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giovedì 5 luglio 2012

Il problema del costo del cibo


Esce in questi giorni la notizia che gli italiani, per colpa della crisi, vanno sempre di più nei discount. Aumentano quindi i consumi di cibi spazzatura: infatti la maggior parte dei prodotti dei discount, essendo fatti con materie prime di pessima qualità (farine super raffinate e grassi idrogenati) devono essere arricchiti di sale e zuccheri vari per essere appetibili, creando un mix di ingredienti che altro non può fare se non rendere obesi e diabetici.
Si ha in pratica un abbandono del modello mediterraneo di alimentazione. Così, mentre prima obesità e diabete erano un'esclusiva della popolazione abbiente, oggi colpiranno sempre di più i poveri, e i costi dei servizi sanitari diventeranno insostenibili.
Ribadisco quindi: meglio mangiare meglio da oggi, anche spendendo un po' di più, piuttosto che doversi preoccupare della salute domani, quando potrebbe essere tardi!

Aggiornamento 18/9/2016
L'Academy USA conferma il legame tra povertà e scarsità di nutrienti e conseguente aumento della probabilità di sovrappeso e obesità, anche nei bambini.
Affamati (di nutrienti) ma sovrappeso.

Aggiornamento 24/1/2017
Quali sono le cause ambientali dell'obesità? Oltre allo scarso movimento, la disponibilità a basso prezzo di cibi altamente energetici e scarsamente nutritivi.
Interventi politici che riducano la convenienza di questi cibi sono altamente auspicabili per prevenire le malattie.

Aggiornamento 29/1/2017
Negli USA il programma di assistenza dei meno abbienti fornisce cibo di scarsa qualità (farine raffinate, grassi e carni di basso valore) che contribuisce alla diffusione delle malattie croniche associate all'obesità come diabete e sindrome metabolica.
Secondo una revisione, mangiare salutare costa circa 1,5 dollari in più al giorno.

Aggiornamento 16/2/2017

Gli interventi col migliore rapporto costo-benefici per quanto riguarda la prevenzione dell'obesità: tassa sulle bibite gassate, rimozione dei sussidi per il cibo non salutare, mense scolastiche e soprattutto distributori con cibo sano

Aggiornamento 8/3/2017

La tassa sulle bevande zuccherate in Messico continua a dare buoni risultati

Aggiornamento 18/3/2017

Secondo una nuova ricerca, negli USA si hanno 600 mila morti per malattie cardiovascolari all'anno, di cui 400 mila prevenibili con una dieta salutare, ossia riducendo i cibi non salubri, generalmente quelli processati, e favorendo quelli salutari, quelli vegetali non raffinati.

Aggiornamento 23/7/2017

Come si fa a ridurre il rischio di anemia, basso peso alla nascita, arresto della crescita e in generale delle malattie non contagiose (diabete, obesità ecc)? Basterebbe che le donne incentrassero la loro alimentazione su cibi ricchi in nutrienti e non processati.

Aggiornamento 2/8/2017

Secondo un nuovo studio italiano la dieta mediterranea previene i problemi cardiovascolari... ma solo nelle classi più agiate! Esse sono infatti in grado di scegliere prodotti migliori e più nutrienti
Gli studiosi hanno colto molto bene il succo: fare la dieta mediterranea non significa mangiare biscotti e pizza, ma alimenti ad alto tenore di antiossidanti, polifenoli e fibre.
Gli studi spesso non sono in grado di stabilire cosa sia realmente la dieta mediterranea, basta che ci siano i cereali. Le distanze di salute tra ricchi e poveri aumentano sempre più, ed essere colti è un fattore protettivo dell'obesità. Solo chi ha più soldi può permettersi cibo vero che previene veramente le malattie.

Aggiornamento 20/10/2017

Grandi quantità di zucchero aumentano il rischio cardiovascolare anche nelle persone apparentemente sane, alterando il metabolismo epatico dei grassi

Nei giovani il diabete di tipo 2 è una malattia legata alla povertà: infatti nelle famiglie meno abbienti è più facile avere una dieta ricca di calorie ma povera di nutrienti. Questo è anche colpa delle politiche di sussidi statali che finanziano cibo insalubre come i cereali raffinati e le carni processate

Aggiornamento 16/11/2017

"Il basso stato socio-economico è ripetutamente stato indicato come un fattore di rischio per numerosi condizioni metaboliche, compresa l'obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Mentre decenni fa l'obesità era un problema che riguardava le persone ricche, oggi colpisce le fasce più deboli economicamente perché utilizzano maggiormente cibi ad alta densità energetica ma bassa nutrizionale, e che contengono emulsionanti o altre sostanze capaci di peggiorare lo stato del microbiota.

La somministrazione di antibiotici nei primi   anni di vita è stata ripetutamente associata all'obesità infantile, e l'esposizione agli antibiotici materni durante la gravidanza è stata associata con basso peso alla nascita, che può essere un fattore di rischio per l'obesità. È importante notare che queste alterazioni potrebbero essere più comuni tra le popolazioni a basso reddito a causa della minore prevalenza dell'allattamento al seno, l'uso improprio di antibiotici e pratiche guidate dalla povertà come la condivisione di farmaci, anche se più studi epidemiologici sull'abuso di gli antibiotici sarebbero necessari".

Aggiornamento 3/12/2017
Secondo una nuova metanalisi, tra l'altro fatta da Mozaffarian, uno dei migliori epidemiologi nutrizionali al mondo, il costo del cibo sano non è poi così più alto di quello spazzatura. Non abbiamo più neanche quella scusa.
Aggiornamento 27/4/2018

La tassa sul cibo spazzatura funziona, e non solo sulle bibite zuccherate.

Aggiornamento 19/6/2018

Le disparità economiche aumentano il rischio di malnutrizione, soprattutto per eccesso. In particolare la trasmissione intergenerazionale del rischio di malnutrizione è accentuata in presenza di disuguaglianze sociali, economiche e di genere, e questo perché le donne che iniziano una gravidanza già sovrappeso hanno alto rischio di diabete e di allattamento breve. Forse in futuro si capirà se conviene integrare, in particolare il ferro contro le anemie.

Aggiornamento 11/10/2018
Negli USA ogni diabetico costa fino a 2500 dollari per ogni persona (attenzione: non per ogni diabetico). Questo è il vero costo del cibo spazzatura, che compriamo per pochi centesimi
Aggiornamento 12/1/2018

Sempre a proposito di impoverimento dei cibi, un articolo di Styven Tamburo:
E' VERO CHE AI NOSTRI GIORNI FRUTTA E VERDURA E' MENO NUTRIENTE ? 
Uno studio approfondito su questo tema e' stato condotto da Donald Davis e del suo team di ricercatori dell'Università del Texas (UT) del Dipartimento di Chimica e Biochimica di Austin pubblicato nel dicembre 2004 nel Journal of the American College of Nutrition. I ricercatori hanno studiato i dati nutrizionali del Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti del 1950 e del 1999 per 43 diversi tipi di ortaggi e frutti, trovando un "declino significativo" nella quantità di proteine, calcio, fosforo, ferro, riboflavina (vitamina B2) e vitamina C nel corso dell'ultimo secolo . Questo è dovuto dalle pratiche agricole destinate a migliorare l'aspetto degli alimenti (dimensione, tasso di crescita, resistenza ai parassiti)
"Gli sforzi per allevare nuove varietà di colture che offrono una maggiore resa, la resistenza ai parassiti e l'adattabilità al clima hanno permesso che i raccolti crescano più velocemente", ha riferito Davis, "ma la loro capacità di produrre o di assorbire sostanze nutritive non ha mantenuto il passo della loro rapida crescita. "Ci sono stati cali anche in altre sostanze nutritive, come magnesio, zinco e vitamine B-6 e E.
Un'analisi del Kushi Institute dei dati nutrizionali dal 1975 al 1997 ha scoperto che i livelli medi di calcio in 12 ortaggi freschi sono scesi del 27 %; i Livelli di ferro 37 %; La vitamina A raggiunge il 21% e il livello di vitamina C al 30%. Uno studio analogo dei dati nutrizionali britannici dal 1930 al 1980, pubblicato nel British Food Journal, ha rilevato che in 20 verdure il contenuto di calcio medio era diminuito del 19%; Ferro 22%; E il potassio 14 %. Ancora un altro studio ha concluso che oggigiorno si dovrebbero mangiare otto arance per ottenere la stessa quantità di vitamina A che avrebbero ottenuto i nostri nonni mangiandone solo una.
Cosa si può fare? La chiave per ottenere prodotti più sani è un suolo più sano. Alternare i campi tra le stagioni di crescita per dare tempo alla terra per ripristinare i minerali sarebbe un passo importante. Inoltre, l'eliminazione di pesticidi e fertilizzanti a favore dei metodi di coltivazione biologica apporta benefici al suolo, e anche migliori prodotti per i consumatori. Coloro che vogliono ottenere frutta e verdura più nutriente dovrebbero acquistare regolarmente dagli agricoltori biologici locali.
Anche se meno nutriente rispetto al passato frutta e verdura deve rimanere alla base di una dieta "sana" in quanto apportano anche altre sostanze preziose per la salute come i fitocomposti e alte quantità di fibre inoltre e' buona regola assumere vitamine minerali e antiossidanti in genere a basso dosaggio in maniera ciclica ponendo attenzione allo stile di vita es. riposo/allenamento ed esigenze individuali ,ad esempio, come accennato i giorni precedenti alti dosaggi sopratutto in prossimità di sforzi intensi potrebbe disturbare l'omeostasi cellulare.
Aggiornamento 22/2/2019

Grazie alle antocianine contenute nei mirtilli, la pressione scende e il sistema cardiovascolare migliora la sua funzione.
Se i sussidi all'agricoltura venissero dati per produrre frutta al posto che mais che diventa zucchero e mangimi per allevamenti intensivi o grano che diventa farina 00 staremmo molto meglio
Aggiornamento 22/3/2019

Sovvenzionare economicamente il cibo salutare come frutta oleosa, pesce, cereali integrali, frutta e verdura avrebbe, negli USA, ottime ricadute in termini di salute con quasi 2 milioni di morti in meno e riduzione della spesa sanitaria, con risparmi per 40 miliardi di dollari.

Aggiornamento 19/4/2019

Nei topi il consumo frequente di pollo da allevamento intensivo porta ad alterazioni ormonali (ridotto progesterone, aumentati testosterone ed estrogeno) che facilitano lo sviluppo dell'ovaio policistico (PCOS)

Aggiornamento 21/4/2019

Fornire voucher utilizzabili per acquistare cibo sano (frutta, verdura, cereali integrali) è efficace nel ridurre il tasso di obesità tra i bambini

Aggiornamento 9/5/2019

Anni fa l'obesità era tipica delle classi agiate, oggi invece si sta diffondendo soprattutto nelle aree rurali, a causa della progressiva meccanizzazione del lavoro (e conseguente minore lavoro manuale e minore spesa energetica) e l'arrivo del cibo di scarsa qualità.

"Nei paesi ad alto reddito e industrializzati, nelle aree abbiamo rilevato un BMI persistentemente più elevato, in particolare per le donne. Vi è un'urgente necessità di un approccio integrato alla nutrizione nelle aree rurali che migliori l'accesso finanziario e fisico ai cibi sani, per evitare [...]  di arrivare alla malnutrizione dovuta a un consumo eccessivo di calorie di bassa qualità".

Aggiornamento 26/5/2019
Negli Stati Uniti, nel 2015 sono stati stimati 80mila casi di tumore legati alla dieta subottimale, ossia fatta da eccesso di alimenti industriali impoveriti di nutrienti ma ricchi di sale, grassi dannosi e carboidrati raffinati, e povere di alimenti non trasformati e nutrienti, come cereali integrali, frutta, verdura. Anche i latticini sono stati inseriti tra gli alimenti preventivi.
Le probabilità che la dieta "povera" porti al tumore sono simili a quelli di alcol, sedentarietà ed eccesso di peso. Queste condizioni colpiscono ovviamente le classi sociali più povere.
Aggiornamento 2/6/2019
150 g al giorno di mirtilli per 6 mesi hanno migliorato la funzione vascolare attraverso l’aumento di ossido nitrico e ridotto il rischio cardiovascolare stimato del 15% in persone ad alto rischio.
75g (metà porzione) invece non hanno portato benefici rilevanti.
I ricercatori concludono che il consumo di mirtilli dovrebbe essere incluso nelle strategie dietetiche per ridurre il rischio cardiovascolare. Se si finanziassero queste colture anziché quelle di mais destinato a diventare zucchero la salute generale migliorerebbe
Aggiornamento 25/8/2019
In un secolo il contenuto di magnesio (insieme a calcio e ferro) in alcune verdure si è ridotto fino al 90%. L'uso di cibo spazzatura, bibite zuccherate, caffeina, diversi farmaci riduce ulteriormente l'assorbimento del magnesio e aumenta la sua escrezione urinaria.
"Ciò potrebbe giustificare una modifica dei farmaci o raccomandazioni dietetiche per aumentare l'assunzione di verdure crude con un più alto contenuto di magnesio e ridurre il consumo di bibite e alimenti trasformati con poco magnesio e la raccomandazione di integratori di magnesio.
Aggiornamento 9/10/2019

Molti bambini italiani sono malnutriti. Malnutriti per eccesso, in quanto introducono troppi grassi saturi, proteine, sale e zuccheri, e malnutriti per difetto per quanto riguarda vitamine, minerali, fibre e grassi polinsaturi.
Questo è dovuto al fatto che si introducono eccessi di alimenti raffinati e impoveriti di nutrienti e troppo pochi alimenti veri che contengono apportano tali nutrienti (frutta, verdura, cereali integrali, carne e pesce non intensivi).
I risultati? Obesità, allergie, diabete, ecc.
Aggiornamento 18/10/2019

Il report dell' UNICEF​ sulla malnutrizione infantile suggerisce di migliorare l'educazione alla nutrizione, fornire buoni per gli alimenti salutari, comprendere e sfruttare le dinamiche familiari e delle comunità, scoraggiare l'industria alimentare dalla commercializzazione di alimenti poveri di nutrienti, ricchi di zuccheri e altamente trasformati (ossia la sugartax).


Aggiornamento 19/10/2019
Secondo il rapporto su clima e nutrizione di Lancet, "sono noti i legami tra consumo eccessivo di carne e obesità e relativi malattie non trasmissibili (diabete, tumori ecc). Un consumo eccessivo di carne può contribuire all'obesità. il consumo di carne rossa (in particolare carne processata) è associato ad un aumentato rischio di malattie non trasmissibili compresi malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori.
Gli alimenti di origine animale, compresa la carne, forniscono una ricca fonte ad elevata biodisponibilità di micronutrienti, soprattutto per i bambini piccoli, e apportano un contributo importante alle diete di alta qualità se consumati con moderazione. In molte regioni, la produzione di bestiame è anche un importante contributo ai mezzi di sussistenza, al reddito familiare e alla ricchezza nazionale, e nelle aree semi-aride e aride ci sono spesso pochi altri usi produttivi del territorio. Tuttavia, la produzione di mangimi per il bestiame può distogliere il cibo dal consumo umano diretto e minacciare la sicurezza alimentare e il sostentamento delle popolazioni per l'espansione di terreni coltivati ​​per la produzione di mangimi (vedi Amazzonia), che è anche un'importante causa di deforestazione".
Si stima che gli allevamenti contribuiscano per il 19% ai gas serra e per il 70% al consumo delle risorse agricole.
Anche il cibo spazzatura ha un impatto ambientale (fino al 39% tra acqua, CO2, energia e sfruttamento del terreno) e ridurre il suo consumo è una priorità per l'ambiente e la salute.
In Messico la sugartax è stata efficace nel ridurre il consumo di bibite zuccherate fino all'11%
Aggiornamento 25/10/2019
"Le fake news rimbalzate nelle ultime settimane sui giornali e in rete dicono che la sugar tax non funziona. Si tratta di bugie utilizzate per giustificare la posizione contraria ribadita dall’industria alimentare, dalle lobby e da alcuni ministri del governo Conte".

Aggiornamento 25/12/2019

Negli USA la dieta non salutare è responsabile del 45% delle morti cardiovascolari, e ha un costo per la sanità di 300$ circa all'anno, 50 miliardi annui in totale. Lo studio si conclude suggerendo incentivi per i cibi salutari in modo da risparmiare soldi per la sanità
Aggiornamento 8/5/2020

In Messico "le tasse sulle bevande zuccherate si sono dimostrate un mezzo efficace per scoraggiare il consumo; ulteriori aumenti dell'imposta potrebbero incoraggiare ulteriori riduzioni degli altissimi livelli di consumo". I forti consumatori ne consumano ora meno, e i consumatori moderati hanno ridotto o abbandonato il consumo

Aggiornamento 9/8/2020

Una posizione ufficiale dei cardiologi americani consiglia ai medici di effettuare sempre una valutazione nutrizionale, precisando anche che spesso non hanno le conoscenze per farlo, e suggerendo quindi di appoggiarsi ad altri esperti. Migliorare lo stile di vita è importante perché "Una dieta sana può migliorare il rischio e gli esiti delle malattie cardiovascolari. Quello che mangi (e quanto) può influenzare altri fattori di rischio controllabili, come il colesterolo, la pressione sanguigna, il diabete e il sovrappeso".

Aggiornamento 4/12/2022

La riduzione delle proteine può portare il corpo a desiderare maggiormente il cibo spazzatura, che nonostante non sia ricco di proteine, fornisce energia pronta e va a supplire la carenza. La necessità umana di proteine "spinge" il consumo eccessivo di grassi e carboidrati, dato che le proteine sono contenute "diluite" in questi alimenti. Gli autori chiamano questo meccanismo "leva proteica" e risulta supportato sia da studi RCT che da osservazioni nel mondo reale.
Nello studio l'introito energetico totale è inversamente proporzionale alla concentrazione proteica del pasto e queste calorie vengono in particolare dai cibi altamente palatabili.
Questo meccanismo può essere tra i responsabili dell'epidemia di obesità, in quanto favorisce nel complesso un bilancio energetico positivo e non fornisce una sufficiente quantità di proteine per sostenere la massa magra.
Gli autori dello studio sottolineano anche che le diete delle zone blu (quelle con la maggiore longevità e migliore salute generale) sono solitamente a contenuto proteico medio-basso, ma contemporaneamente a scarso contenuto di carboidrati a veloce assorbimento. In tale contesto la presenza di fibre contrasterebbe la fame indotta dal minor apporto proteico, favorendo in generale una migliore salute.

Aggiornamento 11/1/2023

Sono uscite le nuove linee guida pediatriche per l'obesità negli USA, rivolte a bambini e adolescenti. Chiariscono che questo problema è legato spesso all'ambiente, al razzismo, alle esperienze avverse e chi ne è affetto è vittima di stigma. Raccomandano di "comprendere e indagare i determinanti genetici, biologici, ambientali e sociali sottostanti che rappresentano un rischio per l'obesità" perché sono "il fondamento di ogni valutazione e intervento". Bisogna inoltre "consentire alla famiglia di avere uno spazio sicuro per comprendere ed elaborare la complessità dell'obesità e la sua cronicità, trattando le persone con tatto, empatia e umiltà".
L'obesità infantile aumenta il rischio di gravi esiti avversi per la salute a breve e lungo termine negli anni successivi, comprese le malattie cardiovascolari, ipertensione, dislipidemia, resistenza all'insulina, diabete e steatosi epatica. Aumenta anche il rischio di problematiche psicologiche (bassa autostima, depressione, stress, problemi emotivi).

Tre fattori chiave possono facilitare una conversazione non stigmatizzante sul peso con i pazienti e le famiglie: 1) Chiedere il permesso di discutere del BMI e/o del peso del paziente. 2) Evitare di etichettare utilizzando un linguaggio incentrato sulla persona (“Bambino con obesità”; non “bambino obeso” o “il mio paziente è affetto da obesità; non “il mio paziente è obeso”). 3) Usare parole che sono percepite come neutre da genitori, adolescenti e bambini. In diversi studi che includono diverse popolazioni razziali, etniche, rurali e urbane, le parole preferite includono: "peso malsano, aumento di peso eccessivo per età, altezza o salute”. Le parole percepite come più offensive includono: “obeso, patologicamente obeso, grande, grasso, sovrappeso, paffuto o sovrappeso".
Le scelte politiche hanno forte influenza nel creare l'ambiente obesogeno.

Un'analisi dell'efficacia dei costi basata sulla simulazione di più interventi per l'obesità infantile ha rilevato che 3 scelte politiche possono far risparmiare sui costi; in altre parole, si risparmierebbe di più sui costi dell'assistenza sanitaria attraverso la riduzione della prevalenza dell'obesità di quanto costerebbe implementarle. Questi interventi sono: (1) introdurre la soda-tax (2) eliminare la detrazione fiscale per le aziende che pubblicizzano alimenti poco salutari per i bambini; e (3) migliorare gli standard nutrizionali per cibi e bevande venduti nelle scuole. Un’altra simulazione ha previsto che la tassa sulle bibite, il divieto della pubblicità di fast food rivolta ai bambini e la fornitura di programmi di attività fisica dopo la scuola ridurrebbero la prevalenza dell'obesità.

La vendita di cibi non salutari, economici e non nutrienti è direttamente correlata con l'obesità, così come la loro promozione con TV, internet ecc.
Anche le basse condizioni economico-sociali aumentano il rischio di obesità perché rendono più difficile l'accesso ai cibi salutari.
L'insicurezza alimentare (definita come "non avere un accesso coerente a cibo sufficientemente nutriente, economico e culturalmente appropriato a causa della mancanza di denaro e altre risorse") è spesso presente nelle fasce più povere e questo facilita la presenza di cibo non salutare e la mancanza di cibo nutriente come frutta e verdura, insieme ad altre abitudini non corrette come la mancanza di colazione o consumare i pasti non in famiglia.
Tra gli altri fattori che vengono certamente legati all'obesità infantile troviamo: l'ambiente scolastico, mancanza di accesso al cibo fresco, vicinanza ai fast food, accesso ad un'attività fisica sicura, fattori dell'ambiente familiare e domestico (stile di alimentazione dei genitori, presenza di bevande zuccherate, dimensioni delle porzioni, mangiare fuori e non in famiglia, tempo passato sugli schermi, durata del sonno, esposizione ambientale al fumo, stress psicosociale, esperienze infantili avverse), fattori genetici (sindromi monogeniche ed effetti poligenici) ed epigenetici, fattori di rischio prenatale (obesità dei genitori, peso materno in gravidanza, diabete gestazionale, fumo materno) e postnatale (peso alla nascita, interruzione precoce dell'allattamento al seno e alimentazione artificiale, rapido aumento di peso durante l'infanzia, uso precoce di antibiotici), rischi legati al bambino (disturbi endocrini, disturbi del comportamento e dell'apprendimento, uso di farmaci che aumentano il peso come cortisonici e antistaminici, alcuni antipsicotici, alcuni antidepressivi, alcuni antiepilettici e antiemicranici), depressione.
Dal punto di vista nutrizionale le linee guida per i diversi problemi (dislipidemia, diabete, steatosi e ipertensione) raccomandano tutte il cambiamento dello stile di vita della gestione primaria delle comorbidità. "Sebbene le raccomandazioni dietetiche specifiche possano differire leggermente (p. es., CHILD-1 e 2 per la dislipidemia, dieta a basso indice glicemico per il prediabete, la limitazione delle bevande zuccherate per la steatosi e la dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension [DASH] per la pressione arteriosa elevata), vi è una sovrapposizione tra le raccomandazioni dietetiche (ridurre il cibo processato, aumentare gli alimenti non industriali) e tutte le comorbidità migliorano con la stabilizzazione e la riduzione del peso".
Numerosi studi hanno dimostrato che la partecipazione a programmi di gestione del peso strutturati e supervisionati riduce i sintomi presenti e futuri di disturbo del comportamento alimentare (inclusi sintomi bulimici, alimentazione emotiva, abbuffate e ricerca della magrezza eccessiva).
Vengono riassunti i consigli per la gestione alimentare di diverse società scientifiche ed enti. Queste prevedono uno scoraggiamento dell'uso di bibite zuccherate, compreso succhi di frutta, energy drink e sport drink. Un'alimentazione a basso contenuto di zuccheri aggiunti, a basso contenuto di grassi concentrati, denso di nutrienti ma non denso di calorie, all'interno di un intervallo calorico appropriato senza restrizione calorica definita e con proteine ​​e carboidrati bilanciati. Questi principi possono essere adattati a diverse culture alimentari.
Altre problematiche individuate sono la mancanza di colazione, l'eccesso di utilizzo degli schermi (max 2 ore concesse) e la non corretta igiene del sonno.
Probabilmente la cosa che impressiona di più è che queste linee guida autorizzano e caldeggiano l'utilizzo di chirurgia bariatrica e trattamenti farmacologici per l'obesità negli adolescenti. Tuttavia esistono ormai prove scientifiche della loro efficacia e del loro favorevole rapporto rischi/benefici.

Aggiornamento 24/1/2023

In una ricerca è stato stimato che se si applicasse la tassa sulle bibite zuccherate e i proventi si utilizzassero per ridurre i costi di frutta e verdura si preverrebbero 29 mila eventi cardiovascolari nei prossimi 10 anni nella città di New York.

Aggiornamento 8/4/2023

Il cibo spazzatura ha un ruolo importante e causale nell'epidemia di obesità perché riesce a influenzare il cervello nelle scelte. In particolare spinge le persone a diventare dipendenti da quei gusti e ad apprezzare meno cibo con caratteristiche più salutari.
Fornire a persone sane e normopeso cibo ricco in grassi e zucchero (HF/HS), indipendentemente dall'aumento di peso corporeo e dalle alterazioni dei marcatori metabolici, (1) riduce le preferenze per il cibo a basso contenuto di grassi, (2) svolge un ruolo critico nella sovraregolazione delle risposte cerebrali che portano al consumo di cibo altamente appetibile e denso di energia, e (3) ha un effetto generalizzato sull'azione neuronale che determina i comportamenti alimentari (nel contesto dell'apprendimento associativo e indipendentemente dalle ricompense alimentari). "Presi insieme, il consumo ripetuto di HF/HS rispetto al cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri ma con le stesse calorie, e in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può "ritarare" i circuiti cerebrali e quindi indurre adattamenti neurocomportamentali. Quindi, cambiare l'ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di alimenti HF/HS ad alta densità energetica è fondamentale per combattere la pandemia di obesità".

Aggiornamento 12/9/2023

La food insecurity (FI) si realizza quando persone in difficoltà economiche hanno "periodi di introduzione di quantità e qualità insufficienti del cibo e ansia per la futura scarsità di cibo, ma non deficit energetico cronico" che li porterebbe a dimagrire. Infatti la FI è associata a rischio di eccesso di peso, tant'è che si parla di un paradosso insicurezza alimentare-obesità e può spiegare perché attualmente, contrariamente ai tempi passati, l'obesità riguardi più le fasce meno abbienti.
L'effetto appare maggiore nelle donne adulte dei paesi sviluppati.
I meccanismi non sono chiari ma includono sia un aumento dell'introito che una riduzione della spesa energetica. "Le riduzioni dell’attività fisica, della termogenesi indotta dagli alimenti e del dispendio energetico basale potrebbero tutti contribuire a ridurre il dispendio energetico nell’ambito della FI. Gli effetti della FI sul dispendio energetico basale, che costituisce il 60-70% del bilancio energetico umano, sono attualmente poco studiati e necessitano di ulteriori indagini. L’aumento della ritenzione dell’energia metabolizzabile è un ulteriore meccanismo che potrebbe contribuire al bilancio energetico positivo nell’ambito della FI che deve essere considerato".
Tra i fattori dietetici che favoriscono questo aumento di peso, scarsa introduzione di fibre (con conseguente alterazione del microbiota), ridotto apporto proteico (aumenta la ricerca di cibo, favorendo l'introduzione di junk-food), aumento dei carboidrati ad alto indice glicemico, che favoriscono i picchi di insulina, aumento del consumo di cibo spazzatura, che fornisce energia pronta ma non nutrienti.
Esiste inoltre un'ipotesi, chiamata dell'assicurazione, che spiega perché le calorie "prendono la direzione del tessuto adiposo" e non vengono consumate. Questo modello si integra con gli altri fattori e non li esclude.
Lo stress contribuisce all'indirizzamento dei nutrienti al tessuto adiposo.
Per difendersi dal rischio di carestia si mettono in moto meccanismi che aumentano l'accumulo di grasso in maniera "anticipata", in modo da sopravvivere più avanti, in risposta a segnali che prevedono la futura scarsità di cibo. "I cambiamenti nella qualità della dieta, nell’attività fisica e nelle energie potrebbero essere risposte adattive alla FI, selezionate perché forniscono un bilancio energetico positivo, piuttosto che vincoli imposti dall’ambiente della FI.

Aggiornamento 23/10/2023

Oltre alla sugartax, anche una tassa sui grassi è in grado di ridurre il consumo di cibo fast-food, almeno in uno studio condotto in India

Aggiornamento 24/10/2023

L’insicurezza alimentare (food insecurity, FI), definita come "la mancanza di accesso costante a cibo sufficiente per una vita attiva e sana", è un potente fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione del diabete.
I motivi sono diversi. Le persone assumono alimenti economici ma che non possono fornire nutrienti a sufficienza. In questo modo aumentano le spese sanitarie e la predisposizione per malattie croniche, incluse ridotta salute mentale, soprattutto stress e depressione.
La FI agisce anche, indirettamente, inducendo infiammazione. L'alimentazione di scarsa qualità è proinfiammatoria e questo determina stress e resistenza insulinica.
I programmi alimentari di sostegno con alimenti salubri agiscono da vera e propria medicina nelle popolazioni colpite da FI.
I pasti medicali su misura (MTM) sono in grado di "migliorare la qualità della dieta, diminuire l’insicurezza alimentare e l’ipoglicemia, migliorare l’autogestione del diabete e sostenere migliori risultati psicosociali. La partecipazione ai programmi MTM è stata anche associata a un minore utilizzo dell’assistenza sanitaria e a costi inferiori". Sono quindi un investimento che fa risparmiare soldi alla sanità.

Aggiornamento 6/11/2023

Il cibo ultraprocessato (UPF, definizione attualmente in uso in ambito scientifico per il cibo spazzatura) si conferma creare dipendenza in modo simile a quello del fumo e delle droghe. L'effetto è dovuto al rilascio di dopamina nel corpo striato, sede della ricompensa, che quindi motiva le persone a mangiare. Grassi e zuccheri, quando presenti contemporaneamente, hanno effetto maggiore. Anche gli additivi, modificando la palatabilità, hanno questo effetto.

Tuttavia "la matrice alimentare è alterata negli UPF, il che li rende più facili e veloci da consumare, hanno una maggiore biodisponibilità e potenzialmente consentono loro di influenzare il cervello più rapidamente. La matrice alimentare intatta degli alimenti minimamente trasformati rallenta il loro tasso di consumo e riduce la biodisponibilità. . Ad esempio, la frutta secca ha una quantità relativamente elevata di grassi rispetto ad altri alimenti minimamente trasformati (100 g di mandorle forniscono 86 kcal dai carboidrati e 449 kcal dai grassi (circa 1:5), ma un potenziale di dipendenza inferiore rispetto agli UPF). Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la frutta secca ha un rapporto grassi/carboidrati elevato rispetto alla maggior parte degli UPF e i grassi rimangono incapsulati nelle pareti cellulari dopo la masticazione, rendendoli non disponibili, soprattutto nelle prime fasi della digestione".

I punti chiave di un articolo sono:

🍫 Gli alimenti ultra-processati ricchi di carboidrati raffinati e grassi aggiunti sono altamente gratificanti, attraenti e consumati in modo compulsivo e possono creare dipendenza

💊 In alcune persone, i comportamenti relativi agli alimenti ultra-processati possono soddisfare i criteri per la diagnosi di disturbo da uso di sostanze

🧠 Si stima che la dipendenza da alimenti ultraprocessati si manifesti nel 14% degli adulti e nel 12% dei bambini ed è associata a meccanismi biopsicologici di dipendenza e problemi clinicamente significativi

⚕La comprensione di questi alimenti come causa di dipendenza potrebbe portare a nuovi approcci nel campo della giustizia sociale, dell’assistenza clinica e degli approcci politici

Le soluzioni suggerite infatti sono: tassa sugli alimenti processati (esiste già in oltre 100 nazioni), maggior chiarezza nelle etichette, induzione di un miglioramento negli ingredienti dell'industria alimentare (per esempio in Danimarca i grassi trans sono stati messi al bando), provvedimenti politici.

Aggiornamento 6/2/2024

L'insicurezza alimentare è una delle concause dell'obesità, anche nei bambini. Alcuni stati repubblicani negli USA hanno, con poca lungimiranza, tagliato i fondi alimentari per i meno abbienti.

2 commenti:

  1. La crisi economica può portare sicuramente le persone al discaunt, ma si possono anche scegliere prodotti alternativi,come legumi, verdure, frutta piuttosto che surgelati, bevande gassate e altro ancora.

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    Risposte
    1. Sì certo ma quelli si trovano anche nei mercati rionali.
      Quando un prodotto costa meno, non è per beneficenza che ciò accade, ma perchè si è risparmiato sui costi di produzione.
      Sfortunatamente i prodotti dei discount, come di moltissimi supermercati famosi, per essere più appetibili nonostante la minor qualità, devono essere addizionati di ingredienti non sani, che nella nostra storia evolutiva non sono mai entrati. Il nostro organismo non sa quindi come reagire, il risultato è che lo avveleniamo. Le malattie sconosciute fino a qualche decennio fa ne sono la conseguenza

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