venerdì 14 settembre 2018

Perché siamo grassi



L'obesità è un problema di salute pubblico, nel mondo industrializzato e non. In quest'ultimo la prevalenza sta rapidamente aumentando.
Quasi il 40% degli adulti statunitensi è obeso.




Dal punto di vista termodinamico, è essenzialmente il risultato di uno sbilanciamento nelle calorie, per cui sono più quelle introdotte di quelle ossidate, ma in realtà, conoscendo i sistemi biologici (visto che siamo medici, biologi e dietisti e non fisici) dobbiamo considerare anche altri parametri, come quelli dei circuiti neuroendocrini che determinano quanto si assume e quanto si spende.


L'obesità è infatti una malattia multifattoriale, e l'ipotalamo ha un importante ruolo nella gestione della composizione corporea.

Come ci dice un articolo tratto dalla rivista dei cardiologi americani, "l'obesità è una malattia, e non un comportamento"

"I fattori che influenzano il peso corporeo (e anche l'equilibrio energetico di un dato individuo che porta all'obesità, con conseguente stabilizzazione del peso), sono determinati da una vasta serie di interazioni complesse attraverso le predisposizioni ambientali, di vita e individuali che includono la genetica, l'epigenetica, gli assetti ormonali, lo stress, il microbiota, gli eventi della prima infanzia.
Le strategie più efficaci per prevenire e trattare l'obesità sono approcci basati sull'evidenza che riconoscono l'eterogeneità delle cause dell'obesità e le sue complicanze e la variabilità interindividuale nella risposta al trattamento/intervento. Programmi graduali che sono adattati individualmente e combinano i cambiamenti dello stile di vita (ad esempio, dieta, attività fisica, sonno, riduzione dello stress e fattori scatenanti ambientali), i farmaci e la chirurgia hanno dimostrato di essere più efficaci nel promuovere la perdita di peso e il successivo mantenimento del peso".


Anche in uno speciale del giornale Obesity, dedicato al legame tra energia e aumento di peso, vengono chiarite le varie cause, al di là del semplice eccesso calorico.
Fumo, sonno, microbiota, temperatura ambientale, inquinamento, tecnologia, farmaci, infezioni, disparità sociale, scelte riproduttive, epigenetica, gravidanze tardive, sono tutte concause dell'epidemia di obesità, senza tenere in considerazione esclusivamente il bilancio energetico.

In questo slideshow troviamo tutte le immagini più adatte e attuali per spiegare il problema tra cui questa, che ci dice perché le persone mangiano così male.

https://reference.medscape.com/slideshow/obesity-6009299?src=soc_fb_171211_mscpedt_reference_mdscp_mdscp_Obesity_&_faf=1#12


Il cibo industriale che, per scelta o per mancanza di alternative (mense aziendali ecc), fornisce meno micronutrienti e dà più dipendenza, stimolando i sensi, spingendoci a mangiare di più mandando in tilt i  nostri sistemi di mantenimento della composizione corporea, tarati per farci mangiare il giusto, e danno meno sazietà e più appetito, riducendo la spesa energetica.
Una recente analisi delle cause genetiche ed ambientali ha portato gli autori alla conclusione che spesso predisposizione genetica e ambiente ricco di cibo spazzatura prevalgono sulla volontà delle persone di dimagrire e quindi la miglior cosa da fare sia prevenire l'obesità, soprattutto nei bambini.
Il grasso addominale è quello più pericoloso, e oltretutto genera ulteriore grasso: influisce negativamente sulla spesa energetica, favorendo l'accumulo di kg in più.

Healthline.com pubblica una serie di grafici che ci spiegano alcuni motivi, in particolare legati a cambiamenti di abitudini degli ultimi decenni, che spiegano l'impennata del numero di casi di obesità.


  1. I pasti fuori casa, e in particolare al fastfood
  2. L'incremento del consumo di zucchero, alimento associato con aumento di peso
  3. I pasti consumati in vacanza
  4. Le linee guida che hanno demonizzato i grassi in favore degli zuccheri
  5. La caduta dei prezzi del cibo (a discapito della qualità del cibo e dei metodi di allevamento/agricoltura e permettendo quantità prima inaccessibili)
  6. Il consumo di bibite e succhi zuccherati
  7. La varietà di junk food  a disposizione 
  8. La riduzione del lavoro pesante
  9. Il consumo degli oli vegetali ricchi in omega 6
  10. Il consumo di alimenti nella socialità, in particolare nel weekend
  11. La riduzione del sonno
  12. Ovviamente l'aumentato introito calorico

La scolarità è spesso un fattore messo in relazione col sovrappeso: chi ha maggiore istruzione solitamente è meno grasso, e forse questo è dovuto al fatto che tra i meno istruiti il grasso è ancora associato a potere e protezione dalle carestie/malattie (come si diceva un tempo"è tutta salute", sbagliando e non di poco) e non viene invece visto come pericolo per la salute qual è. 

Un fattore emergente è l'esposizione agli interferenti endocrini, dovuta al crescente inquinamento. Queste sostanze (solitamente derivate dal petrolio) mimano od ostacolano l'effetto dei nostri ormoni. In questo modo, influenzano, tra le altre cose, anche la spesa energetica e l'obesità. Non esistono quantità sicure di queste sostanze, il nostro sistema endocrino è talmente delicato che qualsiasi quantità lo danneggia. E la società di Endocrinologia ha richiamato l'Europa per lo scarso impegno nei confronti della materia
Queste sostanze interferiscono col segnale di sazietà, facendoci mangiare più del dovuto, e stimolano la nascita di nuovi adipociti, le cellule grasse.
Quando ne introduciamo più di uno,  insieme possono avere un effetto sinergico (in biologia non sempre 1 + 1 fa 2), maggiore dei singoli componenti.
Inoltre danneggia la struttura delle cellule, alterandone la funzione, e riduce la funzione mitocondriale, e così il metabolismo energetico e non solo.
Li troviamo anche in alimenti comuni. Un recente studio li ha individuati nei cereali da colazione industriali, e i ricercatori alla fine affermano, quasi sconsolati, "non conosciamo l'effetto di molte di queste sostanza chimiche nel corpo"
Un'altra causa è il crescente ricorso agli psicofarmaci.
Infatti recita una revisione degli studi: "Sebbene forti evidenze motivino l'uso di farmaci antipsicotici per determinate condizioni (es. schizofrenia infantile), la maggior parte degli antipsicotici pediatrici è utilizzato per trattamento off-label (per uno scopo diverso) di disturbi comportamentali non psicotici e distruttivi. I potenziali benefici psichiatrici dell'uso di antipsicotici in questa popolazione, evidenti in questo studio e in altri, dovrebbero essere attentamente valutati rispetto alla potenziale insorgenza nell'infanzia di obesità addominale e insulino-resistenza che, rispetto all'esordio dell'adulto, aumenta ulteriormente il rischio a lungo termine per diabete, malattie cardiovascolari e condizioni correlate".
Il farmaco con l'effetto maggiore pare essere l'olanzapina.
Ed ecco invece i metodi per favorire la perdita di peso, al di là della restrizione calorica, spesso inutile se non dannosa nel lungo termine, secondo Selfhacked.com.
Tra i più interessanti cito la luce (attiva MSH, ormone della sazietà, e aumenta la vitamina D) al mattino (e togliere le luci blu alla sera), mangiare in una finestra di sole 12 ore, sonno adeguato, ridurre le temperature, ridurre lo stress, lo yoga, la meditazione, mangiare lentamente, incrementare l'attività vagale, ottimizzare gli ormoni

Aggiornamento 15/9/2018

A seconda della flora che abbiamo, il triptofano della dieta può diventare serotonina o indolo. Chi ha microbi produttori di indolo tende ad essere più dipendente dal cibo perché vengono attivate specifiche aree cerebrali

Aggiornamento 25/9/2018

Interessante articolo sui miti riguardanti l'obesità. Eccoli:
  • L'obesità è una condizione autoinflitta. I pazienti  mangiano in modo incontrollabile e sono gli unici responsabili di questa condizione
  • La gestione del peso è una semplice equazione matematica: peso = consumo di energia (cibo consumato) - produzione di energia (esercizio eseguito).
  • L'obesità è il risultato di una mancanza di autodisciplina dovuta alla dipendenza da cibi eccessivi o malsani.
  • L'obesità è un problema riscontrato solo nelle nazioni sviluppate, dove esiste a causa dello sfruttamento da parte dell'industria alimentare.
  • Le modifiche dietetiche sono mode che sono destinate a fallire e non hanno alcun supporto scientifico.
  • L'obesità è iniziata solo negli ultimi 30-50 anni e non esisteva affatto prima di allora.
  • Se i pazienti non stanno perdendo peso con la dieta e l'esercizio fisico, è perché non stanno provando abbastanza o stanno barando sulle loro modifiche dello stile di vita.
  • La chirurgia bariatrica è una procedura estetica che funziona semplicemente riducendo le dimensioni dello stomaco ed è troppo rischiosa, senza alcun beneficio significativo per la morbilità o la mortalità.
È stato infatti dimostrato che il peso non è solo un'equazione matematica, ma è associato al ruolo cruciale della fisiologia alterata.
Continua poi:
Il trattamento deve essere individualizzato
È importante rendersi conto che per molti pazienti l'obesità è multifattoriale. Esiste un'ampia eterogeneità nelle cause e nella manifestazione dell'obesità, che porta a un'ampia variabilità interpaziente nella risposta a diverse strategie terapeutiche. È per questa precisa ragione che la gestione dell'obesità deve essere personalizzata per ciascun paziente.
È con questa nozione che, andando avanti, dobbiamo capire che l'obesità è una malattia multifattoriale. Dobbiamo accettare che non si tratta semplicemente di una condizione derivante dalla "dipendenza da cibo". In effetti, sono state identificate più di 100 eziologie dell'obesità e abbiamo semplicemente graffiato la superficie al riconoscimento dei fattori causali.

Aggiornamento 26/9/2018

Ulteriori prove sull'effetto ingrassante degli antipsicotici

Aggiornamento 5/10/2018

Per anni ci hanno detto di mangiare "tutto in moderazione", ma oggi si scopre che questo consiglio non aveva nessun supporto scientifico. Che vuol dire moderazione? Per qualcuno può essere una volta al giorno, per altri una volta a settimana, per altri ancora una al mese.
L'evidenza attuale, riportata da un'indicazione ufficiale della American Heart Association, dimostra che un'alta diversità di alimenti non significa maggiore salute né nutrizione ottimale. Anzi può significare introduzione di cibi poco sazianti che ci portano a mangiare di più, ridurre i nutrienti e favorire l'aumento di peso soprattutto negli adulti . In pratica è finita l'epoca di tutte le calorie sono uguali.

Quindi le nuove indicazioni si concentrano sul privilegiare i gruppi di alimenti ricchi di nutrienti (frutta e verdura, cereali integrali, latticini sgrassati, pollame e pesce, oli vegetali non tropicali) e ridurre cibi preparati e poveri di nutrienti, contenenti grassi saturi o peggio trans, sodio, carni rosse, dolci e bevande zuccherate.

Aggiornamento 15/10/2018

Nel modello animale, la dieta con cibo spazzatura altera i circuiti nervosi della ricompensa (dopaminergici mesolimbici) per le 3 generazioni successive, in modo da essere propensi a sviluppare obesità dovuta alla dipendenza da cibo.

Aggiornamento 1/11/2018

Il mio amico Dr. Giuseppe Annunziata ci spiega come il sovrappeso porti ad un sonno disturbato, ma contemporaneamente dormire male determini alterazioni ormonali che favoriscono un bilancio energetico positivo (si consuma di meno e si mangia di più), favorendo un circolo vizioso che è tra le cause dell'epidemia di obesità.

Aggiornamento 12/12/2018

Nel futuro della scienza della nutrizione, "basandoci sull'evidenza degli effetti  di diversi alimenti, metodi di lavorazione e schemi dietetici, stanno emergendo nuove priorità per la ricerca. Questi includono una composizione dietetica ottimale per ridurre l'aumento di peso e l'obesità; interazioni tra prebiotici e probiotici, alimenti fermentati e microbiota intestinale; effetti di specifici acidi grassi, flavonoidi e altri composti bioattivi; la nutrizione personalizzata, in particolare per lo stile di vita, i fattori socioculturali e microbiologici; e le potenti influenze del luogo e dello stato sociale sulle disparità nutrizionali e patologiche", le "evidenze crescenti suggeriscono che, nel  lungo periodo, la composizione qualitativa della dieta può essere un punto più importante delle calorie a causa delle diverse influenze di diversi alimenti nelle vie di controllo del peso come sazietà, ricompensa, risposte glicemiche, microbioma e funzionalità epatica".

Aggiornamento 26/12/2018

cibi spazzatura sono noti per indurre "reward", ossia stimolare il senso di ricompensa e quindi diventare una sorta di droga che dà dipendenza. In questo esperimento gli scienziati hanno mostrato che scrivere accanto alla foto del cibo il valore calorico riduce la capacità di attrarre, soprattutto tra le persone a dieta

Aggiornamento 5/1/2019
Come ridurre l'impatto, l'incidenza e i danni dell'obesità?
: "L'obesità non è una scelta di stile di vita causata dall'ingordigia e dalla golosità individuale ma una malattia causata da disuguaglianze sanitarie, influenze genetiche e fattori sociali."
"Sono i governi, e non gli individui, che possono avere un impatto sulla disponibilità alimentare attraverso la regolamentazione e la tassazione, e controllando la disponibilità e i costi.
I governi possono promuovere anche l'attività fisica assicurando che le strutture siano disponibili per le comunità locali e attraverso la legislazione e le iniziative di sanità pubblica ".

Aggiornamento 28/1/2019

Una piccola rivincita di quelli che dicono "se sei magro è tutta genetica". Alcuni ricercatori hanno individuato numerosi geni correlati con la magrezza (oltre a qualcun altro correlato con l'obesità). Il professor Sadaf Farooqi ha detto in una dichiarazione: "È facile correre a giudicare e criticare le persone per il loro peso, ma la scienza dimostra che le cose sono molto più complesse. Abbiamo molto meno controllo sul nostro peso di quanto potremmo pensare. " "Sappiamo già che le persone possono essere magre per motivi diversi", afferma il professor Farooqi. "Alcune persone non sono interessate al cibo, mentre altre possono mangiare quello che vogliono, ma non ingrassare mai. Se riusciamo a trovare i geni che impediscono loro di ingrassare, potremmo essere in grado di influenzare quei geni per trovare nuovo strategie per la perdita di peso e aiutare le persone che non hanno questo vantaggio ". "Questa ricerca mostra per la prima volta che le persone sane e magre sono generalmente magre perché hanno un numero inferiore di geni che aumentano le probabilità di sovrappeso e non perché sono moralmente superiori, come alcuni suggeriscono". Fermo restando che lo stile di vita è efficace nel prevenire l'aumento di peso, per molte persone mantenere un peso sano è più difficile senza rinunce.

Aggiornamento 1/2/2019
Sono state scoperte le cellule responsabili del metabolismo lento 😆😆
Sono dei linfociti T che producono integrina β7 (IELs), e sono un punto di raccordo tra immunità e metabolismo energetico, agiscono bloccando l'ormone GLP-1. I topi che possiedono molte di queste cellule tendono ad accumulare più grasso e ad avere più problemi dismetabolici (iperglicemia, ipertensione ecc). Invece quelli con poche di queste cellule possono mangiare a volontà senza aumentare di peso.
Il ricercatore Swirski ha commentato "Ora abbiamo molte domande da indagare - come queste cellule limitano la disponibilità di GLP-1, se le persone con un metabolismo più elevato hanno meno IELs, come la funzione delle cellule può cambiare nel corso di un giorno o della vita e di conseguenza il metabolismo, e se il blocco di queste cellule può essere utile nel trattamento di obesità, diabete, ipertensione e aterosclerosi. "

Aggiornamento 13/2/2019
Secondo un trial in cui le persone erano lasciate libere di mangiare senza limiti (ma con pasti con le stesse calorie e gli stessi macronutrienti) "Eliminare gli alimenti industriali dalla dieta riduce l'assunzione di calorie e determina perdita di peso, mentre grandi quantità di alimenti ultra-elaborati nella dieta aumentano l'assunzione di energia e il peso. Limitare il consumo di alimenti ultra-elaborati può essere una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento dell'obesità".
La differenza era quindi rappresentata da minerali e vitamine, che si perdono nel processo industriale e sono importanti per la sazietà.

Aggiornamento 18/2/2019
Il legame tra obesità e microbiota potrebbe anche essere una semplice casualità: a sostenere la causalità il microbiota dei magri, l'efficacia del trapianto fecale, il cambiamento della flora dopo chirurgia bariatrica.
Contro: la forte associazione con il tipo di nutrienti, quindi una propensione a cambiare a seconda della dieta, l'influenza dell'uso di antibiotici e della consistenza fecale nell'esame.

Aggiornamento 24/2/2019
Chi assume più calorie nella prima parte della giornata è più magro, soprattutto se è attivo al mattino. Viceversa chi le assume in maggioranza alla sera ed è attivo nella seconda parte ha maggior rischio di sovrappeso. Carboidrati e proteine alla sera sono più legati all'aumento di peso dei grassi.

Aggiornamento 27/2/2019

Dare delle buone abitudini alimentari ai giovani è fondamentale perché le abbiano anche da grandi.
"Formare buone abitudini alimentari durante  l'infanzia e l'adolescenza può aiutare a preparare un'alimentazione sana per la vita (e ridurre il rischio di obesità) e assicurare che la corteccia prefrontale funzioni correttamente", afferma Amy Reichelt, della Western University, co-autore dell'articolo. "A questa età, la corteccia prefrontale di un adolescente non è completamente sviluppata, il che spiega in parte il processo decisionale impulsivo  dei  giovani - il sistema di controllo non è ancora pienamente formato. Anche la decisione su cosa mangiare vengono prese in maniera "immatura", e gli adolescenti  consumano più calorie dai cibi spazzatura rispetto agli altri, un'abitudine che può durare fino all'età adulta. "

Aggiornamento 4/3/2019

Le cause dell'obesità sono più complesse di quanto si pensi, e dare la colpa al paziente è troppo facile e riduttivo.
"Incolpare il cibo di causare l'obesità è come incolpare l'assunzione di acqua per l'edema (ritenzione di liquidi). Così come esiste un sistema che bilancia i liquidi, ne esiste uno che bilancia i nutrienti (o calorie, in maniera semplificata). Un individuo con una compromissione del bilancio energetico troverà più facile aumentare di peso con un cibo denso di energia rispetto ad un altro individuo che mangia lo stesso cibo che non ha una compromissione del bilancio energetico.
I cibo in sé non causa l'obesità, ma il cibo consente all'obesità di manifestarsi, proprio come l'acqua consente al difetto nelle funzioni cardiache o renali di esprimere edema, o come un carico di glucosio consente l'individuazione di un difetto nel metabolismo glucidico nella diagnosi del diabete.

Sebbene l'obesità abbia molte cause, il suo attuale trattamento prevede la creazione di un deficit energetico riducendo l'assunzione di cibo. Il fatto che la riduzione dell'assunzione di cibo possa produrre perdita di peso è spesso considerata la prova che l'obesità è causata dal cibo. Tuttavia, ciò non dimostra il suo ruolo nel causare l'obesità. Spesso, causa e trattamento non sono due facce della stessa medaglia. Un'esposizione eccessiva alle radiazioni UV può contribuire al cancro della pelle, ma il suo trattamento non prevede il posizionamento di una persona in una stanza buia, al riparo dalla luce solare.

Il bilancio energetico, soprattutto a lungo termine, non dipende dalla volontà. 
Un malinteso popolare è che l'aumento di peso può essere previsto utilizzando una semplice quantità di calorie: se guadagni mezzo kg, hai introdotto 3500 calorie in più del tuo fabbisogno.

Non proprio. Lo studio "Vermont prisoner" è stato uno dei primi studi che mostra quanto sia difficile rendere i partecipanti disposti ad aumentare di peso grazie alla sovralimentazione forzata. Sebbene convenzionalmente si calcoli che 3500 calorie in eccesso portano a mezzo kg di aumento di peso, questi partecipanti hanno richiesto un surplus di calorie molte volte maggiore per ottenere 2kg.

Bouchard e colleghi hanno riportato un altro esempio così convincente. Hanno arruolato due partecipanti gemelli che sono stati sottoposti a un overfeeding forzato di 84 giorni. Sotto costante monitoraggio e sorveglianza, i partecipanti hanno ricevuto un surplus di 1000 kcal al giorno.
L'aumento di peso calcolato atteso durante lo studio era di 12 kg. Invece l'effettivo aumento di peso  è stato tra i 5 e i 15 kg. Nonostante l'identica assunzione di cibo in eccesso, alcuni individui erano molto resistenti allo stoccaggio di energia in eccesso, mentre altri avevano una fisiologia molto favorevole per aumentare di peso.
Il corpo ha dei meccanismi per resistere ai cambiamenti nei depositi di energia del corpo, che possono deviare dalle "aspettative matematiche" basate sui calcoli nell'assunzione di calorie. Leibel e colleghi  hanno dimostrato che i corpi sovralimentati hanno resistito all'aumento di peso rispondendo con un  aumento del tasso metabolico.

In alternativa, in caso di  dieta dimagrante, il tasso metabolico si è  ridotto e la perdita di peso è stata contrastata. Questi studi suggeriscono che meccanismi al di là del controllo volontario di una persona regolano le riserve di energia e possono rendere più facile o più difficile per i diversi individui aumentare di peso (o perderlo).

Non è solo una questione di forza di volontà. Se ci venisse chiesto di ridurre la frequenza di respirazione a 10 volte al minuto invece dei soliti 16-18, saremo certamente in grado di rispettare. La domanda cruciale è, per quanto tempo?

Allo stesso modo, è un compito arduo aspettarsi che una persona mangi sostanzialmente meno di ciò che il cervello, l'intestino e la fisiologia della persona stanno chiedendo, per mesi e anni. Questo non è un problema di forza di volontà solo per pochi eletti; è irrealistico e insostenibile per la maggior parte degli individui.
Così come per ogni tipo di tumore esiste un trattamento diverso, esistono diversi tipi di obesità  ed eccesso di adipe, con diverse cause. " Le obesità" richiedono che le varie cause e  siano identificate per un trattamento efficace.
Gli attuali trattamenti per l'obesità comprendono la gestione della dieta e dello stile di vita, alcuni trattamenti farmacologici e la chirurgia bariatrica. Si tratta di approcci di trattamento generico indipendentemente dalla causa. Se le singole cause dell'obesità dovessero essere correttamente identificate, il trattamento potrebbe essere diretto alle cause specifiche, che potrebbero essere più efficaci degli approcci attuali.

Aggiornamento 14/3/2019

Dormire di più nel fine settimana per recuperare il sonno perso non è efficace. Inoltre non dormire correttamente riduce la sensibilità insulinica e aumenta l'appetito, facilitando l'aumento di peso.

Aggiornamento 18/3/2019

I bambini calmi hanno più rischio di obesità, soprattutto in caso di gravidanza con diabete gestazionale. I ricercatori giustificano questa associazione col fatto che "gli operatori sanitari (e i genitori) usano bevande zuccherate per calmare i neonati". 
E aggiungono "Il temperamento calmo può essere un nuovo obiettivo di screening per gli interventi di prevenzione dell'obesità precoce che coinvolgono l'alimentazione istintiva e la regolazione delle emozioni". Ricordiamo che le linee guida sconsigliano alimenti zuccherati nel primo anno (i cardiologi americani nei primi 2 anni)

Aggiornamento 20/3/2019
Perché non tutti, anche a parità di dieta (di tipo occidentale) diventano obesi? Gli effetti genetici e/o epigenetici e i fattori comportamentali sono importanti modulatori e moderatori del bilancio energetico.
"Ovviamente, negli esseri umani i moderatori potrebbero anche includere il comportamento appreso o adottato tra cui ritmi del pasto, spuntini, modelli alimentari (come ricompensa con dolci), predilezione per l'esercizio fisico o giochi sedentari (al computer) e altri fattori.
Oltre a tali differenze comportamentali, i fattori biologici (inclusa la mancanza o la bassa qualità del sonno, i fattori psicologici, lo stigma del peso e la discriminazione) possono avere un effetto importante sull'aumento di peso"
Tra i fattori che influenzano la spesa energetica, invecchiamento, fattori neuroendocrini, termogenesi, grasso bruno, ridotta muscolatura, microbiota, farmaci.
Contrariamente a quanto succedeva decenni fa, l'obesità è oggi una condizione che colpisce maggiormente le classi economicamente deboli. Una delle ragioni, a parte il più facile accesso a cibo di scarsa qualità a un prezzo irrisorio, sembra essere il disagio psicologico della condizione economica inferiore, che spinge a mangiare maggiormente su fase emotiva

Aggiornamento 22/3/2019

I figli delle donne sovrappeso hanno maggiore rischio di essere sovrappeso a loro volta. L'attività fisica in gravidanza, compatibile con le condizioni, riduce l'adiposità nei figli e migliora la composizione corporea. L'effetto appare mediato dalla quantità di leptina presente nel cordone ombelicale.


Aggiornamento 5/4/2019
Il cibo spazzatura stimola la deposizione di grasso addominale. Per ogni 10% di calorie in più da cibo industriali, la circonferenza addominale di un bambino aumenta di 0,7 cm tra i 4 e gli 8 anni.
I problemi al metabolismo glucidico solitamente si manifesteranno dopo gli 8 anni.
"Diversi meccanismi possono spiegare la relazione tra un consumo maggiore di cibi ultra-elaborati e l'obesità addominale. Tali prodotti sono squilibrati dal punto di vista nutrizionale e contribuiscono ad un aumento significativo dell'apporto energetico quotidiano a causa del loro contenuto eccessivo di zuccheri, grassi trans e saturi, e determinano minore stimolo della termogenesi se confrontati con alimenti non elaborati. Inoltre, i cibi ultra-elaborati sono altamente appetibili e possono portare all'interruzione dei segnali di fame e sazietà.
Un altro aspetto preoccupante è l'aumento dell'assunzione di sostanze artificiali aggiunte ai prodotti alimentari ultra-trasformati dall'industria. La ricerca indica che il fruttosio artificiale può contribuire all'obesità modulando il microbiota intestinale, i dolcificanti artificiali possono contribuire all'aumento di peso stimolando la secrezione basale di insulina e il solfito di sodio, il benzoato di sodio e la curcumina possono promuovere l'obesità diminuendo la secrezione di leptina".
Aggiornamento 12/4/2018

I topi sottoposti a terapia antibiotica non rispondono al freddo producendo calore come quelli normali (con la trasformazione degli adipociti bianchi in beige, quelli capaci di termogenesi). "Un microbiota intatto può quindi essere una componente essenziale della risposta termoregolatoria e la funzione appare essere mediata almeno parzialmente dal butirrato derivato da microbi".

Aggiornamento 13/4/2018

Il primo microbiota è importante per la maturazione dell'intestino e la successiva "programmazione metabolica", determinando un adattamento precoce a stress o stimoli nutrizionali, che modificano in modo permanente la fisiologia e il metabolismo del bambino. Un'associazione tra la somministrazione di antibiotici durante l'infanzia e la probabilità che un bambino fosse in sovrappeso era stata già osservata in precedenti studi epidemiologici, suggerendo che le modifiche al microbioma iniziale hanno effetti a lungo termine, in particolare riducendo gli Actinobacteria. Nello studio i bambini che hanno più Bacteroidetes e meno Proteobacteria alla nascita sembrano più a rischio di sovrappeso a 3 anni. Gli autori concludono: "Il microbioma delle prime feci, formato in utero durante il periodo fetale, era associato a sovrappeso successivo all'età di tre anni". L'uso appropriato dei probotici, sia da parte della mamma che del neonato, può ridurre l'alterazione del microbiota abbinato almeno parzialmente all'allattamento al seno

Aggiornamento 15/4/2019

Nel modello animale il chlorpyrifos, che spesso si trova come residuo negli alimenti (secondo l'EFSA è uno dei pesticidi che più frequentemente supera la dose acuta di riferimento nei prodotti alimentari)induce permeabilità intestinale, alterazione della flora e, mediante la risposta infiammatoria, insulino-resistenza, e i topi che lo assumono ingrassano.

Gli autori concludono con "i nostri risultati suggeriscono che l'uso diffuso di pesticidi può contribuire all'epidemia mondiale di malattie legate all'infiammazione e obesità". 

Aggiornamento 19/4/2019

Alcuni farmaci sono associati ad aumento di peso, ho fatto due tabelle riassuntive in base ai dati di questa revisione. Spesso si tratta di farmaci assunti per patologie prevenibili o gestibili col corretto stile di vita e alimentazione.




Tra le cause a volte tralasciate di obesità e sovrappeso, obesità monogenetica o sindromica, ipotiroidismo, sindrome di Cushing (ciclica), sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), ipogonadismo, deficit dell'ormone della crescita e obesità ipotalamica (secondaria anche a traumi cranici, chirurgia o radioterapia cranica). "I sintomi di allarme più importanti per l'obesità genetica sono l'obesità ad esordio precoce, le caratteristiche dismorfiche/malformazioni congenite con o senza deficit cognitivo, problemi comportamentali, iperfagia e/o storia familiare. È importante valutare anche i fattori che contribuiscono maggiormente all'aumento di peso, compresi i farmaci (principalmente psichiatrici, cortisonici, insulina e β-bloccanti), abitudini e qualità del sonno, diete abbandonate ed effetto yoyo, smettere di fumare e alcolismo".

Aggiornamento 21/4/2019

Fornire voucher utilizzabili per acquistare cibo sano (frutta, verdura, cereali integrali) è efficace nel ridurre il tasso di obesità tra i bambini

Aggiornamento 25/4/2019

Abbiamo dei circuiti nervosi responsabili della dipendenza da cibo, e sono particolarmente stimolati dal cibo spazzatura.
Questi si sono sviluppati durante l'evoluzione, quando per sfamarsi non era possibile andare al supermercato ma si era costretti a lottare con bestie feroci ed essere motivati a farlo.

Percepire cibi ricchi di calorie come particolarmente gustosi e piacevoli, e abbuffarsi su di essi ogni volta che fosse stato disponibile, avrebbe conferito un vantaggio di sopravvivenza cruciale accumulando energia extra. Seguire quell'istinto ora, in un tempo di abbondanza, può portare facilmente all'obesità.

Aggiornamento 5/5/2019

Un articolo sul legame tra interferenti endocrini e obesità infantile

Aggiornamento 6/5/2019

Chi ha molte copie del gene per l'enzima amilasi salivare tende ad avere una diversa flora, con ricchezza di Ruminococcus, che tendono a far ingrassare perché degradano l'amido resistente e fanno assimilare più calorie. Hanno inoltre più Porphyromonas, batteri associati alle parodontiti.
Queste persone probabilmente starebbero meglio con una dieta low-carb.

Aggiornamento 9/5/2019

Anni fa l'obesità era tipica delle classi agiate, oggi invece si sta diffondendo soprattutto nelle aree rurali, a causa della progressiva meccanizzazione del lavoro (e conseguente minore lavoro manuale e minore spesa energetica) e l'arrivo del cibo di scarsa qualità.
"Nei paesi ad alto reddito e industrializzati, nelle aree abbiamo rilevato un BMI persistentemente più elevato, in particolare per le donne. Vi è un'urgente necessità di un approccio integrato alla nutrizione nelle aree rurali che migliori l'accesso finanziario e fisico ai cibi sani, per evitare […]  di arrivare alla malnutrizione dovuta a un consumo eccessivo di calorie di bassa qualità".

Aggiornamento 11/5/2019

Da sempre si sa, anche se qualcuno ancora non se n'è accorto, che lo stress può favorire l'aumento di peso. Evolutivamente questo capita perché nei momenti di difficoltà abbiamo necessità di mettere da parte le calorie e non certo sprecarle per fare muscoli o in calore.
È stato ora scoperto un nuovo meccanismo a riguardo.
Vengono attivati i centri dell'amigdala, la parte del cervello che si attiva con la paura e l'ansia, e in caso di stress abbinato ad alimentazione con cibi caloricamente densi, viene rilasciato più NPY, un ormone che stimola la fame, rallenta il metabolismo e aumenta l'insulino-resistenza, in modo che la sazietà postprandiale non blocchi l'appetito.
"Meccanisticamente, è la diminuita capacità di segnalazione dell'insulina sui neuroni NPY dell'amigdala in condizioni di stress combinato a dieta ad alto contenuto di grassi che porta allo sviluppo esagerato dell'obesità".

Aggiornamento 16/5/2019

Come fa il latte materno a prevenire l'obesità? Tra le altre cose, contiene delle sostanze dette alchilgliceroli che inibiscono la trasformazione degli adipociti beige, produttori di calore, in adipociti bianchi, "magazzini" di grassi, permettendo una maggiore termogenesi. Se possibile l'allattamento al seno esclusivo dovrebbe durare per 6 mesi e solo dopo iniziare lo svezzamento. (video esplicativo)
Aggiornamento 18/5/2019

Il consumo di bibite e succhi di frutta zuccherati è legato ad aumento della mortalità. Questo perché il consumo di fruttosio può stimolare una risposta ormonale che promuove la deposizione di grasso a livello centrale. Una maggiore adiposità centrale è un fattore di rischio di malattia cardiovascolare riconosciuto da tempo. Inoltre, la ricerca suggerisce che le calorie consumate in forma liquida possono aumentare il rischio di obesità perché non si ha un’adeguata risposta metabolica
Che succede se si dividono 20 volontari sani in 2 gruppi, uno che mangia cibo spazzatura e l'altro cibo non industriale? Anche se le diete sono parificate per calorie e nutrienti, le persone sono lasciate libere di mangiare a volontà, e il primo gruppo mangia di più e aumenta di peso, mentre nel secondo dimagriscono.
Questo può essere dovuto alla minor sazietà, alla maggior velocità del consumo di cibo, al maggior consumo di energia indotto dal cibo non industriale (quoziente respiratorio inferiore nel secondo gruppo, ossia maggiore ossidazione dei grassi).
"In conclusione, i nostri dati suggeriscono che l'eliminazione degli alimenti ultra-elaborati dalla dieta diminuisce l'apporto energetico e facilita la perdita di peso, mentre una dieta con una grande percentuale di alimenti ultra-elaborati aumenta l'apporto energetico e porta all'aumento di peso.
Limitare il consumo di alimenti ultra-elaborati può essere una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento dell'obesità. Tuttavia, le politiche che scoraggiano il consumo di cibi ultra-elaborati dovrebbero tenere conto del tempo, delle capacità, delle spese e dello sforzo richiesto per preparare i pasti dagli alimenti minimamente trasformati, risorse che sono spesso scarsamente disponibili per coloro che non sono membri delle classi socioeconomiche superiori".
Aggiornamento 3/6/2019

L'80% degli antibiotici prescritti dai dentisti negli USA sono fuori linee guida e non necessari. Questo dato potrebbe essere anche sottostimato, e "l'uso di antibiotici in ottica preventiva in questi pazienti aumenta i rischi associati al loro uso - aumentando la resistenza batterica e le infezioni (C. difficile), per esempio - mentre gli studi utilizzati per sviluppare le linee guida suggeriscono che i rischi superano i benefici nella maggior parte dei pazienti".

Aggiornamento 11/6/2019

L'esposizione alle luci artificiali, come lampadine o tv, durante il sonno può aumentare il rischio di obesità, probabilmente interferendo con il normale rilascio di melatonina

Aggiornamento 23/6/2019

Ci sono persone un po' più sfortunate dal punto di vista genetico, e tendono ad ingrassare più di altre. Ma se praticano correttamente attività fisica ed evitano la sedentarietà il loro peso (e BMI) è paragonabile a quello delle persone con una genetica favorevole.

Aggiornamento 25/6/2019

Quali sono i provvedimenti che funzionano a livello politico per prevenire obesità e sue complicanze?
Il cambio dell'ambiente alimentare: la tassa sullo zucchero; l'etichettatura che metta bene in evidenza grassi, zucchero, calorie e grassi saturi; rimuovere i personaggi dei cartoni dalle confezioni; togliere i regali dalle confezioni (tipo happy meal o Kinder sorpresa); togliere la pubblicità del cibo spazzatura.

L'industria alimentare è una specie di "tata", che si preoccupa però di promuovere i suoi guadagni, non la salute.

Aggiornamento 27/6/2019

Aumentare il sonno si associa a miglioramento della sensibilità insulinica (meno resistenza insulinica), diminuzione della leptina e riduzione dell'appetito, del desiderio di cibi dolci e salati, dell'assunzione giornaliera di zucchero e percentuale dell'apporto calorico giornaliero di proteine. "I dati forniscono prove preliminari per un ruolo del sonno nel migliorare i parametri cardiometabolici".

Aggiornamento 30/6/2019

In generale i nostri parenti primati (scimmie) non ingrassano come noi. Abbiamo una particolare predisposizione per mettere grasso da parte. Questo forse è dovuto al fatto che mettiamo più grasso bianco (inerte, ossia non consuma calorie) che grasso beige (che invece ha mitocondri e quindi consuma energia). Questo risparmio energetico ci permette di avere un cervello più grande, ma in tempi di abbondanza di cibo favorisce l'accumulo di grasso, e non garantisce che il cervello con maggiori potenzialità sia usato correttamente, come possiamo vedere navigando sui social.

Aggiornamento 5/7/2019

Anche bassi livelli di inquinamento domestico, soprattutto da interferenti endocrini, favoriscono asma, allergie e obesità nei bambini.
Anche il sistema immunitario può contribuire all'obesità. Nei topi bloccare alcune proteine immunitarie e aumentare le cellule Tregs impedisce agli animali di ingrassare anche sotto dieta ad alta quantità di grassi.

Aggiornamento 8/7/2019

Negli ultimi decenni il BMI (rapporto tra peso e altezza) in Norvegia è aumentato sia per le persone geneticamente predisposte ad ingrassare che per quelle non predisposte, il che suggerisce che l'ambiente rimane il principale fattore.
Le politiche dovrebbero essere indirizzate per avere un ambiente che favorisca l'attività fisica e l'alimentazione sana.
Aggiornamento 10/7/2019
Acesulfame e sucralosio, due dolcificanti artificiali, hanno un impatto nei topi quando vengono dati in gravidanza e allattamento. Riducono Akkermansia muciniphila e aumentano i Firmicutes, un profilo microbico notoriamente associato con l'obesità. Viene inoltre alterato il sistema di detossificazione.
I ratti esposti a luce blu di notte hanno ridotta tolleranza glucidica, resistenza insulinica e tendono a mangiare più dolci
Aggiornamento 17/7/2019
Gli effetti collaterali di cortisone e altri corticosteroidi
Aggiornamento 21/7/2019
Oltre ai noti EDC, interferenti endocrini, definiti come "sostanze chimiche esogene, o miscela di sostanze chimiche, che possono interferire con qualsiasi aspetto dell'azione ormonale", esistono anche gli MDC, metabolic disrupting chemicals, sostanza capaci di interferire con l'azione dei mitocondri, riducendo capacità di produzione energetica, duplicativa, e aumentando lo stress ossidativo (produzione di ROS).


Sono sia sostanze naturali (soprattutto metalli come cadmio e arsenico) che sintetiche, come pesticidi (tra cui il famoso chlorpyrifos), tributilstagno, BPA, atrazina, PFO, ftalati, diossine ecc.
Queste sostanze causano diabete interferendo con la normale bioenergetica dei mitocondri.
Aggiornamento 22/7/2019

Esistono cibi bruciagrassi? Probabilmente no. Comunque i cibi processati, a parità di calorie del pasto, hanno una termogenesi indotta dalla dieta, ossia il "costo metabolico" che il corpo deve spendere per utilizzare quel cibo, della metà rispetto ai cibi non processati. Si tratta di circa 70 Kcal, cifra non trascurabile se si pensa che 10 Kcal al giorno in più portano a un aumento di mezzo kg in un anno.

Aggiornamento 26/7/2019

Dormire con le luci accese è associato con aumento di peso
Aggiornamento 27/7/2019

"La dipendenza da cibo è - almeno in alcuni individui - un plausibile fattore causale che contribuisce all'obesità. Il concetto di dipendenza da cibo può evidenziare nuove strade di intervento a livello di salute pubblica e individuale, specialmente se si identificano specifici fattori scatenanti e si chiariscono i meccanismi. I carboidrati ad alto indice glicemico sono un possibile fattore scatenante che media le risposte neurochimiche simili alla dipendenza".
Aggiornamento 3/8/2019
Marion Nestle, docente di nutrizione e in prima linea per una scienza dell'alimentazione libera dal conflitto d'interessi, riassume così gli ultimi studi sul junk food: "Il messaggio è chiaro: il cibo spazzatura incoraggia l'introduzione dell'eccesso di cibo; mangiare troppo significa assumere più calorie; più calorie significa più peso. Mangiare un sacco di cibo spazzatura è sufficiente a causare l'obesità".
Aggiornamento 23/8/2019
Bibite zuccherate durante un'attività sedentaria sono una combinazione metabolica letale, che aumenta glicemia e insulina e predispone per l'aumento di peso.

Chi ha buone quantità di grasso bruno (BAT) ha migliore salute anche perché rimuove l'eccesso di aminoacidi ramificati (BCAA) dal sangue, utilizzandoli come fonte di energia per produrre calore. In persone con poco BAT, i BCAA possono essere dannosi perché non vengono metabolizzati ma si accumulano, aumentando il rischio di diabete e aumento di peso.

Aggiornamento 30/8/2019

Normalmente gli studi di tossicità sui residui di pesticidi vengono fatti su una sola molecola, e poco si sa del cosiddetto "multiresiduo".
In questo studio sono stati presi in considerazione 6 tra i più diffusi pesticidi, tutti al di sotto dei limiti di legge, e i topi che li assumevano ingrassavano di più, avevano fegato grasso e problemi di glicemia.

Aggiornamento 31/8/2019
I topi obesi hanno minore risposta cerebrale al gusto, e questo li spinge a saziarsi di meno con lo stesso pasto rispetto ai magri e a mangiare di più
Lactobacillus rhamnosus GG, uno dei probiotici più studiati, può proteggere dalla steatosi epatica riducendo l'assorbimento intestinale di grassi.
Aggiornamento 8/9/2019

Anche il consumo cerebrale ridotto può essere una causa di obesità, come spiega una bella revisione dell'argomento. In generale il cervello ha forte influenza sulla gestione delle risorse energetiche e la sua stimolazione può portare a consumare di più e mangiare meno.
Aggiornamento 15/9/2019

Il consumo di cibo industriale è associato con maggiore adiposità in bambini e adolescenti. Può sembrare banale ma visto che qualcuno continua a dire che tutte le calorie sono uguali lo rimarchiamo.

Aggiornamento 16/9/2019
Si continua a dimostrare l'importanza dell'orario dei pasti.
In questo studio "una percentuale più elevata dell'apporto energetico giornaliero totale consumato durante la finestra mattutina era associata a minori probabilità di sovrappeso o obesità, e questa associazione era più forte nelle persone con un cronotipo precoce. Una percentuale maggiore dell'apporto energetico giornaliero totale consumato durante la finestra notturna era associata a maggiori probabilità di sovrappeso o obesità, in particolare nelle persone con un cronotipo tardivo".

Aggiornamento 18/9/2019

Un microRNA, chiamato miR-26, sfavorisce la maturazione dei preadipociti quando è presente in grandi quantità. Questa molecola agisce bloccando Fbxl19, che invece favorisce il riempimento degli adipociti

Quando ai topi viene trapiantato il microbiota di topi muscolosi la loro muscolatura aumenta
Aggiornamento 21/9/2019
Un post di Emanuele Giordano sull'insulina
PERCHE' S'INGRASSA? E PERCHE' SI RISCHIA DI DIVENTARE O SI DIVENTA OBESI?
La risposta è: perché nelle 24 giornaliere producete troppa insulina.
Prendiamo il diabete di tipo 2, detto senile perché prima compariva in tarda età, mentre adesso l’età media della sua comparsa sta scendendo, tanto che per il 2025 si passerà dai circa 2,6 milioni di casi odierni in Italia al raddoppio di questo numero. Nel diabete di tipo 2 c’è resistenza insulinica, cioè le cellule resistono all’azione dell’insulina che servirebbe a far entrare più facilmente il glucosio nelle cellule per utilizzarlo come benzina. La conseguenza è che il pancreas a fronte di questa resistenza aumenta ancora la produzione di insulina nel tentativo vano e marginale di riuscire a spostare il glucosio dal torrente ematico a dentro le cellule.
Diciamo che ci troviamo in questo caso di fronte a un automobile che nonostante la tanga della macchina piena, invece di mandare la benzina nella camera a scoppio di combustione della benzina, per produrre l’energia che serve a far girare l’albero motore e muovere l’automobile, finisce per allagare tutto l’abitacolo facendoci annegare.
Ecco cosa fa il glucosio quando non va dove dovrebbe andare.
Diciamo anche che un 30% di persone sono asintomatici nonostante lo squilibrio glicemico e l’intolleranza al glucosio o sono prediabetici. Per ogni soggetto diabetico ce ne sono 4 in condizioni prediabetiche.
Quando un soggetto ha un diabete di tipo 2 e resistenza insulinica, si somministrano principalmente farmaci della categoria degli ipoglicemizzanti. Sospendiamo per un attimo la spiegazione di come funzionano questi ipoglicemizzanti, lo vedremo in un altro post. Se questi ipoglicemizzanti non riescono a raggiungere lo scopo, spesso si passa alla somministrazione di insulina. Ma la mia domanda è? Come è possibile concepire di dare altra insulina a un soggetto che ha già resistenza insulinica e che quindi ha già di per se livelli nelle 24 ore alti di insulina, dandogli ancora insulina. Certo la glicemia si abbassa, che è lo scopo di questa procedura, ma il paziente non dimagrisce, anzi ingrassa. Questo dovrebbe essere ovvio, dato che l’insulina è il più anabolico degli ormoni e fa aumentare il grasso. Si risponde generalmente nella maniera più banale e reattiva: ma così la glicemia è tenuta sotto controllo! E così sembra ogni problema e danno risolto. Ma, non è così. Più insulina più invecchiamento e malattie in formazione!
Vediamo il rovescio della medaglia. Cioè se produco meno insulina nelle 24 ore perdo grasso. Quale è la situazione estrema di questa affermazione? Risposta: il diabete di tipo 1, detto giovanile. Questo diabete da cosa è caratterizzato? Dal fatto diverso dal diabete di tipo 2, per cui di insulina non ne produce che pochissima il pancreas, o niente, con la conseguenza senza la presenza dell’ormone anabolico che il diabetico di tipo 1 perde peso, perde massa magra muscolare, ha difficoltà nella sintesi di tante proteine, perché la sintesi proteica richiede livelli normali di insulina. Il diabetico di tipo 1 non trattato ha una drammatica perdita di peso.
Quindi, dopo questa analisi, dobbiamo concludere che la principale e quasi sempre causa maggioritaria dell’aumento di grasso corporeo fino ad arrivare all’obesità è l’aumento quotidiano nelle 24 ore dell’insulina. Ora, finalmente, abbiamo una idea verso cui dirigerci per impedire che questo accada.
Infine, per scoprire l’intolleranza al glucosio più dei classici esami rivolti ai pazienti diabetici quali la glicemia a dgiuno o random, test di carico, è utile la determinazione della emoglobina glicosilata. Gli autori dell’Health Technology Assessment lo consigliano per individuare i pazienti a rischio (per etnia, familiarità, età, BMI o circonferenza addominale, iperlipidemia, ipertensione), impostando valori di cut off inferiori del 5,9% a quelli di soglia per la diagnosi del Diabete (Screening for diabetes and prediabetes, Lancet 2007)

Aggiornamento 24/9/2019
I latticini sono sempre al centro delle polemiche sulla loro salubrità/nocività. Solitamente le ricerche danno risultati piuttosto neutri, ma se si analizzano da parte i latticini fermentati il loro effetto è diverso (migliore) di quello del latte.
Secondo D. Mozaffarian, famoso epidemiologo, "sulla base della scienza attuale, il consumo di latticini fa parte di una dieta sana e le assunzioni di yogurt contenente probiotici e prodotti lattiero-caseari fermentati come il formaggio dovrebbero essere particolarmente incoraggiate. Sulla base di poche prove empiriche che i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi sono migliori per la salute e altre ricerche emergenti che suggeriscono potenziali benefici di alimenti ricchi di grassi da latte, la scelta tra i prodotti a basso contenuto di grassi rispetto ai latticini non sgrassati dovrebbe essere lasciata alle preferenze personali, in attesa di ulteriori ricerche. Tali raccomandazioni sono coerenti con una crescente attenzione e comprensione dell'importanza degli alimenti e dei modelli alimentari generali, piuttosto che di singoli nutrienti isolati"
Infatti il professore invita a considerare "gli alimenti non come una semplice raccolta di singoli componenti, come grassi e calorie, ma matrici complesse che hanno conseguentemente effetti complessi sulla salute e sulle malattie. Le raccomandazioni basate sul contenuto calorico o grasso non tengono conto degli effetti complessi di diversi alimenti, indipendentemente dalle loro calorie, sui molteplici meccanismi del corpo per il controllo del peso corporeo, dal cervello al fegato, dal microbioma e dalle risposte ormonali e metaboliche. Questa crescente evidenza indica che diversi alimenti, a parità di calorie, hanno effetti diversi sul rischio di aumento di peso a lungo termine e sul successo nel mantenimento del peso".

Aggiornamento 25/9/2019
Un aumento del consumo di frutta secca (comprese le arachidi) di 10/15 g al giorno in sostituzione di alimenti meno sani è associato con minore aumento di peso a lungo termine, nonostante sia un alimento caloricamente denso.
Usare questi alimenti può aiutare a mitigare il graduale aumento di peso comune durante l'età adulta, e contribuire positivamente alla prevenzione dell'obesità.
"I nostri risultati supportano le raccomandazioni dietetiche basate sugli alimenti e supportano l'incorporazione della frutta secca come strategia efficace per apportare modificazioni alimentari realizzabili per la prevenzione primaria dell'obesità"

Aggiornamento 29/9/2019

Dagli studi su animali emergono le correlazioni tra muscolatura e microbiota: i generi Barnesiella e Prevotella, e in particolare la specie Barnesiella intestinihominis, sono correlati con la forza muscolare e la composizione corporea migliore.

Aggiornamento 2/10/2019
In uno studio piccolo ma ben fatto dormire solo 5 ore per 4 notti altera il metabolismo energetico, aumentando la lipemia postprandiale e la risposta insulinica, favorendo il deposito dei grassi, aumentano la fame e l'infiammazione.

Aggiornamento 18/10/2019

Il report dell' UNICEF​ sulla malnutrizione infantile suggerisce di migliorare l'educazione alla nutrizione, fornire buoni per gli alimenti salutari, comprendere e sfruttare le dinamiche familiari e delle comunità, scoraggiare l'industria alimentare dalla commercializzazione di alimenti poveri di nutrienti, ricchi di zuccheri e altamente trasformati (ossia la sugartax).

Aggiornamento 19/10/2019
Secondo il rapporto su clima e nutrizione di Lancet, "sono noti i legami tra consumo eccessivo di carne e obesità e relativi malattie non trasmissibili (diabete, tumori ecc). Un consumo eccessivo di carne può contribuire all'obesità. il consumo di carne rossa (in particolare carne processata) è associato ad un aumentato rischio di malattie non trasmissibili compresi malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori.
Gli alimenti di origine animale, compresa la carne, forniscono una ricca fonte ad elevata biodisponibilità di micronutrienti, soprattutto per i bambini piccoli, e apportano un contributo importante alle diete di alta qualità se consumati con moderazione. In molte regioni, la produzione di bestiame è anche un importante contributo ai mezzi di sussistenza, al reddito familiare e alla ricchezza nazionale, e nelle aree semi-aride e aride ci sono spesso pochi altri usi produttivi del territorio. Tuttavia, la produzione di mangimi per il bestiame può distogliere il cibo dal consumo umano diretto e minacciare la sicurezza alimentare e il sostentamento delle popolazioni per l'espansione di terreni coltivati ​​per la produzione di mangimi (vedi Amazzonia), che è anche un'importante causa di deforestazione".
Si stima che gli allevamenti contribuiscano per il 19% ai gas serra e per il 70% al consumo delle risorse agricole.
Anche il cibo spazzatura ha un impatto ambientale (fino al 39% tra acqua, CO2, energia e sfruttamento del terreno) e ridurre il suo consumo è una priorità per l'ambiente e la salute.
In Messico la sugartax è stata efficace nel ridurre il consumo di bibite zuccherate fino all'11%
Aggiornamento 7/11/2019
Il microbiota intestinale, al di là delle calorie, si sta rivelando più importante di quanto ipotizzato nei confronti dell'obesità infantile.
Alimentazione sbagliata (iperproteica o ipercalorica), disbiosi, carenze nutrizionali, uso di antibiotici, parto cesareo, sovrappeso della mamma, uso di latte artificiale sono fattori che aumentano il rischio.
Allattamento prolungato, parto naturale, microbiota bilanciato, uso corretto degli integratori, sono invece fattori protettivi, perché bilanciano il sistema immunitario e l'infiammazione e aumentando il grasso bruno.
Aggiornamento 10/11/2019

Secondo una posizione dell'Accademia dei Pediatri Americani non esistono prove a lungo termine sulla sicurezza dei dolcificanti artificiali nei bambini, sebbene non sia stata neanche dimostrata in maniera incontrovertibile pericolosità. Negli studi su animali non aiutano nella perdita di peso e possono creare problemi metabolici. Viene inoltre sottolineato che non sono chiaramente indicati in etichetta (almeno negli USA).
Aggiornamento 23/11/2019

Secondo una ricerca l'effetto yo-yo non è negativo nei ratti: quelli che hanno perso e recuperato perso diverse volte hanno migliore salute metabolica e inferiore set-point del peso. Questo non significa molto nell'uomo, nel senso che alcune persone geneticamente predisposte prendono sempre più peso a ogni dieta.

Aggiornamento 25/11/2019
"I ritmi circadiani non solo regolano la secrezione dell'ormone tiroideo, ma regolano anche la sensibilità dei nostri tessuti all'ormone tiroideo. Ciò può portare a un ciclo che si autoalimenta in cui l'interruzione dell corretto ritmo circadiano compromette la funzione tiroidea che interrompe ulteriormente i ritmi circadiani". Non lamentatevi della "tiroide lenta" se fate orari da vampiri
Aggiornamento 26/11/2019

Senza cibo spazzatura (o "altamente palatabile") non esisterebbe l'epidemia di obesità. Però è difficile definire cosa lo sia. Gli scienziati hanno quindi individuato le caratteristiche degli alimenti "in cui la sinergia tra i componenti del cibo - come grassi, sodio (sale), zucchero e carboidrati - lo rende più gustoso di quanto sarebbe altrimenti" e "attivano i circuiti  cerebrali, creando un'esperienza altamente gratificante che può rendere difficile smettere di mangiare questi alimenti, anche quando ci sentiamo sazi".
L'industria alimentare ha formule alimentari consolidate basate su combinazioni di grassi, zucchero, sodio e carboidrati progettate per massimizzare l'appetibilità e il consumo e vendere il più possibile.
Gli scienziati hanno quindi definito gli alimenti iperpalatabili come quelli che contengono:
Grassi e sodio (> 25% kcal di grassi, ≥ 0,30% di sodio in peso), ad esempio pancetta e pizza;
Zuccheri semplici e grassi (> 20% kcal di grasso,> 20% kcal di zucchero), ad esempio torte e gelati; 
Carboidrati e sodio (> 40% kcal da carboidrati, ≥ 0,20% di sodio in peso), ad esempio pane e patatine.

Con questi criteri si considererà junkfood anche alimenti prima non ritenuti tali, come il pane bianco, e in generale quelli con una lista di ingredienti. Gli scienziati concludono suggerendo all' U.S. Food and Drug Administration​ di etichettare tali prodotti come iperpalatabili, e mangiare prevalentemente, come suggerì Micheal Pollan​, i cibi che una nonna avrebbe riconosciuto.
Il farmaco ruxolitinib (antipertensivo) tende  a far aumentare di peso
Un po' di argomentazioni su ambiente e predisposizione all'obesità: alla fine probabilmente prevale l'ambiente
Aggiornamento 10/12/2019
Un recettore per gli oppiodi (tipo K) si attiva durante la restrizione calorica e riduce la spesa energetica fatta per dissipare calore. Questo fa risparmiare energia ma facilita il recupero del peso. Bloccarlo farmacologicamente potrebbe essere un modo per facilitare la perdita di peso.
Aggiornamento 17/12/2019
Ogni 10% di cibo spazzatura in più consumato sale del 15% il rischio di diabete di tipo 2
I figli di mamme fumatrici tendono a mangiare di più e ad essere più grassi e hanno inferiore spesa energetica
Aggiornamento 29/12/2019
Forse smetter di fumare favorisce l'aumento di peso anche grazie ai cambiamenti del microbiota
Aggiornamento 4/1/2020

Il solo modello del bilancio energetico, in cui se si assumono più calorie di quelle consumate si aumenta di peso, seppur corretto dal punto di vista termodinamico, non spiega correttamente e completamente quello che avviene nel mondo reale, e l'obesità rimane una condizione multifattoriale dovuta all'ambiente e favorita dalla predisposizione genetica.
Una delle cause sono gli obesogeni, sostanze solitamente artificiali, che favoriscono l'accumulo di calorie e quindi l'aumento di peso, in diversi modi, genericamente alterando la funzione ormonale (interferenza endocrina).
Si sa relativamente poco su quanto l'esposizione agli obesogeni nel tessuto adiposo disfunzionale possa facilitare l'immagazzinamento e impedire la mobilizzazione del grasso. Attualmente si conoscono circa 50 obesogeni. La maggior parte sono contenuti nelle plastiche (BPA, ritardanti di fiamma) o sono pesticidi, farmaci (cortisonici), metalli, glutammato, conservanti ed emulsionanti. Anche lo zucchero può essere considerato un obesogeno, pur non essendo considerato strettamente tra gli interferenti endocrini.
Si ritiene che uno dei meccanismi coinvolti riguardi la regolazione del setpoint, il nostro sistema di regolazione del peso (ponderostato) che dipende soprattutto dall'ipotalamo.
Alcuni sono derivati dello stagno che agiscono come acaricidi e fungicidi (TBT), e stimolano la proliferazione dei preadipociti. Inoltre gli adipociti maturi risultano disfunzionali e con meno mitocondri, e quelli bruni hanno inferiore termogenesi.
Inoltre gli effetti degli obesogeni sono ereditabili per le generazioni successive (effetto epigenetico).
Aggiornamento 5/1/2020
"Molti aspetti del nostro stile di vita moderno promuovono l'alterazione dei ritmi circadiani.
  • Esposizione impropria alla luce
  • Inattività
  • iperalimentazione
  • Iperglicemia
  • alimentazione di scarsa qualità
  • Social jet lag (Modifica dei modelli di esposizione e di sonno nei fine settimana)
  • Stress cronico
Ciò la pone come un grande fattore di malattia cronica. Svolge anche un ruolo nell'efficacia di alcune terapie come la chemioterapia e l'uso di glucocorticoidi. Aspettatevi di sentire molto di più sui ritmi circadiani e sulla salute dell'intestino quest'anno".
Aggiornamento 8/1/2020
La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nella dipendenza da cibo, e "oltre a fornire segnali edonistici attraverso il circuito mesolimbico, ostacola anche il segnale di sazietà tra i pasti, gestito da un pacemaker circadiano centrale nell'ipotalamo, contribuendo all'eccessivo apporto calorico". La dopamina è quindi rilasciata in seguito a ingestione di cibo spazzatura, ricco di calorie ma povero in nutrienti.
"Lo stile di vita con alimentazione continua (snacking) e luci sempre accese influenza il modo in cui il corpo utilizza l'energia", ha detto il prof Guler. "Altera il metabolismo - come dimostra il nostro studio - e porta all'obesità, che causa malattie. Stiamo imparando che quando mangiamo è importante tanto quanto mangiamo. Una caloria non è solo una caloria. Calorie consumate tra i pasti o fuori orario vengono immagazzinate come grassi, e questa è la ricetta per una cattiva salute".

Aggiornamento 10/1/2020

Negli ultimi 200 anni la temperatura media dell'essere umano, almeno negli USA, è calata dell'1,6%. Può sembrare un dato trascurabile, ma temperatura inferiore significa minor spesa energetica basale e quindi più grasso messo da parte. Questo calo può essere attribuito alla costante termoneutralità nel quale viviamo (riscaldamento sempre acceso).
Aggiornamento 13/1/2020
Obesità e consumo di cibo spazzatura vanno di pari passo. Lo scarso consumo di fibre è associato a lesioni precancerose, cancro, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e morbo di Crohn, e aumento della mortalità, mentre le "bluezone", le aree con maggiore longevità al mondo, sono caratterizzate da alto consumo di fibre e cibo minimamente processato. La mancanza di fibra (e altri nutrienti) è invece determinata dal consumo di cibo industriale.
Scrivono gli autori: "L'epidemia di malattie croniche è direttamente correlata alla presenza e alla diffusione dell'obesità . Piuttosto che un semplice trattamento secondario delle malattie coi soli farmaci, dobbiamo anche spostare i nostri sforzi verso l'utilizzo del cibo come medicina.
Per ridurre la mortalità per tutte le cause e l'obesità negli Stati Uniti, dovremmo evitare o almeno limitare i cibi e le carni trasformate e le bevande zuccherate aumentando nel contempo l'assunzione di verdure , legumi, noci, frutta e acqua".

Aggiornamento 18/1/2020
Le malattie (o condizioni) croniche considerate "non trasmissibili" (NCD), come diabete, obesità, asma, allergie, MICI e malattie cardiovascolari, sono in realtà trasmissibili. Questo secondo un parere pubblicato sulla prestigiosa rivista Science. Infatti il microbiota (e virus e funghi) delle persone con queste condizioni è alterato e caratteristico, e può spostarsi da una persona all'altra. "Queste osservazioni suggeriscono che il microbiota potrebbe essere un elemento causale e trasmissibile in alcune malattie tradizionalmente classificate come non trasmissibili. Si spera che questa ipotesi stimoli ulteriori discussioni e ricerche, compresi studi che definiscono gli effetti ambientali sul microbiota, identificando i membri microbici che costituiscono un microbiota disbiotico trasmissibile che conferisce la malattia e delinea ulteriormente l'entità del contributo del microbiota alle NCD".
Aggiornamento 21/1/2020
La variazione della composizione corporea durante la dieta predice il cambiamento di appetito. Se perdiamo grasso, avremo meno appetito, se perdiamo massa magra (muscolatura) è più probabile che l'appetito aumenti e quindi recuperare i kg persi. Da questo deriva l'importanza di abbinare sempre l'attività fisica e una dieta studiata bene che riduca la perdita di massa metabolicamente attiva.
Aggiornamento 25/1/2020
La luce solare attiva una proteina, detta OPN3, presente degli adipociti sottocutanei dei topi, e attiva la lipolisi e il browning (trasformazione degli adipociti bianchi in bruni termogenici). Togliendo questa via, i topi consumano meno e tendono ad ingrassare e avere sindrome metabolica. "Se la via luce-OPN3-adipociti esiste nell'uomo, ci sono potenzialmente ampie implicazioni per la salute umana. Il nostro stile di vita moderno ci sottopone a spettri di illuminazione innaturali, esposizione alla luce di notte, lavoro a turni e jet lag, che provocano alterazioni metaboliche. Sulla base dei risultati attuali, è possibile che un'insufficiente stimolazione di OPN3 con la luce naturale sia parte di una spiegazione per la prevalenza di alterazioni metaboliche nelle nazioni industrializzate in cui l'illuminazione innaturale è diventata la norma".
L'esposizione ripetuta agli antibiotici prima dei 4 anni può essere un fattore di rischio potenzialmente modificabile per l'obesità infantile, in particolare se somministrati prima dell'anno di età. Lo studio raccomanda di evitare la prescrizione se non necessaria. Anche l'uso ripetuto in gravidanza aumenta il rischio.
Aggiornamento 2/3/2020
Per aumentare la massa magra, nelle persone non allenate è necessario un surplus calorico tra il 20 e il 40% (500-1000 Kcal) mentre nei soggetti allenati è sufficiente il 10-20% (250–500 Kcal). La massa magra ha, a riposo, un costo metabolico di 13Kcal/Kg al giorno. Ecco perché avere muscoli aiuta a rimanere magri. Nel dimagrimento il 20-30% della massa persa può essere muscolo, ma "l'effetto anabolico dell'allenamento di resistenza può compensare la natura catabolica di un deficit energetico. Questo fenomeno di "ricomposizione corporea" (perdita simultanea di grasso e guadagno muscolare) è più pronunciato nei soggetti non allenati con elevate quantità di grasso corporeo." Il turnover proteico, la distruzione e ricostruzione delle proteine muscolari, ha un costo metabolico di 2.4–3.0 Kcal per grammo di muscolo.
Aggiornamento 7/3/2020
L'Ashwagandha è un noto adattogeno che può aiutare in caso di stress. Secondo uno studio fatto su persone cronicamente stressate l'estratto della radice "riduce i marcatori psicologici e fisiologici di stress, migliora il benessere mentale e riduce il livello sierico di cortisolo e il desiderio di cibo e migliora i comportamenti alimentari", aiutando a ridurre il peso in maniera significativa rispetto al placebo.
In adolescenti obesi messi a dieta, dormire di più aumenta il dimagrimento, riduce infiammazione e insulina e migliora il quadro metabolico rispetto alla sola dieta
Aggiornamento 15/4/2020
Secondo uno studio fatto su quasi 2 milioni di persone, i bambini nati da parto cesareo hanno l'11% in più di rischio di obesità, e il 46% di diabete rispetto a quelli nati da parto naturale

Aggiornamento 17/4/2020

Scoperto nei vermi un circuito neuronale che influenza la deposizione e l'ossidazione di grasso, legato ai neuroni olfattivi. Probabilmente è presente anche negli animali superiori. "Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, è possibile che alcuni profumi possano innescare cambiamenti nel metabolismo dei grassi con conseguente perdita di peso", ha detto Wang, uno dei ricercatori. "Potremmo dover guardare non solo ciò che mangiamo, ma anche ciò che sentiamo."
Spesso si legge che solo le calorie contano e non gli equilibri ormonali. Un caso di scuola che contraddice la conta calorica è la sindrome dell'ovaio policistico, PCOS, una condizione in cui infiammazione, stress ossidativo, iperinsulinismo e iperandrogenismo concorrono a creare insulinoresistenza e aumento di peso, tra le altre cose interferendo con l'attività mitocondriale. Questo significa che il metabolismo energetico in queste persone è diverso, più lento, e l'insulina in eccesso non stimola correttamente la spesa energetica e la produzione di energia mitocondriale. Ecco perché vi danno una dieta e non funziona. Inoltre "l'aumento dello stress ossidativo può indurre l'obesità promuovendo la proliferazione dei preadipociti e la differenziazione degli adipociti, aumentando le dimensioni degli adipociti maturi e stimolando i neuroni ipotalamici per ridurre la sazietà e aumentare il comportamento della fame". Ridurre lo stress ossidativo con diete e integrazioni particolari può migliorare la condizione.

Aggiornamento 18/4/2020

Se possibile, sarebbe bene praticare attività fisica in gravidanza. Infatti questo porta al rilascio di apelina, una "miokina" che aumenta il grasso bruno nella prole e conferisce un metabolismo più attivo e protezione da obesità e diabete. "Lo stile di vita sedentario delle donne durante la gravidanza può contribuire all'epidemia di obesità nelle società moderne e il sistema "apelinergico" è un potenziale obiettivo per ottimizzare la salute metabolica della prole nata da madri con lo stile di vita sedentario".

Aggiornamento 19/4/2020

La composizione corporea è qualcosa di complesso, molto, e non dipende solo dalle calorie. Mentre qualcuno si sgola a dirvi che non dimagrite o mantenete il peso perso perché mangiate troppo, di nascosto ecc (non che a qualcuno non capiti eh), altri lavorano più seriamente e si chiedono perché questo succede. Dando un ruolo alla massa magra (FFM) che sì, si perde spesso in una dieta. "La perdita di FFM o il suo deficit dovuto a dieta, programmazione evolutiva o sedentarietà dovrebbero essere considerate non solo come un contributo all'aumentata adiposità a causa della riduzione del dispendio di energia basale dovuta a una FFM inferiore, ma anche al tentativo dell'organismo di ripristinare la FFM alimentandosi eccessivamente. Questo concetto di "ingrasso collaterale" (collateral fattening) si inserisce nell'autoregolazione della composizione corporea e si comporta fisiologicamente come un sistema che interpreta i segnali periferici ("proteinostato") che collegano la FFM e l'assunzione di cibo. Serve anche a sottolineare ulteriormente l'importanza di uno stile di vita sano incentrato su diete equilibrate e attività fisica nella protezione contro i deficit di massa magra che riguardano sia la prevenzione che il trattamento dell'obesità". In pratica il corpo è costretto a ridurre il consumo energetico e aumentare l'appetito nel tentativo di recuperare il muscolo perso.

Aggiornamento 20/4/2020

L'ipotalamo secerne 2 ormoni che rallentano il metabolismo: NPY e AgRP. Cosa regola il loro rilascio? Quando c'è un surplus energetico (ossia mangiamo abbastanza) i neuroni usano glucosio e rilasciano segnali per cui la loro produzione si riduce, e consumiamo di più e siamo più sazi. In caso di deficit energetico (mangiamo poco) i neuroni usano grassi e questo porta ad un aumento degli ormoni (con riduzione del consumo e aumento della fame). Il consumo così è sempre adattato alla disponibilità di energia, in barba a "se dimagrite consumate di meno perché siete più leggeri". La fisiologia è ben altra e molto più complessa.

Aggiornamento 20/5/2020

Gli obesogeni, sostanze che favoriscono l'accumulo di peso, lo fanno alterando l'omeostasi lipidica, in particolare favorendo la sintesi dei grassi. L'accumulo può essere favorito anche nel fegato (steatosi). L'energia che si sarebbe dovuto spendere, viene stipata, senza nessuna violazione delle leggi termodinamiche. PFO, BPA, tributilstagno, ftalati, o anche di origine naturale come genisteina o dietilstilbestrolo sono i più noti.
Aggiornamento 22/5/2020

Le calorie sono tutte uguali? mentre questo può essere vero genericamente a livello di persone normali, non lo è sicuramente nel caso patologico. La steatosi epatica è una condizione di accumulo di grasso nel fegato, tessuto che normalmente ne ha in minima quantità. Non esistono trattamenti farmacologici approvati per questa condizione, tipica del sovrappeso e del diabete. La dieta chetogenica, così come la dieta lowcarb, migliorano questa condizione e possono così essere considerate alla stregua di un farmaco. "La convinzione comune che aumentare l'assunzione di grassi nella dieta porta inevitabilmente al fegato grasso e previene la perdita di massa grassa è stata recentemente smentita da un esperimento elegante, dimostrando che una dieta ad alto contenuto di grassi e normocalorica inibisce la de novo lipogenesis (sintesi dei grassi endogena) e induce l'ossidazione degli acidi grassi, portando a perdita di peso e riduzione del contenuto di grasso epatico". Al contrario, una dieta ipercalorica bilanciata (cioè sia con carboidrati che grassi) riduce l'ossidazione intraepatica dei grassi e aumenta la lipogenesi a partire principalmente dai carboidrati e non dai substrati lipidici, portando allo sviluppo della steatosi. Questi effetti sono dovuti principalmente ai livelli di insulina, spinti soprattutto dall'introduzione di carboidrati, che controllano l'ossidazione dei grassi, come ci insegnano al secondo anno di università.
Aggiornamento 25/5/2020

Interessante articolo della BDA sulla cronobiologia e la sua importanza nell'aumento di peso e le malattie cardiovascolari

Aggiornamento 5/6/2020

Un modello animale mostra come l'insulina e l'ingrassamento siano effettivamente collegati ai carboidrati

Aggiornamento 7/6/2020

Senza voler far pensare che tutti sono grassi per un'infezione, esiste un virus, chiamato adenovirus 36 (Ad36) che induce modificazioni metaboliche tali da indurre obesità nell'uomo e negli animali. In particolare induce infiammazione e favorisce l'espansione del tessuto adiposo (iperplasia e ipertrofia), favorendo l'ingresso del glucosio negli adipociti e quindi il loro "riempimento" di trigliceridi. Questo può portare ad un miglioramento del controllo glicemico ma anche favorire il diabete sul lungo periodo. "L'effetto di Ad36 riduce l'espressione del gene della leptina, indebolisce il sistema immunitario, riduce la sensibilità all'insulina, aumenta l'assorbimento del glucosio, attiva le vie lipogeniche e pro-infiammatorie nel tessuto adiposo, aumenta il livello di macrofagi provocando infiammazione cronica e influenza il metabolismo lipidico". "Nel complesso, immaginiamo che questo virus poco conosciuto possa fornire nuove idee sull'obesità e sullo sviluppo di nuovi farmaci per le malattie legate all'obesità come l'insulino-resistenza e la steatoepatite".
Aggiornamento 13/6/2020

L'industria alimentare ha delle colpe nella severità della COVID19, essendo una creatrice dell'ambiente obesogeno e l'obesità tra i fattori di rischio per severità e mortalità del coronavirus. I governi devono fare di più per contrastare questo ambiente, e la tassa sugli zuccheri è solo un piccolo passo. "Le industrie alimentari di tutto il mondo devono immediatamente smettere di promuovere [i loro cibi] e i governi devono forzare la riformulazione di cibi e bevande non salutari. Nel Regno Unito, gli obiettivi incrementali hanno già gradualmente ridotto la quantità di sale aggiunto agli alimenti, con conseguente riduzione dell'assunzione di sale, pressione sanguigna e mortalità cardiovascolare".

Aggiornamento 21/6/2020

Il meccanismo che lega insulina e vie anaboliche nel tessuto adiposo, tra cui immagazzinamento dei grassi sotto forma di trigliceridi

Aggiornamento 24/6/2020

Mangiare tardi la sera (late dinner, LD) aumenta il cortisolo. Questo porta a un'alterazione generale dei ritmi circadiani degli ormoni e resistenza insulinica. Di conseguenza si riducono l'ossidazione dei grassi e la lipolisi (fondamentale per "svuotare" gli adipociti e permettere il dimagrimento), perché l'insulina è più alta del normale (eh mi dispiace per quelli che non conoscono la fisiologia, ma l'insulina conta). L'effetto è particolarmente marcato in chi è abituato a coricarsi presto, ma "indipendentemente da ciò, abbiamo scoperto che LD ha causato uno stato anabolico durante il sonno, favorendo la conservazione dei lipidi rispetto alla mobilizzazione e all'ossidazione", e ripetuto nel tempo può favorire obesità e sindrome metabolica.
Aggiornamento 27/6/2020

Caroline Apovian, medico, direttore dell'Unità di Nutrizione e Gestione del peso e docente di medicina presso la Boston University School of Medicine, riassume così un dibattito intercorso all' American Diabetes Association su cosa provochi obesità e malattie metaboliche (carboidrati, grassi o junk food). "Tutti e tre i relatori hanno presentato dati che, alla fine, hanno puntato un dito verso i carboidrati, con il primo oratore che ha suggerito che il consumo di carboidrati aumenta i lipidi [nel sangue] e il consumo di grassi saturi no. Il secondo oratore ha sfumato questo dicendo che potrebbe essere il tipo di carboidrati a creare il problema, e il terzo oratore [KD Hall] ]ha parlato del cibo processato come colpevole dell'aumento del grasso nonché delle malattie metaboliche. Bene, non possiamo certo definirlo un dibattito! La linea di fondo, secondo me, è che il cibo trasformato - con tutti gli zuccheri, il sale, il grasso e le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino - potrebbe aver cambiato il set point del peso corporeo che tutti noi difendiamo e potrebbe essere la causa della maggiore prevalenza di diabete di tipo 2 e obesità. Ai pazienti si deve consigliare di mangiare "pulito", ovvero cibi sani, freschi e non trasformati, per avere una vita sana ed evitare disfunzioni metaboliche".

Aggiornamento 28/6/2020

Con l'avanzare dell'età, nei nostri organi avvengono molti cambiamenti che influiscono sulla funzione fisiologica. Una lipolisi (fuoriuscita degli acidi grassi dagli adipociti) basale scarsa può "prevedere" chi negli anni accumula peso e chi no. Nel topo questo succede se i macrofagi infiltrano il tessuto adiposo e degradano la noradrenalina (segnale lipolitico). Invece nell'uomo sembrano essere gli adipociti stessi a degradare la noradrenalina, proveniente dal sistema nervoso simpatico; aumenta anche il suo trasporto all'interno della cellula (trasportatore OCT3), dove viene catabolizzata, e queste vie aumentano andando avanti con gli anni. In pratica più grasso si ha più si tende ad averne e più diventa difficile perderlo. Il ricercatore Ryden ha detto "Quello che abbiamo trovato è che la lipolisi nel tessuto adiposo diminuisce nel tempo. Questi cambiamenti sembrano anche essere indipendenti dalla menopausa o dalla gravidanza. Sono semplicemente il risultato dell'invecchiamento." L'accumulo del grasso è il risultato del bilancio tra quello che entra negli adipociti e quello che esce, e "Un tasso inferiore di lipolisi può contribuire all'aumento di peso e all'accumulo di grasso in altri tessuti".
Aggiornamento 30/6/2020

Tim Spector sul conflitto d'interessi, la correttezza degli studi scientifici sulla nutrizione e soprattutto sulla prevalenza della qualità del cibo sulla sua quantità (non tutte le calorie sono uguali)
Aggiornamento 1/7/2020

L'industria dei pesticidi si è innovata negli ultimi decenni per produrre pesticidi che presentano tossicità inferiori per gli animali "non bersaglio" e sono più efficienti dal punto di vista funzionale rispetto ai pesticidi attualmente in uso. Tuttavia, in molte occasioni, i pesticidi con effetti tossici vengono ancora utilizzati per uno scopo specifico e causano disturbi metabolici nei mammiferi. Gli studi hanno dimostrato che i pesticidi alterano i processi metabolici influenzando l'assorbimento di energia nell'intestino, l'accumulo di energia in fegato, tessuto adiposo e muscoli e disturbando la regolazione del metabolismo energetico da parte del pancreas e del sistema immunitario. Di conseguenza, questi disturbi energetici indotti dai pesticidi causano squilibri nel metabolismo energetico, producendo cambiamenti nell'aumento di peso corporeo, nella dislipidemia e nella disglicemia nel sangue, e talvolta anche nell'insulino-resistenza. La suscettibilità aumenta quando la dieta è ad alto contenuto di grassi. L'alterazione riguarda anche il microbiota e i suoi prodotti, con maggiore produzione di acetato ch stimola la gluconeogenesi e quindi l'iperglicemia

Aggiornamento 4/7/2020

Il fruttosio quando arriva al fegato stimola la lipogenesi, ossia la produzione di grassi a partire da altre molecole (solitamente metaboliti dei carboidrati). Questo non succede se le quantità di fruttosio sono piccole, perché l'intestino lo catabolizza e gli impedisce di arrivare al fegato. Se invece le quantità sono alte (dolci, zucchero, bibite zuccherate) si supera la capacità di "scudo" dell'intestino. E così le calorie vengono più facilmente immagazzinate Nell'uomo sano questa via metabolica è poco attiva, ma in una persona con steatosi il grasso endogeno epatico può essere fino al 38%. Anche l'infiammazione intestinale (colite) può ridurre la funzione di scudo. Non a caso MICI, diabete e steatosi vanno spesso a mano presa, e per queste persone evitare il fruttosio industriale è d'obbligo. Nonostante contenga fruttosio, la frutta sembra essere salutare, probabilmente perché il suo contenuto di fibre rallenta l'assorbimento del fruttosio. Una teoria simile è stata formulata dal prof Dioguardi per l'aminoacido glutammina.

Aggiornamento 5/7/2020

"L'aumento di peso e l'espansione della massa del tessuto adiposo non sono determinati esclusivamente dalla quantità di calorie ingerite. Diversi macronutrienti sono in grado di influenzare l'efficienza dell'alimentazione e influenzare la funzione degli adipociti attraverso la regolazione dell'insulina e la segnalazione tramite cAMP (AMP ciclico, un segnale intracellulare derivato dall'ATP). Una dieta ricca di proteine ​​porterà ad un rapporto glucagone/insulina più elevato, che si traduce in un aumento del segnale cAMP, mentre una dieta arricchita di carboidrati, in particolare carboidrati ad alto indice glicemico, porterà ad un rapporto insulina/glucagone più elevato, aumentando la segnalazione insulinica. e mettendo l'organismo in uno stato prolipogenico che promuove l'adiposità. Pertanto, la composizione della dieta può anche determinare il potenziale adipogenico dei grassi nella dieta alterando la segnalazione di insulina e cAMP in base alla quale gli effetti antilipolitici e lipogenici dell'insulina accentuano gli effetti di adiposità promossi dai grassi alimentari". In particolare a funzionare in maniera da favorire l'accumulo con l'insulina alta ci sono diverse funzioni fisiologiche, come la differenziazione degli adipociti (curiosamente stimolata anche dal cAMP), l'ingresso del glucosio nelle cellule (step fondamentale per sintetizzare e accumulare trigliceridi), inibizione della lipolisi, aumento della sintesi di proteine dei geni lipogenici (SREBP). Queste funzioni sono dunque sotto il controllo (tra le altre cose) del rapporto tra insulina e glucagone.
Aggiornamento 21/7/2020
Il legame tra microRNA e disfunzione mitocondriale, in particolare con l'adipogenesi, la ridotta termogenesi e ossidazione dei grassi.

Aggiornamento 28/7/2020
È probabile che esista un fattore ormonale, ancora da individuare, che permette alle persone di non ingrassare, ossia rendere per loro più difficile l'aumento di peso perché riescono a ossidare il surplus calorico anziché accumularlo. L'osservazione che alcune persone (o anche negli animali) resistano all'aumento di peso nonostante siano inserite in un ambiente obesogeno rende molto alta tale probabilità
L'uso di betabloccanti (antipertensivi), antidepressivi e insulina è associato con aumento di peso in donne dopo la menopausa

Aggiornamento 6/8/2020

Esposizione agli interferenti endocrini in gravidanza e da adulti. I ritardanti di fiamma e i pesticidi organofosfati sono le sostanze chimiche con maggiore certezza di danno nei nascituri, in particolare riduzione del quoziente intellettivo. I mix di sostanze sono associate con ADHD e autismo. Le sostanze plastiche (BPA, ftalati ecc.) aumentano il rischio di diabete, obesità, disfunzione sessuale, anche da adulti. L'articolo si conclude suggerendo di ridurre i costi di accesso al cibo biologico per consentire anche ai meno abbienti alimenti meno inquinati, e nel secondo vengono trattati i temi politici per chiedere ai legislatori di legiferare in materia e minimizzare l'esposizione a queste sostanze spesso non regolamentate. Nel mentre si coniano parole come "chemofobia" per additare quelli che stanno attenti a queste sostanze.🤦‍♂️ Forse qualche chimico ha paura di perdere il lavoro?

Aggiornamento 18/8/2020

Quanto è importante per i bambini dormire e mangiare agli orari giusti? I bambini obesi hanno alterazione del ritmo del cortisolo (basso al mattino e alto la sera), disturbando l'attenzione a scuola e il sonno la notte, insieme alla deposizione del grasso. "Sincronizzare l'esercizio fisico e gli interventi nutrizionali con l'orologio circadiano potrebbe massimizzare i benefici di promozione della salute degli interventi per prevenire e curare le malattie metaboliche. Pertanto, approcci "cronoterapeutici" mirati al mantenimento dei ritmi normali attraverso uno stile di vita sano possono essere efficaci nel contrastare l'obesità e altre malattie metaboliche nei bambini e negli adolescenti".

Aggiornamento 30/8/2020

Il fagoma (traduzione in italiano di phageoma), l’insieme dei fagi, i virus che infettano i batteri, è particolare nell'intestino dei bambini obesi e con sindrome metabolica. “Una migliore conoscenza della composizione del fagoma intestinale e della sua interazione con il microbiota e il sistema immunitario dell'ospite consentirà di diminuire la prevalenza dell'obesità infantile e della sindrome metabolica”.

Aggiornamento 2/9/2020

L'iperinsulinemia può essere sia una causa che una conseguenza dell'obesità e della resistenza all'insulina. L'iperinsulinemia può derivare da una maggiore secrezione di insulina e/o da una ridotta clearance (rimozione da parte del fegato) dell'insulina. Il microbiota intestinale è un fattore autonomo che altera la clearance dell'insulina, e un gruppo di batteri predice il 90% dell'alterata clearance. "Membri selezionati del microbiota intestinale o dei loro componenti e metaboliti possono essere un obiettivo per mitigare i difetti nella clearance dell'insulina, che possono essere rilevanti per il carico cumulativo di insulina e la progressione dell'obesità e del diabete di tipo 2".

Aggiornamento 23/9/2020

Senza variare calorie e percentuali di macronutrienti, in persone obese, in una dieta in cui si aumentano le bibite gassate come fonte di carboidrati vi è una spesa energetica inferiore di 136 kcal al giorno. Questo indica un effetto negativo di rallentamento del metabolismo, che si tradurrebbe in un aumento di peso di 7 kg all'anno

Aggiornamento 28/9/2020

L'uso di antibiotici da bambino si associa ad aumentato peso da adulti in maniera dose-dipendente

Aggiornamento 9/10/2020

Mangiare a ritmi sregolati, prevalentemente nella seconda parte della giornata e non in maniera allineata coi ritmi circadiani facilita l'aumento di peso. Come?
🎯 Cambiamenti negli ormoni dell'appetito che aumentano l'assunzione di cibo
🎯 Utilizzo alterato di carboidrati e grassi
🎯Ridotto consumo calorico indotto dalla dieta nei pasti serali rispetto ai pasti mattutini
🎯 Ridotta sensibilità all'insulina
🎯 Scelte di cibo scadenti
In disaccordo con la teoria secondo cui tutte le calorie sarebbero uguali, "i risultati indicano che l'ora dei pasti e la distribuzione dell'apporto calorico durante la giornata possono essere considerazioni importanti per la gestione del peso, insieme a caratteristiche dietetiche tradizionali come l'assunzione di energia e la composizione della dieta".

Aggiornamento 10/10/2020

Una molecola legata al pericolo e allo stress, HMGB1, sembra legata al sovrappeso e all'infiammazione collegata, e neutralizzarla con anticorpi specifici potrebbe aiutare

Aggiornamento 15/10/2020

Alterare i ritmi circadiani modifica gli acidi biliari, con effetti su digestione, metabolismo energetico e stato metabolico (diabete)


Aggiornamento 19/1/2021

I pesticidi sono obesogeni e si dovrebbe applicare il principio di precauzione visto i dubbi sui loro effetti nel mondo reale

Aggiornamento 20/1/2021

Lo sport del "salto della colazione" rimane associato a sovrappeso e obesità. Questo forse perché chi non fa colazione tende a mangiare di più e peggio durante la giornata, a causa delle variazioni ormonali, in particolare legate alla sazietà. E in alcuni casi anche con un'inferiore assunzione di calorie totale nella giornata.

Aggiornamento 14/2/2021

Le donne che consumano bibite zuccherate hanno maggiore probabilità di mantenere il peso preso in gravidanza

Aggiornamento 18/2/2021

Forse si è scoperto il legame tra antipsicotici e aumento di peso.
Nel pancreas ci sono dei recettori per la dopamina, gli stessi che interagiscono coi farmaci, venendo bloccati e promuovendo il rilascio di insulina e glucagone. La prima favorisce notoriamente la deposizione di grasso, il secondo in teoria favorisce la lipolisi, ma in realtà porta a iperglicemia che stimola ulteriormente l'insulina, ma riduce il suo effetto biologico (insulinoresistenza). Il risultato è la tendenza a ingrassare. Gli ormoni non contano eh!

Non tutti sanno che… esiste un'infezione che aumenta il rischio di ingrassare. È dovuta ad Adenovirus 36. Questo è dimostrato negli animali e dalle indagini sierologiche, non nell'uomo direttamente perché i comitati etici per fortuna non permettono di infettare le persone per scopi sperimentali.
Adv36 può favorire obesità agendo in modi distinti: (1) attivazione della via di PPAR-gamma per promuovere la differenziazione delle cellule staminali in adipociti; (2) aumento della via della sintesi degli acidi grassi per convertire il glucosio in acidi grassi [lipogenesi], (3) aumento della lipoproteina lipasi e quindi dell'ingresso dei grassi negli adipociti; (4) aumento dell'assorbimento del glucosio tramite i trasportatori di membrana, favorendo così la sintesi dei trigliceridi.
PS: Quando leggete che la lipogenesi è praticamente assente negli umani, vale per le persone normali.

Aggiornamento 21/2/2021

Alcuni batteri presenti prima di iniziare la dieta, come Blautia wexlerae e B. dorei, aumentano la probabilità di mantenere il dimagrimento. Invece Ruminococcus gnavus aumenta il rischio di recupero.

Aggiornamento 12/3/2021

Secondo una metanalisi, le diete lowcarb nelle prime 2 settimane riducono la spesa energetica, e successivamente si hanno degli adattamenti fisiologici per cui il dispendio energetico aumenta di 50 Kcal ogni 10% di riduzione di calorie da carboidrati.
"Questa scoperta supporta una previsione del modello carboidrati-insulina e suggerisce un meccanismo in base al quale la riduzione dei carboidrati nella dieta potrebbe aiutare nella prevenzione e nel trattamento dell'obesità. Secondo questo modello, l'elevato rapporto insulina-glucagone con una dieta ad alto carico glicemico (prodotto matematico dell'indice glicemico e della quantità di carboidrati) sposta la ripartizione dei combustibili metabolici dall'ossidazione nel tessuto magro alla conservazione nel tessuto adiposo. Se gli effetti osservati qui persistono a lungo termine, ridurre della metà l'assunzione di carboidrati alimentari dal 60% dell'apporto energetico (un livello tipico per le diete a basso contenuto di grassi) aumenterebbe il dispendio energetico di ∼150 kcal / giorno, controbilanciando parte dell'aumento dell'apporto energetico (negli ultimi anni) ritenuto da alcuni essere alla base dell'epidemia di obesità". Si sottolinea come sempre il possibile effetto individuale: "In considerazione della complessità dei meccanismi fisiologici e della variabilità interindividuale nella risposta, potenzialmente correlata a fattori comportamentali o fattori biologici come la secrezione di insulina, saranno necessari studi di alta qualità con disegni diversi per chiarire ulteriormente come i macronutrienti influenzano il metabolismo energetico e l'accumulo di grasso, con attenzione a sottogruppi potenzialmente suscettibili e tradurre i risultati in interventi clinici e messaggi di salute pubblica"

Aggiornamento 17/3/2021

Una posizione ufficiale dell'ESPGHAN valuta le cause dell'obesità infantile.
I comportamenti alimentari dei genitori sono un fattore determinante.
Nei primi 2 anni di vita, l'allattamento è protettivo, mentre il latte in formula è associato con alterata composizione corporea. Un elevato apporto proteico durante lo svezzamento aumenta il rischio obesità. Il latte intero, dopo l'anno di vita, appare ridurre il rischio di sovrappeso rispetto al latte a ridotto contenuto di grassi. Se i genitori intervengono, migliorando l'alimentazione, il rischio scende.
Dai 2 anni, la dieta mediterranea e nordica riducono il rischio di obesità, su quella vegetariana non ci sono conclusioni. Le bibite gassate aumentano il rischio.
Sul comportamento alimentare, saltare la colazione è associato all'obesità, forse a causa del suo ruolo nell'equilibrio energetico e nella regolazione dell'appetito, i pasti regolari consumati in famiglia sono associati a migliore salute e alla prevenzione dell'eccesso di peso.
Un numero maggiore di pasti giornalieri è associato a un minor rischio di obesità nei bambini forse a causa di una migliore modulazione della fame
 Durante gli spuntini, il consumo di cibi ad alta densità energetica contribuisce all'obesità nell'infanzia, aumentando l'apporto energetico giornaliero.
 Porzioni più grandi, soprattutto di cibi densi di energia, sono associate a un maggiore apporto energetico giornaliero, un fattore predittivo dell'eccesso di peso corporeo.
 I bambini possono autoregolare efficacemente l'assunzione di energia tra i 4 e i 12 anni almeno, sebbene l'assunzione di energia tenda ad aumentare con l'aumentare delle dimensioni della porzione (perdita del controllo)
 Una combinazione di maggiore attività fisica e riduzione del tempo passato seduti può avere un ruolo importante nella prevenzione dell'obesità.
Come raccomandazioni, si dovrebbe promuovere l'allattamento al seno il più possibile, e non esistono evidenze per consigliare il latte scremato prima dei 2 anni. Favorire il consumo della sola acqua ed evitare la presenza di distributori di bibite nelle scuole. Incoraggiare il consumo della colazione e dei pasti in famiglia, insieme a merende con cibi salutari, freschi e vegetali.

Aggiornamento 15/4/2021

La quantità di carboidrati nella dieta induce effetti potenzialmente clinicamente rilevanti sull'attività nelle regioni del cervello coinvolte nell'equilibrio energetico, nella ricompensa e nella dipendenza. In contesti non sperimentali, una maggiore attivazione dei segnali di ricompensa potrebbe stimolare l'assunzione di cibo "edonico", propagando cicli di eccesso di cibo che potrebbero impedire il mantenimento della perdita di peso a lungo termine. Questi risultati sollevano la possibilità che l'assunzione cronica di carboidrati stimoli le vie della ricompensa in una certa misura analogamente alle droghe d'abuso, suscitando comportamenti e risposte neurobiologiche che possono manifestarsi come "dipendenza da cibo". L'insulina gioca un ruolo importante nella stimolazione dei centri cerebrali, e per questo una dieta low-carb potrebbe ridurre questa dipendenza e favorire il mantenimento del peso perso.

Aggiornamento 20/5/2021

I nostri microbi intestinali influenzano il metabolismo e l'assorbimento dei grassi. Tramite la deconiugazione degli acidi biliari, la produzione di grassi a catena corta (SCFA) e lattato, la modulazione degli ormoni (GLP1) viene modulato il metabolismo energetico.
Alcuni metaboliti batterici come TMAO e LPS causano e sostengono l'infiammazione di basso grado, e gli emulsionanti come polisorbato 80 e carbossimetilcellulosa alterano il microbiota e la funzione di barriera intestinale, favorendo le alterazioni metaboliche.
"Incorporando le interazioni tra uomo e microbiota nei modelli energetici della nutrizione umana, possiamo ottenere una maggiore comprensione dei meccanismi alla base delle malattie metaboliche legate alla dieta".

Aggiornamento 27/7/2021

Come si formano le preferenze per i diversi macronutrienti e il loro legame con obesità e problemi metabolici

Aggiornamento 30/8/2021

Il clorpirifos, un pesticida vietato in Europa ma usato in deroga in Italia, può favorire l'aumento di peso. Nei topi una dose di comune esposizione (2mg/kg) promuove obesità, steatosi epatica e insulinoresistenza, se combinata a una dieta ad alto contenuto di grassi. In una dieta lowfat questo non succede, probabilmente per una questione di lipofilia della sostanza e perché favorisce l'indirizzamento dei grassi nelle cellule adipose.
L'effetto è mediato sia da un aumento dell'appetito che da una riduzione della termogenesi del tessuto adiposo bruno.
"Il grasso bruno è la fornace metabolica del nostro corpo, brucia calorie, a differenza del grasso normale che viene utilizzato per immagazzinarle. Questo genera calore e impedisce che le calorie si depositino sui nostri corpi come normale grasso bianco. Sappiamo che il grasso bruno si attiva durante il freddo e quando mangiamo", ha affermato l'autore dello studio Gregory Steinberg, professore di medicina e condirettore del Center for Metabolism, Obesity, and Diabetes Research presso McMaster.
"I cambiamenti dello stile di vita relativi alla dieta e all'esercizio fisico raramente portano a una perdita di peso prolungata. Riteniamo che parte del problema possa essere questo intrinseco rallentamento della fornace metabolica da parte del clorpirifos".
Steinberg ha affermato che al clorpirifos basterebbe inibire l'uso di energia nel grasso bruno di 40 calorie al giorno per innescare l'obesità negli adulti, il che si tradurrebbe in un aumento di peso di 2,5kg in più all'anno.
Insomma potrebbe essere uno dei responsabili del metabolismo lento.

Aggiornamento 10/9/2021

Il termine "obeso metabolicamente sano", riferito a persone con eccesso di peso ma apparentemente senza valori ematochimici eccessivi, andrebbe evitato perché fuorviante. Infatti entro 5 anni un terzo di loro ha problemi metabolici che fanno avere una mortalità superiore. La perdita di peso e uno stile di vita sano andrebbe per questo consigliato a tutti.

Aggiornamento 2/10/2021

I maggiori fattori legati all'obesità sono socioeconomici: zona di residenza, matrimonio, scolarizzazione

Aggiornamento 4/10/2021

Ulteriore studio che sconsiglia l'uso dei dolcificanti. La risposta endocrina e neuronale spinge le donne e gli obesi che hanno assunto sucralosio a mangiare di più al pasto, e in particolare cibo-spazzatura.

Aggiornamento 12/10/2021

L'esposizione agli ftalati presenti nella plastica, purtroppo anche nelle confezioni dei cibi, è legata a incrementata mortalità per tutte le cause e in particolare cardiovascolare. La stima negli USA è di almeno 90 mila morti all'anno, la perdita economica di almeno 40 miliardi di dollari: è necessario urgentemente regolamentare la loro presenza. Uno dei meccanismi è la riduzione del testosterone nell'uomo.

Aggiornamento 20/10/2021

Gli alimenti contenenti carboidrati sono veramente quelli che danno più dipendenza? In realtà l'effetto sembra lo stesso dei grassi. Invece alimenti che contengono entrambi sembrano quelli che stimolano maggiormente le aree della dipendenza, a parità di calorie. Esempi pratici? Biscotti, prodotti da forno in genere, dolci farinacei, snack ecc. I produttori alimentari ben conoscono queste vie e devono stimolare i propri acquirenti a comprare il più possibile.

Aggiornamento 12/12/2021

La tendenza a prendere peso quando si smette di fumare potrebbe dipendere dal tipo di batteri intestinali, che rilasciano alcuni fattori che influenzano il metabolismo energetico

Aggiornamento 30/12/2021

Alcuni farmaci favoriscono l'aumento di peso.
Tra di essi antidolorifici, antipsicotici, anticonvulsivanti, antipertensivi (betabloccanti), ipoglicemizzanti, farmaci per nevralgia e neuriti.
L'effetto può essere dovuto ad aumento della fame, riduzione della spesa energetica o altri meccanismi metabolici; può essere solo iniziale o continuare per tutta il periodo di assunzione.
Quando è disponibile un farmaco che non abbia questo effetto, il medico dovrebbe valutare il suo uso valutando benefici e rischi

Aggiornamento 23/1/2022

Una review spiega perché il modello del bilancio energetico (EB, calorie che entrano meno calorie che escono, CICO) non sia pienamente applicabile nell'obesità. L'equazione del bilancio energetico non è una formula, per cui si può "manovrare" facilmente in senso matematico/fisico, spostando addendi e sottraendi (cosa che non si può fare in una formula). Una formula viene sviluppata (dà un risultato) mentre un'equazione viene risolta, e la sua effettività di verifica solo per certi valori.
Il modello non spiega le cause dell'obesità facendo riferimento alla prima legge della termodinamica (FLT, conservazione dell'energia) perché non tiene conto delle funzioni fisiologiche legate agli ormoni.
"La conseguenza dell'errata interpretazione di un'equazione come se fosse una formula è che si presume che il tessuto adiposo sia una massa senza vita che si accumula dal residuo dell'assunzione di cibo dopo che il fabbisogno energetico è stato soddisfatto. Questa interpretazione errata porta a conclusioni infondate sulle cause dell'obesità o su cosa fare per invertirla".
Non sempre c'è relazione temporale tra cambio di peso ed eccesso di calorie (e quindi l'eccesso calorico non è necessariamente causa del peso in più).
"In relazione al problema della temporalità, è concettualmente possibile guadagnare o perdere grasso corporeo mentre il peso corporeo non cambia o va nella direzione opposta. Questa possibilità è stata ottenuta in diversi studi sperimentali su esseri umani e animali (per esempio somministrando testosterone). Se l'effetto può verificarsi senza il concorso della causa presunta, ciò prova che la causa non è giustificata da una legge fisica inviolabile".
Secondo i ricercatori "Un EB positivo è semplicemente una verità ovvia che non può spiegare perché si verifica un aumento di peso. Nelle loro parole, la direzione della causalità nell'eziologia dell'obesità è meno chiara di quanto comunemente si presume e dovrebbe essere messo in dubbio se l'interpretazione semplificata dell'equazione EB per quanto riguarda la causalità dell'obesità è fuorviante. Hebert et al. hanno sostenuto che le ipotesi a priori sulla causa (le calorie in più) sono state accettate acriticamente nei dialoghi accademici. Hanno specificamente sottolineato che l'FLT fornisce una descrizione "vera ma inadeguatamente semplicistica e intrinsecamente tautologica" dello squilibrio energetico associato all'aumento di peso e che l'uso dell'FLT per spiegare i cambiamenti secolari del peso corporeo non è aderente ai criteri di Hill per giudicare la causalità".

Non vìola alcuna regola della termodinamica dire si può aumentare di peso senza un presunto eccesso di calorie. Anzi, il legame causale sarebbe solo una correlazione (e quindi debole).
Questo perché l'equazione del bilancio energetico tiene conto di solo 4 compartimenti (intestino, muscolo, sangue e tessuto adiposo), mentre il corpo umano diventa un sistema aperto col mondo.
Consideriamo inoltre che alcuni alimenti potrebbero in determinate condizioni favorire la lipogenesi e l'immagazzinamento del grasso e favorire l'introito di "cibi ingrassanti", perpetuando un circolo vizioso.

Aggiornamento 12/2/2022

L'ipotalamo, e in particolare il nucleo arcuato, integra i sistemi neuroendocrino e autonomo e coordina le risposte metaboliche attraverso più tessuti (pancreas, tessuto adiposo, muscoli, fegato). Questi neurocircuiti chiave di regolazione dell'alimentazione si sovrappongono ai centri cerebrali coinvolti nella ricompensa correlata al cibo, come l'amigdala, lo striato e l'area tegmentale ventrale e aiutano a tradurre la regolazione omeostatica dell'alimentazione in un comportamento motivato, che determina la volontà di assumere un cibo e di essere dipendente da esso.
L'obesità altera la reattività ai segnali di feedback circolanti e la plasticità neurale dei neurocircuiti di regolazione dell'alimentazione, che porta a cambiamenti persistenti nell'equilibrio energetico e nel peso corporeo, favorendo un'eccessiva assunzione di alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti che impediscono di dimagrire.
La colecistochinina (CCK), un ormone intestinale, è particolarmente importante per i segnali di sazietà attraverso il nervo vago

Aggiornamento 14/2/2022

Perché raccomando sempre una corretta igiene del sonno?
In persone sovrappeso con meno di 6,5 ore di sonno a notte, aumentare le ore di sonno riduce l'introduzione di calorie di 162 kcal al giorno per ora, in media 270 kcal e 1,2 ore per persona, con miglioramento della composizione corporea (si perde prevalentemente grasso). Non sono state date indicazioni nutrizionali.
In un modello di previsione questo porterebbe a un dimagrimento di 12 kg in 3 anni.
"Gli studi di laboratorio sulla restrizione del sonno suggeriscono che l'aumento della fame, le alterazioni degli ormoni che regolano l'appetito e i cambiamenti nelle regioni del cervello legate al comportamento di ricerca della ricompensa sono potenziali meccanismi che promuovono l'eccesso di cibo dopo la restrizione del sonno".

Aggiornamento 13/3/2022

Quante calorie ha la plastica? Secondo i libri di dietologia niente, ma secondo gli esperimenti sui topi la sua ingestione fa ingrassare.
L'introduzione di microperle di polistirolo promuove l'adiposità, l'iperinsulinemia e la resistenza insulinica in modo proporzionale alla grandezza e alla dose.
Il processo sembra mediato da alterazioni del segnale Wnt (adipogenesi e maturazione degli adipociti), riduzione del grassi bruno e del microbiota.
"L'inevitabile ingestione di microplastiche nel mondo moderno può favorire le malattie cardiometaboliche e può quindi essere considerata un nuovo fattore di rischio per la salute.
Questo smentisce come al solito che solo le calorie contino e ci fa capire come il rispetto per l'ambiente influenzi la nostra salute.

Aggiornamento 24/4/2022

Sebbene un ruolo causale tra le diete ad alto ad alto indice glicemico e l'aumento di insulina e l'aumento di peso non sia stabilito, alcune prove suggeriscono la possibilità. Per esempio in uno studio controllato l'aumentata secrezione di insulina conseguente all'introito di carboidrati riduce la respirazione mitocondriale e induce uno stato metabolico che favorirebbe la deposizione di grasso anziché la sua ossidazione, diminuendo la spesa energetica totale.
"Anche un piccolo spostamento nella partizione del substrato energetico dall'ossidazione allo stoccaggio, dell'ordine di 1 g di grasso corporeo al giorno, potrebbe avere un impatto importante sulla predisposizione all'obesità a lungo termine. Però non possiamo attribuire definitivamente gli effetti osservati alla riduzione dell'insulina in sé, poiché altri aspetti della dieta (ad esempio, profilo degli acidi grassi) o influenze indirette (ad esempio, il microbioma) possono essere coinvolti nei meccanicismi".

Aggiornamento 9/6/2022

In uno studio su bambini cinesi il florfenicolo, un antibiotico usato in veterinaria, è associato ad aumento di peso.
La sua concentrazione urinaria è più alta nei bambini sovrappeso. La molecola appare alterare il microbiota e favorire l'adipogenesi, la maturazione di nuove cellule adipose, facilitando il loro "riempimento". Anche l'alterazione degli ormoni della sazietà potrebbe avere un ruolo. L'associazione è maggiore nei maschi.


Aggiornamento 18/6/2022

I farmaci antipsicotici sono noti per favorire l'aumento di peso. In uno studio controllato usare i probiotici e aumentare la fibra ha permesso non solo di non ingrassare ma addirittura di dimagrire (-2.36kg). Con probiotici o fibra da soli il peso rimane stabile. Chi ha assunto il placebo ha aumentato in media di 2.63Kg. È inoltre migliorato il profilo metabolico (insulina, glicemia, colesterolo).
Alcuni studi hanno mostrato che i farmaci stimolano la trasformazione del microbiota in modo da favorire l'accumulo di peso. I probiotici attenuano questo effetto.
Nel caso della schizofrenia hanno anche migliorato la malattia.
Gli studiosi concludono che il consumo può essere un modo semplice e sicuro per ridurre la tendenza a mettere peso delle persone che assumo antipsicotici.

Aggiornamento 30/7/2022

In una conferenza si è parlato di nuovi temi con cui combattere l'obesità. Lo stress è stato considerato uno dei temi da affrontare. Qualcuno si è spinto ad affermare che è il singolo fattore maggiormente coinvolto.
Lo stress è legato all'aumento di peso con diversi meccanismi.
Il cortisolo, l'ormone dello stress, promuove l'appetito e riduce la sensibilità alla leptina, l'ormone della sazietà rilasciato dopo i pasti. Inoltre aumentano grelina e NPY, ormoni che stimolano la fame e in particolare verso il cibo spazzatura. Nei periodi di stress infatti aumentano i processi di ricompensa stimolati dal cibo ricco di calorie e povero di nutrienti.
Lo stress altera il microbiota e la permeabilità intestinale. Alcune evidenze mostrano che specifici probiotici migliorano la risposta allo stress e quindi la composizione corporea.
Gli interventi di riduzione dello stress riescono a ridurre l'accumulo di grasso addominale, quello più pericoloso per la salute.
Lo stigma dell'obesità può indurre stress ed essere un innesco per un circolo vizioso che favorisce ulteriore accumulo di peso.

Aggiornamento 23/10/2022

I farmaci antipsicotici usati per le patologie mentali spesso favoriscono l’aumento di peso e di conseguenze le malattie metaboliche. L’effetto potrebbe essere mediato anche da effetti sulle strutture deputate a modulare il metabolismo attraverso i ritmi circadiani, come il nucleo soprachiasmatico e i recettori Rev-erbα, che gestiscono l’appetito entro i corretti ritmi ciclici di sonno/veglia e alimentazione/digiuno.

Infatti l’orario di assunzione dei farmaci influenza l’espressione dei geni legati allo stato infiammatorio e alla gestione dell’appetito/sazietà e questo può condizionare il metabolismo energetico grazie a un legame con gli orari dei pasti, come viene osservato anche negli studi retrospettivi sull’uomo.

Mangiare solo in una finestra di orari ristretta (time restricted feeding, TRF) è una pratica che ha mostrato interessanti proprietà di salute e può dare risvolti interessanti in persone che assumono psicofarmaci.

Nel modello animale i topi che hanno praticato il TRF non hanno avuto l’aumento di peso tipico degli psicofarmaci, anche a parità di calorie introdotte, anche se in generale hanno mangiato di meno perché avevano meno appetito.

In sintesi nei topi assumere psicofarmaci alla sera è associato con aumentato rischio di dismetabolismo e obesità, e questo viene confermato anche dalle osservazioni sull’uomo, ma praticare il TRF assumendo cibo solo nella prima parte della giornata mitiga questi effetti. I ricercatori riconoscono però la difficoltà ad applicare questi metodi in persone con problemi psichiatrici.

Aggiornamento 30/1/2023

Il grasso intramuscolare, quello che infiltra il tessuto normalmente magro, aumenta naturalmente durante l'invecchiamento.
Si forma a partire da cellule staminali provenienti dal tessuto adiposo o dalle cellule satelliti muscolari o da tessuto fibrotico del muscolo in seguito a microtraumi. Rilascia dei fattori infiammatori che alterano il metabolismo. Purtroppo è responsabile del peggioramento dello stato metabolico (insulinoresistenza) che favorisce il diabete ed è correlato con la perdita di muscolo e di funzione muscolare e di forza negli anziani. Nei topi converte i carboidrati in grasso. L'allenamento previene questi cambiamenti e, specie se abbinato alla dieta, riesce a ridurre il grasso intramuscolare. Una revisione degli studi suggerisce che le diete ad alto contenuto di grassi, l'eccesso di calorie da carboidrati e le restrizioni caloriche temporanee sono associate a maggiore quantità di grasso intramuscolare.
Aggiornamento 5/2/2023

Quali sono i fattori che determinano la sazietà in una dieta che non considera le calorie?
I ricercatori ne hanno individuato alcuni: le proprietà sensoriali che influenzano la velocità di ingestione, il contenuto proteico e la densità energetica. Una veloce ingestione un'alta densità energetica (più calorie a parità di volume ingerito) sono associate a maggior quantità di calorie ingerite, mentre le proteine sono associate a maggiore sazietà e meno calorie ingerite. In pratica gli alimenti industriali con date caratteristiche di consistenza, presenza di sale, carboidrati, zuccheri e grassi riducono la sazietà e ci portano ad assumere più calorie di quelle che servono non favorendo la sazietà e nel lungo termine facilitano l'aumento di peso. L'uso invece di alimenti non processati e un corretto quantitativo proteico favoriscono la sazietà e un corretto introito energetico.

Aggiornamento 16/2/2023

Secondo una revisione degli studi, ogni porzione di bibita zuccherata (SSB) è associata a un aumento di peso di 0,42 kg in bambini e adolescenti. I risultati sono in linea con quelli di altri studi e forniscono l'evidenza che il consumo di queste bevande promuova l'aumento di peso e che ridurre il loro consumo sia associato con un calo del peso.
"Si ritiene che le SSB contribuiscano a un peso maggiore e all'aumento di peso attraverso diversi meccanismi. In primo luogo, possono portare ad un aumento di peso attraverso una bassa sazietà e una ridotta termogenesi nei pasti successivi legata all'ingestione di calorie liquide. Il consumo eccessivo di bevande zuccherate altamente appetibili può determinare un eccesso di energia (introdotta) e, quindi, uno squilibrio energetico e un aumento di peso se l'apporto energetico non viene regolato ai pasti successivi. Gli studi hanno anche suggerito un aumento di peso maggiore dopo il consumo isocalorico di bevande rispetto a quello di cibi solidi. Ciò suggerisce che bere zuccheri liquidi contribuisce a un maggiore apporto energetico rispetto alle calorie dello zucchero solido. Le SSB possono anche contribuire all'aumento di peso dovuto alla risposta metabolica del fruttosio se consumati in eccesso calorico. Queste bevande sono spesso addolcite con HFCS o saccarosio, entrambi zuccheri contenenti fruttosio. Un'ipotesi che collega il fruttosio all'aumento di peso e all'obesità suggerisce che il fruttosio non stimola la leptina, l'ormone della sazietà, né sopprime la grelina, l'ormone della fame. La ridotta segnalazione di sazietà dovuta al fruttosio può promuovere un bilancio energetico positivo. Se consumato in eccesso, il fruttosio ha dimostrato di aumentare i fattori di rischio cardiometabolico, tra cui obesità, ipertensione, insulino-resistenza e dislipidemia. Tuttavia, gli effetti metabolici dannosi del fruttosio sull'aumento di peso sembrano essere in gran parte guidati da condizioni di surplus energetico. Il fruttosio, a differenza del glucosio, ha una sua via di metabolizzazione unica in cui viene preferenzialmente processato nel fegato. Se consumato in eccesso, il fruttosio può portare alla lipogenesi de novo epatica, che può portare alla produzione di lipoproteine ​​a bassissima densità e trigliceridi postprandiali. I potenziali effetti deleteri dell'eccesso di fruttosio possono essere ulteriormente esacerbati da una scarsa attività fisica, che è spesso associata a cattive abitudini di vita, incluso il consumo di SSB".

Aggiornamento 8/4/2023

Il cibo spazzatura ha un ruolo importante e causale nell'epidemia di obesità perché riesce a influenzare il cervello nelle scelte. In particolare spinge le persone a diventare dipendenti da quei gusti e ad apprezzare meno cibo con caratteristiche più salutari.
Fornire a persone sane e normopeso cibo ricco in grassi e zucchero (HF/HS), indipendentemente dall'aumento di peso corporeo e dalle alterazioni dei marcatori metabolici, (1) riduce le preferenze per il cibo a basso contenuto di grassi, (2) svolge un ruolo critico nella sovraregolazione delle risposte cerebrali che portano al consumo di cibo altamente appetibile e denso di energia, e (3) ha un effetto generalizzato sull'azione neuronale che determina i comportamenti alimentari (nel contesto dell'apprendimento associativo e indipendentemente dalle ricompense alimentari). "Presi insieme, il consumo ripetuto di HF/HS rispetto al cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri ma con le stesse calorie, e in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può "ritarare" i circuiti cerebrali e quindi indurre adattamenti neurocomportamentali. Quindi, cambiare l'ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di alimenti HF/HS ad alta densità energetica è fondamentale per combattere la pandemia di obesità".

Aggiornamento 7/5/2023

Sono stati individuate 60 proteine espresse nel sistema nervoso centrale implicate nel controllo del peso corporeo.
Queste proteine spiegano l'interazione tra cervello e l'ambiente alimentare, che è notevolmente cambiato negli ultimi decenni. Il ricercatore dr. Arsenault ha spiegato: "Questa relazione potrebbe influenzare i comportamenti alimentari e l'accumulo di energia. Il peso non è una scelta né un'abitudine di vita. Non abbiamo un peso corporeo elevato perché siamo pigri o ci manca la forza di volontà. Sono in gioco meccanismi neuronali inconsci. Il cervello è quello che comanda. Spero che i risultati di questo studio possano in parte spiegare perché il peso corporeo varia così tanto da una persona all'altra".

Aggiornamento 12/9/2023

La food insecurity (FI) si realizza quando persone in difficoltà economiche hanno "periodi di introduzione di quantità e qualità insufficienti del cibo e ansia per la futura scarsità di cibo, ma non deficit energetico cronico" che li porterebbe a dimagrire. Infatti la FI è associata a rischio di eccesso di peso, tant'è che si parla di un paradosso insicurezza alimentare-obesità e può spiegare perché attualmente, contrariamente ai tempi passati, l'obesità riguardi più le fasce meno abbienti.
L'effetto appare maggiore nelle donne adulte dei paesi sviluppati.
I meccanismi non sono chiari ma includono sia un aumento dell'introito che una riduzione della spesa energetica. "Le riduzioni dell’attività fisica, della termogenesi indotta dagli alimenti e del dispendio energetico basale potrebbero tutti contribuire a ridurre il dispendio energetico nell’ambito della FI. Gli effetti della FI sul dispendio energetico basale, che costituisce il 60-70% del bilancio energetico umano, sono attualmente poco studiati e necessitano di ulteriori indagini. L’aumento della ritenzione dell’energia metabolizzabile è un ulteriore meccanismo che potrebbe contribuire al bilancio energetico positivo nell’ambito della FI che deve essere considerato".
Tra i fattori dietetici che favoriscono questo aumento di peso, scarsa introduzione di fibre (con conseguente alterazione del microbiota), ridotto apporto proteico (aumenta la ricerca di cibo, favorendo l'introduzione di junk-food), aumento dei carboidrati ad alto indice glicemico, che favoriscono i picchi di insulina, aumento del consumo di cibo spazzatura, che fornisce energia pronta ma non nutrienti.
Esiste inoltre un'ipotesi, chiamata dell'assicurazione, che spiega perché le calorie "prendono la direzione del tessuto adiposo" e non vengono consumate. Questo modello si integra con gli altri fattori e non li esclude.
Lo stress contribuisce all'indirizzamento dei nutrienti al tessuto adiposo.
Per difendersi dal rischio di carestia si mettono in moto meccanismi che aumentano l'accumulo di grasso in maniera "anticipata", in modo da sopravvivere più avanti, in risposta a segnali che prevedono la futura scarsità di cibo. "I cambiamenti nella qualità della dieta, nell’attività fisica e nelle energie potrebbero essere risposte adattive alla FI, selezionate perché forniscono un bilancio energetico positivo, piuttosto che vincoli imposti dall’ambiente della FI.

Aggiornamento 26/10/2023

Veramente le calorie da carboidrati sono tutte uguali? Forse nel breve periodo, ma nel medio-lungo termine la tendenza cambia a seconda della loro qualità. Questi i risultati di uno studio prospettico pubblicato sul BMJ.
"L'aumento dell’indice glicemico, del carico glicemico e della quantità di amido, zuccheri aggiunti, cereali raffinati e verdure amidacee (patate) sono associati a un maggiore aumento di peso nella mezza età. Al contrario, un aumento della quantità di fibre, cereali integrali, frutta e verdure non amidacee è stato associato a un minore aumento di peso. Questi risultati supportano la potenziale importanza della qualità e della fonte dei carboidrati per il controllo del peso a lungo termine.
Le associazioni sono maggiori nelle persone sovrappeso.

Aggiornamento 13/1/2024

Nel modello animale gli emulsionanti come polisorbato 80 e poliricinoleato di poliglicerolo aumentano l'infiammazione intestinale favorendo la permeabilità, ma senza modificare il microbiota. La somministrazione, se abbinata a una dieta ricca in grassi, aumenta il grasso corporeo, epatico e plasmatico.
"I nostri risultati sui topi suggeriscono che la sindrome metabolica e l’obesità potrebbero essere guidate da additivi alimentari e altri fattori che possono promuovere l’infiammazione intestinale".

Aggiornamento 4/2/2024

Un modello complesso ma interessante sull'obesità riunifica i principali (carboidrati-insulina e bilancio energetico) integrando anche quello redox e quello degli obesogeni. Il risultato è uno sguardo da molti punti di vista che può spiegare meglio l'epidemia di obesità non solo come un eccessivo introito di calorie ma anche come un forzato deposito di nutrienti influenzato da fattori che causano scarsa propensione ad ossidare, in particolare legato (anche) alla presenza nel cibo o comunque all'esposizione a sostanze che modulano il bilancio energetico influenzando il metabolismo del tessuto adiposo (funzione, localizzazione, numero e grandezza degli adipociti). L'eccesso di radicali liberi (ROS) invece ostacola il lavoro dell'ipotalamo, che gestisce fame, sazietà e consumi.
"Forniamo un modello integrato in grado di spiegare la programmazione e gli effetti dello sviluppo nel corso della vita e delle generazioni, un set point metabolico alterato, alterazioni nell'efficienza mitocondriale e segnali attraverso i tessuti metabolici che trasmettono uno stato nutrizionale modificato. La nostra proposta non prevede che l'esposizione agli obesogeni di per sé sia l’unica causa della pandemia di obesità ma che, attraverso gli effetti sull’espressione genetica e sui ROS, gli obesogeni alterano la funzione dei tessuti metabolici in modo tale che le persone siano più sensibili all’aumento di peso indotto dalla dieta e meno sensibile alla perdita di peso.
L’accettazione di questo modello integrato si concentrerà sulla prevenzione dell’obesità riducendo l’esposizione agli obesogeni in utero, nei primi anni di vita e per tutto l’arco della vita. Questi includono mangiare cibi biologici freschi, evitare il cibo ultraprocessato, evitare la plastica per conservare o riscaldare gli alimenti, utilizzare prodotti senza profumo, evitare pentole antiaderenti e utilizzare acqua potabile purificata (per i dettagli, vedere www.ewg.org). In definitiva, saranno necessarie azioni normative e politiche per ridurre la produzione di sostanze chimiche obesogene".

Aggiornamento 1/3/2024

Il numero delle persone affette da obesità nel mondo ha superato il miliardo mentre le persone sottopeso sono sempre meno, anche se la malnutrizione per difetto è ancora presente in alcune parti dell'Asia e dell'Africa.
Finalmente però si attribuisce la causa (anche) alla qualità nutrizionale e non solo alle calorie.
"Una transizione nutrizionale sana che migliori l’accesso a cibi nutrienti è necessaria per affrontare il peso residuo del sottopeso, frenando e invertendo al tempo stesso l’aumento dell’obesità".
L'impatto della pandemia è ancora allo studio, ma i ricercatori precisano che "altezza e peso sono influenzati dalla quantità e qualità della nutrizione, dal dispendio energetico e da alcune infezioni".
Le politiche e l'industria hanno un ruolo importante. "I cambiamenti nella tecnologia di trasformazione alimentare e la crescente commercializzazione e industrializzazione degli alimenti hanno aumentato il consumo di alimenti trasformati, il che porta a un maggiore apporto calorico e ad un aumento di peso rispetto agli alimenti ricchi di fibre come cereali integrali e frutta. In alcuni paesi, un’economia equa, le politiche agricole e i programmi alimentari hanno migliorato la qualità della nutrizione, soprattutto per i poveri, con conseguente aumento dell'altezza, mentre altrove l’aumento di peso si è verificato senza un sostanziale aumento di altezza, portando ad un aumento dell’obesità".

Aggiornamento 28/7/2024

È noto che gli antidepressivi possono favorire l'aumento di peso.
Esiste differenza tra i vari farmaci?
Secondo uno studio escitalopram, paroxetina e duloxetina sono associati a un rischio maggiore dal 10% al 15% di aumentare almeno il 5% del peso basale, mentre il bupropione è associato a un rischio ridotto del 15%.
In sei mesi le differenze medie osservate sono: escitalopram + 0.41 kg, paroxetina + 0.37 kg, duloxetina + 0.34 kg, venlafaxina + 0.17 kg, citalopram + 0.12 kg, fluoxetina, −0.07 kg, bupropione −0.22 kg.
I ricercatori concludono invitando i clinici a tenere conto di queste differenze.
La dieta può ovviamente fare la differenza e ridurre questa tendenza all'aumento di peso.

Aggiornamento 18/9/2024

Un moderno trattamento dell'obesità non può prescindere dalla considerazione di alcuni fattori emergenti, come gestione dello stress e qualità del sonno, a fianco dei classici alimentazione e attività fisica.
Se i cambiamenti dello stile di vita non sono sufficienti, allora si devono considerare farmaci e chirurgia bariatrica.

"I cambiamenti ambientali, spesso definiti ambiente obesogeno, sono probabilmente la ragione principale del forte aumento della prevalenza dell’obesità negli ultimi cinquant’anni. Tra i fattori proposti per l'aumento del consumo alimentare vi sono i determinanti commerciali della salute, come l'aumento della disponibilità di cibo, il marketing alimentare, il prezzo degli alimenti, le dimensioni delle porzioni, la densità energetica, gli alimenti ultraprocessati (con perdita di nutrienti) e l'uso dei sottoprodotti per la loro produzione (ad esempio, mais, soia) e altri cambiamenti sociali e ambientali, tra cui un sonno inadeguato, un aumento dello stress e l’esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (interferenti endocrini)."

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