Benedetta Parodi sta saltando il radicchio in padella. Ad un certo punto dice: "mettiamo un po' di sale". Riempie la mano e sala. Sarà mica un po' in eccesso? Direi proprio di sì! Come ci indicano semplicemente le linee guida Inran è bene abituare sempre il palato a un gusto poco salato, magari gradualmente, e utilizzare il sale iodato per prevenire il gozzo tiroideo. Un modesto introito giornaliero (entro i 4 grammi, un cucchiaino raso) di sale è associato con riduzione della pressione, della mortalità e dei costi sanitari.
Aggiornamento 5/6/2017
Ridurre il sodio sotto i 2,3 g al giorno non sembra essere associato con riduzione della pressione. Invece aumentare potassio, magnesio e calcio risulta molto più utile
In alcune circostanze (dieta low carb o chetogenica, antidepressivi, sport) è necessario assumere più sale (sodio) per consentire un corretto funzionamento dell'organismo
Aggiornamento 18/6/2017
Aggiornamento 19/8/2017
L'integrazione con magnesio si conferma utile per abbassare la pressione, soprattutto in chi abbia problemi metabolici (diabete o prediabete)
Si conosceva già il ruolo dannoso del sale nella sclerosi multipla, ora si ipotizza che si possa estendere anche a lupus e artrite reumatoide
Aggiornamento 19/9/2017
Aggiornamento 16/1/2018
Il sale, tramite l'azione sui th-17, sembra aumentare in un modello animale il rischio di demenza e problemi cerebrovascolari.
Ridurre il sale rimane probabilmente il miglior modo per abbassare la pressione e ridurre le malattie cardiovascolari
Contrariamente a quanto si pensava, il sodio può essere temporaneamente stipato nel corpo, e non viene necessariamente espulso con le urine: il suo legame con la riduzione di lattobacilli e l'attivazione dei Th-17 è sempre più evidente
Aggiornamento 20/8/2018
Aggiornamento 26/1/2019
Il legame bidirezionale tra ipertensione, infiammazione e microbiota.
Aggiornamento 4/3/2020
Aggiornamento 2/5/2018
Aggiornamento 16/7/2018
Contrariamente a quanto si pensava, il sodio può essere temporaneamente stipato nel corpo, e non viene necessariamente espulso con le urine: il suo legame con la riduzione di lattobacilli e l'attivazione dei Th-17 è sempre più evidente
Aggiornamento 20/8/2018
Un altro studio documenta che l'eccessiva riduzione del sale (sodio sotto i 5 grammi) aumenta il rischio cardiovascolare. Già l'anno scorso l'American Heart Association rigettò le conclusione di uno studio simile, continuando a consigliare una maggiore limitazione del sodio (2 grammi al giorno). Quello che è emerso però senza dubbio e su cui tutti concordano è che il potassio sia un indicatore di qualità della dieta, trovandosi soprattutto in frutta e verdura, e possa limitare i danni dovuti al sale (che, senza eccessi, potrebbe essere protettivo)
Aggiornamento 26/1/2019
Ridurre il sodio (sale da cucina) e aumentare il potassio (frutta e verdura) riduce il rischio di ictus
Aggiornamento 11/2/2019
Il sale stimola la ritenzione di liquidi e l'aumento dei volumi plasmatici anche grazie allo stress ossidativo. Un'elevata assunzione di sale porta alla mancanza di fattore di crescita epidermico (EGF) nel tessuto corticale, bassa abbondanza di RhoGDIα e attivazione anomala dei recettori mineralcorticoidi (MR) tramite l'alta attività di Rac1, che funge anche da unità strutturale della NADPH ossidasi. La produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) aumenta l'attività di ENaC, che, a sua volta, contribuisce all'espansione del volume del liquido corporeo richiesta per lo sviluppo dell'"ipertensione sensibile al sale"
Aggiornamento 21/2/2019
Il sale da cucina (cloruro di sodio) sembra avere inaspettate conseguenze nelle allergie.
Agisce aumentando l'aggressività delle cellule TH2, quelle tipiche della reazione allergica (atopia), attivando alcuni fattori di trascrizione.
La pelle delle persone con dermatite atopica ha maggiori quantità di sodio del normale, e questo aumenta la risposta allergica e favorisce la crescita di Staphylococcus aureus, batterio tipicamente collegato con la dermatite
Aggiornamento 21/3/2019
Il consumo di sodio e potassio è essenziale per la salute, in quanto nessuno dei due è prodotto dall'organismo ed entrambi sono necessari per i processi fisiologici critici. La nostra alimentazione è comunque spesso caratterizzata da un eccesso del primo e una carenza del secondo (presente in frutta e verdura). Non bisogna però ridurre eccessivamente il sodio, presente nel sale da cucina.
"La combinazione di un apporto moderato di sodio (3-5 g / die) con un'assunzione elevata di potassio è associata al più basso rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari, mentre gli eccessi di assunzione di sodio combinati con una bassa escrezione urinaria di potassio sono associati al più alto rischio cardiovascolare. I nostri dati evidenziano la necessità di un forte aumento nell'assunzione di potassio nella dieta nella popolazione generale, con la contemporanea riduzione dell'assunzione di sodio".
Aggiornamento 3/7/2019
Come fanno i batteri intestinali a modulare la pressione sanguigna? I loro metaboliti (SCFA, soprattutto butirrato, e kinurenina, prodotto dal triptofano) derivati dalla dieta influenzano il sistema nervoso simpatico, quello che se troppo attivo tende ad aumentare la pressione.
Ecco perché un'alimentazione in grado di correggere la disbiosi dovrebbe essere il primo consiglio.
Aggiornamento 13/7/2019
Può il sale agire da antigene? In un certo senso sì, perché capace di attivare molti tipi di cellule immunitarie. Inoltre aumenta la produzione di un composto (IsoLG) che stimola le cellule dendritiche.
In ultimo determina disbiosi, con aumento dei Firmicutes e riduzione dei Bacteroidetes.
Tutto questo porta ad uno stato di infiammazione e predispone per l'ipertensione, il principale fattore di rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 4/9/2019
È possibile mettere in relazione l'escrezione degli elettroliti urinari con l'umore. I ragazzi che avevano molto sodio rispetto al potassio (che significa eccessiva introduzione di sale) avevano maggiore manifestazione di sintomi depressivi rispetto a quelli che avevano il rapporto invertito (che rappresenta un maggior consumo di alimenti vegetali non raffinati e minore di cibo spazzatura).
Aggiornamento 8/9/2019
In un trial è stato utilizzato un sale con un 25% di sodio sostituito dal potassio. La pressione sanguigna è scesa leggermente, in modo da ridurre il rischio di ictus del 10% e di altre malattie cardiovascolari del 7%.
Qual è tuttavia il miglior modo di aumentare l'introito di potassio? Assumere più frutta e verdura!
Aggiornamento 24/10/2019
Il sale in eccesso induce demenza riducendo il flusso di sangue ai neuroni, in particolare attivando la proteina detta tau che blocca il rilascio di ossido nitrico, potente vasodilatatore.
Aggiornamento 24/11/2019
Aggiornamento 12/2/2020
Il sale alza la pressione sanguigna perché stimola alcune cellule immunitarie che rispondono rilasciando ROS (specie reattive dell'ossigeno), che infiammano il rene e gli fanno trattenere più sodio
Aggiornamento 4/3/2020
Ridurre il sale fa bene anche nelle persone con pressione normale
Aggiornamento 26/3/2020
Aggiornamento 9/3/2020
"I livelli di recettori ACE2 possono essere aumentati mediante l'uso di inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ACE inibitori, farmaci per l'ipertensione che finiscono in -pril). Dato che l'ACE2 è un recettore funzionale per la SARS-CoV-2, la sicurezza e i potenziali effetti della terapia antiipertensiva con ACE-inibitori o bloccanti del recettore dell'angiotensina nei pazienti con COVID-19 devono essere attentamente considerati. Se i pazienti con COVID-19 e ipertensione che assumono un ACE-inibitore o un bloccante del recettore dell'angiotensina devono passare a un altro farmaco antiipertensivo rimane controverso e sono necessarie ulteriori prove".
L'eccesso di sale indebolisce il sistema immunitario, aumentando i glucocorticoidi (cortisolo), che rendono meno attivi i globuli bianchi. "Questi risultati portano prove contro il consumo elevato di sale durante le infezioni batteriche".
Aggiornamento 23/4/2020
Usare sale a ridotto contenuto di sodio (e arricchito in potassio) salverebbe mezzo milione di vite all'anno in Cina, dovute a malattia cardiovascolare. Il principale effetto è l'abbassamento della pressione, principale causa di infarto acuto. Anche le persone con insufficienza renale possono trarne vantaggio, ma vi è pericolo di iperkaliemia
Aggiornamento 5/8/2021
Scoperte dopo 60 anni che si cercavano le cellule renali, chiamate renine, che regolano la pressione, il "barocettore". Trasduce il segnale meccanico di pressione sanguigna in trascrizione genica del gene della renina. Che figata la fisiologia
Aggiornamento 2/9/2021
L'uso di un sostituto del sale (sale iposodico al 25% di cloruro di potassio al posto del classico cloruro di sodio) ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari in uno studio su 21mila persone condotto in Cina, senza eventi avversi degni di nota (non c'è stata iperkaliemia). Lo studio ha trattato persone con ictus pregresso, con ipertensione non controllata o con almeno 60 anni. Nel gruppo trattato si è rilevata una riduzione del 14% dell'ictus, del 13% degli eventi cardiovascolari maggiori e del 12% dei decessi.
Aumentando il potassio e diminuendo il sodio, ad un costo irrisorio (un dollaro all'anno per persona), si potrebbero risparmiare in Cina 460 mila morti e 1,2 milioni di eventi cardiovascolari.
"Questo studio fornisce una forte evidenza da fornire all'industria alimentare", ha concluso uno dei ricercatori. "Vorremmo che i produttori alimentari passassero all'uso dei sostituti del sale e che i prodotti sostitutivi del sale fossero ampiamente disponibili sugli scaffali dei supermercati. Esortiamo inoltre i governi ad agire per promuovere l'uso di sostituti del sale rispetto al sale normale. Ciò potrebbe realizzarsi tramite tassazione del sale regolare o sussidi per l'uso di sostituti del sale."
Ma c'è un altro semplice modo per aumentare l'apporto di potassio: mangiare più frutta e verdura (riducendo contemporaneamente il sale).
Aggiornamento 2/10/2021
Ci sono persone su cui i farmaci per la pressione non funzionano. Si parla di ipertensione resistente quando si assumono almeno 3 farmaci di cui un diuretico e la pressione rimane sopra i 130/80.
L'ipertensione è probabilmente il maggiore fattore di rischio cardiovascolare.
La dieta DASH, con perdita di peso, riduzione del sale ed esercizio aerobico, ha permesso a persone che non riuscivano ad avere risultati coi farmaci di ridurre la pressione.
Lo studio evidenzia l'importanza di un team disciplinare e di un cambiamento dello stile di vita per la gestione della patologia
Aggiornamento 20/8/2022
Si è scoperto un meccanismo che spiega l'aumento di pressione legato all'ingestione di sale (ipertensione sodio-sensibile). Infatti non in tutti la pressione aumenta all'ingestione di sale, ma solo in quelli che hanno una certa predisposizione, circa la metà.
In questi il sodio entra nelle cellule immunitarie legate all'allergia (APC) e mediante una cascata di attivazioni si arriva a stimolare NLRP3, un mediatore dell'infiammazione.
Questo porta all'attivazione delle cellule T e alla produzione di citochine proinfiammatorie tra cui IFN (interferone)-γ e IL-17A. I linfociti T si infiltrano nei reni e nello spazio perivascolare e promuovono la ritenzione di sodio renale e la disfunzione vascolare che alla fine mediano l'ipertensione sale-sensibile.
"La sensibilità al sale della pressione sanguigna espone sia gli individui normotesi che quelli ipertesi a un rischio maggiore di morbilità e mortalità cardiovascolare". La scoperta di questo meccanismo potrà portare a sviluppare terapie apposite, nel mentre cercate di ridurre il consumo di sale.
In questi il sodio entra nelle cellule immunitarie legate all'allergia (APC) e mediante una cascata di attivazioni si arriva a stimolare NLRP3, un mediatore dell'infiammazione.
Questo porta all'attivazione delle cellule T e alla produzione di citochine proinfiammatorie tra cui IFN (interferone)-γ e IL-17A. I linfociti T si infiltrano nei reni e nello spazio perivascolare e promuovono la ritenzione di sodio renale e la disfunzione vascolare che alla fine mediano l'ipertensione sale-sensibile.
"La sensibilità al sale della pressione sanguigna espone sia gli individui normotesi che quelli ipertesi a un rischio maggiore di morbilità e mortalità cardiovascolare". La scoperta di questo meccanismo potrà portare a sviluppare terapie apposite, nel mentre cercate di ridurre il consumo di sale.
Aggiornamento 12/2/2023
Il sodio in eccesso altera l'attività mitocondriale delle cellule immunitarie Tregs, importanti per la tolleranza immunitaria, interferendo con la loro funzione. Il sale in eccesso può così essere correlato con malattie autoimmuni, infiammatorie e altre alterazioni del sistema immunitario.
Aggiornamento 9/4/2023
Il sale in eccesso è noto per il suo effetto sulla pressione sanguigna, favorendo l'ipertensione.
In uno studio svedese è stato evidenziato che, oltre all'effetto sulla pressione, il sale favorisce anche l'aterosclerosi, la formazione della placca ateromatosa che, rompendosi, determina occlusione del vaso e quindi infarti e ictus. L'effetto potrebbe essere dovuto sia all'eventuale pericolosità di livelli di pressione ritenuti normali ma in realtà dannosi, sia a altri effetti come danneggiamento dell'endotelio, indurimento dei vasi, induzione di danno vascolare dovuto allo stress ossidativo. Esiste inoltre un effetto sul sistema immunitario e sull'infiammazione, con coinvolgimento del TGFbeta che riduce il rilassamento dei vasi e modifica le cellule in modo da irrigidirle.
"Ogni aumento di 1000 mg dell'escrezione di sodio è stato associato a un aumento del 9% del riscontro con gli ultrasuoni di placca carotidea, un più alto punteggio di calcificazione dell'arteria coronarica (+16%) e un aumento del 17% dell'incidenza di stenosi coronarica".
Aggiornamento 15/4/2023
Con quali meccanismi il sale da cucina (cloruro di sodio) aumenta la pressione sanguigna?
In realtà ci sono solo ipotesi. Le principali indicano induzione di disfunzione vascolare primaria, di disfunzione primaria del sistema nervoso simpatico e di attivazione immunitaria, forse correlata all'ipertono cutaneo. La ritenzione di sodio è una delle spiegazioni per l'ipertensione responsiva al sale, ma non è valida per tutti. È probabile una componente renale che spiega la ritenzione e l'aumento dei liquidi; in queste persone si è solitamente responsivi ai farmaci diuretici. Vi sono crescenti prove che l'ipertensione sia dovuta anche alla stimolazione del sistema immunitario da parte del sodio.
Il tono vascolare e i liquidi extracellulari sono collegati, ma il meccanismo rimane ancora dubbio.
Quale dieta per ridurre la pressione?
La dieta DASH, simile alla mediterranea, è solitamente l'approccio consigliato. Aumentare il potassio, che si trova in frutta e verdura, riduce sia la pressione che la sensibilità al sale.
"Questa riduzione è probabilmente dovuta in parte agli effetti diretti del potassio sull'endotelio vascolare, possibilmente mediati dall'attivazione di Na+/K+ ATPasi o dai cambiamenti nella deformabilità delle cellule endoteliali e dal rilascio di ossido nitrico".
Una scarsa introduzione di potassio porta all'attivazione di canali che determinano la sensibilità al sale e il riassorbimento del sodio nei reni, che così non viene escreto con le urine e rimane nel corpo, trattenendo liquidi. Invece grazie a una sorta di "interruttore" (switch) sensibile al potassio l'escrezione del sodio con le urine viene attivata.
"Lo switch sembra essere idealmente adattato per i tempi antichi in cui l'introduzione di sodio e potassio era diversa e altalenante: il consumo di sale nella dieta era spesso basso ma i carichi di potassio si verificavano in modo intermittente. Lo switch dà la priorità alla ritenzione di potassio rispetto all'escrezione di sodio, tuttavia non è adatto per una dieta occidentalizzata, caratterizzata da un'assunzione giornaliera ricca di sodio e bassa di potassio. Dal momento che un basso consumo di potassio stimola una condizione che lo faccia risparmiare a scapito dell'aumento del sodio, può stimolare la sensibilità al sale, fornendo una spiegazione del modo in cui il potassio nella dieta mitiga la sensibilità al sale".
Un altro fattore che riduce la pressione è la fibra alimentare, agendo sul microbiota e promuovendo la produzione di SCFA, grassi a catena corta che attivano recettori capaci di modulare il sistema immunitario e ridurre l'infiammazione che può stimolare l'ipertensione. Il sale agisce negativamente sui lattobacilli.
Aggiornamento 13/11/2023
Ridurre il sale in persone con pressione alta può avere un effetto paragonabile a quello di un comune farmaco antipertensivo
Aggiornamento 30/4/2024
L'eccesso di sodio può essere responsabile del 10, 13 e 30% dei decessi totali per malattia cardiovascolare, malattia coronarica e insufficienza cardiaca, rispettivamente.
Risultano maggiormente a rischio le persone con un'alimentazione legata al basso reddito perché hanno una maggiore introduzione di cibo-spazzatura.
Risultano maggiormente a rischio le persone con un'alimentazione legata al basso reddito perché hanno una maggiore introduzione di cibo-spazzatura.
Aggiornamento 30/5/2024
Sostituire il sale con cloruro di potassio può ridurre la mortalità.
Nella metanalisi si è evidenziata una riduzione di 5 decessi per qualsiasi causa ogni 1.000 e di 3 decessi per malattie cardiovascolari ogni 1.000. Anche il numero di eventi cardiovascolari si è ridotto. L'effetto è particolarmente evidente negli ipertesi. Attenzione in caso di problemi renali.
Nella metanalisi si è evidenziata una riduzione di 5 decessi per qualsiasi causa ogni 1.000 e di 3 decessi per malattie cardiovascolari ogni 1.000. Anche il numero di eventi cardiovascolari si è ridotto. L'effetto è particolarmente evidente negli ipertesi. Attenzione in caso di problemi renali.
Aggiornamento 6/6/2024
In uno studio cross-sectional, l'escrezione urinaria di sodio, proporzionale alla quantità di sale assunto, è associata al rischio di dermatite atopica. I ricercatori suggeriscono che limitare il sale nell'alimentazione può essere un modo per ridurre l'incidenza di questa malattia dermatologica a carattere allergico, anche se lo studio non può stabilire causalità e potrebbe solo riflettere l'assunzione di molto cibo spazzatura. Il meccanismo ipotizzato è legato all'accumulo di sodio nella pelle. In questo modo vengono alterate le vie immunitarie: i linfociti T diventano t-helper 2 e sono così più infiammatori.
Aggiornamento 9/7/2024
Infatti anche il comune cloruro di sodio ha mostrato nel modello animale di poter favorire l’IBD (Crohn e colite ulcerosa).
Questo succede grazie all’aumento delle citochine infiammatorie, all’azione sul microbiota (riduzione dei lattobacilli) e sulla riduzione del butirrato, a quella sull’endotelio vascolare (riduzione del NO e indurimento delle arterie)
Aggiornamento 15/7/2024
È noto da tempo che il sale in eccesso ha un effetto sulla pressione sanguigna. Recentemente è stato evidenziato che aumenta anche il rischio di malattie infiammatorie intestinali. I meccanismi sono più di uno, ma, tra gli altri, coinvolgono una stimolazione del sistema immunitario, in particolare l'attivazione dei Th17.
Esiste anche un legame coi tumori? Secondo gli studi sia prospettici che di revisione sistematica vi è un forte legame tra eccesso di sodio e rischio tumorale.
Diversi meccanismi possono portare il sale a spingere la progressione tumorale.
"Un elevato apporto di sale nella dieta provoca un'induzione stabile delle cellule Th17 e induce citochine infiammatorie IL-1, IL-6, IL-23, TNF e mediatori infiammatori come prostaglandine, leucotrieni, fattore di crescita trasformante (TGF) e ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS). L’induzione cronica delle cellule Th17 dovuta all’elevata assunzione di sale provoca un’infiammazione cronica. L’infiammazione cronica esercita effetti pleiotropici ed è una delle caratteristiche più importanti nello sviluppo e nella progressione del cancro.
Le cellule in normali condizioni ambientali utilizzano il glucosio nella via glicolitica aerobica, ma le cellule coltivate in un ambiente ad alto contenuto salino tendono a produrre acido lattico, che fornisce un ambiente favorevole affinché le cellule possano proliferare in modo incontrollabile e sfuggire alla difesa immunitaria dell’ospite. Ciò è stato confermato da Amara et al. in uno studio su linee cellulari di cancro al seno, in cui le cellule sono passate al metabolismo anaerobico sotto stress osmotico; ciò ha dimostrato l’effetto diretto di un’elevata concentrazione di sale sulle cellule tumorali.
L’angiogenesi è uno dei fattori vitali affinché il tumore si espanda e sopravviva. Il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) è un fattore ben noto noto per indurre l’angiogenesi. Recentemente è stato dimostrato che un ambiente ad alto contenuto salino induce il fattore di trascrizione nucleare NFAT5, che favorisce la produzione e l'espressione di VEGF necessario per il microambiente tumorale. Oltre a NFAT5, VEGF è indotto anche da IL-17, una citochina proinfiammatoria caratteristica prodotta dalle cellule Th17.
L'equilibrio immunologico tra le cellule Th17 e le cellule T regolatorie (cellule Treg) era disturbato nell'ambiente ad alto contenuto salino. Un ambiente ad alto contenuto salino innesca un aumento del numero di cellule Th17 patogene che disturba l’ambiente immunologico, causando infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è uno dei noti fattori predisponenti allo sviluppo del cancro."
È molto probabile che la riduzione dell'introito di sale possa portare a significative riduzioni della mortalità per diverse malattie, tale da avere forte impatto sulla salute pubblica.