Cerca nel blog

sabato 2 luglio 2016

Dieta alcalina, cosa c'è di vero?


Il pH è un valore riferito alla concentrazione di ioni idrogeno (H+) in una soluzione. In generale, quando supera i 7 si parla di alcalinità (o basicità), se invece è inferiore a 7 si parla di acidità.
Il PRAL è invece un valore riferito alla capacità di un alimento di far variare il pH urinario, ossia di liberare H+ (o OH-) nel corpo che poi vanno espulsi dall'organismo.
Attualmente non vi è evidenza scientifica che in persone sane sia possibile modificare il pH del sangue con l'alimentazione ma, appunto, solo quello urinario.
Abbiamo 2 sistemi tampone, uno polmonare e l'altro renale, che ripristinano il pH appena esso venga modificato da metaboliti di nutrienti (e non dai cibi in sé come qualcuno vaneggia) che producono degli acidi, come gli aminoacidi solforati ad esempio o il sale da cucina. Allo stesso modo quindi non vi è modo di alzare il pH ("alcalinizzare") con sostanze come l'acido citrico del limone, o alcuni sali minerali come magnesio, potassio, calcio, o altri anioni organici che vengono metabolizzati a bicarbonato nell'organismo.
Se il pH dovesse cambiare, questo determinerebbe alterazione delle strutture proteiche (denaturazione, a causa delle rotture dei ponti idrogeno) e quindi della loro funzionalità, determinando forti problemi a tutto l'organismo.

In ogni caso il pH dell'alimento, come detto prima, non c'entra nulla, così alimenti con pH acido (limone) hanno un PRAL negativo (alcalinizzante delle urine) mentre alimenti lievemente alcalini (latte) hanno PRAL positivo (acidificante). In realtà è l'effetto di alcuni nutrienti che hanno il potere di mettere in funzione il sistema tampone che riporta il pH a valori fisiologici (circa 7,4).



http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3604792/figure/F1/

Questo succede grazie soprattutto al bicarbonato presente nel sangue, e al calcio e al fosforo che vengono rilasciati dalle ossa, le nostre riserve alcaline. Per questo alcuni ritengono che l'introduzione di cibi proteici possa indebolire le ossa.
A variare il suo pH è quindi l'urina, che espelle l'eccesso di H+, e non il sangue.
E così sembrerebbe che i debunker abbiano ragione.

Tuttavia non è vero che questo non succeda in senso assoluto: l'acidosi metabolica, ossia un calo costante del pH plasmatico al di sotto di 7,35, è una complicanza normale (e sostanzialmente asintomatica) ad esempio della malattia renale (glomerulonefrite), malattia a carattere infiammatorio.
Ecco l'audio di una lezione magistrale del prof Capasso di Napoli, massimo esperto italiano di acidosi metabolica nel paziente nefropatico, durante un congresso di nefrologi.





Inoltre esistono altre condizioni in cui il pH si abbassa e non si finisce in coma in pochi minuti. È una leggenda messa in giro da persone che conoscono poco la fisiologia e ancor meno la patologia. Bressanini stesso parla di 6,8 prima di raggiungere il coma.
Nel caso della malattia renale l'acidosi metabolica è dovuta alla perdita di bicarbonati (uno dei sistemi tampone) con le urine, dato che il rene non funziona più correttamente. Le conseguenze sono perdita di osso e di massa magra e riduzione della sintesi proteica, insulino-resistenza: tutte caratteristiche tipiche della sindrome metabolica e dell'anziano. Anche la perdita di bicarbonato con la diarrea può portare ad acidosi temporanea.

Altre cause di acidosi sono il diabete incontrollato (chetoacidosi diabetica), la setticemia, l'intossicazione con alcune sostanze (salicilati, glicole etilenico, alcol, metanolo), l'insufficienza epatica, la chirurgia bariatrica, specie se si utilizza la metformina o altri farmaci.



complicanze della chirurgia bariatrica, tra cui l'acidosi (slide Dott. Stefano Pintus)
Secondo qualcuno la fisiologica riduzione della funzionalità renale che si ha con l'età può portare ad un lieve calo del pH, con le conseguenze che vediamo (fragilità ossea, dolori muscolari, deplezione muscolare e dismetabolismo).

L'acidosi di tipo lattico può essere dovuta anche a tumori ed esercizio strenuo, 2 condizioni che portano alla produzione di quantità notevoli di acido lattico appunto.
Da tutte queste cose capiamo che il sistema tampone funge benissimo normalmente, ma può essere messo in difficoltà da condizioni sicuramente estreme, ma comunque possibili. Insomma non è infallibile.

E qual è il trattamento disponibile nell'acidosi metabolica da insufficienza di bicarbonati (in pratica quando scendono sotto i 22mEq/L)? La semplice somministrazione di ultraeconomico bicarbonato di sodio, NaHCO3. O ancora meglio di potassio citrato, che dà meno effetti collaterali (aumento dei volumi plasmatici ed escrezione di calcio). O di cibi che normalmente alcalinizzerebbero le urine, ma che in questo caso sono alcalinizzanti anche per il corpo, tendendo a compensare la riduzione di bicarbonati, risparmiando la funzionalità renale residua.

La tendenza di questi ultimi anni è già comunque, in caso di malattia renale, consigliare una dieta con un carico acido basso per risparmiare la funzionalità renale residua, ricca in frutta, verdura e addizionata con bicarbonato, anche se non è ancora chiaro quanto e se possa essere utile.
Le persone in acidosi metabolica cronica, dovuta ai loro reni malfunzionanti e quindi in stato di deplezione di bicarbonati, non certo vitali come grilli ma neanche in stato comatoso, vengono sottoposte a somministrazione di bicarbonato con discreti risultati (anche se ancora incerti), risparmiando la funzionalità renale residua e estendendo la loro aspettativa di vita, migliorando la funzionalità cellulare
Un importante trial randomizzato e controllato (il massimo della scienza) è in corso per stabilire con maggiore evidenza dosi ed effetti della terapia alcalinizzante e così le linee guida.

Gli studi osservazionali portano a mostrare che un PRAL positivo tende ad essere associato nel tempo a maggiore incidenza di malattie renali, e quindi ci si chiede se utilizzare cibi alcalinizzanti possa in un certo senso "risparmiare" lavoro al rene e farlo durare più a lungo.

Il sistema tampone funziona bene in chi ha quantità sufficienti di bicarbonati nel sangue, mentre gli altri possono andare incontro a abbassamento del pH sanguigno, senza appunto andare in coma come qualcuno sostiene, ma con manifestazioni patologiche tipiche (resistenza insulinica e anabolica, perdita di muscolo e tessuto osseo) dell'invecchiamento e della sindrome metabolica.

Tumori  

Il noto effetto Warburg, l'utilizzo della componente anaerobia e quindi acidificante della respirazione cellulare, appare una componente importante nella progressione dei tumori e nella formazione delle metastasi, tuttavia non vi è ancora certezza che il pH giochi un ruolo fondamentale nella malignità di tutti i tumori.

Il microambiente acido e ipossico attorno al tumore, caratteristico anche di altre condizioni infiammatorie, può arrivare ad un pH vicino a 6 ("fenotipo Warburg"), e questo porta ad una completa alterazione delle funzioni delle cellule vicine e del loro metabolismo.
Aumentano la resistenza alla chemioterapia (che può selezionare tumori più resistenti), l'alterazione della matrice extracellulare, la proliferazione, la vascolarizzazione e il danno ossidativo, i processi cellulari di replicazione e sintesi proteica.
Il lattato inoltre sostiene tumori come quello polmonare o il melanoma convertendo i macrofagi che così rilasciano fattori di crescita.

http://www.springer.com/us/book/9783709118238

Negli studi animali fornire bicarbonato o altri alcalinizzanti sembra ridurre l'aggressività e la proliferazione del tumore, e aumentare l'efficacia delle terapie.
Tuttavia una metanalisi chiarisce che non vi è evidenza scientifica a favore (ma viene specificato neanche contro) l'uso di acqua alcalina o altri agenti alcalinizzanti né per la prevenzione né per la terapia del cancro. Questo semplicemente perché esistono cellule sensibili al cambio di pH e cellule non sensibili.
In parole povere è una terapia che funzionerebbe a seconda del tumore, ma per questo non la si può descrivere come evidence-based medicine. Del resto il futuro della terapia oncologica, così come di quella nutrizionale, è la personalizzazione.

Sport


Come accennato prima, lo sport intenso può portare ad una riduzione temporanea del pH, soprattutto dovuta alla produzione di acido lattico che si riversa nel torrente sanguigno, e non rimane nei muscoli a causare dolori come si crede. I dolori post esercizio sono dovuti infatti ai DOMS (rotture nelle fibre muscolari) e non all'acido lattico.

L'uso di agenti alcalinizzanti (bicarbonati e citrati) prima della prestazione è consigliato da una metanalisi, sebbene venga sottolineato che l'effetto è individuale. Insomma la temporanea acidosi può ridurre la performance, e questa riduzione può essere attenuata aumentando la riserva alcalina del corpo.

Osteoporosi

Le prove sul legame con l'osteoporosi sono sia a favore che contro, non solo a favore come dice qualcuno, e la differenza può farla l'attività fisica come già spiegato. Anche perché le proteine possono aumentare l'assorbimento di calcio, ma solo con l'attività fisica e le vitamina D e K2 il calcio si fissa nelle ossa.
Ad esempio il PRAL sembra associato a minore densità ossea negli anziani, a conferma della minor capacità dei loro reni di tamponare il pH.


Diabete e obesità

Il fatto di "alcalinizzare" partì dall'osservazione che inducendo acidosi metabolica, tramite avvelenamento, si hanno alterazioni della glicemia (diabete in pratica) che favoriscono l'aumento di peso.
Studi osservazionali (che non dimostrano causalità) mettono in mostra che chi mangia con un PRAL inferiore ha minore rischio di diabete, malattie cardiovascolari e renali: questo può anche essere dovuto ad altre componenti di frutta e verdura. E rimane quindi il dubbio se mangiare "alcalino" possa gestire o prevenire queste patologie.

Anche chi ha problemi di ipossia (gli obesi durante il sonno ad esempio) ugualmente ha una riduzione dell'efficacia del sistema tampone (polmonare in questo caso) e quindi potrebbe essere ugualmente a rischio acidosi metabolica.

Non è possibile tuttavia definire con certezza se è nato prima l'uovo o la gallina, quindi non possiamo affermare con certezza se l'acidosi è conseguente alla resistenza insulinica, all'aumento di peso ecc o viceversa. Quindi che le alterazioni dismetaboliche siano dovute ad un abbassamento del pH rimane solo un'ipotesi.


Conclusioni

L'approccio "alcalino" è sicuramente benefico, nel senso che privilegiare cibi come frutta e verdura ricchi di sostanze benefiche e nutrizionalmente densi va bene, ma non possiamo dire che in una popolazione sana possa far variare il pH e "alcalinizzare".

Esistono tuttavia discrete evidenze che in persone con alterazione del sistema tampone (i.e. insufficienza renale) e anziani gli alimenti a PRAL negativo abbiano buon impatto nel risparmiare la funzionalità renale residua. Si deve ancora stabilire la corretta quantità e la presenza di effetti collaterali.
Non vi è ancora chiarezza sulle quantità di bicarbonato e sull'esito a lungo termine, questo è vero, ed esistono anche effetti potenzialmente avversi, come ritenzione di sodio (e quindi di liquidi), aumento della pressione (anche se il prof Capasso nella sua presentazione lo esclude), anomalie elettrocardiografiche e calcificazione vascolare.
Negli sportivi l'effetto appare soggettivo.
Nella terapia tumorale appare un possibile approccio complementare.
Che persone con diabete, sindrome metabolica, obesità ecc abbiano un abbassamento del pH plasmatico non è dimostrato, rimane un'ipotesi (sicuro per qualcuno), ma che a queste persone aumentare frutta e verdura faccia bene difficilmente può essere messo in discussione.
Se volete bervi l'acqua col limone appena svegli, non ci sono problemi: probabilmente non vi alcalinizzerà, ma sicuramente può darvi altri vantaggi contro anemia, calcoli renali, facilitare la digestione, prevenzione tumorale e cardiovascolare.
Sul bicarbonato invece esistono ancora dubbi per l'esistenza di possibili effetti collaterali, anche per il miglioramento della resistenza insulinica, ma presto arriveranno linee guida.

Update 9/7/2016

La Cleveland Clinic ci dà i consigli per mantenere la salute renale: bere, ma senza esagerare, mangiare soprattutto cibi sani (in generale quelli che prevengono il diabete), mantenere la massa muscolare col giusto esercizio, evitare integratori inutili o pericolosi, smettere di fumare, fare attenzione ai farmaci (ad esempio antidiabetici e analgesici), controllare regolarmente la funzione renale.
E conferma i motivi per bere acqua e limone.





Update 12/7/2016

Un video sull'acidosi metabolica da parte di una docente statunitense.





Update 12/7/2016

Ulteriori conferme nel modello animale sui benefici di una riduzione del carico acido e della supplementazione di bicarbonato, che viene addirittura definito come un possibile elisir di lunga vita.

Update 23/7/2016

Il sale pare essere associato con riduzione della salute ossea e aumento del rischio di osteoporosi e osteopenia.
Update 2/8/2016

Armando D'Orta spiega come si sfrutta l'effetto Warburg per guarire da alcuni tumori come il glioblastoma.

La dieta DASH, simile alla mediterranea, è benefica per il rene.

Aggiornamento 30/8/2016

Una nuova review di Nature chiarisce i meccanismi di formazione dei calcoli renali, e raccomanda una alimentazione alcalina, soprattutto con sali di potassio (citrato ad esempio), e povera di sodio (sale da cucina).
Inoltre chiarisce che chi soffre di calcoli ha spesso alterazioni dell'assorbimento del calcio e della sua escrezione, e rischio di osteoporosi.

Aggiornamento 31/8/2016

L'urea non smaltita dai reni in persone con insufficienza renale contribuisce alla progressione della resistenza insulinica.
La supplementazione con folati rallenta la progressione della malattia renale.
Quello che fa bene per il cuore fa bene anche per i reni: la dieta DASH (un approccio simil mediterraneo) pare attualmente il miglio modello. Questo probabilmente perché ha un PRAL ridotto, che affatica meno i reni e riduce il rischio di acidosi metabolica.
Gli antiossidanti possono aiutare a salvaguardare la funzionalità renale residua, soprattutto nei dializzati.

Aggiornamento 3/9/2016

Negli studi sui topi, gli agrumi prevengono e ritardano l'obesità, il diabete, le malattie cardiache ed epatiche, grazie alle loro vitamine e antiossidanti.

Aggiornamento 16/9/2016

L'acidosi metabolica induce i cambiamenti metabolici nel "carburante" utilizzato dalla cellula tumorale.
I bambini nati pretermine sviluppano reni più piccoli, e sono così a rischio di ipertensione, insulinoresistenza e malattie cardiache.

Aggiornamento 24/9/2016

I benefici per la funzione renale delle diete veg.
Gli inibitori di pompa protonica ("antiacidi") si confermano deleteri per il rene. Aumentano in generale anche la mortalità.
Per preservare la funzionalità renale in chi abbia problemi, attenzione al fosforo e al modo di cucinare (lo potremmo considerare una tossina uremica).
L'importanza di una dieta alcalinizzante, ricca di nutrienti che non tolgano calcio dall'osso, in una metanalisi. E senza supplementi di calcio che aumentino il pericolo cardiovascolare.

Aggiornamento 28/9/2016

L'acidosi indotta dall'ipeglicemia  può facilitare la perdita di osso e quindi le fratture.
Negli anziani supplementare con frutta e verdura è uno dei modi per ridurre la sarcopenia.

Aggiornamento 4/10/2016

Le proteine animali sono associate ad aumento della mortalità cardiovascolare, mentre quelle vegetali riducono il rischio soprattutto in chi ha fattori di rischio (ipertensione, glicemia ecc). Sostituire le fonti di proteine, soprattutto la carne rossa e processata, diminuisce la mortalità.
Le proteine vegetali hanno più elementi alcalinizzanti solitamente (potassio, magnesio, bicarbonati e calcio).
Il lattato, prodotto dalla glicolisi anaerobica, può avere un ruolo fondamentale nella progressione di alcuni tumori.

Aggiornamento 12/10/2016

L'ipossia si correla con l'aggressività del tumore pancreatico.
Le apnee notturne, tipiche delle persone con eccesso di grasso e legate a temporanea acidosi, aumentano il rischio di diabete. Questo per chiudere il cerchio: tutti i tasselli entrano bene.

Aggiornamento 18/10/2016

Per i fumatori che hanno problemi renali, smettere di fumare dà vantaggi superiori a qualsiasi farmaco.
I meccanismi con cui il bicarbonato migliora la prestazione atletica. La dose migliore appare tra 0,2 e 0,3 g per kg di peso corporeo. Attenzione agli effetti collaterali intestinali. Anche la beta alanina può aiutare.

Aggiornamento 22/10/2016

Come l'acidosi cronica influisce negativamente sul calcio osseo.
Un claim dell'EFSA di 7 anni fa stabilisce l'importanza di un normale metabolismo acido-base e che lo zinco può contribuire ad aiutare.

I reni stanno male quando c'è una disbiosi intestinale, iperinsulinemia e diabete, ipernutrizione. Non necessariamente molte proteine, che possono essere smaltite agevolmente se il rene è sano.

Aggiornamento 28/10/2016

Il consumo di bibite dolcificate sembra legato al rischio di malattia renale terminale.

Aggiornamento 4/11/2016

Chi soffre di calcoli renali è più a rischio di nefropatia. Una ragione in più per assumere una dieta a basso PRAL.
Aggiornamento 11/11/2016

Anche senza riduzione delle proteine, la supplementazione con agenti alcalinizzanti previene il peggioramento dell'acidosi metabolica e della funzionalità renali in persone con problemi renali.
La costipazione, a causa della variazione nei batteri intestinali, potrebbe essere predittiva di problemi renali.

Aggiornamento 17/11/2016

La dieta chetogenica può avere buon impatto sul tumore al colon perché inibisce la produzione di lattato e piruvato, che conferiscono resistenza a chemio e radioterapia, e limita l'effetto Warburg riducendo la glicolisi anaerobia.

Aggiornamento 24/11/2016

I fosfati, nemici dei reni, particolarmente presenti nei cibi animali e soprattutto nelle bibite gassate e come additivi degli alimenti (formaggi confezionati, prosciutti ecc). L'effetto negativo si ripercuote poi sul cuore. FGF23 è un mediatore, e anche la perdita di massa muscolare può essere coinvolta, così come il metabolismo energetico.

Chi prende farmaci per l'ulcera o il reflusso ha un aumentato rischio di danno renale e calcoli. Molti pazienti hanno risolto il problema con accorgimenti dietetici.

Casi gravi di anemia possono portare ad acidosi metabolica

il sodio può favorire l'aumento di peso e di pressione, ma non il sodio bicarbonato. Comunque è meglio ridurre il sale

Aggiornamento 2/12/2016

Due nuovi studi ribadiscono il legame tra diabete e carico acido e tra calcoli renali e carico acido. In particolare le proteine vegetali non aumentano il rischio di calcoli, quelle dei latticini lo riducono in donne giovani mentre carne e pesce (non latticini) lo aumentano modestamente in persone adulte. Il potassio (frutta e verdura) è preventivo.
Gli studi sono entrambi osservazionali quindi hanno necessità di essere confermati.
L'obesità in adolescenza predispone per l'osteoporosi in età adulta: grazie al grasso viscerale la struttura ossea viene infatti permanentemente alterata.

Aggiornamento 8/12/2016

Il fumo si conferma dannosissimo per i reni, e può azzerare i vantaggi delle terapie per l'insufficienza renale.

Aggiornamento 12/12/2016

Come si fa a ridurre la mortalità dei pazienti con insufficienza renale? Con un'alimentazione definita salutare: privilegiando frutta e verdura, pesce, legumi, cereali integrali e fibra, riducendo zucchero, carne rossa e sale.

Aggiornamento 14/12/2016

Scoperte 2 nuove proteine che favoriscono la proliferazione del tumore in ipossia.
il diabete è un fattore di rischio per l'osteoporosi.


Aggiornamento 20/12/2016

La proteinuria, un problema tipico dell'insufficienza renale, è associata con demenza senile.
A conferma del microambiente acido del tumore, è stata messa a punto un metodo per "illuminare" il tumore e renderlo più visibile ai chirurghi, sfruttando appunto la diversità di pH rispetto alle cellule normali.

Aggiornamento 27/12/2016

Dal libro "Nutritional Pathophysiology of Obesity and Its Comorbidities, 1st Edition", pagina 189:

"L'insufficienza renale progressiva (CKD) è accompagnata da una diminuzione della capacità di espellere gli acidi non volatili (compresi quelli derivanti dall'alimentazione, NDR), con conseguente riduzione del pH del sangue e  ridotti livelli di bicarbonato nel plasma. Quando la CKD progredisce, il carico acido è tamponata dall'osso, causando anomalie al tessuto osseo (osteoporosi, NDR).
Nell'acidosi metabolica sperimentale viene attivata la via ubiquitina-proteasoma che porta alla proteolisi e una maggiore distruzione delle proteine ​​(Mitch et al.,1994). I prodotti di degradazione, ammoniaca e azoto, liberati dalle proteine ​​corporee, danneggiano il rene e stimolano l'infiammazione cronica tubulo-interstiziale attraverso un via metabolica mediata dal complemento.
Anche se bassi livelli di bicarbonato e l'acidosi metabolica franca sono comunemente visti solo in fase avanzata della malattia, la letteratura scientifica suggerisce che una ridotta escrezione di acido è presente anche nelle fasi iniziali.
L'acidosi non è clinicamente evidente perché gli acidi sono tamponati da componenti intercellulari e minerali ossei."

Spesso a un danno renale acuto ne segue uno cronico: questo è dovuto alla perdita di capillari e alla mancata riparazione del danno

Aggiornamento 28/12/2016

Avere tendenza a formare calcoli renali potrebbe essere un'indicazione che il calcio non si deposita nelle ossa ma nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi. Come fare a prevenirli? Attività fisica e alimentazione a basso PRAL, ricca di vegetali.

Che relazione c'è tra problemi renali e tiroidei? Gli ipotiroidei hanno una riduzione nell'attività delle pompe sodio-potassio, e questo significa ritenzione di liquidi e difetti nella acidificazione delle urine, che possono portare ad acidosi nei tubuli prossimali ed eccessiva perdita di sodio e bicarbonato.
Gli ipertiroidei invece non riescono a concentrare le urine e quindi perdono più acqua. Hanno maggiore sensibilità alle catecolamine quindi sale la pressione, potenzialmente esponendo a rischio cardiovascolare.

Il fumo in gravidanza compromette la funzionalità renale del bambino; questa associazione è minore ma esiste anche per il fumo passivo dopo la nascita.

Aggiornamento 2/1/2017

Le persone con problemi renali possono andare incontro a problemi cognitivi che rendono più difficile prendere decisioni.
FGF 23 nelle persone con problemi renali fa da ponte tra infiammazione, ossa, fosforo e metabolismo del ferro

Aggiornamento 7/1/2017

Chi ha malattie renali ha alto rischio di malattie cardiache perché ha molta tendenza alla formazione di coaguli densi. Le malattie renali sono una delle più pericolose e più sottovalutate causa di malattia, e in USA un terzo della popolazione è a rischio.

Aggiornamento 9/1/2017

In un modello animale (cavalli), dosi elevate di sale da cucina inducono acidosi metabolica postprandiale.

Le cellule "senescenti", che maturano andando avanti con l'età, sono quelle che determinano i danni al rene. Tra i fattori, la costante ipercaloricità. l'ipertensione, l'assenza di antiossidanti.

Alcune popolazioni, come quella cinese, sono più soggette ai problemi renali.

Aggiornamento 18/1/2017

Le prugne sono un'ottima fonte di boro, minerale che migliora la ritenzione di calcio nelle ossa e previene l'osteoporosi

Legame zucchero (e obesità) e tumori (dalla rivista New Scientist)

"Una dieta ad alto contenuto di zucchero per un periodo prolungato determinerà generalmente un eccesso di nutrienti che circolano nel corpo. Questo innalzerà il metabolismo (produzione di ROS), con conseguente generazione di forme reattive di ossigeno supplementari, che possono danneggiare il DNA, e aumentare così la probabilità di mutazioni dannose.
Essa può anche portare a livelli generalmente più elevati di insulina, che favorisce la crescita cellulare. Molti tumori possiedono più recettori per l'insulina rispetto alle altre cellule, e questo aumenta ulteriormente la loro risposta (allo zucchero, NdR).
È logico che se si hanno cronicamente alti livelli di insulina, si può predisporre al cancro: "Stai costantemente sottoponendo te stesso a un segnale 'vai!' ", dice Karen Vousden, capo scienziato del Cancer Research UK. Inoltre, le cellule adipose rilasciano molecole-segnale come gli ormoni che stimolano a loro volta i tumori a crescere".

Aggiornamento 24/1/2017

FGF23 si associa a incrementata calcificazione arteriosa e quindi pericolo cardiovascolare.

Aggiornamento 28/1/2017

Un eccessivo introito proteico non accompagnato da una sufficiente introduzione di fibre aumenta il rischio (e non solo) cardiovascolare in chi soffre di problemi renali.
L'infiammazione dovuta al cibo è una delle cause dei danni renali.

Aggiornamento 30/1/2017

Altre conferme sull'importanza del PRAL nella dieta nell'insufficienza renale.
Il ferro stimola la crescita di alcuni batteri che possono peggiorare le malattie renali e altre situazioni infiammatorie: è quindi consigliabile, oltre a ridurre le fonti, un miglioramento della flora intestinale.

Aggiornamento 3/2/2017

L'attività fisica dovrebbe far parte della terapia sia preventiva che gestionale dei problemi renali.

Aggiornamento 10/2/2017

Gli obesi "metabolicamente sani", quelli che nonostante il peso in eccesso hanno, almeno in apparenza, un quadro clinico da persona sana, sono a rischio di malattia renale, soprattutto in caso di infiammazione latente

Aggiornamento 13/2/2017

L'importanza dello stress del reticolo endoplasmastico nell'oncogenesi. In particolare gestisce i meccanismi molecolari alterati nelle cellule tumorali, tra cui il destino dei nutrienti. E l'acidosi lattica ha una certa importanza nel favorire angiogenesi, sopravvivenza tumorale e metastatizzazione.

Aggiornamento 18/2/2017

Oltre il 10% degli americani adulti ha una malattia cronica renale

La sindrome cardio-renale, un insieme di caratteristiche che colpisce in caso di infiammazione sistemica, è ora ufficialmente riconosciuta. Tra i segni, oltre alle disfunzioni cardiache e renali, sepsi e diabete. Anemia, obesità, endotossemia, alterato microbiota e permeabilità intestinale, alterazioni neuroormonali e insufficienze nutrizionali tra le cause. L'acidosi derivante dall'uremia può essere causa di insufficienza cardiaca.

Ridurre il sale migliora la salute e la pressione delle persone con malattia renale.

Aggiornamento 20/2/2017

I cristalli che vanno a formare calcoli renali, al di là del dolore, provocano una risposta infiammatoria, e gli alcalinizzanti sono un ottimo modo per ridurre la formazione

Aggiornamento 23/2/2017

Per ridurre il sodio, una dieta ricca in potassio è fondamentale. Così da ridurre pressione e rischio renale e cardiovascolare

Aggiornamento 25/2/2017

Perché quando c'è insulino-resistenza è così difficile dimagrire e mettere muscolo? Perché si determina un restringimento del flusso di sangue verso i muscoli. Così i nutrienti vengono diretti al tessuto adiposo e prevalentemente "messi da parte" per i momenti di difficoltà. Questo meccanismo, che ci ha permesso di sopravvivere alle carestie e all'impossibilità di procurare cibo, oggi, quando sussiste per un tempo prolungato, determina il diabete di tipo 2

Aggiornamento 4/3/2017

Come mai diabete e ipertensione vanno di pari passo? Quando si alza la glicemia (e di conseguenza l'insulina) il rene trattiene più liquidi, e l'aumento di ritenzione si traduce in incremento di pressione sanguigna. I cibi che danno resistenza insulinica sono generalmente quelli industriali, ricchi di carboidrati e grassi raffinati, ma anche un eccesso proteico può determinarla

Aggiornamento 7/3/2017

La terapia nutrizionale per chi abbia problemi di reni, tra cui la gestione dell'acidosi metabolica, è fondamentale per ritardare la progressione della malattia

Aggiornamento 10/3/2017

Stretta connessione tra fegato grasso e problemi renali

Il fosfato di origine vegetale (legumi, cereali integrali, frutta secca) non appare deleterio nella malattia renale perché poco assorbibile


Aggiornamento 14/3/2017

Una riduzione nella clearance dei solfati, ossia i metaboliti derivanti sia dagli aminoacidi solforati sia dai gas (H2S) utilizzati come neurotrasmettitore, si associa sia a insufficienza cardiaca che ridotta funzionalità renale

Aggiornamento 17/3/2017

Non si sa ancora bene perché, ma in fase di stress il corpo produce proteine alterate e il pH intracellulare (non sanguigno) si abbassa (acidificazione). Questo porta ovviamente ad alterazione delle funzioni delle proteine. Questa è ritenuta una risposta evoluzionistica e adattativa, ma non è ancora chiaro il senso.

Un'ipotesi prevede che tra le cause dell'aumento di peso ci sia l'eccesso di anidride carbonica che favorisce un calo del pH sanguigno, al quale è sensibile l'ipotalamo, che gestisce la nostra composizione corporea.
Anche l'adattamento all'altitudine porta a un calo del pH sanguigno

Aggiornamento 18/3/2017

Il lattato, prodotto di alcuni tumori, aumenta l'angiogenesi e in generale spinge il tumore a diffondersi e sopravvivere. Uno dei motivi per cui gli sportivi si ammalano meno di tumore può essere il fatto che il loro corpo è più preparato per processare e metabolizzare il lattato, cosa che non succede nei sedentari

Una nuova guida sui benefici della dieta alcalina in persone con problemi renali.

Aggiornamento 20/3/2017

I folati insieme agli antipertensivi rallentano la progressione della malattia renale significativamente.

Le persone con malattia renale hanno spesso carenza di selenio e glutatione (che dipende dal selenio), e la supplementazione di questo minerale migliora il suo dosaggio nel sangue e così la capacità antiossidante.
Altri modi per aumentare il glutatione sono: terapia iperbarica, N-acetilcisteina, dimetilfumarato, fitocomposti (phytochemicals) vari, tra cui curcumina, cannella e resveratrolo, folati.

Il magnesio si conferma utile in persone sovrappeso con problemi renali: migliora infatti sia la pressione che la glicemia

Aggiornamento 25/3/2017

Come si sapeva già da tempo, la malattia renale aumenta il rischio cardiovascolare, favorendo la calcificazione della placca aterosclerotica.

Aggiornamento 2/4/2017

Forti legami tra malattia renale e obesità

Un'acidificazione dei tessuti cartilaginei è presente nell'artrite reumatoide, a causa dell'accumulo di lattato

Aggiornamento 10/4/2017

Tutti i casi di acidosi metabolica: il gap anionico (differenza tra bicarbonati e altri sali come sodio e cloro) è fondamentale per la diagnosi
Tra i farmaci che la causano possiamo aggiungere i glucoretici (inibitori SGLT2), antidiabetici che fanno urinare glucosio.


Aggiornamento 15/4/2017

Per migliorare la pressione, non solo ridurre il sale, ma anche aumentare il potassio, presente soprattutto in frutta e verdura


Aggiornamento 22/4/2017

Dosi basse di ammonio nelle urine possono essere il segno precoce di malattia renale e acidosi metabolica; la somministrazione di alcalinizzanti può prevenire il problema
La malattia renale è fortemente infiammatoria a livello sistemico e soprattutto per i vasi sanguigni (rischio cardiovascolare).
Aggiornamento 25/4/2017

Circa metà degli ictus e degli infarti sono dovuti all'ipertensione. Aumentare il potassio è importante come ridurre il sodio per mantenere la corretta pressione sanguigna. Ha un effetto simile a quello di un farmaco diuretico.

Alcuni batteri intestinali sono associati alla produzione di p-cresilsolfato, derivato dagli aminoacidi fenilalanina e tirosina che aumenta il carico di lavoro renale

Aggiornamento 30/4/2017

Gli effetti dei farmaci contro l'osteoporosi nelle persone con problemi renali non sono chiari

Aggiornamento 2/5/2017

Bassi livelli plasmatici di magnesio aumentano il rischio di fratture, ma non sono necessariamente collegati a bassa introduzione con la dieta

L'insufficienza renale è responsabile di più morti cardiovascolari di quanto ipotizzato.

La sindrome da apnea notturna porta alla liberazione di sostanze proinfiammatorie che contribuiscono alla disfunzione del pancreas nel diabete.

Un terzo degli americani è a rischio di malattie renali, soprattutto legate all'acido urico.

Aggiornamento 9/5/2017

"I fattori proinfiammatori nella malattia renale includono la riduzione della clearance delle citochine; Infezioni come la malattia parodontale; lo stress ossidativo; Fenotipo delle cellule muscolari associato a senescenza; ipogonadismo; Accumulo di Prodotti finali di glicazione avanzata e tossine assorbite nell'intestino; Sovraccarico di sodio; acidosi metabolica; Disturbi minerali ossei; Accumulo di particelle di calcioproteine; Squilibrio autonomico; Resistenza all'insulina; Ipossemia intradialitica; E fattori genetici e epigenetici.
L'ormone della tiroide, che regola la termogenesi potenziando la stimolazione adrenergica, è ridotto."
Esiste insomma una completa alterazione del metabolismo energetico e immunitario nella malattia renale.

Aggiornamento 20/5/2017

cambiamenti nelle vie metaboliche sono essenziali per la sopravvivenza del tumore. Quando viene affamato, si nutre grazie all'ambiente circostante (autofagia ecc)

La dieta occidentale (o anche falsa mediterranea), ricca di sale, proteine da animali allevati in maniera insana e cereali raffinati, è il miglior modo per ridurre la funzionalità renale, mentre frutta e verdura, nutrendo i bifidobatteri che detossificano l'organismo, la proteggono

Aggiornamento 29/5/2017

In persone con problemi renali non è possibile stabilire la sicurezza dei farmaci per l'osteoporosi. 

Anche un consumo per brevi periodi di cortisonici è associato con incrementato rischio di malattia: sepsi, trombosi, fratture.

Lo studio conclude suggerendo di minimizzare questi farmaci se esiste un'alternativa.

Un esperimento interessante che dimostra il cambio di pH sanguigno in base alla fornitura di sali alcalinizzanti o acidificanti: i primi hanno aumentato la sintesi proteica (albumina e fibre muscolari), la seconda ridotta

Aggiornamento 31/5/2017


suggerimenti di integrazione e periodizzazione dell'alimentazione per gli atleti: quando usare molti e pochi carboidrati, come "allenare" l'intestino a tollerare gli alimenti e lo sforzo senza entrare in crisi ecc. Particolare menzione per il bicarbonato che evita l'acidosi metabolica.

La terapia sostitutiva con testosterone riduce la malattia renale in persone carenti.

Aggiornamento 5/6/2017


Ridurre il sodio sotto i 2,3 g al giorno non sembra essere associato con riduzione della pressione. Invece aumentare potassio, magnesio e calcio risulta molto più utile

Aggiornamento 18/6/2017

Chi si alza più di una volta a notte per urinare ha probabilmente necessità di ridurre il sale

Il sovrappeso aumenta il rischio di malattia renale, arrivano conferme

Se i vostri reni funzionano male può dipendere dai microRNA, acidi nucleici che bloccano l'espressione delle proteine


Aggiornamento 5/7/2017

Secondo una nuova revisione degli studi, si conferma che diete relativamente iperproteiche protratte nel tempo non sembrano dare problemi in persone sane, ma solo in persone con problemi renali preesistenti. Tuttavia la carne rossa sembra essere associata ad un maggiore rischio di futura malattia renale anche nei sani, mentre le proteine vegetali appaiono protettive.

L'importanza dei metaboliti intestinali nell'infiammazione e nella sindrome cardio-renale.

Aggiornamento 7/7/2017

Le diete veg, grazie al loro minore potenziale acido, sono molto buone in persone con problemi renali
Aggiornamento 10/7/2017

Un adulto su 6 (15%) in USA ha problemi coi reni, e il 96% non sa di avere una forma silente di malattia renale.

Aggiornamento 12/7/2017

Un articolo di Authoritynutrition chiarisce che l'acqua con limone può aiutare a dimagrire, ma grazie all'acqua e non al limone. Inoltre in persone con problemi renali una dieta con basso PRAL può ridurre la necessità di limitare le proteine.

Aggiornamento 18/7/2017

Una review sull'acidosi metabolica, chiarisce che può determinare alterazione di alcuni parametri, in particolare aumento del cortisolo e del PTH, che contribuiscono ai vari effetti negativi (perdita di massa magra, ossea resistenza insulinica ecc. Conclude raccomandando di assumere più frutta e verdura.

La sindrome da apnee notturne, che riguarda le persone sovrappeso, anche tramite la frammentazione del sonno, determina aumento del cortisolo e così dei valori di glicemia e trigliceridi, aumentando il rischio cardiovascolare. Anche un aumento dell'infiammazione e dell'azione del sistema simpatico può essere notata. Usare il CPAP (respiratore notturno) dà molti vantaggi a queste persone.

Aggiornamento 21/7/2017

Per prevenire ipertensione e malattie renali è necessario avere un'alimentazione con le giuste proteine sia in gravidanza che nel primo periodo di vita. Basso peso alla nascita e nascita prematura aumentano il rischio.

L'obesità promuove modificazioni ormonali che agiscono a livello renale. L'iperinsulinemia in particolare stimola la produzione di ammoniaca e agisce sugli scambiatori sodio-idrogeno in modo da promuovere un ambiente acido nei tubuli.

Le malattie renali si combattono anche con l'attività fisica.

Aggiornamento 31/7/2017

La carenza di glutatione, associata a condizioni particolarmente pesanti come la somministrazione di farmaci (paracetamolo) per lungo tempo, può portare ad acidosi piroglutamica, dovuta alla difficoltà di smaltimento dell'acido piroglutamico. Malnutrizione, antibiotici, gravidanza, infezioni e problemi renali aumentano il rischio. 

Aggiornamento 4/8/2017

Una considerazione sui bifosfonati (farmaci per l'osteoporosi) da parte del dott Luchi.






Aggiornamento 5/8/2017

La specificità del tumore (se utilizza il Warburg effect o no) può determinare la resistenza ai farmaci, per cui si sta puntando a sviluppare chemioterapici che agiscano a diversi gradi di pH (intra ed extracellulari) e con diversi trasportatori.

Un caso di Cushing che ha portato a ipokaliemia (poco potassio nel sangue) e alcalosi metabolica.

Aggiornamento 10/8/2017

Secondo alcuni studiosi di Pavia (Della Guardia e Roggi) "l'evidenza suggerisce che il consumo di una dieta occidentale promuova un lieve grado di acidosi metabolica compensata dai reni.

L'effetto di disregolazione sul metabolismo dell'acidosi indotta dalla dieta sembra essere una questione clinica intrigante, e diverse evidenze significative sostengono questa ipotesi.
Tuttavia, i dati disponibili sono spesso difficili da interpretare a causa dei complicati meccanismi biologici non ben compresi.

Quindi, a nostro avviso, il ruolo della dieta occidentale nell'induzione di disturbi cronici clinicamente evidenti deve ancora essere valutata più accuratamente. Allo stesso modo, il ruolo della supplementazione con alcalinizzanti non è completamente convincente, così come gli effetti a lungo termine sono in gran parte sconosciuti.
Gli studi esaminati suggeriscono che le diete con un elevato carico acido sono suscettibili di indurre l'aumento del calcio escreto nelle urine incrementando così il rischio di sviluppare il calcoli.

Sembra che l'aggiunta di alcali possa esercitare un possibile ruolo terapeutico nella prevenzione in soggetti predisposti alla calcolosi.
Il verificarsi di perdita ossea e il rischio aumentato di osteoporosi sembrano essere altamente intriganti ma sostenuto da prove discutibili.
I dati sulla supplementazione sono più convincenti anche se molti studi dimostrano alcune inesattezze metodologiche.
Allo stesso modo, il rapporto tra acidosi indotta dalla dieta e disturbi del metabolismo muscolare o glicemico sono supportati da prove insufficienti e devono essere esaminati più accuratamente.
Invece l'aggiunta di alcali ha dimostrato una certa efficacia sulla modulazione della sensibilità al dolore alla schiena".


Aggiornamento 4/9/2017

Le complicazioni dell'azotemia alta, un problema spesso legato ai reni.

Le malattie renali sono spesso dovute a patologie mitocondriali. Il loro buon funzionamento è fondamentale per il rene, e possiedono tutte le caratteristiche degli altri mitocondri (sensibilità ai nutrienti, ai ROS, mitofagia ecc)

Aggiornamento 7/9/2017

Le carni rosse sono associate con rischio di malattia renale, mentre altre fonti proteiche come legumi, latticini magri e frutta oleosa appaiono protettive.

La resistenza insulinica sembra associata con la perdita di massa ossea

Aggiornamento 17/9/2017

Nel modello animale, l'HIIT cura la fragilità ossea nei topi anziani

Aggiornamento 19/9/2017

La dieta cheto non altera l'equilibrio acido-base né i bicarbonati plasmatici.

L'eccesso di fosforo appare un fattore di rischio per i reni, specie nei diabetici, e soprattutto se associato all'eccesso di sale. Il miglior modo per ridurlo è evitare insaccati e bibite gassate

Aggiornamento 23/9/2017

La flora intestinale ha un ruolo cardine nella malattia renale: determina infatti la produzione di composti che possono essere tossine o sostanze antinfiammatorie. A causa dell'aumentata permeabilità intestinale entrano nel circolo sanguigno e fanno progredire la malattia.

Le linee guida sui disordini minerali in caso di malattia renale insistono sulla limitazione dei fosfati

Aggiornamento 26/9/2017

La disidratazione e la continua esposizione al caldo possono essere in parte responsabili di danno renale

 Gli antiossidanti rallentano la progressione dell'insufficienza renale

Insufficienza cardiaca, malattia renale e disturbi del pH spesso vanno di pari passo.

Una dieta mediterranea (quasi plant based) abbinata ad acqua alcalina è efficace almeno quanto i farmaci nella cura del reflusso

Aggiornamento 7/10/2017

Nel modello animale il potassio (frutta e verdura) riduce la calcificazione delle arterie, evento che predispone per le malattie cardiovascolari

In persone con problemi renali, il carico acido della dieta determina perdita di fosforo che promuove calcificazione della placca

Gli endocannabinoidi sono deleteri per i reni

Si conferma che i tumori hanno un ambiente acido, ma la somministrazione di alcali (tra cui il semplice bicarbonato) ha ancora un effetto potenziale, con potenziali effetti avversi

Aggiornamento 11/10/2017

A volte possono esserci dubbi se la condizione sia acidosi metabolica o alcalosi respiratoria, perché entrambe sono caratterizzate da riduzione dei bicarbonati

Il tumore polmonare sembra molto dipendente dal lattato e può indurre modesta acidosi

L'effetto fondamentale dell'infiammazione nell'invecchiamento, anche renale: aumento delle vie cataboliche e riduzione di quelle anaboliche, sbilanciamento del tono simpatico-vagale, mediato dal microbiota, AGEs, tossine uremiche ecc,

Aggiornamento 17/10/2017

La risposta UPR è probabilmente una causa e non una conseguenza delle alterazioni metaboliche, anche nelle malattie renali, dove porta alla produzione di proteine anomale e malfunzionanti

I consigli per chi ha il potassio alto e problemi renali.

Aggiornamento 18/10/2017

Il lattato è un'importante fonte di nutrimento per le cellule normali e tumorali, e il disaccoppiamento del suo consumo con quello del glucosio può alterare il ciclo di Krebs.

L'olio di primula (grazie all'acido linolenico) può dare sollievo nel prurito uremico, tipico problema nell'insufficienza renale cronica.

Aggiornamento 22/10/2017

Da un post del dott. Luchi

Oggi a Lisbona é stata la volta della mia amica Prof. Lynda Frassetto che insegna Nefrologia alla Università di California.
Il tema era cruciale: ha senso preoccuparsi dei cibi acidi o alcalini? Anche se il pH del sangue rimane sempre tra 7.45 e 7.35 comunque si mangi? Ha senso preoccuparsi dell’acidificazione o alcalinizzazione di ciò che mangiamo?
Chi meglio di un Nefrologo può fare chiarezza in un tema così controverso? 
Secondo Lynda la risposta è un fragoroso: Sì. Avendo passato qualche giorno a parlare a fondo con lei di queste cose e avendo seguito la sua conferenza le cose mi sono più chiare. Ero scettico ma mi sono ricreduto, devo ammettere.
In pratica il nostro corpo è capacissimo di tenere nella norma il pH del sangue (cioè non farlo acidificare troppo o alcalinizzare troppo), ma questo accade a spese anche di muscoli, ossa e tessuto renale che si deteriorano nei decenni per mantenere l’equilibro. Quindi non è questione di quello che facciamo nel breve ma nel lungo termine.

Aggiornamento 27/10/2017

Nei giapponesi si è notato che il numero di nefroni (unità funzionale del rene) è inferiore, e questo potrebbe renderli più suscettibili a malattie renali e ipertensione nonostante la nota longevità e stile di vita solitamente sano.

Aggiornamento 31/10/2017

Il calcio è un minerale importante per la prevenzione delle fratture, ma i suoi eccessi non sono salutari: meglio prenderlo solo dai cibi e non da integratori

Una dieta vegan viene proposta per migliorare l'equilibrio acido-base

Aggiornamento 4/11/2017

Le apnee notturne creano problemi endocrini. Ne risentono diversi organi.
L'osso risente dell'ambiente acido creato (funzionando da tessuto tampone)  e dello stress ossidativo, e viene favorita l'osteoporosi. 
Vengono alterati gli ormoni riproduttivi (testosterone ed estrogeni) e la prolattina.
Il metabolismo del glucosio ne risente, favorendo l'insorgere del diabete e l'aumento di peso.
L'asse surrenalico (risposta allo stress) si altera, con aumento del cortisolo.
Vi è uno stato infiammatorio cronico, anche a causa dello stress ossidativo

"I pazienti con apnea ostruttiva del sonno (OSA) sono a maggior rischio di disturbi endocrini e metabolici come l'osteoporosi, l'ipogonadismo, l'iperprolattinemia, l'iperaldosteronismo e l'ipercortisolismo. Queste malattie possono comportare gravi conseguenze, tra cui l'abbreviamento dell'aspettativa di vita. Il costante aumento della disponibilità di test ormonali e di strumenti per la diagnosi di OSA ci offre la possibilità di individuare precocemente anomalie endocrine e polmonari coesistenti, dando così ai medici la possibilità di un adeguato trattamento nella fase iniziale di tali disturbi. Le interazioni tra OSA e soggetti analizzati sono complicati e multisfaccetati, per cui nella revisione abbiamo sottolineato le questioni vitali sollevate negli articoli pubblicati di recente. Sembra chiaro che un approccio così moderno all'OSA, che porti l'implementazione di una terapia corretta, romperà il circolo vizioso della disfunzione dell'insulina e della fertilità e migliorerà anche il controllo del peso e l'ipertensione. Inoltre, il riconoscimento e la comprensione dell'interazione tra la disfunzione delle vie aeree superiori locali e le sue conseguenze endocrine rendono possibile la cura multidisciplinare dei pazienti OSA. Crediamo che la nostra revisione, dando un'idea di nuovi studi, faciliterà questo approccio. A causa dell'epidemia di obesità, la diagnosi e il trattamento appropriato dell'OSA sono diventati una priorità in tutto il mondo. Vorremmo sottolineare che i pazienti affetti da OSA richiedono terapia complementare che possa correggere i cambiamenti endocrini, migliorare la qualità della vita e proteggere dalla morbilità associata e dalla morte prematura".

Aggiornamento 8/11/2017
Le diete iperproteiche e con eccesso di sale sono dannose in persone con insufficienza renale (circa il 10% della popolazione adulta). Infatti possono accentuare l'acidosi metabolica e peggiorare lo stato di salute, aumentando il cortisolo e così la perdita di muscolatura. Una dieta ricca in alimenti vegetali invece riduce le tossine uremiche, modulando il microbiota, e tampona l'acidità, riducendo la perdita di calcio osseo.
Anche una supplementazione di micronutrienti (vitamine e antiossidanti) e di sali alcalinizzanti può essere considerata
Aggiornamento 14/11/2017

L'insonnia, vista come forma di stress, si conferma collegata con depressione, malattie renali, ADHD, Alzheimer.

Un nuovo trattamento per l'acidosi metabolica: per evitare la somministrazione di alcali (che obbliga all'introduzione di altri sali minerali come il sodio potenzialmente indesiderati) si può dare il TRC101, un legante dell'acido cloridrico gastrico, aumentando così i bicarbonati sanguigni e tamponando l'acidità.
L'osso è un vero e proprio organo endocrino capace di attivare o spegnere il metabolismo.
L'eccesso di sale sembra nel modello animale, stimolare uno stato catabolico aumentando il cortisolo
Aggiornamento 20/11/2017
In un modello animale (coniglio) l'acidosi metabolica e le conseguenti urine acide riescono a proteggere il tratto urinario da infezioni di E. coli aumentando la produzione di una proteina antimicrobica
Aggiornamento 27/11/2017

I giorni di festa in cui si mangia in maniera smodata sono stressanti per i reni, ma anche fegato, pancreas, cuore ecc. In particolare aumenta il rischio di calcoli renali.

Un nefrologo del Baylor College of Medicine consiglia l'approccio alcalino nell'insufficienza renale e in caso di calcoli renali.

Aggiornamento 29/11/2017

L'acido lattico non si può più definire un semplice prodotto di scarto del metabolismo, ma è un vero e proprio messaggero e regolatore del metabolismo.
"Alcalinizzare l'ambiente intracellulare promuove la trasformazione cellulare e altera il suo metabolismo energetico, favorendo la crescita del tumore. Questi effetti sono esemplificati dagli esperimenti riportati da Estrella et al. che dimostrano che, in un modello murino immunodeficiente, il pH extracellulare acido peritumorale nei tessuti era coincidente con la  successiva invasione tumorale e il trattamento con bicarbonato ha ridotto il gradiente di pH e prevenuto l'invasione delle cellule tumorali"

Nascere pretermine appare un rischio per la malattia renale. Il 30-40% dei diabetici ha malattia renale.

Aggiornamento 4/12/2017

La malattia renale aumenta il rischio di tromboembolismo.

Le persone con malattia renale possono avere forti alterazioni negli enzimi che gestiscono la produzione di energia, sia a livello cellulare che mitocondriale, e questo determina la loro stanchezza.
Aggiornamento 8/12/2017

La SINU - Società Italiana di Nutrizione Umana​ ha rilasciato un position paper, allineandosi alle altre società scientifiche, confermando che le diete vegetariane ben strutturate possono essere utilizzate in qualsiasi età

Il sale in eccesso determina stress ossidativo a livello dei tubuli renali e fibrosi tramite TGF-β. L'obesità rimane un fattore di rischio renale

Aggiornamento 10/12/2017

L'iperkaliemia (eccesso di potassio), le sue cause e i suoi rimedi.

La malattia renale determina facilmente ipertensione e acidosi metabolica.
Quali sono le conseguenze?
Ridotta crescita nel bambino e perdita di muscolo nell'adulto, osteoporosi, riduzione dell'albumina (principale proteina plasmatica), infiammazione e progressione della malattia renale, insulinoresistenza, accumulo dell'amiloide (Alzheimer), rischio di morte aumentato.


Aggiornamento 14/12/2017

Il rapporto tra reni e diabete è bidirezionale: l'aumento dell'azoto ureico (azotemia o BUN) fa progredire la resistenza insulinica, e l'iperglicemia fa aumentare la disfunzione renale.

Nel modello animale lo stress nell'infanzia aumenta il rischio di malattia cardiaca alterando la risposta immunitaria renale.

Un libro (in inglese) di ricette per chi ha problemi renali

Aggiornamento 18/12/2017

Il malfunzionamento dei mitocondri è riconosciuto come responsabile dell'insufficienza cardiaca, muscolare e renale.

Aggiornamento 26/12/2017

Un basso carico acido renale si associa a miglior performance sportiva negli anziani

Aggiornamento 31/12/2017

Ѐ stata individuata una molecola che, nei topi, blocca la proteinuria, riducendo la perdita di podociti: buone prospettive quindi nella malattia renale progressiva.

Aggiornamento 5/1/2018
Qual è il principale colpevole dell'epidemia di malattie renali? Il cibo industriale, a causa della sua ricchezza di proteine animali da allevamenti intensivi, sale, fosforo, e la povertà di frutta e verdura, che forniscono fibre e sali minerali indispensabili per tenere i reni in salute.
Questa alimentazione può nel tempo portare ad una condizione di acidosi metabolica, ossia una riduzione del pH extracellulare (che l'organismo tenta di compensare), e può influenzare il rischio di danno renale e la progressione della malattia renale attraverso diverse vie.
In primo luogo, la riduzione del pH extracellulare altera l'ossidazione di NADPH, che quindi inibisce l'induzione della produzione di ossido nitrico nelle cellule mesangiali. La riduzione della produzione di ossido nitrico può accelerare la sclerosi interstiziale.
In secondo luogo, l'acidosi stimola direttamente la secrezione delle cellule endoteliali dell'endotelina-1, che aumenta l'attività dello scambiatore sodio-idrogeno-3, aumentando così la secrezione di ioni idrogeno nel lume e diminuendo quella di bicarbonato (tampone extracellulare). Le endoteline sono potenti vasocostrittori che possono favorire la fibrosi renale, lo smantellamento dei podociti e l'apopotosi (morte) dei podociti (cellule renali).
In terzo luogo, l'acidosi stimola la produzione di angiotensina II perché l'aumento della secrezione di ammoniaca incrementa l'attività del sistema renina-angiotensina (regolatore della pressione sanguigna).
La somma di questi meccanismi di compensazione che aumenta la secrezione di ioni idrogeno può accelerare la progressione della malattia renale.
Aggiornamento 7/1/2018

L'approccio con poche proteine per chi abbia la malattia si conferma il più affidabile, con scarso rischio di sarcopenia, in particolare la carne rossa sembra quella più associata a rischio di sviluppare insufficienza renale.
Esistono probabilmente 500 composti uremici individuabili nel sangue di persone con problemi renali
Aggiornamento 13/1/2018

Un lavoro scientifico che dimostrerebbe che acqua e limone la mattina fa dimagrire: non mi pare il massimo dell'evidenza scientifica 😏😏

Aggiornamento 16/1/2018

Il dott Simoncini è stato condannato a 5 anni per omicidio colposo dopo aver somministrato bicarbonato ad un ragazzo con tumore al cervello.
Aggiornamento 18/1/2018

Alcuni studiosi si sono riuniti per comparare i problemi renali umani con quelli degli animali, scoprendo alcuni punti in comune: la carne rossa e il fosfato (attiva NF‑κB, l'infiammazione, la calcificazione e l'invecchiamento) sembrano le cose peggiori per l'insufficienza renale.
Tra i meccanismi dannosi della carne rossa, il sale che spesso viene aggiunto, i grassi saturi che stressano il mitocondrio, il PRAL positivo, l'effetto proossidante dell'eme, i nitro-composti che alterano il DNA e aumentano l'acido urico, l'acido sialico proinfiammatorio, alterazione del microbiota (produzione di TMAO). 
Negli uomini dovrebbe essere incoraggiata una dieta plant-based. I frutti di bosco appaiono protettivi, anche perché gli orsi prima di ibernarsi ne fanno il pieno.

L'acidità urinaria è un probabile predittore di malattia renale.

Aggiornamento 22/1/2018

All'avanzare della malattia renale, cresce il rischio cardiovascolare

Aggiornamento 26/1/2018

Anche il sale può contribuire al diabete. Infatti attiva lo stress ossidativo che a sua volta stimola una via infiammatoria (NLRP3) responsabile di insulino-resistenza. Questo ha anche effetto sul rene, aumentando la ritenzione di liquidi. Il potassio ha un effetto contrario.

L'anemia è una complicazione frequente della malattia renale


Aggiornamento 28/1/2018

Articolo molto interessante sul rapporto tra antiossidanti del cibo, stress ossidativo e tumori.
"Lo stress ossidativo contribuisce allo sviluppo e alla crescita del tumore. Pertanto, ridurre lo stress ossidativo può proteggere le cellule normali dalla trasformazione cancerogena.
Dall'altro lato, le cellule tumorali che hanno aumentato i livelli di ROS (specie reattive dell'ossigeno) sono soggette ad un aumento intrinseco dello stress ossidativo, e si basano su antiossidanti per sopravvivere (producono loro stessi antiossidanti per proteggersi, NdT).  
Pertanto, aumentare "l'insulto" ossidativo utilizzando  generatori di ROS e/o composti che sopprimono i principali sistemi antiossidanti può rendere queste cellule vulnerabili alla morte cellulare.
Quindi, migliorare la capacità antiossidante endogena è una strategia allettante per prevenire la carcinogenesi, mentre aumentare i livelli di stress ossidativo oltre una soglia che provoca la morte delle cellule tumorali appare come una strategia promettente per il trattamento del cancro.  
Come discusso in questa recensione, un certo numero di sostanze fitochimiche (i famosi antiossidanti di frutta e verdura, NdT) mostra effetti sia antiossidanti che pro-ossidanti sulle cellule tumorali bersaglio. Che cosa determina l'effetto antiossidante o  pro-ossidante di un composto dipende da un numero di fattori.
In primo luogo, ciò potrebbe essere dovuto al cambiamento nell' ambiente della cellula tumorale. Ad esempio, EGCG agisce come un antiossidante a pH 7, mentre mostra comportamento pro-ossidante a pH acido.
In secondo luogo, in molti casi, diversi fitochimici inducono l'attivazione di p53 (soppressore dei tumori) che può quindi produrre ROS (e favorire la morte della cellula, NdT).
In terzo luogo, la proprietà antiossidante e pro-ossidante dei fitochimici può dipendere anche dalla loro concentrazione.
Per riassumere, gli effetti antiossidanti e pro-ossidanti dei fitochimici hanno come obiettivo i diversi stadi della carcinogenesi e la modulazione della risposta antitumorale alla chemioterapia, rispettivamente. Lo spettro meccanicistico e la specificità dell'azione dei fitochimici rappresenta un campo di ricerca complesso e in evoluzione.

In sintesi, i fitochimici forniscono forti benefici antitumorali che possono essere integrati in più fasi di prevenzione e trattamento del cancro basate su un design ben progettato e attento in seguito di  indagini pre-cliniche e cliniche".

Aggiornamento 2/2/2018

Una piccola molecola promettente (nel modello animale) nei confronti della malattia renale progressiva.

Aggiornamento 4/2/2018

Nelle persone con malattia renale, le statine non sembrano tanto efficaci. Questo perché il metabolismo delle lipoproteine è particolare, e il rene è responsabile della degradazione di Lp(a), la lipoproteina particolarmente aterogena.
Inoltre abbassare eccessivamente il colesterolo appare dannoso, può formare composti molto infiammatori combinandosi con le tossine uremiche (LDL carbamilate), e addirittura le HDL possono diventare dannose.

Alcuni miti sfatati sulla salute renale: il fosfato di sodio detossifica i reni (assolutamente no, anzi il fosfato è tossico), bere tantissima acqua è bene (troppa acqua può ridurre il sodio plasmatico), la papaya è utile (non è provato dagli studi che abbassi la creatinina), usare integratori erboristici (anzi possono affaticare i reni).

Aggiornamento 8/2/2018

La carbammilazione, dovuta solitamente all'urea in eccesso, tipica della malattia renale, determina alterazione delle proteine, in maniera simile alla glicazione tipica dei diabetici.
Questo aumenta il rischio di insufficiente apporto aminoacidico, aterosclerosi, ridotto glutatione (stress ossidativo), malattie del collagene, artrite reumatoide ecc. 

Aggiornamento 4/2/2018

Come già detto, spesso diabete e malattia renale vanno di pari passo.
In caso di acidosi tubulare di IV tipo, si agisce limitando il potassio e dando alcalinizzanti e diuretici.

Aggiornamento 20/2/2018


I problemi renali nei diabetici sono spesso dovuti alle disfunzioni mitocondriali

Disordini del metabolismo del calcio e del fosforo, insufficienza renale e infiammazione aumentano il rischio di calcificazione delle arterie e così di malattia cardiovascolare.

Alcune cose da sapere sui reni

Aggiornamento 8/3/2018

L'inquinamento atmosferico e ambientale come causa di malattia renale.

L'allenamento, nel modello animale, riduce la risposta all'acidosi da esercizio.

Aggiornamento 13/3/2018

Un basso PRAL si associa a minor rischio di iperuricemia secondo uno studio sulla popolazione tedesca.

Le bevande zuccherate si associano con perdita ossea

La gestione della malattia renale accoppiata all'insufficienza cardiaca.

Aggiornamento 20/3/2018

Le persone con problemi renali hanno difficoltà a disintossicarsi dalle tossine uremiche, derivati degli aminoacidi come indolo e p-cresolo che diventano indosil-sulfato e p-cresil-sulfato nel fegato. I microbi intestinali possono ridurre la quantità.
Queste tossine sono responsabili della sindrome cardiorenale (aumento delle malattie cardiache con reni compromessi).

Aggiornamento 21/3/2018

“La dieta chetogenica MCT  (trigliceridi a catena media) funziona attraverso la generazione di chetoni, che forniscono una fonte di energia alternativa per le cellule cerebrali, ed è considerata un potenziale trattamento per una serie di disturbi inclusi epilessia, morbo di Alzheimer, cancro e diabete.
I meccanismi ipotizzati coinvolgono l’ inibizione del recettore AMPA, l’attivazione dei PPARγ e la biosintesi di mitocondri e  forniscono una spiegazione per l'efficacia in altri condizioni, e diversi studi clinici sono attualmente in corso per convalidare l'uso della dieta chetogenica MCT nel trattamento dei disturbi riguardanti la funzione cerebrale.
Inoltre, sono necessari studi clinici per diminuire o mitigare potenziali effetti negativi delle diete chetogeniche, come l’acidosi di basso grado derivante dall'aumento in acido β-idrossibutirrico e  acetacetico.
L’uso dei grassi MCT (forniti con la dieta) potrebbe  migliorare e ampliare l'uso della chetosi come trattamento per epilessia, morbo di Alzheimer, cancro, diabete e altri disturbi”.
Aggiornamento 16/4/2018

Uno studio effettuato su persone sane mostra che somministrare bicarbonato non fa variare la glicemia o l'insulina. Lo studio sarà ripetuto su persone dismetaboliche.
Aggiornamento 26/4/2018

La somministrazione di bicarbonato di sodio ha un effetto antinfiammatorio, agendo tramite la milza e la produzione di globuli bianchi, e potrebbe essere un modo semplice ed economico per migliorare molte malattie infiammatorie, comprese quelle autoimmuni. In particolare i macrofagi da M1 (infiammatori) diventano M2 (antinfiammatori).

Aggiornamento 28/4/2018
Difetti nell'autofagia sono comuni nell'obesità, e possono essere uno dei motivi per cui non si dimagrisce solo tagliando le calorie (alterazione delle vie metaboliche che coinvolgono mTOR, AMPK, reticolo endoplasmatico, mitocondri, aminoacidi ramificati ecc.
Aggiornamento 5/5/2018

La durata del sonno influenza le malattie renali: se breve si riduce la qualità della vita (stanchezza, energia bassa ecc).

Aggiornamento 9/5/2018

Il rene di persone con problemi renali non è in grado di tollerare gli eccessi di potassio, per cui va limitato. Preferire mele, frutti di bosco, asparagi, cavoli, carote, zucchine.
Si può avere dolore toracico e palpitazioni, tra gli altri sintomi di iperkaliemia.

Si è soliti indicare, in persone con insufficienza renale, di non bere tanta #acqua. Un nuovo studio ha dimostrato che aumentare l'idratazione non è dannoso per la funzionalità renale di persone con insufficienza renale moderata (3° stadio)


Aggiornamento 12/5/2018

Gli inibitori di pompa protonica, farmaci usati per controllare i sintomi del reflusso, potrebbero avere un ruolo nella cura del cancro, inibendo la fuoriuscita degli ioni H+ e così modificando il pH intra ed extracellulare

Aggiornamento 14/5/2018

Un post da Buongiorno Nutrizione
➡️Un gruppo di ricercatori di Napoli ha condotto uno studio su pazienti con diagnosi di gastrite e sintomi da reflusso. È stata somministrata per 15 giorni una dieta povera di carboidrati (semplici e complessi) in aggiunta al succo di limone (due spremute al giorno). 
I pazienti hanno riportato un netto beneficio sui sintomi, di maggiore entità rispetto a quanto riportato durante la dieta mediterranea + consigli dietetici e comportamentali che solitamente vengono forniti in caso di gastrite e reflusso (mangiare piano, non fumare, evitare alimenti acidi, etc).
Il beneficio sembrerebbe essere legato proprio al limone (alimento acido) la cui assunzione determinerebbe per feedback una riduzione dell'acido cloridrico prodotto dallo stomaco e responsabile dei sintomi!

Aggiornamento 15/5/2018

Le statine potrebbero ridurre la proteinuria in chi ha problemi renali secondo una metanalisi

L'insufficiente introito proteico è pericoloso per le ossa, più della sua abbondanza.

Tra i fattori che aumentano i problemi renali, quelli dietetici sono genericamente la dieta occidentale, alta in proteine, grassi e zuccheri, e in particolare il fruttosio, il sale e le purine.

Aggiornamento 21/5/2018

Il modello animale conferma la necessità di ridurre il carico acido dietetico nel caso di malattie renali.

Aggiornamento 24/5/2018

L'ammonio (composto azotato) in eccesso, che si può avere in caso di problemi epatici o renali, può essere una causa dell'insufficienza cardiaca e ridurlo, con il fenilbutirrato ad esempio, può indurre in remissione la malattia.

Aggiornamento 27/5/2018

I bambini nati prematuri spesso hanno meno nefroni perché la formazione di queste strutture si blocca, e questo li predispone per le malattie renali in futuro. Forse si è trovato un modo per evitare questo blocco.

Sempre più evidente il collegamento tra intestino e problemi renali o collegati, incluso ipertensione. In queste persone spesso bifidi e lattobacilii sono ridotti

Aggiornamento 1/6/2018

Il sodio basso nel sangue aumenta il rischio di fratture

Sembrerà strano, ma non è ancora chiaro se l'iperuricemia sia dannosa per reni, cuore e metabolismo: gli studi si contraddicono tra loro.

Aggiornamento 11/6/2018

Iniettare sottocute l'anidride carbonica potrebbe essere un metodo per perdere grasso, perché danneggia gli adipociti, ma per ora non si è visto un buon risultato sul lungo termine

I mitocondri sono coinvolti nella funzionalità renale, e quando riducono la loro attività per cause epigenetiche (rilascio di segnali che li "rallentano") iniziano i problemi renali

Aggiornamento 15/6/2018

L'esposizione al piombo anche se a bassi livelli si associa alla malattia renale

Aggiornamento 16/6/2018

Gli studi continuano a dimostrare che il carico acido renale nel lungo termine si associa a problemi renali, e anche se in un primo momento non è misurabile, porta a declino della funzionalità renale. La somministrazione di alcali previene il declino

Aggiornamento 24/6/2018

La formazione di schiuma quando uriniamo può essere segno di urine troppo concentrate (trattenute troppo o dovute a scarsa idratazione) o segno precoce di diabete o problemi renali.

Aggiornamento 26/6/2018

Il diabete raddoppia la velocità di progressione della malattia renale

Aggiornamento 29/6/2018

Un'epidemia silenziosa: oltre 800 milioni di persone al mondo (circa una su 10) soffrono di problemi renali, che vengono diagnosticati tardi perché non danno sintomi immediati
Aggiornamento 11/6/2018

I cibi possono contenere alcune tossine renali, ma molte derivano dal metabolismo dei nostri batteri intestinali, quindi se diventano o no tossici (TMAO, p-cresilsolfato ecc) dipende dal microbiota


Aggiornamento 11/7/2018

Tra i nutrienti/supplementi a cui stare attenti nella malattia renale, da inserire aminoacidi essenziali e chetoanaloghi, vitamina D e omega 3, ferro e calcio (non vicini), fibre e vitamina K da diete prevalentemente veg (attenzione al potassio però).

Aggiornamento 15/7/2018

Un team ha messo a punto un modo per rigenerare i podociti, le cellule funzionali del rene.

La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, alimenti non raffinati, olio d'oliva, frutta oleosa e pesce, con una piccola supplementazione di vitamina D, ha dimostrato di ridurre la perdita di osso in persone con osteoporosi
Aggiornamento 17/7/2018

La dieta chetogenica può favorire l'insorgenza di calcoli renali e un bilancio del calcio negativo (perdita del calcio dalle ossa) se non correttamente bilanciata dai sali come citrati e potassio

Aggiornamento 28/7/2018

Un video, purtroppo senza sottotitoli, in cui Alex Vasquez spiega il problema dell'acidosi metabolica: la somministrazione di alcalinizzanti delle urine, oltre ad avere un modesto e transitorio effetto sul pH sanguigno (fino a 7.70), facilita l'eliminazione urinaria di alcune tossine come residui di erbicidi, fluoro, farmaci. In caso di riduzione del potassio lo si deve integrare.
Le urine acide insieme alla proteinuria (tipico delle malattie renali) attivano un recettore per l'acidità cellulare che agisce su NADPH ossidasi, aumentando il danno ossidativo (danno al DNA).
L'acidosi metabolica si associa spesso a iperuricemia, e l'acido urico inibisce in maniera quasi diretta il segnale insulinico favorendo l'insulinoresistenza.
Il potassio citrato previene i calcoli in maniera efficiente in chi faccia la dieta chetogenica.
L'acidosi metabolica può portare ad alterazioni di alcuni ormoni e neurotrasmettitori come cortisolo e dopamina/noradrenalina alterando anche l'umore e le energie
Aggiornamento 2/8/2018

Inibire l'infiammazione renale (attraverso PKC) restaura la funzione renale nel modello animale, in particolare facendo riprendere la produzione mitocondriale di energia. La malattia viene praticamente curata e invertito il suo corso progressivo.
Le persone con problemi renali possono avere, come abbiamo visto, un'acidificazione del sangue. Un altro studio mostra come la somministrazione di semplice bicarbonato riduca la perdita muscolare legata all'acidosi metabolica e preservi la funzione renale in persone con insufficienza renale al 3° o 4° stadio
Il pH cellulare dei neuroni potrebbe giocare un ruolo importante nell'Alzheimer. Nel modello animale infatti correggere l'acidità cellulare determina rimozione della placca amiloide. Forse arriva troppo tardi per essere corretto negli uomini, ma dà speranza per i trattamenti, anche dietetici, della malattia

Aggiornamento 20/8/2018

Un altro studio documenta che l'eccessiva riduzione del sale (sodio sotto i 5 grammi) aumenta il rischio cardiovascolare. Già l'anno scorso l'American Heart Association​ rigettò le conclusione di uno studio simile, continuando a consigliare una maggiore limitazione del sodio (2 grammi al giorno). Quello che è emerso però senza dubbio e su cui tutti concordano è che il potassio sia un indicatore di qualità della dieta, trovandosi soprattutto in frutta e verdura, e possa limitare i danni dovuti al sale (che, senza eccessi, potrebbe essere protettivo)

Aggiornamento 23/8/2018

L'attività fisica ha un impatto positivo nelle persone con malattie renali

Il danno renale acuto altera il metabolismo della vitamina B3, e la somministrazione di alte dosi può prevenire la malattia

Aggiornamento 27/8/2018

L'acidosi metabolica nei nefropatici inibisce gli osteoblasti e stimola gli osteoclasti, inducendo perdita di matrice ossea.Lo stesso avviene nei confronti dei muscoli.
Correggerla con gli alcali migliora la situazione ma servono ancora lavori.
Stimola inoltre la fibrosi renale (perdita di tessuto attivo).
L'acidosi metabolica subclinica (una condizione di premalattia) può essere vista in persone con reni sani ma alto introito di proteine o condizioni di perdita di sali come la diarrea.
Gli alcalinizzanti possono essere d'aiuto sia nella condizione clinica che in quella subclinica, in particolare il bicarbonato di sodio.
Il sodio sembra alzare la pressione solo se accompagnato dal cloro (cloruro di sodio, il comune sale da cucina), mentre insieme a bicarbonato o citrato questo non accade, e sono genericamente sicuri (da sperimentare ancora in alcune condizioni come insufficienza epatica, edema ecc).
Una dose di frutta e verdura che riduca del 50% il PRAL può ridurre il danno renale e l'albuminuria.

Il fosforo alto nel sangue è un predittore della progressione della nefropatia diabetica.

Il fosfato (presente nelle bibite gassate) aumenta la pressione e la frequenza cardiaca anche nelle persone sane
Aggiornamento 28/8/2018

Dare probiotici in persone con SIBO o intestino corto può portare a confusione mentale e gonfiore intestinale.
Questo è dovuto all'eccesso di lattobacilli che rilasciano acido lattico, facendolo accumulare nel sangue in quantità 3 volte superiore al normale, portando anche ad acidosi metabolica.

La condizione si normalizza con antibiotici e interrompendo i probiotici.

Aggiornamento 29/8/2018

Il legame tra apnee del sonno e ipertensione coinvolge anche la dieta e la riduzione della funzione renale.
La riduzione dell'ossigeno e l'aumento dell'anidride carbonica aumentano il tono simpatico e l'infiammazione, danneggiando l'endotelio e facendo contrarre i vasi. Questo si enfatizza con eccesso di sale, obesità ecc 
Aggiornamento 30/8/2018

Il potassio come protettore delle ossa (e del diabete, della pressione ecc), attenzione solo a chi ha reni malfunzionanti.

Le diete plant-based sono adeguate in persone con problemi renali, aiutando a ridurre il fosfato, la pressione e l'acidosi metabolica
Aggiornamento 3/9/2018

L'invecchiamento è caratterizzato da un aumento del fosfato inorganico (da 4 a 30mmol) che non viene efficientemente utilizzato per produrre ATP e da un calo del pH intracellulare (da 7 a 6.5). Questo comporta perdita di forza e massa muscolare.

L'acidosi tubulare distale può essere da scarso potassio (ipokaliemica) o da eccesso (iperkaliemica). La prima si manifesta spesso nella sindrome di Sjogren
Aggiornamento 7/9/2018

Così come è importante l'acidosi extracellulare, nei tumori anche l'alcalosi intracellulare gioca un ruolo, in particolare nei tumori più aggressivi

Aggiornamento 10/9/2018
La SIBO conseguente ad accorciamento chirurgico dell'intestino (che causa sindrome dell'intestino corto) si associa a calcoli renali, acidosi metabolica, osteoporosi, carenza di minerali e vitamine. Evitare assolutamente i lattobacilli e integrare con magnesio, dieta FODMAP e a ridotto contenuto di ossalati, vitamine liposolubili. L'uso di probiotici è controverso
Aggiornamento 12/9/2018

Le virtù del limone: nel modello animale riesce anche a far leggermente dimagrire riducendo alcuni ormoni e promuovendo alcuni enzimi lipolitici. Previene i calcoli renali, migliora la flora.

La differenza tra i livelli di sodio e cloro nel sangue, un indicatore della quantità dei bicarbonati, si associa a progressione dell'insufficienza renale, soprattutto in caso di anemia. La differenza tra sodio e cloro può essere usata come indicatore di acidosi metabolica

Aggiornamento 17/9/2018

L'acqua extracellulare, è associata con infiammazione e danno renale, e secondo questo studio anche con calcificazione della placca e quindi rischio cardiovascolare

Aggiornamento 18/9/2018

Secondo il dott. Vasquez "L'urina troppo acida (pH basso) è un indicatore delle riserve tampone esaurite in tutto il corpo. Il citrato della dieta favorisce l'assorbimento di minerali come il magnesio, il potassio e il calcio e viene quindi convertito in bicarbonato, che è il principale tampone dell'acido in eccesso. L'ulteriore riserva alcalina promuove la ritenzione intracellulare di minerali come il magnesio e il potassio, mentre allo stesso tempo i reni riducono l'escrezione di questi minerali, cioè, migliora la ritenzione minerale dell'intero corpo. L'urina alcalina aiuta anche a promuovere l'escrezione di molte sostanze tossiche. "

Aggiornamento 27/9/2018

Una frattura in qualsiasi parte del corpo determina perdita di massa ossea in ogni distretto corporeo, come se il calcio depositato fosse utilizzato per la riparazione

Aggiornamento 4/10/2018

Gli inibitori di pompa aumentano il rischio di fratture tra i dializzati. Questo non succede con gli inibitori H2 (antistaminici)

Prebiotici, probiotici e simbiotici potrebbero aumentare l'acido urico, sebbene riducano azotemia e creatinina, e quindi il loro uso nell'IRC appare ancora dubbioso.

Aggiornamento 5/10/2018

Le cause dell'ipocalcemia, tra cui carenza di magnesio e problemi renali.

Il sito Examine.com affronta il tema acqua e limone: non ci sono forti prove che possa arrecare benefici, a parte la prevenzione dei calcoli renali. Può anche aiutare a bere di più.
Dimagrimento, detossificazione, regolazione del pH, energia prevenzione del raffreddore sono tutte cose non provate nell'uomo ma solo in modelli animali o in vitro. Il contenuto in nutrienti è generalmente trascurabile. Comunque l'unico problema che può dare è l'intaccamento dello smalto dentale.

Aggiornamento 6/10/2018

I disturbi dell'equilibrio acido-base sono comunemente riscontrati nella pratica clinica e un approccio strutturato alla valutazione comprende l'assunzione di una storia, l'esecuzione di un esame fisico e un'attenta interpretazione dei test biochimici di routine e dell'analisi del sangue nel sangue arterioso. Ulteriori indagini come il lattato, il glucosio, i chetoni o i test tossicologici possono essere necessari per caratterizzare in modo più completo l'acidosi metabolica.

Molti esempi sono utili per capire l'equilibrio acido-base, ma questi modelli non si escludono a vicenda. L'elettroneutralità e la stretta interconnessione tra elettrolita ed equilibrio acido-base sono concetti importanti da applicare nelle diagnosi di disturbi acido-base. Tutti i modelli hanno complessità e scorciatoie che possono aiutare nella pratica. Non vi è alcun motivo per escludere nessuno dei costrutti presenti, e vi è un vantaggio in un approccio combinato.

La letteratura disponibile suggerisce che uno scarso controllo del carico acido possa contribuire a compromettere la sensibilità all'insulina e l'omeostasi del glucosio, ma non è sufficientemente favorevole per chiarire completamente il problema e sono necessari chiaramente ulteriori studi ben progettati.



Aggiornamento 7/10/2018

Gli amminoacidi essenziali fanno parte ufficialmente del trattamento dell'insufficienza renale cronica.

La vitamina D migliora il flusso sanguigno nelle persone con problemi renali

Aggiornamento 15/10/2018

Uno studio mette in evidenza che i livelli alti di urato nel sangue (e quindi la predisposizione alla gotta) sono dovuto più alla genetica che alla dieta. L'allopurinolo appare sicuro per i reni, anche in chi abbia insufficienza renale, ed è addirittura probabilmente protettivo.

Aggiornamento 20/10/2018

L'arsenico risulta tossico per il rene anche a livelli molto bassi, alterando la metilazione del DNA  e inducendo fibrosi.

Aggiornamento 2/11/2018

La regolazione dell'omeostasi del pH è strettamente controllata ma le anomalie nell'equilibrio acido-base sono implicate in numerosi stati patologici incluso l'infiammazioneregolazione della risposta immune, aritmie cardiache, disturbi ossei e malattia renale cronica. 
Recenti studi hanno evidenziato che i tubuli prossimali renali possono percepire e adattare la loro funzione a una vasta gamma di sfide fisiologiche (dieta, sport, ecc) coinvolgendo diverse proteine ​​sensoriali in una complesso rete di segnalazione. Ad oggi non è noto se o come queste proteine ​​sensoriali possano coordinarsi tra loro; inoltre, sarà importante capire come l'attività di ciascuna di queste proteine ​​possono essere modulate sotto condizioni di stress (di acidosi e alcalosi).

In uno studio di coorte "l'associazione tra basse concentrazioni di bicarbonato e mortalità in individui anziani sani è indipendente dal pH, suggerendo che questa relazione non dipende dalla presenza di acidosi metabolica o alcalosi respiratoria. Le analisi dello stato acido-base hanno rafforzato questa nozione. In generale il bicarbonato > 32 mEq/L e l'alcalosi metabolica sono associati alla mortalità. Sebbene la terapia alcalina sia una strategia promettente per migliorare gli esiti clinici, dovrebbero essere evitati un elevato bicarbonato sierico e l'alcalosi metabolica.
L'acidosi metabolica contribuisce a diverse conseguenze negative. Queste includono la fibrosi interstiziale, la demineralizzazione ossea, il catabolismo proteico e la sarcopenia, l'infiammazione, la stimolazione del sistema renina-angiotensina e l'ormone adrenocortocotropico e la resistenza a ormone della crescita e IGF. 
La correzione dell'acidosi metabolica con alcali sembra migliorare molti di questi effetti, anche se non è certo che migliori la sopravvivenza.

Aggiornamento 9/11/2018

Alcune proteine legate al sistema immunitario e all'infiammazione (proteine del complemento) si ritrovano nelle urine e sono proporzionali al rischio di morte nella nefropatia diabetica e alla sua progressione.

La dieta infiammatoria, fatta con alimenti raffinati, fritti, carni rosse e lavorate, bibite gassate, solanacee (pomodori, peperoni, patate ecc) è associata a progressione della malattia renale. Vegetali a foglia e pesce azzurro appaiono invece protettivi.
Aggiornamento 10/11/2018

Finalmente una spiegazione che somiglia alla mia sul legame tra dieta, carico acido e perdita di osso, e si collega all'età.

"I soggetti più giovani con una funzione renale migliore sono in grado di mantenere il loro pH del sangue nell'intervallo più alto del normale, mentre i soggetti più anziani con funzione renale peggiore sono solo in grado di mantenere il loro pH del sangue nelle gamme inferiori della norma. Poiché la funzionalità renale diminuisce, la produzione di acido renale diminuisce, ma non tanto quanto l'escrezione di acido renale e il compromesso è che i livelli di acido nel sangue e quindi l'equilibrio acido sono più alti. Questi livelli più alti di acido sembrano causare danni più rapidi ai reni"
"Tuttavia, la ritenzione corporea di solo 1 o 2 mEq di acido al giorno, appena rilevabile dalle attuali tecniche di misurazione, tamponata da muscoli e reni e titolata per decenni dallo scheletro, potrebbe potenzialmente causare un grave esaurimento del minerale osseo (calcio soprattutto). Pertanto, suggeriamo che quei soggetti più anziani con ridotta funzionalità renale, ridotta capacità escretoria degli acidi renali e minore capacità tampone dovuta alla minore massa muscolare e/o ossea, le cui diete contengono elevati carichi di acidi, potrebbero potenzialmente beneficiare maggiormente delle terapie alcaline".

La marijuana può aumentare la progressione della malattia renale

Aggiornamento 11/11/2018

L'acido urico elevato è un predittore indipendente del rischio di morte nell'insufficienza renale

Aggiornamento 13/11/2018

Le proteine, anche in dosi molto superiori alle raccomandazioni, si confermano non alterare la funzionalità renale in persone sane

La somministrazione di basi, principalmente nella forma di bicarbonato di sodio per via endovenosa per migliorare il pH del sangue e quella dei compartimenti intracellulari e interstiziali è raccomandata da alcuni esperti, e praticata da molti, ma non tutti, i nefrologi o medici di terapia intensiva.
Questa raccomandazione si basa sull'evidenza che l'acidità altera direttamente la contrattilità cardiaca, attenua la reattività del cuore e dei vasi alle catecolamine, diminuisce l'assorbimento epatico di lattato e aumenta la mortalità.
Un nuovo studio ha mostrato riduzione della mortalità a 28 giorni nelle condizioni critiche di severa acidosi metabolica, in casi di somministrazione di bicarbonato
I ricercatori concludono nell'analisi che "la riduzione del pH intracellulare durante l'acidemia acuta potrebbe compromettere la funzione cellulare, non solo compromettendo la funzione degli enzimi cellulari critici e di altre proteine, ma anche accelerando l'attività di proteine ​​o vie metaboliche che potrebbero essere deleterie. Studi su animali hanno indicato che l'attivazione dello scambiatore di sodio / idrogeno miocardico 1 (NHE1) durante l'acidosi lattica contribuisce alla disfunzione cellulare e alla mortalità. L'inibizione di questo trasportatore migliora la funzione cardiaca e riduce la mortalità.
Quindi, l'inibizione del NHE1 del miocardio in concerto con la somministrazione di basi potrebbe fornire una strategia di trattamento efficace e vale la pena esplorarla nell'uomo.

Aggiornamento 18/11/2018

Secondo le indicazioni italiane per la prevenzione dei calcoli renali nell'anziano, "un contenuto inferiore di proteine ​​animali in associazione ad un più alto apporto di prodotti vegetali diminuisce il carico acido e l'escrezione di acido urico non ha particolari controindicazioni nei pazienti anziani, sebbene lo stato nutrizionale complessivo debba essere preservato". Potassio, magnesio e citrato sono protettivi, ma attenzione ai farmaci per la pressione che interagiscono col sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Aggiornamento 19/11/2018
L'iperuricemia è dovuta ad una aumentata produzione e ridotta escrezione di acido urico.
Le conseguenze sono un incremento del rischio di malattia cardiovascolare e renale, a causa dello stress ossidativo e dell'infiammazione vascolare.
Dal punto di vista dietetico si consiglia riduzione di carne rossa, pesce, alcolici, fruttosio e bibite zuccherate.
Abbassano l'acido urico invece caffè, ciliege, latticini e vitamina C.
Perdere peso e attività fisica sono ugualmente efficaci.
Aggiornamento 1/12/2018
Un articolo sull'uso della dieta alcalina nell'insufficienza renale. Attenzione al sale e agli alimenti confezionati
La ricerca dell'equilibrio ideale è ancora un problema, e sono necessari ulteriori studi, ma "una dieta ricca di frutta e verdura al posto della terapia con bicarbonato è fattibile ed economica e sembra avere un effetto positivo sulla funzione emodinamica renale".
I chetoanaloghi sono utili nella malattia renale avanzata ma anche in questo caso mancano studi a lungo termine
Aggiornamento 2/12/2018

Nei moscerini il L. plantarum rilascia il lattato, che attiva lo stress ossidativo e stimola l'invecchiamento. Gli scienziati sono convinti che questo modello sia presente anche nell'uomo.

Aggiornamento 8/12/2018

La mioglobina è una proteina muscolare che entra nel sangue in caso di danno (rabdomiolisi) dovuto a esercizio estremo, traumi, intossicazioni, chetoacidosi ecc, e risulta tossica per il rene. Per ridurre il pericolo si può somministrare antiossidanti come NAC (N-acetilcisteina), vitamine C ed E, flavonoidi, carnitina.

Aggiornamento 12/12/2018

La carne rossa alza il rischio cardiovascolare perché aumenta la concentrazione di un composto, chiamato TMAO. 
"Lo studio ha mostrato che il consumo cronico di carne rossa ha aumentato la produzione di TMAO da parte dei microbi intestinali e ridotto l'efficienza  dei reni nell'espellere la carnitina e i suoi derivati (precursori di TMAO). Sia la maggiore produzione che la riduzione dell'eliminazione causata da una dieta a base di carne rossa contribuiscono all'aumento dei livelli di TMAO, che è stato collegato allo sviluppo di aterosclerosi e complicanze della malattia cardiaca".
I meccanismi esatti con cui  TMAO agisca sulle malattie cardiache sono complessi. Ricerche precedenti hanno dimostrato che  TMAO aumenta i depositi di colesterolo nelle cellule della parete arteriosa. Studi condotti dai ricercatori suggeriscono anche che la sostanza chimica interagisce con le piastrine, le cellule del sangue responsabili delle normali risposte della coagulazione, in modo da aumentare il rischio di  coaguli e  quindi infarti e ictus.

È probabile che una generosa introduzione di vegetali moduli il microbiota in modo da ridurre la formazione di TMAO

Aggiornamento 22/12/2018

I pazienti nefrologici sono i più complessi.

L'organismo mette in moto una serie di meccanismi per impedire un cambio di pH durante le ascese in quota.

Il mantenimento del pH del fluido cerebrospinale è fondamentale per il suo buon funzionamento. Sono stati scoperti trasportatori appositi della CO2 che la espellono al bisogno

Aggiornamento 23/12/2018

Per le persone con problemi renali e/o fosforo alto nel sangue, sostituire pesce e carne con bianchi d'uovo aiuta a ridurre la fosfatemia

Le diete veg non sono da escludere nell'insufficienza renale

Aggiornamento 31/12/2018
Le bibite zuccherate aumentano il rischio di malattia renale (CKD) in una coorte di afroamericani.
In un editoriale abbinato allo studio hanno scritto gli autori: "Mentre alcune città statunitensi selezionate hanno ridotto con successo il consumo di SSB [bibite zuccherate] attraverso la tassazione, altre città hanno resistito agli sforzi di sanità pubblica per ridurre il consumo di SSB". "Questa resistenza culturale alla riduzione del consumo di SSB può essere paragonata alla resistenza culturale alla cessazione del fumo negli anni '60 dopo la pubblicazione del rapporto che dimostrava i suoi danni: negli anni '60 l'uso del tabacco era considerato una scelta sociale e non un problema di salute pubblica o sociale "
In un editoriale di accompagnamento riservato alla "voce dei pazienti", Duane Sunwold ha spiegato di essere un paziente affetto da CKD che ha cambiato il suo modo di mangiare e bere per mettere la sua malattia in remissione.

La supplementazione di CoQ10 ha migliorato significativamente il profilo metabolico in pazienti con insufficienza renale cronica, riducendo i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL, malondialdeide e creatinina, ma non ha influenzato le concentrazioni di glucosio, insulina, HOMA-IR e CRP a digiuno.

Aggiornamento 2/1/2019

L'insufficienza renale è una malattia estremamente legata all'intestino. Una revisione degli studi ha evidenziato che la supplementazione con probiotici può aiutare a ridurre l'azotemia nelle persone con malattia renale non in dialisi.
I risultati sono però limitati dall'eccessiva eterogeneità dei dati (diversi probiotici, diete ecc)
I calcoli renali alzano il rischio di tumore renale

Aggiornamento 2/1/2019

L'infiammazione aumenta epcidina, una proteina che riduce il trasporto di ferro. Così può dare anemia perché il ferro rimane nell'intestino e crea a sua volta stress ossidativo.
Inoltre aumenta FGF23, a livelli ai quali altera il metabolismo osseo e si lega a malattie autoimmuni e all'insufficienza renale.

Aggiornamento 3/1/2019

Quando si trapiantano i reni, l'uso del freddo per conservare gli organi altera i mitocondri e le proteine e così la funzione di filtro. Gli studiosi concludono consigliando di utilizzare nuove pratiche che mantengano l'efficienza renale.

Aggiornamento 9/1/2019

Nell'insufficienza intestinale si altera il microbiota e così spesso aumentano i lattobacilli, determinando acidosi lattica. Anche la SIBO è spesso presente.

Aggiornamento 26/1/2019


Bere bibite zuccherate dopo l'attività fisica può portare a ulteriore disidratazione e aumenta i marker di danno renale

L'eccesso di grasso, soprattutto se concentrato nell'addome, aumenta il rischio di insufficienza renale

Un'ottima revisione degli studi sull'acidosi metabolica

Aggiornamento 31/1/2019

La carenza di magnesio porta ad alterazioni degli altri minerali, come calcio, fosforo e potassio

Eccessi proteici, livelli di fosfato, produzione di tossine uremiche, carico acido e assunzione di sale sono tutti fattori di avanzamento della malattia renale tramite il sistema renina-angiotensina

La vitamina D in forma attiva riduce la mortalità nei pazienti dializzati.

Aggiornamento 3/2/2019
Le persone con problemi renali hanno difficoltà a smaltire il potassio, quindi viene spesso prescritto di limitare frutta e verdura.
In questo studio su persone dializzate si è evidenziato che chi ha ingerito più frutta e verdura ha avuto minore mortalità da ogni causa, mettendo quindi in discussione l'opportunità di ridurre il potassio perché si vanno a perdere altri elementi importanti presenti nei vegetali.

Aggiornamento 11/2/2019
Il sale stimola la ritenzione di liquidi e l'aumento dei volumi plasmatici anche grazie allo stress ossidativo. Un'elevata assunzione di sale porta alla mancanza di fattore di crescita epidermico (EGF) nel tessuto corticale, bassa abbondanza di RhoGDIα e attivazione anomala dei recettori mineralcorticoidi (MR) tramite l'alta attività di Rac1, che funge anche da unità strutturale della NADPH ossidasi. La produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) aumenta l'attività di ENaC, che, a sua volta, contribuisce all'espansione del volume del liquido corporeo richiesta per lo sviluppo dell'"ipertensione sensibile al sale"
Aggiornamento 12/2/2019

Una delle conseguenze del sovrappeso è la sindrome OSAS (apnee notturne). Da questo deriva una riduzione dell'ossigeno nel sangue e un'attivazione delle vie infiammatorie.
L'infiammazione è associata a cambiamenti neurocognitivi, dell'umore, del comportamento, della funzione cardiovascolare e del metabolismo, nonché ad una serie di condizioni correlate tra cui la malattia renale cronica, la disfunzione erettile, le patologie oculari e il cancro.
"Oltre all'uso del respiratore (CPAP) trattamenti più precisi potrebbero includere vitamina C o antiossidanti di origine vegetale per invertire il danno causato dai processi infiammatori specifici e proteggere il corpo dai danni futuri".
Aggiornamento 17/2/2019

Le diete a base vegetale sono associate a minor rischio di osteoporosi

Gli antinfiammatori sembrano aumentare il rischio di malattia renale acuta e cronica
Aggiornamento 19/2/2019

Gli inibitori di pompa sono associati a maggior rischio di danno renale, alterazione degli elettroliti e calcoli renali

Le citochine infiammatorie, rilasciate anche in caso di stress ossidativo,  agiscono sul rene stimolando la ritenzione di acqua e sodio, aumentando l'acqua nei tessuti e la pressione sanguigna. Il sodio nei tessuti a sua volta agisce aumentando la risposta infiammatoria del sistema immunitario, e questo potrebbe essere una risposta evolutiva: ritenzione di sodio per aumentare la risposta immunitaria, ma se questa risposta persiste nel lungo termine dà problemi.
Aggiornamento 20/2/2019

I diuretici dell'ansa sono farmaci utilizzati per ridurre il gonfiore agli arti nei problemi renali, insufficienza cardiaca e ipertensione Assumere più potassio insieme a questi farmaci sembra aumentare la sopravvivenza e ridurre il rischio di aritmia

Una review sull'acidosi metabolica di basso grado

Aggiornamento 22/2/2019


I tentativi di colonizzazione mediante Oxalobacter formigenes sono andati falliti, per cui è stato messo a punto un probiotico in cui i ceppi hanno funzione simile di degradazione degli ossalati
Aggiornamento 10/3/2019

Passare da una dieta di tipo occidentale, ricca di grassi saturi e trans, sale e zuccheri ad una dieta di tipo mediterraneo migliora le performance sportive aerobiche in appena 4 giorni.
Tra le cause probabili il miglioramento dei sistemi tampone, i nitrati organici, l'effetto antinfiammatorio e antiossidante

Aminoacidi essenziali e vitamina D proteggono le persone con problemi renali dalla sarcopenia Nel modello animale, aumentare l'introito di acqua riduce la progressione della malattia renale nel rene policistico
Aggiornamento 14/3/2019

Nella giornata mondiale del rene, una review ci chiarisce le ragioni della malattia renale.
I problemi renali sono legati alle tossine uremiche, che il rene non riesce più a smaltire, e provengono soprattutto dall'intestino, a causa di una flora alterata e un'alimentazione inadeguata. Questo causa la cosiddetta sindrome cardiorenale, ossia rischio aumentato di aterosclerosi, dovuto allo stress ossidativo e all'infiammazione.
N-acetil cisteina (precursore del glutatione), vitamina E, selenometionina, folati, vitamina B12, probiotici sono tutti in grado di ridurre la degenerazione renale, aiutando l'organismo nella detossificazione.

Aggiornamento 17/3/2019

L'uso di bibite zuccherate durante o dopo esercizio fisico, soprattutto con alte temperature, determina un danno renale acuto. Questo può portare nel tempo alla malattia cronica (insufficienza renale).

Il fruttosio industriale è legato a molte malattie, dalla steatosi epatica all'ipertensione. Sfortunatamente, più se ne introduce più si stimola il rene a "recuperarlo" dal filtrato glomerulare e questo può contribuire alle patologie causate dalla dieta ricca in fruttosio

Aggiornamento 19/3/2019

Avere malattie renali sembra aumentare il rischio di tumori, in particolare quelli in zona pelvica, urogenitali e pelle.

Aggiornamento 21/3/2019

L'uso cronico dei cortisonici ha un costo nascosto, quello per gli effetti collaterali. Il cortisone, come il suo similare cortisolo, ormone dello stress, distrugge molte strutture corporee, dai muscoli alle ossa e rovina la salute. 

Il consumo di sodio e potassio è essenziale per la salute, in quanto nessuno dei due è prodotto dall'organismo ed entrambi sono necessari per i processi fisiologici critici. La nostra alimentazione è comunque spesso caratterizzata da un eccesso del primo e una carenza del secondo (presente in frutta e verdura). Non bisogna però ridurre eccessivamente il sodio, presente nel sale da cucina. "La combinazione di un apporto moderato di sodio (3-5 g / die) con un'assunzione elevata di potassio è associata al più basso rischio di mortalità ed eventi cardiovascolari, mentre gli eccessi di assunzione di sodio combinati con una bassa escrezione urinaria di potassio sono associati al più alto rischio cardiovascolare. I nostri dati evidenziano la necessità di un forte aumento nell'assunzione di potassio nella dieta nella popolazione generale, con la contemporanea riduzione dell'assunzione di sodio".

Aggiornamento 23/3/2019

La sindrome OSAS (apnee notturne) in gravidanza aumenta il rischio di diabete gravidico e figli sovrappeso

I tumori possono produrre ioni idrogeno (H+) che acidificano l'ambiente circostante (abbassamento del pH). Questo porta all'attivazione di geni specifici, circa 3000, e al cambio di funzione di altri, circa 300, col risultato di aumentare l'aggressività del tumore e la capacità di fare metastasi. Il bicarbonato funziona nel modello animale ma non sembra utilizzabile con efficacia nell'uomo, per cui è opportuno trovare altri meccanismi per aumentare il pH e contrastare l'acidosi, in modo da facilitare il trattamento.

Aggiornamento 29/3/2019

L'uso di antiacidi è associato ad un aumentato rischio di danno renale acuto e cronico. "Questa relazione potrebbe avere un impatto considerevole sulla salute pubblica; pertanto, l'educazione sanitaria e le iniziative di deprescrizione saranno necessarie per aumentare la consapevolezza di questo danno e ridurre le spese sanitarie
Aggiornamento 31/3/2019
L'eccesso di ferro nel sangue può essere dannoso per la funzionalità renale.

L'ipomagnesemia (magnesio basso nel sangue) aumenta la mortalità nelle persone con malattia renale e in dialisi

Le diete a basso contenuto di alimenti animali appaiono le migliori nella nefropatia cronica, grazie al minore potenziale acido (PRAL), e ritardano l'ingresso in dialisi. Il potassio è visto come un problema nell'insufficienza renale, per cui si consiglia di ridurlo. Sta però aumentando l'evidenza che nelle persone fino alla 3^ classe (eGFR < 30) sia più vantaggioso che dannoso. "Il potassio derivato dalle piante può favorire la distribuzione intracellulare di potassio (stimolazione alcalina e insulinica) e favorire l'escrezione fecale di potassio a causa delle fibre naturali presenti nelle diete a base vegetale. Gli effetti alcalinizzanti degli alimenti ad alto contenuto di potassio possono spiegare la riduzione dell'acidosi metabolica e della progressione della malattia renale."

Aggiornamento 8/4/2019

Le persone in cura con cortisonici dovrebbero assumere calcio e vitamina D per proteggersi dall'osteoporosi
Aggiornamento 10/4/2019

Un farmaco è efficace nei confronti dell'acidosi metabolica, e nei futuri trial verrà messo a confronto con il bicarbonato 😆😆😆

Le persone con problemi renali possono avere riduzione delle capacità cognitive.

Aggiornamento 12/4/2019

Alcune varianti geniche aumentano il rischio di calcoli renali, e sono associate a trigliceridi, acido urico e BMI elevati. Altre a funzioni renali e di trasporto degli elettroliti.

Aggiornamento 16/4/2019

Gli omega3 riducono la mortalità cardiovascolare nelle persone con problemi renali

Aggiornamento 20/4/2019

Gli ossalati come fattore di rischio per l'insufficienza renale

L'adenina, una base azotata, appare collegata con il danno renale e la sua progressione

Aggiornamento 27/4/2019

Seguire una dieta a base vegetale riduce il rischio di insufficienza renale

Aggiornamento 12/5/2019

I bambini nati pretermine hanno un rischio aumentato di insufficienza renale a tutte le età

Non tutti sanno che.... molte malattie partono dall'intestino, tra cui l'insufficienza renale. Studi condotti su modelli animali e pazienti con insufficienza renale cronica mostrano che la supplementazione con amido resistente attenua le concentrazioni delle tossine uremiche, incluse indoxilsolfato e p-cresil-solfato. L'amido resistente infatti agisce da prebiotico che promuove la proliferazione di batteri intestinali buoni come i bifidobatteri e i lattobacilli, e aumenta la produzione di metaboliti tra cui gli acidi grassi a catena corta, che conferiscono numerosi benefici salutari. Evidenze emergenti mostrano che i metaboliti derivati dai microbi intestinali possono mitigare l'infiammazione attraverso la regolazione di alcuni globuli bianchi (Treg). In questo modo la progressione del danno renale può rallentare.

Aggiornamento 15/5/2019

L'attività fisica è benefica per le persone con problemi renali

L'acidosi metabolica è un fattore di aumento della mortalità indipendente nella malattia renale

Aggiornamento 2/6/2019

Come si può con la dieta ritardare l'ingresso in dialisi nelle persone con problemi renali? Classicamente si interviene riducendo le proteine, ma questo approccio ha un effetto piccolo e può portare a peggioramento della composizione corporea, con perdita di muscolo. Alcuni ricercatori consigliano quindi di concentrarsi più sulla riduzione di sodio e fosforo. Ma quello che sta emergendo come miglior approccio e l'aumento di frutta e verdura, con limitazione delle proteine di origine animale. "Con il progredire della malattia renale, il corpo riduce la capacità di liberarsi dagli acidi generati dal metabolismo delle proteine di origine animale", spiega il dr Wesson. "L'acidosi metabolica si verifica quando l'acido si accumula fino al punto in cui i livelli di bicarbonato nel sangue diminuiscono". Poiché l'acidosi metabolica è associata alla degenerazione muscolare e alla progressione della malattia renale, tra i molti effetti indesiderati, deve essere trattata. A differenza delle proteine di origine animale, le proteine vegetali rilasciano basi e potrebbero essere utilizzate nella gestione dell'acidosi metabolica. Nel suo studio della durata di 5 anni è stato dimostrato come un'alimentazione ricca in frutta, verdura e bicarbonato abbia ridotto il rischio cardiovascolare rispetto al comune trattamento

Aggiornamento 5/6/2019

Esiste un legame tra ipertensione e infiammazione, in particolare quella del rene

Aggiornamento 11/6/2019

Il fosforo ha un ruolo cruciale nelle malattie renali, ma è quello inorganico (Pi) il più problematico.
L'acidosi metabolica aumenta l'escrezione urinaria di P (fosfaturia), probabilmente inibendo il suo "recupero" dal filtrato renale. 

Aggiornamento 16/6/2019

Nelle persone con problemi renali spesso si limita il potassio, un importante minerale che però un rene poco sano fatica ad espellere, e il suo accumulo può essere dannoso per il cuore. Uno studio ha messo in evidenza che il potassio alimentare ha poca influenza però sull'iperkaliemia (eccesso di potassio nel sangue), mentre sono più importanti altri fattori come iperinsulinemia e bassi bicarbonati (tendenza all'acidosi metabolica). Questa sarebbe un'ottima notizia perché permetterebbe di non limitare cibi salutari come frutta e verdura.
Inoltre la compresenza di fibra aumenta l'escrezione fecale di potassio e riduce l'insulina, e come suggerisce la KDIGO l'esperienza mostra che ridurre alimenti vegetali ricchi in K può essere più dannoso, e forse anche i nuovi farmaci potranno dare una mano.

Aggiornamento 21/6/2019

Il diabete si conferma uno dei maggiori determinanti dell'iperkaliemia

Aggiornamento 24/6/2019

La dieta renale secondo selfhacked.com

Aggiornamento 26/6/2019

Secondo un esperimento su topi diabetici, il bicarbonato peggiora la risposta insulinica ma contemporaneamente migliora la risposta immunitaria riducendo l'infiammazione nella milza.
"Anche se ancora nelle prime fasi, la scoperta che l'alcalinità del bicarbonato di sodio potrebbe avere effetti metabolici che si verificano separatamente dalla risposta immunitaria benefica potrebbe essere importante per comprendere gli effetti sull'intero corpo della terapia con bicarbonato di sodio".
Aggiornamento 29/6/2019
Non sempre gli antiossidanti sono amici.
In questo lavoro i ricercatori mostrano come importanti antiossidanti cellulari come vitamina E e N-acetilcisteina, se supplementati, portano all'attivazione di vie metaboliche che favoriscono la diffusione delle metastasi nel tumore polmonare.
La riduzione dello stress ossidativo in questo caso riduce i livelli di eme, e questo porta ad aumento del glucosio intracellulare, della glicolisi, e infine del lattato che è noto per favorire la proliferazione tumorale.
La cellula sta sempre in un delicato equilibrio tra antiossidanti e proossidanti che è pericoloso alterare.
Aggiornamento 2/7/2019
Nelle persone sane i microbi intestinali degradano le tossine uremiche, mentre le persone con insufficienza renale presentano un'alterazione della flora e permeabilità intestinale che provoca un eccesso di queste tossine nel sangue, con conseguenti problemi cardiovascolari, ormonali (PTH), diabete ecc.
Probiotici, in particolare i bifidi, e fibre possono migliorare il quadro.
Aggiornamento 8/7/2019
Nelle persone con problemi renali e acidosi metabolica, gli alcalinizzanti riducono la progressione della malattia. Quando si usano sali di sodio (citrati e bicarbonato) può aumentare la pressione sanguigna, mentre con frutta e verdura diminuisce
Aggiornamento 15/7/2019
Da poco mi è stata chiesta una dieta chetogenica dimagrante da una donna in allattamento, ma è assolutamente controindicata. La donna del case-study ha avuto chetoacidosi, probabilmente per la deplezione della riserva alcalina (sali minerali).
Aggiornamento 21/7/2019
Messi a punto dei tatuaggi che, grazie ai colori, possono rilevare cambi di pH (e concentrazioni di glucosio e albumina)nei fluidi interstiziali.

Aggiornamento 29/7/2019

Una teoria lega l'effetto Warburg con l'autismo e l'alterazione della produzione energetica.

L'acidificazione dei tessuti facilita la diffusione del tumore

Aggiornamento 30/7/2019
Una caratteristica dei tumori è di formare un microambiente acido intorno a loro, dovuto al loro metabolismo (prevalentemente lattacido). Questo influenza anche l'espressione genica (cromatina) e il tumore diventa più aggressivo e invasivo (metastasi).
"Un team di ricerca ha scoperto che la riduzione dell'acidità del microambiente tumorale ha riportato l'espressione genica quasi alla normalità.
I ricercatori hanno ridotto l'acidità tumorale nei topi aggiungendo bicarbonato di sodio alla loro acqua. Altri studi hanno anche scoperto che ciò riduce la metastasi nei topi.
Un degli autori dello studio, B. Gertler, professore di biologia al MIT, afferma però che gli esseri umani non tollerano il bicarbonato di sodio, e quindi non sarebbe un trattamento adatto a loro.
Aggiornamento 3/8/2019
Post di Emanuele Giordano
L'acidosi metabolica di basso grado è una condizione caratterizzata da una leggera diminuzione del pH del sangue, nell'intervallo considerato normale, e l'alimentazione è uno dei principali fattori che possono influenzare l'insorgenza di tale condizione. Il consumo eccessivo di alimenti precursori acidi (fonti di fosforo e proteine), a scapito di quei precursori di basi (fonti di potassio, calcio e magnesio), porta alla volubilità dell'equilibrio acido-base. Se questa condizione si verifica in modo prolungato e cronico, l'acidosi metabolica di basso grado può diventare significativa e predisporre a squilibri metabolici come formazione di calcoli renali, aumento del riassorbimento osseo, riduzione della densità minerale ossea e perdita di massa muscolare, nonché aumento del rischio di malattie croniche come diabete mellito di tipo 2, ipertensione e steatosi epatica non alcolica.
Mantenere l'equilibrio acido-base è una delle variabili più fortemente regolate nella fisiologia umana. Al fine di mantenere l'omeostasi, è necessario bilanciare l'ingestione / produzione di H + e l'effettiva rimozione di questi ioni dal corpo. La concentrazione reale di ioni H + può essere espressa in scala logaritmica, attraverso unità di pH.
Qualsiasi variazione del pH del sangue, che viene mantenuta nell'intervallo 7,35-7,45, tende a essere rapidamente controllata dai sistemi tampone del corpo al fine di evitare acidemia (pH inferiore a 7,35) o alcalosi (pH superiore a 7,45).
Parallelamente alle definizioni di acidaemia e alcalosi, è stato riferito che potrebbero esserci variazioni minime nel valore del bicarbonato plasmatico e del pH del sangue nell'intervallo considerato normale. Questa condizione, quando il pH è bilanciato a valori vicini al limite inferiore (7.35), è chiamata acidosi metabolica di basso grado. Ci sono alcuni fattori che possono portare a acidosi metabolica di basso grado e la dieta è uno dei principali fattori che possono influenzare l'insorgenza di questa condizione.
L'acidosi metabolica di basso grado indotta dalla dieta è una condizione che è stata studiata sin dai primi anni '80, quando Kurtz et al. (1983) hanno mostrato che un aumento del carico di acido nella dieta ha portato a piccoli cambiamenti nel bilancio acido-base (aumento di [H + ] e riduzione di [HCOO 3 - ]). Di tanto in tanto, sono stati pubblicati altri studi incentrati su queste minime alterazioni nell'equilibrio acido-base e sono state utilizzate diverse terminologie, come "acidosi metabolica eubicarbonatemica" e " ritenzione acida ”
Sebbene questi cambiamenti nell'equilibrio acido-base siano piccoli, è stato dimostrato che una leggera diminuzione del pH ematico indotta dalla dieta può avere un impatto significativo sul metabolismo. Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati numerosi studi che valutano l'associazione tra il consumo di una dieta acidificante e gli esiti clinici. È stato riportato che l'acidosi metabolica indotta dalla dieta è associata alla compromissione del metabolismo osseo e ad un aumentato rischio di una serie di malattie croniche non trasmissibili, come diabete mellito di tipo 2 e ipertensione.
1. Guyton A.C., Hall J.E. Regulação acidobásica. In: Guyton A.C., Hall J.E., editors. Tratado de Fisiologia Médica. 12th ed. Elsevier; Rio de Janeiro, Brasil: 2011. [Google Scholar]
2. Adeva M.M., Souto G. Diet-induced metabolic acidosis. Clin. Nutr. 2011;30:416–421. doi: 10.1016/j.clnu.2011.03.008. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
3. Pizzorno J., Frassetto L.A., Katzinger J. Diet-induced acidosis: Is it real and clinically relevant? Br. J. Nutr. 2010;103:1185–1194. doi: 10.1017/S0007114509993047. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
4. Kurtz I., Maher T., Hulter H.N., Schambelan M., Sebastian A. Effect of diet on plasma acid-base composition in normal humans. Kidney Int. 1983;24:670–680. doi: 10.1038/ki.1983.210. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
5. Lutz J. Calcium balance and acid-base status of women as affected by increased protein intake and by sodium bicarbonate ingestion. Am. J. Clin. Nutr. 1984;39:281–288. [PubMed] [Google Scholar]
6. Lemann J., Jr., Bushinsky D.A., Hamm L.L. Bone buffering of acid and base in humans. Am. J. Physiol. Ren. Physiol. 2003;285:F811–F832. doi: 10.1152/ajprenal.00115.2003. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
7. Sebastian A., Frassetto L.A., Sellmeyer D.E., Merriam R.L., Morris R.C., Jr. Estimation of the net acid load of the diet of ancestral preagricultural Homo sapiens and their hominid ancestors. Am. J. Clin. Nutr. 2002;76:1308–1316. [PubMed] [Google Scholar]
8. Frassetto L., Morris R.C., Jr., Sellmeyer D.E., Todd K., Sebastian A. Diet, evolution and aging—the pathophysiologic effects of the post-agricultural inversion of the potassium-to-sodium and base-to-chloride ratios in the human diet. Eur. J. Nutr. 2001;40:200–213. doi: 10.1007/s394-001-8347-4. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
9. Alpern R.J., Sakhaee K. The clinical spectrum of chronic metabolic acidosis: Homeostatic mechanisms produce significant morbidity. Am. J. Kidney Dis. 1997;29:291–302. doi: 10.1016/S0272-6386(97)90045-7. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
10. Wesson D.E. Assessing acid retention. Am. J. Physiol. 2011;301:1140. doi: 10.1152/ajprenal.00346.2011. [CrossRef] [Google Scholar]
11. Buclin T., Cosma M., Appenzeller M., Jacquet A.F., Décosterd L.A., Biollaz J., Burckhardt P. Diet acids and alkalis influence calcium retention in bone. Osteoporos. Int. 2001;12:493–499. doi: 10.1007/s001980170095. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]

Aggiornamento 5/8/2019

La creatina si conferma non dannosa per i reni
Il bicarbonato ha proprietà antibatteriche interagendo con la membrana batterica e alterando il gradiente protonico
Aggiornamento 11/8/2019

Il fluoro negli adolescenti può ridurre la funzione epatica e renale

Aggiornamento 14/8/2019

L'acqua alcalina potrebbe funzionare da "prebiotico", favorendo la flora buona

Aggiornamento 30/8/2019

In uno studio prospettico su 70 mila giapponesi, quelli che hanno consumato più proteine di origine vegetale hanno avuto minore mortalità totale e cardiovascolare. In particolare sostituire la carne rossa e processata con proteine vegetali ha ridotto la mortalità totale, cardiovascolare e tumorale.

Aggiornamento 25/9/2019

Aderire a un modello dietetico sano ricco di verdure, frutta, legumi, noci, cereali integrali, pesce e latticini a basso contenuto di grassi e ridurre l'assunzione di carni rosse e processate, sodio e bevande zuccherate è associato a una ridotta incidenza di insufficienza renale e albuminuria.

Aggiornamento 27/9/2019

Alcalinizzare le urine con bicarbonato e aumentare l'escrezione urinaria di catecoli, metaboliti dei polifenoli derivanti da cibi come tè, caffè, vino e mirtilli rossi, aumenta la quantità di siderocalina, proteina antibatterica che lega il ferro e blocca la proliferazione di E. coli, il maggior responsabile delle cistiti
Aggiornamento 2/10/2019

Nelle persone con rischio di progressione della malattia renale (CKD) le proteine non dovrebbero superare 1,3g/kg di peso corporeo, con valutazione delle possibili ripercussioni sui rischi di malnutrizione e di peggioramento della composizione corporea. "Abbassare il carico acido (ad es. più frutta e verdura e meno carne, uova e formaggi) può aiutare a proteggere dalle lesioni renali. Diete a basso contenuto di sodio (generalmente <2 g al giorno) sono raccomandate per i pazienti con ipertensione, proteinuria o sovraccarico di liquidi".
Spesso si hanno carenze di ferro, che può essere integrato, e alterazioni di potassio e fosforo. "Per i pazienti con un livello sierico di bicarbonato costantemente inferiore a 22 mmol/L, si deve prendere in considerazione l'integrazione orale di bicarbonato, poiché studi hanno suggerito che l'acidosi metabolica cronica è associata a una più rapida progressione della CKD".
Iperfosfatemia, ipocalcemia e carenza di vitamina D devono essere gestite, ad esempio con una dieta a basso contenuto di fosfato, farmaci per il fosfato, un'adeguata assunzione di calcio e un'integrazione di vitamina D.

Aggiornamento 8/10/2019

Il trattamento con probiotici può migliorare le condizioni delle persone affette da gotta, riducendo l'accumulo di cristalli, ristabilendo la funzione renale e i valori sanguigni, migliorando peso, circonferenza addominale e pressione.

Limitare le proteine ritarda l'ingresso in dialisi in persone con nefropatia diabetica, ma in caso di malnutrizione può aumentare la mortalità

Aggiornamento 13/10/2019
Le fibre permettono di avere un microbiota migliore, riducendo la flora proinfiammatoria e la traslocazione nel sangue di molecole tossiche. Le fibre aumentano inoltre il sequestro microbico dell'azoto nell'intestino, con conseguente aumento dell'escrezione fecale di azoto e riduzione delle concentrazioni di metaboliti azotati nel sangue. Il trattamento di malattie come l'insufficienza renale necessita di un carico azotato ridotto sui reni.

Aggiornamento 20/10/2019

Bere troppo poco (insufficiente idratazione) aumenta l'infiammazione e lo stato pro-coagulante, aumentando il rischio cardiovascolare, accelera l'invecchiamento e il declino della funzione renale, e probabilmente la fibrosi cardiaca.
Aggiornamento 22/10/2019
La vitamina E naturale può far regredire le placche aterosclerotiche e ridurre il rischio cardiovascolare in persone in dialisi.
Almeno nel modello animale, la dieta chetogenica impedisce la crescita delle cisti nella PKD, malattia del rene policistico, malattia che porta alla dialisi. Pare che le cisti siano responsive agli alti livelli di glucosio e si sviluppino quindi grazie ai carboidrati della dieta.

Aggiornamento 23/10/2019

La creatina si conferma un integratore sicuro per la funzionalità renale

Aggiornamento 24/10/2019
L'integrazione con probiotici, prebiotici e simbiotici riduce i metaboliti tossici provenienti dall'intestino associati a malattie cardiovascolari e mortalità negli individui sottoposti a dialisi. Esiste una stretta relazione tra intestino e insufficienza renale.
Aggiornamento 29/10/2019

Il digiuno può indurre uno stato di media acidosi metabolica

Aggiornamento 6/11/2019
Il NAD+ serve alle nostre cellule per produrre energia nei mitocondri, e la sua quantità si riduce con l'età. Fornire analoghi della vitamina B3 o altri precursori alimentari aumenta la sua concentrazione cellulare.
Aumentare il NAD+ riduce la fibrosi renale, rappresentando un potenziale trattamento per le malattie renali.
Aggiornamento 8/11/2019
Ulteriori prove che il metabolismo della glutammina è implicato nei tumori. Bloccarlo con un farmaco nei topi "sopprime il metabolismo ossidativo e glicolitico delle cellule tumorali, portando a una riduzione dell'ipossia, dell'acidosi e dell'esaurimento dei nutrienti", caratteristiche delle cellule cancerogene. In questo modo si riduce la produzione di energia della cellula che risulta più debole e più attaccabile dalle terapie (immunoterapia).
Vitamina D o omega 3 non sembrano favorire la conservazione della funzionalità renale
Aggiornamento 11/11/2019

Il bicarbonato di sodio aumenta i bicarbonati plasmatici (quindi il sistema tampone) e riduce l'iperkaliemia, ma non sembra migliorare i marker di funzionalità renale, ossea e muscolare.

Il diabete in gravidanza riduce nel modello animale la formazione di nefroni, aumentando il rischio di problemi renali da adulti
Aggiornamento 12/11/2019
Negli ultimi 15 anni l'incidenza della nefrolitiasi (calcoli renali) è quasi raddoppiata, almeno negli USA. Questo è legato ad aumento anche di ipertensione, insufficienza renale e fratture. Tra le altre cose, questo aumento può essere dovuto all'eccessivo uso di antibiotici, che alterano il microbiota e riducono le specie che degradano l'ossalato, principale responsabile dei calcoli

Aggiornamento 17/11/2019
I broccoli possono prevenire le malattie renali, particolarmente "in persone che presentano una variante nel gene GSTM1 che impedisce l'espressione del gene (chiamata variante nulla) e quindi non producono l'enzima".
Glutatione S-transferasi mu-1 (GSTM1) è un enzima che svolge un ruolo nel liberare il corpo dalle tossine e combatte lo stress ossidativo.

Aggiornamento 25/11/2019
Il dott Vasquez fa a pezzi un recente trial in cui omega 3 e vitamina D non hanno dato risultati sulla funzionalità renale in persone diabetiche. In particolare le dosi erano basse e il trial sembra disegnato per fare un favore alle compagnie farmaceutiche
Aggiornamento 30/11/2019

Il danno progressivo al podocita tipico della nefropatia diabetica si associa ad acidi grassi liberi, colesterolo e ceramidi, che entrano nella cellula e provocano danno mitocondriale

Aggiornamento 4/12/2019

Nella popolazione generale l'alto introito proteico (HPD) sembra aumentare il rischio di declino della funzione renale. Si tratta di un topic da sempre divisivo e controverso, che puntualmente fa litigare i "tifosi" delle varie correnti della nutrizione."Le prove suggeriscono che l'ingestione di un pasto ad alto contenuto proteico porta ad un aumento della velocità di filtrazione glomerulare (GFR), con conseguente "iperfiltrazione glomerulare" a seguito del picco di aminoacidi, che porta alla dilatazione dell'arteriola "afferente" e all'aumento della pressione intraglomerulare. Inversamente, un minor apporto di proteine nella dieta porta a una maggiore costrizione dell'arteriole afferente, con conseguente riduzione della pressione intraglomerulare e riduzione del GFR (come mostrato nella Figura nel primo commento). I dati emergenti su individui e popolazioni suggeriscono che l'iperfiltrazione glomerulare associata a una dieta ricca di proteine può portare a un rischio più elevato di malattia renale (CKD) de novo o ad accelerare la progressione della CKD preesistente. Considerando che le persone con reni sani e intatti possono non essere colpite da questo impatto dannoso dell'HPD, quelle con una limitata dotazione di nefroni e a rischio di CKD possono essere più vulnerabili, come persone diabetiche e obese, così come quelle con una ridotta riserva renale come le persone monorene o nelle prime fasi della CKD. [... ] Mentre sono necessari ulteriori studi per far luce su questo e altri argomenti, è prudente evitare di raccomandare l'assunzione elevata di proteine per la perdita di peso nei pazienti obesi o diabetici o quelli con precedenti eventi cardiovascolari o un solo rene se la salute del rene non può essere adeguatamente protetta". Comunque negli sportivi questo non accade, quindi siate sportivi 😜
Aggiornamento 7/12/2019
Una 60enne si è ritrovata in acidosi metabolica perché faceva la cheto senza integrare i sali minerali
Aggiornamento 9/12/2019
Il PTH (ormone paratiroideo) alto, che si può avere in caso di iperparatiroidismo o di vitamina D bassa, eccesso di sale e fosforo nella dieta, facilita l'ingresso di calcio negli adipociti e sfavorisce la lipolisi, e può rendere più difficile il dimagrimento
Aggiornamento 12/12/2019
Buone notizie per gli amanti del caffè: il suo consumo protegge dalle malattie renali e ne riduce la progressione, grazie alle sostanze benefiche e antinfiammatorie che contiene.
La disidratazione negli anziani è pericolosa e aumenta il rischio cardiovascolare, di caduta e di avere un ricovero, per cui devono essere incoraggiati a bere almeno 1,5/2 litri al giorno

Aggiornamento 15/12/2019

L'iperuricemia, anche senza arrivare alla gotta, determina aumento dell'infiammazione basale, soprattutto se i cristalli di urato vengono fagocitati dai globuli bianchi

La progressione del danno renale è data dal rapporto tra macrofagi M1 (infiammatori) e M2 (antinfiammatori)

Aggiornamento 18/12/2019

Frutta e verdura, per il loro apporto di minerali alcalinizzanti, possono essere presi in considerazione nella gestione dell'acidosi metabolica in persone con insufficienza renale, riducendo il danno renale. L'apporto di fibre e potassio è utile ma quest'ultimo deve essere tenuto sotto controllo nel sangue. La riduzione proteica può aiutare ma anche portare a malnutrizione e perdita di muscolo. Anche la riduzione di cibi acidificanti come formaggi e cereali può essere considerata.
Il bicarbonato si conferma sicuro da somministrare ed efficace nel preservare la funzione renale in persone con insufficienza renale, anche in caso di assenza di riduzione dei bicarbonati plasmatici. La dose corretta è ancora incerta ma 0,8 meq/kg di peso sembra quella idonea
Aggiornamento 29/12/2019
I β-glucani dell'avena riducono TMAO, un derivato batterico che stimola l'infiammazione, in persone con insufficienza renale
100 mL al giorno di succo di melagrana riducono infiammazione, pressione sanguigna, stress ossidativo e migliorano il profilo lipidico in persone in dialisi
Le proprietà anticarie del bicarbonato può essere dovuta anche all'inibizione dei biofilm cariogeni
Le diete plant-based sono adeguate nella prevenzione e nel trattamento dell'insufficienza renale. Le preoccupazioni legate all'eccesso di potassio e alla carenza di proteine appaiono non supportate scientificamente

Aggiornamento 24/1/2020
Lo stato di acidosi tipico del tumore ne promuove la sopravvivenza stimolando l'accumulo di grassi nella cellula (e fornendogli carburante) e promuovendo il passaggio a cellule mesenchimali. Questo avviene tramite TGF-β2
Aggiornamento 28/1/2020

Un alto intake proteico riduce la funzionalità renale nelle persone che hanno avuto un infarto. Questo è dovuto forse alla ​​dilatazione delle arteriole afferenti al glomerulo, con conseguente iperfiltrazione e danno glomerulare a causa di infiammazione e fibrosi. Ipotesi personale: conta anche lo sconvolgimento del microbiota intestinale in seguito a infarto. È nota comunque l'efficacia degli aminoacidi essenziali nel recupero post evento cardiovascolare

Aggiornamento 5/2/2020

La creatina aumenta la biogenesi di mitocondri (la cui carenza/malfunzionamento sono legati a molte malattie, specie dell'invecchiamento) se abbinata all'allenamento, e così studi futuri potranno "esplorare il potenziale della supplementazione di creatina nel miglioramento delle malattie mitocondriali, tra cui epilessia, miopatie scheletriche e cardiache, epatopatie e nefropatie".
Aggiornamento 6/2/2020
Se fatta sotto supervisione di personale preparato e facendo attenzione ai micronutrienti e al metabolismo osseo, la dieta chetogenica può essere un approccio idoneo anche nelle persone con moderata insufficienza renale, anche considerando che il sovrappeso è uno dei peggiori fattori di rischio per il rene.
Le persone con problemi di calcoli renali sembrano avere difetti nel mantenimento dell'equilibrio acido-base e l'assorbimento di sali minerali e ioni
Aggiornamento 7/2/2020
Nelle persone con insufficienza renale il potassio può essere ridotto, ma questo catione ha moltissime proprietà benefiche (ipotensivo, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, di malattie renali, di calcoli, il carico acido della dieta, protegge le ossa). Gli autori dell'articolo concludono quindi che esiste poca evidenza per ridurre a tali livelli il potassio, anche considerando che esistono farmaci leganti che possono essere usati per controllare l'iperkaliemia.
"L'attuale indicazione dietetica può contribuire allo sviluppo di malattie cardiovascolari nei pazienti con insufficienza renale cronica. Nei pazienti che risultano essere iperkaliemici, non si dovrebbe istituire riflessivamente una restrizione dietetica in frutta e verdura. Piuttosto, si dovrebbe prima considerare fattori non dietetici come l'acidosi metabolica, stati ipertonici come diabete mellito scarsamente controllato, aumento del catabolismo, distruzione dei tessuti, costipazione e farmaci. A dire il vero, la consulenza dietetica è ancora necessaria per le persone che assumono grandi quantità di tipi di alimenti arricchiti con additivi al potassio e/o quelli che forniscono elevate quantità di sodio".
Aggiornamento 12/2/2020

Il sale alza la pressione sanguigna perché stimola alcune cellule immunitarie che rispondono rilasciando ROS (specie reattive dell'ossigeno), che infiammano il rene e gli fanno trattenere più sodio
Aggiornamento 15/2/2020

Un post di Stuart Phillips che spiega come sia dubbio il legame tra proteine e aumentata mortalità, così come di danno renale, acidosi ecc (almeno nei sani). Frase interessante quando dice "alzate le proteine fino al doppio della quantità suggerita, ma fate sport, perché l'attività fisica è l'assolutore di molti peccati".
In una seduta di dialisi si perdono dagli 8 ai 15g di aminoacidi che dovrebbero essere rimpiazzati, visto che contribuisce alla malnutrizione
Aggiornamento 25/2/2020
Gli omega 3 possono ridurre la proteinuria nelle persone con nefropatia diabetica se presi per almeno 6 mesi.
Aggiornamento 29/2/2020

Secondo una revisione degli studi, il bicarbonato può aumentare la performance di durata, ma non quella di forza

Vivere in aree inquinate aumenta il rischio di malattia renale

Aggiornamento 12/3/2020

Il sale crea iperosmolarità (eccesso di soluti nei tessuti) che stimola i macrofagi a essere più infiammatori. In questo modo i tessuti vengono danneggiati (in questo caso si stimola il danno renale), anche per la maggiore pressione sanguigna.

Aggiornamento 22/3/2020

Il citrato di potassio è raccomandato nelle persone con rischio di ricorrenza di calcoli renali, mentre si raccomanda una dieta normocalcica, normoproteica e iposodica

Aggiornamento 24/3/2020

Il magnesio è contenuto in frutta e verdura, e il suo consumo è associato a protezione cardiovascolare, riducendo il carico acido della dieta, aumentando l'escrezione di sodio e favorendo il rilassamento dei vasi. Purtroppo si pensa che nelle persone con insufficienza renale (CKD) questo minerale sia dannoso, perché un rene danneggiato non riesce a espellerlo e viene trattenuto nel sangue (iperkaliemia). In realtà, secondo i dati della revisione sistematica, il potassio è protettivo nelle fasi 1 e 2 della CKD. Nella nefropatia diabetica potrebbe essere più comune avere iperkaliemia, per questioni ormonali (aldosterone e insulina). Ma la generale regola di ridurre il potassio nelle fasi successive non è attualmente supportata dai dati, e anche le quantità tollerabili non sono chiare, occorrono altri studi per stabilirle
Aggiornamento 6/4/2020

Le persone con problemi renali possono avere in circolo neurotossine uremiche (come l'acido urico) che provocano problemi cognitivi (memoria, attenzione, abilità linguistiche e visospaziali e funzioni esecutive), soprattutto attraverso alterazioni del sistema monoaminergico (serotonina, noradrenalina, istamina ecc) o colinergico. La permeabilità della barriera ematoencefalica gioca un ruolo determinante. A livello nutrizionale esistono solo modelli animali in cui alcuni nutrienti, probiotici e antiossidanti migliorano la situazione.

Aggiornamento 19/4/2020

La vitamina C può essere utile in caso di anemia legata a problemi renali, perché rende disponibile il ferro di deposito per l'eritropoiesi.
Un periodo di severa restrizione calorica può attivare il sistema renina-angiotensina (ipertensione) e aumentare la suscettibilità alla sua alterazione, portando a malattie renali e cardiovascolari.

Aggiornamento 22/4/2020
Esistono indicazioni nutrizionali per pazienti renali con COVID19? La dieta con proteine limitate è efficace, il calcitriolo migliora la proteinuria,e la melatonina l'umore, il controllo glicemico, il rischio cardiovascolare e lo stress ossidativo. Gli omega 3 efficaci sull'infiammazione e il betaglucano sul TMAO.

Aggiornamento 23/4/2020
Usare sale a ridotto contenuto di sodio (e arricchito in potassio) salverebbe mezzo milione di vite all'anno in Cina, dovute a malattia cardiovascolare. Il principale effetto è l'abbassamento della pressione, principale causa di infarto acuto. Anche le persone con insufficienza renale possono trarne vantaggio, ma vi è pericolo di iperkaliemia
Per preservare la muscolatura nell'anziano, dieta alcalina, vitamina D, omega 3, magnesio, latticini, probiotici.
Aggiornamento 3/5/2020
Per ridurre l'acido urico in persone con insufficienza renale, è possibile usare vitamina C, fonti di polifenoli come il bergamotto e di flavonoidi come la quercetina, i probiotici con batteri uricolitici (L. acidophilus KB31, B. longum KB35, S. thermophilus KB27), l'N-acetilcisteina (NAC), anche in aggiunta all'eventuale terapia. La curcumina ha effetti promettenti ma ancora da studiare.
Aggiornamento 4/5/2020
La disbiosi intestinale, tramite l'alterazione del metabolismo osseo, la riduzione della vitamina K2, la ridotta produzione di SCFA e l'infiammazione promuove la calcificazione delle arterie (e così le malattie cardiovascolari) rimuovendo il calcio dalle ossa.
La dieta ricca in fibre porta a miglioramento della flora e fermentazione, con produzione di SCFA che migliorano le condizioni dei ratti con nefropatia diabetica

Aggiornamento 6/5/2020
Mezzo litro di bibita zuccherata con fruttosio (HFCS) porta all'attivazione del sistema simpatico e all'aumento della resistenza vascolare a livello renale, grazie all'aumento di acido urico e vasopressina (ADH). Questo si traduce alla lunga in ipertensione e danno renale
Gli omega 3 e il GLA (olio di enotera) possono ridurre la tendenza ai calcoli renali. Questo accade inibendo la produzione di prostaglandina PGE2 (derivato degli omega 6 che aumenta il calcio urinario), sostituita da PGE1 e PGE3, che hanno effetti opposti. Si riducono inoltre gli ossalati e aumentano i citrati urinari, tutti effetti che riducono la nefrolitiasi
Aggiornamento 26/5/2020
Il calcolatore di acidosi in base ai valori di sodio, cloro e bicarbonato
Aggiornamento 30/5/2020
La proteina p53 blocca i tumori sul nascere, bloccando la replicazione cellulare quando ci siano errori nel DNA. Alterazioni della glicolisi possono bloccare la sua funzione, grazie all'effetto Warburg e alla eccessiva produzione di lattato che non può uscire dalla cellula. L'effetto si stima essere presente nell'80% dei tumori.
Aggiornamento 11/6/2020
Nelle persone con problemi renali si può avere acidosi metabolica, riscontrabile con riduzione del pH sanguigno e dei bicarbonati. La dieta può essere un fattore determinante, e si dovrebbe consigliare una prevalenza di alimenti vegetali (facendo attenzione al potassio) e di latticini come fonte di proteine animali.
L'acido urico appare come un'arma a doppio taglio: in eccesso attiva il sistema immunitario e crea danni
L'indossile solfato, una tossina uremica, attiva il recettore degli arili, alterando la barriera ematoencefalica e facilitando il declino cognitivo nel modello animale di CKD
Aggiornamento 16/6/2020
Le diete a prevalenza vegetale (plant-based) sono l'ideale nel caso di ridotta funzione renale.
"I vegetali sono l'unica fonte dietetica di fibra, che sposta il profilo del microbiota intestinale verso una maggiore produzione di composti antinfiammatori e una ridotta produzione di tossine uremiche. I grassi vegetali sono antiaterogeni e antinfiammatori, in particolare l'olio d'oliva. Le diete a base vegetale hanno ridotto carico netto acido endogeno (PRAL), che potrebbe mitigare l'acidosi metabolica nei pazienti con insufficienza renale cronica e potenzialmente rallentare la progressione della malattia renale. Il fosforo vegetale è legato a fitati ed è meno biodisponibile del fosforo animale; di conseguenza, molti alimenti a base vegetale presentano un rapporto favorevole tra proteine ​​e fosforo (che il rene sofferente fatica a smaltire). La restrizione dei vegetali con alte quantità di potassio va effettuata solo in caso di iperkaliemia". Negli studi animali il carico acido aumenta endotelina, angiotensina II e aldosterone, che accelerano il declino renale, mentre gli alcalinizzanti la rallentano. "Gli effetti di un maggiore apporto di fibre sul microbiota intestinale (ovvero aumento della generazione di acidi grassi a catena corta (SCFA, alcalinizzanti) e riduzione della generazione di tossine uremiche) contribuiscono a un ambiente alcalino". Anche nella popolazione generale un alto PRAL si associa a rischio di problemi renali e albuminuria. Quando si riduce la funzione renale "la capacità del rene di espellere e neutralizzare l'acido è significativamente e progressivamente ridotta; pertanto, l'acidosi metabolica è un segno distintivo dei pazienti con insufficienza renale cronica avanzata e in dialisi", che può portare a resistenza insulinica e sarcopenia. Gli alimenti vegetali invece contribuiscono a contrastarla perché "i principali anioni nelle diete a base vegetale sono citrato e malato, che vengono metabolizzati in bicarbonato e contribuiscono all'alcalinizzazione". Gli alimenti ricchi in ossalato invece sono acidificanti e da evitare anche per il rischio di calcoli. I vegetali contribuiscono anche alla proliferazione della flora saccarolitica, mentre le proteine animali portano alla produzione delle tossine uremiche come indossile solfato, acido 3 indolacetico, p-cresil solfato e trimetilammina N-ossido (TMAO), normalmente smaltite dal rene, che possono portare a affaticamento, anoressia, nausea, prurito, miopatia, neuropatia, sierosi ed encefalopatia.
Aggiornamento 21/6/2020
Esiste "una forte relazione tra l'integrazione di acidi grassi omega-3 e l'inibizione della calcificazione ectopica (in tessuti che non ne dovrebbero avere) in vari tessuti. Pertanto, si può dedurre che gli acidi grassi omega-3 sono inibitori naturali non tossici della calcificazione. Inoltre, mediano la preservazione dell'osso stimolando una maggiore attività degli osteoclasti durante il rimodellamento osseo". In questo modo si protegge dall'osteoporosi e dalla calcificazione vascolare. Gli omega 3 possono anche ridurre la calcificazione dei tessuti tumorali trattati con chemioterapia, migliorando sopravvivenza e salute ossea.
Aggiornamento 28/6/2020
Una dieta con alto PRAL appare associata con maggiore ricorrenza di tumore mammario, soprattutto in donne ex fumatrici. Si tratta di uno studio prospettico quindi non si può "dare il merito" solo alla presenza di cibi acidificanti, più probabile che sia dovuto alla maggiore qualità della dieta che comprende più cibo vegetale rispetto all'eccesso proteico (e quindi PRAL inferiore)
Aggiornamento 2/7/2020
Stress ossidativo, acidosi metabolica cronica e radicali liberi nel corpo svolgono un ruolo chiave nel processo di invecchiamento e sono tra le cause di Alzheimer (AD). Un approccio olistico, con alimenti e supplementi che contrastino queste cause, ha il potenziale per prevenire e trattare la neurodegenerazione. "La combinazione di antiossidanti a dosi sufficientemente elevate e personalizzate e una dieta ricca di nutrienti e a basso contenuto di carboidrati sembra avere il maggiore impatto sui pazienti che soffrono di Alzheimer", ha affermato Veurink, coature della review. L'eccesso di acido aumenta lo stress ossidativo, mentre bilanciare il pH lo riduce. Vitamine, glutatione, astaxantina e idrogeno molecolare possono agire da potenti antiossidanti. Diete ricche di nutrienti come la dieta mediterranea o lowcarb come la paleodieta tendono a ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione, invece gli attuali metodi di coltivazione, raffinazione e packaging impoveriscono di nutrienti gli alimenti. "Nel considerare la natura multifattoriale dell'AD, si può suggerire che l'AD, come altre malattie neurodegenerative e probabilmente tutte le malattie degenerative, possano avere un legame comune. Pertanto, l'attacco congiunto al corpo dato da acidosi metabolica e stress ossidativo può richiedere una normalizzazione del pH extracellulare e intracellulare con l'integrazione simultanea di una combinazione di antiossidanti a dosi sufficientemente elevate personalizzate e una dieta ricca di nutrienti e povera di carboidrati".
Le disfunzioni mitocondriali colpiscono le persone con problemi renali prima che finiscano in dialisi. Semplicemente, quando i mitocondri non producono energia il rene non può funzionare bene, e non riesce ad espellere le tossine e i sali minerali in eccesso, con tutto ciò che ne consegue. "Abbiamo scoperto che la disfunzione mitocondriale è correlata alle prestazioni fisiche, al tessuto adiposo intramuscolare, allo stress ossidativo e all'infiammazione. I nostri risultati suggeriscono che le strategie volte a migliorare la funzione mitocondriale (riduzione dello stress ossidativo e dell'infiammazione) dovrebbero essere studiate nei pazienti con insufficienza renale cronica con l'obiettivo finale di prevenire o curare la fragilità e la sarcopenia e migliorare la funzione fisica generale in questa popolazione di pazienti ad alto rischio.
Aggiornamento 5/7/2020
Soffrire di apnee notturne (sindrome OSAS) è associato ad aumentato rischio di insufficienza renale. Un buon sonno rimane sempre un pilastro della salute.
Aggiornamento 10/7/2020
Uno straordinario esempio di medicina evoluzionistica e di come gli organismi si adattano all'ambiente circostante è dato dal rene. Avere pochi nefroni (unità funzionale del rene) aumenta il rischio di malattie renali, andando avanti con l'età. Avere molti nefroni invece è come avere tanti giocatori di ricambio che permettono a una squadra di stancarsi meno. Il rene consuma tanta energia, perché ricco di mitocondri. Ma se durante la gravidanza o i primi mesi di vita ci sono segni di carenza di alimenti e di proteine, il rene si adatta a consumare poco, il che vuol dire pochi nefroni. Lo stesso accade con il fumo, il diabete gestazionale e altre situazioni stressanti, ipossia, esposizione a inquinanti ecc.
Aggiornamento 17/7/2020

Alcune delle controindicazioni per la dieta chetogenica probabilmente non sono realmente tali, ma giusti atteggiamenti di prudenza. Una revisione dei dati consiglia in casi di insufficienza d'organo di chiedere il parere di medico competente esperto (cardiologo, nefrologo, pneumologo, epatologo, diabetologo), evitare in caso di infezioni, tumori al rene o melanomi, ed essere cauti in caso di iperuricemia, confermando le altre note controindicazioni (gravidanza, allattamento, chirurgia, alcune artimie, uso di SGLT2).

Aggiornamento 7/8/2020

Indurre acidosi metabolica somministrando CO2 attiva i circuiti della paura nell’amigdala.

Aggiornamento 23/8/2020

Nelle nuove linee guida KDOQI per la gestione dell'insufficienza renale, si consiglia più frutta e verdura ed eventualmente bicarbonato per correggere l'acidosi metabolica e ridurre il declino della funzionalità. Vitamina D e vitamine del gruppo B in caso di carenza. Omega 3 in caso di ipertrigliceridemia. Il fosforo va aggiustato in base alle analisi, e in base alla biodisponibilità alimentare. Anche sodio e potassio vanno adattati. In particolare limitare il potassio solo in caso aumenti nel sangue (iperkaliemia). L'accettabilità e la sicurezza della dieta devono essere monitorate

Aggiornamento 4/9/2020
Il microambiente nei tessuti cancerosi è immunosoppressivo e pro-tumorigenico, mentre il microambiente dei tessuti affetti da malattie infiammatorie croniche è pro-infiammatorio e anti-risolutivo. Nonostante questi stati immunologici opposti, gli stati metabolici nei microambienti tissutali del cancro e delle malattie infiammatorie sono simili: entrambi sono ipossici, mostrano livelli elevati di lattato e altri sottoprodotti metabolici e hanno bassi livelli di nutrienti. A queste alterazioni concorre la produzione e il mancato smaltimento del lattato, derivato dalla glicolisi, che viene (anche) trasformato in grassi, attivando geni e proteine che alterano la risposta immunitaria.

Aggiornamento 17/9/2020

Almeno nei topi, l'iperuricemia fa progredire l'insufficienza renale solo se l'acido urico cristallizza nel rene

Aggiornamento 22/9/2020

Quello che fa bene al cuore, fa bene anche ai reni. "L'aumento dell'assunzione di verdure e potassio, l'attività fisica e il consumo moderato di alcol sono risultati associati a un rischio ridotto di CKD (insufficienza renale). L'aumento dell'assunzione di sale nella dieta e il fumo di tabacco sono stati associati ad un aumento del rischio di CKD".

Il carico acido della dieta potrebbe essere correlato con l'asma

Aggiornamento 5/10/2020

L'insufficienza renale (CKD) può essere caratterizzata dalla produzione di tossine uremiche, prodotte nell'intestino e entrate nella circolazione sanguigna, che il corpo (i reni in particolare) non riesce a smaltire. Migliorare le cattive abitudini alimentari potrebbe potenzialmente avere effetti positivi sulla CKD e sulle sue complicanze, nonché su malattie non trasmissibili come l'ipertensione e il diabete che contribuiscono a queste complicazioni. I fattori sottostanti interconnessi che accompagnano la CKD, come infiammazione, stress ossidativo, disfunzione mitocondriale e disbiosi intestinale, possono essere infatti tutti potenzialmente influenzati dall'assunzione di cibo. Un approccio "cibo come medicina" potrebbe essere utilizzato come nuova strategia che utilizzi nutrienti bioattivi per gestire il carico uremico nella malattia renale cronica. La disbiosi intestinale è associata a infiammazione e aumento del rischio cardiovascolare; prebiotici, probiotici, simbiotici e componenti alimentari, inclusi polifenoli, zuccheri e proteine, possono influenzare la diversità del microbiota intestinale e la produzione di tossine uremiche. I composti bioattivi naturali, compresi quelli presenti nella curcuma, nei broccoli, nei frutti di bosco, nella propoli e in altri alimenti, sono potenziali agenti terapeutici nutrizionali che potrebbero modulare l'espressione dei fattori di trascrizione pro-infiammatori e l'inflammasoma.
Invece nutrienti come gli zuccheri semplici raffinati e i grassi in eccesso influenzano negativamente il microbiota e favoriscono la disbiosi, la permeabilità intestinale e l'endotossemia. Alcuni composti sulfurei come la metionina favoriscono la disbiosi putrefattiva. Gli omega 3 aiutano a ripristinare la barriera, mentre l'olio di oliva extravergine promuove la salute microbica, al contrario dell'olio raffinato (privato dei polifenoli). Il consumo di alimenti ricchi di polifenoli (es. Uva, vino rosso, melagrana, aglio, caffè, tè verde, cioccolato, curcuma, frutti di bosco), e in particolare di composti polifenolici di origine vegetale, è associato a una minore mortalità nella popolazione generale. Poiché la loro biodisponibilità è bassa, la maggior parte dei polifenoli alimentari arriva al colon e di conseguenza può modulare la composizione e la funzione microbica intestinale. Tutti questo può modulare anche la funzione mitocondriale, che risulta alterata e meno efficiente nell'invecchiamento. Catechine, curcumina, fisetina, cinnamaldeide, allicina, proantocianidine, sulforafano, resveratrolo ecc sono tutti composti bioattivi con attività antiossidante e modulatrice del microbiota e dello stato redox.
Altri composti molto importanti sono i nitrati (barbabietola), che favoriscono la produzione di ossido nitrico, potente antinfiammatorio e vasodilatatore.
In conclusione, nonostante manchi la prova certa dell'evidenza sui trial, l'ipotesi di usare il cibo come medicina, in modo che "macronutrienti, micronutrienti e nutrienti bioattivi specifici che influenzano le vie biochimiche, sia separatamente che quando agiscono insieme come parte del cibo, abbiano il potenziale di influenzare la maggior parte delle malattie, in particolare quelle legate a disturbi metabolici come CKD, obesità e diabete, sembra ovvia e probabilmente evidente".

Aggiornamento 6/10/2020

Il microbiota intestinale può contribuire all'ipertensione e ai disordini della respirazione (asma, apnee notturne, fibrosi cistica, BPCO) mediante alterata produzione di SCFA e alterazioni dell'equilibrio acido-base

Aggiornamento 23/12/2020

Il reflusso gastroesofageo (GERD o MRGE) è un disturbo comune, a volte trascurato (aumentando il rischio di tumore esofageo), a volte "troppo" curato con farmaci (inibitori di pompa) che hanno effetti collaterali nel lungo termine.
"I cambiamenti dello stile di vita possono ridurre i sintomi della MRGE, principalmente la perdita di peso nei pazienti obesi e la cessazione del fumo di tabacco nei fumatori. In presenza di GERD notturno, in particolare si consiglia di elevare la testa del letto ed evitare pasti tardivi. Si raccomanda l'esclusione degli alimenti che i pazienti riferiscono scatenare i sintomi di GERD (spesso Alcol, cibo piccante, cioccolato), mentre l'acqua alcalina e una dieta mediterranea possono essere utili".
Prendi un appuntamento per imparare a gestire il reflusso.

Aggiornamento 7/1/2021

Le persone con tumori possono avere, in barba alla fisiologia, alterazioni del pH locali, e questa condizione di acidosi può influenzare l'esito delle cure, ma anche essere contrastata da un semplice tampone come il bicarbonato di sodio.
"Per i pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA), il trapianto di cellule staminali ematopoietiche offre la possibilità di curare la malattia, in parte a causa dell'effetto del trapianto contro la leucemia, o dell'attività antitumorale delle cellule T trapiantate. Sfortunatamente, questo non sempre funziona e le cellule T innestate spesso non riescono a controllare la leucemia. Studiando pazienti con leucemia mieloide acuta che hanno avuto una recidiva dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, Uhl et al. hanno scoperto che l'acido lattico prodotto dalle cellule leucemiche interferiva in modo specifico con l'attività delle cellule T. Gli effetti dannosi dell'acido lattico potrebbero essere superati con il bicarbonato di sodio, che ha migliorato il metabolismo delle cellule T sia nei modelli murini che nei pazienti umani".
"Sta diventando sempre più chiaro che non si tratta semplicemente di un prodotto di scarto, ma piuttosto il lattato è una molecola bioattiva con proprietà immunosoppressive", dice Dimitrios Mougiakakos, professore di immunologia dei tumori presso l'Università di Erlangen-Norimberga.
Negli esperimenti su topi e cellule, il team di Zeiser ha scoperto che l'acido lattico derivato dalle cellule leucemiche interferiva con la glicolisi delle cellule T, la proliferazione e l'effetto del trapianto contro la leucemia. Lo ha fatto abbassando il pH interno delle cellule immunitarie, che ha ridotto l'espressione genica correlata alla glicolisi e ha diminuito l'attività delle vie metaboliche essenziali. Il team di Zeiser ha riportato i risultati del processo preliminare nel loro recente articolo. La combinazione di un ciclo di una settimana di bicarbonato con infusioni di linfociti da donatori in seguito a trapianti di cellule staminali ha migliorato il metabolismo delle cellule T e la produzione di interferone-γ tra 10 pazienti con LMA recidivante. Ma un vero test del potenziale del bicarbonato di sodio richiederà uno studio clinico prospettico più ampio per valutare se la terapia prolunghi la sopravvivenza nei pazienti con recidiva di leucemia. Zeiser ha osservato che il lavoro potrebbe avere applicazioni più ampie, poiché attinge a 2 aree sempre più promettenti della ricerca sul cancro: immunoterapia e immunometabolismo del cancro, l'interazione metabolica tra le cellule immunitarie dell'ospite e il cancro. "Speriamo, collegando i 2, di ottenere un nuovo set di attrezzi per la clinica", ha detto.

Aggiornamento 10/1/2021

Il lattato agisce da inibitore della lipolisi, dopo essere stato prodotto in seguito all'aumentata glicolisi negli adipociti, dovuta a introduzione di carboidrati e aumento della glicemia. Il lattato sistemico può avere lo stesso effetto?

Aggiornamento 17/1/2021

Scoperto perché le cellule cancerogene preferiscono la glicolisi aerobica, che porta alla formazione di lattato. In questo modo possono favorire la produzione di NAD+, che favorisce la proliferazione cellulare anche in carenza di ATP

Aggiornamento 29/1/2021

Nelle persone con nefropatia diabetica i probiotici possono ridurre creatinina, glicemia e insulinoresistenza, mentre altri parametri non sembrano migliorare.

Aggiornamento 30/1/2021

La sarcopenia è la riduzione della quantità e della funzionalità del muscolo, che porta a riduzione della salute. La sarcopenia va di pari passo con la disfunzione mitocondriale, perdita della qualità e quantità e della capacità riproduttiva dei mitocondri e di sostituzione di quelli danneggiati; i mitocondri sono le centrali energetiche delle cellule. In questo modo la cellula non funzionerà mai correttamente.
Gli AGEs interferiscono con mitocondri e possono favorire la sarcopenia. Si formano durante la cottura in cibi che contengono proteine e carboidrati, e il loro accumulo nel corpo concorre alla
La produzione è aumentata durante l'iperglicemia (diabete), l'insufficienza renale, l'infiammazione (stress ossidativo) e l'invecchiamento, in particolare di N-Ɛ-carbossimetillisina.
In particolare viene attivato un recettore (RAGEs) con effetto pro-infiammatorio, pro-ossidativo, pro-adesione, pro-apoptotico, pro-angiogenico e pro-fibrotico.
La modulazione nutrizionale degli AGEs può ridurre l'effetto su mitocondri e sarcopenia, favorendo un invecchiamento più sano.

Aggiornamento 7/2/2021

Una semplice sostanza usata da integratore può migliorare le performance sportive nelle donne
- È stato dimostrato che il bicarbonato di sodio (SB) migliora la capacità e le prestazioni nell'esercizio ad alta intensità.
- Ciò è dovuto all'aumento del pH e alla concentrazione di bicarbonato circolante dopo l'ingestione di SB, aumentando il potere tampone del corpo (riserva alcalina).
- Una maggiore capacità tampone ha migliorato il controllo dell'acidosi metabolica indotta dall'esercizio fisico (ridotto accumulo di ioni idrogeno H+) che è dannoso per le prestazioni dell'esercizio a causa della sua interferenza con il processo metabolico e contrattile.
- Le donne, d'altra parte, hanno una tolleranza inferiore per l'esercizio ad alta intensità rispetto agli uomini poiché hanno:
i) meno massa muscolare e fibra muscolare di tipo II
ii) minore capacità di glicolisi - minore attività degli enzimi glicolitici
- La minore capacità di indurre acidosi metabolica può suggerire una minore risposta all'agente tampone durante l'esercizio ad alta intensità nelle atlete.
La revisione ha dimostrato che anche nelle donne il SB ha effetto ergogenico, migliorando la prestazione, con una magnitudine che va da piccola a moderata.
Da assumere circa un'ora prima

Aggiornamento 24/2/2021

La dieta infiammatoria, misurata col DII (dietary inflammation index), è associata sia a aumentato rischio di calcoli renali che di ricorrenza

Aggiornamento 24/3/2021

Una delle eterne domande che tornano sempre in nutrizione è: le proteine fanno male ai reni?
Secondo uno studio "Tra i partecipanti con funzionalità renale compromessa, un introito proteico (DPI) più elevato e un maggiore consumo di proteine ad alto valore biologico (quindi di origine animale) erano associati a una mortalità più elevata, mentre un DPI inferiore era associato a una mortalità più elevata in quelli con funzione renale normale". In pratica se si hanno reni funzionanti le proteine hanno un effetto positivo e ridurle può anche ridurre l'aspettativa di vita. Si tratta di uno studio osservazionale quindi da prendere sempre con le molle.

Aggiornamento 1/4/2021

Il consumo cronico di alimenti industriali induce un'alterata permeabilità della barriera intestinale e l'attivazione della via del complemento (sistema immunitario) e conferisce il rischio di malattie microvascolari nel modello animale. Questo favorisce anche le malattie renali. Un ruolo importante lo giocano gli AGEs, presenti nei prodotti cotti ad alte temperature. Invece un intervento dietetico che tenga conto dell'intestino e del microbiota, con alto contenuto di fibre e amido resistente, limita l'influenza negativa sulla salute della dieta moderna.

Aggiornamento 17/5/2021
Gli antociani alimentari di frutti di bosco, ciliegie e patata dolce viola sono utili per la gestione dell'iperglicemia e dell'iperuricemia. Questo avviene modificando le funzioni di enzimi, tessuti ed organi, riducendo infiammazione e stress ossidativo.
In particolare le antocianine bloccano l'enzima xantina ossidasi (XO) che produce l'acido urico che i reni possono faticare a smaltire. Inoltre riducendo lo stress ossidativo e l'infiammazione i reni lavorano meglio, eliminando più facilmente le tossine uremiche.
Gli enzimi digestivi dei carboidrati e i loro trasportatori intestinali e renali vengono rallentati, riducendo la glicemia e i picchi glicemici nel sangue. Questo favorisce equilibri ormonali migliori (riduzione dell'insulinoresistenza, della gluconeogenesi e ancora dello stress ossidativo e dell'infiammazione), che portano a un calo della glicemia.

Aggiornamento 27/6/2021

"L'acidosi metabolica nella malattia renale cronica deriva dall'incapacità del rene di espellere l'acido endogeno ed è stato dimostrato che è associata alla perdita della funzione renale e agli effetti sfavorevoli sulla massa muscolare e sulla salute delle ossa. Piccoli studi hanno suggerito collettivamente che la correzione del metabolismo l'acidosi con bicarbonato potrebbe rallentare la progressione della malattia renale cronica".

Aggiornamento 24/7/2021

Gli AGEs sono derivati dei carboidrati, che si formano in cottura o sono presenti naturalmente nei cibi o si formano nelle normali reazioni chimiche del corpo. Alcuni AGEs sono tossici per l'organismo, e il loro accumulo è legato a malattie, come malattie cardiovascolari (CVD), steatosi epatica non alcolica (NAFLD)/steatoepatite non alcolica (NASH), aterosclerosi, infertilità, malattia di Alzheimer (AD), insufficienza renale e cancro.
L'assunzione di zucchero e bibite zuccherate aumenta gli AGEs, così come in generale il cibo raffinato, i prodotti da forno e il cibo cotto ad alte temperature.
"La produzione e l'accumulo di AGEs nel corpo umano, promossi dalle moderne abitudini alimentari, hanno importanti implicazioni per la salute. Anche in soggetti sani con valori normali degli esami del sangue, alti livelli di AGEs nel siero predicono l'insorgenza e/o lo sviluppo delle malattie moderne (LSRD). Pertanto, il livello sierico di AGEs potrebbe essere un biomarcatore utile per aiutare la prevenzione/diagnosi precoce di LSRD o valutare l'efficacia dei trattamenti.
Nel loro insieme, questi risultati indicano l'importanza di sopprimere la formazione e l'accumulo di AGEs nel corpo umano riducendo l'assunzione eccessiva abituale di zuccheri/AGEs dietetici, come un nuovo modo per prevenire le LSRD. La dieta occidentale ricca di grassi solidi, carni grasse, latticini interi e cibi altamente lavorati (principalmente piatti grigliati, fritti e arrostiti) tendono ad essere le fonti dietetiche più ricche di AGEs. D'altra parte, la dieta giapponese prevede molti cibi a basso contenuto di grassi, come riso, alghe, funghi, cibi a base di soia, tofu e verdure (soprattutto ortaggi a radice ricchi di fibre alimentari insolubili/indigeribili) e pasti con bassi livelli di AGEs nella dieta (principalmente piatti bolliti e al vapore)".
L'accumulo di AGEs danneggia l'architettura renale e favorisce la perdita di funzione renale.
"Gli alimenti con bassi livelli di AGEs e grandi quantità di fibra alimentare insolubile, che assorbe e rimuove gli AGEs alimentari, sopprimono l'accumulo di AGEs.
Per prevenire l'iperglicemia postprandiale è stata raccomandato di assumere le verdure prima del pasto con i carboidrati, e fare in seguito attività fisica per promuovere l'utilizzo del glucosio. È stato anche dimostrato che il consumo di piatti a base di verdure o carne/pesce prima dei piatti a base di carboidrati migliora notevolmente l'escursione glicemica postprandiale in individui con diabete e volontari sani.
Oltre a mantenere sane abitudini alimentari, la soppressione della produzione e dell'accumulo di AGEs nel corpo può aiutare a prevenire le LSRD".

Aggiornamento 26/7/2021

La propoli è il fattore antimicrobico più importante prodotto dalle api, risultante dalla miscelazione della saliva delle api con essudati botanici derivati ​​da foglie, germogli, gemme, tipicamente contenenti resine, balsami, cere, oli e polline, e possiede proprietà salutistiche. La propoli è ricca di composti antinfiammatori e antiossidanti, che possono avere effetti benefici in una serie di malattie croniche non trasmissibili legate allo stile di vita, come diabete, ipertensione, e le altre legate a un microbiota alterato. Poiché la resistenza all'insulina, la disbiosi intestinale, l'arteriosclerosi, l'infiammazione e lo stress ossidativo sono caratteristiche standard del fenotipo uremico, gli individui con insufficienza renale cronica in particolare, date le loro comorbilità associate, possono beneficiare dell'uso di propoli utilizzando il concetto di "cibo come medicina”, anche se gli studi sull'uomo sono ancora pochi.
La propoli ha un eccellente profilo di sicurezza clinica, senza che siano descritti effetti tossici noti.
La forma più assorbibile è quella acquosa, rispetto all'estratto alcolico e alle capsule.

Aggiornamento 27/7/2021

L'acidosi metabolica è una complicazione dell'insufficienza renale (CKD), e oltre favorire un peggioramento della composizione corporea (perdita di muscolo e osso) favorisce ulteriormente il deterioramento della funzione renale. La riduzione del bicarbonato circolante (riserva alcalina) è una delle caratteristiche.
Come agire?
Secondo una metanalisi la somministrazione di bicarbonato di sodio ripristina la riserva alcalina, ma può aumentare la pressione e la ritenzione idrica e quindi il bisogno di farmaci. Ridurre il carico acido della dieta (PRAL) invece riduce l'ipertensione.
"I meccanismi proposti attraverso i quali l'acidosi accelera la progressione della CKD comprendono l'aumento della produzione di ormoni (p. es., endotelina, angiotensina II e aldosterone) e di citochine proinfiammatorie, e l'attivazione del complemento indotta dall'aumentata produzione di ammoniaca per nefrone, ciascuno dei quali promuove l'escrezione acida acuta ma provoca cronicamente infiammazione renale e fibrosi attraverso un potenziamento del complemento e dell'attivazione del sistema renina-angiotensina.
Un maggiore consumo di proteine ​​animali che producono acido contribuisce all'acidosi metabolica nei pazienti con insufficienza renale cronica. È stato dimostrato che gli interventi dietetici forniscono un mezzo efficace per aumentare il bicarbonato sierico in pazienti con insufficienza renale cronica che hanno acidosi metabolica o livelli di bicarbonato sotto la normalità".
In entrambi i casi c'è stata comunque una riduzione del declino della funzionalità renale e quindi un ritardo nel ricorso alle terapie come la dialisi.

Aggiornamento 4/8/2021

Da sempre si accusa le proteine di essere alla base del danno renale. Ma in persone con nefropatia diabetica moderata la somministrazione di una dieta lowcarb e lievemente ricca in proteine ha portato nella maggior parte dei casi a miglioramento dei parametri renali e metabolici. Alcuni (meno di un terzo) hanno avuto peggioramento della creatinina, quasi nessuno del diabete. Questo mostra che per il rene possono essere più stressanti i carboidrati, in particolare se raffinati, delle proteine.
Quando sapremo come distinguere chi ha convenienza a ridurre le proteine e chi i carboidrati avremo delle diete personalizzate.
Molte persone hanno anche potuto ridurre o togliere farmaci.
"L'iperglicemia, attraverso il suo effetto osmotico, porta ad un aumento della filtrazione renale e della pressione glomerulare, che a sua volta porta all'iperfiltrazione glomerulare. Un'elevata produzione locale di angiotensina II all'arteriola efferente produce vasocostrizione aggravando questa situazione". La formazione o l'ingestione di proteine glicate (AGEs) porta all'alterazione della funzione, danno cellulare e ad infiammazione.
"Migliorare l'iperglicemia per le persone con diabete di tipo 2 è la chiave per evitare la malattia renale cronica, ridurre i carboidrati nella dieta per le persone con diabete di tipo 2 è un modo efficace per farlo".


Aggiornamento 22/8/2021


https://www.facebook.com/photo/?fbid=10159689139413909&set=a.44178393908



Aggiornamento 27/8/2021

Uno dei supplementi più popolari, gli aminoacidi ramificati (BCAA), stimolano la sintesi di muscolo ma in maniera breve se confrontati con una proteina completa, come le whey, a parità di contenuto di BCAA. Con le whey lo stimolo di crescita muscolare è più lungo. In sintesi non buttate soldi con i BCAA. Gli alfachetoacidi, usati per esempio da persone con problemi renali, hanno un effetto simile ai ramificati, ma senza sovraccarico di azoto.

Aggiornamento 6/9/2021

Non esistono trattamenti approvati per la sindrome da fatica cronica (encefalomielite mialgica, CFS), una patologia che riduce la qualità della vita di milioni di persone al mondo.
Le cause sono molteplici, tra cui un'alterazione del metabolismo energetico (produzione di ATP nei mitocondri), una possibile acidosi metabolica (nel sangue o altri distretti come il liquido cerebrospinale), dovuta all'uso eccessivo della glicolisi (metabolismo anaerobico al posto dell'aerobico) e/o ridotta capacità di smaltimento dell'acido lattico prodotto, sonno non riposante; alcune infezioni possono essere legate alla CFS (mononucleosi, Giardia). Le conseguenze possono essere problemi neurologici e cognitivi, ridotte difese immunitarie, ridotta resistenza allo sforzo e difficoltà a stare in piedi. Spesso la condizione si presenta insieme a problemi gastrointestinali, reumatici ecc.
Il trattamento prevede, secondo le linee guida della Mayo Clinic farmaci sintomatici, stile di vita (occhiali a filtro per la luce blu, meditazione, relax) e, per quanto riguarda l'alimentazione, "dieta sana e varia a basso contenuto di alimenti trasformati. Alcuni pazienti possono essere in grado di ridurre al minimo i sintomi gastrointestinali eliminando determinati alimenti (come caffeina, alcol, cibi piccanti, aspartame, zucchero, possibilmente latticini o glutine)".

Aggiornamento 18/9/2021

Da tempo il bicarbonato di sodio è tra i supplementi consigliati per gli sportivi. Il suo effetto di modulazione del pH nella cellula muscolare contribuisce a migliorare la performance negli sport di potenza e di durata, in particolare negli sport di combattimento, canottaggio, corsa e nuoto.
"Un migliore controllo del pH nelle cellule muscolari consente tassi glicolitici più elevati, con conseguente aumento dei tassi di produzione di ATP e maggiori concentrazioni di lattato nel muscolo e nel sangue". Il bicarbonato appare particolarmente utile negli sforzi brevi e intensi, che utilizzano il sistema della fosfocreatina e provocano la maggior produzione di acido lattico dovuto alla glicolisi.
"Un ampio numero di prove indica che l'esercizio che dipende maggiormente dalla glicolisi e quindi si traduce in un maggiore accumulo di H+ è più probabile che tragga beneficio dall'integrazione di bicarbonato di sodio rispetto all'esercizio che è troppo breve o troppo lungo per provocare una marcata acidosi".
Va assunto prima dello sforzo, almeno un'ora, ma il timing preciso può essere personalizzato per evitare eventuali problemi intestinali. L'uso a lungo termine appare migliorare ulteriormente la resistenza alla fatica.
La combinazione con creatina aumenta le prestazioni ulteriormente (effetto sinergico/additivo), così come la betaalanina, mentre per caffeina e nitrati ci sono meno evidenze.

Aggiornamento 24/10/2021

Buone notizie per gli amanti del caffè: la caffeina riduce il rischio di calcoli renali.
Aumentare il consumo da un caffè a un caffè e mezzo al giorno riduce il rischio del 40%.
Chi consuma almeno un caffè al giorno ha il 26% di rischio in meno di chi ne consuma uno a settimana.
L'effetto può essere dovuto all'effetto diuretico della caffeina, alla riduzione dell'adesione dell'ossalato di calcio nei tubuli renali, alla presenza di citrato e trigonellina.

Aggiornamento 9/11/2021

Alcuni metaboliti del caffè sono stati associati con la salute renale. Uno (glicochenodesossicolato) è associato a migliore salute, mentre 2 sono xenobiotici (sostanze estranee, O-metilcatecolo solfato e 3-metilcatecolo solfato) dannosi per i reni coinvolti nel metabolismo del benzoato e associati con aumentato rischio di insufficienza renale.

Aggiornamento 21/11/2021

Una dieta a base vegetale che limiti le proteine animali può ritardare l'ingresso in dialisi in persone con insufficienza renale. Sono invece limitate le evidenze che un eccesso proteico faccia male ai reni di persone senza malattia renale.
I meccanismi d'azione sono: riduzione dei composti azotati, di TMAO, del carico acido, del fosforo, degli AGES, miglioramento dell'escrezione di composti dannosi grazie alle fibre, sinergia coi farmaci, maggiore presenza di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie (polifenoli), modulazione del microbiota.


Aggiornamento 13/12/2021

I lattobacilli possono far bene a chi ha problemi renali. Due particolari specie di probiotici nel modello animale "hanno migliorato significativamente la funzione renale riducendo le lesioni renali e le proteine fibrotiche. Inoltre hanno determinato riduzione dello stress ossidativo, delle reazioni proinfiammatorie e delle elevate risposte immunitarie nel rene. È importante sottolineare che la miscela probiotica ha invertito la displasia intestinale e ripristinato l'abbondanza di batteri commensali, in particolare i produttori di acidi grassi a catena corta, portando a una migliore integrità della barriera intestinale attraverso la modulazione della composizione microbica e la produzione di metaboliti"

Aggiornamento 23/12/2021

La dieta mimadigiuno appare utile nel diabete con insufficienza renale (nefropatia diabetica), riducendo la microalbuminuria, migliorando il controllo glicemico e l'ipertensione.
Il digiuno (forte restrizione calorica, circa 700 kcal al giorno) è stato fatto per 5 giorni al mese per 6 mesi, con una dieta mediterranea classica negli altri 25 giorni.
La dieta è stata abbinata ad eventuale trattamento farmacologico secondo linee guida

Aggiornamento 27/12/2021

Dai dati dello studio Moli-sani, emerge che "Una dieta ricca in cibo ultraprocessato è associata ad un aumento dei rischi di mortalità per tutte le cause e cardiovascolari tra gli individui con eventi cardiovascolari precedenti, possibilmente attraverso una funzione renale alterata". Infatti viene misurato un elevato livello di cistatina C, un marker di danno renale.
Il rischio in chi ha il più alto consumo di cibospazzatura è del 65% e del 38% in più, rispettivamente per la mortalità cardiovascolare e da tutte le cause, rispetto a chi ha il più basso consumo.

Aggiornamento 29/12/2021

Nelle persone con problemi renali gli omega 3 ad alto dosaggio in una particolare forma (icosapent etile) riducono il rischio cardiovascolare del 25% in chi abbia i trigliceridi alti anche assumendo statine.

Aggiornamento 7/1/2022

Linee guida e casi studio dall'AJKD su rene e nutrizione

Aggiornamento 24/2/2022

Il litio in microdosi potrebbe ridurre l'invecchiamento renale e il declino della funzione glomerulare e dei podociti

Aggiornamento 7/4/2022

I problemi renali sono spesso correlati a un intestino con disbiosi. Nelle persone con insufficienza renale cronica o acuta la somministrazione del batterio probiotico L. casei Zhang è sicura e vantaggiosa, anche negli stadi avanzati.
Agisce influenzando positivamente la regolazione dei macrofagi immunoregolatori e la risposta infiammatoria dei tubuli renali attraverso i metaboliti derivati ​​​​dal microbiota intestinale, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) e la nicotinamide, rallentando la progressione del danno renale, promuovendo la riparazione renale e alleviando la fibrosi interstiziale renale cronica.
Inoltre promuove la salute intestinale migliorando la funzione di barriera, favorendo la riparazione delle giunzioni cellulari, e l'infiammazione.

Aggiornamento 22/4/2022

Le persone con problemi renali, soprattutto in stadio avanzato, possono avere un eccesso di potassio nel sangue (iperkaliemia) perché il rene fatica a smaltirlo. Per questo viene suggerito di limitare l'introduzione di potassio e quindi alcuni alimenti vegetali che lo apportano come cereali integrali, alcuni tipi di frutta e verdura. Questo porta però a limitare la fibra e rallentare il transito intestinale con conseguente stitichezza. In questo modo il potassio rimane più a lungo nell'intestino e non viene smaltito con le feci, aumentando ulteriormente.
La costipazione è inoltre associata a peggioramento della malattia renale.
La cura dell'intestino con fibre, alimenti vegetali e probiotici può quindi essere fondamentale per rallentare la progressione dell'insufficienza renale, riducendo la stipsi, la permeabilità intestinale, l'infiammazione e le tossine uremiche.

Aggiornamento 2/5/2022

Gli AGEs, le molecole presenti negli alimenti cotti che contengono carboidrati e proteine come i prodotti da forno, sono mediatori indiretti del danno vascolare attraverso l'induzione di permeabilità intestinale e infiammazione.

"È diventato sempre più evidente che la moderna dieta occidentale, composta da alimenti trasformati ricchi di grassi, zucchero e sale, contribuisce in modo significativo alla crisi dell'obesità, che si lega a una vasta gamma di patologie come la steatosi epatica non alcolica, alcuni tipi di cancro, diabete di tipo 2 e le malattie macro e microvascolari correlate. Lo stile di vita di una parte sostanziale delle popolazioni dei paesi sviluppati è caratterizzato da un'elevata assunzione di cibi pronti come cereali per la colazione, biscotti e snack cotti ad alte temperature. La lavorazione degli alimenti altera la struttura chimica degli alimenti e, così facendo, aumenta la durata di conservazione, l'appetibilità e le proprietà sensoriali, migliorando intrinsecamente il gusto e potenzialmente stimolando i centri di ricompensa nel cervello, favorendo l'introduzione di eccesso di cibo. Sebbene i produttori possano tentare di limitare il contenuto di grassi, zuccheri e sale di questi prodotti per soddisfare le linee guida di un'alimentazione sana, questi alimenti sono spesso ricche fonti di AGEs. Qui, abbiamo stabilito che la componente AGEs degli alimenti trasformati è un mediatore del rischio di malattie microvascolari".
Questi composti stimolano il complemento, una parte del sistema immunitario innato, che porta al danno renale per esempio.
Bloccare questa via metabolica farmacologicamente evita il danno d'organo nonostante la dieta.

Aggiornamento 14/6/2022

Alcuni possibili legami tra carico acido dei cibi e cancerogenesi: riduzione dell'adiponectina, aumento dell'insulinoresistenza, dell'IGF1 e del cortisolo. Queste alterazioni riducono l'efficienza del sistema immunitario e favoriscono la proliferazione cellulare.

Aggiornamento 8/7/2022

In uno studio prospettico gli alimenti maggiormente associati con l'insufficienza renale sono quelli ultraprocessati, come bevande zuccherate, prodotti da forno, margarina e salumi. Chi ha alta introduzione di questi alimenti ha il 24% di rischio in più rispetto a chi li usa poco.
L'uso di questi alimenti è associato con dieta di scarsa qualità, povera di fibre, vitamine e proteine ma ricca di additivi come il fosfato che stimola FGF23 e affatica i reni.
Anche dolcificanti, emulsionanti e AGEs alterano la flora, aumentando l'infiammazione, la permeabilità intestinale e il danno renale.
"Gli alimenti ultra-lavorati sono prodotti alimentari e bevande trasformati industrialmente che contengono pochi o nessun cibo intatto; sono costituiti principalmente da ingredienti estratti dagli alimenti e contengono sostanze non alimentari e additivi artificiali per migliorare la durata e l'appetibilità dei prodotti. Gli alimenti ultra-elaborati contengono un'elevata quantità di zucchero aggiunto, carboidrati raffinati, grassi saturi e trans e sodio e contengono una bassa quantità di fibre, proteine ​​e micronutrienti. Oltre alla scarsa composizione nutrizionale degli alimenti ultralavorati, i contaminanti generati durante il processo di alterazione fisica o chimica (cottura) e il confezionamento hanno un impatto negativo sulla salute."
Vi prego, parlatemi ancora delle proteine che fanno male ai reni

Aggiornamento 20/7/2022

Gli AGEs si formano durante la cottura ad alta temperatura in particolare nei cibi che contengono sia carboidrati che proteine, per esempio nei prodotti da forno. Ecco perché è ben diverso mangiare il riso bollito o i biscotti.
"Gli AGEs sono un importante mediatore delle patologie, in particolare nel diabete e nelle malattie renali dove l'omeostasi dell'AGE è sbilanciata da una ridotta clearance e da un aumento della produzione endogena. Date le prove presentate, gli AGEs alimentari sembrano dare un importante contributo al pool di AGEs dell'organismo, ma possono anche favorire la produzione endogena di AGEs attraverso un aumento dello stress ossidativo, la disfunzione endoteliale e aumentando le alterazioni dell'omeostasi glicemica".
L'azione tossica si svolge mediante induzione dell'infiammazione, della disfunzione mitocondriale, dello stress ossidativo, di vasocostrizione, di alterazione nelle proteine, di alterazioni metaboliche tra cui la lipogenesi.
Il rene è responsabile dell'eliminazione degli AGEs. Anche il microbiota concorre.
"Resta da comprendere appieno se gli AGEs alimentari contribuiscono alla malattia attraverso: (i) l'ingresso diretto nella circolazione, con conseguente deposizione di tessuti, infiammazione e aumento del carico sui meccanismi di eliminazione; (ii) impatto sulla salute intestinale, sulla permeabilità e sulla segnalazione entero-endocrina; (iii) modulazione del microbioma del tratto gastrointestinale, o; (iv) promozione dell'infiammazione all'interno del tratto gastrointestinale".
Le vitamine del gruppo B aiutano nella degradazione.
"Anche le vitamine del gruppo B e un certo numero di loro derivati ​​sono stati sperimentati come terapie per ridurre gli AGEs. Questi includono tiamina, benfotiamina e piridossamina. Si ritiene che questi agenti riducano gli AGEs aumentando l'attività dell'enzima tiamina-dipendente, la transketolasi. La stimolazione risultante della via del pentoso fosfato dovrebbe, in teoria, ridurre gli intermedi glicolitici. Mancano studi clinici su tiamina e benfotiamina e sulla loro efficacia nel contesto delle malattie renali. Tuttavia, la piridossamina, che si pensa agisca inibendo la conversione dei prodotti di Amadori e mediante la chelazione degli ioni metallici dicationici, ha mostrato efficacia in modelli animali di malattia renale e per ridurre efficacemente i derivati della lisina e TGFβ nei pazienti con nefropatia diabetica".

Aggiornamento 1/11/2022

Il diabete e l’insufficienza renale sono strettamente legati perché la glicemia alta ha un effetto deleterio sulla funzionalità del rene.
La malattia renale si manifesta per questo nel 30-40% dei diabetici di tipo 2 ed è una delle principale cause di morte.
La variabilità glicemica, le fluttuazioni della glicemia durante la giornata vicino o lontano dai pasti, aumentano il rischio di progressione dell'insufficienza renale; l'associazione è maggiore rispetto a quella con l'emoglobina glicata. Questo dimostra l'importanza di una dieta che possa mantenere una glicemia più stabile possibile.

Aggiornamento 1/12/2022

Le bacche di acai, per il loro contenuto in antiossidanti e il loro effetto prebiotico, sono un potenziale aiuto nell'insufficienza renale. Possono infatti contrastare lo stress ossidativo, l'infiammazione e modulare la flora aumentando i batteri buoni. Il contenuto di potassio non è elevato quindi non dovrebbero essere un problema in caso di iperkaliemia

Aggiornamento 3/1/2023

Gli omega 3 possono ridurre il prurito uremico

Aggiornamento 22/1/2023

Assumere pesce ricco di omega 3 è associato con una ridotta incidenza di malattia renale e con una più lenta declino della funzionalità.

Aggiornamento 9/2/2023

L'alimentazione complementare nel caso di insufficienza renale.

Insieme ai trattamenti farmacologici che possano migliorare e tenere sotto controllo parametri come pressione, glicemia e funzionalità renale, l’alimentazione ha un ruolo fondamentale in persone con malattia renale al fine di rallentare la progressione ed evitare o ritardare il ricorso alla dialisi.
Il punto comune rimane una dieta a base vegetale con basso introito di cibi industriali, eventualmente a ridotto introito proteico e con idonee quantità di sale, potassio, fosforo e fibre che possono cambiare a seconda delle comorbidità (sovrappeso, ipertensione, diabete ecc.). In caso di acidosi metabolica è importante un adeguato apporto di frutta e verdura alcalinizzanti ed eventualmente bicarbonato di sodio. In caso di iperfosfatemia evitare gli additivi a base di fosforo e i cibi con fosfato biodisponibile. In caso di iperkaliemia alcuni frutti e vegetali sono da evitare o ridurre, in particolare succhi di frutta e frutta essiccata.

La dieta plant-based ha i pregi di avere un alto carico alcalino, essere ricca di fibre e antiossidanti benefici per migliorare il microbiota e quindi abbassare le tossine uremiche, aver dimostrato di ridurre il declino nella funzione renale e la proteinuria. Tuttavia se non ben pianificata porta a un peggioramento della composizione corporea perché può avere un basso contenuto proteico e quindi portare a una riduzione della massa magra. Per questo l’alimentazione deve essere seguita da esperti del settore. Il contenuto di potassio nel sangue dev’essere inoltre monitorato per il pericolo di iperkaliemia.

Possono altre diete essere utilizzate in sicurezza? Sono stati esaminati alcuni approcci alternativi che suscitano crescente interesse.

La dieta di tipo lowcarb/chetogenica è nota per il suo effetto dimagrante e ipoglicemizzante e può quindi facilitare la riduzione del peso e così ridurre il lavoro del rene, appesantito anche dalla spesso concomitante iperglicemia/diabete. Tuttavia si rischia di aumentare il carico proteico e quindi l’iperfiltrazione renale e la pressione intraglomerulare. Inoltre risulterebbe in un aumento di grassi di origine animale, associati col pericolo cardiovascolare, difficilmente viene seguita per lungo tempo e le proteine usate al posto delle fonti di carboidrati aumentano il carico acido.

Il digiuno intermittente, nelle sue diverse forme (time restricted feeding, digiuno a giorni alterni, digiuno religioso ecc.) può ugualmente aiutare il dimagrimento, ma allo stesso tempo favorire uno squilibrio elettrolitico e problemi nell’idratazione non salutari per il rene.

Aggiornamento 19/2/2023

Il bicarbonato di sodio corregge effettivamente l'acidosi ma non sembra avere effetti nel proteggere dal declino la funzionalità renale

Aggiornamento 10/3/2023

Le fonti di tossine uremiche e la loro importanza per la salute compromessa del rene. Le fibre modulano favorevolmente il microbiota.

Aggiornamento 19/4/2023

Un rapporto urea nelle urine/urea nel sangue inferiore è stato associato a un declino più rapido dell'eGFR e allo sviluppo di insufficienza renale indipendentemente da altri importanti fattori di rischio per la progressione della malattia renale cronica

Aggiornamento 24/4/2023

Il consumo di cibo-spazzatura è associato a maggior rischio di insufficienza renale. Le bevande zuccherate e le carni processate (salumi) sono gli alimenti maggiormente associati. Chi ha il consumo maggiore ha 24% di rischio in più rispetto a chi ha il consumo inferiore e ogni porzione giornaliera aumenta il rischio del 5%.
"Gli alimenti ultraprocessati sono alimenti e bevande trasformati industrialmente che contengono poco o nessun cibo non alterato e sono costituiti principalmente da sostanze artificiali e additivi. Il consumo di alimenti ultraprocessati è recentemente aumentato in tutto il mondo ed è stato collegato a esiti negativi per la salute. In questo studio, abbiamo mirato ad ampliare le prove indagando la relazione tra il consumo di alimenti ultraelaborati e il rischio di malattia renale cronica. Abbiamo scoperto che il maggior consumo di alimenti ultraprocessati è associato a un rischio più elevato di malattia renale cronica. I nostri risultati hanno fornito supporto per evitare cibi ultraprocessati e ulteriori studi dovrebbero esplorare i meccanismi sottostanti attraverso i quali gli alimenti ultraprocessati possono essere dannosi per i reni.

Aggiornamento 12/5/2023

Alle persone con insufficienza renale si consiglia di ridurre l'apporto di potassio perché il rene fatica a smaltirlo e si crea iperkaliemia (eccesso di potassio nel sangue). Questo vuol dire ridurre purtroppo frutta e verdura. Un recente studio ha mostrato però che assumere quotidianamente questi alimenti non aumenta il potassio ed è associato con minore mortalità. Speriamo quindi che si possano presto rivedere le indicazioni. 

Aggiornamento 23/5/2023

Il microbiota intestinale e urinario è importante nella formazione dei calcoli. Persone con microbiota alterato dagli antibiotici o dalla dieta hanno maggiore rischio di calcoli renali. Il butirrato prodotto dai batteri protegge la barriera intestinale e riduce il rischio di nefrolitiasi. Sono quindi coinvolti anche meccanismi immunitari, ossidativi e metabolici nella riduzione dell'assorbimento dell'ossalato, principale responsabile dei calcoli. Lo stress ossidativo può infatti aumentare la tendenza all'aggregazione dei cristalli.

Aggiornamento 25/5/2023

In uno studio su una coorte americana il consumo di alimenti industriali favorisce la progressione dell'insufficienza renale e l'aumento della mortalità.
I meccanismi sono legati alla povertà di nutrienti e all'eccesso di sale, insieme alla carenza di potassio e fibre, favorendo il deterioramento del sistema cardiovascolare. L'alterazione della matrice alimentare e gli AGEs influiscono negativamente sul microbiota, aumentando l'infiammazione e la permeabilità intestinale e l'ingresso di tossine uremiche. La presenza di additivi al fosfato aumenta la calcificazione delle arterie, mentre il fosfato vegetale non ha questo effetto perché non viene assorbito efficientemente.

Aggiornamento 27/5/2023

L'importanza di alcune vitamine per i calcoli renali (nefrolitiasi).
Alcune vitamine, anche con l'interazione del microbiota, influenzano la tendenza alla litiasi renale.
"La vitamina A sembra migliorare i parametri urinari che mitigano la formazione di calcoli e riducono la permeabilità intestinale, riducendo l'assorbimento di ossalato. Esistono alcune prove secondo cui la vitamina B6 può alterare il metabolismo per ridurre la produzione di ossalato, ma sono dibattute a causa di risultati contrastanti, poiché è stato dimostrato che la vitamina B6 è in grado di ridurre la formazione di calcoli o di non avere alcun effetto sulla formazione di calcoli.
La vitamina C potrebbe essere convertita in ossalato in modo più efficiente negli uomini che nelle donne, indicando che potrebbe esistere un effetto specifico del sesso sulla produzione di ossalato dalla vitamina C [per questo si pensa che possa aumentare il rischio di calcoli]. In realtà la vitamina C ha ruoli antiossidanti sia negli uomini che nelle donne, che potrebbero proteggere dai calcoli; tuttavia, risultati contrastanti nei modelli preclinici suggeriscono che la vitamina C potrebbe essere inefficace nel prevenire la formazione di calcoli.
La vitamina D è stata storicamente riconosciuta per la capacità di aumentare i livelli di calcio nel sangue, sebbene questo fenomeno non contribuisca direttamente alla formazione di calcoli; tuttavia, è necessario ulteriore lavoro per studiare il ruolo di questa vitamina nella formazione dei calcoli oltre l'omeostasi del calcio, poiché la vitamina D ha ruoli in più vie metaboliche in tutto il corpo, tra cui l'immunità, la segnalazione cellulare, la riparazione del DNA e il metabolismo.
La vitamina E agisce come un antiossidante non selettivo che può disintossicare dai radicali liberi, riducendo così l'aderenza dei cristalli all'epitelio renale e mantenendo l'integrità degli inibitori delle proteine ​​renali endogene.
La vitamina K2 è in grado di attivare la MGP decarbossilata, in modo da sequestrare il calcio libero e riducendo sistemicamente la calcificazione dei tessuti".
Un'alimentazione corretta e nutriente può così essere capace di ridurre il rischio di calcoli.

Aggiornamento 2/8/2023

Le persone con nefropatia diabetica (DN, diabete + danno renale) hanno un microbiota differente che è concausa della malattia.
Gli studi hanno dimostrato che la disbiosi influenza la progressione della malattie e i metaboliti batterici come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), gli acidi biliari (BA), le tossine uremiche e altri derivati (TMAO) causano danni ai tubuli renali attraverso diverse vie di segnalazione, promuovono la fibrosi renale e influenzano la progressione della DN.
"L'integrazione con probiotici, prebiotici alimentari, integratori simbiotici e trapianto di microbiota fecale può prevenire la progressione della DN, migliorare i livelli di glucosio nel sangue, mantenere la stabilità dell'ambiente corporeo e ridurre la risposta infiammatoria, contribuendo così a migliorare la qualità della vita di questo gruppo dei pazienti".

Aggiornamento 25/9/2023

Le bibite zuccherate nei bambini aumentano il rischio, oltre che di sovrappeso, anche di fragilità ossea, predisponendo così per l'osteoporosi.
Il loro consumo va a ridurre quello di alimenti sani e riduce l'assorbimento di altri nutrienti.
La presenza di eccesso di fosforo in confronto al calcio stimola le paratiroidi a far rilasciare il calcio dalle ossa. Anche la caffeina potrebbe avere un effetto di riduzione della massa ossea.
L'acidità delle bibite riduce l'assorbimento di calcio e favorisce l'uso del calcio osseo come tampone.
Il rilascio di insulina in eccesso legato agli zuccheri delle bibite altera ulteriormente il metabolismo osseo, aumentando l'attività degli osteoclasti e il riassorbimento osseo nelle persone sovrappeso.
Altri dati mostrano che i bambini che consumano più bibite hanno maggiore rischio di fratture.
L'articolo conclude invitando le autorità a sconsigliare il consumo delle bevande.

Aggiornamento 17/10/2023

Due studi mostrano che l'acqua alcalina e mangiare con un PRAL inferiore proteggono dalla sindrome metabolica e dalla perdita di muscolatura, rispettivamente. Tuttavia non si può dedurre una effettiva efficacia perché si tratta di studi retrospettivi e non di intervento.

Aggiornamento 5/11/2023

Acidosi e alcalosi respiratorie

Aggiornamento 11/11/2023

Rispettare i ritmi circadiani è importante per le malattie renali in quanto sono necessari gli allineamenti degli ormoni per un corretto funzionamento

Aggiornamento 25/11/2023

L'alimentazione per la chirurgia bariatrica in persone con insufficienza renale deve essere fatta con attenzione e non segue le linee guida note. Per esempio attenzione al calcio in supplemento perché può portare a calcificazione

Aggiornamento 10/12/2023

La flessibilità metabolica è la capacità di utilizzare correttamente e nel momento giusto i diversi substrati energetici (fondamentalmente grassi e carboidrati). Quando si ha INFLESSIBILITÀ metabolica il corpo fatica a ossidare i substrati e viene facilitato l'accumulo in fegato (NAFLD) e cuore, che non riesce a contrarsi correttamente (insufficienza cardiaca).
"La resistenza all’insulina e l’inflessibilità metabolica compromettono la capacità ossidativa mitocondriale e l’uso del substrato nell’insufficienza cardiaca.
La perdita di peso indotta dalla restrizione calorica migliora la sensibilità all’insulina, non la flessibilità metabolica.
L’esercizio fisico migliora la flessibilità metabolica ed è una strategia razionale per trattare sia il diabete che la NAFLD".
L'uso della glicolisi porta alla produzione di lattato e quindi acidificazione della cellula che disturba l'attività mitocondriale.
L'attività fisica rimane un fattore essenziale da abbinare alla dieta.

Aggiornamento 14/1/2024

Una revisione degli studi mostra l'utilità dell'integrazione con alcune vitamine in caso di insufficienza renale. Le quantità sono quelle RDA, con aumento di 5 e 10mg per la B6 in caso rispettivamente di non dializzati e dializzati. La vitamina D è solitamente da integrare, mentre E e A hanno rischio di tossicità.
In sintesi, la "Dichiarazione di orientamento generale" dice: 👉Apporto vitaminico alimentare nella CKD3-5D o post-trapianto (OPINIONE) 👉Consulenza da parte di un dietista per una dieta che soddisfi i requisiti di micronutrienti RDA 👉Valutazione e integrazione vitaminica CKD3-5D o post-trapianto (OPINIONE) 👉Dietista e medico devono collaborare strettamente 👉Valutazione periodica dell'apporto vitaminico 👉Considerare la supplementazione multivitaminica per i soggetti con un apporto vitaminico inadeguato 👉Integrazione vitaminica, dialisi (OPINIONE) Negli adulti con insufficienza renale cronica 5D che presentano un apporto alimentare inadeguato per periodi di tempo prolungati, è ragionevole prendere in considerazione l'integrazione con multivitaminici, comprese tutte le vitamine idrosolubili, per prevenire o trattare le carenze vitaminiche (OPINIONE). 👉Supplementazione di acido folico per l'iperomocisteinemia negli adulti con insufficienza renale cronica 3-5D o post-trapianto Non è stata dimostrata alcuna riduzione degli esiti cardiovascolari avversi con l'integrazione di routine di acido folico con o senza complesso B (1A) 👉Integrazione di acido folico per carenza e insufficienza di acido folico negli adulti con insufficienza renale cronica 1-5D o post-trapianto Prescrivere un integratore di folato, vitamina B12 e/o complesso B per correggere la carenza/insufficienza di folato o vitamina B12 in base a segni e sintomi clinici (IRC 1-5D (2B); Post-trapianto (opinione))
👉Supplementazione di vitamina C negli adulti con insufficienza renale cronica 1-5D o post-trapianto Considerare l’integrazione nei pazienti a rischio di carenza di vitamina C per soddisfare l’assunzione raccomandata di almeno 90 mg/die per gli uomini e 75 mg/die per le donne (OPINION). 👉Integrazione di vitamina D per carenza e insufficienza di vitamina D negli adulti con insufficienza renale cronica 1-5D o post-trapianto Prescrivere un'integrazione di vitamina D sotto forma di colecalciferolo o ergocalciferolo per correggere il deficit/insufficienza di 25-idrossivitamina D (25(OH)D) (CKD 1-5D (2C); Post-trapianto (Opinione)) Supplementazione di vitamina D negli adulti con insufficienza renale cronica 1-5 con proteinuria nell'intervallo nefrotico Considerare l'integrazione di vitamina D sotto forma di colecalciferolo o ergocalciferolo o altri precursori 25(OH)D sicuri ed efficaci (opinione) 👉Integrazione e tossicità delle vitamine A ed E Non integrare di routine i pazienti con insufficienza renale cronica 5D con vitamina A o E a causa del potenziale rischio di tossicità della vitamina A. Tuttavia, se l’integrazione è giustificata, è necessario prestare attenzione per evitare dosi eccessive e i pazienti devono essere monitorati per la tossicità (OPINIONE). 👉Farmaci anticoagulanti e integrazione di vitamina K negli adulti con insufficienza renale cronica 1-5D o post-trapianto Non prescrivere integratori di vitamina K a pazienti che assumono farmaci anticoagulanti noti per inibire l’attività della vitamina K (ad esempio, composti di warfarin)

Aggiornamento 26/2/2024

La fibra prebiotica polidestrosio può ridurre la costipazione in persone in dialisi, miglorando la loro qualità di vita

Aggiornamento 4/3/2024

Dai risultati di uno studio la dieta chetogenica appare ideale per la gestione del rene policistico, ma si richiedono ulteriori studi a lungo termine per verificare la sicurezza.

Aggiornamento 21/3/2024

Nel diabete e nella nefropatia diabetica la polarizzazione M2 dei macrofagi può favorire la riparazione dei tessuti danneggiati, mentre quella M1 esacerba l'infiammazione

Aggiornamento 22/3/2024

Le nuove linee guida KDIGO per la gestione dell'insufficienza renale raccomandano un approccio olistico che comprenda più figure; in particolare l'approccio dietetico deve essere seguito da dietista o nutrizionista competente.
Si raccomanda attività fisica che possa permettere di mantenere un peso adeguato ed evitare il fumo.
La dieta deve privilegiare alimenti di origine vegetale e ridurre gli alimenti processati.
Il professionista dovrebbe elaborare la dieta in maniera personalizzata con adeguati livelli di proteine e sali minerali come sodio, fosforo e potassio.
In particolare per le proteine: evitare un apporto elevato di proteine ​​(>1,3 g/kg di peso corporeo/giorno) negli adulti con insufficienza renale cronica a rischio di progressione; negli adulti con insufficienza renale cronica che sono disposti e capaci prendere in considerazione la prescrizione, sotto stretta supervisione, di una dieta a bassissimo contenuto proteico (0,3-0,4 g/kg di peso corporeo/giorno) integrato con aminoacidi essenziali o analoghi chetoacidi (fino a 0,6 g/kg di peso corporeo/giorno); non prescrivere diete a basso o molto basso contenuto proteico in soggetti metabolicamente instabili affetti da insufficienza renale cronica; in caso di anziani con fragilità e sarcopenia, considerare apporti maggiori di calorie e proteine.
In persone con iperkaliemia educare correttamente il paziente all'apporto di potassio.
Fare attenzione a supplementi che possono affaticare i reni.
Sebbene ci siano dei dubbi sull'efficacia degli interventi nei confronti dell'acidosi metabolica per ritardare la progressione della malattia, la si deve evitare perché favorisce anoressia, sarcopenia e problemi ossei.

Aggiornamento 17/6/2024

La supplementazione con creatina non è associata ad aumentato rischio di insufficienza renale

Aggiornamento 22/6/2024

Ennesima review che nega l'esistenza di un legame tra alto introito proteico e rischio renale in persone sane.
"I nostri dati hanno dimostrato che un apporto maggiore di proteine ​​totali, vegetali e animali può ridurre il rischio di malattia renale cronica rispettivamente del 18, 23 e 14%. Nello specifico, un elevato livello di pesce e frutti di mare con proteine ​​animali può ridurre il rischio di insufficienza renale cronica del 16%. Una significativa correlazione non lineare è stata trovata tra l’assunzione di proteine ​​vegetali e la malattia renale cronica incidente mediante analisi dose-risposta".
Le proteine vegetali hanno un effetto superiore probabilmente legato a una riduzione dell'infiammazione e del colesterolo e dell'impatto positivo sul microbiota dovuti alla presenza di fibre. L'effetto positivo del pesce invece è legato alla presenza di omega 3.

Aggiornamento 8/7/2024

Un mix di fibre è in grado di migliorare il microbiota, i metaboliti (SCFA) e lo stato infiammatorio di persone con insufficienza renale.
Questo conferma l'importanza del microbiota nelle patologie renali.
Spesso a queste persone si limitano alcuni alimenti per ridurre il potassio, potenzialmente pericoloso. In questo modo si riduce però anche l'introito di fibra benefica; la supplementazione può così essere un modo per non creare problemi al microbiota ma anzi migliorare la situazione.

Aggiornamento 28/8/2024

In un esperimento durato 5 anni, persone con ipertensione in terapia e segni di danno renale sono state suddivise in 3 gruppi. Il primo assumeva tanta frutta e verdura, il secondo bicarbonato di sodio, il terzo una dieta normale e terapia farmacologica standard.
Dopo 5 anni si è verificato l'impatto sulla funzionalità renale e la pressione.
Il primo gruppo ha avuto miglioramento della pressione (riducendo i farmaci) e mantenimento della funzionalità renale. Nel secondo la funzionalità renale non è peggiorata ma la pressione non si è ridotta. Il terzo ha avuto progressione della malattia renale, verificata da un innalzamento del rapporto albumina/creatinina nelle urine. Vegetali e bicarbonato hanno l'effetto di ridurre la produzione di acidi che danneggiano il rene, ma il sodio del bicarbonato non permette di far scendere la pressione (pur non aumentandola).
Gli autori concludono scrivendo: "Lo studio supporta la misurazione di routine dell’albuminuria nei pazienti con ipertensione primaria e l’uso di frutta e verdura come base, e non aggiuntiva, alla gestione farmacologica", ritenendo quindi l'uso di frutta e verdura come un farmaco da utilizzare in caso di pressione alta e prevenzione del danno renale, riducendo anche il rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 16/9/2024

Alle persone con insufficienza renale si consiglia di limitare le proteine, ma può questo influire negativamente?
In uno studio su persone anziane con insufficienza renale moderata, assumere più proteine (sia di origine animale che vegetale) risulta associato con minore mortalità, ossia il rischio della progressione dell'insufficienza renale è controbilanciato dagli effetti positivi (aumento della massa e della forza muscolare, rallentamento del tasso di perdita ossea, maggiore densità minerale ossea, minor rischio di fragilità e miglioramento della funzione cardiovascolare e del recupero dalla malattia, inclusa la guarigione delle ferite).
Occorre quindi, oltre ad approfondire gli studi sull'argomento, ben bilanciare la quantità proteica per non indurre malnutrizione ma allo stesso tempo preservare la funzione renale per quanto possibile

Aggiornamento 1/10/2024

Secondo un recente consenso di diverse società scientifiche, è possibile utilizzare la dieta chetogenica dimagrante in alcuni casi selezionati di insufficienza renale.
Il dimagrimento così indotto è certamente più salutare per i reni del danno legato al sovrappeso e al diabete.
L'uso di inibitori SGLT2 rimane una controindicazione.
Si ribadisce che non si tratta di una dieta ad alto contenuto proteico e che la sua efficacia è legata anche all'effetto antinfiammatorio e di riduzione dello stress ossidativo, con miglioramento dei parametri metabolici.
Ovviamente anche la classica dieta mediterranea è un'opzione valida.
La scelta sul regime dietetico da applicare dovrebbe venire da un accordo tra nutrizionista, endocrinologo e nefrologo, ovviamente assieme a un confronto col paziente

Aggiornamento 18/10/2024

I PFAS, gli inquinanti persistenti nell'ambiente, alterano la funzione renale anche grazie a un effetto negativo sul microbiota

Aggiornamento 30/10/2024

Una supplementazione con derivati della curcuma può ridurre lo stress ossidativo e le tossine uremiche in persone sottoposte a dialisi.

"I nostri risultati hanno mostrato che l’integrazione di curcumina può essere una potenziale strategia nutrizionale per aiutare ad alleviare lo stress ossidativo. Sebbene sia noto che esiste un circolo vizioso che mantiene l’infiammazione di basso grado, lo stress ossidativo e l’uremia, influenzato dall’esposizione a lungo termine alla soluzione di dializzato iperglicemizzante, gli studi in questo settore sono ancora scarsi. Infine, sono necessari futuri studi clinici con l’integrazione di curcumina per i pazienti sottoposti a dialisi per confermare i risultati.

Aggiornamento 26//11/2024

Il rene è fatto per espellere gli acidi derivanti dalla dieta e dal metabolismo, ma in circa il 30% delle persone con insufficienza renale (CKD) allo stadio 4 o 5 il sistema tampone non funziona adeguatamente, con conseguente acidosi metabolica, una condizione in cui il pH del sangue si abbassa.
I potenziali effetti deleteri dell'acidosi metabolica cronica sono atrofia muscolare, demineralizzazione ossea, iperkaliemia e progressione più rapida della CKD.
La dieta, insieme a farmaci in sperimentazione, deve avere l'obiettivo di ridurre il carico acido, con introduzione di alimenti come frutta e verdura che contrastano la perdita della riserva alcalina, facendo attenzione allo stato del potassio.


4 commenti:

  1. In nutrition, diet is the amount of food devoured by an individual or other organism. The word diet regularly suggests the utilization of explicit admission of nutrition for health or weight-the board reasons.

    Vyfat 120mg Capsule is an antiobesity arrangement that helps in lessening the weight of fat patients. Take this medication with every dinner containing fat.

    RispondiElimina