Siamo soliti dire a chi ha la pressione alta di ridurre il sale, e il consiglio appare ottimo per diversi motivi. Ad esempio riduce la perdita di proteine in chi ha insufficienza renale.
Tuttavia sta emergendo come non sia così ovvio dover ridurre il sale indiscriminatamente, in particolare in chi abbia insufficienza cardiaca, pur sottolineando il fatto di aumentare il potassio (verdure, frutta ecc) e tenere basso il sodio (contenuto nel sale da cucina).
Insomma la popolazione si divide in 2 categorie: sensibili al sale e non.
Potremmo dire: il sale carica la pistola, il fruttosio preme il grilletto.
E questo probabilmente interessa anche le donne che soffrono di ritenzione idrica, che si manifesta tipicamente con la cellulite.
La pressione è la forza che preme sui vasi sanguigni: più è alta, più essi si degradano, e risulta il primo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Volete abbassare la pressione (e ridurre la ritenzione idrica)? Iniziate a togliere lo zucchero.
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http://quotesgram.com/funny-sugar-quotes/
La canzone di Mary Poppins mi ha fatto venire il diabete |
Aggiornamento 25/5/2016
Il sale va sicuramente ridotto in persone con problemi renali
Aggiornamento 2/6/2016
Il fruttosio stimola l'assorbimento del sale anche a livello intestinale.
Sul giornale dei medici americani viene riportato che la riduzione del sale, in particolare la sua presenza nei prodotti industriali, è una strategia da perseguire con priorità.
Un altro elemento da ridurre con decisione è il fosfato inorganico, utilizzato dall'industria alimentare come conservante, esaltatore di sapore e di colore, soprattutto in persone con problemi renali.
Aggiornamento 10/6/2016
La collega M.Rosaria Vestuto segnala un lavoro secondo cui il sale contribuirebbe ad aumentare la grelina, ormone noto per fare danni come i terremoti, soprattutto aumenta la fame e rallenta il dispendio energetico.
Il sale pare essere associato con riduzione della salute ossea e aumento del rischio di osteoporosi e osteopenia.
Aggiornamento 28/7/2016
Conferme sul ruolo deleterio dello zucchero sulla pressione, causa ritenzione di liquidi tramite l'iperinsulinemia.
Soffrite di pressione bassa? Non aggiungete sale, ma magnesio!
Aggiornamento 5/8/2016
Una differenza marcata (oltre 10 mmHg) tra la pressione misurata prima in un braccio e poi nell'altro può essere spia di futuri problemi cardiovascolari.
Per la prima volta nella storia nei paesi meno sviluppati c'è un tasso di ipertesi maggiore che nei paesi più ricchi. La famosa globalizzazione.
Alcuni farmaci per l'ipertensione sono associati con peggioramento dell'umore. Questo perché impattano anche altri sistemi. Meglio sempre provare col cambiamento dello stile di vita.
Aggiornamento 31/10/2016
L'uso di sale dovrebbe essere ridotto anche nei normotesi, per ridurre il rischio cardiovascolare, secondo una recente revisione dei dati.
Il ginseng ha un lieve effetto ipotensivo nelle persone con diabete, obesità e sindrome metabolica. Sebbene non raggiunga l'efficacia di un farmaco, il suo uso può essere consigliato secondo una revisione dei dati.
Aggiornamento 29/12/2016
Il trasporto di serotonina dall'intestino è modulato da recettori che rispondono a seconda del microbiota: umore, pressione ecc dipendono dallo stato del nostro intestino.
Aggiornamento 8/1/2017
Il DNA mitocondriale delle persone obese è una delle cause dell'ipertensione: attiva infatti la via TGF-beta nel sistema nervoso centrale.
Aggiornamento 31/1/2017
Tutte le calorie sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre (cit La fattoria degli animali)
Il fruttosio ad esempio ha un tale effetto proinfiammatorio e lipogenico (stimola la sintesi dei grassi) che questa pubblicazione lo definisce "arma di distruzione di massa"
L'ipertensione è una malattia complicata, con diverse origini e cause.
Per ridurre il sodio, una dieta ricca in potassio è fondamentale. Così da ridurre pressione e rischio renale e cardiovascolare
Aggiornamento 4/3/2017
Come mai diabete e ipertensione vanno di pari passo? Quando si alza la glicemia (e di conseguenza l'insulina) il rene trattiene più liquidi, e l'aumento di ritenzione si traduce in incremento di pressione sanguigna. I cibi che danno resistenza insulinica sono generalmente quelli industriali, ricchi di carboidrati e grassi raffinati, ma anche un eccesso proteico può determinarla
Qual è una delle vere cause delle malattie cardiovascolari? la disfunzione endoteliale, che non permette alle arterie di rilassarsi e crea ipertensione. E una delle sue determinanti è l'alterazione delle proteine prodotte, causate dallo stress degli organelli cellulari chiamati reticoli endoplasmatici. Anche i mitocondri collaborano.
Aggiornamento 17/3/2017
Le diete DASH, mediterranea e nordica, tutte caratterizzate da un alto apporto di fibra e alimenti non raffinati, danno risultati simili nell'abbassare la pressione
Aggiornamento 20/3/2017
Il magnesio si conferma utile in persone sovrappeso con problemi renali: migliora infatti sia la pressione che la glicemia
Aggiornamento 25/3/2017
Nonostante si suggerisca la necessità di studi più lunghi, l'olio di cumino nero si è dimostrato efficace in una revisione degli studi sul suo effetto di diminuzione della pressione.
Aggiornamento 30/3/2017
Chi soffre di ipertensione ha spesso un eccesso di batteri che producono lattato e una riduzione di quelli che producono acetato e butirrato. Questo aumenta l'infiammazione, la produzione di metaboliti tossici e il loro passaggio nel torrente sanguigno (permeabilità intestinale) e il tono simpatico (neurotrasmettitori come la noradrenalina che aumentano le resistenze arteriolari). La revisione degli studi supporta l'uso dei probiotici nella gestione della malattia. Recentemente un mio paziente ha potuto abbandonare il betabloccante, in seguito a dieta e integrazione con probiotici
Aggiornamento 1/4/2017
Alcuni farmaci per la pressione, bloccanti selettivi dei recettori beta1, tendono ad alterare l'omeostasi glucidica
La presenza di una mutazione in un particolare gene, chiamato MTHFR, fa sì che si abbiano fabbisogni di micronutrienti diversi. Ad esempio si ha necessità del metilfolato (e non dell'acido folico semplice, che non viene attivato) e di più vitamina B6 per non soffrire di ipertensione
Per migliorare la pressione, non solo ridurre il sale, ma anche aumentare il potassio, presente soprattutto in frutta e verdura
TNF, un fattore rilasciato da macrofagi e tessuto adiposo infiammato, controlla in maniera diretta la pressione
Aggiornamento 25/4/2017
Circa metà degli ictus e degli infarti sono dovuti all'ipertensione. Aumentare il potassio è importante come ridurre il sodio per mantenere la corretta pressione sanguigna. Ha un effetto simile a quello di un farmaco diuretico.
L'ipertensione si conferma il fattore di rischio cardiovascolare principale, e forse servirebbe un miglior controllo con un abbassamento ulteriore del target.
Aggiornamento 5/6/2017
Ridurre il sodio sotto i 2,3 g al giorno non sembra essere associato con riduzione della pressione. Invece aumentare potassio, magnesio e calcio risulta molto più utile
Aggiornamento 21/7/2017
Per prevenire ipertensione e malattie renali è necessario avere un'alimentazione con le giuste proteine sia in gravidanza che nel primo periodo di vita. Basso peso alla nascita e nascita prematura aumentano il rischio.
Aggiornamento 19/8/2017
In alcune circostanze (dieta low carb o chetogenica, antidepressivi, sport) è necessario assumere più sale (sodio) per consentire un corretto funzionamento dell'organismo
L'integrazione con magnesio si conferma utile per abbassare la pressione, soprattutto in chi abbia problemi metabolici (diabete o prediabete)
Aggiornamento 14/9/2017
L'eccesso di sale ha un effetto diretto sulla meccanica cardiaca tale da indurre ipertensione, fibrosi, ritenzione idrica e aritmie. Tuttavia anche la sua eccessiva restrizione può essere pericolosa per la funzione cardiaca
Usare un sale ricco in magnesio e potassio al posto del classico sodio aumenta il recupero in persone colpite da ictus
"Studi sperimentali e clinici
attualmente sostengono fortemente un'interazione stretta ma complessa tra
nutrizione, microbiota intestinale e suoi metaboliti, e ipertensione"
"Crediamo che gli alimenti
medicinali, il microbiota intestinale e i suoi metaboliti possano offrire un
mezzo altamente promettente ed efficace contro l'ipertensione, così come altre
malattie associate allo stile di vita occidentale".
Alcuni metaboliti batterici, a seconda delle varianti genetiche, possono agire in senso positivo o negativo nei confronti della pressione alta
I nostri batteri sono importanti per la pressione alta, perché metabolizzano il cortisolo. Una loro alterazione aumenta questo ormone e contribuisce a far salire la pressione
Aggiornamento 27/10/2017
Nei giapponesi si è notato che il numero di nefroni (unità funzionale del rene) è inferiore, e questo potrebbe renderli più suscettibili a malattie renali e ipertensione nonostante la nota longevità e stile di vita solitamente sano.
Utilizzare le spezie aumenta la percezione del gusto salato e aiuta a ridurre l'introito di sale e quindi la pressione sanguigna
Il sale modula il microbiota, riducendo la vita dei lattobacilli e favorendo l'ipertensione
La dieta può essere efficace quanto i farmaci contro l'ipertensione
Aggiornamento 15/12/2017
Spesso diamo la colpa della pressione alta al sale. In realtà si sta capendo che l'eccesso di zuccheri provoca infiammazione e stress ossidativo che determina riassorbimento di liquidi e ritenzione idrica alla base dell'ipertensione
I legami tra ipertensione e batteri sono così forti che è stato fatto un report ufficiale: in particolare molte funzioni si svolgono tramite gli acidi grassi a catena corta.
Alcune varianti geniche determinano la sensibilità al sale dell'ipertensione
Le strategie nutrizionali del dott.Kresser per migliorare la pressione, tra cui l'uso di vitamina K2
Il sale, tramite l'azione sui th-17, sembra aumentare in un modello animale il rischio di demenza e problemi cerebrovascolari.
Aggiornamento 26/1/2018
Anche il sale può contribuire al diabete. Infatti attiva lo stress ossidativo che a sua volta stimola una via infiammatoria (NLRP3) responsabile di insulino-resistenza. Questo ha anche effetto sul rene, aumentando la ritenzione di liquidi. Il potassio ha un effetto contrario.
Aggiornamento 3/2/2018
La vitamina D può avere un vero e proprio effetto terapeutico sulle malattie cardiovascolari. Può infatti ripristinare la produzione di ossido nitrico, un segnale di rilassamento per le arterie, la cui alterazione porta all'ipertensione. L'effetto positivo può estendersi ad altre malattie cardiovascolari, come l'insufficienza cardiaca, o a quelle correlate come vasculopatie e diabete
Lo yogurt può essere protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari (CVD). Indagando sulle abitudini alimentari delle persone, gli studiosi hanno trovato che gli ipertesi che hanno consumato 2 porzioni o più a settimana, specialmente nel contesto di una dieta sana, hanno avuto rischio inferiore di sviluppare CVD.
Un composto naturale, il nicotinamide riboside, riesce a mimare la restrizione calorica e potenzialmente bloccare le malattie legate all'invecchiamento, come quelle cardiovascolari e l'Alzheimer. Gli studiosi specificano che si tratta di uno studio preliminare ma molto promettente.
Un pasto ipercalorico lipidico, come per esempio un milkshake fatto da gelato, latte intero e panna, attiva un rimodellamento dei globuli rossi che li predispone per favorire le malattie cardiache. In particolare cambia l'espressione dell'enzima mieloperossidasi, notoriamente legato alla riduzione di elasticità delle arterie e aumento dello stress ossidativo (che altera la funzione dei globuli rossi grazie alla generazione di ROS). Avviene anche l'attivazione delle vie infiammatorie nei globuli bianchi, che favorisce l'aterosclerosi. La risposta immunitaria è simile a quella di un'infezione (VES alta). Questo non succede con un pasto con simile quantità di calorie ma fatto solo da cereali (senza grassi). L'esperimento è stato fatto su maschi sani e attivi. Gli scienziati concludono che "questi risultati danno nuove informazioni sui meccanismi in base ai quali il consumo di pasti arricchiti in grassi può promuovere la destabilizzazione delle placche vulnerabili che portano a un infarto miocardico acuto".
Aggiornamento 8/4/2018
Nei ratti la vitamina D bassa in gravidanza altera un gene (Panx1) nella prole che così avrà tendenza all'ipertensione
Aggiornamento 2/5/2018
Ridurre il sale rimane probabilmente il miglior modo per abbassare la pressione e ridurre le malattie cardiovascolari
Aggiornamento 8/5/2018
In uno studio su ratti il kefir abbassa la pressione sanguigna, ripristinando la flora intestinale e alzando i livelli di un enzima cerebrale che controlla questa funzione
Aggiornamento 11/5/2018
Nelle persone ipertese e con omocisteina alta la supplementazione con vitamine del gruppo B, in particolare B12 e folati, può ridurre il rischio di ictus fino al 73%
Aggiornamento 27/5/2018
Sempre più evidente il collegamento tra intestino e problemi renali o collegati, incluso ipertensione. In queste persone spesso bifidi e lattobacilii sono ridotti
Aggiornamento 11/6/2018
Raddoppiare il sale nella dieta fa piazza pulita dei lattobacilli, importanti batteri del nostro intestino legati ad ipertensione e obesità
Aggiornamento 14/6/2018
2 porzioni di mango al giorno possono aiutare a ridurre la pressione grazie alla sua ricchezza in polifenoli
Cosa consiglia l'OMS per prevenire e gestire l'ipertensione, tra altre cose? Cibi naturali e freschi.
Anche un sonno solo lievemente disturbato è sufficiente ad aumentare l'infiammazione vascolare e far salire la pressione
Quali cibi riducono la pressione sanguigna?
Frutti di bosco, banana, bietole, cacao amaro, kiwi, anguria, avena, verdure a foglia, aglio, cibi fermentati, yogurt al naturale, lenticchie, melagrana, cannella, pistacchi
Da evitare invece caffeina, alcol e sale in eccesso
Contrariamente a quanto si pensava, il sodio può essere temporaneamente stipato nel corpo, e non viene necessariamente espulso con le urine: il suo legame con la riduzione di lattobacilli e l'attivazione dei Th-17 è sempre più evidente
Aggiornamento 31/7/2018
I flavanoli del cacao migliorano il flusso di sangue cerebrale e riducono lo stress ossidativo sia durante l'esercizio intenso che a riposo
Aggiornamento 20/8/2018
Un altro studio documenta che l'eccessiva riduzione del sale (sodio sotto i 5 grammi) aumenta il rischio cardiovascolare. Già l'anno scorso l'American Heart Association rigettò le conclusione di uno studio simile, continuando a consigliare una maggiore limitazione del sodio (2 grammi al giorno). Quello che è emerso però senza dubbio e su cui tutti concordano è che il potassio sia un indicatore di qualità della dieta, trovandosi soprattutto in frutta e verdura, e possa limitare i danni dovuti al sale (che, senza eccessi, potrebbe essere protettivo)
Le persone stressate hanno un alto tasso di malattie cardiovascolari, ipertensione, insufficienza cardiaca e morte improvvisa.
Questo è dovuto alle catecolamine (adrenalina e noradrenalina), gli ormoni/neurotrasmettitori dello stress. Ma il vero colpevole potrebbe essere l'aminocromo, un derivato della loro ossidazione, che determina stress ossidativo e così l'effetto tossico a livello del cuore. Nel modello animale, N-acetilcisteina, vitamina E e antiossidanti riducono i livelli di aminocromo, le aritmie e lo stress ossidativo, e non presentano fibrillazione
Il fosfato (presente nelle bibite gassate) aumenta la pressione e la frequenza cardiaca anche nelle persone sane
Aggiornamento 29/8/2018
Il legame tra apnee del sonno e ipertensione coinvolge anche la dieta e la riduzione della funzione renale.
La riduzione dell'ossigeno e l'aumento dell'anidride carbonica aumentano il tono simpatico e l'infiammazione, danneggiando l'endotelio e facendo contrarre i vasi. Questo si enfatizza con eccesso di sale, obesità ecc
Aggiornamento 13/9/2018
Il Q10 è efficace nel ridurre la pressione sistolica (massima) ma non la diastolica. Il suo effetto non sempre buono probabilmente dipende dallo scarso assorbimento intestinale, che può migliorare con alcune forme.
Aggiornamento 20/9/2018
La supplementazione con magnesio migliora la funzione endoteliale e quindi la circolazione sanguigna
Aggiornamento 29/12/2018
L'attività fisica è efficace nell'abbassare la pressione sanguigna in maniera simile ai farmaci
La fibra alimentare protegge il sistema cardiovascolare perché viene fermentata dai nostri batteri a propionato, che riduce l'infiammazione e modula il sistema immunitario in modo da ridurre ipertrofia cardiaca e fibrosi, suscettibilità alle aritmie cardiache e lesioni aterosclerotiche. "Il proponiato potrebbe essere importante nel migliorare la salute cardiovascolare, poiché sia l'aterosclerosi che il rimodellamento cardiaco ipertensivo sono stati significativamente ridotti nel trattamento con propionato nel nostro studio. È interessante notare che diversi sottogruppi di batteri intestinali sono in grado di produrre propionato, alcuni dei quali sono stati mostrati essere meno abbondanti nell'ipertensione sperimentale e nei pazienti ipertesi.
Di conseguenza, l'integrazione orale con propionato o suoi precursori può essere utile in individui ipertesi per prevenire danni agli organi bersaglio. Le attuali linee guida sull'ipertensione raccomandano modifiche dello stile di vita prima dell'inizio di qualsiasi trattamento farmacologico antiipertensivo.
L'aumento dietetico del propionato è un intervento accessibile, e le nostre osservazioni suggeriscono che questo potrebbe essere un nuovo approccio per prevenire i danni da ipertensione agli organi bersaglio".
Aggiornamento 31/12/2018
Secondo una ricerca che ha incrociato i dati, la migliore dieta per la pressione alta si conferma la DASH.
"I risultati della presente meta-analisi hanno importanti implicazioni cliniche e di salute pubblica, suggerendo che modifiche dietetiche caratterizzate da un elevato consumo di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, semi oleosi e latticini e basso consumo di carne rossa e lavorata , bevande zuccherate e sodio sono un metodo efficace per controllare la pressione sanguigna nelle popolazioni con pre-ipertensione e ipertensione".
La spirulina è dotata di forti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ed è nota per ridurre la rinite allergica.
Grazie alla sua capacità di indurre rilascio di ossido nitrico, ha anche proprietà antipertensive
Il succo di melagrana, frutto temutissimo per i suoi zuccheri, abbassa la pressione nelle persone diabetiche
Aggiornamento 26/1/2019
Ridurre il sodio (sale da cucina) e aumentare il potassio (frutta e verdura) riduce il rischio di ictus
La carenza di zinco è molto diffusa nelle malattie croniche. Nel topo aumenta il riassorbimento renale di sodio e aumenta la pressione. Correggere la carenza permette di ristabilire una normale pressione arteriosa
Il sale stimola la ritenzione di liquidi e l'aumento dei volumi plasmatici anche grazie allo stress ossidativo. Un'elevata assunzione di sale porta alla mancanza di fattore di crescita epidermico (EGF) nel tessuto corticale, bassa abbondanza di RhoGDIα e attivazione anomala dei recettori mineralcorticoidi (MR) tramite l'alta attività di Rac1, che funge anche da unità strutturale della NADPH ossidasi. La produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) aumenta l'attività di ENaC, che, a sua volta, contribuisce all'espansione del volume del liquido corporeo richiesta per lo sviluppo dell'"ipertensione sensibile al sale"
I diuretici dell'ansa sono farmaci utilizzati per ridurre il gonfiore agli arti nei problemi renali, insufficienza cardiaca e ipertensione
Assumere più potassio insieme a questi farmaci sembra aumentare la sopravvivenza e ridurre il rischio di aritmia
Aggiornamento 22/2/2019
Grazie alle antocianine contenute nei mirtilli, la pressione scende e il sistema cardiovascolare migliora la sua funzione. Se i sussidi all'agricoltura venissero dati per produrre frutta al posto che mais che diventa zucchero e mangimi per allevamenti intensivi o grano che diventa farina 00 staremmo molto meglio
Aggiornamento 10/3/2019
Avete presente quei collutori che eliminano il 99,9% di batteri nella bocca? Sfortunatamente eliminano anche quelli buoni. La flora orale è importante quanto quella intestinale, e la sua alterazione è legata ad Alzheimer, diabete, obesità, artrite reumatoide, tumori ecc.
L'ultima che si è scoperta è che i batteri orali buoni rilasciano nitriti che servono ad abbassare la pressione sanguigna, ed eliminarli aumenta il rischio di ipertensione. Basta una settimana di sciacqui con clorexidina per 2 volte al giorno per alterare significativamente la pressione in soggetti sani.
La frutta oleosa ha effetto positivo sulla funzione endoteliale (quella che permette ai vasi di rilassarsi ed è difettosa nell'ipertensione), ma i vantaggi cardiovascolari sono evidenti soprattutto con le noci
Aggiornamento 14/3/2019
Anche un moderato uso di alcolici (1 o 2 drink al giorno) può aumentare il rischio di ipertensione
Aggiornamento 17/3/2019
Il fruttosio industriale è legato a molte malattie, dalla steatosi epatica all'ipertensione. Sfortunatamente, più se ne introduce più si stimola il rene a "recuperarlo" dal filtrato glomerulare e questo può contribuire alle patologie causate dalla dieta ricca in fruttosio
Aggiornamento 21/3/2019
Il consumo di sodio e potassio è essenziale per la salute, in quanto nessuno dei due è prodotto dall'organismo ed entrambi sono necessari per i processi fisiologici critici. La nostra alimentazione è comunque spesso caratterizzata da un eccesso del primo e una carenza del secondo (presente in frutta e verdura). Non bisogna però ridurre eccessivamente il sodio, presente nel sale da cucina.
"La combinazione di un apporto moderato di sodio (3-5 g / die) con un'assunzione elevata di potassio è associata al più basso rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari, mentre gli eccessi di assunzione di sodio combinati con una bassa escrezione urinaria di potassio sono associati al più alto rischio cardiovascolare. I nostri dati evidenziano la necessità di un forte aumento nell'assunzione di potassio nella dieta nella popolazione generale, con la contemporanea riduzione dell'assunzione di sodio".
Aggiornamento 18/4/2019
Il kefir, nel modello animale, abbassa la pressione dei topi ipertesi migliorando il microbiota intestinale e i messaggeri che i batteri rilasciano
Aggiornamento 19/4/2019
Farmaci come gli antipertensivi e gli inibitori di pompa sono associati con aumento di peso.
Aggiornamento 21/4/2019
Come fa il microbiota a influenzare la pressione sanguigna? Rilascia alcuni metaboliti (acidi grassi a catena corta SCFA) e metabolizza gli ormoni come il cortisolo e l'aldosterone che se non vengono ridotti generano ipertensione
Aggiornamento 1/5/2019
"I fattori che contribuiscono ad un aumento del riassorbimento del sodio nell'obesità comprendono la compressione renale da parte del grasso viscerale, perirenale e renale; aumento dell'attività del nervo simpatico renale (RSNA); aumento dei livelli di ormoni anti-natriuretici, come l'angiotensina II e l'aldosterone e delle adipochine, in particolare leptina. Le vie renali e neuroormonali di obesità e ipertensione si intrecciano. Ad esempio, la leptina aumenta l'RSNA stimolando la via del recettore proopiomelanocortin-melanocortin 4 del sistema nervoso centrale e la compressione renale e l'RSNA contribuiscono all'attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. I glucocorticoidi e / o lo stress ossidativo possono anche contribuire all'attivazione dei recettori mineralcorticoidi. L'obesità prolungata e la progressiva lesione renale spesso portano allo sviluppo di ipertensione resistente al trattamento. Pertanto, la gestione del paziente richiede spesso più farmaci antipertensivi e un trattamento concomitante di dislipidemia, insulino-resistenza, diabete e infiammazione".
Aggiornamento 5/6/2019
Esiste un legame tra ipertensione e infiammazione, in particolare quella del rene
Aggiornamento 10/6/2019
Ridurre pressione sanguigna, sale da cucina (del 30%) ed eliminare i grassi trans potrebbe risparmiare quasi 100 milioni di morti nei prossimi 25 anni.
Aggiornamento 3/7/2019
Come fanno i batteri intestinali a modulare la pressione sanguigna? I loro metaboliti (SCFA, soprattutto butirrato, e kinurenina, prodotto dal triptofano) derivati dalla dieta influenzano il sistema nervoso simpatico, quello che se troppo attivo tende ad aumentare la pressione. Ecco perché un'alimentazione in grado di correggere la disbiosi dovrebbe essere il primo consiglio.
Può il sale agire da antigene? In un certo senso sì, perché capace di attivare molti tipi di cellule immunitarie. Inoltre aumenta la produzione di un composto (IsoLG) che stimola le cellule dendritiche.
In ultimo determina disbiosi, con aumento dei Firmicutes e riduzione dei Bacteroidetes.
Tutto questo porta ad uno stato di infiammazione e predispone per l'ipertensione, il principale fattore di rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 24/7/2019
La carenza subclinica di magnesio è il principale fattore responsabile di malattie cardiovascolari come aritmie, calcificazioni arteriose, aterosclerosi, insufficienza cardiaca, ipertensione e trombosi, ed è legata oltre che a scarsa introduzione anche a uso cronico di diuretici e antiacidi. È possibile mettere in relazione l'escrezione degli elettroliti urinari con l'umore. I ragazzi che avevano molto sodio rispetto al potassio (che significa eccessiva introduzione di sale) avevano maggiore manifestazione di sintomi depressivi rispetto a quelli che avevano il rapporto invertito (che rappresenta un maggior consumo di alimenti vegetali non raffinati e minore di cibo spazzatura).
Tra i motivi per fare attività fisica, la sua proprietà di stimolare la funzione endoteliale e così il rilassamento delle arterie e l'abbassamento della pressione.
Questo avviene tramite la produzione di nitriti, che ha luogo parzialmente grazie ai batteri presenti nel cavo orale.
Usare collutori disinfettanti riduce questi batteri e diminuisce l'effetto ipotensivo dello sport e l'ossigenazione dei muscoli.
In un trial è stato utilizzato un sale con un 25% di sodio sostituito dal potassio. La pressione sanguigna è scesa leggermente, in modo da ridurre il rischio di ictus del 10% e di altre malattie cardiovascolari del 7%. Qual è tuttavia il miglior modo di aumentare l'introito di potassio? Assumere più frutta e verdura!
Il magnesio è un minerale fondamentale per la gestione della glicemia. La sua carenza aumenta la produzione di insulina, che a sua volta stimola l'escrezione urinaria di magnesio, creando un circolo vizioso molto pericoloso per la salute. La supplementazione di magnesio deve essere valutata nelle persone diabetiche.
Il sale provoca ipertensione anche riducendo il numero di lattobacilli e alterando l'immunità e i ritmi circadiani e così l'escrezione urinaria del sodio.
L'insulina in eccesso stimola la vasocostrizione e quindi l'ipertensione
Appena uno scrive che lo zucchero non fa male, ecco che appare lo studio che lo smentisce.
Sempre più prove ad esempio legano zucchero e ipertensione, mentre solitamente ci si preoccupa solo del sale.
Il fruttosio ad esempio stimola la ritenzione di sodio tramite l'angiotensina II (guarda un po' proprio l'ormone bloccato dai farmaci antipertensivi), e il suo assorbimento a livello intestinale, aumentando la pressione (e la cellulite...). Inoltre lo zucchero è ben noto per stimolare l'aumento di peso e il grasso, soprattutto viscerale, aumenta la pressione. Invece la frutta, che contiene fibre, vitamine, sostanze fitochimiche e minerali (soprattutto potassio) ma anche naturalmente zuccheri è associata a riduzione della pressione
Aggiornamento 2/1/2020
Assumere i farmaci per l'ipertensione prima di dormire anziché al risveglio ha comportato un miglior controllo pressorio e una riduzione degli eventi cardiovascolari. Se assumete antipertensivi parlatene col vostro medico o cardiologo.
La pressione sanguigna è influenzata da molti fattori, tra cui quanto sale (sodio) viene riassorbito dai reni e non espulso con l'urina. Stimolare i recettori del gusto dolce favorisce la ritenzione di sale e l'ipertensione. Il sale e un'alimentazione proinfiammatoria alterano il microbiota e aumentano il tono simpatico con ulteriore aumento della pressione
Aggiornamento 31/1/2020
Nelle persone con lieve ipertensione non si capisce esattamente se è conveniente trattare farmacologicamente, per cui la Società Europea dell'Ipertensione ha emesso una posizione ufficiale sull'uso di cibo, integratori e nutraceutici in questa condizione.
La barbabietola grazie ai suoi nitrati naturali appare il cibo più efficace. Tè ricco in catechine, karkadè, sesamo e melagrana hanno effetto più limitato.
Tra gli integratori, vitamina C, magnesio e potassio (attenzione a quest'ultimo in alcune patologie) sono i migliori, tra i nutraceutici gli isoflavoni della soia (in donne postmenopausa), il resveratrolo (nei diabetici) e la melatonina (in chi soffre di ipertensione notturna). Anche probiotici e prebiotici hanno discreta efficacia.
Molti altri funzionano (cacao, taurina, omega 3, ecc) ma a dosi elevate e a costi non bassi. In ogni caso non si consiglia di rimuovere gli eventuali farmaci prescritti.
Aggiornamento 6/2/2020
L'aglio, o il suo estratto secco, può avere un effetto sull'ipertensione simile a quello dei farmaci. Una corretta quantità delle vitamine del gruppo B è importante per l'effetto.La rigidità arteriosa si riduce in maniera da "ringiovanire" di 5 anni il sistema cardiovascolare. Funziona inoltre come prebiotico, migliorando il microbiota, aumentando i lattobacilli e i clostridi benefici
Nelle persone con insufficienza renale il potassio può essere ridotto, ma questo catione ha moltissime proprietà benefiche (ipotensivo, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, di malattie renali, di calcoli, il carico acido della dieta, protegge le ossa). Gli autori dell'articolo concludono quindi che esiste poca evidenza per ridurre a tali livelli il potassio, anche considerando che esistono farmaci leganti che possono essere usati per controllare l'iperkaliemia.
"L'attuale indicazione dietetica può contribuire allo sviluppo di malattie cardiovascolari nei pazienti con insufficienza renale cronica. Nei pazienti che risultano essere iperkaliemici, non si dovrebbe istituire riflessivamente una restrizione dietetica in frutta e verdura. Piuttosto, si dovrebbe prima considerare fattori non dietetici come l'acidosi metabolica, stati ipertonici come diabete mellito scarsamente controllato, aumento del catabolismo, distruzione dei tessuti, costipazione e farmaci. A dire il vero, la consulenza dietetica è ancora necessaria per le persone che assumono grandi quantità di tipi di alimenti arricchiti con additivi al potassio e/o quelli che forniscono elevate quantità di sodio".
Il sale alza la pressione sanguigna perché stimola alcune cellule immunitarie che rispondono rilasciando ROS (specie reattive dell'ossigeno), che infiammano il rene e gli fanno trattenere più sodio
Aggiornamento 1/3/2020
Esiste una relazione diretta tra basso consumo di fibre nella dieta e ipertensione. Infatti le fibre vengono fermentate, con la produzione di SCFA, che a loro volta agiscono su recettori che attivano l’escrezione di sodio in favore di quella di potassio. Negli animali fornire SCFA (acetato, propionato e butirrato) abbassa la pressione sanguigna anche senza fibre. “I nostri risultati potrebbero avere importanti implicazioni per la gestione del problema globale dell'ipertensione nel prossimo futuro, sia attraverso modifiche alle linee guida dietetiche sia attraverso lo sviluppo di nuove terapie antiipertensive contenenti fibre prebiotiche o SCFA”.
Aggiornamento 4/3/2020
Ridurre il sale fa bene anche nelle persone con pressione normale
"I livelli di recettori ACE2 possono essere aumentati mediante l'uso di inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ACE inibitori, ACEI, farmaci per l'ipertensione che finiscono in -pril). Dato che l'ACE2 è un recettore funzionale per la SARS-CoV-2, la sicurezza e i potenziali effetti della terapia antiipertensiva con ACE-inibitori o bloccanti del recettore dell'angiotensina nei pazienti con COVID-19 devono essere attentamente considerati. Se i pazienti con COVID-19 e ipertensione che assumono un ACE-inibitore o un bloccante del recettore dell'angiotensina (ARB) devono passare a un altro farmaco antiipertensivo rimane controverso e sono necessarie ulteriori prove".
Aggiornamento 12/3/2020
Il sale crea iperosmolarità (eccesso di soluti nei tessuti) che stimola i macrofagi a essere più infiammatori. In questo modo i tessuti vengono danneggiati (in questo caso si stimola il danno renale), anche per la maggiore pressione sanguigna.
L'eccesso di sale indebolisce il sistema immunitario, aumentando i glucocorticoidi (cortisolo), che rendono meno attivi i globuli bianchi. "Questi risultati portano prove contro il consumo elevato di sale durante le infezioni batteriche".
Aggiornamento 29/3/2020
Secondo un buon riassunto del sito Medscape, non ci sono prove che nei polmoni umani vi sia un aumento di recettori ACE2 in seguito all'uso di farmaci antipertensivi, per cui il maggior pericolo di COVID-19 rimane una speculazione. Interrompere i farmaci sarebbe pericoloso (cosa peraltro mai raccomandata da nessuno, al massimo un cambio in accordo col medico), anche perché gli ACE-I sono quelli che danno maggior protezione negli infarti recenti e nell'insufficienza cardiaca. Aspettiamo novità. Anche ibuprofene e glitazoni potrebbero alzare ACE. Anche l'autorevole NEJM concorda, e così CSAJN
Secondo BMJ in persone con rischi non alti (esempio: ipertensione moderata) e alto rischio di contrarre il SARS-COV2 si può considerare se interrompere la terapia con ARB o ACEI. Continuare assolutamente in caso di insufficienza cardiaca o ipertensione importante.
Quali alimenti funzionali/nutrienti riducono la pressione?
Le fibre e i probiotici, producendo SCFA. Prodotti della soia, omega 3, coenzima Q10, resveratrolo, tè verde, biancospino, aglio
Un periodo di severa restrizione calorica può attivare il sistema renina-angiotensina (ipertensione) e aumentare la suscettibilità alla sua alterazione, portando a malattie renali e cardiovascolari.
Nel primo studio che ha valutato il potenziale danno da ACE-inibitori o bloccanti del sistema renina-angiotensina in persone con COVID19 (che si era ipotizzato potenzialmente nocivi), si è invece riscontrato un effetto potenzialmente protettivo. "Tra i pazienti con ipertensione ricoverati in ospedale con COVID-19, il trattamento ospedaliero con ACEI / ARB è stato associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause rispetto ai non utenti ACEI / ARB. L'interpretazione dello studio deve considerare potenziali confondenti residui, [ma] è improbabile che l'uso di ACEI e ARB sia associato ad un aumentato rischio di mortalità"
Usare sale a ridotto contenuto di sodio (e arricchito in potassio) salverebbe mezzo milione di vite all'anno in Cina, dovute a malattia cardiovascolare. Il principale effetto è l'abbassamento della pressione, principale causa di infarto acuto. Anche le persone con insufficienza renale possono trarne vantaggio, ma vi è pericolo di iperkaliemia
In uomini con ipertensione, 6 settimane con allenamento HIIT per 20 minuti riducono la pressione sistolica e diastolica di circa 10mmHg, riducendo il rischio di morte cardiovascolare del 30% e di ictus del 40%. L'effetto è dovuto alla risposta delle cellule muscolari dei vasi arteriosi delle gambe.
Mezzo litro di bibita zuccherata con fruttosio (HFCS) porta all'attivazione del sistema simpatico e all'aumento della resistenza vascolare a livello renale, grazie all'aumento di acido urico e vasopressina (ADH). Questo si traduce alla lunga in ipertensione e danno renale
Aggiornamento 13/5/2020
La cannella
è in grado di abbassare la pressione sanguigna
L'estratto di caffè verde riduce la pressione sanguigna
Le interazioni tra i microrganismi nel tratto digestivo umano (microbiota) e i geni sono collegati a 29 condizioni di salute specifiche, tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva, ipertensione, insufficienza renale, osteoartrite e diabete di tipo 2, secondo un'analisi del genoma in oltre 400.000 individui. In particolare sono state evidenziate le associazioni tra Ruminococcus flavefaciens e ipertensione e tra Clostridium e piastrine (aumento del rischio cardiovascolare). L'alimentazione è il primo fattore modificabile che influenza i batteri.
Dopo 18 mesi di dieta in persone diabetiche, chi ha seguito una low carb (90g di carboidrati al giorno) ha avuto un miglior controllo glicemico e ridotto pressione e circonferenza rispetto a una dieta classica
Chi ha insufficienza cardiaca e segue una dieta infiammatoria, ha il doppio del rischio di ricovero e morte rispetto a chi segue una dieta antinfiammatoria, caratterizzata da cibi sani (cereali integrali, olio d'oliva, frutta e verdura)
Il magnesio si conferma efficace contro la pressione alta. Secondo una metanalisi di 49 studi "la terapia orale con magnesio aggiunta ai regimi di trattamento dei pazienti con ipertensione parzialmente controllata è promettente come un modo per ottenere in sicurezza una pressione sanguigna più bassa senza aumentare i farmaci antipertensivi. La prescrizione di integratori di magnesio a pazienti ipertesi ma non trattati deve superare i 600 mg/giorno per essere efficace, il che può essere realizzato in modo sicuro ed economico, ma dosi di magnesio inferiori a questo livello possono ottenere altri miglioramenti dei fattori di rischio cardiovascolare senza gli effetti collaterali di farmaci antipertensivi".
2 litri al giorno di energydrink hanno portato un 21enne all'insufficienza cardiaca "Il giovane in questione è finito in terapia intensiva dopo 4 mesi di progressiva mancanza di respiro da sforzo, affanno da sdraiato (ortopnea) e calo ponderale". Altri sintomi erano indigestione, tremore e palpitazioni, insonnia, ansia e depressione.
"Gli esami del sangue, le scansioni e le letture dell'ECG hanno rivelato che aveva un'insufficienza sia cardiaca che renale, abbastanza grave da giustificare che fosse considerato per un doppio trapianto d'organo". Mentre il cuore grazie alle cure ha recuperato, potrebbe esser ancora necessario il trapianto renale, anche per altre cause.
"La sovrastimolazione del sistema nervoso simpatico da parte della caffeina può essere un fattore; Le bevande energetiche sono anche note per aumentare la pressione sanguigna e possono innescare anomalie del ritmo cardiaco, affermano gli autori, a titolo di spiegazione per i risultati pubblicati fino ad oggi.
"Dovrebbero essere forniti avvertimenti chiari sui potenziali pericoli cardiovascolari del consumo di bevande energetiche in grandi quantità", concludono.
"Penso che dovrebbe esserci una maggiore consapevolezza sulle bevande energetiche e sull'effetto del loro contenuto", aggiunge il soggetto di questo caso clinico. "Credo che diano molta dipendenza e siano troppo accessibili ai bambini piccoli".
Il sale è noto per aumentare la pressione, ma forse esiste un altro meccanismo che lo lega al rischio cardiovascolare. Il sale può disturbare i mitocondri dei macrofagi, e in particolare il complesso II della catena respiratoria. Questo altera la loro produzione di energia e il consumo di ossigeno, e li trasforma in fagociti più aggressivi. L'effetto è reversibile. "I fagociti, il cui compito è identificare ed eliminare i patogeni nel corpo, sono stati in grado di combattere le infezioni in modo più efficace. Ma questo potrebbe anche promuovere l'infiammazione, e aumentare il rischio cardiovascolare", spiega Müller.
"Ovviamente la prima cosa a cui pensi è il rischio cardiovascolare. Ma diversi studi hanno dimostrato che il sale può influenzare le cellule immunitarie in vari modi. Se un meccanismo cellulare così importante viene alterato per un lungo periodo, potrebbe avere un impatto negativo — E potrebbe potenzialmente causare malattie infiammatorie dei vasi sanguigni o delle articolazioni, o malattie autoimmuni ", afferma Kleinewietfeld.
L'acidosi metabolica è una complicazione dell'insufficienza renale (CKD), e oltre favorire un peggioramento della composizione corporea (perdita di muscolo e osso) favorisce ulteriormente il deterioramento della funzione renale. La riduzione del bicarbonato circolante (riserva alcalina) è una delle caratteristiche.
Secondo una metanalisi la somministrazione di bicarbonato di sodio ripristina la riserva alcalina, ma può aumentare la pressione e la ritenzione idrica e quindi il bisogno di farmaci. Ridurre il carico acido della dieta (PRAL) invece riduce l'ipertensione. "I meccanismi proposti attraverso i quali l'acidosi accelera la progressione della CKD comprendono l'aumento della produzione di ormoni (p. es., endotelina, angiotensina II e aldosterone) e di citochine proinfiammatorie, e l'attivazione del complemento indotta dall'aumentata produzione di ammoniaca per nefrone, ciascuno dei quali promuove l'escrezione acida acuta ma provoca cronicamente infiammazione renale e fibrosi attraverso un potenziamento del complemento e dell'attivazione del sistema renina-angiotensina.
Un maggiore consumo di proteine animali che producono acido contribuisce all'acidosi metabolica nei pazienti con insufficienza renale cronica. È stato dimostrato che gli interventi dietetici forniscono un mezzo efficace per aumentare il bicarbonato sierico in pazienti con insufficienza renale cronica che hanno acidosi metabolica o livelli di bicarbonato sotto la normalità".
In entrambi i casi c'è stata comunque una riduzione del declino della funzionalità renale e quindi un ritardo nel ricorso alle terapie come la dialisi.
Sia ipertensione che insufficienza cardiaca sono associate con specifici carenze di batteri e metaboliti batterici (SCFA) nel microbiota intestinale
Scoperte dopo 60 anni che si cercavano le cellule renali, chiamate renine, che regolano la pressione, il "barocettore". Trasduce il segnale meccanico di pressione sanguigna in trascrizione genica del gene della renina. Che figata la fisiologia
I flavonoidi, polifenoli presenti in frutti di bosco, mele, pere e vino rosso, appaiono avere un effetto positivo sui livelli di pressione sanguigna, e l'associazione è parzialmente attribuita all'effetto sul microbiota intestinale. "Il nostro microbioma intestinale svolge un ruolo chiave nel metabolizzare i flavonoidi per migliorare i loro effetti cardioprotettivi e questo studio fornisce prove che suggeriscono che questi effetti di riduzione della pressione sanguigna sono ottenibili con semplici modifiche alla dieta quotidiana", ha affermato il ricercatore principale dello studio Aedín Cassidy.
Per esempio mangiare 1,6 porzioni di frutti di bosco al giorno (una porzione equivale a 80 grammi o 1 tazza) è stato associato a una riduzione media dei livelli di pressione sanguigna sistolica di 4,1 mmHg e circa il 12% dell'associazione è stata spiegata da fattori del microbioma intestinale.
L'uso di un sostituto del sale (25% di cloruro di potassio al posto del classico cloruro di sodio) ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari in uno studio su 21mila persone, senza eventi avversi degni di nota (non c'è stata iperkaliemia). Lo studio ha trattato persone con ictus pregresso, con ipertensione non controllata o con almeno 60 anni. Nel gruppo trattato si è rilevata una riduzione del 14% dell'ictus, del 13% degli eventi cardiovascolari maggiori e del 12% dei decessi.
L'uso di un sostituto del sale (sale iposodico al 25% di cloruro di potassio al posto del classico cloruro di sodio) ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari in uno studio su 21mila persone condotto in Cina, senza eventi avversi degni di nota (non c'è stata iperkaliemia). Lo studio ha trattato persone con ictus pregresso, con ipertensione non controllata o con almeno 60 anni. Nel gruppo trattato si è rilevata una riduzione del 14% dell'ictus, del 13% degli eventi cardiovascolari maggiori e del 12% dei decessi. Aumentando il potassio e diminuendo il sodio, ad un costo irrisorio (un dollaro all'anno per persona), si potrebbero risparmiare in Cina 460 mila morti e 1,2 milioni di eventi cardiovascolari.
"Questo studio fornisce una forte evidenza da fornire all'industria alimentare", ha concluso uno dei ricercatori. "Vorremmo che i produttori alimentari passassero all'uso dei sostituti del sale e che i prodotti sostitutivi del sale fossero ampiamente disponibili sugli scaffali dei supermercati. Esortiamo inoltre i governi ad agire per promuovere l'uso di sostituti del sale rispetto al sale normale. Ciò potrebbe realizzarsi tramite tassazione del sale regolare o sussidi per l'uso di sostituti del sale."
Ma c'è un altro semplice modo per aumentare l'apporto di potassio: mangiare più frutta e verdura (riducendo contemporaneamente il sale).
La dieta mediterranea appare contrastare i problemi di disfunzione erettile. Chi la segue ha migliore funzione vascolare, che può essere alla base delle difficoltà maschili. "I risultati suggeriscono che la dieta mediterranea potrebbe svolgere un ruolo nel mantenimento di diversi parametri di salute vascolare e qualità della vita e negli uomini di mezza età con ipertensione e disfunzione erettile.
Nel nostro studio, il consumo di una dieta mediterranea era collegato a una migliore capacità di esercizio, arterie e flusso sanguigno più sani, livelli di testosterone più elevati e migliori prestazioni erettili. Sebbene non abbiamo esaminato i meccanismi, sembra plausibile che questo modello dietetico possa migliorare la forma fisica e le prestazioni erettili migliorando la funzione dei vasi sanguigni e limitando la caduta del testosterone che si verifica nella mezza età".
Ci sono persone su cui i farmaci per la pressione non funzionano. Si parla di ipertensione resistente quando si assumono almeno 3 farmaci di cui un diuretico e la pressione rimane sopra i 130/80.
L'ipertensione è probabilmente il maggiore fattore di rischio cardiovascolare.
La dieta DASH, con perdita di peso, riduzione del sale ed esercizio aerobico, ha permesso a persone che non riuscivano ad avere risultati coi farmaci di ridurre la pressione. Lo studio evidenzia l'importanza di un team disciplinare e di un cambiamento dello stile di vita per la gestione della patologia
Il digiuno intermittente di tipo 5:2 oltre al peso, migliora anche la pressione sanguigna (BP) in adulti obesi. I dati sui modelli animali mostrano che l'effetto è dovuto a una rimodulazione del microbiota e dei suoi metaboliti come gli SCFA e gli acidi biliari. "Precedenti studi di potenziali legami tra disbiosi intestinale e ipertensione hanno identificato una serie di prodotti microbici e metaboliti che possono influenzare la BP, tra cui acidi grassi a catena corta, endotossine e tossine uremiche" Si stimano almeno 100 metaboliti di origine batterica nel sangue.
Scoperto perché le persone con diabete spesso hanno anche la pressione alta (almeno uno dei meccanismi). Quando mangiamo l'intestino rilascia il GLP1, ormone che stimola il rilascio di insulina dal pancreas e così aiuta a gestire la glicemia.
Nelle persone diabetiche GLP1 è carente, tant'è che vengono usati farmaci che mimano il suo effetto, che aiutano anche il dimagrimento.
GLP1 agisce anche sui corpi carotidei, recettori presenti nelle arterie carotidee e che regolano la pressione.
Quando manca tale stimolo, si attiva il sistema simpatico e la pressione sale.
"Alimenti ricchi in nutrienti come peptidi, aminoacidi essenziali, grassi a catena corta, monoinsaturi e polinsaturi, presenti in cereali integrali, noci, avocado e uova, sembrano influenzare la secrezione di GLP-1 e possono quindi promuovere risultati benefici associati in individui sani così come in individui con diabete di tipo 2 o con altri disturbi metabolici".
L'insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco) è fortemente legata alla disfunzione mitocondriale, ossia all'incapacità dei mitocondri di produrre energia e in questo modo il muscolo cardiaco non ha forza a sufficienza. Una posizione ufficiale dei cardiologi americani raccomanda la valutazione dello stato nutrizionale e l'adozione di una dieta a carattere antinfiammatorio e antiossidante come la dieta mediterranea, con valutazione di integrazione eventuale di omega 3, aminoacidi essenziali, carnitina, HMB e proteine, che possono migliorare lo stato energetico del miocardio. L'uso dei diuretici può provocare una carenza di vitamina B1. È importante non avere carenze di ferro, minerale essenziale per le reazioni mitocondriali. La supplementazione di Q10 ha dato buoni risultati ma ancora non si considerano generalizzabili. È comunque possibile valutare una supplementazione con multivitaminico e minerale.
La perdita di peso è essenziale per migliorare la funzione cardiaca. Oltre alla dieta classica, anche la dieta chetogenica e il digiuno intermittente sono utilizzati ma la prima va fatta sotto osservazione medica per il rischio di aritmie e per il secondo ci sono ancora pochi studi. Anche la chirurgia bariatrica può essere indicata.
Per quanto riguarda l'attività fisica, il lavoro coi pesi e l'HIIT sono i più efficaci.
Ma a cosa può essere dovuta la disfunzione mitocondriale?
Secondo una review del Journal of Internal Medicine le carenze nutrizionali sono caratteristica comuna nelle persone con scompenso cardiaco. "La catena di trasporto degli elettroni mitocondriale richiede il coenzima Q10, zinco, rame, selenio e ferro per una produzione efficiente di ATP. La carenza di micronutrienti nell'insufficienza cardiaca può contribuire a una funzione mitocondriale difettosa e a una ridotta capacità sintetica di ATP", con conseguente scarsa efficienza della contrazione cardiaca.
In conclusione "Il miocardio difettoso potrebbe essere "un motore senza carburante". Tuttavia, l'aumento della disponibilità di substrati energetici (ad es. Acidi grassi, glucosio, chetoni) per i mitocondri non può migliorare le condizioni se i mitocondri non possono trasformare questi substrati energetici in carburante (ATP) senza distruggere il motore sottoperformante (con un aumento dei ROS, le specie reattive dell'ossigeno). La carenza di micronutrienti cambia il paradigma da "un motore senza carburante" a "un motore difettoso sulla strada dell'autodistruzione"".
Gli antiossidanti e i sistemi endogeni di protezione (glutatione, ceruloplasmina) dipendono dall'alimentazione e da alcuni minerali come selenio, zinco e rame o sostanze come il coenzima Q10.
Secondo un documento dei cardiologi e dei nutrizionisti israeliani si dovrebbe incrementare gli alimenti che apportano magnesio per la prevenzione cardiovascolare. Si consigliano quindi verdure a foglia, frutta oleosa, avocado, cereali integrali, legumi, cioccolato e alcuni frutti di mare. Chi non raggiunge il valore può integrare. Le persone con insufficienza cardiaca, che assumono diuretici e antiacidi dovrebbero monitorare ogni 6 mesi i valori plasmatici di magnesio. Inoltre, "può essere utile aggiungere magnesio a seguito di infarto del miocardio nelle persone con ipertensione e nei pazienti con insufficienza cardiaca al fine di ridurre la morbilità e la mortalità cardiovascolare".
Si è scoperto un meccanismo che spiega l'aumento di pressione legato all'ingestione di sale (ipertensione sodio-sensibile). Infatti non in tutti la pressione aumenta all'ingestione di sale, ma solo in quelli che hanno una certa predisposizione, circa la metà.
In questi il sodio entra nelle cellule immunitarie legate all'allergia (APC) e mediante una cascata di attivazioni si arriva a stimolare NLRP3, un mediatore dell'infiammazione.
Questo porta all'attivazione delle cellule T e alla produzione di citochine proinfiammatorie tra cui IFN (interferone)-γ e IL-17A. I linfociti T si infiltrano nei reni e nello spazio perivascolare e promuovono la ritenzione di sodio renale e la disfunzione vascolare che alla fine mediano l'ipertensione sale-sensibile.
"La sensibilità al sale della pressione sanguigna espone sia gli individui normotesi che quelli ipertesi a un rischio maggiore di morbilità e mortalità cardiovascolare". La scoperta di questo meccanismo potrà portare a sviluppare terapie apposite, nel mentre cercate di ridurre il consumo di sale.
Aggiornamento 2/12/2022
La carenza di zinco può indurre ipertensione perché aumenta il riassorbimento di sodio. Inoltre esistono almeno tre meccanismi che legano il rilassamento dei vasi allo zinco: (1) attivazione del potenziale del recettore transitorio ankyrin 1 per aumentare la segnalazione del peptide correlato al gene della calcitonina dai nervi sensoriali perivascolari; (2) potenziamento della segnalazione prostanoide vasodilatatoria sensibile alla cicloossigenasi nell'endotelio; e (3) inibizione dei canali del calcio voltaggio-dipendenti nella muscolatura liscia.
Bere 2 o più tazze di caffè al giorno è associato con aumentata mortalità cardiovascolare in persone con ipertensione severa in uno studio giapponese. Questo si rileva in persone con pressione maggiore di 160/100 mmHg, ma non in persone ipertese con valori inferiori. Il tè verde invece non aumenta il rischio anche con pressione elevata.
"È stato dimostrato che il caffè con caffeina, che contiene ingredienti come acido clorogenico e altri composti fenolici, magnesio e trigonellina, abbassa i livelli sierici di colesterolo, migliora la funzione endoteliale e riduce l'infiammazione nelle donne con diabete. Anche i bevitori abituali di caffè possono sviluppare tolleranza alla caffeina, che può ridurre gli effetti avversi della caffeina sugli esiti cardiovascolari. Gli effetti cardiovascolari dannosi della caffeina (ad es. aumento transitorio della pressione arteriosa) sarebbero compensati dagli effetti benefici di questi altri componenti e dalla tolleranza alla caffeina nella popolazione generale. Tuttavia, poiché le persone con ipertensione sono più suscettibili agli effetti della caffeina, gli effetti dannosi della caffeina possono superare i suoi effetti protettivi e aumentare il rischio di mortalità nelle persone con ipertensione grave.
Al contrario, il meccanismo alla base degli effetti benefici del tè verde può essere spiegato dall'effetto dell'epigallocatechina3-gallato, il polifenolo più abbondante nel tè verde. Precedenti studi sugli animali hanno suggerito che l'EGCG può ridurre significativamente i livelli di pressione arteriosa e migliorare la funzione endoteliale nei ratti ipertesi. L'EGCG può anche ridurre lo stress ossidativo, attenuare l'infiammazione e migliorare il profilo lipidico plasmatico. Questi effetti benefici delle catechine del tè verde possono in parte spiegare perché solo il consumo di caffè è stato associato a un aumento del rischio di mortalità nelle persone con ipertensione grave nonostante sia il tè verde che il caffè contengano caffeina".
L'omocisteina alta nel sangue può indurre ipertensione resistente ai farmaci, forse perché danneggia la muscolatura dei vasi e l'endotelio e perché lo stress ossidativo che provoca non permette la produzione di ossido nitrico, determinando vasocostrizione, anche a livello dei vasi cerebrali.
Il prodotto ideale da usare in questi casi dovrebbe contenere metilfolato, N-acetilcisteina e vitamina B6, ma anche metilB12 e vitamina B2 appaiono importanti. Ridurre la pressione significherebbe ridurre il rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus.
Aggiornamento 27/2/2023
La proteina Lp(a)
si conferma associata a mortalità cardiovascolare e per tutte le cause, sia nella popolazione generale che nelle persone con malattia cardiovascolare già in atto. Gli autori concludono scrivendo "Questi risultati supportano le linee guida ESC/EAS che raccomandano che la Lp(a) dovrebbe essere misurata almeno una volta nella vita di ogni persona adulta, poiché il nostro studio suggerisce che anche le persone con Lp(a) più elevate potrebbero avere un rischio più elevato di mortalità". Non ricordo di aver mai visto la prescrizione di questo esame del sangue da parte di un medico.
Gli AGEs, elementi glicati presenti nel sangue anche a causa dell'alimentazione ricca di prodotti da forno,
sono associati all'insufficienza cardiaca sia nei diabetici che nei non diabetici. I loro danni cardiovascolari sono molteplici. Alterano il colesterolo rendendolo più aterogenico e più difficile la sua "clearance" (rimozione). Inducono aterosclerosi e vasocostrizione. Riducono la contrattilità cardiaca alterando il calcio intracellulare, la flessibilità della matrice e la rigidità cellulare.
Il microbiota intestinale influenza la pressione sanguigna sia grazie ai suoi metaboliti (SCFA prodotti dalla fermentazione delle fibre) sia metabolizzando i farmaci antipertensivi. Ecco perché alcuni farmaci non funzionano in tutti. Il sodio e i precursori della TMAO (colina, betaina ecc.) stimolano un aumento della pressione. I lattobacilli mitigano lo stimolo del sodio. La presenza di permeabilità intestinale contribuisce all'ipertensione e il sale è un fattore che la peggiora, insieme alla riduzione dello strato di muco legato a una dieta con poche fibre.
Il sale in eccesso è noto per il suo effetto sulla pressione sanguigna, favorendo l'ipertensione.
In uno studio svedese è stato evidenziato che, oltre all'effetto sulla pressione, il sale favorisce anche l'aterosclerosi, la formazione della placca ateromatosa che, rompendosi, determina occlusione del vaso e quindi infarti e ictus. L'effetto potrebbe essere dovuto sia all'eventuale pericolosità di livelli di pressione ritenuti normali ma in realtà dannosi, sia a altri effetti come danneggiamento dell'endotelio, indurimento dei vasi, induzione di danno vascolare dovuto allo stress ossidativo. Esiste inoltre un effetto sul sistema immunitario e sull'infiammazione, con coinvolgimento del TGFbeta che riduce il rilassamento dei vasi e modifica le cellule in modo da irrigidirle. "Ogni aumento di 1000 mg dell'escrezione di sodio è stato associato a un aumento del 9% del riscontro con gli ultrasuoni di placca carotidea, un più alto punteggio di calcificazione dell'arteria coronarica (+16%) e un aumento del 17% dell'incidenza di stenosi coronarica".
Una revisione degli studi sullo zucchero ha trovato che il consumo elevato è associato con 45 effetti negativi sulla salute:
🍬 Un elevato consumo di zucchero nella dieta è generalmente più dannoso che benefico per la salute, specialmente in caso di malattie cardiometaboliche
❤️🩹 Il consumo di zucchero potrebbe avere effetti negativi sulla salute, in particolare obesità, diabete, malattie cardiovascolari, iperuricemia, gotta, accumulo di grasso ectopico, carie dentale e alcuni tipi di cancro
🦀 Le prove dell'associazione tra consumo di zucchero nella dieta e cancro rimangono limitate ma richiedono ulteriori ricerche
🧋 Si raccomanda di ridurre il consumo di zuccheri liberi o zuccheri aggiunti al di sotto di 25 g/giorno (circa 6 cucchiaini/giorno) e di limitare il consumo di bevande zuccherate a meno di una porzione/settimana (circa 200-355 ml/settimana) per ridurre l'effetto negativo degli zuccheri sulla salute.
Il fruttosio industriale appare particolarmente dannoso. "Rispetto ad altri carboidrati, il fruttosio potrebbe aumentare la capacità lipogenica epatica inducendo fattori di trascrizione epatici. Inoltre, uno studio sugli animali ha scoperto che il fruttosio alimentare potrebbe essere convertito in acetato dal microbiota intestinale, che può aumentare la lipogenesi epatica fornendo acetil-CoA lipogenico indipendentemente dall'ATP citrato liasi. I prodotti intermedi come i diacilgliceroli generati durante il processo di lipogenesi possono compromettere la segnalazione dell'insulina nel fegato e nei tessuti periferici e quindi portare all'insulino-resistenza. Successivamente, può promuovere la deposizione di grasso ectopico nel fegato e nei muscoli. Il fruttosio alimentare può anche inibire l'ossidazione degli acidi grassi nel fegato compromettendo le dimensioni e la funzione mitocondriale e l'acetilazione dell'enzima limitante. Inoltre, si suggerisce che il fruttosio contenuto nelle bevande zuccherate induca probabilmente l'insorgenza dell'obesità riducendo il dispendio energetico a riposo e promuovendo la resistenza alla leptina, stimolando l'appetito e inducendo un introito eccessivo di calorie, accumulo di grasso nel fegato e insulino-resistenza a lungo termine. Questa ipotesi è confermata da diversi studi clinici condotti su adulti sani, che hanno scoperto che il consumo di bevande zuccherate si traduce in un maggiore apporto calorico e aumento del peso rispetto alle bevande con dolcificanti. Inoltre, un recente studio controllato randomizzato in doppio cieco condotto su 94 uomini sani ha suggerito che il consumo di bevande zuccherate contenenti fruttosio potrebbe indurre un cambiamento significativo nel quadro del colesterolo, con una distribuzione delle particelle di lipoproteine a bassa densità verso particelle più piccole e più aterogene, mediando parzialmente le associazioni del consumo di bevande zuccherate con la dislipidemia e le malattie cardiovascolari". Anche la produzione di acido urico (causa della gotta e di danni renali e cardiovascolari) aumenta grazie al fruttosio, che agisce anche nell'intestino alterando il microbiota, la permeabilità intestinale e l'infiammazione. Anche patologie neurologiche come depressione e ADHD possono essere associate allo zucchero, così come l'aumento di escrezione di calcio che può favorire l'osteoporosi.
C'è un crescente interesse nei confronti della dieta chetogenica nell'insufficienza cardiaca.
I chetoni possono infatti fungere da carburante alternativo per i mitocondri del cuore, ripristinando i corretti livelli energetici. Vengono inoltre ridotte l'infiammazione, lo stress ossidativo e la fibrosi cardiaca
Gli effetti benefici possono anche includere "ruoli extra-cardiaci nella modulazione delle risposte immunitarie, nella riduzione della fibrosi e nella promozione dell'angiogenesi e della vasodilatazione".
Sono in corso vari studi per confermare i benefici sull'uomo.
Quali consigli aiutano ad abbassare la pressione in caso di ipertensione?
1) Consumare 5 porzioni tra frutta e verdura e 2 porzioni di frutta oleosa
2) Fare attività fisica
3) Perdere peso se lo si ha in eccesso
4) Praticare la meditazione e ridurre lo stress
5) Utilizzare alcuni probiotici specifici
6) Limitare il sale ma fare attenzione anche allo zucchero
Quale attività fisica è la migliore per abbassare la pressione alta? Ne parla una ricerca del British Journal of Sports Medicine.
"Le linee guida esistenti, che si basano su ricerche precedenti e non includono dati da nuove forme di esercizio come l'HIIT, tendono a enfatizzare l'allenamento aerobico come la corsa per controllare la pressione sanguigna. Oltre ad aiutare i medici a ottimizzare le raccomandazioni di esercizio individualizzate, le nuove scoperte suggeriscono che potrebbe essere il momento di aggiornare le linee guida sugli esercizi per prevenire e curare l'ipertensione".
"Gli esercizi isometrici, che comportano la contrazione dei muscoli per mantenere il corpo in posizione senza muoversi (per capirci, il famoso plank per esempio) sono i migliori per abbassare la pressione sanguigna a riposo, secondo i risultati di 270 studi clinici randomizzati che hanno coinvolto 15.827 partecipanti. Dopo gli esercizi isometrici, che includono attività come il wall squat, l'allenamento combinato tendeva a ridurre maggiormente la pressione sanguigna, seguito dall'allenamento dinamico di resistenza, dall'esercizio aerobico e dall'allenamento ad intervalli ad alta intensità (HIIT)".
Alcuni studi mostrano un potenziale antipertensivo di alcuni funghi medicinali. L'effetto è legato a diversi meccanismi
L'insufficienza cardiaca (con frazione di eiezione preservata, HFpEF) è una patologia in cui è implicato un deficit di energia delle cellule cardiache che così non possono permettere al cuore di battere correttamente. È spesso presente insieme a diabete, obesità e ipertensione.
Un derivato batterico del triptofano, acido indolo-3-propionico (IPA), è ridotto in questa malattia. Tra i batteri responsabili troviamo
Lactobacillus reuteri,
Akkermansia muciniphila e
Clostridium sporogenes.
Nel modello animale la supplementazione con IPA attenua la disfunzione diastolica, il rimodellamento metabolico, lo stress ossidativo, l’infiammazione, la disbiosi del microbiota intestinale e il danno alla barriera epiteliale intestinale.
L'effetto è dovuto all'inibizione di un enzima (nicotinammide N-metiltransferasi) e al ripristino dei livelli di nicotinammide (NAM), NAD+/NADH e SIRT3 (sirtuina 3), migliorando la disponibilità energetica e la funzionalità mitocondriale del cuore.
L'IPA è quindi un promettente trattamento sia in prevenzione che nella gestione della HFpEF.
"Meccanicamente, l’IPA riduce il catabolismo del NAM e aumenta i livelli di NAD+ nel cuore. Oltre agli effetti sui livelli di NAM e NAD+, l’IPA ha ridotto la disbiosi intestinale, il che può anche contribuire a migliorare le funzioni diastoliche e metaboliche nei topi con HFpEF".
Ritardare o non seguire una routine nei pasti porta a creare problemi al nucleo soprachiasmatico, il gestore dei ritmi circadiani.
"Il disallineamento circadiano interrompe la regolazione metabolica o l’omeostasi, con conseguente compromissione del controllo del glucosio, aumento dei livelli di insulina, resistenza all’insulina e una risposta al glucosio che imita uno stato prediabetico. In particolare, è stato dimostrato che il consumo tardivo riduce la tolleranza al glucosio e compromette la funzione delle cellule beta pancreatiche nei soggetti portatori della variante a rischio di diabete di tipo 2 MTNR1B. I tempi del consumo di cibo influenzano anche i livelli di pressione sanguigna (BP) e i modelli circadiani. È stato dimostrato che il disallineamento circadiano a breve termine aumenta la pressione arteriosa modulando il sistema nervoso autonomo, riducendo l’attività simpatica e aumentando l’attività parasimpatica. Il disallineamento circadiano diminuisce anche la secrezione di melatonina, che è nota per abbassare la pressione arteriosa. Inoltre, modelli di alimentazione ritardati e irregolari sono associati a livelli più alti di proteina C-reattiva (CRP), un marcatore di infiammazione sistemica legata a pressione alta e altre complicanze cardiovascolari".
Invertire di 12 ore i normali ritmi alimentari porta a sopprimere la leptina e aumentare la grelina, aumentando l'appetito.
In generale "gli studi osservazionali e di intervento suggeriscono che modelli di timing alimentare più precoci (quando si mangia presto) e più regolari possono promuovere la salute cardiometabolica, ma rimangono molte lacune di conoscenza da colmare prima che questi aspetti della crononutrizione possano essere formalmente integrati nelle linee guida e negli approcci di sanità pubblica per la prevenzione delle malattie croniche", ma l'integrazione della crononutrizione nelle linee guida per la popolazione potrebbe portare a vantaggi salutistici non indifferenti.
In un esperimento durato 5 anni, persone con ipertensione in terapia e segni di danno renale sono state suddivise in 3 gruppi. Il primo assumeva tanta frutta e verdura, il secondo bicarbonato di sodio, il terzo una dieta normale e terapia farmacologica standard. Dopo 5 anni si è verificato l'impatto sulla funzionalità renale e la pressione.
Il primo gruppo ha avuto miglioramento della pressione (riducendo i farmaci) e mantenimento della funzionalità renale. Nel secondo la funzionalità renale non è peggiorata ma la pressione non si è ridotta. Il terzo ha avuto progressione della malattia renale, verificata da un innalzamento del rapporto albumina/creatinina nelle urine. Vegetali e bicarbonato hanno l'effetto di ridurre la produzione di acidi che danneggiano il rene, ma il sodio del bicarbonato non permette di far scendere la pressione (pur non aumentandola).
Gli autori concludono scrivendo: "Lo studio supporta la misurazione di routine dell’albuminuria nei pazienti con ipertensione primaria e l’uso di frutta e verdura come base, e non aggiuntiva, alla gestione farmacologica", ritenendo quindi l'uso di frutta e verdura come un farmaco da utilizzare in caso di pressione alta e prevenzione del danno renale, riducendo anche il rischio cardiovascolare.