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domenica 24 maggio 2015

Qualcosa di buono per tutti



Qualunque nutrizionista sa qual è la dieta migliore per te. Niente di più sbagliato.
Tutti sono convinti di avere la ricetta magica e la propria è sempre la migliore. Di solito (in Italia) è la "dieta mediterranea". Che poi non sanno manco cos'è. Ognuno porta studi scientifici a supporto, o la propria esperienza, e si vantano di un successo vicino al 100%. E se non ha funzionato "è colpa sua che non l'ha seguita". 
Per smentire questo la principale prova è che non tutti i nutrizionisti, dietologi ecc sono in perfetta forma, anzi. E la dieta ipocalorica, solitamente usata per far dimagrire, è più dannosa che utile.



https://www.facebook.com/RidiCheTiPassaOfficial%20/photos/a.245212817426.137853.241320977426/10154915924107427/?type=3&theater


Giorni fa leggo di un collega che ribadisce la "superiorità della dieta mediterranea" sulla vegetariana e su qualunque altro approccio, e giustifica l'affermazione citando "qualunque metanalisi" (peraltro non ne ha riportato manco una). In realtà, a parte che l'Accademia di Nutrizione e Dietetica ha ribadito che una dieta vegetariana o vegana ben bilanciata è utilizzabile in qualunque periodo della vita, compreso lo svezzamento e la crescita, le metanalisi non dicono affatto quello, e ad esempio Lancet, rivista prestigiosa, ha messo in evidenza il buon risultato nella gestione del diabete con la dieta tendenzialmente vegana. Che forse è però inappropriata per qualcuno.

forkoverknives.com



Qualcun altro consiglia di aumentare le proteine animali e ridurre i carboidrati e l'indice glicemico, il metodo migliore per dimagrire e mantenere il dimagrimento probabilmente, ma le proteine sono associate anch'esse con aumentato rischio di patologie. E se le mangiamo in un contesto di cereali quasi nullo? Cambia tutto! Infatti le diete low-carb stanno emergendo come efficaci, dopo anni di demonizzazione. E gli spuntini vanno fatti? Non si sa ancora con certezza.

La colazione è probabilmente il pasto più importante che dobbiamo fare per stare bene, tuttavia ci potrebbe essere una piccola parte di popolazione che sta meglio se non la fa. E sicuramente non farla nuoce più a chi è abituato a farla.

La maggior parte delle malattie legate al cibo sono sostanzialmente infiammatorie, e quello che mangiamo può fare da estintore o da benzina sul fuoco dell'infiammazione. Ma tutti abbiamo background genetico ed epigenetico differente, e di conseguenza ognuno ha la diversa tolleranza e reazione anche di fronte agli stessi cibi. L'infiammazione promuove l'accumulo di nutrienti e non il loro utilizzo, quindi l'aumento di peso, ed è alla base di molte malattie tipiche dei nostri tempi.




I fruttariani dovrebbero morire in poche ore, mentre si può dire che riescono a "sopravvivere" (con qualche rischio), che ci siano proteine o siano quasi inesistenti. Il loro corpo si abitua alla penuria di certi nutrienti. Poi magari uno vive 100 anni, un altro fa una vitaccia con perdita della libido, osteoporosi, intolleranza al freddo ecc (segni tipici di ipotiroidismo). I nostri antenati erano sostanzialmente frugivori, e questo probabilmente gli permette di continuare a respirare. In generale abbiamo nei nostri geni una straordinaria capacità di sopravvivenza e di adattamento alle diverse situazioni, ci siamo evoluti per quello. Ma capire quale alimentazione permette ai nostri geni di esprimersi al massimo non è facile.

I nostri sistemi omeostatici e in particolare i nostri sensori metabolici percepiscono ogni variazione nel cibo, e quando sono "abituati" ad avere 70-80 grammi di proteine al giorno, la carenza dovuta a variazione del regime alimentare può esser visto dal corpo come condizione di carestia, con tutte le conseguenze del caso. Ma ancora una volta non tutti reagiscono ugualmente, così qualcuno può sopportare e altri no.
Questo appunto per l'intrinseca possibilità dei nostri geni di adattarsi alle condizioni sfavorevoli.

I valori di riferimento per le popolazioni (conosciuti in Italia come LARN) non tengono conto di queste variabili, e appunto funzionano molto bene a livello di popolazione media, molto poco a livello di singolo. E non sempre sono basati su criteri evidence-based.

Una cosa sicura è che i cibi meno processati sono meglio è. Insomma il più naturale possibile. Forse. Perché in alcuni protocolli autoimmuni (una paleo ancora più restrittiva) si consiglia il riso brillato (raffinato, quello più comune) perché quello integrale è troppo ricco in antinutrienti. E per alcuni sportivi dalle grandi masse muscolari il picco glicemico che si ha in seguito all'introduzione di carboidrati raffinati potrebbe aiutare a costruire massa.

Insomma qualcosa di buono per tutti non esiste, e la bravura di un nutrizionista si ha nella sua capacità di adattare l'alimentazione alle caratteristiche e alle patologie del paziente, non nel dare un prestampato sulla dieta mediterranea. E soprattutto non si deve aver chiusura mentale verso nuovi tipi di approccio, perché abbiamo ancora tantissimo da imparare.
Il digiuno (controllato) ad esempio, cui sono sempre stato contrario, può in determinati casi e soprattutto se effettuato correttamente seguiti da un esperto del settore, essere d'aiuto.

La cosa più importante è che la dieta sia accettabile per il paziente, adattata alle sue esigenze. E rispettare le scelte, etiche o di salute, che un altro fa, senza per forza colpevolizzarlo o bollarlo come "strano", "antiscientifico" o "da ricoverare". Se uno si sente meglio con un certo regime, togliendo alcune classi di alimenti e privilegiandone altri, il nutrizionista non dovrebbe imporgli di cambiare.

Aggiornamento 20/6/2015

La dieta HCG (con gonadotropina corionica) viene caldamente sconsigliata dall'FDA.

Aggiornamento 7/7/2015

Notizie sui bambini vegani malnutriti

Aggiornamento 7/7/2015

Forse si è trovato un modo per capire la dieta più adatta in base ai nostri batteri intestinali.
Aggiornamento 20/10/2015

Le modificazioni epigenetiche che si hanno nel corso degli anni possono aiutarci a capire perché cambia la tolleranza durante l'invecchiamento. Ci stupivamo chiedendoci: "ma perché prima digerivo tutto, non ingrassavo ecc?". Ora cominciamo a intravedere la risposta.

Aggiornamento 20/11/2015

La nutrizione che funziona veramente è personalizzata, e tiene conto del microbiota intestinale, della risposta glicemica (diversa da persona a persona anche in caso di pasto uguale) e dei parametri antropometrici. Le linee guida che danno qualcosa per tutti non servono a nessuno.
Bellissimo il video esplicativo realizzato.



Per capirci, qualcuno ha innalzamento glicemico maggiore col pesce che col riso, per spiegare quanto possono essere diverse le reazioni da una persona all'altra!

Aggiornamento 16/3/2016

"Quello che per qualcuno è cibo per un altro è veleno", Tito Lucrezio Caro, 1° secolo a.C.
A quanto pare 2 millenni fa si era più saggi di oggi.

Aggiornamento 31/3/2016

Volete migliorare il colesterolo con la dieta? Provate (e trovate) quella che fa per voi. Parola di Harvard
Aggiornamento 24/5/2016

Conferme sulla soggettività della necessità degli spuntini e sull'effetto insulinogenico delle proteine: in pratica qualcuno con molte proteine sta bene, altri tendono a ingrassare.
"Un miglior mix di batteri intestinali non è necessariamente la risposta per ogni paziente". Nonostante l'uso di probiotici sia associato al miglioramento di molte malattie non sappiamo cosa è meglio per tutti, per il semplice motivo che le malattie spesso hanno più di una causa.

"Da decenni le linee guida non sono basate sulla scienza", e per curare il diabete bisogna evitare i carboidrati, non i grassi. Non tutti concordano, stranamente.

Aggiornamento 4/6/2016

L'intake proteico porta a reazione iperinsulinemizzante e ipoglicemica in persone con mutazione di alcuni geni (GLUD1, HADH e ABCC8/KCNJ11).

Aggiornamento 4/6/2016

Ottimo effetto di una dieta med ad alto contenuto di grassi (olio EVO ovviamente) e basso di carboidrati sulla circonferenza addominale e sul peso, segnalato dal dott Hyman che parla di funerale delle diete low-carb.

Aggiornamento 17/6/2016

Circulation e BMJ presentano 2 metanalisi che dimostrano come il consumo di cereali integrali sia legato a minore mortalità per tutte le cause.

Aggiornamento 24/6/2016

Un'interessante riflessione di Leonardo Rubini sulla personalizzazione della dieta.

Aggiornamento 2/7/2016

La dieta giusta è quella che può essere più facilmente seguita dal paziente, ma con una riduzione dei cibi insani (cereali raffinati, grassi trans, cibi salati e conservati) e un aumento di quelli sani (cereali integrali, frutta fresca e secca, pesce, vegetali).
Tutte le diete popolari (zona, Weight Watchers, atkins ecc) hanno effetti modesti e simili sul lungo termine. Questo vale anche per la supervantata dieta mediterranea.

Aggiornamento 2/7/2016
"Di tutto un po'" sta ammazzando le persone: quando uno è dipendente da un cibo le deve eliminare, come si fa con le droghe, non prenderne ogni tanto.

Aggiornamento 29/8/2016

Lancet, importante rivista, conferma la difficoltà a trovare un approccio buono e duraturo e la poca affidabilità delle linee guida, che possono generare semplificazioni e generalizzazioni nelle persone ("i grassi sono buoni e i carboidrati cattivi"), chiedendo ulteriori studi su chetogeniche e paleo.
Aggiornamento 11/9/2016

Un nuovo studio suggerisce che, soprattutto per chi assume grandi quantità di cibo, fare più pasti ridotti riduce la mortalità rispetto a chi ne fa pochi grandi. Questo probabilmente perché il corpo non è in grado di metabolizzare grandi quantità di cibo e l'ipercaloricità porta infiammazione.
Si comincia a vedere qualcosa di nutrizione personalizzata in base al genoma.

Aggiornamento 17/9/2016
La perdita di forza legata a quella di massa magra che si ha col dimagrimento si previene con l'allenamento coi pesi e con una alimentazione appropriata, basata sull'alimentazione sana, ma adeguata alla persona: non si possono dare indicazioni uguali per tutti.

Aggiornamento 7/10/2016

21 motivi per mangiare cibo vero e non processato.
Un autore dice una cosa sacrosanta: lo stare a dieta dovrebbe estinguersi (inteso come dieta grammata). Deve invece esistere uno stile di vita sano che privilegi il cibo vero e non processato.
Cosa che accomuna le diete che oggi funzionano: med, vegan, paleo: mangiare soprattutto cibo di origine vegetale, senza esagerare col resto e soprattutto guardando la qualità, evitando la roba processata.




Aggiornamento 14/10/2016

Il dott. Lustig ha introdotto (già alcuni anni fa) un concetto importante: i cibi quando vengono processati hanno le stesse calorie (isocalorici) ma non gli stessi effetti metabolici (ossia non sono isometabolici) nell'organismo.
"La totale ignoranza dell'argomento obesità non ferma alcuni medici dal predicare su di essa".

Aggiornamento 20/10/2016

Un bell'articolo di Luca Speciani su cosa succede quando si è a dieta: non condivido tutto (ad esempio non è vero che le farine integrali hanno 4 volte le proteine di quelle raffinate) ma il tutto è molto comprensibile, in particolare per quanto riguarda gli assetti ormonali.
Ogni tipo di dieta influenza le specie intestinali batteriche, e a loro volta metabolizzano i nutrienti in particolari modi. In questo modo vi è un'interazione reciproca che va a influenzare la salute.

Aggiornamento 1/11/2016

Un interessante articolo che descrive numerose diete, non concordo su tutto però contiene buoni spunti.
Tra le strategie per prevenire l'aumento di peso, l'uso di alimenti ricchi in acqua come frutta e verdura, un'acqua diversa da quella che assumiamo bevendo perché molto più ricca di sali minerali e fibre.

Aggiornamento 6/11/2016

Interessante riflessione dei pediatri italiani: la mancanza di piena evidenza che un trattamento funzioni non significa che un intervento non possa essere consigliato, se privo di effetti collaterali.

Aggiornamento 26/11/2016

Chi ha una malattia a dominanza Th2 (allergie, lupus, alcuni tumori, infezioni da vermi e virali) dovrebbe evitare il tè verde, resveratrolo, curcumina, genisteina, picnogenolo, quercetina. Questi sono noti antiossidanti molto salutari in una popolazione generale, ma potenzialmente dannosi in persone con sistema immunitario sbilanciato.

Aggiornamento 20/12/2016

I legami tra edonismo (piacere nel mangiare) e composizione corporea, che favoriscono il recupero del peso.
Aggiornamento 20/1/2017
"Spostare l'attenzione dalle calorie e dai singoli nutrienti agli alimenti e alla qualità della dieta e reindirizzare gli sforzi verso interventi di popolazione che affrontino le cause alla radice (alimentazione e stile di vita sbagliati) possono ridurre significativamente le pandemie globali di malattie legate all'alimentazione e disabilità"
D. Mozaffarian, il più famoso epidemiologo della nutrizione al mondo
L'importanza della personalizzazione dell'alimentazione.

Aggiornamento 8/2/2017

Per la prima volta una società scientifica, quella dei cardiologi americani, si spinge a dare indicazioni non sulla qualità e quantità dei cibi, ma sull'"ordine" dell'alimentazione. La posizione consiglia di evitare di saltare i pasti, la colazione in particolare, mangiare disordinato, evitare lo spiluccamento, fare un lungo digiuno notturno, utilizzare cibi salutari per gli snack. Approva inoltre il digiuno alternato. Tutte queste pratiche sono viste come preventive delle malattie cardiovascolari.

Le nuove linee guida raccomandano la chirurgia bariatrica per il diabete: è come dichiarare la dietologia classica sconfitta. Non si può dimagrire con una dieta basata solo sull'approccio calorico

Aggiornamento 14/2/2017

Anche secondo Harvard la colazione può non essere opportuna per una parte ristretta di popolazione

Aggiornamento 23/2/2017

L'importanza di recuperare la vecchia flora intestinale, assumere probiotici e personalizzare la dieta per prevenire e curare le malattie. Infatti con la occidentalizzazione della dieta si ha un peggioramento della flora.
Aggiornamento 27/2/2017

Interessante articolo di Arianna Rossoni sulla dieta antinfiammatoria.
Un quantitativo di frutta e verdura doppio rispetto a quello consigliato finora può prevenire oltre 7 milioni di morti in un anno. Le porzioni giornaliere sono 10 da 80g ciascuno, per ridurre qualsiasi causa di morte e in particolare tumori e malattie cardiovascolari.
Particolarmente protettive le verdure crucifere (cavoli, broccoli ecc)

Alcuni modi per fronteggiare il blocco del dimagrimento

Personalizzare la dieta in base ai propri gusti e tratti genetici, dopo averli identificati e divisi in gruppi, questa l'idea di un gruppo di ricerca.
Aggiornamento 2/3/2017

A fare la differenza tra un trattamento e l'altro è, tra le altre cose, il microbioma, il materiale genetico dei nostri batteri intestinali e non solo, composto da più geni di quanto non abbiano le nostre cellule stesse.

Aggiornamento 5/3/2017

Una review dettagliata su come la composizione del microbiota (e i loro metaboliti) influenzi l'utilizzo delle proteine. In alcuni non fanno altro che aumentare gli scarti metabolici, mentre in altri sono necessarie per il buon funzionamento.

Quello che serve è, come al solito, la personalizzazione dell'intervento dietetico!

Aggiornamento 22/3/2017

Un messaggio alle diete pesate da Homer Simpson

Nella popolazione con meno aterosclerosi del mondo, il 72% delle calorie introitate vengono da carboidrati da fonti non raffinate (riso integrale, tapioca, platano, mais) quindi ricche in fibre. La loro dieta ha pochi grassi, e nessuno trans. Le proteine (poche, circa 14% delle calorie totali) vengono dalla caccia e dalla pesca. Morale della favola: non sono per forza i carboidrati a creare problemi. I loro parametri metabolici rimangono ottimali perché non fumano, si muovono tutto il giorno, mangiano cibi veri, sono meno stressati di noi.

Aggiornamento 27/3/2017

Cosa dicono le linee guida per l'obesità degli endocrinologi americani sull'alimentazione? L'obesità è dovuta tra le altre cose, ad una dieta povera in nutrienti (e non solo all'eccesso calorico). Chi ha i trigliceridi alti deve ridurre in particolare i carboidrati e non i grassi. Gli zuccheri e le fonti di carboidrati raffinati dovrebbero essere minimizzati. I grassi trans (si formano negli oli vegetali riscaldati) dovrebbero essere eliminati. La supplementazione con omega 3 purificati è utile per abbassare i trigliceridi. Le opzioni dietetiche sono diverse: Mediterranea, DASH, low-carb, low-fat, high protein, chetogenica, vegetariana, e tutte possono dare buoni risultati.

Aggiornamento 30/3/2017

"L'evidenza scientifica che un'unica dieta sia buona per tutti ("one diet fits all") è scarsa. L'obesità è un disordine multifattoriale che richiede una personalizzazione dell'intervento"

Aggiornamento 3/4/2017

Chi segue la pagina sa bene quanto una flora intestinale sana possa fare la differenza tra salute e malattia. Tuttavia in un nuovo esperimento su animali si è scoperto che anche una flora "disbiotica", in assenza di alterata permeabilità intestinale, può non essere dannosa ma anzi dare più protezione stimolando il sistema immunitario. Questo ovviamente aumenta l'importanza di mantenere una corretta fisiologia della parete intestinale.

Aggiornamento 15/4/2017

Cosa veramente funziona per l'obesità e perché si prende sempre più peso?


Sicuramente non "mangia meno e muoviti di più".

Perché con certi cibi si è destinati a prendere sempre più peso? Questi alimenti danneggiano le reti neuronali che regolano spesa energetica e composizione corporea.
Questi vie diventano sempre meno responsive agli ormoni e segnali dimagranti, ma sempre di più a quelli che favoriscono l'accumulo dei grassi .
Le calorie sono solo una semplificazione senza fondamento, chi ne parla non conosce la fisiologia.

Aggiornamento 3/5/2017
I consigli sullo svezzamento dall'Academy USA
Inoltre consiglia anche di focalizzarsi non sulla quantità di zucchero ma sulla qualità dei cibi, evitando zuccheri aggiunti ma utilizzando i cibi come la frutta che li contengono naturalmente. E lo stesso si dica sui grassi
Aggiornamento 5/5/2017
Chi assume cibo sano (cereali non raffinati, frutta, verdura, olio d'oliva) e ha dei comportamenti corretti (mangia a casa, lentamente, prepara i pasti) ha più probabilità di mantenere il peso perso

Aggiornamento 10/5/2017

In un nuovo studio, il digiuno alternato non dà risultati migliori della semplice restrizione calorica. Ci si dimentica di dire però che in qualcuno può averla data, in altri no, perché nell'effetto statistico i risultati si annullano tra loro

Le fluttuazioni del peso corporeo aumentano il rischio cardiovascolare

Si dovrebbe tenere conto delle sensazioni di appetito e sazietà, perché influenzano la risposta al pasto

Perché alcuni cibi "sani" possono non esserlo per tutti.

Cosa mangia Walter Willett, il più famoso nutrizionista del mondo?

Aggiornamento 16/5/2017

11 motivi per cui il cibo vero (e non processato) aiuta a dimagrire.

Aggiornamento 23/5/2017

Un ripasso alla fisiologia per ricordarci perché non bisogna mangiare meno ma mangiare meglio! "[Quando si mette in atto un taglio calorico] si attivano dei neuroni (ipotalamici) che ci rendono affamati e ci portano a mangiare - ma quando non c'è cibo disponibile, agiscono per risparmiare energia, limitando il numero di calorie che bruciamo e quindi la nostra perdita di peso".

Aggiornamento 29/6/2017


Il glucosio (zucchero che deriva dall'amido ecc) è sempre dannoso? In alcuni tipi di cancro o malattie infiammatorie va a inibire le cellule dendritiche, che hanno talvolta un'importante azione nello stimolare l'infiammazione e alterare la risposta immunitaria. Questo può disturbare il controllo delle cellule tumorali ecc. 
In pratica ridurre lo zucchero può essere deleterio in alcune circostanze, azzerando le nostre difese.
Ecco perché è sbagliato pensare che una dieta cheto o altro possa inibire sempre la crescita tumorale.

Aggiornamento 6/7/2017

Ma i grassi fanno bene o male? Lo decide (come sempre) il tipo di batteri intestinali, regolando la risposta glicemica, infiammatoria ecc

Aggiornamento 8/7/2017

Sempre più verso la nutrizione personalizzata.
Se hai diabete conviene una dieta lowcarb, se hai solo prediabete vanno bene i cereali integrali.


Una revisione dei fattori di rischio ambientali sulle malattie cardiovascolari, oltre alle novità introdotte (cicli stagionali e circadiani, temperature, altitudine, stato socioeconomico, inquinamento, sole, spazi verdi ecc), rimarca l'uso di una dieta prudente (ricca in alimenti vegetali), raccomandando di evitare i grassi trans e ridurre i saturi.

Conclude però dicendo "tuttavia, i meccanismi molecolari e cellulari con cui i costitutivi degli alimenti si intersecano coi fattori di rischio cardiovascolare sono molto complessi e non completamente compresi". 
Aggiornamento 10/7/2017

Una revisione dei pro e contro delle diverse diete. Si conclude con "i consigli universali sono di evitare gli zuccheri e i cibi processati, privilegiare frutta e verdura, proteine magre"

Aggiornamento 19/7/2017

La mutazione di un particolare gene (FADS1) ha aiutato l'essere umano ad adattarsi alle diete post-rivoluzione agricola (circa 10 mila anni fa). Chi non ha questa mutazione dovrebbe probabilmente virare su una dieta più ricca in prodotti animali.

Questo gene permette l'elongazione dei grassi a catena corta, che si trovano nei vegetali, permettendo di fare a meno dei grassi animali che invece hanno catena più lunga

Le complicate cause dell'obesità: Chris Kresser, nonostante sia un appassionato paleosostenitore, spiega come non esista una dieta buona per tutti.
Infatti in molte culture i carboidrati abbondano, ma scarseggiano i grassi.

La dieta migliore è quella che garantisce l'aderenza da parte del paziente, al di là della distribuzione dei macronutrienti.

Aggiornamento 5/8/2017

In generale i fitoestrogeni sono sicuri, ma possono determinare ridotta fertilità maschile e problemi tiroidei in persone predisposte.
Aggiornamento 7/8/2017
Questi i pensieri di un tizio a cui piacerebbe occuparsi di nutrizione:
Non pensiate di aver bisogno di così tante vitamine.
Ne avete anche troppe. Non esagerate con le proteine.
Non ve ne servono così tante.
Non cercate l'equilibrio dei grassi.
Vi complicate la vita.
Non abbiate paura dei carboidrati.
Non mordono.
Non comprate gli integratori.
Non ne avete bisogno.
Non mangiate perché nel cibo ci sono gli antiossidanti.
Il cibo non è una medicina.
Non andate in cerca dei cibi "senza"
Nella maggior parte dei casi non serve a nulla.
Non cadete nell'inganno del "naturale"
Non significa niente.
Non fatevi fregare . 

Il bio non è più sano.
Non abbiate strane nostalgie.
La roba antica non è migliore.
Non fatevi spaventare dalle nuove biotecnologie.
Nessuno vuole attentare alla vostra salute.
Non vi abbuffate dalla mattina alla sera!
Non state per morire di inedia.
Non rimanete incollati alla poltrona.
Muovete quel culo!
E questo quello che veramente raccomanda la scienza:
Scegli i cibi con un'ampia varietà di colori, nelle loro forme più naturali
Evita o riduci drasticamente gli alimenti trasformati
Scegli una dieta, col professionista, che si adatti a te e ai tuoi obiettivi realistici
Consuma grassi sani da fonti corrette
Riduci la carne rossa
Consuma cibi fermentati, probiotici e fibre per tenere l'intestino in salute. 

Aggiornamento 9/8/2017

Anche la ISSN sostiene l'efficacia dei diversi approcci dietetici per il miglioramento della composizione corporea

Aggiornamento 28/8/2017

Nello studio AHS2 fare colazione e pranzo molto abbondanti e poi saltare o fare una cena leggera è associato ad un peso migliore

Aggiornamento 5/9/2017

Come rispondere "da boss" alle più comuni domande sulla nutrizione, specificando che non esiste un'alimentazione uguale e ideale per tutti.


Aggiornamento 6/9/2017

Un nuovo articolo sulla personalizzazione della dieta: le idee più recenti in merito.

Aggiornamento 16/9/2017

Le diete come la paleo e la vegan possono avere successo per la loro ridotta densità calorica ma alta nutrizionale, che permette l'ossidazione dei grassi di riserva.

Aggiornamento 21/9/2017

Individuati milioni di geni nuovi. dove stanno? Nei nostri microbi!

Aggiornamento 22/9/2017

Nel comunicato stampa ADA (Associazione Americana per il Diabete), Jackie Boucher, MS, RD, LD, CDE, vicepresidente presso la Minneapolis Heart Institute Foundation, ha indicato che mancano prove per sostenere che un piano di alimentazione sia meglio di un altro. "Se uno preferisce un piano mediterraneo, vegetariano o con pochi carboidrati è meno importante che trovare un modello alimentare che si adatti alle sue preferenze alimentari e allo stile di vita, che può essere seguito costantemente e che  fornisce l'alimentazione necessaria per una buona salute", ha affermato.

Aggiornamento 24/9/2017

Harvard ci ricorda che la dieta dei gruppi sanguigni non è supportata dalla scienza, ma anche che non sappiamo qual è la dieta giusta per ogni persona

Il nuovo articolo sulle varie diete nel mondo
Tutti gli alimenti, pro e contro delle diete più utilizzate

Aggiornamento 26/9/2017

Una opinion di un medico inglese chiarisce che le diete low carb non hanno grandissima differenza, soprattutto sul lungo termine, nei confronti del diabete. Non hanno grandissima letteratura dietro, sono comunque un'opzione da tenere in considerazione.

Aggiornamento 2/10/2017

Le 8 diete "fad" (alla moda) che possono funzionare.
Secondo uno studio, prendersi una pausa dalla restrizione calorica aiuta nel lungo termine a mantenere il peso
Meglio fare le cose per gradi, a piccoli passi, e non da soli

Chi ha un alto rapporto tra Prevotella Bacteroidetes (quindi maggioranza dei primi rispetto ai secondi) ha più possibilità di dimagrire con una dieta ricca in cereali (e quindi di carboidrati).

Aggiornamento 10/10/2017

Una revisione Cochrane ha concluso che non vi sono sufficienti prove dagli RCT per dire che i cereali integrali prevengono le malattie cardiovascolari.
In ogni caso non ha detto che fanno male, purtroppo a volte dimostrare qualcosa oltre ogni ragionevole dubbio è difficile, e come già detto più volte "assenza di evidenza non corrisponde a evidenza di assenza". Probabilmente le persone a cui non fanno bene compensano quelli a cui fanno bene (chi ha un microbiota integro)

Aggiornamento 31/10/2017

Quasi il 40% degli adulti statunitensi è obeso

Aggiornamento 19/11/2017

Le diete cosiddette FAD ("alla moda") possono essere effettivamente efficaci, anche se mancano i dati al lungo termine. Tra loro troviamo digiuno alternato, detox, paleo

Aggiornamento 1/12/2017

La dieta può essere mirata, in base agli "exomi", secondo nuovi studi. In pratica si evita l'eccesso di aminoacidi, approccio che da anni usa il prof Dioguardi

Aggiornamento 5/12/2017

Bel servizio ieri di Report​ su alimentazione, longevità ecc. Spiega in modo semplice perché c'è confusione negli studio scientifici e la necessità di personalizzare la dieta
Aggiornamento 7/12/2017
"L'obesità è un problema che va al di là di quello che mettiamo nel piatto, non è solo un problema di bilancio calorico.
Gli alimenti influenzano la neurogenesi anche nelle zone che influenzano il metabolismo. Così un'alimentazione ricca di prodotti raffinati riduce le calorie ossidate.
La sedentarietà riduce le calorie ossidate anche da fermi.
Alcuni farmaci, stress, mancanza di sonno e alterazioni del microbiota influenzano l'aumento di peso, anche a parità di calorie introdotte.
Anche la predisposizione genetica gioca un ruolo, ma può essere contrastata con un corretto stile di vita"
Aggiornamento 20/12/2017
Alcune considerazioni su diverse diete famose

Aggiornamento 22/12/2017

Un gruppo di ricercatori olandese ha messo in evidenza che il livello infiammatorio della dieta stimola il recupero del peso perso, al di là dei macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati) e delle calorie. 
Nello studio chi ha usato cibi associati ad infiammazione ha recuperato molto più peso di chi ha usato cibi non infiammatori, anche tenendo conto dell'attività fisica.

Aggiornamento 10/1/2018

Alcune considerazioni sulle diete più usate per gli sbilanciamenti ormonali.

Aggiornamento 26/1/2018
Forse arriveremo ai test genetici per personalizzare la dieta, ma i comportamenti contano molto di più (90% secondo Mozaffarian)

Aggiornamento 10/2/2018

Ѐ difficile seguire una dieta con "tutto in moderazione" perché la moderazione è un concetto difficile 🌝
Aggiornamento 17/2/2018

Il modello stocastico come essenziale per la gestione della salute e della composizione corporea

Aggiornamento 21/2/2018

Uno studio non è riuscito a dimostrare se, con alcuni tratti genetici, in particolare riferiti alla secrezione insulinica, sia conveniente utilizzare una dieta low carb o low fat. Dopo un anno si è concluso con un pareggio 😏
"Nel contesto di questi 2 comuni approcci dietetici per la perdita di peso, nessuno dei 2 fattori ipotizzati come predisponenti sono stati utili per identificare quale dieta era meglio per chi".
Si trattava in entrambi i casi di diete definite "salutari", in cui i ricercatori hanno spinto per massimizzare l'apporto di vegetali e cibi veri (non industriali) e minimizzare quello di alimenti raffinati.
È stato raccomandato di avere uno stile di vita attivo, ma non è stato mai detto esplicitamente di ridurre le calorie, segno che il corpo è capace di dimagrire nel contesto di una dieta sana anche senza stare a contarle, puntando più sulla qualità del cibo che sulla sua quantità.

Aggiornamento 14/3/2018

La chiave per raggiungere la perdita di peso nel tempo è ancora la personalizzazione della dieta

Aggiornamento 13/4/2018

Perché col cibo spazzatura qualcuno ingrassa e altri no?
Alcuni ricercatori hanno scoperto che l'alimentazione ad alto contenuto di grassi (di tipo occidentale) stimola la crescita di batteri che aumentano la secrezione di enzimi digestivi e così l'assorbimento dei grassi.
Questi enzimi digestivi consentono il rapido assorbimento di cibi densi di calorie. Contemporaneamente, i microbi rilasciano composti bioattivi. Questi composti stimolano le cellule  nell'intestino ad assorbire i grassi. Nel tempo, la presenza costante di questi microbi  porta a ipernutrizione e obesità.
"I topi senza germi, anche se alimentati con una dieta ricca di grassi, non erano in grado di digerire o assorbire cibi grassi. Non sono ingrassati. Invece, avevano elevati livelli di lipidi nelle loro feci".
L'abbondanza di altre famiglie batteriche è diminuita con una dieta ricca di grassi, tra cui Bifidobacteriacaea e Bacteriodacaea, che sono comunemente associati alla magrezza.
Quando nei topi senza germi sono stati successivamente introdotti i microbi che contribuiscono alla digestione dei grassi, hanno rapidamente acquisito la capacità di assorbire i lipidi.
"Questo lavoro ha implicazioni importanti nello sviluppo di approcci per combattere l'obesità", concludono gli autori. Ciò include la riduzione dell'abbondanza o dell'attività di alcuni microbi che favoriscono l'assorbimento dei grassi o l'aumento dell'abbondanza di microbi che possono inibire l'assorbimento dei grassi.


"Direi che quello che emerge in generale è il concetto che ciò che mangiamo - la nostra dieta su base giornaliera - ha un profondo impatto sull'abbondanza e sul tipo di batteri che ospitiamo nel nostro intestino", ha detto Kristina Martinez-Guryn, PhD , autore principale dello studio, e ora assistente alla Midwestern University di Downers Grove, Illinois. "Questi microbi influenzano direttamente il nostro metabolismo e la nostra propensione a ingrassare con alcune diete"

Aggiornamento 9/4/2018

Se un farmaco funziona o meno potrebbe dipendere anche dall'orario di somministrazione. "Il più grande studio di cronoterapia antitumorale finora condotto ha testato la cronoterapia o la chemioterapia convenzionale in 564 persone con carcinoma del colon-retto metastatico. Nel complesso, ha trovato che i tempi di sopravvivenza erano simili in entrambi i gruppi. Ma quando i risultati sono stati suddivisi per sesso, il rischio di morte prematura è calato del 25% per gli uomini mentre è aumentato del 38% per le donne".

Aggiornamento 28/4/2018
Difetti nell'autofagia sono comuni nell'obesità, e possono essere uno dei motivi per cui non si dimagrisce solo tagliando le calorie (alterazione delle vie metaboliche che coinvolgono mTOR, AMPK, reticolo endoplasmatico, mitocondri, aminoacidi ramificati ecc.

Aggiornamento 15/5/2018

"Non sono le calorie che ingeriamo a influenzare il peso: sono le calorie che digeriamo (assorbite dall'intestino). Aumentando o diminuendo la quantità di fonti di energia digeribili, in particolare i monosaccaridi e gli acidi grassi a catena corta, i batteri intestinali influenzano il numero di calorie assorbite dall'uomo".
L'articolo prosegue legando al microbiota diabete, aterosclerosi e pressione alta.

Aggiornamento 18/5/2018
Finalmente una società scientifica mette nero su bianco che le calorie da zucchero sono più dannose delle altre per la salute cardiovascolare, anche senza aumento di peso.
Questo perché stimolano la produzione endogena di grassi (lipogenesi) e la deposizione di grasso viscerale.
Aspettiamo l'intervento del nostro ministro della salute che ci avvertirà che tagliare lo zucchero danneggia le industrie (soprattutto quelle farmaceutiche).
Inoltre, dopo il dimagrimento, la dieta ad alto indice glicemico (pur facendo perdere ugualmente peso) facilita il recupero del peso perso, a causa della ipersecrezione di insulina.
Non vi è sufficiente evidenza che i dolcificanti favoriscano l'aumento di peso.
Gli omega 6 sono protettivi rispetto ai grassi saturi.
Le conclusioni del Position Statement consigliano politiche per la prevenzione dell'obesità (favorire la diffusione dei cibi salutari rispetto a quelli insalubri e poveri di nutrienti) e la personalizzazione dell'alimentazione, in particolare a seconda del metabolismo glucidico
Aggiornamento 12/6/2018

Che succede se controlliamo il microbiota prima e dopo una dieta?
La fibra è quella che lo migliora, ma il cambiamento dipende anche dalla situazione iniziale.

"La risposta del microbiota all'intervento dipendeva dallo stato iniziale del microbiota. Questi risultati aprono la strada allo sviluppo di una dieta personalizzata".

Aggiornamento 17/6/2018

Le persone con una certa variante del gene APOA2 (implicato nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo) tendono a ingrassare e avere malattie cardiovascolari con una dieta ricca in grassi saturi.
Queste persone probabilmente non hanno buoni risultati con dietachetogenica, lowcarb o paleodieta
Aggiornamento 20/6/2018

Un test sul sangue ci dirà se una persona segue la dieta o no.
Tempi duri per i bugiardi!
Molti esperti concordano sul fatto che sia troppo presto per la nutrizione personalizzata (che non vuol dire che non funzioni, ma solo che abbiamo ancora troppi pochi elementi a disposizione).

Aggiornamento 13/7/2018
La dieta che tiene conto della qualità rende più facile dimagrire senza contare le calorie

Aggiornamento 19/7/2018

Il diabete gestazionale è una condizione che può favorire un eccessivo accrescimento del feto e può essere predittivo di diabete nella mamma negli anni a venire.
Circa un terzo delle gravide riesce a controllare la glicemia con lo stile di vita (dieta ed esercizio fisico adeguati).
ACOG e Endocrine Society consigliano una dieta low carb, mentre ADA non dà indicazioni diverse dalle classiche.
Solitamente si consiglia quindi di limitare gli zuccheri ma questo porta ad aumentare i grassi, cosa che può dare comunque resistenza insulinica.
Gli ultimi studi consigliano una dieta povera di grassi saturi e zuccheri, ma ricca di cereali integrali che, grazie alla fibra e al basso indice glicemico, riducono le glicemie postprandiali.
Queste indicazioni devono ancora essere verificate in donne sovrappeso o prediabetiche

Aggiornamento 26/7/2018

I differenti esiti della dieta DASH in diverse nazioni porta a pensare che anch'essa debba essere personalizzata in base alle esigenze, tradizioni e abitudini locali

Aggiornamento 24/9/2018

Ci dice Kevin Hall, l'idolo di chi pensa che una caloria sia sempre una caloria: "Diete con una maggiore quantità di proteine ​​possono offrire benefici per il mantenimento della perdita di peso, in particolare quando la dieta ha un basso indice glicemico. Il mantenimento della perdita di peso potrebbe essere migliorato perché le proteine hanno più elevato effetto ​​sulla sazietà rispetto ai carboidrati e ai grassi" e "Sfortunatamente, le interazioni tra dieta e biologia per la perdita di peso non sono sempre riproducibili e probabilmente spiegano solo una frazione della variabilità individuale".

Aggiornamento 25/9/2018

Interessante articolo sui miti riguardanti l'obesità. Eccoli:
L'obesità è una condizione autoinflitta. I pazienti  mangiano in modo incontrollabile e sono gli unici responsabili di questa condizione
  • La gestione del peso è una semplice equazione matematica: peso = consumo di energia (cibo consumato) - produzione di energia (esercizio eseguito).
  • L'obesità è il risultato di una mancanza di autodisciplina dovuta alla dipendenza da cibi eccessivi o malsani.
  • L'obesità è un problema riscontrato solo nelle nazioni sviluppate, dove esiste a causa dello sfruttamento da parte dell'industria alimentare.
  • Le modifiche dietetiche sono mode che sono destinate a fallire e non hanno alcun supporto scientifico.
  • L'obesità è iniziata solo negli ultimi 30-50 anni e non esisteva affatto prima di allora.
  • Se i pazienti non stanno perdendo peso con la dieta e l'esercizio fisico, è perché non stanno provando abbastanza o stanno barando sulle loro modifiche dello stile di vita.
  • La chirurgia bariatrica è una procedura estetica che funziona semplicemente riducendo le dimensioni dello stomaco ed è troppo rischiosa, senza alcun beneficio significativo per la morbilità o la mortalità.
È stato infatti dimostrato che il peso non è solo un'equazione matematica, ma è associato al ruolo cruciale della fisiologia alterata.

Continua poi:
Il trattamento deve essere individualizzato
È importante rendersi conto che per molti pazienti l'obesità è multifattoriale. Esiste un'ampia eterogeneità nelle cause e nella manifestazione dell'obesità, che porta a un'ampia variabilità interpaziente nella risposta a diverse strategie terapeutiche. È per questa precisa ragione che la gestione dell'obesità deve essere personalizzata per ciascun paziente.
È con questa nozione che, andando avanti, dobbiamo capire che l'obesità è una malattia multifattoriale. Dobbiamo accettare che non si tratta semplicemente di una condizione derivante dalla "dipendenza da cibo". In effetti, sono state identificate più di 100 eziologie dell'obesità e abbiamo semplicemente graffiato la superficie al riconoscimento dei fattori causali.

Aggiornamento 28/9/2018

La dieta low carb nei diabetici è molto più efficace se addizionata con 6g di olio di pesce (circa 3,6g di omega3) al giorno

Aggiornamento 5/10/2018

Un nuovo strumento che può verificare la reazione metabolica all'introduzione dei diversi nutrienti.

Aggiornamento 6/10/2018

Per anni ci hanno detto di mangiare "tutto in moderazione", ma oggi si scopre che questo consiglio non aveva nessun supporto scientifico. Che vuol dire moderazione? Per qualcuno può essere una volta al giorno, per altri una volta a settimana, per altri ancora una al mese.
L'evidenza attuale, riportata da un'indicazione ufficiale della American Heart Association, dimostra che un'alta diversità di alimenti non significa maggiore salute né nutrizione ottimale. Anzi può significare introduzione di cibi poco sazianti che ci portano a mangiare di più, ridurre i nutrienti e favorire l'aumento di peso soprattutto negli adulti . In pratica è finita l'epoca di tutte le calorie sono uguali.

Quindi le nuove indicazioni si concentrano sul privilegiare i gruppi di alimenti ricchi di nutrienti (frutta e verdura, cereali integrali, latticini sgrassati, pollame e pesce, oli vegetali non tropicali) e ridurre cibi preparati e poveri di nutrienti, contenenti grassi saturi o peggio trans, sodio, carni rosse, dolci e bevande zuccherate.

Aggiornamento 17/11/2018

Un onesto confronto tra diete low carb e low fat, con i vantaggi e gli svantaggi di entrambe.
Alla fine ad essere premiata è la qualità della dieta, la focalizzazione sul privilegiare alimenti non processati, evitare soprattutto i grassi trans. Chi abbia problemi di insulina potrebbe trarre giovamento da diete con pochi carboidrati, mentre le persone sane possono spaziare in un ampio range di percentuali di grassi e carboidrati senza accusare problemi (flessibilità metabolica).
Le diete chetogeniche sono particolarmente indicate per chi abbia difficoltà metaboliche coi carboidrati.
Le diete low carb ben formulate non hanno bisogno di eccessi di proteine in più, coprendo i fabbisogni calorici grazie alle fonti di grassi buoni.
Rimangono rilevanti questioni sull'epidemiologia nutrizionale, che potranno essere risolte solo con investimenti che dovrebbero essere prioritari nella ricerca medica.

Aggiornamento 26/11/2018

La "non dieta" è un approccio che può funzionare

Aggiornamento 3/12/2018

La convenienza ad usare una dieta con pochi grassi o con pochi carboidrati per dimagrire dipende dalla soggettiva sensibilità al glucosio e all'insulina

Aggiornamento 10/12/2018

Le diete utilizzate come supporto da molti pazienti (cheto, paleo, vegan, macrobiotica, alcalina) pur non avendo sempre riscontro scientifico possono comunque coincidere parzialmente con le linee guida AICR e ACS e quindi essere usate allo scopo

Aggiornamento 12/12/2018

Nel futuro della scienza della nutrizione, "basandoci sull'evidenza degli effetti  di diversi alimenti, metodi di lavorazione e schemi dietetici, stanno emergendo nuove priorità per la ricerca. Questi includono una composizione dietetica ottimale per ridurre l'aumento di peso e l'obesità; interazioni tra prebiotici e probiotici, alimenti fermentati e microbiota intestinale; effetti di specifici acidi grassi, flavonoidi e altri composti bioattivi; la nutrizione personalizzata, in particolare per lo stile di vita, i fattori socioculturali e microbiologici; e le potenti influenze del luogo e dello stato sociale sulle disparità nutrizionali e patologiche", le "evidenze crescenti suggeriscono che, nel  lungo periodo, la composizione qualitativa della dieta può essere un punto più importante delle calorie a causa delle diverse influenze di diversi alimenti nelle vie di controllo del peso come sazietà, ricompensa, risposte glicemiche, microbioma e funzionalità epatica".

A proposito dei cibi salutari:
"La sfortunata verità (o è una fortuna?) È che pochissimi alimenti sono "sani" o "malsani". Gli esseri umani non mangiano cibi altamente tossici in tempi moderni, come la manioca non trattata o i legumi preparati in modo improprio. Gli alimenti che mangiamo tendono ad avere una varietà di proprietà che promuovono la salute e che danneggiano la salute, che possono variare in base allo stato di salute, alla genetica e a troppe altre variabili da contare. Questo messaggio potrebbe non essere abbastanza semplice da diffondere alle masse, ma se si diffonde a poche persone intorno a te, questo è un utile passo da seguire.

Aggiornamento 30/12/2018

Vanno meglio i grassi saturi (come quelli presenti nel burro) o gli insaturi (come quelli presenti negli oli vegetali)? secondo Tim Spector dipende dall'interazione tra la nostra genetica e il microbiota

Aggiornamento 11/1/2019

Uno studio su 300 persone è riuscito a mettere in relazione il metabolismo glucidico con il successo nella perdita di peso.
Le persone con glicemia alta ma insulina bassa perdono più peso (13 kg  dopo 2 anni) con una dieta low carb ad libitum (senza contare le calorie) mentre chi ha insulina alta ha convenienza a usare una dieta ipocalorica con pochi grassi.

Aggiornamento 21/1/2019

Le differenze per età, sesso e condizioni fisiopatologiche nel consumo di energia

Quali sono i fattori che aumentano le chance di successo nella perdita di peso?
Alti livelli di attività fisica, corretta alimentazione, pesarsi spesso, soddisfazione del risultato ottenuto, bassa novelty seeking (ricerca di stravaganze ed emozioni forti), aderenza allo stile di vita, farsi aiutare da gruppi e terapisti specializzati.
Quelli che invece favoriscono il recupero: mangiare spesso fuori casa, soprattutto agli all you can eat, utilizzare snack o pasti genericamente ricchi di grassi
Per quanto riguarda il microbiota, avere più Firmicutes genericamente si lega ad un peso più alto e l'aumento dell'Akkermansia al successo nella dieta.
Entrando specificamente nella dieta, non ci sono grandi differenza tra lowcarb e lowfat nel lungo periodo, mentre la presenza di cibi infiammatori come quelli industriali aumenta le probabilità di recupero del peso
In generale comunque non esiste una dieta che vada bene per tutti.

Aggiornamento 12/2/2019
Spesso parliamo di indice glicemico, in riferimento a quanto un cibo stimoli un rialzo della glicemia. Ma le ricerche dimostrano che il picco glicemico postprandiale cambia a seconda di quello che mangiamo in relazione al tipo di microbi intestinali.
Così in futuro sarà possibile determinare la nutrizione personalizzata incrociando i dati dei nostri geni con quelli dei nostri microbi, e sapremo esattamente cosa mangiare per rimanere in salute.

Aggiornamento 4/3/2019

Le cause dell'obesità sono più complesse di quanto si pensi, e dare la colpa al paziente è troppo facile e riduttivo.
"Incolpare il cibo di causare l'obesità è come incolpare l'assunzione di acqua per l'edema (ritenzione di liquidi). Così come esiste un sistema che bilancia i liquidi, ne esiste uno che bilancia i nutrienti (o calorie, in maniera semplificata). Un individuo con una compromissione del bilancio energetico troverà più facile aumentare di peso con un cibo denso di energia rispetto ad un altro individuo che mangia lo stesso cibo che non ha una compromissione del bilancio energetico.
I cibo in sé non causa l'obesità, ma il cibo consente all'obesità di manifestarsi, proprio come l'acqua consente al difetto nelle funzioni cardiache o renali di esprimere edema, o come un carico di glucosio consente l'individuazione di un difetto nel metabolismo glucidico nella diagnosi del diabete.
Sebbene l'obesità abbia molte cause, il suo attuale trattamento prevede la creazione di un deficit energetico riducendo l'assunzione di cibo. Il fatto che la riduzione dell'assunzione di cibo possa produrre perdita di peso è spesso considerata la prova che l'obesità è causata dal cibo. Tuttavia, ciò non dimostra il suo ruolo nel causare l'obesità. Spesso, causa e trattamento non sono due facce della stessa medaglia. Un'esposizione eccessiva alle radiazioni UV può contribuire al cancro della pelle, ma il suo trattamento non prevede il posizionamento di una persona in una stanza buia, al riparo dalla luce solare.
Il bilancio energetico, soprattutto a lungo termine, non dipende dalla volontà. 
Un malinteso popolare è che l'aumento di peso può essere previsto utilizzando una semplice quantità di calorie: se guadagni mezzo kg, hai introdotto 3500 calorie in più del tuo fabbisogno.
Non proprio. Lo studio "Vermont prisoner" è stato uno dei primi studi che mostra quanto sia difficile rendere i partecipanti disposti ad aumentare di peso grazie alla sovralimentazione forzata. Sebbene convenzionalmente si calcoli che 3500 calorie in eccesso portano a mezzo kg di aumento di peso, questi partecipanti hanno richiesto un surplus di calorie molte volte maggiore per ottenere 2kg.

Bouchard e colleghi hanno riportato un altro esempio così convincente. Hanno arruolato due partecipanti gemelli che sono stati sottoposti a un overfeeding forzato di 84 giorni. Sotto costante monitoraggio e sorveglianza, i partecipanti hanno ricevuto un surplus di 1000 kcal al giorno.
L'aumento di peso calcolato atteso durante lo studio era di 12 kg. Invece l'effettivo aumento di peso  è stato tra i 5 e i 15 kg. Nonostante l'identica assunzione di cibo in eccesso, alcuni individui erano molto resistenti allo stoccaggio di energia in eccesso, mentre altri avevano una fisiologia molto favorevole per aumentare di peso.
Il corpo ha dei meccanismi per resistere ai cambiamenti nei depositi di energia del corpo, che possono deviare dalle "aspettative matematiche" basate sui calcoli nell'assunzione di calorie. Leibel e colleghi  hanno dimostrato che i corpi sovralimentati hanno resistito all'aumento di peso rispondendo con un  aumento del tasso metabolico.
In alternativa, in caso di  dieta dimagrante, il tasso metabolico si è  ridotto e la perdita di peso è stata contrastata. Questi studi suggeriscono che meccanismi al di là del controllo volontario di una persona regolano le riserve di energia e possono rendere più facile o più difficile per i diversi individui aumentare di peso (o perderlo).
Non è solo una questione di forza di volontà. Se ci venisse chiesto di ridurre la frequenza di respirazione a 10 volte al minuto invece dei soliti 16-18, saremo certamente in grado di rispettare. La domanda cruciale è, per quanto tempo?
Allo stesso modo, è un compito arduo aspettarsi che una persona mangi sostanzialmente meno di ciò che il cervello, l'intestino e la fisiologia della persona stanno chiedendo, per mesi e anni. Questo non è un problema di forza di volontà solo per pochi eletti; è irrealistico e insostenibile per la maggior parte degli individui.
Così come per ogni tipo di tumore esiste un trattamento diverso, esistono diversi tipi di obesità  ed eccesso di adipe, con diverse cause. " Le obesità" richiedono che le varie cause e  siano identificate per un trattamento efficace.
Gli attuali trattamenti per l'obesità comprendono la gestione della dieta e dello stile di vita, alcuni trattamenti farmacologici e la chirurgia bariatrica. Si tratta di approcci di trattamento generico indipendentemente dalla causa. Se le singole cause dell'obesità dovessero essere correttamente identificate, il trattamento potrebbe essere diretto alle cause specifiche, che potrebbero essere più efficaci degli approcci attuali.

Aggiornamento 22/3/2019

Due medici statunitensi si sono presi la briga di dare qualche suggerimento "pratico", al di là delle solite rigide linee guida che sono utili solo nei casi da manuale e non nel modo reale. "Consigliare ai pazienti di "mangiare di meno e fare più esercizio fisico" non è di aiuto, specialmente per i pazienti affetti da disturbo da alimentazione incontrollata, esperienze e traumi infantili avversi, aumento di peso indotto dal farmaco e altri fattori comuni di aumento di peso. Dovrebbe essere utilizzato un approccio clinico di risoluzione dei problemi, con un occhio rivolto all'identificazione delle cause e dei punti di leva. Individuare una cronologia del peso ed esplorare la traiettoria del peso del paziente, ciò che ha contribuito all'aumento di peso, a ciò che ha o non ha funzionato nel passato e alle barriere che possono ostacolare i cambiamenti comportamentali sostenuti". "Poiché le evidenze attuali non definiscono una "dieta migliore", ai pazienti si dovrebbe consigliare su come ridurre in modo strategico l'apporto energetico all'interno di un modello dietetico che sia ragionevolmente accattivante e conveniente. Resta importante incoraggiare l'assunzione di cibi integrali e ridurre al minimo i cibi industriali e gli zuccheri aggiunti. Aiutare i pazienti a gestire le aspettative è importante; mentre il raggiungimento di un peso "normale" non è realistico per molti pazienti, la perdita di peso dal 5% al 10% è spesso raggiungibile, sostenibile e migliora la salute". Nelle visite successive alla prima, che sono molto importanti, "I medici dovrebbero offrire supporto e monitorare il peso e altre misure, come cambiamenti nella circonferenza della vita e fattori di rischio legati al peso, nonché i miglioramenti soggettivi in termini di energia, mobilità e sintomi di dolore cronico".


Aggiornamento 5/4/2019

Un caso eclatante di effetto soggettivo legato alle condizioni di salute. Fitoestrogeni e composizione corporea dopo la menopausa: nelle donne sane sembrano ridurre lievemente il peso, mentre in caso di problemi metabolici (ipertensione, diabete o dislipidemia) favoriscono l'aumento

Aggiornamento 6/5/2019

Chi ha molte copie del gene per l'enzima amilasi salivare tende ad avere una diversa flora, con ricchezza di Ruminococcus, che tendono a far ingrassare perché degradano l'amido resistente e fanno assimilare più calorie. Hanno inoltre più Porphyromonas, batteri associati alle parodontiti.
Queste persone probabilmente starebbero meglio con una dieta low-carb.
Aggiornamento 5/6/2019
Una scoperta può aiutarci a capire se le persone hanno convenienza a utilizzare una dieta con pochi carboidrati o meno.
Un gene, CLTCL1, che codifica per una proteina che modula l'effetto dell'insulina sui carboidrati, può avere una mutazione. Questa mutazione si è probabilmente diffusa dopo che la specie umana ha iniziato a utilizzare l'agricoltura, ed è quindi passata a diete con più alto quantitativo glucidico rispetto a quelle da cacciatore-raccoglitore.
"I ricercatori dicono che mentre questa variante genetica non gioca un ruolo diretto nello sviluppo del diabete, avere la variante più antica può rendere le persone più suscettibili a sviluppare il diabete, e può anche esacerbare la resistenza all'insulina coinvolta nel diabete [con le diete moderne]".
"La versione precedente di questa variante genetica probabilmente era utile ai nostri antenati in quanto avrebbe aiutato a mantenere livelli più elevati di zucchero nel sangue durante i periodi di digiuno, in tempi in cui non avevamo un accesso così facile ai carboidrati, e questo ci può aver aiutato ad evolvere il nostro cervello", ha detto un autore, il dott. Matteo Fumagalli.
La mutazione è più diffusa tra le popolazioni occidentali ed è molto rara tra le tribù di cacciatori-raccoglitori moderne.
Aggiornamento 13/6/2019

Uno studio compiuto su migliaia di gemelli dimostra che le linee guida dietetiche classiche e uguali per tutti siano troppo semplicistiche e che un approccio personalizzato alla nutrizione possa fornire migliori benefici a lungo termine per la salute.
I ricercatori hanno misurato i livelli ematici di zucchero, insulina e lipidi in risposta a pasti specifici, incrociandoli con i dati su attività, sonno, fame e batteri intestinali (microbioma) in migliaia di partecipanti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, per lo più coppie di gemelli.
"I risultati rivelano un'ampia variazione nelle risposte del sangue agli stessi pasti nelle diverse persone, sia che contenessero carboidrati o grassi.
Ad esempio, alcuni partecipanti hanno avuto aumenti rapidi e prolungati della glicemia e dell'insulina, che sono legati all'aumento di peso e al diabete. Altri avevano livelli di grasso che hanno raggiunto il picco e persistevano nel flusso sanguigno ore dopo un pasto, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Questa risposta era dovuta solo parzialmente a motivi genetici, visto che cambiava anche tra gemelli. La variabilità era quindi attribuibile anche al microbiota.
Sorprendentemente, le proporzioni di nutrienti come grassi, proteine e carboidrati elencati nelle etichette degli alimenti spiegano meno del 40% delle differenze tra le risposte nutrizionali degli individui ai pasti con quantità simili di calorie. Ci sono anche grandi differenze nelle risposte agli stessi pasti a seconda dell'ora del giorno in cui vengono mangiati.
I risultati suggeriscono che le differenze personali nel metabolismo dovute a fattori come il microbioma intestinale, la tempistica dei pasti e l'esercizio fisico sono  importanti quanto la composizione nutrizionale degli alimenti, sostenendo l'idea che la semplice etichettatura nutrizionale  è insufficiente per valutare il cibo".
È stato così messo a punto un algoritmo (dalla società ZOE) che può prevedere in base ai parametri personali quale sia l'alimentazione più appropriata
Il dott. Andrew Chan, professore di medicina presso la Harvard Medical School e  gastroenterologo del Massachusetts General Hospital, ha dichiarato: "È rassicurante che il nostro corredo genetico spieghi solo parzialmente come il nostro organismo risponde al cibo, sottolineando che il nostro metabolismo non è fisso - abbiamo il potere di cambiarlo. Una strada eccitante è quella di adattare le nostre diete ai batteri nel nostro intestino che ci aiuta a metabolizzare i nutrienti ".
"Per la maggior parte di noi, il cibo che mangiamo è la medicina più importante che prendiamo, eppure siamo tutti profondamente confusi su ciò che è buono per noi. Crediamo che unire scienza e intelligenza artificiale possa aiutarci, comprendendo per la prima volta le nostre risposte individuali al cibo ", ha detto il co-fondatore e CEO di ZOE, Jonathan Wolf.
Tuttavia per qualcuno appare ancora troppo presto

Aggiornamento 23/6/2019
In un piccolo studio, la dieta lowcarb migliora i parametri della sindrome metabolica indipendentemente dalla perdita di peso
Aggiornamento 24/6/2019
Ogni persona ha una variazione soggettiva del microbiota in risposta all'ingestione di cibo, anche con gli stessi pasti. Ecco uno dei motivi per cui qualcuno reagisce bene a una dieta e altri stanno meglio con altri tipi di diete.
Aggiornamento 7/7/2019
Le tendenze alimentari si sono spostate verso diete ad alto contenuto proteico, perché ritenute alternative più sane e meno "ingrassogene" rispetto a carboidrati e grassi. Secondo questo esperimento su umani sani la situazione è però più complessa.
Infatti gli studiosi hanno messo in evidenza come 3 aminoacidi, leucina, glutammina e glutammato, spingano la DNL (de novo lipogenesis), ossia la sintesi di grassi da parte del fegato.
Questo succede tramite la modulazione di mTOR, un sensore cellulare dei nutrienti, e può portare nel tempo a fegato grasso, ipertrigliceridemia e aumento di peso.
Aggiornamento 22/7/2019
La paleodieta potrebbe essere associata con peggioramento del microbiota intestinale (riduzione dei bifidobatteri) e aumento di TMAO, un metabolita che aumenta il rischio cardiovascolare. Questo conferma la mia idea che non sia necessariamente la dieta più adatta a tutti. E soprattutto va fatta seguendo le indicazioni di una persona esperta.

Aggiornamento 30/7/2019

Mi sono giunte critiche da chi mi dice che una volta mi schiero con la dieta vegana, un'altra con la paleo ecc.
Ci tengo a precisare che non mi schiero con nessuno. Faccio solo divulgazione scientifica. Gli studi che mi capitano sotto mano li riassumo e li pubblico (a proposito, è inutile che li condividete senza la spiegazione in italiano, nessuno vi calcolerà). Pubblicare solo ciò che fa comodo ed evitare quello che contrasta con la propria idea si chiama cherry picking, ed è la morte della scienza. Per questo cerco di pubblicare soprattutto metanalisi, ossia uno studio che faccia "una media" di più studi e sia per questo più credibile.
La mia idea è che non esista una dieta idonea o migliore per tutti, e l'ho scritto anni fa.
Sembrerà strano, ma la paleo fatta bene è più plant-based di qualsiasi altra dieta, soprattutto dei menu delle mense dove un pomodoro a fette dovrebbe rappresentare un'insalata.

La dieta plant based, che non significa necessariamente vegana, va di solito bene in persone sane. Ma se avete certi polimorfismi genetici (metabolismo dei grassi polinsaturi), molte copie di amilasi e scarsa conversione di betacarotene in retinolo probabilmente non fa per voi.
Se avete problemi di tiroide potrebbe essere necessario aumentare carne e pesce. Ma ogni caso è a sé. Se avete tolto il glutine è state meglio, non vuol dire che l'intera popolazione mondiale debba privarsi del grano, così come se avete tolto i prodotti animali e non vi reggete in piedi altri non ne possano trarre vantaggio.
In ogni caso solo il nutrizionista competente dovrebbe decidere quale dieta attuare.
Ultima cosa: non si consigliano dosaggi su Facebook.
Aggiornamento 26/8/2019
Secondo una metanalisi di studi controllati i cereali integrali non aiutano a dimagrire. Questo va a complicare il quadro, visto che sono normalmente consigliati nelle linee guida attuali. Probabilmente è vero che in certe persone va meglio una astinenza, almeno temporanea, dai carboidrati, ma in alcuni sappiamo bene come funzionano. Le condizioni dei trial poi sono sempre diverse dalla realtà. Inoltre è stata data una definizione bizzarra di "cereale integrale", che inseriva dal cereale a chicco ai biscotti integrali, che di integrale poco hanno 🤦‍♂️🤦‍♂️


Aggiornamento 29
/8/2019

Un nuovo studio ha messo in mostra come una paleodieta (PD) in chiave moderna (senza cereali e legumi) possa migliorare il microbiota in confronto a quello di persone con una tipica dieta occidentale. Gli autori scrivono che si evidenzia un ritorno di specie che sono quasi scomparse nel nostro intestino, come Akkermansia, ma anche di batteri che proliferano coi grassi e metabolizzano i sali biliari. Aggiungono inoltre "Sebbene diversi studi abbiano suggerito interessanti potenziali benefici della dieta paleo nei pazienti obesi e con diabete di tipo 2 a medio e lungo termine (cioè aumento della sensibilità all'insulina, vantaggi nel controllo glicemico e riduzione della massa grassa totale e dei livelli di trigliceridi), particolare attenzione deve essere posta quando si seguono a lungo le diete paleolitiche con percentuali di macronutrienti così lontane dalle raccomandazioni nutrizionali, almeno fino a quando studi longitudinali più completi in coorti più grandi, compresi studi controllati randomizzati, avranno valutato pienamente l'impatto della PD sulla salute dell'ospite".
Aggiornamento 1/9/2019

Secondo una metanalisi che ha incluso 8 studi che confrontavano la paleodieta (PD) con diete standard, La PD ha ridotto gli indici antropometrici (peso, BMI, circonferenza addominale e percentuale di grasso corporeo), la pressione sanguigna, il profilo lipidico (colesterolo totale, LDL, trigliceridi; aumento del colesterolo HDL) e le concentrazioni circolanti di PCR (infiammazione). Gli autori però precisano che includendo altri studi i risultati si ridimensionano, e che non ci sono ancora trial sufficientemente affidabili per delle conclusioni definitive.
Aggiornamento 21/9/2019
Un medico di Harvard si è presa la briga di revisionare le diverse diete e la loro efficacia nella perdita di peso, trovando discrete evidenze su tutte e in particolare la mediterranea. Anche la vegana e la paleo possono funzionare. Anche il digiuno intermittente e altre forme di restrizione temporale hanno iniziale evidenza.
Alcune possono portare a carenze ed essere sbilanciate se non fatte bene, ma in generale non esiste una dieta ideale per tutti, va considerata la qualità dei cibi e, a livello termodinamico, è necessario avere un deficit energetico (che non significa necessariamente mangiare poco). Trovare una dieta idonea che possa essere seguita facilmente (aderenza) è fondamentale per il successo.

Aggiornamento 23/9/2019

Sappiamo che le diete con alta percentuale di alimenti vegetali sono probabilmente le più sane, ma anche mangiare solo patatine fritte significa essere vegani, e questo di certo non è sufficiente a coprire i fabbisogni né a essere sani.
In un'analisi dei dati, Le diete a base vegetale, specialmente se ricche di cibi vegetali più sani, sono associate a un minor aumento di peso a intervalli di 4 anni. "Ciò supporta le attuali raccomandazioni per aumentare l'assunzione di alimenti vegetali sani e ridurre l'assunzione di alimenti vegetali e alimenti animali meno sani, per migliorare i risultati sulla salute".
Aggiornamento 7/10/2019
Le equazioni predittive della spesa energetica sono altamente erronee negli obesi.
Quale dieta protegge dal rischio cardiovascolare nelle donne diabetiche? Secondo un'indagine dei cardiologi americani la dieta mediterranea e le sue simili (DASH, dieta ADA) sono protettive, mentre la paleodieta ha un impatto neutro, e sono richiesti più lavori e più lunghi per far affermare questa dieta.

Aggiornamento 21/10/2019

Le ricerche associano gli alimenti industriali, che sono prevalenti nella dieta occidentale, con aumentodipesoobesità, aumento della resistenza all'insulina e un rischio più elevato di diabete di tipo 2. Anche il rischio di tumori e malattie autoimmuni sale. Tuttavia esistono persone che mangiano cibo-spazzatura in quantità elevate senza avere alcun problema, e questo potrebbe essere collegato ad alcuni batteri intestinali. Nei topi si è infatti evidenziato che alcuni batteri sono capaci di degradare composti potenzialmente tossici come gli AGEs, la fruttosolisina (derivante dalla reazione di Maillard) presente in latte ultra pastorizzato, pasta, cioccolato e cereali, che possono essere tra i colpevoli dell'aumentato rischio di malattia. Chi possiede questi batteri probabilmente può preoccuparsi meno della qualità della sua dieta, anche se a lungo termine non si possono trarre conclusioni.
Aggiornamento 7/11/2019

In persone con diabete difficile da controllare, la dieta low carb può ridurre gli episodi di ipoglicemia e i farmaci utilizzati.

Aggiornamento 29/11/2019

Le diete tradizionali in giro per il mondo rimangono le più salutari e variare le abitudini è legato ad aumento del rischio di malattia
L'efficacia delle diete può differire anche tra gemelli uguali, e per misurare l'impatto metabolico del cibo sono necessari almeno 2 mesi. Lo spiega il prof Ludwig commentando il lavoro di Hall sul cibo ultraprocessato
Aggiornamento 23/12/2019

Un gruppo di ricercatori fa le sue proposte per una nutrizione personalizzata

Aggiornamento 5/1/2020
È uscita la nuova classifica delle migliori diete secondo U.S. News and World Report
La prima classificata è la dieta mediterranea, seguita dalla DASH, e da altre diete antinfiammatorie e tendenzialmente vegetariane.
Al 20° la dieta dell'indice glicemico, a pari merito con la zona. La dieta alcalina al 28° posto, la paleodieta subito dopo.
Aggiornamento 15/1/2020
La quantità di micronutrienti (vitamine e minerali) che assorbiamo può essere dipendente dalla flora: una flora in disordine, che si manifesta con SIBO, IBS, IBD, permeabilità intestinale ecc può aumentare la necessità di nutrienti. I probiotici possono essere considerati un'opzione terapeutica

Aggiornamento 21/1/2020
La variazione della composizione corporea durante la dieta predice il cambiamento di appetito. Se perdiamo grasso, avremo meno appetito, se perdiamo massa magra (muscolatura) è più probabile che l'appetito aumenti e quindi recuperare i kg persi. Da questo deriva l'importanza di abbinare sempre l'attività fisica e una dieta studiata bene che riduca la perdita di massa metabolicamente attiva.
Aggiornamento 1/3/2020
La plasticità (alta variabilità) del microbiota è importante per il mantenimento del peso perso, sia nella dieta low carb che low fat. In queste ultime il dimagrimento avviene per un tempo più lungo
Aggiornamento 2/3/2020
Un gruppo della Mayo Clinic ha individuato 4 (feno)tipi di obesità. Ad ognuno il suo trattamento, in modo da alzare la percentuale di successo fino all'80%.
Aggiornamento 3/4/2020
La maggior parte delle diete (in questo caso sono state esaminate diete bilanciate, lowcarb e lowfat) porta a modesto dimagrimento e miglioramento di indici di rischio cardiovascolare (come l'ipertensione) nei primi 6 mesi, ma spesso questi positivi cambiamenti spariscono a 12 mesi. Quindi è il caso di focalizzarsi su cambiamenti duraturi più che su particolari regimi seguiti solo per breve tempo. "Sebbene sia scientificamente interessante esplorare le distribuzioni dei macronutrienti nelle diete, mangiamo cibi non nutrienti. Poiché le linee guida dietetiche nazionali non riescono a fare colpo sul pubblico, adottare un approccio basato sul cibo incoraggiare gli individui a consumare più verdure, legumi e cereali integrali e meno zucchero, sale e alcool appare un buon consiglio".
Aggiornamento 15/4/2020
La risposta individuale e soggettiva all'introduzione dei componenti funzionali vegetali (phytochemical) con la dieta, per influenzare la salute
Aggiornamento 18/5/2020
Alcune interessanti riflessioni da Precision Nutrition su insulina, calorie, carboidrati e varie diete, con la conclusione di suggerire alimenti non raffinati, sonno, gestione dello stress ecc. e che non esiste una dieta buona per tutti
Aggiornamento 18/6/2020
È possibile personalizzare la dieta in base alla risposta ormonale e glicemica? Forse si sta avvicinando questo approccio nella pratica. Le linee guida sono tipicamente basate sulla popolazione ad esempio, ma è chiaro che "una sola taglia non viene vestita da tutti allo stesso modo". È chiaro che prendendo tante persone, tutte diverse tra loro, a livello di gruppo le diete funzioneranno in media alla stessa maniera, e arriverà il furbacchione di turno a dire che contano solo le calorie. in realtà "l'iperglicemia postprandiale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), malattie coronariche (CHD) e mortalità cardiovascolare, anche in soggetti con normale glicemia", così come i trigliceridi postprandiali. Forse le diete uguali per tutti diventeranno solo un ricordo, studiando come ciascuno risponde all'introduzione di diversi pasti (metabolismo postprandiale), ad esempio che abbiano più grassi o più carboidrati. La costruzione di un algoritmo corretto permetterà "almeno dal punto di vista della salute cardiometabolica, la prescrizione di un'alimentazione personalizzata a livello di popolazione, con un potenziale come strategia per la prevenzione delle malattie". L'algoritmo può prendere in considerazione glicemia, insulina, microbiota e genetica, insieme ad attività fisica, sonno e orario dei pasti.
Aggiornamento 25/6/2020
Una nuova posizione dei cardiologi americani che farà molto discutere. "Il pregiudizio di vecchia data nei confronti degli alimenti ricchi di grassi saturi (SFA) dovrebbe essere cambiato al fine di raccomandare diete costituite da alimenti sani". Infatti l'evidenza scientifica attuale appare essere che i grassi saturi non aumentano il rischio cardiovascolare né di diabete se provengono da cibi non processati. "Le diete povere di carboidrati e ad alto contenuto di grassi saturi (lowcarb), che sono popolari per la gestione del peso corporeo, possono anche migliorare gli endpoint delle malattie metaboliche in alcuni individui, ma [bisogna sottolineare] che gli effetti sulla salute dei carboidrati alimentari, proprio come quelli dei grassi saturi, dipendono dalla quantità, dal tipo e qualità dei carboidrati, fonti alimentari, grado di lavorazione, ecc". Insomma bisogna abbandonare il paradigma della quantità dei grassi saturi, passando alla loro qualità e origine alimentare. In sintesi:
-Diversi SFA hanno diversi effetti biologici, che sono ulteriormente modificati dalla matrice alimentare e dal contenuto di carboidrati nella dieta
-Diversi alimenti relativamente ricchi di SFA, come latte intero, cioccolato fondente, uova e carne non trasformata, non sono associati ad un aumento del rischio cardiovascolare o diabete
-Non ci sono prove concrete che gli attuali limiti superiori arbitrari a livello di popolazione sul consumo di grassi saturi negli Stati Uniti ridurranno la mortalità o il rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 3/8/2020

Nutrizione personalizzata, o meglio definita come nutrizione di precisione. È sempre più evidente che in alimentazione non esiste "un vestito che stia bene a tutti". Infatti "le persone differiscono nelle loro esigenze e risposte ai nutrienti e alle molecole bioattive nella dieta. Numerosi input contribuiscono all'eterogeneità metabolica (comprese le variazioni di genetica, epigenetica, microbioma, stile di vita, assunzione di dieta ed esposizione ambientale). L'alimentazione di precisione non riguarda lo sviluppo di prescrizioni uniche per le singole persone, ma piuttosto la stratificazione delle persone in diversi sottogruppi della popolazione sulla base di biomarcatori delle fonti di variazione metabolica sopra elencate e quindi l'utilizzo di questa stratificazione per stimare meglio le esigenze dietetiche dei diversi sottogruppi, consentendo così migliori consigli e interventi dietetici".
Per fare alcuni esempi, alcune donne hanno necessità di introdurre più DHA (omega 3), soprattutto in gravidanza, perché la sua sintesi endogena è scarsa. Altre donne, con estrogeni bassi, soprattutto dopo la menopausa, non riescono a produrre colina, che diventa in questo modo un nutriente essenziale. Ad alcune persone il colesterolo sale coi carboidrati, mentre ad altre con la dieta ricca in grassi. I test commerciali non appaiono ancora affidabili perché analizzano solo poche varianti di vie metaboliche che ne hanno diverse.

Aggiornamento 13/9/2020

Nelle malattie autoimmuni il microbiota intestinale è alterato e questo contribuisce alla malattia, e il suo studio è implicato come potenziale bersaglio per la diagnosi, la prognosi e il trattamento della malattia. Tra le malattie coinvolte artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico (LES), spondiloartrite, sindrome di Sjögren primaria e malattia di Behçet.
I meccanismi includono traslocazione microbica anormale (passaggio dall'intestino al sangue di sostanze infiammatorie a causa di permeabilità intestinale), mimetismo molecolare (somiglianza di strutture microbiche con proteine self, innescando una risposta immunitaria contro le proprie strutture) e disregolazione dell'immunità sia locale che sistemica. Anche la candida può innescare mimetismo molecolare.
L'aggiustamento della dieta, il trattamento con prebiotici e/o probiotici, trapianto microbico e altri interventi basati sul microbiota intestinale possono essere trattamenti supplementari per le malattie autoimmuni e sono ancora in fase di studio.

La direzione futura del trattamento dell'autoimmunità basato sul microbiota dovrebbe essere su misura del paziente.
L'aggiustamento della dieta è un modo ideale per modulare il microbiota intestinale patogeno, con pochi effetti negativi. Finora, nessuna dieta specifica si è confermata come benefica per i pazienti con autoimmunità e una dieta rigorosa spesso ha una scarsa compliance del paziente. Sono stati anche suggeriti e testati prebiotici e probiotici, con risultati iniziali incoraggianti. Tra i probiotici solitamente lattobacilli e bifidi possono aiutare.
Lactobacillus casei per esempio può essere benefico per l'artrite, riducendo la degradazione articolare. Tuttavia il quadro è complicato e anche alcuni bifidi e lattobacilli (adolescentis e animalis) possono innescare risposte autoimmuni.

Aggiornamento 28/9/2020

"Riesci a pensare a una condizione medica in cui l'85% delle persone affette non è in grado di aderire alle raccomandazioni? Esiste una condizione medica in cui l'85% delle persone affette non è motivato a migliorare la propria salute? L'85% delle persone con infarto del miocardio rifiuterà di sottoporsi alla riabilitazione cardiaca o l'85% di quelle con BPCO continuerà a fumare? No". Probabilmente l'unica condizione con queste caratteristiche è l'obesità.
"Mangiano semplicemente troppo."
Nessuno sceglierebbe di essere malsano. Potremmo pensare di fare la nostra parte consigliando i pazienti sulla modifica dello stile di vita, ma deve essere molto, molto di più di un superficiale e paternalistico "Mangia di meno e muoviti di più".

Uno studio che valuta le registrazioni audio di 40 medici di base che consigliano 461 dei loro pazienti con obesità/sovrappeso ha rilevato che solo il 13% dei pazienti ha ricevuto una consulenza che andava oltre "mangiare di meno e muoversi di più". Solo il 5% dei pazienti è stato incoraggiato a prenotare una visita di follow-up per discutere i risultati. Quando vengono messi all'angolo, è facile per i medici dare la colpa ai pazienti e dire che sono loro i colpevoli. Dobbiamo fare di più per i nostri pazienti con obesità".
Si consigliano diversi tipi di diete. "Tutti questi approcci producono il deficit calorico necessario per iniziare la perdita di peso, ma sostenere la perdita può essere difficile a lungo termine a causa dei meccanismi compensatori che promuovono il bilancio calorico positivo aumentando la fame e la motivazione a mangiare.
Ad oggi, nessun singolo intervento nutrizionale ha dimostrato di sostenere al meglio la perdita di peso a lungo termine e la letteratura continua a sostenere l'importanza dell'aderenza a lungo termine, indipendentemente dal tipo di intervento". Una dieta personalizzata redatta da un professionista o un'equipe multidisciplinare ha dimostrato di dare migliori risultati nel lungo termine.

Aggiornamento 7/10/2020

Le diete basate sulle varianti genetiche stanno iniziando a produrre alcuni dati importanti che sarà interessante utilizzare in futuro. In questo studio si è visto che l'esito a medio-lungo termine è migliore rispetto alla dieta chetogenica. Tra i geni tenuti in considerazione, quelli per l'espressione di PPAR, sensibilità ai carboidrati, ai grassi saturi, metabolismo detox, caffeina, MTHFR, GPX, infiammazione

Aggiornamento 23/10/2020

Tim Spector parla di COVID19 con cauto ottimismo. Inoltre l'articolo aggiunge: L'ultimo libro di Tim Spector, Spoon-Fed, lamenta la mancanza di prove dietro molte linee guida nutrizionali del governo e il modo in cui si perpetuano i miti sul cibo. Il fatto che l'obesità aumenti il ​​rischio di malattie gravi da covid-19 porta una nuova urgenza nell'affrontare il problema nel Regno Unito, afferma Spector. “Dobbiamo fare tre cose: aumentare la tassa sullo zucchero, contro la quale le aziende alimentari hanno fatto pressioni con successo; migliorare il supporto nutrizionale per i pazienti; e trattare l'obesità come una malattia ", spiega. "L'enfasi deve concentrarsi sulla nutrizione", dice. "Questa specialità non dovrebbe essere sottofinanziata, dovrebbe essere la specialità numero uno e tutti i migliori medici dovrebbero andarci. Non ci sono praticamente esperti di nutrizione con formazione medica là fuori".
“Tutti i reparti di nutrizione sono ampiamente sottofinanziati e dipendono dalle aziende alimentari per andare avanti. È oltraggioso, davvero, se si considera che l'obesità è il problema numero uno che deve affrontare questo paese (UK). Abbiamo la maggior quantità di cibo spazzatura in tutta Europa, siamo i più obesi e siamo i meno istruiti in materia di alimentazione e obesità. Questo deve cambiare. "
"Il presupposto che siamo tutti macchine identiche e che tutti rispondiamo agli alimenti nello stesso modo è il mito più diffuso e pericoloso sul cibo", spiega. “Le persone normali possono variare di 10 volte le risposte glicemiche a cibi identici. Rispondiamo tutti in modo diverso agli stessi alimenti e l'idea che possiamo tutti seguire gli stessi consigli e limiti calorici non ha più senso. Allo stesso modo non potremmo sentirci a nostro agio con lo stesso seggiolino auto senza regolarlo, solo perché è stato realizzato per la persona media ".

Aggiornamento 23/11/2020


I cibi che guariscono l'intestino possono variare da persona a persona

Aggiornamento 29/11/2020

Alcune persone perdono peso più facilmente con una dieta con più cereali integrali o senza glutine, mentre altri non hanno risultati con queste diete. Solo un caso? Si stanno iniziando a collegare microbiota e metaboliti urinari con la dieta personalizzata, e forse tra qualche hanno avremo più notizie (e risultati)

Aggiornamento 19/2/2021

Non sono ancora state individuate varianti geniche che suggeriscano che una dieta chetogenica (KD) sia vantaggiosa o controindicata. Alcune difetti genetici metabolici (che impediscono l'uso dei chetoni o dei grassi) sono controindicazioni che possono risultare letali. La selezione naturale "artica" ha invece reso "quasi letale" la dieta occidentale per gli eschimesi, popolazioni abituate a una dieta quasi priva di carboidrati. In condizioni che includono sindrome da deficit del trasportatore di glucosio 1 (GLUT1), deficit di piruvato deidrogenasi (PDC), epilessia resistente ai farmaci, malattia da accumulo di glicogeno, disturbi mitocondriali, disturbi del ciclo dell'urea, disturbi del metabolismo delle purine e disturbi del metabolismo degli aminoacidi la KD può essere quasi una cura.
Una risposta particolare è stata invece individuata per il colesterolo.
"Circa una persona su quattro sperimenta aumenti del colesterolo LDL quando segue una KD. Questi individui sono spesso indicati come "rispondenti elevati" (hyperresponders). Sebbene i meccanismi biologici di questa risposta non siano ancora chiari, sappiamo che alcune varianti genetiche possono predisporre alcune persone a produrre più colesterolo o ridurre la sua clearance del sangue con una dieta ricca di grassi. Diversi polimorfismi comuni a singolo nucleotide (SNP) che aumentano le LDL-C e mutazioni rare sono stati identificati e collegati a malattie metaboliche e cardiovascolari nel contesto di una dieta obesogena ad alto contenuto di grassi (oHFD) occidentalizzata ricca sia di grassi che di carboidrati raffinati. [...]
Tuttavia, non ci sono ancora prove sul fatto che queste varianti possano costituire una controindicazione a KD, sebbene alcuni rapporti genetici diretti al consumatore facciano queste affermazioni. Alcuni studi indicano che l'aumento del C-LDL osservato su KD e altre diete ad alto contenuto di grassi a basso contenuto di carboidrati riflette un aumento della dimensione delle particelle di C-LDL piuttosto che del numero, un cambiamento che è associato a un ridotto rischio cardiovascolare e accompagnato da un miglioramento della altri fattori di rischio cardiovascolare come TG e HDL. D'altra parte, anche le particelle LDL di grandi dimensioni possono diventare aterogeniche in presenza di fattori genetici che riducono la clearance delle LDL come nel caso della ipercolesterolemia familiare e di altri disturbi lipidici. Pertanto, non abbiamo ancora una risposta alla domanda a cui i professionisti tengono di più: quali pazienti farebbero meglio con KD e quali pazienti farebbero peggio? In assenza di linee guida basate sull'evidenza, i medici che gestiscono pazienti che sono `` iper-responder '' alla KD in genere seguono un approccio pragmatico che coinvolge anche la valutazione di marker cardiovascolari aggiuntivi (p. Es., Numero di particelle LDL, TG, HDL, punteggio del calcio coronarico) così come storia familiare di malattie cardiovascolari. Se questi marker vengono alterati, i pazienti possono prendere in considerazione l'interruzione della KD o l'inizio di un farmaco per abbassare il colesterolo. Con i pazienti che esprimono il desiderio e la disponibilità di dare a KD un'ultima possibilità, una pratica comune è quella di far ridurre la quantità di carne rossa e sostituire i grassi saturi con grassi insaturi e sperimentare (Ethan Weiss, comunicazione personale).

Aggiornamento 19/1/2022

Secondo le nuove linee guida dell'AHA (cardiologi americani) la prevenzione cardiovascolare in persone diabetiche si fa con una dieta tagliata su misura, che comprenda alimenti sani e possa essere seguita dal paziente.
"Le diete mediterranea, paleolitica, a basso contenuto di carboidrati, ad alto contenuto proteico, vegetariane e arricchite di frutta secca hanno tutte dimostrato benefici sul controllo glicemico e sulla perdita di peso nel diabete, con la dieta mediterranea che produce i maggiori miglioramenti nel controllo glicemico e una riduzione a 5 anni del rischio cardiovascolare del 29%".
Le diete a ridotto contenuto di calorie o carboidrati (dieta chetogenica) possono portare a un abbassamento della glicemia e può essere necessario aggiustare le terapie farmacologiche.

Aggiornamento 23/1/2022

Una dieta lowcarb protratta per 6 mesi, senza indicazioni di restrizione calorica, ha effetti benefici sul controllo glicemico e sulla composizione corporea e non influisce negativamente sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.
La dieta era strutturata in modo da avere fino al 20% dell'energia da carboidrati e fino al 60% da grassi, con l'indicazione di privilegiare quelli monoinsaturi (olio d'oliva) e ridurre quelli saturi. La dieta di controllo aveva un apporto di carboidrati tra i 50 e il 60%.
I ricercatori hanno concluso che "Ridurre l'assunzione di carboidrati al 10-25% delle calorie sembra un approccio nutrizionale efficace e sicuro rispetto ai classici fattori di rischio cardiovascolare e all'ipoglicemia".

Aggiornamento 5/2/2022

Secondo una revisione degli studi non vi sono grosse differenze dopo 2 anni nel seguire una dieta lowcarb o una dieta classica. Questo sia per quanto riguarda il rischio cardiovascolare che il dimagrimento.
Probabilmente ognuno deve trovare la dieta personalizzata che vada meglio per sé.

Aggiornamento 31/3/2022

Anche in condizioni particolari, quando vi è necessità di attuare restrizioni agli alimenti perché alcuni risultano non tollerati, non esistono approcci uguali per tutti, ma la dieta deve essere concordata col paziente per poter essere seguita e non creare deficit nutrizionali

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Aggiornamento 7/7/2022

Verso una nutrizione più personalizzata e associata al microbiota, saremo in grado di dire chi ha più necessità di una dieta proteica, mediterranea o a basso tenore di grassi e perché una persona non risponde a una certa dieta.

"Il profilo microbico intestinale di base può essere un fattore predittivo nella risposta di un individuo agli interventi dietetici. La ricerca futura in questo campo dovrebbe prendere in considerazione la caratterizzazione dettagliata dei fenotipi microbici e metabolici, nonché la loro interazione.

Gli effetti associati al microbiota intestinale sul metabolismo dell'ospite possono essere correlati ai prodotti di fermentazione di carboidrati e proteine. Comprendere come bilanciare in modo ottimale la fermentazione proteolitica e saccarolitica e approfondire l'importanza del sito di fermentazione del colon consentirà di acquisire informazioni sull'interazione tra dieta, microbioma intestinale e processi metabolici.

Comprendere i meccanismi delle differenti risposte alla dieta è essenziale per andare avanti nel campo della nutrizione di precisione. Sebbene sia la quantità che la qualità della conoscenza si siano evolute rapidamente negli ultimi anni, vediamo ancora solo la punta dell'iceberg".

Aggiornamento 2/10/2022


Quale dieta previene la steatosi epatica, l'infiltrazione di grasso nel fegato? Una dieta a basso contenuto di carboidrati (LFD) o di grassi (LCD)?
I ricercatori hanno indagato e scoperto che il rischio di steatosi non è dato dai grassi o dai carboidrati in sé, ma dalla loro qualità.
Usare carboidrati o grassi di qualità inferiore è associato a maggiore rischio, mentre il rischio si riduce con fonti di carboidrati non raffinate, grassi insaturi (UFA) e proteine di origine vegetale (legumi).
"Un'elevata assunzione di carboidrati è associata a steatosi epatica. Di tutti i macronutrienti, i carboidrati hanno la maggiore influenza sulle concentrazioni di insulina e glucosio nel sangue, che sono coinvolti nella stimolazione della de novo lipogenesi epatica. Inoltre l'iperlipidemia è associata a malattie del fegato e le LCD sono associate a un livello più basso di trigliceridi nel sangue e una maggiore concentrazione di colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C, colesterolo buono). L'analisi di sostituzione nel nostro studio ha suggerito un effetto benefico della riduzione dell'assunzione di carboidrati sulla steatosi.
Abbiamo osservato che una LCD salutare era inversamente associata alla steatosi. Questo potrebbe essere spiegato da diversi fattori. È stato suggerito che gli UFA prevengano l'accumulo di grasso epatico, mentre i grassi saturi (SFA) possono indurre accumulo di grasso epatico. Inoltre, la riduzione dell'assunzione di carboidrati di bassa qualità come il fruttosio e l'aumento dell'assunzione di carboidrati di alta qualità come le fibre, potrebbero indurre miglioramento della steatosi epatica.
Le associazioni tra LCD e LFD e la steatosi sono biologicamente plausibili. I carboidrati, in particolare quelli dei cereali raffinati, possono aumentare la secrezione di insulina e la concentrazione di glucosio, che possono promuovere la lipogenesi epatica. Una dieta arricchita con SFA aumenta i trigliceridi intraepatici più delle diete arricchite con UFA. Inoltre, il ferro eme presente nelle proteine ​​animali potrebbe aumentare la resistenza all'insulina e lo stress ossidativo, che a loro volta contribuiscono alla steatosi. Oltre ai macronutrienti, le fonti alimentari possono in parte spiegare queste associazioni. Il consumo di alcuni alimenti, tra cui carne rossa e lavorata e bevande zuccherate, era positivo, mentre l'assunzione di frutta oleosa e cereali integrali era inversamente associata alle malattie epatiche croniche.

Aggiornamento 20/2/2023

L' Istituto Superiore di Sanità ha finalmente approvato le linee guida dietetiche delle principali società scientifiche italiane nei riguardi dell'obesità: sia l'approccio mediterraneo che la dieta chetogenica con prodotti sostitutivi sono opzioni praticabili.

Aggiornamento 27/4/2023

Un documento di consenso dei cardiologi americani ha passato in rassegna varie diete e classificato quelle simil-mediterranee (DASH, dieta mediterranea, pescovegetariana ecc.) come le più sane, mentre ha messo in fondo quelle a basso quantitativo di carboidrati come paleo e low carb.
Queste ultime vengono considerate meno sane perché escludono fonti di carboidrati salutari come legumi e cereali integrali. Tuttavia viene anche specificato che questi modelli, se ben strutturati, possono far evitare fonti insalubri di carboidrati come cereali raffinati e zuccheri aggiunti. Risultano inoltre più impattanti sull'ambiente.
Viene inoltre messa in evidenza la "crisi nazionale di scarsa qualità della dieta", ossia la generica scarsa qualità dell'alimentazione della popolazione statunitense.

Aggiornamento 6/2/2024

A differenza della cheto, non è stata individuata una precisa definizione di dieta low carb, cosa che complica la standardizzazione degli studi

Aggiornamento 5/5/2024

Si è scoperto che il batterio Blautia coccoides riesce a mantenere, almeno nei topi, un intestino sano nonostante uno scarso apporto di fibre. Questo accade perché produce SCFA (in particolare propionato e acetato) utili per le cellule intestinali che producono lo strato di muco protettivo, stimolando i recettori Ffar2. Gli SCFA sono prodotti a partire dalla fermentazione delle fibre.
Secondo i ricercatori il batterio Blautia potrebbe fare la differenza su chi segue una dieta occidentale (quindi a scarso contenuto di fibre) limitando i suoi danni e potrebbe essere usato come probiotico.

Aggiornamento 7/5/2024

Come si dovrebbe gestire il paziente diabetico?
Una recente review pratica conclude "la gestione del peso nel diabete di tipo 2 dovrebbe essere intesa come un approccio olistico ai cambiamenti comportamentali nutrizionali e di stile di vita, alla psicologia e alla farmacologia, adattato alla singola persona".
Che significa olistico? Il termine può essere usato come supercazzola a sproposito, ma in generale significa considerare la persona da diversi punti di vista e tenere presente che si tratta di una malattia complessa e multifattoriale, in cui diverse figure specializzate si occupano delle diverse sfaccettature. Quando infatti una persona vuole fare troppe cose, finisce per non farne bene manco una. Così abbiamo il diabetologo che fa l'inquadramento clinico, lo psicologo che supporta la mente, il nutrizionista che elabora l'alimentazione più adatta, il chinesiologo che individua l'attività fisica. Si lavora in team, e chi vuol fare tutto da solo spesso non ha buoni risultati.

Aggiornamento 18/7/2024

Il NEJM, prestigiosa rivista scientifica, passa in rassegna le diverse diete più note.
In generale si chiarisce che non è facile comparare le diverse diete.
Le diete solitamente vengono concepite per il controllo del peso, ma possono poi avere effetti sulla salute indipendenti da quelli sull'adiposità.
In generale una dieta di tipo mediterraneo, che privilegi alimenti vegetali non processati, moderate quantità di pesce e carni bianche e ridotte di carni rosse e zuccheri, appare essere la migliore.
Della dieta paleo vengono sottolineati alcuni aspetti positivi su composizione corporea, infiammazione, malattie metaboliche ecc., ma anche che non esistono grossi studi a medio-lungo termine.
Anche dei diversi tipi di digiuno si sottolineano simili aspetti.
Si sottolinea l'importanza dell'educazione alla scienza dell'alimentazione e degli effetti delle diete sulla salute per la classe medica, che generalmente non ha corsi appositi durante il percorso universitario.

Aggiornamento 10/10/2024

Normalmente siamo abituati a dare diete ricche in fibre, cereali, frutta e verdura per favorire la salute intestinale, visto l'effetto sui batteri buoni del microbiota.
In alcune persone però potrebbe essere conveniente una dieta di tutt'altro tipo.
I ricercatori hanno riunito alcuni esempi (10 casi) in cui una dieta carnivora, sostanzialmente basata su proteine animali e priva di vegetali, ha permesso la remissione dell'IBD (Crohn o colite ulcerosa). Non si tratta della paleodieta (che prevede grandi quantità di vegetali, purché non siano cereali o legumi) ma di una sua variante.
Come può funzionare la dieta?
1) La riduzione dei carboidrati può facilitare la perdita di peso e migliorare il controllo glicemico nei soggetti con obesità, sindrome metabolica, prediabete o diabete.
2) La natura restrittiva della dieta spesso facilita l’eliminazione degli alimenti “problematici”, compresi quelli che possono agire come fattori scatenanti del sistema immunitario e che sono presenti nei vegetali.
3) I corpi chetonici nutrono le cellule del colon e ne riducono l'infiammazione in diversi modi.
4) l'eliminazione degli alimenti industriali è nota per essere associata con minore infiammazione.
Un altro motivo di plausibilità biologica è che la mancanza di fibre porta alla migrazione di un batterio patobionte (Mucispirillum), cosa che capita anche con la nutrizione enterale.

La presenza di 10 casi pubblicati ovviamente non autorizza a pensare che questa sia la dieta ideale per tutti. Si tratta di un'alimentazione poco amica dell'ambiente e per la quale servono studi a lungo termine. Tuttavia possiamo dire che, almeno in queste persone, ha permesso di stare meglio, ulteriori studi sono necessari per validarne l'efficacia.