lunedì 25 agosto 2014

Nuove amare notizie sui dolcificanti



Continuo la mia crociata contro i dolcificanti artificiali.
Nonostante siano ritenuti sicuri dall'EFSA, organismo che non appare al di sopra delle parti, in letteratura scientifica è pieno zeppo di motivi per cui il loro uso è sconsigliabile, a partire dal paradossale effetto di favorire l'aumento di peso nonostante siano utilizzati per risparmiare calorie.




I dolcificanti artificiali possono infatti far ingrassare attraverso diverse vie: alterano il sistema di gestione della composizione corporea, riducendo la lipolisi e aumentando l'adipogenesi, ossia riducono il rilascio di acidi grassi dalle cellule adipose e ne aumentano il numero. Più "magazzini" per le calorie abbiamo che devono essere riempiti (gli adipociti), più facilmente esse vengono immagazzinate e più difficilmente bruciate. Questo è causato anche dall'alterazione del rilascio degli ormoni intestinali, che hanno un ben noto effetto sul metabolismo energetico.
Insomma come sempre noi introduciamo le calorie, ma poi non è per niente scontato se quelle calorie verranno immagazzinate o spese. Inoltre possono aumentare la fame, e così non c'è in ogni caso risparmio calorico sul conto totale.

I dolcificanti alterano il microbiota intestinale, l'insieme dei nostri microbi, che hanno fortissima influenza su tutto l'organismo.

I dolcificanti influenzano l'assorbimento dei carboidrati e quindi i picchi glicemici nel nostro organismo, e inducono l'intolleranza ai carboidrati, anticamera del diabete. In pratica lungo tutto il tratto digerente, e non solo sulla lingua come spesso si crede, sono presenti dei recettori per il dolce, attivati fortemente dai dolcificanti, meno dallo zucchero.



http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2680194/

L'attivazione dei recettori aumenta l'esposizione dei trasportatori per il glucosio, e la glicemia cresce così più velocemente. Il pancreas è costretto a fare un superlavoro, molto dannoso sul lungo periodo. Glicemia più alta significa più insulina e quindi più accumulo di riserve.
Insomma non si può dire che possano aiutare a dimagrire nè a migliorare la glicemia nei diabetici e gli studi che mostrano il contrario sono quasi tutti finanziati dalle industrie stesse.

Questo non sembra capitare con la Stevia, un dolcificante estratto dalle foglie dell'omonima pianta.

Oltre a non aiutare a perdere peso, si è scoperto recentemente che i dolcificanti artificiali possono avere effetto negativo sulla continenza urinaria. L'aspartame ha notoriamente conseguenze a livello neurologico. In un esperimento condotto su un piccolo gruppo di persone (quindi non su animali) per pochi giorni una dose molto più bassa della massima consentita (circa la metà) ha dato come conseguenze depressione, irritabilità (forse perchè riduce i livelli di serotonina e dopamina) e riduzione dell'orientamento nello spazio (lo stesso capita nel modello animale). Può essere causa di emicrania, alterazione della visione e di uno stato simile alla sclerosi multipla. Nel modello animale causa riduzione del potere antiaterosclerotico e altera lo sviluppo embrionale. I pesci non imparano a nuotare (!!) correttamente per i problemi cerebrali. Continuo a concordare con gli studi dell'Istituto Ramazzini secondo cui è urgente una revisione sulla sicurezza di questa sostanza.
Il sucralosio, potente dolcificante conosciuto commercialmente come Splenda, e contraddistinto dal colore giallo della bustina, si riteneva fino a poco tempo fa un composto inerte nell'organismo, eliminato attraverso le urine come tale. In realtà si è recentemente scoperto che viene metabolizzato nell'intestino, e i suoi metaboliti e il loro effetto sono tuttora sconosciuti.
Inoltre se sottoposto a riscaldamento rilascia cloropropanoli, non deve quindi essere usato in cottura.
Ha come lo zucchero una via di attivazione dei circuiti dopaminergici, cioè quelli della ricompensa che ci fanno diventare dipendenti da un cibo (o da qualunque cosa, sono sempre le stesse) e che le industrie conoscono bene.




Non c'è prova certa sulla cancerogenicità dei dolcificanti artificiali, anzi l'EFSA li ha dichiarati sicuri anche in gravidanza. Tuttavia è ormai acclarato che stimolano quelle alterazioni metaboliche che portano prima alla sindrome metabolica e quindi al diabete, e che soffre di queste condizioni ha maggior rischio di ammalarsi di cancro, in un modo o nell'altro. Che siano poi dei cancerogeni per effetto diretto, non è per niente escludibile a parere mio a lungo termine, in particolare l'aspartame appare concausa di tumori del sistema nervoso (e altro).
Vogliamo proprio aggiungere qualcosa di dolce? Allora evitiamo il più possibile sia lo zucchero che i dolcificanti, e proviamo con un cucchiaino di cannella, una sostanza che unisce il gusto dolce all'effetto antiinfiammatorio, e migliora lievemente glicemia e altri parametri di rischio cardiovascolare e tumorale.

Aggiornamento 11/11/2014
JAMA, la rivista dei medici statunitensi, spiega come i dolcificanti artificiali alterano le vie metaboliche e sono causa di diabete. Siamo molto più complicati di quello che ci vogliono far credere certe menti semplici.
Aggiornamento 18/6/2015

Un video del dott Greger, visibile coi sottotitoli in italiano, spiega il legame tra dolcificanti artificiali e problemi neurologici tra cui il maggior rischio di suicidio.



Aggiornamento 4/9/2015
Il consumo di bevande con dolcificanti artificiali aumenta il rischio cardiovascolare in donne in post-menopausa.
Aggiornamento 28/9/2015
L'articolo della Scuola di Ancel.
Aggiornamento 18/12/2015

Una guida interessante ai dolcificanti sia naturali che artificiali.
Aggiornamento 23/3/2016

Il nuovo lavoro dell'Istituto Ramazzini sul sucralosio e  il rischio di leucemia.
Aggiornamento 23/4/2016


I dolcificanti artificiali utilizzati in gravidanza aumentano il rischio di obesità nel bambino. Anche se l'EFSA ci diceva che sono sicuri.

L'aspartame aumenta il rischio di intolleranza glucidica (prediabete) in un'importante studio.

Sostituire le bibite gassate zuccherate con quelle dolcificate artificialmente non dà vantaggi in termini di peso negli adolescenti.
Aggiornamento 12/7/2016
Gli studi continuano a confermare che i dolcificanti artificiali altro non fanno se non aumentare l'appetito e la deposizione di grasso, tramite la stimolazione del rilascio di insulina.
Anche la dott.ssa Kirkpatrick della Cleveland Clinic sconsiglia le bibite con dolcificanti artificiali.


Aggiornamento 7/8/2016

Viene pubblicato il primo studio che associa l'uso di dolcificanti durante la gravidanza con un maggiore peso alla nascita. Lattanti più pesanti saranno bambini più pesanti, e adulti più grassi. Se uno conoscesse la fisiologia non si dovrebbe stupire di questo, visto che i dolcificanti stimolano l'insulina, ormone anabolizzante, come lo zucchero, invece continua ad essere pieno di specialisti che dicono che l'EFSA ha detto che sono sicuri quindi non ci sono problemi.
Aggiornamento 14/9/2016

Si continua a dimostrare che i dolcificanti (sucralosio in questo caso) attivano le vie nervose in modo da spingerci a mangiare di più, in particolare aumentando NPY, ormone noto per rallentare il metabolismo e aumentare l'appetito.
Aggiornamento 24/9/2016
Una revisione sistematica degli studi sui dolcificanti artificiali dimostra che quando c'è un finanziamento dietro gli effetti deleteri di questi composti svaniscono nel nulla.

Aggiornamento 22/10/2016
L'importanza dell'alimentazione nell'espressione delle proteine che regolano l'assorbimento di glucosio: il gusto dolce (anche da dolcificanti artificiali) lo aumenta nell'intestino, ma se ci sono anche i grassi , come nel classico pasto da fast food, incrementa esponenzialmente, determinando un picco glicemico e un rilascio di insulina abnorme.
Aggiornamento 26/10/2016

Non sono affatto inerti come qualcuno dice. Alcuni ne assorbono di più, altri meno. Nei primi fanno grossi danni, negli altri pochi. E in media non tanti. Ma per questo negli studi non si evincono grandi conclusioni. Per sicurezza meglio evitarli.
Le bibite zuccherate, anche quelle "zero", aumentano il rischio di diabete di tipo LADA, oltre che quello di tipo 2 ovviamente.
Il consumo di bibite dolcificate sembra legato al rischio di malattia renale terminale.
Aggiornamento 8/11/2016

L'articolo di Kresser sui dolcificanti artificiali.
Aggiornamento 15/11/2016
La Coca light attiva il rilascio di GLP-1, un ormone correlato con l'azione dell'insulina. I motivi e le conseguenze dovranno essere indagati.
Anche un consumo saltuario (3 volte a settimana) di bibite dolcificate raddoppia il rischio di diabete.

Aggiornamento 28/11/2016
Forse scoperto uno dei meccanismi che favoriscono l'aumento di peso e la sindrome metabolica in chi usa aspartame: la fenilalanina, un suo metabolita, va a inibire la fosfatasi alcalina intestinale e così il suo effetto antinfiammatorio.
Aggiornamento 12/12/2016

Si tratta di uno studio osservazionale quindi va comunque confermato, ma in 1400 persone seguite per 10 anni in media, chi ha usato dolcificanti pesa di più e ha una maggiore circonferenza addominale rispetto a chi non li ha usati.
I meccanismi ipotizzati sono l'alterazione del microbiota intestinale e l'interazione col sistema enteroendocrino che influenza la spesa energetica.

Aggiornamento 5/1/2017

"L'assenza di elementi di prova a sostegno del ruolo dei dolcificanti artificiali nel prevenire l'aumento di peso e la mancanza di studi su altri effetti a lungo termine sulla salute rafforzano la posizione secondo cui non dovrebbero essere promossi come parte di una dieta sana. La promozione dei dolcificanti deve essere discussa in un contesto più ampio di potenziali impatti sulla salute e sull'ambiente. Inoltre, una più robusta base di prove, priva di conflitti di interesse, è necessaria".
Aggiornamento 30/1/2017

"Quello che sappiamo attualmente è questo: sia negli studi su animali che in quelli osservazionali sugli umani, chi usa i dolcificanti ha maggior rischio di obesità, adiposità viscerale e fattori di pericolo cardiovascolare. Anche dopo aver eliminato i fattori confondenti, gli studi sugli uomini hanno trovato maggiore incidenza di depressione, sindrome metabolica, diabete, eventi cardiovascolari, mortalità tra chi usa frequentemente i più diffusi dolcificanti artificiali, e questi risultati sono preoccupanti".
Per questo è stato dedicato un intero numero di una rivista scientifica
Aggiornamento 15/2/2017

Sia le bevande zuccherate che quelle dolcificate artificialmente sono associate a peggiori marker di rischio cardiovascolare. Le seconde perché alterano il microbiota e la percezione del gusto dolce peggiorando l'equilibrio glicemico

Aggiornamento 25/2/2017
Se prendiamo persone diabetiche e le dividiamo in due gruppi, uno che assume bibite light e l'altro solo acqua, il secondo ha miglioramenti dei parametri metabolici e del peso.

I dolcificanti artificiali sono tra le peggiori invenzioni dell'umanità e le calorie non servono a granché, sono solo una semplificazione per chi ignora la fisiologia.
Aggiornamento 9/4/2017
Esiste un ottimo modo per incrementare le proteine che aumentano la lipogenesi (produzione endogena di grassi), il trasporto di zucchero negli adipociti e l'infiammazione. Basta consumare dolcificanti artificiali.

Aumenta anche la sensibilità al gusto dolce e così probabilmente la dipendenza da zuccheri
Aggiornamento 30/4/2017
Sembra che la stevia, pur attivando i recettori del dolce, non aumenti la glicemia perché contemporaneamente attiva anche altri recettori, chiamati TRPM5, che attivano il rilascio di insulina dal pancreas
Aggiornamento 9/5/2017
I dolcificanti artificiali sono in uno studio prospettico associati a rischio di ictus e demenza
Aggiornamento 19/5/2017
L'EFSA conferma che il sucralosio non è cancerogeno. Ora sono sicuro che è meglio non usarlo. E se anche fosse sicuro dal punto di vista tossicologico, non vuol dire che aiuti a dimagrire, come ampiamente spiegato.
Aggiornamento 29/5/2017

Interessante articolo sui dolcificanti di una collega, Ilaria Bertini.

Aggiornamento 12/7/2017
Dal punto di vista evoluzionistico, cosa significa ingerire dolcificanti artificiali? Significa stimolare i recettori per il dolce, che in natura possono essere attivati solo con la frutta. Per cui la nostra reazione è di avere uno stimolo per l'appetito e assumerne di più, essendo ricca in nutrienti utili.


Quando però non arrivano i nutrienti, l'appetito rimane, e si tende a mangiare più del necessario.

Aggiornamento 17/7/2017
Se ancora pensate di perdere peso grazie ai dolcificanti artificiali, arriva una metanalisi a smentire ulteriormente, e conferma i dubbi sulla sicurezza a lungo termine.
Gli unici lavori a dare risultati positivi sul lungo termine sono quelli pagati dai produttori.

Una particolare variante genetica di FGF21 predispone per gradire il gusto dolce (e probabilmente anche l'alcol e il fumo).
Aggiornamento 23/7/2017

Le bibite consumate nei giovani, sia normali che light, aumentano il rischio di dismetabolismo

Abbinare una bibita dolce (sia contenente zucchero che dolcificanti artificiali) ad un pasto proteico (ma anche glucidico) costituisce una bomba metabolica perfetta per l'accumulo del grasso: infatti il consumo di energia e in particolare di grassi scende, mentre aumentano l'appetito e la preferenza per il junkfood
Anche l'eritritolo è associato con aumento di adiposità
Aggiornamento 12/9/2017

Il cibo spazzatura attiva le stesse aree cerebrali attivate dagli oppiacei, ma in realtà causando dipendenza perché il cervello tenderà a farci cercare di nuovo quella sensazione.

Qual è il cibo che attiva maggiormente i recettori? Le bevande con dolcificanti artificiali!
Aggiornamento 13/9/2017

Continuano le cattive notizie per i consumatori di dolcificanti artificiali (e zuccheri): il loro uso aumenta la fame e quindi l'introito calorico nelle ore successive, favorendo un bilancio energetico positivo

Aggiornamento 26/9/2017
"Dato l'uso diffuso e crescente di dolcificanti artificiali e l'attuale epidemia di obesità e le malattie correlate, è necessaria una maggiore ricerca per determinare i rischi e i benefici a lungo termine di questi prodotti", ha concluso il Dr. Azad
Authoritynutrition.com sull'allulosio, uno zucchero quasi indigeribile: "L'allulosio appare sicuro e non è probabile che causino problemi di salute quando consumati con moderazione. Tuttavia, come con qualsiasi cibo, le sensibilità individuali sono sempre una possibilità".
Considerazione personale, il gusto dolce può sempre essere un problema
Aggiornamento 2/10/2017

"Una nuova ricerca può aiutare a spiegare il rapporto conosciuto tra l'uso di dolcificanti artificiali e diabete.
I ricercatori della School of Medicine di Yale sostengono che in natura l'intensità della dolcezza riflette la quantità di energia presente. Ma nella vita moderna, il metabolismo del corpo viene ingannato quando una bevanda è troppo dolce o non abbastanza dolce a seconda della quantità di calorie che contiene. Ciò significa che una bevanda dolce ma a basso contenuto calorico può innescare una risposta metabolica maggiore di una bevanda con più calorie".
 "Una caloria non è una caloria", ha spiegato l'autrice principale Dana Small, docente di psichiatria. "L'ipotesi che più calorie inneschino una maggiore reazione metabolica e cerebrale è sbagliata: le calorie sono solo metà dell'equazione, la percezione del gusto dolce è l'altra metà", ha detto la Small in un comunicato stampa universitario.
Il gusto dolce regola la genesi dei segnali metabolici (che gestiscono la spesa energetica) e il rapporto tra carico glucidico e dolcezza influenza la risposta metabolica. E questo rapporto non è lineare, ossia con poche calorie ma forte gusto dolce si va a stimolare le vie mesolimbiche (quelle della dipendenza).
Quando si verifica una "disallineamento", i circuiti di ricompensa del cervello non registrano che le calorie sono state consumate, hanno detto i ricercatori. Molti alimenti industriali creano tali disallineamenti, come lo yogurt light con dolcificanti.
"I nostri corpi si sono evoluti per utilizzare in modo efficiente le fonti energetiche disponibili in natura", continua la Small. "Il nostro ambiente alimentare moderno è caratterizzato da fonti di energia che i nostri corpi non hanno mai visto prima".
Lo studio può aiutare a spiegare il legame tra alcuni dolcificanti artificiali e il diabete scoperto nelle ricerche precedenti. Tuttavia, l'argomento rimane controverso e gli esperti concordano sul fatto che siano necessarie ulteriori ricerche.
Aggiornamento 12/10/2017
I dolcificanti aumentano l'assorbimento di glucosio nell'intestino anche negli uomini sani, riducendo il rilascio di GLP-1.
Un piccolo ma significativo studio fatto con gruppo di controllo continua a dimostrare la probabile azione negativa nei confronti dell'omeostasi glicemica
Aggiornamento 2/1/2018
L'EFSA continua a definirlo sicuro, ma il consumo di aspartame è in crescita e gli studiosi hanno deciso di fare una nuova revisione della sua sicurezza, concludendo che: "Gli studi esistenti sugli animali e gli studi limitati sull'uomo suggeriscono che l'aspartame e i suoi metaboliti, se consumati in quantità significativamente superiori al dosaggio sicuro raccomandato o anche entro i livelli raccomandati di sicurezza, possono alterare l'equilibrio redox, indurre lo stress ossidativo e danneggiare l'integrità della membrana cellulare, potenzialmente colpendo una varietà di cellule e tessuti e causando una disregolazione della funzione cellulare, che alla fine porta all'infiammazione sistemica".

Aggiornamento 5/2/2018
Sia lo zucchero che i dolcificanti sembrano impattare negativamente nella procreazione medicalmente assistita.
I dolcificanti artificiali non migliorano il controllo glicemico secondo una revisione degli studi
Aggiornamento 31/3/2018
In un modello in vitro, il sucralosio modifica il metabolismo delle cellule staminali, favorendo l'infiammazione e la produzione di grasso. Se queste cellule provengono da persone sovrappeso, la modificazione dell'espressione genica è accentuata, con accumulo di radicali liberi e infiammazione. Questo potrebbe essere uno dei meccanismi con cui i dolcificanti artificiali promuovono paradossalmente l'aumento di peso
Aggiornamento 8/5/2018


Che legame c'è tra dolcificanti, sia naturali che artificiali, e problemi metabolici? "l'esposizione ad alte concentrazioni di glucosio e dolcificanti artificiali attiva meccanismi di alterazione dell'endotelio vascolare e del metabolismo energetico che possono essere importanti durante l'esordio e la progressione del diabete e dell'obesità".
Aggiornamento 18/5/2018
Finalmente una società scientifica mette nero su bianco che le calorie da zucchero sono più dannose delle altre per la salute cardiovascolare, anche senza aumento di peso.
Questo perché stimolano la produzione endogena di grassi (lipogenesi) e la deposizione di grasso viscerale.
Aspettiamo l'intervento del nostro ministro della salute che ci avvertirà che tagliare lo zucchero danneggia le industrie (soprattutto quelle farmaceutiche).
Inoltre, dopo il dimagrimento, la dieta ad alto indice glicemico (pur facendo perdere ugualmente peso) facilita il recupero del peso perso, a causa della ipersecrezione di insulina.
Non vi è sufficiente evidenza che i dolcificanti favoriscano l'aumento di peso.
Gli omega 6 sono protettivi rispetto ai grassi saturi.

Le conclusioni del Position Statement consigliano politiche per la prevenzione dell'obesità (favorire la diffusione dei cibi salutari rispetto a quelli insalubri e poveri di nutrienti) e la personalizzazione dell'alimentazione, in particolare a seconda del metabolismo glucidico
Aggiornamento 26/9/2018
Da un post della collega Chiara Conato
Gli allevatori sono molto più svegli dei ricercatori, perché hanno capito che grazie ai dolcificanti artificiali gli animali ingrassano più facilmente.
Gli studi fatti con gruppo di controllo non mostrano esito favorevole dei dolcificanti artificiali rispetto agli zuccheri, e quelli prospettici mostrano una tendenza all'aumento di peso.
In generale alterano il microbiota, riducono la sazietà, alterano la glicemia, e spingono a mangiare di più e a ingrassare. Non sono quindi clinicamente efficaci nel mantenere il loro obiettivoù
Aggiornamento 2/10/2018
Si continua a dimostrare la nocività dei dolcificanti artificiali sul microbiota. In particolare sono stati testati i prodotti per sportivi, e i dolcificanti provocavano alterazione della flora. Inoltre sembrano presenti nell'ambiente come contaminanti.
Aggiornamento 29/11/2018

In una revisione degli studi si conclude col consigliare di limitare il più possibile sia zuccheri aggiunti che dolcificanti artificiali. Il craving per il dolce ha probabili cause genetiche in una sottopopolazione di persone
Aggiornamento 2/1/2019
Le bibite light possono essere legate alla progressione della retinopatia diabetica proliferativa
Aggiornamento 3/1/2019

Secondo una revisione degli studi sui dolcificanti artificiali, non ci sono prove del loro beneficio sulla salute e non si possono escludere effetti negativi
Aggiornamento 17/1/2019
Nelle nuove linee guida sul trattamento del colesterolo alto si insiste sulla raccomandazione di seguire un modello di dieta salutare, come quello mediterraneo, che privilegi i cibi vegetali e i cereali non raffinati, insieme alle fonti di proteine magre. Non si dà importanza al colesterolo dietetico (uova), ma si raccomanda di limitare i grassi saturi e gli zuccheri, insieme a grassi trans e sale.
I prodotti "a basso contenuto di grassi" e "non grassi" con elevate quantità di carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti dovrebbero essere sostituiti con cereali integrali, legumi, verdure, frutta e fonti salutari di grassi come noci, semi e oli vegetali non idrogenati.
Possono essere consumate da 3 a 5 tazzine di caffè al giorno, ma non si consiglia di aggiungere zucchero o grassi.
Gli zuccheri aggiunti vanno limitati, e poiché gli effetti a lungo termine dei dolcificanti artificiali sono incerti, non sono raccomandati per l'uso come sostituto negli alimenti e nelle bevande.
Apo-B e Lp(a) dovrebbero essere considerate fattori di rischio aggiuntivi.
Aggiornamento 21/2/2019
I forti consumatori di bevande zero hanno aumentato rischio di ictus e morte da ogni causa


Aggiornamento 5/4/2019

Il cibo spazzatura stimola la deposizione di grasso addominale. Per ogni 10% di calorie in più da cibo industriali, la circonferenza addominale di un bambino aumenta di 0,7 cm tra i 4 e gli 8 anni.
I problemi al metabolismo glucidico solitamente si manifesteranno dopo gli 8 anni.
"Diversi meccanismi possono spiegare la relazione tra un consumo maggiore di cibi ultra-elaborati e l'obesità addominale. Tali prodotti sono squilibrati dal punto di vista nutrizionale e contribuiscono ad un aumento significativo dell'apporto energetico quotidiano a causa del loro contenuto eccessivo di zuccheri, grassi trans e saturi, e determinano minore stimolo della termogenesi se confrontati con alimenti non elaborati. Inoltre, i cibi ultra-elaborati sono altamente appetibili e possono portare all'interruzione dei segnali di fame e sazietà. Un'altra aspetto preoccupante è l'aumento dell'assunzione di sostanze artificiali aggiunte ai prodotti alimentari ultra-trasformati dall'industria. La ricerca indica che il fruttosio artificiale può contribuire all'obesità modulando il microbiota intestinale, i dolcificanti artificiali possono contribuire all'aumento di peso stimolando la secrezione basale di insulina e il solfito di sodio, il benzoato di sodio e la curcumina possono promuovere l'obesità diminuendo la secrezione di leptina".
Aggiornamento 14/4/2019
Un case-study di una donna in cui la tiroidite di Hashimoto e il conseguente ipotiroidismo sono stati provocati dal consumo di dolcificanti artificiali. La rimozione di queste sostanze è stata sufficiente per riportare il TSH e gli anticorpi a livelli normali. Il sucralosio è noto per diminuire l'asse tiroideo e l'attività della tireoperossidasi. L'aspartame rilascia metanolo che viene convertito a formaldeide, tossica per i follicoli tiroidei. In generale è possibile dire che l'autoimmunità è attivata da stimoli ambientali in persone predisposte geneticamente.
Aggiornamento 1/5/2019
Il consumo di bibite gassate aumenta il rischio cardiovascolare in maniera proporzionale al consumo. Questo è valido anche per le bevande "zero". Lo studio evidenzia anche un modesto legame con tutti i tipi di tumore, e raccomanda interventi politici per ridurre il consumo di queste bevande e favorire il consumo di acqua.
Aggiornamento 27/5/2019
Tra i dolcificanti, la saccarina sembra quella che più stimola l'aumento di peso. Il sucralosio non sembra far aumentare il peso. In 12 settimane nessuno ha creato problemi di glicemia.

Aggiornamento 10/7/2019
Acesulfame e sucralosio, due dolcificanti artificiali, hanno un impatto nei topi quando vengono dati in gravidanza e allattamento. Riducono Akkermansia muciniphila e aumentano i Firmicutes, un profilo microbico notoriamente associato con l'obesità. Viene inoltre alterato il sistema di detossificazione.

Aggiornamento 23/7/2019
Nuovi dubbi sulla sicurezza dell'aspartame, in particolare si accusa di conflitto d'interessi l'EFSA e chi ha fatto le revisioni
Aggiornamento 5/8/2019
Un dolcificante a basso indice glicemico composto da stevia, eritritolo e xilitolo non alza la glicemia in un piccolo gruppo di persone sane
Aggiornamento 4/9/2019
Hanno studiato il rapporto tra consumo di bibite e mortalità. "L'alto livello di consumo di bevande analcoliche totali, zuccherate e dolcificate artificialmente è risultato associato a più alto rischio di morte per tutte le cause. Sono state osservate associazioni positive tra bibite zuccherate e decessi per malattie digestive, nonché tra bibite zuccherate artificialmente e decessi per malattie circolatorie. Sono necessari ulteriori studi per verificare i possibili effetti negativi sulla salute degli edulcoranti artificiali".
Aggiornamento 10/9/2019

Nuovi dubbi sull'assenza di effetti collaterali nell'uso di dolcificanti artificiali: la loro interazione col sistema ormonale, la stimolazione dell'adipogenesi, l'alterazione della percezione dei gusti e del microbiota sono accertati
Aggiornamento 29/9/2019

Le donne dovrebbero considerare di limitare il consumo di zuccheri aggiunti durante la gravidanza, e anche le bibite light non sono un'alternativa ideale.
In uno studio fatto su oltre 1200 donne, un maggiore consumo di saccarosio (zucchero) in gravidanza e l'assunzione di bibite zuccherate da parte delle madri erano associati a una scarsa funzione cognitiva della prole. "Il consumo materno di saccarosio è stato associato a scarse capacità non verbali per risolvere nuovi problemi e scarsa memoria verbale, memoria visiva e apprendimento; il consumo materno di bibite gassate (SSB) è stato associato a minore intelligenza globale associata sia alla conoscenza verbale che alle abilità non verbali. Inoltre, il consumo di SSB nella dieta materna è stato associato a scarse capacità motorie, visive spaziali e motorie visive nella prima infanzia e scarse capacità verbali più avanti. Il consumo di SSB nell'infanzia era associato a una minore intelligenza verbale nell'infanzia". Il consumo di frutta nei bambini è invece risultato associato con maggiore intelligenza.
Aggiornamento 8/10/2019
Aumentare il consumo di bibite zuccherate di mezza lattina al giorno aumenta il rischio di diabete del 16% nei 4 anni successivi. Le bevande con dolcificanti artificiali lo aumentano del 18% (anche se può essere una causalità inversa). Sostituire una porzione con bevande non zuccherate (acqua, caffè o tè) riduce il rischio fino al 10%

L'eritritolo è usato come dolcificante, perché non viene assorbito dall'intestino. Tuttavia il corpo è in grado di convertire il glucosio in eritritolo, e più questa via è attiva più sembra la tendenza a ingrassare e ad avere diabete.
Aggiornamento 5/11/2019

Il consumo di bibite, sia zuccherate che dolcificate, aumenta il rischio di morte da ogni causa, in particolare tumore del colon, Parkinson, infezioni intestinali.

Lo studio si conclude raccomandando politiche per la riduzione del consumo delle bevande zuccherate
Aggiornamento 10/11/2019
Secondo una posizione dell'Accademia dei Pediatri Americani non esistono prove a lungo termine sulla sicurezza dei dolcificanti artificiali nei bambini, sebbene non sia stata neanche dimostrata in maniera incontrovertibile pericolosità. Negli studi su animali non aiutano nella perdita di peso e possono creare problemi metabolici. Viene inoltre sottolineato che non sono chiaramente indicati in etichetta (almeno negli USA).
Aggiornamento 17/12/2019
Una nuova review riassume gli effetti dei dolcificanti artificiali. Continua ad essere evidenziato che possono favorire l'aumento di peso e non la perdita, inoltre "Non è chiaro se il consumo di dolcificanti artificiali (NNS) abbia un effetto sull'incidenza del diabete di tipo 2 o sul controllo glicemico anche se esistono prove che modifichino il microbiota, che interagiscano con i recettori del gusto dolce nella cavità orale e intestinale e che modifichino la secrezione di GLP-1, peptide YY, grelina e GIP, ormoni intestinali che possono influenzare la glicemia. In conclusione, sono necessari studi a lungo termine sul consumo di NNS per trarre una conclusione definitiva sul ruolo del loro consumo sul controllo glicemico".
Aggiornamento 1/2/2020
Nei topi l'uso di aspartame in gravidanza, a dosi ritenute sicure, predispone la prole per avere più grasso e alterazioni del metabolismo glucidico. Questo avviene probabilmente alterando il microbiota e stimolando i recettori del gusto dolce, e predisponendo per il consumo di junkfood. Questo accade anche con la stevia ma in maniera meno marcata.
Aggiornamento 7/2/2020
L'articolo di Medium sui dolcificanti artificiali
Aggiornamento 27/2/2020
"L'esposizione pre e post-natale al sucralosio e all'acesulfame-K (dolcificanti artificiali) attraverso l'ingestione materna provoca marcate alterazioni metaboliche e del microbioma nei cuccioli, che potrebbero dare origine a future malattie metaboliche. Questo studio si aggiunge alla crescente lista di effetti negativi legati al consumo di NNS". in particolare si alterano gli enzimi epatici e si riduce Akkermansia muciniphila, batterio che migliora lo stato metabolico.
Aggiornamento 26/4/2020

Non esistono particolari indicazioni per il consumo di dolcificanti in gravidanza, ma alcuni modelli animali suggeriscono moderazione e prudenza perché possono indurre preferenza per il gusto dolce e favorire problemi metabolici nella prole
Aggiornamento 6/5/2020

Nei topi la stevia migliora la steatosi epatica, forse influenzando il microbiota
Aggiornamento 31/5/2020

Alcune sostanze hanno effetto negativo sul microbiota. Tra di esse, molti farmaci (antibiotici ovviamente, antiacidi ecc), metalli pesanti (mercurio, arsenico), pesticidi (che in alcuni casi si ritengono sicuri perché non colpiscono vie metaboliche dei mammiferi, ma quelle microbiche sì!), dolcificanti artificiali, il triclosan (usato nei saponi antibatterici), la nicotina (tabacco). Il danno avviene mediante alterazione dei metaboliti batterici e biliari, soprattutto SCFA, interferendo su umore, rischio cardiovascolare (TMAO), mediante perdita di specie batteriche utili (aumento del rischio di malattie intestinali) e mediante alterazione del bilancio energetico, favorendo l'aumento di peso. Per ripristinare il microbiota, sono a disposizione trapianto fecale (ancora in sperimentazione), probiotici e prebiotici. Il loro successo dipende anche dalle condizioni iniziali.
Aggiornamento 2/6/2020
Come la stimolazione dei recettori del gusto interferisce con la regolazione ipotalamica del peso corporeo, attraverso il nervo vago e gli ormoni gastrointestinali: chi ha maggiore sensibilità mangia meno perché si sazia prima. Questi sensori sono presenti non solo sulla lingua ma in tutto il tratto gastrointestinale
Aggiornamento 2/3/2021
I dolcificanti sembrano promuovere l'antibioticoresistenza tra i batteri, facilitando la trasmissione dei plasmidi, piccole porzioni di DNA che contengono i geni che combattono gli antibiotici e permettono la sopravvivenza dei batteri

Aggiornamento 29/3/2021

Secondo uno studio su circa 3000 persone seguite per 18 anni (parte dello studio Framingham), ogni porzione giornaliera di cibo processato aumenta il rischio cardiovascolare del 7% e la mortalità cardiovascolare del 9%.
"Diversi meccanismi biologici possono spiegare le associazioni osservate tra alimenti ultra elaborati e CVD (Figura). Prove sperimentali suggeriscono che gli alimenti ultra-trasformati possono contribuire a un maggiore apporto energetico e aumento di peso, potenzialmente a causa della loro elevata densità di energia e basso potenziale saziante. Tuttavia, le associazioni tra l'assunzione di cibo ultra-elaborato e il rischio di CVD sono rimaste solide quando abbiamo controllato l'assunzione di energia totale, la circonferenza della vita e il BMI, suggerendo l'esistenza di ulteriori percorsi biologici. Gli alimenti ultra trasformati sono generalmente ricchi di grassi trans e sodio e poveri di potassio e fibre alimentari, caratteristiche legate alle CVD. L'eccessiva assunzione di zucchero da alimenti ultra elaborati, in particolare da bevande zuccherate, è associata a fattori di rischio CVD tra cui obesità, ipertensione e diabete di tipo 2. Il rischio di CVD associato agli alimenti ultra-elaborati può essere in parte attribuito al minor consumo di alimenti poco elaborati cardioprotettivi, come frutta, verdura, noci, pesce, cereali integrali e legumi. Tuttavia, l'aggiustamento per la qualità della dieta non ha alterato le associazioni osservate tra alimenti ultra elaborati e i risultati nel presente studio. Oltre alla composizione dei nutrienti, la lavorazione industriale modifica la struttura fisica della matrice alimentare che può alterare la bioaccessibilità dei nutrienti, la cinetica di assorbimento e il profilo del microbiota intestinale. La grande quota di macronutrienti privati dei micronutrienti (acellulari) negli alimenti ultra-elaborati e la conseguente elevata disponibilità di nutrienti nell'intestino tenue possono promuovere un microbiota intestinale infiammatorio associato a condizioni cardiometaboliche. Gli additivi negli alimenti ultra trasformati, compresi i dolcificanti artificiali e gli emulsionanti, possono alterare l'integrità del microbiota intestinale, promuovendo uno stato proinfiammatorio e una disregolazione metabolica. Il dolcificante ipocalorico sucralosio può anche ridurre la sensibilità all'insulina compromettendo i percorsi regolatori tra intestino e cervello. Altri additivi negli alimenti ultra-elaborati, come i sali di fosfato inorganici, possono promuovere la calcificazione arteriosa, lo stress ossidativo e la disfunzione endoteliale".

Aggiornamento 13/5/2021

I dolcificanti artificiali (NNS) possono essere correlati all'obesità infantile con diversi meccanismi, tra cui il fatto che stimolano a mangiare di più.
"La sostituzione dello zucchero da tavola con gli NNS è stata utilizzata per combattere la crescente pandemia di obesità. Gli effetti acuti e a lungo termine degli NNS possono contribuire a esiti metabolici negativi, inclusi aumento di peso e adiposità, riscontrati in studi osservazionali su bambini e adulti. Studi su animali suggeriscono che i possibili meccanismi per questi risultati metabolici includono la modifica della risposta della fase cefalica al gusto dolce con apporto calorico e alterazione dei percorsi di ricompensa. Gli studi devono essere condotti nelle popolazioni pediatriche per capire come i meccanismi fisiologici che gli NNS promuovono possono modificare il sistema comportamentale della ricompensa e portare ad un aumento del consumo di cibi dolci e ipercalorici. La dieta gioca un ruolo chiave nello spostamento dell'equilibrio del microbiota intestinale e gli NNS hanno dimostrato di promuovere la crescita della microflora che assomiglia a quelli con un fenotipo obeso. La maggiore concentrazione di SCFA riscontrata nei modelli animali esposti a NNS suggerisce che esercitano un effetto indiretto di regolazione del metabolismo. Gli NNS attivano i recettori del gusto dolce e stimolano le cellule beta pancreatiche a secernere quantità maggiori di insulina. Tuttavia, le vie attraverso le quali l'esposizione a lungo termine a NNS avvia la resistenza all'insulina e l'interconnessione con lo squilibrio del microbiota intestinale che porta alla disregolazione metabolica resta da indagare".

Aggiornamento 27/6/2021

Nel modello animale, i principali dolcificanti, aspartame, saccarina e sucralosio, favoriscono la formazione di biofilm, l'aderenza alla parete intestinale e l'attacco alle cellule intestinali da parte di batteri patogeni opportunisti come E. coli e E. faecalis. In pratica guidano la loro trasformazione in batteri cattivi.
I batteri che crescono nei biofilm sono meno sensibili al trattamento antibiotico e hanno maggiori probabilità di secernere tossine ed esprimere fattori di virulenza, che sono molecole che possono causare malattie. Lo zinco riduce questo effetto.
Inoltre "ci sono prove che i dolcificanti possono causare danni al DNA nei batteri, aumentare il tasso di mutazione batterica in modo dose-dipendente o la produzione e la disintossicazione dei ROS (radicali liberi) e aumentare la permeabilità della membrana cellulare, […] pertanto i dolcificanti possono avere un impatto sulla patogenicità dei batteri intestinali attraverso i ROS".

Aggiornamento 6/9/2021

Non esistono trattamenti approvati per la sindrome da fatica cronica (encefalomielite mialgica, CFS), una patologia che riduce la qualità della vita di milioni di persone al mondo.
Le cause sono molteplici, tra cui un'alterazione del metabolismo energetico (produzione di ATP nei mitocondri), una possibile acidosi metabolica (nel sangue o altri distretti come il liquido cerebrospinale), dovuta all'uso eccessivo della glicolisi (metabolismo anaerobico al posto dell'aerobico) e/o ridotta capacità di smaltimento dell'acido lattico prodotto, sonno non riposante; alcune infezioni possono essere legate alla CFS (mononucleosi, Giardia). Le conseguenze possono essere problemi neurologici e cognitivi, ridotte difese immunitarie, ridotta resistenza allo sforzo e difficoltà a stare in piedi. Spesso la condizione si presenta insieme a problemi gastrointestinali, reumatici ecc.
Il trattamento prevede, secondo le linee guida della Mayo Clinic farmaci sintomatici, stile di vita (occhiali a filtro per la luce blu, meditazione, relax) e, per quanto riguarda l'alimentazione, "dieta sana e varia a basso contenuto di alimenti trasformati. Alcuni pazienti possono essere in grado di ridurre al minimo i sintomi gastrointestinali eliminando determinati alimenti (come caffeina, alcol, cibi piccanti, aspartame, zucchero, possibilmente latticini o glutine)".

Aggiornamento 4/10/2021

Ulteriore studio che sconsiglia l'uso dei dolcificanti. La risposta endocrina e neuronale spinge le donne e gli obesi che hanno assunto sucralosio a mangiare di più al pasto, e in particolare cibo-spazzatura.

Aggiornamento 21/12/2021

In uno studio prospettico di coorte internazionale, nitrati e nitriti come additivi alimentari, dolcificanti artificiali (in particolare aspartame e acesulfame-K), e grassi trans sono risultati associati con un aumentato rischio tumorale.
Non è uno studio che può stabilire causalità comunque conferma altri dati disponibili e c'è plausibilità biologica (si conoscono i meccanismi che potrebbero causare il tumore).
Prostata e seno sono i tumori più legati.
Un ricercatore, il Dr. Foyet, ha commentato: "Il consumo di prodotti alimentari contenenti oli parzialmente idrogenati (grassi trans) dovrebbe essere evitato."
Invece la Dr Debras ha raccomandato che le informazioni siano aggiunte in etichetta, aggiungendo: "bisogna influenzare consumatori e produttori (politiche dei prezzi, carte d'impegno per la riformulazione dei prodotti, ecc.), e limitare la pubblicità e il marketing per i prodotti di scarsa qualità nutrizionale (soprattutto tra i bambini)".

Aggiornamento 23/1/2022

Le cellule dell'intestino riescono a distinguere tra il gusto dolce stimolato dagli zuccheri naturali da quello dei dolcificanti artificiali, e vengono stimolati diversi circuiti neuronali (rispettivamente glutammato e ATP).

Aggiornamento 27/3/2022

In uno studio osservazionale, che quindi non può stabilire correlazione causale, l'uso di dolcificanti artificiali aumenta il rischio di tumori, in particolare acesulfame e aspartame. In generale i forti consumatori hanno il 13% in più di rischio rispetto ai non consumatori.
Più specificamente il consumo di aspartame è legato a un aumento del tumore al seno del 22% e dei tumori legati all'obesità del 15%.
I ricercatori suggeriscono una rivalutazione da parte dell'EFSA sulla sicurezza dei dolcificanti e che limitarli potrebbe essere un semplice modo per ridurre il rischio tumorale.

Aggiornamento 13/4/2022

Nel modello cellulare i dolcificanti artificiali come acesulfame e sucralosio utilizzano la glicoproteina P, una proteina epatica che serve a trasportare le sostanze esogene nel fegato e viene usata anche da molti farmaci, come alcuni antipertensivi, antidepressivi e antibiotici. Ulteriori studi su animali sono necessari per confermare se queste sostanze interferiscono coi normali processi di detossificazione.

Aggiornamento 4/8/2022

Alla fine anche l'OMS si dichiara contraria all'uso dei dolcificanti. Il loro consumo non sembra dare benefici sul lungo termine in termini di mantenimento del peso perso e non ci sono certezze in merito alla sicurezza. Consumarli saltuariamente non dovrebbe essere un problema ma in ogni caso meglio abituarsi ai sapori veri

Aggiornamento 21/8/2022

Uno studio dalla stessa equipe ha confermato i risultati di qualche anno fa (2014) secondo cui i dolcificanti artificiali (o stevia) non sono inerti ma influenzano il microbiota e la risposta glicemica. L'uso di dolcificanti, in particolare sucralosio e saccarina, è evidenziabile dal microbiota e dalla risposta glicemica. Trasferendo i microbi di chi usa dolcificanti ai topi, anche loro hanno problemi glicemici.
"Questi risultati suggeriscono che i cambiamenti del microbioma in risposta al consumo di dolcificanti possono, a volte, indurre cambiamenti glicemici nei consumatori in modo altamente soggettivo".
Il ricercatore prof. Elinav afferma: "Dobbiamo aumentare la consapevolezza del fatto che i dolcificanti non nutritivi non sono inerti per il corpo umano come credevamo inizialmente. Detto questo, le implicazioni sulla salute clinica dei cambiamenti che possono provocare negli esseri umani rimangono sconosciute e meritano
studi a lungo termine».
"Nel frattempo, dobbiamo continuare a cercare soluzioni alla nostra voglia di dolci, evitando allo stesso tempo lo zucchero, che è chiaramente il più dannoso per la nostra salute metabolica", afferma Elinav. "Secondo me, bere solo acqua sembra essere la soluzione migliore".

Aggiornamento 24/12/2022

Come segnala Il Fatto Alimentare il report dell'OMS conferma la potenziale pericolosità dei dolcificanti artificiali. La principale preoccupazione riguarda il fatto che non aiutano a dimagrire, anzi potenzialmente favoriscono l'aumento di peso e l'insorgenza del diabete, probabilmente alterando il microbiota. Anche l'effetto protettivo dalle carie non appare dimostrato, potrebbero paradossalmente favorirle.

Aggiornamento 1/3/2023

Oggi tutti parlano dello studio secondo cui l'eritritolo aumenterebbe il rischio cardiovascolare. Si tratta di uno studio osservazionale per cui non può stabilire causalità. Alcuni ricercatori hanno espresso dubbi sull'esecuzione dello studio. Uno dice che in ogni caso i rischi andrebbero messi sul piatto bilanciati da quelli relativi all'assunzione di zucchero. Da parte mia posso solo invitare a gustare i cibi al loro sapore naturale. 

Aggiornamento 15/3/2023

Il sucralosio, un dolcificante artificiale, riduce nei topi la risposta immunitaria. Paradossalmente potrebbe essere un vantaggio nelle malattie autoimmuni. 

Aggiornamento 21/7/2023

L'uso a lungo termine dei dolcificanti, in particolare di saccarina, aspartame e bibite zero, è associato a maggiore deposizione di grasso viscerale, intramuscolare e sottocutaneo. Questo apparentemente a parità di calorie.
I meccanismi ipotizzati coinvolgono l'aumento dell'appetito (nonostante appunto l'effetto si veda già a parità di calorie), la promozione dell'adipogenesi, dell'accumulo di grasso e il blocco della lipolisi (saccarina), l'interazione con alcuni enzimi, tra cui quelli che detossificano dall'LPS (aspartame)

Aggiornamento 17/8/2023

Il consumo di dolcificanti artificiali è associato ad aumentato rischio di diabete di tipo 2. Lo studio non può stabilire nesso causale ma è comunque da tenere in considerazione per rinnovare l'invito a evitare il consumo dei dolcificanti. Il rischio aumenta in media dal 9 al 70% a seconda del tipo di dolcificante e delle quantità.

Aggiornamento 29/9/2023

Il consumo di cibo ultraprocessato, in particolare la presenza di dolcificanti, è associato a depressione.
Si presume che il meccanismo eziopatogenetico sia legato allo stimolo della trasmissione purinergica (mediata dall'ATP come neurotrasmettitore) nel cervello.

Aggiornamento 3/2/2024

I dolcificanti continuano ad avere scarsa convenienza e rischi elevati


Aggiornamento 28/10/2024

Il consumo di cibo ultraprocessato si conferma legato al rischio di diabete di tipo 2.
Ogni porzione giornaliera appare aumentare il rischio del 2%.
Gli alimenti più legati sono: bibite zuccherate o dolcificate, carne processata (wurstel, pancetta ecc.) e snack dolci.
Il principale meccanismo è probabilmente legato alla carenza di fibre e di nutrienti in questo tipo di cibo.
Inoltre "Alcuni altri potenziali percorsi che possono contribuire alle associazioni osservate includono gli additivi alimentari (ad esempio conservanti, dolcificanti artificiali, coloranti) utilizzati per migliorare il sapore e/o prolungare la durata di conservazione e l'introduzione involontaria di composti chimici durante i processi di lavorazione e confezionamento degli alimenti (ad es. composti neoformati come gli AGEs). Il propionato, che viene utilizzato nei cereali per la colazione e negli involucri delle salsicce come conservante, può contribuire alla resistenza all’insulina stimolando la glicogenolisi e aumentando i livelli plasmatici di glucagone e di proteina legante gli acidi grassi 4 (FABP4). I dolcificanti artificiali come l'aspartame e il sucralosio, comuni negli alimenti e nelle bevande ultra-processati come sostituti dello zucchero, sono stati collegati a un rischio più elevato di diabete di tipo 2 in studi sperimentali ed epidemiologici. Acrilammidi, ammine eterocicliche e 5-idrossimetilfurfurale, formati durante la lavorazione, insieme a contaminanti dell'imballaggio come ftalati, bisfenolo A e sostanze perfluoroalchiliche, sono collegati a disturbi endocrini, infiammazioni, resistenza all'insulina e aumento del rischio di diabete".

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