La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è una malattia causata da un nuovo coronavirus, la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 (SARS-CoV-2).
I coronavirus sono una delle cause del comune raffreddore, ma il SARS-CoV-2, che probabilmente proveniva dai pipistrelli, causa una malattia più grave in molti pazienti.
Sintomi e diagnosi
I sintomi si verificano in media circa 5 giorni dopo l'esposizione al virus. Quasi tutti i pazienti sviluppano sintomi entro 12 giorni. Pertanto, un autoisolamento di 14 giorni è raccomandato per le persone che sono state probabilmente esposte al virus. I sintomi più comuni sono tosse, febbre e mancanza di respiro; la maggior parte dei pazienti con COVID-19 ne ha almeno 1. Altri sintomi comuni includono dolori muscolari, affaticamento, nausea, vomito e diarrea. Le persone possono anche avere una perdita o un cambiamento nel senso del gusto e dell'olfatto.
COVID-19 viene tipicamente diagnosticato da un tampone del naso che misura il coronavirus. Esistono anche esami del sangue che possono misurare l'esposizione recente al virus, ma questi non mostrano risultati positivi fino a 1-3 settimane dopo l'inizio dell'infezione.
Progressione e trattamento della malattia COVID-19
Il virus in genere entra attraverso gli occhi, la bocca o il naso, quindi viaggia lungo la gola, dove può causare la tosse. In alcuni pazienti, il virus entra nei polmoni e può causare polmonite. La polmonite porta al liquido che riempie le sacche d'aria nei polmoni, il che rende difficile la respirazione. La maggior parte dei pazienti con polmonite deve essere ricoverata in ospedale e trattata con ossigeno. Alcuni pazienti si ammalano gravemente e necessitano di supporto vitale come la ventilazione meccanica. Circa 1 paziente su 20 con COVID-19 muore. Tuttavia, i tassi di mortalità variano notevolmente in base all'età, da 1 su 900 pazienti di età compresa tra 18 e 29 anni a 1 su 34 di età compresa tra 50 e 64 anni e 1 su 3 di età pari o superiore a 85 anni.
È probabile che i pazienti con COVID-19 presentino affaticamento e riduzione delle energie per 6-8 settimane. Può essere difficile riprendere la stessa attività e lo stesso esercizio di prima del COVID-19, ma è importante rimanere attivi e aumentare gradualmente l'esercizio. Per la maggior parte dei pazienti, la funzione polmonare torna alla normalità dopo la polmonite.
Attualmente non esiste un vaccino per ridurre il rischio di COVID-19. Diversi potenziali vaccini sono in fase di sviluppo, che potrebbero aiutare a prevenire il COVID-19 in futuro. Per la maggior parte dei pazienti, il trattamento è di supporto. Gli antibiotici non funzionano per questa malattia virale. Gli studi stanno testando molti farmaci antivirali, nonché farmaci per modificare la risposta del corpo al virus. Per alcuni pazienti ospedalizzati, possono essere utili farmaci antivirali e steroidei". (NB: Il cortisone è stato approvato dall'OMS dopo l'uscita dell'articolo)
Ed ecco le principali bufale revisionate attraverso un processo di fact-checking:
Sono morti di trombosi
È vero che qualcuno l’ha definita in estrema sintesi una malattia dell’endotelio, il tessuto che riveste l'interno dei vasi. Un recentissimo studio italiano ha mostrato come la mortalità sia estremamente alta in chi abbia contemporaneamente danno alveolare e capillare (ossia polmoni e vasi), e questo può essere predetto dal D-dimero alto (simboleggiante una forte attività di coagulazione e degradazione della fibrina). I trombi (coaguli di sangue) sono tra le ragioni, ma le morti avvengono per molteplici cause, e il vantaggio di una terapia anticoagulante, che può essere fatta, non è certo in tutte le persone, perché può anche indurre emorragie e non vi è una cura standardizzata con anticoagulanti nelle persone con COVID. Secondo il report dell'ISTAT "le complicanze di COVID-19 più frequenti che portano alla morte sono la polmonite (riscontrata nel 79% dei casi di decesso) e l'insufficienza respiratoria (55%), ma oltre a queste compaiono lo shock (6%), la sindrome respiratoria da distress acuto (6%), complicanze cardiache (3%), sepsi e infezioni non specificate (3%)." Nelle persone che muoiono nei primi giorni sembra però prevalere lo shock settico e l'insufficienza multiorganica, in particolare polmonare, dovuto al danno iniziato dal coronavirus, concludendo che "la maggior parte dei pazienti è morta di COVID-19 con il contributo di condizioni di salute preesistenti al meccanismo della morte" (diabete, obesità, ipertensione ecc).
Hanno vietato le
autopsie
La circolare del Ministero poneva, giustamente, paletti precisi per realizzarla, ma non le ha mai vietate, semplicemente dovevano essere fatte in condizioni di sicurezza. Anche in altre parti del mondo “molti ospedali e patologi, per paura di infezioni e attrezzature insufficienti, inizialmente hanno evitato di condurre autopsie su coloro che erano morti a causa di COVID-19”. Le autopsie, effettuate poi in condizioni appropriate, hanno comunque rivelato una “malattia terribile” che colpisce vari distretti, con microtrombi, angiopatia, tromboembolismo venoso, dovuti a uno stato procoaugulante e infiammatorio legato alla “tempesta di citochine”, miocarditi e varie forme di coinvolgimento sistemico (cioè in tutti gli organi, soprattutto reni).
Li hanno ammazzati
pompandogli aria nei polmoni
Secondo una review del 20 luglio (quindi non a inizio
epidemia, quando sapevamo pochissimo della malattia), “L'intubazione
endotracheale e la ventilazione meccanica devono essere effettuate il più
presto possibile indipendentemente dal fenotipo della polmonite da COVID-19,
quando i segni di distress respiratorio sono associati alla grave ipossiemia.”
Secondo JAMA “circa il 5%
dei pazienti con COVID-19 e il 20% di quelli ricoverati in ospedale presentano
sintomi gravi che richiedono cure intensive. Più del 75% dei pazienti
ospedalizzati con COVID-19 necessita di ossigeno supplementare. Il trattamento di ventilazione meccanica rimane quello elettivo in caso di
difficoltà respiratorie fin quando non si trovano rimedi alternativi.
I morti sono
inventati
Secondo una ricerca pubblicata dagli statistici italiani non vi è esagerazione nei morti, anzi. “I nostri risultati mostrano che il conteggio ufficiale dei decessi di COVID-19 in Italia ha sostanzialmente sottostimato l'effettivo aumento della mortalità correlata alla pandemia, come anche in altri paesi. Potrebbero esserci diverse spiegazioni, inclusi decessi aggiuntivi direttamente correlati al virus, decessi correlati a condizioni di salute sottostanti esacerbate dal virus e cure ritardate dal non poter usufruire degli ospedali o dalle richieste agli ospedali di prendersi cura dei pazienti COVID-19”. Questo è stato particolarmente notato in Lombardia e per gli uomini sopra i 65 anni.
Il grafico spiega benissimo l'aumento dei morti nel periodo marzo-aprile 2020 rispetto agli altri anni.
Solo gli operatori sanitari nel mondo morti e censiti sono 1800, il più giovane di 20 anni. Nessuna epidemia moderna ha fatto tanti decessi tra gli operatori sanitari. E senza di loro se finiamo in ospedale siamo f...regati.
La mascherina lascia
passare i virus, non è efficace ecc.
Tutti gli studi convergono sul fatto che la mascherina,
insieme a lavaggio mani e distanziamento sociale, sia efficace. In uno studio
effettuato a Parigi che ha tracciato l’andamento del virus, è stato mostrato
chiaramente che “La mascheratura universale, il rinforzo dell'igiene delle mani
e i DPI con mascherine mediche per la cura dei pazienti hanno consentito la
protezione del personale sanitario e il contenimento dell'epidemia. Le
trasmissioni residue erano correlate a esposizioni persistenti con pazienti o
colleghi non diagnosticati e non a contatti con bambini che frequentavano
strutture di assistenza fuori casa.”
In generale l’uso della mascherina è un fattore positivo che
riduce il rischio di contagio e il suo uso è fortemente consigliato
https://www.teepublic.com/it/maschera/10415892-fuck-you-coronavirus-funny-covid-19-with-fu-middle |
Questa bugia messa in giro da diversi blogger è stata smentita da diversi fact-checker.
I movimenti NoMask sono guidati da ipotesi antiscientifiche.
Gli asintomatici non
sono contagiosi
Gli asintomatici, persone infette che non manifestano malattia, possono avere carica virale simile a quella dei sintomatici, ed essere così una chiave nella propagazione della malattia. Si sa da gennaio 2020 che possono essere contagiosi. Possono essere circa il 45% degli adulti infettati, sono
contagiosi per settimane, oltre la metà degli asintomatici appaiono contagiosi così come i bambini. I bambini hanno una contagiosità simile a quella degli adulti.
Anche nella fase di incubazione si è contagiosi.
Positivi non vuol
dire malati
Non è così semplice,
lo spiegano 2 medici nel blog di Patto per la scienza: la presenza del virus (infezione) può essere già considerata malattia, anche in assenza di sintomi.
In ogni caso i positivi, come detto prima, possono essere contagiosi anche se asintomatici e diffondere il virus a persone deboli e a rischio. Devono stare in quarantena.
Si muore col COVID e
non di COVID
Come spiega il sito Medscape, chi dice questo semplicemente
non capisce le malattie infettive. Nel 94% delle persone morte con COVID in
USA, vi è una o più comorbilità, in media 2,6. Solo il 6% delle persone quindi
non ha altre condizioni morbose nel certificato di morte. Ma questo non
significa che la morte sia dovuta ad altre condizioni. “La stragrande
maggioranza aveva condizioni come insufficienza respiratoria, coaguli di sangue
e ictus, che possono essere causati dal coronavirus stesso. Altri avevano
malattie antecedenti come ipertensione, insufficienza cardiaca, sepsi e diabete,
che potrebbero essere state condizioni preesistenti. […] Ma le condizioni quali
arresto cardiaco, insufficienza renale, insufficienza epatica, sepsi, fibrosi
polmonari, ecc. possono tutte verificarsi dopo l'infezione da SARS-CoV-2,
portando alla morte", ha scritto il virologo McNamara. L’infettivologa
Edwards aggiunge: “SARS-CoV-2 è più letale di altri virus. A volte si possono
avere più fattori - quattro, cinque, sei fattori che contribuiscono - ma la
causa principale di morte ", ha spiegato." nel 95% dei decessi
correlati a COVID, era il virus, insieme agli altri fattori. "
Non è una malattia grave, non lascia
strascichi, è come un’influenza
È vero che molte
persone guariscono o addirittura superano l’infezione in maniera asintomatica,
senza neanche accorgersi magari. Ma molte persone continuano ad avere problemi
per mesi. Recentissimo caso di persona che è morta 6 mesi dopo l’infezione
affrontata in maniera moderata (ricovero senza complicazioni) per i danni
inferti dal virus ai suoi organi.
Infatti COVID19 è una malattia che può colpire in maniera multiorgano, non solo l’apparato respiratorio, ma anche reni, cervello, cuore, intestino. In particolare tutti i tessuti che esprimono il recettore ACE2.
Uno dei peggiori può essere la fibrosi polmonare (che è
anche una delle cause di morte), condizione che altera la funzione del tessuto polmonare, e può essere rilevata anche mesi dopo la guarigione. Sebbene la maggior parte dei sopravvissuti possa tornare al lavoro e alla
vita normale, un numero significativo di loro mostrerà anomalie nella
ventilazione residua e nella diffusione dei gas nel sangue. In uno studio il 56% delle persone mostra riduzione della funzione respiratoria ancora dopo 3 mesi
La severità e la mortalità sono spesso correlati con il
sovrappeso, soprattutto quello concentrato nella fascia addominale, che da anni
sappiamo essere connesso con l’infiammazione di base, condizione probabilmente
essenziale la manifestazione di sintomatologia degna di nota.
Il CDC americano indica come patologie (assieme all’obesità) che aumentano il rischio di COVID19 severa: tumori, malattie renali, diabete, BPCO, stato di immunodepressione, diabete e cardiopatie. Persone fumatrici, con asma, malattie neurologiche, epatiche, polmonari, ipertensione, gravidanza, diabete di tipo 1 sono ugualmente a rischio per COVID severo.
Questi fattori di rischio sono validi a tutte le età.
In uno studio USA è stato visto che “I giovani adulti di età
compresa tra 18 e 34 anni ricoverati in ospedale con COVID-19 hanno
sperimentato tassi alti di esiti avversi: il 21% ha richiesto terapia
intensiva, il 10% ha richiesto ventilazione meccanica e il 2,7% è morto. Questo
tasso di mortalità intraospedaliero è inferiore a quello riportato per gli
anziani con COVID-19. Obesità patologica, ipertensione e diabete erano comuni e
associati a maggiori rischi di eventi avversi. I giovani adulti con più di 1 di
queste condizioni hanno affrontato rischi paragonabili a quelli osservati negli
adulti di mezza età senza condizioni di rischio”.
In generale, anche se la malattia è negativizzata, possono
permanere alcuni sintomi per mesi, come stanchezza, tosse, respiro corto, emicrania,
dolori alle articolazioni. L’87% dei guariti riporta la persistenza di almeno
un sintomo, secondo uno studio italiano. Le persone possono avere necessità di riabilitazione specifica
La formazione di
trombi può danneggiare in particolare fegato e reni. Probabilmente molte
conseguenze sono ancora ignote e si manifesteranno nei mesi a venire.
Alcune conseguenze post COVID possono essere malattieneurologiche e autoimmuni (alcuni casi di sindrome di Guillain Barré, tiroiditi, LES, o malattie neurodegenerative.
Un recentissimo studio ha evidenziato, attraverso risonanza magnetica, che il 15% di un campione di sportivi che avevano recuperato dal COVID aveva segni di miocardite, con conseguente rischio di morte improvvisa.
Nei bambini la malattia è solitamente benigna e non grave ma in diversi casi ha lasciato strascichi, come una sindrome infiammatoria multisistemica, simile alla Kawasaki, che spesso dà coinvolgimento cardiaco, e aumenta il rischio di diabete di tipo 1.
Una buona notizia è che per il momento non sembra possibile reinfettarsi, ma i casi riferiti di seconda infezione sembrano essere infezioni che non si erano negativizzate completamente.
Perché COVID 19 non è un’influenza come dice Trump? Lo spiega un prof della Georgia, John Drake. Il coronavirus è più trasmissibile del virus dell’influenza (R0 di 3 Vs 1,28 dell’influenza). È più letale, di 54 volte: negli USA 22 mila morti in un anno, uno ogni 2000 casi sintomatici, mentre il coronavirus ne fa uno ogni 37 casi sintomatici. Non abbiamo farmaci né vaccini contro il coronavirus, al contrario di quelli disponibili per l’influenza. Non esiste immunità contro il coronavirus, essendo un virus nuovo, mentre per l’influenza molti hanno una certa resistenza contro alcune forme, pur essendo un virus mutevole che si presenta spesso con diversi ceppi.
Una persona si è reinfettata con 2 ceppi diversi del coronavirus, e la seconda ha avuto sintomi più gravi. Abbiamo ancora tanto da scoprire○ 2 COVID-19 NON È PEGGIORE DELL'INFLUENZA.
○ 3 NON È NECESSARIO INDOSSARE UNA MASCHERinA.
Credere alle cospirazioni su COVID19 è associato con demenza frontotemporale. Alla fine non è colpa loro
Quali supplementi hanno potenziale nel prevenire e affiancare le terapie di COVID19? Zinco, vitamina D, vitamina C, curcumina, cannella, allicina, piperina, selenio, propoli, probiotici, lattoferrina e quercetina. Scrivo potenziale perché gli studi sono tutti in fase 1 e 2, quindi nessuna certezza, se non che abbiano funzionato con altri virus. Sono tutt'ora in corso studi più approfonditi.
I danni ai polmoni e la trombosi rivelati dalle autopsie sono incredibili
Le persone sovrappeso sono a maggior rischio di COVID severo perché hanno un quadro infiammatorio e alterato di citochine
Uno studio fatto su pochi pazienti mostra comunque che tutti gli asintomatici hanno opacità rilevate alla TC e il 50% segni di danno
Un certo Scoglio riceve l'ennesima smentita alle sue teorie sui tamponi
"Non si conoscono gli effetti a breve e lungo termine, i vaccini sono stati prodotti troppo velocemente e le uniche informazioni vengono dalle aziende"
"I vaccini anti Covid sono sperimentali"
- "I vaccini provocano l’infezione"
- "I vaccinati sono contagiosi"
- "Vengono nascosti effetti collaterali e decessi post vaccino"
- "Il vaccino causa infertilità e aborti"
- "Il vaccino modifica il nostro DNA"
- "Il vaccino causa trombosi e miocarditi"
- "I produttori di vaccini e i medici fanno firmare il consenso per evitare responsabilità"
- "Dai 19/20 anni in giù per i soggetti sani è impossibile morire per Covid e pure manifestare sintomi gravi"
"Più vacciniamo più escono nuove varianti"
- "D’estate il virus scompare, è inutile vaccinarsi o mettere le mascherine"
Alcune novità su COVID. Il long COVID
coinvolge spesso il rene e le persone dovrebbero essere monitorate.
Il plasma iperimmune appare poco utile per
le persone con malattia severa.