I diabetici che non fanno colazione hanno una glicemia più alta dopo pranzo. Insomma non basta un taglio calorico per migliorare il profilo glicemico, come dicono tanti, ma il fatto di non fare colazione aumenta gli ormoni dello stress riflettendosi così sulla glicemia. Questo effetto è chiamato "second meal effect", ossia un pasto (in questo caso il non pasto) influenza la risposta metabolica di quello successivo.
La nutrizione non è una materia semplice, non ci si deve fermare alle semplici percentuali di nutrienti senza considerare gli effetti metabolici che hanno quei nutrienti. |
|
L'inflessibilità metabolica, la difficoltà nel passare dall'ossidazione dei carboidrati a quello dei grassi, tipico di chi abbia alterazioni metaboliche come iperinsulinemia, sedentarietà, pregresso dimagrimento, saltare la colazione, aumenta l'importanza dell'indice glicemico. In questi casi è più facile accumulare il grasso perché una scarsa massa magra non "tampona" le calorie di troppo, e il partizionamento dei nutrienti viene diretto verso l'immagazzinamento dei lipidi.
Aggiornamento 8/2/2017
Per la prima volta una società scientifica, quella dei cardiologi americani, si spinge a dare indicazioni non sulla qualità e quantità dei cibi, ma sull'"ordine" dell'alimentazione. La posizione consiglia di evitare di saltare i pasti, la colazione in particolare, mangiare disordinato, evitare lo spiluccamento, fare un lungo digiuno notturno, utilizzare cibi salutari per gli snack. Approva inoltre il digiuno alternato. Tutte queste pratiche solo viste come preventive delle malattie cardiovascolari.
Fare colazione a casa si associa a minor probabilità di recuperare il peso perso dopo la dieta
Aggiornamento 13/7/2017
Una colazione lowcarb può aiutarvi a essere una persona più tollerante.
In questo esperimento le persone sono state divise in 2 gruppi. Nel gruppo delle persone con un'alta introduzione di carboidrati si tendeva a dare delle punizioni più severe rispetto al gruppo con una più alta introduzione di proteine e grassi.
Il cibo è in grado di influenzare la biochimica e le funzionalità cerebrali.
Aggiornamento 6/7/2017
Saltare un pasto ogni tanto non sembra legato ad una riduzione del dispendio energetico, ma saltare la colazione aumenta la predisposizione al diabete anche senza aumento di peso
Nello studio AHS2 fare colazione e pranzo molto abbondanti e poi saltare o fare una cena leggera è associato ad un peso migliore
Aggiornamento 4/10/2017
Aggiornamento 12/10/2017
Cosa succede se 2 gruppi di diabetici mangiano le stesse calorie giornaliere, ma uno dei 2 non fa colazione? Chi la salta avrà glicemie dopo i pasti molto più alte, a causa della riduzione di un importante ormone, GLP1
Update 7/12/2016
Che succede a chi fa un'abbondante colazione ogni giorno? Cambia l'espressione dei geni e il corpo attiva il metabolismo, riducendo l'accumulo di grasso (si riduce l'insulina). Questo capita sia nei normopeso che negli obesi. Le calorie non sono tutte uguali durante la giornata.
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Physiology
"Il consumo della colazione ha aumentato l'apporto calorico totale nelle persone magre", afferma l'autore principale Javier Gonzalez, "ma questo è stato compensato dalla stimolazione del dispendio energetico tramite attività fisica nelle persone magre". Ancora più importante, fare colazione diminuiva l'attività dei geni coinvolti nella resistenza all'insulina e aumentava la quantità di zucchero che le cellule riuscivano a togliere dal sangue, il che poteva potenzialmente proteggere dal diabete e da altre malattie croniche nel tempo.
Il digiuno, nel frattempo, sembrava aumentare l'attività dei geni associati all'infiammazione, ma solo nelle persone con obesità. "Pertanto, le linee guida per il consumo della colazione dovrebbero forse differire a seconda che le persone siano magre o obese", afferma Gonzalez. Sono necessarie ulteriori ricerche, aggiunge, prima che tali raccomandazioni possano essere fatte.
Update 10/12/2016
Il consumo della colazione influisce notevolmente sull'espressione dei "geni orologio", quelli che si attivano ad una precisa ora del giorno (ritmi circadiani).
La colazione saltata influisce negativamente sull'espressione di questi geni ed è correlata con l'aumento della risposta glicemica postprandiale sia in individui sani che in individui con diabete.
"Una corretta assunzione temporale dei pasti, come consumare la colazione prima delle 9:30, potrebbe portare a un miglioramento dell'intero metabolismo del corpo, facilitare la perdita di peso e ritardare le complicanze associate al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi legati all'età".
Un ulteriore studio conferma l'importanza della colazione, anche se non è chiaro se riduca il rischio di aumento di peso perché si riduce l'introito calorico totale o perché le calorie vengono distribuite in maniera più bilanciata
Aggiornamento 7/6/2018
Il digiuno intermittente, nelle sue diverse opzioni, si conferma avere un'interessante prospettiva nei confronti del diabete. In questo studio le persone non hanno ridotto le calorie, ma la finestra di alimentazione, facendo colazione, pranzo e cena in 6 ore, e digiunando per le altre 18. i ricercatori hanno descritto questo tipo di alimentazione come "allineata ai ritmi circadiani del corpo", e il risultato è stato di migliorare i parametri metabolici (infiammazione, insulina, glicemia, stress ossidativo, pressione sanguigna). Chi invece ha praticato la stessa finestra di alimentazione di sera o ha cenato tardi non ha avuto vantaggi, ma ha anche peggiorato la situazione in qualche caso, evidenziando una volta di più l'importanza della colazione.
In un piccolo studio di 8 settimane, a parità di calorie chi ha assunto pochi carboidrati a colazione è dimagrito 3,5kg in più. Questo potrebbe essere dovuto al prolungamento dell'ipoinsulinemia (insulina bassa) in seguito al digiuno notturno.
Secondo una revisione sistematica la colazione non è protettiva né va consigliata per dimagrire: gli studi però sono di scarsa qualità e brevi. Non condivido.
Chi assume più calorie nella prima parte della giornata
è più magro, soprattutto se è attivo al mattino. Viceversa chi le assume in maggioranza alla sera ed è attivo nella seconda parte ha maggior rischio di sovrappeso. Carboidrati e proteine alla sera sono più legati all'aumento di peso dei grassi.
Negli USA hanno fatto fare colazione in classe per promuoverla e ridurre l'obesità... solo che i bambini sono ingrassati! Forse perché facevano colazione con cereali raffinati e dolci?
Aggiornamento 21/4/2019
La colazione con le uova (non di Pasqua ovviamente) e una fonte di grassi riduce la glicemia post colazione nei diabetici in confronto ad una colazione classica con le stesse calorie (di cui il 55% da carboidrati)
Tra le persone che hanno un infarto, quelli che non fanno colazione e cenano tardi hanno 5 volte il rischio in più che l'infarto sia fatale o di avere un nuovo infarto entro un mese.
Aggiornamento 24/4/2019
Non fare colazione sembra aumentare il rischio cardiovascolare, in particolare di ictus. Però.... chi non fa colazione spesso ha anche altri comportamenti pericolosi, farla raramente non sembra aumentare il rischio, e soprattutto sembra più importante ciò che si mangia.
Aggiornamento 2/5/2019
Nei giorni scorsi ha fatto notizia una revisione degli studi secondo cui non vi era evidenza che la colazione aiutasse a dimagrire, ma che anzi saltarla fosse una buona cosa per dimagrire.
La giornalista scientifica Rita Rubin ha fatto chiarezza, evidenziando che solo 2 studi su 12 hanno avuto una durata di 3 mesi, il tempo minimo necessario per stabilire un esito a lungo termine.
Inoltre un recente lavoro ha messo in evidenza come conti anche ciò che si mangia, e non solo se si fa colazione o no.
"Semplicemente non abbiamo prove sufficienti per sostenere o rifiutare l'idea se la colazione influenzi il peso corporeo", ha detto. "Detto questo, ci sono sempre più prove a supporto degli effetti positivi della colazione sui risultati correlati alla gestione del peso, inclusi il controllo dell'appetito, il desiderio di cibo, la sazietà e l'utilizzo degli spuntini".
Inoltre il lavoro non teneva conto della composizione corporea, quindi non si capiva se saltando la colazione si perdevano muscoli o grasso.
Aggiornamento 12/5/2019
L’alternanza
di digiuno e alimentazione è controllata da una complessa rete di connessioni
cerebrali, segnali ormonali e sensori di nutrienti che coinvolge gli “orologi” periferici
e cerebrali:
il principale si trova nel nucleo soprachiasmatico (SCN), i secondari
in altre parti del corpo. L’alterazione dei normali ritmi di alimentazione è
legata a problemi metabolici. Limitare i tempi dell'assunzione di cibo - anche in caso
di dieta sbilanciata - alla normale “fase attiva” (cioè di
giorno, con la luce del sole) riduce i disturbi metabolici.
Di
regola, mangiare durante la normale fase attiva e abbinare
una
colazione abbondante e un pranzo con una piccola cena risulta
benefico per la
salute metabolica.
Tenere conto dei tempi di assunzione del cibo può anche essere utile per migliorare le strategie di perdita di peso. Ad esempio, l'efficacia della perdita di peso durante la dieta è migliorata nelle persone che pranzano intorno a mezzogiorno rispetto a coloro che lo fanno più tardi nel pomeriggio.
Usare l'avocado in sostituzione della fonte glucidica a colazione aumenta la sazietà agendo sugli ormoni PYY e insulina
Aggiornamento 28/7/2019
Lo sport "salto della colazione" si conferma associato ad aumento di peso negli adolescenti, anche in caso di adeguato sonno
Aggiornamento 27/10/2019
Secondo una revisione degli studi, il digiuno intermittente "migliora significativamente il controllo glicemico e la resistenza all'insulina con una riduzione del peso, del livello di leptina e un aumento della concentrazione di adiponectina nella popolazione generale senza malattia metabolica cronica" rispetto alla semplice restrizione calorica. È importante notare inoltre l'importanza del "timing": infatti saltare la colazione è associato ad aumento degli ormoni dello stress, condizione che può aumentare la perdita di massa magra e il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 3/11/2019
Alcuni geni aumentano il rischio che a una persona piaccia saltare la colazione, e preferire mangiare nella seconda parte della giornata. Queste persone hanno comunque aumentato rischio di obesità
Aggiornamento 11/11/2019
Chi fa pranzo grande e cena ridotta perde più peso. Il paper non appare rintracciabile 😓
Aggiornamento 21/11/2019
Mangiare soprattutto la sera
si lega a scarsa salute cardiovascolare nelle donne
Aggiornamento 22/11/2019
Fare colazione tra i ragazzi di 16-18 anni aumenta la possibilità di conseguire il diploma. Non si tratta di uno studio controllato quindi ha un valore relativo, comunque diversi studi hanno sempre messo in evidenza che chi non fa colazione ha peggiori performance scolastiche
Aggiornamento 4/12/2019
Mangiando le stesse calorie, ma seguendo i ritmi circadiani (e quindi con una colazione ricca in carboidrati e solo 3 pasti al giorno contro 6) si è portato alcuni diabetici a un migliore controllo glicemico e dimagrimento con dimezzamento delle unità di insulina.
Non tutte le calorie sono uguali. Fare una colazione abbondante porta a una maggiore termogenesi indotta dalla dieta (2,5 volte più alta) rispetto a una cena abbondante, a parità di calorie introdotte durante il giorno. Vi è quindi un consumo più alto. Inoltre una colazione scarsa aumenta l'appetito durante il giorno e la voglia di dolci.
"Una colazione abbondante dovrebbe quindi essere preferita alla cena abbondante per prevenire l'obesità e i picchi elevati di glicemia anche in condizioni di dieta ipocalorica".
Mangiare dopo cena riduce e ritarda l'ossidazione lipidica notturna e facilita la deposizione di grasso. La colazione ha effetto opposto.
Ancora oggi si sentono "esperti" che dicono che la distribuzione calorica durante la giornata non conta, ma solo la quantità totale. Prendiamo questo esempio: donne normopeso con ovaio policistico (PCOS), divise in 2 gruppi. Un gruppo mette la maggior parte delle calorie a colazione (BF), l'altro a cena. Il primo ha una riduzione di glicemia e insulina del 7 e del 54% rispettivamente. Il testosterone si dimezza e la SHBG aumenta del 105%. Queste variazioni, tutte positive, non si sono osservate nell'altro gruppo. "Inoltre, le donne nel gruppo BF avevano un aumento del tasso di ovulazione. Nelle donne magre con PCOS, un elevato apporto calorico a colazione con un ridotto apporto a cena si traduce in migliori indici di sensibilità all'insulina e ridotta attività del citocromo P450c17α, che migliora l'iperandrogenismo e migliora il tasso di ovulazione".
Mangiare a ritmi sregolati, prevalentemente nella seconda parte della giornata e non in maniera allineata coi ritmi circadiani facilita l'aumento di peso. Come? 🎯 Cambiamenti negli ormoni dell'appetito che aumentano l'assunzione di cibo
🎯 Utilizzo alterato di carboidrati e grassi
🎯Ridotto consumo calorico indotto dalla dieta nei pasti serali rispetto ai pasti mattutini
🎯 Ridotta sensibilità all'insulina
🎯 Scelte di cibo scadenti
In disaccordo con la teoria secondo cui tutte le calorie sarebbero uguali, "i risultati indicano che l'ora dei pasti e la distribuzione dell'apporto calorico durante la giornata possono essere considerazioni importanti per la gestione del peso, insieme a caratteristiche dietetiche tradizionali come l'assunzione di energia e la composizione della dieta".
Secondo una revisione degli studi la restrizione alimentare, intesa come alimentazione in un periodo ristretto, tenendo conto della cronobiologia, può dare vantaggi a livello metabolico e in alcuni casi ha dimostrato di indurre dimagrimento anche senza restrizione calorica, inducendo un bilancio energetico negativo promuovendo il consumo energetico. Da quando è uscito lo studio che sosteneva che solo il taglio calorico fa dimagrire non escono altro che studi che lo smentiscono.
Lo sport del "salto della colazione" rimane associato a sovrappeso e obesità. Questo forse perché chi non fa colazione tende a mangiare di più e peggio durante la giornata, a causa delle variazioni ormonali, in particolare legate alla sazietà. E in alcuni casi anche con un'inferiore assunzione di calorie totale nella giornata.
I comportamenti alimentari dei genitori sono un fattore determinante.
Nei primi 2 anni di vita, l'allattamento è protettivo, mentre il latte in formula è associato con alterata composizione corporea. Un elevato apporto proteico durante lo svezzamento aumenta il rischio obesità. Il latte intero, dopo l'anno di vita, appare ridurre il rischio di sovrappeso rispetto al latte a ridotto contenuto di grassi. Se i genitori intervengono, migliorando l'alimentazione, il rischio scende.
Dai 2 anni, la dieta mediterranea e nordica riducono il rischio di obesità, su quella vegetariana non ci sono conclusioni. Le bibite gassate aumentano il rischio.
Sul comportamento alimentare, saltare la colazione è associato all'obesità, forse a causa del suo ruolo nell'equilibrio energetico e nella regolazione dell'appetito, i pasti regolari consumati in famiglia sono associati a migliore salute e alla prevenzione dell'eccesso di peso.
Un numero maggiore di pasti giornalieri è associato a un minor rischio di obesità nei bambini forse a causa di una migliore modulazione della fame
Durante gli spuntini, il consumo di cibi ad alta densità energetica contribuisce all'obesità nell'infanzia, aumentando l'apporto energetico giornaliero.
Porzioni più grandi, soprattutto di cibi densi di energia, sono associate a un maggiore apporto energetico giornaliero, un fattore predittivo dell'eccesso di peso corporeo.
I bambini possono autoregolare efficacemente l'assunzione di energia tra i 4 e i 12 anni almeno, sebbene l'assunzione di energia tenda ad aumentare con l'aumentare delle dimensioni della porzione (perdita del controllo)
Una combinazione di maggiore attività fisica e riduzione del tempo passato seduti può avere un ruolo importante nella prevenzione dell'obesità.
Come raccomandazioni, si dovrebbe promuovere l'allattamento al seno il più possibile, e non esistono evidenze per consigliare il latte scremato prima dei 2 anni. Favorire il consumo della sola acqua ed evitare la presenza di distributori di bibite nelle scuole. Incoraggiare il consumo della colazione e dei pasti in famiglia, insieme a merende con cibi salutari, freschi e vegetali.
Quando il nutrizionista vi dice di fare colazione, e non alle 11, non lo fa perché è pagato dalla lobby dell'industria alimentare, ma perché sappiamo che fare colazione quando ci si sveglia è associato con un quadro ormonale che riduce i rischi metabolici. In un'indagine su 10 mila persone chi faceva colazione entro le 8:30 aveva minor rischio di glicemia alta e insulinoresistenza, indipendentemente da come mangiasse nella giornata
Le donne sembrano più sensibili alla dieta per quanto riguarda l'effetto sull'umore, influenzato in maniera negativa dal cibo spazzatura, rispetto agli uomini. "Il fast food, saltare la colazione, la caffeina e il cibo ad alto indice glicemico sono tutti associati al disagio mentale nelle donne mature", ha detto Begdache, autore dello studio. "La frutta e le verdure a foglia verde scuro invece sono associate al benessere mentale".
In entrambi i sessi l'attività fisica riduce comunque l'effetto negativo.
Saltare la colazione prima dell'allenamento in palestra aumenta i marker di catabolismo proteico. "L'assunzione della colazione può essere importante per la soppressione della rottura delle proteine muscolari e per il successivo mantenimento del bilancio proteico muscolare positivo (bilancio azotato).
Quando gli specialisti (es. medici o nutrizionisti) o le persone attive (es. atleti o sportivi) pianificano di mantenere o aumentare la massa muscolare attraverso l'attività fisica, si dovrebbe considerare l'importanza del consumo della colazione per abbreviare il periodo di digiuno dall'ultimo pasto consumato".
Lo sport "salto della colazione" è associato negli adolescenti a maggior rischio di sovrappeso e dieta di scarsa qualità, con aumento dei rischi metabolici e cardiovascolari. I meccanismi possono essere diversi.
La mancanza di introduzione di proteine dopo il digiuno notturno stimola i centri dopaminergici aumentando il desiderio di cibo spazzatura. I ragazzi che non fanno colazione si muovono meno e mangiano di più la sera.
Introdurre la colazione può contribuire a riallineare i ritmi circadiani in maniera fisiologica.
Aggiornamento 26/8/2022
Saltare la colazione o farla fuori casa
sono associati in bambini e adolescenti ad aumentato rischio di problemi psicosociali.
La causa è probabilmente nell'alterazione della funzionalità cerebrale, regolata anche dalla disponibilità di nutrienti come carboidrati e proteine. Gli autori sottolineano comunque che lo studio non stabilisce causalità.
"Dopo la colazione, i carboidrati degli alimenti (es. cereali, latte) si trasformano in glucosio, generando alterazioni dei livelli di insulina, glutammato, acetilcolina, serotonina e cortisolo. L'assunzione di carboidrati è particolarmente utile per il cervello dopo il digiuno notturno poiché diminuisce la produzione di cortisolo, riducendo così il segnale di "stress". Inoltre, la trasformazione dei carboidrati in glucosio è cruciale per la formazione del triptofano, un aminoacido coinvolto nella sintesi della serotonina, che regola i sintomi depressivi, il funzionamento cognitivo e l'umore irritabile. Allo stesso modo, il consumo di cibi ricchi di triptofano è stato osservato come importante per mantenere un'elevata qualità del sonno e un ritmo diurno di tipo mattutino e migliorare indirettamente la salute psicosociale, probabilmente attraverso la trasformazione del triptofano in serotonina durante il giorno e in melatonina di notte. Al contrario, in una recente revisione sistematica è stato evidenziato l'effetto potenzialmente benefico di altre vitamine (ad es. la vitamina D) sulla salute psicosociale dei bambini. Inoltre, è stato suggerito che livelli più bassi di vitamina D possono essere collegati alla depressione tra bambini e adolescenti. Pertanto, il consumo di latte e/o latticini può fornire maggiori quantità di vitamina D e, di conseguenza, aiutare a ridurre le probabilità di problemi comportamentali psicosociali. Inoltre, anche la carenza di vitamine del complesso B (ad es. folati, B6 e B12) potrebbe influenzare problemi comportamentali psicosociali ed è stata associata all'umore e alle prestazioni cognitive. Allo stesso modo, i modelli dietetici sono stati correlati alla depressione attraverso alterazioni dei livelli sierici di folati e vitamina B12. Inoltre, Esnafoglu e Ozturan hanno indicato che la vitamina B12 e l'aumento dell'omocisteina possono supportare l'eziopatogenesi della depressione. Inoltre, l'assunzione di fibre alimentari potrebbe anche aiutare nei problemi comportamentali psicosociali. Una meta-analisi di studi osservazionali di Fatahi et al. ha mostrato che un maggiore apporto di fibre alimentari totali era legato a minori probabilità di depressione, suggerendo alcuni possibili meccanismi che potrebbero spiegare questa associazione, come le variazioni nella composizione del microbioma intestinale e la diminuzione dello stress ossidativo.
A sostegno di questa nozione, una possibile ipotesi è che un maggiore consumo di cibi sani ricchi di fibre (ad esempio pane, cereali) possa (in una certa misura) spiegare l'associazione trovata".
In un
esperimento controllato fare colazione abbondante e cena leggera non sembra modificare la spesa energetica durante il giorno rispetto a fare colazione ristretta e una cena più grande. Le diete avevano lo stesso quantitativo calorico totale. Però le persone con la colazione maggiore avevano meno appetito durante il giorno e più sazietà, e questo può aiutare a ridurre l'introito calorico durante la giornata e favorire il dimagrimento
Aggiornamento 30/12/2022
In uno studio che ha esaminato i
dati di oltre 20 mila americani dai 40 anni in su è stato osservato che chi
salta i pasti ha più elevata mortalità. Le persone sono state seguite per 15
anni e interrogate con un recall delle 24 ore.
In particolare, rispetto a chi fa i
3 pasti, chi salta la colazione ha maggiore mortalità cardiovascolare, chi
salta il pranzo o la cena da tutte le cause. Anche un intervallo breve
(inferiore a 4,5 ore) tra i pasti è stato associato ad aumentata mortalità.
In particolare chi consumava un
solo pasto al giorno aveva aumentata mortalità per tutte le cause del 30% e
cardiovascolare dell’83%.
Chi saltava la colazione aveva
maggiore mortalità cardiovascolare del 40%.
Saltare il pranzo e la cena aumentava
la mortalità del 12 e del 16% rispettivamente.
Lo studio è limitato dal fatto di
essere basato sui questionari (e quindi soggetto a errori nei report) ed essere
impostato in modo da non poter stabilire nesso causale.
Il legame potrebbe essere la qualità inferiore della dieta con mancanza o
ridotto introito di importanti nutrienti (per esempio quelli della frutta); da
altri studi è emerso che chi salta la colazione tende ad avere una qualità
dietetica inferiore. Inoltre saltare un pasto porta a fare i successivi più
grandi, portando a un esagerato quantitativo di nutrienti tutti insieme. Avere
pasti più regolari invece migliora la risposta metabolica/insulinica al
glucosio. Infine saltare i pasti può riflettere condizioni psicosociali
associate a un elevato rischio di malattia cardiovascolare come l'anoressia
nervosa.
In uno studio su 75 persone con diabete di tipo 2 è stata verificata l'efficacia del TRE, time restricted feeding, un tipo di digiuno alternato in cui si mangia senza guardare le calorie ma si può assumere cibo solo in una finestra di 8 ore, digiunando nel resto del giorno. Il confronto con una classica dieta ipocalorica ha mostrato una maggiore perdita di peso nel gruppo TRE, ma calo dell'emoglobina glicata simile tra i 2 gruppi. Considerazioni personali: sbagliato l'orario di alimentazione (12-20, senza colazione) e la glicata non è calata correttamente perché è aumentato il cortisolo, ormone iperglicemizzante.
Secondo una metanalisi il time-restricted eating, la riduzione della finestra di alimentazione soprattutto alla prima parte della giornata e in particolare nella variante 16:8, consente di perdere peso mantenendo la massa magra. Si riducono inoltre la pressione sanguigna, il grasso viscerale e l'infiammazione
Qualche info sull'obesità infantile.
Nel mondo circa un bambino su 5 è affetto da sovrappeso.
Il paese messo peggio è Portorico, con il 28% di bambini affetti da obesità. L'Italia ha una prevalenza stimata all'8,49%.
La condizione aumenta il rischio di numerose patologie e condizioni: "I bambini e gli adolescenti obesi hanno una probabilità 1,4 volte maggiore di sviluppare prediabete, una probabilità 1,7 volte maggiore di sviluppare asma, una probabilità 4,4 volte maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa e una probabilità 26,1 volte maggiore di sviluppare il fegato grasso rispetto a coloro che sono di tipo peso sano".
Tra i fattori positivamente associati precedenti alla nascita, elevato indice di massa corporea materno prima della gravidanza, aumento di peso gestazionale, diabete gestazionale e fumo materno.
Un peso alla nascita inferiore a 1500g pare associato a obesità centrale.
Quali altri fattori associati? Saltare la colazione, fare 3 pasti al posto che 5 (quindi fare le merende al posto che soli 3 grandi pasti appare protettivo), scarsa attività fisica, uso degli schermi ("attraverso una maggiore esposizione al marketing alimentare, un aumento del consumo di cibo "senza pensare" mentre si guardano gli schermi, la riduzione del tempo trascorso in attività fisiche, il rafforzamento dei comportamenti sedentari e una riduzione della durata del sonno").
Sono necessari provvedimenti politici per ridurre il tasso di bambini e adolescenti sovrappeso.
In uno studio su 103mila persone, fare colazione tardi aumenta del 59% il rischio di diabete di tipo 2
Ritardare o non seguire una routine nei pasti porta a creare problemi al nucleo soprachiasmatico, il gestore dei ritmi circadiani.
"Il disallineamento circadiano interrompe la regolazione metabolica o l’omeostasi, con conseguente compromissione del controllo del glucosio, aumento dei livelli di insulina, resistenza all’insulina e una risposta al glucosio che imita uno stato prediabetico. In particolare, è stato dimostrato che il consumo tardivo riduce la tolleranza al glucosio e compromette la funzione delle cellule beta pancreatiche nei soggetti portatori della variante a rischio di diabete di tipo 2 MTNR1B. I tempi del consumo di cibo influenzano anche i livelli di pressione sanguigna (BP) e i modelli circadiani. È stato dimostrato che il disallineamento circadiano a breve termine aumenta la pressione arteriosa modulando il sistema nervoso autonomo, riducendo l’attività simpatica e aumentando l’attività parasimpatica. Il disallineamento circadiano diminuisce anche la secrezione di melatonina, che è nota per abbassare la pressione arteriosa. Inoltre, modelli di alimentazione ritardati e irregolari sono associati a livelli più alti di proteina C-reattiva (CRP), un marcatore di infiammazione sistemica legata a pressione alta e altre complicanze cardiovascolari".
Invertire di 12 ore i normali ritmi alimentari porta a sopprimere la leptina e aumentare la grelina, aumentando l'appetito.
In generale "gli studi osservazionali e di intervento suggeriscono che modelli di timing alimentare più precoci (quando si mangia presto) e più regolari possono promuovere la salute cardiometabolica, ma rimangono molte lacune di conoscenza da colmare prima che questi aspetti della crononutrizione possano essere formalmente integrati nelle linee guida e negli approcci di sanità pubblica per la prevenzione delle malattie croniche", ma l'integrazione della crononutrizione nelle linee guida per la popolazione potrebbe portare a vantaggi salutistici non indifferenti.