Cerca nel blog

domenica 1 settembre 2019

Le diete detox


Impossibile non notare la moda "detox". Molti si sono messi in testa di disintossicare (termine che sarà usato intercambiabilmente con detossificare, anglicismo che in realtà in italiano non esiste) il proprio corpo, ossia espellere le tossine. Un termine simile usato in inglese è "cleanse", che significa letteralmente "purificare", e più che altro si riferisce all'uso di clisteri, lassativi ecc.
Il termine era forse più noto qualche anno fa in riferimento al tentativo di abbandonare sostanze d'abuso, ma in questo caso ci riferiamo alla generica presenza di sostanze dannose nel corpo.

Le diete detox presumibilmente aiuterebbero a:

  • Elimina le tossine
  • Perdere peso
  • Pulire i reni, il sistema digestivo e altri organi
  • Eliminare i rifiuti dal corpo
  • Sentirsi meglio


http://www.davedreas.com/pondering-detox-read-first/

Secondo alcuni non ci sono attualmente prove scientifiche che l'alimentazione influenzi il sistema farmaco-metabolico che gestisce la disintossicazione delle sostanze che arrivano nel nostro corpo. In realtà la situazione è più complessa, anche perché non ci si accorda esattamente manco sul significato della parola. E come al solito si confonde la posizione di una persona sana con quella di una malata, che invece ha problemi da risolvere.

C'è da dire che, più che le diete, i digiuni, punitivi, purificatori ecc fanno parte della storia dell'umanità. Evitare di introdurre cibo o la riduzione dell'introito (il venerdì di magro e le sue varianti) sono sempre stati utilizzati per migliorare le performance del corpo, indurre uno stato di chetosi e di chiarezza mentale ecc.
In questi termini qualcuno vede il cibo sempre come qualcosa di nemico che possa creare problemi, e si  cita l'isola di Creta, dove si digiunava per motivi religiosi molti giorni all'anno e si aveva l'aspettativa di vita più lunga.

Oggi si preferisce vedere alcuni cibi come nemici e/o forieri di composti dannosi. Che il nostro corpo deve eliminare. Le sensibilità alimentari (comunemente intese come intolleranze) potrebbero riguardare il 20% della popolazione (una persona su 5) e chiaramente queste persone traggono vantaggio dall'esclusione (o dalla riduzione) dell'alimento offendente. E per questo intraprendendo un percorso del genere ci si può sentire inizialmente sgonfi, più performanti ecc.



Però sarebbe meglio chiarire cosa si intende per intossicazione (cronica, sub-acuta e acuta) e detossificazione.

L'intossicazione acuta è data da una sola dose che può portare a problemi il soggetto, sino alla morte: esempio il morso di un serpente velenoso o la puntura di una zanzara. Quella cronica invece è riferita a una sostanza a cui si è esposti per lunghi periodi, e che porta ad aumento di mutazioni, tumori, e malformazione nella prole ad esempio. Se una persona lavora in un petrolchimico avrà più alte possibilità di sviluppare tumori, essendo esposto per anni alle sostanze mutagene. Ma non si ammalerà al primo giorno di lavoro. Così vale anche per il fumo di sigaretta.  E non basta l'inalazione di una sola fibra di amianto per avere (molti) anni dopo  il mesotelioma. Nel caso della sub-acuta il periodo di esposizione è limitato (alcune settimane), ma comunque sufficiente a provocare danno.
Per disintossicazione intendiamo l'insieme delle azioni (di solito reazioni biochimiche) che il corpo mette in atto per eliminare la sostanza dannosa. Se non avessimo i nostri sistemi di detossificazione, qualsiasi fumatore, sia attivo che passivo, avrebbe un tumore, invece, quello polmonare ad esempio, colpisce meno di un fumatore su 5 (non che sia poco eh 😜).
In realtà l'esposizione a sostanze tossiche è legata a malattie che colpiscono dalla vita intrauterina (malformazioni, ridotte abilità cognitive, problemi comportamentali/motori ecc) fino alla vecchiaia (malattie dell'invecchiamento che si manifestano nell'anziano ma sono in loading da tempo). È possibile ridurre l'esposizione, facilitare l'escrezione delle sostanze e in generale ridurre gli effetti dannosi ecc?



Riporta il sito Eatright.org (sito ufficiale dell'Academy USA, l'equivalente della nostra SINU): "La maggior parte dei programmi di disintossicazione raccomanda di rimuovere alimenti altamente trasformati e alimenti a cui alcune persone sono sensibili, come latte, glutine, uova, arachidi e carne rossa. Raccomandano anche di mangiare principalmente verdure coltivate biologicamente, frutta, cereali integrali senza glutine, noci, semi e proteine ​​magre. Altri programmi raccomandano il digiuno, una pratica potenzialmente rischiosa per alcune persone, che può addirittura bloccare i processi di disintossicazione nel corpo. Questo è il motivo per cui molti operatori sanitari sconsigliano questa pratica".

E continua: "Molte persone non accreditate (leggi: abusivi senza titolo rivenditori di prodotti) affermano di essere esperti nella disintossicazione; tuttavia, in questo momento mancano ricerche per supportarne l'uso. Inoltre, i programmi di disintossicazione possono variare ampiamente e possono comportare rischi per alcune persone (come persone con problemi di salute, persone con disturbi alimentari, coloro che assumono più farmaci e donne in gravidanza o in allattamento)".

In pratica il nostro corpo ha delle capacità di eliminare le tossine. La detossificazione consiste di 3 fasi: le molecole vengono rese idrofile (trasformate a livello del fegato, che le "lega" con gruppi idrofili), producendo radicali liberi che devono esser a loro volta neutralizzati, poi coniugate ulteriormente per essere espulse facilmente con urina e bile (fase 2). In ultimo trasportate fuori dalle cellule agli organi emuntori (fase 3).

Appunto  queste funzioni vengono assolte  principalmente dal fegato (che "lega" le molecole da espellere con gruppi idrofili) e dal rene (che espelle le molecole rese idrofile, tramite le urine).
Anche intestino (escrezione con le feci degli acidi biliari coniugati alle tossine), pelle (sudore) e polmoni collaborano.

https://www.facebook.com/MaxLugavere/posts/i-want-to-cover-the-issue-of-detoxing-which-i-see-a-lot-of-in-the-health-and-wel/1781271565512595/


Come suggerisce Max Lugavere avere un fegato (di solito lo si ha già dalla nascita), essere gentili con lui (evitando porcherie), mangiare molte verdure come brassicacee e liliacee e alimenti ricchi di zolfo, utilizzare i soldi dedicati ai tè detox per pagare la palestra e comprare cibo migliore dovrebbero essere sufficienti a mantenere una normale funzione detossificante del corpo, che ci permette di espellere sostanze come residui chimici di pesticidi, molecole presenti nei prodotti cosmetici, inquinamento, metalli pesanti, fumo, alcol ecc, con un potenziale tossico per l'uomo.  Altri tipi di sostanze potenzialmente dannose col quale veniamo costantemente in contatto sono aflatossine, che si ritrovano in cereali, frutta oleosa, arachidi, micotossine dalle muffe, acrilammide, nitrosammine, IPA, grassi trans, AGEs che si formano in cottura. 

Le crucifere o brassicacee (cavoli e famiglia) sono particolarmente protettive nei confronti del tumore dell'intestino, soprattutto i broccoli, proprio perché promuovono l'eliminazione delle sostanze dannose. Anche a livello del polmone questo succede. Questa protezione è più forte per alcune varianti genetiche di enzimi che detossificano a livello epatico (vedi avanti).
Anche il corpo produce sostanze che deve eliminare o metabolizzare, come l'acido lattico, l'urea o tossine microbiche.

L'Academy USA consiglia inoltre di stare sempre idratati, introdurre sempre molti cibi vegetali (aggiungendo in particolare tè verde e carciofi), consumare quantità corrette di proteine per sostenere la produzione di glutatione (principale antiossidante cellulare) ed eventualmente coprire il deficit nutrizionale con un multivitaminico e multiminerale ( che colma le carenze che spesso ci sono in chi ha una dieta mediocre). Non si parla di beveroni, centrifugati o roba simile.
Anche i cibi probiotici (o gli integratori) possono aiutare, anche perché la nostra flora ha un ruolo nel metabolismo dei farmaci e nella detossificazione, e può persino influenzare l'efficacia dei farmaci. Quindi con un corretto microbiota la funzione disintossicante è normale, con una disbiosi è potenzialmente ridotta/alterata, con la possibile formazione di composti più dannosi.
Questo riguarda anche ormoni steroidei come estrogeni e testosterone, tiroidei ecc, che finiscono nell'intestino e possono essere rimandati uguali o metabolizzati ad altri composti, e sappiamo bene come le concentrazioni di questi ormoni siano molto importanti per la salute, il metabolismo e la composizione corporea.

La quantità di tossine presenti nel corpo sarà il risultato del bilancio tra quelle introdotte (e prodotte) e quelle eliminate. Diciamo che nella maggior parte delle persone (sane) questo bilancio è sempre normale, ossia non vi sono apparenti pericoli per la salute né necessità di integrare.


https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28446067


"Il corpo umano è una fabbrica biochimica, che continua a fare ciò che serve per mantenere l'omeostasi.
Fisiologicamente, il funzionamento di questo intricato organismo rappresenta la somma totale dei processi metabolici, e se questi funzionano male microscopicamente, il corpo avrà dei malfunzionamenti macroscopici, portando alla morbilità e alla mortalità.
Come discusso in questo documento, diversi agenti chimici hanno dimostrato di disturbare la biochimica e la fisiologia in molti modi, potenzialmente causando vari gradi di problemi metabolici.
Con il bioaccumulo di numerose sostanze chimiche assortite in molti gruppi di popolazione, la conseguente disfunzione metabolica ha delle conseguenze per la salute individuale e globale ".

Possiamo dire quindi che le persone sane e con un'alimentazione corretta non hanno necessità di introdurre alcunché faciliti la detossificazione, già i loro organi e un'alimentazione idonea fanno abbastanza per loro. Solo che dobbiamo imparare a vedere più in là del nostro naso. La dieta può aiutare a sostenere la disintossicazione, anzi, senza una dieta nutriente la funzione si blocca.

La fase 1 per esempio, che produce radicali liberi (ROS), è migliorata dall'introduzione di antiossidanti, quindi da una dieta vegetale e colorata. Gli antiossidanti sono importanti per la salute epatica. I ROS che si formano devono essere a loro volta neutralizzati dal glutatione, ma la quantità di glutatione purtroppo per vari motivi può abbassarsi, riducendo le difese antiossidanti

https://vimeo.com/335298665?__s=5zn7wpkramtqs44tnc5q

Questi fattori contribuiscono all'alterazione delle strutture soggette ai ROS (DNA, proteine ecc) e contribuiscono all'invecchiamento.


È necessario fare anche un altro chiarimento. Cosa si intende per "tossina" (toxin in inglese)? Secondo il dizionario medico sono sostanze che arrecano danno di origine naturale, quindi da batteri, piante o animali. Invece per estensione (e per evitare furbizie, tipo pensare che abbiamo contatto solo con le tossine naturali) sarebbe corretto usare la parola anche riferita a "toxicants", che viene tradotto come sostanze tossiche (dannose in certe quantità), comprendendo quindi inquinanti e sostanze di origine artificiale o comunque non prodotti da esseri viventi. E in questa categoria possiamo mettere inquinanti derivati da combustioni o presenti nelle plastiche (PCB, BPA ecc con azione di interferenza endocrina), metalli pesanti, residui di pesticidi, farmaci e conservanti alimentari.
I toxicant possono essere legati a processi infiammatori, alterazioni immunitarie dalla soppressione (difese deboli) fino all'autoimmunità (difese forti, contro il proprio organismo), perdita di tolleranza/ipersensibilità, alterazione del microbiota, del sistema nervoso autonomo e della trasmissione nervosa.
Queste sostanze devono essere espulse dal corpo, anche se in una certa quantità vengono accumulate (per esempio il piombo nelle ossa e le sostanze lipofile nel tessuto adiposo) e cercare di rimuoverle può risultare anche peggio, perché si riversano in quantità esagerate nel sangue, magari raggiungendo organi in cui sono ancora più pericolosi (mercurio che va al cervello). La presenza di alcune sostanze è associata a maggior rischio di reingrassare dopo la dieta, proprio perché si liberano dal tessuto adiposo e agiscono come molecole "ingrassogene".

Visto che anche i "toxicants" hanno necessità di essere metabolizzati ed espulsi dall'organismo, nel prosieguo del post la parola sarà equiparata a "tossina".

Capita così nella realtà che non sempre il corpo riesca a disintossicarsi: non possiamo prendere qualsiasi cosa perché tanto reni e fegato sono in grado di smaltire tutto. Chi non è convinto di ciò provi ad assumere cloroformio finché non gli scoppia il fegato. Soggetti come i lavoratori della chimica, gli agricoltori e altri esposti sono i più colpiti da malattie croniche legate a sostanze tossiche, soprattutto nei paesi poveri dove esistono meno tutele.
Quando e perché allora possono accumularsi? Questo capita quando le quantità di esposizione superano quelle di espulsione.
Ed è a questo livello che possiamo intervenire: la disintossicazione è uno dei cardini della nutrizione funzionale, una disciplina che ha degli standard molto seri e aggiornati. La stessa Academy USA ha un braccio che si occupa di nutrizione funzionale. Chi vi dice il contrario non si è aggiornato.

"Un insieme crescente di letteratura suggerisce un'associazione tra l'esposizione a sostanze tossiche e l'eziologia di una serie di condizioni croniche, come la sindrome da stanchezza cronica (CFS), sensibilità chimica multipla (MCS), fibromialgia (FM) e aterosclerosi. Sintomi includono affaticamento costante e debilitante, mialgie, artralgie e disfunzioni cognitive.
Sono note associazioni tra esposizione a sostanze tossiche ambientali e sviluppo di molte altre malattie degenerative croniche".

Il ruolo negativo di molte sostanze chimiche di sintesi è fuor di dubbio. Per fare un esempio al quale tutti siamo esposti, le sostanze presenti nei detergenti utilizzati in casa sono una probabile causa di declino della funzione respiratoria.

conseguenze della tossicità ambientale 
https://www.metagenicsinstitute.com/ce-education/clinical-tools/detoxification-health-research-review/

Il bioaccumulo è probabilmente una delle ragioni dell'aumento delle malattie indicate in tabella (una delle altre è sicuramente l'aumento della vita media). Alcune sostanze di origine artificiale (i soliti inquinanti come pesticidi, PCB e ritardanti di fiamma) possono alterare e ridurre la capacità detox dell'organismo, facilitando il bioaccumulo.
Vediamo ora una serie di esempi in cui l'esposizione cronica a sostanze tossiche può perturbare la salute e se è possibile intervenire con la nutrizione funzionale.

I mitocondri sono i nostri organelli produttori di energia, sotto forma di ATP. E sono estremamente sensibili alla presenza di tossine. Il giorno che gli "esperti" si renderanno conto di quante malattie sono legate alla disfunzione mitocondriale, avremo un sacco di persone che capiranno di aver sbagliato lavoro. Senza adeguati livelli di ATP ci si sente stanchi, la mente annebbiata, il cuore debole (insufficienza cardiaca), i reni non filtrano (insufficienza renale) ecc. Le malattie neurodegenerative sono legate a insufficiente produzione di ATP nei neuroni. Le diete con digiuno intermittente, chetogenica, grassi omega 3 e MCT, vitamine del gruppo B (tiamina, riboflavina, niacina, acido pantotenico) e magnesio, tutti i nutrienti che aiutano a proteggere il corpo dallo stress ossidativo (dovuto ai ROS che i mitocondri difettosi e anziani producono), come le vitamine C ed E, zinco, selenio e rame, possono risultare utili.
Vi è uno stretto legame tra mitocondri difettosi, produzione di ROS e disfunzioni immunitarie.

La steatosi epatica, che affligge molte persone sovrappeso (una su 4), riduce ovviamente le capacità di detossificazione del fegato. Chi ne soffre ha spesso anche pressione alta, iperglicemia ecc quindi sicuramente assume farmaci, che il fegato potrebbe non riuscire a smaltire correttamente. Molecole naturali che sostengano la detossificazione possono ridurre la steatosi, ma attenzione alle interazioni coi farmaci che possono avere improvvisamente variazioni delle concentrazioni e delle emivite, quindi mai far da sé.

Attenzione però a pensare che tutto ciò che offre la natura faccia bene: in oriente molti casi di tumore epatico sono dovuti a rimedi tradizionali contenenti il naturalissimo acido aristolochico.
Inoltre, cosa raccontano alcuni medici in un articolo scientifico in un caso di intossicazione epatica? 
"I risultati della biopsia epatica non hanno mostrato carcinoma, ma alterazioni degenerative focali epatocellulari e steatosi [...], l'infiammazione portale acuta e cronica sarebbero risultati più coerenti con l'effetto di un farmaco. Sulla base dei tempi dei risultati dei test di funzionalità epatica, il supplemento Juice Plus + è stato ritenuto l'agente causale più probabile del danno epatico del paziente, ed è stato interrotto.

Concludono: "Il nostro paziente aveva epatotossicità correlata all'uso della medicina complementare e alternativa (NdT integratori dietetici consigliati da persone senza titoli). La lesione è risultata reversibile dopo l'interruzione del farmaco. Come medici, è importante per noi studiare l'uso dei nostri pazienti della medicina complementare e alternativa, così come i farmaci da prescrizione, in caso di danno epatico anormale o evento clinico altrimenti deleterio." Il faidate può costare caro!

Un altro esempio che si può fare è quello della tiroide, che risulta molto sensibile  all'inquinamento ambientale.
Il suo malfunzionamento può anche non essere evidenziato dagli esami sanguigni, che risultano nella norma ma in realtà vi è un ipotiroidismo cellulare.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28446067


Molte sostanze xenobiotiche (estranee al corpo) alterano la funzionalità tiroidea, con conseguenze possibili sulle energie, l'aumento di peso, l'umore, i livelli di colesterolo, l'anemia, perdita di capelli, pelle secca, unghie fragili e tutto ciò che è connesso con il funzionamento subottimale. Le tossine ambientali come pesticidi, bisfenolo-A, metalli pesanti e ritardanti di fiamma impediscono l'attivazione dell'ormone tiroideo inibendo DIO1, l'enzima che converte il T4 (inattivo) in T3 (attivo).

Secondo i precetti paleo, i cereali, e soprattutto il glutine contribuiscono alla malattia tiroidea. Questo può essere dovuto a diversi fattori: mimetismo molecolare (il glutine e altre proteine dei cereali sono simili a proteine tiroidee e attivano l'autoimmunità), permeabilità intestinale (che permette il passaggio nel sangue di sostanze che dovrebbero stare nell'intestino), conservanti o sostanze che si formano (presenza di muffe, zearalenone (tossina estrogenica da muffe), residui di pesticidi ecc, tutta roba che rimuoviamo togliendo i cereali, quindi non necessariamente legata ai cereali in sé). Estrogeni ambientali, come i fitoestrogeni (soia, altri legumi), i lignani (cereali integrali, alcuni frutti e semi), sostanze chimiche (BPA, pesticidi, ingredienti di detergenti, smalti ecc), gli ormoni delle carni, delle uova e del latte (in maniera decuplicata se somministrati in maniera fraudolenta, mentre non è ancora chiaro per quelli allevati correttamente) possono potenzialmente influenzare la tiroide, interferendo col sistema immunitario e favorendo l'autoimmunità.
Il calcio glucarato, contenuto in mele e broccoli, può aiutare a ridurre l'eccesso di estrogeni, mediante coniugazione e facilitata escrezione.

La presenza di fibromialgia e stanchezza è classica negli ipotiroidei così come spesso chi ha CFS ha ormoni tiroidei ridotti.

Una dieta di esclusione arricchita in antiossidanti vegetali ha migliorato i sintomi della fibromialgia in un piccolo gruppo di persone.
Può la fibromialgia essere legata al glutine? In alcuni casi sì. Purtroppo se prendiamo 100 persone e le togliamo il glutine, solo una parte ne beneficerà, essendo una malattia con più "trigger" (fattori scatenanti. E la conclusione superficiale potrebbe essere che il glutine non è correlato. Un libro serio dedica un capitolo al legame tra nutrizione e fibromialgia: non è un argomento campato per aria.
In una recente revisione si dimostra come generalmente migliorare la funzione intestinale, con dieta gluten free, FODMAP o vegetariana, migliori i sintomi della malattia. Lo stesso viene suggerito per la CFS, che si lega spesso a carenze nutrizionali, disbiosi e intossicazioni con metalli pesanti, che alterano il sistema immunitario e quello redox. Antiossidanti, multivitaminici, probiotici, NAD ๋e CoQ10 possono aiutare a migliorare la condizione.

In generale il glutine può essere inteso come tossina anche in persone non celiache, ed essere conveniente escluderlo anche in altre malattie autoimmuni. Come già spiegato è una proteina che può essere digerita solo dalla flora, e così una disbiosi riduce la nostra tolleranza verso questa proteina.

Anche il rene è soggetto a tossine non smaltite. In questo caso i problemi renali sono legati alle tossine uremiche, che il rene non riesce più a smaltire, e provengono soprattutto dall'intestino, a causa di una flora alterata e un'alimentazione inadeguata. Questo causa la cosiddetta sindrome cardiorenale, che si traduce soprattutto in rischio aumentato di aterosclerosi, dovuto allo stress ossidativo e all'infiammazione.
In questo caso una dieta ricca in fibra che nutra la flora e diversi probiotici (S. thermophilus, lattobacilli e bifidi) riducono le tossine uremiche. Si tratta anche in questo caso di disintossicazione, che i nostri batteri compiono per noi!
N-acetil cisteina (precursore del glutatione), vitamina E, selenometionina, folati, vitamina B12, probiotici sono tutti in grado di ridurre la degenerazione renale, aiutando l'organismo nella detossificazione.

Esiste un legame tra problemi metabolici e sostanze tossiche? Ma certo: la presenza di inquinanti da varie fonti è una delle ragioni dell'epidemia di diabete. Inoltre in chi abbia malattie cardiometaboliche è presente una condizione di "endotossemia", in cui tossine rilasciate da batteri intestinali patogeni opportunisti determinano lo stato infiammatorio di base, aggravato dalla permeabilità intestinale. Questa situazione è gestibile con dieta e integrazione.
Inoltre ci sono persone con diabete che hanno una ridotta detossificazione del metilgliossale, un metabolita dei carboidrati. Questa molecola interferisce con la contrazione muscolare, e così sembra facilitare l'insufficienza cardiaca, che si manifesta con debolezza nella contrazione cardiaca e quindi fatica, respiro corto e arti inferiori gonfi. L'insufficienza cardiaca è molto più diffusa nei diabetici. Questo potrebbe anche spiegare perché alcuni si trovano bene con una dieta lowcarb.

Per quanto riguarda la sensibilità chimica multipla, non è attualmente disponibile un trattamento evidence-based, ma si consiglia un approccio incentrato sul paziente.
"La sensibilità chimica multipla (MCS) è un'entità clinica complessa che include un gran numero di sintomi non specifici, associati in modo univoco in ciascun paziente e scatenati dall'esposizione a varie sostanze chimiche a basse concentrazioni, ben al di sotto di quelle note per causare effetti tossici. Tuttavia, al momento non esiste alcun test oggettivo per diagnosticare questa sindrome. Uno dei motivi principali è che la fisiopatologia è poco conosciuta. Tuttavia, sono state proposte molte ipotesi esplicative.
La mancanza di comprensione dei meccanismi patofisiologici rende il trattamento difficile ed empirico".

Le sostanze chimiche note per innescare la MCS includono più frequentemente pesticidi e composti organici volatili (VOC) come profumi, vernici, aerosol, detergenti e formaldeide dai mobili, dagli edifici sul posto di lavoro o da materiali edilizi.
Le alterazioni nelle citochine viste in un campione di persone suggeriscono un'infiammazione sistemica associata al sistema Th2 ma che non coinvolge i meccanismi mediati dalle IgE.

La sensibilità neurologica è comunemente riportata tra le persone con MCS. La teoria p iù antica e più ampiamente accettata che spiega la fisiopatologia di questa reazione è la teoria dell'ossido nitrico/perossinitrito. È stato proposto che l'esposizione a sostanze chimiche tossiche attivi i recettori N-metil-D-aspartato (NMDA) nell'ippocampo, portando ad un aumento dei livelli di ossido nitrico e perossinitriti. Questi radicali liberi generano stress ossidativo e aumentano le citochine infiammatorie, iniziando l'infiammazione sistemica di basso grado e l'infiammazione neurologica".

Le persone con MCS hanno problemi nella detossificazione, e colpisce persone con soglia al di sotto di quella comune per persone sane, per quanto riguarda metalli pesanti, solventi chimici ecc

La malattia è strettamente legata a polimorfismi dei geni dei citocromi che riducono la detossificazione e aumentano il bioaccumulo di sostanze.

Metalli

Anche i metalli, oltre a dare problemi di intossicazione acute, si possono accumulare nel corpo portando a malattie croniche che si manifestano con sensazioni di bruciore e formicolio, suscettibilità alle infezioni croniche, cervello annebbiato, disturbi visivi, paralisi e insonnia. Tra di essi cadmio, mercurio, piombo, arsenico. Uno dei principali mezzi di induzione del  danno è la creazione di stress ossidativo.
Tra i metodi naturali usati, coriandolo, aglio, mirtilli, limone, spirulina, clorella, curry, tè verde e probiotici. Va comunque discusso con un medico.

In uno studio su ratti la somministrazione di noci e mandorle fornisce nutrienti che riducono gli effetti dell'intossicazione da metalli pesanti come cadmio, metallo neurotossico che causa alterazione dei neurotrasmettitori e conseguente ansia, depressione e perdita di memoria. Anche il coriandolo ha proprietà di chelazione del cadmio. Coriandolo, acido succinico, malico e citrico, pectina di mele e la clorella possono aiutare a disintossicarsi dai metalli pesanti, come piombo, alluminio e mercurio

Il selenio è importante per la detossificazione del metilmercurio. È presente naturalmente nel pesce, e questo ne riduce la sua pericolosità, ma in caso scarseggi la sua disponibilità nei mari il pesce diventa pericoloso, soprattutto per lo sviluppo cerebrale dei bambini, in consiglio è quindi quello di evitare i pesci più ricchi come pesce spada e altri squalidi.

Anche nel caso dei metalli il microbiota ha un ruolo nel modulare la tossicità, e alcuni batteri, detti metanogeni (Archea), possono rendere i metalli ancora più volatili e quindi tossici.

L'EDTA è una molecola che si utilizza in clinica per la detossificazione dai metalli, ma può chelare anche i metalli necessari come calcio e magnesio quindi non può essere usato con leggerezza.

Il sudore è una delle vie per eliminare i metalli come cadmio, arsenico e mercurio, più di urine e feci, quindi le saune possono essere una via praticabile.

Altri meccanismi di detossificazione

Dormire è una altro modo per disintossicarsi. Infatti durante il sonno si attiva il sistema "glinfatico", che porta via le tossine dal cervello che possono portare a neurodegenerazione.  Un malfunzionamento del fluido cerebrospinale è probabile in Alzheimer  e sclerosi multipla.

Un altro sistema di "pulizia", che rimuove le proteine difettose, è l'autofagia, spesso alterata nella malattie neurodegenerative, nel diabete o genericamente nelle patologie legate all'"aging" (invecchiamento), fatto per cui il corpo non funziona bene, a partire dai mitocondri fino alle strutture più complesse come gli organi (reni, cuore). L'autofagia solitamente funziona (si attiva) nei momenti di digiuno o di carenza di nutrienti: nella nostra storia evolutiva non è mai capitato di avere una perenne abbondanza di nutrienti, ma sempre alternanza di momenti (relativamente) prosperi a carestie o comunque minore disponibilità. E il nostro corpo approfittava di questi momenti per fare pulizia delle strutture vecchie e logorate, per sostituirle con le nuove. Oggi passiamo la giornata a mangiare e questo sfavorisce il processo.
Anche l'attività fisica è uno degli attivatori dell'autofagia, così come gli aminoacidi essenziali. Questo meccanismo è probabilmente alla base della longevità dei cretesi di cui si parlava prima.

Lo yoga probabilmente non disintossica il fegato, ma può aiutare coi dolori reumatici e a ridurre lo stress.
Microbiota

Come già accennato la qualità dei nostri batteri, in particolare intestinali, influenza la funzione di disintossicazione.
Alcuni  microbi posseggono la β-glucuronidasi, un enzima che "toglie" il glucuronato attaccato dal fegato, e riporta la tossina alla forma originale. Chi ha questi microbi ha rischio più alto di malattia. Negli studi su animali i frutti di bosco inibiscono l'azione di questi batteri.

Altri batteri posseggono enzimi che peggiorano la tossicità degli xenobiotici (in questo caso microplastiche), rendendo probabile un legame tra malattie mentali e inquinamento per esempio.
L'intervento con dieta e probiotici è in grado di rimodellare il microbiota e correggere l'eventuale disbiosi per favorire la salute.
Alcuni probiotici riducono, almeno nei modelli animali, l'assorbimento e la ritenzione di metalli, pesticidi, IPA, aflatossine e producono butirrato che aumenta gli enzimi epatici.

Esposizione e relative soglie
Come ridurre l'esposizione ambientale? Le fibre legano alcuni xenobiotici (sostanze estranee al corpo) e ne riducono l'assorbimento intestinale, promuovono un ambiente sano con i giusti microbi, i metalli buoni (zinco, ferro, rame, magnesio, calcio) riducono quello di metalli dannosi (cadmio, mercurio, piombo ecc) e stimolano la metallotioneina (proteina che lega i metalli pesanti e ne riduce i danni).

I farmaci sono i principali bersagli del sistema farmaco-metabolico epatico. Alcuni inibiscono i diversi citocromi, o li "tengono occupati", riducendo così la biotrasformazione delle altre  sostanze ambientali che dovrebbero passare per essi.
Chi assume uno o più farmaci avrà quindi una disintossicazione compromessa. Negli USA le reazioni avverse ai farmaci, dovute a intossicazione, sono la quarta causa di morte.
Da linee guida, in caso si prescrivano alcuni farmaci come antipsicotici, antiacidi ecc si devono monitorare certi valori e integrare certi nutrienti che vengono "consumati" o di cui i farmaci riducono l'assorbimento o aumentano l'escrezione.

Per alcuni interferenti endocrini, non esistono livelli di sicurezza entro i quali non ci siano danni all'organismo, e l'effetto cocktail, ossia la sinergia tra più principi attivi, è spesso molto più pericoloso delle molecole separate. Meno cosmetici, prodotti chimici, deodoranti per ambiente, insetticidi ecc frequentiamo, meglio è. In pratica si è scoperto che la questione "è la  dose che fa il veleno" (il noto motto di Paracelso) della tossicologia classica è completamente ribaltata da alcuni composti, interferenti endocrini, che determinano danno peggiore a dosi basse rispetto alle alte.

L'esposizione ad alcune sostanze (IPA) aumenta l'espressione di alcuni citocromi, come se il corpo sentisse di dover aumentare le difese.

Tra gli alimenti (e nutrienti) che si dovrebbero rimuovere in un programma detox, quelli che sicuramente apportano veleni: Alimenti contenente residui chimici da pratiche agricole, alimenti contenenti idrocarburi policiclici aromatici carne alla brace, grassi trans, acqua contaminata con metalli e prodotti chimici. Ridurre l'introito della "sporca dozzina", i vegetali che più presentano residui di pesticidi.
Necessità di nutrienti
Si stima che il 10% degli americani abbia carenze nutrizionali.
Molte sostanze naturali (estratti di piante ecc) e sintetiche (farmaci ecc) possono inibire o aumentare l'attività di detossificazione.

Secondo la teoria di Ames (detta del Triage), in caso di bassa introduzione di micronutrienti il corpo "spegne" le funzioni non essenziali nel breve periodo, tra le quali possiamo includere anche la detox, perché "nelle reazioni metaboliche, gli enzimi coinvolti nella sintesi di ATP sarebbero favoriti rispetto agli enzimi di riparazione del DNA [...] e negli organi, il cuore sarebbe favorito rispetto al fegato" (che è il centro della funzione detox). Va da sé che la funzione viene "trascurata" per privilegiarne altre più importanti nel breve periodo. Ma alla lunga una scarsa introduzione di nutrienti può così facilitare il bioaccumulo e l'insorgenza di malattie.

In generale la detossificazione ha necessità di molti nutrienti, ma spesso ci si approccia con diete di eliminazione perché alcuni alimenti animali sono infiammatori (latticini, carne rossa).
Non sempre però è la scelta giusta: alcuni programmi detox eliminano le proteine animali, e non tengono conto del fatto che spesso sono accompagnate da vitamine e minerali che in realtà favoriscono i processi. L'acqua è importantissima, e anche una modesta disidratazione può portare a problemi renali nel tempo.

Tra i nutrienti che supportano la disintossicazione epatica, il NAC (precursore del glutatione, principale antiossidante cellulare che però non viene assorbito se somministrato direttamente, così come la SOD), metionina, colina, vitamina B12 e folati, necessari per i processi di biotrasformazione, acido ellagico (presente nella melagrana, che lega i metalli come il nichel), le catechine del tè e i glucosinolati (brassicacee), che inducono gli enzimi epatici, silimarina (cardo mariano) e carciofo, con potere antiossidante sul fegato.  

Molti farmaci inducono carenze di magnesio, altri minerali e vitamine, riducendo così la funzione detox. In un secolo il contenuto di magnesio (insieme a calcio e ferro) in alcune verdure si è ridotto fino al 90%. L'uso di cibo spazzatura, bibite zuccherate, caffeina, diversi farmaci riduce ulteriormente l'assorbimento del magnesio e aumenta la sua escrezione urinaria.
Va da sé che "Ciò potrebbe giustificare una modifica dei farmaci o raccomandazioni dietetiche per aumentare l'assunzione di verdure crude con un più alto contenuto di magnesio e ridurre il consumo di bibite e alimenti trasformati con poco magnesio e la raccomandazione di integratori di magnesio".

Genetica
 La suscettibilità alle sostanze tossiche è fortemente soggettiva.
La maggior parte delle persone ha normali capacità di disintossicazione, ma ci si scorda che non tutti siamo uguali e non tutti hanno la stessa capacità detossificante, in particolare esistono varianti geniche che riducono l'efficienza degli organi emuntori.
"Queste varianti hanno impatto significativo sulla capacità di metabolizzare le tossine", e queste tossine sono legate a doppio filo con le malattie moderne. Per esempio le persone esposte ai pesticidi hanno maggior rischio di salute in caso di varianti dei geni delle glutatione-tranferasi (GST), che codificano proteine correlate con la disintossicazione epatica. Mangiare crucifere è particolarmente protettivo per chi porta la mutazione.
La genetica influenza anche l'efficacia e l'effetto dei farmaci: un polimorfismo di un gene (citocromo CYP2C19) può aumentare del 30% il rischio di infarto in chi prende clopidogrel (antiaggregante). In generale le donne metabolizzano i farmaci più velocemente.

Anche la nota mutazione MTHFR riduce le capacità detossificanti dell'organismo, riducendo la metilazione di colina, vitamine del gruppo B ecc, tutti nutrienti fondamentali per liberare il corpo dagli xenobiotici. Chi ha questo problema deve stare attento anche in caso di anestesia.

Chi ha sindrome di Gilbert, che si manifesta con aumento della bilirubina, ha una mutazione che riduce la clearance di alcuni composti mutageni, come quelli della carne rossa grigliata.

In conclusione, il puzzle è come al solito molto più complicato di quanto ci vogliono far credere.
Anche il sito dei dietisti USA parla di pratiche per sostenere la capacità detox dell'organismo. Fermo restando che non si fa con succhi di frutta suggeriti dalla vicina di casa, è possibile supportare il fegato e gli alti organi con alimentazione e integrazione. L'applicazione pratica del metodo alla base della detossificazione richiede genericamente l'uso di un'alimentazione priva di alimenti spazzatura ma basata soprattutto su un pattern vegetale.
Se pensate di avere patologie legate ad intossicazioni acute, rivolgetevi al medico. Se avete malattie croniche, autoimmuni, degenerative e progressive, lavorate in ambienti a rischio, potrebbe esserci un legame con presenza nel corpo di sostanze che possono essere ridotte con percorsi appositi fatti da nutrizionisti funzionali, ma non certo da rivenditori Juiceplus con la licenza media.

Se siete persone normali, seguire una dieta varia ed equilibrata (è obbligatorio per chi segue questo blog 😛) dovrebbe essere sufficiente a mantenere la vostra funzione disintossicante.

Le cause di ridotta "clearence" (smaltimento) delle tossine sono generalmente dieta inadeguata, carenza di cofattori della detossificazione (anche indotta da farmaci o altre sostanze), problemi renali o intestinali, aumento del carico tossico, permeabilità intestinale (che aumenta il carico), funzionalità dei citocromi e degli altri enzimi epatici, predisposizione genetica. 
Chi prende farmaci ha l'obbligo di assumere alcune integrazioni, come da linee guida, anche se i medici spesso si dimenticano di specificarlo.

Le diete detox aiutano a dimagrire? I digiuni possono aiutare a dimagrire salvo poi predisporre per aumentare molti più kg. In generale e nel breve periodo qualsiasi restrizione calorica porta a dimagrimento, sia che la dieta si chiami detox, alcalina, del limone, giampiero o zuzzurellona. In teoria come abbiamo visto raggiungere un equilibrio ormonale diverso, una pace intestinale e una riduzione degli interferenti endocrini può portare a miglioramenti della composizione corporea ma si tratta di cose difficilmente dimostrabili.
Durante il dimagrimento le tossine lipofile vengono rilasciate più velocemente, manifestando i loro effetti infiammatori e proadipogenici, facilitando il recupero del peso.

Aiutano a sentirsi meglio, avere più energie ecc? È plausibile ma non dimostrato.

Puliscono il corpo? Possono ridurre il bioaccumulo grazie alla maggiore efficienza degli organi.

Inserisco un commento di Maurizio Salamone, a commento di un post di Umberto Pelizzari, criticato per aver parlato di detossificazione: Come direttore scientifico della Metagenics (produttore della formulazione Metaclear, integratore che sostiene le 3 fasi della funzione detox, NDA) vorrei fare 2 considerazioni per evitare ulteriori commenti spiacevoli e basati su preconcetti e/o pregiudizi.
1) La detossicazione epatica non solo esiste veramente (E' stata scoperta da R.T Williams nel 1947) ma è uno dei processi più importanti del nostro organismo. Il supporto alla detossicazione epatica fa parte delle linee guida della medicina ufficiale in caso di intossicazione acuta e ha come target proprio il mantenimento e/o ripristino delle funzioni biologiche sopra descritte. La medicina ufficiale si interessa poco delle forme di sovraccarico epatico cronico che non solo possono compromettere la nostra performance ma anche contribuire in maniera determinante al nostro stato di salute generale.
2) allego uno studio in doppio cieco, controllato con placebo realizzato dall'Università di Bologna e pubblicato quest'anno in cui di dimostra che il MetaClear è in grado di agire efficacemente sulla funzionalità epatica in pazienti con steatosi.

Scrivono i revisori della BDA (British Dietetic Association), che hanno esaminato l'argomento 2 anni fa "ci sono prove preliminari che, se ci fosse bisogno di disintossicare il corpo, il ruolo della nutrizione è per ora plausibile". Mettono inoltre in guardia da diete popolari e alla moda e digiuni che possono risultare sbilanciate e carenti, e conclude "Non vi è dubbio che le sane abitudini alimentari hanno un valore a lungo termine maggiore rispetto alle soluzioni rapide offerte dalle diete  detox commerciali". In generale è possibile quindi supportare la detossificazione del corpo, specie se la funzione non è favorita dallo stile di vita.

Copio e incollo un pensiero di Styven Tamburo, un bravo collega:
"La carne è piena di estrogeni e antibiotici, il pesce è inquinato, frutta e verdura sono pieni di pesticidi ecc... tanto per estremizzare ma... Non importa se tutto quello che mangiamo è contaminato. L'importante è variare sempre le fonti del cibo che ingeriamo e non dobbiamo essere abitudinari sulla dieta. In questo modo il nostro fegato ogni giorno avrà la possibilità di eliminare differenti tipi di molecole estranee o tossiche (xenobiotici) senza accumulare ogni giorno le stesse dosi di "veleno", in questo modo nulla di tutto ciò potrà mai nuocere alla salute, basta mantenere equilibrio e varietà".
In pratica il cibo (nutriente) possiede già in sé l'antidoto, se non si superano concentrazioni pericolose e non si è esposti oltre la norma.  

Prima di dire che uno ha (o non ha) necessità di supporto detox si dovrebbe conoscere la sua dieta, la sua esposizione alle sostanze, il suo microbiota, la sua genetica. La Metagenics indica come segni di necessità di detox problemi di umore e concentrazione, stanchezza, gonfiore, vivere in prossimità di aree inquinate. I trial clinici forse non si troveranno facilmente, la disciplina è troppo personalizzata. A parte quello sulla steatosi epatica di cui parla il dott. Salamone. Sfortunatamente per motivi etici è impossibile fare dei trial clinici seri per dimostrare la pericolosità delle sostanze e l'efficacia dei trattamenti.

Il fatto che la popolazione generale riesca a smaltire residui di pesticidi o altro non significa che tutti riescano e che qualcuno non abbia bisogno di una "mano". Sta emergendo come il multiresiduo dei pesticidi sia più pericoloso di quanto ipotizzato.

Ridurre le tossine che sono sotto il nostro controllo, con consumo di prodotti biologici e attenzione ai prodotti cosmetici, cotture, plastiche (bottiglie d'acqua, soprattutto se lasciate sotto il sole, alimenti confezionati). E miglioriamo la funzione con una dieta adeguata e un'eventuale integrazione se il nutrizionista lo ritiene opportuno.
La maggior parte delle fonti sono tratte da Selfhacked e da un corso video. Segnalo inoltre un post di Monique Bert.
Aggiornamento 5/9/2019
Alcuni antibiotici possono indurre disfunzioni mitocondriali, che possono anche predisporre  per malattie psichiatriche
Esiste la cosiddetta "TASH", steatoepatite associata alla esposizione a sostanze tossiche, che colpisce soprattutto i lavoratori. In questo caso si tratta di una malattia a 2 "hit" (colpi): le sostanze tossiche compromettono il fegato alterando il metabolismo e la dieta errata completa il quadro
Aggiornamento 8/9/2019
La carenza di vitamina C potrebbe aumentare la suscettibilità agli attacchi epilettici (alterando il glutammato cerebrale) e all'Alzheimer (aumentando la disfunzione mitocondriale e lo stress ossidativo)
Aggiornamento 10/9/2019
In caso riportato di remissione del morbo di Basedow: una donna di 34 anni, che ha adottato un cambiamento dello stile di vita, "adottando la paleodieta, curando la salute orale, praticando kundalini yoga, eliminazione dei tossici ambientali (assumendo solo alimenti biologici, bevendo acqua filtrata e usando prodotti naturali per pulire la sua casa o per la sua igiene personale) e integratori di supporto quando necessario". In 6 mesi ha avuto normalizzazione dei valori ormonali e anticorpali.
Aggiornamento 25/9/2019
Nella popolazione portoricana, le donne che consumano quotidianamente il soffritto di aglio e cipolla hanno il 67% di rischio in meno di tumore al seno rispetto a quelle che non lo consumano.
Aggiornamento 26/9/2019
La supplementazione con enzimi digestivi è efficace nell'alleviare i disturbi da dispepsia funzionale
Aggiornamento 28/9/2019
I glitazoni (o tiazolidinedioni) sono stati usati per molti anni come farmaci antidiabetici per abbassare la glicemia. Questo avveniva tramite la ridistribuzione del grasso, che passava dal compartimento viscerale a quello sottocutaneo, fatto per cui le persone ingrassavano. Sono stati quasi aboliti perché aumentavano il rischio cardiovascolare, e oggi si è scoperto perché, almeno per alcuni di questi farmaci. Sono tossici per i mitocondri, gli organelli cellulari che forniscono energia agli organi, in primis al cuore. Nel modello animale il resveratrolo riduce la disfunzione cardiaca causata dai farmaci. La medicina mitocondriale si conferma l'approccio del futuro.
Aggiornamento 4/10/2019
Negli Stati Uniti l'inquinamento dell'acqua di rubinetto, principalmente dovuto all'arsenico, è responsabile di 100mila casi di tumore, con numeri simili a quelli dell'inquinamento atmosferico

Le diossine possono alterare la risposta immunitaria per generazioni
Aggiornamento 6/10/2019
Con le conoscenze attuali è possibile considerare l'emicrania come una reazione agli alti livelli di stress ossidativo cerebrali dovuti alla compromessa produzione di energia nei neuroni. La mancanza di sonno, saltare i pasti, condizioni atmosferiche, profumi che contengono ftalati, luci, rumori, possono provocare stress ossidativo cerebrale alterando le quantità di glutatione, ATP e cisteina. La conseguenza in persone predisposte è l'emicrania.
Come migliorare la situazione?
"Le strategie per ridurre lo stress ossidativo potrebbero includere l'eliminazione o la riduzione di alimenti industriali, alimenti ad alto indice glicemico e alcool, uso di occhiali filtranti per la luce blu, interruzione della contraccezione a base di ormoni, cambiamenti nello stile di vita e aggiunta nella dieta di antiossidanti, come polifenoli, coenzima Q10, Acido α-lipoico o sali del β-idrossibutirrato, stabilizzazione dei livelli di glucosio nel sangue".
La dieta chetogenica è probabilmente l'intervento non farmacologico più efficace, grazie al suo effetto sui mitocondri, sullo stress ossidativo e sui neurotrasmettitori.
Tra gli integratori, la caffeina può aiutare in acuto, ma in cronico può peggiorare la situazione. La riboflavina (vitamina B2) ha proprietà neuroprotettive, in quanto allevia stress ossidativo, disfunzione mitocondriale, neuroinfiammazione ed eccitotossicità del glutammato. Ad alte dosi (200-400mg) è solitamente efficace, così come il coenzima Q10 e l'acido alfalipoico (ALA). In generale queste sostanze agiscono riducendo lo stress ossidativo mitocondriale e migliorando il metabolismo energetico e la produzione di ATP.
Le altre vitamine del gruppo B sono efficaci soprattutto in chi abbia mutazione MTHFR.
Il magnesio aiuta, essendo un cofattore vitale del metabolismo energetico, e chi ha emicrania spesso ha carenza. La carnitina è efficace se assunta insieme a Q10 e magnesio. L'attività fisica è inoltre altamente raccomandata.
Aggiornamento 7/10/2019
Il fruttosio è tossico per i mitocondri, soprattutto nell'ambito di una dieta ad alto contenuto di grassi (guarda caso entrambi gli ingredienti sono contenuti nel cibo spazzatura). Il fruttosio modifica il metabolismo dei mitocondri e le loro proteine, riducendo le capacità ossidative e aumentando la sintesi di grassi, e "questo potrebbe contribuire all'associazione dell'elevata assunzione di fruttosio con lo sviluppo dell'obesità e delle sue complicanze metaboliche".
Aggiornamento 8/10/2019
L'esposizione ai PCB e altre tossine ambientali crea disbiosi e permeabilità intestinale e può alterare il neurosviluppo e la risposta allo stress grazie alle tossine rilasciate dalle specie patogeniche in eccesso. Il microbiota è un modulatore della neurotossicità.
ON1 è un gene che codifica per una proteina che detossifica il corpo dagli organofosfati (pesticidi). La dieta mediterranea, curcuma, berberina e resveratrolo aumentano la sua attività. A seconda della variante genica si può avere più o meno sensibilità a questi composti chimici.
Aggiornamento 9/10/2019
Uno dei motivi degli effetti negativi della carne rossa è Neu5Gc, un particolare zucchero presente in quel tipo di carne che crea infiammazione e reazione immunitaria agli umani, che non sono in grado di degradarlo. Questo zucchero pare implicato anche nell'iniziazione e progressione tumorale. Alcuni batteri però sono capaci di degradarlo, e la loro presenza nell'intestino potrebbe ridurre la pericolosità dell'alimento, mentre chi non li possiede potrebbe avere maggior rischio di tumore, diabete e aterosclerosi. Questi potrebbero anche spingere per mangiare più carne e si adattano aumentando di numero con il consumo.
Aggiornamento 13/10/2019

Nel modello animale l'esposizione alle microplastiche di polistirene (quello che chiamiamo comunemente polistirolo) altera il microbiota intestinale e le funzioni epatiche.
Aggiornamento 14/10/2019
Le fibre permettono di avere un microbiota migliore, riducendo la flora proinfiammatoria e la traslocazione nel sangue di molecole tossiche. Le fibre aumentano inoltre il sequestro microbico dell'azoto nell'intestino, con conseguente aumento dell'escrezione fecale di azoto e riduzione delle concentrazioni di metaboliti azotati nel sangue. Il trattamento di malattie come l'insufficienza renale necessita di un carico azotato ridotto sui reni.
Aggiornamento 15/10/2019
Il metabolismo mitocondriale produce acido solfidrico (H2S), il famoso odore di uova marce. Questa sostanza può essere usata per riciclare lo zolfo se il sistema di detossificazione funziona correttamente, e una carenza di fibre nella dieta può ridurre questa via metabolica e la formazione di coenzima Q10
Aggiornamento 16/10/2019
Una delle ragioni dell'epidemia di autismo potrebbe essere la triade paracetamolo-glifosato-Augmentin (acido clavulanico e amoxicillina).
"Poiché alcune malattie ereditarie sono legate a un comportamento autistico e l'autismo è spesso presente nelle famiglie, i ricercatori cercano i geni alla base della fisiopatologia dell'autismo. Altri ricercatori sostengono che i fattori ambientali sono decisivi, citando prove convincenti di un'epidemia di autismo negli Stati Uniti a partire dal 1980 circa. Il riconoscimento che i fattori ambientali influenzano l'espressione genica ha portato alla sintesi di questi punti di vista - un'epidemia epigenetica provocata da agenti ambientali pervasivi che alterano l'espressione di geni vulnerabili, che inducono caratteristiche biochimiche autistiche in molte madri e neonati. Due tossine maggiormente implicate nell'epidemia di autismo negli Stati Uniti sono l'analgesico/antipiretico acetaminofene (paracetamolo) e l'antibiotico orale amoxicillina / clavulanato (Augmentin). Recentemente l'erbicida glifosato (Roundup) è stato implicato in modo esponenziale. Cosa hanno in comune queste tossine? Il paracetamolo impoverisce il solfato e il glutatione necessari per disintossicarlo. Gli antibiotici orali uccidono e il glifosato inibisce i batteri intestinali che sintetizzano la metionina (precursore del solfato e del glutatione, e necessari per il DNA del metilato), i batteri che sintetizzano il triptofano (unico precursore della serotonina dei neuroinibitori) e i batteri che trattengono gli anaerobi che generano ammoniaca. Solfato più glutatione normalmente solforano l'androgeno surrenale deidroepiandrosterone a DHEAS - principale precursore degli estrogeni placentari/postnatali. Il glifosato (e i metalli pesanti) inibiscono anche l'aromatasi che trasforma gli androgeni in estrogeni. Gli estrogeni placentari/postnatali disidratano le guaine mieliniche cerebrali mature, il corpo calloso maturo ed l'emisfero sinistro preferenzialmente, dilatano i vasi sanguigni cerebrali ed elevano la serotonina cerebrale e l'ossitocina. Gli androgeni deboli indotti dallo stress e l'esaurimento degli estrogeni spiegano coerentemente l'asimmetria della materia bianca e la disconnessione nell'autismo, nel cervello maschile, nel flusso sanguigno cerebrale basso, nell'ipereccitabilità, nell'ansia sociale e nell'ossitocina materna insufficiente alla nascita per limitare il cloruro/acqua cerebrale fetale e il GABA maturo".
Aggiornamento 20/10/2019
Bere troppo poco (insufficiente idratazione) aumenta l'infiammazione e lo stato pro-coagulante, aumentando il rischio cardiovascolare, accelera l'invecchiamento e il declino della funzione renale, e probabilmente la fibrosi cardiaca.
Aggiornamento 21/10/2019
Le lavande vaginali sono associate a maggior presenza di composti volatili organici e ftalati nel sangue

Le ricerche associano gli alimenti industriali, che sono prevalenti nella dieta occidentale, con aumento di pesoobesità, aumento della resistenza all'insulina e un rischio più elevato di diabete di tipo 2. Anche il rischio di tumori e malattie autoimmuni sale. Tuttavia esistono persone che mangiano cibo-spazzatura in quantità elevate senza avere alcun problema, e questo potrebbe essere collegato ad alcuni batteri intestinali. Nei topi si è infatti evidenziato che alcuni batteri (Collinsella intestinalissono capaci di degradare composti potenzialmente tossici come gli AGEs, la fruttosolisina (o fruttoselisina, derivante dalla reazione di Maillard) presente in latte ultra pastorizzato, pasta, cioccolato e cereali, che possono essere tra i colpevoli dell'aumentato rischio di malattia. Chi possiede questi batteri probabilmente può preoccuparsi meno della qualità della sua dieta, anche se a lungo termine non si possono trarre conclusioni.

Aggiornamento 22/10/2019

Il primo studio in cui le persone con CFS (sindrome da fatica cronica) hanno ricevuto un trapianto fecale ha dato risultati promettenti.
Aggiornamento 23/10/2019
Nelle donne in gravidanza è meglio non superare il consumo di pesce consigliato (3-4 porzioni a settimana) perché si rischia di eccedere nell'introito di PCB (plastiche), PFA, arsenico e mercurio. Anche la frutta risulta una fonte di pesticidi organoclorurati, e non dovrebbe essere consumata in eccesso. Consumare cibo biologico ha ridotto le esposizioni. Queste sostanze possono influire negativamente sulla salute dei bambini.

Aggiornamento 24/10/2019
L'integrazione con probiotici, prebiotici e simbiotici riduce i metaboliti tossici provenienti dall'intestino associati a malattie cardiovascolari e mortalità negli individui sottoposti a dialisi.
Esiste una stretta relazione tra intestino e insufficienza renale.
Aggiornamento 25/10/2019

La chimica fa sempre più danni, anche perché difesa dalle lobby e la sua diffusione è incrementata dall'inquinamento e dalla scorretta gestione dei rifiuti.
L'esposizione ad alcune sostanze tossiche nella prima parte della gravidanza come BPA e BPF (che sono i peggiori), triclosan (disinfettante), chlorpyrifos (pesticida), PFO, ftalati, si associa a quoziente intellettivo inferiore a 7 anni.
I maschietti sembrano maggiormente sensibili.
"Prevenire l'esposizione a donne in gravidanza o donne che cercano di rimanere incinta è fondamentale per prevenire danni neurologici ai bambini. Questo studio è significativo perché la maggior parte degli studi valuta una sostanza chimica alla volta; tuttavia, gli esseri umani sono esposti a molte sostanze chimiche contemporaneamente e le esposizioni multiple possono essere dannose anche quando ogni singola sostanza chimica è a un livello basso ", ha affermato Eva Tanner, PhD.
Le sostanze chimiche interferiscono con l'attività ormonale, anche a bassi livelli. Precedenti studi collegano numerosi sospetti interferenti endocrini, inclusi ftalati e BPA, a difficoltà di sviluppo neurologico nei bambini. Alcune di queste sostanze chimiche attraversano la placenta durante la gravidanza, esponendo il feto e causando potenzialmente un danno allo sviluppo irreversibile".
Vale la pena quindi evitare il più possibile cibo confezionato, acque non sicure, inutili disinfettanti, cosmetici, e usare prevalentemente cibo biologico.
Aggiornamento 27/10/2019
Le terapie chelanti possono aumentare la diffusione del metallo pesante nei motoneuroni e peggiorare la situazione
Aggiornamento 29/10/2019
I consigli per la reintroduzione degli alimenti dopo diete di eliminazione.

Aggiornamento 30/10/2019
Il mio nuovo post sulla medicina funzionale, di provata efficacia.
Aggiornamento 1/11/2019
Le persone che assumono citalopram (antidepressivo SSRI) e omeprazolo (antiacido) hanno un incrementato rischio di morte improvvisa, probabilmente dovuto alla farmacocinetica e all'inibizione dei citocromi che smaltiscono i farmaci.
Lo studio conclude che "i rischi di questi farmaci dovrebbero essere presi in considerazione nel processo decisionale clinico, tenendo conto del potenziale di benefici e danni correlati al trattamento in ciascun paziente".

Durante il sonno il cervello si pulisce dai prodotti di scarto del metabolismo, mentre cambiano le frequenza delle onde cerebrali.
Aggiornamento 2/11/2019
Le persone con patologie cutanee hanno alterazioni del microbiota della pelle (e dell'intestino). In particolare le persone con dermatite atopica hanno colonizzazione di S. aureus e ridotta diversità, insieme ad alterato metabolismo del triptofano, mentre la psoriasi è associata a più specie, inclusa una maggiore colonizzazione da parte di C. simulans e C. kroppenstedtii e una perdita di Lactobacillus, P. acnes e Corynebacterium spp. "L'abbondanza di S. aureus e le tossine e i metaboliti prodotti dai batteri hanno un effetto sulla struttura di supporto e sui meccanismi di difesa della pelle".

Esiste un'interazione bidirezionale tra microbi intestinali e metalli tossici. I metalli alterano il microbiota, esponendo ai problemi della disbiosi (permeabilità intestinale, alterata funzione immunitaria, disordini metabolici e nervosi. A sua volta i batteri metabolizzano i metalli, facilitando l'espulsione o il bioaccumulo. Il microbioma intestinale potrebbe avere un'influenza sostanziale sulla suscettibilità di un individuo all'esposizione ai metalli tossici.
Aggiornamento 8/11/2019
L'uso di un simbiotico (probiotico misto + FOS) ha portato in 8 settimane a riduzione del farmaco e miglioramento dei parametri di funzionamento tiroideo in persone con ipotiroidismo

Aggiornamento 10/11/2019
Un batterio probiotico (L. rhamnosus GR-1) riduce l'assimilazione dei metalli pesanti e tossici come mercurio e piombo nelle donne in gravidanza e nei bambini

Aggiornamento 11/11/2019
Il microbiota è cambiato durante i secoli, a causa dei cambiamenti di alimentazione, stili di vita, industrializzazione, igiene, farmaci. Così cambiano anche le sue funzioni e la loro efficacia/efficienza: digestione, accumulo di calorie (sotto forma di grasso), sazietà, produzione di vitamine, benessere psicologico, sviluppo dei tessuti, detossificazione, infiammazione, permeabilità intestinale, colonizzazione dei patogeni, produzione di grassi a catena corta.
Aggiornamento 17/11/2019
Un nuovo documento di consenso sugli interferenti endocrini che chiarisce i loro meccanismi d'azione e mette in guardia per la loro pericolosità.

I broccoli possono prevenire le malattie renali, particolarmente "in persone che presentano una variante nel gene GSTM1 che impedisce l'espressione del gene (chiamata variante nulla) e quindi non producono l'enzima". Glutatione S-transferasi mu-1 (GSTM1) è un enzima che svolge un ruolo nel liberare il corpo dalle tossine e combatte lo stress ossidativo.
Aggiornamento 18/11/2019
Il diabete di tipo 2 è legato a una flora sbilanciata, che rilascia dei metaboliti che portano a uno stato di endotossemia. Questo stato "consuma" la vitamina C e di conseguenza la vitamina E, aumentando lo stress ossidativo. Fornire alte dosi di vitamina C può migliorare l'asse intestino-fegato e migliorare lo stato antiossidante
Aggiornamento 21/11/2019

La dieta mediterranea è efficace nella steatosi epatica (NAFLD), in particolare "può migliorare le misure antropometriche, il profilo lipidico, i parametri glicemici, gli enzimi epatici e gli indici di gravità della NAFLD".
Aggiornamento 24/11/2019
Mitocondri, antiossidanti e radicali liberi.
"Molte malattie croniche sono causate da un aumento dei livelli intracellulari di radicali liberi ... [e sebbene] i livelli basali delle specie reattive dell'ossigeno (ROS) siano essenziali per i processi fisiologici di base, l'eccessiva generazione di radicali liberi provoca danni ossidativi ai tessuti... Lo stress ossidativo causato da ROS induce disfunzione mitocondriale, stress del reticolo endoplasmatico e stato infiammatorio".
"... La vita in stile occidentale comporta in particolare un aumento dell'assunzione di grassi, con conseguente stress ossidativo e alterato controllo dello stimolo ... [e] i mitocondri sono i siti primari dedicati all'ossidazione dei lipidi, e per questo generano molti ROS...", soprattutto in caso di grassi trans o perossidati come nei prodotti da forno.
“… [Ad esempio] l'accumulo di 4-idrossi-2- esenale (4-HHE)… [un] composto aldeidico estremamente reattivo derivato dall'ossidazione lipidica ... nel [sangue] dopo il consumo di acido grasso polinsaturo omega-3 ossidato provoca stress ossidativo e infiammazione nell'intestino superiore dopo assorbimento intestinale ... "
Lo stress ossidativo è dato anche dall'iperglicemia e dagli acidi grassi liberi rilasciati da fegato e tessuto adiposo.
In generale, la produzione di "radicali liberi è una risposta cellulare vitale allo stress ossidativo, tuttavia un'esposizione eccessiva, ad esempio a causa di scarso controllo dello stress, esposizione ambientale alle tossine o il consumo di una dieta povera può attivare una serie di fattori di trascrizione e indurre disfunzione del tessuto adiposo e nei mitocondri, alla base del potenziale sviluppo della sindrome metabolica '.
Nel lavoro gli autori illustrano diversi polifenoli che possono avere un'applicazione nutraceutica e "possono funzionare come antiossidanti in generale, ma la potenza degli effetti ottenuti attraverso il loro consumo dipenderà in gran parte dalle vostre popolazioni microbiche basali personali".
"In quanto tale, sebbene alcuni polifenoli possano essere di beneficio per alcuni, non tutti riceveranno gli stessi benefici. Pertanto, sebbene l'aggiunta di alimenti ricchi di antiossidanti in una dieta possa essere un modo per migliorare i livelli di stress ossidativo cellulare e disfunzione dei mitocondri, una maggiore attenzione agli stress ambientali e alla salute intestinale in generale, può ottenere risultati superiori".
Aggiornamento 28/11/2019
La dieta chetogenica è probabilmente l'approccio alimentare più efficace nell'emicrania. In persone con sensibilità alimentari le diete di eliminazione possono funzionare, ma anche la semplice riduzione del sale può essere efficace. Uno dei meccanismi possibili è la riduzione dell'infiammazione grazie al bilanciamento tra omega 6 e omega 3
Aggiornamento 3/12/2019
Il post di Emanuele Giordano su aminoacidi e detossificazione mitocondriale

AMINOACIDI E MITOCONDRI: PROTEGGERE L'INTERNO DELLA CELLULA E DETOSSIFICARE I MITOCONDRI. Recentemente ho scritto un articolo sull'importanza della cistina e/o cisteina e/o N-acetil-cisteina in quanto aminoacido, la cui presenza insieme agli altri aminoacidi a prevalenza di essenziali è importantissima per la sintesi ottimizzata della principale molecola di detossificazione dell'organismo: il glutatione.
Continuando però nelle spiegazioni sulle vie biochimiche degli aminoacidi, oggi aggiungiamo una ulteriore informazione.
La cisteina è non solo il precursore immediato del glutatione (GSH), ma anche di idrogeno solforato e taurina, ognuno dei quali ha significative proprietà antiossidanti e / o neuroprotettive.
Abbiamo anche detto che la cistina, che è formata da due cisteine legate tra di loro, è più efficace della cisteina libera nel penetrare le cellule e liberare al loro interno la cisteina.
All'interno delle cellule l'amminoacido cisteina è presente principalmente nella forma ridotta, a causa del potenziale redox comparativamente più elevato (cioè, “riducente potenza ") della coppia redox GSH / GSSG. Questo è bene, perchè cosi l'interno della cellula è ben protetto dai radicali liberi mitocondriali quando prodotti in eccesso! Questo è un motivo. Ma il secondo motivo è che dentro la cellula la cisteina è così mantenuta nel suo stato sano: forma ridotta!
La concentrazione intracellulare di cisteina libera è nella fascia della bassa gamma micromolare, che è un ordine di grandezza inferiore a quello di GSH.
Ma, un altro importante effetto della presenza intracellulare della cisteina è la decarbossilazione stessa di questa a taurina, altro aminoacido che, quando prodotto in questo modo, lì dove serve, direttamente dentro le cellule, per sintesi a partire dalla cisteina intracellulare, esplica un importante ruolo che ora descriverò.
La taurina (acido 2-amminoetansolfonico) si trova nel citosol e nei mitocondri ed è presente praticamente in tutti i tessuti umani a concentrazioni millimolari.
La taurina è particolarmente importante nei mitocondri, dove è presente come 5-taurinometil-uridina in tRNA-leu e tRNA-trp e come 5-taurinometil-2-tiouridina in tRNA-glu, tRNA-gln e tRNA-lys. In tutti e cinque i tRNA, si trova nella posizione di oscillazione, dove funziona per leggere con precisione i codoni nel genoma mitocondriale.
La taurina influenza quindi i mitocondri nella produzione di energia, Inoltre, la taurina è probabilmente il principale tampone dei mitocondri e modera la produzione di ossidanti mitocondriali.
Inoltre è un neuromodulatore nel sistema nervoso centrale: attiva il canale del cloro insensibile al GABA e alla glicina e inibisce il recettore N- metil- d- aspartato. È quindi anche neuroprotettivo e ha un ruolo nello sviluppo neurale e nella neurogenesi.
La presenza della cistina quindi insieme agli aminoacidi essenziali è un modo efficiente e rapido per portare alla sintesi <<ottimizzata>> di taurina a livello intracellulare con benefici mitocondriali senza spreco di risorse e di azoto.
Aggiornamento 9/12/2019
Anche la poliammide presente in alcuni utensili in plastica da cucina risulta pericolosa, soprattutto al calore.

I livelli di BPA ai quali siamo esposti sono probabilmente molto sottostimati.
Aggiornamento 13/12/2019

Non è vero, come dicono in molti, che solo il fegato smaltisce le tossine; un grande lavoro lo fanno anche i nostri microbi intestinali, tra cui lo smaltimento di neurotrasmettitori e ormoni che contribuiscono a farci stare in salute. Solo un microbiota bilanciato può quindi garantirci una corretta funzione detossificante. Antibiotici, parto cesareo, dieta priva di fibre, sedentarietà sono tutti fattori che alterano la flora
Il sulforafano dei broccoli riduce l'infiammazione bloccando NF-kB, mediatore cellulare, e stimolando Nrf2, che protegge dallo stress ossidativo
Aggiornamento 21/12/2019
Due medici trentini raccontano, nel loro case-study, come lo zucchero sia correlato con i dolori reumatici del loro paziente. L'uomo, 66 anni, ha visto scomparire i suoi dolori tendinei e articolari escludendo lo zucchero, e quando l'ha reintrodotto per alcune feste, i dolori si sono ripresentati. I medici spiegano il nesso: lo zucchero attiva mTOR, un sensore cellulare dei nutrienti, presente in qualsiasi cellula. In quelle immunitarie questa proteina attiva l'infiammazione, e stimola le cellule Treg (antinfiammatorie) a trasformarsi in Teff, produttrici di citochine infiammatorie.
Concludono gli autori scrivendo "Gli individui possono cercare di evitare l'assunzione di zucchero e/o gli eccessi alimentari in generale e provare a fare più attività fisica e/o digiuni (sotto controllo) e osservare se questo è seguito da benefici per la salute a breve termine. I benefici a lungo termine di tali comportamenti riguardo alla salute e alla prevenzione delle malattie sono stati per lungo tempo ampiamente accettati e dimostrati da studi epidemiologici e interventistici".
Ancora sull'importanza del microbiota nella detossificazione corporea: "... Ridistribuendo la localizzazione degli xenobiotici in tutto il corpo, il microbioma può aumentare la permeabilità paracellulare riducendo le proteine ​​a giunzione stretta claudina-1 e l'occludina tra le cellule epiteliali intestinali ... [o] una più forte formazione di giunzioni strette e ... [persino] aumentano [l'espressione genetica di] proteine-​​barriera dei microvilli enterocitari ... " varie specie di Lactobacilli, prevengono l'assorbimento delle tossine fungine aflatossina B1 e zearalenone [due potenti micotossine], nonché metalli pesanti, anche E. coli col cadmio, legando lo xenobiotico alla superficie batterica.
Aggiornamento 24/12/2019
I mitocondri sono gli organelli che producono energia per la cellula, e se non funzionano bene si aprono le porte a tanti problemi di salute, come diabete, insufficienza di vari organi (cuore, reni...), malattie neurologiche, fatica cronica ecc. Senza mitocondri "in forma" non si ossidano i grassi correttamente.
Infiammazione e stress ossidativo disturbano la loro funzione. Antiossidanti, vitamine e minerali la aiutano. Anche alcuni antibiotici e sedativi sono noti per indurre disfunzione mitocondriale, per cui dovrebbero essere usati con giudizio.
Aggiornamento 29/12/2019
I β-glucani dell'avena riducono TMAO, un derivato batterico che stimola l'infiammazione, in persone con insufficienza renale
100 mL al giorno di succo di melagrana riducono infiammazione, pressione sanguigna, stress ossidativo e migliorano il profilo lipidico in persone in dialisi
Aggiornamento 30/12/2019
Il microbiota è importante per l'assorbimento dei minerali
Aggiornamento 2/1/2020

Assumere i farmaci per l'ipertensione prima di dormire anziché al risveglio ha comportato un miglior controllo pressorio e una riduzione degli eventi cardiovascolari. Se assumete antipertensivi parlatene col vostro medico o cardiologo.

Aggiornamento 4/1/2020

Interessante commento sulla visione della dieta detox

https://www.facebook.com/trust.biologist/posts/2607997942646131:0

"Una visione meccanica della biologia. Solo perché la struttura fisica è in gioco non significa che i percorsi biochimici stiano funzionando bene o in modo ottimale". Non siate troppo semplicistici e imparate a distinguere i casi normali da quelli fisiologici
Aggiornamento 5/1/2020
Il solo modello del bilancio energetico, in cui se si assumono più calorie di quelle consumate si aumenta di peso, seppur corretto dal punto di vista termodinamico, non spiega correttamente e completamente quello che avviene nel mondo reale, e l'obesità rimane una condizione multifattoriale dovuta all'ambiente e favorita dalla predisposizione genetica.
Una delle cause sono gli obesogeni, sostanze solitamente artificiali, che favoriscono l'accumulo di calorie e quindi l'aumento di peso, in diversi modi, genericamente alterando la funzione ormonale (interferenza endocrina).
Si sa relativamente poco su quanto l'esposizione agli obesogeni nel tessuto adiposo disfunzionale possa facilitare l'immagazzinamento e impedire la mobilizzazione del grasso. Attualmente si conoscono circa 50 obesogeni. La maggior parte sono contenuti nelle plastiche (BPA, ritardanti di fiamma) o sono pesticidi, farmaci (cortisonici), metalli, glutammato, conservanti ed emulsionanti. Anche lo zucchero può essere considerato un obesogeno, pur non essendo considerato strettamente tra gli interferenti endocrini.
Si ritiene che uno dei meccanismi coinvolti riguardi la regolazione del setpoint, il nostro sistema di regolazione del peso (ponderostato) che dipende soprattutto dall'ipotalamo.
Alcuni sono derivati dello stagno che agiscono come acaricidi e fungicidi (TBT), e stimolano la proliferazione dei preadipociti. Inoltre gli adipociti maturi risultano disfunzionali e con meno mitocondri, e quelli bruni hanno inferiore termogenesi.
Inoltre gli effetti degli obesogeni sono ereditabili per le generazioni successive (effetto epigenetico).
Aggiornamento 6/1/2020
Il tallio, un metallo pesante, può essere un problema
Il microbiota (e quindi la dieta e i probiotici) modulano il metabolismo degli androgeni e quindi la quantità di testosterone e di malattie correlate

Aggiornamento 10/1/202
Un post di Emanuele Giordano sul detox
NON PARLATE A VANVERA DI DETOX. Qui sotto il migliore detossificante. Il cattivo invecchiamento, da cui poi derivano tutte le malattie della senescenza o età avanzata dipendono sostanzialmente da: disfunzione mitocondriale, infiammazione, danno al DNA, riduzione dei telomeri e senescenza cellulare.
Ci sono diversi alimenti che dovrebbero essere presi in più considerazione per gestire questo processo. Oggi mi riferirò a un alimento che può avere effetti molto forti sull'infiammazione. Mi riferisco ad alimenti contenenti una molecola nota con il nome di Sulforafano, potente detox (vedi attentamente anche foto).

Il sulforafano agisce su un percorso molecolare conosciuto come NRF2, che regola oltre 200 geni responsabili di processi anti-infiammatori e antiossidanti. Quando viene attivato questo percorso, il corpo blocca l'infiammazione, attiva la disintossicazione e promuove gli antiossidanti per esercitare i loro effetti.
E quale impatto ha questo? Oggi si pensa che la soppressione dell'infiammazione sia il singolo fattore predittivo più importante dell'invecchiamento di successo, cioè un buon invecchiamento.
Dove lo troviamo il sulforafano?
Lo troviamo, allo stato potenziale (fra un poco capirete che significa), nel sottogruppo delle crucifere, note come Brassica ai botanici: cavolo cappuccio, broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavoli senza infiorescenze come la verza e cavolo nero. Senape, crescione e ravanello sono crucifere, anche la specie oleosa della colza e la canola.
Le principali crucifere contengono i glucosinolati.
In natura esistono più di 100 glucosinolati, che servono di riserva per immagazzinare diversi isotiocianati e indoli, tutti dotati di potenziali effetti anti-tumorali.
Oggi mi limiterò a segnalare un isoticianato noto come Sulforafano, di cui è potenzialmente ricco il Broccolo.
Per liberare il sulforafano, è necessrio masticare bene il broccolo, in modo che il suo principale isotiocinato che è la glucorafenina, che è contenuto nelle cellule vegetale del broccolo, venga immediatamente liberato e trasformato dalla mirosina in sulforafano, potente sostanza anti-tumorale e anti-infiammatoria.
Ma c'è un problema.
I glucosinolati sono idrosolubili, per cui la cottura in acqua per soli 10 minuti riduce della metà la quantità di glucosinolati. Inoltre la mirosina è sensibile al calore.
La cottura prolungata con acqua o senza acqua ne riduce quindi la disponibilità.
Occorre quindi cucinare con poca acqua e per il meno possibile.
Consigliabile quindi stufarli, o saltarli in padella, o con leggerissima e breve cottura a vapore con pochissima acqua.
Tuttavia c'è anche un metodo per introdurre nel nostro organismo parecchio sulforafano, che è il metodo che adotto io personalmente:

Prepararsi i Germogli di Broccoli a casa.
Perché contengono 50-100 volte la quantità di sulforafani rispetto ai broccoli maturi e alle altre verdure crocifere.
Si comprano i semi di broccoli per germogli e si fanno germogliare a casa. Se poi aggiungi un po' di semi di senape aumenterà la disponibilità dei sulforafani.
Buon appetito, o meglio buon sulforafano giornaliero!
Aggiornamento 11/1/2020
Il glifosato rimane una sostanza controversa. La mancanza di informazioni, i dati contraddittori e l'indipendenza degli studi hanno generato polemiche sulla sicurezza del Glifosato per l'uomo. Nonostante sia consentito il suo uso, il suo utilizzo indiscriminato può avere un effetto dannoso sulla salute umana, in particolare sugli equilibri della flora batterica. "Abbiamo valutato i meccanismi con cui un disturbo del microbiota intestinale indotto da Glifosato potrebbe essere coinvolto in disturbi emotivi e malattie neurologiche come l'autismo. Tuttavia, sono certamente necessarie ulteriori ricerche per capire il suo ruolo nella comunità batterica intestinale e i suoi effetti nelle malattie neurocomportamentali. Inoltre, a causa della mancanza di letteratura esistente, la ricerca futura dovrebbe valutare il ruolo di approcci innovativi come l'utilizzo di NAC, vitamina C, vitamina E, ciclofosfamide o probiotici per trattare queste alterazioni indotte dagli erbicidi".
Aggiornamento 12/1/2020
Nel modello animale un microbiota in ordine protegge dalla tossicità del piombo, un metallo pesante al quale siamo tutti potenzialmente esposti
Aggiornamento 13/1/2020
Chi era sveglio sapeva già del legame tra microbiota, permeabilità intestinale e malattie cardiovascolari, ma ora ne abbiamo la prova inoppugnabile. La condizione di endotossemia, data dai metaboliti di E. coli che passano nel sangue, caratterizza molti infarti, perché stimola la formazione del trombo. PS: Il microbiota si modula più con la dieta che con le statine...
Il tinnito, fischio o ronzio persistente in assenza di stimolo uditivo, è un problema di salute di non chiara origine. Si sospetta che lo stress ossidativo possa avere un ruolo. In uno studio un multivitaminico e multiminerale, insieme ad acido alfalipoico, hanno ridotto il fastidio e l'intensità del tinnito e migliorato i marker di stress ossidativo
Aggiornamento 14/1/2020
Negli USA i ritardanti di fiamma e i pesticidi hanno superato i metalli pesanti come causa nel declino del quoziente intellettivo medio nella popolazione. "Gli esperti affermano che l'esposizione in giovane età a una qualsiasi di queste tossine può causare difficoltà di apprendimento, autismo e problemi comportamentali". "L'apertura frequente di finestre per consentire l'uscita di sostanze chimiche persistenti presenti nei mobili, nell'elettronica e nella moquette e il consumo di prodotti biologici certificati può ridurre l'esposizione a queste tossine", e soprattutto la politica dovrebbe muoversi per regolare meglio l'utilizzo di queste sostanze.
Aggiornamento 24/1/2020
L'acqua di rubinetto potrebbe essere contaminata con residui della clorazione, cancerogeni per la vescica.
Aggiornamento 25/1/2020
Sta facendo molto rumore la notizia secondo cui sono stati trovati residui di farmaci (antibiotici, cortisonici ecc) nel latte italiano. Un po' di chiarezza dallo studio originale.
I residui sono stati trovati nel 49% dei latti analizzati, mentre le micotossine erano assenti (m individuate in altri studi). I farmaci appaiono in quantità al di sotto del quantitativo stabilito per legge (MRL), tranne in un campione per un farmaco. I ricercatori chiariscono però che non si sa nulla su un eventuale effetto additivo/sinergico e che categorie a rischio, come i bambini, che non hanno sviluppato ancora il sistema di detossificazione, possono risentirne, consigliando "un monitoraggio costante nelle aziende lattiero-casearie per garantire la sicurezza alimentare per i consumatori". E sicuramente ne deriva che il latte italiano non è per forza meglio di quello straniero in quanto a farmaci somministrati o qualità dei mangimi, nonostante in molte pubblicità si veda qualche mucca al pascolo non è certo quello il metodo di produzione.

Aggiornamento 27/1/2020
Alcune specie batteriche (L. reuteri per esempio) "sequestrano" il ferro intestinale, e possono quindi essere utili nell'emocromatosi, viceversa possono essere dannosi nell'anemia
Aggiornamento 29/1/2020
I mitocondri sono le centrali energetiche della cellula, e quando non funzionano bene è facile incorrere in patologie. Diabete, patologie renali, cardiache ecc sono spesso dipendenti dal metabolismo alterato dei mitocondri. Anche l'intestino non fa eccezione: la produzione delle cripte, ghiandole intestinali che gestiscono digestione, sistema immunitario ecc è alterata dalla presenza di mitocondri disfunzionali, risultato di alimentazione sbagliata e ritmi circadiani sballati.
Questo apre le porte alle malattie intestinali, e gli studiosi introducono il concetto di mitocondrio come centro integrativo di metabolismo energetico, ritmi circadiani, immunità e microbiota (che rilascia molecole segnale, come butirrato e metano, che aumentano la funzione mitocondriale)
"... La perdita di controllo della qualità mitocondriale compromette l'autofagia, aggrava i processi infiammatori e aumenta i tassi di mortalità cellulare, con molteplici conseguenze fisiologiche ..."
Aggiornamento 30/1/2020

Le microplastiche di polietilene (plastica indicata con la sigla PE) inducono infiammazione intestinale e riducono i batteri buoni

Figura schematica di come l'alimentazione errata porti alla disbiosi e alla sindrome metabolica, tramite l'infiammazione stimolata dai metaboliti batterici che entrano dall'intestino
Aggiornamento 31/1/2020
Esiste un'interazione reciproca tra intestino, immunità, microbiota e vitamina D. In particolare la vitamina D stimola l'espressione delle alfa-difensine da parte delle cellule di Paneth e mantiene le giunzioni intestinali strette (riducendo la permeabilità intestinale). Così sta emergendo l'ipotesi secondo cui la carenza di vitamina D può compromettere l'immunità innata intestinale riducendo le defensine delle cellule di Paneth, portando a traslocazione batterica, endotossemia, infiammazione sistemica, insulino-resistenza e steatosi epatica.
"Gli studi sugli animali dimostrano che la carenza di Vitamina D o difetti nella sua segnalazione (trasduzione) compromettono l'immunità innata, portando alla disbiosi intestinale e all'infiammazione sistemica di basso grado, una fattore chiave per l'insulino-resistenza e i disordini metabolici. Sta anche emergendo che l'integrazione di vitamina D migliora la sindrome metabolica, sebbene l'impatto sulla malattia epatica (NAFLD) non sia noto".
Aggiornamento 1/2/2020
Le bevande vegetali, in particolare all'avena, possono essere contaminate con micotossine.

Cosa lega inquinamento e malattie cardiovascolari? Alcune sostanze derivate dalla combustione attivano particolari recettori (detti degli arili), inducono aterosclerosi , ipertrofia cardiaca e aritmie.
Aggiornamento 5/2/2020
Una dieta ad alto contenuto di fibre riduce nei topi gli effetti tossici dei PCB, sostanze che inducono tra l'altro danno cardiovascolare e si ritrovano nella catena alimentare nonostante siano vietati da anni

Aggiornamento 12/2/2020
Alcuni consigli da Medscape per ridurre l'esposizione agli interferenti endocrini. Viene precisato che il motto di Paracelso "la dose fa il veleno" risulta antiquato, in quanto la dose tossica può dipendere da genetica, epigenetica, tempistica dell'esposizione, compresenza di altre sostanze, e anche dosi bassissime in certe condizioni possono essere dannose.
1) evitare le pentole con PFAS (che tra le altre cose rallenta il metabolismo
2) la polvere domestica può accumulare sostanze tossiche, soprattutto per la tiroide, aprire spesso le finestre
3) usare alimenti biologici, riducono l'esposizione a pesticidi che interferiscono con la tiroide
4) evitare cibo conservato, può contenere BPA e BPS
5) non mettere la plastica in microonde, anche quella che appare sicura

Aggiornamento 16/2/2020
I polifenoli funzionano da prebiotici, sostanze in grado di favorire il microbiota, in particolare aumentando il numero di lattobacilli e bifidobatteri e riducendo i batteri potenzialmente patogeni come Clostridium perfrigens. L'effetto è dose-dipendente, e la dose suggerita è di 400mg al giorno.
Aggiornamento 17/2/2020
L'articolo del Prof Alessio Fasano, docente ad Harvard, inizia così "Venticinque secoli fa, quando Ippocrate affermò che "Tutte le malattie iniziano nell'intestino", ebbe un'intuizione incredibile che solo recentemente è stato pienamente apprezzata a causa di nuove intuizioni sulla patogenesi di molte malattie infiammatorie croniche (CID) che affliggono l'umanità".
Oggi sappiamo che la permeabilità intestinale può essere concausa di molte malattie, perché permette agli antigeni alimentari e a batteri o loro derivati di entrare nel circolo sanguigno (endotossemia) e attivare cellule immunitarie T, facendo perdere la tolleranza immunitaria e inducendo allergie e infiammazione.
Tra le cause di induzione della zonulina, la proteina che provoca permeabilità, vengono indicate disbiosi, in particolare SIBO, e il glutine (altri fattori conosciuti sono alcol e stress). Quali patologie sono probabilmente legate alla condizione di leaky gut? Invecchiamento, malattie autoimmuni (celiachia, diabete di tipo 1, IBD, sclerosi multipla, spondilite anchilosante), disordini metabolici (obesità, diabete di tipo 2, diabete gestazionale, steatosi epatica), IBS, tumori (glioma e carcinoma epatico), patologie neurologiche (autismo, depressione, schizofrenia, fatica cronica)
Aggiornamento 16/2/2020

Bacteroides thetaiotaomicron, un batterio presente nell'intestino sano, trasforma i glucosinolati in isotiocianati, ed è quindi importante per l'effetto anticancerogeno dei broccoli
Aggiornamento 27/2/2020

Secondo le linee guida sulle intossicazioni da farmaci, la carnitina può essere usata per l'epatotossicità del valproato, il NAC per il paracetamolo.
Il NAC può essere utile anche nella steatoepatite da alcol
I BCAA sono utili nel coma/encefalopatia epatico/a, così come le vitamine del gruppo B (6, 9, 12) e la D. Attenzione a malnutrizione e sarcopenia.
Per i calcoli biliari, la dieta con frutta e verdura, e in particolare frutta oleosa, è protettiva. Una dieta troppo ipolipidica può favorire la formazione. La vitamina C è importante. Gli omega 3 proteggono dalla formazione dei calcoli in caso di dimagrimento. Evitare la curcumina

Aggiornamento 14/3/2020

L'omocisteina alta crea stress ossidativo, e aumenta il rischio cardiovascolare, autoimmune ecc ma anche di infertilità. Usare forme particolari di vitamine può correggere l'iperomocisteinemia

"In caso di infertilità di lunga durata e ripetute gravidanze andate male, entrambi i membri di una coppia devono essere testati per i polimorfismi MTHFR, soprattutto prima della donazione di ovociti. Non farlo si dovrebbe considerare una cattiva pratica. Dovrebbe essere raccomandata anche l'integrazione di 5-MTHF (metilfolato) prima di tentare il concepimento o la PMA (riproduzione assistita)".

Aggiornamento 19/3/2020

Lo studio dell'interazione tra dieta e disordini autoimmuni è stato recentemente soprannominato "immunodietetica". I componenti del cibo e i loro effetti sul microbioma intestinale sono tra i principali corresponsabili della malattia autoimmune, ma sono spesso trascurati. La perdita del meccanismo di tolleranza orale può indurre il sistema immunitario a reagire al cibo che il corpo usa per vivere. Molti alimenti condividono le sequenze con alcuni tessuti umani; questo "mimetismo molecolare" può indurre o esacerbare malattie autoimmuni. Latte, grano, acquaporine vegetali, legumi, proteine ​​ricche di glicina (carni bianche e rosse, cereali, soia, gelatina ecc), glucani, pectine, tropomiosina del gambero, Saccharomyces cerevisiae (lievito) e carne di maiale sono alcuni esempi di alimenti che condividono una significativa omologia con diverse proteine ​​dei tessuti umani. Le lectine e le agglutinine sono proteine che legano i carboidrati di membrana, e sono presenti in microrganismi, piante e animali, sono resistenti alla digestione. "Le lectine non digerite che riescono a penetrare le barriere digestive possono avere effetti devastanti sul corpo, tra cui problemi digestivi, carenze nutrizionali, danni intestinali e intestino permeabile, una porta verso l'autoimmunità. La lectina iniettata nei topi induce il legame della lectina con le IgG, seguita dall'aggregazione delle IgG e dalla formazione di IgM anti-IgG o fattore reumatoide (RF), inducendo così l'artrite reumatoide." Altre malattie autoimmuni hanno probabilmente altri fattori alla base. "Inoltre, le lectine possono legarsi all'endometrio umano, agli spermatozoi e agli ovuli, provocando una reazione autoimmune che potrebbe causare infertilità negli uomini o nelle donne". "Alcuni alimenti possono aiutare a mantenere la tolleranza orale e un sistema digestivo sano, mentre gli alimenti dannosi possono favorire la crescita di batteri dannosi e portare al rilascio di tossine batteriche, indebolendo le barriere intestinali. Inducendo la permeabilità intestinale, i batteri o i loro antigeni possono entrare nella circolazione, dove la reazione immunitaria contro di loro provoca la produzione di anticorpi. Poiché il tessuto umano è imitato da così tanti antigeni batterici intestinali, gli anticorpi e le cellule T che reagiscono contro gli antigeni batterici possono attaccare le proteine ​​che imitano i batteri presenti nel tessuto umano e quindi innescare una risposta autoimmune. Evitare alimenti che contengono epitopi autoimmuni o componenti che inducono modificazioni post-traduzionali delle proteine ​​alimentari o che hanno la capacità di modificare selettivamente il microbiota intestinale, potrebbe migliorare i sintomi nei pazienti con la corrispondente malattia autoimmune". Come si può leggere quasi qualsiasi categoria di cibo è potenzialmente immunogena quindi solo una dieta tagliata su misura può agire correttamente.
Aggiornamento 21/3/2020

Il ruolo dell'infiammazione nelle malattie moderne e legate all'invecchiamento. Ritengo che oggi non ci si dovrebbe occupare di alimentazione senza aver letto questo articolo.
L'infiammazione è una risposta adattativa dell'organismo agli insulti esterni, che l'evoluzione ci ha dato per difenderci. Purtroppo ai nostri tempi una risposta infiammatoria cronica (SCI) è alla base di molti problemi. L'infiammazione determina effetti comportamentali specifici che includono un insieme di comportamenti legati al risparmio energetico comunemente noti come "comportamenti da malattia", come tristezza, anedonia, affaticamento, riduzione della libido e dell'assunzione di cibo, sonno alterato e ritiro comportamentale sociale, nonché aumento della pressione sanguigna, insulino-resistenza e dislipidemia. Questi cambiamenti comportamentali possono essere fondamentali per la sopravvivenza durante i periodi di lesioni fisiche e minacce microbiche.
L'infiammazione cronica è legata ad aumentato rischio di sindrome metabolica, che include la triade di ipertensione, iperglicemia e dislipidemia; diabete di tipo 2; steatosi epatica; ipertensione; malattie cardiovascolari (CVD); malattia renale cronica; vari tipi di cancro; depressione; malattie neurodegenerative e autoimmuni; osteoporosi e sarcopenia. I marker di infiammazione come PCR e neutrofili aumentati e albumina bassa, correlati all'infiammazione, sono predittivi di mortalità per tutte le cause. In realtà però non esistono marker standardizzati per l'infiammazione cronica.
Tra le cause riconosciute di SCI, infezioni croniche, inattività fisica, obesità (viscerale), disbiosi intestinale, dieta, isolamento sociale, stress psicologico, sonno disturbato e ritmo circadiano alterato ed esposizione a sostanze tossiche come inquinanti atmosferici, rifiuti pericolosi, prodotti chimici industriali e fumo di tabacco. In particolare per quanto riguarda la dieta "la dieta tipica che è stata ampiamente adottata in molti paesi negli ultimi 40 anni è relativamente povera di frutta, verdura e altri alimenti ricchi di fibre e prebiotici e ricca di cereali raffinati, alcool e alimenti industriali, in particolare quelli contenenti emulsionanti. Questi fattori dietetici possono alterare la composizione e la funzione del microbiota intestinale e sono collegati ad una maggiore permeabilità intestinale e cambiamenti epigenetici nel sistema immunitario che alla fine causano endotossemia e SCI". I derivati della cottura ad alte temperature (AGEs e ALEs) sono infiammatori e aumentano l'appetito, mentre gli alimenti ad alto indice e carico glicemico, come zuccheri e cereali raffinati, che sono ingredienti comuni nella maggior parte degli alimenti ultraprocessati, possono causare un aumento dello stress ossidativo che attiva i geni infiammatori. Anche i grassi trans e il sale risultano infiammatori, quest'ultimo attivando i macrofagi e riducendo i lattobacilli. Altri i fattori includono carenze di micronutrienti, tra cui zinco e magnesio, causate dal consumo di alimenti trasformati o raffinati a basso contenuto di vitamine e minerali e livelli di omega 3 non ottimali, che influiscono sulla fase di risoluzione dell'infiammazione. I principali contribuenti alla crescente incidenza mondiale di carenza di omega-3 sono un basso apporto di pesce e un alto apporto di oli vegetali ad alto contenuto di acido linoleico, che riduce gli acidi grassi omega-3 nei fosfolipidi della membrana cellulare (dai quali derivano i composti antinfiammatori). Se combinato con una bassa attività fisica, il consumo di alimenti trasformati iperpalatabili ad alto contenuto di grassi, zucchero, sale e additivi può causare importanti cambiamenti nel metabolismo cellulare e portare all'aumento della produzione (e dello smaltimento difettoso) di organelli disfunzionali come i mitocondri, e di molecole endogene disperse, mal ripiegate e ossidate. Questo porta in ultimo all'inflammaging, uno stato di cronica stimolazione del sistema immunitario tipico dell'anziano, che promuove le malattie legate all'invecchiamento. Tra le sostanze tossiche col quale siamo spesso a contatto invece troviamo ftalati, sostanze per- e polifluoroalchiliche, bisfenoli, idrocarburi policiclici aromatici e ritardanti di fiamma, che fungono da citotossici, interferenti endocrini e ossidanti.
Aggiornamento 24/3/2020
La carnitina riduce alcuni marker di insulinoresistenza ed enzimi epatici nella steatosi epatica
Aggiornamento 25/3/2020
Alcuni consigli alimentari in caso di permeabilità intestinale
• Prendere in considerazione una dieta mediterranea, ricca di polifenoli ed eventualmente senza glutine.
• Ridurre al minimo l'assunzione di alcol
• Assicurare l'assunzione frequente di varie fonti di carboidrati fermentabili, se tollerate
• Valutare i probiotici produttori di butirrato; considerare il butirrato come supplemento.
• Misurare lo stato degli omega 3 EPA e DHA; considerare l'integrazione con olio di pesce
• Misurare e correggere lo stato della vitamina D.
• Garantire un'adeguata assunzione di retinolo o beta-carotene; se fai molto affidamento sul beta-carotene, valuta la capacità genetica di convertire il beta-carotene in retinolo
• Considerare l'integrazione con zinco e carnosina
• Considerare l'utilizzo di curcuma in alimenti, bevande e snack o l'integrazione con i curcuminoidi ad alta biodisponibilità.
Aggiornamento 26/3/2020
Il corpo possiede capacità di disintossicarsi, grazie soprattutto a fegato (che metabolizza le sostanze) e rene (che le espelle). Questo nella popolazione generale. Alcuni però sono più geneticamente sfortunati e hanno una riduzione di queste capacità, e soffrono particolarmente il mondo moderno ricco di sostanze chimiche sconosciute al nostro organismo. "Queste sostanze tossiche influenzano patologie come tumori, malformazioni congenite e malattie croniche, in particolare per quelli a rischio genetico. I clinici possono aiutare i pazienti a comprendere i propri rischi genetici e soddisfare i loro bisogni personalizzati attraverso raccomandazioni dietetiche e integrative personalizzate. I medici, con l'aiuto della genomica, possono consigliare ai pazienti di evitare alimenti con pesticidi, glifosato, livelli più elevati di mercurio e arsenico, benzene e altre sostanze tossiche, ma anche di aumentare gli alimenti che spingono specificamente i loro percorsi di disintossicazione alterati come noci del Brasile, verdure crocifere, e melograno e di integrare con sulforafano, glutatione, vitamina C e altri". Questi alimenti/sostanze possono influenzare la quantità di enzimi detossificanti e la loro attività, ed essere di particolare aiuto a persone più esposte per motivi lavorativi o geografici.
Entrando più nel dettaglio, ll glutatione è il principale detossificante del corpo. Alcune persone hanno carenza degli enzimi di coniugazione del glutatione (gene GSTP1), che lo "attaccano" alla sostanza rendendola inerte. Le crucifere stimolano questo gene. Neutralizza inoltre i ROS, tramite l'enzima glutatione perossidasi (GPX1), e le sue varianti "sono legate a problemi di memoria visiva, aumento del rischio di colite ulcerosa, diabete di tipo 2 e rischio di neuropatia periferica e rischio di cancro alla vescica, con il rischio che è fortemente modulato dal livello di esposizione a pesticidi/erbicidi". GSTT1 e GSTM1 sono invece correlati con la disintossicazione dei metalli pesanti (mercurio per esempio), e chi ha varianti poco funzionali ha maggior rischio di malformazioni e malattie neurodegenerative. Aglio e porri, patate dolci viola, tè rooibos, tè verdi e rosmarino stimolano questi 2 enzimi. GSTO1 e GSTO2 sono invece 2 geni che codificano transferasi che risentono della carenza di vitamina C, associati alla cataratta. NQO1 e vari citocromi sono implicati nel metabolismo del benzene, e attivano gli antiossidanti CoQ10 e vitamina E. Alcune varianti aumentano quindi lo stress ossidativo e il pericolo di mutazioni al DNA. Queste persone possono beneficiare dell'integrazione di glutatione. PON1 è il gene correlato con la detossificazione dei pesticidi. Quercetina, astaxantina e melagrana lo favoriscono, mentre l'HFCS (fruttosio) lo rallenta. Per quanto riguarda i citocromi, enzimi epatici implicati nella disintossicazione, la loro attività è molto complessa e varia, ma vitamine A, C ed E la supportano.
Aggiornamento 28/3/2020
"La biogenesi mitocondriale viene attivata in risposta a stimoli ambientali, come restrizione calorica e consumo di polifenoli vegetali. La capacità dei polifenoli di produrre benefici clinici può essere dovuta, almeno in parte, a una relazione bidirezionale e complessa con il microbiota intestinale. I polifenoli alimentari possono influenzare la composizione del microbiota intestinale e i batteri intestinali metabolizzano i polifenoli in composti bioattivi che producono rilevanti effetti sulla salute", inclusa la funzione detox
Aggiornamento 1/4/2020
I pesticidi distruggono il sistema immunitario delle api ma i probiotici possono ridurre tale nocività.
Gli articoli del dott. Pizzorno su tossine ambientali e problemi come diabete, infertilità, difetti respiratori, renali ecc.
Aggiornamento 2/4/2020
"Le patate germogliate contengono livelli più alti di glicoalcaloidi, che possono avere effetti tossici sull'uomo se consumati in eccesso. In particolare l'intossicazione si può manifestare con sintomi gastrointestinali, e in caso di alte quantità portare fino alla morte. Mangiare patate germogliate durante la gravidanza può anche aumentare il rischio di difetti alla nascita. Scartare i germogli, gli occhi, la buccia verde e le parti ammaccate di una patata, o cucinarla ad alte temperature (frittura), può aiutare a ridurre i livelli di glicolalcaloidi, ma sono necessarie ulteriori ricerche di approfondimento. Fino ad allora, scartare le patate germogliate o verdi potrebbe essere la cosa più sicura da fare. Conservare le patate intatte e asciutte in un luogo fresco, asciutto e buio può aiutare a ridurre la probabilità di germinazione. È meglio evitare di accumulare patate e conservarle lontano dalle cipolle".
Aggiornamento 3/4/2020
Secondo uno studio italiano, il microbiota dei centenari è caratterizzato in particolare da batteri che aiutano nella metabolizzazione degli xenobiotici, sostanze tossiche esterne al corpo.
... [Nello specifico] i nostri risultati [descrivono che l'invecchiamento in questa attuale coorte] è caratterizzato da un aumento del numero di geni coinvolti nella degradazione xenobiotica ... [e] riarrangiamenti delle vie metaboliche correlate a carboidrati, aminoacidi e metabolismo lipidico ..." "... È interessante notare che [...] abbiamo riscontrato un aumento progressivo correlato all'età del numero di geni dedicati alla biodegradazione e al metabolismo degli xenobiotici e una simultanea riduzione dei geni coinvolti nel metabolismo dei carboidrati ..."
"... Questo riarrangiamento funzionale è ancora più pronunciato nel microbioma intestinale di centenari e semi-supercentenari, dove abbiamo osservato un ridotto contributo di vie per il metabolismo di amido e saccarosio, pentosofosfati, amino-zuccheri e nucleotidi e un concomitante aumento delle vie di degradazione dell'etilbenzene, toluene, clorocicloesano e clorobenzene". "Diverse di queste molecole xenobiotiche sono derivanti dalla produzione industriale e dai rifiuti umani, ad esempio le emissioni dei veicoli a motore e di scarico, nonché il fumo di sigaretta e l'esposizione a prodotti petroliferi raffinati, come plastica e nylon contenuto in fibre sintetiche, resine, cuoio sintetico e plastificanti [...] È così allettante ipotizzare che ... [il microbioma di] centenari e semi-supercentenari ... è meglio attrezzato per il degrado di questi xenobiotici a seguito di un processo stimolato dalla più duratura e assidua esposizione a questi prodotti chimici ..." e si specula che questo processo sia una sorta di selezione natura
Aggiornamento 6/4/2020
Le persone con problemi renali possono avere in circolo neurotossine uremiche (come l'acido urico) che provocano problemi cognitivi (memoria, attenzione, abilità linguistiche e visospaziali e funzioni esecutive), soprattutto attraverso alterazioni del sistema monoaminergico (serotonina, noradrenalina, istamina ecc) o colinergico. La permeabilità della barriera ematoencefalica gioca un ruolo determinante. A livello nutrizionale esistono solo modelli animali in cui alcuni nutrienti, probiotici e antiossidanti migliorano la situazione.
Esiste un legame tra disbiosi intestinale e emicrania. I batteri possono indurre un rilascio di TNFalfa, una sostanza infiammatoria, dalla microglia (tessuto cerebrale). Se invece abbiamo i batteri (e l'alimentazione) giusti, essi rilasciano SCFA che stimolano correttamente la microglia e riducono l'emicrania.
L'ambiente intestinale lievemente acido sembra favorire la detossificazione da parte del microbiota del tricloroetilene, un solvente organico tossico onnipresente.
Aggiornamento 7/4/2020
I batteri intestinali producono neurotrasmettitori o ne influenzano la funzione. Ad esempio L. rhamnosus influenza il GABA, sostanza "tranquillizzante", e riduce l'ansia nei topi. "Butirrato e propionato, prodotti della fermentazione batterica, possono influenzare la sintesi di dopamina e noradrenalina e si sospetta che l'acido propionico moduli la neurotrasmissione serotonergica, nonché i livelli di GABA, dopamina e serotonina, spiegando i loro potenziali effetti sul comportamento". Come fa l'ambiente odierno a influenzare il comportamento?
"Sostanze chimiche androgene e anti-androgene si trovano regolarmente nei campioni di acque superficiali in tutto il mondo e queste sostanze chimiche possono influenzare il delicato equilibrio tra ospite, microbiota e testosterone circolante ... "
"... [Inoltre,] l'esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC) ... compresi i composti naturali, come i fitoestrogeni e quelli di origine antropogenica, come la plastica ... possono anche avere un impatto sul microbiota ospite e [successivamente] la funzione endocrina ... le vie di esposizione variano da ingestione orale per contatto attraverso la pelle o inalazione e trasferimento attraverso la placenta o il latte alla prole ... "
Esiste in sintesi un rapporto bidirezionale tra intestino e comportamento, influenzato da cibo, ambiente e predisposizione genetica

Aggiornamento 7/5/2020
In un modello animale il coenzima Q10 migliora la fertilità alterata dal BPA, e lo fa riducendo lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale indotti da questa molecola presente nelle plastiche.
Aggiornamento 10/5/2020
Una delle ragioni dell'autoimmunità tiroidea sono alcuni metalli pesanti come arsenico e piombo. Col primo si può entrare in contatto con l'uso errato dei pesticidi, il secondo è presente in aria e acqua inquinate. Questi metalli interferiscono con quelli necessari come rame e zinco e in particolare impediscono al selenio di entrare nella tiroide, provocando stress ossidativo e infiammazione. Così il selenio si ritrova ridotto nel sangue e aumenta la sua perdita urinaria.
Esiste un legame tra autoimmunità tiroidea e interferenti endocrini (sostanze chimiche, solitamente artificiali, che interferiscono con gli ormoni). La prevalenza di Hashimoto aumenta vicino agli stabilimenti petrolchimici, dell'alluminio e nelle zone contaminate da pesticidi e PCB. Anche il mercurio (consumatori di pescespada e lavoratori industrie chimiche) ha questo effetto. Il vanadio (zone vulcaniche) aumenta la risposta infiammatoria dei tireociti. Gli omega-3, il mioinositolo e il selenio esercitano un effetto protettivo contro queste sostanze, contrastando la comparsa dell'autoimmunità nei soggetti esposti all'inquinamento ambientale o professionale.
Aggiornamento 24/5/2020
Ho letto da poco un commento del solito aspirante debunker secondo cui il nichel alimentare non darebbe problemi nelle persone sensibili, e soprattutto non può essere escluso dalla dieta. Ovviamente non è vero nulla ed esiste una reazione dermatologica che è dose-dipendente nelle persone sensibili, e pur non essendo facile quantificarlo (nei vegetali per esempio dipende dal nichel del terreno) si può aiutare le persone ad avere meno manifestazioni, soprattutto cutanee.
Aggiornamento 25/5/2020

L'alterazione del microbiota causata dalle tossine esogene, tra cui pesticidi, ftalati, metalli pesanti, bisfenoli, POPs (inquinanti organici persistenti come IPA, PCD, PCB, PFC)
Esiste una reciproca relazione tra sonno e alterazione della flora intestinale (disbiosi): dormire male o in orari sbagliati fa male al microbiota e avere disbiosi (magari da dieta errata) altera il sonno. Tutto questo porta a diminuzione delle difese immunitarie, fame e craving per cibo spazzatura, alterazione di numerosi ormoni tra cui cortisolo e catecolamine che provocano permeabilità intestinale, spalancando le porte a metaboliti tossici dei batteri, con conseguente infiammazione e malattie croniche, autoimmuni ecc. I probiotici L. gasseri CP2305 e B. infantis possono migliorare rispettivamente sonno e risposta allo stress

Aggiornamento 26/5/2020
Le donne in gavidanza sono invitate a stare particolarmente attente a usare farmaci, ma anche sostanze naturali presenti nei vegetali possono avere effetti nocivi se ingerite in quantità notevoli. Per esempio semi di chia e bacche di goji, alimenti ritenuti addirittura "super" da alcuni, contengono xenobiotici che in gravidanza, a seconda della flora, non fanno bene. Infatti, a seconda del microbiota, le sostanze vengono metabolizzate in composti inerti o più pericolosi. Un'altra parte del metabolismo è compiuto dal fegato ovviamente. È difficile fare riferimento solo ai modelli animali, che non danno risultati sempre traslabili, perciò è meglio non utilizzare cibi particolari, spezie ecc, che possano oltrepassare le 3 "barriere" a disposizione del feto (intestino, fegato e placenta). I batteri influenzano quello che viene assorbito: l'assorbimento dei retinoidi, fondamentali per l'immunità, è favoriti dai clostridi, ma in eccesso sono teratogeni. I Bacteroides, che fermentano la fibra, aumentano Treg, cellule che danno tolleranza immunitaria. In questo modo quello che mangia la mamma in gravidanza formerà il sistema immunitario del bambino. Questo ci insegna una volta di più che naturale non significa per forza salubre, ma questa argomentazione è usata da alcuni in maniera impropria per far pensare che le sostanze artificiali non siano, almeno alcune di esse, pericolose.
Aggiornamento 28/5/2020
La supplementazione con l'enzima diamminoossidasi riduce l'istamina e i problemi collegati, come emicrania, vertigini, palpitazioni, sintomi gastrointestinali
Aggiornamento 31/5/2020
Alcune sostanze hanno effetto negativo sul microbiota. Tra di esse, molti farmaci (antibiotici ovviamente, antiacidi ecc), metalli pesanti (mercurio, arsenico), pesticidi (che in alcuni casi si ritengono sicuri perché non colpiscono vie metaboliche dei mammiferi, ma quelle microbiche sì!), dolcificanti artificiali, il triclosan (usato nei saponi antibatterici), la nicotina (tabacco). Il danno avviene mediante alterazione dei metaboliti batterici e biliari, soprattutto SCFA, interferendo su umore, rischio cardiovascolare (TMAO), mediante perdita di specie batteriche utili (aumento del rischio di malattie intestinali) e mediante alterazione del bilancio energetico, favorendo l'aumento di peso. Per ripristinare il microbiota, sono a disposizione trapianto fecale (ancora in sperimentazione), probiotici e prebiotici. Il loro successo dipende anche dalle condizioni iniziali.
Aggiornamento 4/6/2020
Secondo un articolo non referenziato la mutazione MTHFR può essere collegata ad aumento di peso, a causa di alterata detossificazione, sbilanciamenti ormonali (cortisolo, dominanza estrogenica), infiammazione, problemi tiroidei.
Aggiornamento 11/6/2020
Alcune persone possono essere ipersensibili al mercurio a causa della loro genetica (PON1 e MTHFR). Questo può portare a problemi mentali, immunologici, stanchezza, depressione, cecità, autismo, malattie autoimmuni, ASIA ecc.
L'indossile solfato, una tossina uremica, attiva il recettore degli arili, alterando la barriera ematoencefalica e facilitando il declino cognitivo nel modello animale di CKD

Aggiornamento 14/6/2020
Il resveratrolo ha proprietà anticancro e immunomodulanti nei confronti delle malattie autoimmuni, anche grazie alla stimolazione degli enzimi epatici di detossificazione a alle proprietà antiossidanti.
La Garcinia cambogia aiuta a ridurre peso e circonferenza addominale, ma può dare problemi di tossicità epatica
Aggiornamento 18/6/2020
La principale fonte di esposizione ai PCB (policlorobifenili) in luoghi come l'Europa, con esposizione ambientale bassa, sembra essere il pesce importato dall'Africa subsahariana e il salmone allevato norvegese.
Aggiornamento 20/6/2020
I metalli (cadmio, alluminio, nickel, oro, argento, stagno e soprattutto mercurio e piombo) possono essere attivatori delle malattie autoimmuni. Perché alcuni le sviluppano e altri no? "Nell'uomo, la suscettibilità agli effetti degli xenobiotici può essere dovuta alle disfunzioni geneticamente determinate nei sistemi di disintossicazione, tra cui la coniugazione con glutatione, l'acetilazione e altri sistemi dipendenti dal citocromo P450, e dal fenotipo della metallotioneina (proteine che legano i metalli pesanti)". Tenendo conto della suscettibilità del sistema immunitario, "la capacità di disintossicare gli xenobiotici, insieme alla suscettibilità individuale al metallo, è probabilmente il fattore più critico nel risultato dell'esposizione al metallo". Il fatto che l'uomo non produca vitamina C, che allevia lo stress ossidativo, può differenziarlo dai modelli animali. "L'infiammazione indotta da metallo può alterare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e quindi contribuire alla fatica e ad altri sintomi non specifici che caratterizzano i disturbi legati alle malattie autoimmuni. Gli effetti tossici di diversi metalli sono mediati attraverso la formazione di radicali liberi, disturbi della membrana cellulare o inibizione degli enzimi". Mercurio e piombo alterano anche il sistema dopaminergico (ricompensa), potenziando l'effetto. Inoltre, [Ad esempio,] la tossicità del mercurio può influenzare l'asse cerebrale del microbiota intestinale (GMBA), e quindi lo sviluppo neuronale ... e ... Ciò potrebbe verificarsi perché il microbiota intestinale è un attore attivo nella regolazione della proprietà tossica di molte specie metalliche, incluso il mercurio".
I livelli di ftalati urinari sono associati con la disfunzione respiratoria e la permeabilità delle vie nasali nei bambini
Aggiornamento 23/6/2020
La malattia da coronavirus è un'occasione per mettere in evidenza come lo stile di vita moderno abbia influenzato negativamente il sistema immunitario. Tossine ambientali, sia naturali che di sintesi (metalli, inquinamento, plastiche, pesticidi, fumo, OGM ecc), interagiscono col recettore per gli arili (AhR) indebolendo la risposta immunitaria, in particolare se agiscono insieme (effetto sinergico) Anche i polifenoli di frutta e verdura lo attivano, ma favorendo le difese immunitarie. Le persone più colpite sono così gli anziani che spesso hanno carenze di vitamine e minerali modulatori del sistema immunitario (vitamina D, zinco, selenio ecc) e che aiutano nella disintossicazione di queste sostanze
Aggiornamento 26/6/2020
Vitamina E e L. plantarum riducono il danno neurologico da mercurio in un modello animale
Aggiornamento 1/7/2020
L'industria dei pesticidi si è innovata negli ultimi decenni per produrre pesticidi che presentano tossicità inferiori per gli animali "non bersaglio" e sono più efficienti dal punto di vista funzionale rispetto ai pesticidi attualmente in uso. Tuttavia, in molte occasioni, i pesticidi con effetti tossici vengono ancora utilizzati per uno scopo specifico e causano disturbi metabolici nei mammiferi. Gli studi hanno dimostrato che i pesticidi alterano i processi metabolici influenzando l'assorbimento di energia nell'intestino, l'accumulo di energia in fegato, tessuto adiposo e muscoli e disturbando la regolazione del metabolismo energetico da parte del pancreas e del sistema immunitario. Di conseguenza, questi disturbi energetici indotti dai pesticidi causano squilibri nel metabolismo energetico, producendo cambiamenti nell'aumento di peso corporeo, nella dislipidemia e nella disglicemia nel sangue, e talvolta anche nell'insulino-resistenza. La suscettibilità aumenta quando la dieta è ad alto contenuto di grassi. L'alterazione riguarda anche il microbiota e i suoi prodotti, con maggiore produzione di acetato ch stimola la gluconeogenesi e quindi l'iperglicemia
Le disfunzioni mitocondriali colpiscono le persone con problemi renali prima che finiscano in dialisi. Semplicemente, quando i mitocondri non producono energia il rene non può funzionare bene, e non riesce ad espellere le tossine e i sali minerali in eccesso, con tutto ciò che ne consegue. "Abbiamo scoperto che la disfunzione mitocondriale è correlata alle prestazioni fisiche, al tessuto adiposo intramuscolare, allo stress ossidativo e all'infiammazione. I nostri risultati suggeriscono che le strategie volte a migliorare la funzione mitocondriale (riduzione dello stress ossidativo e dell'infiammazione) dovrebbero essere studiate nei pazienti con insufficienza renale cronica con l'obiettivo finale di prevenire o curare la fragilità e la sarcopenia e migliorare la funzione fisica generale in questa popolazione di pazienti ad alto rischio".
Aggiornamento 4/7/2020

Il biossido di titanio, E171, presente in alcuni cibi processati come dolci, caramelle, bevande, e integratori, conferisce il colore bianco opaco. Già messo al bando in Francia, negli ultimi esperimenti si è evidenziato che altera il microbiota intestinale, stimola l'infiammazione del colon, soprattutto se in nanoparticelle (<100nm), e soprattutto nei topi obesi e con una dieta ad alto contenuto di grassi
Aggiornamento 8/7/2020
Alcuni interferenti endocrini secondo la pagina Hormone dietitian
https://www.instagram.com/p/CCV_G_CHq8t/

Aggiornamento 9/7/2020
La vitamina K2 allevia l'insulinoresistenza diminuendo la disfunzione mitocondriale e la concentrazione di grassi nella cellula (FFA) e aumentando la biogenesi mitocondriale e le fibre ossidative del muscolo scheletrico tramite il sistema delle sirtuine (SIRT1).
Aggiornamento 16/7/2020
L'aglio riduce i marker di infiammazione come TNFalfa e PCR, ma non IL6
Aggiornamento 18/7/2020
Assumere 2 porzioni di pesce a settimana fornisce una quantità di omega 3 che può proteggere dai danni neurologici dell'inquinamento atmosferico
Aggiornamento 24/7/2020
L'inquinamento atmosferico modifica la funzionalità cardiaca alterando la funzionalità cellulare, aumentando lo stress ossidativo e disturbando i mitocondri

Aggiornamento 9/8/2020

Alcuni sostengono che il colesterolo alto non possa essere un problema perché la natura non ha previsto una via per il suo catabolismo (distruzione). Oltre a essere un'idea bizzarra, abbiamo scoperto che non è proprio così. Alcuni microbi intestinali (ismA+) possono degradare il colesterolo a coprostanolo e permettere la sua espulsione, e nel bilancio totale favoriscono l'abbassamento del colesterolo plasmatico.

"Gli individui che ospitano microbi che formano il coprostanolo hanno livelli di colesterolo fecale significativamente più bassi e colesterolo totale sierico più basso con effetti paragonabili a quelli attribuiti alle varianti genetiche di chi ha il colesterolo basso. Pertanto, il metabolismo del colesterolo da parte di questi microbi può svolgere un ruolo importante nel ridurre le concentrazioni di colesterolo intestinale e sierico, con un impatto diretto sulla salute umana".

Aggiornamento 16/8/2020

Il microbiota intestinale influenza la salute cardiovascolare coi suoi metaboliti, con la sua opera di disintossicazione da alcune sostanze (TMAO, tossine uremiche, PAG), influenzando aterosclerosi, pressione sanguigna, infiammazione, riparazione dei tessuti lesi, immunità ecc. La dieta è il primo fattore a influenzare la flora, ma prebiotici e probiotici possono essere importanti. Gli antibiotici e altri farmaci possono influenzare negativamente.

Esiste un rapporto reciproco tra microbiota e metalli pesanti. Alcuni batteri aiutano nella disintossicazione dai metalli pesanti, ma i metalli pesanti disturbano i batteri. Cadmio e piombo possono favorire l'aumento di peso anche alterando la flora. Anche gli acidi biliari o il colesterolo possono subire alterazioni. Alcuni batteri aiutano ad assorbire meno o espellere i metalli tossici, mentre altri li trasformano in derivati più dannosi.
Molti studi su modelli animali mettono in evidenza che i probiotici possono migliorare questi metabolismi e ridurre tossicità e disbiosi. L. plantarum TW1-1 contro il CromoL. plantarum CCFM8610 e Bacillus cereus per il cadmioL. plantarum CCFM8661 e L. reuteri P16 per il piombo,  L. brevis 23017 per il mercurio.

Aggiornamento 22/8/2020

Il glutatione è il più importante antiossidante e regolatore dei cicli redox nelle cellule. La sua presenza appare importante per il funzionamento del glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. I deficit di glutatione sono stati collegati a molteplici disturbi neurodegenerativi e neuropsichiatrici. Gli approcci che migliorano la disponibilità di glutatione (sulforafano) possono migliorare condizioni come epilessia, autismo, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson e schizofrenia

Aggiornamento 23/8/2020

Grazie a questo studio sappiamo ora che la plastica viene assorbita dalle piante e si ritrova in frutta e verdura. Ringraziate chi la butta in strada perché "tanto passerà qualcuno a prenderla". Anche l'uso in agricoltura (le basi per i germogli da piantare ecc) dovrebbe essere ripensato. "Per la prima volta abbiamo rilevato mcroplastiche nella frutta e nella verdura commestibili. I risultati aprono un nuovo scenario sia nelle scienze ambientali che in quelle mediche". La quantità stimata ingerita dai vegetali è (per ora) la metà di quella assunta dall'acqua in bottiglie di plastica, ed è maggiore nella frutta.

Il calo di testosterone che si ha con l’età può essere dovuto anche alla permeabilità intestinale

Aggiornamento 29/8/2020

L'uso degli antibiotici negli allevamenti è una delle principali cause di insorgenza di antibioticoresistenza, il fenomeno per cui questi farmaci diventano inefficaci. Rimane ancora ignoto quanto i residui di farmaci nel cibo influenzino negativamente il microbiota umano e la salute in generale

Il fruttosio in dosi eccessive, quali quelle di una bibita zuccherata per esempio, è la tempesta perfetta per creare steatosi epatica (fegato grasso). La sua ingestione blocca una proteina che tiene le giunzioni intestinali vicine, creando permeabilità intestinale. In questo modo tutte le endotossine intestinali arrivano ai macrofagi, infiammandoli. Inoltre il fruttosio che arriva al fegato spinge la lipogenesi (produzione endogena dei grassi, ulteriormente stimolata dall'infiammazione), che si accumulano nel fegato.

Aggiornamento 31/8/2020

Molti fattori ambientali favoriscono la permeabilità intestinale (PI) e di altri tessuti (polmoni, pelle), una condizione che si associa a malattie autoimmuni, infiammazione, alterazione del sistema immunitario ecc. Negli allergici anche pollini, muffe, acari e antigeni alimentari. Detergenti, sigarette (anche elettroniche), ozono, particolato (soprattutto dei motori a gasolio), nanoparticelle (biossido di titanio e silicio), microplastiche, additivi (polisorbato80) sono tutti in grado di indurre PI, colpendo le giunzioni intercellulari. Non stupiamoci dell'aumento di certe malattie.

Aggiornamento 2/9/2020

L'iperinsulinemia può essere sia una causa che una conseguenza dell'obesità e della resistenza all'insulina. L'iperinsulinemia può derivare da una maggiore secrezione di insulina e/o da una ridotta clearance (rimozione da parte del fegato) dell'insulina. Il microbiota intestinale è un fattore autonomo che altera la clearance dell'insulina, e un gruppo di batteri predice il 90% dell'alterata clearance. "Membri selezionati del microbiota intestinale o dei loro componenti e metaboliti possono essere un obiettivo per mitigare i difetti nella clearance dell'insulina, che possono essere rilevanti per il carico cumulativo di insulina e la progressione dell'obesità e del diabete di tipo 2".

Aggiornamento 10/9/2020

La mancanza di sonno potrebbe essere considerata un marker di futuro Alzheimer (AD). Durante il sonno il cervello si "pulisce" dalla β-amiloide, che, se non si dorme, tenderà ad accumularsi. "Il sonno può quindi rappresentare un possibile target preventivo e terapeutico nel modulare il rischio di AD e/o ritardare l'insorgenza dei sintomi di AD".

I coloranti per capelli sono inseriti nel gruppo dei probabili cancerogeni. Secondo una revisione degli studi non vi è prova certa che l' uso personale aumenti il rischio tumorale in generale. Un'associazione positiva è stata trovata per rischio di carcinoma basocellulare, alcuni tipi di cancro al seno, e cancro ovarico. Aumento del rischio di linfoma di Hodgkin in donne con capelli scuri, di carcinoma basocellulare in donne con capelli chiari. La genetica dell'N-acetiltransferasi (NAT1 e 2), enzima coinvolto nei processi di disintossicazione, potrebbe giocare un ruolo chiave

Aggiornamento 14/9/2020

Le piante producono fitochelatine, molecole in grado di difenderle dai metalli pesanti come il piombo. Queste molecole possono funzionare anche nell'uomo. L'aglio, secondo studi anche effettuati sull'uomo, può ridurre la quantità di piombo nei tessuti dovuta a intossicazioni croniche. Anche pomodori, tè, uva, frutti di bosco e cipolla hanno effetti simili, anche sul cadmio, e in generale un'alimentazione ricca di antocianine è benefica per ridurre gli effetti dell'esposizione a metalli pesanti

Aggiornamento 15/9/2020

Nei topi gli omega 3 ossidati (rancidi) esacerbano il danno epatico da alcol attraverso l'aumento della disbiosi intestinale, la permeabilità intestinale (stimolata soprattutto dall'alcol) e l'infiammazione epatica mediata dall'endotossina LPS. Scegliete bene i vostri integratori di omega 3 e non sottoponete il pesce a cotture eccessive.

Aggiornamento 26/9/2020

Gli antinutrienti, presenti in particolare negli alimenti vegetali, come fitati, lectine, tannini, fitoestrogeni, gozzigeni, ossalati, possono dare problemi ma solo in certi soggetti e in alcune condizioni specifiche (microbiota alterato, metodi di cottura/crudismo), e in generale non possono essere accusati di essere dannosi

Aggiornamento 4/10/2020

Perché l'alimentazione odierna favorisce l'aumento delle malattie non trasmissibili e a volte la sola dieta non è sufficiente a correggere i problemi? La scarsa quantità di fibra porta a perdita di specie batteriche benefiche che la sola dieta non sempre ripristina, e favorisce i degradatori di muco, che invece aumentano l'infiammazione.
"I processi industriali riducono significativamente la quantità di contenuto di MAC (carboidrati accessibili al microbiota, fibre in sostanza) nella dieta occidentale, rispetto al contenuto della dieta dei nostri antenati. Il basso consumo di MAC non solo ha impatti dannosi sul microbiota intestinale in particolare, ma anche sull'ospite nel suo insieme. Favorisce lo sviluppo di malattie e aumenta la mortalità, come dimostrato da studi preclinici e clinici. Il basso consumo di MAC nel corso delle generazioni porta alla completa scomparsa di ceppi batterici benefici in uno studio preclinico. [...] L'unico trattamento in grado di correggere questo “microbiota alterato” è costituito da interventi dietetici e probiotici combinati. Ciò potrebbe spiegare la scarsa efficacia dei trattamenti esclusivi con i probiotici negli esseri umani, poiché i probiotici potrebbero non crescere in un ambiente disbiotico, perché non abbinati a una dieta ricca in fibra. Pertanto, gli interventi dietetici insieme alla somministrazione di ceppi batterici benefici potrebbero essere un trattamento economico per gestire la maggior parte delle malattie dello stile di vita occidentali non trasmissibili" come asma, allergie, sindrome metabolica ecc.

Aggiornamento 5/10/2020

L'insufficienza renale (CKD) può essere caratterizzata dalla produzione di tossine uremiche, prodotte nell'intestino e entrate nella circolazione sanguigna, che il corpo (i reni in particolare) non riesce a smaltire. Migliorare le cattive abitudini alimentari potrebbe potenzialmente avere effetti positivi sulla CKD e sulle sue complicanze, nonché su malattie non trasmissibili come l'ipertensione e il diabete che contribuiscono a queste complicazioni. I fattori sottostanti interconnessi che accompagnano la CKD, come infiammazione, stress ossidativo, disfunzione mitocondriale e disbiosi intestinale, possono essere infatti tutti potenzialmente influenzati dall'assunzione di cibo. Un approccio "cibo come medicina" potrebbe essere utilizzato come nuova strategia che utilizzi nutrienti bioattivi per gestire il carico uremico nella malattia renale cronica. La disbiosi intestinale è associata a infiammazione e aumento del rischio cardiovascolare; prebiotici, probiotici, simbiotici e componenti alimentari, inclusi polifenoli, zuccheri e proteine, possono influenzare la diversità del microbiota intestinale e la produzione di tossine uremiche. I composti bioattivi naturali, compresi quelli presenti nella curcuma, nei broccoli, nei frutti di bosco, nella propoli e in altri alimenti, sono potenziali agenti terapeutici nutrizionali che potrebbero modulare l'espressione dei fattori di trascrizione pro-infiammatori e l'inflammasoma.
Invece nutrienti come gli zuccheri semplici raffinati e i grassi in eccesso influenzano negativamente il microbiota e favoriscono la disbiosi, la permeabilità intestinale e l'endotossemia. Alcuni composti sulfurei come la metionina favoriscono la disbiosi putrefattiva. Gli omega 3 aiutano a ripristinare la barriera, mentre l'olio di oliva extravergine promuove la salute microbica, al contrario dell'olio raffinato (privato dei polifenoli). Il consumo di alimenti ricchi di polifenoli (es. Uva, vino rosso, melagrana, aglio, caffè, tè verde, cioccolato, curcuma, frutti di bosco), e in particolare di composti polifenolici di origine vegetale, è associato a una minore mortalità nella popolazione generale. Poiché la loro biodisponibilità è bassa, la maggior parte dei polifenoli alimentari arriva al colon e di conseguenza può modulare la composizione e la funzione microbica intestinale. Tutti questo può modulare anche la funzione mitocondriale, che risulta alterata e meno efficiente nell'invecchiamento. Catechine, curcumina, fisetina, cinnamaldeide, allicina, proantocianidine, sulforafano, resveratrolo ecc sono tutti composti bioattivi con attività antiossidante e modulatrice del microbiota e dello stato redox.
Altri composti molto importanti sono i nitrati (barbabietola), che favoriscono la produzione di ossido nitrico, potente antinfiammatorio e vasodilatatore.
In conclusione, nonostante manchi la prova certa dell'evidenza sui trial, l'ipotesi di usare il cibo come medicina, in modo che "macronutrienti, micronutrienti e nutrienti bioattivi specifici che influenzano le vie biochimiche, sia separatamente che quando agiscono insieme come parte del cibo, abbiano il potenziale di influenzare la maggior parte delle malattie, in particolare quelle legate a disturbi metabolici come CKD, obesità e diabete, sembra ovvia e probabilmente evidente".

Aggiornamento 6/10/2020

Dopo anni (se non decenni) di discussione, in cui molti dentisti minimizzavano/smentivano e garantivano la sicurezza mentre alcuni avevano già intuito la pericolosità, la U.S. Food and Drug Administration ha finalmente preso posizione contro l'amalgama al mercurio per la cura delle carie dentali. Si chiarisce che il problema riguarda sottogruppi di popolazione, e se ne sconsiglia l'uso a "donne incinte e loro feti in via di sviluppo; donne che stanno pianificando una gravidanza; donne che allattano, loro neonati e bambini piccoli; bambini, in particolare quelli di età inferiore ai 6 anni; persone con malattie neurologiche preesistenti, come la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer o il morbo di Parkinson; persone con funzionalità renale compromessa; e quelli che sono noti per avere una maggiore sensibilità al mercurio o ad altri componenti dell'amalgama dentale". Per un semplicissimo principio di precauzione andrebbero semplicemente eliminate visto che al giorno d'oggi abbiamo altri materiali a disposizione.
"Il mercurio è un noto agente tossico per il sistema nervoso e l'esposizione a lungo termine ad alte dosi di mercurio, come può verificarsi in alcuni contesti professionali, può essere associata a segni o sintomi come:

Disturbi dell'umore (ad esempio ansia, depressione, irritabilità)
Difficoltà o disturbi del sonno
Stanchezza (sensazione di stanchezza)
Problemi o disturbi della memoria
Tremori
Difficoltà con la coordinazione
Problemi visivi
Problemi nell'udito
Danno renale"
e possono essere proporzionali all'esposizione (e quindi al numero di otturazioni).

Aggiornamento 7/10/2020

Le diete basate sulle varianti genetiche stanno iniziando a produrre alcuni dati importanti che sarà interessante utilizzare in futuro. In questo studio si è visto che l'esito a medio-lungo termine è migliore rispetto alla dieta chetogenica. Tra i geni tenuti in considerazione, quelli per l'espressione di PPAR, sensibilità ai carboidrati, ai grassi saturi, metabolismo detox, caffeina, MTHFR, GPX, infiammazione

Aggiornamento 11/10/2020

Esiste un legame tra steatosi di vario grado, quindi malfunzionamento del fegato, dei suoi mitocondri, lipogenesi, alterato ritmo e smaltimento degli ormoni, resistenza insulinica ecc e malattie psichiatriche

Aggiornamento 21/10/2020

La micotossina AFB1, prodotta da Aspergillus e presente in molti alimenti, viene metabolizzata in un composto epatotossico e cancerogeno, in particolare in caso di infezione da virus dell'epatite. Nei bambini può portare a blocco della crescita, interferendo con l'assorbimento dei nutrienti, il loro utilizzo, e gli ormoni della crescita. Ha inoltre effetto di soppressione del sistema immunitario. Le principali fonti alimentari sono: cereali, arachidi, spezie, frutta essiccata. In uno studio del 2012 l'8% circa dei cereali italiani è risultato positivo per questa tossina. Un'altra via di esposizione è lavorativa (lavoro nella produzione di mangimi e simili). Alcuni metodi di decontaminazione sono chimici e fisici, ma anche i batteri possono ridurne la quantità, e questo forse avviene anche nell'intestino.

Aggiornamento 25/10/2020

Quando si scrive che per la disintossicazione bastano fegato e reni, non si è precisi. Un microbiota in ordine è altrettanto importante.
"... Abbiamo da tempo compreso l'importanza dei batteri nelle reazioni di biotrasformazione e diversi studi hanno recentemente evidenziato l'importanza sia dei batteri nell'ambiente che dei nostri microbi intestinali sulla biotrasformazione di sostanze chimiche ambientali importanti per la salute umana..."
"... [Direttamente] cinque famiglie enzimatiche di origine microbica intestinale (azoreduttasi, nitroreduttasi, β-glucuronidasi, solfatasi e β-liasi) sono state identificate come attori chiave nel metabolismo di molte sostanze chimiche ambientali..." In questo modo il microbiota modula la tossicità, e la funzione è particolarmente importante in gravidanza, vista la sensibilità del feto alle sostanze. che possono oltrepassare la placenta.
"... In quanto tali, questi a loro volta aumenteranno il rischio di alcuni disturbi nelle donne, come aborto spontaneo, interruzione della gravidanza e parto pretermine, nonché tumori del tratto riproduttivo e disfunzioni e disturbi metabolici, cardiovascolari e respiratori…"
L'esposizione a sostanze tossiche può così aumentare il rischio di asma, allergie, obesità, disordini neurocomportamentali, e negli adulti predisporre per le malattie cardiovascolari, metaboliche, tumorali ecc.

Aggiornamento 27/10/2020

Quando si ha steatosi epatica (fegato grasso), i mitocondri degli epatociti soffrono di disfunzione e non producono energia a sufficienza. "Studi sui topi mostrano una diminuzione della sintesi di ATP nel fegato grasso fino al 30% rispetto ai topi sani. Semplicemente non si può adeguatamente produrre acidi biliari, attivare vitamine, disintossicare le tossine ambientali e fare tutte le cose meravigliose che fa il fegato con solo il 70% della sua energia".

Aggiornamento 28/10/2020

Le tossicità di molti additivi, come biossido di titanio e altre nanoparticellle contenenti metalli sono ancora allo studio, per il loro effetto su microbiota, fegato, intestino e capacità di passare la barriera ematoencefalica e la capacità di creare stress ossidativo

Aggiornamento 1/11/2020

La Beta-glucuronidasi è un enzima presente in molti batteri, che favorisce la trasformazione di composti inerti in tossici per l'uomo e interferisce col metabolismo dei farmaci. Se un farmaco funziona bene o no può dipendere dai batteri. Solo che... La glucuronidasi della flora commensale (lattobacilli e simili) non porta alla formazione di composti tossici, mentre quella della flora opportunistica (enterobatteri ecc) sì. Ancora una volta il microbiota può fare la differenza

Aggiornamento 4/11/2020

"L'invecchiamento con uno apporto alimentare privo di nutrienti e uno stile di vita sedentario alterano la composizione microbica intestinale modulando il rilascio di mediatori infiammatori derivati ​​dall'intestino che portano alla patogenesi della malattia di Alzheimer (AD). L'alterazione del microbiota intestinale influisce in modo significativo sul meccanismo infiammatorio e causa neuroinfiammazione, danno neuronale e morte neuronale nell'AD. Il microbiota intestinale contribuisce alla patogenesi dell'AD tramite (la non rimozione dell') amiloide, LPS e altre endotossine. L'amiloide batterica induce il ripiegamento errato e l'aggregazione dell'amiloide endogena. Le endotossine come LPS stimolano le cellule microgliali aumentando la risposta infiammatoria nel sistema nervoso centrale, che attiva altre cellule microgliali e astrociti associati aumentando la neurotossicità e l'alterata clearance dell'amiloide. Pertanto, il ripristino del microbiota intestinale sano tramite l'integrazione di probiotici potrebbe fornire un nuovo approccio per la prevenzione e la gestione dell'AD. Studi clinici sull'uomo hanno anche rivelato che gli interventi con probiotici hanno migliorato la memoria e ridotto l'infiammazione e lo stress ossidativo nell'AD e nei soggetti con deficit cognitivo lieve. Studi più grandi sono necessari per confermare l'efficacia".

Aggiornamento 11/11/2020

La luce influenza il lavoro della tiroide, e non dormire adeguatamente riduce gli ormoni tiroidei. Se vi lamentate del metabolismo lento iniziate a dormire secondo natura e spegnere gli schermi a una certa ora. "Le interrelazioni tra l'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e la struttura del sonno sono considerazioni importanti nella gestione dei pazienti con disturbi della tiroide e del sonno"

L'esposizione a composti volatili plastici presenti nella polvere o negli oggetti di tutti i giorni interferisce col microbiota

Aggiornamento 22/11/2020

Qualcuno vi ha mai detto che, a seconda dei metodi di cottura e del cibo, si formano più o meno AGEs, sostanze glicate che infiammano il corpo e influenzano negativamente il metabolismo, sia energetico che immunitario? No, vi dicono solo "è la dose che fa il veleno" e "non esistono cibi buoni e cibi cattivi", fermi al 19° secolo della nutrizione.
"Sulla base dell'attuale conoscenza, le linee guida generali per ridurre il consumo di AGEs possono includere: (1) scegliere cibi a basso contenuto di AGEs, ad esempio cereali integrali, latte e carne meno lavorati, verdura e frutta; (2) evitare o ridurre prodotti alimentari industriali, ad esempio carni e cereali processati, formaggi, snack e bevande zuccherate; (3) applicare procedure di cottura con acqua, ovvero bollitura, cottura a vapore e stufatura, invece di metodi di riscaldamento a secco ad alta temperatura, ovvero frittura, cottura al forno, arrosto e grigliatura; (4) adottare abitudini di vita sane, compreso limitare il fumo e l'assunzione di alcol e praticare attività fisica.
Anche marinatura e uso di spezie possono ridurre la formazione di AGEs.

Aggiornamento 4/12/2020

L'acqua potabile che attraversa tubi arrugginiti si arricchisce di cromo esavalente, una sostanza molto dannosa

Aggiornamento 13/12/2020

La malattia di Hashimoto è strettamente correlata alle predisposizioni genetiche, che sotto l'influenza di fattori ambientali (come esposizione a metalli pesanti, tossine, compresi gli interferenti endocrini, come bisfenoli, ftalati, farmaci e altri come stress, mimetismo molecolare, infezioni, stress ossidativo), portano alla stimolazione dell'attività del sistema immunitario, alla perdita della propria tolleranza e allo sviluppo del processo autoimmune. I fattori dietetici possono essere considerati come parte dei fattori ambientali, che sono a portata di mano e la possibilità di modificare ogni paziente, che - come risulta dall'analisi nutrizionale dei pazienti con tiroidite di Hashimoto - è insufficiente e richiede l'analisi e il supporto di un professionista qualificato. Nel caso della malattia di Hashimoto, si può osservare un'assunzione inadeguata o una malnutrizione con i seguenti nutrienti: ferro, zinco, magnesio, selenio, assunzione eccessiva o insufficiente di iodio, vitamina A, vitamina D, vitamine antiossidanti e vitamine del gruppo B, nonché la qualità e la quantità appropriate di acidi grassi omega-3. Ai pazienti con celiachia o altre forme di intolleranza al glutine deve essere consigliato di seguire una dieta priva di glutine. Carenze nutrizionali e infiammazioni croniche accompagnate da disbiosi intestinale indicano abitudini alimentari malsane, compreso un apporto inadeguato di verdura, frutta, cibo che supporta il potenziale antiossidante del plasma e del corpo. Il miglioramento di questi aspetti della nutrizione migliora lo stato nutrizionale dei pazienti e supporta la terapia della malattia. Secondo le raccomandazioni di alcuni giornali scientifici, la dieta dovrebbe essere ricca di alimenti nutrizionalmente densi e povera di alimenti industriali

Aggiornamento 17/12/2020

La vitamina E è efficace nella gestione della steatosi epatica

Il post continua qui per problemi nell'editing di Blogger 😝

Nessun commento:

Posta un commento