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giovedì 9 maggio 2013

A tutta birra


Buone notizie per gli amanti (moderati) della birra: una metanalisi ha concluso che un consumo inferiore a 500ml (mezzo litro) al giorno non è associato con obesità e in particolare con quella addominale.


http://www.barzelletteonline.net/1516/luomo-la-birra-una-donna




L'uso moderato di alcol è tradizionalmente associato a un incremento del colesterolo HDL (quello buono) e al miglioramento di altri parametri di rischio cardiovascolare, ma il passo verso il troppo alcol è veramente molto breve.

L'alcol è infatti responsabile di bruttissime conseguenze di cui ho già parlato. Inoltre l'abuso si associa con ipertensione, tumori di tutto il tratto gastrointestinale a partire dalla bocca e comprendendo il fegato e il pancreas, nonché al seno nelle donne.
La dipendenza dall'alcol e il suo trattamento hanno costi sociali molto alti, per i problemi psichiatrici e neurologici (demenza, allucinazioni, depressione, delirio, paranoia, panico, agorafobia) che ne derivano. Spesso chi abusa dell'alcol va incontro pure a carenze nutrizionali e aumento di peso.

http://www.damncoolpictures.com/2010/06/25-funny-moments-in-beer.html
I miei amici della Scuola di Ancel hanno pubblicato un bel pezzo sulla prevenzione in questi giorni.
Insomma, moderazione come sempre!

Aggiornamento 2/7/2016


L'alcol aumenta la produzione di estrogeni e quindi la deposizione di grasso.

Conferme sul moderato uso di birra, che però dovrebbe essere completamente evitata da: bambini, adolescenti, donne in gravidanza, depressi, cardiopatici,persone a rischio di dipendenza dall'alcol, con insufficienza epatica o pancreatica, persone violente o con disturbi psichici o che abbiano bisogno di particolare coordinazione sul lavoro.


Aggiornamento 9/3/2017

Interessante articolo su birra e distribuzione del grasso. Conferme che dosi moderate (una birra al giorno) in persone sane non sembrano avere effetti negativi

Aggiornamento 10/7/2017
Anche moderate quantità di alcol (un drink al giorno) aumentano il rischio di declino cognitivo.

Aggiornamento 9/11/2017

L'alcol è un pericoloso cancerogeno e distrugge le cellule cerebrali negli adulti

Aggiornamento 2/2/2018

L'alcol è indicato dallo IARC come cancerogeno certo. Fino a un quarto dei tumori sono attribuibili al consumo di alcol. Le cause sono probabilmente attribuibili al danno al DNA, alla riduzione nell'assorbimento di folati e all'aumento dell'assorbimento degli altri cancerogeni. L'AICR sconsiglia il consumo di alcol per prevenire i tumori, ma considera modeste quantità (un drink al giorno per le donne e 2 per gli uomini) protettive per il cuore. L'effetto cancerogeno dell'alcol è potenziato dal fumo.

Aggiornamento 11/4/2018

La soglia di rischio dell'alcol solitamente indicata (100 g a settimana) è probabilmente troppo alta, dosi inferiori sono comunque pericolose.

Aggiornamento 8/12/2018

Spesso si ritiene l'alcol un nutriente che non crea problemi. Ma l'alcol apporta calorie vuote, ed è un cancerogeno certo. Risulta sempre un qualcosa di troppo, e nessuno ha stabilito una soglia di alcol che non sia dannosa. Questo studio dimostra come eliminare gli alcolici possa essere una delle chiavi per il mantenimento della perdita di peso a lungo termine, soprattutto nei diabetici


Aggiornamento 14/3/2019

Anche un moderato uso di alcolici (1 o 2 drink al giorno) può aumentare il rischio di ipertensione

Aggiornamento 11/4/2019


Una bottiglia di vino a settimana incrementa il rischio tumorale globale dell'1% circa (1,4% per le donne), corrispondente più o meno a quello di 10 sigarette a settimana.

Aggiornamento 4/9/2020

Il trapianto di microbiota può aiutare a guarire la dipendenza da alcol. Scrivono gli autori: "questo lavoro conferma che la via per il cervello passa attraverso l'intestino"

Aggiornamento 26/9/2020

Anche l'assunzione moderata di alcol (una porzione al giorno) sembra aumentare l'ipertensione nei diabetici, e l'effetto appare dose-dipendente

Aggiornamento 12/10/2020

Nei modelli animali la candidalisina, la tossina rilasciata dalla candida, promuove la steatosi epatica legata all'alcol, e nell'uomo si associa a malattia più grave e maggiore mortalità

Aggiornamento 22/7/2021

Probabilmente molte persone sottovalutano l'impatto dell'alcol sui tumori.
Secondo un'indagine "a livello globale, circa 741000, o il 4,1%, di tutti i nuovi casi di cancro nel 2020 erano attribuibili al consumo di alcol. Circa tre quarti dei casi di cancro attribuibili all'alcol erano nei maschi e le sedi di cancro che hanno contribuito maggiormente erano esofagee, epatiche e mammarie (nelle femmine).
Il consumo pesante ha contribuito maggiormente al carico dei tumori attribuibili all'alcol; tuttavia, il consumo moderato (superiore a 2 porzioni al giorno, <20 g di alcol al giorno) ha contribuito a un caso su sette attribuibile all'alcol e a più di 100.000 casi di cancro in tutto il mondo.
Esistono diverse vie biologiche attraverso le quali il consumo di alcol può portare allo sviluppo del cancro, comprese alterazioni del DNA, proteine ​​e lipidi o danni dovuti al metabolita acetaldeide, il metabolita cancerogeno dell'etanolo; stress ossidativo; e alterazioni della regolazione di ormoni come estrogeni e androgeni. L'etanolo potrebbe anche promuovere lo sviluppo del cancro indirettamente agendo come solvente per altri agenti cancerogeni come le sostanze chimiche nel tabacco".

Aggiornamento 14/10/2021

L'aderenza allo stile di vita migliora il rischio cardiovascolare in persone con fibrillazione atriale. Dimagrimento, uso della CPAP (respiratore notturno), attività fisica, controllo del diabete, dell'ipertensione e dei lipidi plasmatici sono tutti utili. Inoltre l'astensione dall'alcol in persone che ne fanno uso può ridurre il rischio di ictus del 14%. I consumatori di alcol hanno invece rischio significativamente superiore.
L'alcol infatti può dare alterazioni nella conducibilità elettrica del cuore. Inoltre chi smette di bere spesso adotta anche gli altri comportamenti (dimagrimento, abbandono del tabagismo ecc.) che riducono il rischio, e favorisce una migliore adesione ai farmaci, per esempio la terapia anticoagulante.

Aggiornamento 26/12/2021

Anche quantità moderate di alcol consumate giornalmente appaiono dannose per la salute, secondo un articolo di Medscape.
Purtroppo la pandemia ha aumentato il consumo di alcolici e nel breve termine questo ha significato aumento di malattie epatiche, intestinali e della violenza domestica.
Spesso si rappresentano gli effetti dell'alcol con una curva a J, in cui i bevitori moderati (uno-due porzioni al giorno) hanno un rischio di malattia inferiore dei non bevitori.
"In realtà, questa associazione è più probabilmente "un artefatto statistico" in gran parte derivato da studi osservazionali di bassa qualità, secondo il dr. Christopher Labos, epidemiologo e cardiologo presso il Queen Elizabeth Health Complex di Montreal.
"Quando si guarda agli studi che tengono conto della causalità inversa, o il fatto che alcune persone astemie sono ex consumatori di alcol, allora ci si rende conto che il beneficio protettivo dell'alcol è minimo o inesistente e che l'alcol fa più male che bene alla nostra società".
Un recente studio ha mostrato come smettere di bere riduca la fibrillazione atriale, mentre un altro ha mostrato che il rischio si riduce con 56g a settimana, mettendo ancora in risalto l'"effetto a J".
L'alcol è un cancerogeno e si stima sia responsabile da solo del 4% dei tumori, in particolare nelle donne e anche nei bevitori moderati. L'ACR consiglia per questo "è meglio non assumere alcolici".
L'alcol è neurotossico e ha effetti sulla cognizione.
L'uso eccessivo di alcol è uno dei maggiori fattori causali per la demenza.
"Mewton e colleghi hanno recentemente pubblicato dati che suggeriscono che ci sono tre periodi in cui il cervello potrebbe essere particolarmente suscettibile agli effetti neurotossici dell'alcol: la gestazione (dal concepimento alla nascita), l'adolescenza (15-19 anni) e l'età adulta (oltre 65 anni). Fare particolarmente attenzione in queste fasi può quindi essere utile" suggerendo anche che la terapia cognitivo-comportamentale e motivazionale sono molto efficaci nel ridurre il consumo.
Il dr. Labos suggerisce di chiarire questi aspetti ai pazienti e usare gli alcolici come il cibo spazzatura: qualcosa da consumare occasionalmente

Aggiornamento 13/3/2022

Cattive notizie per i moderati consumatori di alcol.
L'alcol porta a riduzione del volume e invecchiamento del cervello, anche in dosi basse.
In uno studio su 36 mila americani è stato stimato che in un 50enne il consumo giornaliero tra un'unità di alcol (circa mezza birra) al giorno e due unità (mezzo litro di birra o un bicchiere di vino) porta a cambiamenti associati nel cervello equivalenti all'invecchiamento di due anni. Il consumo compreso tra due e tre unità alcoliche alla stessa età corrispondeva invece a un invecchiamento di tre anni e mezzo.
La relazione inoltre non è lineare ma esponenziale e i danni aumentano maggiormente in chi beve di più.

Aggiornamento 25/3/2022

Solitamente dagli studi emerge che un consumo basso di alcol si associa a minore rischio cardiovascolare rispetto a un consumo nullo. Una nuova ricerca mostra che questa associazione è probabilmente casuale e dovuta più che altro al fatto che chi beve poco è più attento alla salute e quindi ha uno stile di vita protettivo (più attività fisica e consumo di verdure e meno fumo). Si parla quindi di fattori confondenti e l'introito di alcol non appare veramente protettivo.
Secondo la dottoressa Aragam, coautrice dello studio, "I risultati affermano che l'assunzione di alcol non dovrebbe essere raccomandata per migliorare la salute cardiovascolare; piuttosto, che la riduzione dell'assunzione di alcol probabilmente ridurrà il rischio cardiovascolare in tutti gli individui, anche se in misura diversa in base al proprio attuale livello di consumo".

Aggiornamento 15/7/2022

Scoperto uno dei modi in cui l'alcol potrebbe favorire il declino cognitivo: favorisce l'accumulo di ferro nel cervello.

Aggiornamento 24/2/2023

Il consumo di quantità notevoli di alcol riduce la crescita muscolare dopo l'allenamento.

Aggiornamento 7/4/2023

Continuano a non esistere livelli sicuri di consumo di alcol. Lo conferma una metanalisi che ha escluso alcuni errori metodologici spesso presenti in altri lavori. Gli effetti sulla mortalità sono evidenti a partire dalle 3 unità settimanali.

Aggiornamento 11/6/2023

Post di Sergio Saia

L’#IRLANDA ETICHETTA TUTTI GLI #ALCOLICI (non solo il vino) con l’indicazione «#nuoce #gravemente alla #salute».
1) #Complotto contro l’#Italia? No, se lo pensate siete ignoranti o in conflitto d’interesse. Etichettano anche i propri alcolici.
2) Hanno più problemi di noi con gli alcolici? No, ne hanno di meno.
In figura le morti attribuibili al consumo di alcool in alcuni grandi paesi europei. I dati sono del Global Burden of Diseases (o #GBD) che raccoglie tutte le evidenze (anche quelle a favore) nel settore circa la relazione tra fattori di rischio e esiti. Tra gli esiti, recensisce per morti totali o per 100000 abitanti, per anni di vita persi totali (YLL) o aggiustati per disabilità (DALY), etc.: https://vizhub.healthdata.org/gbd-compare/
3) Esiste un consumo sicuro di alcolici (vino incluso)? No, capisco piaccia illudersi, ma negarlo non fa venire meno il rischio. Se si vuol bere, meglio bere coscienti dei rischi, tanto se li negate i rischi comunque non scompaiono. E vostro nonno è stato solo fortunato. Purtroppo non esiste una quantità minima di alcool alla quale i rischi siano minori rispetto a quanto osservato nei non bevitori dopo aver stratificato per età, comorbidità, etc. I dati che relazionano rischio e quantità sono qui (anche quelli a favore): https://doi.org/10.1016/S0140-6736(22)00847-9
E si, conosco il pippone degli effetti cardioprotettori: è una correlazione che scompare quando il dato è stratificato, la stessa società europea di cardiologia (#ESC) invita a non poca prudenza quando si sbandierano tali effetti: https://www.escardio.org/.../Alcohol-may-be-more-risky-to...
Si vuol bere? Comprensibile. Ma meglio bere coscienti dei rischi che negandoli o ignorandoli. Se qualcuno è cosciente, magari decide di bere meno o niente o ridurre altri fattori

Aggiornamento 7/2/2024

Il modello animale mostra che il binge drinking, il forte consumo di alcol in una sola occasione, in topi adolescenti predispone fortemente per l'insulinoresistenza e le malattie metaboliche e cardiovascolari. Questo avviene inducendo stress ossidativo e infiammazione

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