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sabato 2 aprile 2016

Pesce e gravidanza



L'Academy di nutrizione USA ha fatto un articolo sull'uso del pesce in gravidanza. Il pesce (inteso in generale come cibo proveniente dal mare, incluso molluschi ecc) viene definito una buona fonte di nutrienti, in particolare proteine, ferro e grassi omega 3.

Però invita anche a evitare quello con più mercurio: pescespada, squalo, cavalla (un particolare sgombro di maggiori dimensioni), in generale i pesci più grandi. Inoltre evitare il pesce affumicato e refrigerato non cotto, compreso sushi e sashimi.
Insomma consumarlo sempre ben cotto per evitare infezioni che possono nuocere al nascituro.


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Aggiornamento 11/6/2016

L'infografica della Cleveland Clinic sul pesce e il contenuto di omega 3.

Aggiornamento 8/9/2016

Il pesce appare contaminato dalla plastica, soprattutto quello allevato e non pescato in acque profonde.

Authoritynutrition.com conferma quanto scritto nell'articolo

Aggiornamento 16/10/2016

L'uso di antidepressivi durante la gravidanza, in particolare inibitori SSRI (reuptake della serotonina) aumenta il rischio di successivi problemi motori e di linguaggio nei bambini.

Aggiornamento 3/11/2016

Con una quantità maggiore di omega 3 nel latte materno si abbassa la frequenza di allergie nei bambini. Utilizzate però solo fonti sicure e non inquinate (pesci piccoli ed eventualmente integratori certificati IFOS)

Aggiornamento 29/12/2016

In uno studio RCT la supplementazione con omega 3 nell'ultimo trimestre di gravidanza previene asma e infezioni del tratto respiratorio. Speculando si può ipotizzare che queste e altre malattie infiammatorie siano solo lo specchio di carenze nutrizionali, così come il rachitismo è lo specchio della carenza di vitamina D
Aggiornamento 21/2/2017

Il mercurio nel pesce sembra aumentare il rischio di SLA. Per questo è bene sempre mangiare quelli a basso contenuto, evitando pescespada, squaliformi e i pesci più grandi in genere. così come, tra l'altro, consiglia l'FDA.
Aggiornamento 8/3/2017

Finora la FDA si era limitata a consigliare, soprattutto in gravidanza e allattamento, pesce con bassi livelli di mercurio. Ora è stata resa nota una lista di pesci da evitare: quelli di grossa taglia come il pescespada, gli squali, il pesce specchio, il tonno obeso, il marlin, la cavalla. Pesci di piccola taglia, molluschi e crostacei sono generalmente sicuri. Attendiamo un provvedimento analogo dall'EFSA

Aggiornamento 13/3/2017

Nel video potete vedere un organismo marino che mangia microframmenti di plastica gettata in mare da un idiota e che andrà così ad accumularsi nella catena alimentare avvelenando tutti noi






Aggiornamento 3/4/2017

Nonostante quello che dicono i soliti pompieri, la puntata di "Indovina chi viene a cena" sul salmone allevato in Norvegia è veritiera.
Infatti l'Academy continua a raccomandare attenzione al pesce in gravidanza.

Aggiornamento 21/4/2017

Il pesce risulta, come previsto, uno degli alimenti più inquinati dalle microplastiche.

Aggiornamento 12/5/2017
In gravidanza esposizione a BPA e paracetamolo andrebbero evitate per i loro danni cellulari

Aggiornamento 23/5/2017
Un buon livello di omega 3 a catena lunga in gravidanza riduce il rischio di diabete di tipo I (giovanile).
Invece gli omega 6 (acido linoleico e arachidonico) e gli omega 3 a catena corta (acido linolenico) sembrano aumentare il rischio
Aggiornamento 2/6/2017

Vitamina D e omega 3 integrati insieme migliorano il quadro metabolico di donne con diabete gestazionale

Aggiornamento 9/7/2017
Nuove linee guida sul pesce dagli USA. Evitare il pesce di grossa taglia (pescespada, sgombro reale ecc)
Inoltre i pesci allevati hanno quantità maggiori di omega 6, per cui preferire il pescato.

Aggiornamento 17/7/2017

Pensateci 2 volte prima di buttare plastica in terra.
Le plastiche si accumulano lungo la catena alimentare e in particolare negli organismi marini, ma anche nei terreni.

Gli additivi plastici (inquinanti organici quali le diossine, BPA, i bifenili policlorurati (PCB), il diclorodifeniltrichloroetano (DDT), gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH),  ftalati, ritardanti di fiamma, stabilizzanti, pigmenti e antimicrobici) sono aggiunti alle plastiche per migliorare la loro qualità e proprietà, ma rilasciati poi nell'ambiente, accumulandosi nella catena alimentare.
"Una volta che le materie plastiche sono state consumate, alcune sostanze chimiche vengono rilasciate dalla plastica e trasferite all'animale. Se la sostanza chimica è solubile nel grasso, può accumularsi nei tessuti di un organismo".
"Gli esperimenti di laboratorio con modelli animali hanno dimostrato che l'esposizione ad additivi plastici può alterare i sistemi endocrini, causare difetti alla nascita, ridurre la produzione di spermatozoi, innescare l'insulino-resistenza e compromettere l'apprendimento e la memoria".
"Con una quota così elevata (di plastica, ndr), dobbiamo impegnarci in soluzioni esistenti piuttosto che aspettare risposte definitive. Come affermato nella dichiarazione di Wingspread del 1998 sul principio di precauzione "Quando la salute dell'uomo e dell'ambiente è in gioco, potrebbe non essere necessario aspettare la certezza scientifica per intraprendere azioni protettive". La nostra priorità dovrebbe essere quella di eliminare l'uso inutile delle materie plastiche, e insistere su alternative biodegradabili e soprattutto capire completamente cosa significa vivere in un mondo plastificato".
Aggiornamento 21/7/2017

Il DHA, un grasso omega 3 a lunga catena, è fondamentale per l'acuità visiva: senza di esso la retina non funziona correttamente.

Aggiornamento 26/7/2017

Il consumo regolare di pesce può ridurre i sintomi della artrite reumatoide
Ottimo articolo sul confronto tra salmone selvaggio e allevato (dott.ssa Kirkpatrick). I dati non sono completamente traslabili alla realtà europea (dovrebbe essere minore il contenuto di antibiotici) ma il salmone pescato vince in ogni caso.

Aggiornamento 2/8/2017

Sempre meglio cuocere delicatamente il pesce, per evitare perdite di nutrienti e formazione di composti come gli AGEs.

Aggiornamento 6/11/2017

Il mercurio è un importante fattore eziologico nell'autismo, soprattutto in gravidanza

Aggiornamento 26/11/2017
Forse si è scoperto perché l'autismo si trova molto più nei maschi che nelle femmine, o almeno una delle tante cause di questa malattia multifattoriale.
La colpa potrebbe essere del mercurio, che inattiva un enzima (chiamato PON1) capace di detossificare il corpo, in particolare dai pesticidi organofosfati. Però questa inattivazione è stata osservata solo nei maschi. Le femmine mantengono la capacità di liberarsi dei pesticidi e si ammalano meno.
Aggiornamento 16/1/2018
I consigli del dott Speciani per ridurre l'esposizione al mercurio da pesce.
Aggiornamento 24/4/2018

Il consumo di pesce si associa a minor rischio di Parkinson. Questo può essere dovuto alla presenza di una proteina, la parvalbumina, che inibisce la formazione di una sostanza chiave della malattia, alfa-sinucleina.
Aggiornamento 11/5/2018

I molluschi a guscio sembrano essere la principale fonte di microplastiche nell'alimentazione

Aggiornamento 1/6/2018

La vitamina D assunta in gravidanza migliora la crescita e riduce la mortalità del nascituro senza rischi

Aggiornamento 20/6/2018

Da 50 anni a questa parte il quoziente intellettivo sta declinando, e i fattori ambientali sono sicuramente importanti, tra cui forse lo scarso consumo di pesce.

Aggiornamento 18/7/2018
Nel modello animale, l'esposizione in gravidanza o dopo la nascita alle plastiche come gli ftalati (BPA ad esempio) modifica la formazione della corteccia prefrontale e riduce le capacità cognitive
Aggiornamento 26/8/2018
I problemi dati dal mercurio (presente spesso nel pesce) sono ridotti dalla disponibilità del selenio, anche in gravidanza. Comunque meglio preferire i pesci di piccola taglia.

Aggiornamento 26/9/2018
Siamo messi sempre peggio, a causa di chi inquina senza capire il danno che fa. Ci torna tutto indietro.
"una contaminazione al di là delle aspettative: la presenza di microplastiche non ha risparmiato alcun prodotto, tutte e 18 le bottiglie sono risultate contaminate, con valori che vanno da un minimo di 0,89 microparticelle per litro(mpp/l) ad un massimo di 18,89 mpp/l"

Il lab che ha eseguito la ricerca è quello che faceva le analisi per DiMartedì di La7.

Aggiornamento 9/10/2018
Si sa da tempo che asma e obesità infantile vanno di pari passo. Un nuovo studio ipotizza legami causali, dovuti alla riduzione dell'attività fisica tra i bambini asmatici e all'utilizzo dei cortisonici, che favoriscono la deposizione di grasso, e infatti i bambini che li usano sono quelli più a rischio.
Inoltre entrambe le condizioni possono essere favorite nella "finestra temporale" della gravidanza da una dieta sbagliata.

Aggiornamento 26/10/2018
L'intelligenza dei lavori pubblicati: si somministra DHA (omega 3) ai bambini nati pretermine per vedere se aiutano lo sviluppo, e si conclude che non hanno effetti positivi, anzi potrebbero essere negativi in alcuni sottogruppi. Solo che... andando a vedere bene, è stato dato anche acido arachidonico (omega 6), che ha effetti completamente diversi. Attenzione a leggere soltanto i titoli!

Aggiornamento 2/12/2018

Il selenio è importante per la detossificazione del metilmercurio. È presente naturalmente nel pesce, e questo ne riduce la sua pericolosità, ma in caso scarseggi la sua disponibilità nei mari il pesce diventa pericoloso, soprattutto per lo sviluppo cerebrale dei bambini.

Aggiornamento 9/1/2019

La supplementazione con omega3 nel terzo trimestre di gravidanza previene il parto pretermine e porta ad un peso alla nascita maggiore
Aggiornamento 2/2/2019

La supplementazione con omega 3 in gravidanza è associata debolmente con ridotto rischio di allergie alimentari, ma fortemente con la riduzione del parto pretermine
Aggiornamento 3/2/2019

La supplementazione con omega 3 in gravidanza riduce il rischio di ipertensione nel bambino

Aggiornamento 20/3/2019

Gli ftalati in gravidanza aumentano il rischio di problemi di linguaggio e motori nella prole: evitare cibo confezionato, soprattutto in plastiche col numero 3 o 7, e soprattutto non metterli nel microonde, evitare i cosmetici e i profumi.


Aggiornamento 19/5/2019

L'EAACI, la società europea di allergologia, ha rilasciato una posizione sulla funzione dei grassi in relazione ad allergie, dermatite atopica e asma.
I polimorfismi nei geni (le diverse forme genetiche che ognuno di noi porta) associati alla sintesi, catabolismo e utilizzo dei grassi influenzano i loro fabbisogni e funzioni.
Gli omega 3 sono solitamente benefici, mentre gli omega 6 sono metabolizzati a composti proinfiammatori, ma comunque necessari.
È probabile che un approccio nutrizionale personalizzato, compresa la supplementazione di acidi grassi, sia necessario per osservare i benefici ottimali che possono venire ​​dagli acidi grassi nella prevenzione e nel trattamento delle allergie e dell'asma.
La supplementazione con omega 3 o il consumo di alimenti ricchi di questi grassi (ad esempio, pesce grasso, alcune microalghe e carne di ruminanti allevati con un adeguato esercizio fisico e una dieta a base di erbe) sono probabilmente utili.
Si ribadisce la nocività dei grassi trans, a parte il CLA presente nei prodotti caseari.
Anche il microbiota interagisce, in particolare con la produzione di grassi a catena corta (SCFA).

Aggiornamento 29/5/2019

Nel modello animale l'eccesso di acido linoleico (omega 6) in gravidanza riduce la produzione di colesterolo e aumenta le citochine infiammatorie (PGE2), risultando in una ridotta crescita della prole.

Aggiornamento 29/6/2019

La carenza di vitamina D all'inizio della gravidanza aumenta il rischio di infiammazione placentare

Aggiornamento 29/7/2019

"La carenza di acidi grassi omega-3, a causa di un'insufficiente assunzione o di un rapido esaurimento delle scorte durante la gravidanza e l'allattamento, è uno dei fattori di rischio della depressione postparto (PPD). Associazioni tra neuroinfiammazione (citochine proinfiammatorie elevate) e neurotrasmissione alterata (bassa attività di trasmissione serotoninergica) e rischio di PPD sono state riportate anche da numerosi studi. Il completamento con olio arricchito con acido eicosapentaenoico (EPA) può ridurre efficacemente la depressione durante la gravidanza e la PPD dopo il parto. Il trattamento a lungo termine con olio arricchito con acido docosaesaenoico (DHA) può essere efficace nel ridurre il rischio di PPD nelle donne sane, ma non nelle donne che allattano. Il DHA da solo non è sufficiente. In conclusione l'integrazione dietetica con acidi grassi omega-3 ricchi di EPA durante la gravidanza o dopo il parto riduce alcuni sintomi associati alla depressione. Anche l'integrazione di DHA in donne in gravidanza in buona salute può ridurre il rischio di PPD".


Aggiornamento 3/8/2019

Un video di Superquark su pesce e mercurio
Aggiornamento 23/8/2019
La permeabilità intestinale aumenta con l'avanzare della gravidanza nelle donne sovrappeso e obese. Omega 3 e probiotici non sono stati in grado di ridurla.


Aggiornamento 19/9/2019
Il parto pretermine è la principale causa di mortalità e morbilità neonatale, tuttavia nella maggior parte dei casi la ragione rimane ignota.
Tra i supplementi che si sono dimostrati efficaci nel prevenire la nascita prematura, il DHA (omega 3) è probabilmente il più efficace, seguito da zinco e vitamina D.
Evidenze crescenti ci sono anche per folati, ferro, calcio, magnesio, multivitaminici e multiminerali, vitamina A (attenzione perché in eccesso è teratogena), probiotici.
Aggiornamento 23/10/2019
Nelle donne in gravidanza è meglio non superare il consumo di pesce consigliato (3-4 porzioni a settimana) perché si rischia di eccedere nell'introito di PCB (plastiche), PFA, arsenico e mercurio. Anche la frutta risulta una fonte di pesticidi organoclorurati, e non dovrebbe essere consumata in eccesso. Consumare cibo biologico ha ridotto le esposizioni. Queste sostanze possono influire negativamente sulla salute dei bambini.
Aggiornamento 20/11/2019

L'eccesso di omega 6 (tipici della dieta occidentale) in gravidanza predispone nel modello animale per una prole con ansia, schizofrenia e ADHD. Questo avviene modulando gli endocannabinoidi, sostanze derivate dagli omega 6 che influenzano la trasmissione tra neuroni. Bilanciare sempre con gli omega 3 ed evitare prodotti da forno che li contengono.

Aggiornamento 16/2/2020

La carenza di vitamina D in gravidanza può aumentare il rischio di ADHD. Le mamme con i livelli più bassi hanno il 53% di rischio in più di avere prole con questo problema rispetto alle mamme coi livelli maggiori. Questo può succedere perché la vitamina D regola il calcio nei neuroni e ha effetti neurotrofici e neuroprotettivi, regolando differenziazione, crescita e sviluppo dei neuroni.

Aggiornamento 17/3/2020

In uno studio americano, il consumo di 3 porzioni di pesce a settimana in gravidanza appare l'ideale per bilanciare i benefici con i potenziali rischi derivati da inquinanti come mercurio e PCB
Aggiornamento 3/5/2020
L'alcol in gravidanza è dannoso perché, tra le altre cose (riduzione di BDNF e infiammazione), riduce la quantità di DHA (omega 3) che arriva al cervello, impedendogli di maturare correttamente. Fermo restando che in gravidanza (e possibilmente allattamento) non si deve assumere alcol, la somministrazione di DHA potrebbe ridurre i danni
Esiste un legame tra autoimmunità tiroidea e interferenti endocrini (sostanze chimiche, solitamente artificiali, che interferiscono con gli ormoni). La prevalenza di Hashimoto aumenta vicino agli stabilimenti petrolchimici, dell'alluminio e nelle zone contaminate da pesticidi e PCB. Anche il mercurio (consumatori di pescespada e lavoratori industrie chimiche) ha questo effetto. Il vanadio (zone vulcaniche) aumenta la risposta infiammatoria dei tireociti. Gli omega-3, il mioinositolo e il selenio esercitano un effetto protettivo contro queste sostanze, contrastando la comparsa dell'autoimmunità nei soggetti esposti all'inquinamento ambientale o professionale.
Aggiornamento 18/5/2020
L'uso dell'olio di pesce durante l'allattamento appare aumentare bifidobatteri e lattobacilli nel microbiota del bambino, inducendo una flora antinfiammatoria
Aggiornamento 18/6/2020
La principale fonte di esposizione ai PCB (policlorobifenili) in luoghi come l'Europa, con esposizione ambientale bassa, sembra essere il pesce importato dall'Africa subsahariana e il salmone allevato norvegese.
Aggiornamento 26/7/2020

"La colina e il DHA svolgono un ruolo significativo nello sviluppo del cervello e degli occhi dei bambini, con assunzioni inadeguate che portano a deficit visivi e neurocognitivi. I risultati emergenti illustrano interazioni sinergiche tra colina e DHA, indicando che l'assunzione insufficiente di uno o entrambi potrebbe avere effetti deleteri per tutta la vita sulla salute sia materna che infantile".
Aggiornamento 15/9/2020

Nei topi, la carenza di omega 3 in gravidanza aumenta l'infiammazione e l'attivazione del sistema immunitario, aumentando il rischio di problemi neurocognitivi nella prole (come autismo e ADHD), anche mediante l'interazione con l'asse intestino-cervello e il microbiota

Aggiornamento 6/10/2020

Dopo anni (se non decenni) di discussione, in cui molti dentisti minimizzavano/smentivano e garantivano la sicurezza mentre alcuni avevano già intuito la pericolosità, la U.S. Food and Drug Administration ha finalmente preso posizione contro l'amalgama al mercurio per la cura delle carie dentali. Si chiarisce che il problema riguarda sottogruppi di popolazione, e se ne sconsiglia l'uso a "donne incinte e loro feti in via di sviluppo; donne che stanno pianificando una gravidanza; donne che allattano, loro neonati e bambini piccoli; bambini, in particolare quelli di età inferiore ai 6 anni; persone con malattie neurologiche preesistenti, come la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer o il morbo di Parkinson; persone con funzionalità renale compromessa; e quelli che sono noti per avere una maggiore sensibilità al mercurio o ad altri componenti dell'amalgama dentale". Per un semplicissimo principio di precauzione andrebbero semplicemente eliminate visto che al giorno d'oggi abbiamo altri materiali a disposizione.
"Il mercurio è un noto agente tossico per il sistema nervoso e l'esposizione a lungo termine ad alte dosi di mercurio, come può verificarsi in alcuni contesti professionali, può essere associata a segni o sintomi come:

Disturbi dell'umore (ad esempio ansia, depressione, irritabilità)
Difficoltà o disturbi del sonno
Stanchezza (sensazione di stanchezza)
Problemi o disturbi della memoria
Tremori
Difficoltà con la coordinazione
Problemi visivi
Problemi nell'udito
Danno renale"
e possono essere proporzionali all'esposizione (e quindi al numero di otturazioni).

Aggiornamento 29/10/2020


L'introduzione di omega 3 in gravidanza riduce lo stress ossidativo

Aggiornamento 19/11/2020

Gli omega 3 in gravidanza migliorano il colesterolo HDL e la PCR (indice di infiammazione)

Aggiornamento 23/11/2020

Gli omega 3 nei bambini e nelle condizioni neurologiche.
Il DHA è fondamentale nello sviluppo cerebrale, e più se ne accumula tra gravidanza e primi 2 anni più ne rimarrà in seguito. Agiscono inoltre come modulatori dell'infiammazione e del microbiota.
Nei bambini con infiammazione e ADHD appare più importante integrare l'EPA, mentre nell'autismo si usano mix dei 2 grassi a dosi superiori al grammo. Nella depressione si indica un rapporto EPA/DHA di 2 a 1. Per avere indicazioni personalizzate è opportuno un dosaggio dei livelli sanguigni. I segni di una carenza possono essere pelle squamosa, eczema e secchezza degli occhi.

Aggiornamento 2/12/2020

Omega 3 e vitamina D ed E hanno un impatto favorevole nel diabete gestazionale

Aggiornamento 15/1/2021

Le donne sovrappeso che hanno figli hanno alterazioni nel trasporto degli acidi grassi nella placenta e nel latte materno, tali per cui si riducono gli omega 3 che arrivano al feto e al bambino e aumentano gli omega 6, con potenziali problemi metabolici futuri (diabete, obesità) e di neurosviluppo

Aggiornamento 22/1/2021

Gli omega 3 appaiono il miglior nutriente per ridurre il rischio di parto prematuro, ma in donne con livelli alti possono aumentare il rischio. Vitamina D, zinco e multinutrienti hanno effetto promettente

Aggiornamento 27/4/2021

Uno sbilanciamento durante la gravidanza del rapporto tra omega 3 e omega 6, con una ridotta introduzione dei primi, può favorire alterazioni nella distribuzione del grasso e un suo eccesso, nel metabolismo energetico, nello sviluppo cerebrale e nei comportamenti (stress, ADHD, ricompensa), nello sviluppo muscolare e osseo, nell'epigenetica.
"L'integrazione materna con DHA fino a 2,7 g di LCPUFA n-3 non ha avuto alcun effetto dannoso negli studi. In una dichiarazione di consenso per i grassi alimentari la Società internazionale per lo studio degli acidi grassi e dei lipidi (ISSFAL) ha emesso raccomandazioni specifiche per il solo DHA, utilizzando prove scientifiche basate sugli effetti fisiologici del DHA e suggerendo alle donne incinte di consumare almeno 200-300 mg di DHA al giorno".


Aggiornamento 21/9/2021

I grassi omega-3 migliorano i sintomi del disturbo borderline della personalità , in particolare il controllo comportamentale impulsivo e la disregolazione affettiva. Gli acidi grassi omega-3 marini potrebbero essere considerati come terapia aggiuntiva.
Possono essere utili anche nella depressione postparto


Aggiornamento 6/1/2022

Un maggiore intake di colina in gravidanza (superiore a quello raccomandato normalmente) è associato a miglior performance cognitive e scolastiche nei figli a 7 anni, in riferimento ad attenzione, memoria di lavoro e capacità di risoluzione dei problemi. Lo studio aveva trovato risultati positivi già in età inferiori.
La colina si trova nei tuorli d'uovo, nella carne rossa magra, nel pesce, nel pollame, nei legumi, nelle noci e nelle verdure crucifere (cavoli e famiglia), è assente dalla maggior parte delle multivitaminici per la gravidanza e oltre il 90% delle gestanti consuma meno della quantità raccomandata.
L'effetto è probabilmente dovuto al miglioramento della segnalazione colinergica.

Aggiornamento 20/5/2022

La colina, un nutriente presente soprattutto nelle uova (ma anche in fegato e fagioli) e in alcuni integratori per la gravidanza, migliora la disponibilità di DHA, un importante omega 3 necessario per lo sviluppo cerebrale, per i tessuti del nascituro.

Aggiornamento 30/7/2022

L'esposizione durante la gravidanza a metalli pesanti (mercurio, cadmio e piombo) aumenta il rischio di obesità nella prole. Adeguati livelli di folati e selenio proteggono da questo effetto.

Aggiornamento 31/12/2022

Una maggiore aderenza alla dieta mediterranea riduce il rischio di problemi in gravidanza come preeclampsia (gestosi), diabete gestazionale e basso peso alla nascita del 21%. Lo studio è stato fatto su circa 10 mila donne.

Aggiornamento 27/10/2023

Gli omega 3 nella dose di un grammo sono efficaci nel prevenire il parto pretermine. L'eventuale supplementazione dovrebbe iniziare prima della 20esima settimana.

Aggiornamento 13/1/2024

È stato pubblicato un documento di consenso sull'uso degli omega 3 in gravidanza.
Sono ritenuti sicuri nella dose di oltre un grammo al giorno, sia EPA + DHA che DHA da solo.
Una bassa introduzione di omega 3 aumenta il rischio di parto prematuro.
L'apporto può essere garantito sia con gli alimenti che coi supplementi.
Un apporto in condizioni normali di almeno 250mg al giorno e di 350 nelle donne in gravidanza è desiderabile.
Le donne con livelli plasmatici bassi di omega 3 devono assumerne almeno 600mg al giorno.
L'integrazione può iniziare nel secondo trimestre e proseguire fino al cessato rischio di prematurità (37^ settimana).
L'identificazione della carenza può essere fatta con un test sulle abitudini alimentari, altrimenti tramite analisi di laboratorio.
È importante dare indicazioni corrette alle donne per coprire i fabbisogni.


Aggiornamento 25/3/2024

Durante la gravidanza alcuni ormoni come progesterone, cortisolo, prolattina e ormone lattogeno placentare riducono la sensibilità insulinica per favorire l'accrescimento del feto.
Il controllo metabolico (glicemia e lipidi) è importante perché il nutrimento del nascituro dipende dai nutrienti che oltrepassano la placenta. Iperglicemia e iperlipidemia favoriscono un'eccessiva crescita intrauterina e così predispongono per malattie metaboliche future.
Una metanalisi dimostra l'efficacia degli omega 3 nel migliorare l'insulina e l'indice HOMA nelle donne con ridotta sensibilità insulinica, mentre nelle sane non ci sono variazioni significative.

Aggiornamento 12/9/2024

Il DHA (acido grasso omega 3) in gravidanza, in quantità 450-800 mg al giorno, è in grado di ridurre il rischio di parto pretermine e basso peso alla nascita.
I supplementi per la gravidanza ne contengono solitamente solo 250mg.

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