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giovedì 7 settembre 2017

La trappola della perdita di peso: perché la tua dieta non funziona


Libera traduzione di stralci di un articolo apparso sul Time sull'importanza di personalizzare la dieta:


"La dieta migliore per te è molto probabile che non sia la migliore per il tuo vicino. Le risposte individuali a diverse diete - da basso contenuto di grassi e vegan a basso contenuto di carboidrati e paleo - variano enormemente". "Alcune persone con un programma di dieta perdono 60 libbre (circa 27kg) e lo mantengono per due anni e altre persone seguono lo stesso programma religiosamente e aumentano 5 libbre (circa 2kg)", dice Frank Sacks, ricercatore sulla perdita di peso e professore di prevenzione delle malattie cardiovascolari all'Harvard T.H. Chan School of Public Health. "Se riusciremo a capire perché, il potenziale per aiutare le persone sarà enorme". Nel mentre oltre l'80% delle diete non mantiene il risultato sul lungo periodo.




"Hill, Wing e i loro colleghi sono d'accordo che forse la lezione più incoraggiante da raccogliere dal loro registro (di persone che hanno perso peso NDT) è la più semplice: in 10.000 persone che hanno perso peso nella vita reale, non ci sono due persone che lo hanno fatto in modo simile".

"In una pubblicazione di agosto 2016 pubblicata nella rivista Lancet, Freedhoff e Hall (il re delle calorie, NDT) hanno invitato congiuntamente la comunità scientifica a dedicare più tempo a capire come i medici possano aiutare le persone a sostenere stili di vita sani e meno su quale sia dieta migliore per la perdita di peso".

Un'altra area che ha eccitato alcuni scienziati è la questione di come l'aumento di peso sia legato a prodotti chimici a cui siamo esposti tutti i giorni -  come il bisfenolo A (BPA) trovato nei contenitori di cibo in scatola e di scontrini, ritardanti di fiamma in divani e materassi, in residui di antiparassitari sul nostro cibo e gli ftalati trovati in plastica e cosmetici. Ciò che queste sostanze chimiche hanno in comune è la loro capacità di imitare gli ormoni umani e alcuni scienziati temono che possano causare danni al delicato sistema endocrino, favorendo lo stoccaggio di grassi.
"Il vecchio paradigma è che la povera dieta e la mancanza di esercizio sostengano l'obesità, ma ora capiamo che le esposizioni chimiche rappresentano un terzo fattore importante nell'origine dell'epidemia di obesità", afferma il dottor Leonardo Trasande, professore associato di pediatria, medicina e salute della popolazione alla scuola di medicina dell'Università di New York. "Le sostanze chimiche possono alterare gli ormoni e il metabolismo, e possono contribuire alla malattia e alla disabilità".

Un'altra  frontiera che gli scienziati  stanno esplorando è come il microbioma - i trilioni di batteri che vivono all'interno e sulla superficie del corpo umano - può influenzare il modo in cui il corpo metabolizza determinati alimenti. I dottori Eran Elinav e Eran Segal, ricercatori del progetto di Nutrizione Personalizzata presso l'Istituto di Scienze Weizmann in Israele, ritengono che la variazione nel successo della dieta può essere nel modo in cui i microbi delle persone reagiscono a diversi alimenti.
In uno studio del 2015, Segal e Elinav hanno dato 800 dispositivi per uomini e donne che misurano i loro livelli di zucchero nel sangue ogni cinque minuti per un periodo di una settimana. Hanno riempito i questionari sulla loro salute, fornito campioni di sangue e  i loro microbiomi sono stati sequenziati. Hanno anche usato un'applicazione mobile per registrare la loro assunzione di cibo, il sonno e l'esercizio fisico.
Hanno trovato che i livelli di zucchero nel sangue variano ampiamente tra le persone dopo aver mangiato, anche quando mangiavano lo stesso pasto. Ciò suggerisce che le raccomandazioni generiche sui come mangiare potrebbero essere prive di significato. "È stata una grande sorpresa per noi", dice Segal.

I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo per ciascuna persona nella sperimentazione utilizzando i dati raccolti e hanno scoperto che potrebbero prevedere in modo preciso la risposta della glicemia di una persona a un determinato cibo sulla base del loro microbioma. Ecco perché Elinav e Segal credono che la prossima frontiera nella scienza della perdita di peso sia nell'intestino; ritengono che il loro algoritmo possa aiutare i medici a prescrivere diete altamente specifiche per le persone in base a come rispondono a cibi diversi.

Aggiornamento 13/9/2017


Chi ha un alto rapporto tra Prevotella Bacteroidetes (quindi maggioranza dei primi rispetto ai secondi) ha più possibilità di dimagrire con una dieta ricca in cereali
Aggiornamento 7/10/2017

Più sale l'infiammazione, più sale la resistenza insulinica, meno ci si libera del grasso sottocutaneo.

Aggiornamento 23/11/2017

Perdere peso riduce effettivamente la mortalità cardiovascolare e tumorale.

Aggiornamento 20/1/2018

Anche piccole variazioni di peso possono essere messe in relazione con forti cambiamenti nel profilo microbico, proteico, molecolare, infiammatorio. 

Tornando al peso precedente, spesso si sono recuperate le specie microbiche perse, nel breve periodo almeno.

Aggiornamento 28/4/2018
Difetti nell'autofagia sono comuni nell'obesità, e possono essere uno dei motivi per cui non si dimagrisce solo tagliando le calorie (alterazione delle vie metaboliche che coinvolgono mTOR, AMPK, reticolo endoplasmatico, mitocondri, aminoacidi ramificati ecc.
Aggiornamento 20/5/2018

L'alcol riduce la sintesi proteica muscolare bloccando mTOR, sia in acuto che in cronico, e l'effetto dura molto tempo.
Aggiornamento 17/6/2018

Le persone con una certa variante del gene APOA2 (implicato nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo) tendono a ingrassare e avere malattie cardiovascolari con una dieta ricca in grassi saturi
Queste persone probabi.mente non hanno buoni risultati con dietachetogenica, lowcarb o paleodieta
Aggiornamento 20/6/2018
Un test sul sangue ci dirà se una persona segue la dieta o no.
Tempi duri per i bugiardi!
Aggiornamento 26/6/2018
La dieta migliore per te è quella che riesci a seguire
Aggiornamento 19/7/2018

La glicemia costantemente alta, come capita in caso di diabete, di infiammazione o dopo i pasti, blocca AMPK, una proteina che, tra le altre cose, attiva TET2, un soppressore dei tumori. Stare sempre a stomaco pieno favorisce quindi i tumori, mentre i digiuni fatti in modo adeguato possono ridurre la proliferazione cellulare.
Questo è uno dei motivi che lega diabete e tumori.


Aggiornamento 26/8/2018

In un modello animale, nonostante la perdita di peso, il digiuno può peggiorare il quadro metabolico e favorire l'insorgere del diabete. Questo capita tramite alterazione degli ormoni, soprattutto di quelli correlati con fame e sazietà
Aggiornamento 26/11/2018

La "non dieta" è un approccio che può funzionare

Aggiornamento 3/12/2018

La convenienza ad usare una dieta con pochi grassi o con pochi carboidrati per dimagrire dipende dalla soggettiva sensibilità al glucosio e all'insulina
Aggiornamento 8/12/2018

Spesso si ritiene l'alcol un nutriente che non crea problemi. Ma l'alcol apporta calorie vuote, ed è un cancerogeno certo. Risulta sempre un qualcosa di troppo, e nessuno ha stabilito una soglia di alcol che non sia dannosa. Questo studio dimostra come eliminare gli alcolici possa essere una delle chiavi per il mantenimento della perdita di peso a lungo termine, soprattutto nei diabetici

Aggiornamento 14/1/2019

Alcune persone (poche in verità) riescono a perdere peso stabilmente, mentre molte recuperano i kg persi spesso anche con gli interessi. Il successo nella dieta, secondo questo studio, può essere correlato alla quantità di carnitina legata agli acidi grassi circolante nel sangue. La carnitina è una sostanza che facilita l'ingresso dei grassi nei mitocondri dove verranno ossidati per produrre energia. In seguito a un deficit calorico, questo passaggio viene inibito, in modo da favorire il recupero del peso e i grassi vengono prevalentemente immagazzinati e non più ossidati efficientemente.

PS sconsiglio di andare a integrare la carnitina perché i trial non hanno mai dato esiti buoni.

Aggiornamento 22/1/2019
Negli adulti solo l'8% circa degli adipociti si rinnova durante l'anno, con morte e sostituzione con nuovi adipociti. Il tessuto sottocutaneo addominale risponde prevalentemente con ipertrofia, mentre quello femorale con iperplasia.
Gli adipociti hanno un ruolo fondamentale nella tendenza al recupero del peso dopo dimagrimento. Infatti il dimagrimento determina uno "stress" in queste cellule, che provoca modificazioni nella loro funzione che servono a favorire il recupero del peso. Questi meccanismi sono dovuti al principio evoluzionistico di salvaguardia del grasso che ci permette di affrontare i periodi di carenza di cibo. Tra di essi, un aumento dell'infiammazione (e non una riduzione come a volte si pensa), alterazione delle citochine (messaggeri locali) secrete, rimodellamento della matrice extracellulare, ipossia, riduzione della funzione mitocondriale, della conversione di grasso bianco in bruno, della lipolisi (rilascio di grassi), rilascio di microRNA, molecole capaci di influenzare il metabolismo.
Per prevenire il recupero del peso, l'esercizio fisico e la dieta antinfiammatoria appaiono quindi importanti. Alcuni nutraceutici come resveratrolo, omega 3 e CLA possono avere un effetto, ma non sono testati su grandi numeri.
Aggiornamento 28/1/2019
Una piccola rivincita di quelli che dicono "se sei magro è tutta genetica". Alcuni ricercatori hanno individuato numerosi geni correlati con la magrezza (oltre a qualcun altro correlato con l'obesità). Il professor Sadaf Farooqi ha detto in una dichiarazione: "È facile correre a giudicare e criticare le persone per il loro peso, ma la scienza dimostra che le cose sono molto più complesse. Abbiamo molto meno controllo sul nostro peso di quanto potremmo pensare. " "Sappiamo già che le persone possono essere magre per motivi diversi", afferma il professor Farooqi. "Alcune persone non sono interessate al cibo, mentre altre possono mangiare quello che vogliono, ma non ingrassare mai. Se riusciamo a trovare i geni che impediscono loro di ingrassare, potremmo essere in grado di influenzare quei geni per trovare nuovo strategie per la perdita di peso e aiutare le persone che non hanno questo vantaggio ". "Questa ricerca mostra per la prima volta che le persone sane e magre sono generalmente magre perché hanno un numero inferiore di geni che aumentano le probabilità di sovrappeso e non perché sono moralmente superiori, come alcuni suggeriscono". Fermo restando che lo stile di vita è efficace nel prevenire l'aumento di peso, per molte persone mantenere un peso sano è più difficile senza rinunce.

Aggiornamento 1/2/2019
Sono state scoperte le cellule responsabili del metabolismo lento 😆😆
Sono dei linfociti T che producono integrina β7 (IELs), e sono un punto di raccordo tra immunità e metabolismo energetico, agiscono bloccando l'ormone GLP-1. I topi che possiedono molte di queste cellule tendono ad accumulare più grasso e ad avere più problemi dismetabolici (iperglicemia, ipertensione ecc). Invece quelli con poche di queste cellule possono mangiare a volontà senza aumentare di peso.
Il ricercatore Swirski ha commentato "Ora abbiamo molte domande da indagare - come queste cellule limitano la disponibilità di GLP-1, se le persone con un metabolismo più elevato hanno meno IELs, come la funzione delle cellule può cambiare nel corso di un giorno o della vita e di conseguenza il metabolismo, e se il blocco di queste cellule può essere utile nel trattamento di obesità, diabete, ipertensione e aterosclerosi. "

Aggiornamento 4/3/2019
Le cause dell'obesità sono più complesse di quanto si pensi, e dare la colpa al paziente è troppo facile e riduttivo.
"Incolpare il cibo di causare l'obesità è come incolpare l'assunzione di acqua per l'edema (ritenzione di liquidi). Così come esiste un sistema che bilancia i liquidi, ne esiste uno che bilancia i nutrienti (o calorie, in maniera semplificata). Un individuo con una compromissione del bilancio energetico troverà più facile aumentare di peso con un cibo denso di energia rispetto ad un altro individuo che mangia lo stesso cibo che non ha una compromissione del bilancio energetico.
I cibo in sé non causa l'obesità, ma il cibo consente all'obesità di manifestarsi, proprio come l'acqua consente al difetto nelle funzioni cardiache o renali di esprimere edema, o come un carico di glucosio consente l'individuazione di un difetto nel metabolismo glucidico nella diagnosi del diabete.
Sebbene l'obesità abbia molte cause, il suo attuale trattamento prevede la creazione di un deficit energetico riducendo l'assunzione di cibo. Il fatto che la riduzione dell'assunzione di cibo possa produrre perdita di peso è spesso considerata la prova che l'obesità è causata dal cibo. Tuttavia, ciò non dimostra il suo ruolo nel causare l'obesità. Spesso, causa e trattamento non sono due facce della stessa medaglia. Un'esposizione eccessiva alle radiazioni UV può contribuire al cancro della pelle, ma il suo trattamento non prevede il posizionamento di una persona in una stanza buia, al riparo dalla luce solare.
Il bilancio energetico, soprattutto a lungo termine, non dipende dalla volontà. 
Un malinteso popolare è che l'aumento di peso può essere previsto utilizzando una semplice quantità di calorie: se guadagni mezzo kg, hai introdotto 3500 calorie in più del tuo fabbisogno.

Non proprio. Lo studio "Vermont prisoner" è stato uno dei primi studi che mostra quanto sia difficile rendere i partecipanti disposti ad aumentare di peso grazie alla sovralimentazione forzata. Sebbene convenzionalmente si calcoli che 3500 calorie in eccesso portano a mezzo kg di aumento di peso, questi partecipanti hanno richiesto un surplus di calorie molte volte maggiore per ottenere 2kg.

Bouchard e colleghi hanno riportato un altro esempio così convincente. Hanno arruolato due partecipanti gemelli che sono stati sottoposti a un overfeeding forzato di 84 giorni. Sotto costante monitoraggio e sorveglianza, i partecipanti hanno ricevuto un surplus di 1000 kcal al giorno.

L'aumento di peso calcolato atteso durante lo studio era di 12 kg. Invece l'effettivo aumento di peso  è stato tra i 5 e i 15 kg. Nonostante l'identica assunzione di cibo in eccesso, alcuni individui erano molto resistenti allo stoccaggio di energia in eccesso, mentre altri avevano una fisiologia molto favorevole per aumentare di peso.
Il corpo ha dei meccanismi per resistere ai cambiamenti nei depositi di energia del corpo, che possono deviare dalle "aspettative matematiche" basate sui calcoli nell'assunzione di calorie. Leibel e colleghi  hanno dimostrato che i corpi sovralimentati hanno resistito all'aumento di peso rispondendo con un  aumento del tasso metabolico.
In alternativa, in caso di  dieta dimagrante, il tasso metabolico si è  ridotto e la perdita di peso è stata contrastata. Questi studi suggeriscono che meccanismi al di là del controllo volontario di una persona regolano le riserve di energia e possono rendere più facile o più difficile per i diversi individui aumentare di peso (o perderlo).
Non è solo una questione di forza di volontà. Se ci venisse chiesto di ridurre la frequenza di respirazione a 10 volte al minuto invece dei soliti 16-18, saremo certamente in grado di rispettare. La domanda cruciale è, per quanto tempo?
Allo stesso modo, è un compito arduo aspettarsi che una persona mangi sostanzialmente meno di ciò che il cervello, l'intestino e la fisiologia della persona stanno chiedendo, per mesi e anni. Questo non è un problema di forza di volontà solo per pochi eletti; è irrealistico e insostenibile per la maggior parte degli individui.
Così come per ogni tipo di tumore esiste un trattamento diverso, esistono diversi tipi di obesità  ed eccesso di adipe, con diverse cause. " Le obesità" richiedono che le varie cause e  siano identificate per un trattamento efficace.
Gli attuali trattamenti per l'obesità comprendono la gestione della dieta e dello stile di vita, alcuni trattamenti farmacologici e la chirurgia bariatrica. Si tratta di approcci di trattamento generico indipendentemente dalla causa. Se le singole cause dell'obesità dovessero essere correttamente identificate, il trattamento potrebbe essere diretto alle cause specifiche, che potrebbero essere più efficaci degli approcci attuali.

Aggiornamento 7/3/2019

Il trattamento con melatonina migliora sonno, umore e ansia, parametri metabolici (insulina, sensibilità all'insulina, colesterolo, espressione genica di PPAR e recettore LDL) in donne con PCOS (ovaio policistico). Ma forse è solo l'effetto del sonno ritrovato!

Aggiornamento 2/4/2019


L'attività fisica appare più importante della dieta per mantenere il peso perso. "I risultati rivelano chi ha mantenuto la perdita di peso si basa più sull'attività fisica che sulla restrizione cronica alimentare per rimanere in equilibrio energetico ed evitare il recupero di peso".

Aggiornamento 5/5/2019

Un articolo sul legame tra interferenti endocrini e obesità infantile

Aggiornamento 5/6/2019
Una scoperta può aiutarci a capire se le persone hanno convenienza a utilizzare una dieta con pochi carboidrati o meno.
Un gene, CLTCL1, che codifica per una proteina che modula l'effetto dell'insulina sui carboidrati, può avere una mutazione. Questa mutazione si è probabilmente diffusa dopo che la specie umana ha iniziato a utilizzare l'agricoltura, ed è quindi passata a diete con più alto quantitativo glucidico rispetto a quelle da cacciatore-raccoglitore.
"I ricercatori dicono che mentre questa variante genetica non gioca un ruolo diretto nello sviluppo del diabete, avere la variante più antica può rendere le persone più suscettibili a sviluppare il diabete, e può anche esacerbare la resistenza all'insulina coinvolta nel diabete [con le diete moderne]".
"La versione precedente di questa variante genetica probabilmente era utile ai nostri antenati in quanto avrebbe aiutato a mantenere livelli più elevati di zucchero nel sangue durante i periodi di digiuno, in tempi in cui non avevamo un accesso così facile ai carboidrati, e questo ci può aver aiutato ad evolvere il nostro cervello", ha detto un autore, il dott. Matteo Fumagalli.
La mutazione è più diffusa tra le popolazioni occidentali ed è molto rara tra le tribù di cacciatori-raccoglitori moderne.
Aggiornamento 8/6/2019
Anche la SIE (Società Italiana di Endocrinologia) ha emesso le sue linee guida sulla dieta chetogenica dimagrante. Tra di esse, non far durare il periodo più di 3 mesi, con eventuale alternanza di periodi di reintroduzione dei carboidrati. È consigliabile prima degli interventi bariatrici, in caso di diabete di tipo 2, ipertrigliceridemia, steatosi epatica, problemi cardiovascolari come ipertensione e insufficienza cardiaca (dopo appropriato esame dei fluidi corporei e funzione cardiaca), ipogonadismo, ovaio policistico, peri- e post-menopausa. obesità pediatrica con epilessia, in alcuni problemi tipici dell'anziano come obesità sarcopenica, Alzheimer e Parkinson (alcune forme), e non crea perdita di muscolo o di osso.
Le proteine di tipo whey e di origine vegetale sembrano avere migliore impatto sul microbiota rispetto alle altre di origine animale.

Aggiornamento 13/6/2019

Uno studio compiuto su migliaia di gemelli dimostra che le linee guida dietetiche classiche e uguali per tutti siano troppo semplicistiche e che un approccio personalizzato alla nutrizione possa fornire migliori benefici a lungo termine per la salute.
I ricercatori hanno misurato i livelli ematici di zucchero, insulina e lipidi in risposta a pasti specifici, incrociandoli con i dati su attività, sonno, fame e batteri intestinali (microbioma) in migliaia di partecipanti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, per lo più coppie di gemelli.
"I risultati rivelano un'ampia variazione nelle risposte del sangue agli stessi pasti nelle diverse persone, sia che contenessero carboidrati o grassi.
Ad esempio, alcuni partecipanti hanno avuto aumenti rapidi e prolungati della glicemia e dell'insulina, che sono legati all'aumento di peso e al diabete. Altri avevano livelli di grasso che hanno raggiunto il picco e persistevano nel flusso sanguigno ore dopo un pasto, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Questa risposta era dovuta solo parzialmente a motivi genetici, visto che cambiava anche tra gemelli. La variabilità era quindi attribuibile anche al microbiota.
Sorprendentemente, le proporzioni di nutrienti come grassi, proteine e carboidrati elencati nelle etichette degli alimenti spiegano meno del 40% delle differenze tra le risposte nutrizionali degli individui ai pasti con quantità simili di calorie. Ci sono anche grandi differenze nelle risposte agli stessi pasti a seconda dell'ora del giorno in cui vengono mangiati.
I risultati suggeriscono che le differenze personali nel metabolismo dovute a fattori come il microbioma intestinale, la tempistica dei pasti e l'esercizio fisico sono  importanti quanto la composizione nutrizionale degli alimenti, sostenendo l'idea che la semplice etichettatura nutrizionale  è insufficiente per valutare il cibo".
È stato così messo a punto un algoritmo (dalla società ZOE) che può prevedere in base ai parametri personali quale sia l'alimentazione più appropriata
Il dott. Andrew Chan, professore di medicina presso la Harvard Medical School e  gastroenterologo del Massachusetts General Hospital, ha dichiarato: "È rassicurante che il nostro corredo genetico spieghi solo parzialmente come il nostro organismo risponde al cibo, sottolineando che il nostro metabolismo non è fisso - abbiamo il potere di cambiarlo. Una strada eccitante è quella di adattare le nostre diete ai batteri nel nostro intestino che ci aiuta a metabolizzare i nutrienti ".
"Per la maggior parte di noi, il cibo che mangiamo è la medicina più importante che prendiamo, eppure siamo tutti profondamente confusi su ciò che è buono per noi. Crediamo che unire scienza e intelligenza artificiale possa aiutarci, comprendendo per la prima volta le nostre risposte individuali al cibo ", ha detto il co-fondatore e CEO di ZOE, Jonathan Wolf.
Aggiornamento 21/7/2019

Oltre ai noti EDC, interferenti endocrini, definiti come "sostanze chimiche esogene, o miscela di sostanze chimiche, che possono interferire con qualsiasi aspetto dell'azione ormonale", esistono anche gli MDC, metabolic disrupting chemicals, sostanza capaci di interferire con l'azione dei mitocondri, riducendo capacità di produzione energetica, duplicativa, e aumentando lo stress ossidativo (produzione di ROS).

Sono sia sostanze naturali (soprattutto metalli come cadmio e arsenico) che sintetiche, come pesticidi (tra cui il famoso chlorpyrifos), tributilstagno, BPA, atrazina, PFO, ftalati, diossine ecc.
Queste sostanze causano diabete interferendo con la normale bioenergetica dei mitocondri.
Aggiornamento 1/9/2019
Secondo una metanalisi che ha incluso 8 studi che confrontavano la paleodieta (PD) con diete standard, La PD ha ridotto gli indici antropometrici (peso, BMI, circonferenza addominale e percentuale di grasso corporeo), la pressione sanguigna, il profilo lipidico (colesterolo totale, LDL, trigliceridi; aumento del colesterolo HDL) e le concentrazioni circolanti di PCR (infiammazione). Gli autori però precisano che includendo altri studi i risultati si ridimensionano, e che non ci sono ancora trial sufficientemente affidabili per delle conclusioni definitive.
Aggiornamento 8/9/2019
Quali sono le caratteristiche delle persone magre "di costituzione", quelle che anche volendo hanno difficoltà a ingrassare?
I loro adipociti hanno più mitocondri e consumano più grassi, e hanno più "cicli futili" (costruzione e catabolismo di molecole, apparentemente senza senso ma in realtà consumano energia).
Aggiornamento 18/9/2019
La dieta vegana senza restrizione calorica può portare a perdita di peso e miglioramento della sensibilità insulinica aumentando la quantità di un batterio particolarmente importante per il metabolismo, Faecalibacterium prausnitzii.
Aggiornamento 21/9/2019
Un medico di Harvard si è presa la briga di revisionare le diverse diete e la loro efficacia nella perdita di peso, trovando discrete evidenze su tutte e in particolare la mediterranea. Anche la vegana e la paleo possono funzionare. Anche il digiuno intermittente e altre forme di restrizione temporale hanno iniziale evidenza.
Alcune possono portare a carenze ed essere sbilanciate se non fatte bene, ma in generale non esiste una dieta ideale per tutti, va considerata la qualità dei cibi e, a livello termodinamico, è necessario avere un deficit energetico (che non significa necessariamente mangiare poco). Trovare una dieta idonea che possa essere seguita facilmente (aderenza) è fondamentale per il successo.
Aggiornamento 1/11/2019
Negli USA la situazione dell'obesità infantile è così tragica che i pediatri raccomandano la chirurgia bariatrica per l'obesità severa anche negli adolescenti.
Nonostante si sia specificato "[...]Giusto per essere chiari, l'Accademia continua assolutamente a sostenere gli sforzi per migliorare l'accesso al cibo sano e l'attività fisica per tutti i bambini. La chirurgia per la perdita di peso non è mai stata pensata come una strategia di salute pubblica", si è arrivati a questo livello, perché purtroppo "abbiamo scoperto che è molto improbabile che i bambini con grave obesità invertano la loro obesità nell'età adulta attraverso i tradizionali cambiamenti comportamentali e dello stile di vita". L'indicazione è non prima dei 14 anni. In Italia abbiamo i bambini tra i più grassi d'Europa, e ancora si dubita se prendere provvedimenti
Aggiornamento 4/11/2019

Il peso corporeo è regolato da un complesso sistema neuro-ormonale. "In sostanza, i segnali coinvolti nella regolazione omeostatica dell'assunzione di cibo, del bilancio energetico e del peso corporeo sono integrati centralmente nel nucleo arcuato dell'ipotalamo, nel tronco cerebrale caudale e in parti della corteccia e del sistema limbico". La spesa energetica viene adattata all'introduzione di cibo.
È stato suggerito che, piuttosto che qualcosa di "sbagliato" nel controllo omeostatico dell'assunzione di cibo, il sistema non è sufficientemente calibrato per far fronte a cambiamenti ambientali radicali e, quindi, "sopraffatto" in modo che il sistema edonistico diventa una forza trainante per spingere al consumo eccessivo.
I grassi saturi sono un esempio di nutriente che infiamma l'ipotalamo e ne altera la funzione.
In particolare il sistema si attiva per favorire il recupero del peso perso in seguito a restrizione calorica, aumentando l'appetito, riducendo la sazietà e il consumo energetico.
In questo modo solo una dieta "amica" dell'ipotalamo, che riduca l'infiammazione e favorisca la sazietà, senza stimolare le vie edonistiche, può avere successo nel lungo termine. Decidere di dimagrire sul lungo termine è come decidere per quanto trattenere il fiato o quando far battere il cuore.
In tabella i fattori ambientali che favoriscono l'aumento di peso.
Le donne che tendono ad avere meno sazietà hanno più difficoltà a dimagrire e preferiscono il cibo spazzatura, ma mangiando preferibilmente alimenti a bassa densità calorica ma nutrienti (cibi non processati) possono comunque avere risultati
Aggiornamento 9/11/2019
La "fotobiomodulazione", l'uso di certe luci a fini terapeutici, altera il microbiota, potenzialmente aumentando batteri ritenuti benefici e migliorando numerose condizioni.
Aggiornamento 14/11/2019
La restrizione calorica intermittente può ridurre la tendenza a recuperare peso e al blocco del peso. Quella continua può far danni.
Aggiornamento 4/1/2020
Il solo modello del bilancio energetico, in cui se si assumono più calorie di quelle consumate si aumenta di peso, seppur corretto dal punto di vista termodinamico, non spiega correttamente e completamente quello che avviene nel mondo reale, e l'obesità rimane una condizione multifattoriale dovuta all'ambiente e favorita dalla predisposizione genetica.
Una delle cause sono gli obesogeni, sostanze solitamente artificiali, che favoriscono l'accumulo di calorie e quindi l'aumento di peso, in diversi modi, genericamente alterando la funzione ormonale (interferenza endocrina).
Si sa relativamente poco su quanto l'esposizione agli obesogeni nel tessuto adiposo disfunzionale possa facilitare l'immagazzinamento e impedire la mobilizzazione del grasso. Attualmente si conoscono circa 50 obesogeni. La maggior parte sono contenuti nelle plastiche (BPA, ritardanti di fiamma) o sono pesticidi, farmaci (cortisonici), metalli, glutammato, conservanti ed emulsionanti. Anche lo zucchero può essere considerato un obesogeno, pur non essendo considerato strettamente tra gli interferenti endocrini.
Si ritiene che uno dei meccanismi coinvolti riguardi la regolazione del setpoint, il nostro sistema di regolazione del peso (ponderostato) che dipende soprattutto dall'ipotalamo.
Alcuni sono derivati dello stagno che agiscono come acaricidi e fungicidi (TBT), e stimolano la proliferazione dei preadipociti. Inoltre gli adipociti maturi risultano disfunzionali e con meno mitocondri, e quelli bruni hanno inferiore termogenesi.
Inoltre gli effetti degli obesogeni sono ereditabili per le generazioni successive (effetto epigenetico).
Aggiornamento 12/2/2020
Alcuni consigli da Medscape per ridurre l'esposizione agli interferenti endocrini. Viene precisato che il motto di Paracelso "la dose fa il veleno" risulta antiquato, in quanto la dose tossica può dipendere da genetica, epigenetica, tempistica dell'esposizione, compresenza di altre sostanze, e anche dosi bassissime in certe condizioni possono essere dannose.
1) evitare le pentole con PFAS (che tra le altre cose rallenta il metabolismo)
2) la polvere domestica può accumulare sostanze tossiche, soprattutto per la tiroide, aprire spesso le finestre
3) usare alimenti biologici, riducono l'esposizione a pesticidi che interferiscono con la tiroide
4) evitare cibo conservato, può contenere BPA e BPS
5) non mettere la plastica in microonde, anche quella che appare sicura
Aggiornamento 1/3/2020
La plasticità (alta variabilità) del microbiota è importante per il mantenimento del peso perso, sia nella dieta low carb che low fat. In queste ultime il dimagrimento avviene per un tempo più lungo
Aggiornamento 2/3/2020
Un gruppo della Mayo Clinic ha individuato 4 (feno)tipi di obesità. Ad ognuno il suo trattamento, in modo da alzare la percentuale di successo fino all'80%.
Aggiornamento 17/3/2020
La cellula ha un organello al suo interno che si chiama reticolo endoplasmatico (ER). Il suo principale compito è quello di sintetizzare proteine, tramite i ribosomi. L'obesità e il diabete sono caratterizzati da una condizione di stress cellulare che si manifesta come stress del ER, e porta alla produzione di proteine difettose (aberranti) che non vengono corrette. Ecco perché queste persone non possono essere considerate normali dal punto di vista metabolico. Inoltre nei topi (e presumibilmente anche nell'uomo) una madre obesa fa nascere figli che hanno già stress del RE e sono quindi molto proni a ingrassare e avere il diabete, consumando poche calorie e essendo sempre affamati. Questo perché il loro ipotalamo è alterato. Tra i principali responsabili di questo meccanismo ci sono i grassi saturi, mentre il TUDCA (acido biliare), già utilizzato come farmaco per malattie neurodegenerative e problemi epatici, sembra ripristinare la corretta funzione ipotalamica e potrebbe essere usato in futuro come farmaco antiobesità.
Aggiornamento 24/3/2020
La dieta lowcarb appare utile nella sindrome dell'ovaio policistico, specie se c'è insulinoresistenza elevata. L'insulinoresistenza, migliora tanto più alte sono le proteine. Invece il dimagrimento in sé porta a miglioramento solo nella metà degli studi.
Aggiornamento 29/3/2020
L'effetto di alcuni derivati lipidici sul BAT
Aggiornamento 3/4/2020
La maggior parte delle diete (in questo caso sono state esaminate diete bilanciate, lowcarb e lowfat) porta a modesto dimagrimento e miglioramento di indici di rischio cardiovascolare (come l'ipertensione) nei primi 6 mesi, ma spesso questi positivi cambiamenti spariscono a 12 mesi. Quindi è il caso di focalizzarsi su cambiamenti duraturi più che su particolari regimi seguiti solo per breve tempo.
"Sebbene sia scientificamente interessante esplorare le distribuzioni dei macronutrienti nelle diete, mangiamo cibi non nutrienti. Poiché le linee guida dietetiche nazionali non riescono a fare colpo sul pubblico, adottare un approccio basato sul cibo incoraggiare gli individui a consumare più verdure, legumi e cereali integrali e meno zucchero, sale e alcool appare un buon consiglio".

Aggiornamento 17/4/2020
Spesso si legge che solo le calorie contano e non gli equilibri ormonali. Un caso di scuola che contraddice la conta calorica è la sindrome dell'ovaio policistico, PCOS, una condizione in cui infiammazione, stress ossidativo, iperinsulinismo e iperandrogenismo concorrono a creare insulinoresistenza e aumento di peso, tra le altre cose interferendo con l'attività mitocondriale. Questo significa che il metabolismo energetico in queste persone è diverso, più lento, e l'insulina in eccesso non stimola correttamente la spesa energetica e la produzione di energia mitocondriale. Ecco perché vi danno una dieta e non funziona. Inoltre "l'aumento dello stress ossidativo può indurre l'obesità promuovendo la proliferazione dei preadipociti e la differenziazione degli adipociti, aumentando le dimensioni degli adipociti maturi e stimolando i neuroni ipotalamici per ridurre la sazietà e aumentare il comportamento della fame". Ridurre lo stress ossidativo con diete e integrazioni particolari può migliorare la condizione.
Aggiornamento 18/4/2020
La composizione corporea è qualcosa di complesso, molto, e non dipende solo dalle calorie. Mentre qualcuno si sgola a dirvi che non dimagrite o mantenete il peso perso perché mangiate troppo, di nascosto ecc (non che a qualcuno non capiti eh), altri lavorano più seriamente e si chiedono perché questo succede. Dando un ruolo alla massa magra (FFM) che sì, si perde spesso in una dieta. "La perdita di FFM o il suo deficit dovuto a dieta, programmazione evolutiva o sedentarietà dovrebbero essere considerate non solo come un contributo all'aumentata adiposità a causa della riduzione del dispendio di energia basale dovuta a una FFM inferiore, ma anche al tentativo dell'organismo di ripristinare la FFM alimentandosi eccessivamente. Questo concetto di "ingrasso collaterale" (collateral fattening) si inserisce nell'autoregolazione della composizione corporea e si comporta fisiologicamente come un sistema che interpreta i segnali periferici ("proteinostato") che collegano la FFM e l'assunzione di cibo. Serve anche a sottolineare ulteriormente l'importanza di uno stile di vita sano incentrato su diete equilibrate e attività fisica nella protezione contro i deficit di massa magra che riguardano sia la prevenzione che il trattamento dell'obesità". In pratica il corpo è costretto a ridurre il consumo energetico e aumentare l'appetito nel tentativo di recuperare il muscolo perso.
Aggiornamento 21/4/2020
Usando una metodica di valutazione della temperatura corporea, alcuni ricercatori hanno valutato cosa succede al consumo calorico quando si tagliano le calorie. La temperatura è ridotta durante la fase di "recupero del grasso", e questo risparmio energetico è più efficiente in chi tende a recuperare facilmente il peso.
"Il ridotto costo energetico dell'omeotermia (mantenimento della temperatura) in risposta alla restrizione calorica persiste durante il recupero del peso e costituisce un tratto metabolico "parsimonioso" che contribuisce all'elevata efficienza metabolica che sta alla base del rapido ripristino delle riserve di grasso corporeo durante il recupero del peso, con implicazioni per la ricaduta dell'obesità dopo il dimagrimento terapeutico e la fisiopatologia del recupero del peso".
Aggiornamento 18/5/2020
Alcune interessanti riflessioni da Precision Nutrition su insulina, calorie, carboidrati e varie diete, con la conclusione di suggerire alimenti non raffinati, sonno, gestione dello stress ecc.
Aggiornamento 31/5/2020
Alcune sostanze hanno effetto negativo sul microbiota. Tra di esse, molti farmaci (antibiotici ovviamente, antiacidi ecc), metalli pesanti (mercurio, arsenico), pesticidi (che in alcuni casi si ritengono sicuri perché non colpiscono vie metaboliche dei mammiferi, ma quelle microbiche sì!), dolcificanti artificiali, il triclosan (usato nei saponi antibatterici), la nicotina (tabacco). Il danno avviene mediante alterazione dei metaboliti batterici e biliari, soprattutto SCFA, interferendo su umore, rischio cardiovascolare (TMAO), mediante perdita di specie batteriche utili (aumento del rischio di malattie intestinali) e mediante alterazione del bilancio energetico, favorendo l'aumento di peso. Per ripristinare il microbiota, sono a disposizione trapianto fecale (ancora in sperimentazione), probiotici e prebiotici. Il loro successo dipende anche dalle condizioni iniziali.
Aggiornamento 14/6/2020
BAM15 è una molecola che disaccoppia la produzione di energia ma non aumenta la termogenesi né intacca la massa magra e potrebbe essere usata nella cura dell'obesità
Aggiornamento 18/6/2020
È possibile personalizzare la dieta in base alla risposta ormonale e glicemica? Forse si sta avvicinando questo approccio nella pratica. Le linee guida sono tipicamente basate sulla popolazione ad esempio, ma è chiaro che "una sola taglia non viene vestita da tutti allo stesso modo". È chiaro che prendendo tante persone, tutte diverse tra loro, a livello di gruppo le diete funzioneranno in media alla stessa maniera, e arriverà il furbacchione di turno a dire che contano solo le calorie. in realtà "l'iperglicemia postprandiale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), malattie coronariche (CHD) e mortalità cardiovascolare, anche in soggetti con normale glicemia", così come i trigliceridi postprandiali. Forse le diete uguali per tutti diventeranno solo un ricordo, studiando come ciascuno risponde all'introduzione di diversi pasti (metabolismo postprandiale), ad esempio che abbiano più grassi o più carboidrati. La costruzione di un algoritmo corretto permetterà "almeno dal punto di vista della salute cardiometabolica, la prescrizione di un'alimentazione personalizzata a livello di popolazione, con un potenziale come strategia per la prevenzione delle malattie". L'algoritmo può prendere in considerazione glicemia, insulina, microbiota e genetica, insieme ad attività fisica, sonno e orario dei pasti.

Aggiornamento 2/9/2020

L'iperinsulinemia può essere sia una causa che una conseguenza dell'obesità e della resistenza all'insulina. L'iperinsulinemia può derivare da una maggiore secrezione di insulina e/o da una ridotta clearance (rimozione da parte del fegato) dell'insulina. Il microbiota intestinale è un fattore autonomo che altera la clearance dell'insulina, e un gruppo di batteri predice il 90% dell'alterata clearance. "Membri selezionati del microbiota intestinale o dei loro componenti e metaboliti possono essere un obiettivo per mitigare i difetti nella clearance dell'insulina, che possono essere rilevanti per il carico cumulativo di insulina e la progressione dell'obesità e del diabete di tipo 2".

Aggiornamento 12/9/2020

Ridurre l'introito energetico nello sportivo può essere deleterio per la sua massa magra, l'assetto ormonale, l'umore, il sistema cardiovascolare. Secondo questa review il bodybuilder non dovrebbe mai scendere sotto 25 Kcal/kg di massa muscolare

Aggiornamento 28/9/2020

"Riesci a pensare a una condizione medica in cui l'85% delle persone affette non è in grado di aderire alle raccomandazioni? Esiste una condizione medica in cui l'85% delle persone affette non è motivato a migliorare la propria salute? L'85% delle persone con infarto del miocardio rifiuterà di sottoporsi alla riabilitazione cardiaca o l'85% di quelle con BPCO continuerà a fumare? No". Probabilmente l'unica condizione con queste caratteristiche è l'obesità.
"Mangiano semplicemente troppo."
Nessuno sceglierebbe di essere malsano. Potremmo pensare di fare la nostra parte consigliando i pazienti sulla modifica dello stile di vita, ma deve essere molto, molto di più di un superficiale e paternalistico "Mangia di meno e muoviti di più".

Uno studio che valuta le registrazioni audio di 40 medici di base che consigliano 461 dei loro pazienti con obesità/sovrappeso ha rilevato che solo il 13% dei pazienti ha ricevuto una consulenza che andava oltre "mangiare di meno e muoversi di più". Solo il 5% dei pazienti è stato incoraggiato a prenotare una visita di follow-up per discutere i risultati. Quando vengono messi all'angolo, è facile per i medici dare la colpa ai pazienti e dire che sono loro i colpevoli. Dobbiamo fare di più per i nostri pazienti con obesità".
Si consigliano diversi tipi di diete. "Tutti questi approcci producono il deficit calorico necessario per iniziare la perdita di peso, ma sostenere la perdita può essere difficile a lungo termine a causa dei meccanismi compensatori che promuovono il bilancio calorico positivo aumentando la fame e la motivazione a mangiare.
Ad oggi, nessun singolo intervento nutrizionale ha dimostrato di sostenere al meglio la perdita di peso a lungo termine e la letteratura continua a sostenere l'importanza dell'aderenza a lungo termine, indipendentemente dal tipo di intervento". Una dieta personalizzata redatta da un professionista o un'equipe multidisciplinare ha dimostrato di dare migliori risultati nel lungo termine.

Aggiornamento 7/10/2020

Le diete basate sulle varianti genetiche stanno iniziando a produrre alcuni dati importanti che sarà interessante utilizzare in futuro. In questo studio si è visto che l'esito a medio-lungo termine è migliore rispetto alla dieta chetogenica. Tra i geni tenuti in considerazione, quelli per l'espressione di PPAR, sensibilità ai carboidrati, ai grassi saturi, metabolismo detox, caffeina, MTHFR, GPX, infiammazione

Aggiornamento 15/10/2020

Alterare i ritmi circadiani modifica gli acidi biliari, con effetti su digestione, metabolismo energetico e stato metabolico (diabete)

Aggiornamento 23/10/2020

Tim Spector parla di COVID19 con cauto ottimismo. Inoltre l'articolo aggiunge: L'ultimo libro di Tim Spector, Spoon-Fed, lamenta la mancanza di prove dietro molte linee guida nutrizionali del governo e il modo in cui si perpetuano i miti sul cibo. Il fatto che l'obesità aumenti il ​​rischio di malattie gravi da covid-19 porta una nuova urgenza nell'affrontare il problema nel Regno Unito, afferma Spector. “Dobbiamo fare tre cose: aumentare la tassa sullo zucchero, contro la quale le aziende alimentari hanno fatto pressioni con successo; migliorare il supporto nutrizionale per i pazienti; e trattare l'obesità come una malattia ", spiega. "L'enfasi deve concentrarsi sulla nutrizione", dice. "Questa specialità non dovrebbe essere sottofinanziata, dovrebbe essere la specialità numero uno e tutti i migliori medici dovrebbero andarci. Non ci sono praticamente esperti di nutrizione con formazione medica là fuori".
“Tutti i reparti di nutrizione sono ampiamente sottofinanziati e dipendono dalle aziende alimentari per andare avanti. È oltraggioso, davvero, se si considera che l'obesità è il problema numero uno che deve affrontare questo paese (UK). Abbiamo la maggior quantità di cibo spazzatura in tutta Europa, siamo i più obesi e siamo i meno istruiti in materia di alimentazione e obesità. Questo deve cambiare. "
"Il presupposto che siamo tutti macchine identiche e che tutti rispondiamo agli alimenti nello stesso modo è il mito più diffuso e pericoloso sul cibo", spiega. “Le persone normali possono variare di 10 volte le risposte glicemiche a cibi identici. Rispondiamo tutti in modo diverso agli stessi alimenti e l'idea che possiamo tutti seguire gli stessi consigli e limiti calorici non ha più senso. Allo stesso modo non potremmo sentirci a nostro agio con lo stesso seggiolino auto senza regolarlo, solo perché è stato realizzato per la persona media ".

Aggiornamento 8/12/2020

Lo stress ossidativo e i ROS possono favorire la dipendenza da cibo, e in questo modo l’introduzione di cibi privi del loro contenuto antiossidante può facilitare le alterazioni ormonali (riduzione della leptina, aumento della grelina, e alterazione dei loro segnali) che predispongono per l’aumento di peso o facilitano il loro recupero in seguito a dieta ipocalorica. Anche per questo per mantenere una perdita di peso le calorie non sono tutte uguali, e avere un'alimentazione con prevalenza di cibi non processati aumenta la probabilità di successo

Aggiornamento 15/12/2020

Le microplastiche (MP) creano problemi a causa dei loro effetti: stress ossidativo, citotossicità, alterazione del metabolismo e dell'immunità, che si manifestano con problemi neurologici, riproduttivi e cancerogeni. Le principali vie di esposizione sono alimentare (pesce inquinato, bottiglie d'acqua), rifiuti e cosmetici.
"I ricercatori hanno affermato che l'esposizione alle MP attraverso l'ingestione potrebbe portare a una risposta infiammatoria, ridurre la secrezione di muco intestinale, danneggiare la funzione di barriera intestinale che porta ad aumentare la permeabilità della mucosa intestinale, innescare uno squilibrio del microbiota intestinale e alterare il metabolismo, come aumentare la lipogenesi e la sintesi dei trigliceridi"

Aggiornamento 5/3/2021

In un lavoro sui topi si è potuto analizzare le proteine che vengono sintetizzate durante il digiuno a giorni alterni. Si è scoperto che aumentano le proteine che predispongono per la lipogenesi (sintesi endogena dei grassi) e si riducono le UCP (proteine che "sprecano" i grassi liberando calore). Un ottimo modo per rallentare il metabolismo e predisporre il corpo a riprendersi i kg persi.
"Durante il digiuno, il tessuto adiposo fornisce energia al resto del corpo rilasciando molecole di acidi grassi (lipolisi).
Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che il grasso viscerale è diventato resistente a questo rilascio di acidi grassi durante il digiuno.
C'erano anche segni secondo cui il grasso viscerale e sottocutaneo aumentavano la loro capacità di immagazzinare energia sotto forma di grasso, probabilmente per ricostruire rapidamente il deposito di grasso prima del successivo periodo di digiuno.
Questo tipo di adattamento può essere il motivo per cui il grasso viscerale può essere resistente alla perdita di peso dopo lunghi periodi di dieta.
Il dottor Larance ha affermato che è possibile che una storia di periodi di digiuno ripetuti abbia innescato un percorso di segnalazione di conservazione nel grasso viscerale.
Questo suggerisce che il grasso viscerale può adattarsi a ripetuti periodi di digiuno e proteggere la sua riserva di energia", ha detto.

Aggiornamento 16/5/2021

Ridurre gli AGEs, sostanze che si formano nelle cotture ad alte temperature quando sono presenti carboidrati e proteine, a parità di calorie riduce maggiormente l'insulinoresistenza e l'obesità centrale in persone con sindrome metabolica. L'effetto è mediato dalla riduzione dell'infiammazione e dello stress ossidativo.
La riduzione del peso e della circonferenza addominale sono state circa il triplo rispetto al gruppo che non ha ridotto gli AGEs (-3.5 vs −0.8Kg, -4.7 vs -1.5cm).
"Poiché gli AGEs pro-ossidanti aumentano l'appetito, stimolano simultaneamente l'eccessiva nutrizione e l'obesità, quindi è stato ipotizzato che la dieta a ridotto contenuto riduca la massa grassa periferica e l'obesità abbassando il livello di leptina, i marcatori pro-infiammatori e di stress ossidativo e l'espressione del recettore nucleare PPARγ (legato all'aumento di adipociti)". Anche i parametri lipidici (colesterolo e trigliceridi) si sono ridotti

Aggiornamento 23/1/2022

Una dieta lowcarb protratta per 6 mesi, senza indicazioni di restrizione calorica, ha effetti benefici sul controllo glicemico e sulla composizione corporea e non influisce negativamente sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.
La dieta era strutturata in modo da avere fino al 20% dell'energia da carboidrati e fino al 60% da grassi, con l'indicazione di privilegiare quelli monoinsaturi (olio d'oliva) e ridurre quelli saturi. La dieta di controllo aveva un apporto di carboidrati tra i 50 e il 60%.
I ricercatori hanno concluso che "Ridurre l'assunzione di carboidrati al 10-25% delle calorie sembra un approccio nutrizionale efficace e sicuro rispetto ai classici fattori di rischio cardiovascolare e all'ipoglicemia".

Aggiornamento 5/2/2022

Il tessuto adiposo può diventare un deposito di sostanze tossiche lipofile, come diossine, PCB, polibrominati ecc.
Le sostanze si bioaccumulano nel tessuto adiposo, impedendo di fare danni in altri distretti, ma allo stesso tempo danneggiano il metabolismo del tessuto.
Inoltre quando vengono rilasciati (per esempio durante il dimagrimento) possono ridurre la salute. Non si sa se la velocità di dimagrimento influenzi la salute.
Il loro tasso è proporzionale al rischio di obesità e diabete. La perturbazione del metabolismo avviene tramite interazione coi recettori per gli arili, PPARγ, per gli estrogeni e per gli ormoni tiroidei.

Aggiornamento 12/2/2021

L'ipotalamo, e in particolare il nucleo arcuato, integra i sistemi neuroendocrino e autonomo e coordina le risposte metaboliche attraverso più tessuti (pancreas, tessuto adiposo, muscoli, fegato). Questi neurocircuiti chiave di regolazione dell'alimentazione si sovrappongono ai centri cerebrali coinvolti nella ricompensa correlata al cibo, come l'amigdala, lo striato e l'area tegmentale ventrale e aiutano a tradurre la regolazione omeostatica dell'alimentazione in un comportamento motivato, che determina la volontà di assumere un cibo e di essere dipendente da esso.
L'obesità altera la reattività ai segnali di feedback circolanti e la plasticità neurale dei neurocircuiti di regolazione dell'alimentazione, che porta a cambiamenti persistenti nell'equilibrio energetico e nel peso corporeo, favorendo un'eccessiva assunzione di alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti che impediscono di dimagrire.
La colecistochinina (CCK), un ormone intestinale, è particolarmente importante per i segnali di sazietà attraverso il nervo vago

Aggiornamento 26/2/2022

È vero che fare sport a digiuno fa dimagrire?
Secondo una revisione degli studi allenarsi a digiuno e non mangiare dopo provoca la migliore restrizione calorica durante la giornata, potenzialmente aiutando a dimagrire.
Solo che… contemporaneamente provoca un aumento della fame (sia soggettiva che rilevata dal quadro ormonale) che una riduzione del consumo energetico, ponendo le basi per un recupero veloce dei kg persi.
Mangiare prima e/o dopo invece riduce la fame e ha un buon impatto sulla spesa energetica.
Il bilancio energetico totale, che si rifletterà sulla composizione corporea e quindi la quantità di muscolo e grasso, dipende da vari fattori e il risultato non è mai scontato.

Aggiornamento 13/3/2022

Quante calorie ha la plastica? Secondo i libri di dietologia niente, ma secondo gli esperimenti sui topi la sua ingestione fa ingrassare.
L'introduzione di microperle di polistirolo promuove l'adiposità, l'iperinsulinemia e la resistenza insulinica in modo proporzionale alla grandezza e alla dose.
Il processo sembra mediato da alterazioni del segnale Wnt (adipogenesi e maturazione degli adipociti), riduzione del grassi bruno e alterazione del microbiota.
"L'inevitabile ingestione di microplastiche nel mondo moderno può favorire le malattie cardiometaboliche e può quindi essere considerata un nuovo fattore di rischio per la salute.
Questo smentisce come al solito che solo le calorie contino e ci fa capire come il rispetto per l'ambiente influenzi la nostra salute.

Aggiornamento 18/3/2022

Alcuni nutrienti come N-acetilcisteina, magnesio e calcio glucarato sono fondamentali per il metabolismo degli estrogeni, ormoni tipici femminili che influenzano metabolismo, deposito del grasso, rischio tumorale e problemi tipici femminili come sindrome premestruale, dolori ed endometriosi.
Antiossidanti come glutatione, curcumina e flavonoidi, vitamine A, C ed E e del gruppo B proteggono dall'ossidazione e supportano la funzione di disintossicazione epatica, influenzando la quantità di ormoni attivi circolanti.
Anche il microbiota intestinale, insieme a lignani e fibre, prende parte al metabolismo degli estrogeni favorendo l'escrezione dei metaboliti dannosi.
I fitoestrogeni possono modulare positivamente la risposta dei tessuti.

Aggiornamento 19/3/2022

Nella dietetica classica si insegnava che gli adipociti dopo l'adolescenza non potevano aumentare di numero ma solo di dimensioni. Immaginare una situazione del genere era evidentemente sbagliato visto che si conoscevano già farmaci antidiabetici (i glitazoni) che agivano proprio favorendo la maturazione dei preadipociti in adipociti (cioè aumentando il numero) e permettendo di abbassare la glicemia perché il glucosio in eccesso andava a essere stipato assieme al grasso. Chiaramente se era possibile stimolare la maturazione dei preadipociti con molecole esogene, esistono anche molecole endogene che stimolano le stesse vie.
Oggi sappiamo che il tessuto adiposo è altamente dinamico, e i grassi vengono scomposti e riformati (lipolisi e riesterificazione dei trigliceridi) con spreco di energia, ma questo processo è rallentato nelle persone sovrappeso, nell'invecchiamento e nell'insulinoresistenza ed è un segno di malattie metaboliche (e metabolismo lento). "La lipolisi indotta da catecolamine diminuisce nel tempo e può, in parte, spiegare l'aumento del peso corporeo durante l'invecchiamento". Questo può spiegare perché da giovani è più facile dimagrire, mentre andando avanti con l'età e con più diete alle spalle diventa sempre più difficoltoso.
Gli adipociti vengono rimpiazzati da nuove cellule col tasso del 10% annuo, ma nel dimagrimento non si riducono di numero (solo di dimensioni) e questo facilita il recupero del peso.
Il meccanismo di aumento del numero di adipociti (iperplasia) è particolarmente evidente nell'obeso e nella persona che recupera peso, anche per effetto delle fluttuazioni nella leptina.
L'aumento di numero avviene prevalentemente nel tessuto viscerale e non in quello sottocutaneo, soggetto più che altro a ipertrofia (aumento delle dimensioni delle cellule).

Aggiornamento 23/6/2022

Meglio una restrizione calorica continua o intervallata?
La restrizione calorica induce la termogenesi adattativa, una riduzione della spesa energetica in risposta alla dieta, portando a un appiattimento del dimagrimento
In uno studio interrompere la restrizione calorica per 2 settimane ogni mese ha aumentato la perdita di grasso (4 kg in più) rispetto a una restrizione continua. La perdita di muscolo è stata limitata in entrambi i gruppi.
"Entrambi i gruppi hanno mostrato una riduzione del dispendio energetico a riposo, ma la riduzione è stata minore nel gruppo con intervalli. Ciò suggerisce che le interruzioni della dieta possono ridurre la termogenesi adattativa.
In conclusione, l'interruzione della restrizione calorica può migliorare la perdita di grasso (possibilmente riducendo la termogenesi adattativa) rispetto a una dieta continua che crea lo stesso deficit calorico totale".

Aggiornamento 7/7/2022

Verso una nutrizione più personalizzata e associata al microbiota, saremo in grado di dire chi ha più necessità di una dieta proteica, mediterranea o a basso tenore di grassi e perché una persona non risponde a una certa dieta.

"Il profilo microbico intestinale di base può essere un fattore predittivo nella risposta di un individuo agli interventi dietetici. La ricerca futura in questo campo dovrebbe prendere in considerazione la caratterizzazione dettagliata dei fenotipi microbici e metabolici, nonché la loro interazione.

Gli effetti associati al microbiota intestinale sul metabolismo dell'ospite possono essere correlati ai prodotti di fermentazione di carboidrati e proteine. Comprendere come bilanciare in modo ottimale la fermentazione proteolitica e saccarolitica e approfondire l'importanza del sito di fermentazione del colon consentirà di acquisire informazioni sull'interazione tra dieta, microbioma intestinale e processi metabolici.

Comprendere i meccanismi delle differenti risposte alla dieta è essenziale per andare avanti nel campo della nutrizione di precisione. Sebbene sia la quantità che la qualità della conoscenza si siano evolute rapidamente negli ultimi anni, vediamo ancora solo la punta dell'iceberg".


Aggiornamento 21/9/2022

Uno studio non ancora revisionato può suggerire alcune differenze tra diete a basso contenuto di grassi o carboidrati, ovvero le calorie da grassi possono essere diverse da quelle di carboidrati, almeno negli effetti. Le diete lowfat vanno a stimolare meno il sistema di ricompensa e rendono più difficile mantenere la dieta nel lungo periodo, con un aumento del tono della dopamina e conseguente maggiore consumo successivo di cibi gratificanti ricchi di grassi e carboidrati.
Lo studio è fatto su poche persone e ha quindi necessità di essere replicato su numeri più grandi ma potrebbe spiegare la tendenza a riprendere peso soprattutto in alcune persone predisposte per il consumo di alimenti spazzatura.

Aggiornamento 26/3/2023

L'appetito è gestito in larga parte da neuroni presenti nell'ipotalamo. Sono presenti tipi di neuroni "antagonisti", che si bloccano tra loro. Quando sono attivi quelli "oressizzanti" (che stimolano la fame, AgRP) vengono bloccati quelli "anoressizzanti" (che bloccano la fame).
In particolare in caso di deficit calorico (in pratica un a dieta a ridotto introito calorico) si stimolano i neuroni TRH del nucleo paraventricolare, che vanno a influenzare la funzione tiroidea, e mandano segnali al nucleo arcuato, un'altra parte dell'ipotalamo che esprime AgRP. Questi neuroni si "sintonizzano" sulla nuova situazione e amplificano il segnale di fame, finché non mangiamo lo stesso quantitativo precedente, rendendo così vano il tentativo di dimagrire. Molte diete falliscono proprio per questo: il deficit calorico induce fame perché il corpo vuole recuperare i kg persi.
"Abbiamo scoperto che la connessione fisica del neurotrasmettitore tra questi due neuroni, in un processo chiamato plasticità sinaptica, aumenta notevolmente con la dieta e la perdita di peso, e questo porta a una fame eccessiva di lunga durata", ha commentato il coautore Bradford Lowell della Harvard Medical School.

Aggiornamento 7/2/2024

Interrompere periodicamente la restrizione calorica riduce la tendenza all'adattamento metabolico, ossia quella riduzione del metabolismo basale che si verifica durante una dieta ipocalorica e che porta al plateau, l'appiattimento del dimagrimento.
Secondo la revisione degli studi introdurre degli intervalli è conveniente nei confronti della composizione corporea.

Aggiornamento 11/2/2024

Interessante articolo sul rapporto tra detossificazione e dimagrimento. Quando si dimagrisce si possono liberare alcuni composti tossici dal tessuto adiposo. È quindi bene essere preparati e non carenti di alcuni elementi che sostengono le funzioni di fegato e reni. Inoltre anche l'apparato digerente deve essere in ordine perché un intestino lento non favorirebbe l'espulsione con le feci.
Queste tossine sono correlate con malattie immunitarie e metaboliche.
"Una dieta inadeguata (a basso contenuto calorico, a basso contenuto proteico, a basso contenuto di fibre, a basso contenuto di vitamine o di minerali) può aumentare lo stress, aumentare il cortisolo e stimolare l’appetito, il che può rendere difficile la perdita di peso. Studi su animali e esseri umani indicano che le carenze nutrizionali possono ostacolare le reazioni enzimatiche nella disintossicazione. Inoltre, le diete ipocaloriche possono portare a una perdita di peso a breve termine, ma il loro impatto sulla gestione del peso a lungo termine non è chiaro. Una dieta adeguata, un sonno adeguato e una quantità adeguata di attività fisica sono cruciali per una funzione di disintossicazione ottimale e una gestione del peso. Le strategie nutrizionali dovrebbero favorire una dieta di cibi non industriali di alta qualità, mista e varia, eventualmente integrata con supplementi per bilanciare e supportare i percorsi di disintossicazione".
Le fibre sono particolarmente importanti per sostenere i movimenti intestinali.
In conclusione "Ogni giorno, il corpo umano è esposto a centinaia di sostanze tossiche come metalli pesanti, farmaci (farmaceutici o droghe ricreative), detergenti domestici, inquinanti e sostanze tossiche endogene come le specie reattive dell'ossigeno. Un piano olistico per supportare la disintossicazione del fegato e la gestione del peso considera tutte e tre le fasi di disintossicazione, lo stato antiossidante, la regolarità del movimento intestinale, la densità dei nutrienti e le tecniche di stile di vita che promuovono la salute".

Aggiornamento 30/6/2024

In un piccolo ma significativo studio, ridurre l'esposizione al bisfenolo A, un elemento delle plastiche, migliora la sensibilità insulinica in soli 4 giorni.
Lo studio è stato fatto su persone normali e mostra come la riduzione di questo composto potrebbe significativamente ridurre la progressione a diabete di tipo 2.
Dosi ritenute sicure di BPA sono quindi in grado di impattare negativamente sulla salute.

Aggiornamento 18/7/2024

Il NEJM, prestigiosa rivista scientifica, passa in rassegna le diverse diete più note.
In generale si chiarisce che non è facile comparare le diverse diete.
Le diete solitamente vengono concepite per il controllo del peso, ma possono poi avere effetti sulla salute indipendenti da quelli sull'adiposità.
In generale una dieta di tipo mediterraneo, che privilegi alimenti vegetali non processati, moderate quantità di pesce e carni bianche e ridotte di carni rosse e zuccheri, appare essere la migliore.
Della dieta paleo vengono sottolineati alcuni aspetti positivi su composizione corporea, infiammazione, malattie metaboliche ecc., ma anche che non esistono grossi studi a medio-lungo termine.
Anche dei diversi tipi di digiuno si sottolineano simili aspetti.
Si sottolinea l'importanza dell'educazione alla scienza dell'alimentazione e degli effetti delle diete sulla salute per la classe medica, che generalmente non ha corsi appositi durante il percorso universitario.

Aggiornamento 7/10/2024

Su The Lancet Seminar si descrive la possibilità di usare terapie alternative al LT4 (levotiroxina, il comune eutirox) in persone con ipotiroidismo.
Circa il 10-15% di persone, nonostante la normalizzazione dei valori ormonali, lamenta persistenza di sintomi.
L'uso di combinazioni di T4 e T3 (liotironina) sintetiche o tiroide secca è possibile.
Può essere usata in caso inefficacia delle terapie con la sola levotiroxina, in particolare in presenza di "tipici sintomi persistenti dell’ipotiroidismo come letargia, sonnolenza, problemi di memoria, depressione e aumento di peso".
In particolare le società europee e britanniche della tiroide hanno scritto nelle linee guida che è possibile utilizzare la terapia combinata in persone che non rispondono alla LT4, ma gli specialisti devono comunicare correttamente l'incertezza dei benefici e in caso di mancanza di risposta interrompere il trattamento.
Quali fattori si devono considerare per provare la terapia combinata?
"• Confermare la sicurezza della diagnosi originale di ipotiroidismo; in particolare, chiarire i sintomi e la concentrazione del TSH, in base alla LT4 prescritta; annotare se è stata osservata qualche risposta iniziale alla levotiroxina
• Assicurarsi che sia stata utilizzata una dose adeguata di levotiroxina
• Considerare diagnosi coesistenti e alternative per i sintomi dei pazienti, comprese le malattie autoimmuni non tiroidee
• Essere consapevoli delle comorbilità psicologiche che potrebbero influenzare la risposta al trattamento; la depressione potrebbe compromettere la risoluzione dei sintomi e l’ansia potrebbe essere esacerbata dalla liotironina
• Gli individui con gravi malattie cardiovascolari o aritmia potrebbero trovarsi a
rischio particolarmente aumentato di esiti avversi derivanti dalla combinazione di ormoni tiroidei
• Il rischio di osteoporosi potrebbe aumentare con la terapia sostitutiva combinata di ormoni tiroidei
• Si è pianificato una gravidanza? La liotironina non deve essere utilizzata durante la gravidanza
• Ci sono problemi legati allo stile di vita che devono essere affrontati per quanto riguarda i sintomi, come l'aumento di peso e fatica?
• Affrontare le aspettative su cosa fare se non si riscontrano miglioramenti sostanziali dei sintomi; il rapporto rischio-beneficio della terapia sostitutiva combinata con ormone tiroideo può non essere favorevole e il trattamento deve essere interrotto se i sintomi non migliorano
• Evidenziare la misurazione della funzione tiroidea nei soggetti con terapia combinata è complesso, poiché i livelli di tri-iodotironina libera sono molto variabili;
controllare la funzione tiroidea compresi i livelli di tri-iodotironina libera appena prima della dose mattutina è un potenziale approccio".
In alcuni trial non è stata verificata una particolare convenienza, in particolare sulla qualità della vita, a usare le terapie combinate, per questo il loro uso va sempre valutato e personalizzato. La tiroide secca ha favorito il dimagrimento e in alcuni casi ha mostrato di essere più gradita ai pazienti, ma esistono dubbi sulla sua sicurezza.
Alcune persone con varianti genetiche di DIO2 e MCT10 hanno mostrato di poter trarre vantaggio dalla terapia combinata.
L'ideale sarebbe usare forme a rilascio prolungato di LT3, che sono ancora sotto indagine.
Viene inoltre sottolineato che esiste ancora la carenza subclinica di iodio nella popolazione europea, che potrebbe essere esacerbata dalla presenza di interferenti endocrini che si stanno sempre più diffondendo.

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