mercoledì 30 settembre 2015

Paleochiarimenti


Visto che il post sulla paleodieta ha avuto molto successo, balzando al primo posto nelle visualizzazioni, è giusto dare un paio di precisazioni.
La paleodieta è un regime che sta avendo un crescente riconoscimento a livello scientifico, nonostante alcune persone, note per non essersi mai occupate di alimentazione seriamente, per essere sovrappeso e per avere la mente aperta come una cassaforte, dicano che non esistono basi serie.

Ovviamente come sempre capita in questi casi si formano i partiti estremisti, ossia quelli che la credono una presa in giro e di una scientificità pari a quella dell'aruspicina e della cartomanzia e quelli che dicono di poter guarire quasi ogni malattia con questo approccio.

Per paleodieta intendiamo attualmente un regime ideato negli anni '70 del secolo scorso e riproposto recentemente dai vari Cordain, Wolf, ecc.

Alcuni famosi sportivi la stanno mettendo in pratica con ottimi risultati. TevezLebron JamesDjokovic e tanti altri.

Non esiste tuttavia per ora (o almeno non mi risulta) un protocollo validato dalla comunità scientifica. Questo viene attribuito a interessi propri, ottusità, prudenza, complottismo delle case farmaceutiche ecc.

La paleodieta può essere indicata in casi di malattie che risultano in aumento, a causa dell'accresciuta aspettativa di vita e tipiche delle società occidentali: diabete, obesità e sindrome metabolica, malattie autoimmuni, squilibri ormonali e tutte le loro conseguenze (acne, infertilità).

La dieta paleo risulta preventiva dell'adenoma del colon al pari della mediterranea in uno studio retrospettivo su un migliaio di pazienti

Esiste un regime ancora più restrittivo consigliato a chi soffra di malattie autoimmuni e in particolare di tiroidite di Hashimoto.
Chi lo prescrive solitamente lo chiama protocollo autoimmune, in ogni caso se ne prende la responsabilità in quanto appunto è un protocollo di medicina alternativa non convenzionale e quindi non validato. Che non significa inefficace, ma che la comunità scientifica non ha ancora espresso parere di consenso unanime sulla sua efficacia e attendibilità.
La reintroduzione dei cibi con questo protocollo è molto lenta.

Alcune precisazioni:

Non è una dieta per tutti: chi la fa deve essere pronto a fare delle rinunce, che possono essere ripagate dal recupero della salute e dalla forma fisica.

Non è detto che sia la migliore per tutti: come già spiegato, a qualcuno può andar bene, qualcuno può non avere risultati, qualcuno può anche stare peggio. Insomma non funziona per tutti: se avessimo la bacchetta magica potremmo dire a priori chi ha bisogno di cosa. Invece siamo diversi per genetica, epigenetica, microbiota ecc, e i test sono ancora lontani dall'essere pronti.


tratta dal gruppo psoriasi l'alternativa naturale 
https://www.facebook.com/groups/psoriasi/


Non è una dieta iperproteica, come molti vanno in giro a dire, semmai iperlipidica. Sicuramente ipoglucidica, ma anche ricca di ortaggi, tant'è che uno dei motti è "se non mangi ortaggi almeno quanto un vegano, non è paleo".

Non è vero che la paleo non ammette cibi moderni: ammette quelli che non hanno antinutrienti o altre sostanze pericolose: il ghee ad esempio, il burro (quindi latticino) ottenuto da animali pascolanti. Inoltre sono concessi alcuni alimenti amidacei, come alcuni tuberi (non le solanacee), che non contengono antinutrienti rilevanti.

È talvolta consigliato pure il digiuno alternato, pratica che sta emergendo come benefica in alcuni casi.

È normale in un primo momento avere fame e sentirsi storditi, perché il cervello non si è ancora abituato alla drastica riduzione dei carboidrati, ma quando comincia a carburare i grassi molti riferiscono grande forza, lucidità mentale ed energia, situazione simile a quella della chetosi.

Spesso viene integrata con probiotici, glutammina, omega 3, vitamina D ecc, per questioni di modulazione del sistema immunitario e della permeabilità intestinale.




La paleodieta si basa sul fatto che i nostri geni non hanno fatto in tempo ad adattarsi ai cibi moderni, e in particolare ai cereali, ai legumi (ricchi di lectine) e ai latticini, oltre a tutti i cibi processati ovviamente, utilizzati sistematicamente solo da 10mila anni circa, con l'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento.

I cibi consentiti sono generalmente quelli che trovavano/cacciavano i nostri antenati, cioè carne, pesce, uova, verdure e ortaggi, frutta fresca e oleosa in quantità moderate. Ogni tanto il miele. Tutto allevato/coltivato in maniera "tradizionale" e non certo intensiva.

Per capire quanta poca informazione ci sia anche tra i professionisti, basta leggere questo articolo (tutto sommato moderato): parla di carni allevate, ma la vera paleo prevede carni grass-fed (nutrite a erba), molto diverse da quelle allevate a granaglie per qualità e soprattutto profilo lipidico e vitaminico.



Questo tipo di carne è quindi ricca di sostanza antinfiammatorie (vitamine A e K2, CLA, omega 3) che riducono i rischi legati all'uso di questo alimento.

Probabilmente la dieta dei nostri antenati era tuttavia più vicina a quella di un vegano che ad una paleodieta come la si intende oggi: la caccia aveva uno scarso successo, e ci si poteva ritenere fortunati a mangiare una volta al giorno; tuttavia sicuramente il nostro corpo gradiva molto le proteine di alta qualità, e derivate da animali nutriti come la natura prevede.

La paleodieta ha il vantaggio di eliminare tutti gli alimenti con sostanze antinutrienti e/o infiammatorie; tuttavia non è detto che siano le stesse per tutti, anzi grazie al processo di induzione della tolleranza immunologica, la maggior parte di noi probabilmente non ha problemi con molti alimenti "moderni".

Spesso però, in seguito a stati di stress, shock ecc la permeabilità dell'intestino aumenta e si perde la tolleranza, e il nostro intestino (e di conseguenza l'intero organismo) ne risentono, soprattutto a causa di molecole che si trovano nel cibo che sono molto simili a sostanza/organismi dannosi (mimetismo molecolare).

Che la permeabilità delle membrane, intestinale e non, sia coinvolta nell'immunità e quindi con la genesi delle malattie autoimmuni è fuor di dubbio, checché ne dicano i vari professoroni e colleghi che non si aggiornano. E se c'è permeabilità intestinale, quello che mangiamo conta eccome! In particolare è implicata una citochina (molecola messaggero) chiamata IL-22, che controlla gli "accessi" a livello delle membrane intestinali, delle mucose ecc. 
Esiste anche un coinvolgimento dell'aumento di peso (e nell'aumento di peso, il classico circolo vizioso), che aumentando l'infiammazione sistemica e essendo solitamente concausato da cibi processati e quindi infiammatori, "apre" le porte dell'intestino a sostanze normalmente inerti ma potenzialmente dannose.

La tolleranza verso gli alimenti è molto soggettiva, per cui non ci si deve stupire se qualcuno sta benissimo dopo essersi mangiato un panino con formaggio mentre un altro no. Questo dipende molto dai suoi geni e dalla loro espressione, e addirittura dalle esperienze subite dal soggetto e persino dai suoi genitori (che influenzano l'epigenetica).

Questi alimenti poco tollerati sono soprattutto quelli ricchi di antinutrienti (solitamente lectine e saponine) o molecole potenzialmente infiammatorie e difficili da digerire, come il glutine. La maggior parte di esse si trova nei cereali, pseudocereali, legumi, ossia le piante che abbiamo iniziato a coltivare (e mangiare) sistematicamente 10000 anni fa circa, checché ne dica l'antropologa.
Alcune lectine dei semi delle piante sono in realtà degli insetticidi: la pianta, e soprattutto i suoi semi tra cui il frumento stesso, non sempre sono contenti di essere mangiati, e si difendono.
La cosa non è vera al 100 % perché è facile vedere che i semi, le farine ecc vengono attaccate da alcuni insetti, che tollerano quella sostanza. O meglio hanno avuto degli adattamenti che gli hanno permesso di non avere problemi, il che capita anche probabilmente con buona parte degli esseri umani.

C'è addirittura chi sostiene che nessuno debba mangiare glutine. Mi pare un  po' esagerato ma che molte persone farebbero bene a ridurlo è ormai fuor di dubbio.
Inoltre vi sono crescenti prove che il grano moderno, detto Creso, ottenuto per irraggiamento e considerabile in un certo senso un OGM, sia più tossico e immunogeno e abbia maggiori quantità di glutine. Ovviamente essendo un grano che ha maggiore produttività è tra i più coltivati. E che altre manipolazioni abbiano un ruolo. Comunque l'argomento merita un post a parte e verrà ripreso.
Il glutine è una molecola potenzialmente citotossica e psicoattiva, tant'è che ci sono allo studio ipotesi su un suo ruolo nella schizofrenia.

Altri alimenti sotto accusa sono i latticini. La loro ricchezza in aminoacidi attiva le vie di insulina, mTOR e IGF-1 (questo può farne un buon alimento per gli sportivi) che hanno un ruolo nel peggiorare la condizione autoimmune. Inoltre sono ricchi di peptidi bioattivi, potenzialmente immunogeni, che addirittura influenzano l'espressione genica. Insomma sono tutt'altro che alimenti santi e inerti come qualcuno vuol far pensare.

Ma sono davvero così dannosi questi alimenti?
Ad esempio i legumi, tra cui la soia, consumati abitualmente nella dieta mediterranea classica e in Oriente, sembrano associati a riduzione di rischio cardiovascolare e dei marker infiammatori. In persone sane le lectine dei legumi aiutano a aumentare il metabolismo, dare sazietà, ridurre la deposizione di grasso.
I latticini hanno proprietà buone soprattutto per gli sportivi, hanno effetti incerti sull'aumento di peso e non prevengono l'osteoporosi. I cereali, se integrali, notoriamente prevengono le malattie infiammatorie.
E allora perché essere contro? Perché alcuni non riescono a sviluppare (o più probabilmente perdono in seguito a stress) la tolleranza verso alcune componenti di questi alimenti, e stanno meglio senza. Quindi gli alimenti proibiti in paleo possono avere effetti positivi. Solo che non tutti possono beneficiarne, e alcuni stanno meglio riducendoli o escludendoli.
I professionisti della salute imparino a rispettare chi nota che alcuni possono avere problemi con alcune classi di alimenti, e a non bollare tutto come "invenzioni" e "ipocondria".
Per capirci quanto può entrare in confusione il nostro sistema immunitario, soprattutto in caso di malattia autoimmune, basti pensare che nei bambini celiaci e diabetici si ritrovano anticorpi contro i batteri acidofili, comunissimi e solitamente benefici popolatori dello yogurt.



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Qualcuno sostiene che il passaggio all'agricoltura e ai cereali sia stato fondamentale per l'espansione del cervello e sia testimoniata da cambiamenti nell'intestino.
Insomma i carboidrati dei cereali ci hanno probabilmente aiutato ad avere un cervello più grande, dato che solo con essi abbiamo avuto più nutrienti cosicché le proteine sono potute andare a costituire più muscoli e materia cerebrale Ma sono purtroppo un'arma a doppio taglio, come dice Cordain stesso. Possono aiutarci a crescere di più, ma hanno un potenziale patogeno non indifferente.




Come dicevo nell'altro articolo sbufalatore, c'è chi dice che il latte abbia dato vantaggi evoluzionisti. Sostenere questa tesi significa che dell'evoluzione non si è capito molto.
Questo tipo di "vantaggi" portano il più adatto a riprodursi e tramandare i suoi geni. Ma appunto evolutivamente dopo che uno si è riprodotto non serve più a nulla: i suoi geni verranno tramandati, ma non vuol dire che vivrà più a lungo perché beve (e tollera) il latte, ma solo che è riuscito a riprodursi.
L'obesità è in un certo senso il risultato del "genotipo risparmiatore", ossia dei geni selezionati per farci risparmiare energia e consentirci di vivere in condizioni di carestia. Solamente che oggi, in condizioni di abbondanza di cibo, si manifesta con eccesso di accumulo di tessuto adiposo.
Insomma quello che nelle condizioni in cui ci siamo evoluti era un vantaggio, oggi non lo è più.
Questi sono concetti base di biologia che giustamente un chimico non ha (chi ha orecchie per intendere...), per cui meglio che chi è chimico si dedichi alla chimica, e non alla nutrizione e tanto meno a fare il debunker di argomenti non suoi. Purtroppo i chimici hanno già fatto abbastanza danni nella nutrizione, introducendo le calorie e i grassi trans, ci manca solo che si mettano a pontificare su cosa è sicuro e cosa no.

Un recente articolo dei dietisti australiani critica pesantemente l'approccio paleo, bollandolo come pericoloso, antiscientifico e carente di nutrienti. La risposta della dott.ssa Wahls non si è fatta attendere: ha infatti chiarito che il suo approccio ha una densità di nutrienti molto più alta delle tipiche diete. Inoltre è facile vedere come nella pagina con i pro e i contro, non venga analizzata correttamente (l'olio di cocco viene bollato come pericoloso perché ricco in saturi, non si parla di carne grass-fed, i latticini vengono descritti come insostituibili fonti di calcio, cosa ormai preistorica, tanto per rimanere in tema, ecc).
Le classiche linee guida per il dimagrimento prevedono una perdita di peso del 10%, e spesso questa perdita non è mantenuta: con la paleo si può raggiungere una perdita, mantenerla, ed essere sovrappeso è sicuramente più pericoloso per la salute che non mangiare carne tutti i giorni.

http://paleogrubsbook.com/?hop=stingnexus


Su una cosa hanno però sicuramente ragione: l'ecologia. Non esistono abbastanza terreni da adibire a pascolo per nutrire in modo paleo tutto il mondo. Sarebbe troppo costoso in termini economici ed ecologici. E andrebbero contro i nuovi obiettivi della scienza dell'alimentazione per i prossimi anni.
I cereali hanno permesso alla nostra specie di progredire dandole più calorie e quindi più energia, basti pensare ai progressi demografici fatti nel medioevo. E in termini alimentari sprechiamo già molto. Per capirci meglio, è solo grazie all'agricoltura che possiamo essere 7 miliardi oggi.

La conclusione è che nella paleodieta non si tratta di mangiare come un uomo delle caverne, non del tutto almeno. Gli integratori, la slow cooker e il brodo d'ossa sicuramente non erano utilizzati dai nostri antenati. Se dovessimo essere rigorosi, anche il manzo è un animale che in natura non esiste (è un toro castrato). Gli insetti invece sono considerati un cibo nella maggior parte dei paesi, e sono probabilmente una delle pochi fonti proteiche che ci potremo permettere in futuro.
Semplicemente  si tratta di escludere quegli alimenti potenzialmente infiammatori che spesso corrispondono a quelli che abbiamo iniziato a mangiare dopo il Neolitico, cioè all'avvento dell'agricoltura sistematica, e abbinarli ad alcuni "moderni" di cui abbiamo discrete prove di efficacia e salubrità. Ancora una volta bisogna ribadire che alcuni potrebbero avere più benefici di altri, per ragione genetiche, epigenetiche ecc, ad adottare questo regime che non potrebbe assolutamente essere seguito dall'intera popolazione mondiale attuale.

È vero che i nostri antenati non avevano a disposizione molto da mangiare, e per questo avevano un'aspettativa di vita breve (si pensa sui 30 anni) dovuta allo stress, ma unendo il cibo sano con la corretta abbondanza di cibo si può avere una combinazione vincente.
Gli ectomorfi (persone tendenzialmente magre) devono stare molto attenti alla riduzione dei carboidrati, rischiano di dimagrire troppo, mentre è probabilmente indicata per le persone sovrappeso, in particolare con grasso viscerale.

Aggiornamento 2/11/2015

Segnalo l'intervista di Arianna Rossoni

Aggiornamento 9/11/2015

La paleo ha un ottimo effetto sugli ormoni della sazietà e di gestione della glicemia.

Aggiornamento 20/11/2015

Il giocatore della Juventus Khedira dichiara di stare meglio grazie a una dieta paleo-light

Aggiornamento 7/12/2015

Altri paleochiarimenti dal sito USA prevention.com

La storia della pancetta che inquina meno dell'insalata è una bufala. Nel futuro dovremo usare altre fonti più sostenibili di proteine, come gli insetti.


Aggiornamento 30/12/2015

L'intervista con Andrea Luchi.

Aggiornamento 13/1/2016

Il motore di ricerca per sapere se un cibo è paleo.

Aggiornamento 24/2/2016

Alcune novità sul movimento paleo.

Un esempio di cattiva informazione sulla Paleo: viene definita negativa ma lo studio originale manco la nomina! Questo regime è qualcosa di molto più complesso che semplicemente mangiare molti grassi e pochi carboidrati (high fat, low carb). I topi utilizzati sono ob/ob, ossia privi di leptina, un modello sperimentale che è ben diverso dalle condizioni in cui vive l'uomo. La vera paleo prevede carne nutrita a pascolo e pesce pescato, che hanno profili nutrizionali ed effetti infiammatori completamente diversi, cosa che non è stata ovviamente fatta. Insomma hanno perso un'occasione per stare zitti.


Aggiornamento 28/3/2016

La testimonianza di una nutrizionista sulla paleo: lei non si è trovata bene. Ma mi piace perché dice che ognuno ha bisogno di una nutrizione personalizzata, e loda chi ha avuto benefici da questo approccio, specificando che ci sono persone che possono non trovarsi bene a farla, a cui invece può andar bene un regime più mediterraneo o veg.

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