L'asma è una condizione infiammatoria cronica in cui le vie respiratorie si contraggono, si gonfiano e producono eccessivamente muco. Ciò può rendere difficile la respirazione e provocare tosse, respiro sibilante e respiro corto. Spesso l'asma è allergica (qualche volta i medici usano il termine al maschile e scrivono allergico), e in questo caso è presente una iperattivazione della risposta immunitaria Th-2. In caso contrario si attribuisce a infezioni, stress o fattori fisico-chimici (inquinamento).
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3114595/ |
Come solitamente accade in queste patologie, dette non-communicable, ossia non trasmissibili (anche se probabilmente non è proprio così...), vi è una predisposizione ereditaria ma anche delle componenti ambientali, che possono essere variate e tenute sotto controllo, tra cui la dieta. Fondamentalmente possiamo notare il solito legame con dieta povera di nutrienti ("dieta mancante di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie") ed aumento di tutte le malattie del benessere, che fino a un secolo fa erano piuttosto rare e la cui prevalenza continua a crescere. Per quanto riguarda l'asma, nonostante fosse conosciuta anche 5000 anni fa, la sua esplosione si è verificata dal 1960, probabilmente anche per un miglioramento delle condizioni igieniche e per un aumento di fattori come l'inquinamento, l'esposizione occupazionale a sostanze chimiche ecc. Un fattore importante è il fumo, attivo, passivo e in gravidanza (mediante la creazione di modifiche epigenetiche).
https://www.teepublic.com/it/maglietta/4134239-funny-asthma-inhaler |
L'asma colpisce di più e in maniera più grave le persone sovrappeso, questo forse perché l'eccesso di peso è una condizione di per sé infiammatoria.
Il dimagrimento, indipendentemente dal tipo di dieta, appare il miglior modo per ridurre la severità degli attacchi. Peccato che i farmaci utilizzati tendano a far ingrassare, creando un possibile circolo vizioso.
Anche yoga, meditazione ed esercizi respiratori possono dare una mano, ma in generale "le evidenze disponibili suggeriscono un effetto protettivo dell'aumento dell'assunzione di frutta, verdura e cereali integrali e dell'aumento dei livelli di attività fisica nell'asma", e questo è suggerito anche dal Global Asthma Report 2018 ("quello che previene le malattie cardiovascolari riduce lievemente l'asma"). L'EAACI (Società Europea di Allergologia) in una sua posizione ufficiale raccomanda l'incremento dell'introito di frutta e verdura, soprattutto nei giovani. Questo può dare un migliore controllo della malattia. Al contrario la dieta di tipo occidentale è dannosa.
Possiamo quindi dire che la dieta di tipo mediterraneo appare protettiva per le malattie delle vie aeree, anche grazie al suo contenuto di vitamina E e altri antiossidanti.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29117118 |
Uno dei motivi di questa efficacia riguarda l'effetto sui mastociti (o mastcellule), noti per svolgere un ruolo cruciale nella manifestazione di malattie allergiche e non allergiche, tramite il rilascio di istamina, (uno dei mediatori dell'allergia). Una dieta ricca in fibre (il contrario quindi della tipica dieta occidentale) porta alla fermentazione da parte dei batteri e alla produzione di butirrato, grasso a catena corta (SCFA) che blocca il rilascio di istamina e inibisce in diverse vie i mastociti. Questo può portare ad un miglioramento di tutte le malattie legate all'istamina, tra cui l'asma. Il rapporto bidirezionale tra dieta e batteri viene approfondito più avanti.
L'importanza dei grassi nei confronti dell'asma
I diversi grassi polinsaturi (omega 3 o omega 6) sono stati messi in relazione con l'asma, anche pediatrica: i primi sono protettivi, i secondi possono esacerbare i sintomi, ma possono comunque dare metaboliti importanti per la risoluzione (guarigione).
L'importanza è già stata da tempo segnalata dall'EAACI, che ha rilasciato una posizione sulla funzione dei grassi in relazione all'asma (nonché allergie e dermatite atopica).
I polimorfismi nei geni (le diverse forme genetiche che ognuno di noi porta) associati alla sintesi, catabolismo e utilizzo dei grassi influenzano i loro fabbisogni e funzioni, quindi una persona può avere convenienza ad assumerli, un'altra no.
"Gli omega 3 sono solitamente benefici, mentre gli omega 6 sono metabolizzati a composti proinfiammatori, ma comunque necessari.
È probabile che un approccio nutrizionale personalizzato, compresa la supplementazione di acidi grassi, sia necessario per osservare i benefici ottimali che possono venire dagli acidi grassi nella prevenzione e nel trattamento delle allergie e dell'asma.
La supplementazione con omega 3 o il consumo di alimenti ricchi di questi grassi (ad esempio, pesce grasso, alcune microalghe e carne di ruminanti allevati con un adeguato esercizio fisico e una dieta a base di erbe) sono probabilmente utili".
Si ribadisce inoltre la nocività dei grassi trans, a parte il CLA presente nei prodotti caseari. Appaiono importanti anche gli SCFA prodotti soprattutto dai batteri.
I diversi grassi polinsaturi (omega 3 o omega 6) sono stati messi in relazione con l'asma, anche pediatrica: i primi sono protettivi, i secondi possono esacerbare i sintomi, ma possono comunque dare metaboliti importanti per la risoluzione (guarigione).
L'importanza è già stata da tempo segnalata dall'EAACI, che ha rilasciato una posizione sulla funzione dei grassi in relazione all'asma (nonché allergie e dermatite atopica).
I polimorfismi nei geni (le diverse forme genetiche che ognuno di noi porta) associati alla sintesi, catabolismo e utilizzo dei grassi influenzano i loro fabbisogni e funzioni, quindi una persona può avere convenienza ad assumerli, un'altra no.
"Gli omega 3 sono solitamente benefici, mentre gli omega 6 sono metabolizzati a composti proinfiammatori, ma comunque necessari.
È probabile che un approccio nutrizionale personalizzato, compresa la supplementazione di acidi grassi, sia necessario per osservare i benefici ottimali che possono venire dagli acidi grassi nella prevenzione e nel trattamento delle allergie e dell'asma.
La supplementazione con omega 3 o il consumo di alimenti ricchi di questi grassi (ad esempio, pesce grasso, alcune microalghe e carne di ruminanti allevati con un adeguato esercizio fisico e una dieta a base di erbe) sono probabilmente utili".
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4417548/ |
Si ribadisce inoltre la nocività dei grassi trans, a parte il CLA presente nei prodotti caseari. Appaiono importanti anche gli SCFA prodotti soprattutto dai batteri.
Tra i supplementi, la cosa più economica, semplice e utile da fare è probabilmente assumere vitamina D.
La vitamina D riduce i sintomi gravi nell'asma, e migliora genericamente la funzionalità polmonare in chi abbia problemi respiratori.
Bassi livelli di vitamina D peggiorano l'asma legata ad inquinamento atmosferico nei bambini obesi, e avere livelli corretti può migliorare la condizione.
La vitamina A (caroteni e retinoidi) supporta la D nel ridurre la propensione alle allergie, il loro effetto è complementare e sinergico. In realtà la supplementazione non sempre si dimostra efficace (probabilmente ci sono più fattori che giocano e che sono presenti nel cibo ), ma offre interessanti prospettive nei confronti delle malattie allergiche. I retinoidi, sono spesso bassi in persone allergiche e possono aiutare se raggiungono un livello adeguato. Una sufficiente quantità in gravidanza è importante per prevenire manifestazioni allergiche. La vitamina A è sconsigliata in gravidanza, quindi meglio utilizzare verdure e frutti rosso-gialli ricchi del precursore β-carotene.
L'inulina, un prebiotico, in alte dosi in soli 7 giorni porta a un miglioramento dell'asma, anche più dei cortisonici. Questo avviene mediante variazione del microbiota. Scrivono gli autori "... L'integrazione di fibre solubili modula il microbioma intestinale e l'analisi post-hoc ha identificato le azioni anti-infiammatorie nelle vie aeree, che potrebbero fornire un'opzione non farmacologica alla gestione dell'asma."
La citrullina può migliorare i sintomi asmatici nelle persone sovrappeso, soprattutto donne. Anche la luteina (mais) può aiutare.
Anche la disfunzione mitocondriale, che spesso è legata all'eccesso di ROS e agli eccessi alimentari, che impediscono ai mitocondri di produrre correttamente energia per le cellule, può essere implicata nell'asma. Per questo CoQ10 e MitoQ, antiossidanti mitocondriali, hanno dato buoni risultati in alcuni studi.
A livello sperimentale, un team di ricercatori ha messo a punto una barretta ricca di nutrienti (chiamata "CHORI", fatta con frutta, noci e cioccolato fondente non trattato, vitamine, minerali, acido docosaesaenoico (DHA), fibre solubili e insolubili) e l'ha data a dei ragazzi obesi con l'asma. La loro funzionalità respiratoria è migliorata e lo stato infiammatorio ridotto, indipendentemente dal dimagrimento.
Sicuramente sarebbe meglio una dieta adeguata, ma vengono sottolineate l'importanza della dieta nella gestione della malattia, le carenze nutrizionali che spesso hanno le persone con una dieta ricca di cibi industriali e impoveriti, e la non necessità di ricorrere sempre a farmaci che hanno sempre effetti collaterali (cortisone ecc).
Microbiota
I legami tra microbiota/microbioma e asma sono sempre più evidenti. Secondo une review di Frontiers il microbiota modula la reazione allergica e i probiotici possono aiutare, mediante il cosiddetto asse intestino-polmoni.
"L'ipotesi della biodiversità è una pietra miliare nella comprensione dell'epidemia di malattie allergiche. Una scarsa varietà dei batteri, intestinali e non, aumenta il rischio di allergie.
I bambini ad alto rischio di asma [...] hanno spesso nel loro intestino ridotta abbondanza di Bifidobacterium, Akkermansia, Faecalibacterium e Lattobacilli e maggiore abbondanza dei funghi Candida e Rhodotorula.
I batteri intestinali hanno una forte influenza sugli eosinofili, i globuli bianchi maggiormente coinvolti nelle allergie, nelle infezioni dei vermi e di C. difficile. I probiotici L. fermentum e L. rhamnosus riducono le allergie agendo sugli eosinofili.
La permeabilità dei tessuti gioca un ruolo fondamentale in queste malattie: in determinate condizioni, la normale barriera epiteliale dell'intestino può diventare permeabile, permettendo il passaggio di microbi e molecole microbiche nella circolazione sistemica (situazione nota come traslocazione microbica).
Potrebbe pertanto essere possibile ridurre il rischio riducendo la traslocazione microbica attraverso l'uso selettivo dei probiotici".
Un altro dei motivi per cui la flora intestinale sbilanciata aumenta il rischio di asma è la produzione di 12,13-diHOME. Questo composto riduce il numero di T-reg, i globuli bianchi che inducono la tolleranza verso alimenti e antigeni. Più aumenta 12,13-diHOME, più aumenta il rischio di allergie. Ecco perché quello che modula positivamente il microbiota, come allattamento, alimentazione e probiotici, rappresenta una risorsa nel prevenire e gestire le allergie e l'asma.
Ad esempio 2 ceppi di lattobacilli (fermentum e paracasei) riducono l'asma nei bambini.
Tanti sono i fattori ambientali che modulano il rischio e, direttamente o indirettamente, sono collegabili al microbiota.
Quelli protettivi: diversità batterica (cioè avere molte specie diverse di microbi) e in particolare le specie nel rettangolo verde della figura, tra cui lattobacilli e bifidobatteri; parto naturale e in casa; frequenza dell'asilo nido; presenza di fratelli e animali in casa; contatto con animali da fattoria.
In gravidanza, dieta con alto contenuto di fibre e contatto con animali.
I fattori predisponenti invece sono uso di antibiotici, parto cesareo e prematurità, ridotta diversità batterica ed eccesso di C. difficile e Veillonella.
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/all.13812 |
L'alimentazione è uno dei primi driver del microbiota, e infatti specifici microbi e pattern nutrizionali sono associati a un ridotto rischio di sviluppare allergie e asma.
Gli antibiotici, farmaci a volte necessari, ma a volte prescritti con troppa facilità, possono purtroppo promuovere la perdita di specie amiche (e ridurre la diversità), e sono un forte fattore di potenziale disbiosi. Esiste una relazione lineare tra antibiotici prescritti nell'infanzia e sviluppo di asma. Ogni ciclo di antibiotici aumenta il rischio del 20% e la severità dell'asma.
"I nostri risultati sono in linea con l'ipotesi del microbiota, che suggerisce che la disbiosi causata dagli antibiotici può alterare la maturazione del sistema immunitario e aumentare il rischio di sviluppare malattie allergiche ... "
"... Alla luce delle crescenti prove a sostegno dell'effetto dannoso dell'uso di antibiotici sull'asma infantile, i pazienti e gli operatori sanitari dovrebbero valutare criticamente i rischi e i benefici dell'uso di antibiotici nei neonati prima della somministrazione e considerare possibili strategie di trattamento alternative quando disponibili, e la ricerca dovrebbe concentrarsi su come gli effetti collaterali degli antibiotici possano essere prevenuti quando è necessario il loro uso".
L'uso di inulina nei bambini potrebbe ridurre le perturbazioni del microbiota dovute ad antibiotico, in particolare stimolando la crescita dei bifidi.
Il parto cesareo influenza la prima colonizzazione intestinale, che riflette l'ambiente ospedaliero anziché il microbiota vaginale come sarebbe corretto. Purtroppo in Italia rigide regole non lo permettono, ma per i nati da parto cesareo sarebbe opportuno praticare il "vaginal seeding", il trasferimento del microbiota vaginale tramite l'uso di un batuffolo di cotone o simili, per favorire l'impianto nell'intestino dei microbi corretti (come in caso di parto naturale) e non quelli della pelle (che caratterizzano i nati da parto cesareo).
Anche la sovracrescita intestinale di candida può aumentare la risposta asmatica, così come quella di un altro fungo (W. mellicola). Inoltre la Candida può peggiorare altre malattie respiratorie come la broncopneumopatia (BPCO) tramite crossreazione con un altro fungo (Aspergillus).
L'asma notoriamente peggiora spesso per cause ambientali come acari della polvere, muffe, scarafaggi, peli di animali domestici, inquinamento e fumo passivo.
Anche bassi livelli di inquinamento domestico, soprattutto da interferenti endocrini, favoriscono l'asma (insieme ad allergie e obesità) nei bambini. Tuttavia interagire con gli animali nel primo anno di vita riduce le manifestazioni allergiche come l'asma negli anni seguenti, e l'effetto è dose-dipendente (al crescere del numero di cani e gatti domestici si riduce il rischio).
Nel modello animale, esporre i topolini ai batteri tipici degli animali da fattoria riduce la tendenza all'asma, "addomesticando" il sistema immunitario. Questi effetti sono probabilmente legati alla teoria dell'igiene, secondo cui l'eccesso di igiene aumenta il rischio di allergie, ma è importante che il contatto con lo "sporco" avvenga nella finestra temporale giusta.
Anche bassi livelli di inquinamento domestico, soprattutto da interferenti endocrini, favoriscono l'asma (insieme ad allergie e obesità) nei bambini. Tuttavia interagire con gli animali nel primo anno di vita riduce le manifestazioni allergiche come l'asma negli anni seguenti, e l'effetto è dose-dipendente (al crescere del numero di cani e gatti domestici si riduce il rischio).
Nel modello animale, esporre i topolini ai batteri tipici degli animali da fattoria riduce la tendenza all'asma, "addomesticando" il sistema immunitario. Questi effetti sono probabilmente legati alla teoria dell'igiene, secondo cui l'eccesso di igiene aumenta il rischio di allergie, ma è importante che il contatto con lo "sporco" avvenga nella finestra temporale giusta.
L'allattamento al seno è una delle migliori cose per ridurre il rischio, ma è importante anche che la mamma mangi bene e abbia un microbiota in ordine, perché i suoi batteri sono trasmessi al figlio tramite il latte.
Le sostanze presenti nei detergenti utilizzati in casa sono una probabile causa di declino della funzione respiratoria.
Le sostanze presenti nei detergenti utilizzati in casa sono una probabile causa di declino della funzione respiratoria.
Il benzo(a)pirene, componente degli idrocarburi ma anche della carne e della pizza bruciacchiate, attiva un recettore (detto degli arili, AhR) che potenzia la risposta allergica infiammatoria, per esempio agli acari, e lo stress ossidativo. L'uso di NAC, usato come mucolitico e precursore del glutatione, riduce questa risposta grazie all'azione antiossidante.
L'acqua clorata delle piscine può irritare le vie respiratorie, soprattutto dei bambini, e aumentare il rischio di sintomi
L'acqua clorata delle piscine può irritare le vie respiratorie, soprattutto dei bambini, e aumentare il rischio di sintomi
Si sa da tempo che asma e obesità infantile vanno di pari passo. Un nuovo studio ipotizza legami causali, dovuti alla riduzione dell'attività fisica tra i bambini asmatici e all'utilizzo dei cortisonici, che favoriscono la deposizione di grasso, e infatti i bambini che li usano sono quelli più a rischio di esser sovrappeso (cosa non osservata in un altro studio).
Inoltre i bambini asmatici sono più a rischio di calcoli renali, anche se il meccanismo non è chiaro (personalmente ipotizzo un legame con l'uso del cortisone, che notoriamente porta via calcio dalle ossa).
Inoltre i bambini asmatici sono più a rischio di calcoli renali, anche se il meccanismo non è chiaro (personalmente ipotizzo un legame con l'uso del cortisone, che notoriamente porta via calcio dalle ossa).
2 porzioni a settimana di pesce grasso, come fonte di omega 3, abbinati ad una dieta mediterranea ricca in vegetali, migliorano significativamente l'infiammazione polmonare in bambini asmatici. Secondo una metanalisi degli studi osservazionali già una porzione a settimana di pesce riduce il rischio nei bambini. Una madre che assume quantità corrette di una particolare forma di vitamina E (alfa-tocoferolo) può proteggere la prole dall'asma, viceversa una carenza in gravidanza aumenterà il rischio.
L'uso di latte crudo nei bambini può ridurre il rischio di asma (e allergie), tuttavia gli autori non incoraggiano la pratica per il rischio di infezioni (basso ma possibile).
Altro da segnalare
L'uso di latte crudo nei bambini può ridurre il rischio di asma (e allergie), tuttavia gli autori non incoraggiano la pratica per il rischio di infezioni (basso ma possibile).
Altro da segnalare
L'asma, come altre patologie, può essere legata ad una sensibilità per le muffe, o meglio i loro metaboliti, con annesse sensibilità chimica multipla e fibromialgia. Come intervenire con la dieta? Semi e cereali possono essere grandi fonti di micotossine, così come i cibi fermentati possono favorirne lo sviluppo endogeno. In generale una dieta di tipo paleo può essere la migliore.
Aggiornamento 13/2/2020
"L'agopuntura può essere una valida terapia complementare e alternativa per l'asma negli adulti. Contribuisce in particolare a migliorare la funzione polmonare e ridurre i livelli di interleuchina e immunoglobulina E".
Aggiornamento 15/2/2020
Il latte può esacerbare l'asma in adulti predisposti
Aggiornamento 25/2/2020
L'importanza di microbiota e micobiota nei diversi tipi di asma
Aggiornamento 10/3/2020
La severità dell'asma è inversamente proporzionale ai livelli di vitamina D e magnesio
Gli endocrinologi suggeriscono che le persone che assumono cortisonici, per asma, allergie, malattie autoimmuni, reumatiche, intestinali ecc, sono più a rischio di complicanze da coronavirus a causa della soppressione del sistema immunitario
Il butirrato inibisce gli eosinofili, ed è un potenziale trattamento per l'asma
La disbiosi del microbiota intestinale e delle vie aeree contribuisce alla patogenesi e alla gravità dell'asma negli adulti. La composizione microbica nei polmoni e nell'intestino può essere influenzata da diversi fattori ambientali. Fattori di stress ambientale come allergeni, inquinamento, infezioni virali e uso di antibiotici o antiacidi possono causare disbiosi batterica e favorire l'asma. Anche i cortisonici, usati per l'asma stessa, può favorire la colonizzazione di specie patogene o non essere efficaci con la disbiosi.
La gestione preventiva e terapeutica per contrastare la disbiosi del microbioma e ripristinare un microbioma sano con probiotici, trapianti di microbiota fecale o lisati batterici non è ancora usata nella routine clinica. Pertanto, sono necessari ulteriori studi meccanicistici per esplorare l'influenza della composizione microbica sulla patogenesi dell'asma, specialmente nel polmone, per affinare successivamente i regimi di trattamento che possono prevenire le malattie delle vie aeree. Tra i batteri che hanno mostrato buoni risultati, LGG, L. reuteri, Lactobacilli casei/lactis/acidophilus insieme a Bifidobacteria bifidum/lactis, Lactobacillus paracasei e Lactobacillus fermentum
Anche i recettori GPR per gli SCFA hanno un ruolo
Il reflusso gastroesofageo può essere una causa di asma. L'uso di antiacidi in gravidanza sembra aumentare il rischio di asma nella prole (potrebbe essere dovuto all'alterazione del microbiota che causano?)
Alcuni estratti da un articolo sull'utilizzo dell'aerosolterapia: «Ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite - spiega l’infettivologa -, al contrario non serve nella rinofaringite, nella faringo/tonsillite e nell’otite media acuta, i comuni malanni di stagione. Se c’è eccesso di catarro nelle alte vie aeree l’unica pratica efficace sono i lavaggi nasali con una siringa riempita di soluzione fisiologica» «L’uso del cortisone per via aerosolica è largamente diffuso, nel nostro Paese, per il trattamento delle patologie delle alte vie respiratorie e per il controllo del sintomo tosse a esse correlato, sebbene non esistano prove della sua efficacia. Tale pratica, se prolungata nel tempo, è associata a effetti collaterali». "A volte i pediatri prescrivono terapie in aerosol per placare l’ansia dei genitori, che vogliono fare per forza qualcosa sperando di accelerare la guarigione del figlio. Ma in questo modo arriviamo ad avere bambini rassegnati all’idea di prendere farmaci, che non si ribellano più, e questo non è normale."
Aggiornamento 13/2/2020
"L'agopuntura può essere una valida terapia complementare e alternativa per l'asma negli adulti. Contribuisce in particolare a migliorare la funzione polmonare e ridurre i livelli di interleuchina e immunoglobulina E".
Aggiornamento 15/2/2020
Il latte può esacerbare l'asma in adulti predisposti
Aggiornamento 25/2/2020
L'importanza di microbiota e micobiota nei diversi tipi di asma
Aggiornamento 10/3/2020
La severità dell'asma è inversamente proporzionale ai livelli di vitamina D e magnesio
Aggiornamento 11/3/2020
Senza magnesio la vitamina D non viene trasportata nel sangue, non viene attivata dal rene né dal fegato, non si lega al recettore che rende possibile la sua azione. Ecco poi perché poi magari gli studi concludono che la vitamina non ha avuto effetto. Assumere quantità sufficienti di magnesio (frutta, verdura ed eventuale supplementazione) è fondamentale per una corretta azione della vitamina D. "Lo screening per la carenza cronica di magnesio è difficile perché un normale livello sierico può essere ancora associato a carenza da moderata a grave. Ad oggi, non esiste un test di laboratorio semplice e accurato per determinare lo stato del magnesio nell'uomo. Il Mg è essenziale nel metabolismo della vitamina D e l'assunzione di dosi elevate di vitamina D può indurre una grave deplezione di Mg. Un'adeguata integrazione di magnesio dovrebbe essere considerata un aspetto importante della terapia con vitamina D".
Senza magnesio la vitamina D non viene trasportata nel sangue, non viene attivata dal rene né dal fegato, non si lega al recettore che rende possibile la sua azione. Ecco poi perché poi magari gli studi concludono che la vitamina non ha avuto effetto. Assumere quantità sufficienti di magnesio (frutta, verdura ed eventuale supplementazione) è fondamentale per una corretta azione della vitamina D. "Lo screening per la carenza cronica di magnesio è difficile perché un normale livello sierico può essere ancora associato a carenza da moderata a grave. Ad oggi, non esiste un test di laboratorio semplice e accurato per determinare lo stato del magnesio nell'uomo. Il Mg è essenziale nel metabolismo della vitamina D e l'assunzione di dosi elevate di vitamina D può indurre una grave deplezione di Mg. Un'adeguata integrazione di magnesio dovrebbe essere considerata un aspetto importante della terapia con vitamina D".
Aggiornamento 14/3/2020
Le muffe, e in particolare l'Aspergillus, inducono danno negli alveoli attraverso TRPV4, rovinando lo strato superficiale e inducendo l'asma.
Aggiornamento 16/3/2020
Si confermano i legami tra asma e alimentazione. "Numerosi studi hanno dimostrato una concomitante riduzione delle citochine proinfiammatorie e un aumento dei marker antinfiammatori associati all'assunzione di frutta e verdura. Il consumo di frutta e verdura è inversamente associato ai neutrofili delle vie aeree negli adulti asmatici". Le diete a base vegetale, grazie alla presenza di antiossidanti, come vitamine E e C, carotene, ubichinone, flavonoidi e selenio, migliorano le condizioni degli asmatici. In particolare "la vitamina C influenza il rilascio di acido arachidonico, un precursore delle prostaglandine, che impedisce la sintesi della prostaglandina E2 (PGE2), che aumenta infiammazione e broncocostrizione. La vitamina C svolge anche diversi ruoli nella funzione immunitaria contribuendo alla fagocitosi e alla funzione linfocitaria e modulando le concentrazioni di citochine e istamina". Gli antiossidanti possono ridurre lo stress ossidativo e potenzialmente ridurre i sintomi asmatici. L'aumento dell'assunzione di magnesio è associato ad un effetto positivo sull'asma. Una dieta a basso contenuto di sale migliora la funzione polmonare nei pazienti con asma indotto dall'esercizio. La fibra modula positivamente il microbiota, che produce butirrato antinfiammatorio, e riduce la permeabilità intestinale. Inoltre riduce l'iperglicemia postprandiale, che si associa a maggiore infiammazione. In generale la dieta di tipo occidentale e i latticini appaiono peggiorare l'asma. Tra i grassi, il rapporto tra omega 3 e omega 6 deve rimanere alto per inibire la produzione di acido arachidonico e citochine infiammatorie, mentre i grassi saturi sembrano associati a peggioramento. La vitamina D ha un effetto antinfiammatorio e immunomodulante, bilanciando il rapporto tra Th1 e Th2.
Nelle persone sovrappeso il dimagrimento gioca un ruolo importante nel miglioramento dei sintomi. In conclusione "l'assunzione di frutta e verdura è stata associata a un ridotto rischio di asma e ad un migliore controllo dell'asma, mentre il consumo di prodotti lattiero-caseari è associato ad un aumentato rischio e potrebbe esacerbare i sintomi asmatici. Componenti dietetici come antiossidanti, fibre, acidi grassi polinsaturi, grassi totali e saturi e consumo di vitamina D probabilmente influenzano le vie immunitarie coinvolte nella fisiopatologia dell'asma". Si rilevano però pochi trial clinici.
Aggiornamento 22/3/2020
I ricercatori cinesi hanno notato che le persone a più alto rischio di complicanze da coronavirus hanno riduzione di specie probiotiche come bifidobatteri, lattobacilli ed Eubacterium, aumenti di specie patologiche e crescita di candida e S. cerevisiae (funghi). "Abbiamo discusso delle caratteristiche dinamiche del sistema immunitario e dello squilibrio del microbiota intestinale in 3 pazienti critici con COVID- 2019. La gravità dell'ipossiemia era strettamente correlata ai livelli delle cellule immunitarie e il circolo vizioso tra disordine immunitario e squilibrio del microbiota intestinale potrebbe determinare un alto rischio di polmonite fatale".
Aggiornamento 27/3/2020
L'importanza della fibra nel modulare mastociti, l'istamina e quindi la risposta allergica e di malattie come dermatite atopica e colite ulcerosa (e in maniera inferiore Crohn).
Aggiornamento 28/3/2020
Tra i probiotici per la rinite allergica, Lactobacillus gasseri, Lactobacillus casei e paracasei, Lactobacillus plantarum, Tetragenococcus halophilus Th221, Lactobacillus salivarius, Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium lactis, Bifidobacterium longum, hanno dimostrato miglioramenti clinicamente significativi rispetto al placebo. Il più efficace, LP-33, appare utile anche nei bambini piccoli (sotto i 5 anni)
Aggiornamento 29/3/2020
Almeno negli Stati Uniti pare abbiano capito che gli antibiotici devono essere usati con parsimonia e solo se necessari, soprattutto nei bambini, e il numero di bambini affetti da asma è così in diminuzione. Infatti, soprattutto se non si mangiano fibre e non si usano probiotici, si tende a perdere batteri utili per bilanciare il sistema immunitario. "I nostri risultati suggeriscono che la riduzione dell'incidenza dell'asma pediatrica osservata negli ultimi anni potrebbe essere un beneficio inaspettato di un uso prudente di antibiotici durante l'infanzia, agendo attraverso la conservazione della comunità microbica intestinale".
Aggiornamento 2/4/2020
L'agopuntura può essere efficace nell'asma
Aggiornamento 6/4/2020
Le donne che hanno nel loro intestino un batterio, Prevotella copri, durante la gravidanza, hanno inferiore rischio di avere figli con allergie alimentari. Questo batterio si riduce con diete di tipo occidentale, ma in alcuni casi può essere anche considerato patogeno. Aggiungono i ricercatori: "i nostri risultati supportano l'importanza di fare attenzione alle terapie antibiotiche durante la gravidanza e consigliare una dieta che ottimizza la salute del microbiota intestinale materno".
"La disfunzione della barriera epiteliale (in questo caso nasale) facilita il passaggio degli allergeni transepiteliali, la sensibilizzazione allergica e la degranulazione delle mastcellule indotta dagli allergeni anche in assenza di ambiente infiammatorio. Questi risultati sottolineano il ruolo cruciale di una barriera epiteliale intatta nella prevenzione delle allergie".
Aggiornamento 11/4/2020
Aggiornamento 16/4/2020
Aggiornamento 18/4/2020
Aggiornamento 25/4/2020
La gestione preventiva e terapeutica per contrastare la disbiosi del microbioma e ripristinare un microbioma sano con probiotici, trapianti di microbiota fecale o lisati batterici non è ancora usata nella routine clinica. Pertanto, sono necessari ulteriori studi meccanicistici per esplorare l'influenza della composizione microbica sulla patogenesi dell'asma, specialmente nel polmone, per affinare successivamente i regimi di trattamento che possono prevenire le malattie delle vie aeree. Tra i batteri che hanno mostrato buoni risultati, LGG, L. reuteri, Lactobacilli casei/lactis/acidophilus insieme a Bifidobacteria bifidum/lactis, Lactobacillus paracasei e Lactobacillus fermentum
Anche i recettori GPR per gli SCFA hanno un ruolo
Aggiornamento 10/5/2020
In uno studio pilota, alcune diete di esclusione si sono rivelate utili nel migliorare la rinosinusite cronica, probabilmente legata a sensibilità alimentari
Aggiornamento 18/5/2020
Il microbiota intestinale è modulato dalla dieta, e, con le conoscenze odierne, è indispensabile che le strategie dietetiche personalizzate vengano utilizzate assieme alle attuali terapie di routine. Questo può essere fatto caratterizzando il microbiota intestinale dei singoli pazienti e raccomandando una dieta efficace che includa prebiotici e probiotici specializzati come FOS, GOS e vari ceppi di lattobacilli e bifidobatteri per migliorare la disbiosi intestinale e quindi migliorare la risposta immunitaria complessiva e la funzionalità respiratoria. Ciò può migliorare e accelerare il recupero nei pazienti, in particolare gli anziani e gli immunocompromessi, che sono infettati dal virus SARS-Cov2.
L'uso dell'olio di pesce durante l'allattamento appare aumentare bifidobatteri e lattobacilli nel microbiota del bambino, inducendo una flora antinfiammatoria
Aggiornamento 9/6/2020
Asma, allergie e dermatite atopica sono tutte caratterizzate in genere da una risposta immunitaria di tipo 2 (citotossica). Le cellule dendritiche (DC), se stimolate da vitamina D, retinolo (vitamina A), adenosina, un microbiota normale e loro prodotti (SCFA) e flavonoidi (antiossidanti delle piante) egli stessi allergeni, portano alla generazione di Treg, cellule immunitarie che danno tolleranza. In caso contrario (scarsa esposizione agli allergeni, infezioni virali e di vermi, disbiosi) stimolano le cellule Th2 che non hanno tolleranza e provocano infiammazione
Aggiornamento 21/6/2020
Secondo una revisione sugli effetti dei nutrienti in gravidanza, fino a 4000 UI al giorni di vitamina D possono prevenire l'asma nella prole. Per gli altri fattori (zinco, omega 3, vitamina A ed E ecc) esistono prove inferiori da confermare.
I livelli di ftalati urinari sono associati con la disfunzione respiratoria e la permeabilità delle vie nasali nei bambini
Aggiornamento 27/6/2020
Somministrare Lactobacillus reuteri al bambino in allattamento riduce il rischio di rinite e rinocongiuntivite allergiche negli anni successivi. Per gli adulti si è rivelato efficace un mix di Bifidobacterium longum IM55 e Lactobacillus plantarum IM76 per le persone con allergia agli acari
Aggiornamento 5/7/2020
Come l'intestino, anche il naso ha la sua flora, e se alterata può favorire la malattia. Lactobacillus casei AMBR2 appare sicuro e potrebbe migliorare la rinosinusite nelle persone che ne soffrono
Aggiornamento 19/7/2020
La candida può essere un innocente abitante dell'intestino, ma anche dare problemi. In particolare influenza funzionalità cerebrale, immunità e sensibilità viscerale, rilasciando cortisolo e istamina, 2 ormoni/neurotrasmettitori, ed è così correlata con la sindrome dell'intestino irritabile. La sua presenza può anche esacerbare le malattie polmonari aumentando la reazione dei TH-17 e la crossreazione con l'Aspergillus
Aggiornamento 22/7/2020
Nei topi il probiotico LGG insieme alla curcuma riduce la risposta infiammatoria delle vie aeree nel modello di asma allergica.
Aggiornamento 11/8/2020
I postbiotici, metaboliti o frammenti derivati da microrganismi probiotici, sono una strategia terapeutica e preventiva attraente nella medicina moderna. Secondo i dati attuali, "i postbiotici hanno effetti pleiotropici, comprese proprietà immunomodulatorie, antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali". I dati dimostrano efficacia nelle allergie, compresa la dermatite atopica,, nella modulazione del sistema immunitario, nella prevenzione delle infezioni, nelle malattie metaboliche e legate allo stress ossidativo.
Aggiornamento 11/8/2020
Il rapido aumento dei disturbi del sistema immunitario, come nel caso delle malattie allergiche, è fortemente associato a una ridotta esposizione ai microrganismi nel primo periodo di vita. Il microbiota intestinale stimola parzialmente il sistema immunitario e la particolare composizione del microbiota intestinale può influire sul rischio di malattie allergiche. Pertanto, questi risultati suggeriscono un approccio terapeutico per probiotici e prebiotici utilizzati nelle malattie allergiche.
"In generale, i probiotici utilizzano i principali meccanismi per migliorare i sintomi clinici nei pazienti con malattie allergiche e prevenirli, tra cui: (1) la soppressione delle risposte Th2 in favore di quella Th1; (2) produzione di butirrato e maggiore induzione della tolleranza; (3) aumento di IL-10 e diminuzione dell'infiammazione; (4) diminuzione del livello di eosinofili e di IgE sieriche specifiche; (5) aumentare il rapporto IFN-gamma/IL-4; (6) aumentare le cellule Treg e indurre le loro risposte; (7) aumentare le risposte TGF-beta e inibire le risposte allergiche; e (8) ridurre l'espressione della metalloproteinasi 9 e l'infiltrazione cellulare". I meccanismi d'azione sono divisi in 2 gruppi:
1. i meccanismi fisiologici includono: a) I probiotici creano condizioni competitive e inibiscono l'aderenza batterica allo strato mucoso, b) Migliora l'integrità della barriera epiteliale e migliora la funzione di barriera, c) La produzione di muco può anche essere aumentata dai probiotici che stimolano le cellule caliciformi portando all'aumento della mucina e quindi alterazione della colonizzazione e della condizione di persistenza.
2. Meccanismi immunologici: a) I probiotici, direttamente e indirettamente, influenzano le cellule epiteliali e modulano le vie di segnalazione che portano a una ridotta espressione di citochine infiammatorie sopprimendo la segnalazione di NF-kB, b) La modalità d'azione primaria dei probiotici include il ripristino dell'equilibrio tra le citochine Th1 e Th2 e il potenziamento delle citochine Th2 (IL-4, IL-5, IL-13), c) I probiotici con i loro prodotti stimolano le cellule dendritiche e potrebbero portare all'induzione della differenziazione Treg delle cellule CD4 + Foxp3 + Treg e alla produzione di TGF-beta e IL-10, d) I probiotici modificano i profili delle citochine attraverso gli effetti sulle cellule dendritiche e quindi aumentano la produzione di IgA e IgG4 secretorie da parte delle cellule B e la riduzione delle IgE allergene-specifiche da parte delle cellule B.
Tra gli studi condotti sull'uomo [recensiti qui] ... i ceppi che possono influenzare l'AD (dermatite atopica) potrebbero essere L. acidophilus, Lacticaseibacillus rhamnosus (LGG), B. animalis, L. paracasei, L. fermentum e L. plantarum ... ”
"... La combinazione era generalmente accompagnata dalla soppressione delle risposte Th2 e dal miglioramento dei sintomi clinici della dermatite atopica .."
"... Negli studi sull'allergia alle proteine del latte bovino (CMA), l'uso di LGG, che ha favorito la produzione di butirrato, ha aumentato l'induzione della tolleranza nei bambini, ma non è stato osservato alcun effetto significativo in presenza di B. lactis Bb-12 e L. casei sull'allergia al latte vaccino ... "
"... Il miglioramento dei sintomi della rinite allergica (AR) è stato segnalato per diversi ceppi come LGG, L. reuteri, L. casei, L. salivarius, B. Longum, B. infantis, B. breve, B. gasseri, B. bifidum G9-1 e Lactococcus lactis, tutti efficaci nel ridurre i sintomi clinici ... "
"... Nei pazienti con asma, l'effetto di L. acidophilus, L. reuteri e Clostridium butyrate ... [ha portato i ricercatori a dimostrare l'efficacia di] L. reuteri che aumenta l'IL-10 e diminuisce l'infiammazione, portando a un miglioramento dei sintomi in questi pazienti ...”
Potenziali rischi sono legati alle persone immunodepresse e immunocompromesse e al potenziale, in alcuni casi, aumento di aderenza di alcuni patogeni alla membrana intestinale.
Aggiornamento 24/8/2020
Secondo una revisione degli studi, pubblicata su una rivista EBM, "il miele migliora i sintomi delle infezioni respiratorie (URTI), con le prove più forti nel contesto della frequenza e della gravità della tosse. Prove moderate supportano il suo utilizzo rispetto alla cura abituale per altri sintomi di URTI e la maggior parte delle prove proviene da studi sui bambini. Il miele è un rimedio di uso frequente ben noto ai pazienti. È anche economico, di facile accesso e presenta danni limitati. Quando i medici desiderano curare le URTI, raccomandiamo il miele come alternativa agli antibiotici. Il miele è più efficace e meno dannoso degli antibiotici ed evita di causare danni perché non favorisce la resistenza agli antibiotici.
Aggiornamento 26/8/2020
Secondo uno studio pubblicato su JAMA, la vitamina D non è efficace per l'asma nei bambini. Il dott. Hyman spiega che in effetti senza andare alla radice della malattia (microbiota, magnesio, sensibilità alimentari, muffe ecc) può essere inutile
Aggiornamento 31/8/2020
Molti fattori ambientali favoriscono la permeabilità intestinale (PI) e di altri tessuti (polmoni, pelle), una condizione che si associa a malattie autoimmuni, infiammazione, alterazione del sistema immunitario ecc. Negli allergici anche pollini, muffe, acari e antigeni alimentari. Detergenti, sigarette (anche elettroniche), ozono, particolato (soprattutto dei motori a gasolio), nanoparticelle (biossido di titanio e silicio), microplastiche, additivi (polisorbato80) sono tutti in grado di indurre PI, colpendo le giunzioni intercellulari. Non stupiamoci dell'aumento di certe malattie.
Aggiornamento 5/9/2020
"... Un microbiota diversificato e benefico è fondamentale nella protezione contro le malattie allergiche e l'esposizione orale precoce agli allergeni alimentari è efficace nel prevenire allergie alimentari specifiche".
Aggiornamento 20/9/2020
Quali sono i fattori che aumentano il rischio di allergie? Durante la gravidanza il fumo, l'inquinamento, l'obesità, l'uso di antibiotici e la predisposizione genetica, il parto cesareo. Dopo la nascita l'uso di antibiotici, alcune infezioni virali, il fumo passivo, poca attività all'aperto, carenza di vitamina D, dieta occidentale (con troppi omega 6 e pochi omega 3), introduzione ritardata dei cibi. In generali tutti i fattori che influenzano il microbiota quindi, compresi funghi come Candida, Malassezia e Aspergillus. L'uso di probiotici e prebiotici può ridurre il rischio.
Il carico acido della dieta potrebbe essere correlato con l'asma
L'asma severa appare correlata con la presenza di funghi (in particolare Aspergillus, Candida, Sphingomonas e Pseudomonas) nell'ambiente e nei polmoni.
Aggiornamento 4/10/2020
Perché l'alimentazione odierna favorisce l'aumento delle malattie non trasmissibili e a volte la sola dieta non è sufficiente a correggere i problemi? La scarsa quantità di fibra porta a perdita di specie batteriche benefiche che la sola dieta non sempre ripristina, e favorisce i degradatori di muco, che invece aumentano l'infiammazione.
"I processi industriali riducono significativamente la quantità di contenuto di MAC (carboidrati accessibili al microbiota, fibre in sostanza) nella dieta occidentale, rispetto al contenuto della dieta dei nostri antenati. Il basso consumo di MAC non solo ha impatti dannosi sul microbiota intestinale in particolare, ma anche sull'ospite nel suo insieme. Favorisce lo sviluppo di malattie e aumenta la mortalità, come dimostrato da studi preclinici e clinici. Il basso consumo di MAC nel corso delle generazioni porta alla completa scomparsa di ceppi batterici benefici in uno studio preclinico. [...] L'unico trattamento in grado di correggere questo “microbiota alterato” è costituito da interventi dietetici e probiotici combinati. Ciò potrebbe spiegare la scarsa efficacia dei trattamenti esclusivi con i probiotici negli esseri umani, poiché i probiotici potrebbero non crescere in un ambiente disbiotico, perché non abbinati a una dieta ricca in fibra. Pertanto, gli interventi dietetici insieme alla somministrazione di ceppi batterici benefici potrebbero essere un trattamento economico per gestire la maggior parte delle malattie dello stile di vita occidentali non trasmissibili" come asma, allergie, sindrome metabolica ecc.
Aggiornamento 6/10/2020
Il microbiota intestinale può contribuire all'ipertensione e ai disordini della respirazione (asma, apnee notturne, fibrosi cistica, BPCO) mediante alterata produzione di SCFA e alterazioni dell'equilibrio acido-base
Il ruolo della vitamina A (retinoidi) nel regolare la risposta allergica
Aggiornamento 12/10/2020
La Candida albicans (come altre sue parenti) è un patogeno opportunista dell'intestino, che può passare da essere commensale innocuo a una forma dannosa. La dieta occidentale, ricca di zuccheri e oli raffinati, e l'uso di antibiotici creano, anche attraverso gli acidi biliari, le condizioni per favorire la proliferazione della candida e il suo passaggio alla forma di ifa invasiva. La candida prolifera con il glucosio ma può adattarsi ad altre fonti energetiche come il lattato. È in grado di produrre la PGE2, una prostaglandina che "adatta" l'intestino alle sue esigenze, ma induce nausea, diarrea e vomito, riduce le difese immunitarie. La crescita della Candida porta a una risposta dei linfociti Th17, che può aggravare le malattie respiratorie come l'asma.
Nei modelli animali la candidalisina, la tossina rilasciata dalla candida, promuove la steatosi epatica legata all'alcol, e nell'uomo si associa a malattia più grave e maggiore mortalità
Aggiornamento 24/10/2020
"La tolleranza immunologica è un fattore fondamentale responsabile della presenza microbica nel corpo umano. Per sopravvivere con successo come commensale intestinale, un microbo deve sviluppare varie strategie per sfuggire alla risposta immunitaria dell'ospite ... [e] di conseguenza, i commensali hanno adottato vari metodi per regolare la risposta immunitaria dell'ospite come l'immunosoppressione basata sugli acidi grassi a catena corta (SCFA), la regolazione della attività innata delle cellule linfoidi e produzione di cellule Treg". In pratica i batteri rilasciano acidi grassi che regolano la risposta immunitaria e consentono la convivenza col corpo umano che li ospita.
Questa tolleranza può essere una chiave nelle malattie autoimmuni.
"L'intestino umano è continuamente esposto ad antigeni originati da alimenti, commensali e altri microbi. L'esposizione a questi antigeni evoca risposte immunitarie innate e adattive dell'ospite per proteggerli dall'insorgenza di qualsiasi infezione. Dal punto di vista dell'ospite, sembra vantaggioso; tuttavia, potrebbe essere dannoso per l'omeostasi intestinale. Di conseguenza, è necessario stabilire un equilibrio tra i segnali infiammatori e regolatori dell'ospite. I commensali aiutano nella proliferazione e nella ritenzione delle cellule Treg del timo (cellule immunitarie importanti nella tolleranza)". L'alterazione del microbiota è alla base di molte malattie, quindi "lo stadio dell'alterazione può fornire un dato sul trattamento, se la disbiosi può essere trattata utilizzando determinati agenti antimicrobici, prebiotici o probiotici, o semplicemente migliorando la dieta".
Aggiornamento 26/10/2020
L'uso di cortisonici, sia orale che per inalazione, aumenta il rischio di osteoporosi in maniera dose-dipendente. Il loro uso dovrebbe essere tenuto al minimo possibile per il controllo dei sintomi ed eliminato se i sintomi sono gestiti bene. L'asma si può gestire anche con la nutrizione funzionale
Aggiornamento 2/11/2020
Chi ha un maggiore apporto di vitamine A, D e E, sia dalla dieta che con integratori, sembra avere minor rischio di problemi respiratori, come asma o infezioni
Aggiornamento 21/11/2020
In uno studio su una coorte di oltre 18 mila bambini "l'esposizione agli antibiotici nei primi 2 anni di vita è stata associata a un aumentato rischio di diverse condizioni di salute immunologiche, metaboliche e neurocomportamentali, in particolare asma, rinite allergica, dermatite atopica, celiachia, sovrappeso, obesità, ADHD e difficoltà di apprendimento. I nostri risultati sono coerenti con l'ipotesi che la composizione del microbioma nella prima infanzia sia un determinante critico per la salute e che le perturbazioni durante i periodi di sviluppo chiave possano avere conseguenze a lungo termine. Sebbene i nostri risultati riflettano associazioni, non necessariamente causalità, generano ipotesi verificabili relative all'influenza della dose, della classe e dei tempi di antibiotico sulla salute dell'infanzia. Quando gli antibiotici sono stati sviluppati e utilizzati per la prima volta, la considerazione principale era il controllo dei batteri patogeni. Ora ci rendiamo conto che la loro diffusa applicazione ha un considerevole effetto collaterale sul microbiota, che può essere di particolare importanza nello sviluppo dei bambini. I modelli di prescrizione di antibiotici nell'infanzia sono estremamente variabili. Con ulteriori studi, è possibile stabilire linee guida cliniche pratiche per ottimizzare i benefici e ridurre al minimo il rischio di antibiotici nei bambini".
Probabilmente si usano con troppa disinvoltura e questo ha favorito anche la diffusione della resistenza antibiotica. Il mio consiglio è di abbinare sempre la terapia probiotica consigliata da nutrizionista funzionale esperto e dieta con giusta quantità di fibra che possa favorire il recupero delle specie perse
Aggiornamento 25/11/2020
Secondo un report per la nutrizione nei primi 2 anni di vita
* I neonati che vengono allattati al seno hanno un rischio ridotto di sovrappeso o obesità, diabete di tipo 1 e asma. Allo stesso modo, una maggiore durata dell'allattamento al seno è associata a un minor rischio di diabete di tipo 1 e asma e l'allattamento esclusivo al seno è associato a un minor rischio di diabete di tipo 1.
* Alimenti e bevande complementari non dovrebbero essere introdotti prima dei 4 mesi di età. Prove limitate indicano che la loro introduzione prima dei 4 mesi può essere associata a maggiori probabilità di sovrappeso o obesità. L'introduzione di cibi o bevande complementari a 4 o 5 mesi, rispetto a 6 mesi, non è associata a vantaggi o svantaggi a lungo termine.
* L'introduzione di arachidi e uova dopo i 4 mesi di età può ridurre il rischio di allergie alimentari.
* Dai 12 mesi ai 24 mesi, i bambini dovrebbero consumare una varietà di fonti proteiche ricche di nutrienti provenienti da animali - tra cui carne, pollame, frutti di mare, uova e latticini - oltre a noci, semi, frutta, verdura e cereali.
* Il rapporto dà la priorità agli oli rispetto ai grassi solidi e ai cereali integrali rispetto ai cereali raffinati. Scoraggia anche gli zuccheri aggiunti, in particolare dalle bevande zuccherate. Altre fonti di zuccheri aggiunti includono dolci, prodotti da forno e latticini zuccherati.
Aggiornamento 28/11/2020
La razionalizzazione dell'uso degli antibiotici nei bambini ha portato in alcuni paesi (non l'Italia ovviamente) alla riduzione dell'incidenza di asma. La diversità batterica appare protettiva, e specifiche specie sono associate col rischio si asma.
L'asma aumenta la sua incidenza del 24% ogni 10% in più di prescrizione di antibiotici
"Questo lavoro apre la questione se debbano essere utilizzate nuove terapie per mantenere la diversità del microbiota dopo l'esposizione agli antibiotici", hanno scritto i ricercatori. “Tuttavia, concludiamo che il percorso più breve per ridurre la morbilità correlata all'asma è evitare la disbiosi indotta da una terapia antibiotica non necessaria. Inoltre, la sostanziale riduzione dell'incidenza dell'asma pediatrica osservata negli ultimi anni è un vantaggio inaspettato ma plausibile di una prudente gestione degli antibiotici ".
Aggiornamento 12/2/2021
La Nigella sativa (cumino nero) ha note proprietà medicinali. A livello respiratorio, il suo effetto broncodilatatore può migliorare asma e malattie legate all'ostruzione polmonare (BPCO).
Le proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e immunomodulatorie possono migliorare fibrosi polmonare, tumore polmonare e altri disordini respiratori.
Aggiornamento 22/3/2021
I grassi a catena corta (SCFA) che derivano dalla fermentazione microbica delle fibre alimentari regolano molteplici aspetti della salute, metabolismo energetico, immunitario, allergie, funzioni neuroendocrine. Alcuni recettori sono presenti nel ganglio cervicale superiore, che controlla la spesa energetica, l'accumulo di grasso e la sua ossidazione.
Aggiornamento 27/3/2021
L'asma come risultato dell'interazione tra ambiente, geni, microbiota e infezioni virali
Aggiornamento 3/4/2021
L'uso di antibiotici nei neonati altera lo sviluppo del sistema immunitario, modificando la funzione delle cellule Treg e dendritiche, importanti per la tolleranza immunitaria. Questo può predisporre per avere una risposta allergica negli anni successivi.
Aggiornamento 4/4/2021
Il prurito da allergia (dermatite atopica) è dovuto a leucotrieni, derivati dell'acido arachidonico (omega 6), ma diversi da quelli che mediano l'asma, e questo spiega perché alcuni farmaci antileucotrieni (montelukast) non funzionano per il prurito. L'uso di omega 3, resolvine e DGLA può aiutare.
Aggiornamento 17/4/2021
I recettori per l'istamina, coinvolti nell'allergia e nella secrezione gastrica, sono anche coinvolti nella risposta all'allenamento, in modo da avere un'importante rilevanza clinica su capacità aerobica, controllo glicemico e funzione vascolare. L'uso di antistaminici (per allergia o acidità gastrica) altera la perfusione in seguito all'attività fisica, riducendone risultati e vantaggi. Questi farmaci agiscono riducendo capacità aerobica, antiossidante, mitocondriale e glicolitica, e anche la prestazione si riduce. Si riduce la disponibilità di ossido nitrico, peggiorando la vascolarizzazione e la funzione endoteliale (capacità di rilassamento dei vasi), e così la capacità di nutrire e riparare il muscolo, insieme a quella di utilizzare i substrati energetici.
Aggiornamento 19/4/2021
Aumentare l'ossido nitrico, per esempio con i nitrati inorganici della barbabietola, può migliorare la risposta all'asma e alle infezioni respiratorie, compresa COVID19.
Aggiornamento 29/4/2021
Un fungo nei neonati, Pichia kudriavzevii, appare correlato con l'asma negli anni successivi
Aggiornamento 22/5/2021
Una dieta a base vegetale come la DASH, simile alla dieta mediterranea, riduce i marker di infiammazione associati con l'asma
Aggiornamento 24/5/2021
Nei topi una dieta ad alto contenuto di fibre riduce lo sviluppo dell'enfisema modulando il microbiota intestinale e riducendo l'infiammazione
Aggiornamento 26/5/2021
Eliminare le proteine del latte vaccino può portare a miglioramento dell'asma refrattaria nei bambini, anche se i test IG-E non evidenziano allergia al latte, e "può essere considerata come l'anello mancante nel trattamento dell'asma". Il miglioramento c'è stato nell'82% dei bambini. Questo indica la possibile presenza di allergie non IG-E mediate, che di solito sono legate a manifestazioni gastrointestinali, come il reflusso.
"Considerato quanto sopra, presentiamo il caso di un ripensamento completo di come l'allergia alimentare gastrointestinale non mediata da IgE e l'asma possano essere correlate suggerendo le seguenti ragioni; in primo luogo, la vicinanza del tratto gastrointestinale con il sistema respiratorio; in secondo luogo, il modello comune dei meccanismi immunologici che coinvolgono le stesse cellule infiammatorie e citochine; e infine, l'effetto diretto degli allergeni alimentari su entrambi gli organi. [...] Abbiamo spiegato l'iperreattività delle vie aeree nelle allergie alimentari non immediate come conseguenze respiratorie del coinvolgimento del tratto gastrointestinale, come accade nel reflusso gastroesofageo", e già evidenziato da altri studi.
È probabile che l'allergia nascosta al latte induca il reflusso, che a sua volta infiamma le vie aeree tramite i mastociti e stimola il nervo vago, con manifestazione dell'asma. In alternativa le proteine inducono allergia entrando tramite permeabilità intestinale o cutanea.
Le linee guida per il reflusso nel bambino suggeriscono in questi casi di usare proteine del latte idrolizzate e quindi meno allergizzanti, e l'eventuale conferma con oral food challenge (prova di scatenamento).
"Per concludere, i risultati sono stati sorprendentemente promettenti, dimostrando che la dieta di eliminazione delle proteine del latte vaccino (che rappresenta l'allergene alimentare più comune) è un approccio prudente nella gestione dei pazienti con asma che non risponde ai trattamenti e può essere considerato come l'anello mancante nel trattamento dell'asma".
Aggiornamento 20/6/2021
Avere un batterio benefico come B. infantis, che si trova nel latte materno, migliora l'utilizzo degli HMO, e permette di bloccare l'infiammazione intestinale nei primi mesi di vita e ridurre il rischio di malattie infiammatorie intestinali, allergie, asma e altre malattie infiammatorie. Per questo è molto importante sia l'allattamento al seno che la presenza del batterio nell'intestino della mamma.
Aggiornamento 10/8/2021
Il mio nuovo articolo su come prevenire le allergie alimentari e i problemi correlati come la dermatite seborroica
Aggiornamento 19/9/2021
La vitamina A è essenziale per l'immunità, ma per raggiungere le cellule mieloidi, cellule immunitarie presenti nell'intestino, ha necessità di un trasportatore intestinale (SAA) che dipende dal microbiota. Senza lo stimolo dei microbi giusti non si forma questa proteina, creando un circolo vizioso in cui il sistema immunitario non funziona e aumenta l'infiammazione. Vengono così favorite le malattie infiammatorie intestinali e le infezioni ricorrenti. Il microbiota dipende soprattutto da cosa mangiate, è chiaro che se mangiate male poi il vostro sistema immunitario non reagisce correttamente, e magari passate il covid19 in forma grave.
Aggiornamento 26/9/2021
Le allergie legate agli alimenti non mediate da Ig-E (o miste) sono prevalentemente reazioni gastrointestinali (malattie eosinofile in particolare esofagite, celiachia, enterocolite allergica indotta da proteine alimentari (FPIES), enteropatia indotta da proteine alimentari (FPE) e proctocolite indotta da proteine alimentari (FPIAP)) o dermatologiche (dermatite atopica) e spesso anche altri allergeni (inquinamento, irritanti, pollini ecc.) sono concausa.
Le diete di esclusione e quella a basso contenuto di istamina possono funzionare.
I fattori nutrizionali influenzano la tolleranza.
"Dopo che le fibre alimentari vengono metabolizzate, i derivati batterici, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) e l'acido retinoico (RA), influenzano lo sviluppo e la funzione delle cellule FoxP3+ Treg attraverso l'interazione con le cellule epiteliali intestinali e le cellule dendritiche tollerogeniche (DC) con Cellule T CD4+ naive. L'attivazione e l'espansione delle cellule Treg promuovono la produzione della citochina regolatrice immunitaria, IL-10, che favorisce il cambio di classe delle cellule B da IgG1 a IgG4. Le cellule B IgG4 allergene-specifiche producono anticorpi ad alta affinità per gli allergeni alimentari, prevenendo le interazioni dell'allergene con le IgE legate ai mastociti. I fattori derivanti dal microbiota, come i cataboliti triptofano-indolo, possono attivare direttamente le cellule linfoidi innate attraverso il recettore degli arili (AhR), e indurre la produzione di IL-22, una citochina che promuove rigenerazione dell'epitelio intestinale e integrità della barriera" (riducendo la permeabilità intestinale che è alla base di molte malattie).
Invece l'esposizione a batteri infiammatori attiva le citochine che richiamano gli eosinofili, producono le Ig-E e promuovono il rilascio di istamina, alla base delle reazioni allergiche.
"In condizioni normali, solo quantità minime di antigeni alimentari (Ag) possono attraversare le barriere della mucosa attraverso la via paracellulare, un processo tipicamente associato allo sviluppo della tolleranza immunitaria. L'esposizione ad Ag di durata o entità inappropriata può portare a malattie immuno-mediate in soggetti geneticamente suscettibili.
Gli allergeni degli acari "sono in grado di interrompere le giunzioni strette intercellulari (TJ) e aumentare il traffico di Ag attraverso i monostrati epiteliali bronchiali. Questa proprietà, e in generale la capacità di indurre funzioni effettrici epiteliali, è condivisa con altri allergeni, inclusi alcuni allergeni alimentari, e trigger meno specifici come detergenti e microplastiche".
Alterazioni della permeabilità delle diverse mucose o epiteli (derma ecc.) sono sempre presenti nelle allergie.
"Come ampiamente documentato in numerosi studi condotti negli ultimi 20 anni, la composizione e la diversità delle comunità microbiche che rivestono tutte le superfici corporee, denominate collettivamente microbiota, rappresentano una variabile importante e critica nella regolazione della competenza barriera e delle risposte adattative e innate".
Escludere alimenti in gravidanza può favorire sbilanciamenti nel microbiota del bambino e aumento degli anticorpi legati alle allergie, mentre l'uso di probiotici riduce il rischio.
"Le reazioni alimentari non allergiche sono state anche definite come "ipersensibilità alimentare non allergica". Negli ultimi anni il termine “intolleranza” è stato spesso abusato per definire un'ampia gamma di disturbi legati all'assunzione di cibi diversi. Molteplici e autorevoli segnalazioni, sia scientifiche che istituzionali, chiedono con insistenza di rivedere la terminologia per collocare il complesso mosaico di questi disturbi nella più corretta definizione clinica di “reazioni avverse al cibo non immunologiche”.
L'esistenza e la prevalenza delle ipersensibilità tra cui glutine, istamina e glutammato, è tuttora dibattuto. L'assenza di test affidabili è un altro problema.
Le sensibilità a istamina, additivi e salicilati sono indipendenti dall'ospite. Quelle al lattosio, glutine (o grano) e FODMAP sono invece dipendenti dall'ospite.
Le linee guida NICE sull'intestino irritabile consigliano una dieta varia con esclusione degli alimenti trigger, e in secondo luogo la dieta FODMAP
Aggiornamento 24/10/2021
Solito ottimo articolo di Selfhacked.com sui probiotici
I probiotici riducono l'infiammazione sia in persone sane che in caso di malattie come IBD e fatica cronica
Modulano favorevolmente il sistema immunitario delle persone con asma e riducono i sintomi nella rinite allergica; migliorano anche la tolleranza verso gli antigeni alimentari
Riducono il rischio di dermatite atopica, soprattutto in gravidanza, e in alcuni bambini migliorano la malattia
Riducono l'incidenza della mucosite orale e intestinale
Le evidenze sono inferiori invece per malattie autoimmuni, infiammazioni polmonari, celiachia e artriti
Aggiornamento 10/11/2021
L' EAACI (società europea di allergologia) ha rilasciato una posizione ufficiale sul rapporto tra batteri e allergia.
L'abuso di antibiotici in gravidanza e infanzia è associato con alterazione del microbiota intestinale e polmonare e aumentato rischio di allergie. Tuttavia a parte la dermatite atopica e il M. pneumoniae nell'asma severo non vi sono chiare associazioni tra specie batteriche e malattie allergiche. Gli antibiotici non sono appropriati per l'asma mentre lo possono essere probiotici e prebiotici.
Il loro uso in allergie alimentari, dermatite atopica e rinite, insieme ad HMO (prebiotico del latte materno) ha dato discreti risultati ma non definitivi.
Vale comunque sempre la pena di considerare l'alimentazione come primo modulatore del microbiota.
Aggiornamento 24/1/2022
Una dieta sana in gravidanza, ricca di verdure, frutta, cereali integrali, yogurt e povera di carni processate e cibo industriale riduce il rischio di malattie allergiche (quali asma, rinite, dermatite atopica, allergie alimentari) tra il 15 e il 23%.
Aggiornamento 6/2/2022
I vermi (elminti) possono rilasciare una serie di molecole che influenzano risposte immunitarie e in generale la salute. Interagiscono col microbiota, possono ridurre infiammazione, permeabilità intestinale e allergie
Aggiornamento 1/3/2022
I probiotici colonizzano e l'intestino, migliorano l'integrità epiteliale, si attaccano all'epitelio intestinale, aumentano l'adesione alla mucosa intestinale, competono per escludere i microrganismi patogeni, resistono alla produzione di sostanze battericide e mantengono l'equilibrio ecologico del microbioma intestinale
Stimolano correttamente il sistema immunitario e proteggono dalla permeabilità intestinale.
La ricerca ha dimostrato che alcuni ceppi probiotici hanno funzioni immunomodulatorie e alleviano i sintomi dell'infiammazione allergica delle vie aeree. Prove cliniche e di laboratorio mostrano che esiste un effetto terapeutico dei probiotici sulle malattie allergiche attraverso la regolazione del microbiota intestinale e la modulazione dell'immunità, favorendo il mantenimento della normale tolleranza immunitaria (bilancio corretto tra TH1 e TH2 e aumento di Tregs).
Negli studi i probiotici hanno ridotto l'iperreattività e l'infiammazione indotte dagli allergeni, nonché il rilascio di citochine (messaggeri dell'infiammazione). In diversi studi non sono state riscontrate differenze significative tra il trattamento con probiotico e quello con placebo. Sebbene i probiotici non abbiano eliminato le allergie, la loro somministrazione può ridurre l'incidenza e la durata dei sintomi allergici. Tuttavia, gli effetti dei probiotici dipendono dalla loro specie o ceppo, dai loro metaboliti e dal microbiota intestinale del paziente. Questi fattori possono spiegare l'effetto soggettivo
Aggiornamento 3/3/2022
Se quasi tutti hanno la Candida nel loro corpo ma non tutti stanno male non significa che sia un'innocente ospite.
A livello polmonare per esempio produce la candidalisina, il suo principale metabolita tossico, che attiva un recettore piastrinico e dà il via a una serie di reazioni che porta all'attivazione dei linfociti Th2 e Th17 che supportano allergia e autoimmunità.
Questo spiega allergie e asma legate alla candidosi.
Aggiornamento 29/4/2022
I bambini con allergie hanno un microbiota particolare con una aumento di una specie, Ruminococcus gnavus, che ha proprietà infiammatorie e modula negativamente il sistema immunitario riducendo la tolleranza. Inoltre sono ridotte specie come B. longum e in generale le specie che degradano la fibra e producono metaboliti benefici che incrementano la tolleranza.
I batteri infiammatori invece producono LPS che inducono rinosinusite.
"La vita rurale, il parto vaginale, il possesso di animali domestici, il consumo di un'ampia varietà di alimenti, il basso uso di antibiotici e il microbiota del latte materno possono ridurre il rischio nei bambini di sviluppare un'allergia respiratoria o alimentare.
Si suggerisce che la produzione di molecole pro-infiammatorie e la ridotta capacità di catabolizzare i polisaccaridi complessi possano essere associate all'aumentata infiammazione tipica delle condizioni allergiche. Questi risultati supportano l'importanza del microbiota intestinale nell'insorgenza di malattie allergiche e possono aprire nuovi spunti nello sviluppo di strategie preventive e terapeutiche innovative basate sulla manipolazione del microbioma".
Aggiornamento 27/5/2022
L'effetto dell'allattamento esclusivo nei confronti dell'asma nei bambini è dose-dipendente.
Il rischio di asma si riduce aumentando il tempo di allattamento esclusivo fino a 6 mesi (il massimo da linee guida).
Alcune "componenti del latte materno come gli oligosaccaridi (HMO) influenzano lo sviluppo del sistema immunitario promuovendo una composizione più sana del microbiota intestinale e il sistema immunitario a sua volta modula lo sviluppo polmonare attraverso citochine, immunoglobine e ormoni specifici".
Aggiornamento 22/7/2022
Usare forme attive di folati (metilfolato, 5-MTHF) al posto che acido folico (AF) previene la presenza nel sangue di UMFA (acido folico non metabolizzato) che può essere problematica. Le forme già attive sono assorbite dalla mamma e dal feto, superando la placenta, e non vengono influenzate dalla presenza di mutazioni MTHFR.
La presenza di UMFA è stata collegata a ricorrenza di tumore all'intestino e problemi cognitivi.
"Altri esiti negativi potenzialmente legati all'UMFA durante la gravidanza sono le allergie alimentari e le malattie respiratorie. In uno studio recente, livelli elevati di UMFA nel sangue del cordone ombelicale sono correlati positivamente con le allergie alimentari nei bambini piccoli. Ulteriori studi suggeriscono che i tempi di esposizione all'AF durante la gravidanza possono aumentare il rischio di sviluppare l'asma durante l'infanzia. Un altro studio sostiene l'associazione tra UMFA, funzione polmonare e asma nei bambini e negli adulti. La supplementazione di 5-MTHF aggira il problema dell'integrazione con dosi eccessive di AF in gravidanza".
La presenza di UMFA è stata collegata a ricorrenza di tumore all'intestino e problemi cognitivi.
"Altri esiti negativi potenzialmente legati all'UMFA durante la gravidanza sono le allergie alimentari e le malattie respiratorie. In uno studio recente, livelli elevati di UMFA nel sangue del cordone ombelicale sono correlati positivamente con le allergie alimentari nei bambini piccoli. Ulteriori studi suggeriscono che i tempi di esposizione all'AF durante la gravidanza possono aumentare il rischio di sviluppare l'asma durante l'infanzia. Un altro studio sostiene l'associazione tra UMFA, funzione polmonare e asma nei bambini e negli adulti. La supplementazione di 5-MTHF aggira il problema dell'integrazione con dosi eccessive di AF in gravidanza".
Aggiornamento 16/8/2022
Le cellule del sistema immunitario sono sensibili alle variazioni dei ritmi circadiani, in particolare le mastcellule che producono l'istamina, mediatore dell'allergia, perché il cortisolo rilasciato al risveglio "resetta" l'orologio biologico ogni giorno.
Seguire correttamente l'andamento della giornata, fare colazione e andare a letto alla giusta ora può ridurre i sintomi dell'allergia
Seguire correttamente l'andamento della giornata, fare colazione e andare a letto alla giusta ora può ridurre i sintomi dell'allergia
Aggiornamento 29/8/2022
Gli studi sui topi mostrano che alterare il ritmo dei glucocorticoidi (cortisonici), gli ormoni dello stress che normalmente sono alti al mattino, facilità alterazioni metaboliche e aumento di peso. Somministrando glucocorticoidi i topi ingrassano pur mangiando lo stesso quantitativo dei topi non trattati. Se l'alterazione dura per poco i cambiamenti appaiono reversibili. Questi cambiamenti potrebbero essere "protettivi" nel breve termine perché "svuotano" il sangue di zucchero e grassi facendolo stipare negli adipociti, ma facendoci ingrassare.
In un altro studio si è verificato come i cortisonici interagiscono con i PPAR gamma, i recettori che fanno maturare i preadipociti. Queste cellule maturano in adipociti se il quantitativo di cortisonici è eccessivo.
Questi studi possono aiutare a capire come la distribuzione durante il giorno e il quantitativo di cortisonici possono interferire col metabolismo energetico e favorire l'aumento di peso
In un altro studio si è verificato come i cortisonici interagiscono con i PPAR gamma, i recettori che fanno maturare i preadipociti. Queste cellule maturano in adipociti se il quantitativo di cortisonici è eccessivo.
Questi studi possono aiutare a capire come la distribuzione durante il giorno e il quantitativo di cortisonici possono interferire col metabolismo energetico e favorire l'aumento di peso
Aggiornamento 20/9/2022
L'EAACI, la società europea degli allergologi, si conferma una delle società scientifiche più moderne per quanto riguarda la posizione sull'alimentazione. Ha infatti rilasciato un documento in cui si chiarisce l'importanza della fibra per la modulazione del sistema immunitario, sia per quanto riguarda la prevenzione che la gestione della tolleranza immunitaria e quindi delle allergie.
I fattori dietetici possono funzionare da "allenatori" per il sistema immunitario, e i cambiamenti nell'alimentazione degli ultimi decenni hanno un ruolo causale nell'aumento delle allergie.
Il passaggio a una dieta povera di vegetali "ha influenzato negativamente la diversità e la composizione del microbiota, le caratteristiche specie-specifiche, il metabolismo microbico e la tolleranza immunologica".
Le cellule immunitarie, tra cui quelle dendritiche che conferiscono la tolleranza, i mastociti che rilasciano istamina e le Tregs da cui derivano i linfociti attivati e polarizzati Th2 (favorenti l'allergia), hanno recettori per gli SCFA, i derivati della fibra prodotti dai batteri buoni.
Una buona quantità di fibre può essere protettiva anche dalle malattie infettive respiratorie come COVID19 in forma grave grazie alla modulazione sul microbiota.
La position si conclude sottolineando che le fibre contribuiscono al mantenimento di una mucosa tolerogenica e possono proteggere dai disturbi allergici, ma c'è ancora incertezza sul trattamento ottimale da somministrare.
Per esempio la sola presenza di fibre in caso di mancanza di alcune specie batteriche può non essere sufficiente e la migliore strategia sarebbe quella di integrare anche i probiotici. Inoltre una varietà di fibre può avere effetto migliore rispetto ad un solo tipo. Sono necessari ulteriori studi per perfezionare le conoscenze e rilasciare linee guida precise.
I fattori dietetici possono funzionare da "allenatori" per il sistema immunitario, e i cambiamenti nell'alimentazione degli ultimi decenni hanno un ruolo causale nell'aumento delle allergie.
Il passaggio a una dieta povera di vegetali "ha influenzato negativamente la diversità e la composizione del microbiota, le caratteristiche specie-specifiche, il metabolismo microbico e la tolleranza immunologica".
Le cellule immunitarie, tra cui quelle dendritiche che conferiscono la tolleranza, i mastociti che rilasciano istamina e le Tregs da cui derivano i linfociti attivati e polarizzati Th2 (favorenti l'allergia), hanno recettori per gli SCFA, i derivati della fibra prodotti dai batteri buoni.
Una buona quantità di fibre può essere protettiva anche dalle malattie infettive respiratorie come COVID19 in forma grave grazie alla modulazione sul microbiota.
La position si conclude sottolineando che le fibre contribuiscono al mantenimento di una mucosa tolerogenica e possono proteggere dai disturbi allergici, ma c'è ancora incertezza sul trattamento ottimale da somministrare.
Per esempio la sola presenza di fibre in caso di mancanza di alcune specie batteriche può non essere sufficiente e la migliore strategia sarebbe quella di integrare anche i probiotici. Inoltre una varietà di fibre può avere effetto migliore rispetto ad un solo tipo. Sono necessari ulteriori studi per perfezionare le conoscenze e rilasciare linee guida precise.
Aggiornamento 13/11/2022
Il batterio probiotico B. infantis 35624 è noto per il suo effetto antinfiammatorio nei confronti delle malattie intestinali.
Studi recenti evidenziano la sua capacità di ridurre le citochine infiammatorie e aumentare le cellule tollerogeniche (Treg e cellule dendritiche).
Se usato in pazienti asmatici ha portato al miglioramento del 100% dei pazienti con asma non controllato in 2 mesi in un piccolo studio su circa 30 persone.
Studi recenti evidenziano la sua capacità di ridurre le citochine infiammatorie e aumentare le cellule tollerogeniche (Treg e cellule dendritiche).
Se usato in pazienti asmatici ha portato al miglioramento del 100% dei pazienti con asma non controllato in 2 mesi in un piccolo studio su circa 30 persone.
Aggiornamento 16/12/2022
Alcune sostanze presenti nei detergenti industriali per lavastoviglie sembrano provocare permeabilità intestinale, una condizione che può favorire allergie, malattie autoimmuni, metaboliche ecc. Questo avviene alle normali concentrazioni di esposizione.
Aggiornamento 2/1/2023
Gli omega 3 possono ridurre l'infiammazione delle vie aeree negli atleti
Aggiornamento 10/2/2023
Una revisione Cochrane, al contrario di quella di 7 anni prima, non ha trovato efficacia nella supplementazione di vitamina D nell'asma. Solo il calcidiolo, metabolita attivo, ha mostrato efficacia. Non si è tenuto conto dei livelli basali e questo può aver influenzato l'esito.
Aggiornamento 13/3/2023
I bambini con asma hanno spesso vitamina D bassa e la sua somministrazione riduce la ricorrenza negli anni, senza per apparente miglioramento della funzione polmonare.
Aggiornamento 30/4/2023
Da diverso tempo penso che l'EAACI, la società europea di allergologia, sia una delle società scientifiche più avanti di tutte.
In una recente posizione hanno illustrato come le fibre alimentari possano modulare il sistema immunitario e prevenire, alleviare e in qualche caso guarire malattie legate alle sue alterazioni come allergie, asma e malattia infettive, compreso COVID19.
Le fibre sono componenti essenziali dell'alimentazione e le allergie sono cresciute contemporaneamente al declino del loro consumo. Le fibre contribuiscono a mantenere la tolleranza immunologica attraverso la fermentazione microbica e la produzione di metaboliti batterici. Per questo la fibra può non essere sufficiente ma può essere necessario integrare le specie batteriche mancanti coi probiotici. È probabile che un tipo di fibra da solo sia inefficace, quindi il vantaggio si avrebbe dal corretto mix delle diverse fibre presenti in vari alimenti vegetali.
Potrebbe essere importante classificare le fibre in base al loro effetto immunitario. Per esempio promozione dell'integrità della barriera epiteliale, induzione delle cellule T regolatorie, prevenzione della polarizzazione TH2 e inibizione della degranulazione dei mastociti (rilascio di istamina).
Anche il timing di esposizione è importante, per cui sin da piccoli ci si deve abituare a mangiare fibre per modulare l'immunità. Alcune linee guida stabiliscono l'utilità della supplementazione con fibre in bambini a rischio malattie allergiche. Diversi studi mostrano l'utilità delle fibre nella gestione di allergie, dermatite atopica e asma, mostrando quindi un potenziale uso farmacologico dell'alimentazione. Ulteriori studi sono necessari per chiarire le varie interazioni tra microbiota, fibre e sistema immunitario.
Aggiornamento 6/5/2023
L'alterazione del sonno aumenta il rischio di asma e migliorare il sonno delle persone che dormono male può ridurre l'incidenza della malattia del 19%.
Aggiornamento 22/11/2023
Nuove classificazioni nelle allergie, secondo l'EAACI.
Nel nuovo position paper dell' EAACI (Società Europea di Allergologia) si individuano e classificano 7 tipi di sensibilità allergica, 3 in più rispetto alle 4 già conosciute.
Si tratta di un passo avanti in quanto le sensibilità di tipo V e VI sono ritenute fortemente legate alla disbiosi e alla permeabilità degli epiteli (non solo intestinale ma anche di pelle e altre mucose). Viene chiaramente sottolineato che queste condizioni sono legate ad allergia, asma, malattie autoimmuni, dermatite atopica, rinosinusite, esofagite eosinofila, obesità e metabolismo alterato. L'alterata permeabilità è anche strettamente legata alla dieta (povertà di fibre e riduzione del muco protettivo), ma anche a fattori ambientali come inquinamento e prodotti di uso comune, inclusi dentifrici, shampoo, detersivi e alimenti trasformati.
Si tratta di un passo avanti in quanto le sensibilità di tipo V e VI sono ritenute fortemente legate alla disbiosi e alla permeabilità degli epiteli (non solo intestinale ma anche di pelle e altre mucose). Viene chiaramente sottolineato che queste condizioni sono legate ad allergia, asma, malattie autoimmuni, dermatite atopica, rinosinusite, esofagite eosinofila, obesità e metabolismo alterato. L'alterata permeabilità è anche strettamente legata alla dieta (povertà di fibre e riduzione del muco protettivo), ma anche a fattori ambientali come inquinamento e prodotti di uso comune, inclusi dentifrici, shampoo, detersivi e alimenti trasformati.
- Le reazioni di tipo I, IgE-dipendenti, si verificano in pazienti con rinite allergica (AR), rinocongiuntivite allergica (ARC), asma, dermatite atopica, orticaria acuta/angioedema, allergie alimentari, al veleno e ai farmaci. Sono immediate.
- Le reazioni di tipo II sono tipicamente reazioni indotte da farmaci che sono considerate causa di citopenia allergica. Tuttavia, le reazioni di tipo II rappresentano un evento patogenetico essenziale in diverse malattie autoimmuni, come la trombocitopenia immune, l'anemia emolitica autoimmune (AIHA), la neutropenia autoimmune, la malattia di Biermer, la sindrome di Goodpasture, la malattia emolitica del feto e del neonato (eritroblastosi fetale), la miastenia gravis, pemfigo e reazioni trasfusionali che coinvolgono gruppi sanguigni non corrispondenti.
- Le reazioni allergiche di tipo III comprendono la fase acuta della polmonite da ipersensibilità (detta anche alveolite allergica estrinseca), la vasculite indotta da farmaci, la malattia da siero e la reazione di Arthus. Le reazioni di tipo III sono associate a diverse malattie autoimmuni, tra cui il lupus eritematoso sistemico (LES), l'artrite reumatoide (RA) e la glomerulonefrite post-streptococcica.
- Risposta immunitaria di tipo IVa – T1 Le manifestazioni cliniche tipiche della reazione di tipo IVa sono la dermatite allergica da contatto, la fase cronica della polmonite da ipersensibilità (detta anche alveolite allergica estrinseca) e la malattia celiaca. Le reazioni di tipo IVa possono essere essenziali anche per gli endotipi di asma non T2, AR, CRS o AD. Questi meccanismi spiegano anche le reazioni allergiche non immediate ai farmaci, che si verificano dopo l'aptenizzazione del farmaco con una proteina trasportatrice.
- L'espressione più caratteristica di una reazione di ipersensibilità di tipo IVb può essere osservata nella classica reazione allergica con infiammazione cronica delle vie aeree nell'AR, nella rinosinusite cronica (CRS), nell'asma e nell'AD (endotipo T2), nell'allergia alimentare, nell'esofagite eosinofila (EoE) o nella dermatite da contatto con proteine. Le cellule Th2, ILC2, le cellule NK-T, gli eosinofili e un sottoinsieme di Mφ sono i principali attori della risposta immunitaria di tipo IVb – T2. Le reazioni di tipo IVb sono mediate dalle cellule Th2, che acquisiscono il loro fenotipo in seguito all'esposizione a IL-4, basofili o cellule NK-T.8
- Nelle risposte di tipo IVc, le cellule Th17, che appartengono alla linea delle cellule T helper, producono citochine della famiglia IL-17 che regolano gli effettori innati e orchestrano l'infiammazione locale inducendo il rilascio di citochine e chemochine proinfiammatorie in grado di reclutare NEU e migliorare la produzione di citochine Th2 . Le cellule Th17 della memoria acquisiscono il loro fenotipo in seguito all'esposizione a IL-6, IL-21, IL-23 e TGF-β forniti dalle APC. Le principali citochine effettrici prodotte dalle cellule Th17 sono IL-17A, IL-17F, IL-21, IL-22 e il fattore stimolante le colonie di granulociti-Mφ
- Tipo V: difetto della barriera epiteliale. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi nella comprensione dei diversi fenotipi ed endotipi delle malattie infiammatorie della mucosa/cutanea come AR/ARC cronica, CRS, AD, asma o sindrome da enterocolite indotta da proteine alimentari, EoE e malattia celiaca. Ciò ha rivelato che queste condizioni non sono malattie omogenee ma sono invece definite da una costellazione di sintomi che possono derivare da diversi meccanismi patologici. In alcuni casi, il processo infiammatorio sembra riflettere un'alterata funzione di barriera della pelle o della mucosa, piuttosto che da un disregolazione immunitaria primaria. La compromissione della funzione della barriera epiteliale facilita l'attivazione del sistema immunitario sottostante e successivamente porta all'infiammazione cronica. La perdita della barriera può derivare da difetti in diversi componenti essenziali, tra cui elementi strutturali dello strato corneo nella pelle, proteine di giunzione stretta nella pelle e nelle mucose, antiproteasi protettive, espressione di prodotti antimicrobici, trasporto di ioni, protoni, acqua o materiali antimicrobici e altri meccanismi. L’attivazione dei nervi sensoriali, che contribuisce allo sviluppo dei sintomi allergici, è anche associata alla perdita della barriera. La disfunzione della barriera intestinale può verificarsi anche attraverso l’erosione del muco attraverso un’alimentazione/dieta a basso contenuto di fibre. Ciò spiega per la logica dell'introduzione dell'ipersensibilità di tipo V per evidenziare le peculiarità dei processi patologici e per la loro importanza nell'ottica di approcci personalizzati e di precisione alla caratterizzazione di endotipi e biomarcatori e al trattamento biologico in rapido sviluppo, in particolare con anti-allarmine. I fenomeni di alterazione delle barriere inducono anche infiammazione attraverso l'attivazione del sistema immunitario tramite reazione di tipo IVb. Essendo un fattore importante nell'ipersensibilità di tipo V, il coinvolgimento diretto di fattori ambientali che interrompono direttamente le barriere epiteliali è stato recentemente dimostrato in diversi modelli e tessuti umani. L'esposizione diretta a inquinanti atmosferici, sostanze chimiche e altri fattori ambientali nell'esposoma può distruggere le barriere epiteliali e influenzare il microbioma e il sistema immunitario. È noto che molti degli agenti chimici presenti nei comuni prodotti di consumo (compresi dentifricio, shampoo, detersivi e alimenti trasformati) danneggiano queste barriere critiche, aumentando la permeabilità a batteri, tossine, sostanze inquinanti e allergeni. Quando le barriere epiteliali vengono danneggiate (diventando 'leaky', permeabili), sostanze e microbi possono passare nei tessuti più profondi, dove normalmente non appartengono e innescare una risposta immunitaria/infiammatoria che può avviare o aggravare molte malattie infiammatorie croniche attraverso le vie dell'inflammasoma I difetti della barriera epiteliale sono stati dimostrati non solo in T2 ma anche nelle risposte non-T2 nella rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP) e nell'asma non-T2. Recenti studi sull'esposizione in modelli murini di infiammazione polmonare eosinofila nell'asma e nello sviluppo di esofagite eosinofila in risposta al sodio lauril solfato e ai detergenti dimostrano che l'asma e l'infiammazione simile a (EoE) iniziano solo con l'attivazione delle cellule epiteliali e la perdita della barriera indotta da sostanze tossiche. Come esempio diretto di citotossicità chimica, gli individui con barriere epiteliali permeabili mostrano un'infiammazione locale nelle loro cellule epiteliali, denominata "epitelite". L’epitelite è l’evento iniziale che attira le cellule proinfiammatorie nell’area della barriera epiteliale danneggiata. Si inizia con gli insulti ambientali (esposizione a sostanze inquinanti e tossiche), infezioni virali ed enzimi negli allergeni. Principalmente le allarmine, IL-25, IL-33 e TSLP e numerose chemochine proinfiammatorie vengono rilasciate dalle cellule epiteliali che invitano il sistema immunitario, nell'area, in particolare il Tipo IVb e i soggetti della risposta T2. La disbiosi microbica si verifica in aree della barriera epiteliale infiammatoria che risulta permeabile. Un microbiota sano sulla superficie della barriera mucosa regola numerosi aspetti dell’omeostasi della barriera. Tuttavia, la ridotta biodiversità e le alterazioni nella composizione e nel metabolismo del microbiota intestinale e cutaneo sono associati a varie condizioni infiammatorie, tra cui asma, malattie allergiche, malattie infiammatorie intestinali, diabete di tipo 1 e obesità. La disbiosi si riferisce a uno squilibrio nei microrganismi che risiedono nei tessuti, con disbiosi microbica e traslocazione batterica legate allo sviluppo e all’esacerbazione di malattie allergiche e autoimmuni.
- Tipo VI – disregolazione immunitaria indotta dal metabolismo. Particolarmente presente negli obesi asmatici che diventano resistenti al cortisone, anche questa coinvolge il microbiota e la permeabilità intestinale, con mancata degradazione dell'istamina. Le sostanze che entrano dall'intestino vanno, attraverso la circolazione sanguigna, a infiammare i tessuti distanti aumentando il rischio di malattie croniche incluso, malattie autoimmuni, asma e allergie. "Recentemente sono stati identificati numerosi nuovi metaboliti immunomodulanti (ad esempio metaboliti del triptofano, acidi grassi a catena corta) e la secrezione disregolata di questi immunomodulatori può contribuire allo sviluppo di allergie".
- Tipo VII: risposta cellulare e infiammatoria diretta alle sostanze chimiche. Le reazioni di tipo VII si verificano in pazienti con AR, ARC, asma, AD, orticaria acuta/angioedema e allergia ai farmaci. Può essere dovuta all'uso di FANS (aspirina) che alterano il metabolismo dell'acido arachidonico.
Aggiornamento 7/12/2023
Gli AGEs, composti che si formano nei cibi cotti ad alta temperatura soprattutto in alimenti ultraprocessati con panature, prodotti da forno ecc., aumentano la prevalenza e la gravità delle allergie alimentari (FA).
Negli alimenti con AGEs si verifica la reazione di Maillard e sono presenti "cambiamenti chimici e conformazionali nelle proteine alimentari, che influenzano la digeribilità, la biodisponibilità, l'immunogenicità e l'allergenicità.
Tra i meccanismi proposti, troviamo:
1) aumentata infiammazione. "Gli allergeni alimentari in presenza di AGEs possono attivare il recettore RAGE e cooperare per produrre citochine proinfiammatorie attraverso le cellule dendritiche presentanti l'antigene e le risposte delle cellule T. E questo è stato associato allo sviluppo e alla progressione di diverse malattie. Tra questi, l'FA provoca sensibilizzazione allergica attraverso le cellule dendritiche, le cellule presentanti l'antigene e le risposte delle cellule T. Inoltre, l'interazione degli AGEs con i RAGE sembra attivare i mastociti, con una possibile partecipazione alla patogenesi dell'FA
2) induzione di nuovi epitopi. "L'alterazione della funzione delle proteine glicate si verifica perché la reazione di Maillard porta all'aggregazione delle proteine attraverso la reticolazione intermolecolare o intramolecolare tra residui di lisina e arginina nella creazione di AGEs. Questo processo può alterare il livello di IgE e il riconoscimento delle cellule presentanti l'antigene. In altre parole, le proteine modificate dagli AGEs possono portare a risposte immunogeniche.
3) alterazione del microbiota. Gli AGEs disturbano il microbiota che è fondamentale per raggiungere la tolleranza immunitaria. Inoltre l'aumentata permeabilità intestinale facilita l'ingresso degli allergeni.
Anche gli additivi presenti nel cibo spazzatura può aumentare il potere allergizzante.
Negli alimenti con AGEs si verifica la reazione di Maillard e sono presenti "cambiamenti chimici e conformazionali nelle proteine alimentari, che influenzano la digeribilità, la biodisponibilità, l'immunogenicità e l'allergenicità.
Tra i meccanismi proposti, troviamo:
1) aumentata infiammazione. "Gli allergeni alimentari in presenza di AGEs possono attivare il recettore RAGE e cooperare per produrre citochine proinfiammatorie attraverso le cellule dendritiche presentanti l'antigene e le risposte delle cellule T. E questo è stato associato allo sviluppo e alla progressione di diverse malattie. Tra questi, l'FA provoca sensibilizzazione allergica attraverso le cellule dendritiche, le cellule presentanti l'antigene e le risposte delle cellule T. Inoltre, l'interazione degli AGEs con i RAGE sembra attivare i mastociti, con una possibile partecipazione alla patogenesi dell'FA
2) induzione di nuovi epitopi. "L'alterazione della funzione delle proteine glicate si verifica perché la reazione di Maillard porta all'aggregazione delle proteine attraverso la reticolazione intermolecolare o intramolecolare tra residui di lisina e arginina nella creazione di AGEs. Questo processo può alterare il livello di IgE e il riconoscimento delle cellule presentanti l'antigene. In altre parole, le proteine modificate dagli AGEs possono portare a risposte immunogeniche.
3) alterazione del microbiota. Gli AGEs disturbano il microbiota che è fondamentale per raggiungere la tolleranza immunitaria. Inoltre l'aumentata permeabilità intestinale facilita l'ingresso degli allergeni.
Anche gli additivi presenti nel cibo spazzatura può aumentare il potere allergizzante.
Aggiornamento 11/2/2024
Il quantitativo di omega 3 nel sangue appare inversamente correlato con la progressione della fibrosi polmonare. In pratica più sono alti meno la malattia progredisce. Se la supplementazione sia efficace deve essere stabilito da studi appositi.
Aggiornamento 16/2/2024
Le fibre vengono fermentate dal microbiota e trasformate in grassi a catena corta (SCFA). Questi agiscono su un recettore, GPR109A, che blocca la risposta allergica. Ecco perché un'alimentazione adeguata è fondamentale per regolare la risposta allergica.
Aggiornamento 21/9/2024
L'allattamento per un tempo sufficiente promuove lo sviluppo di una flora nasale e intestinale che protegge dall'asma. L'effetto è dovuto in particolare ad HMO, particolari zuccheri del latte materno.
Viceversa uno svezzamento precoce favorisce un cambio accelerato del microbiota (colonizzazione precoce di Ruminococcus gnavus) che non risulta protettivo dall'asma e ne aumenta il rischio.
Viceversa uno svezzamento precoce favorisce un cambio accelerato del microbiota (colonizzazione precoce di Ruminococcus gnavus) che non risulta protettivo dall'asma e ne aumenta il rischio.