Cerca nel blog

martedì 22 luglio 2014

Quanto latte mangiare



Continuano le polemiche sul latte e sulla sua necessità.
Il dottor Ghiselli, dipendente dell'Inran (ora CREA-NUT) e nel tempo libero della Danone, sembra molto favorevole; preoccupato per una campagna di disinformazione e del fatto che il consumo è in calo per le storie che si leggono su internet, teme che tutti muoiano di osteoporosi.
Parla di una porzione al giorno raggiunta a stento, ma a me non sembra proprio (e i dati ufficiali confermano). Basta considerare una tipica giornata italiana: latte a colazione, yogurt a metà mattina, formaggio nella pasta a pranzo e una mozzarella a cena, e facilmente si son raggiunte le 4 porzioni in un giorno. C'è comunque da considerare una grande variabilità individuale.
I latticini, dice, sono necessari perché sono un'ottima fonte di calcio, economica ed etica. Ma è vero il contrario: gli allevamenti intensivi sono tutto il contrario dell'etica (sono inquinantissimi) e tutt'altro che efficienti.



Il calcio fa le ossa forti

E abbiamo davvero bisogno di tutto questo calcio? Se così fosse, bisognerebbe mangiare i gessetti. Il calcio o la sua supplementazione senza vitamina D e fosforo (il cui assorbimento viene ridotto dal calcio) riducono la perdita di calcio dall'osso (si chiama effetto anti-riassorbitivo) ma non sembrano prevenire le fratture, e in più aumentano il rischio di infarto. Lo studio è stato molto criticato, ma l'effetto di aumento del pericolo cardiovascolare è stato confermato recentemente da dosi superiori ai 1400mg/die, e riguarda soprattutto chi ha problemi di funzionalità renale. L'orientamento attuale è non supplementare più con calcio. L'eccesso di calcio è tossico probabilmente pure per la tiroide, organo fondamentale per l'omeostasi ossea.
In particolare, secondo alcuni chi prende statine non dovrebbe esagerare con l'intake di calcio, soprattutto tramite integratori, perché potrebbe stimolare la calcificazione della placca (o non contrastarla). Lo studio FHS ha però dato risultati contrastanti, non mostrando aumento della calcificazione della placca aterosclerotica.
Tornando al latte, se non fortificato, non è una buona fonte di vitamina D, semplicemente perché i bovini manco sanno cos'è il sole, ma rimangono chiusi nelle stalle.

https://www.facebook.com/disneyvillainsrules/



I paesi scandinavi hanno un alto consumo di latticini, ma un altissima incidenza di osteoporosi: questo perché non hanno irraggiamento solare che permette la formazione di vitamina D. E senza questa preziosa sostanza il calcio è inutile.



http://korefitnessmn.com/tag/vitamin-d




Nei paesi orientali, in cui i latticini non vengono consumati perché non possiedono l'enzima lattasi da adulti, l'organismo mette in atto degli adattamenti che permettono di mantenere la salute ossea.
Come suggerisce Berrino, i latticini non sembrano influenzare il pericolo di fratture nello studio EPIC, insomma non sono nè preventivi nè favorenti l'osteoporosi. Forse lo yogurt è più efficace, così come l'olio extravergine d'oliva, il magnesio e la vitamina C. E le altre fonti di calcio. Un  microbiota sano, come sempre, è importantissimo.





A mio parere qualunque studio sulla salute ossea che non tenga conto dell'attività fisica è da prendere con le molle.

Infatti in uno studio indiano non si è trovata correlazione tra intake di calcio e massa ossea, ma solo con l'attività fisica. Questo perché il metabolismo del calcio è molto complesso, e non basta introdurlo perché si fissi nelle ossa, ma bisogna fare in modo di stimolare i meccanismi anabolizzanti dell'osso. Che sono favoriti dal lavoro fatto contro la forza di gravità. Ad esempio ciclismo e nuoto sembrano essere meno protettivi rispetto ad altri sport in cui si carica sugli arti.
Insomma sono molto più importanti la vitamina D e l'attività fisica, e il calcio non è così necessario, mentre frutta e verdura aiutano.
Per prevenire l'osteoporosi, più del calcio è utile mantenere un corretto funzionamento del sistema della leptina, che attraverso l'ipotalamo sostiene l'osteogenesi. E, come detto precedentemente, basta avere un'alimentazione antiinfiammatoria. Altri fattori di rischio per l'osteoporosi (e le fratture) sono l'uso cronico di cortisone (o lo stress cronico), la terapia con anticoagulanti orali (TAO), la dieta vegetariana o vegana non bilanciata, la carenza di vitamina K2, le bibite gassate e lo zucchero (saccarosio o fruttosio che sia), i metalli inquinanti (cadmio, piombo e alluminio) e l'obesità.

Ecco come il dottor Oz parla del problema e i suoi consigli per ossa forti:



Il latte fa crescere sani

Il latte dato ai ragazzi  non causa osteoporosi, ma nemmeno riduce il rischio di fratture, soprattutto in persone alte. Questo succede paradossalmente perché stimola la crescita (essendo ricco in proteine che stimolano i fattori di crescita e contenendone modeste quantità), e ossa più lunghe sono più soggette a fratture.
A proposito, secondo alcuni esperti dovrebbe essere introdotto solo dopo il primo anno di vita del bambino. Questo, tra le altre cose, perché un'introduzione troppo precoce di latte vaccino aumenta il rischio di sviluppare diabete di tipo I in persone geneticamente predisposte.
Il latte favorisce l'insorgere dell'acne (attraverso IGF-1, che stimola le ghiandole sebacee, studio finanziato dalla Nestlè!) e potrebbe essere connesso all'infiammazione nelle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Le metanalisi non associano latte e latticini alla perdita di peso.

C'è chi dice l'uomo è l'unico che mangia il latte (e di altri animali per giunta) da adulto, compiendo un atto contro natura, e chi risponde che se dai il latte ad un gatto o il formaggio ad un topo lo mangiano volentieri. Sono argomenti senza fondamento sia il primo che il secondo, perché la questione è stabilire se il latte faccia bene o male a lungo termine e perché gli animali mangiano tutto quello che gli dai per sopravvivere senza preoccuparsi dell'acidificazione presunta del sangue o dell'osteoporosi. E proporre in alternativa latti vegetali che di naturale non hanno nulla non è proprio coerente.




Come ci insegna il dottor Speciani, noi nasciamo allergici a tutto e dobbiamo imparare a tollerare gli alimenti. L'organismo è più o meno in grado di adattarsi a tutto. Chi si adatta meglio sopravvive, ma non è detto che lo faccia più a lungo, visto che il nostro scopo biologico termina dopo che abbiamo raggiunto l'obiettivo di riprodurci.
L'intolleranza (anche se essendoci coinvolgimento del sistema immunitario sarebbe più corretto parlare di allergia ritardata) alle proteine del latte vaccino (cosa diversa dall'intolleranza al lattosio) può essere causa delle più diverse conseguenze: prurito, angioedema, asma, vomito, tosse secca, edema della glottide, dermatite, diarrea, stitichezza e sangue nelle feci, anemia sideropenica, reflusso gastroesofageo, colite, rifiuto del cibo nei bambini (e scarsa crescita dovuta all'irritazione della mucosa intestinale che non assorbe i nutrienti).
La stitichezza è comunque una delle conseguenze (o forse considerabile sintomo) più diffuso.







Latte e tumori

Il latte appare protettivo nei confronti del tumore colon-retto, non associato col tumore gastrico, potrebbe essere correlato con tumore alla vescica, mentre non c'è evidenza sufficiente di legame con altri tumori, a parte quello prostatico.  L'uso esagerato di latte (soprattutto intero, e carne) è infatti associato indubbiamente con tumore prostatico. Questo probabilmente perché contiene un fattore di crescita, l'IGF-1, e la sua ricchezza in proteine, cioè i mattoni delle cellule, ne stimolano la produzione endogena. L'IGF-1 stimola le cellule a duplicarsi ed è quindi una benzina sul tumore. Il legame non è come afferma qualcuno dovuto (solo) al calcio, ma anche al suo contenuto estrogenico e di altri ormoni.
Negli USA il latte ha dosi di IGF-1 più alte perché lì è legale l'uso di ormoni che aumentano la produttività degli animali. L'eventuale legame con tumore mammario potrebbe dipendere da alcuni polimorfismi genetici.
Secondo il dottor Ghiselli "anche lo sport stimola l'IGF-1", ma non causa tumore. La cosa è vera, ma un medico dovrebbe sapere che lo sport stimola contemporaneamente pure l'AMPK, una proteina inibitrice del ciclo cellulare, e per questo non possono essere messi sullo stesso piano. Lo sport previene i tumori.
Il dottor Ghiselli è componente di un comitato scientifico della Danone, un'industria abbastanza interessata alla vendita di latticini, quindi in chiaro conflitto d'interessi. Curioso per uno che chiama il proprio sito "Latte-ndibile".

Ecco invece le bufale sul latte:
  1. non è vero che viene ribollito dopo la scadenza (o almeno è una pratica non permessa dalla legge)
  2. contiene grassi saturi e colesterolo ma essi non sono associati con l'aterosclerosi, anzi potrebbe essere protettivo nei confronti della sindrome metabolica (controverso)
  3. non acidifica il corpo, o almeno è questa la visione attuale della scienza. Attualmente si sa che ad essere influenzato non è il pH sistemico ma quello delle urine, aumentando così la calciuria. Il calcio delle ossa viene usato come tampone, ma anche il fosforo, quindi non c'è evidenza scientifica che questo causi osteoporosi, al limite calcoli renali. Una dieta a basso potenziale acido (PRAL) potrebbe tuttavia avere altri tipi di benefici non legati alla salute ossea. Le proteine sono importanti per la salute ossea (senza esagerare, come per tutto)
  4. il galattosio non appare correlato col tumore ovarico (attenzione: uno studio è finanziato dalla Nestlè, e ci sono molti studi che affermano il contrario), anche se gli ormoni presenti nel latte potrebbero avere una componente causale. Le metanalisi non sembrano supportare il legame
In sintesi continuo a concordare con l'Harvard University, sostenendo che il latte e i latticini sono alimenti con tantissimi interessi industriali dietro, e forse meno necessari di quanto ci vogliano far credere. Consumiamoli con moderazione, soprattutto chi è sedentario. Una o due porzioni al giorno (e non 3), con uno o due giorni settimanali di astinenza come consiglia il dottor Speciani, sono a mio parere la soluzione migliore per una persona media.

Aggiornamento ottobre 2014

Un nuovo studio di coorte (oltre 100 mila persone in totale) pubblicato su BMJ evidenzia più alto rischio di fratture e più alta mortalità nei forti consumatori di latte.

Aggiornamento novembre 2014

Uno studio di coorte abbastanza grande (quasi 23 mila persone) evidenzia che le persone con intolleranza al lattosio, quindi scarsi consumatori di latticini, hanno minore incidenza di tumori del polmone, seno e ovario rispetto ai loro parenti che invece li consumano. Questo tipo di ricerca ha quindi potuto rimuovere il fattore ereditario (predisposizione ai tumori) includendo prevalentemente quello ambientale.
Si conferma quindi la necessità di rivedere le linee guida sui latticini, invitando a ridurre il loro consumo. Ma soprattutto si dovrebbe invitare la popolazione a fare attività fisica visto che probabilmente riduce le conseguenze negative di tali alimenti e ne esalta quelle positive.
Le posizioni vengono riprese da un importante pediatra statunitense.
Ignoravo inoltre che chi è intollerante al lattosio e continua a introdurlo va incontro a severe conseguenze metaboliche, che possono portare a cecità e danni neurali.

 Aggiornamento gennaio 2015
Secondo uno studio inglese, il consumo di latte nei bambini in età prescolare è associato a crescita in altezza, ma anche in larghezza... 3 porzioni al giorno appaiono troppe, meglio 2.

 Aggiornamento maggio 2015

I latticini non appaiono correlati in una metanalisi con tumore gastrico. La fondazione Veronesi pubblica un articolo in cui si invita alla moderazione.
Ridurre la quantità di leucina a livelli più fisiologici per l'uomo ridurrebbe il potenziale anabolizzante (stimolante della crescita) del latte.
Pubblico il video del collega Stefano Vendrame, in linea con il mio pensiero




Aggiornamento agosto 2015

Faccio mie le parole del dott. Giordano:

"IGF-1 Fattore di crescita insulina-simile. Bene o male? La Diatriba sull'IGF-1 su crescita muscolare, sarcopenia, tumori, età, longevità. Le discussioni sull''IGF-1 appartengono a quel tipo di dibattito dove è facile prendere cantonate basandosi su interpretazioni non contestualizzate dei valori di questo fattore, tanto implicato nel bene quanto nel male, senza guardare a una visione d'insieme e da tutte le angolazioni. Negli ultimi sei mesi ho voluto rivedere la letteratura sull'IGf-1. L'IGF-1 intanto è influenzato su base genetica. La trasduzione del segnale insulinico è più complessa nei mammiferi rispetto a vermi e mosche, in quanto coinvolge geni supplementari, attivati dall'insulina e da ormoni simili all'insulina, e non sempre quelli che si trovano nelle mosche e vermi. Uno di questi geni è attivato da un ormone, noto come fattore di crescita insulino-simile (IGF-1). 
Le mutazioni che inattivano una delle copie del gene attivato dall'IGF-1 sono associate a maggiore longevità nell'uomo e nei topi. Questa osservazione suggerisce che i geni coinvolti nella regolazione ormonale delle sostanze nutritive (glucosio) e nella crescita (sintesi proteica) può allungare tutte le specie comprese la nostra. Ora, non c'è dubbio come negli adolescenti e negli anziani l'IGF-1 gioca un ruolo favorevole rispettivamente nelle due categorie, in una per la crescita ossea e muscolare, nell'altra categoria per il mantenimento di una buona (quantitativamente e funzionalmente) massa ossea e massa magra muscolare. Ma è anche vero che l'IGF-1 è associato e sperimentalmente dimostrato favorire la trasformazione di una cellula cancerosa in una massa tumorale attiva. 
Esempio: Il rapporto tra IGF e cancro spiega perchè persone affette da nanismo non contraggono quasi mai i tumori. A causa della bassa statura secernono meno IGF e meno ormone della crescita e così la probabilità di contrarre il cancro è pressoché nulla. 
Controprova al rovescio: persone di alta statura contraggono tumori più facilmente. Hanno maggiore produzione di IGF e GH. 
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet ha dimostrato che a ogni 10 centimetri in più di statura (partendo da 1,52 cm) corrisponde ad un aumento del rischio del 16%.
Se spostiamo l'attenzione sui centenari sardi che sono stati studiati da più gruppi di ricercatori osserviamo che: durante la maggior parte della loro vita hanno avuto scarsa disponibilità di cibo animale e hanno assunto un basso intake calorico e basso livello di proteine, sopratutto di cibo animale, ciò ha garantito livelli sufficienti ma non elevati di IGF-1 e bassissima o quasi nulla presenza di tumori; poi negli ultimi vent'anni della loro vita c'è stata una maggiore disponibilità di cibo animale e proteine, che hanno consumato più che nel passato e questo ha fatto incrementare i valori dell'iGF-1 contribuendo ad evitare la sarcopenia muscolare e a mantenere una massa magra attiva tipica dell'invecchiamento di successo.
L'IGF ha quindi contemporaneamente due facce, una buona e una meno buona, che devono essere valutate relativamente all'età della vita. Da ragazzini, l'esigenza di crescita dispone a maggiore richiesta calorica e proteica e quindi a sfruttare positivamente l'IGF-1. Da Adulti, quando le richieste fisiologiche di crescita sono meno imponenti, una riduzione dell'intake calorico e proteico riduce l'IGF-1, riducendo le probabilità di associazione al cancro. Da anziani, dai 60-65 anni in poi, un incremento di IGF-1 tramite un incremento proteico contribuisce a evitare la sarcopenia e a mantenere una buona massa magra attiva e il rischio tumorale determinato dall'incremento dell'IGF-1 non si manifesta e si diluisce considerando l'età alla quale s'incrementa l'IGF-1 e gli anni restanti di vita, tenendo presente che una cellula cancerosa impiega dai 10 ai 30 anni per diventare una massa tumorale attiva.
Tre sono i fattori di tipo alimentare che determinano incremento dell'IGF-1:
l'iperglicemia acuta e sopratutto cronica, l'eccesso proteico, una dieta ipercalorica protratta. 
La relazione IGF-1/tumori assume rilievo per valori elevati e protratti di IGF-1"


Aggiornamento settembre 2015

Un articolo di Project Invictus santifica i latticini, parlando di articoli dalla forte evidenza scientifica, salvo poi citare uno studio su meno di 1500 giapponesi secondo cui più si beve latte più si hanno ossa forti. Per capirci quello citato in questo articolo è su 100 mila persone, e ovviamente dice il contrario.

Aggiornamento ottobre 2015

Non esiste relazione significativa tra introduzione di calcio e protezione dalle fratture. Possiamo parlare ufficialmente di mito del calcio.

I latticini creano dipendenza (food addiction), in particolare i formaggi, attraverso le casomorfine, la cui esistenza è tutt'altro che supposta. Prenderne atto dovrebbe essere una priorità politica.

Aggiornamento febbraio 2016

Su AJCN ci si chiede ironicamente quanto siano scientifici i consigli di introdurre 3 porzioni di latticini al giorno.
Aggiornamento marzo 2016

I latticini assunti in gravidanza promuovono la crescita del feto, così aumentando la predisposizione all'aumento di peso, soprattutto in caso di scarsa attività fisica.
I latticini (e il calcio) non appaiono correlati con aumento del rischio di tumore polmonare in  una metanalisi, però (tranne lo yogurt) aumentano il rischio di linfoma non-Hodgkin.
L'effetto di aumento del rischio di tumore prostatico è confermato, con la smentita che sia colpa del calcio: il lavoro recita testualmente "altre componenti dei latticini che non siano i grassi e il calcio possono incrementare il rischio di tumore prostatico".

Aggiornamento aprile 2016

Continuano i sequestri dei NAS di partite di formaggio fatto con latte aromatizzato alle aflatossine. Insisto: se una cosa la pagate troppo poco chiedetevi perché.
Un parametro importante per prevenire l'osteoporosi appare essere abbassare l'omocisteinemia, ritenuto solitamente parametro di rischio cardiovascolare.

Aggiornamento maggio 2016

Un approccio di tipo mediterraneo appare protettivo nei confronti della salute ossea e riduce il rischio di fratture.
Il latte e i latticini, attivando IGF-1, possono aumentare il rischio di tumore epatico in soggetti predisposti (infetti da virus dell'epatite).
Il latte interferisce così poco con l'asse somatotropo (quello GH-IGF-1) che in trial italiano è stato utilizzato per incrementarlo. Attendiamo un commento dal dott. Ghiselli.

Se lo dice Calabrese che il latte fa bene, possiamo stare sicuri. Del contrario.





IL dott Greger spiega ottimamente perché il latte nei bambini è un buon mezzo di predisposizione all'obesità.
L'articolo del dott Hyman sulle conseguenze dell'utilizzo di latte.

Aggiornamento giugno 2016

Nuove evidenze del legame tra acne e latticini.
Lo yogurt sembra avere effetto favorevole nel dimagrimento.
L'IAP, istituto di autodisciplina pubblicitaria, impone il cambio del messaggio della campagna pubblicitaria sul latte: è un alimento indispensabile solo nella fantasia di alcuni.

Aggiornamento luglio 2016

Sul Fatto Alimentare una pediatra e un nutrizionista dibattono sull'utilità del latte, con argomenti un po' datati.
Il sale pare essere associato con riduzione della salute ossea e aumento del rischio di osteoporosi e osteopenia.
Aggiornamento 4/8/2016

Un lavoro pubblicato su Nature conferma che l'osteoporosi è nata 10.000 anni fa circa, ossia quando siamo diventati agricoltori e abbiamo iniziato a cibarci dei latticini con frequenza.

Aggiornamento 24/8/2016

I latticini appaiono legati a rischio di a maggior rischio di morbo di Parkinson, sia per il contenuto in galattosio sia per i pesticidi e gli altri inquinanti (clorurati soprattutto) che si bioaccumulano.
Aggiornamento 30/8/2016

Volete proteggere le vostre ossa dalle fratture? Siate ottimisti e non portate rancore.

Aggiornamento 31/8/2016

Il povero Ghiselli appare sempre più preoccupato per la carenza di calcio e sembra incoraggiarne la supplementazione.




Che ovviamente è stata appena collegata al rischio di Alzheimer in uno studio osservazionale.

I consigli della dott.ssa Gottfried per mantenere ossa forti e il legame tra stress e osteoporosi..

Aggiornamento 25/9/2016

Il lattosio e il latte intero aumentano il rischio di tumore ovarico, mentre il calcio lo riduce: un'altra ragione per scegliere fonti di calcio diverse dai latticini.
Per mantenere ossa sane senza aumentare il rischio cardiovascolare, meglio evitare i supplementi ma privilegiare cibi ricchi in potassio, vitamine D, K1 e K2, mentre va ridotto il sale.


Aggiornamento 28/9/2016
Pare che la domanda di latte e latticini stia scemando, e gli unici preoccupati sono i produttori di latte e i loro dipendenti.

Aggiornamento 2/10/2016

L'intolleranza alle proteine del latte è tipica di persone con sindrome da stanchezza cronica.

Aggiornamento 11/10/2016
Una dieta ricca in grassi saturi, tipici di latticini e carne, aumenta l'aggressività del tumore prostatico.

Una metanalisi chiarisce che i latticini vanno bene per prevenire le malattie cardiovascolari. Solo che è finanziata dai produttori di latte.

Aggiornamento 15/10/2016
Un sacco di motivi per evitare i latticini.

Aggiornamento 3/11/2016

Una nuova metanalisi sui latticini conclude che: il consumo totale non sembra aumentare il rischio generale di tumore, ma consumarne pochi lo riduce. Inoltre si conferma un aumento lineare del rischio di cancro prostatico: all'aumentare del consumo di latticini cresce il rischio e l'aggressività del tumore.
Per prevenire l'osteoporosi meglio le prugne e le mandorle dei latticini: in generale, essendo una malattia da stress ossidativo, è più efficace mettere alimenti ricchi di antiossidanti (che attivano gli osteoblasti) che latticini.
Il latte fa così bene ai bambini che secondo le nuove linee guida ufficiali non dovrebbe essere introdotto prima del primo anno di età.
In particolare le proteine del latte, in uno studio multicentrico randomizzato, hanno messo in evidenza che sovraregolano il sistema IGF, quello dei fattori di crescita e dell'insulina, soprattutto in caso di particolari varianti geniche,che porta alla crescita in altezza ma anche in larghezza e delle cellule tumorali

Aggiornamento 23/11/2016

IGF-1, un fattore di crescita stimolato da alcuni cibi, ha una grande importanza nell'infiammazione e nell'immunità mediata dai macrofagi, ad esempio nelle vie aeree.
Aggiornamento 2/12/2016

L'obesità in adolescenza predispone per l'osteoporosi in età adulta: grazie al grasso viscerale la struttura ossea viene infatti permanentemente alterata.

Aggiornamento 12/12/2016

Debora Rasio ci spiega perché i latticini, se alimentati a erba, fanno bene alle ossa: non si tratta del calcio, ma della vitamina K2, che permette un corretto utilizzo del minerale, in modo che venga depositato nelle ossa e non nelle arterie.

il diabete è un fattore di rischio per l'osteoporosi.

Update 19/12/2016

L'EFSA ha stabilito che il nuovo target di vitamina D per la prevenzione delle malattie è 50 nmol/L. Oggi è 30, ma la maggior parte della popolazione è sotto questo livello. Il documento ribadisce anche che i latticini NON sono una fonte apprezzabile di vitamina D
Aggiornamento 24/12/2016

Come si fa a ridurre del 70% le cadute (e quindi le fratture) in un gruppo di anziani ospedalizzati? Supplementando con vitamina D ed esercizio fisico, anche a bassa intensità.
Aggiornamento 28/12/2016

Un nuovo video dove il dott Greger spiega l'inutilità e il danno conferito dai supplementi di calcio: in uno studio RCT hanno aumentato il rischio di frattura del 64%!
Avere tendenza a formare calcoli renali potrebbe essere un'indicazione che il calcio non si deposita nelle ossa ma nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi. Come fare a prevenirli? Attività fisica e alimentazione a basso PRAL, ricca di vegetali.

A parità di calorie, sostituire i grassi del latte (prevalentemente saturi) con carboidrati da cereali integrali e grassi polinsaturi riduce il rischio cardiovascolare, sia di infarto che di ictus. Questi i risultati di uno studio condotto su oltre 200 mila persone.

Aggiornamento 15/1/2017

Lo stretto legame tra latticini, uova e artrite reumatoide.
Aggiornamento 18/1/2017

Le prugne sono un'ottima fonte di boro, minerale che migliora la ritenzione di calcio nelle ossa e previene l'osteoporosi. Ecco tutti i consigli per mantenere ossa sane.

Un video di Report che chiarisce quanto il latte serva per le ossa: poco o nulla.

Aggiornamento 1/2/2017

Il dott. Greger spiega benissimo perché il latte non è la risposta all'osteoporosi.

Aggiornamento 3/2/2017

Secondo uno studio effettuato su 160 mila persone, cose serve per prevenire osteoporosi e fratture? Il latte? No, una dieta antinfiammatoria, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e semi oleosi.

Aggiornamento 11/2/2017

Alcuni, tra cui purtroppo anche persone laureate, continuano a pensare che il diabete giovanile (e le altre malattie autoimmuni) sia un castigo divino e non sia dovuto a fattori ambientali. Uno dei probabili fattori è il latte vaccino. Allora perché non tutti quelli che lo assumono si ammalano? Perché è necessaria una predisposizione genetica, epigenetica e una particolare flora intestinale. Basta evitare il latte per prevenire la malattia? No, perché è una malattia complessa che è dovuta a molteplici fattori. Tutti dovrebbero evitare il latte? No, in persone sane, senza predisposizioni particolari un consumo moderato può non avere conseguenze negative. Il latte è necessario per crescere forti e sani? No, lo si può essere anche senza questo alimento.

Ottimo articolo referenziato del dott Hyman sulla mancanza di prove dei benefici del latte.

Aggiornamento 17/2/2017

Si continua a dimostrare che i latticini riducono la sopravvivenza in chi ha tumore prostatico. Le cause possono essere sia calcio e fosforo, che riducono la vitamina D disponibile, sia l'aumento di IGF-1, sia i grassi saturi.

Aggiornamento 26/2/2017

Il galattosio, zucchero presente nel latte, aumenta lo stress ossidativo ed è la probabile causa degli effetti negativi del latte sullo stato infiammatorio, con le sue conseguenze (osteoporosi, tumori, malattie cardiovascolari, aumento della mortalità). Questi effetti vengono mitigati da una dieta ricca in frutta e verdura, ricche di antiossidanti, e sono minori se non assenti nei latticini fermentati (che contengono poco galattosio)
Il latte e alcuni formaggi aumentano il rischio di tumore estrogeno sensibile al seno, mentre lo yogurt lo riduce. Nello stesso studio il consumo totale di latticini riduce il rischio.

Aggiornamento 9/3/2017

Cosa si guadagna a togliere i latticini dalla propria dieta

Aggiornamento 11/3/2017

I latticini sono utili nel prevenire l'osteoporosi? Solo se abbinati a vitamina D, di cui non sono una buona fonte
Aggiornamento 13/3/2017

Anche New Scientist conferma: non esistono evidenze scientifiche per bere latte. La protezione dall'osteoporosi si ha con una dieta sana in generale e il movimento. I prodotti fermentati (formaggi e yogurt) invece, hanno potenziali effetti benefici perché non hanno grandi quantità di lattosio

Aggiornamento 21/3/2017

Un nuovo articolo del dott Greger sull'inopportunità di consumare latte, un alimento non previsto nella nostra evoluzione.
Aggiornamento 27/2/2017


Un ottimo articolo di una collega sull'effetto potenzialmente negativo di gluteo e caseomorfine, dalle malattie autoimmuni alle intolleranze alimentari.

Aggiornamento 23/4/2017

Il 75% delle persone al mondo non possiede la lattasi in età adulta, ossia l'enzima che digerisce lo zucchero del latte.
Authoritynutrition.com ci propone i sostituti per i latticini


Aggiornamento 2/5/2017


Bassi livelli plasmatici di magnesio aumentano il rischio di fratture, ma non sono necessariamente collegati a bassa introduzione con la dieta

Aggiornamento 17/5/2017

Nonostante un indice glicemico relativamente basso, i latticini e il latte provocano un rilascio di insulina da 3 a 6 volte superiore di quanto atteso  

Aggiornamento 11/6/2017

Le concentrazioni di ormoni  e in particolare estrogeni presenti nel latte sono potenzialmente bioattive e dannose, incrementando il rischio di tumori della prostata, seno e uterini.

Aggiornamento 13/6/2017

Con gli RCT (che stabiliscono causa ed effetto) non esiste prova che il calcio prevenga le fratture e che chi ne introduce di più sia protetto, anche con gli integratori.
Aggiornamento 23/6/2017

L'importanza del microbiota nella salute ossea.

Aggiornamento 26/6/2017

L'altezza è considerata un fattore di rischio tumorale. Questo perché le persone più alte hanno più cellule e più ormoni correlati con la crescita e la proliferazione cellulare, e questi sono ovviamente proporzionali anche alla disponibilità di cibo, e in particolare proteine.
Marion Nestle, docente di nutrizione, chiarisce che  "il latte è il cibo ideale, ma per i vitelli". "Non c'è dubbio su questo.
Ma per gli esseri umani, potrebbe non esserlo, e può non essere necessario, e ci sono molte prove che non sia necessario".
Insomma non abbiamo bisogno assoluto del latte per vivere. Le alternative sono più che sane. Il principale problema sono le industrie che fanno opposizione, per interessi economici, alla vera informazione.
Aggiornamento 7/7/2017

Il calcio delle acque minerali è biodisponibile come quello dei latticini

Aggiornamento 10/7/2017

Arriva finalmente il documento CRA-NUT a firma Ghiselli e soci, finanziato dai produttori di latte (che però ci tengono a precisare che non hanno influito). Ci tengono a precisare che il latte fa bene, 2 porzioni al giorno da 125ml (mezza tazza...) più una di formaggio.
Finalmente hanno capito anche loro che aumenta i tumori alla prostata e che alza l'IGF-1, anche se considerano solo il buono di questo (crescita staturale, ma purtroppo anche dei tumori).
Dimenticano ovviamente di dire che questi sono effetti rivolti alle persone sane e che non esiste nessuna prova sul fatto che persone con malattia abbiano vantaggio dall'assunzione di latticini, ma va bene, errare è umano.

Aggiornamento 11/7/2017

Secondo una revisione degli studi i latticini nell'infanzia aiutano la mineralizzazione dell'osso grazie ai loro nutrienti

Aggiornamento 4/8/2017

I polifenoli aiutano a prevenire i problemi alle ossa

Una considerazione sui bifosfonati (farmaci per l'osteoporosi) da parte del dott Luchi.



Aggiornamento 7/10/2017

Nel modello animale il potassio (frutta e verdura) riduce la calcificazione delle arterie, evento che predispone per le malattie cardiovascolari

Aggiornamento 30/10/2017

il consumo di latte si associa in uno studio al declino cognitivo. Questo è forse dovuto al galattosio, che viene usato anche nei modelli animali per indurre neurodegenerazione.

Aggiornamento 8/11/2017

L'esercizio fisico si conferma il miglior "integratore" contro le fratture.

Aggiornamento 5/12/2017
Bel servizio ieri di Report​ su alimentazione, longevità ecc. Spiega in modo semplice perché c'è confusione negli studio scientifici e la necessità di personalizzare la dieta. In particolare bell'intervento di Willett sul latte.
Aggiornamento 6/12/2017

Il latte, ma soprattutto i suoi derivati fermentati (formaggi e yogurt) appaiono avere un effetto  generalmente antinfiammatorio SE non si hanno allergie e intolleranze nei loro confronti.

Aggiornamento 24/12/2017

Gli aminoacidi ramificati (BCAA) si confermano probabili nemici della glicemia. I topi nutriti senza limiti ma con alimenti a basso tenore di BCAA non ingrassano e non si ammalano di diabete, e quelli già ammalati guariscono. 
Questo avviene soprattutto tramite il blocco degli enzimi lipogenici (che stimolano la sintesi di grassi), e avviene anche se i topi continuano a mangiare zuccheri e grassi, facendo ipotizzare che sia la combinazione di BCAA, zuccheri e grassi a determinare i problemi metabolici.

Aggiornamento 6/1/2018

Una revisione di 25 studi con randomizzazione mendeliana fornisce un forte supporto al legame tra forte introduzione di latticini e BMI aumentato

Aggiornamento 7/1/2018

Il latte intero e i suoi derivati si confermano associati con la ricorrenza del tumore prostatico. Consumare 4 porzioni a settimana aumenta il rischio del 73% rispetto a chi non ne consuma o lo consuma molto raramente. Il rischio triplica negli uomini sovrappeso. I latticini sgrassati non presentano questa associazione.

Aggiornamento 7/2/2018

Una review sulle proprietà di flavonoidi e latticini (importanti costituenti della dieta DASH) da parte di Dariush Mozaffarian, noto epidemiologo. I flavonoidi sono i componenti polifenolici tipici di molti vegetali come il tè verde, il cacao, i frutti di bosco ecc. Agiscono riducendo l'infiammazione, influenzando la composizione del microbiota e l'espressione genica.

I latticini hanno proprietà migliori quando sono fermentati (yogurt e formaggi), perché forniscono probiotici e vitamina k che sono legati a salute migliore, e la loro qualità dipende anche dall'alimentazione dell'animale.
Aggiornamento 15/2/2018

Un forte consumo di latticini sembra associato con aumentato rischio di tumore epatico. Le cause non sono chiare, ma potrebbe essere dovuto alla presenza di aflatossina B1.

Aggiornamento 30/4/2018

L'attività fisica stimola la produzione da parte del muscolo di una proteina, che fa parte di un gruppo chiamato "miochine", che inibisce la crescita del tumore mammario. Ecco spiegato uno dei meccanismi che lega sport e ridotto rischio tumorale

Aggiornamento 11/5/2018

Ad esclusione del latte, i latticini sono associati ad una riduzione del rischio di tumore al seno in una metanalisi

Aggiornamento 17/5/2018
Il Fatto Alimentare dà una bella sberla al solito Ghiselli, ricordando che da anni non chiarisce le sue posizioni in materia di conflitto d'interessi su zucchero e latticini
Aggiornamento 30/5/2018
Gli studi continuano a confermare un legame tra progressione del tumore alla prostata e calcio, in particolare quello dei latticini e degli integratori (quello di origine vegetale non ha questo effetto).
La vitamina D ha invece un effetto antinfiammatorio protettivo, e aiuta l'utilizzo "corretto" del calcio, che senza la vitamina D ha un effetto di stimolo della proliferazione
Si raccomanda quindi di rispettare le indicazioni generali per entrambi i nutrienti
Alcuni odori, tramite l'attivazione di una via metabolica, aumentano la produzione di un metabolita che favorisce la proliferazione delle cellule tumorali prostatiche. Sarà interessante capire meglio quali.
Interessante e imparziale articolo sulle proteine del latte

Aggiornamento 4/6/2018

Una revisione dei dati fa il punto sul legame tra dietoterapia come cura complementare a quelle classiche nei tumori. Il link tra obesità, tumori e alimentazione è dato da infiammazione (soprattutto del tessuto adiposo), alterazione dei metabolismi cellulari, aumento dei fattori di crescita, induzione dell'angiogenesi (nascita di nuovi vasi sanguigni che nutrono le cellule tumorali), alterazione dei ritmi sonno-veglia e del microbiota. Per quanto riguarda l'efficacia della dieta, "sono in corso di valutazione studi preclinici e clinici su presunti interventi dietetici antitumorali, tra cui restrizione calorica (CR), digiuno intermittente, dieta low fat e dieta chetogenica, alcuni dei quali si mostrano promettenti nel ridurre il rischio di cancro. Gli studi clinici in corso stanno anche valutando l'utilizzo di questi interventi dietetici come terapia adiuvante. Le prove limitate di questi studi suggeriscono che la CR, il digiuno intermittente e la dieta chetogenica possono migliorare la risposta e/o ridurre gli effetti collaterali della terapia. Gli studi futuri dovranno concentrarsi sulla sicurezza e sui benefici aggiuntivi oltre a quelli delle attuali terapie e considerare il potenziale degli interventi dietetici per sensibilizzare i pazienti e migliorare la risposta terapeutica a chemioterapia o radioterapia a dosi più basse".

Aggiornamento 30/7/2018

Le persone che hanno avuto un tumore al colon mangiando alimenti che stimolano particolarmente l'insulina hanno più alta probabilità di reincorrere nella malattia. L'insulina è infatti un ormone che stimola la riproduzione cellulare, e che aumenti il rischio tumorale dovrebbe capirlo chiunque abbia dato un esame di biologia di base, sebbene molti continuino a dire "mangi quel che vuole"

Aggiornamento 18/9/2018

Una revisione degli studi conclude che i latticini non sono associati con obesità infantile. Comunque si specifica che la qualità degli studi non è stata considerata, inoltre non è un lavoro peer-reviewed ma solo un comunicazione ad un congresso.
Mi pare più attendibile questo recente lavoro fatto su gemelli che dice che diversificare le fonti proteiche, riducendo i latticini e includendo quelle vegetali, sia associato a minor rischio di sovrappeso

Aggiornamento 13/10/2018
Secondo un noto scrittore di libri "IGF-1 che troviamo nel latte viene digerito e non passa nel sangue". Quindi la natura lo ha messo nel latte così, giusto per sprecare un po' di aminoacidi. In realtà la presenza di caseine lo rende particolarmente resistente agli enzimi digestivi ed esso passa nel sangue, anche se in concentrazioni che probabilmente non interferiscono con quelle fisiologiche, e il suo ruolo nello sviluppo delle cellule del sistema gastroenterico è dimostrato. Il latte comunque aumenta IGF-1 plasmatico con altri meccanismi (ricchezza di BCAA). Il suo legame con i tumori è suggerito solo per quello prostatico

Aggiornamento 9/11/2018

Finalmente una spiegazione che somiglia alla mia sul legame tra dieta, carico acido e perdita di osso, e si collega all'età. "I soggetti più giovani con una funzione renale migliore sono in grado di mantenere il loro pH del sangue nell'intervallo più alto del normale, mentre i soggetti più anziani con funzione renale peggiore sono solo in grado di mantenere il loro pH del sangue nelle gamme inferiori della norma. Poiché la funzionalità renale diminuisce, la produzione di acido renale diminuisce, ma non tanto quanto l'escrezione di acido renale e il compromesso è che i livelli di acido nel sangue e quindi l'equilibrio acido sono più alti. Questi livelli più alti di acido sembrano causare danni più rapidi ai reni"
"Tuttavia, la ritenzione corporea di solo 1 o 2 mEq di acido al giorno, appena rilevabile dalle attuali tecniche di misurazione, tamponata da muscoli e reni e titolata per decenni dallo scheletro, potrebbe potenzialmente causare un grave esaurimento del minerale osseo (calcio soprattutto). Pertanto, suggeriamo che quei soggetti più anziani con ridotta funzionalità renale, ridotta capacità escretoria degli acidi renali e minore capacità tampone dovuta alla minore massa muscolare e/o ossea, le cui diete contengono elevati carichi di acidi, potrebbero potenzialmente beneficiare maggiormente delle terapie alcaline".

Aggiornamento 6/12/2018
Continuano le dispute sull'uso di latticini interi o scremati.
"Anche se i prodotti lattiero-caseari rappresentano circa il 10% dei grassi totali nella dieta media degli Stati Uniti, "abbiamo fatto raccomandazioni su di loro sulla base di teorie", ha detto Mozaffarian. Proprio come l'evidenza suggerisce che non tutte le fonti alimentari di grassi saturi - cioè, animali, piante e prodotti caseari - sono uguali, né sono tutte le fonti di grassi da latte, ha detto Mozaffarian. Perché il formaggio è fermentato e alcuni yogurt contengono probiotici, "sono probabilmente meglio per te del latte", ha detto. Eppure, ha detto Mozaffarian, gli scienziati e le linee guida alimentari tendono a raggruppare tutti i prodotti lattiero-caseari"

Hu invece ha recentemente cofirmato una revisione delle prove sui prodotti lattiero-caseari, grassi del latte e la prevenzione della malattia cardiometabolica. Anche se gli studi più recenti che suggeriscono i vantaggi del latte intero non sono stati inclusi nella sua revisione, non avrebbero cambiato la sua conclusione che "sono necessarie ulteriori ricerche per esaminare gli effetti sulla salute di diversi tipi di prodotti caseari in diverse popolazioni (e sembra che i grassi vegetali conferiscano maggiore protezione)".


Nel frattempo, Hu consiglia, "non esagerare con una sola cosa. Il modello dietetico generale (le cose che mangiamo nell'insieme) è più importante e i latticini sono solo uno dei tanti prodotti alimentari presenti nel nostro piatto. "

Aggiornamento 16/12/2018

Uno dei problemi del latte possono essere i microRNA, in particolare miRNA-148a, presente nel latte bovino. Questa molecola serve per portare dei messaggi, che sono idonei nei vitelli ma non necessariamente per gli umani.
I miRNA del latte sono trasportati da esosomi e dai globuli di grasso del latte
Gli esosomi resistono all'ambiente intestinale, sono assorbiti dalle cellule intestinali attraverso l'endocitosi e raggiungono la circolazione sistemica di chi beve il latte. Il miRNA più abbondante trovato negli esosomi e nei globuli grassi del latte umano e bovino, miRNA-148a, attenua l'espressione della metiltransferasi 1 del DNA, che è criticamente coinvolta nella regolazione epigenetica, determinando la sovraregolazione dei geni dello sviluppo come FTO, INS e IGF1.
Un altro importante miRNA di latte, miRNA-125b, bersaglia il p53, il guardiano del genoma e la sua rete trascrizionale diversificata. La carenza di miRNA esosomiali nel latte artificiale e il persistente assorbimento dei miRNA del latte dopo il periodo di allattamento attraverso il consumo di latte vaccino sono due aberrazioni epigenetiche che possono indurre effetti avversi a lungo termine sulla salute umana.
Invece l'allattamento al seno tramite trasferimento fisiologico di miRNA fornisce i segnali appropriati per un'adeguata programmazione epigenetica del neonato ed è limitato al periodo di allattamento.
Il continuo consumo di latte vaccino porta a una persistente sovraregolazione epigenetica di geni criticamente coinvolti nello sviluppo di malattie della civiltà moderna come il diabete, la neurodegenerazione e il cancro.
Il latte attualmente selezionato possiede quantità ancora maggiori di questa molecola, che tuttavia sono ridotti da fermentazione e trattamenti UHT.

Aggiornamento 3/1/2019

Come si fa a ridurre l'impatto della nostra alimentazione sull'ambiente? I consigli sono di ridurre carne rossa e latticini, utilizzare fonti di prodotti ittici sostenibili, evitare gli sprechi.

Aggiornamento 30/1/2019

Secondo un articolo dell'Harvard University solo dosi massicce (1 litro al giorno) di latte aumentano il rischio cardiovascolare.


Aggiornamento 9/2/2019

Si sa da tempo, dagli studi epidemiologici, che alimenti ricchi in grassi saturi come carni rosse e latticini aumentano il rischio di tumore alla prostata, il più diffuso tra gli uomini.
Bloccare CD36, la proteina che "fornisce" i grassi alle cellule, aumenta la sopravvivenza negli animali con tumore prostatico, suggerendo che questa malattia proliferi soprattutto grazie ai grassi. Probabilmente il tipo di grassi influenza la progressione della malattia.
"L'obiettivo finale è combinare la terapia con acidi grassi e trattamenti esistenti come la chemioterapia e la radioterapia a dosi più basse per uccidere il cancro e ridurre gli effetti collaterali".

Aggiornamento 7/3/2019

Perché consiglio sempre di usare lo yogurt al posto del latte? Fermo restando che  probabilmente un bicchiere di latte non vi ammazza (né vi salva la vita), la fermentazione batterica riduce la quantità del microRNA chiamato miRNA-148a.
Questo è una sequenza di acidi nucleici che la natura ha messo nel latte per stimolare l'anabolismo (crescita dei tessuti) tipicamente necessario ai lattanti. Ma "l'esposizione continua degli esseri umani a esosomi del latte pastorizzato può conferire un rischio sostanziale per lo sviluppo di malattie croniche tipiche della civiltà occidentale tra cui obesità (adipogenesi, blocco dei recettori CCK per la sazietà), diabete mellito di tipo 2 (alterazione delle β-cellule), osteoporosi (soppressione di MAFB e stimolazione degli osteoclasti), tumori comuni (prostata, mammella, fegato, linfomi), malattie cardiovascolari (sopprime il trasporto inverso del colesterolo) e morbo di Parkinson. Con lo yogurt (e i formaggi) possiamo invece "sfruttare" i nutrienti dei latticini (calcio, proteine) con meno rischi.

Aggiornamento 20/3/2019

Segnalo un articolo di una collega che cita un lavoro in cui, con quantità di latte molto alte e lontane dal nostro consumo (1 litro, ma fatto per soli 4 giorni), aumentano estrogeni e loro metaboliti, e quindi potenzialmente legato a tumori estrogeno sensibili (mammella e ovaio).

Aggiornamento 13/5/2019

La salute mitocondriale è importante anche per le ossa.
Aggiornamento 10/6/2019

Marion Nestle ha deciso di segnalare gli articoli in conflitto d'interesse. Questa settimana segnala una revisione finanziata dai produttori di latte in cui si dimostra che i latticini  proteggono dal diabete, scrivendo che "è possibile prevedere le conclusioni di uno studio conoscendo lo sponsor".
Approfondimenti nel suo libro "The unsavory truth"

Aggiornamento 28/6/2019

Un patogeno riscontrabile in latte e carne bovina può essere legato al rischio di cancro. Non si tratta di virus o batteri ma di un "plasmidoma", un elemento di DNA a singolo filamento legato a strutture proteiche, capaci di indurre infiammazione. Gli stessi ricercatori parlano di dati preliminari da cui è impossibile trarre conclusioni, e l'hanno chiamato BMMF (Bovine Milk and Meat Factors).
Il rischio non può essere quantificato, per cui i ricercatori dicono di non variare le attuali linee guida sulle porzioni di carne e latticini. Si raccomanda però di non dare latte vaccino troppo presto (anche le linee guida lo sconsigliano prima dell'anno di età).

"Dopo l'infezione, si pensa che i patogeni inducano una reazione cronica-infiammatoria in alcuni tessuti (colon, seno) che possono favorire lo sviluppo del cancro nel tessuto circostante (in particolare il cancro del colon, possibilmente anche il cancro alla mammella e alla prostata). L'epidemia della malattia non dovrebbe verificarsi prima di alcuni decenni dopo l'infezione vera e propria. Si pensa che il BMMF abbia un effetto cancerogeno indiretto, il che significa che non sono coinvolti direttamente nei processi molecolari promuoventi il ​​cancro delle cellule, ma creano un  "ambiente cancerogeno" attraverso l'infiammazione cronica. Per la ragione dichiarata, la DKFZ conclude che non esiste una causalità diretta tra un'infezione con BMMF e cancro del colon, per esempio, ma che il BMMF condivide una parte del rischio di cancro al colon che non può essere quantificato esattamente".

Aggiornamento 29/6/2019

Il triclosan, un antibatterico presente in alcuni cosmetici e dentifrici, recentemente bandito negli USA dai saponi per le mani, può aumentare il rischio di osteoporosi


Aggiornamento 14/7/2019

Che rapporto di rischio c'è tra consumo di prodotti animali e malattia ischemica? Secondo uno studio prospettico fatto su circa 400 mila europei della durata di 12 anni, la carne rossa e processata aumenta il rischio (19% ogni 100g). Per quanto riguarda gli altri alimenti, il latte lo aumenta in modo non significativo, mentre yogurt e formaggio lo riducono (ad indicare che il latte non ha gli stessi effetti dei suoi derivati); le uova lo riducono (7% ogni 20g); il pesce grasso lo riduce, mentre carne e pesce bianchi appaiono neutri. I risultati appaiono mediati dagli effetti sui lipidi plasmatici e sulla pressione sanguigna.

Aggiornamento 22/7/2019

Ancora poche evidenze sul latte A2 e le casomorfine. Comunque un esperimento su cinesi ha mostrato che è più irritante per l'intestino

Aggiornamento 3/9/2019

Nuove prove sul legame tra cancro al seno e virus della leucemia bovina: secondo il dr. Greger fino al 37% potrebbe essere dovuto a questo virus trasmesso grazie al latte.

Aggiornamento 24/9/2019

I latticini sono sempre al centro delle polemiche sulla loro salubrità/nocività. Solitamente le ricerche danno risultati piuttosto neutri, ma se si analizzano da parte i latticini fermentati il loro effetto è diverso (migliore) di quello del latte.
Secondo D. Mozaffarian, famoso epidemiologo, "sulla base della scienza attuale, il consumo di latticini fa parte di una dieta sana e le assunzioni di yogurt contenente probiotici e prodotti lattiero-caseari fermentati come il formaggio dovrebbero essere particolarmente incoraggiate. Sulla base di poche prove empiriche che i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi sono migliori per la salute e altre ricerche emergenti che suggeriscono potenziali benefici di alimenti ricchi di grassi da latte, la scelta tra i prodotti a basso contenuto di grassi rispetto ai latticini non sgrassati dovrebbe essere lasciata alle preferenze personali, in attesa di ulteriori ricerche. Tali raccomandazioni sono coerenti con una crescente attenzione e comprensione dell'importanza degli alimenti e dei modelli alimentari generali, piuttosto che di singoli nutrienti isolati"

Infatti il professore invita a considerare "gli alimenti non come una semplice raccolta di singoli componenti, come grassi e calorie, ma matrici complesse che hanno conseguentemente effetti complessi sulla salute e sulle malattie. Le raccomandazioni basate sul contenuto calorico o grasso non tengono conto degli effetti complessi di diversi alimenti, indipendentemente dalle loro calorie, sui molteplici meccanismi del corpo per il controllo del peso corporeo, dal cervello al fegato, dal microbioma e dalle risposte ormonali e metaboliche. Questa crescente evidenza indica che diversi alimenti, a parità di calorie, hanno effetti diversi sul rischio di aumento di peso a lungo termine e sul successo nel mantenimento del peso".

Aggiornamento 3/10/2019
Tra i possibili fattori che modulano il rischio di diabete di tipo 1, l'eccesso di igiene, alcune infezioni enteriche e da raffreddamento, malattie esantematiche, che spiegano anche la stagionalità della scoperta della malattia, le crossreazioni con gli antigeni alimentari e la permeabilità intestinale. Tra i batteri sembrano più abbondanti i Bacteroidetes e scarsi i produttori di butirrato. Anche viroma e micobioma sono alterati. L'allattamento al seno appare protettivo, soprattutto grazie all'apporto di bifidobatteri come B. infantis.
Tra i fattori nutrizionali, gli omega 3 sono protettivi mentre l'esagerato consumo di latte aumenta il rischio. Anche introdurre il glutine dopo i 9 mesi potrebbe aumentare il rischio, così come lo svezzamento precoce.
Tra le vitamine, la carenza della D aumenta il rischio, mentre vi è incertezza per le altre. Lo zinco potrebbe essere protettivo, mentre nitriti, nitrati e nitrosammine (carni lavorate) devono essere ulteriormente indagate.
Aggiornamento 5/10/2019
Un post della dott.ssa Baroni sui valori degli ormoni trovati nei prodotti animali e i loro effetti.
Aggiornamento 19/10/2019
L'inulina, la fibra tipica del carciofo, aumenta l'assorbimento di calcio e la mineralizzazione ossea negli adolescenti
Aggiornamento 22/10/2019
Mycobacterium avium ss. paratuberculosis (MAP) è l'agente patogeno che causa la paratubercolosi bovina, ma nell'uomo si manifesta come morbo di Crohn, malattia intestinale (IBD). Il latte, anche quello formulato per bambini e anche se pastorizzato, può portare questo batterio, e suscitare autoimmunità, aumentando il rischio di diabete di tipo 1, tiroidite di Hashimoto e altre malattie.
"Prove sufficienti indicano che fino all'eliminazione di MAP dalla catena alimentare, si può continuare a dire che le mucche hanno la malattia di Crohn e ci stanno dando diabete, sclerosi multipla, sarcoidosi, sindrome di Blau, tiroidite di Hashimoto, lupus, morbo di Parkinson e artrite reumatoide".
Aggiornamento 27/10/2019
Evitare il latte in formula nei primi 3 giorni di vita del bambino riduce il rischio di allergia al latte negli anni successivi. "Questa prevenzione è facilmente e immediatamente applicabile alla pratica clinica in tutto il mondo senza problemi di costi e tempi della terapia".
Aggiornamento 9/11/2019
I latticini sono associati al rischio di cancro prostatico secondo una revisione narrativa
Aggiornamento 17/11/2019
Uno dei miti a cui molti credono, compresi molti professionisti, è che siamo in grado di digerire qualsiasi cosa. Questo avviene solo in persone sane e con un microbiota in ordine. Un bravo professionista sa però che in caso di problemi sistemici si deve partire dall'intestino per risolvere infiammazione e disbiosi. Lo spiega bene nel suo ultimo lavoro il prof Riccio, che mette in relazione cibo non digerito, carenza di nutrienti immunomodulanti e malattie neuroinfiammatorie come sclerosi multipla, SLA, Parkinson, Alzheimer e autismo. Parti di cibo indigerito (soprattutto glutine e latticini), additivi, grassi saturi e trans, alcol, genericamente il cibo industriale sono tutti in grado di indurre una risposta infiammatoria e in persone predisposte sostenere la malattia.
Aggiornamento 27/11/2019
Il latte vaccino rimane uno dei possibili fattori di rischio del diabete di tipo 1 (giovanile)
Aggiornamento 1/12/2019
(Per quello che possono servire studi di questo tipo...) 2 porzioni al giorno di latticini sono associati con la minima mortalità, ma 3 aumentano la mortalità, soprattutto per tumore. 🧐🧐 "Le analisi delle sostituzioni hanno suggerito che la sostituzione di prodotti lattiero-caseari con frutta secca o legumi e cereali integrali potrebbe ridurre il rischio di mortalità, ma la sostituzione di prodotti lattiero-caseari totali con carne rossa e trasformata potrebbe aumentare il rischio di mortalità". 🤔🤔
Aggiornamento 2/12/2019
I grassi saturi aumentano il rischio di tumore alla prostata e la sua aggressività stimolando una proteina, MYC, che ha un ruolo nell'iniziazione e nella progressione del tumore. Ridurre questi grassi, soprattutto nelle fasi iniziali del tumore, potrebbe aumentare la sopravvivenza
Aggiornamento 30/12/2019
I bambini che bevono latte intero hanno il 39% in meno di rischio di essere sovrappeso rispetto a quelli che bevono latte scremato o parzialmente scremato. Sembrerebbe una vittoria di chi è contro i cibi light e a favore dei grassi saturi, ma è comunque una metanalisi di studi osservazionali quindi non può stabilire un legame di causa-effetto
Aggiornamento 2/1/2020
Nella revisione sull'effetto delle diete nei disturbi dello spettro autistico (ASD), gli autori concludono che, essendo molto frequenti i problemi intestinali, le diete risultano molto interessanti. Tuttavia non è stato individuato un trattamento con risultati univoci e adatto a tutti, e "mancano dati scientifici conclusivi sull'effetto delle diete terapeutiche sull'autismo e, in quanto tale, non è possibile formulare raccomandazioni definitive per una terapia nutrizionale specifica come trattamento standard per l'ASD". Quelle con maggiore efficacia appaiono la dieta senza glutine e caseine (GFCF) e la supplementazione di alcune vitamine e probiotici. La dieta chetogenica e dei carboidrati specifici hanno potenziali da indagare ulteriormente.
La dieta GFCF appare efficace in circa la metà delle persone. A cosa è dovuto questo? Glutine e caseine vengono maldigerite in alcuni soggetti, forse a causa di disbiosi, e la β-caseina A1 presente nei latticini porta alla formazione di β-casomorfina-7 (BCM7), sostanza in grado di entrare nel sangue in caso di permeabilità intestinale e creare problemi di riduzione del glutatione (e quindi stress ossidativo) .
Anche la sovracrescita di candida e delle sue ife sembra implicata, anche a causa della riduzione di lattobacilli

Aggiornamento 4/1/2020
Secondo una revisione degli studi l'associazione tra tumore prostatico e latticini c'è ma non è convincente 😑😑

Aggiornamento 7/1/2020
Tra i fattori ambientali che aumentano il rischio di diabete di tipo 1 (quello giovanile per capirci) anche alcuni alimentari. In sintesi: Lo stato di obesità di entrambi i genitori, il taglio cesareo, l'età avanzata, le infezioni enteriche in gravidanza, l'eccesso di glutine in gravidanza, svezzamento precoce, l'eccesso di latte artificiale, alterazione del microbiota, anche mediante antibiotici, infezioni post natali, eventi stressanti, eccessivo aumento di peso e alimenti ad alto indice glicemico aumentano il rischio di malattia.
Vitamina D, allattamento al seno, svezzamento corretto, omega 3, probiotici e vaccino per il rotavirus sono fattori protettivi.
Aggiornamento 10/1/2020
Il latte di bovini alimentati al pascolo (grassfed) ha aumentate concentrazioni di nutrienti benefici tra cui acido vaccenico, CLA, ß-carotene e acido α-linolenico, e un migliore rapporto tra omega 3 e omega 6.
Aggiornamento 15/1/2020
Il latte scremato appare associato a una maggiore lunghezza dei telomeri e quindi ad una maggiore longevità: questo appare da una ricerca. Il carattere osservazionale non permette di trarre conclusioni sul rapporto di causa effetto. Comunque la presenza di acido palmitico (principale grasso saturo del latte) può giocare un ruolo, essendo stressante per il reticolo endoplasmatico e i mitocondri. Oltre ad una forte attivazione del complesso mTOR

Aggiornamento 25/1/2020
Sta facendo molto rumore la notizia secondo cui sono stati trovati residui di farmaci (antibiotici, cortisonici ecc) nel latte italiano. Un po' di chiarezza dallo studio originale.
I residui sono stati trovati nel 49% dei latti analizzati, mentre le micotossine erano assenti (m individuate in altri studi). I farmaci appaiono in quantità al di sotto del quantitativo stabilito per legge (MRL), tranne in un campione per un farmaco. I ricercatori chiariscono però che non si sa nulla su un eventuale effetto additivo/sinergico e che categorie a rischio, come i bambini, che non hanno sviluppato ancora il sistema di detossificazione, possono risentirne, consigliando "un monitoraggio costante nelle aziende lattiero-casearie per garantire la sicurezza alimentare per i consumatori". E sicuramente ne deriva che il latte italiano non è per forza meglio di quello straniero in quanto a farmaci somministrati o qualità dei mangimi, nonostante in molte pubblicità si veda qualche mucca al pascolo non è certo quello il metodo di produzione.
Aggiornamento 1/2/2020

Le bevande vegetali, in particolare all'avena, possono essere contaminate con micotossine. Anche il latte di animali alimentati a granaglie

Aggiornamento 11/2/2020
Uno dei modi per prevenire il diabete di tipo 1 (quello giovanile) potrebbe essere la somministrazione di B. infantis, batterio probiotico tipico del latte materno, che prolifera soprattutto con HMO, alcuni zuccheri ugualmente presenti nel latte e che è oggi possibile integrare
Aggiornamento 14/2/2020
Il latte è da sempre un alimento controverso, avversato da alcuni ma molto protetto dall'industria alimentare. Due docenti della Harvard University, Walter Willett e David Ludwig, M.D., PhD, hanno revisionato la letteratura scientifica nel merito, con queste conclusioni: "L'assunzione ottimale di latte per una persona dipende dalla qualità generale della dieta. Se la qualità della dieta è bassa, specialmente per i bambini in ambienti a basso reddito, i latticini possono migliorare la nutrizione, mentre se la qualità della dieta è elevata, è improbabile che un aumento dell'assunzione fornisca benefici sostanziali ma sono possibili danni. Quando il consumo di latte è basso, i due nutrienti di primaria importanza, calcio e vitamina D (che è particolarmente preoccupante per le latitudini più elevate), possono essere ottenuti da altri alimenti o integratori senza le potenziali conseguenze negative dei latticini. Per il calcio, fonti alimentari alternative includono cavoli, broccoli, tofu, noci, fagioli e succo d'arancia fortificato. Per la vitamina D, gli integratori possono fornire un'adeguata assunzione a costi molto inferiori rispetto al latte fortificato. In attesa di ulteriori ricerche, le linee guida per il latte e gli alimenti a base di latte equivalenti dovrebbero designare idealmente un'assunzione accettabile (come da 0 a 2 porzioni al giorno per gli adulti), non indicare il latte a basso contenuto di grassi come preferibile al latte intero e scoraggiare il consumo di latticini zuccherati nelle popolazioni con alti tassi di sovrappeso e obesità".
Nei bambini "Il latte favorisce la velocità di crescita e il raggiungimento di una maggiore altezza, conferendo sia rischi che benefici. L'elevata densità nutritiva del latte può essere particolarmente utile nelle regioni in cui la qualità della dieta generale e l'assunzione di energia sono compromesse. Tuttavia, in popolazioni con un'alimentazione generalmente adeguata, l'elevato consumo di latte può aumentare il rischio
di fratture più avanti nella vita e l'associazione della maggiore altezza con il rischio di cancro rimane una preoccupazione". Per quanto riguarda l'osteoporosi "i dati esistenti non supportano elevate assunzioni di latte durante l'adolescenza per la prevenzione delle fratture più avanti nella vita e suggeriscono che tali assunzioni possono contribuire all'aumento dell'incidenza di fratture nei paesi con massimo consumo di latte. Negativo il giudizio sugli effetti ambientali (emissione di gas serra, impronta idrica e antibioticoresistenza), quello biologico può essere più nutriente. Gli effetti su diabete, aumento di peso, tumori, rischio cardiovascolare e mortalità in generale sono controversi, ma non attualmente preoccupanti.
Aggiornamento 15/2/2020

Il latte può esacerbare l'asma in adulti predisposti

Aggiornamento 27/2/2020
In uno studio americano su circa 50 mila donne, il latte e in maniera minore i latticini aumentano il rischio di tumore al seno, già a dosi basse. "Il consumo compreso tra appena 1/4 e 1/3 di tazza di latte al giorno è stato associato ad un aumentato rischio di cancro al seno del 30%", ha detto Fraser, uno dei ricercatori. "Bevendo fino a una tazza al giorno, il rischio associato è salito al 50% e, per coloro che ne bevono da due a tre tazze al giorno, il rischio è aumentato ulteriormente dal 70% all'80%". Il tipo di latte (scremato o intero) non ha influenzato i risultati, mentre "non si notavano importanti associazioni con formaggio e yogurt". Il risultato può essere dovuto alla maggiore quantità di IGF1 presente nel latte americano. "Gli ormoni sessuali bovini e i livelli sierici endogeni di IGF-1 sono due possibili agenti di mediazione in un legame tra carcinoma mammario e latte bovino. Circa il 75% delle vacche che forniscono latte nella moderna produzione casearia sono in gravidanza e, per definizione, stanno allattando. Quindi rilevanti quantità di estrogeni (ng/L) e progesterone (mg/L) si trovano nel latte di vacca. Le concentrazioni di progesterone sono fortemente correlate positivamente al contenuto di grassi del latte e allo stadio della gestazione. [...] I livelli di estrogeni e progesterone nel latte sembrano essere piccoli rispetto alla produzione endogena femminile e sono stati dichiarati biologicamente irrilevanti. Tuttavia: il latte magro e il latte intero favoriscono la crescita del tumore mammario nei ratti, [...] il consumo di latte aumenta l'escrezione urinaria e i livelli sierici di estradiolo. Alcuni di questi effetti potrebbero derivare dalla conversione endogena di estrone da latte (o altre varianti coniugate) e progesterone in estradiolo. Livelli ormonali sostanzialmente più bassi sono riportati nel formaggio e nello yogurt (per grammo di alimento). [...] Il latte contiene IGF-1 bovino che viene assorbito e non viene distrutto dalla pastorizzazione. Inoltre l'assunzione di latte è stata anche associata a livelli più elevati di IGF-1 endogeno, un ormone proliferativo che è un probabile fattore causale nel carcinoma mammario". La soia non ha effetto chiaro secondo lo studio. I ricercatori concludono suggerendo di tenere conto di questi dati nelle linee guida, che consigliano 3 porzioni di latte al giorno. Si tratta di uno studio osservazionale, che quindi non stabilisce relazione causa-effetto, ma con delle basi biologiche che possono giustificare la relazione.
Aggiornamento 19/5/2020

L'idea che i latticini prevengano l'osteoporosi rimane sempre non dimostrata (attenzione: così come il fatto che la causino). Se volete veramente proteggere le ossa andate in palestra!

Aggiornamento 10/6/2020
Le nuove linee guida per la prevenzione dei tumori della American Cancer Society consigliano di privilegiare alimenti vegetali e in particolare "alimenti nutrizionalmente densi in quantità che permettano di mantenere un peso ideale" come frutta, verdura, legumi e cereali integrali, mentre invitano a ridurre o non consumare cereali raffinati o altri alimenti industrialibibite zuccherate e carni rosse o processate. Meglio non consumare alcol. Gli zuccheri semplici e l'alto carico e indice glicemico sono probabilmente collegati col tumore uterino (oltreché di aumento di peso, associato a quasi tutti i tumori). Non si danno indicazioni particolari sui latticini perché essi possono avere un effetto protettivo per alcuni tumori (intestino) e negativo per altri (prostata), ma si consiglia di raggiungere l'apporto adeguato di calcio. Anche i livelli di vitamina D devono essere corretti, sebbene vi sia ancora dibattito sulla sua efficacia nella prevenzione tumorale. Non vi sono supplementi da consigliare a meno di manifeste carenze, e gli antiossidanti è meglio assumerli dal cibo. Il cibo biologico può dare una piccola protezione, ma non esistono grossi studi, e le persone più a rischio appaiono essere i lavoratori esposti ai pesticidi. Molti di essi sono probabili cancerogeni ed è bene lavare frutta e verdura prima di consumarla. Altri consigli sono di mantenere adeguati livelli di attività fisica e di facilitare politiche che diano accesso al cibo salutare. Anche il sonno alterato può essere indiretta causa di tumore, così come l'eccesso di zucchero, perché entrambi promuovono l'aumento di peso. La soia appare sicura.
Aggiornamento 11/6/2020
Nelle persone con problemi renali si può avere acidosi metabolica, riscontrabile con riduzione del pH sanguigno e dei bicarbonati. La dieta può essere un fattore determinante, e si dovrebbe consigliare una prevalenza di alimenti vegetali (facendo attenzione al potassio) e di latticini come fonte di proteine animali.
Aggiornamento 13/6/2020

Qualche anno fa alcuni gestori di uno zoo osservarono che i gorilla vomitavano spesso. Dunque ebbero un'idea: provare a togliere il latte vaccino e dare una dieta simile a quella che assumono in natura. I primati stavano così meglio. Sorpresa sorpresa: funziona anche nei bambini con reflusso. Le proteine del latte infatti possono attivare una risposta infiammatoria che stimola i nervi e crea contrazioni nella muscolatura gastrointestinale. Questo può succedere anche nei bambini allattati al seno da mamme che assumono latticini, perché proteine non digerite possono passare nel latte materno (anche se molti lo ignorano). La pratica di escludere i latticini nella mamma che allatta è prevista pure da linee guida ESPGHAN. Attenzione ovviamente a coprire il fabbisogno di calcio
Aggiornamento 14/6/2020

Il probiotico LGG, uno dei più studiati al mondo, insieme ad una dieta materna senza latticini, riduce in maniera significativa le coliche del lattante e la calprotectina (marker di infiammazione intestinale). Il tempo di durata del pianto si è più che dimezzato

Aggiornamento 20/6/2020

La proliferazione di una cellula tumorale è sostenuta da una serie di metaboliti e vie metaboliche corrispondenti. La PLA2 metabolizza l'acido arachidonico (AA, omega 6) e interagisce con mTOR e insulina. Una dieta con basso apporto di AA, presente soprattutto in carne e latticini, possibilmente chetogenica (per ridurre l'insulina) aumenta la sensibilità agli inibitori PLA2, aprendo alla possibilità di un nuovo link tra alimentazione e guarigione tumorale

Aggiornamento 23/6/2020

I consigli alimentari per la gestione del tumore prostatico
Aggiornamento 9/7/2020

In una revisione degli studi, "la combinazione di vitamina K e D può migliorare la qualità ossea aumentando la densità minerale ossea totale e diminuendo l'osteocalcina sottocarbossilata (una forma di ormone poco attiva). Si prevede [inoltre] un effetto più favorevole quando viene utilizzata la vitamina K2. Questi risultati hanno importanti implicazioni per la salute pubblica per quanto riguarda il miglioramento della qualità ossea, specialmente nelle donne, attraverso una combinazione di vitamine D e K sotto forma di integratore". Probabilmente purtroppo continueranno a dirvi di assumere latticini o assumere la vitamina D da sola, interventi che negli studi precedenti non hanno dimostrato forte impatto sull'osteoporosi.
Aggiornamento 27/7/2020

Quando un lattante soffre di coliche, è possibile provare a togliere le proteine del latte bovino alla mamma che allatta (facendo attenzione a non creare carenze). Infatti alcune delle proteine arrivano intatte al latte materno, e creano una reazione, anche se molti sono ancora convinti che la digestione elimini tutto.
Aggiornamento 3/9/2020

Secondo una revisione sistematica i latticini aiuterebbero le donne in menopausa a salvaguardare le ossa

Aggiornamento 7/10/2020

Secondo la letteratura corrente i latticini possono incrementare il rischio di tumore prostatico mediante aumento dei livelli di IGF1 e gli esosomi di mRNA. La review si conclude consigliando una riduzione del consumo di latticini per gli uomini

Aggiornamento 9/12/2020

L'evidenza dimostra che l'acne può ridursi con il consumo regolare di acidi grassi omega3 e diete a basso indice e carico glicemico. "Allo stesso modo, diversi studi dimostrano che il latte può peggiorare il numero e la gravità delle lesioni. In particolare, le riacutizzazioni dell'acne nelle persone che consumano latte possono essere correlate alle proteine ​​del siero del latte e alla caseina attraverso lo stimolo di insulina e IGF1, il che potrebbe spiegare perché altri prodotti lattiero-caseari come burro o formaggio non hanno dimostrato le stesse associazioni con l'acne. Le diete a basso indice glicemico hanno generalmente mostrato miglioramenti favorevoli nei risultati dell'acne, probabilmente a causa dei loro effetti sull'insulina e sull'IGF-1; tuttavia, a causa di risultati incoerenti negli studi su pazienti con acne con diete a basso indice glicemico, può essere necessario un trattamento aggiuntivo in combinazione con cambiamenti nella dieta per ridurre l'acne (latticini e carne possono essere i più coinvolti). La somministrazione di probiotici è promettente per ridurre le lesioni dell'acne".
Tra i grassi, anche l'acido γ-linoleico ha mostrato utilità. Tra i probiotici, Lactobacillus rhamnosus GG è il più studiato, ma in generale quelli che contrastano l'infiammazione (Lactobacillus casei, Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus) o l'iperinsulinemia (Bifidobacterium lactise i batteri che favoriscono l'acne (Streptococcus salivariuspossono essere utili. Lo zinco può aiutare ma non c'è ancora consenso.

Aggiornamento 20/12/2020

Gli studi pubblicati che sono finanziati dall'industria alimentare hanno più probabilità di dar risultati favorevoli all'industria stessa.
"Il 13,4% degli articoli di ricerca sottoposti a revisione paritaria nelle prime 10 riviste di nutrizione e dietetica più citate del 2018 riportava il coinvolgimento dell'industria alimentare. Il coinvolgimento dell'industria alimentare ha abbracciato una serie di settori industriali, con la produzione di alimenti trasformati, la produzione di integratori alimentari e il latte più spesso rappresentati. La stragrande maggioranza del coinvolgimento dell'industria proveniva da grandi società e associazioni di categoria/industria, piuttosto che da piccole società. La proporzione di articoli con risultati considerati favorevoli all'industria alimentare era sostanzialmente più alta tra gli articoli con coinvolgimento dell'industria alimentare (55,6%) rispetto a un campione casuale di quelli senza (9,7%), con la differenza ancora più marcata dove il coinvolgimento dell'industria negli studi era più diretto (affiliazioni di autori o finanziamenti diretti per lo studio). La percentuale di articoli considerati sfavorevoli agli interessi dell'industria alimentare era simile tra gli articoli con il coinvolgimento dell'industria alimentare e il campione casuale di quegli articoli senza. [...] Il coinvolgimento dell'industria alimentare nella ricerca nutrizionale sottoposta a revisione tra pari è comune e i risultati della maggior parte degli studi con il coinvolgimento dell'industria alimentare favoriscono gli interessi dell'industria alimentare. Dati i potenziali interessi concorrenti dell'industria alimentare da un lato, e gli interessi scientifici e di salute della popolazione dall'altro, è importante esplorare i meccanismi che possono salvaguardare l'integrità e la rilevanza pubblica della ricerca nutrizionale e garantire che non siano minati dall'influenza dell'industria alimentare".

Aggiornamento 25/1/2021

Secondo una revisione degli studi, il consumo di latte vaccino (200mL, una tazza) è associato a riduzione del rischio di sindrome metabolica, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, tumore del colon-retto, osteoporosi, Alzheimer, mentre può aumentare il rischio tumore prostatico (in particolare la mortalità), Parkinson, acne, carenza di ferro nei bambini. Allergie e intolleranze possono essere argomento di preoccupazione.

Aggiornamento 16/2/2021

"L'alimentazione basata su carne lavorata e latticini grassi, a causa del loro alto contenuto di acidi grassi saturi e acidi grassi trans, nonché una dieta povera di frutta e verdura, a causa della quantità insufficiente di vitamine e minerali (in particolare selenio e zinco), favoriscono lo sviluppo del cancro alla prostata attraverso una serie di meccanismi che stimolano la proliferazione delle cellule tumorali e i processi di angiogenesi. D'altra parte, i modelli dietetici, basati su prodotti vegetali e pesce poco trasformati, possono avere un effetto benefico sul metabolismo della prostata e inibire tutte le fasi della cancerogenesi attraverso molteplici meccanismi. La promozione di una dieta sana è un elemento chiave nella prevenzione del cancro alla prostata".

Aggiornamento 17/3/2021

Una posizione ufficiale dell'ESPGHAN valuta le cause dell'obesità infantile.
I comportamenti alimentari dei genitori sono un fattore determinante.
Nei primi 2 anni di vita, l'allattamento è protettivo, mentre il latte in formula è associato con alterata composizione corporea. Un elevato apporto proteico durante lo svezzamento aumenta il rischio obesità. Il latte intero, dopo l'anno di vita, appare ridurre il rischio di sovrappeso rispetto al latte a ridotto contenuto di grassi. Se i genitori intervengono, migliorando l'alimentazione, il rischio scende.
Dai 2 anni, la dieta mediterranea e nordica riducono il rischio di obesità, su quella vegetariana non ci sono conclusioni. Le bibite gassate aumentano il rischio.
Sul comportamento alimentare, saltare la colazione è associato all'obesità, forse a causa del suo ruolo nell'equilibrio energetico e nella regolazione dell'appetito, i pasti regolari consumati in famiglia sono associati a migliore salute e alla prevenzione dell'eccesso di peso.
Un numero maggiore di pasti giornalieri è associato a un minor rischio di obesità nei bambini forse a causa di una migliore modulazione della fame
 Durante gli spuntini, il consumo di cibi ad alta densità energetica contribuisce all'obesità nell'infanzia, aumentando l'apporto energetico giornaliero.
 Porzioni più grandi, soprattutto di cibi densi di energia, sono associate a un maggiore apporto energetico giornaliero, un fattore predittivo dell'eccesso di peso corporeo.
 I bambini possono autoregolare efficacemente l'assunzione di energia tra i 4 e i 12 anni almeno, sebbene l'assunzione di energia tenda ad aumentare con l'aumentare delle dimensioni della porzione (perdita del controllo)
 Una combinazione di maggiore attività fisica e riduzione del tempo passato seduti può avere un ruolo importante nella prevenzione dell'obesità.
Come raccomandazioni, si dovrebbe promuovere l'allattamento al seno il più possibile, e non esistono evidenze per consigliare il latte scremato prima dei 2 anni. Favorire il consumo della sola acqua ed evitare la presenza di distributori di bibite nelle scuole. Incoraggiare il consumo della colazione e dei pasti in famiglia, insieme a merende con cibi salutari, freschi e vegetali.

Aggiornamento 26/5/2021

Eliminare le proteine del latte vaccino può portare a miglioramento dell'asma refrattaria nei bambini, anche se i test IG-E non evidenziano allergia al latte, e "può essere considerata come l'anello mancante nel trattamento dell'asma". Il miglioramento c'è stato nell'82% dei bambini. Questo indica la possibile presenza di allergie non IG-E mediate, che di solito sono legate a manifestazioni gastrointestinali, come il reflusso. "Considerato quanto sopra, presentiamo il caso di un ripensamento completo di come l'allergia alimentare gastrointestinale non mediata da IgE e l'asma possano essere correlate suggerendo le seguenti ragioni; in primo luogo, la vicinanza del tratto gastrointestinale con il sistema respiratorio; in secondo luogo, il modello comune dei meccanismi immunologici che coinvolgono le stesse cellule infiammatorie e citochine; e infine, l'effetto diretto degli allergeni alimentari su entrambi gli organi. [...] Abbiamo spiegato l'iperreattività delle vie aeree nelle allergie alimentari non immediate come conseguenze respiratorie del coinvolgimento del tratto gastrointestinale, come accade nel reflusso gastroesofageo", e già evidenziato da altri studi. È probabile che l'allergia nascosta al latte induca il reflusso, che a sua volta infiamma le vie aeree tramite i mastociti e stimola il nervo vago, con manifestazione dell'asma. In alternativa le proteine inducono allergia entrando tramite permeabilità intestinale o cutanea. Le linee guida per il reflusso nel bambino suggeriscono in questi casi di usare proteine del latte idrolizzate e quindi meno allergizzanti, e l'eventuale conferma con oral food challenge (prova di scatenamento). "Per concludere, i risultati sono stati sorprendentemente promettenti, dimostrando che la dieta di eliminazione delle proteine del latte vaccino (che rappresenta l'allergene alimentare più comune) è un approccio prudente nella gestione dei pazienti con asma che non risponde ai trattamenti e può essere considerato come l'anello mancante nel trattamento dell'asma".

Aggiornamento 25/10/2021

Aumentare i latticini negli anziani istituzionalizzati riduce il rischio di fratture a 3 e 5 mesi, grazie al calcio e alle proteine. Questo il risultato di uno studio randomizzato. Le persone non erano carenti di vitamina D.
I risultati hanno mostrato "una riduzione del 33% del rischio di fratture di qualsiasi tipo, una riduzione del 46% del rischio di fratture dell'anca e una riduzione dell'11% del rischio di cadute rispetto ai controlli. Non abbiamo trovato differenze tra i gruppi per tutte le cause di mortalità".
La riduzione del rischio di fratture è simile a quella ottenuta con un trattamento farmacologico.
Come mai la mortalità non cambia tra i gruppi? "Alcuni, ma non tutti, gli studi suggeriscono che il consumo di latte è associato ad un aumento della mortalità, ma il consumo di yogurt e formaggio (alimenti fermentati) con mortalità ridotta e profili lipidici nel sangue favorevoli. Durante l'intervento sono stati utilizzati latticini fermentati e non fermentati. Il consumo di latte non differiva tra i gruppi di intervento e di controllo"

Aggiornamento 4/12/2021

Il rapporto costo-beneficio nell’integrazione con calcio e vitamina D è totalmente a favore del beneficio in prevenzione secondaria, ovvero dopo la prima frattura.
"Una inadeguata assunzione di calcio e vitamina D, infatti, contribuisce all’aumento del rischio sia di cadute che di frattura. In particolare, nel documento si sottolinea la capacità di calcio e vitamina D di prevenire la perdita di massa ossea indotta dall’assunzione di lunga durata di farmaci corticosteroidi, ad esempio nelle patologie reumatologiche [e autoimmuni, ndAD]. La forma più comunemente utilizzata è il colecalciferolo (Vitamina D3), ma in condizioni di particolare deficit di assorbimento si può considerare anche il calcidiolo e l’impiego di entrambe le sostanze è considerato sicuro. Le Linee Guida fanno riferimento alla SOMMINISTRAZIONE QUOTIDIANA (e non mensile come purtroppo fa la maggior parte dei professionisti, ndAD) di vitamina D come la modalità di assunzione che determina la più rapida normalizzazione dei livelli plasmatici di vitamina D".

Aggiornamento 24/2/2022

Il consumo di latticini appare associato con il rischio di morbo di Parkinson (PD), in particolare negli uomini. Sebbene lo studio non possa provare la causalità, il nesso può non essere casuale in quanto soddisfa diversi criteri di Hill.
Il legame è legato a latte e formaggi, mentre i latticini fermentati appaiono protettivi.
"La relazione lineare dose-risposta ha mostrato che il rischio di PD aumentava del 17% per ogni incremento di 200 g/giorno nell'assunzione di latte e del 13% per ogni 10 g/ incremento giornaliero dell'assunzione di formaggio".
Nell'indagine genetica si è notato che una particolare variante genica (rs4988235) aumenta il rischio del 70% con una sola porzione al giorno.
"I nostri risultati suggeriscono che l'assunzione di latticini aumenta il rischio di malattia di Parkinson", hanno concluso i ricercatori. "Pertanto, le diete con assunzione di latte limitata (ad es. Dieta mediterranea) possono essere utili per ridurre il rischio di morbo di Parkinson".
Secondo il neurologo Kotagal servono ulteriori indagini per capire se il legame è dovuto alla presenza di pesticidi o all'effetto dei latticini sul microbiota.

Aggiornamento 11/3/2022

Un nuovo lavoro pubblicato su PNAS conferma quello che si sapeva da tempo: i latticini non vanno molto d'accordo con la sclerosi multipla.
"Un'alta percentuale di pazienti con SM possiede anticorpi contro la caseina bovina, ma anche la reattività crociata degli anticorpi tra il latte vaccino e gli antigeni del sistema nervoso centrale possono esacerbare la demielinizzazione. I nostri dati ampliano l'attuale comprensione di come la dieta influenzi l'eziologia della SM e preparano le basi per utilizzare piani dietetici personalizzati con strategie di trattamento che modificano il corso della malattia".

La caseina è la proteina tipica dei formaggi, che si trova anche in yogurt e latte, non nella ricotta.
La caseina somiglia a una proteina detta MAG (glicoproteina associata alla mielina). Quando il sistema immunitario reagisce verso la caseina, lo fa anche verso la MAG, che è fondamentale per la sintesi della mielina, la struttura danneggiata nella SM.

In un altro modello il consumo di carne impoverisce il microbiota di un particolare batterio (B. thetaiotaomicron) favorendo un'alterazione del sistema immunitario

Aggiornamento 8/5/2022

Nella popolazione cinese un alto consumo di latticini è associato ad aumentato rischio di tumore epatico e mammario e linfoma. Non si è trovato un legame col tumore prostatico.

Aggiornamento 15/6/2022

I latticini, in particolare il latte, si confermano associati ad aumentato rischio di tumore prostatico. Altre fonti di calcio di origine vegetale non hanno questo effetto, per cui si ritiene che l'effetto sia mediato dall'aumento di IGF1 e dagli ormoni sessuali presenti nel latte.
I ricercatori consigliano a persone con familiarità per questo tumore di moderare il consumo di latticini.

Aggiornamento 22/9/2022

Mi è capitato di sentire, anche da persone del mestiere, che latte o derivati sono tutti uguali. Ovviamente così non è, ma i derivati hanno specifiche proprietà, spesso migliori del latte in sé.
Per esempio il kefir, il latte fermentato con batteri probiotici, ha interessanti effetti metabolici. In un gruppo di persone con sindrome metabolica, consumare 180mL al giorni di kefir o latte ha abbassato in entrambi la pressione sanguigna. Il kefir tuttavia ha aumentato il colesterolo HDL (colesterolo buono) e ridotto LDL (colesterolo cattivo) e migliorato alcuni parametri legati all'infiammazione come omocisteina, TNFalfa e interleuchine.

Aggiornamento 20/2/2024

Le brassicacee o crucifere (cavolo e simili) possono ridurre il rischio di tumore prostatico.
L'effetto sembra dovuto al blocco di alcune proteine legate col ciclo cellulare (p21 e p27), alla promozione delle vie di detossificazione epatiche e alla presenza di vitamina K1 che viene convertita in K2.
Il rischio di tumore alla prostata si riduce del 5% ogni 15g di crucifere al giorno.

Aggiornamento 3/6/2024

Una dieta a prevalenza vegetale appare ridurre la progressione del tumore prostatico.
In uno studio longitudinale, le persone che hanno assunto maggiore quantità di vegetali hanno avuto minore rischio di progressione del tumore alla prostata, in accordo anche con precedenti indagini.
I meccanismi ipotizzati coinvolgono il consumo di "frutta e verdura, che contengono una varietà di sostanze fitochimiche, tra cui antiossidanti e composti antinfiammatori, che hanno dimostrato di proteggere dal cancro alla prostata; gli alimenti vegetali sono anche una fonte di fibre alimentari, che possono favorire la sazietà e regolare la glicemia. Inoltre, gli alimenti di origine animale (compresi carne e latticini) sono stati associati ad una maggiore esposizione a sostanze potenzialmente dannose, come ormoni e ammine eterocicliche. Un elevato consumo di carni rosse e lavorate è stato associato ad un aumento dell'insulina resistenza e di IGF1, che sono stati collegati a un aumento del rischio di cancro alla prostata e potenzialmente alla mortalità. Inoltre, latte e latticini (una fonte primaria di fattore di crescita insulino-simile-1), sono stati associati ad un aumento rischio di cancro alla prostata; il latte intero, in particolare, è stato associato ad un aumento del rischio di recidiva del cancro alla prostata".
La ricerca si conclude con "sebbene siano necessarie ricerche future e la replica dei nostri risultati, questi dati suggeriscono che l'alimentazione prevalentemente vegetale possa essere inversamente associata alla progressione tumorale e sono coerenti con ricerche precedenti che dimostrano l’importanza dei fattori dietetici nella salute e nel benessere generale".

Nessun commento:

Posta un commento