I punti salienti di un articolo tratto da Medscape.
L'obesità è caratterizzata da uno stato infiammatorio che aumenta il rischio delle malattie correlate. Ma l'infiammazione a sua volta ha un'azione sugli ormoni intestinali, si spende meno e si ha meno sazietà. Anche il sistema immunitario è coinvolto.
"La risposta infiammatoria può influenzare il dispendio energetico “in modo retroattivo per combattere il surplus energetico tipico dell’obesità”. Un sistema di feedback carente (talvolta chiamato resistenza all'infiammazione) riduce il dispendio energetico, portando all'accumulo di energia e, di conseguenza, all'obesità. La restrizione calorica può inavvertitamente contribuire al risparmio energetico, il che potrebbe spiegare perché per le persone obese è così difficile perdere peso e mantenerlo".
Questo spiega perché alcune persone, mettendosi in restrizione calorica, si ritrovano con più kg di prima dopo un certo tempo.
Gli adipociti hanno una forte influenza sul destino metabolico delle calorie introdotte, attraverso la regolazione ormonale, in particolare della leptina. L'infiammazione altera il funzionamento della leptina e degli altri ormoni, tra cui insulina e ormoni intestinali e in questo modo le cellule adipose “diventano più efficienti nell’immagazzinare energia piuttosto che rilasciarla, e l’infiammazione potrebbe essere implicata nella soppressione del rilascio di energia e nella promozione del suo accumulo”.
I meccanismi che mediano la stato infiammatorio sono diversi: lo stress meccanico, dovuto alla sua espansione, i metaboliti batterici, l'ipossia (scarso ossigeno che arriva alle cellule), la morte degli adipociti dovute a tutte queste condizioni (con rilascio di fattori infiammatori della necrosi).
Le vie che poi intervengono sul consumo energetico non sono ben chiare e sono probabilmente ridondanti, ossia sono più di una e hanno molteplici connessioni che si compensano tra loro.
Fare sport potrebbe inoltre essere di modesto aiuto, in quanto la spesa è ridotta e il corpo aumenterà la fame per compensare le energie perse.
Un modo per aumentare la spesa energetica è nutrire il microbiota. Infatti una parte dell'energia della dieta viene modulata dai nostri batteri intestinali. Se assumiamo fibra e amido resistente, il corpo sprecherà più energia e ne assorbirà meno, se invece consumiamo alimenti processati l'energia sarà tutta assorbita e più facilmente accumulata. Per questo una dieta antinfiammatoria come la mediterranea è amica del microbiota e può aiutare a promuovere un bilancio energetico negativo, specie se addizionata con alimenti/integratori prebiotici e probiotici.
Ma in definitiva è nato prima l'uovo o la gallina? Ossia arriva prima l'obesità o l'infiammazione?
"L'obesità provoca sicuramente infiammazione e l'infiammazione, a sua volta, rende le persone più suscettibili all'aumento di peso attraverso la riduzione del dispendio energetico e possibilmente attraverso meccanismi nel cervello che non comprendiamo appieno, che riducono la sensibilità del cervello agli ormoni della sazietà."
Comprendere meglio questi meccanismi potrà aiutarci a curare le persone.
Aggiornamento 14/5/2025
La curcumina migliora il dimagrimento rispetto al solo sport in persone con obesità.
Prendendo 2 gruppi, quello che ha assunto curcuma rispetto a chi non l'ha fatto ha avuto risultati migliori in termini di perdita di grasso.
Aggiornamento 23/6/2025
Il digiuno fatto solo con acqua per alcuni giorni ha creato problemi in un piccolo gruppo di persone che si è sottoposto all'esperimento, condotto anche dal prof Fontana, noto esperto dell'argomento.
Spesso si dice che il digiuno purifica, sfiamma e tante cose buone. In generale non sono d'accordo, dipende molto dalla persona che lo fa e come lo si fa, quindi inutile dire che è qualcosa ideale per tutti.
Nel caso del digiuno senza calorie, quindi con sola acqua e fatto sotto supervisione medica, sono aumentati i parametri infiammatori e piastrinici, potenzialmente aumentando il rischio cardiovascolare. Il
Il protocollo ha indotto chetosi, perdita di peso e aumentato l'ossidazione dei grassi, ma ha aumentato i parametri di stress. Ha ridotto la beta amiloide, una sostanza legata all'Alzheimer.
Si ipotizza che la risposta infiammatoria possa, un po' come l'allenamento, essere ridotta con l'abitudine al digiuno, ma per ora si invita alla prudenza.