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domenica 4 settembre 2022

Un'importante risorsa: i probiotici/tris


Continua qui il post sugli effetti benefici dei probiotici


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Aggiornamento 16/9/2022

Il probiotico LP128, già noto per avere discreti risultati nell'autismo, ha dimostrato in un piccolo studio di migliorare la risposta allo stress nei lavoratori.
Nello studio fatto su 36 persone sono migliorati in 2 mesi di somministrazione: stress auto-percepito, stress generale correlato al lavoro, pesantezza del lavoro, livelli di cortisolo, salute generale o fisica, ansia, depressione, disturbi del sonno, qualità della vita ed emozioni sia positive che negative.

Aggiornamento 20/9/2022

L'uso di probiotici o simbiotici prima e dopo la chirurgia per il tumore del colon retto appare ridurre le infezioni dopo l'intervento. Le infezioni sono correlate con ricorrenza del tumore e ridotta sopravvivenza. Prudenza a usarli in persone immunodepresse.

Aggiornamento 28/10/2022

Una dieta "psicobiotica", ricca di alimenti fermentati che contengono probiotici come crauti, kombucha e kefir, e ricca di fibre in modo da favorire una flora buona, può ridurre lo stress percepito in una popolazione sana.
Questo avviene cambiando specifici componenti del microbiota e metaboliti del triptofano, mentre il cortisolo salivare non cambia.
"Questi risultati evidenziano che gli approcci dietetici possono essere utilizzati per ridurre lo stress percepito in una coorte umana. L'uso di diete mirate al microbiota per modulare positivamente la comunicazione intestino-cervello offre la possibilità di ridurre lo stress e i disturbi associati, ma sono necessarie ulteriori ricerche per indagare sui meccanismi sottostanti, incluso il ruolo del microbiota".

Aggiornamento 5/11/2022

Come mai c'è stato negli ultimi decenni un aumento delle malattie gastrointestinali come IBD (Crohn e colite ulcerosa), celiachia, esofagite eosinofila, delle malattie metaboliche come il diabete di tipo 2 e autoimmuni come il diabete di tipo 1? Oltre a un aumento delle diagnosi, grazie a maggiori indagini, uno dei fattori ambientali è l'uso di antibiotici, in particolare nei bambini che stanno sviluppando il sistema immunitario.

Dopo un ciclo di antibiotici il microbiota risulta perturbato per mesi e può non tornare alla sua composizione originale. Si assiste a una proliferazione dei funghi come la Candida che hanno importanti influenze sul sistema immunitario.
"Gli antibiotici portano a profondi cambiamenti nel microbiota intestinale favorendo potenziali meccanismi che inducono le malattie. Gli studi sperimentali mostrano che la perturbazione del microbiota è capace di influenzare lo sviluppo delle malattie. Il livello di esposizione, la finestra temporale, in particolare nella prima infanzia e il tipo di antibiotici può spiegare la differenza nel rischio di malattia.
La difficoltà nel chiarire il legame è dovuta alla complessità nelle dinamiche del microbiota, per cui occorrono maggiori studi sia epidemiologici che sperimentali.
I trattamenti per porre rimedio a queste alterazioni, come prebiotici, probiotici, simbiotici e trapianto fecale sono sotto indagine, ma una migliore gestione nella somministrazione degli antibiotici sarebbe il fattore a cui porre maggiore attenzione".
Nella celiachia prima della manifestazione della malattia, si notano un eccesso di Escherichia coli e di Bacteroides e una riduzione dei bifidobatteri. L'esposizione agli antibiotici nel modello sperimentale influenza l'immunopatogenicità indotta dal glutine in relazione a specifiche specie batteriche. Alcuni patogeni opportunisti possono indurre la sensibilità delle cellule immunitarie al glutine attraverso l'elastasi batterica o il mimetismo molecolare (posseggono proteine che somigliano al glutine) o ancora modificando il glutine. I lattobacilli invece possono supportare la degradazione del glutine. Le finestre temporali potrebbero essere multiple ma la più importante appare essere quella nei primi 2 anni.
La permeabilità intestinale, con l'ingresso di molecole infiammatorie attraverso la mucosa, sembra giocare un ruolo in tutte queste malattie.


Aggiornamento 8/11/2022

Un ciclo di antibiotici è sufficiente per alterare il microbiota e favorire la crescita della Candida, un fungo potenzialmente problematico. Ecco perché bisogna proteggersi con i probiotici.

"È stato osservato che la Candida è elevata nelle malattie infiammatorie e ulteriormente aumentata nei topi trattati con antibiotici. La Candida è un lievito caratterizzato da polimorfismo, comprendente diverse forme di crescita e morfologie; la formazione di ife è associata a virulenza. In uno studio recente è stato scoperto che i metaboliti batterici controllano la crescita e la virulenza della Candida albicans limitando la formazione di ife. Poiché gli antibiotici non influiscono direttamente sui funghi, i cambiamenti osservati nel micobiota intestinale sono probabilmente mediati dal cambiamento della composizione batterica. I nostri risultati suggeriscono fortemente che i batteri commensali intestinali regolano i funghi, tenendoli sotto controllo. Quando i batteri vengono distrutti dagli antibiotici, i funghi, in particolare la Candida, hanno l'opportunità di crescere.

Aggiornamento 9/11/2022

Il microbiota intestinale può influenzare sia la prevenzione che la cura del tumore al seno. Per questo dieta, probiotici e prebiotici hanno un ruolo in questa malattia. Gli effetti possono essere correlati ad alterazioni del metabolismo degli estrogeni, della regolazione immunitaria sistemica, che influenza l'immunoterapia, e della regolazione epigenetica. I metaboliti batterici riducono la crescita del tumore e la propensione alle metastasi. Inoltre, la modulazione del microbiota intestinale può alleviare gli effetti collaterali della chemio e della radioterapia.

Aggiornamento 11/11/2022

Il microbiota può avere un ruolo a 2 facce nei problemi tiroidei. Influenza l'assorbimento di nutrienti importanti per la tiroide come selenio, rame e zinco (utili per la conversione degli ormoni), ferro e iodio (indispensabili per la sintesi degli ormoni). I batteri buoni possono ridurre l'infiammazione e l'autoimmunità. Tuttavia alcuni bifidi e lattobacilli, solitamente ritenuti "amici", possono indurre gli autoanticorpi e quindi l'autoimmunità attraverso il mimetismo molecolare, ossia la presenza di strutture che inducono l'attacco del nostro sistema immunitario. Il glutine può, in soggetti predisposti, indurre problemi intestinali e quindi aumentare la predisposizione ai problemi tiroidei, riducendo assorbimento di nutrienti e aumentando l'infiammazione attraverso la permeabilità intestinale e la crossreazione degli antigeni.
I benefici dei probiotici per la tiroide per ora sono ancora sotto indagine

Aggiornamento 13/11/2022

Il batterio probiotico B. infantis 35624 è noto per il suo effetto antinfiammatorio nei confronti delle malattie intestinali.
Studi recenti evidenziano la sua capacità di ridurre le citochine infiammatorie e aumentare le cellule tollerogeniche (Treg e cellule dendritiche).
Se usato in pazienti asmatici ha portato al miglioramento del 100% dei pazienti con asma non controllato in 2 mesi in un piccolo studio su circa 30 persone.

Aggiornamento 30/11/2022

Il parto pretermine, il basso peso alla nascita, il parto cesareo, l'uso di antibiotici, l'allattamento al seno limitato, tra gli altri fattori, hanno contribuito all'aumento delle malattie non trasmissibili tra i bambini. L'uso di probiotici emerge come strategia microbiologica sicura in pediatria per la promozione dell'immunità intestinale. L. rhamnosus GG (LGG) e S. boulardii si sono dimostrati sicuri ed efficaci per la prevenzione della diarrea acuta e della diarrea associata agli antibiotici, accorciandone la durata e riducendone i sintomi. Nel caso di coliche infantili, sia L. reuteri DSM 17938 che LGG possono ridurne significativamente la durata. In relazione alla prevenzione della dermatite atopica, LGG somministrato durante la gravidanza ha dimostrato di ridurne il rischio nel neonato.

Aggiornamento 8/12/2022

La conferma che i probiotici sono utili con gli antibiotici arriva da una revisione sistematica dei dati. Il lavoro ha infatti dimostrato l'utilità dei probiotici durante la somministrazione di antibiotici.
Gli studi riportano una riduzione della diarrea (e altri problemi intestinali) associata ad antibiotici e un aumento del tasso di eradicazione di H. pylori. La maggior parte degli studi ha evidenziato che la somministrazione aiuta a preservare l'alfa diversità (variabilità delle specie all'interno di un campione).
Akkermansia, lattobacilli e Colinsella sono le specie che aumentano, mentre i bifidi si riducono anche con la somministrazione di probiotico. Akkermansia riduce il rischio di sovrappeso e malattie intestinali. Si riducono inoltre, rispetto al solo antibiotico, gli aumenti di Firmicutes Proteobacteria, generi legati alla disfunzione metabolica.
Gli autori concludono che secondo l'evidenza attuale è corretto prescrivere i probiotici insieme ai cicli di antibiotici.

Aggiornamento 22/12/2022

Un probiotico, L. rhamnosus HA114 migliora l'ingresso dei grassi nel mitocondrio nel modello animale di SLA.
"I modelli di SLA hanno lo shuttle della carnitina alterato, un meccanismo per trasportare gli acidi grassi a catena lunga attraverso la membrana mitocondriale per la produzione di energia tramite β-ossidazione. Si ritiene che gli acidi grassi forniti dai batteri probiotici, entrino nei mitocondri indipendentemente dalla navetta della carnitina per partecipare ad alcuni cicli di β-ossidazione contribuendo a stabilizzare il metabolismo energetico, con conseguente diminuzione della neurodegenerazione e miglioramento dell'omeostasi lipidica".
Il modello fornisce un potenziale trattamento complementare.

Aggiornamento 24/12/2022

I probiotici si confermano utili per migliorare l'alitosi in una revisione sistematica degli studi. L'effetto è dovuto alla riduzione dei composti solforati volatili responsabili dell'alito cattivo. L'efficacia sulla placca e sul rivestimento della lingua sembra inferiore.

Aggiornamento 27/12/2022

Da tempo è conosciuta l'importanza del microbiota nel metabolismo dell'ossalato, il composto organico che unendosi al calcio forma i calcoli più diffusi.
Il batterio con la maggior capacità di degradare l'ossalato si chiama Oxalobacter formigenes. Sfortunatamente la sua inclusione nei supplementi non dà garanzia di efficacia perché difficilmente colonizza l'intestino, viene disturbato dal pH dello stomaco ed è molto sensibile agli antibiotici.
Altri batteri più classicamente usati come probiotici, i bifidobatteri e i lattobacilli, hanno capacità inferiore di degradare l'ossalato, ma tendono a colonizzare meglio l'intestino, avendo così potenzialmente efficacia nel prevenire i calcoli. Alcune formulazioni che li contengono sembrano ridurre l'escrezione urinaria di ossalati.

Aggiornamento 29/12/2022

I probiotici nella chirurgia bariatrica: possono migliorare la digestione e la qualità della vita dopo il bypass gastrico, possibilmente abbinati agli enzimi digestivi. Migliorano il quadro lipidico e glicemico, senza apparenti effetti sulla composizione corporea e l'infiammazione.

Aggiornamento 22/1/2023

Staphylococcus aureus (SA) è un batterio che vive nell'intestino, nelle mucose e nel naso di alcuni di noi, senza dare problemi se non in caso di abbassamento delle difese immunitarie. Se la barriera cutanea si altera o il sistema immunitario è compromesso, questi batteri colonizzatori possono causare gravi infezioni/patologie della pelle (dermatite atopica e seborroica), delle ossa, dei polmoni e del sangue. MRSA, la sua versione antibiotico-resistente, è legato a malattie gravi. Bacillus subtilis è un batterio che può colonizzare temporaneamente l'intestino e ridurre la presenza di S. aureus sia nell'intestino che nel naso grazie alle fengicine, sostanze lipoproteiche che favoriscono l'eliminazione del patogeno. I probiotici possono funzionare in maniera più lenta rispetto agli antibiotici ma con meno effetti collaterali. In particolare la riduzione della presenza di SA può essere importante in chi ha infezioni ricorrenti e resistenti agli antibiotici.

Aggiornamento 7/2/2023

Alcune notizie dalle ultime linee guida americane sulla celiachia.
I probiotici hanno dato alcuni risultati nel miglioramento della disbiosi nei celiaci, ma sono ancora pochi perché vengano raccomandati
L'avena può essere usata dai celiaci, ma esiste sempre un rischio di contaminazione di glutine e una certa parte di celiaci ha una reazione immunogenica che può dipendere anche dal tipo di avena e dalla sua quantità.
È importante verificare la presenza di carenze nutrizionali come vitamine, rame, zinco, acido folico, ferritina e sideremia.

Aggiornamento 12/2/2023

L'anastomosi è il collegamento tra le viscere che il chirurgo esegue quando interviene nei viscere, per esempio in chirurgia bariatrica o oncologica nell'intestino. Una chiusura imperfetta (Anastomotic leakage, AL) aumenta il rischio di ricorrenza e la mortalità nel tumore al colon. Nel modello animale si è dimostrato che il microbiota intestinale influenza la guarigione dell'anastomosi. Alcuni batteri aumentano quindi il rischio di una guarigione non corretta mentre altri sembrano favorirla. Questo avviene modulando le citochine infiammatorie e la permeabilità intestinale. L'infiammazione ostacola la guarigione, favorendo l'accumulo di globuli bianchi.
"Il ruolo dell'infiammazione subclinica di basso grado viene riconosciuto in diversi disturbi, come la sindrome dell'intestino irritabile e l'obesità, nonché nella fisiopatologia generale dei tumori gastrointestinali.
I pazienti a rischio di sviluppare AL sarebbero candidati per potenziali trattamenti prima dell'intervento chirurgico mirati al microbiota intestinale, come prebiotici, probiotici e postbiotici per attenuare l'infiammazione del colon, rafforzare la barriera intestinale e migliorare la guarigione anastomotica. Inoltre, gli approcci basati sul microbiota potrebbero essere rilevanti per altri interventi gastrointestinali oncologici e non oncologici, comprese le resezioni dell'intestino tenue, l'escissione del tumore transanale e le operazioni gastroduodenali".

Aggiornamento 20/2/2023

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è spesso accompagnata da problematiche psicologiche come ansia e depressione legate allo stress. Un probiotico misto con 2 bifidobatteri può contrastare lo stress in persone con sindrome dell'intestino irritabile. Un ceppo (B. infantis 35624) contrasta i dolori addominali mentre l'altro (1714) migliora la risposta allo stress. Le persone infatti possono avere un'alterazione dell'asse surrenalico legata alle citochine infiammatorie indotte dall'intestino irritabile e i 2 ceppi lavorano così in modo sinergico, migliorando ansia, depressione e sonno.

Aggiornamento 16/3/2023

I batteriofagi possono essere il futuro della lotta alla resistenza agli antibiotici

Aggiornamento 27/3/2023

La permeabilità intestinale, con il conseguente ingresso nel sangue di endotossine (LPS), aumenta l'infiammazione e riduce la produzione di testosterone. Questo accade sia in acuto (infezione) che in cronico (disbiosi intestinale o altre cause, anche alimentari). Le osservazioni possono spiegare anche perché i probiotici, che migliorano la permeabilità intestinale, possono migliorare la funzione testicolare.
"Le interazioni tra l'intestino e il sistema immunitario svolgono un ruolo significativo nella salute dei testicoli. Questa scoperta evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per esplorare il miglioramento dell'integrità della barriera intestinale come potenziale trattamento per la malattia andrologica".

Aggiornamento 8/4/2023

Nel modello animale un batterio probiotico naturalmente presente nell'intestino, il L. reuteritrasloca nel melanoma e trasforma il triptofano, un aminoacido essenziale, in indolo-3-aldeide. Questa molecola migliora l'efficacia dell'immunoterapia. La disponibilità del batterio e del triptofano appare quindi un potenziale trattamento complementare per combattere questo pericoloso tumore della pelle.
"La risposta è stata evidenziata anche in modelli murini di adenocarcinoma, fibrosarcoma e cancro al seno, il batterio si è spostato in modo simile ai tumori oltre l'intestino e ha soppresso la crescita del cancro".

Aggiornamento 26/4/2023

"Gli antibiotici sono molto comunemente usati nei primi anni di vita di un bambino e ci sono molte ipotesi che collegano l'esposizione precoce agli antibiotici all'obesità infantile. Gli antibiotici hanno un impatto principalmente sul microbiota intestinale e questo microbiota intestinale alterato è associato ad aumentato indice di massa corporea e obesità negli anni successivi. In questa revisione, 17 studi hanno mostrato un'associazione tra l'uso di antibiotici nei primi anni di vita e l'obesità nelle fasi successive della vita. I lieviti probiotici S. boulardii CNCM I 745 possono essere coadiuvanti della terapia antibiotica per modulare il microbiota intestinale".

Aggiornamento 30/4/2023

Da diverso tempo penso che l'EAACI, la società europea di allergologia, sia una delle società scientifiche più avanti di tutte.
In una recente posizione hanno illustrato come le fibre alimentari possano modulare il sistema immunitario e prevenire, alleviare e in qualche caso guarire malattie legate alle sue alterazioni come allergie, asma e malattia infettive, compreso COVID19.
Le fibre sono componenti essenziali dell'alimentazione e le allergie sono cresciute contemporaneamente al declino del loro consumo. Le fibre contribuiscono a mantenere la tolleranza immunologica attraverso la fermentazione microbica e la produzione di metaboliti batterici. Per questo la fibra può non essere sufficiente ma può essere necessario integrare le specie batteriche mancanti coi probiotici. È probabile che un tipo di fibra da solo sia inefficace, quindi il vantaggio si avrebbe dal corretto mix delle diverse fibre presenti in vari alimenti vegetali.
Potrebbe essere importante classificare le fibre in base al loro effetto immunitario. Per esempio promozione dell'integrità della barriera epiteliale, induzione delle cellule T regolatorie, prevenzione della polarizzazione TH2 e inibizione della degranulazione dei mastociti (rilascio di istamina).
Anche il timing di esposizione è importante, per cui sin da piccoli ci si deve abituare a mangiare fibre per modulare l'immunità. Alcune linee guida stabiliscono l'utilità della supplementazione con fibre in bambini a rischio malattie allergiche. Diversi studi mostrano l'utilità delle fibre nella gestione di allergie, dermatite atopica e asma, mostrando quindi un potenziale uso farmacologico dell'alimentazione. Ulteriori studi sono necessari per chiarire le varie interazioni tra microbiota, fibre e sistema immunitario.

Aggiornamento 14/5/2023

Gli antibiotici usati nel periodo perinatale (prima, durante e dopo il parto) sono stati legati a problemi nello sviluppo cognitivo. Questo perché i segnali intestinali provenienti dai batteri hanno un ruolo nella maturazione del sistema nervoso. I dati mostrano che l'esposizione agli antibiotici sia associata ad aumentato rischio di autismo, ADHD, depressione, intelligenza sotto la media e problemi sociali. Modelli preclinici (animali) e clinici (sull'uomo) hanno mostrato che i probiotici possono ridurre il rischio di queste patologie in bambini esposti agli antibiotici.

Aggiornamento 16/5/2023

Da tempo abbiamo sempre più informazioni sul legame tra malattie autoimmuni e alimentazione. Secondo una revisione pubblicata su Autoimmunity Reviews, rivista di riferimento queste evidenze non possono più essere ignorate dai medici (e purtroppo anche dai nutrizionisti).
Secondo la pubblicazione:
∎ La nutrizione, attraverso le sue proprietà pro e antinfiammatorie, svolge un ruolo importante nella prevenzione e nella gestione dell'artrite reumatoide (AR).
∎ Il consumo di una dieta mediterranea antinfiammatoria integrata con acidi grassi omega-3 è raccomandato in aggiunta al trattamento medico.
∎ Sono necessarie prove di qualità superiore per trarre conclusioni più solide su specifici interventi dietetici per migliorare i risultati dell'AR.
∎ I reumatologi dovrebbero lavorare a stretto contatto con i professionisti della nutrizione per fornire un intervento dietetico più personalizzato ai pazienti con AR.

Altre diete come la glutenfree e la dieta vegetale possono essere d'aiuto in particolari persone. Gli omega 3 hanno un ruolo importante nel ridurre l'infiammazione. Antiossidanti, spezie ed erbe (per esempio aglio, zafferano, zenzero, cannella ecc.) riducono l'infiammazione tramite diversi meccanismi e funzionano bene in sinergia tra loro. Vitamina D, probiotici e vitamina K sono altri supplementi utili.
"In sintesi, le prove esistenti suggeriscono che la nutrizione svolge un ruolo sia nell'insorgenza della malattia RA sia nella gestione della malattia attraverso alimenti (anti)-infiammatori/gruppi di alimenti, sostanze nutritive o anche in alcuni casi restrizioni di alimenti. In effetti, la maggior parte degli studi clinici è limitata in termini di dimensioni del campione, durata e capacità di condurre gli studi "in cieco", quindi è evidente la necessità di studi di migliore qualità. Tuttavia, le prove che collegano la nutrizione e il rischio e la gestione dell'AR si stanno accumulando e non dovrebbero essere ignorate".

Aggiornamento 23/5/2023


L'esposizione agli ftalati in gravidanza è neurotossica per il cervello in formazione del nascituro, aumentando il rischio di ADHD e altri problemi comportamentali e di apprendimento. La flora intestinale può fare la differenza nella sua detossificazione ma nel mentre è molto più semplice ridurre l'esposizione per esempio evitando smalti e alimenti a contatto con la plastica.

Aggiornamento 29/5/2023

Dalla disbiosi (alterazione dei microbi) orale derivano molti problemi di salute. Per questo la modulazione del microbiota della bocca migliora molte condizioni. In particolare lo Streptococcus salivarius ha diversi studi che ne mostrano l'efficacia. La produzione di "batteriocine", sostanze che contrastano la crescita delle altre specie patogene, è il principale meccanismo d'azione. Gli altri sono la modulazione del sistema immunitario, la riduzione dell'adesione degli altri batteri grazie alla colonizzazione, la produzione di enzimi che disturbano le altre specie come la Candida. Questo si traduce in vari effetti benefici dovuti alla ridotta presenza dei patogeni: migliorano l'alitosi, la placca e la tendenza ad avere carie, otiti, infezioni respiratorie batteriche e virali (compresa COVID19), miglioramento della risposta immunitaria con modulazione delle malattie infiammatorie tra cui la psoriasi, contrasto dell'invasività della Candida con contrasto al suo biofilm.

Aggiornamento 10/6/2023

I biofilm sono forme di resistenza che i batteri patogeni possono formare, sia della stessa specie che tra diverse specie e addirittura tra regni diversi (tra funghi e batteri). Risultano più resistenti agli antibiotici perché più difficilmente il principio attivo arriva ad agire.
I probiotici di diverse specie possono supportare la rimozione dei biofilm con diversi meccanismi.
"Produzione di sostanze antagoniste quali tensioattivi, batteriocine, polimeri extracellulari, acidi organici, acido lattico, acidi grassi, enzimi (lipasi, amilasi) e acqua ossigenata che possono ostacolare l'attività dei batteri patogeni e la loro adesione alle superfici. Inoltre, prevengono la comunicazione tra batteri (quorum sensing), la formazione di biofilm e la sopravvivenza di agenti patogeni, oltre a interferire con l'integrità/qualità del biofilm, portando infine all'eradicazione del biofilm. Inoltre, i probiotici generano condizioni ambientali sfavorevoli per i patogeni (ad esempio, alterazione del pH e competizione per la superficie e i nutrienti). La loro adesione competitiva ai tessuti umani o ai dispositivi medici (cateteri, protesi o altri dispositivi medici), impedisce la colonizzazione di batteri nocivi. Inoltre, modulando le risposte immunitarie dell'ospite e la formazione di biofilm non patogeni, prendono di mira i biofilm patogeni e impediscono la formazione di biofilm da parte di alcuni batteri patogeni".

Aggiornamento 16/6/2023

I probiotici, e in particolare i lattobacilli, possono migliorare il metabolismo osseo nelle donne in post menopausa. La riduzione degli estrogeni favorisce infatti la perdita di tessuto osseo, ma i batteri contrastano il processo attraverso diversi meccanismi, tra cui la modulazione del microbiota e della permeabilità intestinale, l'aumento dell'assorbimento di calcio stimolato dai grassi SCFA attraverso l'aumento dei trasportatori intestinali, lo stimolo della produzione delle proteine ossee, la modulazione del metabolismo di vitamina D, magnesio e calcio, l'aumento della calcitonina, la conversione di isoflavoni in composti dall'attività estrogenica.

Aggiornamento 19/6/2023

Un probiotico misto a 14 ceppi ha dimostrato di ridurre la depressione maggiore in trattamento mediamente di un grado nelle scale in uso. Anche i sintomi di ansia sono migliorati.
Lo studio ha riguardato 50 persone con risposta insufficiente ai farmaci. I probiotici sono stati ben tollerati e possono quindi costituire una terapia complementare nel trattamento della depressione grazie alla loro influenza sull'asse intestino-cervello

Aggiornamento 26/6/2023

I probiotici sono utili nel ridurre la permeabilità intestinale e alcuni fattori mediatori dell'infiammazione. L'effetto è dovuto all'incremento delle specie benefiche come lattobacilli e bifidobatteri.

Aggiornamento 16/7/2023


I probiotici possono avere un buon effetto sulla glicemia in persone diabetiche secondo una metanalisi. L'effetto è maggiore in persone con BMI superiore a 30. I probiotici a base di bifidobatteri e i cibi probiotici appaiono più efficaci.

"I cambiamenti nella composizione microbica intestinale possono essere un meccanismo mediante il quale l'integrazione di probiotici migliora il controllo glicemico. L'integrazione di probiotici può modulare e aumentare l'abbondanza della flora intestinale che è benefica per il controllo glicemico. Inoltre, il microbiota intestinale può regolare il GLP1, che promuove la secrezione di insulina dalle cellule β pancreatiche e riduce la secrezione di glucagone dalle cellule α, con conseguente riduzione del tempo di svuotamento gastrico, della peristalsi gastrointestinale e della perdita di appetito [lo stesso effetto dei farmaci antiobesità]. Precedenti studi hanno scoperto che i probiotici possono stimolare la produzione di acidi grassi a catena corta, in particolare il butirrato, che aumentano la sensibilità all'insulina e quindi migliorano il controllo glicemico".

Il fatto che le persone con rapporto peso/altezza superiore abbiano maggiore giovamento fa pensare che abbiano un peggiore microbiota. 


Aggiornamento 6/7/2023

Il microbiota ha una forte influenza sulla PCOS. L'uso di probiotici e simbiotici può migliorare i profili ormonali, gli indicatori infiammatori e i disturbi del metabolismo lipidico. Migliorano anche peso, insulina e indice HOMA.

"La PCOS può originarsi nelle primissime fasi dello sviluppo, mostrando caratteristiche cliniche più tardi nell'adolescenza; il monitoraggio del microbioma e l'integrazione precoce di probiotici durante l'infanzia e l'adolescenza potrebbero essere utili per modulare la disbiosi al fine di prevenirla come causa modificabile di PCOS".

Aggiornamento 6/7/2023

I probiotici possono modulare il sistema immunitario e ridurre la disbiosi nella celiachia. Migliorano la situazione soprattutto nelle persone con sintomi gastrointestinali pronunciati.

Aggiornamento 2/8/2023

Le persone con nefropatia diabetica (DN, diabete + danno renale) hanno un microbiota differente che è concausa della malattia.
Gli studi hanno dimostrato che la disbiosi influenza la progressione della malattie e i metaboliti batterici come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), gli acidi biliari (BA), le tossine uremiche e altri derivati (TMAO) causano danni ai tubuli renali attraverso diverse vie di segnalazione, promuovono la fibrosi renale e influenzano la progressione della DN.
"L'integrazione con probiotici, prebiotici alimentari, integratori simbiotici e trapianto di microbiota fecale può prevenire la progressione della DN, migliorare i livelli di glucosio nel sangue, mantenere la stabilità dell'ambiente corporeo e ridurre la risposta infiammatoria, contribuendo così a migliorare la qualità della vita di questo gruppo dei pazienti".

Aggiornamento 5/8/2023

Un mix di 4 batteri probiotici è in grado di migliorare i sintomi e il gonfiore di persone con intestino irritabile (IBS-D, variante diarroica). L'effetto si attenua quando si toglie l'integrazione. Non si osservano grandi variazioni nella diversità dei batteri intestinali, ma aumentano specie chiave produttrici di SCFA (ButyricimonasPseudobutyrivibrioBarnesiella e Sutterellache hanno un effetto antinfiammatorio e modulano il sistema immunitario.
La risposta è del 67% nel gruppo trattato e del 36 nel gruppo placebo.

Aggiornamento 16/8/2023

I probiotici, secondo una revisione degli studi, possono essere utili nella IBS ma l'evidenza è bassa e servono studi fatti meglio.

Aggiornamento 31/8/2023

Secondo una revisione degli studi i probiotici possono dare una mano al dimagrimento durante una dieta, un supporto tutto sommato piccolo ma che può aiutare in quanto spesso il sovrappeso di accompagna a disbiosi (alterazione della flora).
In caso di chirurgia bariatrica i dati sono interessanti ma ancora pochi per trarre conclusioni, così come in caso di uso di farmaci per il dimagrimento.
L'effetto dei probiotici può essere dovuto a una modulazione degli ormoni che gestiscono appetito e sazietà, favorendo il dimagrimento nel lungo periodo, al supporto a livello di composizione corporea (peso, circonferenza addominale, grasso corporeo) e a livello metabolico (glicemia, lipogenesi, adipogenesi, colesterolo e trigliceridi) e infiammatorio.

Aggiornamento 1/9/2023

Gli alimenti fermentati possono aiutare in caso di diarrea nei bambini attorno ai 5 anni, con evidenza di basso grado.

Aggiornamento 16/9/2023

Il miglior probiotico orale, S. salivarius K12, può migliorare la risposta immunitaria in atleti giovani e sani. Inoltre può avere un effetto protettivo anche nei confronti dell'infezione COVID19, riducendo le morti in terapia intensiva, secondo un piccolo studio condotto nella terapia intensiva di un ospedale pakistano.
"Il ceppo K12 è stato ampiamente studiato clinicamente soprattutto per la sua efficace azione nel contrasto delle infezioni dell’orecchio, del cavo orale, della faringe e delle tonsille causate da S. pyogenes, S. pneumoniae, M. catarrhalis e/o H. influenzae. L’efficacia del ceppo K12 è più spesso ricondotta alla sua capacità di rilasciare due "lantibiotici" (Salivaricina A2 e Salivaricina B), efficaci nel danneggiare la membrana dei batteri bersaglio. Tuttavia la sua capacità di contrastare gli antagonisti non si estingue con il rilascio di batteriocine. Altre specie microbiche, potenzialmente legate all'habitat orale come virus oro-faringei (virus sinciziale, adenovirus, rinovirus), funghi come Candida, o batteri Gram-negativi come Aggregatibacter, Fusobacterium o Porphyromonas, sono efficacemente contrastate dallo S. salivarius K12 nell’ambiente oro-faringeo, sicuramente non attraverso le due salivaricine, considerate inefficaci".
La capacità di combattere i virus potrebbe invece derivare dalla stimolazione nella produzione di antivirali come interferone e IL-12 senza aumentare le citochine infiammatorie come TNF-α, IL-1β e IL-6. Questo porterebbe quindi a una risposta antivirale senza un eccesso di infiammazione, tipica della malattia COVID19 grave.

Aggiornamento 24/9/2023

La permeabilità intestinale è un fenomeno che favorisce l'ingresso nel sangue di sostanze che dovrebbero rimanere nell'intestino. A livello cellulare si può osservare una perdita di funzione delle giunzioni strette, sorta di legamenti tra una cellula e l'altra che permettono di evitare l'ingresso di antigeni e sostanze tossiche.
Le malattie associate al fenomeno sono quelle intestinali (IBS e IBD), celiachia, diabete di tipo 1, obesità, steatosi epatica, malattie cardiache.
Tra i fattori che la influenzano, la disbiosi (alterazione delle specie batteriche), infezioni, farmaci (antibiotici, antinfiammatori), alcol, stress, dieta (zuccheri, emulsionanti, alcuni grassi favoriscono, mentre le fibre la riducono).
Dal punto di vista nutrizionale come trattare la condizione?
🥦 i FODMAP (zuccheri fermentabili) possono avere un effetto positivo se rimossi in caso di infiammazione intestinale, ma vanno reintrodotti per modulare positivamente il microbiota.
🦠 i probiotici possono favorire la formazione del muco protettivo e la riduzione dell'infiammazione, modulando il sistema immunitario. Supportano la digestione, riducendo gli antigeni e producendo gli SCFA che nutrono le cellule intestinali.
💊 le vitamine A e D supportano la funzione di barriera intestinale promuovendo le giunzioni cellulari.
🥬 le fibre fanno produrre alla flora gli SCFA promuovendo la salute intestinale.
💊 glutammina e arginina in alcuni modelli cellulari supportano la guarigione della barriera.
🫐 i polifenoli hanno effetto antinfiammatorio, riducono lo stress ossidativo, incrementano il muco e l'integrità dell'epitelio intestinale. I più studiati sono quercetina, epigallocatechina gallato, catechine, epicatechine, berberina, resveratrolo e curcumina.
⚕ erbe medicinali della tradizione come zenzero, altea, liquirizia, ibisco, tè hanno mostrato di modulare positivamente la permeabilità intestinale.
🍄 funghi medicinali come maitake, shiitake, ganoderma ecc. favoriscono la modulazione del microbiota, fanno produrre SCFA e in generale sono in grado di favorire l'omeostasi intestinale grazie ai loro polisaccaridi come chitina, betaglucani, xilani, galattani ecc.

Aggiornamento 24/10/2023

Uno studio di 8 anni conferma la sicurezza del trapianto di microbiota nel medio-lungo termine. Si potranno curare e gestire patologie intestinali come infezioni resistenti agli antibiotici e malattie infiammatorie intestinali, ma anche patologie extraintestinali come autismo, diarrea, diabete e obesità. In caso di infezione da Clostridioides difficile la sopravvivenza è maggiore che col trattamento con antibiotici.

Aggiornamento 29/10/2023

Il micobiota (l'insieme dei funghi che alloggiano nell'intestino e non solo) può avere un effetto sulle malattie metaboliche come diabete, obesità e fegato grasso. Molti funghi/lieviti infatti interagiscono col sistema immunitario e le vie metaboliche, oltre a interagire coi batteri intestinali che notoriamente influenzano il metabolismo energetico e glucidico/lipidico.
In particolare la Candida rilascia candidalisina e PGE2 che nei topi promuovono la progressione della steatosi epatica e il danno epatico, insieme all'insulinoresistenza. Altre specie correlate coi problemi metabolici sono Aspergillus e Meyerozyma.
L'altenusina (rilasciata da alternaria) riduce l'aumento di peso bloccando gli enzimi lipogenici. Anche Cochliobolus può produrre metaboliti utili per ridurre il dismetabolismo.
È nota l'associazione tra carboidrati da alimenti raffinati e sovracrescita di Candida, mentre una dieta più proteica e lipidica può contrastarla, in particolare se ricca di acidi grassi a catena corta e media, presenti per esempio nell'olio di cocco, che si è dimostrato efficace nel ridurre la Candida intestinale.
Oltre alla dieta, per contrastare la disbiosi fungina si usano i probiotici a base fungina come S. boulardii o il kefir che contiene oltre 50 specie tra lieviti e fermenti lattici.

Aggiornamento 8/11/2023

Una posizione ufficiale degli igienisti dentali promuove l'uso dei probiotici per migliorare la salute orale.
In particolare, revisionando gli articoli in merito, è emerso che sono utili:
🦠 come trattamento adiuvante nella parodontite e nella gengivite, contrastando i biofilm di placca batterica
🦷 in caso di perimplantite e mucosite, problemi normali in caso di interventi
🔴 in caso di gengivite ulcerativa acuta necrotizzante, gengivite nel diabetico, gengivite gravidica
🦀 in caso di mucosite associata alle terapie oncologiche

L'uso può essere sia sistemico che topico. Gli effetti collaterali appaiono minimi. Anche i prebiotici (fibre) hanno mostrato utilità.

Aggiornamento 11/11/2023

Una revisione sistematica dimostra l'utilità dei probiotici nei bambini prematuri. Sono in gradi di ridurre la mortalità e la morbilità. I multiceppo sono risultati migliori. Si riducono enterocolite necrotizzante, sepsi, intolleranza, sazietà precoce, durata del ricovero. L'efficacia migliora con la cosomministrazione di prebiotici e lattoferrina. I prebiotici da soli sono poco efficaci.

Aggiornamento 13/11/2023

Secondo una revisione sistematica i probiotici sono efficaci nel ridurre la permeabilità intestinale, quel fenomeno che favorisce l'ingresso dall'intestino al sangue di elementi infiammatori e favoriscono diverse malattie.
Si riducono la zonulina sierica (marker di permeabilità), le endotossine, LPS e i marker di infiammazione, mentre aumenta la resistenza transepiteliale, dimostrando minor passaggio di molecole.

Aggiornamento 16/11/2023

L'insufficienza cardiaca è legata alla disbiosi intestinale. Dieta e probiotici possono migliorare la condizione.
Il rilascio di molecole microbiche che entrano dall'intestino favoriscono un ambiente infiammatorio e il rimodellamento cardiaco, ossia l'alterazione delle strutture cellulari tale da alterare la funzione.
I probiotici candidati per essere i più adatti sono Lactobacillus rhamnosus GR-1, L. plantarum 299v e S. boulardii.


L’assunzione di probiotici nei bambini con stipsi funzionale (FC) ha migliorato significativamente il tasso di successo del trattamento e la frequenza della defecazione, riducendo al contempo il tasso di recidiva della stitichezza.

Aggiornamento 1/12/2023

Il probiotico S. boulardii può essere utile nella sclerosi multipla, migliorando la capacità antiossidante, riducendo le citochine infiammatorie e aumentando quelle antinfiammatorie. Anche fatica, dolore e qualità della vita sono migliorati nello studio.

Aggiornamento 4/12/2023

Gli alimenti vegetali freschi come frutta e verdura hanno un microbiota che influenza i nostri batteri intestinali. Sono dei probiotici naturali che colonizzano l'apparato digerente.

Aggiornamento 14/12/2023

È stato scoperto il gene dei bifidobatteri che permette di alleviare la stipsi. Si tratta di un gene che produce una proteina capace di utilizzare gli arabinani, una fibra presente in alcuni vegetali formata da catene di arabinosio. Il metabolita prodotto agisce sull'intestino facilitando la motilità.

L'effetto dei probiotici nelle persone con malattia coronarica.
Riescono a migliorare il metabolismo glicolipidico (glicemia, trigliceridi e colesterolo), la depressione, l'infiammazione e lo stress ossidativo.

Aggiornamento 14/1/2024

I probiotici sono raccomandati per la prevenzione della pouchite ricorrente dopo chirurgia per IBD.

Aggiornamento 15/1/2024

Una preparazione simbiotica, contenente 3 ceppi di bifidobatteri e alcune fibre, ha dimostrato di ridurre i sintomi di LongCOVID

Aggiornamento 5/2/2024

I meccanismi con cui i bifidobatteri riducono la permeabilità intestinale

Aggiornamento 9/2/2024

L'isolamento sociale è legato a maggior rischio di tumore al seno e di ricorrenza tramite stimolo dell'asse corticotropo, del sistema nervoso simpatico e del microbiota intestinale.
Questi fattori interagiscono col sistema immunitario, ostacolando la sua funzione. In particolare inducono infiammazione e alterano il metabolismo cellulare e mitocondriale.
I batteri di persone isolate rilasciano dei metaboliti che inducono infiammazione. Hanno a loro volta un effetto di aumento del cortisolo. Si nota inoltre una riduzione dei loro metaboliti benefici SCFA, dovuta alla deplezione di alcune specie.
"A sostegno di questo punto di vista, un aumento della produzione fecale di SCFA, che può essere ottenuto mediante integrazione con batteri probiotici che producono SCFA o carboidrati fermentabili dal microbioma e può alleviare gli effetti avversi dello stress. È necessario studiare se questa ipotesi si applichi allo stress da isolamento sociale, poiché si sa poco sull’impatto dell’isolamento sociale sul microbioma intestinale".

Aggiornamento 9/3/2024

Interessante articolo che racchiude le caratteristiche di alcuni probiotici

Aggiornamento 11/3/2024

I probiotici, secondo una revisione degli studi, sono efficaci nel migliorare la depressione (MDD), sia da soli che in supporto ai farmaci.
"I probiotici possono esercitare potenziali effetti sinergici e additivi regolando gli stessi neurotrasmettitori degli antidepressivi, alleviando ulteriori comorbidità legate alla depressione o modulando il microbiota intestinale. Alcuni ceppi probiotici, come il Lactobacillus helveticus, possono migliorare lo stato MDD. Questo effetto potrebbe essere dovuto alla produzione di serotonina nell’intestino. La 5-idrossitriptamina (serotonina), un neurotrasmettitore monoaminico, è un regolatore dell'umore e la sua ricaptazione è inibita dagli SSRI. La serotonina può essere prodotta nell’intestino e svolge un ruolo importante nella comunicazione bidirezionale tra l’intestino e il cervello. Oltre alla serotonina, le specie Lactobacillus possono anche produrre altri neurotrasmettitori, tra cui glutammato, istamina e acido gamma-aminobutirrico, che potrebbero contribuire ad alleviare i sintomi depressivi. I probiotici possono anche manifestare i loro effetti terapeutici attraverso il percorso della neuroinfiammazione. Ad esempio, un “intestino permeabile”, una condizione in cui la barriera intestinale è indebolita e il microbioma intestinale viene successivamente perturbato, è stato associato a diverse malattie mentali, incluso il disturbo depressivo maggiore, attraverso l’attivazione di una risposta proinfiammatoria periferica. Gli antidepressivi possono esacerbare questa disbiosi attraverso effetti antimicrobici. Tuttavia, i batteri probiotici possono potenzialmente ripristinare l’omeostasi del microbioma intestinale e migliorare la funzione della barriera intestinale.
Anche il consumo di probiotici a lungo termine è ben tollerato tra i partecipanti e non è associato a eventi avversi gravi, con tassi di interruzione paragonabili a quelli degli antidepressivi. In linea con i nostri risultati, Schaub et al hanno riferito che gli effetti benefici dei probiotici erano significativi solo per i soggetti con elevata compliance e accentuati nel follow-up dopo 8 settimane".

Aggiornamento 22/3/2024

Il probiotico Bacteroides fragilis 839 può essere utile per ridurre la tossicità intestinale della chemioterapia in donne con tumore mammario. Le donne trattate hanno avuto una riduzione di vomito, diarrea e nausea. Si è verificata anche una minore riduzione delle difese immunitarie.

Aggiornamento 27/3/2024

Il batterio B. infantis è un importante immunomodulatore presente nell'intestino sano con un effetto antinfiammatorio. La sua presenza riduce il rischio di malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1 e si riduce negli adulti a causa di cure antibiotiche e alimentazione sbilanciata.
Se lo si vuole ripristinare, l'attecchimento del batterio è molto più efficace se viene somministrato contemporaneamente ad HMO, gli oligosaccaridi presenti nel latte materno che hanno appunto il compito di favorire la proliferazione dei bifidobatteri nel neonato.
Interrompendo l'integrazione la presenza del batterio si riduce.
Lo studio "suggerisce la possibilità che nei microbiomi disbiotici, B. infantis possa modulare l’ambiente intestinale attraverso il metabolismo degli HMO e la produzione di metaboliti che possono sia aumentare la produzione benefica di butirrato da parte dei microbi commensali sia inibire gli enteropatogeni. Questo studio apre anche la porta allo sviluppo di prodotti batterici controllabili per il trattamento di un’ampia varietà di disturbi del microbiota".


Aggiornamento 30/4/2024

Un probiotico misto insieme alla vitamina D ha dato buoni risultati in persone affette da schizofrenia, migliorando la loro funzione cognitiva.
Anche i parametri metabolici (glicemia e colesterolo) e infiammatori sono migliorati.
"Diversi meccanismi possono spiegare gli effetti dei probiotici sul metabolismo del glucosio. La funzione antiossidante dei probiotici attraverso l’inibizione della perossidazione lipidica e l’induzione di enzimi antiossidanti come superossido dismutasi, catalasi e glutatione perossidasi è uno dei principali meccanismi proposti per gli effetti ipoglicemizzanti dei probiotici. D’altro canto, la vitamina D può regolare l'effetto antinfiammatorio e la trascrizione dell'insulina stessa. Inoltre, la vitamina D può regolare i livelli di calcio nel citoplasma. È stato suggerito che la vitamina D possa aumentare l'ingresso del glucosio nelle cellule mediante l'aumento del calcio intracellulare.
Inoltre, i probiotici possono migliorare l’espressione dei recettori della vitamina D. La vitamina D può migliorare la salute mentale attraverso l'induzione dell'espressione della tirosina idrossilasi, l'aumento della biodisponibilità della dopamina, la neuroprotezione e la neuroimmunomodulazione. Inoltre, la microflora ha un ruolo nella biosintesi e nella regolazione dell'acido gamma-aminobutirrico (GABA) e della serotonina. Pertanto, mirare all’asse microbiota-intestino-cervello con la co-somministrazione di probiotici e vitamina D potrebbe fornire un nuovo approccio per promuovere la salute mentale".

Aggiornamento 24/5/2024

L'orticaria cronica (CSU) è un disturbo che può non essere controllato dagli antistaminici in oltre la metà dei casi, ma può rispondere all'alimentazione.
I punti salienti di una revisione degli studi sono:

"L’allergia alimentare è una causa estremamente rara di CSU, mentre in alcuni pazienti può essere associata una sensibilità (intolleranza) alimentare (definita come pseudoallergia).
I componenti o le sostanze alimentari che possono provocare intolleranze alimentari sono chiamati pseudoallergeni. Questi sintomi sono reazioni di ipersensibilità che possono simulare vere reazioni allergiche e sono oggettivamente riproducibili in esposizioni ripetute. Tra gli pseudoallergeni degni di nota figurano alimenti ricchi di istamina o che attivano i mastociti come formaggio, pesce, frutti di mare, verdure come pomodori, frutta, cioccolato, alcol, alcuni farmaci, erbe e spezie, additivi alimentari come rosso cocciniglia, azorubina, carminio, rosso allura ed eritrosina. Questi prodotti alimentari possono innescare o peggiorare la CSU in modo dose-dipendente. Recentemente, diversi autori hanno segnalato che l'orticaria da contatto causata da alcuni alimenti può essere una causa di tali reazioni. L'intolleranza alimentare viene solitamente sospettata quando i sintomi clinici migliorano dopo 3 settimane di dieta di eliminazione rigorosa, o se i test provocativi orali (OPT) con sostanze implicate aggravano i sintomi

Nel complesso, le diete di eliminazione hanno prove inferiori rispetto alle diete integrate con alcuni supplementi come terapia aggiuntiva, poiché le prime mancano di studi randomizzati e controllati.

L’eliminazione degli additivi alimentari e le diete personalizzate possono essere utili in un sottogruppo di pazienti senza alcun test per predire la risposta, mentre integratori alimentari come vitamina D, diaminoossidasi (enzima degradatore dell'istamina) e probiotici possono essere utili in caso di carenze specifiche.

La restrizione generalizzata di alimenti, senza test di provocazione, è fortemente scoraggiata.

Le diete di eliminazione devono essere continuate per almeno 3 settimane per valutare la risposta, mentre in caso di carenze devono essere somministrati integratori alimentari finché i livelli sierici non ritornano normali".

In generale le maggiori evidenze sono per la dieta a basso contenuto di istamina, per quella personalizzata e per l'eliminazione degli additivi. Per gli integratori l'uso di vitamina D e probiotici e simbiotici.

La ricerca si conclude invitando a rivolgersi a un nutrizionista per la personalizzazione della dieta

Aggiornamento 24/5/2024

Alcune informazioni sulla SIBO, una nota causa di intestino irritabile e maldigestione, e sul suo trattamento con la nutrizione funzionale.
Si tratta di una crescita eccessiva di batteri nel primo tratto intestinale. Questi batteri fermentano il cibo e provocano sintomi intestinale ed extraintestinali.
Tra le cause, problemi di motilità intestinale (i batteri non vengono "spinti" lungo l'intestino), legati magari a ipotiroidismo, stress, farmaci, chirurgia addominale ecc., carenza di acido cloridrico nell'intestino (uso di antiacidi), carenza di enzimi digestivi (insufficienza pancreatica/pancreatite), alterazioni strutturali (fistole, diverticoli ecc.), carenze immunitarie.
Le SIBO possono essere caratterizzate in base al tipo di gas prodotti (metano, acido solfidrico o idrogeno) e si valutano con i breath test idonei (lattulosio e glucosio), anche se il gold standard sarebbe l'esame dell'aspirato intestinale.
Una dieta adeguata, in alcuni casi i probiotici, disinfettanti intestinali, supporti digestivi, procinetici e miglioramento dello stile di vita possono migliorare la condizione.

Aggiornamento 11/6/2024

Quali trattamenti complementari possono essere aggiunti al trattamento della depressione lieve?
Omega 3 e probiotici hanno dimostrato di poter migliorare l'effetto dei farmaci ma non possono essere usati come trattamento primario.
Anche agopuntura e attività fisica possono avere effetti complementari simili.

Aggiornamento 26/6/2024

Una revisione ha individuato alcuni batteri candidati come probiotici orali: "S. sanguinis, S. oralis, S. mitis e S. gordonii sono tra le specie batteriche proposte come potenziali probiotici perché alcuni ceppi possono inibire i parodontopatogeni e sono stati segnalati come sicuri per l’uomo".
Un probiotico multiceppo è in grado, nel modello animale, di ridurre la tossicità del bisfenolo A e degli ftalati, tipiche sostanze tossiche presenti nella plastica.
Si riducono il danno epatico e renale e si normalizzano i livelli di ormoni, peso, infiammazione e appetito.

Un probiotico multiceppo è in grado, nel modello animale, di ridurre la tossicità del bisfenolo A e degli ftalati, tipiche sostanze tossiche presenti nella plastica.
Si riducono il danno epatico e renale e si normalizzano i livelli di ormoni, peso, infiammazione e appetito.

Aggiornamento 8/7/2024

I postbiotici (batteri morti) possono avere interessanti applicazioni nello sportivo con effetti diversi rispetto a quelli dei probiotici. La ricerca è ancora agli albori

Aggiornamento 29/7/2024

Ulteriori caratterizzazioni nelle IBD mostrano la correlazione tra alcuni funghi e intensità e attività della malattia. I probiotici potrebbero migliorare la situazione

Un mix di LP299V, Saccharomyces boulardii e octacosanolo ha benefici effetti nelle donne affette da obesità, migliorando parametri metabolici, appetito e infiammazione

Aggiornamento 6/8/2024

L'uso inappropriato di antibiotici favorisce l'antibioticoresistenza, l'inefficacia degli antibiotici nei confronti dei batteri.
Questo significa che aumenta la proporzione di batteri patogeni opportunisti e si riduce quello di batteri buoni protettivi, col risultato di aumentare la disbiosi e "la produzione di tossine, il danno cellulare, la formazione di biofilm, il danno al muco e l'ingresso di agenti patogeni, la diminuzione della produzione di citochine nelle cellule T regolatorie (Treg), i peptidi antimicrobici e la produzione di ATP dagli acidi grassi a catena corta (SCFA)".
Sono stati caratterizzati anche gli effetti di alcuni antibiotici su particolari famiglie, che aumentano (in verde) o diminuiscono (in rosso).
L'uso di probiotici e prebiotici, insieme a un'alimentazione ricca in fibre, può ridurre gli effetti negativi degli antibiotici.

Aggiornamento 6/8/2024

Secondo i consigli del giornale dei medici americani JAMA Internal Medicine i probiotici, in particolare se contenti lattobacilli, aiutano a prevenire la ricorrenza di cistiti nelle donne.
L'uso di cramberry, vitamina C e mannosio non ha benefici comprovati, secondo le ultime ricerche.
Assumere molta acqua ed evitare di trattenere l'urina sono altri consigli utili.

Aggiornamento 8/8/2024

Secondo uno studio sui bambini nati prematuri, un probiotico misto non ha ridotto la colonizzazione di batteri patogeni o multiresistenti rispetto al placebo.
Ha tuttavia permesso di migliorare la qualità del microbiota, che in questi bambini è messa a dura prova a causa delle condizioni (parto cesareo, uso di antibiotici, mancanza di allattamento ecc.), spostando l'equilibrio verso l'eubiosi. Una maggiore varietà è comunque protettiva dall'effetto dei patogeni e forse i vantaggi si vedranno in tempi più lunghi.


Aggiornamento 23/8/2024

Da tempo è noto che lo stress interagisce col microbiota intestinale, alterandolo e riducendo i batteri buoni. Forse si è scoperto uno dei meccanismi, attraverso l'amigdala, una parte del cervello che gestisce le emozioni, in particolare paura e ansia. L'amigdala invia segnali, tramite il nervo vago, alle ghiandole di Brunner, che secernono mucina e fanno proliferare i batteri.
Nei topi, lo stress stimola l'amigdala a bloccare il segnale alle ghiandole. In questo modo si inibisce la crescita di alcuni batteri benefici come i lattobacilli, impoverendo l'intestino.
Ne conseguono in questo modo problemi digestivi, immunitari (anomalie del tessuto linfoide, in particolare contrazione della milza e crescita eccessiva dei follicoli linfoidi della mucosa) e tono simpatico aumentato.
Anche in via sperimentale rimuovere le ghiandole porta all'impoverimento dei lattobacilli e a vulnerabilità immunitaria alle infezioni
"Lo stress cronico ha soppresso l’attività centrale dell’amigdala e ha fenocopiato gli effetti delle lesioni ghiandolari. Al contrario, l’eccitazione dell’amigdala centrale o dei neuroni vagali parasimpatici ha attivato le ghiandole di Brunner e ha invertito gli effetti dello stress sul microbioma intestinale e sull’immunità. I risultati hanno rivelato un meccanismo trattabile cervello-corpo che collega gli stati psicologici alla difesa dell’ospite". La carenza di lattobacilli favorisce anche la permeabilità intestinale e quindi uno stato di infiammazione e potrebbe essere un fattore anche nelle malattie autoimmuni, in particolare intestinali.
Nel modello animale "l’inoculazione con probiotici sembra essere sufficiente per mitigare questi effetti negativi: mentre la somministrazione di Lattobacilli + Bifidobatteri ha ripristinato l’integrità della barriera intestinale e ridotto l’attività del nervo simpatico, gli animali trattati con antibiotici hanno mostrato una maggiore permeabilità intestinale. Questi risultati sono in accordo con studi che dimostrano che i batteri commensali, in particolare i lattobacilli, migliorano la funzione della barriera intestinale sovraregolando le proteine ​​epiteliali delle giunzioni strette."

Aggiornamento 4/9/2024

Il diabete di tipo 2 ha un chiaro legame col microbiota, ma la situazione è talmente complessa che non è facile trarre conclusioni valide per tutti. Il legame è dato soprattutto dai metaboliti rilasciati, che possono avere un effetto pro o antinfiammatorio e promuovere o ridurre la permeabilità intestinale.
Il tratto comune è probabilmente la minor varietà (diversità) di microbi intestinali presente nei diabetici, dovuta essenzialmente allo stile di vita occidentale, con poca fibra e molti prodotti raffinati che non permettono la proliferazione dei microbi.

Stratificare i pazienti a seconda delle loro caratteristiche metaboliche potrebbe aiutare nel trattamento.
Ad esempio, "i pazienti privi di batteri produttori di butirrato potrebbero beneficiare di probiotici specifici, mentre quelli con alti livelli di metaboliti dannosi come imidazolo propionato potrebbero richiedere inibitori enzimatici per ridurre questi metaboliti".
Un esame del microbiota e dei metaboliti prima e dopo un intervento sarà quindi fondamentale per scoprire i legami causali più precisamente e prescrivere terapie personalizzate. L'uso di probiotici e prebiotici è potenzialmente utile ma servono ulteriori studi.


Aggiornamento 5/9/2024

Due RCT mostrano l'utilità di 2 ceppi di Bifidobacterium lactis nei problemi metabolici di donne sovrappeso.
Nel primo B. lactis GCL2505 (insieme a inulina) aumenta il dispendio energetico, in media di 84 calorie al giorno. La conta batterica mostra un aumento di tutti i bifidobatteri (soprattutto grazie all'inulina).
Nel secondo B. lactis IDCC 4301 (B. lactis Fit™) migliora i trigliceridi, le citochine e la composizione corporea di donne con obesità, aiutandole a dimagrire.

Aggiornamento 12/9/2024

Secondo una revisione degli studi il miglior approccio nei confronti dell'artrite reumatoide (insieme al trattamento farmacologico) è una dieta mediterranea ricca di alimenti antinfiammatori e supplementata con 2 grammi di omega 3 al giorno.
I reumatologi dovrebbero lavorare in stretta collaborazione coi nutrizionisti per assicurare un trattamento nutrizionale tagliato sul paziente.
Secondo un altro lavoro anche i probiotici e la vitamina K (in particolare K2) possono aiutare modulando il microbiota, la risposta immunitaria e la permeabilità intestinale.

Aggiornamento 15/9/2024

Secondo le linee guida per l'eradicazione dell'H. pylori l'uso di probiotici come supporto è promettente ma non ancora a livello da essere inserito come raccomandazione.
L'uso di lattobacilli o probiotici multiceppo appare più efficace ed è associato con maggiore successo della terapia antibiotica.

Aggiornamento 22/9/2024

Conferme sull'utilità di alcuni batteri buoni nel tenere sotto controllo alcune specie patogene come Escherichia e Klebsiella. Questo avviene tramite la sottrazione di nutrienti, in particolare gluconato

Aggiornamento 12/10/2024

I probiotici appaiono utili nel ridurre la mucosite orale associata a chemio e radioterapia. Anche la sicurezza è stata verificata.
Quelli multiceppo sono più efficaci di quelli monoceppo.
I meccanismi coinvolti sono la modulazione delle risposte immunitarie, la riduzione delle citochine proinfiammatorie, il mantenimento della barriera epiteliale, la produzione di agenti antimicrobici, la competizione con i patogeni e l'induzione della secrezione di IgA.

Aggiornamento 4/11/2024

I probiotici nel miglioramento della qualità della vita (QOL) secondo una revisione.
Si rivelano utili, in particolare i mix di lattobacilli e bifidobatteri, nel migliorare la QOL delle persone affette da intestino irritabile (IBS). In particolare "Bifidobacterium infantis 35624 ha dimostrato un notevole miglioramento nell'alleviare il disagio/dolore addominale, gonfiore/distensione e/o difficoltà di movimento intestinale rispetto al placebo.
Sono efficaci anche nella riduzione della stipsi funzionale, condizione che determina riduzione della QOL soprattutto negli anziani.
Per quanto riguarda le persone con tumore, servono studi più grandi per verificare l'efficacia nei confronti della "fatigue" e della riduzione degli effetti collaterali gastrointestinali delle terapie.

Aggiornamento 18/11/2024

I probiotici possono ridurre il cortisolo, ormone dello stress che, in eccesso, altera la composizione corporea e favorisce l'invecchiamento e malfunzionamenti dell'asse intestino-cervello, compreso le disfunzioni cognitive e la depressione.

"La ricerca ha dimostrato che il microbiota intestinale può influenzare la funzione cerebrale attraverso molteplici meccanismi, tra cui la modulazione della risposta immunitaria, la produzione di neurotrasmettitori e gli effetti diretti sull’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene). A questo proposito, i probiotici hanno suscitato interesse per la loro capacità di modificare l’asse HPA e avere un impatto sulla produzione di cortisolo. I probiotici regolano l’equilibrio microecologico dell’intestino e possono essere utili se utilizzati in dosi adeguate. I probiotici sono stati esplorati come potenziale bersaglio in varie condizioni come depressione, ansia, sindrome dell'ovaio policistico, disturbo dello spettro autistico, deterioramento cognitivo, obesità e stress. Agiscono influenzando i livelli di varie sostanze bioattive, incluso il cortisolo".

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