Tipico dei familiari, in particolare i nonni, è dimostrare l'affetto
con il calore. Più amano, e più riscaldano. Ed ecco le case che hanno
sempre il riscaldamento al massimo e i bambini che escono vestiti manco
dovessero fare una spedizione al Polo Nord con Reinhold Messner.
In realtà la
cosa migliore è quella di evitare sempre una temperatura calda, in
favore di una mite.
Il caldo eccessivo nelle case è uno dei fattori
che sta contribuendo all'epidemia di sovrappeso e obesità nel mondo.
Sicuramente non il più importante, ma è un'altra di quelle alterazioni dello
stile di vita conosciuto dai nostri geni per il quale ci siamo evoluti
(calorie non in eccesso, cibi non raffinati, grassi naturali, movimento
quotidiano, alternanza delle stagioni e del ritmo circadiano)
Invece l'esposizione ad una temperatura fredda attiva il nostro grasso bruno, quello benefico
per la salute e che solitamente abbonda nelle persone sane, e lo spinge a consumare calorie. Sotto la stimolazione
adrenergica, si sviluppano gli adipociti beige, quelli simili ai bruni
con una capacità intermedia di sviluppare calore.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23809233 |
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23711353 |
A mediare questo effetto sono, tra le altre, 2 proteine scoperte recentemente, FGF21 e GRB10.
Consiglio sempre ai miei pazienti di stare in un clima più fresco, in modo da aumentare lievemente il dispendio energetico. Ovviamente niente di eclatante, ma può fare la differenza in chi ha solo poco da perdere.
Attenzione a non esagerare con l'aria condizionata d'estate, perché si tenderebbe a stare in casa nella poltrona al posto che uscire e fare un minimo di movimento
Ovviamente questi consigli vanno utilizzati con intelligenza, senza esagerare uscendo in mutande in inverno, non risarcirò chi si prende una polmonite o una congestione per dimagrire!
http://www.cartoonstock.com/directory/h/hypothermia.asp |
Come già accennato, mangiare poco non fa altro che aumentare gli ormoni dello stress, tra cui NPY, riducendo così la spesa energetica del grasso bruno e aumentando la probabilità di ingrassare e quindi di malattie metaboliche. E spesso aumentando il desiderio di cibi non sani. E il numero di adipociti.
Quindi è completamente inutile mettersi al fresco e mangiare poco o nulla, come fanno le anoressiche (o si consigliano tra loro).
http://www.nutritionandmetabolism.com/content/11/1/27 |
Lo stress, tramite NPY, può anche essere causa dell'alterazione della permeabilità intestinale, facilitando quindi l'insorgere dell'infiammazione da cibo (conosciuta più comunemente come intolleranza alimentare).
Aggiornamento 6/12/2015
L'amica e collega Chiara Cevoli segnala un lavoro sull'importanza della temperatura per i batteri intestinali. Diventa sempre più difficile capire chi influenza cosa, ma appare essere una regolazione reciproca.
Aggiornamento 1/3/2016
Un nuovo post sull'argomento.
Aggiornamento 10/10/2016
La genisteina, molecola presente nella soia, sembra promuovere lo sviluppo di adipociti termogenici.
Aggiornamento 18/10/2016
La temperatura esterna (sia caldo che freddo) può influenzare i mitocondri e la loro risposta, chiamata cell danger response (risposta cellulare al pericolo) ha legami col sistema immunitario. Per questo alcune persone con malattie autoimmuni possono avere sensibilità alla temperatura in senso positivo o negativo
Aggiornamento 10/10/2016
La genisteina, molecola presente nella soia, sembra promuovere lo sviluppo di adipociti termogenici.
Aggiornamento 18/10/2016
Aggiornamento 15/2/2017
Nel modello animale la conversione di adipociti bianche in bruni si riduce con l'età, anche perché si riducono le cellule progenitrici; questo spiega il rallentamento del metabolismo
Aggiornamento 10/7/2017
Nel modello animale, una costante termoneutralità sopprime il sistema immunitario, aumenta la permeabilità intestinale e facilita l'instaurazione del fegato grasso, anche perché riduce il consumo energeticohttps://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10155391801531950&id=193691346949 |
Aggiornamento 19/7/2017
La termogenesi è molto importante per dimagrire e arrivare ad una composizione corporea corretta: ci permette di consumare anche da fermi. Condizioni endocrine ottimali (sonno notturno, alimentazione idonea, riduzione dello stress) sono requisiti fondamentali per stimolarla.
Aggiornamento 4/8/2017
Gli acidi biliari hanno rivelato un inaspettato ruolo nel metabolismo: con l'esposizione al freddo il microbiota cambia e così gli acidi biliari, che vengono maggiormente espulsi (calo del colesterolo plasmatico) e stimolano il tessuto adiposo bruno.
Aggiornamento 30/11/2017
Alcuni fattori alimentari come acido retinoico, CLA, olio di pesce, resveratrolo e curcumina sono indicati come attivatori del grasso bruno
Aggiornamento 5/1/2018
Alcuni ricercatori hanno sviluppato, per ora solo nei topi, un sistema di microaghi da applicare con un cerotto sulla pelle. Essi rilasciano un farmaco betaadrenergico che attiva la trasformazione degli adipociti sottocutanei da bianchi a bruni, attivando così la loro termogenesi, facendo dimagrire i topi e migliorando anche il loro stato metabolico.
Aggiornamento 26/1/2018
In un modello animale, eliminando l'interleuchina 10 (un segnale infiammatorio), i topi possono mangiare a volontà senza ingrassare. Questo perché IL-10 sopprime la termogenesi negli adipociti, bloccando il segnale adrenergico (simpatico).
Aggiornamento 24/4/2018
Il meccanismo col quale il freddo aumenta la produzione di grasso bruno (o beige) a discapito di quello bianco è epigenetico, ossia il freddo sblocca la trascrizione di alcuni geni che permettono la maturazione delle cellule staminali in grasso capace di ossidare le calorie piuttosto che accumularle. Chi ha maggiori quantità di questo grasso tende meno ad avere problemi metabolici come il diabete.
Aggiornamento 18/6/2018
L'esposizione al freddo si conferma attivare il grasso bruno, e dopo che si torna alla temperatura normale la sua disattivazione è lenta
Aggiornamento 15/7/2018
I legami tra il setpoint del peso e la tiroide: l'orologio biologico, l'assunzione di cibo (fisiologici), l'infiammazione acuta e cronica (fisiopatologici)
Il T3 stimola la produzione di calore dagli adipociti attraverso il sistema nervoso simpatico e AMPK
Aggiornamento 19/7/2018
Nel modello animale il succinato, una molecola intermedia del ciclo di Krebs, se somministrato attiva il grasso bruno e stimola il consumo calorico
Aggiornamento 20/12/2018
È stata scoperta una nuova sottopopolazione di adipociti beige, quelli che producono calore, che al posto che ossidare grassi utilizzano il glucosio come primaria fonte di energia. Non sono inoltre sotto il controllo dei recettori β-adrenergici. Questo potrebbe avere ripercussioni nella gestione del diabete.
"È probabile che esistano molteplici sottotipi di adipociti termogenici con origini cellulari distinte, e che ogni sottotipo abbia ruoli biologici unici, a seconda della natura degli stimoli esterni, come l'acclimatazione al freddo, la restrizione calorica o la manipolazione, esercizio fisico, cachessia, chirurgia bariatrica e lesioni".
Aggiornamento 21/12/2018
Alcune novità sulle differenze tra adipociti: la principale differenza è il contenuto di mitocondri
Aggiornamento 10/3/2019
I polifenoli di frutta e verdura agiscono sulle cellule adipose, in particolare sui recettori adrenergici, aumentando il consumo calorico, favorendo la trasformazione in tessuto adiposo bruno che consuma energia sotto forma di calore (termogenesi), la nascita di nuovi mitocondri, la lipolisi. Tutto questo in collaborazione con l'irisina
Aggiornamento 6/4/2019
L'innervazione simpatica è essenziale per la trasformazione del grasso bianco in beige.
Aggiornamento 12/4/2018
I topi sottoposti a terapia antibiotica non rispondono al freddo producendo calore come quelli normali (con la trasformazione degli adipociti bianchi in beige, quelli capaci di termogenesi). "Un microbiota intatto può quindi essere una componente essenziale della risposta termoregolatoria e la funzione appare essere mediata almeno parzialmente dal butirrato derivato da microbi".
Aggiornamento 2/5/2019
L'alcol in modiche quantità potrebbe aumentare l'attività del grasso bruno
Aggiornamento 3/5/2019
Il tessuto adiposo sottocutaneo (SAT) è sensibile alla luce solare. Quando "sente" il sole, il grasso si comporta da "sensore circadiano periferico" che contribuisce alla salute metabolica (gli altri stanno nel nucleo soprachiasmatico nel cervello e sono attivati attraverso gli occhi). In questo modo si stimola la lipolisi (fuoriuscita degli acidi grassi dagli adipociti), processo fondamentale per il dimagrimento.
"Quando le lunghezze d'onda della luce blu del sole - la luce che possiamo vedere con gli occhi - penetrano nella nostra pelle e raggiungono le cellule grasse appena sotto, le goccioline lipidiche si riducono di dimensioni e vengono rilasciate dalla cellula. In altre parole, le nostre cellule "immagazzinano meno grasso", ha detto Peter Light, autore senior dello studio, professore di farmacologia e direttore dell'Alberta Diabetes Institute di Alberta.
"Se applichiamo le nostre scoperte nel mondo reale, l'insufficiente esposizione alla luce solare che otteniamo otto mesi all'anno vivendo in un clima settentrionale potrebbe favorire lo stoccaggio del grasso e contribuire al tipico aumento di peso che alcuni di noi hanno durante l'inverno", ha aggiunto.
"La mancanza di sufficiente esposizione corporea alla luce solare può contribuire alla disfunzione del SAT a lungo termine e alle attuali epidemie di obesità, diabete e malattie cardiovascolari".
Aggiornamento 7/8/2019
Tra gli alimenti/nutrienti che stimolano il grasso bruno, quello "bruciagrassi", mediante stimolo del sistema nervoso simpatico, della mitogenesi (biogenesi mitocondriale) o dell'effetto (epi)genetico, solo i capsinoidi (peperoncino) hanno studi sull'uomo, e la loro sicurezza a lungo termine non è stata comunque verificata.
Alcuni polifenoli (berberina, resveratrolo, curcumina) agiscono a livelli difficilmente raggiungibili nei trial sull'uomo così come la vitamina A.
Il tè verde ha effetto termogenico, l'EPA (omega 3) stimola la trasformazione degli adipociti bianchi in bruni.
Aggiornamento 22/8/2019
Chi ha buone quantità di grasso bruno (BAT) ha migliore salute anche perché rimuove l'eccesso di aminoacidi ramificati (BCAA) dal sangue, utilizzandoli come fonte di energia per produrre calore. In persone con poco BAT, i BCAA possono essere dannosi perché non vengono metabolizzati ma si accumulano, aumentando il rischio di diabete e aumento di peso.
Aggiornamento 7/11/2019
Il microbiota intestinale, al di là delle calorie, si sta rivelando più importante di quanto ipotizzato nei confronti dell'obesità infantile.
Alimentazione sbagliata (iperproteica o ipercalorica), disbiosi, carenze nutrizionali, uso di antibiotici, parto cesareo, sovrappeso della mamma, uso di latte artificiale sono fattori che aumentano il rischio.
Allattamento prolungato, parto naturale, microbiota bilanciato, uso corretto degli integratori, sono invece fattori protettivi, perché bilanciano il sistema immunitario e l'infiammazione e aumentando il grasso bruno.
Aggiornamento 12/12/2019
La curcumina può aiutare a ridurre la circonferenza addominale (WC) e il grasso viscerale in persone con steatosi epatica (NAFLD). "Sono stati proposti diversi meccanismi per gli effetti delle diete antiinfiammatorie e dei loro ingredienti come la curcumina sull'obesità e sulla WC, inclusa l'inibizione della lipogenesi e dell'infiammazione (riduzione delle citochine proinfiammatorie), la soppressione dell'angiogenesi, nel tessuto adiposo: downregolazione della differenziazione dei preadipociti, aumento della lipolisi, maggiore differenziazione in tessuto adiposo bruno, aumento del metabolismo energetico degli adipociti e dell'apoptosi; aumento dei livelli sierici di nesfatina, che aumentano la sazietà, ed effetti simil-probiotici". Viene inoltre inibito l'enzima che produce il cortisolo, che aumenta l'adiposità viscerale.
Aggiornamento 10/1/2020
Aggiornamento 25/1/2020
La luce solare attiva una proteina, detta OPN3, presente degli adipociti sottocutanei dei topi, e attiva la lipolisi e il browning (trasformazione degli adipociti bianchi in bruni termogenici). Togliendo questa via, i topi consumano meno e tendono ad ingrassare e avere sindrome metabolica. "Se la via luce-OPN3-adipociti esiste nell'uomo, ci sono potenzialmente ampie implicazioni per la salute umana. Il nostro stile di vita moderno ci sottopone a spettri di illuminazione innaturali, esposizione alla luce di notte, lavoro a turni e jet lag, che provocano alterazioni metaboliche. Sulla base dei risultati attuali, è possibile che un'insufficiente stimolazione di OPN3 con la luce naturale sia parte di una spiegazione per la prevalenza di alterazioni metaboliche nelle nazioni industrializzate in cui l'illuminazione innaturale è diventata la norma"
Aggiornamento 29/3/2020
L'effetto di alcuni derivati lipidici sul BAT
Aggiornamento 1/4/2020
Scoperti i neuroni che vengono attivati dalla leptina nell'ipotalamo e attivano il consumo calorico a livello del tessuto adiposo bruno per mezzo del sistema nervoso simpatico
Aggiornamento 18/4/2020
Se possibile, sarebbe bene praticare attività fisica in gravidanza. Infatti questo porta al rilascio di apelina, una "miokina" che aumenta il grasso bruno nella prole e conferisce un metabolismo più attivo e protezione da obesità e diabete. "Lo stile di vita sedentario delle donne durante la gravidanza può contribuire all'epidemia di obesità nelle società moderne e il sistema "apelinergico" è un potenziale obiettivo per ottimizzare la salute metabolica della prole nata da madri con lo stile di vita sedentario".
Che effetto ha lo stress, tramite l'ormone cortisolo, sul tessuto adiposo bruno e quindi sulla spesa energetica? Il cortisolo legato allo stress sopprime le UCP1, le proteine che attivano l'ossidazione dei grassi producendo calore, ma uno stress moderato legato al freddo attiva la termogenesi nel grasso bruno.
Anche nel caso del microbiota il meccanismo è regolato dalla temperatura, per cui l'esposizione a quelle fredde favorisce la proliferazione di batteri che stimolano la termogenesi, mentre le temperature normali la inibiscono.
Aggiornamento 11/6/2020
Gli eosinofili, globuli bianchi solitamente coinvolti nelle allergie, sembrano avere un ruolo importante nella trasformazione del tessuto adiposo bianco in beige (quello "bruciagrassi" intermedio tra bianco e bruno)
Aggiornamento 14/6/2020
BAM15 è una molecola che disaccoppia la produzione di energia ma non aumenta la termogenesi né intacca la massa magra e potrebbe essere usata nella cura dell'obesità
Aggiornamento 7/8/2020
Contrariamente a quanto avviene nei topi, in cui la termogenesi è stimolata dai recettori β3-AR, nell'uomo questa è dovuta all'attivazione dei β2-AR. Questo può portare allo sviluppo di farmaci specifici
Aggiornamento 29/8/2020
Il trapianto di tessuto adiposo bruno aiuta i topi a dimagrire e stare meglio
Aggiornamento 12/9/2020
Nei topi i benefici della restrizione calorica sono aumentati dall'ambiente fresco e ridotti dalla termoneutralità
Aggiornamento 3/12/2020
È vero che nelle donne in menopausa il metabolismo rallenta o è solo una scusa? Sfortunatamente è vero, e la predisposizione è fortemente ereditaria. La quantità di recettori α per gli estrogeni (proteina ESR1) e gli estrogeni stessi si riducono, e questi regolano la termogenesi e la funzione mitocondriale, non solo nella donna ma anche nell'uomo.
"L'espressione del tessuto adiposo ESR1 tra più di 700 donne e quasi 800 uomini è stata inversamente associata alla massa grassa addominale e positivamente correlata alla sensibilità all'insulina. Pertanto, le persone con livelli più bassi di espressione di ESR1 tendevano ad avere depositi di grasso e resistenza all'insulina più elevati, caratteristiche cliniche della disfunzione metabolica". I topi senza recettori non si adattano al freddo ossidando più carboidrati e grassi (tipico delle donne in menopausa che hanno sempre freddo).
Questa non è una scusa per ingrassare, ma un motivo per essere più rigorosi con dieta e attività fisica :P
Infatti "ESR1 è altamente ereditabile, inversamente associato alla massa grassa e modulata nell'espressione da fattori ambientali tra cui consumo calorico, esercizio fisico e temperatura". In pratica meno si segue uno stile di vita corretto più rallenterà il metabolismo. "Per quanto riguarda la suscettibilità alle malattie croniche, l'azione ridotta dell'ERα altera la funzione mitocondriale, promuove una maggiore adiposità e interrompe l'omeostasi metabolica nei topi e nell'uomo".
Aggiornamento 10/1/2021
Il grasso bianco immagazzina l'energia in eccesso, mentre il grasso bruno (BAT) e beige sono termogenici e dissipano l'energia sotto forma di calore. Il BAT contribuisce alla termogenesi senza tremore, un meccanismo che genera calore durante l'esposizione al freddo. La sua attivazione aumenta il dispendio energetico attraverso cicli futili (spreco di energia) e contemporaneamente aumenta l'utilizzo del glucosio sistemico e dei lipidi.
Gli individui con maggiore quantità di BAT hanno prevalenze inferiori di malattie cardiometaboliche e la presenza di BAT è correlata indipendentemente con minori probabilità di diabete di tipo 2, dislipidemia, malattia coronarica, malattia cerebrovascolare, insufficienza cardiaca congestizia e ipertensione.
"Questi risultati sono stati supportati da un miglioramento dei valori di glucosio nel sangue, trigliceridi e lipoproteine ad alta densità (HDL). Gli effetti benefici del BAT erano più pronunciati negli individui con sovrappeso o obesità, indicando che questo grasso potrebbe svolgere un ruolo nel mitigare gli effetti deleteri dell'obesità".
Alimentazione e sport possono influenzare il BAT
Aggiornamento 5/3/2021
In un lavoro sui topi si è potuto analizzare le proteine che vengono sintetizzate durante il digiuno a giorni alterni. Si è scoperto che aumentano le proteine che predispongono per la lipogenesi (sintesi endogena dei grassi) e si riducono le UCP (proteine che "sprecano" i grassi liberando calore). Un ottimo modo per rallentare il metabolismo e predisporre il corpo a riprendersi i kg persi.
"Durante il digiuno, il tessuto adiposo fornisce energia al resto del corpo rilasciando molecole di acidi grassi (lipolisi).
Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che il grasso viscerale è diventato resistente a questo rilascio di acidi grassi durante il digiuno.
C'erano anche segni secondo cui il grasso viscerale e sottocutaneo aumentavano la loro capacità di immagazzinare energia sotto forma di grasso, probabilmente per ricostruire rapidamente il deposito di grasso prima del successivo periodo di digiuno.
Questo tipo di adattamento può essere il motivo per cui il grasso viscerale può essere resistente alla perdita di peso dopo lunghi periodi di dieta.
Il dottor Larance ha affermato che è possibile che una storia di periodi di digiuno ripetuti abbia innescato un percorso di segnalazione di conservazione nel grasso viscerale.
Questo suggerisce che il grasso viscerale può adattarsi a ripetuti periodi di digiuno e proteggere la sua riserva di energia", ha detto.
Aggiornamento 7/6/2021
Il grasso bruno (BAT) è presente nei mammiferi e "spreca" energia sotto forma di calore. In questo modo chi ha più grasso bruno spesso tende a essere più magro e non sviluppare malattie metaboliche. Il freddo è un attivatore del BAT. È possibile influenzare la quantità di BAT con l'alimentazione?
Un pasto glucidico (carboidrati) aumenta l'attività del BAT, anche attraverso l'insulina (che come tutti gli ormoni può essere un'arma a doppio taglio). Tra i grassi, L'EPA (omega 3) sembra aumentare l'attività. Per le proteine non ci sono studi conclusivi.
Tra le sostanze bioattive, la capsaicina del peperoncino, le catechine del tè, la caffeina, attivano la termogenesi.
CLA, curcumina, aglio, resveratrolo, caseine si sono rivelate utili solo negli animali per ora.
Per il mentolo ci sono dei dubbi. L'efedrina è assolutamente sconsigliata perché induce problemi cardiaci, e anche le altre sostanze in eccesso possono dare problemi di irritazione (peperoncino), epatici ecc.
Aggiornamento 29/6/2021
Il cortisolo, ormone dello stress, ha un ben noto effetto di favorire l'accumulo di grasso nel tessuto adiposo, ma ha un effetto negativo sul dispendio energetico, in particolare sulla produzione di calore? Secondo una revisione degli studi vi è un'inibizione del tessuto adiposo bruno (BAT), quello metabolicamente attivo che consuma grassi sotto forma di calore, con riduzione delle proteine UCP1.
"Questa ridotta funzione del BAT presumibilmente si traduce in una mancanza di combustione di energia extra proveniente dagli alimenti, che è stata suggerita come (parte del) la spiegazione per l'accumulo di energia (obesità) che si osserva negli stati di ipercortisolismo".
Ma se l'effetto sia rilevante ai fini dell'induzione di obesità rimane incerto. Nel dubbio evitate l'eccesso di stress 😉
Aggiornamento 8/3/2022
La variante genetica del recettore beta adrenergico, quello che stimola la termogenesi e la lipolisi, ha un impatto sulla composizione corporea. Alcuni hanno quindi un metabolismo più attivo perché i suoi recettori rispondono meglio alle catecolamine e tendono ad accumulare meno grasso. Inoltre possono avere effetto anabolico sui muscoli, tramite stimolazione di mTOR, aumento del segnale insulinico e blocco della miostatina, con una riduzione globale della proteolisi (catabolismo muscolare)
Aggiornamento 7/8/2022
Nei topi l'esposizione al freddo aumenta l'attivazione del grasso bruno (BAT). Questo porta anche a una soppressione della crescita tumorale perché il glucosio anziché andare al tumore va al tessuto adiposo. L'esperimento è stato replicato con successo su un ragazzo con linfoma, in cui ha migliorato l'effetto della chemioterapia. Nei topi somministrare glucosio ha favorito la ricrescita del tumore.
"Esistono diversi meccanismi plausibili alla base della soppressione del tumore innescata dall'attivazione di BAT: (1) privazione della produzione di ATP nelle cellule tumorali grazie alla limitazione dell'apporto di glucosio. (2) Produzione di prodotti metabolici intermedi che sopprimono l'effetto Warburg e la crescita delle cellule tumorali. (3) Riduzione dei fattori di stimolazione della crescita tumorale e delle citochine. È noto che l'attivazione del BAT e l'imbrunimento del tessuto bianco riducono l'infiammazione, che è uno dei segni distintivi del cancro. Infine, (4) restrizione dell'apporto lipidico dovuta alla lipolisi attiva. La divisione delle cellule tumorali richiede infatti un apporto lipidico costante per costruire la membrana plasmatica e le membrane degli organelli e il metabolismo termogenico compete per il consumo di lipidi. Tra queste possibilità, la limitazione dell'apporto di glucosio è probabilmente il meccanismo più importante per la soppressione del tumore perché l'alimentazione di topi con tumore con alte quantità di glucosio ripristina in gran parte i tassi di crescita del tumore.
Nel loro insieme, l'esperimento dimostra che l'attivazione del BAT mediante l'esposizione a basse temperature fisiologicamente tollerabili fornisce un approccio efficace per la terapia del cancro. L'efficacia terapeutica dell'esposizione al freddo è almeno equivalente alla maggior parte dei farmaci antitumorali disponibili".
Sono ovviamente necessari studi rigorosi sull'uomo per confermare l'effetto.
"Esistono diversi meccanismi plausibili alla base della soppressione del tumore innescata dall'attivazione di BAT: (1) privazione della produzione di ATP nelle cellule tumorali grazie alla limitazione dell'apporto di glucosio. (2) Produzione di prodotti metabolici intermedi che sopprimono l'effetto Warburg e la crescita delle cellule tumorali. (3) Riduzione dei fattori di stimolazione della crescita tumorale e delle citochine. È noto che l'attivazione del BAT e l'imbrunimento del tessuto bianco riducono l'infiammazione, che è uno dei segni distintivi del cancro. Infine, (4) restrizione dell'apporto lipidico dovuta alla lipolisi attiva. La divisione delle cellule tumorali richiede infatti un apporto lipidico costante per costruire la membrana plasmatica e le membrane degli organelli e il metabolismo termogenico compete per il consumo di lipidi. Tra queste possibilità, la limitazione dell'apporto di glucosio è probabilmente il meccanismo più importante per la soppressione del tumore perché l'alimentazione di topi con tumore con alte quantità di glucosio ripristina in gran parte i tassi di crescita del tumore.
Nel loro insieme, l'esperimento dimostra che l'attivazione del BAT mediante l'esposizione a basse temperature fisiologicamente tollerabili fornisce un approccio efficace per la terapia del cancro. L'efficacia terapeutica dell'esposizione al freddo è almeno equivalente alla maggior parte dei farmaci antitumorali disponibili".
Sono ovviamente necessari studi rigorosi sull'uomo per confermare l'effetto.
Aggiornamento 20/8/2023
Il grasso bruno è quello che produce calore ossidando grassi. Il suo contributo nel dispendio energetico è piccolo ma importante. Chi ha scarso grasso bruno infatti tende a ingrassare e ad avere malattie metaboliche come il diabete.
Invecchiando nel nostro corpo aumentano le cellule senescenti. Queste cellule disturbano il metabolismo favorendo le malattie dell'invecchiamento.
Si è scoperto che uno dei meccanismi consiste nel ridurre lo stimolo del sistema simpatico ad attivare il grasso bruno, che diventa quindi meno funzionale e attivo. Questo avviene modulando il sistema immunitario, con particolari globuli bianchi che riducono il tono simpatico.
Ridurre le cellule senescenti è uno degli obiettivi terapeutici del futuro.
Aggiornamento 8/9/2023
Anche nel caso del microbiota il meccanismo è regolato dalla temperatura, per cui l'esposizione a quelle fredde favorisce la proliferazione di batteri che stimolano la termogenesi, mentre le temperature normali la inibiscono.
Aggiornamento 17/1/2024
Le varie funzioni del tessuto adiposo bruno
Aggiornamento 2/3/2024
Il grasso bruno è termogenico, ossia capace di consumare calorie producendo calore e la sua maggiore presenza è legata a minor peso e minor rischio cardiovascolare e di diabete.
È stata scoperta una proteina che aumenta il grasso bruno e potrebbe diventare un target farmacologico.
Il suo nome è EPAC1 (proteina di scambio attivata dal cAMP).
La ricerca mostra anche che le persone con una variante genica di EPAC1 inattiva tendono ad essere più sovrappeso. Infatti hanno minore consumo calorico legato al grasso bruno, il famoso metabolismo lento.
È stata scoperta una proteina che aumenta il grasso bruno e potrebbe diventare un target farmacologico.
Il suo nome è EPAC1 (proteina di scambio attivata dal cAMP).
La ricerca mostra anche che le persone con una variante genica di EPAC1 inattiva tendono ad essere più sovrappeso. Infatti hanno minore consumo calorico legato al grasso bruno, il famoso metabolismo lento.
Aggiornamento 2/3/2024
Il grasso bruno è termogenico, ossia capace di consumare calorie producendo calore e la sua maggiore presenza è legata a minor peso e minor rischio cardiovascolare e di diabete.
È stata scoperta una proteina che aumenta il grasso bruno e potrebbe diventare un target farmacologico.
Il suo nome è EPAC1 (proteina di scambio attivata dal cAMP).
La ricerca mostra anche che le persone con una variante genica di EPAC1 inattiva tendono ad essere più sovrappeso. Infatti hanno minore consumo calorico legato al grasso bruno, il famoso metabolismo lento.
È stata scoperta una proteina che aumenta il grasso bruno e potrebbe diventare un target farmacologico.
Il suo nome è EPAC1 (proteina di scambio attivata dal cAMP).
La ricerca mostra anche che le persone con una variante genica di EPAC1 inattiva tendono ad essere più sovrappeso. Infatti hanno minore consumo calorico legato al grasso bruno, il famoso metabolismo lento.
Aggiornamento 4/8/2024
Il microbiota intestinale gioca un ruolo importante nell'attivazione del grasso bruno, quello capace di dissipare energia sotto forma di calore.
Alcuni batteri producono dalle fibre gli SCFA, che attivano il grasso bruno e la termogenesi. Altri col loro metabolismo aumentano gli aminoacidi a catena ramificata (BCAA) che inducono insulinoresistenza e bloccano il grasso bruno.
Anche LPS, prodotto dai batteri infiammatori, induce infiammazione e insulinoresistenza, riducendo la trasformazione del grasso bianco in bruno.
"I metaboliti influenzano la funzione mitocondriale nel tessuto adiposo, modificando l’ossidazione degli acidi grassi e la differenziazione degli adipociti, che sono fondamentali nella progressione dell’obesità.
La disbiosi, caratterizzata da uno squilibrio nella composizione microbica intestinale, è stata collegata a disturbi metabolici legati all’obesità, suggerendo che la modulazione del microbiota intestinale potrebbe offrire strade terapeutiche per migliorare la funzione mitocondriale e combattere l’obesità”
Aggiornamento 14/8/2024
Scoperta una proteina che, se bloccata, permette di trasformare il grassi bianco in grasso beige e quindi di consumare molte più calorie.
La proteina KLF15 blocca lo stimolo adrenergico di conversione del grasso bianco, riducendo così i consumi.
Con un approccio farmacologico si potrebbe trasformare tutti in una macchina bruciagrassi 😁
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