Una
Commissione di Lancet ci parla della patologia che da mesi appassiona i novax, la morte cardiaca improvvisa, che da sempre miete milioni di vittime nel mondo.
"In circa la metà degli individui, l'arresto cardiaco improvviso potrebbe essere la prima manifestazione di malattia cardiovascolare, manifestandosi inaspettatamente e senza preavviso. L'epidemiologia della morte cardiaca improvvisa è strettamente legata a quella della malattia coronarica, che è responsabile di quasi il 70% delle morti improvvise. Nonostante un sostanziale calo della mortalità dovuta alla malattia coronarica nella seconda metà del 20° secolo, la prevalenza è aumentata, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito".
La definizione più frequentemente utilizzata di morte cardiaca improvvisa (MCI) è "una morte naturale improvvisa, extraospedaliera, di presunta causa cardiaca (cioè senza evidente causa extracardiaca), che si verifica con un collasso rapido e testimoniato entro 1 ora dall'esordio dei sintomi o entro 24 ore dall'ultima volta che è stato visto nel consueto stato di salute se senza testimoni".
La maggior parte delle morti è legato a un'aritmia ventricolare, ma circa un terzo ha cause extraaritmiche. Le MCI nella popolazione generale è attribuibile generalmente alla malattia coronarica. Le cardiopatie non ischemiche comprendono le cardiomiopatie genetiche, ma anche le cardiopatie congenite e altre cardiopatie strutturali acquisite, come la miocardite e la cardiopatia valvolare. Nel paziente giovane sotto i 50 anni le cause più comuni sono le canalopatie e le malattie strutturali congenite del cuore. In alcune condizioni, come nel caso della miocardite, il rischio di MCI è temporaneamente aumentato, ma si riduce con il tempo.
La riduzione degli effetti della malattia coinvolgono 2 fasi: prevenzione e rianimazione. La prima riguarda le prevenzione degli infarti e l'individuazione delle aritmie in persone con difetti di conduzione o strutturali del cuore. La seconda riguarda la diffusione e l'insegnamento delle tecniche BLSD e CPR e la disponibilità dei defibrillatori.
Si stimano tra le 4 e le 5 milioni di vittime all'anno.
"La MCI è responsabile di oltre la metà di tutte le morti cardiache e potrebbe rappresentare fino al 20% della mortalità complessiva. La MCI provoca un numero maggiore di morti premature rispetto a qualsiasi tumore individuale negli uomini e nelle donne di tutti gli strati di età, con la mortalità complessiva per MCI che è seconda a tutti i tumori insieme".
Nel Framingham Heart Study, la MCI si è verificata in 358 (6,9%) su 5209 individui di età compresa tra 28 e 62 anni in 50 anni di follow-up. Nel Paris Prospective Study, che comprendeva poliziotti di mezza età, 118 (5,7% ) su 2.083 decessi sono stati il risultato di MCI in un periodo di 23 anni. I tassi di incidenza della MCI variano da 50 a 100 per 100 000 nella popolazione generale europea, australiana e nordamericana, lievemente inferiori in Asia, mentre non ci sono dati precisi per Africa e Sudamerica.
L’incidenza della MCI aumenta con l’età. Con una bassa incidenza durante l'infanzia e l'adolescenza (1 per 100 000 persone-anno), l'incidenza raggiunge circa 50 per 100 000 persone-anno negli individui di età compresa tra 50 e 60 anni e 200 per 100 000 persone-anno nell'ottava decade di vita. L'età media dei pazienti adulti affetti da MCI è tipicamente di circa 65-70 anni.
La prevenzione nella popolazione generale a basso rischio deve essere fatta con ECG a riposo o sotto sforzo, ma nella popolazione rischio non è necessario effettuare screening.
L'intervento di prevenzione a livello di popolazione generale si fa tramite stile di vita corretto (dieta e attività fisica) e cessazione del fumo.
Che ruolo ha lo sport? La pratica regolare ha un effetto preventivo, ma paradossalmente "l’esercizio fisico intenso potrebbe aumentare temporaneamente il rischio di morte improvvisa, soprattutto in individui non allenati con malattie cardiache sottostanti", risultando l'attivatore di una malattia quiescente e ignota.
Evidenze non definitive hanno mostrato che la carenza di vitamina D è legata sia a malattia COVID19 più severa che ad aumentato rischio di longCOVID.
Uno studio italiano mette in mostra che questa carenza è associata anche a minore risposta alla protezione vaccinale e raccomanda di avere livelli corretti di questa vitamina per migliorare la loro funzionalità e durata.
Posti di
Giorgio Cuffaro, pediatra, che spiega dati alla mano la stupidità delle cure domiciliari proposte da alcuni medici
𝐕𝐈𝐆𝐈𝐋𝐄 𝐀𝐓𝐓𝐄𝐒𝐀: post doveroso, velatamente ironico.
N.B. non accetterò commenti "critici" da chi non abbia letto per intero le circolari ministeriali e non sia in grado di dimostrare ciò che scrive.
𝑺𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒅𝒐𝒑𝒐 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒕𝒂
𝒆 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒂𝒑𝒊𝒂
𝒄𝒆𝒓𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒖𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒔𝒂𝒍𝒅𝒊
𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑵𝒖𝒍𝒍𝒐𝒑𝒂𝒕𝒊𝒂.
Durante la pandemia mi sono interessato delle organizzazioni "parasanitarie" che sono nate in Italia con lo scopo di offrire ai cittadini una risposta esaustiva che gli stessi non riuscivano ad ottenere 𝒑𝒓𝒆𝒄𝒐𝒄𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 dal Servizio Sanitario Nazionale, in genere nelle vesti del proprio Medico di Famiglia (dell'adulto e, più raramente - per fortuna! - del bambino).
E quale risposta si aspetta spesso il paziente quando non sta bene?
Ma certo, una 𝒄𝒖𝒓𝒂 a base di farmaci!, e che siano tanti e variegati, magari comprendenti un banale antibiotico (meglio se in monosomministrazione come l'azitromicina che così è più comodo), dell'immancabile cortisone, delle punturine di eparina (perchè la puntura fa sempre la sua bella figura), un po' di antinfiammatorio (che non guasta mai), e vitamine come se piovesse (vedi immagine n. 2, ricetta che mi ha mostrato una conoscente positiva a inizio pandemia, che mi aveva pregato di visitarla: le organizzazioni di cui sopra non visitavano i pazienti, li 𝒄𝒖𝒓𝒂𝒗𝒂𝒏𝒐 e basta!).
In pratica tutto quello che il medico Nullopata non prescriverebbe mai, se non in caso di precise indicazioni e comunque SEMPRE dopo una visita accurata.
E' ciò che abbiamo appreso durante il percorso universitario e che non dimentichiamo (la maggior parte di noi) quando visitiamo i nostri pazienti: salvo casi particolari (e la COVID non lo è, se non fosse per l'arrivo di ramdesivir e nirmatrelvir/ritonavir a fine pandemia), le infezioni virali respiratorie passano da sole e non c'è NULLA che possiamo fare per modificarne il decorso, se non trattarne le rare complicanze e, in particolare:
- 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐛𝐢𝐨𝐭𝐢𝐜𝐨: nel caso di sospetta sovrainfezione batterica, ovvero polmonite;
- 𝐜𝐨𝐫𝐭𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞: nel caso di insufficienza respiratoria, che significa desaturazione e/o necessità di supporto con ossigeno o ventilazione meccanica più o meno invasiva;
- 𝐞𝐩𝐚𝐫𝐢𝐧𝐚: nel caso di pazienti allettati, non deambulanti, o con patologie di base che predispongano alla trombosi;
- 𝐯𝐢𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐃 & co.: in caso di carenza documentata o fortemente sospetta. Parlando di vitamina D è ragionevole pensare che, in Italia e nel periodo autunno-inverno, non ne sintetizziamo abbastanza per mancata esposizione al sole ed è il motivo per cui, ai miei pazienti, la consiglio da ottobre a marzo MA: non è la sua assunzione in corso di infezione a poter agire sul sistema immunitario. Una eventuale carenza impiega mesi ad essere corretta! Avevo inviato in terapia intensiva una bambina intossicata dai propri genitori con vitamina D somministrata per "rafforzare le difese immunitarie" (
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=159448656582207&id=104256872101386); PS la lattoferrina non serve a NULLA!
- 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐚𝐜𝐞𝐭𝐚𝐦𝐨𝐥𝐨 (la "Tachipirina" della famosa ℎ𝑖𝑡 "𝑻𝒂𝒄𝒉𝒊𝒑𝒊𝒓𝒊𝒏𝒂 𝒆 𝒗𝒊𝒈𝒊𝒍𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒆𝒔𝒂" a cui è stata ridotta da parte di ciarlatani senza scrupoli, ma con le idee molto chiare, una circolare ministeriale di svariate pagine, vedi link 1 e 2; già a novembre 2020 le indicazioni ministeriali erano coerenti con le nostre conoscenze mediche in generale e con le evidenze a disposizione sul SARS-CoV-2 in particolare, immagine 3): alleviare i sintomi associati all'infezione stessa quali dolori, febbre, malessere, ecc. Senza pretese. E senza tirare in ballo il glutatione, possibilmente!
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆, ancora oggi, leggere commenti di persone senza alcun titolo convinte dell'utilità di quelle cure immaginarie, con cui sono state letteralmente truffate decine di migliaia di persone.
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 che, pur emergendo da inizio pandemia quotidianamente evidenze sull'inutilità di quelle terapie, se somministrate in mancanza di una indicazione, quei ciarlatani abbiano continuato a sponsorizzarle per mesi e mesi come fossero davvero efficaci.
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 che, decine di migliaia di persone, non si siano vaccinate a inizio pandemia (quando il vaccino era certamente in grado di ostacolare il contagio, oltre di ridurre il rischio di ricovero e decesso) credendo ci fosse un piano B efficace.
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 che quei ciarlatani abbiano operato invitando i cittadini a delle donazioni "spontanee" per ottenere via WhatsApp quelle inutili prescrizioni, senza aver mai resocontato le stesse donazioni ai propri donatori, raccogliendo un quantitativo indefinito di denaro che non si sa quale fine abbia fatto. A fronte di consulenze gratuite di medici (o dentisti) via WhatsApp o Messenger, nella quasi totalità dei casi senza una visita preliminare (la stessa visita "negata" dai propri Curanti!!!).
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 che queste persone si siano infiltrate nella politica e che, i nostri politici, glielo abbiano concesso.
𝑬' 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 che le Circolari Ministeriali di cui sopra siano state fatte sospendere per poi essere "riabilitate", grazie all'intervento del Consiglio di Stato (Link 3), a far capire quanta prepotenza ci sia stata nella campagna di disinformazione dei personaggi di cui sopra, e quanto spazio gli si sia stato dato.
𝐄' 𝐭𝐫𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞 che gli iscritti a 2 Ordini dei Medici sardi (Cagliari e Oristano) abbiano ricevuto su mail istituzionale l'invito a prescrivere quelle stesse cure farlocche senza alcuna evidenza di efficacia, con doveroso intervento dei rispettivi Ordini dei Medici (link 4).
𝐄' 𝐭𝐫𝐢𝐬𝐭𝐞, 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐞 𝐞 𝐢𝐧𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 che quei ciarlatani siano a piede libero e si stiano dedicando alla politica, grazie al sostegno dei loro followers truffati senza ritegno, con tanto di comizi nelle piazze ancora a denigrare medici, politici e scienziati che non la pensassero come loro (la stragrande maggioranza).
Io credo che la Salute e la Politica siano due cose molto importanti che troppo spesso si intersecano.
Noi medici abbiamo un solo strumento in grado di aiutarci nelle scelte terapeutiche e, quindi, di aiutarvi: le evidenze scientifiche.
Le idee non contano se non vengono dimostrate con rigore scientifico.
Credo sia sempre sbagliato prescrivere terapie inutili.
Trovo sia stato criminale consigliare pubblicamente e/o prescrivere terapie senza evidenza di efficacia, nel bel mezzo di una pandemia, a decine di migliaia di persone, approfittando della vulnerabilità che noi tutti abbiamo provato sulla nostra pelle, specie nei primi mesi di pandemia.
Post lungo e forse noioso, ma sentivo il bisogno di scriverlo.
W la 𝐕𝐈𝐆𝐈𝐋𝐄 𝐀𝐓𝐓𝐄𝐒𝐀, approccio fondamentale per seguire i pazienti evitando la somministrazione di farmaci e l'esecuzione di esami, se inutili.
W la scienza, che ogni giorno porta a scoperte sensazionali in campo medico.
W chi opera, oltre che in scienza, anche in coscienza, quelle vere però.
Un abbraccio,
Dott. Giorgio Cuffaro
"Il ceppo K12 è stato ampiamente studiato clinicamente soprattutto per la sua efficace azione nel contrasto delle infezioni dell’orecchio, del cavo orale, della faringe e delle tonsille causate da S. pyogenes, S. pneumoniae, M. catarrhalis e/o H. influenzae. L’efficacia del ceppo K12 è più spesso ricondotta alla sua capacità di rilasciare due "lantibiotici" (Salivaricina A2 e Salivaricina B), efficaci nel danneggiare la membrana dei batteri bersaglio. Tuttavia la sua capacità di contrastare gli antagonisti non si estingue con il rilascio di batteriocine. Altre specie microbiche, potenzialmente legate all'habitat orale come virus oro-faringei (virus sinciziale, adenovirus, rinovirus), funghi come Candida, o batteri Gram-negativi come Aggregatibacter, Fusobacterium o Porphyromonas, sono efficacemente contrastate dallo S. salivarius K12 nell’ambiente oro-faringeo, sicuramente non attraverso le due salivaricine, considerate inefficaci".
La capacità di combattere i virus potrebbe invece derivare dalla stimolazione nella produzione di antivirali come interferone e IL-12 senza aumentare le citochine infiammatorie come TNF-α, IL-1β e IL-6. Questo porterebbe quindi a una risposta antivirale senza un eccesso di infiammazione, tipica della malattia COVID19 grave.
La malattia COVID severa è associata con alterazioni durature nel sistema immunitario, con coinvolgimento dell'espressione genica (alterazioni epigenetiche).
Anche a distanza di più di un anno dall'ultima somministrazione, per i vaccinati il rischio di ospedalizzazione o decesso è risultato più basso di oltre l'80% rispetto ai non vaccinati. Con differenze particolarmente rilevanti nella popolazione anziana.
Lo rivela
uno studio coordinato dal medico Lamberto Manzoli, epidemiologo e professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università di Bologna, che ha seguito per due anni l'efficacia dei vaccini contro il
coronavirus sull'intera popolazione della provincia di Pescara.
La ricerca, che ha coinvolto anche studiosi dell'Università di Ferrara e dell'ASL di Pescara, è la prima a valutare a due anni di distanza dall'inizio della campagna vaccinale l'efficacia dei vaccini contro il coronavirus.
I dati raccolti hanno permesso di analizzare diversi aspetti, tra cui le differenze tra vaccinati con due e tre dosi, la persistenza della protezione a 18 mesi dall'ultima dose, l'efficacia dei vaccini contro le varianti Omicron e le differenze tra popolazione giovane e anziana.
I risultati confermano innanzitutto che, anche a distanza di oltre un anno dall'ultima vaccinazione, chi ha ricevuto tre dosi di vaccino ha un rischio di ospedalizzazione o decesso per COVID-19 di circa l'80% inferiore rispetto a chi non è vaccinato e la protezione di coloro che hanno ricevuto tre dosi è significativamente superiore a quella, pur buona, di coloro che hanno ricevuto solo una o due dosi.
Le differenze più rilevati sono emerse tra gli anziani. Nella popolazione over 60 la percentuale di decessi per COVID-19 tra i non vaccinati è stata del 22%, contro il 3% tra coloro che hanno ricevuto tre o più dosi di vaccino. In altre parole, dopo l'infezione più di una persona anziana su cinque è deceduta tra i non vaccinati, contro una persona su venti tra chi ha completato il ciclo vaccinale.
I vaccinati non hanno invece mostrato una protezione significativa contro la semplice infezione da SARS-CoV-2. Un dato, sottolineano gli studiosi, che va però valutato considerando che le persone vaccinate avevano meno restrizioni in termini di accesso a luoghi pubblici e privati rispetto ai non vaccinati, e quindi una più elevata possibilità di entrare in contatto con il coronavirus.
Anche l'autoimmunità connettivale
aumenta dopo la malattia.
La malattia COVID19 è associata ad aumentato rischio di malattie autoimmuni del tessuto connettivo. Nei vaccinati il rischio è ridotto.
Il rischio di longcovid si riduce del 69% in chi ha 3 dosi di vaccino, anche in era omicron. "La prevalenza delle condizioni post-COVID è stata dell’11,8% tra i non vaccinati e del 5,3% tra gli individui completamente vaccinati".
L’anosmia è una delle principali manifestazioni neurologiche del COVID-19.
SARS-CoV-2 infetta tipi di cellule non neuronali, induce danni ai tessuti nell’epitelio olfattivo e provoca infiammazione sia nell’epitelio olfattivo che nel cervello.
L’infiammazione probabilmente influenza le funzioni neuronali attraverso segnali di citochine locali e sistemici.
L'iposmia e l'anosmia persistenti potrebbero riguardare una rigenerazione aberrante e un'infiammazione persistente.
Ridurre l’infiammazione dopo l’infezione potrebbe migliorare l’anosmia.
Un'alterazione del micobiota è legata a maggiore infiammazione e COVID grave. La Candida appare particolarmente infiammatoria. L'infiammazione da questi lieviti potrebbe anche essere corresponsabile del long COVID.
Si stima che il 14% degli americani soffra di long COVID
La bufala di Pfizer che comunica con 2 anni di ritardo l'aumentato rischio di miocardite
I bias cognitivi che influenzano le nostre scelte e ci impediscono di agire razionalmente
Le persone con inferiori capacità cognitive faticano maggiormente a cogliere l'importanza della vaccinazione
Il virus SarsCOV2 è capace di infettare le placche aterosclerotiche inducendo infiammazione. Questo può aumentare il rischio cardiovascolare.
Il vaccino induce anche l'immunità delle cellule T di memoria.
La vaccinazione COVID in gravidanza riduce il rischio di malattia nel neonato
Nuove linee guida OMS per il Covid: antivirali nei casi moderati e gravi, paracetamolo nelle persone a basso rischio, ivermectina sconsigliata sempre
Dove la campagna vaccinale è stata più lenta si registra maggiore mortalità
Il plasma convalescente con un titolo anticorpale di almeno di 1:160 riduce la mortalità se conferito entro 5 giorni dall'inizio della ventilazione meccanica
La materia grigia si riduce durante l'infezione da omicron facilitando ansia e disfunzione cognitiva, alcune sequele neurologiche del covid
Negli ultimi tempi gli oppositori dei vaccini contro la Covid-19 sostengono (fieramente!) alcune cose:
1. Ci sono moltissime morti improvvise, molte più che nel passato;
2. I vaccini hanno provocato una larghissima diffusione di miocarditi.
1. Le morti improvvise in Italia sono sempre state tantissime. Oltre 50 mila all'anno ([1] articolo del 2013) o oltre 70 mila all'anno ([2] articolo del 2019). Questo implica in media 140-190 morti "improvvise" al giorno. Se immaginiamo che i giornalisti-necrofagi che passano il loro tempo a cercare i morti giornalieri per postare l'articolo "acchiappa-click-dei gonzi" abbiano una percentuale di successo del 2% (difficile immaginare numeri superiori, sempre minus habentes sono), ogni giorno possono postare almeno 3 morti improvvise per ottenere i click sufficienti. Su questi esseri immondi ho scritto in passato [3], non aggiungo altro;
2. Se andiamo a confrontare i morti di età minore di 55 anni (quelli che secondo i no-brain stanno "cadendo come mosche" dopo il vaccino), tra il 2022 e la media 2015-2019, scopriamo che IN TUTTE LE FASCE D'ETA' LE MORTI SONO DIMINUITE. Andate sul sito ISTAT [4] e settate "confronta 2022 con media 2015-2019". Sotto i 55 anni di età tutte le mortalità sono diminuite (sopra i 55 ci sono ancora molti morti. Non possiamo essere certi del perché, ma io un indiziato ce l'ho. Si chiama SARS-COV2. Insieme al difetto diagnostico -nel 2020, soprattutto- di altre patologie, sempre dovuto alla pandemia);
3. Ma è vero che i vaccini contro la Covid-19 aumentano il rischio di miocardite? Andatevi a leggere questo studio australiano, fatto su una popolazione abbastanza numerosa (circa 5 milioni di persone, quasi 9 milioni di dosi) [5]. Sorpresa, NON E' VERO. (Comunque, tutti gli studi che parlano di miocardite da vaccino dicono che si tratta di eventi rari e a prognosi benigna).
Ma di cosa cavolo parlano questi mentecatti?
"Hanno vinto" in che senso?
L'unica vittoria che possono registrare è che GRAZIE A NOI CHE ABBIAMO CONFIDATO NEI VACCINI, ormai la Covid-19 non fa più tanta paura, e loro - quelli di loro che sono sopravvissuti - GRAZIE A NOI possono vivere una vita quasi normale. Sempre facendo i conti col QI < 60 che la natura gli ha garantito, ovviamente.
Addendum (17 novembre 2023).
4. L'ISTAT pubblica anche una tabella aggiornata mensilmente sui decessi mensili totali, non distinti per classi di età ma differenziati su base regionale [6].
Al momento della redazione di questo addendum i decessi di settembre 2023 sono stimati, fino a luglio i dati sono consolidati.
Per il periodo gennaio-giugno (sei mesi), ho fatto le somme del 2023 e la media 2015-2019.
Gennaio-giugno 2015-2019 (media): 335035, gennaio-giugno 2023: 332219.
Dal punto di vista statistico, è praticamente la stessa cifra. Per i mentecatti de "stanno cadendo come mosche": i decessi del 2023 SONO DI MENO della media 2015-2019.
CROLLO DI UN ALTRO MITO NOVAX…
Uno dei miti novax che ancor oggi resistono e’ quello dell’ESAURIMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO causato dai ripetuti richiami vaccinali… In base a questo mito i cosiddetti booster invece di migliorare la nostra risposta al virus, a lungo andare la indebolibbero… non solo, questo effetto sul nostro sistema immunitario avrebbe conseguenze negative anche nell’aumentare la pericolosità di altre malattie infettive, neoplasie, ecc…
Questi due lavori
appena usciti su due signore riviste, Science Immunology [1] e Nature Immunology [2] fanno crollare anche questo mito … i richiami vaccinali non indeboliscono ma al contrario RAFFORZANO la nostra risposta immunitaria sia contro la Covid che verso altre malattie…
Altra giornata di LUTTO per i nostri amici…
La SCIENZA smaschera sempre i CIARLATANI…
Post del prof Vitale che smaschera definitivamente i cazzari del malore improvviso legato al vaccino.
CAPITOLO CHIUSO...
Penso che questa "research letter" [1] appena pubblicata nella prestigiosa rivista Circulation (la principale rivista cardiologica) possa davvero chiudere definitivamente il capitolo delle morti improvvise nei giovani.
Lo studio è stato condotto nella Regione Veneto, dal gruppo della prof.ssa Cristina Basso, una delle più grandi esperte mondiali di miocarditi e di morti improvvise [2].
Lo studio si sviluppa sue due livelli:
1. uno epidemiologico, confrontando le cause specifiche di morte nei giovani (under 40) dal 2018 al 2022 (figura 1, grafico in alto).
2. uno anatomo patologico, confrontando gli esiti delle autopsie eseguite in giovani con morte improvvisa nello stesso periodo temporale (figura 1, grafico in basso).
Ebbene potete trarre le vostre conclusioni solo guardando la figura.
Queste le conclusioni degli autori:
"In conclusione, la nostra analisi non ha dimostrato un aumento dei tassi di morte improvvisa nei giovani sia durante la pandemia che dopo l’introduzione della vaccinazione contro il COVID-19. Le cause di (morte cardiaca improvvisa) MCI nei giovani, compresi quelli che hanno manifestato MCI entro 30 giorni dalla vaccinazione contro il COVID-19, erano coerenti con le cause prepandemiche stabilite da un’autopsia rigorosa e non è stato osservato alcun aumento nella prevalenza della miocardite."
I vaccini riducono il rischio di long COVID anche nei bambini.
Secondo
uno studio che si è ammalato di COVID ha il 65% di rischio in più di ammalarsi di diabete, mentre il vaccino riduce il rischio del 21%
Negli USA i dati del CDC certificano che l'aspettativa di vita è aumentata di nuovo, non a livello precovid ancora, ma grazie alla riduzione di tumori, malattie cardiovascolari, sparatorie ecc. Quindi nessun aumento di malori improvvisi.
Negli ultimi tempi il discorso sui vaccini (contro la Covid-19, soprattutto quelli a mRNA) si sta spostando -a- sugli effetti collaterali, con particolare focus sulle miocarditi, soprattutto da quando, in seguito a numerose segnalazioni, sono state inserite nel bugiardino come possibili effetti avversi rari, con esito anche letale. Le quali miocarditi dunque, in seconda battuta, sarebbero tra le cause principali delle morti improvvise -b-, in
"vertiginoso aumento", e quindi dell'aumento delle morti complessive -c-. I più radicali, come un biologo no-vax (sembra un paradosso) col quale mi sono confrontato qualche giorno fa, sostengono addirittura che i vaccini (o qualsiasi altro farmaco) non sarebbero dovuti essere immessi sul mercato, se ci fosse stato anche solo il sospetto che potessero causare un effetto avverso del tipo "miocardite" -d-.
Vediamo cosa c'è dietro a queste 4 affermazioni.
1. Che le morti totali siano in aumento (affermazione -c-) è banalmente UN FALSO. Come si può vedere qui [1], il numero di morti totali in Italia nei dieci mesi gennaio-ottobre 2023 è uguale al numero medio di morti nei dieci mesi gennaio-ottobre nel quinquennio ante pandemia 2015-2019;
2. Che le morti improvvise siano in aumento (affermazione -b-) è UN ALTRO FALSO, come è dimostrato al punto 1 del post [2], dove sono riportati dati del 2013 e del 2019. Lo sport preferito dei necrofori, di andare a caccia di notizie di morti improvvise (visto che, a meno di studi dedicati, questo dato non è censito dall'ISTAT), è inerentemente fallace: si "beano" (perché sono cattivi dentro) di aver trovato 4-5 notizie di morti improvvise al giorno, sottolineando che non "è sempre successo". Ebbene, nei due anni censiti e menzionati sopra, le morti improvvise erano 140-190 al giorno. Dei quali, moltissimi atleti soprattutto giovani. Quindi a chi mostra 4-5 morti al giorno, la risposta esatta è: te ne sei perso qualche centinaio;
3. Sul fatto che i vaccini (soprattutto a mRNA) provochino miocarditi, a parte l'argomento fallace "c'è scritto sul bugiardino", ovvero "l'hanno ammesso le case produttrici" (che è fallace perché sul bugiardino c'è semplicemente perché ci sono state tante SEGNALAZIONI), cioè l'affermazione -a-, siamo ancora nel campo dell'aneddotica. Ci vengono mostrate liste di lavori che "dimostrano" che il vaccino provoca la miocardite, come ad esempio qui [3]. Salvo poi, ad una analisi più approfondita, notare che non sono studi su larghe coorti ma sono case history o analisi retrospettive senza gruppo di confronto, di pochissimi casi a prognosi estremamente favorevole e rapida (quasi sempre risolte senza alcuna terapia: cioè passano da sole in un paio di giorni, se non si fossero fatte le analisi, i soggetti non l'avrebbero proprio saputo). Quindi, se fossero effetti collaterali del vaccino, sarebbero facilmente tollerabili. Concludendo, anche l'affermazione -a- è UN FALSO;
4. Ultimo ma non per ultimo, c'è chi sostiene che l'effetto collaterale non lo vogliamo proprio avere, per un farmaco che non avremmo voluto ricevere (affermazione -d-). E qua si può fare una osservazione importante assai: le miocarditi nei vaccinati le troviamo perché le cerchiamo. E se le cercassimo anche nei non vaccinati?
4.1 Il lavoro di Paratz et al. [4] ha studiato cosa è avvenuto nello stato di Victoria, in Australia, in due periodi di tempo, subito prima della pandemia (pre 2019) e dopo aver vaccinato larga parte della popolazione (4.2 milioni di abitanti su 4.5 milioni di abitanti). Bene, l'incidenza di miocarditi e di eventi cardiaci acuti nei vaccinati e degli stessi eventi nel periodo prima della pandemia, aggiustando i dati sulle età in modo da rendere le popolazioni comparabili, E' STATO ESATTAMENTE LO STESSO. Traduzione in parole semplici: chi ha sperimentato la miocardite dopo il vaccino, statisticamente la avrebbe sperimentata anche senza il vaccino.
4.2 Invece il lavoro di Guo et al. [5] è una meta-analisi di altri studi, ed è focalizzata sulla fascia d'età 12-17 anni. Ha trovato che l'incidenza delle miocarditi nei vaccinati è stata di 43.5 casi per milione di dosi di vaccino (sono stati analizzati 27 studi, per un totale di quasi 80 milioni di dosi di vaccino a mRNA). Gli autori riportano anche i risultati di uno studio osservazionale precedente, che ha rilevato i casi di miocardite in soggetti guariti dalla Covid-19: 247 per milione tra le donne e 501 per milione tra gli uomini. Messe così le cose, sembra che la malattia sia assai peggio del vaccino, nel provocare la miocardite (circa 10 volte peggio). Però a questa osservazione si può sempre obiettare che il vaccino lo fanno i sani, quindi stiamo esponendo persone giovani e sane a un rischio miocardite senza un reale motivo. Serve, per gli studi, un gruppo di riferimento. Servirebbe sapere quanti non vaccinati hanno sviluppato la miocardite. Però il gruppo "non vaccinati" è praticamente non esistente: tutti abbiamo ricevuto ALMENO un vaccino (non solo contro la Covid-19) nella nostra vita. Allora gli autori hanno assunto come gruppi di riferimento persone monitorate per la miocardite dopo il vaccino anti-vaiolo e persone monitorate per la miocardite dopo altri vaccini non-Covid-19. Bene, i risultati sono: 132.1 casi per milione di dosi di vaccino anti-vaiolo e 56.0 casi per milione di dosi di vaccino non-Covid-19. Ripetiamo i numeri: 43.5 casi per milione di dosi di vaccino anti Covid-19, 132.1 casi per milione di dosi di vaccino anti-vaiolo e 56.0 casi per milione di dosi di vaccino non-Covid-19. Poi ci sono i 247/501 casi per milione di malati di Covid-19 (femmine/maschi). Cioè: i casi di miocardite osservati dopo i vaccini a mRNA contro la Covid-19 sono DI MENO DI QUALSIASI GRUPPO DI RIFERIMENTO. Questo vuol dire che le miocarditi nei vaccinati ci sarebbero state anche senza i vaccini: NON SONO STATE CAUSATE DAI VACCINI.
Le miocarditi post vaccino sono state trovate dopo la vaccinazione, ma non causate dalla vaccinazione. E' la ben nota fallacia logica "post-hoc propter-hoc", cioè si confonde una concatenazione temporale con una concatenazione causale.
In definitiva, anche l'affermazione -d- è UN FALSO. Statisticamente, addirittura, si potrebbe dire che i vaccini a mRNA PROTEGGONO dalle miocarditi.
Ecco qui. Tutte e quattro le affermazioni sono state provate essere dei falsi. A chi vuole sostenere una tesi contraria, ovviamente l'onere della prova.
[1] (morti totali 1/23-10/23 vs. media gen-ott 2015-2019)
[5] Bao-Qiang Guo, Hong-Bin Li, Li-Qiang Yang, Incidence of myopericarditis after mRNA COVID-19 vaccination: A meta-analysis with focus on adolescents aged 12–17 years, Vaccine, 41 (28) 4067-4080 (2023),
https://doi.org/10.1016/j.vaccine.2023.05.049
La smentita dello studio che dimostrerebbe che i richiami aumentano la mortalità, ovviamente a cura del prof Vitale.
"Come mai questo lavoro, con questi numeri, è stato pubblicato in una piccola rivista Eur J Clin Invest? E perché i suoi risultati sono assolutamente inconsistenti?
Per una serie di motivi che vi elenco qui di seguito:1. Analizza primariamente la mortalità Covid nel periodo meno adatto per farlo, da novembre 2022 al 31.12.22 e poi nei primi mesi del 23, cioè in un periodo a bassissima mortalità Covid. Infatti il numero di eventi è davvero ridicolo nonostante una popolazione di 3 milioni di individui. E' un pò come voler misurare gli effetti del freddo sulla salute in Estate.2. Sempre riguardo la mortalità, si confrontano mele con pere. Guardate la figura 1. Le popolazioni confrontate hanno età drammaticamente diverse. E anche se poi gli autori aggiustano la analisi di Cox per età, non lo fanno ad es. per le comorbidità che evidentemente saranno drammaticamente diverse in queste popolazioni.3. Parlando poi delle infezioni, si confrontano popolazioni che hanno una propensione a tamponarsi e a dichiarare la propria positività completamente diverso, in un periodo storico in cui dominano tra l'altro i tamponi fai da te, che nessuno dichiara. Quindi impostare uno studio sulla protezione dalla infezione in questo periodo storico, confrontando mele con pere mi sembra davvero ridicolo".
Una preparazione simbiotica, contenente 3 ceppi di bifidobatteri e alcune fibre, ha dimostrato di ridurre i sintomi di LongCOVID. I meccanismi sono probabilmente legati all’aumento di SCFA e alla modulazione del microbiota e quindi della risposta immunitaria.
La MIS-C
può determinare cambiamenti permanenti nel microcircolo dei bambini che possono aumentare il rischio cardiovascolare sul lungo periodo
Gli studi continuano a dimostrare l'importanza dei richiami del vaccino antiCOVID. Non rispettarli è associato a maggior rischio di COVID severo e mortalità di 4 volte, ovviamente soprattutto nelle categorie a rischio.
Il vaccino in gravidanza
non è legato a problemi di neurosviluppo a un anno
L'attuale inferiore mortalità
non è tanto dovuta a un virus meno aggressivo ma più che altro alle precedenti immunità acquisite con vaccini e infezioni
Ennesima conferma che la vaccinazione ha giocato un ruolo fondamentale nel ritorno alla normalità e che nei paesi in cui si è indugiato ci sono stati più decessi e problemi.
"La lentezza della vaccinazione e della somministrazione dei richiami è stato un fattore importante che ha contribuito a un eccesso di mortalità di un ordine di grandezza più elevato nei paesi europei “più lenti” rispetto ai paesi immunizzati più rapidamente"
Il COVID continua ad essere più severo nei non vaccinati
Gli attacchi personali e fisici subiti dagli scienziati per colpa dei retards nobrain che non credono alle loro parole
Le miocarditi hanno un'incidenza tra i giovani fino a 28 casi per 100 mila vaccinazioni.
Anche se l'immunità del vaccino tende a declinare, si stabilizza ad un livello individuale sufficiente a conferire protezione
L'uso del VAERS non è adatto ai non professionisti che non sanno trarre informazioni ma lo utilizzano in maniera fraudolenta. Infatti le loro informazioni non sono verificate, sono non coincidenti (casuali), errate, incomplete e inaccurate. Rappresentano solo un archivio delle denunce. I vaccini sono sicuri ed efficaci.
L'alterazione dei neutrofili (netosi in eccesso) può essere alla base di Covid grave e Longcovid. Chi assume metformina, che la riduce, appare più protetto.
L'obesità continua ad essere un fattore di aumento della mortalità, tra il 20 e il 50%, in caso di COVID19. Il legame dose risposta con il BMI è evidente. Il vaccino appare ridurre la mortalità e gli obesi dovrebbero essere vaccinati con priorità
Le persone vaccinate sono protette dalle complicazioni cardiache post COVID e quindi hanno meno malattie tromboemboliche e cardiovascolari.
Il long COVID
esiste e
si può verificare con dei marker nel sangue. In particolare si tratta di un'attivazione del complemento che attiva la tromboinfiammazione.
In terapia intensiva
può essere meglio usare quantità di ossigeno inferiori (60mmHg al posto che 90)
In uno studio su oltre 26 mila persone confrontate con un gruppo di controllo l'infezione COVID19 aumenta dell'83% il rischio di disordini psicotici. Anche la necessità di farmaci psicotici aumenta."Questi risultati suggeriscono che i sopravvissuti a COVID-19 corrono un rischio maggiore di successivi disturbi psichiatrici e relative prescrizioni psicotrope a 1 anno. La vaccinazione può potenzialmente avere ulteriori benefici nell’alleviare le sequele psichiatriche a lungo termine del COVID-19 oltre alla protezione contro l’infezione da COVID-19 e le gravi complicanze". [...] Il nostro studio ha dimostrato che la vaccinazione completa prima dell’infezione può ridurre significativamente le sequele psichiatriche di COVID-19 come indicato dalla diagnosi psichiatrica o dalla prescrizione di psicotropi durante l’anno di follow-up. I nostri risultati sono anche coerenti con le precedenti osservazioni sulla riduzione dei sintomi COVID a lungo termine (compresi sintomi di salute mentale non specifici come disagio psicologico e fragilità) dopo la vaccinazione completa.
Il prof Vitale spiega perché la mortalità 2015-2019 si può ritenere superiore a quella del 2023. La normalizzazione per la popolazione rende i dati confrontabili. L'eccesso di mortalità di fine anno è legato ad aumento di casi COVID e influenza
Conferme sull'utilità di arieggiare gli spazi per ridurre i contagi da malattie virali respiratorie e sul legame tra microbiota e severità di queste malattie.
Cosa risveglia le cellule cancerose dormienti? Per gli scienziati di Facebook il vaccino.
Gli scienziati seri invece
hanno scoperto una molecola, Malat1, che, se bloccata, riduce nei topi le metastasi e la mortalità da tumore mammario.
Malat1 è un RNA non codificante a lunga catena (lncRNA). Agisce attivando l'espressione genica e la proliferazione. Inoltre blocca il sistema immunitario.
Nell'esperimento lo si è bloccato con una molecola apposita di DNA a una sola catena (oligonucleotide antisenso), riducendo enormemente la formazione delle metastasi.
I cardiologi inglesi
chiariscono la scarsa probabilità di contrarre miocardite e che abbia conseguenze durature. Anche l'eventuale presenza di cicatrici è un evento remoto
Non esiste alcun aumento di morti tra le forze dell'ordine come sostenuto da qualcuno.
Gli stati USA che hanno maggioranza repubblicana hanno maggior report di reazioni avverse al vaccino COVID, alimentando l'idea dell'effetto nocebo: i repubblicani hanno maggior paura di effetti avversi e per questo li hanno.
A proposito: quante sono le richieste di risarcimento in Italia? "
In tutta la Lombardia, 10 milioni di abitanti, 25 milioni di dosi di vaccini covid somministrate, le domande di indennizzo per effetti avversi sono state 69, di cui ammissibili 1".
Secondo i dati del CDC gli ultimi vaccini hanno un'efficacia del 54% nel prevenire la malattia sintomatica. Anche il rischio di longCOVID si abbassa notevolmente. Per questo i vaccini sono consigliati a chiunque abbia più di 6 mesi.
Nello studio del CDC viene smentito qualsiasi legame tra vaccinazione e morte cardiaca improvvisa tra i giovani. Dei 22 giovani morti registrati in Oregon, solo 3 avevano ricevuto la vaccinazione. Nel mentre i vaccini negli USA hanno prevenuto 3,2 milioni di morti e 18,5 milioni di ricoveri
Nessun commento:
Posta un commento