consumo di cibi fritti, particolarmente pollo e prodotti ittici, aumenta la mortalità da qualsiasi causa, soprattutto cardiovascolare, nelle donne in postmenopausa. Questo può essere dovuto alla formazione di grassi trans, di acrilammide e di AGEs con le alte temperature, che determinano stress ossidativo e infiammazione, all'aumento della densità energetica, all'aumentato consumo di sale, al riutilizzo dell'olio che agisce sull'enzima paraoxonasi e inibisce il metabolismo del colesterolo.

Aggiornamento 22/3/2019


Sovvenzionare economicamente il cibo salutare come frutta oleosa, pesce, cereali integrali, frutta e verdura avrebbe, negli USA, ottime ricadute in termini di salute con quasi 2 milioni di morti in meno e riduzione della spesa sanitaria, con risparmi per 40 miliardi di dollari.

Aggiornamento 5/4/2019

La dieta povera di nutrienti è ora il maggior fattore di rischio modificabile, più del fumo, secondo l'autorevole rivista The Lancet. Non si tratta di mangiare meno, ma di mangiare meglio, frutta verdura e cereali integrali

"In sintesi, abbiamo scoperto che le cattive abitudini alimentari sono associate a una serie di malattie croniche e possono potenzialmente contribuire in maniera determinante alla mortalità  in tutti i paesi del mondo. Questa constatazione sottolinea l'urgente necessità di sforzi globali coordinati per migliorare la qualità della dieta umana. Data la complessità dei comportamenti dietetici e l'ampia gamma di influenze sulla dieta, il miglioramento della dieta richiede la collaborazione attiva da più parti in tutto il sistema alimentare, insieme a politiche rivolte a più settori del sistema alimentare".


Aggiornamento 10/4/2019
I circuiti nervosi della dipendenza da alcol e da cibo spazzatura sono gli stessi
Aggiornamento 30/5/2019


Due grossi studi prospettici sono stati pubblicati oggi ed entrambi hanno evidenziato gli effetti negativi dei cibi industriali. In uno, il consumo di 4 porzioni di cibi industriali al giorno aumenta la mortalità del 62% e ogni porzione in più del 18%. Nell'altro ogni 10% di consumo di cibo industriale aumenta del 10% il rischio di malattia cardiovascolare, ipotizzando come cause "Vari fattori nella lavorazione, come la composizione nutrizionale del prodotto finale, gli additivi, i materiali di contatto e i contaminanti che si formano in cottura". Pur non potendo dimostrare causalità, i ricercatori concludono che i risultati devono essere tenuti in considerazione per raccomandare politiche che facilitino l'accesso a cibi freschi e non processati e scoraggino il consumo dei cibi processati.

Aggiornamento 27/7/2019
"La dipendenza da cibo è - almeno in alcuni individui - un plausibile fattore causale che contribuisce all'obesità. Il concetto di dipendenza da cibo può evidenziare nuove strade di intervento a livello di salute pubblica e individuale, specialmente se si identificano specifici fattori scatenanti e si chiariscono i meccanismi. I carboidrati ad alto indice glicemico sono un possibile fattore scatenante che media le risposte neurochimiche simili alla dipendenza".
Aggiornamento 18/8/2019

Secondo le linee guida cardiologiche per la prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari ACC/AHA gli individui dovrebbero:
Utilizzare una dieta sana che enfatizzi l'assunzione di verdure, frutta, frutta secca oleosa, cereali integrali e pesce. Eliminare i grassi trans e minimizzare l'assunzione di carni lavorate, carboidrati raffinati e bevande zuccherate. Sostituire i grassi saturi con grassi monoinsaturi e polinsaturi e ridurre il colesterolo e il sodio nella dieta. Esercizio fisico e attività fisica:
Gli individui dovrebbero impegnarsi in almeno 150 minuti a settimana di attività fisica ad intensità moderata o 75 minuti a settimana di attività fisica ad intensità vigorosa. Per coloro che non sono in grado di raggiungere questo minimo, può comunque essere utile impegnarsi in un'attività moderata o vigorosa.

Aggiornamento 21/3/2020
Il ruolo dell'infiammazione nelle malattie moderne e legate all'invecchiamento. Ritengo che oggi non ci si dovrebbe occupare di alimentazione senza aver letto questo articolo.

L'infiammazione è una risposta adattativa dell'organismo agli insulti esterni, che l'evoluzione ci ha dato per difenderci. Purtroppo ai nostri tempi una risposta infiammatoria cronica (SCI) è alla base di molti problemi. L'infiammazione determina effetti comportamentali specifici che includono un insieme di comportamenti legati al risparmio energetico comunemente noti come "comportamenti da malattia", come tristezza, anedonia, affaticamento, riduzione della libido e dell'assunzione di cibo, sonno alterato e ritiro comportamentale sociale, nonché aumento della pressione sanguigna, insulino-resistenza e dislipidemia. Questi cambiamenti comportamentali possono essere fondamentali per la sopravvivenza durante i periodi di lesioni fisiche e minacce microbiche.

L'infiammazione cronica è legata ad aumentato rischio di sindrome metabolica, che include la triade di ipertensione, iperglicemia e dislipidemia; diabete di tipo 2; steatosi epatica; ipertensione; malattie cardiovascolari (CVD); malattia renale cronica; vari tipi di cancro; depressione; malattie neurodegenerative e autoimmuni; osteoporosi e sarcopenia. I marker di infiammazione come PCR e neutrofili aumentati e albumina bassa, correlati all'infiammazione, sono predittivi di mortalità per tutte le cause. In realtà però non esistono marker standardizzati per l'infiammazione cronica.

Tra le cause riconosciute di SCI, infezioni croniche, inattività fisica, obesità (viscerale), disbiosi intestinale, dieta, isolamento sociale, stress psicologico, sonno disturbato e ritmo circadiano alterato ed esposizione a sostanze tossiche come inquinanti atmosferici, rifiuti pericolosi, prodotti chimici industriali e fumo di tabacco. In particolare per quanto riguarda la dieta "la dieta tipica che è stata ampiamente adottata in molti paesi negli ultimi 40 anni è relativamente povera di frutta, verdura e altri alimenti ricchi di fibre e prebiotici e ricca di cereali raffinati, alcool e alimenti industriali, in particolare quelli contenenti emulsionanti. Questi fattori dietetici possono alterare la composizione e la funzione del microbiota intestinale e sono collegati ad una maggiore permeabilità intestinale e cambiamenti epigenetici nel sistema immunitario che alla fine causano endotossemia e SCI". I derivati della cottura ad alte temperature (AGEs e ALEs) sono infiammatori e aumentano l'appetito, mentre gli alimenti ad alto indice e carico glicemico, come zuccheri e cereali raffinati, che sono ingredienti comuni nella maggior parte degli alimenti ultraprocessati, possono causare un aumento dello stress ossidativo che attiva i geni infiammatori. Anche i grassi trans e il sale risultano infiammatori, quest'ultimo attivando i macrofagi e riducendo i lattobacilli. Altri i fattori includono carenze di micronutrienti, tra cui zinco e magnesio, causate dal consumo di alimenti trasformati o raffinati a basso contenuto di vitamine e minerali e livelli di omega 3 non ottimali, che influiscono sulla fase di risoluzione dell'infiammazione. I principali contribuenti alla crescente incidenza mondiale di carenza di omega-3 sono un basso apporto di pesce e un alto apporto di oli vegetali ad alto contenuto di acido linoleico, che riduce gli acidi grassi omega-3 nei fosfolipidi della membrana cellulare (dai quali derivano i composti antinfiammatori). Se combinato con una bassa attività fisica, il consumo di alimenti trasformati iperpalatabili ad alto contenuto di grassi, zucchero, sale e additivi può causare importanti cambiamenti nel metabolismo cellulare e portare all'aumento della produzione (e dello smaltimento difettoso) di organelli disfunzionali come i mitocondri, e di molecole endogene disperse, mal ripiegate e ossidate. Questo porta in ultimo all'inflammaging, uno stato di cronica stimolazione del sistema immunitario tipico dell'anziano, che promuove le malattie legate all'invecchiamento. Tra le sostanze tossiche col quale siamo spesso a contatto invece troviamo ftalati, sostanze per- e polifluoroalchiliche, bisfenoli, idrocarburi policiclici aromatici e ritardanti di fiamma, che fungono da citotossici, interferenti endocrini e ossidanti.

Aggiornamento 1/12/2020

Chi ha insufficienza cardiaca e segue una dieta infiammatoria, ha il doppio del rischio di ricovero e morte rispetto a chi segue una dieta antinfiammatoria, caratterizzata da cibi sani (cereali integrali, olio d'oliva, frutta e verdura)

Aggiornamento 8/12/2020

Lo stress ossidativo e i ROS possono favorire la dipendenza da cibo, e in questo modo l’introduzione di cibi privi del loro contenuto antiossidante può facilitare le alterazioni ormonali (riduzione della leptina, aumento della grelina, e alterazione dei loro segnali) che predispongono per l’aumento di peso o facilitano il loro recupero in seguito a dieta ipocalorica. Anche per questo per mantenere una perdita di peso le calorie non sono tutte uguali, e avere un'alimentazione con prevalenza di cibi non processati aumenta la probabilità di successo

Aggiornamento 29/1/2021

Uno degli sport preferiti da alcuni sedicenti divulgatori è quello di parlare di cose che non conoscono, e senza almeno dare uno sguardo alla letteratura scientifica prima. Uno che leggo spesso è "non esistono cibi antinfiammatori o proinfiammatori". Niente di più falso. È ormai evidente come il cibo processato aumenti l'infiammazione mentre quello non industriale, che mantiene fibre, minerali, vitamine e antiossidanti abbia effetto contrario. In generale dieta mediterranea e le sue simili riducono l'infiammazione, mentre la dieta di tipo occidentale aumenta tutti i marker. Adottare la prima dovrebbe anche essere in grado di invertire lo stato infiammatorio di basso grado tipico del sovrappeso.

Aggiornamento 12/6/2021

Le donne sembrano più sensibili alla dieta per quanto riguarda l'effetto sull'umore, influenzato in maniera negativa dal cibo spazzatura, rispetto agli uomini.
"Il fast food, saltare la colazione, la caffeina e il cibo ad alto indice glicemico sono tutti associati al disagio mentale nelle donne mature", ha detto Begdache, autore dello studio. "La frutta e le verdure a foglia verde scuro invece sono associate al benessere mentale".
In entrambi i sessi l'attività fisica riduce comunque l'effetto negativo.

Aggiornamento 27/12/2021

Dai dati dello studio Moli-sani, emerge che "Una dieta ricca in cibo ultraprocessato è associata ad un aumento dei rischi di mortalità per tutte le cause e cardiovascolari tra gli individui con eventi cardiovascolari precedenti, possibilmente attraverso una funzione renale alterata". Infatti viene misurato un elevato livello di cistatina C, un marker di danno renale.
Il rischio in chi ha il più alto consumo di cibospazzatura è del 65% e del 38% in più, rispettivamente per la mortalità cardiovascolare e da tutte le cause, rispetto a chi ha il più basso consumo.

Aggiornamento 29/7/2022

L'assunzione di cibo spazzatura è associata con aumentato rischio di demenza.
"Per ogni aumento del 10% nel consumo di cibo ultraprocessato le probabilità di sviluppare qualsiasi tipo di demenza aumentavano del 25%.
Gli alimenti ultraprocessati sono pensati per essere economici e gustosi, ma riducono la qualità della dieta di una persona", ha affermato in un comunicato stampa l'autore principale Huiping Li, PhD, Tianjin Medical University, Cina.
"Questi alimenti possono anche contenere additivi alimentari o molecole provenienti dal confezionamento o prodotte durante la cottura (AGEs), che hanno tutti dimostrato in altri studi di avere effetti negativi sulle capacità di pensiero e memoria. La nostra ricerca non solo ha scoperto che gli alimenti ultra-lavorati sono associati a un aumento del rischio di demenza, ha scoperto che la loro sostituzione con opzioni sane può ridurre il rischio di demenza".

Aggiornamento 2/2/2023

Le persone celiache potrebbero avere un rischio cardiovascolare maggiore del 27%. L'associazione è presente anche in altre malattie autoimmuni ed è legata all'infiammazione sistemica che sostiene l'aterosclerosi. Inoltre potrebbe essere legato all'uso di alimenti industriali senza glutine che sono notoriamente ricchi in sale, grassi saturi e zuccheri. Le persone celiache sono anche esposte a carenze nutrizionali dovute all'uso di questi cibi spazzatura, alla scarsa introduzione di cereali integrali e all'atrofia dei villi intestinali che limita l'assorbimento di vitamine e micronutrienti. Appare quindi opportuna una dieta che sia fatta da alimenti non trasformati naturalmente priva di glutine. Vieni a trovarmi in studio per una dieta gluten-free. 


Aggiornamento 1/5/2023

Gli alimenti industriali aumentano il rischio cardiovascolare. Quali sono i meccanismi?

"La lavorazione può alterare le caratteristiche nutrizionali (contenuto di macro e micronutrienti), fisiche (struttura degli alimenti) e chimiche (presenza di dolcificanti artificiali, additivi e contaminanti neoformati, indice e carico glicemico) degli alimenti in modi che venga alterata la salubrità. I processi industriali possono anche influenzare i comportamenti alimentari a lungo termine, i segnali di sazietà e i sistemi di ricompensa alimentare".

I meccanismi sono molteplici e hanno un effetto sinergico tra loro: "Le interrelazioni fisiopatologiche alla base dell'aterogenesi e nella progressione delle malattie cardiovascolari sono complesse e coinvolgono molteplici vie. Una costellazione di fattori come la disfunzione metabolica, proinfiammatoria, protrombotica, pro-ossidativa ed endoteliale coesistono e si potenziano a vicenda. Esistono una miriade di sfumature. Ad esempio, vari livelli di alterazioni del metabolismo del glucosio attivano specifici pattern infiammatori, mentre i fattori immunitari interagiscono bidirezionalmente con il microbiota intestinale. Inoltre, la maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolare gioca un ruolo nell'innescare la disfunzione e le lesioni endoteliali, oltre a mantenere un ambiente molecolare protrombotico e proinfiammatorio. Attraverso questi fattori e attraverso una complessa rete di meccanismi di feedback molecolari, l'aterogenesi si intensifica e si perpetua, culminando con vari eventi cardiovascolari (CVD)".
Il cibo-spazzatura favorisce in diversi modi l'aumento di peso, per esempio saziando e nutrendo meno e innescando fame e dipendenza di alimenti sempre disponibili. Il tessuto adiposo in eccesso, in particolare viscerale, è un fattore di rischio cardiovascolare.
Essendo ricchi in zuccheri e poveri in fibre, inducono iperglicemia e iperinsulinemia, che "aumentano il rischio di CVD promuovendo l'aumento di peso, l'infiammazione, lo stress ossidativo e la disfunzione endoteliale".
Possono inoltre essere ricchi in sale e poveri in potassio, un mix che induce ipertensione, uno dei principali fattori di rischio.
La povertà di fibre seleziona i batteri infiammatori e favorisce la sintesi di TMAO, metabolita infiammatorio, inducendo permeabilità intestinale. Gli emulsionanti aumentano il potenziale infiammatorio.
Gli alimenti ultraprocessati sono una delle principali fonti di AGEs, sostanze che si formano ad alte temperature e aumentano stress ossidativo e infiammazione.
La presenza di grassi trans e grassi saturi privati della matrice è un fattore che favorisce l'aumento dei lipidi plasmatici.
Questi alimenti sono inoltre fonti di interferenti endocrini come BPA, sostanze che alterano la funzioni ormonali e si trovano nel packaging.
L'articolo si conclude invitando le persone alla consulenza nutrizionale: "La consulenza nutrizionale è la pietra angolare della cardiologia preventiva e dovrebbe tenere conto degli alimenti ultra-elaborati, evidenziando i loro effetti metabolici pervasivi, la disponibilità ubiquitaria e le fonti "nascoste" in una varietà di formulazioni alimentari".

Aggiornamento 7/9/2023

L'assunzione di emulsionanti, in particolare cellulosa modificata e mono e digliceridi degli acidi grassi, è associata a aumentato rischio di eventi cardiovascolari. Il meccanismo è probabilmente legato all'alterazione del microbiota, inducendo "infiammazione intestinale cronica e crescente suscettibilità alla carcinogenesi e potenzialmente a malattie cardiovascolari".
Si tratta di sostanze utilizzate nel cibo spazzatura per migliorare la "texture", quella sensazione di cibo che si scioglie in bocca, e per aumentare la durata dei cibi, ma a quanto sembra riduce la durata dell'uomo.

Aggiornamento 30/10/2023

Una pubblicazione del BMJ, tra i cui autori compare anche il noto epidemiologo D. Mozaffarian, esorta la politica a prendere provvedimenti per avvertire il pubblico dei problemi legati al consumo di cibo ultraprocessato, affinché se ne riduca il consumo e le persone possano essere informate dei danni.
Da noi invece ci si oppone alla sugartax e all'etichetta europea e alcuni "esperti" sono a libro paga delle industrie alimentari.
Il maggiore rischio è legato alle malattie cardiovascolari, ma anche il rischio di quelle neurodegenerative e oncologiche aumenta.
Tra le sostanze dannose presenti nel cibo spazzatura troviamo furani, ammine eterocicliche, idrocarburi policiclici aromatici, acroleina, prodotti finali della glicazione avanzata (AGES), acidi grassi trans industriali e acrilammide.
Le confezioni possono apportare ftalati, bisfenoli, oli minerali e microplastiche dall'imballaggio o dal rivestimento interno delle lattine.
Gli additivi inducono infiammazione e danni al DNA, modificano il microbiota e favoriscono la permeabilità intestinale, alterando il rapporto tra microbi e sistema immunitario.
Spesso non si considerano gli effetti additivi tra sostanza nei test tossicologici. Per altri invece, come il biossido di titanio e i dolcificanti artificiali, sono emerse prove di tossicità inizialmente non evidenziate.
L'articolo si conclude con questi punti:
§ Le prove esistenti sono sufficientemente forti da giustificare azioni immediate di sanità pubblica per aiutare i cittadini a identificare gli alimenti ultra-processati e a limitare la loro esposizione
§ È necessaria una ricerca multidisciplinare, indipendente dall’industria, per rivalutare la sicurezza degli additivi alimentari e degli ingredienti trasformati industrialmente, nonché dei contaminanti legati al processo
§ Le normative fiscali, di marketing e di etichettatura dovrebbero essere utilizzate per trasformare l’attuale sistema alimentare e facilitare l’abbandono della dieta dagli alimenti ultra-processati in tutta la popolazione.

Nessun commento:

Posta un commento