lunedì 29 settembre 2014

Una caloria non è una caloria/bis



Prima parte


Il problema della nutrizione in Italia è lo stesso della politica: comandano sempre per gli stessi. Gente nota solo per non aver mai dimagrire né curato nessuno (e nel caso della politica di non aver mai migliorato la condizione di nessuno, salvo se stesso). Nessuno di loro meriterebbe il posto, ma continuano a insegnare e predicare concetti e paradigmi vecchi di un secolo, formando nutrizionisti che saranno più male di loro.
In particolare, nonostante i soliti noti insistano, qualunque nutrizionista (serio) sa che non tutte le calorie sono uguali. L'affermazione è talmente stolta che vìola i principi della termodinamica. Non ci voleva molto a capire che l'organismo è diverso da una bomba calorimetrica (o da uno scaldabagno), appena appena più complicato. Esiste una risposta individuale alle calorie assunte.


http://www.jokideo.com/i-just-burned-1200-calories/


I nostri sentimenti ed emozioni ad esempio possono farci cambiare lievemente il consumo, e i riferimenti tradizionalmente usati non tengono ovviamente conto di questo. 
Quanto può incidere questo? Molto. Nel corpo umano un kg di massa grassa corrisponde a circa 7000 calorie. Per provocare un aumento di un kg di grasso in un anno, sono sufficienti 20 calorie in più al giorno (20kcal x 365 giorni ≈ 7000). Venti calorie sono date da 2,2g di grasso (ad esempio olio o burro) o da 5g di zucchero. Questo se volessimo fare un calcolo termodinamico esatto, cosa impossibile.
Sfortunatamente le calorie nella scienza della nutrizione sono state introdotte da un chimico nell'800. Purtroppo questo vizio non è mai stato abbandonato, nonostante sia palese che alla luce delle nuove conoscenze non ha nessun senso. Infatti noi possiamo introdurre 1000, 2000 o 3000 calorie, ma è solo l'ipotalamo a decidere se quelle calorie vanno utilizzate o accumulate, a seconda delle vie metaboliche attivate, in base ai segnali che gli arrivano.
Quando l'ipotalamo, che ha connesioni nervose più o meno dirette con tutto l'organismo, "decide" di aumentare la massa adiposa, "ordina" una serie di cambiamenti fisiologici, tra cui la sensibilità insulinica agli adipociti, che così espongono un enzima, la lipoproteinlipasi, che permette agli acidi grassi (e al glucosio, fattore essenziale) di entrare dal sangue nell'adipocita. Senza di questo, i grassi rimarrebbero nel sangue (cosa peraltro nociva) o vengono destinati all'ossidazione, soprattutto nei muscoli.

Tra i pochi ricercatori seri in Italia che riescono a distingursi e a separare il calcolo calorico dalla scienza troviamo i prof. Pierluigi Rossi e Andrea Lenzi.

La dimostrazione più evidente che contare le calorie sia inutile penso sia il fatto che le diete basate solo sul taglio calorico sono destinate a fallire nel 90% dei casi, insomma hanno la stessa scientificità dell'oroscopo e della chiromanzia. Nonostante puntino su un principio apparentemente corretto, mangia di meno per fare in modo che il corpo usi le scorte, non hanno nessun senso alla luce delle conoscenze odierne. Il corpo semplicemente taglia le uscite, il dimagrimento presto si bloccherà, la fame aumenta e si ritorna grassi come prima, se non di più. Questo era il meccanismo fisiologico per superare le carestie dei nostri antenati.
Non si possono battere milioni di anni di evoluzione in questo modo.
Ai giorni nostri, il paziente che si sottopone a dieta (inutile e dannosa) ipocalorica è confortato dal forte calo di peso iniziale, ma questo è dovuto soprattutto alla perdita di muscolo, cioè della massa metabolicamente attiva. Il nutrizionista furbo e antico dirà "signora, ha perso un sacco di liquidi", facendo pensare che si sia persa acqua di ritenzione e che si stia andando benissimo. In realtà si è perso l'acqua (e le proteine) del muscolo, che lo compone al 73% circa (il resto essenzialmente proteine e pochi lipidi). E perdendo il muscolo il corpo non consumerà proprio più nulla. Come una macchina col motore spento. Il paziente potrà andare a fare la maratona che i suoi pochi muscoli rimasti consumeranno solo glucosio e poi il muscolo stesso, non i grassi (in gergo si chiama aumento del coefficiente respiratorio).

Il miglioramento dello stato metabolico (glicemia, trigliceridi ecc) che si ha inizialmente con una dieta ipocalorica è dovuta al fatto che il tessuto adiposo viscerale, quello che rilascia i fattori proinfiammatori, è molto sensibile inizialmente al taglio calorico, e reagisce, mediante lo stimolo nervoso, liberando i grassi nel sangue e riducendo il suo volume. Così non è per il tessuto adiposo sottocutaneo, che è infatti il grasso più difficile da perdere.

Si possono fare tanti diversi esempi sul diverso effetto di uguali calorie nel corpo umano.

Ad esempio bere succo d'arancia dopo la colazione, ricco di zuccheri e povero di fibre, riduce l'ossidazione dei grassi nelle ore successive, favorendone così l'accumulo. Cioè quei grassi, che erano destinati ad essere ossidati, vengono invece depositati.
La presenza dei cicli futili, che dissipano l'energia in eccesso come calore.
E perché se uno non dorme la notte, anche se si muove di più, ingrassa? Perché si ha uno sconvolgimento degli ormoni che gestiscono il metabolismo energetico.

I dolcificanti, che hanno zero calorie, sono legati all'aumento di peso.

Gli omega 3, i grassi del pesce, stimolano la sintesi di enzimi che ossidano i grassi nei mitocondri, favorendo il dimagrimento. Ma attenzione: l'effetto a lungo termine può essere deludente proprio perché se si smette di prenderli non si ha più tale stimolo!

Sempre a proposito di grassi, quelli a catena media, tipici ad esempio del cocco, aumentano la spesa energetica e inducono sazietà, sono insomma perfetti per favorire il mantenimento del peso.

Chi mangia carboidrati con un alto indice glicemico ha più probabilità di ingrassare, anche a parità di calorie. Non ci vuole molto a capire perché: se l'indice glicemico sale, aumenta la quantità di insulina rilasciata. L'insulina è l'unico ormone che dice ai grassi: entrate negli adipociti.
Gli ormoni funzionano bene entro un range, ossia se non sono nè troppo alti nè troppo bassi. L'insulina, quando agisce in cooperazione  (temporale e quantitativa) con la leptina, ha un effetto corretto (stimolo della sazietà, della termogenesi e dell'anabolismo muscolare); quando invece è troppa stimola l'aumento del numero di adipociti e blocca la lipolisi. Ma ancora esistono tantissimi (sedicenti) colleghi che dicono: l'indice glicemico è inutile.
Invece i livelli di ormoni sono importantissimi. Basta chiedere a chi ha problemi di tiroide: chi ha livelli alti di ormoni ha problemi completamente opposti di chi li ha bassi.
A proposito di tiroide: noi introduciamo le calorie, ma poi sono proprio i livelli dei suoi ormoni a "stabilire" quanto ATP produrre da ciascuna caloria. E la tiroide è comandata dall'ipotalamo (attraverso l'ipofisi), ma anche viceversa, grazie ai meccanismi di feedback.



Mangiare poco non fa altro che aumentare l'efficienza della reazioni biochimiche che sfruttano le calorie dei nutrienti. Con le stesse calorie, più ATP e meno cicli futili. E meno ossidazione dei grassi.

Un altro ormone importantissimo è il cortisolo. Quando è in eccesso, il cortisolo riduce la spesa energetica distruggendo la massa magra. E quest'ormone, rilasciato nei periodi di stress, stimola il desiderio di una dieta di scarsa qualità, ricca di zuccheri e grassi e povera di vitamine e fibre, creando un circolo vizioso, stimolando la deposizione di grasso viscerale, quello più pericoloso per la salute. E anche lui aumenta il numero delle cellule adipose. Il cortisolo si forma anche nell'organismo come derivato del cortisone utilizzato come farmaco antinfiammatorio: per questo chi è costretto a curarsi col cortisone tende ad ingrassare.


http://www.nature.com/nrendo/journal/v1/n2/fig_tab/ncpendmet0023_F1.html


Il fruttosio di origine industriale aumenta i livelli di acido urico.Questa molecola inibisce l'AMPK, una proteina regolatrice del metabolismo. L'AMPK avvia il catabolismo lipidico, se questa è inibita non si dimagrisce e si tende ad ingrassare.
Vengono in pratica attivate tutte le vie anaboliche, i carboidrati vengono trasformati in grassi che entreranno negli adipociti e si accumulano nel fegato. Questa condizione si chiama steatosi ( fegato infiltrato di grassi) e in questo modo non si catabolizza l'insulina. Se l'insulina rimane alta, impossibile far uscire i grassi dagli adipociti.





 2013 Oct;62(10):3307-15

Il microbiota, l'insieme dei batteri presenti nel nostro intestino, influenza enormemente tutta la fisiologia dell'organismo: e tra le altre cose "decide" quante calorie vengano realmente assorbite dal nostro intestino in seguito all'ingestione di diversi cibi e nutrienti. Già nei neonati ciò che mangiamo, il latte materno o quello artificiale, influenzano la salute futura.

http://www.microbiologymaven.com/cool-science-stuff/make-friends-with-your-gut-microbiota-part-ii/


Insomma l'unico modo corretto per dimagrire è quella di "imbrogliare" il sistema di regolazione della composizone corporea, dimostrandogli che siamo in un periodo di abbondanza e quindi si può permettere di sprecare, attraverso la produzione di calore. E non far mancare l'attività fisica. In questo modo da un egual numero di calorie verrà sintetizzato poco ATP (scarsa efficienza), grazie all'attivazione del grasso bruno. Dimagrimento più lento ma che si manterrà nel tempo!
Aggiornamento 8/3/2016

Alcuni legami tra ormoni, cibo e aumento di peso

Aggiornamento 18/4/2016

Il prof Ludwig spiega perché non tutte le calorie sono create uguali: "Mettendo particolare attenzione alla qualità dei prodotti alimentari, piuttosto che alle calorie, possiamo mettere la biologia di nuovo dalla nostra parte per perdere peso senza perdere la lotta (contro i chili di troppo)."
Aggiornamento 15/5/2016

Il prof Ludwig spiega a Kevin Hall perché le calorie non sono tutte uguali, e soprattutto perché non serve a nulla andare  a stimare il bilancio energetico: non saremo mai abbastanza precisi.
La regola delle 7000 kcal per kg di grasso vale solo nel breve termine, a causa delle modificazioni fisiologiche che intervengono durante il dimagrimento.
Aggiornamento 7/6/2016

Lo stress e l'ansia aumentano il rilascio di una citochina infiammatoria, IL-6, implicata nel diabete e nelle alterazioni metaboliche: non si può avere un consumo energetico normale in momenti di stress.
Aggiornamento 27/6/2016

Un bell'articolo con esperti del settore a rimarcare la marginalità del calcolo calorico nella scienza dell'alimentazione moderna.
Alcune ragioni per cui non si perde peso, tra cui l'alcol che aumenta gli estrogeni e quindi la deposizione di grasso.

Aggiornamento 7/7/2016

Un pasto ad alto indice glicemico , fatto con cibi raffinati (pasta e pane bianchi ad esempio) annulla i benefici della attività fisica precedente.

Il dott Ludwig parla di 7 motivi per cui non si dimagrisce:
  1. Mangiare troppo dopo lo sport
  2. Il set-point
  3. Una colazione fatta male
  4. La dieta ipocalorica
  5. I dolcificanti artificiali
  6. Il craving per gli alimenti insalubri
  7. L'uso scorretto del sale
E continua a smentire Kevin Hall sul modello calorico.

Aggiornamento 17/7/2016

Continuano le pubblicazioni di Ludwig e Feinman contro il modello calorico.
Aggiornamento 4/8/2016

Il sistema immunitario (soprattutto le cellule B) ha un ruolo  fondamentale , in collaborazione con i metaboliti batterici, nel modulare il metabolismo energetico, e stabilire quando sintetizzare i grassi o quando ossidarli. Immunoglobuline di tipo G e A sono coinvolte, perciò anche la reazione ai diversi cibi.
Il riflesso della sete ha conseguenze pura sulla fama, per cui bere acqua ai pasti appare appropriato, meglio se fresca.
Aggiornamento 31/8/2016

Gli ormoni più importanti che regolano il peso corporeo, e come ribilanciarli.

L'infografica sulle cause del sovrappeso, complessa no? Altro che solo calorie. Il bilancio energetico è praticamente una bufala .

http://www.obesity.org/obesity/resources/facts-about-obesity/infographics/potential-contributors-to-obesity

I consigli della dott.ssa Gottfried per dimagrire, senza pensare alle calorie ma ribilanciando gli ormoni.
Aggiornamento 7/9/2016

Durante l'aumento di peso, l' aumento della quantità di insulina sembra una reazione essenziale, probabilmente per compensare la difficoltà che questo ormone ha a raggiungere gli interstizi cellulari.
Aggiornamento 7/10/2016

Un articolo che spiega in modo semplice le inutili semplicità dell'approccio calorico, e un libro che spiega la complessità delle cause di aumentare il peso, l'infiammazione e l'epigenetica compreso, aldilà di calorie.
Il metodo del dott. Ludwig, che dimentica le calorie da contare. Infatti la risultante della composizione corporea non è dovuta a mancanza di volontà delle persone, ma ai sistemi biologici che impediscono di variare meglio.

Negli Stati Uniti molti bambini sono  indebitati obesi . Questo può sembrare strano, ma la scarsa qualità del cibo, l'assenza di cibo fresco e la precarietà della vita contribuiscono all'aumento di peso.
Aggiornamento 15/10/2016
Cosa rallenta il metabolismo? Lo zucchero, poco mangiare, poche proteine, sedentarietà, non fare peso, mancanza di sonno
Aggiornamento 21/10/2016

L ' importanza  del nervo vago in quantità di cibo da ingerire e per dimagrimento.
40 modi per dimagrire un po 'di più.
Secondo un nuovo studio la risposta al taglio calorico è positiva a seconda della predisposizione genetica
Aggiornamento 30/10/2016

Scoperta una nuova via metabolica che lega la risposta alla stress con l'apporto calorico e provoca l' aumento del numero di adipociti. Il tasso di proliferazione delle cellule grasse aumenta con lo stress.

Aggiornato il 3/11/2016

Perché è l'effetto insulinemico che conta e non le calorie.
Alcol e iperomocisteinaemia. In particolare in condizioni di eccesso di carboidrati, stimolano un fattore, SREBP-1c, che attiva la sintesi e l'immagazzinamento dei lipidi; Questo viene mediato anche dal stress del reticolo endoplasmatico, la struttura che modifica le proteine.
Il concetto di calorie vuote è così stupido che è riportato sul sito ufficiale USA per la promozione della sana alimentazione. Grazie Bressanini, un'altra perla di non saggezza
Aggiornamento 10/11/2016

Un articolo della dott.ssa Gottfried sulle interferenti endocrini: eliminarli dovrebbe essere una priorità politica.
La loro presenza è associata ad un aumento di peso, malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Gli adipociti aumentano di numero e dimensioni. Al di là del modello calorie dentro-calorie fuori ovviamente.
Eliminare tutto ciò che contiene ptalati e parabeni.
Per facilitare l'eliminazione, assumere molta fibra solubile (frutta, verdura, legumi). Per stimolare la disintossicazione epatica, N-acetilcisteina, selenio, calcio glucarato, tè verde.
Aggiornamento 18/11/2016
L ' epigenetica  sembra avere un  ruolo  importante nella tendenza a mettere grasso bianco o bruno.
Aggiornamento 21/11/2016
La risposta metabolica ai vari microbi non è affatto  scontata  e varia soggettivamente.
Aggiornamento 26/11/2016

Gli omega 3 si anticipano possono aumentare l'ossidazione degli adipociti bruni, ma anche favorire la proliferazione e maturazione dei preadipociti.
Aggiornamento 2/12/2016
I bagel fatti con amido resistente  aiutano a ridurre la glicemia postprandiale e l'iperinsulinemia. Questo per i fautori dell'indice glicemico è inutile. Ci  informa il prof. Ludwig che una maniera migliore per non alzare la glicemia, oltre all'amido resistente è ... resistere all'amido, e evitare raffinati farinacei, utilizzando solo legumi, Frutta e cereali un chicco.

Aggiornamento 8/12/2016
L'espressione  di un legato all'infiammazione, THNSL2,  riduce  la spesa energetica e facilita l'aumento di peso. Ulteriore conferma di come il peso sia biologicamente determinato e non dipende esclusivamente dalle calorie
I ritmi circadiani  influenzano  il microbiota, e così tutte le sue  funzioni : detossificazione, funzione mucosa, epigenetica e espressione dei geni. Sconvolgendoli, si sconvolge anche il metabolismo.

Aggiornamento 10/12/2016

Come fa la fibra ad aumentare la sazietà? Tutti risponderanno: "riempiendo lo stomaco"
E invece il meccanismo è dovuto alla sua fermentazione da parte della flora intestinale, che rilascia acidi grassi a breve catena che agiscono su un recettore. Questo recettore , una volta attivato, invia segnali all'ipotalamo, l'appendice regolatrice dell'appetito e della spesa energetica, riducendo il primo e aumentando il secondo. Il tutto senza che le calorie siano coinvolte.
Un modello visivo per capire come i carboidrati in eccesso vengano trasformati e immagazzinati come grassi.
http://www.burnfatnotsugar.com/hydraulic.GIF

Aggiornamento 20/12/2016
I legami tra edonismo (piacere nel mangiare) e composizione corporea, che favoriscono il recupero del peso.
FGF19, un fattore ormonale, ha tutte le funzioni anaboliche dell'insulina tranne quella di favorire il deposito dei grassi: più muscoli e più glicogeno senza aumentare il grasso.
L'effetto benefico degli omega 3 su sensibilità insulinica e aumento di peso appare mediato da una particolare isoforma di un gene, APOE. Chi la possiede, ha i benefici.
Aggiornamento 21/12/2016

L'inflessibilità metabolica, la difficoltà nel passare dall'ossidazione dei carboidrati a quello dei grassi, tipico di chi abbia alterazioni metaboliche come iperinsulinemia, sedentarietà, pregresso dimagrimento, saltare la colazione, aumenta l'importanza dell'indice glicemico. In questi casi è più facile accumulare il grasso perché una scarsa massa magra non "tampona" le calorie di troppo, e il partizionamento dei nutrienti viene diretto verso l'immagazzinamento dei lipidi.

Lo sconvolgimento dei ritmi circadiani, come l'obesità, porta ad alterazioni nell'espressione genica che riducono l'ossidazione dei grassi e il metabolismo del glucosio, oltreché la funzionalità endoteliale, aumentando il rischio cardiovascolare. 

L'importanza delle vescicole extracellulari, nella regolazione dell'omeostasi energetica, glicemica (diabete) e autoimmunità. Questo avviene soprattutto regolando l'espressione genica: le proteine ​​non vengono prodotte anche se ci sono i geni che codificano.
I taniciti, una particolare classe di cellule che circondano l'ipotalamo e parti del sistema nervoso, gestiscono l'accesso dei segnali alla barriera ematoencefalica, fanno parte del sistema di risposta allo stress, e hanno un ruolo attivo nel regolare la spesa energetica e la composizione corporea.
Aggiornamento 28/12/2016

Il nuovo libro di Gary Taubes contro il conteggio calorico, è una sorta di processo: sul banco degli imputati lo zucchero.
Viene fatto il riassunto di come le autorità e i medici abbiano ignorato per anni la vera causa dell'obesità: l'iperinsulinemia, e non le calorie.
"Pensare che l'obesità sia un problema di bilancio calorico è come pensare che la povertà sia un problema di bilancio monetario"

Aggiornamento 2/1/2017
La dieta di tipo occidentale nelle topine gestanti  induce  una riduzione della spesa energetica e una ridotta consumo dei grassi come substrato energetico nella prole. I meccanismi, epigenetici e non, coinvolgono l'architettura della rete neuronale ipotalamica.
Aggiornamento 12/1/2017
"I nutrizionisti si stanno orientando verso quelle che una volta si chiamavano "diete alla moda", e stanno abbandonando le diete "blianciate" (che non servono a nessuno, NDR)".
"L'approccio migliore appare essere quello mediterraneo (non certo pasta e pane bianchi, NDR), senza tener conto delle calorie, sia come alimentazione che come movimento, e l'evidenza supporta il fatto che il cibo sia la più potente medicina o il più lento veleno disponibile."
Aggiornamento 16/1/2017

Dopo circa un secolo dagli esperimenti di Atwater, si scopre che aveva sbagliato tutto: i valori nutrizionali non sono corretti, troppe imprecisioni e cose date per scontato, e per fare un bilancio energetico non si tiene conto di tante cose fondamentali, come la perdita di azoto (massa muscolare), la perdita di nutrienti con feci e urine ecc. La caloria non è scienza!
Aggiornamento 18/1/2017
Uno scambio di battute tra Hall e Ludwig: il primo dichiara falsificato il modello dell'insulina, pur ritenendolo valido sotto certi aspetti, e l'altro spiega perché in realtà gli studi vanno bene.
Aggiornamento 20/1/2017

D. Mozaffarian, il più famoso epidemiologo della nutrizione al mondo
"Spostare l'attenzione dalle calorie e dai singoli nutrienti agli alimenti e alla qualità della dieta e reindirizzare gli sforzi verso interventi di popolazione che affrontino le cause alla radice (alimentazione e stile di vita sbagliati) possono ridurre significativamente le pandemie globali di malattie legate all'alimentazione e disabilità"
Aggiornamento 1/2/2017
Muoversi di più non significa spendere di più: in un modello animale, che riflette quello che succede nell'uomo, aumentare il tempo passato a muoversi non corrisponde ad un aumento di spesa energetica. Questo perché si arriva ad un plateau, e la spesa energetica utilizzata per il movimento viene sottratta ad altre vie metaboliche.
Il peso (e la composizione corporea) e il bilancio energetico sono determinati biologicamente, in maniera molto più complicata del "mangia meno, muoviti di più"!
Aggiornamento 4/2/2017

Interessante articolo di Bobybuilding Natural sulla densità nutrizionale e la sua influenza sul miglioramento della composizione corporea
Il "rate" (tasso) di lipolisi (fuoriuscita dei grassi dalle cellule adipose) è inversamente proporzionale alla tendenza a mettere peso, anche a parità di calorie, così come il numero degli adipociti (più sono grandi e più si tende a essere magri, se sono molti (iperplasia) si tende a ingrassare di più).
Aggiornamento 15/2/2017
Un ormone scoperto recentemente, l ' adropina , si abbassa in chi ha difficoltà a dimagrire, e questo sembra succedere in chi assume molti  carboidrati

Un funzionamento corretto del metabolismo del calcio è fondamentale per la lipolisi
Aggiornamento 18 /2/2017
Tutte le calorie sono uguali, ma alcune sono più uguali degli altri (cit La fattoria degli animali). Il fruttosio ad esempio ha un efficace effetto proinfiammatorio e lipogenico (stimola la sintesi dei grassi) che questa pubblicazione definisce "arma di distruzione di massa".
Come si pensa che la perdita di peso e come va veramente

http://www.tuitnutrition.com/2017/02/fat-loss-new-perspective.html?spref=fb
Aggiornamento 19/02/2017

Tutto ciò che mangiamo è un segnale per il nostro organismo.
Ad esempio mangiare tessuti che hanno accumulato nel tempo danni molecolari (ossia da organismi più anziani)  accelera  l'invecchiamento.
Questo studio rafforza l'idea dell'invecchiamento come accumulo di danni nel tempo.

Cade anche il teorema secondo cui tutto ciò che entra nello stomaco viene digerito e diventa tutto uguale.
Aggiornamento 25/2/2017
Perché quando c'è insulino-resistenza è così difficile dimagrire e mettere muscolo? Perché si determina un restringimento del flusso di sangue verso i muscoli. Così i nutrienti vengono diretti al tessuto adiposo e prevalentemente "messi da parte" per i momenti di difficoltà. Questo meccanismo, che ci ha permesso di sopravvivere alle carestie e all'impossibilità di procurare cibo, oggi, quando sussiste per un tempo prolungato, determina il diabete di tipo 2

Se prendiamo persone diabetiche e le dividiamo in due gruppi, uno che assume bibite light e l'altro solo acqua, il secondo ha miglioramenti dei parametri metabolici e del peso.
I dolcificanti artificiali sono tra le peggiori invenzioni dell'umanità e le calorie non servono a granché, sono solo una semplificazione per chi ignora la fisiologia.
Aggiornamento 2/3/2017
L'attivazione di alcune proteine, chiamate HSP, che rispondono allo stress, altera completamente la produzione di proteine e di energia (ATP) da parte dei mitocondri. (Anche) Per questo non possiamo considerare le persone che presentano stress cellulare al pari di persone sane: le loro vie metaboliche sono completamente alterate, e così l'utilizzo e l'ossidazione dei nutrienti
Aggiornamento 4/3/2017

Come mai diabete e ipertensione vanno di pari passo? Quando si alza la glicemia (e di conseguenza l'insulina) il rene trattiene più liquidi, e l'aumento di ritenzione si traduce in incremento di pressione sanguigna. I cibi che danno resistenza insulinica sono generalmente quelli industriali, ricchi di carboidrati e grassi raffinati, ma anche un eccesso proteico può determinarla

"Esiste una forte evidenza che alterare i cicli sonno-veglia porti a obesità e alterazioni metaboliche.
Sebbene dieta e attività fisica siano riconosciuti come i principali determinanti dell'aumento di peso, anche la qualità del sonno e la qualità e la tempistica dell'alimentazione sono fattori emergenti che contribuiscono ai problemi metabolici come il diabete.
Le calorie non sono tutte uguali perché il loro destino metabolico è dipendente dall'ora del pasto, e quelle introdotte nelle ore notturne sono generalmente correlate ad aumento di peso"
Inoltre svegliarsi tardi è legato a scelte poco sane per quanto riguarda la qualità dei cibi.
Aggiornamento 14/3/2017

Come fa il microbiota a influenzare il destino dei nutrienti? Modulando la quantità di energia estratta dalla dieta, influenzando le vie metaboliche e la flessibilità metabolica (il passaggio dall'ossidazione dei carboidrati a quella dei grassi), l'infiammazione, e stimolandoci a mangiare un cibo piuttosto che un altro
Aggiornamento 16/3/2017
Sebbene le calorie siano importanti a livello "macroscopico", la qualità della dieta interagisce coi fattori ormonali per influenzare il bilancio energetico a lungo termine

Come mai spesso dopo una fase di dimagrimento si raggiunge una fase di plateaux, ossia il peso si blocca? Il fenomeno è dovuto termodinamicamente al fatto che le calorie spese sono le stesse di quelle introdotte, e in particolare alla riduzione della spesa energetica e all'incremento dell'appetito, che servono, evolutivamente, a farci recuperare i kg persi.
In queste fasi aumenta anche la produzione di grassi interna (de novo lipogenesi) a partire dai carboidrati e si riduce l'ossidazione dei grassi.
Aggiornamento 21/3/2017

Come fa il cibo spazzatura ad abbassare il metabolismo? Richiede meno calorie per essere digerito rispetto ai cibi veri, induce insulinoresistenza e quindi tende a essere immagazzinato, riduce i segnali di sazietà

Oltre alla leptina, anche l'uridina, rilasciata dal fegato dopo che mangiamo ma dal tessuto adiposo lontano dai pasti, contribuisce al mantenimento della composizione corporea e alla spesa energetica, e la sua alterazione è osservabile nei diabetici e sovrappeso.
Aggiornamento 22/3/2017
legami tra infiammazione e aumento di peso (o a volte riduzione!)
Aggiornamento 24/3/2017

La nozione, finora aneddotica, che mangiare molto a cena, e in particolare carboidrati ad alto indice glicemico, avesse un impatto metabolicamente negativo, è stato finalmente dimostrato da un esperimento controllato.

Aggiornamento 28/3/2017
In una situazione infiammatoria (diabete, resistenza insulinica, tumori, malattie autoimmuni ecc), anche il metabolismo energetico è alterato. In particolare non arriva correttamente l'ossigeno ai tessuti, la produzione di ATP è alterata e vi è una competizione per i nutrienti con le cellule del sistema immunitario.
Il vostro nutrizionista vi dirà che mangiate di nascosto ovviamente
Aggiornamento 4/4/2017
Un post dove il prof Feinmann spiega perché il modello calorico è perdente: anche la sintesi del grasso utilizza energia, e non viene considerata normalmente.
Problemi immunitari e infiammatori? Iniziate a curare il sonno e resettare l'orologio circadiano. “Il sonno dovrebbe essere considerato un pilastro della salute, insieme ad alimentazione e esercizio fisico”, ha detto Van Cauter, docente di medicina a Chicago. “E' molto importante esaminare la possibilità che ottimizzare il sonno possa essere un intervento sullo stile di vita che potrebbe avere maggior successo della restrizione dietetica o dell'esercizio fisico. E' una cosa in più che le persone possono fare.”
Aggiornamento 8/4/2017

Non sempre l'esercizio fisico è utile ai fini del dimagrimento, in particolare quello aerobico: infatti può "minare" la buona riuscita del programma in molti modi.
La composizione corporea non è facilmente controllabile a lungo termine: questo perché l'organismo mette in atto meccanismi compensatori che impediscono di bruciare una quantità alta di calorie.
Può favorire un maggiore appetito e quindi introito (quello che si demolisce in 2 ore viene recuperato in 5 minuti!), e si attuano comportamenti compensatori quali minore attività fisica involontaria (più tempo seduti).
Inoltre, come già detto, la spesa energetica da attività fisica raggiunge un limite anche continuando a muoversi.
Aggiornamento 15/4/2017
Perché con certi cibi si è destinati a prendere sempre più peso? Questi alimenti danneggiano i reti neuronali che regolano spesa energetica e composizione corporea.

https://www.facebook.com/somersault1824/photos/a.172490939524242.30064.170817006358302/1116087101831283/?type=3&theater

Questi vie diventano sempre meno responsive agli ormoni e segnali dimagranti, ma sempre più a quelli che favoriscono la accumulazione dei grassi.
Le calorie sono solo una semplificazione senza fondamento, chi ne parla non conosce la fisiologia
Aggiornamento 17/4/2017
Vieni i cortisonici intervengono Direttamente al gran lunga aumentare il grasso corporeo, Agendo sui Circuiti di REGOLAZIONE del peso, e i modi per ridurre il cortisolo plasmatico
I grassi una catena corta e media hanno differente valore calorico di quanto previsto: questo perché riducono l'efficacia della produzione di ATP e forniscono equivalenti riducenti alla catena respiratoria, regolando l'ossidazione degli altri substrati
Aggiornamento 2/5/2017
I topi che  mangiano  fuori orario hanno alterazioni nella spesa energetica, si crea un "conflitto metabolico"
I batteri intestinali tipici delle persone con fibromialgia producono sostanze che alterano il metabolismo energetico, riducendo la produzione di energia e favorendo l'accumulo di grasso
Aggiornamento 12/5/2017

L'importanza di AKT e PKB nel destino dei nutrienti
Quando mangiamo di più, il nostro corpo consuma di più. Questa è una legge della fisiologia che ci permette di mantenere la composizione corporea. In alcune persone però questo sistema non funziona bene e la notte non riescono a ossidare le calorie in eccesso, aumentando le riserve di grasso.
Un surplus calorico da proteine non appare aumentare la massa grassa, almeno nel breve periodo e in un ambiente controllato.
Aggiornamento 16/5/2017
Interessante articolo di un bravo collega sul conteggio calorico
Aggiornamento 20/5/2017
I soliti noti, soprattutto per i conflitti d'interessi, si sono riuniti per sfornare un documento che dice sostanzialmente che la gente ingrassa perché non si muove, e non perché mangia male. Ignorando la fisiologia e tutta la letteratura recente
Aggiornamento 23/5/2017
Secondo uno studio, ridurre i carboidrati (e i cibi goitrogeni) riduce gli anticorpi contro la tiroide riducendo l'azione di ChREB, un elemento attivato dai carboidrati. Con una migliore funzione tiroidea i pazienti hanno perso peso, anche per l'inibizione della lipogenesi.
Un ripasso alla fisiologia per ricordarci perché non bisogna mangiare meno ma mangiare meglio! "[Quando si mette in atto un taglio calorico] si attivano i neuroni (ipotalamici) che ci rendono affamati e ci portano ad mangiare - ma quando non c'è cibo disponibile, agiscono per risparmiare energia, limitando il numero di calorie che bruciamo e Quindi la nostra perdita di peso ".
Il Sale SEMBRA poter influenzare il metabolismo energetico, in modo da aumentare anche il rischio di diabete, cardiovascolare e osteoporotico anche in assenza di ipertensione responsiva al sale
Il perché l'insulina in abbondanza impedisce di dimagrire: è un segnale che non fa ossidare i grassi e li fa accumulare
Aggiornamento 29/5/2017

Alcuni motivi in ​​più per evitare i prodotti light: in questi cibi i grassi vengono sostituiti con zuccheri, determinando una (scarsa) riduzione di calorie totali.
Solo che, almeno nei topi, le calorie da zucchero alterano la flora intestinale e la comunicazione tra intestino e cervello, inducono infiammazione intestinale e accumulo di grasso. Lo segnala anche la mia collega e amica Roberta Addevico.
Aggiornamento 3/6/2017

Cosa succede quando mangiamo zucchero: alterazione di diverse funzioni, invecchiamento precoce, voglia di mangiare di più, stress ecc
Più la dieta contiene cibi infiammatori (tipicamente quelli processati), più si tende ad ingrassare.
Anche in assenza di eccedenza calorica, i grassi trans  aumentano  il  grasso viscerale.
Aggiornamento 7/6/2017
Meglio il pane integrale o da farina raffinata? La risposta sembrerebbe scontata. E  invece  no. A seconda del nostro microbiota è possibile infatti che entrambi  modificino  le risposte metaboliche, in particolare la glicemia, in maniera positiva o negativa.
Gli autori dello studio concludono che "più in generale, il nostro studio sottolinea l'importanza della personalizzazione nelle raccomandazioni alimentari, in quanto anche il confronto diretto dei pani comunemente considerati" sani "e" malsani "ha rivelato effetti personali sulla risposta postprandiale, Suggerendo che le raccomandazioni alimentari universali possano avere una limitata efficacia ".

Aggiornamento 20/6/2017

Molti continuano a dire che il glutammato non crea problemi. Però la chirurgia bariatrica determina il ritorno in quantità sensibili di un nostro amico intestinale, il B. thetaiotaomicron, capace di consumare il glutammato e, guarda caso, riducendo il glutammato sanguigno il dimagrimento inizia.
Aggiornamento 24/6/2017

Si confermano i legami tra interferenti endocrini e diabete, aumento di peso, infertilità, tumori, problemi tiroidei e neurologici,
Le sostanze pericolose non sono solo quelle artificiali (pesticidi, BPA, conservanti dei cosmetici, ritardanti di fiamma, ftalati), ma anche alcune provenienti dalla natura, come la genisteina della soia e il resveratrolo (nonostante i loro effetti talvolta benefici), le micotossine, il fumo di tabacco.
I periodi più critici sono la gravidanza e i primi mesi di vita, nei quali è consigliabile mangiare in prevalenza cibi biologici. Evitare inoltre i lo scatolame ed evitare di scaldare la plastica nel microonde. Anche il contatto con vernici e insetticidi va evitato.
Aggiornamento 26/6/2017

Gli interferenti endocrini sono capaci di stimolare la steatosi epatica "riprogrammando" il fegato, in pratica impedendogli di espellere i grassi che in questo modo si accumulano. Questo succede soprattutto in caso di esposizione nella vita intrauterina o nei primi mesi di vita.
Mangiare tardi la notte riduce l'ossidazione dei grassi, favorendo l'accumulo di peso, e sul lungo periodo aumenta il rischio di diabete e iperlipidemia.
Bell'articolo del dott. Hyman sull'inutilità di contare le calorie e sull'importanza di mangiare cibo vero
Aggiornamento 12/7/2017
L'esperto di metabolismo Lyle Mcdonald chiarisce perché il conteggio calorico, dal punto di vista chimico-biologico, sia una farsa.
Scrive sull'argomento: "È più veloce e meno noioso scrivere "Qualcuno ha un'eccedenza di 500 calorie" piuttosto che scrivere "Qualcuno ha un surplus di nutrienti che determina lo stoccaggio di sostanze nutritive in eccesso che rappresenta la quantità di energia accumulata che avrebbe aumentato una certa quantità di acqua di un certo numero di gradi Celsius se il corpo li avesse utilizzati per ossidarli per ottenere energia ". 😊😊😊

Dal punto di vista evoluzionistico, cosa significa ingerire dolcificanti artificiali? Significa stimolare i recettori per il dolce, che in natura possono essere attivati solo con la frutta. Per cui la nostra reazione è di avere uno stimolo per l'appetito e assumerne di più, essendo ricca in nutrienti utili. Quando però non arrivano i nutrienti, l'appetito rimane, e si tende a mangiare più del necessario.
Secondo una dichiarazione della Endocrine Society USA non vi sono abbastanza studi per stabilire che "una caloria non è una caloria" (per tutti), tuttavia viene sottolineato il legame tra la spazzatura di cibo e l'aumento di peso. Solo che, secondo loro, non vi è un aumento di peso se non superate le calorie.
Questo nessuno lo discute: un livello "macroscopico" (termodinamico) è per forza così. Solo che si dimentica di dire nelle conclusioni che tali calorie alterano la spesa energetica, al ribasso, favorendo l'aumento di peso.
Sono inoltre elencate le varie cause di obesità, ribadendo la difesa del peso corporeo con l'attivazione delle vie ipotalamiche (teoria dei set-point), la partizione delle calorie (gestita dall'enzima LPL, che favorisce l'ingresso di grasso nelle cellule), fattori genetici, epigenetici, ambientali (infezioni e abbandono del fumo, inquinamento, fattori sociali e economici, dieta e attività fisica ovviamente)
Aggiornamento 16/7/2017
Saltare un pasto ogni tanto non sembra legato ad una riduzione dell'energia energetica, ma saltando la colazione aumenta la predisposizione al diabete anche senza aumentare di peso
Aggiornamento 18/7/2017
Come fa una dieta a basso indice glicemico ad aumentare l'ossidazione dei grassi? Riducendo il rilascio di insulina, l'ormone che blocca l'uso dei grassi come fonte energetica.
Ecco perché le calorie non sono tutte uguali
Aggiornamento 20/7/2017

Esiste una "memoria epigenetica muscolare", che è la capacità di rispondere agli stimoli esterni. Penuria di nutrienti in gravidanza o infanzia pregiudicano la massa muscolare, anche attraverso le generazioni.
Inoltre la capacità di ossidazione dei muscoli: la perdita di mitocondri (corrispondente all'invecchiamento) è legata a malattie, stress, infiammazione.
Inoltre non solo la quantità di massa magra influenza il consumo (soprattutto quello basale, cioè a riposo) ma anche la sua "qualità": per questo è impossibile stabilire con esattezza il consumo calorico di una persona.
Aggiornamento 23/7/2017

Meglio mangiare poco dolce ogni tanto o rinunciarci? Risponde un esperimento della Università della Louisiana, il POUNDS Lost Study.
"Durante il trattamento di perdita di peso, la riduzione della frequenza di consumo di cibo spazzatura ha determinato la riduzione del craving (desiderio) per tali alimenti.
Per ridurre il desiderio, i pazienti devono essere istruiti a diminuire la frequenza di questi alimenti piuttosto che mirare a ridurre la quantità consumata.
Durante la perdita di peso e il mantenimento, gli individui con sovrappeso e obesità dovrebbero eliminare il junk food dalla loro dieta, piuttosto che consumare porzioni più piccole. Inoltre, durante un periodo di dimagrimento, le associazioni dimostrano che se i desideri sono ridotti, si riduce anche il peso corporeo. Questi risultati supportano il modello di condizionamento delle voglie di cibo e indicano che la gente dovrebbe diminuire la frequenza di consumo di cibi non salutari se vuole ridurre il desiderio di questi alimenti."
Aggiornamento 25/7/2017

Nello stato di insulino-resistenza, si determina la cosiddetta UPR (unfolded protein response), una condizione nel quale le proteine non vengono più prodotte in modo corretto, e i grassi non vengono ossidati ma sintetizzati.
Un articolo del prof Rossi sulla perdita di peso che si blocca.

NON PERDO PIÙ PESO! Succede a molti / i. Ho già scritto su questo argomento. Riscrivo. Il peso corporeo è la somma di alcuni componenti corporee: massa muscolare magra, massa grassa, acqua corporea, massa ossea, visceri. Dimagrire vuol dire perdere solo massa grassa senza intaccare muscoli, acqua e ossa. Il nostro corpo è formato da cellule. Con il passare degli anni il nostro corpo cambia la sua composizione, ha una progressiva perdita di muscoli, di acqua e di massa ossea. Si ha invece un progressivo aumento della massa grassa. Questo e 'il processo di invecchiamento. Ma è anche una perdita progressiva di CELLULE. Sta qui la vera causa di decadenza funzionale e estetica del nostro corpo. La netta riduzione del numero delle cellule causa la difficoltà di eliminare l ' Eccesso di grasso corporeo perché i grassi non possono essere ossidati, "bruciati" DENTRO le cellule che non ci sono più! Le cellule metabolicamente attive sono sopratutto le cellule muscolari. Ridotto il numero delle cellule, aumenta in modo consistente la parte extra cellulare che non consuma acidi grassi. Senza cellule non si "bruciano" i grassi alimentai. Il risultato? Il blocco della perdita di massa grassa. Occorre superare l'idea che sia sufficiente ridurre solo il cibo, le porzioni alimentari giornaliere per garantire una progressiva riduzione del peso corporeo. C'e 'molto di più nel nostro organismo. Non sarà certo un banale e semplice conteggio giornaliero delle Calorie, una differenza tra l'entrata e l'uscita di Calorie per garantire un sano peso corporeo. Se le cellule corporee sono state perse, Venire succede per tutti, occorre sviluppare di nuovo le cellule muscolari con esercizi di resistenza: elastici, resistenze meccaniche, peso, palestra. Fare muscolo e 'la strada per chi ha il peso bloccato. Ciascuno di noi ha un numero di cellule costituenti il ​​proprio corpo, responsabili dell'efficienza e vitalità, del peso corporeo, della propria salute metabolica e del proprio metabolismo. Buona giornata in salute.

Confermare sull'importanza dei ritmi circadiani, fare colazione e non mangiare tardi, da modelli animali e umani.
Aggiornamento 27/7/2017

Il cibo spazzatura fa in modo che, alla sua vista, si spengano i neuroni della sazietà e si attivino quelli della fame. Per questo ci trasformiamo in zombie che non riescono a dire di no
Aggiornamento 31/7/2017

Un enzima che produce TMAO (un derivato del metabolismo di colina e carnitina, responsabile dell'aterosclerosi e dell'infiammazione) influenza l'energia spesa e la produzione di  grasso beige, riducendoli e favorendo l'aumento di peso. Inibire la produzione di queste sostanze può aumentare la spesa energetica.
Anche una parità di calorie, una dieta amica dei nostri batteri intestinali e quindi ricca di fibre, tende a far ingrassare meno perché aumenta la diversità delle specie batteriche. La dieta con cibo spazzatura tende invece di ammazzare i batteri amici, è una specie di antibiotico.
Aggiornamento 1/8/2017
"Un nuovo sistema di alimentazione ad alta precisione per i topi da laboratorio rafforza l'idea che l'orario in cui consumiamo un cibo sia più critico per la perdita di peso rispetto alla quantità di calorie ingerite".
Aggiornamento 2/8/2017
Alcune cellule immunitarie sembrano  mantenere  la "memoria" del peso, favorendo, almeno nei topi, il recupero dopo il dimagrimento
Aggiornamento 4/8/2017

La flessibilità metabolica, la capacità di cambiare substrati di ossidazione, è fondamentale per mantenere il peso corretto. La sedentarietà  promuove  l'inflessibilità metabolica, riducendo l'ossidazione dei grassi e promuovendo il loro accumulo.
Aggiornamento 6/8/2017

L'infiammazione della microglia determina la suscettibilità all'obesità nei topi
Scrive il collega Francesco Astolfi " Se ingrassiamo per il troppo mangiare, la colpa potrebbe essere della neuroglia, cellule del sistema immunitario residente nel cervello. Secondo uno studio appena pubblicato su Cell Metabolism.
Sarebbero le cellule microgliali presenti nell'ipotalamo responsabili dell'aumento del peso La regione mediale dell'ipotalamo contiene alcuni neuroni specializzati nella regolazione dell'assunzione di cibo e di consumo di energia. Normalmente questa regione cerca di bilanciare il numero di calorie ingerite con il fabbisogno energetico necessario per mantenere un peso normale ( e stabile). "
Un altro studio mette in evidenza una particolare proteina (fosfatasi) che attiva la spesa energetica (grazie al grasso bruno) in risposta all'assunzione di cibo: quando questo meccanismo viene meno si ingrassa.
Aggiornamento 8/8/2017
Le azioni "ingrassogene" dell'insulina alta: soppressione del grasso bruno (e quindi del consumo energetico) e della lipolisi, aumento del grasso bianco.
Basta una giornata di eccessi alimentari con cibo spazzatura per indurre un stato di insulino-resistenza che stimoli la deposizione di grasso piuttosto che la sua ossidazione. Anche in soggetti sani. Questo è probabilmente un meccanismo evolutivo che permetteva ai nostri antenati, sempre in penuria di cibo, di mettere da parte qualcosa per i periodi di magra.
Aggiornamento 11/8/2017
Chi ha scarsa produzione dell'enzima amilasi, quello che digerisce gli amidi, tende a non ingrassare anche introducendo forti quantità di carboidrati. Questo è probabilmente dovuto alla maggiore quantità di amido non digerito e alle dosi più basse di insulina rilasciate
Aggiornamento 17/8/2017

Post tratto dal gruppo Facebook Old School Training & Physical Culture 2
PERCHE' L'AEROBICA CONTINUATIVA E SENZA CRITERIO E' CONTROPRODUCENTE PER DIMAGRIRE,CHARLES POLIQUIN
Ragione 1
L'allenamento aerobico raggiunge plateau dopo 8 settimane di allenamento,quindi qualunque programma OLTRE questo periodo di tempo è controproducente.
Questa affermazione dovrebbe aprire gli occhi per la maggior parte delle persone che immediatamente realizza che sta perdendo il suo tempo da parecchio.
Ragione 2
L'allenamento aerobico riduce la potenza localmente e sistematicamente,in altre parole si diventa piú lenti.
Se si è un atleta professionista o non,che partecipa in sport di squadra che richiedono velocità e abilità di salto,questa è la ultima cosa che si vuole da un programma di allenamento cardiovascolare (sono sicuro che in Italia e in Europa in generale, vi sono ancora molti atleti professionisti e preparatori atletici che fanno correre i loro atleti per vari chilometri,pensando di aumentare la resistenza cardiovascolare). 
PIÙ allenamento aerobico per gli arti inferiori si fa,piú l'elevazione nel saltare si riduce,piú la potenza nei lanci esplosivi con la palla medica peggiorano.
Ragione 3
L'allenamento aerobico aumenta lo stress ossidativo che accelera i processi di invecchiamento.
Secondo l'endocrinologa Dr. Diana Schwarzbein (autrice del Secondo Principio Schwarzbein),l'ossidazione è un processo che favorisce la formazione di radicali liberi nel corpo. 
Normalmente il corpo neutralizza i radicali liberi con sostanze conosciute come antiossidanti. 
Solo in presenza di una eccessiva produzione di radicali liberi,il corpo non è in grado di neutralizzare tutti i radicali liberi. 
Questo ha come conseguenza ALTERAZIONI nel metabolismo che accelera come conseguenza,i processi di invecchiamento.
Ragione 4
L'allenamento aerobico aumenta lo stress delle ghiandole adrenali che PUÓ avere come conseguenza il SOVRAPPESO e produrre altre conseguenze indesiderabili per la salute.
Secondo il Dr. James Wilson (autore di Fatica Adrenale - La Sindrome di Stress del 21 Secolo),"le giandole adrenali hanno la funzione di produrre ogni minuto, una quantità precisa e bilanciata di ormoni". 
Quando una persona fa troppo esercizio di tipo aerobico continuativo,le ghiandole adrenali possono alterarsi e possono avere come conseguenza la fatica adrenale. 
La fatica adrenale è associata a sintomi come:stanchezza,senso di paura,allergia,indebolimento del sistema immunitario,artrite, ansia,depressione,fatica cronica,perdita di memoria,difficoltà di concentrazione,insonnia e piú importante in relazione a questo articolo,la inabilità di perdere peso.
Ragione 5
L'allenamento aerobico aumenta la percentuale di grasso in persone stressate,contribendo ad aggiungere ulteriore stress.
Se una persona sta passando un periodo di forte stress, aggiungendo ulteriore stress attraverso allenamento aerobico continuativo,si aggiungerà altro tessuto adiposo rendendo difficile ottenere i risultati desiderati.
Ragione 6
L'allenamento aerobico peggiora la relazione testosterone/cortisolo che impedisce l'abilità di aumentare la massa muscolare e di perdere grasso.
L'allenamento aerobico continuativo è basicamente castrazione indotta attraverso l'esercizio fisico!
Aggiornamento 28/8/2017
Nello studio AHS2 fare colazione e pranzo molto abbondanti e poi saltare o fare una cena leggera è associato ad un peso migliore

I topi a cui viene tolto il senso dell'olfatto, pur mangiando pari a quelli normali, non ingrassano. Questo perché l'olfatto influenza indirettamente la lipolisi, bloccandola, e i grassi rimangono stipati negli adipociti.

Abbinare una bibita dolce (sia contenente zucchero che dolcificanti artificiali) ad un pasto proteico (ma anche glucidico) costituisce una bomba metabolica perfetta per l'accumulo del grasso: infatti il consumo di energia e in particolare di grassi scende, mentre aumentano l'appetito e la preferenza per il junkfood
Aggiornamento 19/9/2017
Contrariamente a quanto molti pensano, esiste un meccanismo fisiologico che si chiama "compensazione calorica", che serve a mantenere la composizione corporea stabile nel tempo. Mangiare più calorie viene compensato con un aumento della spesa energetica, e il peso non aumenta.
Questo meccanismo si perde nei bambini sovrappeso, soprattutto se assumono cibi spazzatura
Quante calorie servono per mettere muscolo? Ci risponde il genio della ricomposizione corporea
Aggiornamento 26/9/2017
La terapia con insulina aumenta nei diabetici di tipo 2 la sedentarietà. Questo sembra dovuto al fatto che l'ormone tende a far depositare le calorie come grasso, "lasciando" meno energia per gli altri organi tra cui i muscoli

Aggiornamento 2/10/2017
Mangiare tardi si conferma associato con aumentata adiposità e scarsa qualità della dieta, anche a parità di calorie. Probabilmente aumenta la propensione a mangiare di più e cibo spazzatura
Il cetilpiridinio cloruro è un antisettico inserito in dentifrici, lacrime artificiali, spray nasali, collutori ecc

Negli studi in vitro altera la funzione mitocondriale e quindi la produzione di energia cellulare e disturba la funzione estrogenica
Cosa succede se a 2 gruppi di persone diamo le stesse calorie, ma ad uno 25mL di olio di soia, e all'altro 25mL di olio extravergine? il secondo perde l'80% di peso in più, migliora la pressione e i marker di infiammazione
Aggiornamento 5/10/2017

Un post da Ric Fab, moderatore del gruppo Tiroide approccio Evolutivo
Negli studi in vitro altera la funzione mitocondriale e quindi la produzione di energia cellulare e disturba la funzione estrogenica
**perché si ingrassa (o quantomeno come)**
visto il 3D in cui si è parlato di ormone tiroideo e kg di troppo, un piccolo aneddoto che forse già conoscete 

negli anni settanta un biologo di nome Wade fece un esperimento su topi femmina: tolse loro le ovaie per vedere cosa succedeva
le topoline iniziarono a mangiare come forsennate e anche a mettere da parte fisicamente del cibo: si trattasse di comportamento umano, diremmo forse che erano diventate "golose"?
infondendo loro degli estrogeni il comportamento si annullava
la cosa interessante è cosa succedeva mettendole "a dieta", cioè limitando fisicamente il cibo a livelli normali: ingrassavano lo stesso e limitavano al massimo i movimenti
le topoline erano forse diventate "pigre"?
la spiegazione biochimica si potè trovare molti anni dopo, visto che mancavano gli strumenti: gli estrogeni controllano (inibendola) l'attività di un enzima chiamato lipoproteina lipasi (LPL) sulla membrana degli adipociti, che cattura il grasso circolante e lo porta dentro la cellula
se l'attività di questo enzima diventa incontrollata, i grassi vengono accumulati negli adipociti anche quando servirebbero da nutrimento al corpo, tanto che le topoline messe a dieta sarebbero morte di fame "da grasse" (cioè un'autopsia avrebbe rivelato un contenuto abnorme di grasso a fronte di una perdita di tessuto da parte di organi essenziali come fegato e cuore)
è in parte ciò che accade alle donne in menopausa (in parte, perché ovviamente l'esperimento estremizza la situazione, non cominciate con "ma io in menopausa sono dimagrita" eccetera, ovviamente la situazione reale è più complessa ed entrano in gioco altri fattori  )
l'aneddoto è riportato nel libro di Taubes "perché si diventa grassi", che si propone di ribaltare alcuni paradigmi che ci sono stati ripetuti talmente tanto da darli per scontati o "veri", mentre sono semplicemente dei modelli mentali (e dopo decenni di diete low fat, "mangia meno e va a correre" eccetera pare non spieghino le cose tanto bene)
in particolare, semplificando con una frase ad effetto, Taubes dice che SI MANGIA PERCHE' SI INGRASSA, piuttosto che vicevera (cioè si è impegnati nel "processo di ingrassare", che è primariamente ormonale), allo stesso modo in cui un bambino mangia per crescere, non è che cresce perché mangia: se non mangia a sufficienza cresce lo stesso, solo male; in sostanza si tratta quantomeno di non ridurla a una mera questione di "volontà" o di colpevolizzare comportamenti, non sta tutto lì

Aggiornamento 7/10/2017
Più sale l'infiammazione, più sale la resistenza insulinica, meno ci si libera del grasso sottocutaneo.

La calorimetria e le equazioni predittive non stimano correttamente i metabolismi.
Aggiornamento 10/10/2017

Spesso si vede le persone sovrappeso come prive di volontà, ma non sempre è così semplice, e possono concorrere fattori metabolici .
"Purtroppo, le persone obese sono spesso criticate, ed è una credenza comune che la ragione dell'obesità sia una mancanza di autocontrollo e disciplina", commenta Wölnerhanssern, autore dello studio. Tuttavia, non c'è dubbio che i fattori metabolici stiano giocando una parte importante. Lo studio mostra che esistono differenze strutturali tra le persone magre e obese, che possono spiegare la mancanza di sazietà nell'obesità.
Per questo non riescono a mangiare meno, in particolare nel lungo periodo.

Aggiornamento 16/10/2017
Un quoziente respiratorio alto (indicativo di predilezione per il consumo di carboidrati piuttosto che grassi) è associato nei giovani a maggiore adiposità.
Il grasso addominale genera grasso: influisce negativamente sulla spesa energetica, favorendo l'accumulo ulteriore di kg
Aggiornamento 17/10/2017

Dire "per dimagrire basta muoversi di più e mangiare di meno" è una cretinata fisiologica. Infatti la spesa energetica arriva a un plateau, ossia un punto oltre il quale non può andare, anche aumentando l'attività fisica.
L'organismo "sacrifica" la spesa energetica basale in questo caso, andando a perdere massa magra. Meglio poca ma buona.
Aggiornamento 21/10/2017

Lo stato infiammatorio cronico fa sì che l'energia non venga destinata ai muscoli ma al sistema immunitario, alterando le funzionalità corporee e la spesa energetica, stimolando l'invecchiamento e il rischio di malattie croniche

Un bell'articolo sulle vere cause dell'obesità e delle malattie cardiovascolari

Una particolare cellula immunitaria sopprime la produzione di noradrenalina attraverso una proteina (Slc6a2) e riduce la lipolisi. Inibire questa proteina potrebbe facilitare il dimagrimento, e soprattutto il mantenimento del peso perso.

Ottimo articolo sul perché il cervello ci vuole far tornare grassi dopo essere dimagriti: secondo uno studio pubblicato sul NEJM almeno per un anno le alterazioni ormonali permangono (meno leptina, più grelina ecc)
Aggiornamento 29/10/2017
Sono utili i farmaci contro l'obesità? Essi hanno come target le vie endocrine di gestione del peso.
"l'applicazione farmacologica dei farmaci contro l'obesità continua ad essere un'arte, data la diversità nella risposta individuale a questi farmaci, nonostante una perdita media di peso statisticamente significativa maggiore del 5% (rispetto al solo trattamento di cambio di stile di vita) riportata negli studi clinici"
Aggiornamento 9/11/2017
Dalla pagina Facebook del dott. Ludwig:
"Una nuova ricerca rivela che il tributilstagno agisce come interferente endocrino e causa aumento di peso creando nuove cellule adipose. Anche gli ormoni stimolati dal cibo (in particolare l'insulina) possono influenzare lo sviluppo delle cellule di grasso, fornendo una base per comprendere i danni metabolici dei carboidrati raffinati, andando oltre il solo contenuto calorico".
La ricerca fa luce su come le sostanze chimiche che interferiscano con il sistema endocrino, come il TBT, possono riprogrammare il destino delle cellule staminali

Le fisiologiche funzioni di termogenesi e come regolarle
Aggiornamento 21/11/2017

Ѐ stata individuata una variante genica che fa sì che i GLUT4, i trasportatori del glucosio all'interno delle cellule e in particolare dell'adipocita, che agiscono sotto il controllo dell'insulina, siano molto più attivi. Chi ha questa variante tende a ingrassare in qualsiasi condizione, in particolare quando sale la glicemia: il glucosio entra più velocemente del normale, e l'adipocita più che raddoppia le sue dimensioni.

"L'obesità è spesso attribuita ad una semplice equazione: le persone mangiano troppo e si esercitano troppo poco. Ma sta crescendo la prova che almeno parte dell'aumento di peso che affligge gli uomini moderni è predeterminato Quando all'equazione viene aggiunto un metabolismo rallentato dall'invecchiamento o una dieta ricca di grassi, l'obesità diventa quasi inevitabile".
Aggiornamento 27/11/2017
Il modo giusto per bruciare grasso e i motivi: attività intensa e insulina bassa.
Update 7/12/2016

Che succede a chi fa un'abbondante colazione ogni giorno? Cambia l'espressione dei geni e il corpo attiva il metabolismo, riducendo l'accumulo di grasso (si riduce l'insulina). Questo capita sia nei normopeso che negli obesi. Le calorie non sono tutte uguali durante la giornata.
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Physiology
"Il consumo della colazione ha aumentato l'apporto calorico totale nelle persone magre", afferma l'autore principale Javier Gonzalez, "ma questo è stato compensato dalla stimolazione del dispendio energetico tramite attività fisica nelle persone magre". Ancora più importante, fare colazione diminuiva l'attività dei geni coinvolti nella resistenza all'insulina e aumentava la quantità di zucchero che le cellule riuscivano a togliere dal sangue, il che poteva potenzialmente proteggere dal diabete e da altre malattie croniche nel tempo.
Il digiuno, nel frattempo, sembrava aumentare l'attività dei geni associati all'infiammazione, ma solo nelle persone con obesità. "Pertanto, le linee guida per il consumo della colazione dovrebbero forse differire a seconda che le persone siano magre o obese", afferma Gonzalez. Sono necessarie ulteriori ricerche, aggiunge, prima che tali raccomandazioni possano essere fatte.
"L'obesità è un problema che va al di là di quello che mettiamo nel piatto, non è solo un problema di bilancio calorico.
Gli alimenti influenzano la neurogenesi anche nelle zone che influenzano il metabolismo (ipotalamo). Così un'alimentazione ricca di prodotti raffinati riduce le calorie ossidate.
La sedentarietà riduce le calorie ossidate anche da fermi.
Alcuni farmaci, stress, mancanza di sonno e alterazioni del microbiota influenzano l'aumento di peso, anche a parità di calorie introdotte.
Anche la predisposizione genetica gioca un ruolo, ma può essere contrastata con un corretto stile di vita"
Update 10/12/2016

Il consumo della colazione influisce notevolmente sull'espressione dei "geni orologio", quelli che si attivano ad una precisa ora del giorno (ritmi circadiani).
La colazione saltata influisce negativamente sull'espressione di questi geni ed è correlata con l'aumento della risposta glicemica postprandiale sia in individui sani che in individui con diabete.
"Una corretta assunzione temporale dei pasti, come consumare la colazione prima delle 9:30, potrebbe portare a un miglioramento dell'intero metabolismo del corpo, facilitare la perdita di peso e ritardare le complicanze associate al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi legati all'età".

La fosforilazione ossidativa è un processo energetico altamente regolato, usato dalla cellula per trarre energia, soprattutto dai grassi. In certe condizioni viene sfavorita in modo da utilizzare prevalentemente i carboidrati
Aggiornamento 12/12/2017

Il CiCo (calories in-calories out) è solo una moda potenzialmente pericolosa
Aggiornamento 14/12/2017
Sempre più vie legano metabolismo e immunità
Quali sono i segni di un plateau metabolico, il punto in cui il calo di peso si interrompe?
La stanchezza, la fame, lo stress e l'irritabilità, il concedersi sgarri alimentari, il focalizzarsi disperatamente sull'allenamento cardio, non muoversi al di fuori della palestra.
In particolare lo stress è riconosciuto come fattore che impedisce il dimagrimento e favorisce l'aumento di peso
Aggiornamento 22/12/2017
Un gruppo di ricercatori olandese ha messo in evidenza che il livello infiammatorio della dieta stimola il recupero del peso perso, al di là dei macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati) e delle calorie. 
Nello studio chi ha usato cibi associati ad infiammazione ha recuperato molto più peso di chi ha usato cibi non infiammatori, anche tenendo conto dell'attività fisica.
Aggiornamento 24/12/2017
I microRNA, piccole molecole segnale rilasciate anche dal tessuto adiposo, partecipano alla  regolazione del metabolismo. 
Una dieta a basso indice glicemico riesce a ridurre i microRNA infiammatori anche a parità di dimagrimento.

Gli aminoacidi ramificati (BCAA) si confermano probabili nemici della glicemia. I topi nutriti senza limiti ma con alimenti a basso tenore di BCAA non ingrassano e non si ammalano di diabete, e quelli già ammalati guariscono. 
Questo avviene soprattutto tramite il blocco degli enzimi lipogenici (che stimolano la sintesi di grassi), e avviene anche se i topi continuano a mangiare zuccheri e grassi, facendo ipotizzare che sia la combinazione di BCAA, zuccheri e grassi a determinare i problemi metabolici.
In un modello animale il fruttosio, a parità di calorie, crea più problemi vascolari del glucosio.
Aggiornamento 5/1/2018
Eccitante scoperta di un nuovo sistema di regolazione del peso, indipendente dalla leptina, regolato dalle cellule ossee.
Osservano i ricercatori: "riteniamo che stare molto tempo seduti si traduca in un minor carico di peso per gli osteociti nelle ossa lunghe e, perciò, la regolazione omeostatica del peso corporeo non attiva il suo segnale afferente al cervello, con conseguente tendenza all'aumento di peso"

Il prof Ludwig scrive un articolo in cui ammette la difficoltà nel dimostrare pienamente il modello carboidrati-insulina nell'obesità, ma contemporaneamente fa uno studio in cui mette in evidenza che i valori più alti di insulina sono legati a maggior BMI da adulto, con una metodica ritenuta sicura (randomizzazione mendeliana).

Aggiornamento 10/1/2018
Indurre ipoglicemie con l'insulina porta, in un modello animale, ad un marcato aumento di peso senza che mangi di più. Questo avviene mediante la riduzione della termogenesi e dell'attività fisica.
Aggiornamento 14/1/2018
Uno speciale su Obesity dedicato al legame tra energia e aumento di peso. Vengono chiarite le varie cause (fumo, sonno, microbiota, temperatura ambientale, inquinamento, tecnologia, farmaci, infezioni, disparità sociale, scelte riproduttive, epigenetica, gravidanze tardive) dell'epidemia di obesità, senza concentrarsi esclusivamente sul bilancio energetico.
Aggiornamento 29/1/2018

Un bell'articolo che spiega le reazioni fisiologiche del nostro corpo alla restrizione calorica.
Aggiornamento 31/1/2018

Le diete ad alto tasso lipidico aumentano l'ossidazione dei grassi.

La disponibilità di macronutrienti, lo stato di allenamento, il sesso, l'intensità dell'esercizio e la sua durata influenzano l'adattamento cellulare, trasporto sistematico e infine l'ossidazione dei grassi.
Aggiornamento 13/2/2018
Come mai chi ha l'insulina alta fatica a dimagrire? a parte che dovrebbe essere ben noto a chi ha dato un esame di fisiologia, purtroppo ancora oggi qualcuno dice che non conta nulla...
L'effetto è di inibire la funzionalità mitocondriale e il consumo di energia del tessuto adiposo bruno, mentre i grassi vengono spinti a depositarsi negli adipociti bianchi. Il risultato netto è di limitare il dispendio calorico (se vogliamo farne una questione termodinamica).
L'uomo, anche quello sano, se fa più esercizio tende a compensare nelle ore successive, rimanendo più sedentario. La caffeina tende a far consumare più calorie e ridurre questa compensazione.
Aggiornamento 15/2/2018
Soprattutto in condizioni di stress, mangiare tardi la sera aumenta l'ormone grelina, noto per aumentare l'appetito e ridurre la spesa energetica, col risultato netto di facilitare l'aumento di peso
Aggiornamento 18/2/2018

Perché è così difficile mantenere il peso perso con una dieta ipocalorica? Dopo 2 anni le persone dimagrite hanno gli ormoni che stimolano l'appetito aumentati, e questo abbassa il consumo basale e li spinge a mangiare di più
Aggiornamento 20/2/2018
Contare le calorie serve a poco, così come mangiare poco. Questo perché quando mangiamo poco si attiva un "interruttore" nell'ipotalamo (Crat) che fa in modo che, dopo pochi mesi, le calorie introdotte, anche se poche, vengano destinate all'accumulo e non all'ossidazione. Questo fenomeno si chiama "nutrient partitioning" (partizionamento dei nutrienti introdotti)
Aumenta così la produzione endogena glucosio e grassi (lipogenesi) e si riduce la flessibilità metabolica (capacità di ossidarli).
"L'incapacità di adattarsi adeguatamente ai substrati metabolici è chiaramente un meccanismo importante che influenza lo sviluppo di malattie legate all'obesità, tra cui diabete e dislipidemia. Oltre all'apporto calorico, sta diventando chiaro che l'inappropriata gestione del "destino" dei nutrienti è in gran parte responsabile della malattia metabolica e questo studio dimostra che la proteina Crat nei neuroni ipotalamici AgRP ha un ruolo non apprezzato in questo processo"
Aggiornamento 22/2/2018

Si è scoperto almeno uno dei meccanismi che lega lo zucchero e in particolare il fruttosio con la deposizione di grasso viscerale (omento). Il fruttosio crea uno stato infiammatorio cellulare nell'adipocita che genera cortisolo, l'ormone dello stress, che aumenta il grasso intraaddominale, notoriamente legato al rischio di malattia. Il fruttosio da frutta non ha questa caratteristica. Possiamo anche ipotizzare che le persone stressate bramino lo zucchero per avere livelli di cortisolo più alti e rispondere così agli stress
Inoltre è un altro meccanismo per cui il grasso genera grasso: infatti più sono gli adipociti, più questo meccanismo è stimolato.



Aggiornamento 9/3/2018

Alcuni metaboliti degli aminoacidi ramificati (BCAA) e del glutamato sembrano aumentare il rischio di obesità in caso di alterazione della flora intestinale
Aggiornamento 10/3/2018
In uno studio assumere le fonti di carboidrati (cereali, farinacei, patate ecc) dopo le proteine (alimenti di origine animale, che di solito assumiamo come "secondi") riduce la produzione di grelina nelle ore successive. La grelina è l'ormone che aumenta l'appetito e il desiderio di cibo snack, oltre a ridurre il dispendio energetico. Questo può essere un semplice modo per smuovere il metabolismo
Aggiornamento 30/3/2018
L'insulinoresistenza causa infiammazione nel tessuto adiposo viscerale, e quindi non è solo il tessuto adiposo a causare insulinoresistenza, con un effetto reciproco che ricorda un cane che si morde la coda.
Aggiornamento 31/3/2018

Un composto naturale, il nicotinamide riboside, riesce a mimare la restrizione calorica e potenzialmente bloccare le malattie legate all'invecchiamento, come quelle cardiovascolari e l'Alzheimer. Gli studiosi specificano che si tratta di uno studio preliminare ma molto promettente.
Aggiornamento 4/4/2018
Il danno ossidativo dovuto a mitocondri invecchiati è tipico delle persone con scarsa muscolatura (gli anziani stessi), ed è forse dovuto ad una riduzione della sensibilità all'ADP, una molecola che attiva vie metaboliche che si forma dopo gli sforzi.


https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S221112471830264X

In queste persone la produzione di energia è alterata.
Aggiornamento 11/4/2018

La qualità della dieta sta peggiorando negli USA, e così la qualità della vita, e aumenta la mortalità
Aggiornamento 12/4/2018

"L'obesità come una malattia, e non come un comportamento"

"I fattori che influenzano il peso corporeo (e anche l'equilibrio energetico di un dato individuo che porta all'obesità, con conseguente stabilizzazione del peso), sono determinati da una vasta serie di interazioni complesse attraverso le predisposizioni ambientali, di vita e individuali che includono la genetica, l'epigenetica, gli assetti ormonali, lo stress, il microbiota, gli eventi della prima infanzia.

Le strategie più efficaci per prevenire e trattare l'obesità sono approcci basati sull'evidenza che riconoscono l'eterogeneità nell'obesità e le sue complicanze e la variabilità interindividuale nella risposta al trattamento/intervento. Programmi graduali che sono adattati individualmente e combinano i cambiamenti dello stile di vita (ad esempio, dieta, attività fisica, sonno, riduzione dello stress e fattori scatenanti ambientali), i farmaci e la chirurgia hanno dimostrato di essere più efficaci nel promuovere la perdita di peso e il successivo mantenimento del peso".

Aggiornamento 13/4/2018

Perché col cibo spazzatura qualcuno ingrassa e altri no?
Alcuni ricercatori hanno scoperto che l'alimentazione ad alto contenuto di grassi (di tipo occidentale) stimola la crescita di batteri che aumentano la secrezione di enzimi digestivi e così l'assorbimento dei grassi.
Questi enzimi digestivi consentono il rapido assorbimento di cibi densi di calorie. Contemporaneamente, i microbi rilasciano composti bioattivi. Questi composti stimolano le cellule  nell'intestino ad assorbire i grassi. Nel tempo, la presenza costante di questi microbi  porta a ipernutrizione e obesità.
"I topi senza germi, anche se alimentati con una dieta ricca di grassi, non erano in grado di digerire o assorbire cibi grassi. Non sono ingrassati. Invece, avevano elevati livelli di lipidi nelle loro feci".
L'abbondanza di altre famiglie batteriche è diminuita con una dieta ricca di grassi, tra cui Bifidobacteriacaea e Bacteriodacaea, che sono comunemente associati alla magrezza.
Quando nei topi senza germi sono stati successivamente introdotti i microbi che contribuiscono alla digestione dei grassi, hanno rapidamente acquisito la capacità di assorbire i lipidi.
"Questo lavoro ha implicazioni importanti nello sviluppo di approcci per combattere l'obesità", concludono gli autori. Ciò include la riduzione dell'abbondanza o dell'attività di alcuni microbi che favoriscono l'assorbimento dei grassi o l'aumento dell'abbondanza di microbi che possono inibire l'assorbimento dei grassi.
"Direi che quello che emerge in generale è il concetto che ciò che mangiamo - la nostra dieta su base giornaliera - ha un profondo impatto sull'abbondanza e sul tipo di batteri che ospitiamo nel nostro intestino", ha detto Kristina Martinez-Guryn, PhD , autore principale dello studio, e ora assistente alla Midwestern University di Downers Grove, Illinois. "Questi microbi influenzano direttamente il nostro metabolismo e la nostra propensione a ingrassare con alcune diete".
Aggiornamento 25/4/2018

Lo sport attiva dei recettori ipotalamici che riducono l'appetito: il meccanismo coinvolge l'aumento di temperatura dell'organello, che così ci consente di introdurre meno calorie.
Aggiornamento 27/4/2018
I trigliceridi oltrepassano la barriera ematoencefalica inducendo insulino e leptino-resistenza, peggiorando il consumo di energia e il metabolismo.
Aggiornamento 28/4/2018
Quante volte si dice "che sarà mai lo zucchero nel caffè?" Bene un team ha messo a confronto, in persone con necessità di dimagrire, colazioni fatte con caffè zuccherato, succo d'arancia, latte e acqua, e il primo è quello che ha alzato maggiormente glicemia e insulina, ossia il miglior modo per favorire l'accumulo di grassi.
Aggiornamento 8/5/2018

Un ulteriore studio conferma l'importanza della colazione, anche se non è chiaro se riduca il rischio di aumento di peso perché si riduce l'introito calorico totale o perché le calorie vengono distribuite in maniera più bilanciata

Che legame c'è tra dolcificanti, sia naturali che artificiali, e problemi metabolici? "l'esposizione ad alte concentrazioni di glucosio e dolcificanti artificiali attiva meccanismi di alterazione dell'endotelio vascolare e del metabolismo energetico che possono essere importanti durante l'esordio e la progressione del diabete e dell'obesità".
Aggiornamento 13/5/2018

Chi non ha mai sentito dire che i carboidrati in eccesso si trasformano in grassi? C'è pure chi lo nega strenuamente.
Chi ha ragione?
Alcuni scienziati hanno scoperto che questo capita in condizioni di scarso NADintracellulare.
Il NADè un cofattore degli enzimi coinvolti nel metabolismo energetico, e la sua riduzione si associa all'invecchiamento.
Ecco spiegato forse uno dei motivi per cui da adulti è più difficile mantenere il peso.
"Il NAD+ appare essere un importante tramite tra il metabolismo dei grassi e dei carboidrati. La sua sintesi e conseguente consumo, a seconda del sito dove avvengono, fanno in modo che avvenga la trasformazione di carboidrati in grassi e la maturazione dei preadipociti.
La competizione tra gli enzimi NMNAT-1 nucleare e NMNAT-2 citosolico - per il loro substrato comune, il mononucleotide nicotinamide, regola l'equilibrio tra la sintesi di NAD+ nucleare per la regolazione dei geni adipogenici e la sintesi del NAD+ citosolico utilizzata nel metabolismo energetico".
La disfunzione della biosintesi di NAD+ svolge un ruolo fondamentale nella patofisiologia di più malattie, tra cui disturbi metabolici associati all'età (invecchiamento), malattie neurodegenerative e disturbi mentali.
In pratica la sua produzione si riduce con l'età, e questo può essere correlato con una maggiore difficoltà a mantenere il peso durante l'invecchiamento (aumenta la sintesi di grassi da carboidrati).
Aggiornamento 15/5/2018
"Non sono le calorie che ingeriamo a influenzare il peso: sono le calorie che digeriamo (assorbite dall'intestino). Aumentando o diminuendo la quantità di fonti di energia digeribili, in particolare i monosaccaridi e gli acidi grassi a catena corta, i batteri intestinali influenzano il numero di calorie assorbite dall'uomo".
L'articolo prosegue legando al microbiota diabete, aterosclerosi e pressione alta.

A parità di calorie una dieta con più bassa densità energetica permette di sentirsi più sazi e aumenta la possibilità di successo a lungo termine. Esagerate con le verdure!
Aggiornamento 18/5/2018
Finalmente una società scientifica mette nero su bianco che le calorie da zucchero sono più dannose delle altre per la salute cardiovascolare, anche senza aumento di peso.
Questo perché stimolano la produzione endogena di grassi (lipogenesi) e la deposizione di grasso viscerale.
Aspettiamo l'intervento del nostro ministro della salute che ci avvertirà che tagliare lo zucchero danneggia le industrie (soprattutto quelle farmaceutiche)
Inoltre, dopo il dimagrimento, la dieta ad alto indice glicemico (pur facendo perdere ugualmente peso) facilita il recupero del peso perso, a causa della ipersecrezione di insulina
Le conclusioni del Position Statement consigliano politiche per la prevenzione dell'obesità (favorire la diffusione dei cibi salutari rispetto a quelli insalubri e poveri di nutrienti) e la personalizzazione dell'alimentazione, in particolare a seconda del metabolismo glucidico
Aggiornamento 3/6/2018
Uno studio fatto su gemelli mette in evidenza come, a seconda dei microbi intestinali e dei nostri geni, si tenda a mettere grasso sull'addome (quello più pericoloso per la salute) a causa proprio dei prodotti batterici (metaboliti). Questo dimostra che, grazie a dieta e probiotici, possiamo influenzare il girovita.
Il professor Tim Spector ha dichiarato: "Questo entusiasmante lavoro nei gemelli mostra l'importanza per la nostra salute e l'importanza delle migliaia di sostanze chimiche che i microbi intestinali producono in risposta al cibo. Sapere che sono ampiamente controllati da ciò che mangiamo piuttosto che dai nostri geni è una grande notizia e apre molti modi all'uso del cibo come medicina"
Il Dr. Jonas Zierer, primo autore dello studio ha aggiunto: "Queste novità significano che possiamo modificare l'ambiente intestinale e affrontare la sfida dell'obesità da una nuova angolazione legata a fattori modificabili come la dieta e i microbi nell'intestino. Questo è eccitante, perché a differenza dei nostri geni e del nostro rischio genetico di sviluppare grasso intorno alla pancia, i microbi intestinali possono essere modificati con probiotici, con farmaci o con diete ricche di fibre ".
Aggiornamento 15/6/2018
In biologia spesso accade che 1 + 1 non faccia 2
I cibi che contengono sia grassi che carboidrati attivano maggiormente i circuiti della ricompensa (reward) e del piacere rispetto ai carboidrati o ai grassi assunti da soli. Le industrie ben conoscono questa situazione e per questo li inseriscono accoppiati nei loro prodotti.
"I nostri antenati cacciatori-raccoglitori mangiavano principalmente piante legnose e carne animale, hanno osservato i ricercatori. "In natura, i cibi ricchi di grassi e carboidrati sono molto rari e tendono ad avere fibre che rallentano il metabolismo", afferma Small. "Al contrario, è molto comune per gli alimenti trasformati avere alto contenuto di carboidrati e grassi."
Dopo l'addomesticamento di piante e animali e lo sviluppo della produzione di cereali e latticini circa 12.000 anni fa, aumentarono le opportunità di consumare grassi e carboidrati, ma i cibi industriali come le ciambelle, che possono contenere 11 grammi di grassi e 17 di carboidrati, esistono da solo 150 anni, non abbastanza a lungo per permetterci di sviluppare una nuova risposta cerebrale.
Gli scienziati ritengono che la nostra esperienza passata con le proprietà nutritive dei carboidrati stimoli il rilascio di dopamina nel cervello (si impara con l'esperienza) attraverso un segnale metabolico ancora sconosciuto. Questi tipi di segnali sembrano aiutare a regolare cosa e quanto mangiamo.
I ricercatori teorizzano che l'attivazione simultanea delle vie di segnalazione dei grassi e dei carboidrati attivi un effetto che la fisiologia umana non è in grado di gestire evolutivamente. Coerentemente con questo suggerimento, i roditori che hanno accesso solo ai grassi o ai carboidrati regolano il loro apporto calorico giornaliero totale e il peso corporeo. Ma dato l'accesso illimitato a grassi e carboidrati, prendono rapidamente peso".
Aggiornamento 7/7/2018
Pranzare tardi impatta negativamente sul microbiota salivare e così sul controllo metabolico, in un esperimento su donne sane
Aggiornamento 9/7/2018

Botta e risposta tra i soliti Ludwig e Hall: il primo porta le sue prove per il modello carboidrati-insulina, Hall chiarisce che esistono anche altri meccanismi (cosa scontata), ma i 2 sembrano comunque convergere più del solito

Aggiornamento 10/7/2018
Un post di Max Lugavere
"Ci sono così tanti miti sui carboidrati che volano in giro! I carboidrati ti rovineranno la vita, ti faranno ingrassare, prendono i tuoi soldi, rubano tua moglie, ecc! La verità è che i carboidrati sono solo un macronutriente - non c'è nulla di intrinsecamente sano o malsano su di loro! Ma... Oggi ne stiamo mangiando più che mai. Il 50% delle calorie che stiamo consumando provengono da loro! E siamo onesti, non tutti provengono dalla quinoa e dalle patate dolci. Mentre i guru del fitness sosterranno che una caloria è una caloria, il consumo cronico di carboidrati provoca una serie di cambiamenti fisiologici nel corpo che favoriscono il deposito di grasso. Consiglio vivamente di consultare l'ultimo articolo del Dr. David Ludwig (ricercatore sull'obesità di Harvard) in JAMA per esplorare questa importante distinzione.

A parte l'aumento di peso, l'insulina cronicamente elevata è legata a molte malattie: tutte le malattie vascolari, il cancro, il diabete di tipo 2, l'Alzheimer, solo per citarne alcuni! Inoltre, anche quando proviamo a ridurre i nostri carboidrati, siamo comunque propensi a mangiare più carboidrati rispetto ai nostri antenati! Alcune ricerche suggeriscono che le nostre piante stanno producendo più amidi e zuccheri e meno proteine ​​e minerali a causa dell'aumento dei livelli di CO2. Questo è il motivo per cui cerco di non esagerare nel mangiare troppi cereali - ma, con le verdure, probabilmente sto consumando una quantità biologicamente appropriata di carboidrati"
Aggiornamento 15/7/2018

Il prof Dioguardi, massimo esperto di aminoacidi e metabolismo nel mondo, sulle calorie


Aggiornamento 19/7/2018
Nel modello animale il succinato, una molecola intermedia del ciclo di Krebs, se somministrato attiva il grasso bruno e stimola il consumo calorico
Aggiornamento 28/7/2018

L'acido urico inibisce in maniera quasi diretta il segnale insulinico favorendo l'insulinoresistenza
Aggiornamento 29/7/2018

La supplementazione con aminoacidi essenziali riduce l'ipertrigliceridemia attraverso l'aumento dell'ossidazione dei grassi e una maggiore efficienza del ciclo di Krebs
Aggiornamento 28/8/2018

Lundberg, per anni editore di JAMA, sposa la teoria di Taubes secondo cui a far ingrassare non siano le calorie ma l'iperinsulinemia, creando uno sbilancio tra grassi che entrano e quelli che escono. E chiede scusa per aver accusato i grassi per anni.

Aggiornamento 17/9/2018
La restrizione calorica fa dimagrire anche tramite i suoi effetti di aumento del lattobacilli e bifidobatteri e riduzione delle specie cattive, almeno nel modello animale.
Aggiornamento 23/9/2018

Ancora a parlare di perdita di peso quando le persone serie parlano di composizione corporea... L'atleta deve migliorare la massa magra, da cui deriva la performance sportiva.
Bravissimo il mio collega Natale Gentile, responsabile delle Azzurre di Calcio, che scrive:
Purtroppo è ancora molto diffusa la convinzione che un nutrizionista che si occupa prevalentemente di sportivi ed atleti abbia come scopo principale quello di agire sulla riduzione ponderale degli stessi.
Anzi sempre più spesso nella mia esperienza mi capita di ritrovarmi con atleti che hanno per difetto incorretti livelli energetici.
Che il fenomeno sia molto diffuso lo testimonia lo stesso CIO che ha allargato il concetto di triade dell'atleta riferendolo non solo più alle donne ma parlando di RED-S, relative energy deficiency in sport, sindrome riferita anche ai maschi.
Una ridotta disponibilità energetica,dovuta sia ad un ridotto introito calorico e/o a livelli energetici elevati di spesa per l'esercizio,è alla base di una serie di conseguenze che non influenzano unicamente la salute ossea, la regolarità mestruale ed il comportamento alimentare, come era nella triade dell'atleta, ma finiscono per coinvolgere una serie di livelli ormonali (insulina,leptina,ormoni tiroidei, GH, cortisolo..) comportando alterazioni fisiologiche che interessano più organi e che si traducono anche in uno scadimento della prestazione fisica.
Aggiornamento 25/9/2018

Interessante articolo sui miti riguardanti l'obesità. Eccoli:
  • L'obesità è una condizione autoinflitta. I pazienti  mangiano in modo incontrollabile e sono gli unici responsabili di questa condizione
  • La gestione del peso è una semplice equazione matematica: peso = consumo di energia (cibo consumato) - produzione di energia (esercizio eseguito).
  • L'obesità è il risultato di una mancanza di autodisciplina dovuta alla dipendenza da cibi eccessivi o malsani.
  • L'obesità è un problema riscontrato solo nelle nazioni sviluppate, dove esiste a causa dello sfruttamento da parte dell'industria alimentare.
  • Le modifiche dietetiche sono mode che sono destinate a fallire e non hanno alcun supporto scientifico.
  • L'obesità è iniziata solo negli ultimi 30-50 anni e non esisteva affatto prima di allora.
  • Se i pazienti non stanno perdendo peso con la dieta e l'esercizio fisico, è perché non stanno provando abbastanza o stanno barando sulle loro modifiche dello stile di vita.
  • La chirurgia bariatrica è una procedura estetica che funziona semplicemente riducendo le dimensioni dello stomaco ed è troppo rischiosa, senza alcun beneficio significativo per la morbilità o la mortalità.
È stato infatti dimostrato che il peso non è solo un'equazione matematica, ma è associato al ruolo cruciale della fisiologia alterata.
Continua poi:
Il trattamento deve essere individualizzato
È importante rendersi conto che per molti pazienti l'obesità è multifattoriale. Esiste un'ampia eterogeneità nelle cause e nella manifestazione dell'obesità, che porta a un'ampia variabilità interpaziente nella risposta a diverse strategie terapeutiche. È per questa precisa ragione che la gestione dell'obesità deve essere personalizzata per ciascun paziente.
È con questa nozione che, andando avanti, dobbiamo capire che l'obesità è una malattia multifattoriale. Dobbiamo accettare che non si tratta semplicemente di una condizione derivante dalla "dipendenza da cibo". In effetti, sono state identificate più di 100 eziologie dell'obesità e abbiamo semplicemente graffiato la superficie al riconoscimento dei fattori causali.

Aggiornamento 26/9/2018
Ci dice Kevin Hall, l'idolo di chi pensa che una caloria sia sempre una caloria: "Diete con una maggiore quantità di proteine ​​possono offrire benefici per il mantenimento della perdita di peso, in particolare quando la dieta ha un basso indice glicemico. Il mantenimento della perdita di peso potrebbe essere migliorato perché le proteine hanno più elevato effetto ​​sulla sazietà rispetto ai carboidrati e ai grassi" e "Sfortunatamente, le interazioni tra dieta e biologia per la perdita di peso non sono sempre riproducibili e probabilmente spiegano solo una frazione della variabilità individuale".
Aggiornamento 17/11/2018
In un piccolo studio di 8 settimane, a parità di calorie chi ha assunto pochi carboidrati a colazione è dimagrito 3,5kg in più. Questo potrebbe essere dovuto al prolungamento dell'ipoinsulinemia (insulina bassa) in seguito al digiuno notturno.
Aggiornamento 1/12/2018

Da un articolo del prof Ludwig.

Si sa dagli anni 50 del secolo scorso che chi si mette a dieta va a riprendere peso. E questo dipende soprattutto dal fatto che il metabolismo cambia. Non è solo una questione di volontà: nella battaglia tra volontà e metabolismo, il secondo vince.
La spiegazione può essere data dal modello carboidrati-insulina, al di là del dispendio calorico: lo studio effettuato in random ha dimostrato come le persone che hanno utilizzato una dieta low carb dimagrivano meglio e avevano maggiore dispendio energetico. E questo è durato 3 anni.
Infatti "Secondo l'ultimo studio del prof Ludwig, sostenitore del modello carboidrati-insulina, a parità di calorie le persone con dieta lowcarb hanno maggiore spesa energetica, specie se hanno insulina alta.
La grelina, ormone della fame e del risparmio energetico, e la leptina, ormone che aumenta nel sovrappeso e non funziona più correttamente nello stimolare la spesa energetica, si sono ridotti.
L'effetto di "vantaggio metabolico" si è mantenuto nel tempo, mettendo in evidenza che le calorie da carboidrati fanno ingrassare (o meglio sono più legate all'aumento di peso) più di quelle da grassi, nonostante il calo fisiologico della spesa energetica sia comunque presente."
Ludwig accusa inoltre il suo "rivale" KD Hall di aver falsificato i dati nella sua revisione del modello, perché si continui a sostenere che tutte le calorie sono uguali, e gli risponde alle criticità su questo lavoro.
Aggiornamento 12/12/2018

Nel futuro della scienza della nutrizione, "basandoci sull'evidenza degli effetti  di diversi alimenti, metodi di lavorazione e schemi dietetici, stanno emergendo nuove priorità per la ricerca. Questi includono una composizione dietetica ottimale per ridurre l'aumento di peso e l'obesità; interazioni tra prebiotici e probiotici, alimenti fermentati e microbiota intestinale; effetti di specifici acidi grassi, flavonoidi e altri composti bioattivi; la nutrizione personalizzata, in particolare per lo stile di vita, i fattori socioculturali e microbiologici; e le potenti influenze del luogo e dello stato sociale sulle disparità nutrizionali e patologiche", le "evidenze crescenti suggeriscono che, nel  lungo periodo, la composizione qualitativa della dieta può essere un punto più importante delle calorie a causa delle diverse influenze di diversi alimenti nelle vie di controllo del peso come sazietà, ricompensa, risposte glicemiche, microbioma e funzionalità epatica".
Aggiornamento 23/12/2018

Sembrerebbe un mito quello secondo cui le popolazioni di cacciatori-raccoglitori siano magri perché hanno una spesa energetica elevata dovuta all'attività fisica: il dispendio è simile a quello degli occidentali sedentari, nonostante facciano attività intensa per quasi 2 ore al giorno

Un commento del collega Maurizio Tommasini al lavoro di Ludwig
Aggiornamento 30/12/2018

Nel modello animale, sconvolgere i ritmi circadiani (ossia stare svegli la notte) stimola la deposizione di grasso, in particolare nel fegato, anche nei topi magri e con una dieta normale


Aggiornamento 9/1/2019

L'effetto della luce sul nucleo sovrachiasmatico (una parte dell'ipotalamo) influenza l'intero metabolismo, tra cui quello glucidico, ed ecco perché disallineare il sonno con la luce diurna porta al diabete. Recenti evidenze mostrano che tutti gli organi vengono alterati: nell'intestino l'assorbimento degli zuccheri, nei muscoli nel tessuto adiposo la sensibilità insulinica, nel fegato la produzione di glucosio, nel pancreas la produzione di insulina. Assumere la maggior parte delle calorie nella prima parte del giorno e fare un digiuno consistente nelle ore notturne aiuta a ripristinare i corretti ritmi circadiani
Aggiornamento 11/1/2019

Uno studio su 300 persone è riuscito a mettere in relazione il metabolismo glucidico con il successo nella perdita di peso.
Le persone con glicemia alta ma insulina bassa perdono più peso (13 kg  dopo 2 anni) con una dieta low carb ad libitum (senza contare le calorie) mentre chi ha insulina alta ha convenienza a usare una dieta ipocalorica con pochi grassi.
Aggiornamento 14/1/2019

Nel modello animale prendere molto peso in gravidanza è associato con aumento del peso post parto e questo sembra dovuto a riduzione degli estrogeni che riducono la spesa energetica, grazie a un meccanismo epigenetico che riduce il tono simpatico
Aggiornamento 22/1/2019
Negli adulti solo l'8% circa degli adipociti si rinnova durante l'anno, con morte e sostituzione con nuovi adipociti. Il tessuto sottocutaneo addominale risponde prevalentemente con ipertrofia, mentre quello femorale con iperplasia.
Gli adipociti hanno un ruolo fondamentale nella tendenza al recupero del peso dopo dimagrimento. Infatti il dimagrimento determina uno "stress" in queste cellule, che provoca modificazioni nella loro funzione che servono a favorire il recupero del peso. Questi meccanismi sono dovuti al principio evoluzionistico di salvaguardia del grasso che ci permette di affrontare i periodi di carenza di cibo. Tra di essi, un aumento dell'infiammazione (e non una riduzione come a volte si pensa), alterazione delle citochine (messaggeri locali) secrete, rimodellamento della matrice extracellulare, ipossia, riduzione della funzione mitocondriale, della conversione di grasso bianco in bruno, della lipolisi (rilascio di grassi), rilascio di microRNA, molecole capaci di influenzare il metabolismo.
Per prevenire il recupero del peso, l'esercizio fisico e la dieta antinfiammatoria appaiono quindi importanti. Alcuni nutraceutici come resveratrolo, omega 3 e CLA possono avere un effetto, ma non sono testati su grandi numeri.
Aggiornamento 23/1/2019

È possibile spendere indefinitamente energia? No. L'organismo ha dei "sistemi di sicurezza" che lo impediscono, e servono per farci sopravvivere alle carestie, ma nel mondo moderno favoriscono l'insorgere di obesità. Uno appena scoperto è rappresentato da un ormone che i ricercatori cinesi hanno chiamato "Tsukushi" (TSK), e agisce bloccando il sistema nervoso simpatico, quello che attiva il grasso bruno, quando andiamo a spendere troppe calorie. Gli obesi hanno livelli di TSK più alti. I topi modificati per non avere il TSK, messi a dieta ipercalorica, prendono solo il 30% del peso in confronto ai topi normali che raddoppiano, e hanno più grasso bruno e più spesa energetica.
Questo ormone potrebbe rappresentare un target nella lotta all'obesità
Aggiornamento 1/2/2019
Sono state scoperte le cellule responsabili del metabolismo lento 😆😆
Sono dei linfociti T che producono integrina β7 (IELs), e sono un punto di raccordo tra immunità e metabolismo energetico, agiscono bloccando l'ormone GLP-1. I topi che possiedono molte di queste cellule tendono ad accumulare più grasso e ad avere più problemi dismetabolici (iperglicemia, ipertensione ecc). Invece quelli con poche di queste cellule possono mangiare a volontà senza aumentare di peso.
Il ricercatore Swirski ha commentato "Ora abbiamo molte domande da indagare - come queste cellule limitano la disponibilità di GLP-1, se le persone con un metabolismo più elevato hanno meno IELs, come la funzione delle cellule può cambiare nel corso di un giorno o della vita e di conseguenza il metabolismo, e se il blocco di queste cellule può essere utile nel trattamento di obesità, diabete, ipertensione e aterosclerosi. "
Aggiornamento 8/2/2019
Che succede se una ragazza che vuole dimagrire mangia di più ma meglio? Succede che perde mezzo kg di grasso e ne prende uno di muscolo, in barba agli esperti di dimagrimento che vi dicono che solo tagliando le calorie si dimagrisce. Il peso è solo un numero, le circonferenze e lo specchio spesso parlano molto di più. La ragazza ora pesa mezzo kg in più, ma è più "soda", per capirci.


Aggiornamento 13/2/2019
Secondo un trial in cui le persone erano lasciate libere di mangiare senza limiti (ma con pasti con le stesse calorie e gli stessi macronutrienti) "Eliminare gli alimenti industriali dalla dieta riduce l'assunzione di calorie e determina perdita di peso, mentre grandi quantità di alimenti ultra-elaborati nella dieta aumentano l'assunzione di energia e il peso. Limitare il consumo di alimenti ultra-elaborati può essere una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento dell'obesità". La differenza era quindi rappresentata da minerali e vitamine, che si perdono nel processo industriale e sono importanti per la sazietà
Aggiornamento 4/3/2019
Le cause dell'obesità sono più complesse di quanto si pensi, e dare la colpa al paziente è troppo facile e riduttivo.
"Incolpare il cibo di causare l'obesità è come incolpare l'assunzione di acqua per l'edema (ritenzione di liquidi). Così come esiste un sistema che bilancia i liquidi, ne esiste uno che bilancia i nutrienti (o calorie, in maniera semplificata). Un individuo con una compromissione del bilancio energetico troverà più facile aumentare di peso con un cibo denso di energia rispetto ad un altro individuo che mangia lo stesso cibo che non ha una compromissione del bilancio energetico.
I cibo in sé non causa l'obesità, ma il cibo consente all'obesità di manifestarsi, proprio come l'acqua consente al difetto nelle funzioni cardiache o renali di esprimere edema, o come un carico di glucosio consente l'individuazione di un difetto nel metabolismo glucidico nella diagnosi del diabete.
Sebbene l'obesità abbia molte cause, il suo attuale trattamento prevede la creazione di un deficit energetico riducendo l'assunzione di cibo. Il fatto che la riduzione dell'assunzione di cibo possa produrre perdita di peso è spesso considerata la prova che l'obesità è causata dal cibo. Tuttavia, ciò non dimostra il suo ruolo nel causare l'obesità. Spesso, causa e trattamento non sono due facce della stessa medaglia. Un'esposizione eccessiva alle radiazioni UV può contribuire al cancro della pelle, ma il suo trattamento non prevede il posizionamento di una persona in una stanza buia, al riparo dalla luce solare.
Il bilancio energetico, soprattutto a lungo termine, non dipende dalla volontà. 
Un malinteso popolare è che l'aumento di peso può essere previsto utilizzando una semplice quantità di calorie: se guadagni mezzo kg, hai introdotto 3500 calorie in più del tuo fabbisogno.
Non proprio. Lo studio "Vermont prisoner" è stato uno dei primi studi che mostra quanto sia difficile rendere i partecipanti disposti ad aumentare di peso grazie alla sovralimentazione forzata. Sebbene convenzionalmente si calcoli che 3500 calorie in eccesso portano a mezzo kg di aumento di peso, questi partecipanti hanno richiesto un surplus di calorie molte volte maggiore per ottenere 2kg.
Bouchard e colleghi hanno riportato un altro esempio così convincente. Hanno arruolato due partecipanti gemelli che sono stati sottoposti a un overfeeding forzato di 84 giorni. Sotto costante monitoraggio e sorveglianza, i partecipanti hanno ricevuto un surplus di 1000 kcal al giorno.
L'aumento di peso calcolato atteso durante lo studio era di 12 kg. Invece l'effettivo aumento di peso  è stato tra i 5 e i 15 kg. Nonostante l'identica assunzione di cibo in eccesso, alcuni individui erano molto resistenti allo stoccaggio di energia in eccesso, mentre altri avevano una fisiologia molto favorevole per aumentare di peso.
Il corpo ha dei meccanismi per resistere ai cambiamenti nei depositi di energia del corpo, che possono deviare dalle "aspettative matematiche" basate sui calcoli nell'assunzione di calorie. Leibel e colleghi  hanno dimostrato che i corpi sovralimentati hanno resistito all'aumento di peso rispondendo con un  aumento del tasso metabolico.
In alternativa, in caso di  dieta dimagrante, il tasso metabolico si è  ridotto e la perdita di peso è stata contrastata. Questi studi suggeriscono che meccanismi al di là del controllo volontario di una persona regolano le riserve di energia e possono rendere più facile o più difficile per i diversi individui aumentare di peso (o perderlo).
Non è solo una questione di forza di volontà. Se ci venisse chiesto di ridurre la frequenza di respirazione a 10 volte al minuto invece dei soliti 16-18, saremo certamente in grado di rispettare. La domanda cruciale è, per quanto tempo?
Allo stesso modo, è un compito arduo aspettarsi che una persona mangi sostanzialmente meno di ciò che il cervello, l'intestino e la fisiologia della persona stanno chiedendo, per mesi e anni. Questo non è un problema di forza di volontà solo per pochi eletti; è irrealistico e insostenibile per la maggior parte degli individui.
Così come per ogni tipo di tumore esiste un trattamento diverso, esistono diversi tipi di obesità  ed eccesso di adipe, con diverse cause. " Le obesità" richiedono che le varie cause e  siano identificate per un trattamento efficace.
Gli attuali trattamenti per l'obesità comprendono la gestione della dieta e dello stile di vita, alcuni trattamenti farmacologici e la chirurgia bariatrica. Si tratta di approcci di trattamento generico indipendentemente dalla causa. Se le singole cause dell'obesità dovessero essere correttamente identificate, il trattamento potrebbe essere diretto alle cause specifiche, che potrebbero essere più efficaci degli approcci attuali.

Aggiornamento 10/3/2019

I polifenoli di frutta e verdura agiscono sulle cellule adipose, in particolare sui recettori adrenergici, aumentando il consumo calorico, favorendo la trasformazione in tessuto adiposo bruno che consuma energia sotto forma di calore (termogenesi), la nascita di nuovi mitocondri, la lipolisi. Tutto questo in collaborazione con l'irisina
Aggiornamento 20/3/2019
Perché non tutti, anche a parità di dieta (di tipo occidentale) diventano obesi? Gli effetti genetici e/o epigenetici e i fattori comportamentali sono importanti modulatori e moderatori del bilancio energetico.
"Ovviamente, negli esseri umani i moderatori potrebbero anche includere il comportamento appreso o adottato tra cui ritmi del pasto, spuntini, modelli alimentari (come ricompensa con dolci), predilezione per l'esercizio fisico o giochi sedentari (al computer) e altri fattori.
Oltre a tali differenze comportamentali, i fattori biologici (inclusa la mancanza o la bassa qualità del sonno, i fattori psicologici, lo stigma del peso e la discriminazione) possono avere un effetto importante sull'aumento di peso"
Tra i fattori che influenzano la spesa energetica, invecchiamento, fattori neuroendocrini, termogenesi, grasso bruno, ridotta muscolatura, microbiota, farmaci.

Alcune argomentazioni contro il calcolo calorico
Aggiornamento 6/4/2019
Il cibo spazzatura stimola la deposizione di grasso addominale. Per ogni 10% di calorie in più da cibo industriali, la circonferenza addominale di un bambino aumenta di 0,7 cm tra i 4 e gli 8 anni.
I problemi al metabolismo glucidico solitamente si manifesteranno dopo gli 8 anni.
"Diversi meccanismi possono spiegare la relazione tra un consumo maggiore di cibi ultra-elaborati e l'obesità addominale. Tali prodotti sono squilibrati dal punto di vista nutrizionale e contribuiscono ad un aumento significativo dell'apporto energetico quotidiano a causa del loro contenuto eccessivo di zuccheri, grassi trans e saturi, e determinano minore stimolo della termogenesi se confrontati con alimenti non elaborati. Inoltre, i cibi ultra-elaborati sono altamente appetibili e possono portare all'interruzione dei segnali di fame e sazietà.
Un altro aspetto preoccupante è l'aumento dell'assunzione di sostanze artificiali aggiunte ai prodotti alimentari ultra-trasformati dall'industria. La ricerca indica che il fruttosio artificiale può contribuire all'obesità modulando il microbiota intestinale, i dolcificanti artificiali possono contribuire all'aumento di peso stimolando la secrezione basale di insulina e il solfito di sodio, il benzoato di sodio e la curcumina possono promuovere l'obesità diminuendo la secrezione di leptina".
Aggiornamento 11/4/2019
In persone con diabete di tipo 1, una dieta low carb può ridurre le ipoglicemie, le escursioni glicemiche e il grasso corporeo rispetto ad una dieta convenzionale (100 Vs 250g di CHO al giorno, con diete isocaloriche ossia con la stessa quantità di calorie)
Aggiornamento 24/4/2019

Nonostante quello che vi dicono alcuni "esperti", cioè che per dimagrire basti mangiare poco e muoversi tanto, le nuove linee guida europee sul trattamento dell'obesità dicono qualcosa di ben diverso. Sottolineano più volte di non stigmatizzare le persone obese, perché si tratta di una condizione complessa che non può essere trattata con semplicità né in tempi brevi.
Viene finalmente utilizzato lo schema del piatto suddiviso, per dare un'idea chiara di come mangiare e porzionare i cibi.
I consigli nutrizionali vengono riassunti in una tabella, in cui si parla anche di qualità e non solo di quantità del cibo.


Aggiornamento 25/4/2018
Il propionato è un acido grasso a catena corta prodotto anche dalla flora intestinale e in alcuni studi ha dimostrato di essere antipertensivo e antinfiammatorio. Attualmente è utilizzato come additivo nei prodotti da forno, perché previene la formazione di muffa. Nuovi studi su topi e uomini mostrano che, alle quantità di esposizione comuni, il propionato stimola l'iperglicemia e l'insulinoresistenza, attraverso il sistema nervoso simpatico, e favorisce un lento accumulo di grasso.
Aggiornamento 30/4/2019

Mangiare agli orari sbagliati, come fanno i lavoratori turnisti, altera le normali concentrazioni e risposte di insulina, IGF1 e cortisolo, aumentando la suscettibilità all'aumento di peso e alle malattie dell'invecchiamento.
Priya Crosby, autrice principale dello studio, ha sottolineato: "I nostri dati suggeriscono che mangiare nei momenti sbagliati potrebbe avere un impatto importante sui nostri ritmi circadiani. C'è ancora del lavoro da fare, ma prestare particolare attenzione agli orari dei pasti e all'esposizione alla luce è probabilmente il modo migliore per mitigare gli effetti negativi del lavoro su turni. Anche per coloro che lavorano in orari più tradizionali, fare attenzione a quando mangiamo è un modo importante per aiutare a mantenere gli "orologi" del corpo sani, specialmente con l'avanzare dell'età".

Aggiornamento 1/5/2019
In persone sane un pasto più abbondante del normale non provoca aumento di grasso perché il corpo risponde aumentando il consumo energetico. Non aumentano neanche i parametri collegati come insulina e glicemia. Se invece l'eccesso di calorie si protrae, le modificazioni in questi parametri sono sensibili.
Aggiornamento 2/5/2019
Nei giorni scorsi ha fatto notizia una revisione degli studi secondo cui non vi era evidenza che la colazione aiutasse a dimagrire, ma che anzi saltarla fosse una buona cosa per dimagrire.
La giornalista scientifica Rita Rubin ha fatto chiarezza, evidenziando che solo 2 studi su 12 hanno avuto una durata di 3 mesi, il tempo minimo necessario per stabilire un esito a lungo termine. Inoltre un recente lavoro ha messo in evidenza come conti anche ciò che si mangia, e non solo se si fa colazione o no. "Semplicemente non abbiamo prove sufficienti per sostenere o rifiutare l'idea se la colazione influenzi il peso corporeo", ha detto. "Detto questo, ci sono sempre più prove a supporto degli effetti positivi della colazione sui risultati correlati alla gestione del peso, inclusi il controllo dell'appetito, il desiderio di cibo, la sazietà e l'utilizzo degli spuntini". Inoltre il lavoro non teneva conto della composizione corporea, quindi non si capiva se saltando la colazione si perdevano muscoli o grasso.
Aggiornamento 3/5/2019

Il tessuto adiposo sottocutaneo (SAT) è sensibile alla luce solare. Quando "sente" il sole, il grasso si comporta da "sensore circadiano periferico" che contribuisce alla salute metabolica (gli altri stanno nel nucleo soprachiasmatico nel cervello e sono attivati attraverso gli occhi). In questo modo si stimola la lipolisi (fuoriuscita degli acidi grassi dagli adipociti), processo fondamentale per il dimagrimento.
"Quando le lunghezze d'onda della luce blu del sole - la luce che possiamo vedere con gli occhi - penetrano nella nostra pelle e raggiungono le cellule grasse appena sotto, le goccioline lipidiche si riducono di dimensioni e vengono rilasciate dalla cellula. In altre parole, le nostre cellule "immagazzinano meno grasso", ha detto Peter Light, autore senior dello studio, professore di farmacologia e direttore dell'Alberta Diabetes Institute di Alberta.
"Se applichiamo le nostre scoperte nel mondo reale, l'insufficiente esposizione alla luce solare che otteniamo otto mesi all'anno vivendo in un clima settentrionale potrebbe favorire lo stoccaggio del grasso e contribuire al tipico aumento di peso che alcuni di noi hanno durante l'inverno", ha aggiunto.
"La mancanza di sufficiente esposizione corporea alla luce solare può contribuire alla disfunzione del SAT a lungo termine e alle attuali epidemie di obesità, diabete e malattie cardiovascolari".
Aggiornamento 6/5/2019
Chi ha molte copie del gene per l'enzima amilasi salivare tende ad avere una diversa flora, con ricchezza di Ruminococcus, che tendono a far ingrassare perché degradano l'amido resistente e fanno assimilare più calorie. Hanno inoltre più Porphyromonas, batteri associati alle parodontiti.
Queste persone probabilmente starebbero meglio con una dieta low-carb.
Aggiornamento 11/5/2019

Da sempre si sa, anche se qualcuno ancora non se n'è accorto, che lo stress può favorire l'aumento di peso. Evolutivamente questo capita perché nei momenti di difficoltà abbiamo necessità di mettere da parte le calorie e non certo sprecarle per fare muscoli o in calore.
È stato ora scoperto un nuovo meccanismo a riguardo.
Vengono attivati i centri dell'amigdala, la parte del cervello che si attiva con la paura e l'ansia, e in caso di stress abbinato ad alimentazione con cibi caloricamente densi, viene rilasciato più NPY, un ormone che stimola la fame, rallenta il metabolismo e aumenta l'insulino-resistenza, in modo che la sazietà postprandiale non blocchi l'appetito.
"Meccanisticamente, è la diminuita capacità di segnalazione dell'insulina sui neuroni NPY dell'amigdala in condizioni di stress combinato a dieta ad alto contenuto di grassi che porta allo sviluppo esagerato dell'obesità".
Aggiornamento 12/5/2019
L’alternanza di digiuno e alimentazione è controllata da una complessa rete di connessioni cerebrali, segnali ormonali e sensori di nutrienti che coinvolge gli “orologi” periferici e cerebrali: il principale si trova nel nucleo soprachiasmatico (SCN), i secondari in altre parti del corpo. L’alterazione dei normali ritmi di alimentazione è legata a problemi metabolici. Limitare i tempi dell'assunzione di cibo - anche in caso di dieta sbilanciata - alla normale “fase attiva” (cioè di giorno, con la luce del sole) riduce i disturbi metabolici.
Di regola, mangiare durante la normale fase attiva e abbinare una colazione abbondante e un pranzo con una piccola cena risulta benefico per la salute metabolica.

Tenere conto dei tempi di assunzione del cibo può anche essere utile per migliorare le strategie di perdita di peso. Ad esempio, l'efficacia della perdita di peso durante la dieta è migliorata nelle persone che pranzano intorno a mezzogiorno rispetto a coloro che lo fanno più tardi nel pomeriggio.
Aggiornamento 18/5/2019

Che succede se si dividono 20 volontari sani in 2 gruppi, uno che mangia cibo spazzatura e l'altro cibo non industriale? Anche se le diete sono parificate per calorie e nutrienti, le persone sono lasciate libere di mangiare a volontà, e il primo gruppo mangia di più e aumenta di peso, mentre nel secondo dimagriscono.
Questo può essere dovuto alla minor sazietà, alla maggior velocità del consumo di cibo, al maggior consumo di energia indotto dal cibo non industriale (quoziente respiratorio inferiore nel secondo gruppo, ossia maggiore ossidazione dei grassi).
"In conclusione, i nostri dati suggeriscono che l'eliminazione degli alimenti ultra-elaborati dalla dieta diminuisce l'apporto energetico e facilita la perdita di peso, mentre una dieta con una grande percentuale di alimenti ultra-elaborati aumenta l'apporto energetico e porta all'aumento di peso. Limitare il consumo di alimenti ultra-elaborati può essere una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento dell'obesità. Tuttavia, le politiche che scoraggiano il consumo di cibi ultra-elaborati dovrebbero tenere conto del tempo, delle capacità, delle spese e dello sforzo richiesto per preparare i pasti dagli alimenti minimamente trasformati, risorse che sono spesso scarsamente disponibili per coloro che non sono membri delle classi socioeconomiche superiori".
Aggiornamento 7/6/2019

La dopamina è il neurotrasmettitore coinvolto nella volontà e nella motivazione di compiere qualcosa.
Lo stato infiammatorio cronico che colpisce molte persone, ad esempio quelle con girovita aumentato, o stressate o semplicemente anziane, sopprime la produzione di dopamina, e le persone possono essere particolarmente demotivate e depresse, ed è associato contemporaneamente ad uno sbilanciamento del sistema immunitario. Si ipotizza quindi che "l'infiammazione cronica e di basso grado contribuisca a compromettere la motivazione in alcuni casi di depressione, schizofrenia e altri disturbi".
Anche dal punto di vista energetico però ci sono conseguenze importanti. "È importante sottolineare che lo spostamento del metabolismo dalla fosforilazione ossidativa alla glicolisi (più inefficiente dal punto di vista energetico, ossia produce meno ATP) durante l'attivazione immunitaria è un driver primario delle richieste di energia eccessiva che caratterizzano la risposta infiammatoria e conseguentemente l'infiammazione cronica di basso grado. In pratica si usano prevalentemente i carboidrati e meno i grassi, e l'energia prodotta sostiene l'infiammazione stessa e non l'organismo. Si riducono così le energie a disposizione, come se il sistema immunitario "tramasse" per risparmiare energie aspettando momenti migliori.
Aggiornamento 8/6/2019

La dieta chetogenica può dare una "spinta" di 100 Kcal giornaliere consumate in più, il costo della gluconeogenesi epatica

Un articolo sugli errori nel conto calorico e la sua inefficacia nel mondo reale
Aggiornamento 11/6/2019
Come fanno stress, alterazione del sonno e dei ritmi circadiani a favorire l'accumulo di grasso? Uno dei meccanismi riguarda l'alterazione dei ritmi circadiani.
Il cortisolo, l'ormone dello stress, ha dei ritmi ben precisi durante la giornata nelle persone sane, alto al mattino e tendente a scendere durante la giornata. Somministrare l'analogo del cortisolo ai topi fa in modo che le cellule adipose siano più numerose e grandi. Questo però non succede, o in maniera limitata, se la somministrazione segue i ritmi circadiani.
Quando invece il cortisolo raggiunge un limite critico, stimola la produzione di una proteina chiamata PPARγ, che determina maturazione dei preadipociti in adipociti maturi. Questo significa avere più "magazzini" per le calorie introdotte, che tenderanno più facilmente ad accumularsi.
"Infine, questa ricerca sottolinea l'idea che forse l'esercizio fisico, l'esposizione al calore o il consumo di caffè che causano picchi pulsatili nel cortisolo sono utili per ridurre la probabilità che i preadipociti si differenzino in cellule adipose. Certo, è importante dedicare il tempo a queste cose, e le persone con problemi intestinali o surrenali dovrebbero usare queste cose in modo logico e produttivo invece di limitarsi a farle per routine, volenti o nolenti."
"Poiché i ritmi circadiani vengono riconosciuti come variabili importanti per l'ottimizzazione della salute e il trattamento delle malattie, i tempi [di somministrazione] diventeranno un fattore importante per massimizzare i risultati. Con un gran numero di persone obese e persone che assumono glucocorticoidi per numerosi problemi negli Stati Uniti, questo studio ci mostra come i fattori relativi alle perturbazioni circadiane possono promuovere l'accumulo di grasso.
I glucocorticoidi, come il cortisolo nell'uomo, sono influenzati dall'orologio circadiano in tutti gli animali e funzionano anche come input in tutto l'organismo. In altre parole, l'ambiente produce una variazione nei glucocorticoidi che promuove il giusto timing e la comunicazione tra sistemi di organi interdipendenti. I segnali circadiani che possono avere un impatto sul ritmo del cortisolo includono l'esposizione alla luce, il ciclo di alimentazione/digiuno, l'attività fisica e l'esposizione agli stress.
I glucocorticoidi sono farmaci utili nel ridurre problemi come stanchezza e dolore. Ma è importante prestare attenzione alle implicazioni fisiologiche del disallineamento con il ritmo circadiano del cortisolo. Quindi la tempistica potrebbe essere un grosso problema per chi assume glucocorticoidi e sta anche cercando di perdere peso.
Che tu sia esposto a segnali circadiani che disturbano i tuoi orologi o che sia esposto ai farmaci che fanno la stessa cosa, perdere il ritmo circadiano del cortisolo sembra promuovere l'accumulo nelle cellule di grasso, che diventano più grandi e numerose. Nessuna di queste cose è l'ideale in una popolazione già obesa".
Aggiornamento 13/6/2019

Uno studio compiuto su migliaia di gemelli dimostra che le linee guida dietetiche classiche e uguali per tutti siano troppo semplicistiche e che un approccio personalizzato alla nutrizione possa fornire migliori benefici a lungo termine per la salute.
I ricercatori hanno misurato i livelli ematici di zucchero, insulina e lipidi in risposta a pasti specifici, incrociandoli con i dati su attività, sonno, fame e batteri intestinali (microbioma) in migliaia di partecipanti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, per lo più coppie di gemelli.
"I risultati rivelano un'ampia variazione nelle risposte del sangue agli stessi pasti nelle diverse persone, sia che contenessero carboidrati o grassi.
Ad esempio, alcuni partecipanti hanno avuto aumenti rapidi e prolungati della glicemia e dell'insulina, che sono legati all'aumento di peso e al diabete. Altri avevano livelli di grasso che hanno raggiunto il picco e persistevano nel flusso sanguigno ore dopo un pasto, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Questa risposta era dovuta solo parzialmente a motivi genetici, visto che cambiava anche tra gemelli. La variabilità era quindi attribuibile anche al microbiota.
Sorprendentemente, le proporzioni di nutrienti come grassi, proteine e carboidrati elencati nelle etichette degli alimenti spiegano meno del 40% delle differenze tra le risposte nutrizionali degli individui ai pasti con quantità simili di calorie. Ci sono anche grandi differenze nelle risposte agli stessi pasti a seconda dell'ora del giorno in cui vengono mangiati.
I risultati suggeriscono che le differenze personali nel metabolismo dovute a fattori come il microbioma intestinale, la tempistica dei pasti e l'esercizio fisico sono  importanti quanto la composizione nutrizionale degli alimenti, sostenendo l'idea che la semplice etichettatura nutrizionale  è insufficiente per valutare il cibo".
È stato così messo a punto un algoritmo (dalla società ZOE) che può prevedere in base ai parametri personali quale sia l'alimentazione più appropriata
Il dott. Andrew Chan, professore di medicina presso la Harvard Medical School e  gastroenterologo del Massachusetts General Hospital, ha dichiarato: "È rassicurante che il nostro corredo genetico spieghi solo parzialmente come il nostro organismo risponde al cibo, sottolineando che il nostro metabolismo non è fisso - abbiamo il potere di cambiarlo. Una strada eccitante è quella di adattare le nostre diete ai batteri nel nostro intestino che ci aiuta a metabolizzare i nutrienti ".
"Per la maggior parte di noi, il cibo che mangiamo è la medicina più importante che prendiamo, eppure siamo tutti profondamente confusi su ciò che è buono per noi. Crediamo che unire scienza e intelligenza artificiale possa aiutarci, comprendendo per la prima volta le nostre risposte individuali al cibo ", ha detto il co-fondatore e CEO di ZOE, Jonathan Wolf.
Aggiornamento 18/7/2019

L'attività fisica  non riduce il rischio di ingrassare solo aumentando la spesa energetica, ma anche riducendo l'appetito (aumentando GLP1 e riducendo la grelina).
"In contrasto con il concetto prevalente di controllo del peso corporeo, l'impatto positivo dell'attività fisica non è completamente spiegato con l'ossidazione di più calorie ma - a determinati volumi - comporta anche il miglioramento del controllo dell'appetito. Importante, per prevenire l'aumento di peso un PAL di 1,76 (livello di attività fisica medio-alto) non richiede una forte attività fisica o esercizio fisico ma può essere ottenuto con un'attività lavorativa a discreta intensità, raggiunta in alcune professioni".
Questo ha dei risvolti nella vita pratica: essere sedentari ha un doppio svantaggio: ci si muove di meno e si mangia di più e peggio.

Aggiornamento 22/7/2019
Esistono cibi bruciagrassi? Probabilmente no. Comunque i cibi processati, a parità di calorie del pasto, hanno una termogenesi indotta dalla dieta, ossia il "costo metabolico" che il corpo deve spendere per utilizzare quel cibo, della metà rispetto ai cibi non processati. Si tratta di circa 70 Kcal, cifra non trascurabile se si pensa che 10 Kcal al giorno in più portano a un aumento di mezzo kg in un anno.

Aggiornamento 28/7/2019
Mangiare prima, allineando i pasti ai ritmi circadiani, non sembra aumentare il dispendio energetico, ma riduce l'appetito e consente così di mangiare meno durante la giornata. Inoltre migliora l'ossidazione dei grassi (flessibilità metabolica). Lo studio è stato compiuto su 11 obesi che mangiavano l'ultimo pasto entro le 2 del pomeriggio.
Aggiornamento 5/8/2019
Il legame tra immunità e peso corporeo, al di là delle calorie.
Aggiornamento 8/9/2019
Quali sono le caratteristiche delle persone magre "di costituzione", quelle che anche volendo hanno difficoltà a ingrassare?
I loro adipociti hanno più mitocondri e consumano più grassi, e hanno più "cicli futili" (costruzione e catabolismo di molecole, apparentemente senza senso ma in realtà consumano energia).
Aggiornamento 15/9/2019
Il consumo di cibo industriale è associato con maggiore adiposità in bambini e adolescenti. Può sembrare banale ma visto che qualcuno continua a dire che tutte le calorie sono uguali lo rimarchiamo.
Aggiornamento 16/9/2019

Si continua a dimostrare l'importanza dell'orario dei pasti.
In questo studio "una percentuale più elevata dell'apporto energetico giornaliero totale consumato durante la finestra mattutina era associata a minori probabilità di sovrappeso o obesità, e questa associazione era più forte nelle persone con un cronotipo precoce. Una percentuale maggiore dell'apporto energetico giornaliero totale consumato durante la finestra notturna era associata a maggiori probabilità di sovrappeso o obesità, in particolare nelle persone con un cronotipo tardivo".
Aggiornamento 21/9/2019
Un post di Emanuele Giordano sull'insulina
PERCHE' S'INGRASSA? E PERCHE' SI RISCHIA DI DIVENTARE O SI DIVENTA OBESI?
La risposta è: perché nelle 24 giornaliere producete troppa insulina.
Prendiamo il diabete di tipo 2, detto senile perché prima compariva in tarda età, mentre adesso l’età media della sua comparsa sta scendendo, tanto che per il 2025 si passerà dai circa 2,6 milioni di casi odierni in Italia al raddoppio di questo numero. Nel diabete di tipo 2 c’è resistenza insulinica, cioè le cellule resistono all’azione dell’insulina che servirebbe a far entrare più facilmente il glucosio nelle cellule per utilizzarlo come benzina. La conseguenza è che il pancreas a fronte di questa resistenza aumenta ancora la produzione di insulina nel tentativo vano e marginale di riuscire a spostare il glucosio dal torrente ematico a dentro le cellule.
Diciamo che ci troviamo in questo caso di fronte a un automobile che nonostante la tanga della macchina piena, invece di mandare la benzina nella camera a scoppio di combustione della benzina, per produrre l’energia che serve a far girare l’albero motore e muovere l’automobile, finisce per allagare tutto l’abitacolo facendoci annegare.
Ecco cosa fa il glucosio quando non va dove dovrebbe andare.
Diciamo anche che un 30% di persone sono asintomatici nonostante lo squilibrio glicemico e l’intolleranza al glucosio o sono prediabetici. Per ogni soggetto diabetico ce ne sono 4 in condizioni prediabetiche.
Quando un soggetto ha un diabete di tipo 2 e resistenza insulinica, si somministrano principalmente farmaci della categoria degli ipoglicemizzanti. Sospendiamo per un attimo la spiegazione di come funzionano questi ipoglicemizzanti, lo vedremo in un altro post. Se questi ipoglicemizzanti non riescono a raggiungere lo scopo, spesso si passa alla somministrazione di insulina. Ma la mia domanda è? Come è possibile concepire di dare altra insulina a un soggetto che ha già resistenza insulinica e che quindi ha già di per se livelli nelle 24 ore alti di insulina, dandogli ancora insulina. Certo la glicemia si abbassa, che è lo scopo di questa procedura, ma il paziente non dimagrisce, anzi ingrassa. Questo dovrebbe essere ovvio, dato che l’insulina è il più anabolico degli ormoni e fa aumentare il grasso. Si risponde generalmente nella maniera più banale e reattiva: ma così la glicemia è tenuta sotto controllo! E così sembra ogni problema e danno risolto. Ma, non è così. Più insulina più invecchiamento e malattie in formazione!
Vediamo il rovescio della medaglia. Cioè se produco meno insulina nelle 24 ore perdo grasso. Quale è la situazione estrema di questa affermazione? Risposta: il diabete di tipo 1, detto giovanile. Questo diabete da cosa è caratterizzato? Dal fatto diverso dal diabete di tipo 2, per cui di insulina non ne produce che pochissima il pancreas, o niente, con la conseguenza senza la presenza dell’ormone anabolico che il diabetico di tipo 1 perde peso, perde massa magra muscolare, ha difficoltà nella sintesi di tante proteine, perché la sintesi proteica richiede livelli normali di insulina. Il diabetico di tipo 1 non trattato ha una drammatica perdita di peso.
Quindi, dopo questa analisi, dobbiamo concludere che la principale e quasi sempre causa maggioritaria dell’aumento di grasso corporeo fino ad arrivare all’obesità è l’aumento quotidiano nelle 24 ore dell’insulina. Ora, finalmente, abbiamo una idea verso cui dirigerci per impedire che questo accada.
Infine, per scoprire l’intolleranza al glucosio più dei classici esami rivolti ai pazienti diabetici quali la glicemia a dgiuno o random, test di carico, è utile la determinazione della emoglobina glicosilata. Gli autori dell’Health Technology Assessment lo consigliano per individuare i pazienti a rischio (per etnia, familiarità, età, BMI o circonferenza addominale, iperlipidemia, ipertensione), impostando valori di cut off inferiori del 5,9% a quelli di soglia per la diagnosi del Diabete (Screening for diabetes and prediabetes, Lancet 2007)
Aggiornamento 7/10/2019
Le equazioni predittive della spesa energetica sono altamente erronee negli obesi.
Il fruttosio è tossico per i mitocondri, soprattutto nell'ambito di una dieta ad alto contenuto di grassi (guarda caso entrambi gli ingredienti sono contenuti nel cibo spazzatura).
Il fruttosio modifica il metabolismo dei mitocondri e le loro proteine, riducendo le capacità ossidative e aumentando la sintesi di grassi, e "questo potrebbe contribuire all'associazione dell'elevata assunzione di fruttosio con lo sviluppo dell'obesità e delle sue complicanze metaboliche".
Aggiornamento 8/10/2019
Continua il duello tra Ludwig e Hall sull'effettiva importanza dell'insulina e dei carboidrati nel guadagno e nella perdita di peso
Aggiornamento 4/11/2019

Il peso corporeo è regolato da un complesso sistema neuro-ormonale. "In sostanza, i segnali coinvolti nella regolazione omeostatica dell'assunzione di cibo, del bilancio energetico e del peso corporeo sono integrati centralmente nel nucleo arcuato dell'ipotalamo, nel tronco cerebrale caudale e in parti della corteccia e del sistema limbico". La spesa energetica viene adattata all'introduzione di cibo.
È stato suggerito che, piuttosto che qualcosa di "sbagliato" nel controllo omeostatico dell'assunzione di cibo, il sistema non è sufficientemente calibrato per far fronte a cambiamenti ambientali radicali e, quindi, "sopraffatto" in modo che il sistema edonistico diventa una forza trainante per spingere al consumo eccessivo.
I grassi saturi sono un esempio di nutriente che infiamma l'ipotalamo e ne altera la funzione.
In particolare il sistema si attiva per favorire il recupero del peso perso in seguito a restrizione calorica, aumentando l'appetito, riducendo la sazietà e il consumo energetico.
In questo modo solo una dieta "amica" dell'ipotalamo, che riduca l'infiammazione e favorisca la sazietà, senza stimolare le vie edonistiche, può avere successo nel lungo termine. Decidere di dimagrire sul lungo termine è come decidere per quanto trattenere il fiato o quando far battere il cuore.
In tabella i fattori ambientali che favoriscono l'aumento di peso.


Aggiornamento 24/11/2019
Proteine, molte o poche? Una corretta quantità di proteine previene il catabolismo muscolare, ma più aminoacidi si ingeriscono più essi vengono ossidati.
"L'ingestione di proteine ​​aumenta la sintesi proteica muscolare e diminuisce la proteolisi delle proteine ​​muscolari, ma la relazione tra l'ingestione di proteine ​​e il bilancio netto delle proteine ​​raggiunge un plateau a ~ 20-30 g per pasto.
L'ingestione di proteine ​​stimola la secrezione di insulina ma anche di glucagone e può così compromettere l'azione dell'insulina, riducendo il rischio di ipoglicemia, ma fornendo anche una potenziale spiegazione meccanicistica per l'aumento del rischio di diabete di tipo 2 associato a un'elevata assunzione di proteine che osserviamo negli studi sulla popolazione".
"Nelle persone con sovrappeso e obesità, un'elevata assunzione di proteine ​​senza una concomitante riduzione sostanziale dell'assunzione di carboidrati attenua l'effetto terapeutico della perdita di peso indotta dalla dieta sulla sensibilità all'insulina. Tuttavia, un aumento dell'assunzione di proteine ​​e la conseguente secrezione di glucagone potrebbero essere utili nelle persone con obesità e T2DM facilitando la perdita di peso e migliorando il controllo glicemico attraverso un aumento della sazietà e dell'effetto termico, un più lento svuotamento gastrico, una diminuzione e un più lento aumento del glucosio e dell'insulina nel sangue".
Aggiornamento 30/11/2019
Senza il tono simpatico, l'attivazione basale di una parte del sistema nervoso autonomo, non c'è rilascio di grassi dagli adipociti (lipolisi), e non c'è grasso beige. Chi è un po' più sfortunato ha un basso tono simpatico basso e di conseguenza il metabolismo lento, perché fatica a far uscire il grasso stipato e non lo ossida come calore, ossia una minore spesa energetica.
Esiste un'interazione tra sistema energetico e immunitario, per cui infiammazione e cellule immunitarie influenzano la spesa energetica.
Alcuni macrofagi, depositati nel grasso, sono in grado di ridurre il tono simpatico, per esempio degradando la noradrenalina (neurotrasmettitore del sistema simpatico). Insulina, glucosio e acido palmitico sono capaci di "attivare" i macrofagi di questo tipo.
Aggiornamento 2/12/2019
Nel modello animale possiamo vedere come il microbiota può influenzare la tendenza a mettere grasso.
"Bacteroides e Akkermansia potrebbero svolgere un ruolo nella ridotta risposta all'obesità indotta da una dieta ricca in grassi (HFD), mentre Blautia e Lachnospiraceae sembrano avere una correlazione negativa con la resistenza HFD (in pratica i primi 2 proteggono dall'aumento di peso mentre gli ultimi lo favoriscono). Inoltre, gli enzimi microbici intestinali potrebbero influenzare l'aumento dell'adiposità attraverso la regolazione dell'efficienza di utilizzo dell'HFD nei topi, in particolare modulando il metabolismo lipidico (favorendo l'immagazzinamento delle calorie)".
Aggiornamento 4/12/2019
Mangiando le stesse calorie, ma seguendo i ritmi circadiani (e quindi con una colazione ricca in carboidrati e solo 3 pasti al giorno contro 6) si è portato alcuni diabetici a un migliore controllo glicemico e dimagrimento con dimezzamento delle unità di insulina.
Aggiornamento 8/12/2019
L'insulina stimola la lipogenesi (DNL), ossia la sintesi di grassi endogena. Mentre questa via è quasi trascurabile nelle persone normali, è discretamente attiva in persone con alterazioni metaboliche (insulinoresistenza, sindrome metabolica, diabete, invecchiamento), e può quindi condizionare l'aumento di peso e rendere più difficile dimagrire.
"Oltre all'eccesso calorico, i macronutrienti esercitano effetti specifici modulando la secrezione enteroendocrina e, a loro volta, le isole pancreatiche [con aumento del rapporto insulina/glucagone] e la funzione cerebrale prima di raggiungere il letto splancnico per stimolare direttamente la secrezione di insulina e l'ingresso [dei nutrienti] nel fegato. Solo il 33% circa dei carboidrati nella dieta entra nel fegato e si ritiene che i grassi nella dieta ammontino solo al 10-20% del pool di acidi grassi epatici. Tuttavia, i macronutrienti possono fornire substrati per l'acetil-CoA epatico" che attiva i sensori nutrizionali e fornisce i substrati per la lipogenesi.
Nelle persone con diabete "l'ingestione di due pasti ad alto tasso glucidico rivelano le anomalie metaboliche: i carboidrati ingeriti vengono deviati dalla sintesi di glicogeno muscolare al fegato, dove la disponibilità aumentata di carboidrati e l'iperinsulinemia compensativa promuovono la DNL epatica, sintesi di trigliceridi epatica e secrezione di VLDL, ipertrigliceridemia e riduzione nel plasma delle HDL".
In tutto questo gioca un ruolo importante l'ipotalamo e l'infiammazione che lo colpisce, che altera il controllo sui nutrienti e influenza il loro destino metabolico.
Aggiornamento 10/12/2019
La dieta chetogenica si conferma avere un dispendio calorico maggiore a parità di calorie introdotte (vantaggio metabolico dovuto anche alla minore insulina)
Aggiornamento 13/12/2019
Il microbiota contribuisce alla nostra salute anche con la produzione di vitamine. Quando si ha carenza di vitamine, anche il metabolismo energetico e l'immunità ne risentono: viene privilegiata la via glicolitica, che sfavorisce l'ossidazione dei grassi, e stimola le cellule immunitarie infiammatorie (Th1, Th2, Th17, macrofagi M1). Invece le vitamine favoriscono la "polarizzazione" verso cellule immunitarie protettive: i folati sostengono i Treg, La B3 i macrofagi M2 e le cellule dendritiche.
Aggiornamento 22/12/2019
Le proteine del complemento sono componenti del sistema immunitario, prodotte dal fegato, e che si attivano in caso di necessità, supportando la risposta anticorpale, e può essere attivata anche da lectine (presenti anche in alcuni alimenti) e membrane batteriche e fungine. Il tessuto adiposo, soprattutto se infiammato, può produrre proteine del complemento, contribuendo all'immunità. Inoltre queste proteine interagiscono col metabolismo, simulando l'effetto di insulina e altri ormoni lipogenici o lipolitici, e contribuendo all'espansione o riduzione del tessuto adiposo, e alla sua distribuzione nei diversi distretti (sottocutaneo, viscerale ecc). Nelle persone con eccesso di adipe si può formare un circolo vizioso per cui il grasso stimola l'aumento di grasso. Un altro esempio di come metabolismo energetico e sistema immunitario si sovrappongono.
"Dati promettenti supportano l'idea che complemento e le adipokine correlate, in particolare ASP, possono contribuire al partizionamento del grasso attraverso il loro effetti lipogenici/antilipolitici sotto l'influenza degli ormoni sessuali. Questo può spiegare le variazioni nell'adiposità regionale e relativo rischio metabolico negli uomini e nelle donne"
Aggiornamento 4/1/2020
Il solo modello del bilancio energetico, in cui se si assumono più calorie di quelle consumate si aumenta di peso, seppur corretto dal punto di vista termodinamico, non spiega correttamente e completamente quello che avviene nel mondo reale, e l'obesità rimane una condizione multifattoriale dovuta all'ambiente e favorita dalla predisposizione genetica.
Una delle cause sono gli obesogeni, sostanze solitamente artificiali, che favoriscono l'accumulo di calorie e quindi l'aumento di peso, in diversi modi, genericamente alterando la funzione ormonale (interferenza endocrina).
Si sa relativamente poco su quanto l'esposizione agli obesogeni nel tessuto adiposo disfunzionale possa facilitare l'immagazzinamento e impedire la mobilizzazione del grasso. Attualmente si conoscono circa 50 obesogeni. La maggior parte sono contenuti nelle plastiche (BPA, ritardanti di fiamma) o sono pesticidi, farmaci (cortisonici), metalli, glutammato, conservanti ed emulsionanti. Anche lo zucchero può essere considerato un obesogeno, pur non essendo considerato strettamente tra gli interferenti endocrini.
Si ritiene che uno dei meccanismi coinvolti riguardi la regolazione del setpoint, il nostro sistema di regolazione del peso (ponderostato) che dipende soprattutto dall'ipotalamo.
Alcuni sono derivati dello stagno che agiscono come acaricidi e fungicidi (TBT), e stimolano la proliferazione dei preadipociti. Inoltre gli adipociti maturi risultano disfunzionali e con meno mitocondri, e quelli bruni hanno inferiore termogenesi.
Inoltre gli effetti degli obesogeni sono ereditabili per le generazioni successive (effetto epigenetico).
Aggiornamento 8/1/2020
La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nella dipendenza da cibo, e "oltre a fornire segnali edonistici attraverso il circuito mesolimbico, ostacola anche il segnale di sazietà tra i pasti, gestito da un pacemaker circadiano centrale nell'ipotalamo, contribuendo all'eccessivo apporto calorico". La dopamina è quindi rilasciata in seguito a ingestione di cibo spazzatura, ricco di calorie ma povero in nutrienti.
"Lo stile di vita con alimentazione continua (snacking) e luci sempre accese influenza il modo in cui il corpo utilizza l'energia", ha detto il prof Guler. "Altera il metabolismo - come dimostra il nostro studio - e porta all'obesità, che causa malattie. Stiamo imparando che quando mangiamo è importante tanto quanto mangiamo. Una caloria non è solo una caloria. Calorie consumate tra i pasti o fuori orario vengono immagazzinate come grassi, e questa è la ricetta per una cattiva salute".
Aggiornamento 23/1/2020
I polifenoli, i composti organici che spesso chiamiamo antiossidanti come resveratrolo, catechine del tè, acido ellagico ecc, nutrono il microbiota, consentendo il mantenimento dei giusti batteri (lattobacilli, bifidi, Akkermansia muciniphilaF. prausnitzii ecc) e riducono la presenza di batteri cattivi, ma soprattutto consentono la formazione di uno strato di muco che impedisce il passaggio nel sangue di LPS, metabolita batterico responsabile di infiammazione, diabete, steatosi epatica. Infatti "i soggetti obesi mostrano spesso un aumento dei batteri del phylum dei Firmicutes, che è associato ad un maggiore assorbimento di energia dal cibo e ad un aumento dell'infiammazione di basso grado", mentre "Akkermansia muciniphila, una specie aumentata dai polifenoli, è correlata all'aumento delle cellule L, la fonte di GLP-1 e GLP-2 (ormoni che abbassano la glicemia). A. muciniphila è anche inversamente collegato all'accumulo di grasso viscerale, alla dimensione degli adipociti nel tessuto adiposo sottocutaneo e ai livelli di glucosio nel plasma a digiuno nell'uomo obeso.
Aggiornamento 27/1/2020

I dettagli possono essere molto importanti per il mantenimento della perdita di peso. Le persone che ci riescono sono molto moderate nella loro alimentazione, che è di buona qualità, e non percepiscono questo come uno sforzo. Si automonitorano spesso, col diario alimentare. Fanno molta attività fisica, e sono più in grado di far fronte ai problemi (migliore resilienza), rimangono positive anche se vedono qualche insuccesso.
Aggiornamento 2/2/2020
"Basato sulla forte associazione tra comportamenti circadiani alterati e disturbi metabolici, il "riallineamento" dei cicli circadiani di sonno-veglia con il ritmo alimentare potenzialmente rappresenta un approccio sensato per prevenire e curare patologie metaboliche. L'esposizione alla luce intensa durante il giorno può migliorare la salute metabolica sostenendo ritmi circadiani. La terapia fatta con luce al mattino per diverse settimane migliora la sensibilità all'insulina dei pazienti con diabete. Questi interventi "non farmacologici" sullo stile di vita possono rappresentare un potente approccio per attenuare l'incidenza crescente di malattie metaboliche". La luce influenza i ritmi di tutti gli ormoni e così deposizione e consumo delle calorie



Aggiornamento 10/2/2020
In uno studio sui topi il modello insulina-carboidrati di Ludwig viene supportato solo parzialmente. L'insulina alta ostacola l'ossidazione dei grassi, ma non si intravedono differenze a livello del consumo calorico totale
Aggiornamento 21/2/2020
Non tutte le calorie sono uguali. Fare una colazione abbondante porta a una maggiore termogenesi indotta dalla dieta (2,5 volte più alta) rispetto a una cena abbondante, a parità di calorie introdotte durante il giorno. Vi è quindi un consumo più alto. Inoltre una colazione scarsa aumenta l'appetito durante il giorno e la voglia di dolci. "Una colazione abbondante dovrebbe quindi essere preferita alla cena abbondante per prevenire l'obesità e i picchi elevati di glicemia anche in condizioni di dieta ipocalorica".
Aggiornamento 3/3/2020
A volte le persone si fissano sul mangiare poco, mandando ancora più in basso il metabolismo. Pensando di dimagrire di più, fanno un danno e sabotano la loro dieta, perché la fame conseguente li spingerà a mangiare più di prima. Può quindi essere conveniente mangiare di più, e contemporaneamente fare più sport, rispetto a una dieta restrittiva con poca attività fisica. Lo ha messo in evidenza una tesi di dottorato in cui un più alto "flusso energetico" ha permesso di avere meno fame e aumentare il RMR, il consumo energetico a riposo, garantendo un dimagrimento simile ma con meno sforzo, e facilitando il mantenimento del peso perso.
Aggiornamento 7/3/2020

In adolescenti obesi messi a dieta, dormire di più aumenta il dimagrimento, riduce infiammazione e insulina e migliora il quadro metabolico rispetto alla sola dieta
Aggiornamento 20/3/2020
Si parla spesso del legame tra ingestione di carboidrati, in particolare fruttosio, e sintesi dei grassi endogena.
Il consumo di grandi quantità di fruttosio (esempio: bibita zuccherata) attiva la de novo lipogenesi (DNL, sintesi dei grassi) grazie all'acetato. "Un doppio meccanismo può spiegare il più alto potenziale lipogenico del fruttosio rispetto al glucosio, almeno nel contesto del consumo di zucchero ad alte dosi, in quanto l'intestino tenue assorbe rapidamente anche grandi carichi di glucosio, mentre il fruttosio raggiunge il microbiota intestinale, che genera acetato. Se ingerito più gradualmente, il fruttosio può stimolare la DNL in modo ACLY-dipendente (ATP citrato liasi dipendente, enzima attivato dai carboidrati, che genera acetilCoa, base di partenza per i grassi e il colesterolo). Tuttavia, anche l'acetato di altre fonti è facilmente disponibile per il fegato, il che rende ACLY disponibile per DNL anche quando il fruttosio viene gradualmente consumato. L'acetato è probabilmente insufficiente per innescare un aumento di DNL in assenza del segnale lipogenico derivato dallo zucchero. Pertanto, sarà importante definire come il fruttosio interagisce con fonti alimentari di acetato come etanolo e fibre fermentabili. I dati attuali mostrano un'interazione precedentemente non apprezzata tra la dieta, il microbioma intestinale e il metabolismo degli organi che contribuisce alla steatosi epatica indotta dal fruttosio." In pratica sembra che lo zucchero abbia un ruolo chiave per la sintesi endogena dei grassi (e il loro accumulo nel fegato).
Aggiornamento 29/3/2020
L'effetto di alcuni derivati lipidici sul BAT
Aggiornamento 31/3/2020
La flessibilità metabolica (MF) è la capacità di un soggetto di "cambiare carburante", ossia passare facilmente dal consumo di carboidrati a quello di grassi (o viceversa). Le persone con scarsa MF tendono più ad accumulare grasso, e tendono a recuperare più peso in seguito alle diete. La MF sembra essere ridotta dai grassi liberi nel sangue (NEFA).
"In soggetti sani con normale regolazione del glucosioabbiamo identificato un nuovo fenotipo metabolico in cui la ridotta capacità di cambiare carburante in risposta a un sovraccarico di grassi (pasto ad alto contenuto di grassi) è un fattore determinante per un maggiore aumento di peso. In particolare, le persone che sono più metabolicamente non flessibili ai lipidi possono aumentare di peso nel tempo rispetto agli individui in grado di regolare prontamente l'ossidazione dei macronutrienti per favorire l'ossidazione dei lipidi in un contesto di eccedenza di grasso. I nostri dati indicano che i futuri interventi mirati alla selezione del carburante possono rendere le persone più "metabolicamente flessibili" ai grassi alimentari, aiutando a prevenire o curare l'obesità
Aggiornamento 1/4/2020
Scoperti i neuroni che vengono attivati dalla leptina nell'ipotalamo e attivano il consumo calorico a livello del tessuto adiposo bruno per mezzo del sistema nervoso simpatico
Aggiornamento 4/4/2020
Se diamo l'inulina, una fibra prebiotica, ad alcune persone sovrappeso e con problemi metabolici, alcuni dimagriscono e altri no. La presenza di alcuni batteri nell'intestino fa la differenza
Aggiornamento 10/4/2020
Le persone con magrezza costituzionale (CT), definito come "uno stato di sottopeso senza malnutrizione e senza disturbi alimentari", è caratterizzata dalla resistenza all'aumento di peso anche con dieta ricca di grassi. Nel gergo sportivo vengono chiamati "hard gainer", e faticano a mettere muscoli nonostante l'allenamento. Questo succede, tra le altre cose, perché hanno una maggiore escrezione urinaria di aminoacidi essenziali
Aggiornamento 17/4/2020
Scoperto nei vermi un circuito neuronale che influenza la deposizione e l'ossidazione di grasso, legato ai neuroni olfattivi. Probabilmente è presente anche negli animali superiori. "Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, è possibile che alcuni profumi possano innescare cambiamenti nel metabolismo dei grassi con conseguente perdita di peso", ha detto Wang, uno dei ricercatori. "Potremmo dover guardare non solo ciò che mangiamo, ma anche ciò che sentiamo."
Spesso si legge che solo le calorie contano e non gli equilibri ormonali. Un caso di scuola che contraddice la conta calorica è la sindrome dell'ovaio policistico, PCOS, una condizione in cui infiammazione, stress ossidativo, iperinsulinismo e iperandrogenismo concorrono a creare insulinoresistenza e aumento di peso, tra le altre cose interferendo con l'attività mitocondriale. Questo significa che il metabolismo energetico in queste persone è diverso, più lento, e l'insulina in eccesso non stimola correttamente la spesa energetica e la produzione di energia mitocondriale. Ecco perché vi danno una dieta e non funziona. Inoltre "l'aumento dello stress ossidativo può indurre l'obesità promuovendo la proliferazione dei preadipociti e la differenziazione degli adipociti, aumentando le dimensioni degli adipociti maturi e stimolando i neuroni ipotalamici per ridurre la sazietà e aumentare il comportamento della fame". Ridurre lo stress ossidativo con diete e integrazioni particolari può migliorare la condizione.

Aggiornamento 20/4/2020
L'ipotalamo secerne 2 ormoni che rallentano il metabolismo: NPY e AgRP. Cosa regola il loro rilascio? Quando c'è un surplus energetico (ossia mangiamo abbastanza) i neuroni usano glucosio e rilasciano segnali per cui la loro produzione si riduce, e consumiamo di più e siamo più sazi. In caso di deficit energetico (mangiamo poco) i neuroni usano grassi e questo porta ad un aumento degli ormoni (con riduzione del consumo e aumento della fame). Il consumo così è sempre adattato alla disponibilità di energia, in barba a "se dimagrite consumate di meno perché siete più leggeri". La fisiologia è ben altra e molto più complessa.

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