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giovedì 28 gennaio 2016

Linee guida di che?


"L'incapacità delle attuali raccomandazioni nel controllare l'epidemia di diabete, il fallimento delle diete povere di grassi usate prevalentemente contro obesità e rischio cardiovascolare, la presenza di alcuni gravi effetti collaterali dei farmaci diabetici comunemente prescritti, contro il continuo successo delle diete a basso contenuto di carboidrati nel trattamento del diabete e della sindrome metabolica, senza effetti collaterali significativi, evidenziano la necessità di una rivalutazione delle linee guida dietetiche"

Il trattamento low-carb è disponibile nel mio studio

Aggiornamento 27/5/2016

"Da decenni le linee guida non sono basate sulla scienza", e per curare il diabete bisogna evitare i carboidrati, non i grassi. Non tutti concordano, stranamente. Un medico fa chiarezza sul perché a molti non piacciono le diete low-carb: semplicemente non le conoscono.

Aggiornamento 22/3/2016

Secondo una nuova revisione, i multivitaminici e multiminerali sono sicuri quando non si supera il dosaggio di riferimento. Non sembrano dare benefici in persone sane, snelle, con stile di vita adeguato, non fumatori e che assumano abbastanza frutta e verdura. Nelle persone con problemi di salute vi è invece un potenziale razionale nell'assumerli

Aggiornamento 27/3/2017
Cosa dicono le linee guida per l'obesità degli endocrinologi americani sull'alimentazione? L'obesità è dovuta tra le altre cose, ad una dieta povera in nutrienti (e non solo all'eccesso calorico). Chi ha i trigliceridi alti deve ridurre in particolare i carboidrati e non i grassi. Gli zuccheri e le fonti di carboidrati raffinati dovrebbero essere minimizzati. I grassi trans (si formano negli oli vegetali riscaldati) dovrebbero essere eliminati. La supplementazione con omega 3 purificati è utile per abbassare i trigliceridi. Le opzioni dietetiche sono diverse: Mediterranea, DASH, low-carb, low-fat, high protein, chetogenica, vegetariana, e tutte possono dare buoni risultati.

Aggiornamento 30/3/2017

"L'evidenza scientifica che un'unica dieta sia buona per tutti ("one diet fits all") è scarsa. L'obesità è un disordine multifattoriale che richiede una personalizzazione dell'intervento"

Aggiornamento 23/7/2017

Come si fa a ridurre il rischio di anemia, basso peso alla nascita, arresto della crescita e in generale delle malattie non contagiose (diabete, obesità ecc)? Basterebbe che le donne incentrassero la loro alimentazione su cibi ricchi in nutrienti e non processati.

Aggiornamento 17/10/2017

Il vantaggio dei farmaci per i tumori appare incerto.
Aggiornamento 29/10/2017

Sono utili i farmaci contro l'obesità?
"l'applicazione farmacologica dei farmaci contro l'obesità continua ad essere un'arte, data la diversità nella risposta individuale a questi farmaci, nonostante una perdita media di peso statisticamente significativa maggiore del 5% (rispetto al solo trattamento di cambio di stile di vita) riportata negli studi clinici"

Aggiornamento 13/11/2017

Una critica pubblicata su BMJ alle linee guida americane sulla nutrizione: non verrebbero rispettati i criteri di evidenza
Aggiornamento 27/6/2018
Si ribadisce in un'analisi l'incertezza della scienza nutrizionale nel dare linee guida corrette, in particolare nel diabete. L'evidenza è sparsa per molti alimenti/fattori nutrizionali.
Le diete low carb non sono necessariamente le migliori, così come l'approccio mediterraneo.
Sembra importante ridurre al massimo cereali raffinati e zuccheri aggiunti, insieme alle carni processate.
Anche l'uso degli oli tropicali (palma ecc) non ha evidenze univoche, così come il pesce a causa delle contaminazioni.

Aggiornamento 4/7/2018
Alcune considerazioni sulla complicata scienza della nutrizione .
Normalmente la prevenzione della malattie è assicurata da aumento di frutta, verdura, pesce, cereali integrali e riduzione di carni rosse e lavorate e zuccheri aggiunti. 
Frutta oleosa, legumi, latticini fermentati, caffè e olio d'oliva probabilmente conferiscono protezione.
L'evidenza viene però da studi con limitazioni (osservazionali e prospettici), e nuovi metodi di indagine sono probabilmente necessari ma applicare gli studi controllati e randomizzati (quelli più affidabili) è spesso difficile.
Le diete vegetariane sono sane se fatte con cibi non industriali, la dieta paleo è inversamente associata alla mortalità, ma meno della mediterranea
Aggiornamento 29/9/2018

Un documento EFSA del 2015 sulle diete fatte con pasti sostitutivi, segnalato da Chiara Angiari, ci informa che il quantitativo suggerito dalle linee guida sulle proteine (circa 1g/kg di peso corporeo) è insufficiente in persone con metabolismo alterato come le persone sovrappeso, che dovrebbero introdurre almeno 75g (per le donne) di proteine di alta qualità, e tranquillamente arrivare a 100.
Questo valore è simile alle più alte assunzioni di proteine studiate negli studi pubblicati senza apparenti effetti avversi
Il documento dà indicazioni anche sulle altre eventuali integrazioni in dieta fatta con pasti sostitutivi.

Aggiornamento 4/11/2018

Le linee guida alla fine sono solo il pensiero di chi le scrive, non una Bibbia da prendere acriticamente.

Aggiornamento 22/3/2019

Due medici statunitensi si sono presi la briga di dare qualche suggerimento "pratico", al di là delle solite rigide linee guida che sono utili solo nei casi da manuale e non nel modo reale. "Consigliare ai pazienti di "mangiare di meno e fare più esercizio fisico" non è di aiuto, specialmente per i pazienti affetti da disturbo da alimentazione incontrollata, esperienze e traumi infantili avversi, aumento di peso indotto dal farmaco e altri fattori comuni di aumento di peso. Dovrebbe essere utilizzato un approccio clinico di risoluzione dei problemi, con un occhio rivolto all'identificazione delle cause e dei punti di leva. Individuare una cronologia del peso ed esplorare la traiettoria del peso del paziente, ciò che ha contribuito all'aumento di peso, a ciò che ha o non ha funzionato nel passato e alle barriere che possono ostacolare i cambiamenti comportamentali sostenuti". "Poiché le evidenze attuali non definiscono una "dieta migliore", ai pazienti si dovrebbe consigliare su come ridurre in modo strategico l'apporto energetico all'interno di un modello dietetico che sia ragionevolmente accattivante e conveniente. Resta importante incoraggiare l'assunzione di cibi integrali e ridurre al minimo i cibi industriali e gli zuccheri aggiunti. Aiutare i pazienti a gestire le aspettative è importante; mentre il raggiungimento di un peso "normale" non è realistico per molti pazienti, la perdita di peso dal 5% al 10% è spesso raggiungibile, sostenibile e migliora la salute". Nelle visite successive alla prima, che sono molto importanti, "I medici dovrebbero offrire supporto e monitorare il peso e altre misure, come cambiamenti nella circonferenza della vita e fattori di rischio legati al peso, nonché i miglioramenti soggettivi in termini di energia, mobilità e sintomi di dolore cronico".

Aggiornamento 20/4/2019

Alcuni docenti inglesi si sono divertiti ad analizzare l'evidenza scientifica nel campo della nutrizione, sottolineando che i metodi per sviluppare linee guida di pratica clinica non sono adatti per la nutrizione.
I quesiti nutrizionali a cui dare risposta, più che la disponibilità di prove, dovrebbero guidare l'orientamento nutrizionale. Infatti gli studi già fatti possono essere pesantemente influenzati dall'industria che li ha finanziati, che ha interesse che si coprano alcuni argomenti e si trascurino altri.
"La mancanza di trasparenza sulle fonti di finanziamento rende difficile studiare le differenze tra la ricerca con e senza sponsorizzazione del settore. Ma basta leggere Coca-Cola e e seguirne il percorso sui progetti finanziati e pubblicazioni per capirlo. Insieme con un focus sulla ricerca di singoli nutrienti, oltre il 40% dei progetti finanziati dalla Coca-Cola si concentra sull'attività fisica, suggerendo che l'azienda ha tentato di spostare l'attenzione
dal ruolo delle bevande zuccherate nell'obesità sul ruolo della sedentarietà".
Così gli studi sono soprattutto incentrati sulle "necessità" dell'industria e non necessariamente della collettività. Si deve inoltre utilizzare le ipotesi per verificare i meccanismi causali. Identificare inoltre il tipo di evidenza di cui si ha bisogno. Integrare le informazioni da studi su animali, osservazionali e d'intervento.
Alterazioni dell'evidenza, non utilizzo del GRADE (classificazione del rischio di errore di uno studio nelle metanalisi) sono altri problemi che riducono l'attendibilità.
I trial randomizzati presentano diversi problemi quando si studia l'esposizione a un nutriente o gli interventi nutrizionali, sebbene i progressi nella progettazione degli studi, come le prove pragmatiche, possano aiutare a migliorare i problemi relativi alla generalizzabilità dei risultati.


"Coinvolgere i soggetti interessati e chi decide politicamente nel miglioramento dei metodi di revisione sistematica in nutrizione renderà le revisioni alla base delle linee guida nutrizionali più rigorose, trasparenti, utilizzabili e pertinenti".


Aggiornamento 13/8/2019

Stralci di un articolo scritto tra gli altri dal prof Ludwig, che da anni si batte per una migliore ricerca in nutrizione, e spiega come sia estremamente complicato dimostrare i fatti in nutrizione.

"Rispetto alla ricerca farmaceutica, gli studi che valutano la dieta o gli interventi dietetici per malattie croniche come l'obesità (da distinguere dalle sindromi da carenza di micronutrienti come lo scorbuto o il rachitismo) hanno sfide molto maggiori in termini di coerenza, controllo di qualità, possibili dati confondenti e interpretazione. Ad esempio, un placebo per un farmaco attivo può essere facilmente preparato, ma l'assegnazione a un particolare regime dietetico raramente può essere realmente mascherata. Inoltre, la dieta è altamente eterogenea, con una miriade di fattori interagenti e potenzialmente confondenti. Se un intervento aumenta l'assunzione da una categoria di alimenti, i partecipanti possono mangiare di meno da altre categorie di alimenti.

Inoltre, per qualsiasi tipo di dieta, esistono molte possibili variazioni. Ad esempio, una dieta povera di grassi include elevate quantità di zucchero? Una dieta ricca di proteine ​​è a base vegetale o animale? Una dieta chetogenica ha un contenuto di grassi saturi irrealisticamente basso? Considerando che un farmaco in genere agisce attraverso uno o un numero limitato di vie biologiche, anche i cambiamenti discreti nella dieta (come il rapporto tra grassi e carboidrati) influenzeranno direttamente numerosi ormoni e percorsi metabolici che coinvolgono molti sistemi di organi".
"Cambiare una dieta è molto più difficile che prendere una pillola e l'aderenza agli interventi dietetici è più difficile da valutare (cioè, rispetto alla misurazione dei livelli di farmaco nel siero o nelle urine). Gli studi sull'alimentazione condotti negli ambulatori di metabolismo forniscono un'osservazione continua dei partecipanti a un'unità di ricerca e mirano a aggirare questo problema, ma lo fanno in condizioni ambientali artificiali che influenzano il comportamento alimentare, l'attività fisica, il livello di stress e probabilmente altri fattori che influenzano i risultati correlati alla dieta".
"Inoltre, molti fattori ambientali, psicologici e comportamentali possono influenzare il comportamento alimentare a breve termine, ma a lungo termine probabilmente prevalgono fattori biologici. Con la restrizione calorica, la fame aumenta e il tasso metabolico rallenta, e queste risposte biologiche adattive si oppongono alla perdita di peso in corso e minano l'aderenza dietetica a lungo termine. Per questo motivo, gli studi a breve termine (<1 mese per la ricerca meccanicistica e <1 anno per comportamentale studi), la stragrande maggioranza della nutrizione, possono rivelare solo fenomeni transitori di significato poco chiaro alla comprensione di come una dieta specifica moderi una malattia cronica per molti anni".
Si conclude spiegando come spesso gli studi non si inseriscano in un contesto di mondo reale ma sperimentale, e i finanziamenti siano molto bassi rispetto a quelli dell'industria farmaceutica. Che sarebbero comunque un investimento sulla salute e sulla prevenzione.

Aggiornamento 18/6/2020

È possibile personalizzare la dieta in base alla risposta ormonale e glicemica? Forse si sta avvicinando questo approccio nella pratica. Le linee guida sono tipicamente basate sulla popolazione ad esempio, ma è chiaro che "una sola taglia non viene vestita da tutti allo stesso modo". È chiaro che prendendo tante persone, tutte diverse tra loro, a livello di gruppo le diete funzioneranno in media alla stessa maniera, e arriverà il furbacchione di turno a dire che contano solo le calorie. in realtà "l'iperglicemia postprandiale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), malattie coronariche (CHD) e mortalità cardiovascolare, anche in soggetti con normale glicemia", così come i trigliceridi postprandiali. Forse le diete uguali per tutti diventeranno solo un ricordo, studiando come ciascuno risponde all'introduzione di diversi pasti (metabolismo postprandiale), ad esempio che abbiano più grassi o più carboidrati. La costruzione di un algoritmo corretto permetterà "almeno dal punto di vista della salute cardiometabolica, la prescrizione di un'alimentazione personalizzata a livello di popolazione, con un potenziale come strategia per la prevenzione delle malattie". L'algoritmo può prendere in considerazione glicemia, insulina, microbiota e genetica, insieme ad attività fisica, sonno e orario dei pasti.
Aggiornamento 7/7/2020

Nonostante qualcuno ancora non lo riconosca, la dieta chetogenica è uno strumento utilissimo per dimagrire, in particolare in presenza di alterazioni metaboliche (sindrome metabolica e diabete, T2DM). "Una dieta chetogenica, un altro metodo per indurre deficit calorico nel corpo, limita rigorosamente l'assunzione di carboidrati, le principali fonti di glucosio e aumenta invece il consumo di grassi. 4 settimane di dieta chetogenica sono state sufficienti per i pazienti con obesità per ridurre l'assunzione di cibo regolando l'appetito e la fame e successivamente perdere in media 6,3 kg". "I risultati del nostro studio hanno confermato l'efficacia della dieta chetogenica sul miglioramento del controllo metabolico in pazienti con sovrappeso o obesità, in particolare quelli con diabete". I principali risultati mostravano che: (1) una dieta chetogenica da 3 a 12 mesi era più efficace per il controllo glicemico, come indicato da una significativa riduzione dei valori di HbA1c e HOMA per i pazienti diabetici. In particolare, il miglioramento medio post-intervento nei livelli di HbA1c era −0,5% (p <0,001) e −0,42% (p <0,001) rispettivamente nei pazienti diabetici e nei pazienti in generale, indicando un miglioramento clinicamente rilevante del controllo glicemico in queste popolazioni di pazienti. (2) Una dieta chetogenica da 4 settimane a 12 mesi è stata collegata a una maggiore perdita di peso nei pazienti con sovrappeso o obesità indipendentemente dal T2DM. La variazione media del peso post-intervento era di -7,78 kg (p <0,001) e di -3,81 kg (p = 0,01) rispettivamente nei pazienti diabetici e in quelli generali. (3) Una dieta chetogenica per 4 giorni e fino a 2 anni ha portato a un miglioramento dei profili lipidici per i pazienti diabetici, come i livelli più bassi di trigliceridi e HDL, mentre per i pazienti non diabetici un aumento dei livelli di colesterolo totale e LDL. Il miglioramento medio post-intervento nei livelli di trigliceridi è stato di -35,12 mg / dL (p = 0,002) e -20,65 mg / dL (p = 0,02) in tutti i pazienti. (4) L'effetto di una dieta chetogenica sui marker di rischio cardiovascolare e renale era paragonabile a quello di una dieta povera di grassi. I risultati di questa meta-analisi hanno dimostrato che una dieta chetogenica può essere un'opzione dietetica più vantaggiosa (rispetto alla classica dieta) per i pazienti diabetici con sovrappeso o obesità e per migliorare i fattori metabolici correlati ai controlli glicemici, del peso e dei lipidi.

Aggiornamento 20/8/2020

Stanno arrivando le nuove linee guida americane 2020 sull'alimentazione, e come spesso accade probabilmente verranno utilizzate come base per quelle europee. Tra le novità previste, si ridurranno le quantità di alcol e zuccheri previste (per gli uomini max un drink al giorno come le donne, gli zuccheri aggiunti passeranno dal 10 al 6% delle calorie totali). Si parla esplicitamente di calorie vuote legate al rischio di malattia (stranamente qualche chimico parlava di nessuna evidenza scientifica per questo termine: cambiare mestiere no?), sottolineando che si tratta di zuccheri con effetto diverso da quelli naturalmente presenti nei cibi (le calorie non sono tutte uguali). Si darà inoltre più importanza all'alimentazione in gravidanza, allattamento e crescita, includendo la colina tra i nutrienti essenziali per lo sviluppo cerebrale, la cui fonte principale è spesso l'uovo.

Aggiornamento 23/10/2020

Tim Spector parla di COVID19 con cauto ottimismo. Inoltre l'articolo aggiunge: L'ultimo libro di Tim Spector, Spoon-Fed, lamenta la mancanza di prove dietro molte linee guida nutrizionali del governo e il modo in cui si perpetuano i miti sul cibo. Il fatto che l'obesità aumenti il ​​rischio di malattie gravi da covid-19 porta una nuova urgenza nell'affrontare il problema nel Regno Unito, afferma Spector. “Dobbiamo fare tre cose: aumentare la tassa sullo zucchero, contro la quale le aziende alimentari hanno fatto pressioni con successo; migliorare il supporto nutrizionale per i pazienti; e trattare l'obesità come una malattia ", spiega. "L'enfasi deve concentrarsi sulla nutrizione", dice. "Questa specialità non dovrebbe essere sottofinanziata, dovrebbe essere la specialità numero uno e tutti i migliori medici dovrebbero andarci. Non ci sono praticamente esperti di nutrizione con formazione medica là fuori".
“Tutti i reparti di nutrizione sono ampiamente sottofinanziati e dipendono dalle aziende alimentari per andare avanti. È oltraggioso, davvero, se si considera che l'obesità è il problema numero uno che deve affrontare questo paese (UK). Abbiamo la maggior quantità di cibo spazzatura in tutta Europa, siamo i più obesi e siamo i meno istruiti in materia di alimentazione e obesità. Questo deve cambiare. "
"Il presupposto che siamo tutti macchine identiche e che tutti rispondiamo agli alimenti nello stesso modo è il mito più diffuso e pericoloso sul cibo", spiega. “Le persone normali possono variare di 10 volte le risposte glicemiche a cibi identici. Rispondiamo tutti in modo diverso agli stessi alimenti e l'idea che possiamo tutti seguire gli stessi consigli e limiti calorici non ha più senso. Allo stesso modo non potremmo sentirci a nostro agio con lo stesso seggiolino auto senza regolarlo, solo perché è stato realizzato per la persona media ".

Aggiornamento 11/11/2020

Una revisione degli studi mostra chiaramente la superiorità della dieta chetogenica nel diabete di tipo 2. In particolare migliorano il peso, la glicemia, i trigliceridi, il colesterolo HDL. "La raccomandazione di questa revisione è di considerare la dieta chetogenica come un intervento terapeutico per i pazienti diabetici insieme ai farmaci".

Aggiornamento 30/12/2020
Le nuove linee guida americane appena uscite danno come consiglio di assumere l'85% di calorie giornaliere da alimenti salutari, il restante 15% da usare a discrezione, includendo zuccheri aggiunti e grassi saturi. Specificando che la maggior parte degli americani non copre i suoi fabbisogni di frutta e verdura ed eccede con zuccheri, grassi saturi e sale, le linee vengono riassunte in 3 punti:
  • Coprire i fabbisogni con alimenti nutrizionalmente densi
  • Scegliere la corretta varietà dai diversi gruppi di alimenti
  • Non eccedere con le porzioni
Sempre nelle nuove linee guida americane, sono stati dedicati importanti capitoli a zuccheri aggiunti e alcol.
Per la preoccupazione che gli zuccheri destano per la salute, scrivono i relatori: "l'aggiunta di zuccheri a cibi o bevande fornisce energia, generalmente senza contribuire all'assunzione di nutrienti aggiuntivi", e raccomandano che i bambini di età inferiore a 2 anni non consumino zuccheri aggiunti e per quelli di età pari o superiore a 2 anni, se "meno del 6% dell'energia viene dagli zuccheri aggiunti si è più coerenti con un modello dietetico adeguato dal punto di vista nutrizionale e si evita l'assunzione di energia in eccesso rispetto a un modello con meno del 10% di energia dagli zuccheri aggiunti ".
Per l'alcol "non esiste un livello che migliori la salute", "Bere meno è generalmente meglio per la salute che bere di più", e "prove emergenti indicano che un limite di 1 bevanda al giorno per gli uomini può diminuire il rischio di cancro e malattie cardiovascolari rispetto a livelli di consumo più elevati".
Per quanto riguarda i neonati, "dovrebbero ricevere esclusivamente latte materno per i primi 6 mesi. I neonati dovrebbero continuare a ricevere il latte materno per almeno il primo anno di vita e più a lungo se lo si desidera. I neonati dovrebbero essere alimentati con latte artificiale fortificato con ferro durante il primo anno di vita quando il latte materno non è disponibile e gli infanti dovrebbero ricevere vitamina D supplementare subito dopo la nascita.
A circa 6 mesi, ai bambini si dovrebbero introdurre a una varietà di alimenti complementari densi di nutrienti, inclusi alimenti potenzialmente allergenici. I neonati dovrebbero mangiare cibi ricchi di ferro e zinco, soprattutto se alimentati con latte materno".


Aggiornamento 25/1/2021

Almeno nel breve termine (6 mesi), rispetto alle diete tradizionali, le diete lowcarb hanno il 32% di possibilità in più di indurre remissione del diabete di tipo 2. Sono stati osservati inoltre miglioramenti ampi e clinicamente importanti nella perdita di peso, trigliceridi e resistenza all'insulina, senza eventi avversi.

Aggiornamento 8/1/2023

L'approccio low carb appare essere quello che permette di mantenere la remissione del diabete di tipo 2 per più tempo e di ridurre meglio l'emoglobina glicata in chi ha scarso controllo glicemico. Questo accade soprattutto se la malattia è insorta da poco. Il 77% delle persone dopo un anno e del 20% sul lungo periodo hanno mantenuto il risultato.
Tra le motivazioni, si osserva che la ridotta introduzione di carboidrati permette di controllare meglio l'appetito aiutando nella gestione a lungo termine. Si può anche avere un aumento del dispendio energetico. Insieme alla perdita di peso, anche la riduzione del grasso epatico e pancreatico hanno un importante ruolo. La remissione del diabete significa soprattutto un risparmio in termini di costi sanitari per farmaci e trattamenti.

martedì 26 gennaio 2016

Insufficienza cardiaca e intestino




Avete un'insufficienza cardiaca? potrebbe partire dall'intestino; infatti le persone con questa patologia hanno una particolare flora intestinale, e spesso una sovracrescita di candida e batteri patogeni.
Un caro saluto a quelli che pensano che la candida sia un innocuo frequentatore dell'intestino.


http://www.funnyjunk.com/channel/fucking-science/War+war+never+changes/dDxBLqQ/

L'ipotesi è suffragata da prove ancora deboli ma destinate a crescere. In particolare la formazione di TMAO (metabolita batterico legato alla dieta) potrebbe essere determinante.

Aggiornamento 3/2/2017

Anche le particelle derivanti dall'apoptosi sembrano avere un ruolo causale nell'insufficienza cardiaca e nella prognosi infausta.

Aggiornamento 15/3/2017

La riduzione dei lattobacilli aumenta il pH vaginale e spalanca le porte alla crescita dei lieviti (candidosi)

Aggiornamento 16/3/2017

Una maggiore quantità di lieviti nell'intestino si associa ad aumento dell'acido urico nel sangue, e l'iperuricemia si correla agli anticorpi verso S. cerevisiae. Modulare il microbiota potrebbe quindi essere una terapia per l'iperuricemia, un fattore di rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 21/3/2017

Sale l'evidenza sull'integrazione di omega 3: possono essere consigliati a quelli con alto rischio cardiovascolare, diabetici, persone con fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca

Aggiornamento 8/3/2017

Il resveratrolo in un modello animale migliora l'insufficienza cardiaca e le sue conseguenze: ridotto consumo energetico, ridotta produzione di energia, miglioramento del microbiota e della sensibilità insulinica.

Aggiornamento 12/5/2017

Tra i tanti effetti poco simpatici dell'infezione da candida (C. albicans) troviamo anche la schizofrenia. In un esperimento piccolo ma controllato con placebo, la somministrazione di probiotici ha migliorato la funzione intestinale e l'infezione da candida, e nei dati preliminari anche la funzione mentale

Aggiornamento 26/5/2017

Continuano le buone notizie per i mangiatori di cioccolato. Moderate dosi sembrano infatti ridurre il rischio di fibrillazione atriale

Aggiornamento 9/6/2017

Il diabete crea le condizioni per la crescita della candida, con alti livelli di glucosio che sopprimono il sistema immunitario

Aggiornamento 23/6/2017

In un modello animale il resveratrolo migliora l'insufficienza cardiaca migliorando il microbiota.

Aggiornamento 12/7/2017

Gli anticorpi antiASCA (contro i lieviti saccaromiceti) possono in realtà indicare infezione da candida, e spesso sono aumentati nelle malattie infiammatorie intestinali e non solo. Un'alterazione dei miceti intestinali è associata a molte malattie

Aggiornamento 18/8/2017

Nelle persone con insufficienza cardiaca è stata osservata una diminuzione significativa di Coriobacteriaceae, Erysipelotrichaceae e Ruminococcaceae. In linea con questi risultati, anche i generi Blautia, Collinsella, Erysipelotrichaceae e Ruminococcaceae hanno mostrato una significativa diminuzione.
Questo è dovuto probabilmente ad un aumento di produzione di TMAO, molecola infiammatoria, ma non si è ancora stabilito se il legame è causale.

Aggiornamento 23/9/2017

Molti problemi cardiaci, specie se dopo ictus, partono dall'infiammazione intestinale

Aggiornamento 18/12/2017

Il malfunzionamento dei mitocondri è riconosciuto come responsabile dell'insufficienza cardiaca
Attenzione al potassio in caso di insufficienza cardiaca

Aggiornamento 22/12/2017
Il cibo conservato può contenere la ε-polilisina, una catena aminoacidica che riduce la crescita microbica. In un modello animale questa molecola è capace, ai livelli al quale viene assunta comunemente, di alterare il microbiota.

Aggiornamento 12/1/2018

I legami tra microbiota e malattie cardiovascolari: molto passa da TMAO

Aggiornamento 5/2/2018

Una nuova revisione degli studi sui probiotici per il dimagrimento dimostra che sono efficaci, anche se la massa grassa ha una riduzione non significativa (BMI, peso e % di grasso si riducono significativamente).

Aggiornamento 8/2/2018

Le migliori diete per prevenire l'insufficienza cardiaca sembrano essere la dieta mediterranea e la DASH

Aggiornamento 14/2/2018

Gli omega 3 e in particolare il DHA abbassano la frequenza cardiaca

Aggiornamento 22/2/2018

Gli omega 3 appaiono benefici nei confronti dell'insufficienza cardiaca, in particolare in caso di cardiomiopatia dilatativa

Tanti collegamenti tra microbiota alterato e malattie

Aggiornamento 7/4/2018

Sempre più prove sull'esistenza dell'asse intestino-cuore: migliorare il microbiota, con il S. boulardi ad esempio, migliora la sua funzione nelle persone con scompenso cardiaco. Questo succede a causa della riduzione dell'infiammazione

Aggiornamento 23/4/2018

La frutta secca, grazie alla sua ricchezza in nutrienti, riduce il rischio di fibrillazione atriale e probabilmente di insufficienza cardiaca

Aggiornamento 24/5/2018

L'ammonio (composto azotato) in eccesso, che si può avere in caso di problemi epatici o renali, può essere una causa dell'insufficienza cardiaca e ridurlo, con il fenilbutirrato ad esempio, può indurre in remissione la malattia.

Aggiornamento 31/5/2018

Quali sono le specie batteriche che contrastano la candida e i suoi pericolosi biofilm? P. aeruginosa, Enterococcus faecalis, Lactobacilli.

Aggiornamento 13/8/2018

L'(ab)uso cronico di alcol agisce sul cuore alterando la funzionalità mitocondriale  e portando a stress ossidativo, oltreché aumentare la deposizione di grasso cardiaco
Aggiornamento 21/8/2018

Le persone stressate hanno un alto tasso di malattie cardiovascolari, ipertensione, insufficienza cardiaca e morte improvvisa.
Questo è dovuto alle catecolamine (adrenalina e noradrenalina), gli ormoni/neurotrasmettitori dello stress. Ma il vero colpevole potrebbe essere l'aminocromo, un derivato della loro ossidazione, che determina stress ossidativo e così l'effetto tossico a livello del cuore.
Nel modello animale, N-acetilcisteina, vitamina E e antiossidanti riducono i livelli di aminocromo, le aritmie e lo stress ossidativo, e i topi non presentano fibrillazione.
Aggiornamento 27/8/2018
La somministrazione di antibiotici influenza la pressione nelle persone ipertese, suggerisce uno studio sui topi. Questo perché i batteri intestinali sono molto importanti per la pressione sanguigna, ma la somministrazione di antibiotici in caso di infezione fa piazza pulita sia dei buoni che dei cattivi, alterando il controllo pressorio. Per questo è necessario sempre reintegrarli tramite probiotici
Aggiornamento 30/8/2018

La somministrazione di vitamina D  riduce TNF nell'insufficienza cardiaca

Aggiornamento 10/9/2018

Le persone con insufficienza cardiaca hanno bassi livelli di di amminoacidi essenziali, e la perdita di muscolo è direttamente correlata alla loro carenza. Lo studio suggerisce che un intervento nutrizionale sia necessario per la riabilitazione

Aggiornamento 22/9/2018

La candida promuove la permeabilità intestinale. 

Aggiornamento 27/9/2018

La sovracrescita intestinale di candida può aumentare la risposta asmatica. Anche un altro fungo (W. mellicola) pare avere lo stesso effetto

Aggiornamento 5/10/2018

Per la serie "la medicina è complicata",  dosi minime di TMAO riducono la disfunzione cardiaca nei rati ipertesi

Aggiornamento 6/10/2018

La melatonina può migliorare l'insufficienza cardiaca grazie all'effetto antinfiammatorioe antiossidante, che riducono la fibrosi e la degenerazione del tessuto e promuovono l'autofagia e la mitofagia

Aggiornamento 3/11/2018

Le persone con diabete hanno una ridotta detossificazione del metilgliossale, un metabolita dei carboidrati. Questa molecola interferisce con la contrazione muscolare, e così sembra facilitare l'insufficienza cardiaca, che si manifesta con debolezza nella contrazione cardiaca e quindi fatica, respiro corto e arti inferiori gonfi. L'insufficienza cardiaca è molto più diffusa nei diabetici. Questo potrebbe anche spiegare perché alcuni si trovano bene con una dieta lowcarb

Aggiornamento 11/11/2018

Rimane l'incertezza sulla convenienza a ridurre il sale nell'insufficienza cardiaca

Aggiornamento 16/11/2018
Perché dico sempre che l'alimentazione è un potenziale farmaco? Diversi metaboliti prodotti dai microrganismi intestinali in rapporto al metabolismo alimentare sono stati collegati alle patologie moderne, quali aterosclerosi, ipertensione, insufficienza cardiaca (HF), insufficienza renale cronica, obesità e diabete mellito di tipo 2.
Variando la dieta, favoriamo la proliferazione dei batteri buoni e così la guarigione da queste malattie.
Ma spesso risulta troppo tardi e le malattie cronicizzano ad un punto tale dopo il quale non è più possibile tornare indietro.
In questa Review di Nature si descrive come i metaboliti batterici possano generare effetti paracrini ed endocrini che portano ad una maggiore suscettibilità all'HF.
"Nuove strategie terapeutiche mirate alle vie metaboliche e / o metaboliti microbici intestinali, nonché alla modifica della composizione microbica intestinale, hanno il potenziale per modulare la suscettibilità alle malattie cardiovascolari e prevenire la progressione verso l'HF".

Aggiornamento 30/12/2018
La fibra alimentare protegge il sistema cardiovascolare perché viene fermentata dai nostri batteri a propionato, che riduce l'infiammazione e modula il sistema immunitario in modo da ridurre ipertrofia cardiaca e fibrosi, suscettibilità alle aritmie cardiache e lesioni aterosclerotiche.
"Il proponiato potrebbe essere importante nel migliorare la salute cardiovascolare, poiché sia ​​l'aterosclerosi che il rimodellamento cardiaco ipertensivo sono stati significativamente ridotti nel trattamento con propionato nel nostro studio. È interessante notare che diversi sottogruppi di batteri intestinali sono in grado di produrre propionato, alcuni dei quali sono stati mostrati essere meno abbondanti nell'ipertensione sperimentale e nei pazienti ipertesi.
Di conseguenza, l'integrazione orale con propionato o suoi precursori può essere utile in individui ipertesi per prevenire danni agli organi bersaglio. Le attuali linee guida sull'ipertensione raccomandano modifiche dello stile di vita prima dell'inizio di qualsiasi trattamento farmacologico antiipertensivo. L'aumento dietetico del propionato è un intervento accessibile, e le nostre osservazioni suggeriscono che questo potrebbe essere un nuovo approccio per prevenire i danni da ipertensione agli organi bersaglio".
Aggiornamento 5/1/2019
Nel modello animale la candida può oltrepassare la barriera ematoencefalica (il sistema di protezione del cervello).
Nei topi si sono quindi riscontrati deficit di memoria spaziale che sparivano alla guarigione dell'infezione.
I ricercatori pensano quindi che questo fungo/lievito possa essere correlato allo sviluppo in alcuni casi di disturbi neurodegenerativi cronici, come l'Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi multipla.
Aggiornamento 13/1/2019
Un consumo moderato di alcol, indicato come 2 porzioni al giorno, è sufficiente a indurre rimodellamenti cardiaci tali da alzare il rischio di fibrillazione atriale
Aggiornamento 2/2/2019

Nonostante gli ultimi studi non siano stati favorevoli, la posizione sugli omega 3 dopo malattia cardiaca della American Heart Association​ non cambia: "Il trattamento con integratori di PUFA omega-3 è ragionevole per questi pazienti. Anche una potenziale modesta riduzione della mortalità per malattia coronarica (10%) in questa popolazione clinica giustificherebbe il trattamento con una terapia relativamente sicura". Gli effetti collaterali sono infatti rari (sanguinamento) e modestissimi.
Si raccomanda anche il trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca  senza preservata funzione ventricolare sinistra per ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni.
Si sconsiglia il trattamento per prevenire gli ictus in pazienti ad alto rischio cardiovascolare e recidiva di fibrillazione atriale.

Aggiornamento 1/3/2018

Avere una sovracrescita intestinale di Candida può peggiorare malattie respiratorie come asma e broncopneumopatia (BPCO) tramite crossreazione con un altro fungo (Aspergillus)

Aggiornamento 20/3/2019

Le diete low carb potrebbero alzare il rischio di fibrillazione atriale

Aggiornamento 7/5/2019
La dieta a base vegetale appare essere quella che più riduce il rischio di insufficienza cardiaca. Questo è dovuto probabilmente all'effetto antinfiammatorio.
"Gli alimenti a base vegetale minimamente trasformati sono ricchi di fibre, antiossidanti e fitonutrienti, che possono migliorare la salute del nostro microbiota, ridurre l'infiammazione e lo stress ossidativo", osservano i ricercatori.
"Inoltre, consumando una dieta a base vegetale, si possono evitare gli effetti potenzialmente dannosi degli alimenti di origine animale, come il ferro eme, l'acido sialico e il colesterolo".
La dieta definita "southern", ricca in salumi, cibo fritto, zuccheri e grassi aggiunti, è invece quella associata a maggior rischio, a causa della stimolazione della formazione di TMAO (metabolita aterogeno), della ricchezza in grassi saturi e trans, aminoacidi ramificati, nitriti, nitrati, ferro eme.

Aggiornamento 27/5/2019

L'obesità aumenta il rischio d'insufficienza cardiaca, e le persone diventano poi a rischio di malnutrizione
Aggiornamento 2/6/2019
QiShenYiQi è un'erba usata nella medicina tradizionale cinese. Da poco è stata dimostrata la sua efficacia nell'insufficienza cardiaca nell'uomo e nell'ipertrofia cardiaca nel topo.

Aggiornamento 16/6/2019

Il coenzima Q10 riduce la mortalità e migliora la capacità di esercizio in pazienti con insufficienza cardiaca

Aggiornamento 13/7/2019

Nei topi con insufficienza cardiaca il resveratrolo migliora la performance e la tolleranza allo sport e il metabolismo energetico.

Aggiornamento 20/7/2019

Una maggiore quantità di omega 3 nel sangue, in particolare EPA, riduce il rischio di insufficienza cardiaca

Aggiornamento 24/7/2019
La carenza subclinica di magnesio è il principale fattore responsabile di malattie cardiovascolari come aritmie, calcificazioni arteriose, aterosclerosi, insufficienza cardiaca, ipertensione e trombosi, ed è legata oltre che a scarsa introduzione anche a uso cronico di diuretici e antiacidi.

Aggiornamento 2/9/2019
Il microbiota, e i suoi metaboliti come TMAO, hanno un impatto significativo sull'insufficienza cardiaca secondo una revisione sistematica.

Aggiornamento 26/9/2019

Continuano ad emergere prove su come i precursori del NAD+ possano migliorare la salute cardiovascolare. "La disregolazione del metaboloma del NAD+ si sta sviluppando come punto focale della patogenesi degli effetti avversi in molti processi patologici, tra cui rimodellamento cardiaco, risposta a ischemia e riperfusione e suscettibilità alle aritmie".

Aggiornamento 28/9/2019
I glitazoni (o tiazolidinedioni) sono stati usati per molti anni come farmaci antidiabetici per abbassare la glicemia. Questo avveniva tramite la ridistribuzione del grasso, che passava dal compartimento viscerale a quello sottocutaneo, fatto per cui le persone ingrassavano. Sono stati quasi aboliti perché aumentavano il rischio cardiovascolare e di insufficienza cardiaca, e oggi si è scoperto perché, almeno per alcuni di questi farmaci.
Sono tossici per i mitocondri, gli organelli cellulari che forniscono energia agli organi, in primis al cuore.
Nel modello animale il resveratrolo riduce la disfunzione cardiaca causata dai farmaci.
La medicina mitocondriale si conferma l'approccio del futuro.

Aggiornamento 29/9/2019

La permeabilità intestinale alterata è stata osservata nelle malattie intestinali (IBS e IBD), steatoepatite non alcolica (NASH), cirrosi epatica, pancreatite acuta, colangite biliare primaria (PBC), diabete di tipo 1 e di tipo 2, malattia renale cronica, insufficienza cardiaca cronica (CHF), depressione ecc. "L'aumento della permeabilità intestinale è un nuovo obiettivo per la prevenzione e la terapia delle malattie. Considerando la stretta relazione tra "intestino permeabile" e disbiosi intestinale con le principali malattie, possiamo concludere che gli approcci dietetici e probiotici meticolosi per il recupero del microbiota sano hanno il potenziale per la gestione delle malattie connesse".
Aggiornamento 21/10/2019
Le persone con bassa introduzione di fibre hanno maggiore rischio di insufficienza cardiaca, per l'alterazione del microbiota, e un trial ci dirà se i probiotici possono migliorarla
L'infiammazione è una condizione presente nell'aritmia, nell'insufficienza cardiaca e nella malattia cardiovascolare acuta. Questo dipende dal fatto che "rimodella" i tessuti e altera le loro funzioni.

Aggiornamento 20/11/2019
Il coenzima Q10 è un fattore fondamentale per la produzione di energia mitocondriale, che rappresenta il 90% di quella prodotta dall'organismo.
Persone che hanno carenze nutrizionali (soprattutto B6), difetti genetici nella sintesi o nell'utilizzo di CoQ10, malattie che stressano le cellule, come cancro, diabete, malattie cardiache, HIV, distrofie muscolari, depressione e morbo di Parkinson, malattie mitocondriali, stress ossidativo dovuto all'invecchiamento, chi assume statine e chi fuma, sono a rischio di carenza di CoQ10.
Assumerlo può ridurre l'insufficienza cardiaca, l'ipertensione e l'iperglicemia, preparare meglio l'organismo alla chirurgia, migliorare la fertilità nella donna e la salute della pelle, ridurre la frequenza, la severità e la durata dell'emicrania, migliorare le energie.

Aggiornamento 27/11/2019
Tante malattie partono o sono comunque collegate con l'intestino.
La miocardite è una malattia cardiaca infiammatoria che può evolvere in cardiomiopatia letale, ed esiste un crescente corpus di prove che il microbiota umano sia un modulatore critico delle malattie infiammatorie tra cui la miocardite.
Trapiantare nei topi le feci delle persone con la malattia fa emergere i sintomi negli animali, e nell'uomo la gravità della malattia è proporzionale agli anticorpi verso Bacteroides thetaiotaomicron, un particolare batterio che attiva la risposta immunitaria (CD4) in persone predisposte. "Pertanto, lavorare sul microbiota di pazienti con miocardite geneticamente predisposti o di pazienti sensibili sottoposti a trattamento con immunosoppressori può alleviare la gravità della malattia e può quindi aiutare a prevenire le sequele potenzialmente letali della cardiomiopatia infiammatoria".

Aggiornamento 8/12/2019

Tra i nutraceutici utilizzabili nell'insufficienza cardiaca, solo omega 3 e CoenzimaQ10 si sono rivelati utili, per tutti gli altri i dati sono conflittuali e insufficienti
Aggiornamento 15/12/2019

La supplementazione con proteine ​​e/o aminoacidi essenziali appare essere sicura, e può aumentare la massa magra e la distanza nel test del cammino in persone con insufficienza cardiaca.
Aggiornamento 13/1/2020

Chi era sveglio sapeva già del legame tra microbiota, permeabilità intestinale e malattie cardiovascolari, ma ora ne abbiamo la prova inoppugnabile. La condizione di endotossemia, data dai metaboliti di E. coli che passano nel sangue, caratterizza molti infarti, perché stimola la formazione del trombo. PS: Il microbiota si modula più con la dieta che con le statine…

Aggiornamento 18/1/2020

La quantità di vitamina C nel sangue è inversamente proporzionale al rischio di insufficienza cardiaca. Questo non vuol dire automaticamente che la vitamina C abbassi il rischio. Lo studio infatti specifica che la tale vitamina è un marker dell'introduzione di frutta e verdura; quelle sì che proteggono, grazie alla presenza di tanti composti benefici (e non uno solo). L'integrazione è utile solo in alcuni casi. Alcuni anni fa si fece la stessa osservazione col betacarotene, lo si supplementò e la mortalità aumentò tra i fumatori (studio ATBC). La salute è dovuta a un equilibrio tra i nutrienti, non a uno in particolare.

Aggiornamento 1/2/2020

L'insufficienza cardiaca è una malattia legata all'infiammazione e ai metaboliti microbici intestinali

Aggiornamento 10/2/2020

La dieta plant-based può essere un approccio utile nella fibrillazione atriale
Aggiornamento 14/3/2020
Le modifiche dello stile di vita (attività fisica, sonno, dieta ecc) entrano ufficialmente tra le raccomandazioni della gestione della fibrillazione atriale.

Aggiornamento 17/3/2020

Un gruppo di esperti ha rilasciato un position paper sull'uso dei nutraceutici nell'insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco, HF), malattia caratterizzata da scarsa efficienza mitocondriale e legata a ipertensione, malattia coronarica, cardiomiopatia e cardiopatia valvolare. Tra di essi, il Coenzima Q10 (specialmente con dosi ≥200 mg/d) "può essere di beneficio nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, in particolare nella fase iniziale, e potrebbe determinare una riduzione dei principali eventi cardiaci avversi e mortalità totale". "Gli estratti di Crataegus (biancospino) hanno dimostrato benefici in termini di capacità funzionale, controllo dei sintomi e qualità della vita correlata alla salute". Gli omega 3 possono "migliorare la prognosi dell'HF, in particolare in pazienti dopo infarto del miocardio". "Il trattamento con carnitina potrebbe essere efficace per i pazienti con insufficienza cardiaca congestizia come adiuvante della terapia convenzionale, migliorando i sintomi clinici e la funzione cardiaca", riducendo BNP. Il cacao può ridurre il rischio di HF. La vitamina D potrebbe essere utile nella terapia di supporto e migliorare la prognosi, e dev'essere supplementata se carente. Sul magnesio i dati sono incerti, ma l'ipomagnesemia va evitata nei problemi cardiaci. Il ribosio potrebbe offrire un beneficio energetico in pazienti con malattia ischemica, inclusa HF (migliorando in particolare la disfunzione diastolica). Alcuni ceppi di probiotici (in particolare lattobacilli, bifidobatteri, oltre a S. boulardii) potrebbero essere applicati come adiuvanti alla terapia convenzionale nel trattamento dell'HF. Il ferro è utile nelle persone con frazione di eiezione ridotta. Vitamina C ed E non sembrano utili. Altre carenze che spesso si presentano sono zinco, selenio, aminoacidi.

Aggiornamento 19/3/2020
Un nuovo composto scoperto che, prodotto dai batteri intestinali e poi modificato dal fegato, in maniera simile a TMAO, agisce sulle piastrine aumentando la loro aggregazione (tramite recettori per l'adrenalina) e così il rischio di eventi cardiovascolari. Non si capisce dallo studio se e quali batteri possano aumentare la produzione. I β-bloccanti, farmaci per l'ipertensione, appaiono ridurre il rischio nel modello animale
Aggiornamento 10/4/2020
L'uso delle erbe cinesi potenziale per la prevenzione e il trattamento dell'insufficienza cardiaca tramite influenza sul microbiota.
Aggiornamento 16/7/2020
La dieta ad alto contenuto in grassi "in collaborazione" con gli antibiotici può predisporre per le malattie infiammatorie intestinali. Questo avviene anche alterando la bioenergetica della cellula (mitocondri disfunzionali) e il microbiota (disbiosi con aumento delle Enterobatteriacee).
Aggiornamento 19/7/2020
La candida può essere un innocente abitante dell'intestino, ma anche dare problemi. In particolare influenza funzionalità cerebrale, immunità e sensibilità viscerale, rilasciando cortisolo e istamina, 2 ormoni/neurotrasmettitori, ed è così correlata con la sindrome dell'intestino irritabile
Aggiornamento 20/7/2020
La disbiosi fungina (eccesso di candida e altre specie) può essere correlata alla progressione dell'autoimmunità betacellulare, con diabete di tipo 1 come esito
Aggiornamento 16/8/2020

Il microbiota intestinale influenza la salute cardiovascolare coi suoi metaboliti, con la sua opera di disintossicazione da alcune sostanze (TMAO, tossine uremiche, PAG), influenzando aterosclerosi, pressione sanguigna, infiammazione, riparazione dei tessuti lesi, immunità ecc. La dieta è il primo fattore a influenzare la flora, ma prebiotici e probiotici possono essere importanti. Gli antibiotici e altri farmaci possono influenzare negativamente.
Aggiornamento 28/8/2020

Le malattie croniche hanno spesso un terreno comune: mitocondri che funzionano male. Le nostre centrali energetiche perdono efficienza. Per esempio nel diabete la secrezione di insulina è alterata perché dipende (anche) dai mitocondri. Nei tumori si trovano alterazioni dei geni mitocondriali. Nelle malattie cardiovascolari, il danno al DNA mitocondriale favorisce la proliferazione del muscolo endoteliale e così l'aterosclerosi. Inoltre l'insufficiente energia prodotta è alla base della cardiomiopatia dilatativa e dell'insufficienza cardiaca. La restrizione calorica, l'aumento del rapporto NAD+/NADH, l'attivazione delle sirtuine, l'esercizio fisico con l'attivazione dell'AMPK, il mitoquinone (MitoQ), sono potenziali modi per ridurre la disfunzione mitocondriale. "Indubbiamente, le terapie mitocondriali sono promettenti e rappresentano una nuova prospettiva per il trattamento di malattie di lunga durata. [...] Ad oggi, la maggior parte delle prove suggerisce un modello comune di alterazioni mitocondriali sebbene il contributo di ciascuna di esse alla progressione della malattia possa variare. Di conseguenza, il controllo terapeutico di specifiche alterazioni mitocondriali è un passaggio cruciale nella fisiologia mitocondriale e la sua applicazione può dipendere dal contesto patologico. Nuovi strumenti per l'analisi e l'applicazione terapeutica devono essere perseguiti in modo aggressivo". Un altro antiossidante mitocondriale (MitoTempo) riduce lo stress ossidativo e modula il microbiota

Aggiornamento 7/10/2020

Mentre anni fa si era costretti a discutere sull'esistenza o meno della permeabilità intestinale, vista come cosa antiscientifica, come se al primo anno di università non ci insegnassero della presenza dei desmosomi e delle giunzioni strette e serrate, oggi si parla tranquillamente del suo legame con le malattie cardiovascolari (insufficienza cardiaca, infarto acuto, aterosclerosi e ipertensione) e non solo, e si propone la sua gestione come opzione terapeutica.

Aggiornamento 12/10/2020

La Candida albicans (come altre sue parenti) è un patogeno opportunista dell'intestino, che può passare da essere commensale innocuo a una forma dannosa. La dieta occidentale, ricca di zuccheri e oli raffinati, e l'uso di antibiotici creano, anche attraverso gli acidi biliari, le condizioni per favorire la proliferazione della candida e il suo passaggio alla forma di ifa invasiva. La candida prolifera con il glucosio ma può adattarsi ad altre fonti energetiche come il lattato. È in grado di produrre la PGE2, una prostaglandina che "adatta" l'intestino alle sue esigenze, ma induce nausea, diarrea e vomito, riduce le difese immunitarie. La crescita della Candida porta a una risposta dei linfociti Th17, che può aggravare le malattie respiratorie come l'asma.

Nei modelli animali la candidalisina, la tossina rilasciata dalla candida, promuove la steatosi epatica legata all'alcol, e nell'uomo si associa a malattia più grave e maggiore mortalità

Aggiornamento 22/10/2020

Il cuore con insufficienza cardiaca consuma prevalentemente chetoni, e se il corpo non li produce a sufficienza non può funzionare correttamente

Aggiornamento 1/12/2020

Chi ha insufficienza cardiaca e segue una dieta infiammatoria, ha il doppio del rischio di ricovero e morte rispetto a chi segue una dieta antinfiammatoria, caratterizzata da cibi sani (cereali integrali, olio d'oliva, frutta e verdura)

Aggiornamento 19/12/2020

L'aterosclerosi, la base delle malattie cardiache, è legata al microbiota e all'alimentazione. Una buona alimentazione, ricca di polifenoli, fibre e altri composti naturali presenti nei vegetali è amica del microbiota, creando le condizioni per rallentare la malattia.
I meccanismi coinvolti sono almeno 2:
1. Inibizione selettiva ed eliminazione di taxa batterici pro-aterogenici e "invasori" batterici intestinali.
2. Promozione o aumento dell'abbondanza di commensali intestinali benefici.
Insomma, contrariamente a quanto vi dicono alcuni, mangiare naturale è sempre meglio che aggiungere alimenti alterati da aggiunte o trattamenti.

"Le famiglie Lachnospiraceae, Neisseriaceae, Coriobacteriaceae, Clostridiaceae, Peptococcaceae, Christensenellaceae e Clostridiaceae e Desulfovibrio, Prevotella, Clostridium, tra gli altri generi, sono state associate a maggiori dimensioni della placca aterosclerotica, a mediatori di malattie cardiovascolari e metaboliti pro-batterici nei modelli animali di aterosclerosi ... "

"…1). I Bacteroides - membri del phylum Bacteroidetes - sono i più abbondanti tra i microbi intestinali e il loro arricchimento mostra una migliore prognosi nell'aterosclerosi ... "
"... L'enterotipo Bacteroides è associato a una dieta ricca di grassi e proteine ​​e ospita gli enzimi necessari utili contro l'aterosclerosi ..."
"... La loro abbondanza è inversamente correlata ai parametri biochimici lipidemici e all'infiammazione sistemica ..."
"... I prodotti naturali promuovono in modo univoco questo gruppo (taxon) ..."
“...2) I bifidobatteri, correlano alla placca aterosclerotica e all'area del lume ... "
"... Le modifiche della loro abbondanza sono ugualmente correlate ai biomarcatori clinici della malattia cardiovascolare aterosclerotica ..."
"... i Bifidobatteri sono correlati negativamente al TMAO nei topi e negli esseri umani, e la loro abbondanza è riportata ridotta nel consumo di diete a base animale ..."
“… 3). Le specie Lactobacillus sono state utilizzate come probiotici classici ... "
"... Un aumento della loro abbondanza promuove la ricchezza e la diversità dei batteri intestinali, regola la concentrazione di SCFA e TMAO ed esercita effetti ateroprotettivi ..."
“... 4) I livelli di R. intestinalis, F. prausnitzii, A. muciniphila, ecc. Sono profondamente ridotti nei pazienti con malattie cardiovascolari aterosclerotiche ... "


Aggiornamento 28/1/2021

L'alcol può avere un effetto diretto nell'attivare la fibrillazione atriale

Aggiornamento 15/4/2021

2 litri al giorno di energydrink hanno portato un 21enne all'insufficienza cardiaca
"Il giovane in questione è finito in terapia intensiva dopo 4 mesi di progressiva mancanza di respiro da sforzo, affanno da sdraiato (ortopnea) e calo ponderale". Altri sintomi erano indigestione, tremore e palpitazioni, insonnia, ansia e depressione.
"Gli esami del sangue, le scansioni e le letture dell'ECG hanno rivelato che aveva un'insufficienza sia cardiaca che renale, abbastanza grave da giustificare che fosse considerato per un doppio trapianto d'organo". Mentre il cuore grazie alle cure ha recuperato, potrebbe esser ancora necessario il trapianto renale, anche per altre cause.
"La sovrastimolazione del sistema nervoso simpatico da parte della caffeina può essere un fattore; Le bevande energetiche sono anche note per aumentare la pressione sanguigna e possono innescare anomalie del ritmo cardiaco, affermano gli autori, a titolo di spiegazione per i risultati pubblicati fino ad oggi.
"Dovrebbero essere forniti avvertimenti chiari sui potenziali pericoli cardiovascolari del consumo di bevande energetiche in grandi quantità", concludono.
"Penso che dovrebbe esserci una maggiore consapevolezza sulle bevande energetiche e sull'effetto del loro contenuto", aggiunge il soggetto di questo caso clinico. "Credo che diano molta dipendenza e siano troppo accessibili ai bambini piccoli".

Aggiornamento 26/4/2021

Alcune persone hanno nel loro intestino batteri o funghi che producono alcol, e la condizione è chiamata sindrome da autofermentazione. Al netto dell'ilarità che può suscitare, si tratta in realtà di una condizione che può essere grave in quanto alcuni risultano costantemente brilli o ubriachi, o asintomatici ma con steatosi epatica, e alcune persone sono state sottoposte a trattamenti psichiatrici. I microrganismi associati sono solitamente lieviti (S. cerevisiae o diverse specie di Candida) o Klebsiella, ma anche alcuni comuni abitanti dell'intestino come E. coli e lattobacilli e bifidi, solitamente associati a buona salute, possono essere responsabili. La diagnosi può essere fatta con un test con i carboidrati, che vengono fermentati e aumentano la produzione di alcol. I trattamenti attuali includono farmaci antifungini, dieta a basso contenuto di carboidrati e probiotici. Questo potrebbe spiegare anche perché alcuni traggono giovamento da diete lowcarb. La condizione latente dovrebbe essere considerata in caso di steatoepatite apparentemente non legata a introduzione di alcol.

Aggiornamento 2/5/2021

La fibrillazione atriale può essere legata a stress ossidativo e infiammazione, e da un'alterata interazione tra geni e ambiente. Per questo la medicina funzionale, un approccio incentrato sul paziente anziché sulla malattia, può essere d'aiuto.
Per esempio alcune varianti geniche nella metabolizzazione della caffeina possono far manifestare la malattia, sebbene in genere il caffè non sia controindicato.
"Altri punti nodali possono includere infiammazione correlata all'inflammasoma NLRP3, stress ossidativo, meccanismi autoimmuni, anomalie metaboliche, attivazione del sistema renina-angiotensina (RAS), e disfunzione autonomica. Questi disturbi nodali si collegano a disturbi specifici e comuni che promuovono e sostengono la fibrillazione atriale. I disturbi linfonodali sono anche fonte di complicanze della fibrillazione atriale e delle malattie associate. Questi includono l'attivazione di CaMKII che promuove le postdepolarizzazioni, le anomalie della conduzione disfunzionali che promuovono la connessina, le canalopatie acquisite, la disfunzione mitocondriale, l'attivazione delle vie di segnalazione della fibrosi, il metabolismo disfunzionale con utilizzo anormale di energia ed effetti diretti dell'adiposità pericardica.
L'intestino, con il passaggio di nutrienti, antinutrienti, tossine e agenti patogeni attraverso la barriera intestinale, fornisce un enorme potenziale per le interazioni gene-ambiente avverse. Nell'intestino c'è anche l'ulteriore complessità delle interazioni con i geni del microbioma e l'ambiente. La permeabilità intestinale può portare a fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca per una di queste interazioni. Le diete povere di fibre e fitonutrienti e ricche di zuccheri e grassi aumentano il grado di permeabilità nelle giunzioni strette tra le cellule epiteliali intestinali. Anche stress, traumi, tossine, disbiosi e esercizio o sonno inadeguati contribuiscono all'eccessiva permeabilità intestinale.
Sostanze tossiche generano stress ossidativo promuovendo lo sviluppo del disturbo della fibrillazione atriale. Sia l'esposizione a sostanze tossiche che la capacità di disintossicazione variano notevolmente da persona a persona. Stress, molteplici sostanze tossiche, infezioni croniche e infiammazioni contribuiscono allo stress ossidativo. Ad esempio, le persone con ridotta capacità antiossidante, presenza di altri agenti tossici e ridotta capacità di metabolizzare l'alcol possono essere più suscettibili agli stress ossidativi proaritmici legati al consumo. Negli individui che sono geneticamente e ambientalmente sensibili, sono necessari sforzi iterativi per ridurre l'esposizione totale a sostanze tossiche e nutrienti per aumentare la capacità di disintossicazione".
Altri fattori di rischio sono la sindrome metabolica (grasso viscerale), l'invecchiamento, dieta povera di nutrienti e antiossidanti, disfunzione dell'asse surrenalico, tutte caratteristiche legate ad infiammazione e stress ossidativo.

Aggiornamento 23/6/2021

Il grasso epicardico, quello che circonda il cuore (ma non dovrebbe farlo), rilascia delle vescicole extracellulari che contengono molecole sostenenti le aritmie, la fibrosi cellulare e l'infiammazione cardiaca, alterando la funzione cardiaca, con conseguente fibrillazione atriale e perdita di muscolo cardiaco. A sua volta la deposizione di grasso è stimolata dallo stress ossidativo dovuto ad alimentazione errata.

Aggiornamento 6/7/2021

Le persone con insufficienza cardiaca hanno più spesso del normale SIBO, un'alterazione della distribuzione dei batteri nell'intestino, e la SIBO è un fattore di rischio indipendente che aumenta gli esiti negativi. Il suo trattamento (dieta, antibiotici, probiotici) migliora la qualità della vita e la prognosi.

Aggiornamento 24/7/2021

Le divere specie di Candida possono colonizzare l'intestino senza creare problemi, ma quando il sistema immunitario non la tiene più sotto controllo può favorire malattie come le IBD (Crohn e colite ulcerosa). La candida passa alla sua forma di ifa, produce le adesine (proteine che si legano alla superficie intestinale infiammandola) e i biofilm, stimola l'immunità e può espandersi anche oltre l'intestino.
La produzione di anticorpi antiASCA è rivolta sia alla parete della Candida che, in misura inferiore, a quella del S. cerevisiae (lievito di birra).
"Il sistema immunitario dovrebbe mantenere la Candida alla sua forma meno patogena", afferma Kyla Ost, Ph.D., ricercatrice post-dottorato nel laboratorio di Round e autrice principale dello studio. "Questo ci sta dimostrando che la comunicazione tra ospite e microbo può essere amichevole, anziché antagonistica, al fine di beneficiare entrambi".


Aggiornamento 2/8/2021

Sia ipertensione che insufficienza cardiaca sono associate con specifici carenze di batteri e metaboliti batterici (SCFA) nel microbiota intestinale

Aggiornamento 7/10/2021

Gli omega 3, in dose superiore a un grammo al giorno, sembrano aumentare del 49% il rischio di fibrillazione atriale. Il rischio sale solo dell'11% con una dose sotto il grammo.

Aggiornamento 14/10/2021

L'aderenza allo stile di vita migliora il rischio cardiovascolare in persone con fibrillazione atriale. Dimagrimento, uso della CPAP (respiratore notturno), attività fisica, controllo del diabete, dell'ipertensione e dei lipidi plasmatici sono tutti utili. Inoltre l'astensione dall'alcol in persone che ne fanno uso può ridurre il rischio di ictus del 14%. I consumatori di alcol hanno invece rischio significativamente superiore.
L'alcol infatti può dare alterazioni nella conducibilità elettrica del cuore. Inoltre chi smette di bere spesso adotta anche gli altri comportamenti (dimagrimento, abbandono del tabagismo ecc.) che riducono il rischio, e favorisce una migliore adesione ai farmaci, per esempio la terapia anticoagulante.

Aggiornamento 18/12/2021

Nicotinamide adenina dinucleotide (NADper gli amici) è un metabolita importante per l'energia cellulare e lo stato redox (antiossidante). Nei modelli animali la supplementazione, inibire la degradazione o aumentarne la produzione di NAD+ ha una serie di effetti positivi sulle malattie metaboliche e dell'invecchiamento, ossia le stesse condizioni in cui la quantità di questa molecola si riduce.
Alcuni studi con supplementazione del precursore NMN su umani hanno mostrato dati interessanti e un buon profilo di sicurezza.
L'azione della molecola è dovuta agli effetti antinfiammatori, antiossidanti, induzione dell'autofagia e mitofagia (rinnovo delle strutture danneggiate, in particolare mitocondri), effetto sulla bioenergetica cellulare e sulla alterazione delle proteine (acetilazione). Tutto questo può ridurre le malattie metaboliche e cardiache legate all'invecchiamento, come insufficienza cardiaca, aterosclerosi, cardiopatia dilatativa ecc.

Aggiornamento 17/2/2022

Infezioni di funghi e autismo, c'è una connessione?
Un caso-studio che ovviamente non può essere generalizzato ma può far parte di un ventaglio di opzioni.

In un bambino con sintomi di autismo sono stati notati metaboliti urinari di Aspergillus, fungo patogeno opportunista. Viene trattato con S. boulardii, lievito probiotico che contrasta genericamente i miceti. Avviene una reazione di Herxheimer, tipica della rimozione di un patogeno che rilascia tossine e si manifesta con sintomi influenzali e lesioni cutanee.
Si tratta quindi con antimicotico a dosi crescenti, notando che i sintomi di autismo spariscono.
La dose viene gradualmente scalata, e oggi il bambino gode di buona salute ed ha ottimi risultati a livello scolastico, sportivo e musicale.

I ricercatori concludono dicendo "Questa rapida e completa inversione dell'autismo è coerente con diversi articoli che propongono la muffa in generale e l'Aspergillus in particolare come una potenziale causa principale di autismo".

Aggiornamento 3/3/2022

Se quasi tutti hanno la Candida nel loro corpo ma non tutti stanno male non significa che sia un'innocente ospite.
A livello polmonare per esempio produce la candidalisina, il suo principale metabolita tossico, che attiva un recettore piastrinico e dà il via a una serie di reazioni che porta all'attivazione dei linfociti Th2 e Th17 che supportano allergia e autoimmunità.
Questo spiega allergie e asma legate alla candidosi.

Aggiornamento 5/3/2022

L'insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco) è fortemente legata alla disfunzione mitocondriale, ossia all'incapacità dei mitocondri di produrre energia e in questo modo il muscolo cardiaco non ha forza a sufficienza.
Una posizione ufficiale dei cardiologi americani raccomanda la valutazione dello stato nutrizionale e l'adozione di una dieta a carattere antinfiammatorio e antiossidante come la dieta mediterranea, con valutazione di integrazione eventuale di omega 3, aminoacidi essenziali, carnitina, HMB e proteine, che possono migliorare lo stato energetico del miocardio.
L'uso dei diuretici può provocare una carenza di vitamina B1. È importante non avere carenze di ferro, minerale essenziale per le reazioni mitocondriali. La supplementazione di Q10 ha dato buoni risultati ma ancora non si considerano generalizzabili. È comunque possibile valutare una supplementazione con multivitaminico e minerale.
La perdita di peso è essenziale per migliorare la funzione cardiaca. Oltre alla dieta classica, anche la dieta chetogenica e il digiuno intermittente sono utilizzati ma la prima va fatta sotto osservazione medica per il rischio di aritmie e per il secondo ci sono ancora pochi studi. Anche la chirurgia bariatrica può essere indicata.
Per quanto riguarda l'attività fisica, il lavoro coi pesi e l'HIIT sono i più efficaci.
Ma a cosa può essere dovuta la disfunzione mitocondriale?
Secondo una review del Journal of Internal Medicine le carenze nutrizionali sono caratteristica comuna nelle persone con scompenso cardiaco.
"La catena di trasporto degli elettroni mitocondriale richiede il coenzima Q10, zinco, rame, selenio e ferro per una produzione efficiente di ATP. La carenza di micronutrienti nell'insufficienza cardiaca può contribuire a una funzione mitocondriale difettosa e a una ridotta capacità sintetica di ATP", con conseguente scarsa efficienza della contrazione cardiaca.
In conclusione "Il miocardio difettoso potrebbe essere "un motore senza carburante". Tuttavia, l'aumento della disponibilità di substrati energetici (ad es. Acidi grassi, glucosio, chetoni) per i mitocondri non può migliorare le condizioni se i mitocondri non possono trasformare questi substrati energetici in carburante (ATP) senza distruggere il motore sottoperformante (con un aumento dei ROS, le specie reattive dell'ossigeno). La carenza di micronutrienti cambia il paradigma da "un motore senza carburante" a "un motore difettoso sulla strada dell'autodistruzione"".
Gli antiossidanti e i sistemi endogeni di protezione (glutatione, ceruloplasmina) dipendono dall'alimentazione e da alcuni minerali come selenio, zinco e rame o sostanze come il coenzima Q10.

Aggiornamento 25/4/2022

Secondo un documento dei cardiologi e dei nutrizionisti israeliani si dovrebbe incrementare gli alimenti che apportano magnesio per la prevenzione cardiovascolare. Si consigliano quindi verdure a foglia, frutta oleosa, avocado, cereali integrali, legumi, cioccolato e alcuni frutti di mare. Chi non raggiunge il valore può integrare.
Le persone con insufficienza cardiaca, che assumono diuretici e antiacidi dovrebbero monitorare ogni 6 mesi i valori plasmatici di magnesio. Inoltre, "può essere utile aggiungere magnesio a seguito di infarto del miocardio nelle persone con ipertensione e nei pazienti con insufficienza cardiaca al fine di ridurre la morbilità e la mortalità cardiovascolare".

Aggiornamento 22/5/2022

Un nuovo studio sui topi mostra che un mese di vancomicina, un antibiotico usato comunemente per l'infezione da C. difficile, elimina anche i batteri buoni e altera il sistema immunitario impedendogli di rispondere correttamente. Questo può favorire una candidosi invasiva.
Gli autori dello studio concludono invitando a un uso ragionato degli antibiotici.
Ogni anno le infezioni micotiche fanno gli stessi morti della tubercolosi.

Aggiornamento 26/7/2022

I mimetici della restrizione calorica, come resveratrolo, quercetina, curcumina, EGCG e spermidina possono avere un ruolo nell'alleviare le malattie cardiache e in particolare quelle legate alla disfunzione mitocondriale e allo stress ossidativo come l'insufficienza cardiaca. Si ha ancora carenza di studi a lungo termine e necessità di migliorare la biodisponibilità di queste sostanze.

Aggiornamento 8/11/2022

Un ciclo di antibiotici è sufficiente per alterare il microbiota e favorire la crescita della Candida, un fungo potenzialmente problematico. Ecco perché bisogna proteggersi con i probiotici.

"È stato osservato che la Candida è elevata nelle malattie infiammatorie e ulteriormente aumentata nei topi trattati con antibiotici. La Candida è un lievito caratterizzato da polimorfismo, comprendente diverse forme di crescita e morfologie; la formazione di ife è associata a virulenza. In uno studio recente è stato scoperto che i metaboliti batterici controllano la crescita e la virulenza della Candida albicans limitando la formazione di ife. Poiché gli antibiotici non influiscono direttamente sui funghi, i cambiamenti osservati nel micobiota intestinale sono probabilmente mediati dal cambiamento della composizione batterica. I nostri risultati suggeriscono fortemente che i batteri commensali intestinali regolano i funghi, tenendoli sotto controllo. Quando i batteri vengono distrutti dagli antibiotici, i funghi, in particolare la Candida, hanno l'opportunità di crescere.

Aggiornamento 23/12/2022

La fenilacetilglutamina, un derivato aminoacidico prodotto da alcuni batteri intestinali, si conferma associato con l'insufficienza cardiaca. La modulazione del microbiota può rappresentare un target terapeutico

Aggiornamento 21/1/2023

L'associazione dei cardiologi americani (AHA) ha pubblicato una posizione sull'uso dei supplementi in caso di insufficienza cardiaca. Quelli potenzialmente utili sono omega 3, alcune vitamine in caso di carenza, carnitina, ribosio e coenzima Q10. La possibilità di interazioni coi farmaci porta comunque a suggerire prudenza. Anche tai-chi e yoga possono essere utili. Molti fitoterapici sono invece potenzialmente dannosi soprattutto perché interagiscono col metabolismo epatico dei farmaci.

Aggiornamento 21/1/2023

L'associazione dei cardiologi americani (AHA) ha pubblicato una posizione sull'uso dei supplementi in caso di insufficienza cardiaca. Quelli potenzialmente utili sono omega 3, alcune vitamine in caso di carenza, carnitina, ribosio e coenzima Q10. La possibilità di interazioni coi farmaci porta comunque a suggerire prudenza. Anche tai-chi e yoga possono essere utili. Molti fitoterapici sono invece potenzialmente dannosi soprattutto perché interagiscono col metabolismo epatico dei farmaci.

Aggiornamento 27/2/2023

La proteina Lp(a) si conferma associata a mortalità cardiovascolare e per tutte le cause, sia nella popolazione generale che nelle persone con malattia cardiovascolare già in atto. Gli autori concludono scrivendo "Questi risultati supportano le linee guida ESC/EAS che raccomandano che la Lp(a) dovrebbe essere misurata almeno una volta nella vita di ogni persona adulta, poiché il nostro studio suggerisce che anche le persone con Lp(a) più elevate potrebbero avere un rischio più elevato di mortalità". Non ricordo di aver mai visto la prescrizione di questo esame del sangue da parte di un medico.

Gli AGEs, elementi glicati presenti nel sangue anche a causa dell'alimentazione ricca di prodotti da forno, sono associati all'insufficienza cardiaca sia nei diabetici che nei non diabetici. I loro danni cardiovascolari sono molteplici. Alterano il colesterolo rendendolo più aterogenico e più difficile la sua "clearance" (rimozione). Inducono aterosclerosi e vasocostrizione. Riducono la contrattilità cardiaca alterando il calcio intracellulare, la flessibilità della matrice e la rigidità cellulare.

Aggiornamento 14/3/2023

Il microbiota intestinale influenza la pressione sanguigna sia grazie ai suoi metaboliti (SCFA prodotti dalla fermentazione delle fibre) sia metabolizzando i farmaci antipertensivi. Ecco perché alcuni farmaci non funzionano in tutti. Il sodio e i precursori della TMAO (colina, betaina ecc.) stimolano un aumento della pressione. I lattobacilli mitigano lo stimolo del sodio. La presenza di permeabilità intestinale contribuisce all'ipertensione e il sale è un fattore che la peggiora, insieme alla riduzione dello strato di muco legato a una dieta con poche fibre.

Aggiornamento 3/4/2023

Aumentano le evidenze sul coinvolgimento di alcuni funghi, tra cui la candida, nei sintomi gastrointestinali e in particolare nella sindrome dell'intestino irritabile (IBS). La variante di IBS maggiormente coinvolta appare essere la D (diarroica).
Alcuni studi, ma non tutti, suggeriscono che la candida favorisce intolleranze alimentari. La sua azione, insieme a quella di altri funghi, può essere dovuta al rilascio di alcuni metaboliti, come β-mannoside, β-glucani e chitina dalla parete cellulare, candidalisina quando si sviluppa la forma di ifa. Questi componenti possono essere irritanti di per sé o stimolare il sistema immunitario
S. cerevisiae può irritare la mucosa interferendo col metabolismo delle purine e la produzione di acido urico, che aumenta l'infiammazione. I funghi possono anche produrre la prostaglandina PGE2, notoriamente infiammatoria, che inoltre riduce la risposta immunitaria favorendo la crescita di candida.
Un altro meccanismo che favorisce l'infiammazione è l'induzione di permeabilità intestinale (PI). Molte proteine, in particolare nella forma di ifa, provocano un aumento della PI, rompendo la mucina, legandosi alla parete cellulare per permettere l'ingresso (als3 e candidalisina); una volta dentro la candida consuma il glucosio e buca le cellule con le sue ife. Anche S. cerevisiae e la risposta immunitaria stimolata dalle infezioni fungine favoriscono la PI.
La stimolazione delle citochine rilasciate dalle cellule immunitarie e la degranulazione dei mastociti che rilasciano istamina sono tra i responsabili dell'aumento di sensibilità viscerale che porta al dolore nell'IBS.
S. boulardii e i lattobacilli contrastano la candida. In particolare i lattobacilli riducono l'adesione alla parete cellulare, la trasformazione in ifa grazie agli acidi grassi a catena corta e degradano la chitina. S. boulardii invece produce acido caprilico e migliora l'infiammazione, riducendo in generale la colonizzazione di candida. Il più comune S. cerevisiae invece (lievito di birra) può avere diverso effetto, positivo o negativo, a seconda del ceppo. I β-glucani possono avere un effetto positivo se integrati. Il trapianto di microbiota, i batteriofagi e il viroma rappresentano altri potenziali terapeutici. Alcuni parassiti come giardia, trichinella e Blastocystis hominis sono associati a  maggior rischio di IBS.
L'articolo si conclude invitando ad arricchire le ricerche perché ancora non conclusive.

Aggiornamento 12/5/2023

Una review mette in mostra come l'insufficienza cardiaca sia legata alla carenza di nutrienti mitocondriali come ferro, selenio, zinco, Q10 e rame. Sono necessari però gli studi clinici per dimostrare l'efficacia della supplementazione.
Le conclusioni degli Autori: "Un miocardio difettoso è un po’ come un motore senza carburante. Possiamo fornirgli substrati energetici sotto forma di macronutrienti come acidi grassi, glucosio e chetoni, ma se i mitocondri non sono in grado di trasformarli con efficienza in carburante, ovvero in Atp, ecco che la macchina energetica si ingolfa, riempiendosi di radicali liberi e avviandosi così all’autodistruzione. Le prove raccolte suggeriscono che l'integrazione con micronutrienti, preferibilmente in combinazione e non presi singolarmente, potrebbe rappresentare una potenziale strategia terapeutica in caso di insufficienza cardiaca, accompagnata da una dieta bilanciata e personalizzata e in supporto alle cure farmacologiche standard”.

Aggiornamento 12/6/2023

C'è un crescente interesse nei confronti della dieta chetogenica nell'insufficienza cardiaca.
I chetoni possono infatti fungere da carburante alternativo per i mitocondri del cuore, ripristinando i corretti livelli energetici. Vengono inoltre ridotte l'infiammazione, lo stress ossidativo e la fibrosi cardiaca
Gli effetti benefici possono anche includere "ruoli extra-cardiaci nella modulazione delle risposte immunitarie, nella riduzione della fibrosi e nella promozione dell'angiogenesi e della vasodilatazione".
Sono in corso vari studi per confermare i benefici sull'uomo.

Aggiornamento 30/7/2023

Sono state rilasciate delle linee guida per l'uso di nutraceutici nella sarcopenia in persone con insufficienza cardiaca. Infatti la perdita di muscolo è la principale causa di mancanza di energie e inefficienza ventilatoria nei pazienti con insufficienza cardiaca ed è anche un forte predittore di fragilità e ridotta sopravvivenza.
L'integrazione che raggiunge la maggior evidenza è quella con proteine e aminoacidi essenziali (migliorano la forza e la funzione muscolare).
Evidenza moderata per leucina, HMB, curcumina, vitamina D.
Evidenza bassa per omega 3, acido alfalipoico, creatina, caffeina, nitrati, molto bassa per la vitamina C. 

Aggiornamento 1/9/2023

Sono uscite le nuove linee guida per la prevenzione cardiovascolare nei diabetici. Si consiglia in generale una dieta mediterranea, meglio se supplementata con olio EVO o frutta oleosa. Queste diete agiscono meglio di una low fat. L'uso di omega 3 non è raccomandato. Dovrebbe essere evitato il consumo di zuccheri, bibite zuccherate e succhi di frutta.
In caso di insufficienza cardiaca una dieta con maggiore quantitativo proteico ha un effetto migliore sui fattori di rischio.
La presenza di un team multidisciplinare è fondamentale.

Aggiornamento 9/9/2023

Il microbiota intestinale è implicato nella regolazione delle risposte immunitarie e nel mantenimento della salute cardiovascolare. La disbiosi del microbiota intestinale può essere coinvolta nello sviluppo e nella progressione della miocardite, una patologia con diverse cause che può portare a complicazioni come insufficienza cardiaca e aritmie. La modulazione del microbiota con dieta, prebiotici, probiotici ecc. ha quindi potenziali effetti terapeutici nei confronti della patologia.

Aggiornamento 1/10/2023

La carenza di vitamina D è associata a aumentato rischio di insufficienza cardiaca nelle persone con diabete sia di tipo 1 che 2, mentre il rischio cardiovascolare sembra incrementato solo nel tipo 1

Aggiornamento 16/11/2023

L'insufficienza cardiaca è legata alla disbiosi intestinale. Dieta e probiotici possono migliorare la condizione.
Il rilascio di molecole microbiche che entrano dall'intestino favoriscono un ambiente infiammatorio e il rimodellamento cardiaco, ossia l'alterazione delle strutture cellulari tale da alterare la funzione.
I probiotici candidati per essere i più adatti sono Lactobacillus rhamnosus GR-1, L. plantarum 299v e S. boulardii.

Aggiornamento 10/12/2023

La flessibilità metabolica è la capacità di utilizzare correttamente e nel momento giusto i diversi substrati energetici (fondamentalmente grassi e carboidrati). Quando si ha INFLESSIBILITÀ metabolica il corpo fatica a ossidare i substrati e viene facilitato l'accumulo in fegato (NAFLD) e cuore, che non riesce a contrarsi correttamente (insufficienza cardiaca).
"La resistenza all’insulina e l’inflessibilità metabolica compromettono la capacità ossidativa mitocondriale e l’uso del substrato nell’insufficienza cardiaca.
La perdita di peso indotta dalla restrizione calorica migliora la sensibilità all’insulina, non la flessibilità metabolica.
L’esercizio fisico migliora la flessibilità metabolica ed è una strategia razionale per trattare sia il diabete che la NAFLD".
L'uso della glicolisi porta alla produzione di lattato e quindi acidificazione della cellula che disturba l'attività mitocondriale.
L'attività fisica rimane un fattore essenziale da abbinare alla dieta.

Aggiornamento 29/3/2024

L'insufficienza cardiaca (con frazione di eiezione preservata, HFpEF) è una patologia in cui è implicato un deficit di energia delle cellule cardiache che così non possono permettere al cuore di battere correttamente. È spesso presente insieme a diabete, obesità e ipertensione.
Un derivato batterico del triptofano, acido indolo-3-propionico (IPA), è ridotto in questa malattia. Tra i batteri responsabili troviamo Lactobacillus reuteri, Akkermansia muciniphila e Clostridium sporogenes.
Nel modello animale la supplementazione con IPA attenua la disfunzione diastolica, il rimodellamento metabolico, lo stress ossidativo, l’infiammazione, la disbiosi del microbiota intestinale e il danno alla barriera epiteliale intestinale.
L'effetto è dovuto all'inibizione di un enzima (nicotinammide N-metiltransferasi) e al ripristino dei livelli di nicotinammide (NAM), NAD+/NADH e SIRT3 (sirtuina 3), migliorando la disponibilità energetica e la funzionalità mitocondriale del cuore.
L'IPA è quindi un promettente trattamento sia in prevenzione che nella gestione della HFpEF.
"Meccanicamente, l’IPA riduce il catabolismo del NAM e aumenta i livelli di NAD+ nel cuore. Oltre agli effetti sui livelli di NAM e NAD+, l’IPA ha ridotto la disbiosi intestinale, il che può anche contribuire a migliorare le funzioni diastoliche e metaboliche nei topi con HFpEF".

Aggiornamento 30/4/2024


L'eccesso di sodio può essere responsabile del 10, 13 e 30% dei decessi totali per malattia cardiovascolare, malattia coronarica e insufficienza cardiaca, rispettivamente.
Risultano maggiormente a rischio le persone con un'alimentazione legata al basso reddito perché hanno una maggiore introduzione di cibo-spazzatura.

Aggiornamento 10/9/2024

I chetoni esogeni sono un controverso supplemento che deve ancora dimostrare la sua efficacia.
In un piccolo studio hanno migliorato la funzionalità cardiaca di persone con diabete e insufficienza cardiaca e quella polmonare durante l'esercizio fisico.
Il supplemento è stato ben tollerato.
Tra i meccanismi proposti, un miglioramento della funzionalità energetica delle cellule cardiache, che riescono a sfruttare i chetoni meglio dei grassi, e un effetto antinfiammatorio.
Ulteriori studi servono però per verificare la loro utilità.