venerdì 1 maggio 2015

Intolleranze, tiroide e dimagrimento



È possibile dimagrire gestendo le intolleranze alimentari (intese come infiammazione da cibo)? Nì. Per uno che ragiona di calorie ovviamente no.
Ma se studiamo e conosciamo la fisiologia dell'essere umano, molto più complessa di una semplice caldaia come vogliono farci credere, può succedere. L'organismo non funziona per compartimenti stagni, e l'alterazione di un apparato, come quello digerente, ha influenza su tutto il corpo.
Questo non significa che ogni persona che ha problemi a dimagrire o è ingrassata lo è a causa di intolleranze, magari a volte diventa una moda lanciata dalle star; tuttavia a qualcuno potrebbe giovare, sia in maniera diretta che indiretta, gestire l'intolleranza. E in ogni caso sarebbe più corretto parlare di infiammazione da cibo.

Ad esempio una paziente ha curato il reflusso gastroesofageo, che le toglieva il sonno, ha ripreso a dormire, e questo l'ha aiutata a dimagrire, per una questione di riequilibro ormonale. Un'altra, migliorando la psoriasi che le affliggeva varie parti del corpo tra cui i piedi, è potuta tornare a camminare per lunghi tratti e così riprendere l'attività fisica. Questi sono casi di efficacia indiretta.

In altri casi, per quanto riguarda il metabolismo energetico (quindi l'effetto diretto), la tiroide è riconosciuta come il regolatore metabolico (agli ordini dell'ipotalamo) dell'organismo, ossia "decide" quanto ATP si ricava da quelle calorie ingerite (e quante ne vanno disperse come calore e quindi non accumulate nel tessuto adiposo). L'ATP è la vera molecola utilizzata dal corpo per le sue funzioni biochimiche, non le calorie.

Ebbene questo piccolo organello viene influenzato enormemente (anche se in maniera ancora poco chiara) da quello che succede nell'intestino, in particolare una parte degli ormoni tiroidei inattivi (o meglio parzialmente attivi, fT4) viene convertita dalla flora intestinale nella forma attiva (fT3). E ritorniamo a bomba sull'importanza del microbiota intestinale (e delle specie che la compongono) sulla salute di tutto il corpo. Il rapporto tra gli ormoni è molto importante, e non tutti i tessuti reagiscono correttamente.
Uno stato infiammatorio cronico, come quello presente in chi ha grasso viscerale, riduce l'attività tiroidea (in acuto può aumentare ma anche diminuire) e quindi il dispendio energetico, anche a causa dell'induzione di resistenza leptinica (un segnale che arriva all'ipotalamo). Viene insomma favorito l'accumulo di lipidi piuttosto che la loro ossidazione.

La tiroide risponde, seguendo gli ordini dell'ipotalamo, agli stimoli esterni (luce e ritmi circadiani, assenza o presenza di cibo, infiammazione, infezioni) e la sua attività è influenzata tantissimo dalle citochine (messaggeri locali dell'infiammazione), che a loro volta interagiscono con gli stimoli infiammatori (pro o anti) e immunogenici del cibo. Inoltre l'infiammazione è responsabile del rilascio di tnf-alfa, molecola infiammatoria a sua volta, che crea un circolo vizioso aumentando la permeabilità intestinale e riducendo l'attività tiroidea. 
In questo modo possono passare attraverso l'intestino molecole che stimolano la sintesi di autoanticorpi e attivano la risposta autoimmune, compresa la tiroidite di Hashimoto (mimetismo molecolare).

Anche una dieta high fat (ad alto tenore di grassi cattivi) aumenta la permeabilità intestinale e l'ingresso di tossine (LPS) nel corpo con conseguente reazione immunitaria. In particolare l'LPS è attivatore dell'infiammazione e infiammazione vuol dire accumulo di peso e ritenzione idrica.  Ma anche riduzione dell'attività tiroidea nuovamente.


http://solvingleakygut.com/is-your-body-suffering/

 


Insomma qualunque stimolo infiammatorio va ad alterare i nostri delicati equilibri che ci permettono di mantenere la composizione corporea e può così favorire l'accumulo di tessuto adiposo. Ridurre tale infiammazione può essere un aiuto sia a dimagrire sia a migliorare lo stato di salute generale.

Il glutine è sicuramente una delle molecole col più alto potenziale immunogeno e autoimmunogeno; viene infatti probabilmente scambiata per una molecola microbica, e la sua digestione è difficile. In particolare la gliadina (una delle parti del glutine) ha attività agglutinante, riduce il contenuto di F-actina, inibisce la crescita delle cellule, induce apoptosi, altera l'equilibrio redox, causa riarrangiamenti del citoscheletro tramite la zonulina, promuove la perdita di giunzioni strette nella mucosa intestinale.  
Secondo il sito thyroid.about.com l'introduzione di glutine danneggia la tiroide fino a 6 mesi dopo in persone affette da Hashimoto, questo perché vi è grande somiglianza tra questa proteina e la tireoglobulina. Il glutine indurrebbe così la produzione di autoanticorpi.
Nel modello animale una dieta priva di glutine ha ridotto l'aumento di peso e la resistenza insulinica (conseguenza di uno stato infiammatorio) attraverso la sua influenza sui PPAR, regolatori metabolici. 
Recentemente si è osservato un aumento del BMI alla scoperta della celiachia (quindi pre-esclusione del glutine) a sostegno dell'ipotesi di quanto il glutine sia tossico per la tiroide, ossia in una malattia che teoricamente impedisce l'assorbimento dei nutrienti (e delle calorie) c'è il classico sintomo dei tireopatici: l'aumento di peso. Inoltre una volta messi a dieta senza glutine hanno alte probabilità di ingrassare, probabilmente a causa dell'uso di cibo spazzatura, quale è il grano deglutinato.

Lo stress è un'altra causa di alterata funzionalità tiroidea, e in particolare il cortisolo riduce la conversione del T4 in T3.

Ha senso fare gli esami della tiroide? . In Italia sfortunatamente non si esegue l'esame del cosiddetto rT3 (reverse T3), un inibitore competitivo del recettore degli ormoni tiroidei. In pratica questo non-ormone è una molecola molto simile al T3, che occupa il recettore senza però attivarlo. In questo modo possiamo avere anche un valore di fT3 normale, ma la sua efficacia è ridotta dalla presenza di rT3. Come se avessimo una macchina con l'acceleratore schiacciato ma contemporaneamente il freno a mano tirato.
E come dice il dott Andrea Luchi non si curano i numeri, ma le malattie e le loro manifestazioni (sintomi e segni). Tanti infatti continuano a riferire al proprio endocrinologo di stare male nonostante valori pressochè perfetti (ipotiroidismo subclinico). 

Ma come possiamo sapere quali cibi ci infiammano?
Attualmente non esistono test validati per la verifica della presenza di intolleranze alimentari; l'unico metodo utilizzabile rimane il cosiddetto oral food challenge, ossia la temporanea esclusione e reintroduzione di una classe di alimenti con osservazione dell'eventuale miglioramento.

Tuttavia un recente tipo di test, che coinvolge BAFF e PAF, due citochine (mediatori locali dell'infiammazione) che reagiscono al cibo, sembra dare risultati interessanti.

Nei topi è stato recentemente dimostrato che BAFF, probabilmente implicato nella reazione infiammatoria da cibo, favorisce l'aumento di peso. BAFF è coinvolto anche nella risposta autoimmune.
Sicuramente vi è un legame con l'insulino-resistenza e/o l'iperinsulinemia, fattori che aggravano l'aumento di peso e impedisce il dimagrimento: l'insulina è l'unico ormone anabolizzante dell'organismo, e quando le cellule, in particolare quelle muscolari, diventano resistenti alla sua azione il pancreas ne rilascia di più e viene così favorito l'accumulo di grassi nel tessuto adiposo.

Update 8/8/2015
La levotiroxina (Eutirox) può non essere efficace in persone con un particolare polimrfismo del gene che codifica la proteina (desiodasi 2) che trasforma il T4 in T3. La tiroide secca, un metodo abbandonato dalle linee guida ufficiali, potrebbe essere un'interessante alternativa.

Update 11/9/2015

In uno studio pilota una dieta normocalorica a basso contenuto di nichel in donne con sensibilità a questo metallo si è rivelata efficace nel dimagrimento. La carenza di vitamina A aumenta la possibilità di ipotiroidismo.

Update 18/10/2015

La risposta al glutine è, tanto per cambiare, influenzata dal microbiota.

Update 5/11/2015

Un interessante lavoro di un medico, Paul Jaminet, mette in relazione l'acido sialico (presente nella carne rossa, ne parlai qui) con la tiroidite di Hashimoto. Grazie per la segnalazione alla collega Emmanuela Spirito.

Update 10/11/2015


Info interessanti dal dott. Andrea Luchi


Aggiornamento 4/12/2015

L'omeostasi tiroidea è molto più complessa di quanto si immaginano gli endocrinologi, il TSH in particolare non è un buon indicatore della funzionalità, mentre lo sono rT3 e il suo rapporto con gli altri ormoni.


Aggiornamento 26/12/2015

La fluorazione dell'acqua sembra contribuire all'epidemia di ipotiroidismo.

Aggiornamento 22/1/2016

In vitro il glutine è in grado di creare resistenza leptinica, fattore che favorisce aumento di peso e diabete.

Aggiornamento 22/2/2016
Il prof Rossi parla della relazione tra tiroide e glutine, anche se non condivido la sua posizione sulla dieta chetogenica.

Aggiornamento 28/2/2016
La collega Tiziana Stallone parla dell'effetto di ritenzione idrica dovuto a dolci, glutine e lieviti.

Aggiornamento 20/3/2016

Le comuni origini genetiche di celiachia, tiroidite di Hashimoto, diabete e altre malattie autoimmuni.

Aggiornamento 5/4/2016
Le cross-reazioni del glutine: molto comuni con lieviti, latticini (anche siero, non solo caseine), caffè, miglio, riso, mais e avena, arachidi. Insomma anche non ingerendolo il corpo pensa che sia presente nell'alimentazione. Anche la candida, fungo opportunista, ha sequenze omologhe al glutine.
La tiroide soffre lo stress ossidativo, soprattutto nelle fasi di iperproduzione di cortisolo.

Aggiornamento 2/5/2016

Il mio studio aderisce all'associazione "Amici della Tiroide". I tesserati ricevono uno sconto sul costo della visita, che comprende la dietoterapia dell'ipotiroidismo.
Aggiornamento 8/5/2016

Gli additivi inducono allergie alimentari
Aggiornamento 23/5/2016

Già nel 1923 un medico ipotizzava una connessione tra batteri intestinali e problemi tiroidei. Questo avviene, tra le altre cose, mediante la modulazione delle selenoproteine, elementi fondamentali per l'eutiroidismo.
Nel caos di tutto questo, anche gli acidi biliari ci si mettono, metabolizzati dalla flora intestinale e incrementando l'attività tiroidea.

La supplementazione di iodio (sale iodato), che contribuisce alla riduzione del gozzo tiroideo, in individui predisposti attiva l'autoimmunità tiroidea, mentre il selenio appare protettivo. Anche i radicali liberi sono pericolosi, quindi fare sempre il pieno di antiossidanti.
Un altro fattore di rischio sembra essere vivere nei pressi di stabilimenti petrolchimici.

Aggiornamento 30/5/2016

Interessante articolo del dott Speciani sull'assunzione di terapia tiroidea e sull'infiammazione. Prendere la pastiglia prima di andare a dormire non sembra differire rispetto a prenderla al mattino.
L'interazione tra malattia tiroidea e altre manifestazioni reumatiche è probabile ma non certa.

Gli integratori da assumere per sostenere la tiroide secondo Franca Leccadito.

Interessante articolo che riassume le cause di danno tiroideo.

Update 7/6/2016

Lo stress aumenta la produzione di cellule Th1, che sono più infiammatorie, aumentando la possibilità di ammalarsi di varie malattie, tra cui quelle autoimmuni (quindi risposta contro la tiroide), allergie, infezioni, tumori ecc. A
umenta inoltre il rilascio di una citochina infiammatoria, IL-6.
Update 15/6/2016

Attilio Speciani spiega perché la sensibilità al nichel è molto complessa e perché gli stessi alimenti possono dare o non dare reazione, a seconda di come sono stati coltivati.

Update 1/7/2016



Update 10/7/2016
Conferme sull'inefficacia in un discreto numero di pazienti della terapia con solo T4 (Eutirox o Tirosint).

Aggiornamento 12/7/2016

Lo shifting dei macrofagi nella forma M1, proinfiammatoria, fa bloccare il ciclo di Krebs citrato, favorendo la sintesi dei grassi: questo può giustficare l'aumento di peso in chi ha infiammazione.

Aggiornamento 15/7/2016
Gli effetti dei diversi probiotici sul sistema immunitario, pubblicati da Jared Seigler.


Un video sulle carenze nutrizionali che portano ad ipotiroidismo: zinco, selenio, magnesio, proteine, vitamina B2, B12 e C.




Aggiornamento 18/7/2016

Tutto quello che fa male alla tiroide: farmaci, goitrogeni, metalli pesanti, minerali.

Aggiornamento 4/8/2016

Il sistema immunitario (soprattutto le cellule B) ha un ruolo fondamentale, in collaborazione con i metaboliti batterici, nel modulare il metabolismo energetico, e stabilire quando sintetizzare i grassi o quando ossidarli. Immunoglobuline di tipo G e A sono coinvolte, perciò anche la reazione ai diversi cibi.
Aggiornamento 10/8/2016

L'enzima esochinasi, che catalizza il primo step della via glicolitica, è sensibile a dei metaboliti batterici, e può mediare i processi infiammatori. Questo può rappresentare un legame tra metabolismo energetico, immunità innata, diabete, aterosclerosi, obesità, malattie infiammatorie intestinali ecc

Riporto un post del bravo e aggiornato endocrinologo Antonio Stamegna, tratto dal gruppo Facebook "tiroide in Sardegna".

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1742049322742340&set=gm.1804248409861354&type=3

Aggiornamento 23/8/2016

Un' alterazione genetica del recettore per la vitamina D, che perde così la sua efficacia, aumenta il rischio di tiroidite di Hashimoto, segnalato da Emidio Troiani.

Aggiornamento 30/8/2016

Altro sui fattori ambientali che danno problemi alla tiroide: soprattutto fumo, alcol, l'eccesso di iodio, carenza di selenio e vitamina D, alcuni farmaci come interferone e antiretrovirali.

Copio e incollo un post del mio amico Paolo Antolini sul legame tra tiroide, surreni e psoriasi, in particolare quella inversa
TIROIDE E PSORIASI INVERSA
Prendendo spunto da una consulenza fatta oggi, vi voglio sottolineare un legame pressoché sconosciuto, ma assai importante.
In questa storia ci sono 4 attori protagonisti

1) Tiroide
2) Surreni
3) Candida
4) Psoriasi inversa
La storia la raccontiamo così
Atto 1
Tiroide: non funziono proprio, questa schifezza che mi danno chiamato eutirox corregge le mie analisi, ma soffro e con me soffre tutto il mio metabolismo
Durata dell'atto: molti anni
Atto 2
Surrene: Dai tiroide tranquilla ti aiuto io, produrrò molto cortisolo per sostenere la tua mancanza, fintanto che reggo la stanchezza sarà sopportabile.
Purtroppo per mio effetto anche il sistema immunitario verrà bloccato.
Candida: EVVIVA !!! Col sistema immunitario paralizzato io farò la bella vita, e tu ti beccherai una bella psoriasi inversa dovuta alle mie tossine
Durata dell'atto: molti anni
Atto 3
Surrene: cavolo tiroide sono stanco morto che facciamo
Tiroide: Basta adesso saremo talmente stanchi da non riuscire più ad alzarci dal letto...e il nostro umore sarà ballerino al massimo...
Atto 4: Dipende da voi

Finale 1: Cambio eutirox passando ad ibsa o alla secca, recupero i surreni, sistemo la flora e ritorna il sereno

Finale 2: Non faccio nulla e la qualità della mia vita sarà un inferno

La dott.ssa Myers sul metabolismo tiroideo:

https://www.facebook.com/AmyMyersMD/photos/a.225191324174.165815.203632199174/10154519626729175/?type=3&theater
Aggiornamento 2/9/2016
L'utilizzo del selenio, che previene le malattie tiroidee, è influenzato dalla flora batterica.

Aggiornamento 11/9/2016

Le connessioni tra malattia tiroidea e disturbi psichiatrici.
Qualche indicazione su tiroide e cibo dal dott. Speciani

Aggiornamento 3/10/2016

Come i batteri e i loro biofilm alterano il metabolismo energetico dell'"ospite" (l'organismo che li ospita, spesso noi).

Aggiornamento 7/10/2016

In alcuni casi la celiachia può essere conseguente all'infezione da candida, a causa della cross-reattività delle proteine. Per chi abbia la celiachia (o malattie autoimmuni legate al glutine) è inoltre necessario debellarla  a causa proprio della somiglianza tra glutine e proteine espresse dalla candida in fase attiva.
Chi ha problemi di tiroide deve togliere i cavoli e i loro simili (broccoli ecc)? In realtà sono alimenti buoni per la tiroide grazie ai loro elementi antinfiammatori, le quantità che danno problemi sono difficilmente raggiungibili. Senza esagerare ma si dà quindi il via libera.

Aggiornamento 12/10/2016

Anche l'infezione da H. Pylori può determinare autoimmunità, anche tiroidea. Alcuni ceppi possono comunque comportarsi da "amici", proteggendoci dai vermi. Altri sono particolarmente difficili da scoprire perché riescono a non far sviluppare anticorpi se non nella prima fase dell'infezione.
Il prof Vojdani parla di autommunità e fattori ambientali.
La proposta per guarire dall'Hashimoto della dottoressa Romm, molto simile alla paleo. Anche Debora Rasio ci aiuta.
La colonizzazione con E.Coli dell'intestino del neonato riduce successivamente la tolleranza orale e apre la porta a allergie e intolleranze.

Il triclosan è un battericida recentemente bandito dai saponi negli USA. Sapevate che altera la funzione tiroidea e può determinare alterazioni fetali?

Aggiornamento 15/10/2016

Sempre nel modello animale, si è dimostrato che il glutine tende a far ingrassare i topi, in particolare riducendo la termogenesi; nello stesso esperimento altre proprietà negative sono state dimostrate negli adipociti in cultura.
Un sacco di motivi per evitare i latticini, soprattutto tra chi ha problemi di tiroide o problemi autoimmuni.

Aggiornamento 18/10/2016

Non solo il glutine può creare problemi, tra le proteine del grano. Anche gli inibitori dell'amilasi-tripsina possono scatenare problemi di tipo immunitario.
Un nuovo studio mette in evidenza che una ridotta quantità di carboidrati può aiutare nei tireopatici, con anche riduzione degli anticorpi. In realtà ci potrebbe essere un'inversione della causa con l'effetto: con diete ipoglucidiche molti dimagriscono, e si riduce così l'infiammazione sistemica e quindi gli anticorpi. Tuttavia è noto anche che molte fonti glucidiche (grano e altri cereali) contengono glutine o altre sostanze che spesso sono nemiche della tiroide. Inoltre è consigliabile non eliminare i carboidrati in chi ha problemi tiroidei.
In uno studio condotto su circa 80 donne, la supplementazione con vitamina A ha ridotto il TSH alto, segno di ipotiroidismo.
Aggiornamento 24/10/2016

Incredibili legami tra sistema immunitario, alimentazione, metabolismo energetico, infiammazione di base ed epigenetica: ogni volta che mangiamo il sistema immunitario reagisce in base a quello che i geni possono esprimere, e questo può alimentare l'infiammazione o spegnerla.

Le erbe adattogene per la tiroide secondo il dott. Axe.

Aggiornamento 27/10/2016
Il trattamento con T4 (Eutirox o Tirosint) è insufficiente in almeno un ipotiroideo su 5. In queste persone è opportuno utilizzare una terapia che contenga anche T3. Questo dipende anche dal fatto che i dosaggi ormonali fatti con la metodica immunologica, pur dando livelli entro i range corretti, non sono precisi come quelli fatti con la cromatografia.
Aggiornamento 31/10/2016

Crescono le prove sul beneficio per la tiroide del selenio, in particolare in caso di tiroidite.
Il dott. Luchi segnala che in uno studio i livelli di T3 sono inversamente proporzionali all'aterosclerosi: insomma gli ipotiroidei non compensati hanno alto rischio cardiovascolare.

Aggiornamento 8/11/2016

L'eritrosina B, colorante noto anche come Red n°3, aumenta il rischio di tumore tiroideo, anche grazie al suo contenuto di iodio.

Aggiornamento 14/11/2016

Immunità e metabolismo sono sempre più legate: lo conferma una ricerca dove il batterio A. muciniphila media le risposte di una citochina, l'interferone, che influenza il metabolismo glucidico oltre che le difese immunitarie. Si parla infatti di immunometabolismo.
Questo batterio rilascia una proteina con effetto antinfiammatorio, che nei topi stimola il dimagrimento.

Aggiornamento 19/11/2016

Circa un bambino celiaco su 5 non ha remissione dei sintomi nonostante la dieta gluten free. Il parametro di laboratorio (anticorpi antitransglutaminasi) è comunque negativo, e questo porta a pensare che non sia un buon mezzo di gestione e monitoraggio della malattia
Considerazione personale: la remissione della malattia non avviene per le sostanze che "mimano" l'azione del glutine, come proteine presenti in altri cereali e la candidosi.

Aggiornamento 25/11/2016

I probiotici, interagendo con il sistema immunitario, possono contribuire a sanare ma anche ad aumentare la malattia: un effetto paradosso in cui trovare un bilanciamento è molto difficile. Finché non si riduce la permeabilità intestinale è opportuno non integrare.
Inoltre bisogna considerare se una malattia ha una dominanza Th1 o Th2: la polarizzazione del linfociti va infatti trattata in modo diverso. La tiroidite di Hashimoto può avere una polarizzazione sia Th1 che Th2.
Chi ha una malattia a dominanza Th2 (allergie, lupus, alcuni tumori, infezioni da vermi e virali) dovrebbe evitare il tè verde, resveratrolo, curcumina, genisteina, picnogenolo, quercetina. Questi sono noti antiossidanti molto salutari in una popolazione generale, ma potenzialmente dannosi in persone con sistema immunitario sbilanciato.

Sempre più ricercatori stanno comprendendo che misurare il solo TSH non può essere un affidabile indicatore della funzionalità tiroidea, specie in chi ha problemi a questa ghiandola.

Aggiornamento 2/12/2016

Copio e incollo un post del dott. Luchi

Questo studio "sfida il concetto che il TSH sempre e comunque rifletta correttamente il funzionamento ormonale tiroideo" (traduzione in italiano comprensibile delle parole dello studioso).
Il concetto da capire è la terapia con Eutirox, Tiche, Tirosint (T4) NON PUÒ ristabilire l'equilibrio fisiologico perché essa stessa condiziona il funzionamento dei vari fattori che portano alla normalità fisiologica.
Detto in italiano: quello che succede con la terapia con T4 è che il TSH tende a normalizzarsi ma NON SI NORMALIZZA PERCHÉ TUTTO VA BENE IN GIRO PER IL CORPO, SI NORMALIZZA PERCHÉ TUTTO VA BENE SOLTANTO NELL'ORGANO CHE LO PRODUCE: l'ipofisi.
Infatti lo studio dimostra che la terapia con T4 di per se riduce FT3 mentre NORMALIZZA il TSH. 
Siccome l'ormone che determina come stiamo é il T3 e non il TSH questo va tenuto in considerazione in queste terapie. 
Questo vale ancora di più in chi non ha la tiroide.
Questo vuol dire che mentre in un soggetto normale il TSH esprime meglio la situazione tiroidea in un soggetto in cura con T4 QUESTO NON É VERO.

"This provides a conceptual counterpoint to the current paradigm of TSH-centred thyroid function testing, which is based on the implicit assumption that pituitary TSH accurately and universally reflects the thyroidal status of the body in various physiological and pathophysiological conditions. Our study challenges the rationale of deriving appropriate treatment targets from universally applicable diagnostic criteria."
"Together, the above findings suggest that the system is rebalanced during L-T4 monotherapy, compared with the physiological state. The newly formed equilibria seem to maintain a centrally overcompensated and peripherally undercompensated state, with TSH levels partly suppressed while FT3 levels are still relatively low. Thyroidectomized/radioiodine-treated patients are most affected because a diminishing residual capacity, which reduces the T3 pool derived from intrathyroidal conversion, progressively augments the uncompensated failure to maintain homeostatically adequate FT3 levels. Indeed, FT3 levels achieved by L-T4 monotherapy have been reported to be below the lower reference limit in 15% of athyreotic patients.31Consequently, L-T4 treatment represents a situation where physiological equilibria are not maintained, but conditionally modified. Thyroid functional states appear to be distinctly and differentially regulated. As a major clinical implication, the optimal treatment target for TSH cannot be inferred from the physiological optimum observed in disease-free subjects."

Il selenio appunto, si è dimostrato ridurre gli anticorpi contro la tiroide in persone trattate, ribaltando la conoscenza di alcuni anni fa.

Aggiornamento 9/12/2016

Interessante video con un endocrinologo che spiega l'importanza del microbiota intestinale e perché i suoi colleghi dovrebbero tenerlo in considerazione.


Esiste una certa somiglianza tra HSP60 e proteine tiroidee. come tiroglobulina e tireoperossidasi: HSP60 viene espressa in condizioni critiche e può così innescare l'autoimmunità.
I probiotici hanno potenzialità terapeutiche e preventive anche nei confronti  della tiroidite di Hashimoto, soprattutto i batteri lattici, anche se la terapia va sempre personalizzata.
La terapia con laser a bassa intensità può migliorare la tiroidite di Hashimoto.

In un modello animale (maiali) il selenio, insieme alla vitamina E, riduce lo stress ossidativo e la permeabilità intestinale dovuta a stress (in questo caso ipertermia).
La tiroidite di Hashimoto si può collegare a moltissime infezioni.

Aggiornamento 19/12/2016

Molti batteri, come alcune specie di lattobacilli e bifidobatteri, H. pylori, o funghi come la candida, o virus come HCV e CMV, confermano il loro effetto di determinare autoimmunità, mediante mimetismo molecolare, anche tiroidea.

Aggiornamento 23/12/2016

Cosa succede se nell'intestino manca una proteina, ZG16, che tiene lontani i batteri dalla mucosa? I batteri entrano nel sangue, creano infiammazione e il topo ingrassa e si ammala di diabete. Finché persiste la condizione infiammatoria non è possibile né dimagrire né guarire dal diabete. Sistema immunitario e omeostasi energetica sono solidamente legati.
Aggiornamento 28/12/2016

Che relazione c'è tra problemi renali e tiroidei? Gli ipotiroidei hanno una riduzione nell'attività delle pompe sodio-potassio, e questo significa ritenzione di liquidi e difetti nella acidificazione delle urine, che possono portare ad acidosi nei tubuli prossimali ed eccessiva perdita di sodio e bicarbonato.

Gli ipertiroidei invece non riescono a concentrare le urine e quindi perdono più acqua. Hanno maggiore sensibilità alle catecolamine quindi sale la pressione, potenzialmente esponendo a rischio cardiovascolare.

Chris Kresser spiega il funzionamento della tiroide, le carenze nutrizionale e come guarire dalla tiroidite.

Aggiornamento 18/1/2017

Segnalo un interessante articolo sul sito di Arianna Rossoni, su ipotiroidismo e alternative all'eutirox.
L'infiammazione è il miglior "amico" dell'invecchiamento. Più dura, più va avanti il processo di aging, e ognuno deve trovare la dieta per sé che non lo faccia infiammare.

Un TSH sopra i 2,6 potrebbe già essere segno di tiroidite.

Aggiornamento 7/2/2017

La supplementazione con vitamina D si conferma utile in chi soffre di Hashimoto


Anche la PCOS (sindrome dell'ovaio policistico) si associa spesso all'Hashimoto, con tutti i suoi problemi (infertilità, resistenza insulinica ecc). Questo forse dipende dal fatto che gli estrogeni alti inibiscono la tolleranza immunologica.

Aggiornamento 13/2/2017

La conversione di T4 in T3 si riduce fisiologicamente con l'età. Si tratta di un normale evento legato all'invecchiamento.

Il prof Rossi ci spiega molto bene questo metabolismo.

Aggiornamento 18/2/2017

Chi ha problemi di tiroide ha difficoltà nella conversione dei caroteni in vitamina A, per questo non dovrebbe essere vegano.
I glucocorticoidi (cortisone) inibiscono la polarizzazione Th1 e favoriscono quella Th2


Aggiornamento 21/2/2017

Alcuni consigli di Mark Hyman sulla tiroide.

Aggiornamento 22/2/2017

Tra gli interferenti endocrini, che predispongono per diabete e obesità, troviamo: pesticidi e erbicidi (organoclorurati persistenti, vietati in Italia), plastiche (BPA e ftalati), detergenti, ritardanti di fiamma (PBDE), ingredienti di prodotti per la cura personale (parabeni). Anche i fitoestrogeni (soia e altri legumi) possono essere problematici.
La loro azione è particolarmente dannosa se ci veniamo a contatto durante la vita intrauterina.
Agiscono in vari modi, soprattutto aumentando il numero di cellule adipose e gli equilibri endocrini, anche tiroidei.

Una slide da un bravo endocrinologo, Antonio Stamegna, sull'importanza della personalizzazione della terapia



Aggiornamento 25/2/2017

Perché quando c'è insulino-resistenza è così difficile dimagrire e mettere muscolo? Perché si determina un restringimento del flusso di sangue verso i muscoli. Così i nutrienti vengono diretti al tessuto adiposo e prevalentemente "messi da parte" per i momenti di difficoltà. Questo meccanismo, che ci ha permesso di sopravvivere alle carestie e all'impossibilità di procurare cibo, oggi, quando sussiste per un tempo prolungato, determina il diabete di tipo 2

Aggiornamento 26/2/2017

Interessante articolo di Arianna Rossoni sulla dieta antinfiammatoria.

Aggiornamento 8/3/2017

I segni di ipotiroidismo

Una dieta per la tiroide, la flexitariana

Aggiornamento 14/3/2017

Alcune relazioni tra microbi e aumento di peso

Copio e incollo un report di Corrado Penna nel gruppo Psoriasi

Tiroide, agenti scatenanti, dieta ...
Borrelia, Yersinia, Clostridium botulinum, Rickettsia prowazekii ed Helicobacter pylori come possibili agenti causativi (triggers) della tiroidite autoimmune. Ci potrebbero essere, in base alla sola similitudine della sequenza di amonoacidi (ma ancora non ci sono dati che lo confermano) anche dei meccanismi di mimica molecolare dovuti a Toxoplasma gondii, Candida Albicans e Treponema Pallidum 

Ovviamente abbiamo poi i virus della famiglia degli Herpes che infettano la ghiandola, e che possono scatenare infiammazione/autoimmunità per il smeplice fatto che il sistema immunitario cerca di attaccarli e nel fare questo attacca anche il tessuto che li ospita
Da notare che l'ipotiroidismo (innescato anche dalla tiroidite di Hashimoto) causa una proliferazione dell'Herpes Simplex ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23883178 ) ; non ho ancora trovato dati simili relativi all'Epstein-Barr virus , ma il sospetto dio un comportamento simile è forte
Interessante è il resoconto di una tiroidite autoimmune subacuta in una bimba di 3 anni causata da infezione da Epstein Barr, presto rientrata spontaneamente, 

Interessante anche la segnalazione di un paziente i cui autoanticorpi alla tri-iodo-tironina aumentano per un certo periodo di tempo in seguito a infezione da Epstein Barr Virus 

Da ricordare che la candida albicans con le sue tossine può alterare la regolazione del sistrema ormonale, e visto che parliamo di tiroide e visto che la suscettibilità ai virus dipende anche da proliferazione di Candida e carenza di vitamina D, abbiamo buoni motivi per indagare in questo senso
La dottoressa Izabella Wentz afferma che un buon 20-30% dei problemi di cosiddetta "malattia mentale" sono in realtà dovuti a disfunzioni tiroidee: depressione, "disordine bipolare", "schizofrenia" ...
E ricordatevi: gli ormoni tiroidei sono un po' come la vitamina D: ogni cellula del nostro corpo ne ha bisogno.
La dottoressa Wentz afferma che si ottengono GRANDI MIGLIORAMENTI in sole DUE SETTIMANE, rimuovendo dalla dieta glutine, casina e soia, e ulteriori risultati iniziando una dieta paleo-autoimmune per mezzo di un meccanismo di mimica molecolare.
Se l'ipotiroidismo può causare depressione, è vero anche il contrario: depressione, tristezza, lutti improvvisi, perdita del lavoro, stress lavorativo o di altro tipo, gravi perdite in campo sentimentale, scarsità di nutrienti (alimentazione a base di carboidrati) possono innescare un meccanismo che aveva un senso all'età delle caverne, ovvero quello di rallentare il metabolismo del corpo quando ci si sente minacciati, in pericolo, senza la prospettiva di avere cibo nutriente.
SImilmente la carenza di vitamina D significa "la primavera è lontana, non c'è cibo" e così bassi livelli di vitamina D nel sangue portano a diventare apatici, depressi. GLi orsi vanno in letargo quando la vitamina D scende sotto una certa soglia. Forse negli esseri umani funziona ancora un programma ancestrale che porta ad una sorta di semi-letargo quando la vitamina D è troppo bassa. Ed ecco cher l'organismo risparmia energie, e quindi non spreca risorse per rimettere a nuovo le articolazioni (giusto per dirne una). Bassi livelli di vitamina D portano ad un minore dispendio energetico su molti fronti. Quando risale la vitamina D (arriva il sole, la primavera, il cibo) il corpo sente che c'è in prospettiva cibo e quindi energia da spendere anche per rimettere a posto le articolazioni (giusto per fare un esempio).
Mimica molecolare: una sequenza di aminoacidi di qualche proteina di un agente infettivo o di un cibo, assomiglia a una sequenza di un tessuto del nostro corpo, e il nostro sistema immunitario può "sbagliare bersaglio"

NB: tra le conclusioni "il mimetismo molecolare, 40 anni dopo l'intuizione di Shapiro e colleghi, è un fatto sperimentalmente ben dimostrato".

Aggiornamento 18/3/2017

Il cumino nero è stato efficace in un piccolo studio, ma randomizzato e controllato, di migliorare la funzionalità della tiroide e i parametri di infiammazione (VEGF) in persone con Hashimoto

Aggiornamento 22/3/2017

legami tra infiammazione e aumento di peso (o a volte riduzione!)

Aggiornamento 27/2/2017
Un ottimo articolo di una collega sull'effetto potenzialmente negativo di gluteo e caseomorfine, dalle malattie autoimmuni alle intolleranze alimentari.
Aggiornamento 29/3/2017

Quali sono i fattori che slatentizzano la celiachia nelle persone predisposte geneticamente? Disbiosi intestinale, infezioni intestinali, e, contrariamente a quanto dicono alcuni, anche alte dosi di glutine sono probabilmente fondamentali. Aggiungerei anche la qualità del glutine (quello dei grani moderni è più infiammatorio)
Ottimo articolo di un collega su intestino e tiroide
Aggiornamento 4/4/2017

Problemi immunitari e infiammatori? Iniziate a curare il sonno e resettare l'orologio circadiano. “Il sonno dovrebbe essere considerato un pilastro della salute, insieme ad alimentazione e esercizio fisico”, ha detto Van Cauter, docente di medicina a Chicago. “E' molto importante esaminare la possibilità che ottimizzare il sonno possa essere un intervento sullo stile di vita che potrebbe avere maggior successo della restrizione dietetica o dell'esercizio fisico. E' una cosa in più che le persone possono fare.”
I ritardanti di fiamma aumentano il rischio di patologie tiroidee e in particolare tumore papillare.

Aggiornamento 7/4/2017

Le persone obese dovrebbero avere valori di riferimento del TSH diversi dalle persone sane.

Aggiornamento 13/4/2017
Chi soffre di fibromialgia ha spesso alterazione nell'asse surrenale, che gestisce la risposta allo stress. Si sono identificate alterazioni epigenetiche che aumentano la sensibilità ai glucocorticoidi e riducono la produzione di energia

Aggiornamento 27/4/2017

In chi soffre di fatica cronica si riscontra un'alterata flora intestinale, ma spesso viene mascherata dai concomitanti problemi infiammatori intestinali e quindi complica lo studio delle cause e le conseguenti diagnosi e provvedimenti terapeutici da prendere

Quali sono i fattori ambientali che aumentano il rischio di malattie tiroidee? 
Le radiazioni post Chernobyl, l'eccesso di iodio, la carenza di selenio e vitamina D, il fumo, alcune infezioni virali (rosolia, mononucleosi, epatite C ecc), alcune terapie come quelle con l'interferone e l'amiodarone, le alterazioni del microbiota, alcune sostanze chimiche come il bisfenolo A, i ritardanti di fiamma, gli ftalati, i metalli come il cadmio e il manganese.

Aggiornamento 30/4/2017

La pericolosità dei biofilm (aggregati di microrganismi che rilasciano sostanze dannose, e causano l'80% delle infezioni nelle mucose) e come rimuoverli con metodi naturali.

Aggiornamento 17/5/2017

Problemi di tiroide e psoriasi spesso si sovrappongono.

Aggiornamento 23/5/2017

Secondo uno studio, ridurre i carboidrati (e i cibi goitrogeni) riduce gli anticorpi contro la tiroide riducendo l'azione di ChREB, un elemento attivato dai carboidrati. Con una migliore funzione tiroidea i pazienti hanno perso peso, anche per l'inibizione della lipogenesi.

Aggiornamento 27/5/2017
Gli ormoni tiroidei sono estremamente importanti per lo sviluppo cerebrale del feto. E la tiroide è molto suscettibile alle sostanze chimiche (pesticidi, PCB, BPA, ecc in generale chiamati perturbatori endocrini).
L'esposizione ad alte dosi di queste sostanze, che non sono mai testati in "cocktail" nelle prove di sicurezza, è legata a difetti neurologici come riduzione del QI, autismo e ADHD

Aggiornamento 4/6/2017

Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.

Dr Jared Seigler sullo stress:

"Lo stress è davvero un amplificatore.
Se c'è qualcosa che non va nel modo in cui funziona il corpo di una persona, lo stress lo farà peggiorare ulteriormente. Una giornata calda, ad esempio, in una persona con sclerosi multipla. Non c'è stata una discussione, una scadenza, un pasto saltato, una nuova infezione, o viene esposta a sostanze chimiche. No, lo stress del calore ha peggiorato i sintomi.
Cerchiamo sempre di educare i pazienti su come imparare a rilassarsi. E' davvero un'arte perduta per alcuni. Ma si può fare qualcos'altro?
C'è un buon numero di ricerche sul fatto che i flavonoidi possono davvero aiutare a rallentare questo processo. In particolare, quercitina, rutina, luteolina, baicalina e apigenina. Ho una malattia autoimmunitaria e li prendo ogni giorno".

Aggiornamento 5/6/2017

"Vale la pena ricordare che i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto con o senza celiachia possono beneficiare di una dieta a basso contenuto di glutine sia per la progressione che per le potenziali complicazioni della malattia "

Altri fattori importanti sono la vitamina D e il selenio, e l'eccesso di iodio, che ha ridotto l'incidenza di gozzo ma aumentato quella di autoimmunità

Aggiornamento 22/6/2017

Anche secondo le nuove posizioni ufficiali, alcune persone possono beneficiare della combinazione tra T4 e T3.

Aggiornamento 24/6/2017

Si confermano i legami tra interferenti endocrini e diabete, aumento di peso, infertilità, tumori, problemi tiroidei e neurologici,
Le sostanze pericolose non sono solo quelle artificiali (pesticidi, BPA, conservanti dei cosmetici, ritardanti di fiamma, ftalati), ma anche alcune provenienti dalla natura, come la genisteina della soia e il resveratrolo (nonostante i loro effetti talvolta benefici), le micotossine, il fumo di tabacco.
I periodi più critici sono la gravidanza e i primi mesi di vita, nei quali è consigliabile mangiare in prevalenza cibi biologici. Evitare inoltre i lo scatolame ed evitare di scaldare la plastica nel microonde. Anche il contatto con vernici e insetticidi va evitato.

Aggiornamento 14/7/2017

La relazione del parlamento europeo che stabilisce che non esiste una soglia sicura per gli interferenti endocrini, a meno che il produttore non dimostri il contrario.

Aggiornamento 19/7/2017

I rimedi contro la candidosi.

La termogenesi è molto importante per dimagrire e arrivare ad una composizione corporea corretta: ci permette di consumare anche da fermi. Condizioni endocrine ottimali (sonno notturno, alimentazione idonea, riduzione dello stress) sono requisiti fondamentali per stimolarla.

Aggiornamento 24/7/2017

La carne di maiale aumenta il rischio di sclerosi multipla. Inoltre, se non ben cotta, è veicolo di specie pericolose come virus dell'epatite (E in particolare, ma aumenta il rischio generale di cirrosi) e Yersinia, una specie che aumenta il rischio di morbo di Basedow.

Aggiornamento 28/7/2017

I bifidobatteri sono capaci di farci stare meglio: possono migliorare alcune condizioni come psoriasi, intestino irritabile, fibromialgia, ma anche quelle mentali come la depressione.
Tuttavia possono giocare un ruolo, tramite mimetismo molecolare, anche nella genesi delle malattie autoimmuni e in particolare tiroidite. Anche candidosi, alcuni lattobacilli, Toxoplasma,  BorreliaYersiniaClostridium botulinumRickettsia prowazekiiHelicobacter pylori, HCV e Treponema stimolano autoimmunità.

L'articolo referenziato di Kresser su glutine, tiroide e autoimmunità.

Aggiornamento 2/8/2017

Cercate di fare sempre pace col vostro partner prima di andare a dormire. Litigare e la mancanza di sonno costituiscono un uno-due micidiale che alza il livello infiammatorio mediante una risposta stressogena

Metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio ecc inibiscono gli enzimi desiodasi

Segnalo un articolo di una brava collega su tiroide, alimentazione e sport, però penso che consigliare attività più intensa (HIIT e pesi) sia meglio

Aggiornamento 5/8/2017
In generale i fitoestrogeni sono sicuri, ma possono determinare ridotta fertilità maschile e problemi tiroidei in persone predisposte.

Aggiornamento 16/8/2017
Una combinazione di inositolo e selenio riporta alla normalità la funzione tiroidea di persone con ipotiroidismo subclinico 

Aggiornamento 28/8/2017
La vitiligine può essere un segno di intolleranza al glutine e collegata al malfunzionamento della tiroide.

Aggiornamento 19/9/2017

Una carenza di inositolo può essere il collegamento tra ovaio policistico e disfunzioni ormonali (tiroidee, insulinoresistenza, riproduttive).

Psoriasi e problemi tiroidei, anche subclinici (non evidenti), sono spesso legati.

Aggiornamento 2/10/2017
Il cetilpiridinio cloruro è un antisettico inserito in dentifrici, lacrime artificiali, spray nasali, collutori ecc
Negli studi in vitro altera la funzione mitocondriale e quindi la produzione di energia cellulare e disturba la funzione estrogenica
La privazione del sonno riduce l'attività tiroidea

Aggiornamento 4/10/2017
Interessante notizia dal dott Luchi


Aggiornamento 5/10/2017

Un post da Ric Fab, moderatore del gruppo Tiroide approccio Evolutivo
Negli studi in vitro altera la funzione mitocondriale e quindi la produzione di energia cellulare e disturba la funzione estrogenica
**perché si ingrassa (o quantomeno come)**
visto il 3D in cui si è parlato di ormone tiroideo e kg di troppo, un piccolo aneddoto che forse già conoscete 

negli anni settanta un biologo di nome Wade fece un esperimento su topi femmina: tolse loro le ovaie per vedere cosa succedeva
le topoline iniziarono a mangiare come forsennate e anche a mettere da parte fisicamente del cibo: si trattasse di comportamento umano, diremmo forse che erano diventate "golose"?
infondendo loro degli estrogeni il comportamento si annullava
la cosa interessante è cosa succedeva mettendole "a dieta", cioè limitando fisicamente il cibo a livelli normali: ingrassavano lo stesso e limitavano al massimo i movimenti
le topoline erano forse diventate "pigre"?
la spiegazione biochimica si potè trovare molti anni dopo, visto che mancavano gli strumenti: gli estrogeni controllano (inibendola) l'attività di un enzima chiamato lipoproteina lipasi (LPL) sulla membrana degli adipociti, che cattura il grasso circolante e lo porta dentro la cellula
se l'attività di questo enzima diventa incontrollata, i grassi vengono accumulati negli adipociti anche quando servirebbero da nutrimento al corpo, tanto che le topoline messe a dieta sarebbero morte di fame "da grasse" (cioè un'autopsia avrebbe rivelato un contenuto abnorme di grasso a fronte di una perdita di tessuto da parte di organi essenziali come fegato e cuore)
è in parte ciò che accade alle donne in menopausa (in parte, perché ovviamente l'esperimento estremizza la situazione, non cominciate con "ma io in menopausa sono dimagrita" eccetera, ovviamente la situazione reale è più complessa ed entrano in gioco altri fattori  )
l'aneddoto è riportato nel libro di Taubes "perché si diventa grassi", che si propone di ribaltare alcuni paradigmi che ci sono stati ripetuti talmente tanto da darli per scontati o "veri", mentre sono semplicemente dei modelli mentali (e dopo decenni di diete low fat, "mangia meno e va a correre" eccetera pare non spieghino le cose tanto bene)
in particolare, semplificando con una frase ad effetto, Taubes dice che SI MANGIA PERCHE' SI INGRASSA, piuttosto che vicevera (cioè si è impegnati nel "processo di ingrassare", che è primariamente ormonale), allo stesso modo in cui un bambino mangia per crescere, non è che cresce perché mangia: se non mangia a sufficienza cresce lo stesso, solo male
in sostanza si tratta quantomeno di non ridurla a una mera questione di "volontà" o di colpevolizzare comportamenti, non sta tutto lì

Aggiornamento 6/10/2017

La guida agli ormoni tiroidei

Lo iodio potrebbe essere carente in più persone di quanto si immagini.

Aggiornamento 17/10/2017

Quale evidenza che una dieta senza glutine possa aiutare per la tiroide? Molto soggettiva.

Se il protocollo autoimmune (o la paleo) non funziona, può trattarsi di infezioni non identificate (EBV), PTSD (disordine da stress post traumatico) o SIBO (sovracrescita batterica nel tenue)

Ottimo articolo su intestino permeabile e come curarlo.

Aggiornamento 20/10/2017

Il trattamento nutrizionale dell'ipertiroidismo (magnesio, calcio, gluten-free, poco iodio) e dell'Hashimoto (ipotiroidismo, selenio, zinco, B12, gluten-free)

I biofilm si confermano potenziali attivatori della risposta autoimmune, e sono molto difficili da trattare

Aggiornamento 28/10/2017

La supplementazione con vitamina D si conferma protettiva per la tiroide

Aggiornamento 30/10/2017

Le malattie autoimmuni sono inversamente proporzionali a quelle infettive. L'ipotesi dell'igiene è pienamente valida.

Aggiornamento 2/11/2017

L'articolo di Healthline.com su dieta e ipotiroidismo: assolutamente da evitare il miglio, evitabile il glutine, selenio e zinco da prendere sotto controllo

Aggiornamento 13/11/2017

La carenza di vitamina D è molto diffusa anche nel sud Europa, dove il sole è abbondante. Questo giustificherebbe politiche di integrazione e fortificazione dei cibi.

Aggiornamento 14/11/2017

Il bilanciamento tra nutrienti della carne e la prevenzione delle malattie. I micronutrienti importanti  e difficili da trovare in altri alimenti sono ferro, zinco, selenio e cobalto.

Aggiornamento 17/11/2017

Le alterazioni del microbiota facilitano gli scompensi ormonali, in particolare le malattie legate agli estrogeni o altri ormoni steroidei (ovaio policistico, endometriosi, osteoporosi, obesità, tumori del seno, dell'utero e della prostata). Nei modelli animali i lattobacilli restaurano la normalità.

Aggiornamento 21/11/2017

Il TSH è controllato solo da T3 e T4? No, la faccenda è ben più complessa!

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26635726

Aggiornamento 25/11/2017

Il lupus (o LES) è una malattia autoimmune che colpisce particolarmente le donne, causando dolori reumatici, problemi renali ecc. I fattori ambientali che lo attivano sono, oltre al sole, i metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombi, nichel, oro, silice, gli xenoestrogeni (sostanze simili agli estrogeni naturali, come il BPA, materiali plastici usati per confezionare gli alimenti, ftalati o la stessa pillola anticoncezionale), alcune infezioni come quella da EBV (mononucleosi)

Aggiornamento 5/12/2017

Ottimo articolo come sempre da selfhacked.com.
La rimozione delle amalgame dentarie ha ridotto gli anticorpi tiroidei nelle persone con Hashimoto e con sensibilità al mercurio.

L'analisi del report della commissione europea sull'amalgama dà dati ben diversi da quelli propagandati dai pompieri, e la tiroide è un organo che spesso ne risente.

Aggiornamento 11/12/2017

Articolo interessante da dietvsdisease sulla tiroide. Chiarisce il potenziale ruolo del protocollo autoimmune (AIP), il ruolo dello iodio (in eccesso può essere dannoso), l'uso del selenio (meglio sotto controllo), l'infiammazione intestinale come fattore concomitante, guidata talvolta dal glutine. Attenzione alle brassicacee, ma solo se crude.
La tiroide essiccata non è sempre la scelta migliore, ma potenzialmente utile in caso di non miglioramento con la terapia standard.
Questo il piano nutrizionale.
Segnala inoltre un articolo del perché i medici non riescono a diagnosticare l'ipotiroidismo: trascurano i segni e interpretano male e troppo velocemente gli esami del sangue
Le persone con stress continui hanno una sorta di esaurimento surrenalico che altera tutto l'organismo, in particolare sistema immunitario e metabolismo energetico.
Ripristinare il ritmo circadiano del cortisolo riduce il peso corporeo, migliora il sistema immunitario riducendo le infezioni ricorrenti e migliora genericamente la qualità della vita.

Aggiornamento 21/12/2017
L'importanza del rapporto tra cortisolo e DHEA per la composizione corporea, la salute mentale e quella fisica in generale
Si ipotizzano diversi meccanismo con cui lo iodio aumenta il rischio di Hashimoto: formazione di citochine che stimolano l'immunità contro la tiroide, aumento dello stress ossidativo, l'aumento dell'immunogenicità della tireoglobulina
Aggiornamento 2/1/2018
Problemi di fertilità? potrebbe essere legato ad una tiroide poco attiva, anche se gli ormoni appaiono nel corretto range (ipotiroidismo subclinico)

Aggiornamento 4/1/2018
Interessante articolo sulle cause dell'impennata di casi di patologie tiroidee: mancato uso delle frattaglie, uso del cibo moderno, pochi grassi saturi, uso sbagliato di calcio e vitamina D, e il fluoro.
Infatti la fluorazione dell'acqua o comunque l'ingestione del fluoro sembrano dare più problemi che altro, in particolare alla tiroide, e l'effetto di protezione dalle carie è veramente modesto

Aggiornamento 5/1/2018
Segnalo un post di un collega cosentino:

DEPRESSIONE E MALATTIE AUTOIMMUNI: COME SI SPIEGA?
Perché i pazienti che soffrono di malattie autoimmuni sono depressi? A spiegarcelo è una review pubblicata sulla “Rivista di psichiatria”, ma ancor prima di spiegare il meccanismo dobbiamo menzionare un punto importante, ovvero che chi soffre di malattie autoimmuni, in particolare do tiroidite di Hashimoto, ha una carenza di proteasi e Dnase 1, che provoca la degradazione rapida e l’impoverimento dell'amminoacido essenziale triptofano (precursore della serotonina) attraverso un percorso nell'organismo chiamato la via della chinurenina. Inoltre, gli enzimi di questa via sono attivati dagli ormoni dello stress e dalle citochine infiammatorie, elementi presenti in chi soffre di queste patologie.
A partire dalla fine degli anni '60, la carenza di serotonina, come dimostrato nella depressione maggiore, era correlata ad una maggiore attività dell'enzima epatico triptofano-pirrolasi stimolata da un eccesso di corticosteroidi circolanti, che avrebbe spostato il metabolismo del triptofano dalla serotonina alla produzione di chinurenina. La scoperta che la chinurenina causa effetti diversi nel sistema nervoso centrale ha suggerito che un aumento della regolazione della triptofano-chinurenina determinasse non solo una carenza di serotonina, ma potrebbe anche svolgere un ruolo nello sviluppo dell'ansia, dei sintomi psicotici e dei disturbi cognitivi associati con la depressione.
Gli enzimi limitanti della velocità della formazione della chinurenina sono due: triptofano 2,3-diossigenasi (TDO) attivato da ormoni dello stress e indoleamina 2,3-diossigenasi (IDO), attivati da citochine proinfiammatorie. L'aumentata espressione dei geni che producono citochine infiammatorie (interferone-gamma e fattore di necrosi tumorale alfa) determinerebbe una predisposizione genetica a sviluppare la depressione attraverso l'up-regolazione della via IDO, mentre gli stressor ambientali attiverebbero il TDO attraverso l'attivazione ormonale.
Si può dunque dedurre che la via della chinurenina sia uno dei principali punti di fusione fra fattori genetici ed ambientali coinvolti nella patologia della depressione, inoltre, lo studio ci suggerisce che tra i tanti punti sui quali agire in caso di malattie autoimmuni tre importanti sono lo stress, la stanchezza surrenalica e l’infiammazione, meccanismi che agiscono sull’eziologia delle patologie autoimmuni.

Aggiornamento 14/1/2018

Le cause della fibromialgia segnalate dal dott. Vasquez: vitamina D carente, problemi mitocondriali, SIBO, disbiosi. Tutto questo porta alla neuroinfiammazione che sta alla base della malattia.

Aggiornamento 17/1/2018
Si segnalano nuovi lavori (con circa 30 pazienti) che mettono in relazione alterato microbiota e Hashimoto: di solito si trovano ridotti Prevotella, Faecalibacterium, Bacteroides e abbondanti Blautia, Roseburia, Ruminococcus, Escherichia e Parasutterella.
Aggiornamento 20/1/2018

La differenza tra le diverse formulazioni di farmaci tiroidei.
Alcuni miti mai dimostrati sulla terapia con ormoni tiroidei: non aumentano i rischi cardiovascolari né di osteoporosi, e sono probabilmente più sicuri di molti psicofarmaci

Aggiornamento 25/1/2018

Una revisione degli studi esamina il legame tra autoimmunità e glutine. Fermo restando che non è la causa di tutti i mali e alcune persone non hanno problemi a ingerirlo e digerirlo, queste le conclusioni riassunte:
"Molteplici aspetti dannosi del glutine influiscono sulla salute umana, comprese le manifestazioni digestive ed extradigestive glutine-dipendenti mediate da reazioni potenzialmente immunologiche o tossiche che inducono problemi gastrointestinali. Il glutine colpisce il microbioma e aumenta la permeabilità intestinale. Aumenta lo stress ossidativo e influenza il comportamento epigenetico (l'espressione dei geni, NdT). È anche immunogenico, citotossico e proinfiammatorio. L'assunzione di glutine aumenta l'apoptosi (morte cellulare programmata, NdT) e diminuisce la vitalità cellulare e la differenziazione. In alcune malattie autoimmuni non celiache, le diete prive di glutine possono aiutare a ridurre gli effetti avversi del glutine. Sono necessari ulteriori studi in vivo per svelare il puzzle degli effetti del glutine negli esseri umani e per esplorare i potenziali effetti benefici delle diete prive di glutine nelle malattie autoimmuni".

Aggiornamento 28/1/2018

L'ormone tiroideo inattivo (T4) viene convertito in ormone tiroideo attivo (T3) attraverso una reazione biochimica che si basa su magnesio, iodio, ferro, selenio, zinco, tirosina, tiamina e vitamine A, B12, C, D ed E.
L'alimentazione standard di molte persone non consente di raggiungere sufficienti quantità di questi nutrienti, né di liberare l'organismo da alcune sostanze come il BPA e i metalli pesanti.
Per questo dobbiamo favorire un'alimentazione ricca di cibi nutrizionalmente densi (ricchi di minerali, vitamine e antiossidanti) e ridurre il cibo industriale per favorire la salute tiroidea.
Un'apertura di un medico al protocollo autoimmune
Aggiornamento 31/1/2018

Il mercurio può essere uno stimolo ambientale per l'autoimmunità. Questo capita con le amalgame in caso di sensibilità individuale, e col mercurio inorganico in maniera maggiore rispetto al mercurio organico.
Alcuni casi illustrati di collegamenti tra Hashimoto e ASIA, sindrome da adiuvanti dei vaccini.

Segnala il dott. Luchi un lavoro che mette in relazione un polimorfismo genetico dell'enzima desiodasi 2 (quello che attiva il T4 trasformandolo in T3) che ha attività ridotta nel cervello, e può predisporre alla depressione. In queste persone probabilmente funziona meglio un mix di T3 e T4 (non l'Eutirox).

Aggiornamento 15/2/2018

Si confermano i legami tra SIBO e malattie tiroidee. In particolare SIBO sembra più legata a ipotiroidismo, mentre la disbiosi all'ipertiroidismo.

Aggiornamento 20/2/2018

Interessante articolo sulla funzionalità tiroidea da parte di Oukside.
La vitamina D abbassa gli anticorpi contro la tiroide ne breve periodo. Sono necessari studi più lunghi per confermare l'effetto nel lungo periodo. Non si sono osservati effetti avversi rilevanti nei trattamenti

Un case-study pubblicato di Hashimoto gestito con dieta simil-paleo più integrazione

Aggiornamento 7/3/2018

Il colesterolo alto può essere un segno di problemi tiroidei. In caso di steatosi epatica il segnale tiroideo può non essere colto correttamente e livelli normali di ormoni non corrispondono a funzionalità corretta del fegato

Aggiornamento 15/2/2018

Segnalo un ottimo articolo della dott.ssa Missori.

Aggiornamento 27/3/2018

Sia la carenza che l'eccesso di iodio aumentano il rischio di ipo- e ipertiroidismo. Anche la carenza di selenio ha lo stesso effetto.

Aggiornamento 10/4/2018

Come qualcuno osserva da tempo, arriva la conferma sull'associazione tra fatica cronica e bassi livelli di ormone tiroideo

Come abbassare gli anticorpi per la tiroide.

Aggiornamento 13/4/2018

I biofilm sono aggregati di batteri e/o funghi che si formano nel corpo, e sono forme di resistenza di queste specie, che non rispondono ad antibiotici, antimicotici ecc. Possono essere responsabili di autoimmunità, malattie infiammatorie, infezioni ricorrenti.
Chris Kresser L.Ac​ spiega perché è difficile per la medicina diagnosticarli 
"Innanzitutto, i batteri all'interno del biofilm sono nascosti nella matrice. Pertanto, i tamponi e le colture spesso si rivelano negativi. I campioni di feci di solito non contengono nemmeno i batteri del biofilm.
In secondo luogo, i campioni di biofilm all'interno del tratto GI sono difficili da ottenere. La procedura richiederebbe un endoscopio invasivo e la pre-conoscenza di dove si trova il biofilm. Inoltre, non esiste alcuna procedura corrente per rimuovere il biofilm dal rivestimento del tratto gastrointestinale.
In terzo luogo, i batteri del biofilm non sono facilmente coltivabili. Pertanto, anche se si è in grado di ottenere un campione, può nuovamente risultare negativo a causa del ridotto fabbisogno di nutrienti adattato dai microbi, rendendo nulle le normali tecniche di coltura.
In quarto luogo, i biofilm potrebbero anche avere un ruolo nell'intestino sano, rendendo difficile distinguere tra comunità patogene e sane"
Un modo per ridurli è il NAC (N-acetilcisteina)

Perché col cibo spazzatura qualcuno ingrassa e altri no?
Alcuni ricercatori hanno scoperto che l'alimentazione ad alto contenuto di grassi (di tipo occidentale) stimola la crescita di batteri che aumentano la secrezione di enzimi digestivi e così l'assorbimento dei grassi.
Questi enzimi digestivi consentono il rapido assorbimento di cibi densi di calorie. Contemporaneamente, i microbi rilasciano composti bioattivi. Questi composti stimolano le cellule  nell'intestino ad assorbire i grassi. Nel tempo, la presenza costante di questi microbi  porta a ipernutrizione e obesità.
"I topi senza germi, anche se alimentati con una dieta ricca di grassi, non erano in grado di digerire o assorbire cibi grassi. Non sono ingrassati. Invece, avevano elevati livelli di lipidi nelle loro feci".
L'abbondanza di altre famiglie batteriche è diminuita con una dieta ricca di grassi, tra cui Bifidobacteriacaea e Bacteriodacaea, che sono comunemente associati alla magrezza.
Quando nei topi senza germi sono stati successivamente introdotti i microbi che contribuiscono alla digestione dei grassi, hanno rapidamente acquisito la capacità di assorbire i lipidi.
"Questo lavoro ha implicazioni importanti nello sviluppo di approcci per combattere l'obesità", concludono gli autori. Ciò include la riduzione dell'abbondanza o dell'attività di alcuni microbi che favoriscono l'assorbimento dei grassi o l'aumento dell'abbondanza di microbi che possono inibire l'assorbimento dei grassi.
"Direi che quello che emerge in generale è il concetto che ciò che mangiamo - la nostra dieta su base giornaliera - ha un profondo impatto sull'abbondanza e sul tipo di batteri che ospitiamo nel nostro intestino", ha detto Kristina Martinez-Guryn, PhD , autore principale dello studio, e ora assistente alla Midwestern University di Downers Grove, Illinois. "Questi microbi influenzano direttamente il nostro metabolismo e la nostra propensione a ingrassare con alcune diete".

Aggiornamento 23/4/2018

Complicate relazioni tra sistema immunitario, adipociti e alimentazione: sono stati individuati 3 tipi di risposta infiammatoria.
Un insulto patogeno (così come un alimento) può alterare l'equilibrio delle citochine, modificando il set point infiammatorio in un determinato tessuto e così influenzare la funzione del tessuto.
"La speranza è capire le vie del sistema immunitario per progettare approcci migliori e olistici, come gli interventi dietetici o microbici, per trattare disordini complessi e multiorgano".

Quasi tutti si ammalano prima o poi di mononucleosi (la malattia del bacio), molti neanche se ne accorgono, alcuni hanno un po' di problemi, mentre una parte ristretta della popolazione ha come conseguenza una malattia autoimmune. Sono stati individuati i geni responsabili di questa predisposizione genetica

Aggiornamento 6/5/2018

Una metanalisi (analisi di più studi) conferma quello che dicevamo da tempo: l'ipotiroidismo è legato ad ansia e depressione. Se siete in cura con Eutirox o simili e questi sintomi non migliorano la cura potrebbe essere da rivalutare

Aggiornamento 16/5/2018

Il T4 basso in gravidanza si associa a ridotto quoziente intellettivo e rischio autistico della prole

Aggiornamento 22/5/2018

In uno studio 42 fibromialgici su 42 hanno sovracrescita di batteri intestinale (SIBO)
scrive Andrea Luchi: "La disbiosi e il conseguente malfunzionamento del sistema immunitario spiegano la cascata infiammatoria presente nei fibromialgici". Attenzione quindi alle integrazioni di probiotici fatte a caso

Aggiornamento 27/5/2018

La SIBO spesso è legata ai problemi tiroidei, ma passa in secondo piano perché si ritengono sintomi gastrointestinali normali. Antibiotici e probiotici possono essere una risorsa interessante

Aggiornamento 2/6/2018

Le persone con problemi tiroidei, anche se con valori ben compensati, possono avere scarso benessere. L'unico valore che sembra correlato col benessere è quello dell'FT3 (il vero ormone tiroideo attivo), soprattutto negli anziani

Aggiornamento 6/6/2018

Da un post di Andrea Luchi​ sulle alternative all'Eutirox per l'ipotiroidismo Studio retrospettivo mooooolto interessante! Più del 92% delle persone che fanno la terapia combinata tiroidea (es: tiroide secca o tiroideibsa) affermano di stare “in maniera eccellente o molto bene o bene”. Non ci sono stati effetti negativi particolari se non molto raramente la solita tachicardia. La tiroide secca sembra dai grafici riportati nello studio essere leggermente superiore alla terapia combinata sintetica, anche se non in maniera significativa. Insomma quello che in questo gruppo sappiamo e sosteniamo è confermato ulteriormente dalla letteratura scientifica. Inoltre una revisione degli studi indica che se il paziente, anche in caso di esami nella norma, continua ad avere sintomi nonostante la terapia, il clinico dovrebbe indagare la causa di questi sintomi

Aggiornamento 11/6/2018

Il dott Luchi segnala uno studio in cui il TSH basso (solitamente segno di buona funzionalità tiroidea) è legato ad avversità nell'infanzia e a fatica cronica.

L'infografica sulla tiroide

Aggiornamento 18/6/2018

I mitocondri sono dotati di recettori per gli ormoni tiroidei. Bassi livelli di T3 vogliono dire bassi livelli di produzione di energia, mentre alti livelli determinano iperstimolazione mitocondriale e quindi produzione esagerata di radicali liberi.
I giusti livelli invece fanno produrre correttamente energia e stimolano la nascita di nuovi mitocondri, che sostituiscono quelli danneggiati e poco efficienti.

Aggiornamento 2/7/2018

Nei modelli animali il diabete e la vitamina D bassa inibiscono la funzione tiroidea riducendo l'espressione delle desiodasi 2 (D2).
Gli estrogeni (dominanza estrogenica) hanno probabilmente la stessa funzione, mentre il progesterone aumenta i D2.

Il dott. Luchi segnala che un'indagine sul lungo termine su chi prende T4: "I soggetti che prendono il solo ormone tiroideo t4 (Eutirox, Tiche, Tirosint etc etc) a lungo, mostrano difetti cognitivi e scarso benessere generale".

Aggiornamento 5/7/2018

Distruggere i ritmi circadiani (luce anche di notte) altera i valori degli ormoni tiroidei e  della leptina, in modo da non favorire il dimagrimento

Aggiornamento 14/7/2018

Le interazioni tra cibo e tiroide dal dott. Kresser.

L'importanza della flora intestinale e della disbiosi nella conversione degli ormoni tiroidei; il microbiota può anche influenzare l'assorbimento del farmaco per la tiroide (solitamente Eutirox)

In caso di infiammazione tiroidea la produzione degli ormoni è compromessa a causa dell'alterata funzionalità della membrana
Il T3 è fondamentale per la stimolazione dei mitocondri

Aggiornamento 15/7/2018

legami tra il setpoint del peso e la tiroide: l'orologio biologico, l'assunzione di cibo (fisiologici), l'infiammazione acuta e cronica (fisiopatologici)

I ruoli fisiologici del T2
Il T3 stimola la produzione di calore dagli adipociti attraverso il sistema nervoso simpatico e AMPK

Aggiornamento 16/7/2018

Kresser segnala 5 tipi di ipotiroidismo che non si vedono facilmente dagli esami e che spesso non rispondono alle cure convenzionali (Eutirox o simili): ipotiroidismo da stress, ipoconversione di T4 in T3 (infiammazione, cortisolo elevato, carenze nutrizionali e disbiosi intestinale), elevata TBG (dovuta a estrogeni alti), bassa TBG (testosterone alto come nelle donne con PCOS), resistenza dei recettori agli ormoni tiroidei

Il selenio può essere usato per prevenire la depressione postparto in donne con tiroidite, ma il suo uso dev'essere discusso col curante perché può aumentare il rischio di diabete

Aggiornamento 26/7/2018

La terapia con levotiroxina è efficace a diversi orari e non solo al mattino, secondo uno studio. questo può essere d'aiuto nella personalizzazione.

Aggiornamento 31/7/2018

Alcuni riferimenti di laboratorio che dovrebbero essere corretti rispetto alla normalità
Aggiornamento 26/8/2018
I problemi dati dal mercurio (presente spesso nel pesce) sono ridotti dalla disponibilità del selenio, anche in gravidanza. Comunque meglio preferire i pesci di piccola taglia.
Aggiornamento 28/8/2018

Dare probiotici in persone con SIBO o intestino corto può portare a confusione mentale e gonfiore intestinale.
Questo è dovuto all'eccesso di lattobacilli che rilasciano acido lattico, facendolo accumulare nel sangue in quantità 3 volte superiore al normale, portando anche ad acidosi metabolica.
La condizione si normalizza con antibiotici e interrompendo i probiotici.

Aggiornamento 31/8/2018

Cause ambientali (particelle, BPA, glifosato, smalto per unghie ecc), nutrizionali (glutine, latticini ecc) e immunologiche (infezioni) legate alle malattie autoimmuni

Aggiornamento 2/9/2018
Sebbene gli studi siano ancora pochi e l'evidenza bassa, continua a confermarsi un legame tra intestino e fibromialgia e fatica cronica. Tra i probiotici più promettenti, L casei Shirota riduce l'ansia e B. infantis 35624 i marker di infiammazione
Anche le carenze nutrizionali sono spesso presenti
Aggiornamento 3/9/2018

La carenza di iodio è stata per secoli un fattore di rischio per la tiroide. Oggi grazie al sale iodato il problema è meno diffuso. Tuttavia si è scoperto che anche gli eccessi di iodio sono dannosi per la tiroide, stimolando lo stress ossidativo e così l'autoimmunità tiroidea.

Il selenio conferisce protezione dall'eccesso di iodio, e pesce e frattaglie ne sono particolarmente ricchi

Aggiornamento 22/9/2018

La candida promuove la permeabilità intestinale. 

Aggiornamento 7/10/2018

Le carenze nutrizionali più frequenti nell'Hashimoto sono ferro, vitamina D e selenio
In uno studio una quindicina di donne con Hashimoto hanno tratto benefici da una dieta senza glutine fatta per 6 mesi. Si tratta ovviamente di numeri piccoli ma che confermano un legame tra dieta e tiroide

Aggiornamento 8/10/2018

La carenza di ferro può contribuire alla persistenza dei sintomi di ipotiroidismo nonostante la cura con ormoni (solitamente Eutirox). La carenza di selenio si associa a quasi tutte le problematiche tiroidee, autoimmuni e non (compresi i tumori). Generalmente la sua supplementazione ha effetti positivi sulla patologia tiroidea, e può ridurre il rischio di depressione postparto. Le migliori fonti sono noci brasiliane, pesce e frattaglie.

Aggiornamento 13/10/2018

Circa un ipotiroideo su 6 non trae vantaggio dalla terapia con LT4 (Eutirox), e i sintomi di affaticamento, aumento di peso, difficoltà di memoria, umore instabile, depressione, perdita di capelli, unghie fragili ecc rimangono. I medici allora provano terapie con LT4 + LT3 (ormone attivo), ma quest'ultimo viene assorbito molto rapidamente e può dare dei picchi che non risolvono i sintomi.
Una nuova formulazione di LT3 (legato a zinco) che rallenta l'assorbimento potrebbe risolvere il problema delle rapide fluttuazioni nella quantità di ormone e migliorare la qualità della vita nell'ipotiroidismo

Aggiornamento 23/10/2018

Post dell'amico medico Alberto Cerasari
Tiroide - Questa sconosciuta

La #tiroide ultimamente è andata meno di moda, in particolare i suoi #sintomi, da sempre scambiati con una serie di condizioni che includono disturbi dell’umore, problemi di memoria e concentrazione, patologie dermatologiche, dislipidemia, intolleranza al freddo, disturbi gastrointestinali, problemi di peso. La lista è ben più lunga ed include l’apparato muscolo-scheletrico, il sistema immunitario, l’apparato riproduttivo.

Ma qual è la causa di una ridotta funzionalità tiroidea?
Non è mai facile trovare un singola causa, spesso è un insieme di fattori che comprendono una predisposizione #genetica, uno #stiledivita errato, una #dieta povera di #nutrienti, alcuni fondamentali per il corretto funzionamento non solo a livello centrale ma anche nella conversione periferica degli #ormoni

Elementi essenziali includono: Vitamina A, D, E, Zinco, Selenio, Ferro, complesso B, per non dimenticare l’elemento più associato ad essa che è lo #iodio.

Alle volte il problema risiede anche a valle, ossia c’è una difficoltà di conversione dell’ormone nella sua forma attiva che è il T3, con segni e sintomi sovrapponibili a quelli sopra descritti.

Nei paesi più sviluppati però le cause principali dell’ipotiroidismo sono da ricondurre alla tiroidite di #Hashimoto ed alla carenza di iodio per l'appunto.

Il problema più grande della #medicina odierna riguarda principalmente due fattori:
considerare la tiroidite di Hashimoto come una #malattia esclusivamente tiroidea, dimenticandoci che è una malattia del sistema immunitario e che influenza sia la mente che il corpo in maniera più estesa.

La mancata #prevenzione del danno a carico della ghiandola, con terapie ormonali sostitutive mirate semplicemente a sopperire ad una ridotta produzione ormonale piuttosto che alla #salute e #benessere del tessuto.

La #terapia classica con la sola levotiroxina spesso non è sufficiente nel migliorare le condizioni cliniche ed ecco che una patologia con la quale si deve convivere diventa un vero e proprio fardello da portare nel tempo.

Aggiornamento 2/11/2018

Il T3 agisce sul sistema immunitario, aumentando la sua reazione e proteggendoci da LPS, tossina batterica che trasloca in caso di permeabilità intestinale. Segnalato dal dott. Luchi

Aggiornamento 12/11/2018

Il virus Epstein-Barr si conferma legato alle malattie autoimmuni e in particolare al lupus. Anche se la malattia passa spesso inosservata, il virus può rimanere latente e scatenare più avanti la malattia.
Un team di ricerca ha scoperto che una proteina virale chiamata EBNA2 è associata a circa metà delle regioni genetiche associate al rischio di lupus. EBNA2 è noto per funzionare attraverso alcuni fattori di trascrizione, che si legano al DNA e influenzano l'espressione dei geni vicini. L'algoritmo dello studio (RELI) ha dimostrato che molti fattori di trascrizione umani erano associati alle stesse regioni genetiche di EBNA2. Il team ha anche utilizzato RELI per confrontare le regioni genetiche legate al rischio di altre malattie autoimmuni. Hanno scoperto che l'EBNA2 si lega alle regioni associate al rischio di sclerosi multipla, artrite reumatoide, malattia infiammatoria intestinale, diabete di tipo 1, artrite idiopatica giovanile e malattia celiaca. Molti fattori di trascrizione sono stati associati anche a queste regioni. Questi risultati suggeriscono che l'infezione da EBV spinge l'attivazione di geni che contribuiscono al rischio individuale di sviluppare malattie autoimmuni. Gli scienziati osservano, tuttavia, che l'EBV non è l'unico fattore che influenza lo sviluppo di queste condizioni.

Aggiornamento 21/11/2018

L'endocrinologo vi dice mai di stare attenti a cosa mangiate? "Esistono prove da studi osservazionali e studi randomizzati controllati che il selenio, probabilmente come selenoproteine, può ridurre la concentrazione di anticorpi antiTPO, l'ipotiroidismo e la tiroidite postpartum. Uno stato nutrizionale appropriato di iodio, ferro e selenio è cruciale per la salute della tiroide".

Aggiornamento 6/12/2018

In un piccolo studio, l'estratto di Ashwagandha ha normalizzato i valori di TSH e T4 in persone con ipotiroidismo subclinico (8 settimane di trattamento)

Lo storico legame genetico tra celiachia e altre malattie autoimmuni, col glutine a fare da legame

Aggiornamento 12/12/2018

Copio e incollo un post di Giuseppe Cardillo sul TSH reflex.
Spieghiamo (di nuovo) perché il TSH reflex è inadeguato e che il presunto risparmio dello Stato si traduce nell'ennesima fregatura per i pazienti.
Cosa è il TSH reflex? Misuro il TSH, se è nel range mi fermo, altrimenti doso unicamente FT4.
Innanzitutto quale è il range di riferimento per il TSH normale? C'è un notevole dibattito in letteratura e molti autori considerano "normale" un range di TSH tra 0.8 e 2, cosa che di fatto non si verifica con gli attuali range normalmente in uso.
Inoltre, significa anche ignorare totalmente la fisiologia tiroidea. Se proprio vogliamo limitarci a dosare una sola cosa, io doserei il solo FT3 che è l'ormone attivo. Inoltre, vi riporto quanto scritto dal gruppo del prof. Rudolph Hoermann, per me uno dei migliori endocrinologi al mondo, in: R. Hoermann, J.E.M. Midgley, R. Larisch, J.W. Dietrich. Is pituitary TSH an adequate measure of thyroid hormone-controlled homoeostasis during thyroxine treatment? European Journal of Endocrinology. 2013. 168: 271–280.
I dati rivelano disgiunzioni tra il feedback FT4-TSH e la produzione di T3 che persistono anche quando sufficiente T4 ripristina apparentemente l'eutiroidismo. Il trattamento col T4 mostra un adattamento compensatorio ma non ricostruisce completamente la normale fisiologia eutiroidea. Questo invita ad uno studio della clinica conseguente a questa disparità.
Il che già dovrebbe mettere la pietra tombale su questo algoritmo diagnostico.
Voglio andare oltre e vi riporto qualche caso tra i tanti che ho, in cui vi dimostro l'inutilità di questa procedura.
TSH=4.092 mU/L; FT4=14.55 pmol/L; FT3=4.82 pmol/L
Il TSH è fuori per molti laboratori (max 4) ma FT4 e FT3 sono poco al di sotto di metà range. Il soggetto è ancora eutiroideo, ma si sta avviando all'ipotiroidismo (per questo il TSH si è alzato).
TSH=1.522 mU/L; FT4=8.11 pmol/L; FT3=4.41 pmol/L
Qui FT4 e FT3 non avrei neanche dovuti farli, ma è evidente che l'asse ipotalamo-ipofisi non funziona! Non viene per niente registrato il fatto che FT4 è ben sotto il limite minimo e il TSH non si alza (ipotiroidismo secondario).
TSH= 5.101 mU/L FT4=13.20 pmol/L; FT3=4.21 pmol/L
FT4 è "nel range" per cui avrei detto che il soggetto non ha niente. Tuttavia (e chi ha fatto gli esami tiroidei da me lo sa), l'insieme dei dati descrive già un soggetto ipotiroideo (perché è al di fuori di un certo ellissoide... andatevi a cercare la cosa con la lentina).
Infine, dite ai vostri medici curanti che, una recente sentenza della Cassazione (ordinanza numero 30998/2018) sminuisce le linee-guida. Per i giudici le linee-guida non rappresentano un letto di Procuste insuperabile e anche la condotta del medico che non le segue può essere diligente. Infatti, se è vero che, in genere, è diligente una condotta conforme alle linee-guida mentre non lo è una condotta che non le segue, è altresì vero che una condotta può essere diligente anche se non si attiene alle linee-guida e può non esserlo anche se vi si attiene, quando le particolarità del caso di specie impongono di agire in tal modo.
Visto che, quindi, le linee-guida non assurgono a parametro rigido e insuperabile di valutazione del comportamento del medico, per la Corte di cassazione non può ritenersi idonea, di per sé, la valutazione di condotta colposa del sanitario che abbia agito senza rispettare le linee-guida.

Aggiornamento 2/1/2019

I consigli di Joe Leech per la tiroide inattiva, tra cui il protocollo autoimmune

Aggiornamento 8/1/2019

Alcuni tipi di filo interdentale aumentano l'esposizione ai perfluoroalchili (PFAS), sostanze legate a cancro ai reni e ai testicoli, malattie della tiroide, colesterolo alto, basso peso alla nascita, diminuzione della fertilità ed effetti sul sistema immunitario. Altri elementi contaminanti sono l'acqua inquinata e il packaging di alcuni alimenti.

Aggiornamento 22/1/2019

Secondo qualcuno si sta riducendo la prescrizione di liotironina (T3) solo per il costo elevato, decuplicato negli ultimi anni, ma è probabile che ci sia altro dietro

Aggiornamento 15/2/2019

La celiachia cambia per sempre il sistema immunitario: le cellule T riparatrici sono permanentemente sostituite con cellule T infiammatorie.
"Il nostro nuovo studio suggerisce che anche se i sintomi a breve termine, come la diarrea e il dolore addominale, possono essere alleviati rimuovendo il glutine dalla dieta, le implicazioni a lungo termine possono rimanere", e questo potrebbe essere vero anche nelle altre malattie infiammatorie intestinali.

Aggiornamento 18/2/2019

La puntata di PresaDiretta "Attacco al cervello" dove si spiega come interferenti endocrini, pesticidi, plastiche ecc interferiscano con la tiroide e così con lo sviluppo cerebrale, riducendo la capacità intellettiva delle nuove generazioni. Spesso queste sostanze sono permesse grazie agli interessi dell'industria, escludendo gli studi indipendenti

Aggiornamento 20/2/2019

State male e non sapete perché. Qualcuno vi ha mai suggerito di misurare pregnenolone e DHEA, i precursori degli ormoni steroidei?
Il "furto del pregnenolone" è una condizione dovuta a infiammazione cellulare e stress ossidativo che riduce la produzione di ormoni sessuali (testosterone ed estrogeni) in favore del cortisolo, alterando gli equilibri tra ormoni e la salute di tutto il corpo.
Aggiornamento 21/2/2019

Secondo uno studio italiano l'allergia al nichel peggiora il quadro metabolico e l'asse somatotropo (GH/IGF) favorendo l'aumento di peso

Aggiornamento 2/3/2019

Il BPA come attivatore dell'autoimmunità e in particolare del lupus

Aggiornamento 14/4/2019
Un case-study di una donna in cui la tiroidite di Hashimoto e il conseguente ipotiroidismo sono stati provocati dal consumo di dolcificanti artificiali. La rimozione di queste sostanze è stata sufficiente per riportare il TSH e gli anticorpi a livelli normali. Il sucralosio è noto per diminuire l'asse tiroideo e l'attività della tireoperossidasi. L'aspartame rilascia metanolo che viene convertito a formaldeide, tossica per i follicoli tiroidei. In generale è possibile dire che l'autoimmunità è attivata da stimoli ambientali in persone predisposte geneticamente.

Aggiornamento 5/5/2018

La CFS, sindrome da fatica cronica, sembra associata con alcune infezioni come EBV (mononucleosi), virus erpetici ed enterici, metalli pesanti come nichel, cadmio e mercurio, alterazione del microbiota.
Questo porta ad alterazioni del sistema immunitario e stress ossidativo
Dal punto di vista alimentare è possibile migliorare le condizioni lavorando sulla funzionalità mitocondriale e antiossidante, bilanciando l'azione del sistema immunitario.
Le carenze spesso riscontrate sono vitamina C, complesso vitaminico B, sodio, magnesio, zinco, folati, carnitina, triptofano, acidi grassi essenziali e coenzima Q10.
Antiossidanti, multivitaminici, probiotici, NAD+  possono aiutare a migliorare la condizione

Aggiornamento 18/5/2018
Come da anni dice chi si occupa di medicina funzionale, (anche nella tiroide) si curano i pazienti e non i numeri di un range di laboratorio

Aggiornamento 30/5/2019

L'aterosclerosi può avere un'origine da diversi tipi di infiammazione, coinvolgente le cellule T, tra cui quella favorita dai cibi infiammatori come cereali, uova, latticini, soia ecc. e legati alle Ig-G

Aggiornamento 5/6/2019

Bell'articolo di Selfhacked.com su rT3, dove in realtà il suo ruolo viene ridimensionato (il suo "feeling" per il recettore per T3 è inferiore a quanto ipotizzato) e i modi per abbassarlo (zinco, selenio e NAC)
Le agenzie americane confermano la presenza di PFAS nel cibo, in particolare nel latte

Aggiornamento 9/6/2019

Le desiodasi sono gli enzimi che sintetizzano le diverse forme di ormone tiroideo. L'azione coordinata dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e delle desiodasi è critica per garantire una concentrazione plasmatica stabile di T3 in condizioni eutiroidee e a contrastare le alterazioni dei livelli di ormone tiroideo in condizioni patologiche. 
Pur avendo livelli di TSH entro l'intervallo di riferimento, una percentuale considerevole di pazienti con ipotiroidismo sottoposti a terapia sostitutiva con levotiroxina (T4) segnala la persistenza dei sintomi di ipotiroidismo.
Un TSH in range in chi abbia tolto la tiroide non è necessariamente indicativo di benessere, la terapia va aggiustata sui sintomi clinici.
Le diverse forme genetiche di desiodasi possono influenzare il metabolismo e l'andamento delle terapie. Per questo alcune persone hanno necessità di combinazioni di T3 e T4 e non solo il T4 (classica terapia con Eutirox). Il T3 ha però emivita breve e va quindi dosato con prudenza. Si stanno sperimentando nuove forme di trasporto che faciliteranno il lavoro dei medici. 

Aggiornamento 22/6/2019

Testare solo il TSH può non dare un'idea chiara del quadro, e soprattutto se persistono segni di ipotirodismo meglio dosarlo con tecniche avanzate. Pare possibile dare solo T3 come aiuto per la tiroide, soprattutto se il T4 viene convertito in rT3

Aggiornamento 28/6/2018
Se avete una qualsiasi condizione di salute da cui non uscite, in particolare problemi intestinali (ma anche autoimmunità, malattie cardiovascolari ecc.), vale la pena verificare la presenza di SIBO, una condizione in cui si ha un eccesso di batteri nel primo tratto intestinale e questo influenza negativamente tutto l'organismo. Spesso la malattia parte da un'alterata motilità intestinale che può dipendere da ipotiroidismo, uso di farmaci ecc.

Aggiornamento 29/6/2019
Secondo un'analisi dello studio DAISY ogni grammo giornaliero di glutine prima dell'anno di età aumenta il rischio di celiachia del 5%. I bambini con la più alta introduzione di glutine hanno un rischio doppio rispetto a quelli con la quantità più bassa. Lo studio non dimostra causalità e non ha altri studi simili, quindi non può essere usato attualmente per cambiare le indicazioni pediatriche
Aggiornamento 1/7/2019

Che legame esiste tra microbi intestinali e tiroide?
È probabile un contributo del microbiota nell'autoimmunità tiroidea.
A causa del mimetismo molecolare, specie normalmente ritenute benefiche come Lactobacilli e Bifidobatteri possono indurre anticorpi che determinano una reazione incrociata con la tireoperossidasi e la tireoglobulina (le proteine coinvolte nella tiroidite di Hashimoto, HT).
I pazienti con Basedow o HT producono anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi e anti-lievito (Saccharomyces cerevisiae). Gli studi sull'uomo hanno riportato una maggiore abbondanza di Prevotellaceae e Pasteurellaceae nei malati, mentre Enterobacteriaceae, Veillonellaceae e Rikenellaceae erano significativamente più bassi rispetto ai controlli sani. Rispetto ai controlli sani, negli ipertiroidei sono stati riportati una diminuzione di Bifidobacteria e Lactobacillaceae e un aumento di Enterococchi.
La supplementazione con Lactobacillus reuteri ha migliorato la funzionalità tiroidea nei topi aumentando la tiroxina libera (T4), la massa tiroidea e i parametri fisiologici come il peso e la struttura della pelle.
Il microbiota inoltre influenza il metabolismo dei farmaci per la tiroide. L'efficacia della supplementazione orale di L-tiroxina attraverso il suo assorbimento nello stomaco, nel duodeno e nel digiuno da parte di diversi trasportatori può dipendere dalla misura in cui il microbiota degrada gli ormoni tiroidei tramite ossidazione. In caso di proliferazione batterica (SIBO) potrebbe essere necessario dare dosi più elevate di L-tiroxina. Nell'ipotiroidismo, dove il pH dello stomaco aumenta spesso e la motilità gastrica diminuisce, può verificarsi una riduzione della proteolisi nello stomaco e una crescita batterica eccessiva. Anche l'infezione da H. pylori può alterare il metabolismo della L-tiroxina. Il microbiota influenza anche l'assorbimento dello iodio necessario per sintetizzare gli ormoni tiroidei.
I sali biliari influenzano il metabolismo tiroideo e il TSH, e vengono metabolizzati da diverse specie, soprattutto Clostridi.
Il selenio, un minerale importante per la tiroide, aumenta la quantità di Bacteroidetes e Bifidi.
L'uso di probiotici può facilitare l'assestamento della terapia per ipotiroidismo, ma per ora non sono indicati come terapia, il loro uso rimane solo potenziale.
Aggiornamento 5/7/2019
Alcuni medici pensano che la CFS non esista perché non riscontrano cambiamenti negli esami che conoscono. Ma la malattia è evidenziabile dalla neuroinfiammazione e dal cambiamento nel metabolismo energetico, che non riesce a trarre energia dai substrati come carboidrati, proteine e grassi.
In altre parole, l'organismo umano manca di "energia" perché le sue cellule hanno un problema a generare (e possibilmente usare) energia. Inoltre, molti studi hanno riportato marcatori sia dello stress ossidativo che dello stress nitrosativo (ad es. Livelli aumentati di un enzima che produce ossido nitrico).
La neuroinfiammazione potrebbe avere diversi "attivatori" in individui diversi. In alcuni casi, potrebbe essere indotto da infezioni cerebrali (come l'infezione da herpesvirus cronica), autoanticorpi, neurotossine o stress cronico. In altri casi, l'infiammazione al di fuori del cervello può attivare il sistema immunitario innato all'interno del cervello, sia attraverso i segnali umorali che infrangono la barriera ematoencefalica che diventa permeabile sia attraverso segnali retrogradi inviati sul nervo vago. Sono state portate recentemente diverse prove che l'infiammazione intestinale può essere un fattore scatenante periferico della neuroinfiammazione: il microbiota intestinale dei pazienti con CFS spesso include un numero elevato di specie proinfiammatorie e un basso numero di specie antiinfiammatorie.
Lo stato relativamente ipometabolico osservato nei pazienti con CFS potrebbe anche riflettere un'antica risposta biologica correlata a danni o lesioni.
Aggiornamento 7/7/2019
Il post di un bravo amico medico, Alberto Cerasari.
LA FIBROMIALGIA IN UN GUSCIO DI NOCE 🥥
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Condizione cronica caratterizzata da dolorabilità muscolo-scheletrica diffusa per almeno 3 mesi, fatica e disturbi del sonno. Altri sintomi comuni includono depressione, cefalea, colon irritabile, disturbi del ciclo mestruale, ansia, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità a vari stimoli (odori, rumori, luce e tatto), sintomi “allergici”.
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CAUSE: sconosciute, diverse componenti che agiscono su una predisposizione genetica:
- Alterazione della soglia del dolore per cause centrali (Central Sensitivity Syndrome) e periferiche
- Maladattamento a stimoli cronici di tipo stressante, psicologici, fisici, immunitari con riduzione della risposta simpatica e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni
- Ipotiroidismo funzionale (NON visibile con il solo dosaggio del TSH)
- Disfunzione mitocondriale 
- Risposta infiammatoria sistemica con alti livelli di IL-8, IL-10, TNF-a
- Comorbidità nelle altre malattie reumatiche (diagnosi differenziale) e nella Sindrome da Fatica Cronica (CFS).

TRATTAMENTO CONVENZIONALE: farmaci (miorilassanti, antidepressivi, analgesici, etc.) e terapia di supporto, spesso non sufficienti specialmente in termini di qualità di vita. 
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NUTRIZIONE: dieta antinfiammatoria, ricca di antiossidanti ed omega-3, evitando cibi processati, cereali raffinati, farine, zuccheri in eccesso, grassi idrogenati, potenziali triggers (glutammato monosodico, aspartame).
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INTEGRAZIONE: omega-3, magnesio, CoQ10, complesso B, SAMe, vitamina D, ribosio, L-acetil-Carnitina. C’è chi utilizza infusioni endovena di vitamine ed antiossidanti con beneficio clinico.
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ESERCIZIO FISICO: adattato e progressivo, pratiche orientali e meditative, esercizi aerobici, di forza e di flessibilità a carico ed intensità tollerati e crescenti
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PSICOTERAPIA, terapia cognitivo-comportamentale, TERAPIA FISICA MANUALE (Osteopatia) , gestione dello stress, qualità del sonno.
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CORREGGERE ipotiroidismo, bassi livelli di cortisolo

AVERE PAZIENZA, considerare quindi realmente il termine "PAZIENTE".
Aggiornamento 10/7/2019
I problemi a cui porta l'ipotiroidismo subclinico.
Aggiornamento 25/7/2019
"L'AIP (protocollo autoimmune), una modifica della dieta paleo che comporta l'eliminazione e la promozione di determinati alimenti, può aiutare ad alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita nei partecipanti con una malattia autoimmune"
In particolare in questi studio su 17 donne con Hashimoto, nessun effetto collaterale è stato riportato, e circa la metà di chi assumeva ormoni sostitutivi ha potuto ridurre la dose.
Non si sono rilevate modificazioni dei valori di laboratorio (anticorpi, T3, T4 e TSH) probabilmente per il periodo troppo breve (10 settimane), ma "è probabile che ci sarebbe bisogno di una terapia ormonale sostitutiva con concomitante supporto dietetico e di stile di vita per gestire qualsiasi ulteriore progressione della tiroidite autoimmune". Si ipotizza un periodo necessario tra i 6 e i 12 mesi per far abbassare gli anticorpi.
Si sono però abbassati infiammazione e globuli bianchi.
Le pazienti inoltre hanno riportato un miglioramento del peso (anche senza focalizzarsi su calorie o macronutrienti) e del punteggio nel questionario SF36 (qualità della vita).
Gli autori concludono sottolineando la necessità di studi randomizzati e più grandi ma anche i bassissimi rischi dell'intervento sullo stile di vita.
Aggiornamento 1/8/2019
Le persone con sensibilità al mercurio che rimuovono le otturazioni in amalgama hanno riduzione degli anticorpi contro la tiroide. Anche il BPA (bisfenolo A) può determinare aumento degli anticorpi. Anche il cadmio può contribuire. La vitamina D li può abbassare.
Aggiornamento 5/8/2019
Il legame tra immunità e peso corporeo, al di là delle calorie.
Aggiornamento 1/9/2019
Il malfunzionamento tiroideo può anche non essere evidenziato dagli esami sanguigni, che risultano nella norma ma in realtà vi è un ipotiroidismo cellulare.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28446067


Molte sostanze xenobiotiche (estranee al corpo) alterano la funzionalità tiroidea, con conseguenze possibili sulle energie, l'aumento di peso, l'umore, i livelli di colesterolo, l'anemia, perdita di capelli, pelle secca, unghie fragili e tutto ciò che è connesso con il funzionamento subottimale. Le tossine ambientali come pesticidi, bisfenolo-A, metalli pesanti e ritardanti di fiamma impediscono l'attivazione dell'ormone tiroideo inibendo DIO1, l'enzima che converte il T4 (inattivo) in T3 (attivo).

Aggiornamento 4/9/2019
Il TSH nei limiti si associa a minore mortalità da tutte le cause negli ipotiroidei
Aggiornamento 10/9/2019
Un caso riportato di remissione del morbo di Basedow: una donna di 34 anni, che ha adottato un cambiamento dello stile di vita, "adottando la paleodieta, curando la salute orale, praticando kundalini yoga, eliminazione dei tossici ambientali (assumendo solo alimenti biologici, bevendo acqua filtrata e usando prodotti naturali per pulire la sua casa o per la sua igiene personale) e integratori di supporto quando necessario". In 6 mesi ha avuto normalizzazione dei valori ormonali e anticorpali.
Aggiornamento 12/9/2019
Arricchire la dieta di alimenti ricchi di boro, come avocado, frutta secca ed essiccata, migliora il metabolismo tiroideo e riduce i lipidi circolanti
La dieta infiammatoria aumenta il rischio di tumore tiroideo
Aggiornamento 20/9/2019
Un articolo che può spiegare alcune incongruenze tra stato di salute tiroideo e valori ormonali, anche se non condivido tutto
Le afte ricorrenti possono essere associate sia a problemi tiroidei che a carenze nutrizionali come vitamina B12, folati, ferro, anemia e iperomocisteinemia
Aggiornamento 22/10/2019
Mycobacterium avium ss. paratuberculosis (MAP) è l'agente patogeno che causa la paratubercolosi bovina, ma nell'uomo si manifesta come morbo di Crohn, malattia intestinale (IBD). Il latte, anche quello formulato per bambini e anche se pastorizzato, può portare questo batterio, e suscitare autoimmunità, aumentando il rischio di diabete di tipo 1, tiroidite di Hashimoto e altre malattie.
"Prove sufficienti indicano che fino all'eliminazione di MAP dalla catena alimentare, si può continuare a dire che le mucche hanno la malattia di Crohn e ci stanno dando diabete, sclerosi multipla, sarcoidosi, sindrome di Blau, tiroidite di Hashimoto, lupus, morbo di Parkinson e artrite reumatoide".
Aggiornamento 29/10/2019
Molte persone riferiscono di stare meglio grazie al "protocollo autoimmune", una variante della dieta paleo ancora più ristretta.
"La medicina alternativa ha abbracciato i trattamenti non farmacologici per la malattia autoimmune della tiroide. Una delle prescrizioni dietetiche più popolari è la dieta del protocollo autoimmune (AIP), una versione ancora più severa della dieta paleo o "ancestrale" (senza cereali, legumi e latticini).
Né l'American Association of Clinical Endocrinologists (AACE) né l'American Thyroid Association danno all'AIP la loro benedizione. Quindi, cosa possono dire i medici ai pazienti che vogliono provarlo, sia perché non vogliono farmaci o li stanno assumendo, ma hanno ancora sintomi?"
Secondo la teoria, gli alimenti infiammatori contribuiscono alla permeabilità intestinale e all'innalzamento degli autoanticorpi e quindi alla malattia autoimmune.
"Sebbene una volta osservata con scetticismo, la "disfunzione della barriera intestinale" ha suscitato crescente interesse nel mondo medico.
In effetti, una ricerca PubMed di questo termine rivela quasi 450 pubblicazioni - la prima che appare nel 1993. Un crescente corpo di ricerca collega la permeabilità intestinale a una gamma vertiginosamente ampia di condizioni, tra cui malattie infiammatorie intestinali, sclerosi multipla, diabete, malattie cardiovascolari, autismo , depressione, morbo di Parkinson e demenza.
Nonostante il crescente riconoscimento che l'intestino permeabile inneschi molte malattie, inclusa l'autoimmunità, c'è sorprendentemente poca scienza su come bloccare la permeabilità. Sebbene il ripristino del microbiota intestinale sano sia considerato la chiave, i medici convenzionali discutono sul modo migliore per raggiungere questo obiettivo.
Secondo alcuni medici la soluzione è l'AIP, e soprattutto l'eliminazione del glutine".
Dice Alessio Fasano, docente ad Harvard: "Sono convinto, sulla base dei dati pubblicati in letteratura, che esistono sottogruppi di persone affette da malattie autoimmuni, come diabete di tipo 1, sclerosi multipla, artrite reumatoide, ecc., In cui il glutine può svolgere un ruolo patogeno inducendo il rilascio di zonulina, la molecola che aumenta la permeabilità intestinale ", ha detto. "Tuttavia, contrariamente ai pazienti con celiachia in cui il 100% beneficia di una dieta priva di glutine, solo una percentuale di persone con autoimmunità può trarre beneficio dalla dieta. Non abbiamo biomarcatori convalidati per la sensibilità al glutine non celiaca, quindi è impossibile trovare il sottogruppo che trarrebbe beneficio dalla dieta ".
"I risultati sono principalmente aneddotici, ma sono stati descritti un miglioramento dei sintomi, una riduzione dei titoli di autoanticorpi e un rallentamento della progressione del processo autoimmune", ha osservato.
Alcuni medici aggiungono anche il trattamento classico con levotiroxina (LT4) o tiroide secca.
Tuttavia "la maggior parte dei medici convenzionali è riluttante ad abbracciare completamente l'AIP, dicendo che non ci sono prove di un miglioramento dei livelli del TSH e degli anticorpi tiroidei.
L'American Thyroid Association ha dichiarato: "Al momento non esistono studi controllati pubblicati che dimostrino che la "dieta del protocollo autoimmune" può invertire la malattia di Hashimoto".
Comunque aggiungono che si deve consigliare a tutti "una dieta sana, insieme all'esercizio fisico, all'igiene del sonno e alla riduzione dello stress, in quanto si tratta di terapie definitivamente basate sull'evidenza per tutti, compresi quelli con Hashimoto", e che eliminare il glutine può essere positivo in una certa parte di persone con problemi tiroidei.
Aggiornamento 8/11/2019
L'uso di un simbiotico (probiotico misto + FOS) ha portato in 8 settimane a riduzione del farmaco e miglioramento dei parametri di funzionamento tiroideo in persone con ipotiroidismo
Aggiornamento 25/11/2019

"I ritmi circadiani non solo regolano la secrezione dell'ormone tiroideo, ma regolano anche la sensibilità dei nostri tessuti all'ormone tiroideo. Ciò può portare a un ciclo che si autoalimenta in cui l'interruzione dell corretto ritmo circadiano compromette la funzione tiroidea che interrompe ulteriormente i ritmi circadiani". Non lamentatevi della "tiroide lenta" se fate orari da vampiri

Aggiornamento 5/12/2019
La carenza di selenio in gravidanza porta, nel modello animale, a carenza nella crescita e predispone per problemi tiroidei
Aggiornamento 13/12/2019
Il microbiota contribuisce alla nostra salute anche con la produzione di vitamine. Quando si ha carenza di vitamine, anche il metabolismo energetico e l'immunità ne risentono: viene privilegiata la via glicolitica, che sfavorisce l'ossidazione dei grassi, e stimola le cellule immunitarie infiammatorie (Th1, Th2, Th17, macrofagi M1). Invece le vitamine favoriscono la "polarizzazione" verso cellule immunitarie protettive: i folati sostengono i Treg, La B3 i macrofagi M2 e le cellule dendritiche

Aggiornamento 15/12/2019
Nelle persone che prendono L-tiroxina (Eutirox o simili) per correggere il loro ipotiroidismo, fare attività fisica "può migliorare la funzione tiroidea e quindi migliorare lo stato mentale e fisico del paziente ipotiroideo e contemporaneamente diminuire la dose della terapia sostitutiva con tiroxina. Pertanto, tutti i pazienti con ipotiroidismo in particolare se giovani dovrebbero fare un regolare esercizio fisico per migliorare il proprio stato tiroideo". Gli studi sono piccoli ma interessanti, mostrando come uno stile di vita appropriato possa ridurre la necessità di farmaci e in generale migliorare la qualità della vita, influenzando la conversione degli ormoni e il metabolismo tiroideo.
Aggiornamento 9/1/2020

In un piccolo studio (42 donne) la vitamina D (50mila unità a settimana per 3 mesi) riduce il TSH e gli anticorpi antiTG (ma non quelli antiTPO) in donne con Hashimoto. Gli ormoni tiroidei non hanno subito variazioni

Aggiornamento 1/2/2020

Una cosa di cui ero totalmente all'oscuro, esistono anticorpi chiamati "eterofili", e tra questi quelli legati alla tiroidite di Hashimoto (antiTPO e antiTG). Questo significa che durante i dosaggi, gli anticorpi legano altre molecole, e interferiscono con la quantificazione. Una delle molecole legate è il TSH, ormone ipofisario che si utilizza per verificare indirettamente la funzionalità tiroidea. In sostanza il valore di TSH potrebbe essere falsato (solitamente risultando più alto dell'effettivo)
Aggiornamento 2/2/2020
Anche i virus producono sequenze proteiche che somigliano agli ormoni, come insulina e IGF, e ne alterano la funzione
Aggiornamento 12/2/2020
Alcuni consigli da Medscape per ridurre l'esposizione agli interferenti endocrini. Viene precisato che il motto di Paracelso "la dose fa il veleno" risulta antiquato, in quanto la dose tossica può dipendere da genetica, epigenetica, tempistica dell'esposizione, compresenza di altre sostanze, e anche dosi bassissime in certe condizioni possono essere dannose.
1) evitare le pentole con PFAS (che tra le altre cose rallenta il metabolismo)
2) la polvere domestica può accumulare sostanze tossiche, soprattutto per la tiroide, aprire spesso le finestre
3) usare alimenti biologici, riducono l'esposizione a pesticidi che interferiscono con la tiroide
4) evitare cibo conservato, può contenere BPA e BPS
5) non mettere la plastica in microonde, anche quella che appare sicura
Aggiornamento 14/2/2020
Da un post del dott. Giuseppe Cardillo
SINTOMI BIZZARRI DELLA FATICA SURRENALE
Questo elenco non è destinato all'autodiagnosi della sindrome da affaticamento surrenale. Se pensi di avere alcuni di questi sintomi della sindrome da stanchezza surrenalica, il primo compito è quello di consultare sempre un operatore sanitario qualificato prima di intraprendere qualsiasi piano di recupero. La maggior parte dei programmi di recupero fallisce e la condizione potrebbe peggiorare se non si ha una chiara comprensione dei sintomi della fatica surrenalica e di ciò che ci aspetta.
1. Incapacità di addormentarsi anche se si è stanchi
2. Svegliarsi nel mezzo della notte senza alcun motivo
3. Svegliarsi già stanchi al mattino anche dopo un’intera nottata di sonno
4. Sentirsi stanchi tra le 21 e le 22 ma trovare impossibile andare a letto
5. Sentirsi stanchi di pomeriggio, tra le 15 e le 17
6. Necessità di assumere caffè al mattino e lungo tutto l’arco della giornata
7. Sensazione di “tensione” e incapacità di rilassarsi
8. Palpitazioni cardiache di notte o quando si è stressati
9. Pressione arteriosa significativamente bassa
10. Tachicardia Posturale Ortostatica
11. Sentire scariche di adrenalina
12. Caffé, te o bevande energetiche provocano una scarica di adrenalina
13. L’esercizio fisico inizialmente migliora ma poi peggiora la stanchezza
14. Candidosi sistemica che peggiora sotto stress
15. Sbilanciamento elettrolitico anche se gli esami di laboratorio sono normali
16. Incapacità di gestire lo stress
17. Bassa libido e mancanza di desiderio sessuale
18. Intolleranza alle temperature, specialmente al caldo e alla luce diretta del sole
19. Mani e piedi freddi
20. Pensiero annebbiato
21. Incapacità di concentrarsi o rimanere concentrati
22. Bassa funzionalità tiroidea anche se in cura con ormoni tiroidei
23. Morbo di Grave-Basedow
24. Tiroidite di Hashimoto
25. Pelle estremamente secca
26. Psoriasi di origine sconosciuta
27. Invecchiamento precoce della pelle
28. Cerchi scuri sotto gli occhi che non scompaiono col riposo
29. Perdita della normale tonalità della pelle del viso (pelle grigiastra o verdognola)
30. Fiato corto senza alcuna compromissione respiratoria
31. Vertigini senza ragione apparente
32. Tinnito cronico (suono nelle orecchie)
33. Lesioni aftosiche ricorrenti alla bocca
34. Sensazione di ipoglicemia anche se i valori di laboratorio sono normali
35. Incapacità di gestire carboidrati semplici
36. Desiderio smodato di cibi grassi o ad alto contenuto proteico
37. Desiderio smodato di cibi salati e patatine fritte
38. Gastrite nonostante una gastroscopia normale
39. Infezione da Helicobacter pylori nel passato che è stata dichiarata risolta ma non ci si sente più come prima.
40. Costipazione senza ragione apparente
41. Reazioni ritardate ai cibi, specialmente i prodotti lattiero-caseari e al glutine
42. Accumulo di grasso addominale senza ragione apparente
43. Malassorbimento del fruttosio
44. Sindrome dell’intestino irritabile con prevalenza di costipazione più che di diarrea
45. Dolori articolari di origine sconosciuta
46. Lombalgia senza alcuna traumatologia e visita nella norma
47. Intorpidimento e formicolio alle estremità bilateralmente
48. Dolore muscolare senza ragione apparente
49. Perdita di massa muscolare
50. Sindrome di Fatica Cronica che non migliora con i farmaci
51. Fibromialgia che non si risolve con le cure usuali
52. Sensazione di gambe pesanti
53. Depressione, spesso non risolta dagli anti-depressivi
54. Irritabile sotto stress
55. Ansia
56. Attacchi di panico
57. Sensibilità chimica alla pittura, smalto per unghie o plastica
58. Sensibilità ai campi elettromagnetici, inclusi telefoni cellulari e monitor dei computer
59. Malattia di Lyme e incapacità di guarire completamente nonostante le cure o intolleranza ai farmaci

Sintomi limitati alle donne
1. Endometriosi
2. Sindrome dell’ovaio policistico
3. Fibromi uterini
4. Seno fibrocistico
5. Perdita immotivata di capelli (Telogen effluvium)
6. Ciclo mestruale irregolare che “si ferma e riparte”
7. Incapacità di rimanere incinte e ricorso a tecniche IVF
8. Aborti ricorrenti nel primo trimestre
9. Depressione post partum
10. Dismenorrea che avanza verso la amenorrea
11. Menopausa precoce

12. Carcinoma del seno associato con dominanza estrogenica
Aggiornamento 26/2/2020
La CFS (sindrome da fatica cronica) può essere legata a disturbi nella bioenergetica delle cellule immunitarie, che non riuscendo a produrre energia, non riescono a combattere efficacemente infezioni pregresse che si riattivano
Aggiornamento 16/3/2020

Sia vitamina D che selenio sono noti per abbassare gli anticorpi nella tiroidite di Hashimoto. In questo studio possiamo vedere come il loro effetto sia sinergico e particolarmente efficace in persone con valori medi di anticorpi

Aggiornamento 19/3/2020

Lo studio dell'interazione tra dieta e disordini autoimmuni è stato recentemente soprannominato "immunodietetica". I componenti del cibo e i loro effetti sul microbioma intestinale sono tra i principali corresponsabili della malattia autoimmune, ma sono spesso trascurati. La perdita del meccanismo di tolleranza orale può indurre il sistema immunitario a reagire al cibo che il corpo usa per vivere. Molti alimenti condividono le sequenze con alcuni tessuti umani; questo "mimetismo molecolare" può indurre o esacerbare malattie autoimmuni. Latte, grano, acquaporine vegetali, legumi, proteine ​​ricche di glicina (carni bianche e rosse, cereali, soia, gelatina ecc), glucani, pectine, tropomiosina del gambero, Saccharomyces cerevisiae (lievito) e carne di maiale sono alcuni esempi di alimenti che condividono una significativa omologia con diverse proteine ​​dei tessuti umani. Le lectine e le agglutinine sono proteine che legano i carboidrati di membrana, e sono presenti in microrganismi, piante e animali, sono resistenti alla digestione. "Le lectine non digerite che riescono a penetrare le barriere digestive possono avere effetti devastanti sul corpo, tra cui problemi digestivi, carenze nutrizionali, danni intestinali e intestino permeabile, una porta verso l'autoimmunità. La lectina iniettata nei topi induce il legame della lectina con le IgG, seguita dall'aggregazione delle IgG e dalla formazione di IgM anti-IgG o fattore reumatoide (RF), inducendo così l'artrite reumatoide." Altre malattie autoimmuni hanno probabilmente altri fattori alla base. "Inoltre, le lectine possono legarsi all'endometrio umano, agli spermatozoi e agli ovuli, provocando una reazione autoimmune che potrebbe causare infertilità negli uomini o nelle donne". "Alcuni alimenti possono aiutare a mantenere la tolleranza orale e un sistema digestivo sano, mentre gli alimenti dannosi possono favorire la crescita di batteri dannosi e portare al rilascio di tossine batteriche, indebolendo le barriere intestinali. Inducendo la permeabilità intestinale, i batteri o i loro antigeni possono entrare nella circolazione, dove la reazione immunitaria contro di loro provoca la produzione di anticorpi. Poiché il tessuto umano è imitato da così tanti antigeni batterici intestinali, gli anticorpi e le cellule T che reagiscono contro gli antigeni batterici possono attaccare le proteine ​​che imitano i batteri presenti nel tessuto umano e quindi innescare una risposta autoimmune. Evitare alimenti che contengono epitopi autoimmuni o componenti che inducono modificazioni post-traduzionali delle proteine ​​alimentari o che hanno la capacità di modificare selettivamente il microbiota intestinale, potrebbe migliorare i sintomi nei pazienti con la corrispondente malattia autoimmune". Come si può leggere quasi qualsiasi categoria di cibo è potenzialmente immunogena quindi solo una dieta tagliata su misura può agire correttamente.
Aggiornamento 16/4/2020
Circa il 50% delle persone con problemi tiroidei coinvolte in uno studio ha indicato di stare meglio usando gli estratti di tiroide secca. I ricercatori concludono auspicando una maggiore individualizzazione del trattamento
Aggiornamento 27/4/2020
L'importanza del retinolo nei confronti delle malattie autoimmuni, tramite interazione col microbiota (aumento dei lattobacilli) e riduzione della permeabilità intestinale
Aggiornamento 10/5/2020

Una delle ragioni dell'autoimmunità tiroidea sono alcuni metalli pesanti come arsenico e piombo. Col primo si può entrare in contatto con l'uso errato dei pesticidi, il secondo è presente in aria e acqua inquinate. Questi metalli interferiscono con quelli necessari come rame e zinco e in particolare impediscono al selenio di entrare nella tiroide, provocando stress ossidativo e infiammazione. Così il selenio si ritrova ridotto nel sangue e aumenta la sua perdita urinaria.

Nonostante non sia suggerito dalle linee guida sull'Hashimoto, alcuni endocrinologi consigliano il selenio, specie quando non si tratta ancora con LT4 (tipo Eutirox), per la sua capacità di abbassare gli anticorpi.

Aggiornamento 11/5/2020

Le persone con ipotiroidismo hanno bassi livelli di zinco e selenio e alti di piombo.
L'esposizione prenatale ai composti organoclorini (pesticidi) può alterare la funzione tiroidea e compromettere lo sviluppo neuroendocrino del nascituro.
Esiste un legame tra autoimmunità tiroidea e interferenti endocrini (sostanze chimiche, solitamente artificiali, che interferiscono con gli ormoni). La prevalenza di Hashimoto aumenta vicino agli stabilimenti petrolchimici, dell'alluminio e nelle zone contaminate da pesticidi e PCB. Anche il mercurio (consumatori di pescespada e lavoratori industrie chimiche) ha questo effetto. Il vanadio (zone vulcaniche) aumenta la risposta infiammatoria dei tireociti. Gli omega-3, il mioinositolo e il selenio esercitano un effetto protettivo contro queste sostanze, contrastando la comparsa dell'autoimmunità nei soggetti esposti all'inquinamento ambientale o professionale.
Aggiornamento 20/6/2020
I metalli (cadmio, alluminio, nickel, oro, argento, stagno e soprattutto mercurio e piombo) possono essere attivatori delle malattie autoimmuni. Perché alcuni le sviluppano e altri no? "Nell'uomo, la suscettibilità agli effetti degli xenobiotici può essere dovuta alle disfunzioni geneticamente determinate nei sistemi di disintossicazione, tra cui la coniugazione con glutatione, l'acetilazione e altri sistemi dipendenti dal citocromo P450, e dal fenotipo della metallotioneina (proteine che legano i metalli pesanti)". Tenendo conto della suscettibilità del sistema immunitario, "la capacità di disintossicare gli xenobiotici, insieme alla suscettibilità individuale al metallo, è probabilmente il fattore più critico nel risultato dell'esposizione al metallo". Il fatto che l'uomo non produca vitamina C, che allevia lo stress ossidativo, può differenziarlo dai modelli animali. "L'infiammazione indotta da metallo può alterare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e quindi contribuire alla fatica e ad altri sintomi non specifici che caratterizzano i disturbi legati alle malattie autoimmuni. Gli effetti tossici di diversi metalli sono mediati attraverso la formazione di radicali liberi, disturbi della membrana cellulare o inibizione degli enzimi". Mercurio e piombo alterano anche il sistema dopaminergico (ricompensa), potenziando l'effetto. Inoltre, [Ad esempio,] la tossicità del mercurio può influenzare l'asse cerebrale del microbiota intestinale (GMBA), e quindi lo sviluppo neuronale ... e ... Ciò potrebbe verificarsi perché il microbiota intestinale è un attore attivo nella regolazione della proprietà tossica di molte specie metalliche, incluso il mercurio".
Aggiornamento 28/6/2020

L'ipotiroidismo fetale porta a scarsa muscolatura e funzionalità mitocondriale
Aggiornamento 4/8/2020

L'infiammazione legata alla psoriasi sembra compromettere la funzione tiroidea

Aggiornamento 12/9/2020

Post di Emmanuela Spirito su stress e tiroide, con influenza negativa sul metabolismo energetico sia in caso di eccesso che di scarso cortisolo
👩‍⚕️ Ti senti sempre stanco e sfinito, anche se dormi molto ?
👩‍⚕️ Sei sempre in moto eppure non perdi un grammo?
🎯 ...ma lo sapete che c’è una correlazione tra i livelli di cortisolo (ormone prodotto dalle ghiandole surrenali) e ormoni tiroidei (of couse, ormoni prodotti dalla tiroide)?
E qual è questa connessione?
👩‍⚕️ Grazie a “sensori” che sono posti sulle cellule dell’ipofisi e sulle cellule bersaglio degli ormoni tiroidei si ha una risposta sia a bassi che alti livelli di cortisolo…
🎯 livelli di cortisolo alti portano ad una diminuzione del TSH e quindi si formano meno T4 e T3
🎯 livelli di cortisolo bassi portano a una diminuita conversione di T4 in T3 (tra i due l’ormone attivo) e ad una diminuita sensibilità al T3 delle cellule bersaglio.
👩‍⚕️ Facendo un ragionamento deduttivo il motivo lo si comprende bene ed è un’ulteriore prova che tutto è collegato (altrimenti, io che puntini univo?) 😉 e che i meccanismi regolatori a garanzia della nostra salute, sono molti e finissimi, sono una vera poesia per chi li sa leggere… ❤
Infatti:
🎯se ho il cortisolo alto perché sono stressato, mettere a riposo la tiroide mi fa bene perché mi seda un pochetto…
🎯se ho il cortisolo basso perché sono stato moooolto stressato, mettere a riposo la tiroide mi farà riprendere un po’ le forze, abbassando il mio metabolismo e la richiesta di energia.
👩‍⚕️ domandate a chi è ipotiroideo che sintomi ha…
Cosa fare?
👩‍⚕️ Vale la pena rinunciare a qualche uscita serale (che in queste condizioni vi fa malissimo) e rivolgersi ad un professionista che studi la vostra condizione che vi dia indicazioni mirate (per iniziare: niente cibo spazzatura, pochi zuccheri, poca caffeina)…
NOTA BENE: Troverete in giro sul web immagini simili a questa, ma non identiche: infatti, siccome secondo me c'erano delle piccole imprecisioni che avrebbero potuto confondere le idee, l'ho modificata personalmente con queste manine sante 😉 e con la santa pazienza

Aggiornamento 13/9/2020

Nelle malattie autoimmuni il microbiota intestinale è alterato e questo contribuisce alla malattia, e il suo studio è implicato come potenziale bersaglio per la diagnosi, la prognosi e il trattamento della malattia. Tra le malattie coinvolte artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico (LES), spondiloartrite, sindrome di Sjögren primaria e malattia di Behçet.
I meccanismi includono traslocazione microbica anormale (passaggio dall'intestino al sangue di sostanze infiammatorie a causa di permeabilità intestinale), mimetismo molecolare (somiglianza di strutture microbiche con proteine self, innescando una risposta immunitaria contro le proprie strutture) e disregolazione dell'immunità sia locale che sistemica. Anche la candida può innescare mimetismo molecolare.
L'aggiustamento della dieta, il trattamento con prebiotici e/o probiotici, trapianto microbico e altri interventi basati sul microbiota intestinale possono essere trattamenti supplementari per le malattie autoimmuni e sono ancora in fase di studio.

La direzione futura del trattamento dell'autoimmunità basato sul microbiota dovrebbe essere su misura del paziente.
L'aggiustamento della dieta è un modo ideale per modulare il microbiota intestinale patogeno, con pochi effetti negativi. Finora, nessuna dieta specifica si è confermata come benefica per i pazienti con autoimmunità e una dieta rigorosa spesso ha una scarsa compliance del paziente. Sono stati anche suggeriti e testati prebiotici e probiotici, con risultati iniziali incoraggianti. Tra i probiotici solitamente lattobacilli e bifidi possono aiutare.
Lactobacillus casei per esempio può essere benefico per l'artrite, riducendo la degradazione articolare. Tuttavia il quadro è complicato e anche alcuni bifidi e lattobacilli (adolescentis e animalis) possono innescare risposte autoimmuni.

Aggiornamento 25/9/2020

L'ipotiroidismo è un disturbo endocrino comune che colpisce circa il 5% della popolazione. Solitamente l'ormone tiroideo sintetico è utilizzato nel trattamento dell'ipotiroidismo. La levotiroxina sintetica (T4) è considerata il trattamento di scelta grazie alla sua capacità di fornire livelli ematici stabili e fluttuazioni minime di T4. Nonostante questo, ci sono pazienti e professionisti che preferiscono la tiroide essiccata, una forma di ormone estratta naturalmente. In uno studio fatto su 870 pazienti, anche la tiroide secca assicura livelli stabili di TSH, che vengono solitamente monitorati per verificare l'andamento della cura. "Sono necessari ulteriori studi prospettici per confermare questi risultati e per esplorare le differenze in popolazioni di pazienti diverse, come la tiroidite di Hashimoto, nonché sulla qualità della vita e altri importanti risultati riportati dai pazienti come l'affaticamento e l'aumento di peso", aggiungono gli editorialisti."Questo studio, tuttavia, fornisce informazioni utili sul fatto che la tiroide essiccata può essere una scelta ragionevole per il trattamento di alcuni pazienti ipotiroidei".Bisognerebbe tenere conto anche dei sintomi soggettivi del paziente, e non tenere solo conto dei valori di laboratorio. "L'evidenza emergente mostra che per molti pazienti i sintomi persistono nonostante i normali valori di TSH", scrivono Schneiderhan e Zick. Citano come esempio un ampio studio che ha riscontrato una significativa compromissione del benessere psicologico tra i pazienti trattati con terapia sostitutiva della tiroxina, nonostante abbiano raggiunto livelli normali di TSH. Inoltre, la levotiroxina sintetica è associata ad altre incertezze, come difficoltà nella conversione di T4 in triiodotironina (T3) che possono disturbare il metabolismo tiroideo in alcuni pazienti. In conclusione, "l'approccio unico per il trattamento dell'ipotiroidismo non funziona ... per tutti i pazienti", concludono gli autori.

Aggiornamento 27/10/2020

Post del dott Luchi
IMPORTANTISSIMA COMUNICAZIONE : Il Tsh non è piu il parametro principale per valutare la tiroide.
Se siete malati di tiroide stampate questo articolo e portatelo con voi nelle vostre visite con l’endocrinologo.
Per anni ho asserito da solo con pochissimi altri colleghi italiani che, nel valutare la funzionalità tiroidea, si dovesse dare più importanza ai valori degli ormoni tiroidei (Ft3, Ft4), che al Tsh. Tsh che è tuttora il parametro usato dagli endocrinologi per valutare la tiroide.
Sostenevo, invece, che i sintomi del paziente avessero molta maggiore correlazione con i valori di Ft3 e Ft4 che col Tsh.
Questo studio monumentale appena uscito su una delle principali riviste di endocrinologia probabilmente col tempo cambierà il modo con cui verranno approcciati dal proprio endocrinologo i pazienti con Ipotirodismo.
È uno studio importantissimo, mainstream, quindi letto dagli endocrinologi di tutto il mondo che da finalmente ragione a noi medici di “minoranza”.
Ecco le parole finali delle conclusioni dello studio:
“La valutazione tiroidea che si basa attualmente sui livelli di TSH necessita una rivalutazione.”
Ovvero signori ci siamo sbagliati, non dovete guardare il Tsh per valutare la tiroide perché i sintomi sono invece spiegati molto meglio dai valori degli ormoni tiroidei Ft3 e Ft4. Se questi ormoni sono bassi si sta male e viceversa. Il Tsh invece si correla pochissimo con la sintomatologia clinica.
Attualmente però il SSN prevede che si valuti il Tsh e solo se questo è anormale si valutino gli ormoni tiroidei. Il famoso TSH reflex. In questo modo centinaia di migliaia, se non milioni di pazienti sintomatici sfuggono alla diagnosi e al trattamento. Sofferenza e disperazione lasciate a se stesse.
Ieri ho visto in ambulatorio una signora che si è portata dietro per 30 anni sintomi dolorosissimi di ipotiroidismo, senza ricevere trattamento solo perché il suo TSH era normale. Palleggiata per decenni senza che nessuno intervenisse solo perché il protocollo non lo prevedeva visto che il TSH era “normale”. Una vita quasi sprecata per un numero giusto nel posto sbagliato. Dolore e sofferenza senza senso.
È giunto il momento di cambiare.

Aggiornamento 7/11/2020

I ritmi circadiani sono legati al rischio di tumore alla tiroide tramite l'induzione di insulinoresistenza

Aggiornamento 11/11/2020

La luce influenza il lavoro della tiroide, e non dormire adeguatamente riduce gli ormoni tiroidei. Se vi lamentate del metabolismo lento iniziate a dormire secondo natura e spegnere gli schermi a una certa ora. "Le interrelazioni tra l'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e la struttura del sonno sono considerazioni importanti nella gestione dei pazienti con disturbi della tiroide e del sonno"

Aggiornamento 25/11/2020

Le diete a basso contenuto di carboidrati (LCD) inducono alterazioni nel quadro ormonale, con ripercussioni sulla composizione corporea. Alcune possono essere favorevoli, altre no. Si abbassa l'insulina, e la richiesta di glucosio e la proteolisi del muscolo scheletrico sono ridotte, dopo che la mobilizzazione degli acidi grassi dagli adipociti (cioè la lipolisi) e l'elevata produzione di corpi chetonici aumentano il loro contributo al fabbisogno energetico del corpo favorendo il mantenimento della massa magra e inducendo la perdita di massa grassa. Per contro, si può ridurre la formazione di ormone tiroideo attivo (T3), che è glucosio e insulino-dipendente. Tuttavia, "nonostante alcune alterazioni degli ormoni tiroidei durante le LCD, queste potrebbero non corrispondere a cambiamenti clinicamente significativi. Gli effetti indotti da LCD sugli ormoni tiroidei sono distinti da quelli osservati durante diete ipocaloriche spinte o digiuno. A differenza delle diete ipocaloriche gravi che causano una massiccia perdita di peso, un adeguata LCD (cioè con sufficiente assunzione di micronutrienti e senza estrema restrizione calorica) potrebbe non disregolare gli ormoni tiroidei".
Le diete LCD possono funzionare anche senza restrizione calorica, favorendo un miglior quadro lipidico.
In sintesi le diete LCD possono favorire un miglior quadro metabolico e il dimagrimento con migliore composizione corporea, ma se accompagnate da inadeguate quantità di alimenti vegetali e un eccesso di alimenti animali possono aumentare la mortalità.
Avocado, cacao, frutta oleosa, sardine e formaggi sono gli alimenti utilizzati per raggiungere i fabbisogni di potassio, magnesio e calcio.

Aggiornamento 27/11/2020

Le persone con tiroidite di Hashimoto hanno alterazioni nel microbiota, e quando è presente anche l'ipotiroidismo è presente in particolare una specie, Phascolarctobacterium, che potrebbe essere coinvolta nella progressione della malattia.

Aggiornamento 30/11/2020

Diversi lavori mettono in relazione stress ossidativo e autoimmunità tiroidea (tiroidite di Hashimoto), dimostrando un legame tra sbilanciamento redox, inizio della malattia e sua progressione, in particolare con gli AGEs (presenti negli alimenti a seconda della cottura)

Aggiornamento 2/12/2020

Il lipedema (LI) è una condizione comune ma mal diagnosticata, spesso fraintesa con una semplice obesità, ma che crea disagio sia estetico che psicologico, ma anche dolore e ridotta qualità di vita.
• L'adiposità del lipedema è resistente alle diete dimagranti, ma può rispondere alla chetosi.
• Le diete chetogeniche modulano il dolore nel lipedema indipendentemente dalla perdita di peso.
• La chetogenesi ha un impatto positivo sull'integrità dei vasi linfatici e sul trasporto linfatico.
• Il rilascio di BHB riduce l'infiammazione riducendo i fattori di stress esogeni.
Il lipedema si lega a ridotto metabolismo perché vi è una iperproduzione di rT3, ormone tiroideo inattivo, e disfunzione mitocondriale, ed è caratterizzato da infiammazione dolorosa con ristagno di liquidi.
Il trattamento per il lipedema mediante dieta chetogenica è disponibile nel mio studio

Aggiornamento 13/12/2020

La malattia di Hashimoto è strettamente correlata alle predisposizioni genetiche, che sotto l'influenza di fattori ambientali (come esposizione a metalli pesanti, tossine, compresi gli interferenti endocrini, come bisfenoli, ftalati, farmaci e altri come stress, mimetismo molecolare, infezioni, stress ossidativo), portano alla stimolazione dell'attività del sistema immunitario, alla perdita della propria tolleranza e allo sviluppo del processo autoimmune. I fattori dietetici possono essere considerati come parte dei fattori ambientali, che sono a portata di mano e la possibilità di modificare ogni paziente, che - come risulta dall'analisi nutrizionale dei pazienti con tiroidite di Hashimoto - è insufficiente e richiede l'analisi e il supporto di un professionista qualificato. Nel caso della malattia di Hashimoto, si può osservare un'assunzione inadeguata o una malnutrizione con i seguenti nutrienti: ferro, zinco, magnesio, selenio, assunzione eccessiva o insufficiente di iodio, vitamina A, vitamina D, vitamine antiossidanti e vitamine del gruppo B, nonché la qualità e la quantità appropriate di acidi grassi omega-3. Ai pazienti con celiachia o altre forme di intolleranza al glutine deve essere consigliato di seguire una dieta priva di glutine. Carenze nutrizionali e infiammazioni croniche accompagnate da disbiosi intestinale indicano abitudini alimentari malsane, compreso un apporto inadeguato di verdura, frutta, cibo che supporta il potenziale antiossidante del plasma e del corpo. Il miglioramento di questi aspetti della nutrizione migliora lo stato nutrizionale dei pazienti e supporta la terapia della malattia. Secondo le raccomandazioni di alcuni giornali scientifici, la dieta dovrebbe essere ricca di alimenti nutrizionalmente densi e povera di alimenti industriali

Aggiornamento 20/12/2020

È normale che una persona non risponda a esercizio fisico e dieta e non dimagrisca? Una decina di anni fa si scriveva che alcune "variabili non hanno un supporto empirico diretto nell'impedire la perdita di peso. Tuttavia, sembra che ci siano prove sufficienti per suggerire che i loro effetti dovrebbero essere esaminati nella ricerca sulla perdita di peso durante l'esercizio. Sia i ricercatori che i professionisti della perdita di peso dovrebbero essere consapevoli che ci sono fattori individuali che probabilmente rendono impossibile per alcuni gruppi di individui perdere peso anche se eseguono correttamente il programma di esercizi". La composizione corporea è qualcosa di più complesso e non solamente il risultato di un bilancio calorico (calorie che entrano e calorie che escono). Ed ecco che entrano in gioco altri fattori, che molti non conoscono o tralasciano, dando la colpa al paziente (che, per carità, a volte può essere colpevole). Però in certi casi è necessario chiedersi perché, e la risposta non è semplice.
Tra le ragioni comportamentali, gli alimenti ad alto indice glicemico (snack, bibite zuccherate ecc) o alcuni proteici possono inibire l'ossidazione dei grassi se consumati prima, durante e dopo l'attività fisica, aumentando l'insulina e il coefficiente respiratorio. Un altro fattore è il weight cycling (mettersi a dieta e reingrassare più volte). "Quando i soggetti hanno ripreso peso, alla ripresa della loro dieta normale, la massa muscolare magra persa è stata sostituita con grasso. Pertanto [...] tendono ad aumentare la massa grassa e diminuire la massa muscolare" (rallentando il metabolismo).
Tra le ragioni comportamentali, gli alimenti ad alto indice glicemico (snack, bibite zuccherate ecc) o alcuni proteici possono inibire l'ossidazione dei grassi se consumati prima, durante e dopo l'attività fisica, aumentando l'insulina e il coefficiente respiratorio. Un altro fattore è il weight cycling (mettersi a dieta e reingrassare più volte). "Quando i soggetti hanno ripreso peso, alla ripresa della loro dieta normale, la massa muscolare magra persa è stata sostituita con grasso. Pertanto [...] tendono ad aumentare la massa grassa e diminuire la massa muscolare" (rallentando il metabolismo).
Un altro fattore è il sonno disturbato, che aumenta il cortisolo (come lo stress). Questo si riflette in maggiore fame e attivazione di LPL, con maggiore deposizione di grasso. Il cortisolo porta anche a resistenza insulinica e leptinica, 2 fattori chiave nell'aumento di peso, e può ridurre testosterone e GH, che migliorano la composizione corporea. Anche l'infiammazione può aumentare il cortisolo.
Altri fattori importanti sono ovviamente quelli genetici (ed epigenetici), con un tasso di lipolisi inferiore dovuto a minore attivazione del sistema simpatico, anche in risposta all'esercizio (risulta più difficile per il grasso "uscire" dagli adipociti).
Tra quelli fisiologici, "è probabile che livelli di insulina cronicamente elevati (o insulinoresistenza) abbiano un impatto negativo sull'ossidazione dei grassi e quindi compromettere la perdita di peso indotta dall'esercizio". I mitocondri in queste condizioni hanno scarsa capacità di produrre ATP e ossidare i grassi (e ovviamente ridotto consumo energetico). Anche le UCP (proteine disaccoppianti che producono calore "sprecando" energia) hanno ridotta attivazione.
Anche scarsi livelli di ormoni tiroidei (T3) sono associati a difficoltà nel dimagrire, influenzando le catecolamine e quindi la lipolisi, anche in seguito a esposizione a PCB, diossine e pesticidi.

Aggiornamento 29/12/2020

L'uso di un simbiotico (probiotico misto + FOS) ha migliorato la funzione tiroidea, riducendo il TSH e la dose di farmaco, e migliorando il T3 (ormone tiroideo) in persone ipotiroidee

Aggiornamento 9/1/2021

Un articolo su alimentazione e tiroide. Gli autori dicono che non ci sono ancora sufficienti prove per parlare di dieta per la tiroide, con coinvolgimento di glutine, microbiota, permeabilità intestinale ecc. Il selenio può ridurre gli anticorpi ma non è chiaro se questo migliori la situazione, tranne che nel morbo di Graves. Il fluoro può creare problemi ma non è chiaro se sono clinicamente rilevanti.
Si conclude con: "Dobbiamo avere conversazioni franchi con i nostri pazienti, riconoscendo che le relazioni tra malattie della tiroide, dieta e integratori alimentari sono complesse. Certamente, resta ancora molto da capire attraverso la continua ricerca.
Nel frattempo, le seguenti raccomandazioni sono sicure e supportate da dati attendibili: 150 µg di iodio al giorno nelle persone con restrizioni dietetiche o che stanno considerando una gravidanza, attualmente in gravidanza o l'allattamento al seno; non evitare le verdure crocifere o la soia negli adulti, se consumate in quantità ragionevoli; e consultare un professionista sanitario sulle malattie degli occhi della tiroide, per le quali il selenio potrebbe essere di beneficio. È opportuno avvisare i pazienti che altre terapie comunemente propagandate per la salute della tiroide sono meno supportate, con dati piuttosto limitati e incoerenti.


Aggiornamento 19/1/2021

Quasi un terzo delle IBS (sindrome dell'intestino irritabile) può iniziare dopo una gastroenterite infettiva, e il dolore può essere attivato dall'introduzione di alcuni antigeni alimentari, per i quali manca la tolleranza orale. Il dolore sembra mediato dall'attivazione dei mastociti.
"Questi dati indicano che un'infezione batterica gastrointestinale può rompere la tolleranza orale verso un antigene alimentare e provocare una risposta immunitaria adattativa verso gli antigeni alimentari, con conseguente aumento della permeabilità intestinale e segnalazione anormale del dolore in caso di riesposizione all'antigene".
Inoltre, in un piccolo esperimento su volontari, somministrando alcuni noti antigeni (glutine, grano, soia, latte), essi hanno evocato risposta infiammatoria e dolore, tramite istamina, nelle persone con IBS ma non nei volontari sani (se non 2 casi). Nessuno era allergico a tali antigeni, indicando vie "alternative" all'allergia classica (Ig-E locali).


Post del dott. Lombardi




Aggiornamento 25/1/2021

Alcuni grassi vengono ossidati più facilmente, generalmente i grassi insaturi rispetto ai saturi a lunga catena. In particolare, il tasso di ossidazione degli acidi grassi appare il seguente: laurato (12: 0)> linolenato (18: 3n ‐ 3)> linoleato (18: 2n ‐ 6)> oleato (cis 18: 1)> palmitato (16: 0) > stearato (18: 0).
La produzione endogena dei derivati di acido linoleico e linolenico
(arachidonico e EPA + DHA) appare scarsa anche perché vengono prontamente ossidati dai mitocondri.
I grassi possono così influire sulla composizione corporea a lungo termine. I grassi trans e saturi appaiono favorire l'aumento di circonferenza addominale, mentre monoinsaturi vegetali (olio d'oliva) e polinsaturi no. Inoltre i grassi possono modulare la composizione corporea attraverso la quantità di massa magra.
Infatti i grassi PUFA appaiono stimolare il partizionamento dei nutrienti, favorendo l'aumento di massa magra (in presenza di adeguati nutrienti), e aumentando la spesa energetica tramite stimolazione dell'asse sistema nervoso simpatico-tiroide, con aumento della termogenesi e stimolo dei mitocondri.

Aggiornamento 1/3/2021

Oggi spezziamo una lancia per i carboidrati, nutrienti che a volte hanno una cattiva fama. Non è vero che vengono usati solo a scopo energetico. Sono utili anche per sintetizzare acidi nucleici (DNA e RNA) e il NADPH attraverso la via dei pentosi fosfati.
"NADPH è importante per molte ragioni. Innanzitutto lo usiamo per "ricaricare" il glutatione, il nostro principale antiossidante. In secondo luogo, lo usiamo per uccidere i patogeni tramite reazione ossidativa.
Ma soprattutto, lo usiamo per alimentare gli enzimi CYP450 (citocromi). Questi enzimi sono importanti per i processi anabolici per produrre il colesterolo, ormoni steroidei (cortisolo, ormoni sessuali) e per rimuovere le tossine dal corpo. Lo usiamo anche per sintetizzare l'ormone tiroideo.
Questo non significa che tutti dovrebbero seguire una dieta ricca di carboidrati. Ma è importante sfatare i miti che non sono basati sulla realtà in modo da poter valutare accuratamente la dieta più adeguata".

Aggiornamento 13/3/2021

Nelle patologie tiroidee su base autoimmune (Hashimoto e Basedow) è spesso presente una disbiosi, che influenza anche l'effetto dei farmaci (levotiroxina). La colonizzazione da Escherichia coli, Candida albicans, Staphylococcus aureus e Bifidobacterium adolescentis mima l'aderenza epiteliale dei batteri filamentosi segmentati (SFB) e stimola le cellule Th17 che risultano infiammatorie a livello sistemico e per le mucose. Anche la permeabilità intestinale ha un ruolo. L'uso dei probiotici non è consigliato se non sotto controllo esperto.

Aggiornamento 23/3/2021

Più di una persona su 10 con ipotiroidismo non è contenta della terapia con levotiroxina (solitamente Eutirox), e continua a sperimentare i sintomi come stanchezza, confusione e aumento di peso, e magari il problema viene minimizzato dallo specialista di riferimento, solo perché gli esami hanno range corretti. In un trial 75 persone sono state sottoposte a rotazione a 3 trattamenti per 3 mesi (tiroide secca, T4 + T3, solo T4), e la maggior parte ha (45%) ha dichiarato di essersi sentito meglio con la tiroide secca, in particolare nel caso di Hashimoto, con lievi miglioramenti nel peso e nel benessere mentale.

Aggiornamento 7/4/2021

Tra i farmaci che possono creare problemi alla tiroide, prednisone, prednisolone, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, amiodarone, litio, interferone alfa e tamoxifene

Aggiornamento 13/4/2021

Una dieta personalizzata sui test IGG, a parità di calorie, ha avuto esiti migliori rispetto a dieta tradizionale su perdita di peso (21kg Vs 17), grasso corporeo (-9.72% Vs 7.19%), parametri tiroidei (TSH, T3 e T4) e di autoimmunità (riduzione degli anticorpi antiTPO) in donne sovrappeso con Hashimoto

Aggiornamento 15/6/2021

Il selenio (Se) è fondamentale per la salute della tiroide.
"Il Se può alleviare i sintomi o prevenire la progressione verso l'ipotiroidismo e l'ipotiroidismo postpartum. La supplementazione di Se in pazienti con autoimmunità tiroidea, senza alterazioni, subclinica o ipotiroidei conclamati ha ridotto gli autoanticorpi tiroidei, abbassato o mantenuto il livello di TSH, diminuito il rapporto fT4/fT3, ridotto lo stress ossidativo e lo stato infiammatorio del corpo e modificato la qualità della vita e la struttura e il volume della tiroide. Nelle donne in gravidanza, un'adeguata assunzione di Se protegge da aborti spontanei, preeclampsia/ipertensione, parto pretermine, ridotto peso alla nascita e migliora lo sviluppo neuropsicologico del bambino. Nella popolazione anziana, un'adeguata integrazione di Se ha ridotto le malattie cardiovascolari e il rischio di ipertensione, ma l'assunzione prolungata di dosi eccessive ha aumentato il tasso di mortalità per tutte le cause".

Aggiornamento 2/8/2021

Qualche mese fa discussi con un medico che si vantava di fare ricerca sulla celiachia, perché secondo lui non c'era prova che il microbiota contasse sulla manifestazione della malattia, e le variazioni del microbiota erano conseguenti alla malattia e non causa. Probabilmente pensava alla celiachia come una punizione divina, e ignorava tutte le prove preliminari già presenti.
Finalmente un gruppo di ricercatori da diversi centri nel mondo ha fatto una "fotografia" del microbiota prima e dopo, mettendo in evidenza che i cambiamenti intervengono già mesi prima e dando la prova a chi non vede oltre il proprio naso (fermo restando che si tratta di patologie multifattoriali).
In particolare si rileva una ridotta abbondanza di alcune specie, tra cui il semplice S. thermophilus presente nello yogurt, associate con un effetto antinfiammatorio e produzione di butirrato. Nei controlli sani si contano anche più bifidobatteri. Invece Porphyromonas, associato con infiammazione e permeabilità intestinale, risulta aumentato (così come in altre malattie autoimmuni.
"L'esordio è caratterizzato da maggiore abbondanza di specie proinfiammatorie e diminuita abbondanza di specie protettive e antinfiammatorie in vari momenti precedenti l'insorgenza della malattia. Questi cambiamenti del microbioma, insieme ad alcuni metaboliti, possono rappresentare potenziali biomarcatori dello sviluppo della CD, che possono essere ulteriormente esaminati per individuare come intervenire sul microbiota e sul metaboloma intestinale per ripristinare la tolleranza al glutine e prevenire l'autoimmunità".

Aggiornamento 9/8/2021

Secondo una revisione degli studi, il 5-10% delle persone con tiroidite di Hashimoto con livelli di ormoni normali (T4 e TSH) può avere sintomi di ipotiroidismo (stanchezza, aumento di peso e scarso appetito, stitichezza, difficoltà di concentrazione, depressione, bassa qualità della vita). Questo legame sembra associato ai livelli di autoimmunità (anticorpi circolanti), e può essere dovuto a diverse cause; l'uso del solo T4 come farmaco, in caso di scarsa attività delle desiodasi 2 che lo convertono nell'ormone attivo (T3).
"Questa ricerca suggerisce che gli anticorpi che attaccano la ghiandola tiroidea nelle persone con Hashimoto possono essere in grado di causare sintomi ipotiroidei attraverso il cervello..
In teoria, se sia la ghiandola tiroidea che il cervello sono bersagli dell'autoimmunità, anche dopo che i trattamenti hanno normalizzato gli ormoni tiroidei, qualsiasi attacco immunitario continuato al cervello potrebbe portare a sintomi ipotiroidei".

Aggiornamento 16/9/2021

Alcune persone che assumono terapia sostitutiva ormonale per la tiroide (solitamente Eutirox) lamentano di non raggiungere il benessere psicofisico nonostante gli esami siano in ordine.
Per questo è possibile utilizzare combinazioni di T4 con T3 (liotironina), il vero ormone tiroideo, ma queste terapie sono attualmente controverse.
Un documento di consenso ha elencato i seguenti punti:

- "Sebbene la terapia con LT4 sia molto efficace nel normalizzare i livelli sierici di TSH, non riesce a ripristinare l'eutiroidismo in alcuni tessuti sulla base di una serie di parametri metabolici come i livelli sierici di colesterolo e altri biomarcatori che rimangono anormali nei pazienti trattati con LT4, nonostante un normale TSH sierico"
- La presenza di polimorfismi degli enzimi DIO2 (desiodasi) può influenzare l'efficacia della terapia.
- Gli ormoni tiroidei possono agire non solo attraverso i recettori TR, e la loro funzione è influenzata anche dai trasportatori cellulari e dai loro polimorfismi, così come la risposta alla terapia, in particolare nelle cellule nervose (vedi sintomi neurologici come confusione e amnesia).
- I trial specifici sulle persone che hanno necessità di terapia combinata sono ancora pochi.
- La somministrazione di T3 può dare fluttuazioni dell'ormone e quindi è non è facile stabilizzare e stabilire le terapie.
- Si dovrebbero usare somministrazioni di T3 a lento rilascio per stabilizzare i valori nella giornata.
- I livelli sierici di ormoni tiroidei sono solo un marker surrogato e potrebbero non riflettere ciò che sta avvenendo a livello cellulare.
- I parametri fisiologicamente misurabili (come frequenza cardiaca, peso corporeo e metabolismo a riposo) sono il riflesso finale dell'azione degli ormoni nelle cellule e consentono la valutazione di uno stato eutiroideo.
- Le valutazioni dei parametri metabolici, cardiovascolari, cognitivi e muscoloscheletrici dovrebbero essere incluse negli studi clinici sulla terapia combinata.
In conclusione è chiaro che alcuni pazienti possono avere vantaggi sulla qualità della vita da una terapia combinata, ma si hanno ancora problemi a capire quali e devono aumentare gli studi di intervento.

Aggiornamento 20/9/2021

Numerose società scientifiche (Endocrine SocietyAmerican Academy of PediatricsInternational Federation of Gynecology and Obstetrics, OMS ) si sono pronunciate sulla riduzione dell'esposizione di sostanze (interferenti endocrini) che causano problemi alla tiroide o altri organi endocrini.
La tiroide del nascituro non funziona fino alla metà del secondo trimestre di gravidanza, per cui lo sviluppo fetale dipende esclusivamente dagli ormoni tiroidei materni. In questa fase è per questo importante che la mamma abbia una tiroide in perfetto stato.
Pesticidi, bisfenolo, ftalati, PFAS e ritardanti di fiamma possono alterare la funzione tiroidea e, se questo avviene in gravidanza, si possono indurre deficit cognitivi.
Tiocianati (sigarette) e perclorati (plastiche) interferiscono col trasporto dello iodio.
"Se così tante sostanze chimiche alterano l'asse tiroideo, perché non ne abbiamo sentito parlare alla facoltà di medicina? Un tempo pensavamo che "la dose fa il veleno", nel senso che la quantità di esposizione è importante quanto la natura della sostanza. Questo detto è attribuito al filosofo svizzero del XVI secolo Paracelso. Ma la scienza ha mostrato centinaia di esempi in cui questo paradigma ha fallito. È ormai chiaro che bassi livelli di esposizione possono avere effetti significativi quando si verificano nei momenti sbagliati dello sviluppo cerebrale, con gli effetti maggiori ai livelli più bassi. La nozione di epigenetica non esisteva ai tempi di Paracelso.
[…]
Dopo un decennio di dispute e resistenze industriali, l'EPA ha finalmente bandito dal cibo uno dei noti pesticidi che alterano la tiroide, il clorpirifos. Il ritardo della politica è stato costoso e inutile; studi risalenti ai primi anni 2000 avevano identificato serie preoccupazioni sull'alterazione dell'ormone tiroideo e dello sviluppo del cervello nei bambini.
Abbiamo recentemente stimato che i pesticidi organofosfati come il clorpirifos hanno rappresentato circa 594 miliardi di dollari di costi sociali, tra cui l'assistenza sanitaria e l'istruzione aggiuntive, tra il 2001 e il 2016. Sebbene la legge sul controllo delle sostanze tossiche ora richieda test di sicurezza delle sostanze chimiche prima che vengano introdotte nel mercato, rimangono gravi lacune nei requisiti di sicurezza per gli additivi alimentari che interferiscono con l'ormone tiroideo.

Allora, cosa dobbiamo fare?

Ci sono passaggi sicuri e semplici per ridurre l'esposizione a queste sostanze chimiche che alterano la tiroide. Li abbiamo già descritti in precedenza, ma vale la pena ripeterli:

Apri le finestre e usa uno straccio bagnato per rimuovere i residui di polvere che accumulano sostanze

Sostituire le pentole antiaderenti con acciaio inossidabile o ghisa

Mangia biologico

Evita i cibi in scatola

Riduci l'uso di plastica

Aggiornamento 27/1/2022

Un intestino infiammato che funziona male può far ingrassare?

Nel modello animale, lo stress ossidativo a livello intestinale favorisce l'aumento di peso, attraverso l'azione dell'acido arachidonico (grasso della serie omega 6).
Viene aumentata la produzione di insulina dal pancreas e questo aumenta la produzione di grassi (lipogenesi).
In pratica l'alimentazione occidentale (povera di antiossidanti, ricca di omega 6 e infiammatoria) crea una tempesta perfetta per ingrassare.
"Un'alterata segnalazione redox (stato proossidante) nel tratto gastrointestinale potrebbe essere cruciale nella suscettibilità ai disturbi metabolici (insulinoresistenza, diabete e aterosclerosi)" che accompagnano l'aumento di peso.

Fermo restando che se siete sovrappeso è perché mangiate troppo, l'infiammazione intestinale può essere un motivo che rende più difficile mantenere il peso corretto

Aggiornamento 10/2/2022

I bifidobatteri sono considerati un genere di batteri benefici per la salute.
Alcuni però possono aumentare il rischio di malattie autoimmuni come diabete di tipo 1 (T1D)e celiachia (CeD).

In una nuova ricerca si afferma "i nostri risultati supportano gli effetti potenzialmente causali del genere Bifidobacterium su T1D e CeD. Sebbene i Bifidobatteri siano generalmente considerati benefici, specie e ceppi specifici dei Bifidobacteri possono avere effetti variabili sulla salute umana".

"Alcuni studi hanno mostrato evidenza degli effetti antinfiammatori dei Bifidobatteri, mentre altri hanno riportato effetti pro-infiammatori. Uno studio precedente ha mostrato che il Bifidobacterium adolescentis ha aumentato significativamente i livelli di cellule Th17 in molti altri organi associati all'intestino, mentre risposte elevate delle cellule Th17 sono state associate a malattie autoimmuni/infiammatorie sia nei topi che nell'uomo".
Anche B. bifidum può promuovere i TH17, che sono cellule immunitarie particolarmente importanti nell'autoimmunità.

In sintesi "Alcuni studi funzionali hanno mostrato evidenza degli effetti antinfiammatori dei Bifidobatteri (come B. breve BR03 and B. breve B632), mentre altri hanno riportato i loro effetti pro-infiammatori", con un effetto specie-specifico.

Aggiornamento 31/3/2022

La vitamina D si conferma capace di ridurre gli anticorpi (sia TPO che TG).
La forma D3 appare più efficace.
L'effetto appare mediato dalle sue capacità immunomodulanti, in grado di migliorare la tolleranza del sistema immunitario.
La quantità di anticorpi può essere legata all'infiammazione tiroidea e alla gravità della malattia.

Aggiornamento 3/4/2022

La vitamina D in alcune malattie endocrine. I suoi livelli sono spesso carenti per diversi motivi (alimentazione di scarsa qualità e poca esposizione al sole).
Nelle malattie autoimmuni della tiroide, come Hashimoto e Basedow. Nella prima è capace di ridurre gli anticorpi e il TSH modulando l'aggressività del sistema immunitario che nel lungo periodo distrugge la tiroide. Anche T3 e T4 (gli ormoni tiroidei) possono migliorare. Nella seconda riduce il rischio di esoftalmo e di alterazioni nella dimensione della tiroide ed è associata alla probabilità di remissione.
Anche nelle malattie metaboliche (obesità e diabete) si trova spesso bassa. Il suo ruolo è importante perché modula il calcio nelle cellule pancreatiche che rilasciano insulina. La sua carenza inoltre è associata con infiammazione che caratterizza queste condizioni.
Correggere la carenza può aiutare a sia a migliorare i parametri glicemici che quelli antropometrici.
Ricordarsi sempre di avere contemporaneamente anche corretti livelli di magnesio.

Aggiornamento 23/4/2022

Qual è l'evidenza che le persone con tiroidite di Hashimoto debbano togliere il glutine?
Una dieta priva di glutine è indicata nella celiachia (CD), una malattia che può coesistere per motivi genetici coi problemi tiroidei, ma alcuni studi ne dimostrano l'efficacia in caso di autoimmunità.
In uno studio della durata di un anno su circa 60 donne, la metà messe in dieta gluten free ha avuto riduzione del TSH e degli anticorpi anti-tireoglobulina, con aumento a 12 mesi del T4. Gli altri valori (anti-TPO e T3) non cambiano. Lo studio si conclude suggerendo che alcune persone possono avere vantaggio ad escludere il glutine ma non è una raccomandazione da fare a tutti, al contrario di un corretto stile di vita e una dieta sana.
Un articolo di revisione fa inoltre il punto generale della situazione.
I principali fattori nutrizionali che sembrano influenzare il rischio di Hashimoto sono carenza di vitamina D e selenio e livelli troppo bassi o eccessivi di iodio. Carenza di ferro, microbiota alterato, permeabilità intestinale e mimetismo molecolare sono altre possibili concause.
Il selenio è importante perché supporta la rimozione del perossido di idrogeno, un ossidante che si produce durante la sintesi degli ormoni tiroidei che, se non rimosso, stressa la tiroide.
I cereali, con o senza glutine, possono apportare selenio o disturbare il suo assorbimento: il contenuto del minerale dipende dalla sua presenza nel terreno.
La review riporta alcuni casi di persone con miglioramento dei sintomi e dei valori di laboratorio in seguito ad adozione della dieta paleo, ma chiarisce che si tratta di numeri troppo piccoli e che la dieta fatta male può favorire carenze nutrizionali.
Il legame tra glutine e problemi tiroidei sembra dato dalla presenza della transglutaminasi nella ghiandola, ma la reazione autoimmune sembra esserci solo in caso di celiachia conclamata.

Aggiornamento 23/5/2022

Da un articolo di Medscape si evince la possibilità di usare una combinazione di T3 e T4 nella cura dell'ipotiroidismo e l'esistenza di linee guida apposite, sebbene indicate come sperimentali. Non si sa ancora bene chi ne potrebbe beneficiare e in base a cosa, ma val la pena provare in chi abbia sintomi residui


Aggiornamento 11/11/2022

Il microbiota può avere un ruolo a 2 facce nei problemi tiroidei. Influenza l'assorbimento di nutrienti importanti per la tiroide come selenio, rame e zinco (utili per la conversione degli ormoni), ferro e iodio (indispensabili per la sintesi degli ormoni). I batteri buoni possono ridurre l'infiammazione e l'autoimmunità. Tuttavia alcuni bifidi e lattobacilli, solitamente ritenuti "amici", possono indurre gli autoanticorpi e quindi l'autoimmunità attraverso il mimetismo molecolare, ossia la presenza di strutture che inducono l'attacco del nostro sistema immunitario. Il glutine può, in soggetti predisposti, indurre problemi intestinali e quindi aumentare la predisposizione ai problemi tiroidei, riducendo assorbimento di nutrienti e aumentando l'infiammazione attraverso la permeabilità intestinale e la crossreazione degli antigeni.
I benefici dei probiotici per la tiroide per ora sono ancora sotto indagine

Aggiornamento 16/1/2023

Alcuni ricercatori hanno revisionato i lavori scientifici su paleodieta (PD) e malattie tiroidee autoimmuni (AITD) come Hashimoto e Basedow. Nei diversi motori di ricerca sono stati trovati uno studio controllato randomizzato (RCT), uno studio pilota e sei casi singoli (case-study). Si tratta quindi di numeri ridotti. Tutti hanno comunque riportato miglioramenti significativi a livello clinico, in 2 casi la remissione della malattia.
"Dopo una valutazione strutturata degli interventi nutrizionali che utilizzano la PD sugli effetti dell'AITD, si è concluso che gli alimenti di natura ancestrale insieme all'aggiunta di integratori specifici, componenti alimentari, esercizio fisico e meditazione consapevole ed esclusione dei cibi moderni hanno un impatto considerevole sugli anticorpi tiroidei e gli ormoni. Gli studi pertinenti suggeriscono che questo protocollo dietetico può essere utile nella pratica clinica ma è necessario condurre studi su larga scala".
In sintesi: 1) Attualmente non ci sono interventi dietetici raccomandati per il trattamento delle malattie autoimmuni tiroidee. È stato documentato che la dieta Paleo migliora gli anticorpi nelle AITD e gli ormoni tiroidei sia nella tiroidite di Hashimoto che nella malattia di Basedow-Graves.
2) La dieta Paleo può fornire una fonte naturale di nutrienti simili ai supplementi che hanno mostrato risultati positivi sull'AITD.
3) La dieta paleo fornisce specifiche percentuali di macronutrienti che possono essere utili nel ridurre gli anticorpi nelle AITD, migliorando al contempo gli ormoni tiroidei.
4) Il supporto della metilazione mediante supplementi può essere utile nei casi di AITD.

Aggiornamento 30/8/2023

Il glutine è veramente dannoso per la tiroide o si tratta di una leggenda? Secondo una metanalisi degli studi l'esclusione del glutine dalla dieta può portare a benefici clinicamente rilevanti in persone con tiroidite di Hashimoto (HT).
Si può ridurre la concentrazione degli anticorpi (AbTPO e AbTG). L'effetto è maggiore in persone con malattie correlate al glutine (oltre alla celiachia) ed è quindi molto eterogeneo. Questo significa che è probabilmente sbagliato escludere il glutine a priori, ma che solo una parte delle persone ne beneficerebbe.
L'esclusione del glutine può migliorare l'infiammazione intestinale legata alla permeabilità intestinale, che favorisce l'ingresso di molecole antigeniche e infiammatorie nel sangue, inducendo risposte immunitarie. Anche la modulazione del microbiota ha probabilmente un ruolo.
Nell'analisi si è rilevato un miglioramento degli ormoni TSH e FT4.
"Questi risultati rilevanti possono essere spiegati con il ruolo della dieta priva di glutine nel migliore assorbimento di iodio, selenio, zinco, vitamina D e di tutti i nutrienti essenziali per l’adeguato funzionamento della tiroide e la regolazione della sua autoimmunità. Inoltre, nei pazienti HT trattati con levotiroxina, si dovrebbe tenere in considerazione un migliore assorbimento della terapia durante la dieta senza glutine.
Per quanto riguarda i livelli di FT3, non sembrava esserci alcun cambiamento significativo dopo l’intervento dietetico nella nostra analisi complessiva".
È probabile secondo i ricercatori che la riduzione dell'infiammazione sistemica possa migliorare l'attività delle desiodasi, enzimi che convertono il T4 in T3, l'ormone pienamente attivo.
I ricercatori concludono sostenendo che i dati non sono ancora sufficienti a dare indicazioni per la rimozione del glutine nella dieta delle persone con Hashimoto, in particolare con l'uso di alimenti glutenfree arricchiti in grassi, sale e zuccheri che sono veri e propri cibi spazzatura.

Aggiornamento 20/10/2023

La supplementazione di selenio è raccomandata in caso di carenza in persone con orbitopatia legata al morbo di Basedow-Graves (ipertiroidismo)

Aggiornamento 10/11/2023

Le radiazioni sono una causa di tumore alla tiroide. I documenti di consenso raccomandano di proteggere questo prezioso organello quando si fanno le radiografie, anche le panoramiche dentali.

Aggiornamento 2/12/2023

Far abbassare gli anticorpi nella tiroidite di hashimoto è possibile, colmando le carenze nutrizionali e riducendo l'infiammazione. Il valore anticorpale è correlato con la gravità della malattia e con quello di infiammazione.

Aggiornamento 23/2/2024

Le brassicacee (famiglia del cavolfiore, broccolo e simili) sono note per i loro effetti benefici, ma contengono contemporaneamente anche sostanze gozzigene, ossia dannose per la tiroide.
Per preservare gli isiotiocianati benefici e ridurre i gozzigeni, il miglior metodo di cottura è quello a vapore per la verza (4 minuti) mentre per il cavolo cinese si consiglia di saltare in olio per 2 minuti.

Aggiornamento 13/3/2024

Spesso i medici chiedono, per valutare il funzionamento dell'asse tiroideo (HPT), la valutazione di TSH e fT4, o peggio ancora solo TSH.
Un nuovo studio mostra però l'importanza della valutazione del fT3, che tra l'altro è il vero ormone tiroideo attivo.

L'alimentazione gioca un ruolo sia perché l'insicurezza alimentare (insieme allo stress) influenza negativamente la funzionalità tiroidea sia perché i livelli di T3 sono sensibili all'alimentazione, che è comunque legata allo stato socio-economico.

"È importante notare che i biomarcatori più tipicamente misurati per la funzione tiroidea (T4 e TSH) sono scarsamente collegati ai livelli di T3 libero", hanno scritto Lawton e colleghi.
Il rapporto TSH:T4 spiega solo l’1,7% della variazione dei livelli di T3, il che suggerisce che TSH e T4 potrebbero non essere surrogati accurati del T3 libero.
Pertanto, "la misurazione diretta della T3 libera è probabilmente vitale per stratificare adeguatamente gli effetti della variazione dell'asse HPT", hanno affermato i ricercatori.

Nello studio i livelli più alti di fT3 erano legati a inferiore mortalità e gli anziani con alti livelli di fT4 possono avere comunque segni di ipotiroidismo.
"Le prove qui presentate sul ruolo centrale dell'fT3 forniscono anche informazioni sui potenziali meccanismi coinvolti. Il T3 libero è molto più fortemente correlato rispetto ad altre misure HPT alla variazione canonica dell’asse HPT come stagionalità, sesso ed età, nonché allo stato socio-economico e all’occupazione. Inoltre, la T3 diverge dalla T4 libera rispetto all’età e alla longevità. I risultati suggeriscono potenziali meccanismi legati al rapporto T3/T4. Tra questi, l’efficienza della conversione tra T4 e T3 da parte delle deiodinasi (o desiodasi, gli enzimi che convertono il T4 in T3), o i cambiamenti diretti nella secrezione tiroidea. Ulteriori studi sulla relazione tra l’attività della deiodinasi, i fattori sociali e l’invecchiamento potrebbero chiarire la biologia critica, mentre nuove terapie mirate ai rapporti T3/T4 potrebbero essere più utili per una coorte significativa di individui anziani attualmente trattati con levotiroxina (T4)".

La gestione dello stress è importante anche per le persone con ipertiroidismo, con dieta, sonno e apporto di selenio corretti

Aggiornamento 18/3/2024

In alcune persone la malattia di Graves (GD, conosciuta anche come Basedow), che porta all'ipertiroidismo autoimmune, è stata legata allo stress ed è regredita eliminando le situazioni stressogene.
"Lo stress può indurre la GD a causa dell’aumento dei livelli di glucocorticoidi, catecolamine e citochine proinfiammatorie, che portano all’iperattività del sistema immunitario. Mentre i glucocorticoidi a dosi farmacologiche sono noti per i loro effetti immunosoppressivi, si ritiene che dosi endogene e fisiologiche di glucocorticoidi, rilasciate durante lo stress, abbiano effetti immunomodulatori. Ipotizziamo che il sollievo dallo stress ripristini l'attività del sistema immunitario alla normalità. Tuttavia, poiché è difficile quantificare e determinare il momento dell’insorgenza e del sollievo dello stress, rimane difficile dimostrare una relazione causale".

Aggiornamento 23/3/2024

La dieta mediterranea può proteggere dalle malattie autoimmuni tiroidee.
La sua ricchezza di antiossidanti e nutrienti fondamentali come zinco, selenio e ferro e la minore quantità di contaminanti come pesticidi e altri xenobiotici e interferenti endocrini (additivi, nitriti, antibiotici, ftalati, bisfenolo, PFAS, mercurio) presenti nei cibi processati, lo stimolo ai processi di detossificazione epatica e la conseguente eliminazione di tali contaminanti la rendono protettiva per questo organello piccolo ma fondamentale.
"Grazie ai suoi componenti nutrizionali, la dieta mediterranea influenza positivamente il microbiota intestinale, l’omeostasi redox e la funzione del sistema immunitario, a differenza della dieta occidentale, e può essere proposta per la prevenzione e la gestione dei disturbi autoimmuni della tiroide (un approccio di “nutrizione di precisione”)".

Aggiornamento 26/4/2024

Novità sul legame tra patologie tiroidee e intestino.
Quando non vi è un bilanciamento tra le specie (disbiosi) la tiroide può risentirne.
Per esempio gli ipotiroidei hanno carenza di Prevotella.
I batteri intestinali influenzano la tiroide modulando l'assorbimento di iodio, il suo metabolismo nei tireociti, la permeabilità intestinale.
Una dieta occidentale povera di fibre e nutrienti può contribuire alla disbiosi e così aumentare il rischio delle patologie tiroidee, viceversa un’alimentazione sana supporta il microbiota e facilita le funzioni tiroidee.
Alcune specie, in particolare Akkermansia, sono associate a protezione da ipotiroidismo, mediante effetto antinfiammatorio e protettivo dell'intestino e produzione di SCFA, mentre altre come Anaerostipes o Holdemania (associato col consumo di alcol) hanno un effetto deleterio. Akkermansia può potenzialmente ridurre incidenza e progressione dell'ipotiroidismo.
Un'altra disbiosi potenzialmente connessa all'ipotiroidismo è la SIBO, caratterizzata da un eccesso di batteri nell'intestino tenue.
Anche le persone con ipertiroidismo hanno alterazione di alcuni batteri.
Sta crescendo la convinzione che i diversi SCFA (acidi grassi a catena corta) prodotti dai batteri siano fondamentali per la salute, anche tiroidea, e devono avere un rapporto ottimale tra loro. Gli SCFA agiscono in particolare attivando dei recettori sulla superficie delle cellule immunitarie e quindi modulando il sistema immunitario anche nelle patologie autoimmuni. Mediante altri recettori modulano la cancerogenesi, il metabolismo energetico, la pressione, appetito, adipogenesi ecc.
Con meno SCFA aumenta LPS, un metabolita batterico infiammatorio che entra nel circolo sanguigno inducendo uno stato infiammatorio di basso grado.

Aggiornamento 27/9/2024

Quali sono i fattori ambientali associati alla tiroidite di Hashimoto?

🧂L'eccesso di iodio (fonti principali latticini, carne, pesce e sale iodato). In passato la carenza di iodio era responsabile del gozzo tiroideo, oggi il suo eccesso potrebbe avere un effetto negativo, favorendo la iodizzazione della tireoglobulina e così una stimolazione del sistema immunitario.

🔆 carenza di vitamina D. Questa vitamina migliora l'espressione delle citochine e favorisce una riduzione dell'infiammazione.
🐟 carenza di selenio. Questo metallo è in grado di ridurre gli anticorpi e lo stress ossidativo ed è necessario per alcune funzioni tiroidee. Si trova soprattutto nel pesce e nelle noci brasiliane
🦠Infezioni virale e batteriche. Alcuni microbi creano mimetismo molecolare, ossia hanno strutture simili a quelle tiroidee e stimolano il sistema immunitario ad attaccare i propri tessuti (Helicobacter pylori e virus Epstein-Barr sono 2 esempi)

💩 Microbiota intestinale. Alcuni batteri hanno effetto protettivo, altri sono associati a maggiore rischio. Uno dei meccanismi è l'induzione di permeabilità intestinale.

💊 Farmaci come inibitori della tirosin chinasi, interferone, litio, amiodarone.

🤯 Lo stress, attivando alcuni ormoni come cortisolo e catecolamine, altera il sistema immunitario favorendo l'autoimmunità

🌡 Cambiamenti climatici. L'esposizione a temperature eccessive può indurre autoimmunità

Aggiornamento 7/10/2024

Su The Lancet Seminar si descrive la possibilità di usare terapie alternative al LT4 (levotiroxina, il comune eutirox) in persone con ipotiroidismo.
Circa il 10-15% di persone, nonostante la normalizzazione dei valori ormonali, lamenta persistenza di sintomi.
L'uso di combinazioni di T4 e T3 (liotironina) sintetiche o tiroide secca è possibile.
Può essere usata in caso inefficacia delle terapie con la sola levotiroxina, in particolare in presenza di "tipici sintomi persistenti dell’ipotiroidismo come letargia, sonnolenza, problemi di memoria, depressione e aumento di peso".
In particolare le società europee e britanniche della tiroide hanno scritto nelle linee guida che è possibile utilizzare la terapia combinata in persone che non rispondono alla LT4, ma gli specialisti devono comunicare correttamente l'incertezza dei benefici e in caso di mancanza di risposta interrompere il trattamento.
Quali fattori si devono considerare per provare la terapia combinata?
"• Confermare la sicurezza della diagnosi originale di ipotiroidismo; in particolare, chiarire i sintomi e la concentrazione del TSH, in base alla LT4 prescritta; annotare se è stata osservata qualche risposta iniziale alla levotiroxina
• Assicurarsi che sia stata utilizzata una dose adeguata di levotiroxina
• Considerare diagnosi coesistenti e alternative per i sintomi dei pazienti, comprese le malattie autoimmuni non tiroidee
• Essere consapevoli delle comorbilità psicologiche che potrebbero influenzare la risposta al trattamento; la depressione potrebbe compromettere la risoluzione dei sintomi e l’ansia potrebbe essere esacerbata dalla liotironina
• Gli individui con gravi malattie cardiovascolari o aritmia potrebbero trovarsi a
rischio particolarmente aumentato di esiti avversi derivanti dalla combinazione di ormoni tiroidei
• Il rischio di osteoporosi potrebbe aumentare con la terapia sostitutiva combinata di ormoni tiroidei
• Si è pianificato una gravidanza? La liotironina non deve essere utilizzata durante la gravidanza
• Ci sono problemi legati allo stile di vita che devono essere affrontati per quanto riguarda i sintomi, come l'aumento di peso e fatica?
• Affrontare le aspettative su cosa fare se non si riscontrano miglioramenti sostanziali dei sintomi; il rapporto rischio-beneficio della terapia sostitutiva combinata con ormone tiroideo può non essere favorevole e il trattamento deve essere interrotto se i sintomi non migliorano
• Evidenziare la misurazione della funzione tiroidea nei soggetti con terapia combinata è complesso, poiché i livelli di tri-iodotironina libera sono molto variabili;
controllare la funzione tiroidea compresi i livelli di tri-iodotironina libera appena prima della dose mattutina è un potenziale approccio".
In alcuni trial non è stata verificata una particolare convenienza, in particolare sulla qualità della vita, a usare le terapie combinate, per questo il loro uso va sempre valutato e personalizzato. La tiroide secca ha favorito il dimagrimento e in alcuni casi ha mostrato di essere più gradita ai pazienti, ma esistono dubbi sulla sua sicurezza.
Alcune persone con varianti genetiche di DIO2 e MCT10 hanno mostrato di poter trarre vantaggio dalla terapia combinata.
L'ideale sarebbe usare forme a rilascio prolungato di LT3, che sono ancora sotto indagine.
Viene inoltre sottolineato che esiste ancora la carenza subclinica di iodio nella popolazione europea, che potrebbe essere esacerbata dalla presenza di interferenti endocrini che si stanno sempre più diffondendo.

Aggiornamento 20/10/2024

In uno studio su 44 donne con ipotiroidismo subclinico, la somministrazione di vitamina D ha contribuito a ridurre il TSH e il colesterolo totale. Inoltre è aumentata l'irisina (ormone che stimola il tessuto adiposo bruno) e migliorata la composizione corporea.
La vitamina D agisce sui geni di sintesi del colesterolo, riducendo la loro azione, e aumenta l'assorbimento di calcio, inibendo così quello dei grassi.


Aggiornamento 23/10/2024

Il selenio si conferma utile nell'abbassare il TSH, gli anticorpi TPO e la malondialdeide (segnale di stress ossidativo) in persone con tiroidite di Hashimoto non in terapia.
I cambiamenti non sono significativi per fT4, fT3, T4, T3, anticorpi antiTG, volume tiroideo, IL-2 e IL-10.
I livelli eccessivi (oltre 255 μg/die) sono comunque dannosi.
Perché la sua supplementazione entri nelle linee guida sono però necessari altri studi, secondo i ricercatori.

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