Nello studio l'introito energetico totale è inversamente proporzionale alla concentrazione proteica del pasto e queste calorie vengono in particolare dai cibi altamente palatabili.
Questo meccanismo può essere tra i responsabili dell'epidemia di obesità, in quanto favorisce nel complesso un bilancio energetico positivo e non fornisce una sufficiente quantità di proteine per sostenere la massa magra.
Gli autori dello studio sottolineano anche che le diete delle zone blu (quelle con la maggiore longevità e migliore salute generale) sono solitamente a contenuto proteico medio-basso, ma contemporaneamente a scarso contenuto di carboidrati a veloce assorbimento. In tale contesto la presenza di fibre contrasterebbe la fame indotta dal minor apporto proteico, favorendo in generale una migliore salute.
Sono uscite le nuove linee guida pediatriche per l'obesità negli USA, rivolte a bambini e adolescenti. Chiariscono che questo problema è legato spesso all'ambiente, al razzismo, alle esperienze avverse e chi ne è affetto è vittima di stigma. Raccomandano di "comprendere e indagare i determinanti genetici, biologici, ambientali e sociali sottostanti che rappresentano un rischio per l'obesità" perché sono "il fondamento di ogni valutazione e intervento". Bisogna inoltre "consentire alla famiglia di avere uno spazio sicuro per comprendere ed elaborare la complessità dell'obesità e la sua cronicità, trattando le persone con tatto, empatia e umiltà". L'obesità infantile aumenta il rischio di gravi esiti avversi per la salute a breve e lungo termine negli anni successivi, comprese le malattie cardiovascolari, ipertensione, dislipidemia, resistenza all'insulina, diabete e steatosi epatica. Aumenta anche il rischio di problematiche psicologiche (bassa autostima, depressione, stress, problemi emotivi).
Tre fattori chiave possono facilitare una conversazione non stigmatizzante sul peso con i pazienti e le famiglie:
1) Chiedere il permesso di discutere del BMI e/o del peso del paziente.
2) Evitare di etichettare utilizzando un linguaggio incentrato sulla persona (“Bambino con obesità”; non “bambino obeso” o “il mio paziente è affetto da obesità; non “il mio paziente è obeso”).
3) Usare parole che sono percepite come neutre da genitori, adolescenti e bambini. In diversi studi che includono diverse popolazioni razziali, etniche, rurali e urbane, le parole preferite includono: "peso malsano, aumento di peso eccessivo per età, altezza o salute”. Le parole percepite come più offensive includono: “obeso, patologicamente obeso, grande, grasso, sovrappeso, paffuto o sovrappeso".
Le scelte politiche hanno forte influenza nel creare l'ambiente obesogeno.
Un'analisi dell'efficacia dei costi basata sulla simulazione di più interventi per l'obesità infantile ha rilevato che 3 scelte politiche possono far risparmiare sui costi; in altre parole, si risparmierebbe di più sui costi dell'assistenza sanitaria attraverso la riduzione della prevalenza dell'obesità di quanto costerebbe implementarle. Questi interventi sono: (1) introdurre la soda-tax (2) eliminare la detrazione fiscale per le aziende che pubblicizzano alimenti poco salutari per i bambini; e (3) migliorare gli standard nutrizionali per cibi e bevande venduti nelle scuole. Un’altra simulazione ha
previsto che la tassa sulle bibite, il divieto della pubblicità di fast food rivolta ai bambini e la fornitura di programmi di attività fisica dopo la scuola ridurrebbero la prevalenza dell'obesità.
La vendita di cibi non salutari, economici e non nutrienti è direttamente correlata con l'obesità, così come la loro promozione con TV, internet ecc.
Anche le basse condizioni economico-sociali aumentano il rischio di obesità perché rendono più difficile l'accesso ai cibi salutari.
L'insicurezza alimentare (definita come "non avere un accesso coerente a cibo sufficientemente nutriente, economico e culturalmente appropriato a causa della mancanza di denaro e altre risorse") è spesso presente nelle fasce più povere e questo facilita la presenza di cibo non salutare e la mancanza di cibo nutriente come frutta e verdura, insieme ad altre abitudini non corrette come la mancanza di colazione o consumare i pasti non in famiglia. Tra gli altri fattori che vengono certamente legati all'obesità infantile troviamo: l'ambiente scolastico, mancanza di accesso al cibo fresco, vicinanza ai fast food, accesso ad un'attività fisica sicura, fattori dell'ambiente familiare e domestico (stile di alimentazione dei genitori, presenza di bevande zuccherate, dimensioni delle porzioni, mangiare fuori e non in famiglia, tempo passato sugli schermi, durata del sonno, esposizione ambientale al fumo, stress psicosociale, esperienze infantili avverse), fattori genetici
(sindromi monogeniche ed effetti poligenici) ed epigenetici, fattori di rischio prenatale (obesità dei genitori, peso materno in gravidanza, diabete gestazionale, fumo materno) e postnatale (peso alla nascita,
interruzione precoce dell'allattamento al seno e alimentazione artificiale, rapido aumento di peso durante l'infanzia, uso precoce di antibiotici), rischi legati al bambino (disturbi endocrini, disturbi del comportamento e dell'apprendimento, uso di farmaci che aumentano il peso come cortisonici e antistaminici, alcuni antipsicotici, alcuni antidepressivi, alcuni antiepilettici e antiemicranici), depressione.
Dal punto di vista nutrizionale le linee guida per i diversi problemi (dislipidemia, diabete, steatosi e ipertensione) raccomandano tutte il cambiamento dello stile di vita della gestione primaria delle comorbidità. "Sebbene le raccomandazioni dietetiche specifiche possano differire leggermente (p. es., CHILD-1 e 2 per la dislipidemia, dieta a basso indice glicemico per il prediabete, la limitazione delle bevande zuccherate per la steatosi e la dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension [DASH] per la pressione arteriosa elevata), vi è una sovrapposizione tra le raccomandazioni dietetiche (ridurre il cibo processato, aumentare gli alimenti non industriali) e tutte le comorbidità migliorano con la stabilizzazione e la riduzione del peso".
Vengono riassunti i consigli per la gestione alimentare di diverse società scientifiche ed enti. Queste prevedono uno scoraggiamento dell'uso di bibite zuccherate, compreso succhi di frutta, energy drink e sport drink. Un'alimentazione a basso contenuto di zuccheri aggiunti, a basso contenuto di grassi concentrati, denso di nutrienti ma non denso di calorie, all'interno di un intervallo calorico appropriato senza restrizione calorica definita e con proteine e carboidrati bilanciati. Questi principi possono essere adattati a diverse culture alimentari. Altre problematiche individuate sono la mancanza di colazione, l'eccesso di utilizzo degli schermi (max 2 ore concesse) e la non corretta igiene del sonno.
Probabilmente la cosa che impressiona di più è che queste linee guida autorizzano e caldeggiano l'utilizzo di chirurgia bariatrica e trattamenti farmacologici per l'obesità negli adolescenti. Tuttavia esistono ormai prove scientifiche della loro efficacia e del loro favorevole rapporto rischi/benefici.
In una ricerca è stato stimato che se si applicasse la tassa sulle bibite zuccherate e i proventi si utilizzassero per ridurre i costi di frutta e verdura si preverrebbero 29 mila eventi cardiovascolari nei prossimi 10 anni nella città di New York.
Il cibo spazzatura
ha un ruolo importante e causale nell'epidemia di obesità perché riesce a influenzare il cervello nelle scelte. In particolare spinge le persone a diventare dipendenti da quei gusti e ad apprezzare meno cibo con caratteristiche più salutari.
Fornire a persone sane e normopeso cibo ricco in grassi e zucchero (HF/HS), indipendentemente dall'aumento di peso corporeo e dalle alterazioni dei marcatori metabolici, (1) riduce le preferenze per il cibo a basso contenuto di grassi, (2) svolge un ruolo critico nella sovraregolazione delle risposte cerebrali che portano al consumo di cibo altamente appetibile e denso di energia, e (3) ha un effetto generalizzato sull'azione neuronale che determina i comportamenti alimentari (nel contesto dell'apprendimento associativo e indipendentemente dalle ricompense alimentari). "Presi insieme, il consumo ripetuto di HF/HS rispetto al cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri ma con le stesse calorie, e in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può "ritarare" i circuiti cerebrali e quindi indurre adattamenti neurocomportamentali. Quindi, cambiare l'ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di alimenti HF/HS ad alta densità energetica è fondamentale per combattere la pandemia di obesità".
La food insecurity (FI) si realizza quando persone in difficoltà economiche hanno "periodi di introduzione di quantità e qualità insufficienti del cibo e ansia per la futura scarsità di cibo, ma non deficit energetico cronico" che li porterebbe a dimagrire. Infatti la FI è associata a rischio di eccesso di peso, tant'è che si parla di un paradosso insicurezza alimentare-obesità e può spiegare perché attualmente, contrariamente ai tempi passati, l'obesità riguardi più le fasce meno abbienti. L'effetto appare maggiore nelle donne adulte dei paesi sviluppati.
I meccanismi non sono chiari ma includono sia un aumento dell'introito che una riduzione della spesa energetica. "Le riduzioni dell’attività fisica, della termogenesi indotta dagli alimenti e del dispendio energetico basale potrebbero tutti contribuire a ridurre il dispendio energetico nell’ambito della FI. Gli effetti della FI sul dispendio energetico basale, che costituisce il 60-70% del bilancio energetico umano, sono attualmente poco studiati e necessitano di ulteriori indagini. L’aumento della ritenzione dell’energia metabolizzabile è un ulteriore meccanismo che potrebbe contribuire al bilancio energetico positivo nell’ambito della FI che deve essere considerato".
Tra i fattori dietetici che favoriscono questo aumento di peso, scarsa introduzione di fibre (con conseguente alterazione del microbiota), ridotto apporto proteico (aumenta la ricerca di cibo, favorendo l'introduzione di junk-food), aumento dei carboidrati ad alto indice glicemico, che favoriscono i picchi di insulina, aumento del consumo di cibo spazzatura, che fornisce energia pronta ma non nutrienti.
Esiste inoltre un'ipotesi, chiamata dell'assicurazione, che spiega perché le calorie "prendono la direzione del tessuto adiposo" e non vengono consumate. Questo modello si integra con gli altri fattori e non li esclude.
Lo stress contribuisce all'indirizzamento dei nutrienti al tessuto adiposo.
Per difendersi dal rischio di carestia si mettono in moto meccanismi che aumentano l'accumulo di grasso in maniera "anticipata", in modo da sopravvivere più avanti, in risposta a segnali che prevedono la futura scarsità di cibo. "I cambiamenti nella qualità della dieta, nell’attività fisica e nelle energie potrebbero essere risposte adattive alla FI, selezionate perché forniscono un bilancio energetico positivo, piuttosto che vincoli imposti dall’ambiente della FI.
Oltre alla sugartax, anche una tassa sui grassi è in grado di ridurre il consumo di cibo fast-food, almeno in uno studio condotto in India
L’insicurezza alimentare (food insecurity, FI), definita come "la mancanza di accesso costante a cibo sufficiente per una vita attiva e sana",
è un potente fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione del diabete.
I motivi sono diversi. Le persone assumono alimenti economici ma che non possono fornire nutrienti a sufficienza. In questo modo aumentano le spese sanitarie e la predisposizione per malattie croniche, incluse ridotta salute mentale, soprattutto stress e depressione.
La FI agisce anche, indirettamente, inducendo infiammazione. L'alimentazione di scarsa qualità è proinfiammatoria e questo determina stress e resistenza insulinica.
I programmi alimentari di sostegno con alimenti salubri agiscono da vera e propria medicina nelle popolazioni colpite da FI.
I pasti medicali su misura (MTM) sono in grado di "migliorare la qualità della dieta, diminuire l’insicurezza alimentare e l’ipoglicemia, migliorare l’autogestione del diabete e sostenere migliori risultati psicosociali. La partecipazione ai programmi MTM è stata anche associata a un minore utilizzo dell’assistenza sanitaria e a costi inferiori". Sono quindi un investimento che fa risparmiare soldi alla sanità.
Il cibo ultraprocessato (UPF, definizione attualmente in uso in ambito scientifico per il cibo spazzatura) si conferma creare dipendenza in modo simile a quello del fumo e delle droghe. L'effetto è dovuto al rilascio di dopamina nel corpo striato, sede della ricompensa, che quindi motiva le persone a mangiare. Grassi e zuccheri, quando presenti contemporaneamente, hanno effetto maggiore. Anche gli additivi, modificando la palatabilità, hanno questo effetto. Tuttavia "la matrice alimentare è alterata negli UPF, il che li rende più facili e veloci da consumare, hanno una maggiore biodisponibilità e potenzialmente consentono loro di influenzare il cervello più rapidamente. La matrice alimentare intatta degli alimenti minimamente trasformati rallenta il loro tasso di consumo e riduce la biodisponibilità. . Ad esempio, la frutta secca ha una quantità relativamente elevata di grassi rispetto ad altri alimenti minimamente trasformati (100 g di mandorle forniscono 86 kcal dai carboidrati e 449 kcal dai grassi (circa 1:5), ma un potenziale di dipendenza inferiore rispetto agli UPF). Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la frutta secca ha un rapporto grassi/carboidrati elevato rispetto alla maggior parte degli UPF e i grassi rimangono incapsulati nelle pareti cellulari dopo la masticazione, rendendoli non disponibili, soprattutto nelle prime fasi della digestione".
🍫 Gli alimenti ultra-processati ricchi di carboidrati raffinati e grassi aggiunti sono altamente gratificanti, attraenti e consumati in modo compulsivo e possono creare dipendenza
💊 In alcune persone, i comportamenti relativi agli alimenti ultra-processati possono soddisfare i criteri per la diagnosi di disturbo da uso di sostanze
🧠 Si stima che la dipendenza da alimenti ultraprocessati si manifesti nel 14% degli adulti e nel 12% dei bambini ed è associata a meccanismi biopsicologici di dipendenza e problemi clinicamente significativi
⚕La comprensione di questi alimenti come causa di dipendenza potrebbe portare a nuovi approcci nel campo della giustizia sociale, dell’assistenza clinica e degli approcci politici
Le soluzioni suggerite infatti sono: tassa sugli alimenti processati (esiste già in oltre 100 nazioni), maggior chiarezza nelle etichette, induzione di un miglioramento negli ingredienti dell'industria alimentare (per esempio in Danimarca i grassi trans sono stati messi al bando), provvedimenti politici.
L'approccio "cibo come medicina", con pasti medicalizzati e su misura, si conferma efficace nelle popolazioni ad alto rischio di malnutrizione per eccesso e di insicurezza alimentare. Questi pasti forniscono i nutrienti mancanti che consentono al corpo di funzionare correttamente riportandolo al suo stato di salute.
Si possono inoltre ritenere convenienti dal punto di vista economico, considerando i costi delle cure di persone con malattie correlate alla dieta povera, come diabete e adiposità, e le patologie associate, come ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemia e malattie infiammatorie.
I risultati evidenziano un miglioramento in particolare dei parametri legati al diabete e al peso.
Per essere implementati negli standard di cura i ricercatori chiedono ulteriori prove.
La sugartax è stata ritenuta legittima dalla Consulta. Ora rimane solo la volontà politica di applicarla, ricordando che dove è in vigore ha contribuito a migliorare la salute e che è sostenuta dalle maggiori società scientifiche.
Negli USA, gli adolescenti con insicurezza alimentare, ossia quelli che per motivi economici faticano a mangiare cibo sano e privilegiano quello processato a buon mercato, hanno maggiore rischio di steatosi epatica (fegato grasso, ora indicato con MASLD, malattia da fegato grasso associata a problemi metabolici). Il 17% rispetto al 9 degli adolescenti senza insicurezza alimentare, quasi il doppio. "Gli adolescenti con MASLD erano anche meno propensi a consumare un pasto equilibrato e più propensi ad acquistare cibo a basso costo, il che potrebbe esacerbare il ciclo di eccesso di cibo insieme al consumo eccessivo di alimenti ultra-processati e di cibi e bevande zuccherati, entrambi potenziali fattori di rischio, obesità e diabete.
Fornire come aiuto pasti bilanciati può aiutare a ridurre l'incidenza di MASLD.
È stato individuata un'associazione tra tumori gastrointestinali e cibo ultraprocessato (UPF, come viene chiamato ultimamente il cibo spazzatura). Le persone con il più alto consumo hanno rischio maggiore dell'11, 12 e 43% rispettivamente dei tumori colon-retto, colon e stomaco.
"Diversi fattori possono contribuire a questa relazione, comprese le proprietà obesogene dell'UPF, il consumo di bevande alcoliche distillate e la potenziale esposizione a composti mutageni, come specifici additivi alimentari (ad esempio, biossido di titanio e nitrato di sodio) e contaminanti di lavorazione neoformati (ad esempio, grassi trans ed ammine eterocicliche). Inoltre, alcuni additivi (ad esempio dolcificanti artificiali ed emulsionanti) sono spesso non assorbiti e interagiscono con il microbiota, portando a infiammazione intestinale cronica e aumento della traslocazione batterica, che può favorire la carcinogenesi del colon".
L'articolo si conclude suggerendo alla politica di promuovere il consumo di cibi freschi e minimamente processati enfatizzando la loro importanza e minimizzare quello di alimenti altamente trasformati.
Alcuni ricercatori hanno studiato l'effetto del cibo ultraprocessato (UPF) dato senza limiti su peso, appetito, assunzione di cibo e metabolismo. Le persone che hanno assunto UPF hanno assunto molte più calorie, hanno avuto compromissione epatica e sono aumentati di peso. Un'altra cosa importante: hanno masticato meno e mangiato più velocemente.
La masticazione è fondamentale per dare segnali di sazietà all'ipotalamo, attraverso un circuito istaminergico (ecco perché gli antistaminici possono far venire fame).
L'alta densità energetica, il consumo veloce e l'assenza di nutrienti delle bibite sono una combinazione che favorisce l'aumento di peso, non dando alcuna sazietà si tenderà a mangiare di più.
Mangiare più lentamente e masticare invece aiuta a sentirsi sazi e riduce il desiderio di cibo. Uno dei meccanismi coinvolge il rilascio di ormoni intestinali tra cui il GLP1, quello "imitato" dai famosi farmaci dimagranti, e la riduzione della grelina, ormone che induce fame e rallenta il metabolismo. L'effetto è dovuto anche al fatto che alcuni nutrienti sono resi più accessibili dalla rottura della matrice alimentare e lo stimolano maggiormente.
Anche l'eccesso di sale, la presenza di dolcificanti, composti che si formano con la cottura, additivi e il basso quantitativo proteico della dieta ricca in UPF hanno probabilmente contribuito al maggior appetito.
Il volume di cibo è ridotto in rapporto al suo contenuto calorico.
"Il nostro studio contribuisce a fornire prove crescenti dell’importanza delle scelte dietetiche, comprese quelle basate sulla considerazione del grado di trasformazione degli alimenti, nel promuovere la prevenzione dell’obesità".
La crisi economica può portare sicuramente le persone al discaunt, ma si possono anche scegliere prodotti alternativi,come legumi, verdure, frutta piuttosto che surgelati, bevande gassate e altro ancora.
RispondiEliminaSì certo ma quelli si trovano anche nei mercati rionali.
EliminaQuando un prodotto costa meno, non è per beneficenza che ciò accade, ma perchè si è risparmiato sui costi di produzione.
Sfortunatamente i prodotti dei discount, come di moltissimi supermercati famosi, per essere più appetibili nonostante la minor qualità, devono essere addizionati di ingredienti non sani, che nella nostra storia evolutiva non sono mai entrati. Il nostro organismo non sa quindi come reagire, il risultato è che lo avveleniamo. Le malattie sconosciute fino a qualche decennio fa ne sono la conseguenza