Sono uscite le nuove linee guida pediatriche per l'obesità negli USA, rivolte a bambini e adolescenti. Chiariscono che questo problema è legato spesso all'ambiente, al razzismo, alle esperienze avverse e chi ne è affetto è vittima di stigma. Raccomandano di "comprendere e indagare i determinanti genetici, biologici, ambientali e sociali sottostanti che rappresentano un rischio per l'obesità" perché sono "il fondamento di ogni valutazione e intervento". Bisogna inoltre "consentire alla famiglia di avere uno spazio sicuro per comprendere ed elaborare la complessità dell'obesità e la sua cronicità, trattando le persone con tatto, empatia e umiltà". L'obesità infantile aumenta il rischio di gravi esiti avversi per la salute a breve e lungo termine negli anni successivi, comprese le malattie cardiovascolari, ipertensione, dislipidemia, resistenza all'insulina, diabete e steatosi epatica. Aumenta anche il rischio di problematiche psicologiche (bassa autostima, depressione, stress, problemi emotivi).
Tre fattori chiave possono facilitare una conversazione non stigmatizzante sul peso con i pazienti e le famiglie:
1) Chiedere il permesso di discutere del BMI e/o del peso del paziente.
2) Evitare di etichettare utilizzando un linguaggio incentrato sulla persona (“Bambino con obesità”; non “bambino obeso” o “il mio paziente è affetto da obesità; non “il mio paziente è obeso”).
3) Usare parole che sono percepite come neutre da genitori, adolescenti e bambini. In diversi studi che includono diverse popolazioni razziali, etniche, rurali e urbane, le parole preferite includono: "peso malsano, aumento di peso eccessivo per età, altezza o salute”. Le parole percepite come più offensive includono: “obeso, patologicamente obeso, grande, grasso, sovrappeso, paffuto o sovrappeso".
Le scelte politiche hanno forte influenza nel creare l'ambiente obesogeno.
Un'analisi dell'efficacia dei costi basata sulla simulazione di più interventi per l'obesità infantile ha rilevato che 3 scelte politiche possono far risparmiare sui costi; in altre parole, si risparmierebbe di più sui costi dell'assistenza sanitaria attraverso la riduzione della prevalenza dell'obesità di quanto costerebbe implementarle. Questi interventi sono: (1) introdurre la soda-tax (2) eliminare la detrazione fiscale per le aziende che pubblicizzano alimenti poco salutari per i bambini; e (3) migliorare gli standard nutrizionali per cibi e bevande venduti nelle scuole. Un’altra simulazione ha
previsto che la tassa sulle bibite, il divieto della pubblicità di fast food rivolta ai bambini e la fornitura di programmi di attività fisica dopo la scuola ridurrebbero la prevalenza dell'obesità.
La vendita di cibi non salutari, economici e non nutrienti è direttamente correlata con l'obesità, così come la loro promozione con TV, internet ecc.
Anche le basse condizioni economico-sociali aumentano il rischio di obesità perché rendono più difficile l'accesso ai cibi salutari.
L'insicurezza alimentare (definita come "non avere un accesso coerente a cibo sufficientemente nutriente, economico e culturalmente appropriato a causa della mancanza di denaro e altre risorse") è spesso presente nelle fasce più povere e questo facilita la presenza di cibo non salutare e la mancanza di cibo nutriente come frutta e verdura, insieme ad altre abitudini non corrette come la mancanza di colazione o consumare i pasti non in famiglia. Tra gli altri fattori che vengono certamente legati all'obesità infantile troviamo: l'ambiente scolastico, mancanza di accesso al cibo fresco, vicinanza ai fast food, accesso ad un'attività fisica sicura, fattori dell'ambiente familiare e domestico (stile di alimentazione dei genitori, presenza di bevande zuccherate, dimensioni delle porzioni, mangiare fuori e non in famiglia, tempo passato sugli schermi, durata del sonno, esposizione ambientale al fumo, stress psicosociale, esperienze infantili avverse), fattori genetici
(sindromi monogeniche ed effetti poligenici) ed epigenetici, fattori di rischio prenatale (obesità dei genitori, peso materno in gravidanza, diabete gestazionale, fumo materno) e postnatale (peso alla nascita,
interruzione precoce dell'allattamento al seno e alimentazione artificiale, rapido aumento di peso durante l'infanzia, uso precoce di antibiotici), rischi legati al bambino (disturbi endocrini, disturbi del comportamento e dell'apprendimento, uso di farmaci che aumentano il peso come cortisonici e antistaminici, alcuni antipsicotici, alcuni antidepressivi, alcuni antiepilettici e antiemicranici), depressione.
Dal punto di vista nutrizionale le linee guida per i diversi problemi (dislipidemia, diabete, steatosi e ipertensione) raccomandano tutte il cambiamento dello stile di vita della gestione primaria delle comorbidità. "Sebbene le raccomandazioni dietetiche specifiche possano differire leggermente (p. es., CHILD-1 e 2 per la dislipidemia, dieta a basso indice glicemico per il prediabete, la limitazione delle bevande zuccherate per la steatosi e la dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension [DASH] per la pressione arteriosa elevata), vi è una sovrapposizione tra le raccomandazioni dietetiche (ridurre il cibo processato, aumentare gli alimenti non industriali) e tutte le comorbidità migliorano con la stabilizzazione e la riduzione del peso".
Vengono riassunti i consigli per la gestione alimentare di diverse società scientifiche ed enti. Queste prevedono uno scoraggiamento dell'uso di bibite zuccherate, compreso succhi di frutta, energy drink e sport drink. Un'alimentazione a basso contenuto di zuccheri aggiunti, a basso contenuto di grassi concentrati, denso di nutrienti ma non denso di calorie, all'interno di un intervallo calorico appropriato senza restrizione calorica definita e con proteine e carboidrati bilanciati. Questi principi possono essere adattati a diverse culture alimentari. Altre problematiche individuate sono la mancanza di colazione, l'eccesso di utilizzo degli schermi (max 2 ore concesse) e la non corretta igiene del sonno.
Probabilmente la cosa che impressiona di più è che queste linee guida autorizzano e caldeggiano l'utilizzo di chirurgia bariatrica e trattamenti farmacologici per l'obesità negli adolescenti. Tuttavia esistono ormai prove scientifiche della loro efficacia e del loro favorevole rapporto rischi/benefici.
In una ricerca è stato stimato che se si applicasse la tassa sulle bibite zuccherate e i proventi si utilizzassero per ridurre i costi di frutta e verdura si preverrebbero 29 mila eventi cardiovascolari nei prossimi 10 anni nella città di New York.
Far partecipare i bambini alla preparazione dei piatti riduce la neofobia, la paura di assaggiare nuovi alimenti, e può aiutare a fargli consumare frutta e verdura
"Gli antibiotici sono molto comunemente usati nei primi anni di vita di un bambino e ci sono molte ipotesi che collegano l'esposizione precoce agli antibiotici all'obesità infantile. Gli antibiotici hanno un impatto principalmente sul microbiota intestinale e questo microbiota intestinale alterato è associato ad aumentato indice di massa corporea e obesità negli anni successivi. In questa revisione, 17 studi hanno mostrato un'associazione tra l'uso di antibiotici nei primi anni di vita e l'obesità nelle fasi successive della vita. I lieviti probiotici S. boulardii CNCM I 745 possono essere coadiuvanti della terapia antibiotica per modulare il microbiota intestinale".
Il consumo di cibo processato è associato alle componenti della sindrome metabolica (colesterolo, trigliceridi circonferenza addominale, peso aumentato, percentuale di grasso, pressione alta) in bambini e adolescenti.
Aggiornamento 23/5/2023
L'esposizione agli ftalati in gravidanza è neurotossica per il cervello in formazione del nascituro, aumentando il rischio di ADHD e altri problemi comportamentali e di apprendimento. La flora intestinale può fare la differenza nella sua detossificazione ma nel mentre è molto più semplice ridurre l'esposizione per esempio evitando smalti e alimenti a contatto con la plastica.
Le nuove linee guida italiane sull'obesità pediatrica prevedono innanzitutto di focalizzarsi sullo stile di vita, ossia migliorare l'alimentazione e l'attività fisica, senza per forza focalizzarsi sulle calorie ma più che altro sulla qualità dietetica (cibi ricchi di nutrienti e non industriali). Questo perché l'approccio calorico spesso non permette di mantenere il risultato.
Eventuali approcci lowcarb o cheto hanno dato risultati all'inizio ma sul lungo termine comparabili a quelli delle diete classiche.
In caso non si raggiunga l'obiettivo è possibile usare i farmaci e la chirurgia bariatrica.
Aggiornamento 10/7/2023
L'OMS raccomanda di evitare le pubblicità di cibo spazzatura (definito come "alimenti e bevande analcoliche ad alto contenuto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri liberi e sale") durante i programmi tv per bambini e adolescenti.
Le indicazioni per gli adolescenti con obesità non dicono "dategli una bibita ogni tanto", ma "escludete le bevande zuccherate". Raccomandano di ridurre la frequenza di consumo degli alimenti processati, questo perché si tratta di alimenti a basso quantitativo di nutrienti. I concetti secondo cui tutte le calorie sono uguali o che non esistono le calorie vuote appartengono al passato, nonostante alcuni brontonutrizionisti continuino a portarli avanti.
Quale dieta usare allora?
"I modelli dietetici che enfatizzano gli alimenti a base vegetale (ad esempio verdure, frutta e cereali integrali), fonti magre di proteine, un'elevata assunzione di fibre e un basso consumo di grassi saturi sono associati a migliori profili di rischio cardiometabolico. Le diete chetogeniche, utilizzate per il trattamento di alcuni disturbi convulsivi nei bambini, sono state incorporate in alcuni programmi di trattamento dell'obesità per adolescenti e hanno mostrato sicurezza ed efficacia a breve termine (perdita di peso dal 7 al 9% del peso corporeo di base a 3-4 mesi di follow-up)".
[tuttavia] La marcata restrizione calorica supervisionata (diete a bassissimo contenuto calorico) per la perdita di peso negli adolescenti non è raccomandata. Gli studi hanno mostrato risultati contrastanti con l'uso di queste diete; il recupero del peso è diffuso e potrebbero aumentare il rischio di disturbi del comportamento alimentare.
Si consiglia inoltre di avere pasti regolari, senza saltarli, evitare di spizzicare, in particolare alimenti pronti, fare attenzione alle porzioni, avere corrette regole a tavola, preparando i pasti e mangiandoli insieme in famiglia. Evitare gli alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti.
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