martedì 4 ottobre 2016

Integriamo (non tutti)


Quando leggiamo che una persona ha dei LARN (livelli di assunzione raccomandati) di un certo nutriente (o frequenza di consumo di un alimento) quel dato è riferito ad una popolazione sana e media. Non certo quella che di solito viene in ambulatorio.
Non esiste nessuna evidenza scientifica che persone con malattie croniche, infiammatorie o simili abbiano quella necessità: solitamente è più alta.

Per questo non bisogna mai dire no a priori ad un integratore che possa colmare una carenza (un esempio: il magnesio nei diabetici) ma neanche esagerare e imbottirsi di pastiglie dal contenuto dubbio e non sempre controllato.


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Aggiornamento 14/12/2016

I pazienti con malattie croniche intestinali possono trarre vantaggio da alcune integrazioni, in particolare vitamine del gruppo B che vengono malassorbite, alcuni probiotici, vitamina D, curcuma, zinco e ferro in alcuni casi. 


Aggiornamento 8/1/2017

15 motivi per avere valori di vitamina D corretti: migliora la salute ossea, cardiovascolare e del nascituro, riduce il rischio di diabete, di alcuni tumori, di morte prematura, di depressione, di malattie infettive, di asma, di dolore cronico, di Parkinson e malattie neurodegenerative, aumenta la forza muscolare e il recupero post-chirurgico, previene e tratta le malattie autoimmuni come la sclerosi multipla
Aggiornamento 12/1/2017

Il contenuto di nutrienti del cibo si è ridotto di circa il 15% in 50 anni.
La colina è un nutriente spesso carente: lo troviamo nel fegato, tuorlo e fagioli lima.

Chi ha un'alimentazione sufficientemente equilibrata ha abbastanza micronutrienti, ma le carenze sono comunque più diffuse di quanto si pensi: l'invito a non assumere integratori vale per chi è sano e ben nutrito: vitamine, la stessa colina, calcio e magnesio sono introdotti in maniera insufficiente in larga parte della popolazione.

L'importanza della metilazione in un articolo di facile comprensione

Aggiornamento 1/2/2017

Chi ha la sindrome metabolica (e quindi anche il diabete) ha maggiori fabbisogni di vitamina E perché la catabolizza maggiormente. Inoltre, almeno nel modello animale, la sua carenza si lega a difetti nello sviluppo embrionale
Aggiornamento 7/2/2017

La supplementazione con vitamina D si conferma utile in chi soffre di Hashimoto


Aggiornamento 11/2/2017

La supplementazione con enzimi digestivi esogeni è efficace nella terapia della pancreatite cronica

Un piccolo aumento nell'intake di zinco ha importanti attività antiossidanti e protettive del DNA, e previene le complicazioni del diabete di tipo 2


Aggiornamento 4/3/2017

La vitamina D va sempre abbinata alla K2? sicuramente bisogna fare in modo di avere sufficienti introiti di entrambe, ma fisiologicamente la K2, sebbene sia ancora in fase di studio, fa in modo che il calcio sia depositato a livello osseo e non vascolare

Aggiornamento 5/3/2017


"Ormai è sempre più chiaro che tra i principali fattori che contribuiscono all'aumento delle malattie infiammatorie e autoimmuni vi sia la dieta occidentale.
Considerevoli benefici possono essere dati dalla dieta e dall'integrazione, sia in termini di prevenzione che terapia"

Aggiornamento 14/3/2017

Pur non raggiungendo l'effetto di un farmaco, la somministrazione di probiotici è utile sia per abbassare la pressione che per migliorare il quadro metabolico. Questi i risultati di una revisione degli studi, che confermano l'importanza della flora intestinale nella genesi delle malattie.
Aggiornamento 22/3/2017
Secondo una nuova revisione, i multivitaminici e multiminerali sono sicuri quando non si supera il dosaggio di riferimento. Non sembrano dare benefici in persone sane, snelle, con stile di vita adeguato, non fumatori e che assumano abbastanza frutta e verdura. Nelle persone con problemi di salute vi è invece un potenziale razionale nell'assumerli
Aggiornamento 24/3/2017
I benefici della vitamina K2

Le più comuni carenze nutrizionali.

Aggiornamento 30/3/2017

Chi soffre di ipertensione ha spesso un eccesso di batteri che producono lattato e una riduzione di quelli che producono acetato e butirrato. Questo aumenta l'infiammazione, la produzione di metaboliti tossici e il loro passaggio nel torrente sanguigno (permeabilità intestinale) e il tono simpatico (neurotrasmettitori come la noradrenalina che aumentano le resistenze arteriolari). La revisione degli studi supporta l'uso dei probiotici nella gestione della malattia.
Recentemente un mio paziente ha potuto abbandonare il betabloccante, in seguito a dieta e integrazione con probiotici

Aggiornamento 8/4/2017

Alte dosi mensili di vitamina D non aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari. Per questo consiglio sempre piccole dosi giornaliere!

Aggiornamento 9/4/2017
La presenza di una mutazione in un particolare gene, chiamato MTHFR, fa sì che si abbiano fabbisogni di micronutrienti diversi. Ad esempio si ha necessità del metilfolato (e non dell'acido folico semplice, che non viene attivato) e di più vitamina B6 per non soffrire di ipertensione.
La stessa cosa vale per l'enzima che converte il betacarotene in vitamina A, chiamato BCMO1.

Aggiornamento 13/4/2017
Volete ringiovanire? Potete provare a trapiantarvi il microbiota di un giovane. Almeno nei pesci funziona. 
Un'altra prova di come il nostro intestino perda diversità e complessità batterica andando avanti con gli anni. 

Un metodo più semplice è quello di assumere sempre cibi vegetali che nutrono i microbi e rinnovarli con probiotici idonei

Aggiornamento 28/4/2017

L'integrazione non  sembra utile a livello di popolazione, a causa dell'eterogeneità, ma può dare piccoli benefici in alcuni
Aggiornamento 3/5/2017

Il multivitaminico, in persone sane, non sembra prevenire gli eventi cardiovascolari anche in chi abbia una dieta povera di nutrienti. Questo è probabilmente dovuto al fatto che i nutrienti presenti nei cibi agiscono in maniera sinergica e difficilmente replicabile da un preparato artificiale

Aggiornamento 17/5/2017

L'evidenza attuale supporta la supplementazione con S-adenosilmetionina, metilfolato, omega 3  e vitamina D insieme agli antidepressivi nel trattamento della depressione

L'evidenza (vitamine gruppo B, C ecc) iniziale esiste anche per la schizofrenia, soprattutto all'inizio della malattia

Aggiornamento 20/5/2017

Secondo un articolo di Authoritynutition.com il craving (desiderio impellente) di certi cibi non è legato alle carenze nutrizionali, se non in casi non frequenti.
Molto meglio comunque mangiare cibi nutrizionalmente densi, dormire bene, idratarsi, mangiare abbastanza fibre e proteine, non stressarsi.

Aggiornamento 23/5/2017

Un buon livello di omega 3 a catena lunga in gravidanza riduce il rischio di diabete di tipo I (giovanile).
Invece gli omega 6 (acido linoleico e arachidonico) e gli omega 3 a catena corta (acido linolenico) sembrano aumentare il rischio

Aggiornamento 3/6/2017

Frammenti di DNA e RNA batterico, oltre che i metaboliti, possono trovarsi in giro per il corpo a fare danni, ad esempio si ritrovano nel cervello di persone affette da sclerosi multipla
Anche per questo è importante avere un buon bilanciamento dei batteri intestinali.
Vitamina D e omega 3 integrati insieme migliorano il quadro metabolico di donne con diabete gestazionale

Aggiornamento 5/6/2017

"Vale la pena ricordare che i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto con o senza celiachia possono beneficiare di una dieta a basso contenuto di glutine sia per la progressione che per le potenziali complicazioni della malattia "

Altri fattori importanti sono la vitamina D e il selenio, e l'eccesso di iodio, che ha ridotto l'incidenza di gozzo ma aumentato quella di autoimmunità

Aggiornamento 10/6/2017

L'obesità si lega ad un ridotto assorbimento di zinco, rame e ferro e a livelli bassi di magnesio e potassio.

Aggiornamento 10/7/2017

In donne con problemi di fertilità e mutazione MTHFR. la supplementazione con vitamine del gruppo B ha aumentato le probabilità di concepire

Bell'articolo su una scienziata inglese, prof.ssa Allen.
Ci chiarisce il perché delle carenze di micronutrienti così diffuse (soprattutto B12, folati, ferro, zinco, dovute al cibo di scarsa qualità), e che le proteine animali sono particolarmente stimolanti della crescita, ma, ricordiamoci, l'altezza è anche un fattore di rischio tumorale.
Il gene FTO è conosciuto per aumentare il rischio di obesità. Livelli più alti di vitamina D riducono questo rischio.

Aggiornamento 23/7/2017

Come si fa a ridurre il rischio di anemia, basso peso alla nascita, arresto della crescita e in generale delle malattie non contagiose (diabete, obesità ecc)? Basterebbe che le donne incentrassero la loro alimentazione su cibi ricchi in nutrienti e non processati.

Kresser ci insegna che non è salutare integrare per lunghi periodi con donatori di metili, anche in caso di mutazione MTHFR: infatti concentrazioni troppo alte bloccano comunque le vie metaboliche, meglio integrare a periodi

Aggiornamento 27/7/2017

Il magnesio ha un'efficacia paragonabile a quella dei farmaci nel controllo della depressione moderata. Ma senza gli effetti collaterali:
"I risultati sono molto incoraggianti, data la grande necessità di ulteriori opzioni di trattamento per la depressione. La nostra conclusione è che l'integrazione con magnesio fornisce un metodo sicuro, veloce e poco costoso per il controllo dei sintomi depressivi".
Aggiornamento 5/8/2017

Il coenzima Q10 migliora il quadro metabolico, in particolare la glicemia e in donne con PCOS

La carenza di ferro sembra associata con il pericolo cardiovascolare, e la sua integrazione potrebbe essere un semplice modo per prevenire infarti e ictus

Aggiornamento 9/8/2017

Continuo a leggere da sedicenti esperti che assumiamo troppe vitamine, di cui il cibo moderno è ricchissimo, l'integrazione non serve, non gestisce nessuna malattia ecc, e la cosa peggiore è che molti nutrizionisti concordano. Ovviamente non è vero nulla, e una carenza di vitamine del gruppo B è spesso riscontrata ad esempio nella depressione, e la supplementazione aiuta a gestire la malattia. I danni di questi aspiranti divulgatori scientifici sono sotto gli occhi di tutti

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) si gestisce molto bene con la dieta lowcarb o con quella chetogenica, insieme ad alcune integrazioni mirate. Possono migliorare l'umore, la fertilità, il peso e in generale la qualità della vita
Aggiornamento 19/8/2017

Alcune persone hanno varianti nel recettore della vitamina D, che lo rendono meno attivo (meno affine e quindi meno "disposto" ad attivarsi quando entra in contatto con la molecola). Queste persone hanno più alto rischio di sclerosi multipla, artrite reumatoide, psoriasi, densità ossea, colesterolo, forse Hashimoto ecc.
Non è chiaro se livelli più alti di vitamina possano agire meglio, ma è probabile.
L'integrazione con magnesio si conferma utile per abbassare la pressione, soprattutto in chi abbia problemi metabolici (diabete o prediabete)

Aggiornamento 5/9/2017




Aggiornamento 10/9/2017

Secondo una revisione degli studi è possibile mettere in relazione l'obesità con un cattivo stato nutrizionale. Questo perché mangiamo cibo impoverito dalle lavorazioni industriali.

"La carenza di micronutrienti è un problema di salute globale che colpisce circa 2 miliardi di persone e sembra essere associato ad un aumento del rischio di malattie e disturbi non trasmissibili, tra cui l'obesità. L'assunzione insufficiente di vitamina A favorisce il sovrappeso alterando il metabolismo tiroideo, mentre la vitamina C è correlata alla sintesi della carnitina e dell'ossidazione dei grassi; la vitamina D favorisce il controllo della sazietà e della spesa energetica. Per quanto riguarda i minerali, il calcio aiuta la regolazione della termogenesi e della lipogenesi/lipolisi, e lo zinco è coinvolto nella regolazione dell'insulina e della leptina".
Questo non significa che dobbiamo spingere le persone a integrare, ma a mangiare cibi veri ricchi di nutrienti.
Aggiornamento 22/9/2017

La forma attiva dell'acido folico appare un trattamento promettente per la depressione, perché riesce ad aumentare i livelli di serotonina, anche in aggiunta ai farmaci. Anche la schizofrenia ne giova. Questa vitamina è infatti essenziale nella sintesi dei principali neurotrasmettitori

Alcune slide tratte dal congresso dei giovani Psichiatri  a Cagliari





Aggiornamento 25/9/2017

Andando avanti con l'età spesso si riduce il numero di bifidobatteri, anaerobi obbligati che una volta persi non possono essere recuperati se non con l'integrazione

In persone con degenerazione maculare, l'integrazione di zinco, rame, vitamine C ed E e luteina è efficace quanto i farmaci, ma molto meno dispendiosa

Aggiornamento 29/9/2017

Gli integratori che sostengono la massa magra negli anziani

Alcune ragioni per cui gli integratori non sempre funzionano

I probiotici hanno un effetto piccolo ma significativo nel migliorare la costipazione negli anziani

Un sito sulle evidenze delle integrazioni

Il glutatione liposomiale è efficace nell'aumentare le riserve di glutatione cellulare e aumenta la risposta immunitaria riducendo lo stress ossidativo

Aggiornamento 8/10/2017

Usare un sale ricco in magnesio e potassio al posto del classico sodio aumenta il recupero in persone colpite da ictus

Gli anziani hanno minor bisogno di calorie ma maggior bisogno di nutrienti

Le persone con malattie infiammatorie dell'intestino hanno scarso assorbimento delle vitamine a causa dell'alterazione dei villi, ed è per loro indicata l'integrazione.

Una novità (forse) su supplementazione vitaminica  e tumori

Le persone con fegato grasso hanno necessità di quantità maggiori di vitamina D per scarsa risposta

La supplementazione con folati in gravidanza sembra ridurre anche il rischio di autismo collegato con l'esposizione a pesticidi

Aggiornamento 15/10/2017

Le ragioni per prendere un multivitaminico. L'articolo è scritto da un'azienda, quindi interessato, ma in effetti negli anziani spesso è difficile raggiungere i fabbisogni

I vantaggi del metilfolato sul comune acido folico
Aggiornamento 30/10/2017

Le regole per l'uso dei probiotici

Aggiornamento 31/10/2017

Il calcio è un minerale importante per la prevenzione delle fratture, ma i suoi eccessi non sono salutari: meglio prenderlo solo dai cibi e non da integratori

Aggiornamento 1/11/2017

La vitamina K2 può aiutare nel dimagrimento (soprattutto viscerale) nelle donne se hanno come risposta un aumento dell'osteocalcina circolante

Aggiornamento 6/11/2017

In uno studio controllato, integrare con vitamine e minerali ha migliorato il comportamento di bambini affetti da ADHD (iperattività e deficit di attenzione), migliorando umore e riducendo l'aggressività rispetto al placebo.
A questo punto sorge una domanda: è un problema che si cura integrando o è dovuto alla povertà di nutrienti del cibo moderno?

Aggiornamento 7/11/201
La supplementazione con acido folico non deve essere fatta in quantità superiori a quelle consigliate, perché porterebbe all'accumulo di questa molecola non metabolizzata che potenzialmente interferisce con i folati naturali del cibo

Aggiornamento 10/11/2017

Un mix di nutrienti (acidi grassi omega-3, colina, uridina monofosfato, fosfolipidi, antiossidanti, vitamine del gruppo B) previene il declino della memoria e l'atrofia cerebrale in persone con Alzheimer nelle fasi iniziali. Lo studio (LipiDiDiet), durato 2 anni, è stato pubblicato sull'importante rivista The Lancet​ Neurology. Sfortunatamente, almeno per ora, non è stata in grado di curare persone con malattia già conclamata, ma va somministrata negli stadi iniziali per essere efficace


Aggiornamento 12/11/2017

In un modello animale, omega 3 (in questo caso a catena corta) e un probiotico misto hanno ridotto significativamente la steatosi epatica

Aggiornamento 13/11/2017

La carenza di vitamina D è molto diffusa anche nel sud Europa, dove il sole è abbondante. Questo giustificherebbe politiche di integrazione e fortificazione dei cibi.

La medicina integrativa appare d'aiuto per l'asma (e per la COPD, o BPCO, broncopneumopatia cronico-ostruttiva)

Aggiornamento 14/11/2017

Una review sull'importanza della dieta antinfiammatoria nel diabete/sindrome metabolica: viene sottolineata l'importanza dei prodotti non raffinati, in particolare olio extravergine, utili per la loro ricchezza di polifenoli e antiossidanti.
Anche l'olio di pesce ha effetti discreti. Alcune vitamine (C, D, E) possono essere supplementate con discreti effetti antinfiammatori, ma sotto controllo di esperti.
Tra i cibi, l'aglio e altri vegetali ricchi in zolfo (cavoli ecc) appaiono ridurre l'infiammazione.

Aggiornamento 18/11/2017

Nei bambini con ADHD sono presenti spesso carenze nutrizionali, come quella di zinco

Aggiornamento 20/11/2017
Una revisione degli studi fa il punto sull'efficacia della nutrizione nella gestione della artrite reumatoide

Una dieta a forte prevalenza vegetale (mediterranea o vegana), con cibi minimamente processati, spezie, verdura, frutta di stagione, probiotici, vitamina D e omega 3 come integrazione, niente alcol, può aiutare a ridurre i sintomi della malattia

Aggiornamento 21/11/2017

L'integrazione con zinco e magnesio riduce l'infiammazione nella sindrome dell'ovaio policistico

L'integrazione con carnitina ha efficacia simile a quella dei farmaci nel trattamento della depressione

Aggiornamento 28/11/2017

Le persone con artrite reumatoide hanno cellule immunitarie meno sensibili alla vitamina D. Per questo avere sufficienti livelli è importante per la prevenzione, mentre con la malattia si ha necessità di livelli più alti di questa vitamina

Aggiornamento 8/12/2017
Vitamine e minerali spesso devono essere integrati in caso di intestino irritabile
Aggiornamento 22/12/2017
Nonostante sia piuttosto evidente che la vitamina D bassa aumenta il rischio di sclerosi multipla e il suo uso sia benefico in chi abbia già la malattia, l'impatto della sua supplementazione non è adeguatamente studiato.

Aggiornamento 26/12/2017
L'organismo funziona bene solo se ha una quantità di nutrienti adeguata, assicurata da un'alimentazione varia ed equilibrata e, in alcuni casi, dall'integrazione. 
Una revisione degli studi dimostra l'importanza delle carenze nutrizionali, in particolare vitamina D, B12, folati, nell'insorgenza delle psicosi
La nutraceutica da pseudoscienza sta diventando una scienza vera e propria, con potenziali benefici soprattutto a livello dei disordini endocrini come il diabete.

Aggiornamento 28/12/2017

La melatonina ha migliorato i parametri metabolici di pazienti con diabete in 3 mesi

Aggiornamento 30/12/2017

Le donne che assumono farmaci per l'epilessia hanno aumentato rischio di figli con tratti autistici. Il rischio viene ridotto dall'integrazione con folati.


Aggiornamento 31/12/2017

Nuove emergenze sulla B12 da un congresso di medicina funzionale: probabilmente le linee guida dovrebbero dare indicazioni più alte, e apposite per età, e le persone a rischio sono, tra gli altri, anziani e chi assume metformina.

Insieme all'omocisteina alta, la carenza di B12 può essere indicativa di numerose patologie, cardiovascolari, ossee ecc

Aggiornamento 3/1/2018

Discrete evidenze da confermare in studi più grandi sull'aiuto degli integratori nella depressione, in particolare se abbinati ai farmaci.

Aggiornamento 6/1/2018

Le donne che utilizzano integrazione di folati e multivitaminici prima e durante la gravidanza hanno ridotto rischio di prole con disturbi dello spettro autistico. Questo avviene probabilmente tramite meccanismi epigenetici (metilazione corretta del DNA)

Aggiornamento 7/1/2018
La supplementazione con 2 grammi al giorno di DHA ha migliorato la funzione cerebrale di persone con Alzheimer moderato
Omega 3 e vitamine hanno effetto antinfiammatorio sulla microglia (cervello, neuroinfiammazione presente in depressione e malattie psichiatriche in generale) e riducono l'omocisteina.
La sindrome di Behçet, una vasculite autoimmune, è caratterizzata da una riduzione di microbi produttori di butirrato e abbondanza di streptococchi.
I lattobacilli usati topicamente possono dare sollievo alle ulcere.
Aggiornamento 13/1/2018

Scrive Andrea Luchi:

Dopo un INFARTO: STATINE o MULTIVITAMINICO?
Domanda ingenua direte voi.
Eppure i ricercatori autori dello studio che si sono fatti la stessa domanda sono rimasti a bocca aperta. 
I soggetti che dopo l’infarto prendevano vitamine ad alte dosi avevano una riduzione della mortalità cardiovascolare del 38%!!!
Ma se assieme alle vitamine venivano date le Statine questo beneficio scompariva completamente. 
Avete letto bene: aggiungere le statine negava tutti i benefici.
Le vitamine mostravano grande beneficio anche rispetto al gruppo che prendeva soltanto il placebo. 

L’incredulità è stata tale che i ricercatori hanno detto: “Fermi tutti, dobbiamo fare un altro studio perché non ci crediamo.”
Aggiornamento 22/1/2018
La colina nel terzo trimestre di gravidanza migliora le capacità cognitive del bambino. Via libera alle uova cotte!

Aggiornamento 23/1/2018

Gli omega 3, in particolare in forma di olio di krill, migliorano la sindrome dell'occhio secco

I grassi trans si confermano dannosi per la fertilità della donna, mentre gli omega 3 aiutano, anche mediante integrazione
Un'alimentazione sana migliora la fertilità maschile. In particolare vitamine D e B9 (folati), antiossidanti (selenio, vitamine A, C, E, licopene) migliorano la qualità del seme. I grassi trans e saturi, basso consumo di frutta e verdura, alcol, carni lavorate, caffeina, zuccheri, soia, patate e latticini non sgrassati sono associati a minore fertilità.

Aggiornamento 29/1/2018

In uno studio piccolo ma significativo la supplementazione con probiotici in gravidanza e allattamento ha modificato favorevolmente l'espressione dei geni correlati con l'obesità nel bambino
Aggiornamento 3/2/2018
La vitamina D può avere un vero e proprio effetto terapeutico sulle malattie cardiovascolari. Può infatti ripristinare la produzione di ossido nitrico, un segnale di rilassamento per le arterie, la cui alterazione porta all'ipertensione.
L'effetto positivo può estendersi ad altre malattie cardiovascolari, come l'insufficienza cardiaca, o a quelle correlate come vasculopatie e diabete

Aggiornamento 5/2/2018

Fa notizia lo studio secondo il quale gli omega 3 non aiutano a prevenire le morti cardiovascolari. Chiariamo che si parla degli omega 3 dati secondo linea guida nei soggetti ad alto rischio (già infartuati o a forte rischio) quindi in tal caso risulta sbagliata la linea guida. Gli autori sottolineano comunque le forti limitazioni dello studio.
Un cardiologo americano sostiene comunque che è ancora ragionevole darli, e lui continuerà a farlo in pazienti infartuati, con colesterolo e trigliceridi alti e con insufficienza cardiaca sistolica.
"Questo documento difficilmente sarà una condanna a morte in quanto gli omega-3 sono molto sicuri e relativamente economici, e diversi studi hanno mostrato benefici almeno modesti o persino molto profondi", ha detto.


Aggiornamento 12/2/2018

Una guida all'uso degli integratori ci ricorda che le persone sane e ben alimentate non ne hanno generalmente bisogno.
Ma questo non vale sempre in chi abbia malattia, anche se le evidenze spesso sono da confermare.
Particolarmente dannosi possono essere betacarotene e vitamina E per malattie cardiovascolari e tumori.


Aggiornamento 13/2/2018

Un riassunto delle caratteristiche e dell'efficacia degli integratori dimagranti

Aggiornamento 14/2/2018

Gli omega 3 e in particolare il DHA abbassano la frequenza cardiaca

Aggiornamento 22/2/2018


Gli omega 3 appaiono benefici nei confronti dell'insufficienza cardiaca, in particolare in caso di cardiomiopatia dilatativa
Aggiornamento 8/3/2018

Dura critica allo studio di JAMA sugli omega 3, in particolare sulla selezione degli studi, sulla qualità dei grassi e sulle dosi usate. E un accenno al conflitto d'interesse.
Lo stato infiammatorio è spesso il collegamento tra sindrome delle apnee notturne (OSAS) e aumentato rischio di malattie (soprattutto cardiovascolari).
Una carenza di omega 3 si può rilevare in queste persone.

Aggiornamento 12/3/2018

Il magnesio è spesso carente nelle persone, a causa di un'alimentazione troppo raffinata e scarso consumo di verdure. Il suo effetto antinfiammatorio è indispensabile nelle malattie caratterizzate da infiammazione e stress ossidativo come ipertensione, diabete, sindrome premestruale, malattie autoimmuni


Aggiornamento 20/3/2018

Sono in aumento le prove che dimostrano l'importanza di un'alimentazione ricca di nutrienti nella gestione dei problemi psichiatrici. L'alimentazione che spesso facciamo oggi, ricca di cibi industriali impoveriti di vitamine e minerali facilita infatti l'insorgenza di infiammazione che è presente nei problemi psichiatrici (ansia, schizofrenia, depressione, disturbo bipolare, ADHD ecc) e la sostituzione con cibi veri e/o l'integrazione possono essere una terapia complementare ai farmaci in queste malattie


Aggiornamento 21/3/2018

La supplementazione con proteine del siero del latte può essere un semplice modo per recuperare massa magra in anziani con obesità sarcopenica
Aggiornamento 26/3/2018

Le linee guida italiane per la prevenzione dell'ictus consigliano fortemente, oltre al classico pattern mediterraneo a basso indice e carico glicemico, la vitamina D, il cacao amaro, la frutta secca, tè, caffè, mentre sconsigliano supplementi di calcio, sale, multivitaminici, dolci e bibite gassate.
Aggiornamento 1/4/2018

La supplementazione con vitamina A può migliorare il campo visivo, la mobilità e la qualità generale della vista in bambini affetti da retinite pigmentosa


Aggiornamento 8/4/2018

La carenza di vitamina D è una delle cause di sarcopenia (deplezione della muscolatura)


Aggiornamento 24/4/2018


Utilizzare i supplementi proteici al pasto e non lontano dai pasti appare più efficace per la riduzione del peso.

I radicali liberi non sono sempre dannosi e gli antiossidanti non sono sempre utili. Negli sportivi ad esempio i radicali liberi (come i ROS) sono necessari come segnale per favorire l'aumento di massa muscolare. I ROS rilasciati dai mitocondri possono essere importanti per riparare le membrane muscolari. "Sebbene gli antiossidanti siano una parte essenziale di qualsiasi dieta sana, stanno aumentando le prove sul fatto che i supplementi di antiossidanti dovrebbero essere evitati nelle ore vicine all'allenamento. Potrebbe anche essere saggio evitare quotidianamente gli integratori di antiossidanti ad altissima dose se si punta alla massima crescita muscolare".
Aggiornamento 30/4/2018

Secondo una revisione degli studi, la carenza di micronutrienti tra i bambini è più diffusa di quanto pensassimo e forse dovuta all'alimentazione sbagliata, troppo ricca di alimenti poveri di nutrienti. Questo va a limitare le performance cognitive. La supplementazione è efficace nel correggere le carenze.


Aggiornamento 6/5/2017

I bambini con ADHD sembrano avere livelli di alcuni nutrienti (minerali e vitamine) insolitamente bassi, ma altri come folati e B12 più alti: questo potrebbe essere dovuto a problemi metabolici correlati con la malattia.

Difficoltà a rimanere incinta? può dipendere da una mutazione genetica nota come MTHFR. In questo caso è necessaria una corretta integrazione vitaminica per aumentare le possibilità di concepimento.
La dieta corretta e l'eventuale integrazione hanno un ruolo fondamentale nel concepimento e futura salute del bambino
Aggiornamento 8/5/2017

Lo zinco influenza la qualità degli ovuli e può così facilitare la ricerca di una gravidanza
Aggiornamento 11/5/2017

Nelle persone ipertese e con omocisteina alta la supplementazione con vitamine del gruppo B, in particolare B12 e folati, può ridurre il rischio di ictus fino al 73%


Aggiornamento 16/5/2018


In uno studio della durata di un anno su bambini autistici, la maggior parte di loro nel gruppo sottoposto ad intervento nutrizionale (omega 3, vitamine, dieta senza glutine e caseine) ha riportato benefici rispetto al gruppo di controllo non trattato
Aggiornamento 23/5/2018


La supplementazione con vitamina D nei bambini nati pretermine riduce i problemi respiratori (dispnea) nel primo anno di vita


Aggiornamento 25/5/2018

La destrina è una fibra non digeribile che può aumentare la sazietà e aiutare a dimagrire
Aggiornamento 28/5/2018

Gli studi continuano a confermare un legame tra progressione del tumore alla prostata e calcio, in particolare quello dei latticini e degli integratori (quello di origine vegetale non ha questo effetto).
La vitamina D ha invece un effetto antinfiammatorio protettivo, e aiuta l'utilizzo "corretto" del calcio, che senza la vitamina D ha un effetto di stimolo della proliferazione
Si raccomanda quindi di rispettare le indicazioni generali per entrambi i nutrienti

Aggiornamento 1/6/2018

La vitamina D assunta in gravidanza migliora la crescita e riduce la mortalità del nascituro senza rischi


È difficile trovare una dose di vitamina D adatta a tutti, per qualcuno, a seconda dei metabolismi e delle predisposizioni genetiche potrebbe essere dannosa una vitamina D alta.

Una revisione dei dati su supplementazioni e mortalità cardiovascolare chiarisce che è difficile che gli integratori siano efficaci e consigliano di basarsi su pattern alimentari salutari, in particolare privilegiando gli alimenti vegetali che già sono ricchi di per sé di vitamine e minerali. Il più efficace è probabilmente l'acido folico, la vitamina D forse, mentre i mix antiossidanti sembrano aumentare la mortalità.
La cianocobalamina (forma sintetica di B12, che rilascia cianuro nel corpo) può essere dannosa quindi si dovrebbe preferire metil o idrossicobalamina.
Il prof Blumberg risponde comunque criticando i lavori, sostenendo che anche se non si riduce la mortalità si migliora la qualità della vita, e che gli studi non sono fatti e analizzati correttamente.


Aggiornamento 2/6/2018

I coktail multivitaminici possono ridurre la mortalità nella sepsi.

Il ginkgo biloba può essere un aiuto nell'Alzheimer.
Aggiornamento 10/6/2018

Il dott Vasquez come sempre fa a pezzi la metanalisi che sconfessa gli integratori per prevenire la morte cardiovascolare, tra conflitti d'interesse, meccanismi ecc

La fibromialgia è spesso legata a carenze nutrizionali che, se risolte, riducono il dolore

Aggiornamento 11/6/2018
La sarcopenia (riduzione della massa muscolare) è un problema che riguarda solitamente le persone anziane, e si associa ad aumentato rischio di malattie cardiovascolari, diabete, in generale scarsa qualità della vita, ed è ovviamente legato a sedentarietà e alimentazione di bassa qualità
"Sulla base dell'attuale letteratura disponibile, i minerali possono essere nutrienti importanti per prevenire e/o trattare la sarcopenia. In particolare, il magnesio, il selenio e il calcio sono i più promettenti"
Un sito che esamina gli integratori

Aggiornamento 12/6/2018

La supplementazione di folati ha un buon impatto nel diabete, in particolare sull'insulinoresistenza, e sulla funzione endoteliale (aumentando la produzione di ossido nitrico)


Aggiornamento 14/6/2018

"I dati sui modelli alimentari dei bambini con ADHD suggeriscono un'associazione con modelli "occidentali", incluso un consumo elevato di zuccheri, conservanti artificiali e dolcificanti e basso apporto di rame, zinco, magnesio e omega 3. Sembra che la terapia nutrizionale non dovrebbe essere restrittiva, ma piuttosto un approccio integrato con particolare attenzione all'attività fisica, un modello alimentare mediterraneo e una correzione delle carenze nutrizionali. Riguardo ai nutrienti specifici, gli omega 3, in particolare il DHA, potrebbero avere un importante ruolo."

Gli obesi con problemi metabolici (diabete, colesterolo alto ecc) sono quelli che maggiormente beneficiano dell'assunzione di vitamina D

Tutta la scienza sull'integrazione nel tumore prostatico
Aggiornamento 19/6/2018

Più è alta la vitamina D, più si riduce il rischio di tumore al seno nelle donne dopo la menopausa

Aggiornamento 21/6/2018

La glutamina è uno degli integratori più utilizzati, per varie ragioni, tra cui la regolazione della funzione immunitaria. Ma questo aminoacido non essenziale ha un effetto infiammatorio sui macrofagi (cellule immunitarie) soprattutto in presenza di grassi saturi nella dieta


Aggiornamento 23/6/2018

Gli omega 3 riducono efficacemente i dolori articolari dovuti alla terapia con inibitori delle aromatasi (anastrozolo, exemestano ecc) nelle donne con tumore al seno

Omega 3 e probiotici nella dieta materna riducono rispettivamente il rischio di allergia alimentari e di eczema (dermatite atopica) nella prole

L'utilizzo dei probiotici nell'ansia non si è ancora dimostrato utile nell'uomo, ma solo nel modello animale. Il ceppo più interessante appare essere comunque il Lrhamnosus.


Aggiornamento 28/6/2018
La supplementazione di selenio potrebbe aumentare il rischio di diabete
L'aumento di anidride carbonica si riflette con una riduzione dei nutrienti nei vegetali
Un altro duro colpo per i "non è vero che il cibo non è nutriente come una volta"

Aggiornamento 29/6/2018
L'utilizzo dei probiotici nel disturbo bipolare può dare buoni risultati: infatti una flora alterata può rilasciare dei metaboliti che influenzano negativamente l'umore
Aggiornamento 30/6/2017

Le persone che si sottopongono a chirurgia bariatrica possono avere necessità di reintegrare la flora intestinale
Aggiornamento 2/7/2018

La supplementazione con magnesio è in grado di ridurre la PCR (proteina C reattiva), un parametro di infiammazione


Aggiornamento 5/7/2018

La supplementazione con magnesio migliora la funzione endoteliale incrementando la dilatazione dei vasi, migliorando così il flusso sanguigno

Aggiornamento 6/7/2018

La melatonina può ridurre frequenza e intensità dell'emicrania, specie se correlata alla mancanza di sonno

Aggiornamento 9/7/2018

Oltre al noto effetto di ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, l'acido folico in gravidanza riduce anche il rischio successivo di psicosi in adolescenza
Aggiornamento 12/7/2018

Uno studio USA evidenzia che la carenza di vitamina B12 tra le donne in allattamento riguarda circa una donna su 5, anche in presenza di integrazione, e riguarda anche le onnivore

Probabilmente le dosi da integrare sono da aumentare 

Aggiornamento 15/7/2018

I multivitaminici non migliorano la prevenzione cardiovascolare nella popolazione generale
Il Bifidobacterium longum ncc3001 sembra efficace nella depressione in persone con intestino irritabile


Aggiornamento 16/7/2018

Il selenio può essere usato per prevenire la depressione postparto in donne con tiroidite, ma il suo uso dev'essere discusso col curante perché può aumentare il rischio di diabete

Aggiornamento 17/7/2018

Tra gli integratori che riducono 2 markers di infiammazione (IL-6 e CRP) omega 3 e probiotici
Vitamina D e resveratrolo non hanno dimostrato efficacia
Un grammo di omega 3 e 7000 UI di vitamina D al giorno migliorano lo stato di persone con sclerosi multipla

La vitamina B12 in forma metilata migliora i sintomi dei bambini autistici se sono legati a difetti metabolici di metilazione e di smaltimento della metionina
Aggiornamento 18/7/2018

Le indicazioni per l'uso di creatina nello sport e in condizioni patologiche

La nutraceutica nel fegato grasso: vitamina del gruppo B, omega 3, probiotici (che riducono la permeabilità intestinale)

Aggiornamento 23/7/2018

La vitamina D ad alte dosi (100 mila unità) mensili non protegge dai tumori. Questo può essere dovuto alla breve emivita, ossia al fatto che dosi così distanti tra loro non sono efficaci nel mantenere una concentrazione alta per lungo tempo. Altri studi hanno dato comunque diversi risultati. Se è efficace a piccole dosi giornaliere lo diranno i prossimi studi


La scarsità di micronutrienti può essere vista come uno dei fattori inducenti il craving, soprattutto in persone che si sottopongono a chirurgia bariatrica: il corpo va alla ricerca di nutrimento (vitamine e sali minerali) perché non ne trova a sufficienza nei cibi industriali e ci spinge a mangiare ulteriormente. questo giustifica l'utilizzo di supplementi.

Aggiornamento 24/7/2018
In uno studio preliminare italoamericano, alte dosi di omega 3 e vitamina D riescono a bloccare il diabete giovanile alla sua manifestazione, inducendo remissione.
Ovviamente si tratta di pochi casi-studio quindi bisogna aspettare prima di festeggiare, ma si conferma uno stretto legame tra alcuni nutrienti e autoimmunità
Una metanalisi di 79 RCT, includenti studi con cibi ricchi in omega 3, cibi arricchiti e soprattutto integratori ha concluso che  non vi sono grosse prove della prevenzione cardiovascolare né della riduzione della mortalità con gli omega 3, nonostante quelli a lunga catena riducano i trigliceridi e aumentino l'HDL
La review viene pesantemente criticata perché si pretende di usare gli stessi endpoint dei farmaci, non si considera gli omega 3 basali, non si considerano quantità adatte a conferire protezione cardiovascolare
Aggiornamento 29/7/2018

La supplementazione con aminoacidi essenziali riduce l'ipertrigliceridemia attraverso l'aumento dell'ossidazione dei grassi e una maggiore efficienza del ciclo di Krebs
Il potassio citrato previene i calcoli in maniera efficiente in chi faccia la dieta chetogenica
Update 3/8/2018
La betaina aumenta la capacità di lavoro e può aiutare a perdere grasso, accoppiata a dieta ed esercizio coi pesi
Aggiornamento 20/8/2018

La supplementazione con dosi modeste di vitamina D, calcio, magnesio e zinco ha migliorato il quadro ormonale e i marker di infiammazione e stress ossidativo di donne con ovaio policistico


Aggiornamento 26/8/2018

L'assorbimento intestinale della vitamina D dipende dalla genetica individuale. Questo capita in generale per molti micronutrienti

Un bell'articolo di Examine.com sui multivitaminici.
A beneficiarne in generale sembrano essere solo le persone con carenze o diete restrittive, o condizioni particolari (gravidanza, malattie intestinali, disordini dell'umore).
Possono aiutare a prevenire la degenerazione maculare, ma in generale non allungano o riducono l'aspettativa di vita.
Meglio eventualmente una supplementazione mirata da concordare, se necessaria, con lo specialista.

Aggiornamento 30/8/2018

La vitamina D riduce la proteina C reattiva, un marker di infiammazione, nei diabetici. Altri marker come TNF e IL-6 rimangono uguali.
Invece nell'insufficienza cardiaca è TNF a ridursi.

Aggiornamento 2/9/2018
Sebbene gli studi siano ancora pochi e l'evidenza bassa, continua a confermarsi un legame tra intestino e fibromialgia e fatica cronica. Tra i probiotici più promettenti, L casei Shirota riduce l'ansia e B. infantis 35624 i marker di infiammazione
Anche le carenze nutrizionali sono spesso presenti
Aggiornamento 3/9/2018

La carenza di iodio è stata per secoli un fattore di rischio per la tiroide. Oggi grazie al sale iodato il problema è meno diffuso. Tuttavia si è scoperto che anche gli eccessi di iodio sono dannosi per la tiroide, stimolando lo stress ossidativo e così l'autoimmunità tiroidea.

Il selenio conferisce protezione dall'eccesso di iodio, e pesce e frattaglie ne sono particolarmente ricchi

Aggiornamento 5/9/2018

L'enzima DAO (diamminoossidasi) degrada l'istamina, molecola responsabile di reazioni avverse come le allergie. La sua supplementazione in persone carenti riduce la durata dell'emicrania in persone con episodi non frequenti. Questo vale anche per l'orticaria cronica

Aggiornamento 8/9/2018

La vitamina D nei diabetici migliora la capacità antiossidante, l'infiammazione e i livelli di glutatione e ossido nitrico.
Aggiornamento 13/9/2018

Il Q10 è efficace nel ridurre la pressione sistolica (massima) ma non la diastolica. Il suo effetto non sempre buono probabilmente dipende dallo scarso assorbimento intestinale, che può migliorare con alcune forme.


La supplementazione con folati riduce il rischio di diabete. Ma al posto degli integratori si potrebbe anche aumentare il consumo di vegetali a  foglia

Aggiornamento 14/9/2018
Le vitamine del gruppo B sembrano ridurre solo il rischio di ictus e non di altre malattie cardiovascolari nelle persone con iperomocisteinemia
12 anni dopo lo studio in cui per 4 anni si è somministrato selenio e coenzima Q10, chi ha partecipato ha ancora benefici, e in particolare una riduzione del rischio cardiovascolare del 40%

Gli omega 3 sono efficaci nel ridurre la pressione

Aggiornamento 15/9/2018

Un altro studio dimostra che l'integrazione con omega 3 non ha effetti sulla prevenzione cardiovascolare. Solo che si continuano a usare dosi inutili (1 grammo) quando l'effetto ipotrigliceridemizzante si ha con 3g al giorno. Questo è stato sottolineato nello studio ma non nel report


Aggiornamento 18/9/2018

Nella BPCO, omega 3, licopene e statine potrebbero ridurre l'infiammazione, ma non la rosuvastatina che invece l'aumenta (aumento dei neutrofili)
Alcuni consigli per i vegani: usare supplementi di omega 3, vitamina D, iodio (sale), B12, noci brasiliane per il selenio.
Aggiornamento 20/9/2018
Nei topi dosi eccessive di vitaminaD aumentano l'infiammazione intestinale (colite) e alterano la florabatterica. inoltre si riduce la vitamina D del sangue, come se si bloccasse l'assorbimento.
Quindi attenzione alle dosi massicce perché gli eccessi vanno sempre male .
La supplementazione con magnesio migliora la funzione endoteliale e quindi la circolazione sanguigna
Il Q10 si conferma riduttore dell'infiammazione
Aggiornamento 26/9/2018

Cosa succede se si usano dosi appropriate (4g) di omega 3 e non basse (1g) come negli ultimi studi presentati, che avrebbero dimostrato la loro inutilità? Riduzione della mortalità cardiovascolare del 25% 

2 grammi al giorno di omega3 sono efficaci nell'alleviare l'ansia.
Evidenze emergenti suggeriscono che i PUFA omega-3 interferiscono e possibilmente controllano diversi processi neurobiologici, come i neurotrasmettitori, la neuroplasticità e l'infiammazione, che sono ritenuti tra i meccanismi responsabili di ansia e depressione.

Aggiornamento 29/9/2018


Un documento EFSA del 2015 sulle diete fatte con pasti sostitutivi, segnalato da Chiara Angiari, ci informa che il quantitativo suggerito dalle linee guida sulle proteine (circa 1g/kg di peso corporeo) è insufficiente in persone con metabolismo alterato come le persone sovrappeso, che dovrebbero introdurre almeno 75g (per le donne) di proteine di alta qualità, e tranquillamente arrivare a 100.
Questo valore è simile alle più alte assunzioni di proteine studiate negli studi pubblicati senza apparenti effetti avversi
Il documento dà indicazioni anche sulle altre eventuali integrazioni in dieta fatta con pasti sostitutivi.

Aggiornamento 3/10/2018

Quando facciamo gli esami del sangue, misuriamo la vitamina D totale. Ma un nuovo studio mette in evidenza come quella legata al pericolo cardiovascolare non sia la totale, ma la "libera" e quella "biodisponibile". Questo può spiegare perché in recenti trial la supplementazione non ha dato i risultati attesi.


Aggiornamento 4/10/2018

4000 ui di vitamina D al giorno riducono la glicemia e i lipidi in donne con ovaio policistico, in confronto a 1000 ui o al placebo.
Aggiornamento 6/10/2018

La melatonina può migliorare l'insufficienza cardiaca grazie all'effetto antinfiammatorioe antiossidante, che riducono la fibrosi e la degenerazione del tessuto e promuovono l'autofagia e la mitofagia

Aggiornamento 7/10/2018

Uno studio in più conferma che chi prende metformina è a rischio di carenza di vitamina B12, e presenta anche i tipici segni (danno neuronale e anemia macrocitica). L'articolo conclude suggerendo di monitorare sempre il parametro sia prima che dopo la terapia, e ovviamente l'eventuale integrazione.

Le carenze nutrizionali più frequenti nell'Hashimoto sono ferro, vitamina D e selenio


Aggiornamento 8/10/2018

La carenza di ferro può contribuire alla persistenza dei sintomi di ipotiroidismo nonostante la cura con ormoni (solitamente Eutirox). La carenza di selenio si associa a quasi tutte le problematiche tiroidee, autoimmuni e non (compresi i tumori). Generalmente la sua supplementazione ha effetti positivi sulla patologia tiroidea, e può ridurre il rischio di depressione postparto. Le migliori fonti sono noci brasiliane, pesce e frattaglie.


Aggiornamento 14/8/2018
Negli USA molti integratori, in particolare per le prestazioni sessuali e la perdita di peso, sono adulterati con sostanze pericolose non regolamentate
Aggiornamento 15/10/2018


Il magnesio migliora le componenti della sindrome metabolica, in particolare si abbassano glicemia, pressione e trigliceridi
Aggiornamento 18/10/2018

Il coenzima Q10 abbassa il colesterolo totale e aumenta quello HDL, ma non sembra efficace sulle altre frazioni lipidiche (Lp(a), LDL, trigliceridi)
Gli omega 3, soprattutto DHA, possono essere utili nella steatosi epatica (fegato grasso), riducendo enzimi epatici e trigliceridi
Aggiornamento 22/10/2018

I fabbisogni di micronutrienti variano al crescere dell'età, in particolare per la modulazione del sistema immunitario
Aggiornamento 24/10/2018


Se avete l'intestino irritabile fareste meglio a controllare il valore dell'omocisteina, un parametro spesso trascurato, o ancora meglio se avete la mutazione MTHFR. L'iperomocisteinemia peggiora la malattia intestinale e aumenta il rischio di concomitanti malattie autoimmuni e cardiovascolari, ma si può correggere con una semplice integrazione vitaminica mirata
Aggiornamento 29/10/2018

Selenio e probiotici migliorano il benessere  e i parametri infiammatori, ormonali e di stress ossidativo in donne con ovaio policistico

Aggiornamento 31/10/2018

La dieta inadeguata che spesso fanno anziani e non solo, ricca di alimenti raffinati e povera di quelli nutrienti, porta a carenze nutrizionali che influenzano negativamente l'aspettativa di vita.
I fattori individuati come condizionatamente essenziali sono: taurina, ergotioneina, i metaboliti batterici pirroloquinolina chinone (PQQ) e la queuina,gli antiossidanti  luteina, zeaxantina, licopene, α- e β-carotene, β-criptoxantina (carotenoidi vegetali) e l'astaxantina (carotenoide marino)

Il lavoro è scritto da Bruce Ames, un ricercatore che ha elaborato la Teoria del Triage nel 2006. La teoria afferma che quando un nutriente essenziale è modestamente carente, il corpo dirige l'apporto limitato di nutrienti alle funzioni essenziali a breve termine, a spese di quelli che prevengono danni insidiosi a lungo termine, che portano a malattie dell'invecchiamento come il cancro e le malattie cardiache. La teoria prevede che anche un apporto moderatamente inadeguato di vitamine e minerali essenziali può avere un effetto negativo sulle funzioni corporee necessarie per una vita lunga e sana.

Aggiornamento 4/11/2018

La supplementazione con vitamina D ha aiutato dei bambini (età media 10 anni) obesi a dimagrire rispetto al gruppo placebo. Anche il colesterolo buono (HDL) è aumentato. Lo studio conclude consigliando di verificare sempre i livelli di vitamina D.
Aggiornamento 5/11/2018
Uno studio sui probiotici nell'autismo (ASD) ha messo in luce gli effetti benefici sulle manifestazioni sia comportamentali che gastrointestinali. "I probiotici (un'opzione non farmacologica e relativamente priva di rischi) potrebbero essere raccomandati per i bambini con ASD come terapia adiuvante. In questa fase, lo studio è fatto con un piccolo numero di pazienti e sono necessari numerosi studi randomizzati controllati su larga scala per confermare in modo critico l'efficacia dei probiotici nell'ASD".
I ragazzi nello studio sono calati di peso e hanno avuto un miglioramento nella severità della malattia e nelle sintomi gastrointestinali.
Le specie usate sono state Lactobacillus acidophilusLactobacillus rhamnosus e Bifidobacteria longum.

Secondo una revisione degli studi gli omega 3 non riducono frequenza né intensità degli attacchi di emicrania, ma accorciano la loro durata di quasi 4 ore


Aggiornamento 8/11/2018
Da diverso tempo va di moda la supplementazione con glutammina, negli sportivi e nei pazienti critici soprattutto. Ma non vi è in realtà razionale per farlo, anzi sono più probabili i danni dei benefici. Basta conoscere le vie biochimiche per capirlo.
Una revisione degli studi pubblicata nella rivista dei cardiologi americani dimostra l'efficacia del coenzima Q10 nella miopatia (dolori muscolari) legata all'uso di statine

Aggiornamento 11/11/2018

Un post della dott.ssa Tomasi

Recentemente è stato scoperto un errore statistico nella stima della dose alimentare raccomandata (RDA) per la vitamina D; in una corretta analisi dei dati utilizzati dall'Institute of Medicine, è stato riscontrato che 8895 UI/d erano necessari per il 97,5% degli individui per raggiungere valori ≥50 nmol/L..... La più grande meta-analisi mai condotta di studi pubblicati tra il 1966 e il 2013 ha mostrato che livelli di 25 idrossvitamina D <75 nmol/L possono essere troppo bassi per la sicurezza e associati ad una maggiore mortalità per tutte le cause..... Questo potrebbe portare ad una raccomandazione di 1000 UI per i bambini <1 anno con latte artificiale e 1500 UI per bambini allattati al seno di età superiore ai 6 mesi, 3000 UI per i bambini >1 anno di età, e circa 8000 UI per i giovani adulti e per le età successive. Sono necessari interventi urgenti per proteggere la popolazione mondiale dalla carenza di vitamina D


Aggiornamento 15/11/2018

La supplementazione con probiotici ha effetti positivi nel quadro metabolico (insulina, colesterolo e trigliceridi) delle donne con PCOS
Il cromo picolinato invece migliora testosterone, insulina e BMI (peso). 
Secondo una revisione degli studi sulla supplementazione per migliorare muscoli e prestazioni atletiche nelle persone ultrasessantenni, quelli più efficaci sono le miscele di  amminoacidi essenziali e l'HMB
Aggiornamento 18/11/2018

Perché insisto spesso sull'introduzione del magnesio (Mg), anche come integratore? Rispondo citando una review sull'argomento

Oltre la metà degli americani introduce meno magnesio di quanto indicato dai livelli minimi. Questo è dovuto anche al fatto che:

(i) Ci sono livelli ridotti di Mg in molti alimenti trasformati e in alcuni alimenti non biologici. La maggior parte degli alimenti acquistati ha ridotti livelli di Mg.
(ii) Alimenti comuni come carne (18-29 mg/100 g), zucchero (0 mg/100 g) e farina bianca (20-25 mg/100 gm) contribuiscono a coprire meno del 20% del fabbisogno giornaliero di Mg .
(iii) La cottura e l'ebollizione dei prodotti comportano un significativo declino del contenuto di Mg del cibo.
(iv) Ridotto assorbimento gastrointestinale di Mg si verifica in caso di carenza di vitamina D, un problema comune nelle culture occidentali.
(v) Molti farmaci di uso comune (ad es. alcuni antibiotici, antiacidi e farmaci ipertensivi) diminuiscono l'assorbimento di Mg.
(vi) Alcuni pesticidi comunemente usati hanno la propensione a chelare i minerali, riducendo potenzialmente il contenuto di Mg nel suolo e in alcune colture.
(vii) Si verifica un'eccessiva escrezione di Mg con l'uso di alcol e la presenza di diabete di tipo 1 o di tipo 2.
(viii) Fumare riduce la concentrazione plasmatica di Mg.
(ix) Si è dimostrata una riduzione nel suolo di alcuni nutrienti essenziali a seguito di tecniche di fertilizzazione che non coprono lo spettro dei minerali necessari.
(x) Le monocolture hanno la tendenza a consumare sostanze nutritive specifiche.
(xi) L'assorbimento del magnesio si riduce con l'invecchiamento fino al 30%.

Livelli corretti di Mg aiutano a prevenire e gestire malattie come asma, osteoporosi, crampi muscolari, preeclampsia, emicrania, diabete e sue complicazioni, depressione, insonnia, dipendenza dal fumo, tumori, calcoli renali, malattie cardiovascolari, fibrillazione atriale e aritmie, insufficienza cardiaca e renale, ipercolesterolemia, sindrome premestruale, glaucoma e cataratta, condizioni neurologiche (demenza, ADHD, schizofrenia, Parkinson).

L'articolo si conclude con "nella pratica clinica, l'ottimizzazione dello stato del magnesio attraverso la dieta e l'integrazione sembra essere una terapia sicura, utile e ben documentata per diverse condizioni mediche".
Aggiornamento 19/11/2018

Secondo la posizione dell'Academy USA i supplementi di micronutrienti sono necessari quando i requisiti non sono soddisfatti attraverso la sola dieta. Le persone coinvolte sono dunque quelle in crescita, con malattie croniche, uso di farmaci, malassorbimento, gravidanza e allattamento e invecchiamento, perché possono essere particolarmente a rischio di assunzione di una dieta che non copra i fabbisogni.
Aggiornamento 21/11/2018

I neonati devono assumere la vitamina D, con un'integrazione di 400UI al giorno. Se la si vuole assumere solo dal latte della mamma, per raggiungere quantità significative ed efficaci la mamma deve assumerne tra le 4000 e le 6400UI al giorno

Aggiornamento 28/11/2018

Due modi diversi di divulgare lo stesso studio, il VITAL, in cui si sono somministrati 2000UI di vitamina D e 1g di omega 3 al giorno Vs solo omega 3 Vs placebo.

Medscape ci dice che non ci sono state riduzioni né dei tumori né degli eventi cardiovascolari.
Viene poi aggiunto " risultati sono stati un po' più ottimisti per alcuni degli outcome secondari, con una riduzione del 28% del rischio di infarto da  nel gruppo che riceveva solo omega-3 e una riduzione del 77% del rischio di infarto tra i neri partecipanti al gruppo omega-3, tant'è che "Se questa scoperta è confermata e replicata, potrebbe indicare un approccio molto promettente per ridurre il rischio coronarico tra gli afro-americani", ha detto Manson, la principale ricercatrice, in un comunicato stampa.

NutraIngredients-USA.com  ci dice invece che, per la vitamina D vi è stata comunque una riduzione della mortalità da cancro quando si sono esclusi i dati del follow-up iniziale. Inoltre "VITAL ha indicato che la vitamina D3 quotidiana e / o EPA + DHA sotto forma di esteri etilici degli  omega-3 non hanno raggiunto l'outcome primario del trial di ridurre significativamente gli eventi cardiovascolari maggiori (CVD). Tuttavia, gli omega-3 hanno ridotto il rischio di infarto miocardico totale e fatale del 28% e del 50%, rispettivamente. Una riduzione del rischio del 17% è stata registrata per la cardiopatia coronarica totale, rispetto al placebo".

Aggiornamento 5/12/2018

Un grammo al giorno di vitamina C in persone diabetiche ha portato alla diminuzione della glicemia postprandiale giornaliera, dell'iperglicemia postprandiale e del tempo trascorso in iperglicemia. Inoltre, rispetto al placebo, le pressioni arteriose sistolica e diastolica sono diminuite rispettivamente di 7 e 5 mmHg.
Aggiornamento 8/12/2018

I micronutrienti che sono più spesso carenti nell'alopecia areata sono folati, vitamina D e zinco
Aggiornamento 14/12/2018

Il magnesio è fondamentale per il metabolismo della vitamina D, così supplementare quest'ultima può essere inutili senza introduzione adeguata del magnesio, e potrebbe essere correlato con gli esiti negativi di alcuni trial recenti

La citrullina è efficace nell'abbassare la pressione di persone pre- o francamente ipertese

Aggiornamento 16/12/2018

Anche la sovrametilazione è un problema, e la decisione se integrare (di solito con vitamine del gruppo B metilate) dovrebbe sempre essere presa osservando con attenzione i sintomi, anche perché molti sono gli stessi di chi ha scarsa metilazione.
Mentre coloro che hanno ipometilazione tendono ad avere bassi livelli di neurotrasmettitori, causando sintomi come stanchezza e depressione, gli overmetilatori producono elevate quantità di neurotrasmettitori (in particolare dopamina, norepinefrina e serotonina), con conseguente ansia. Gli overmetilatori possono anche essere soggetti a un aumento dei livelli di citochine infiammatorie, contribuendo ulteriormente all'ansia e ai disturbi della salute mentale.
Inoltre, gli overmetilatori hanno un elevato rapporto rame/zinco, quindi gli integratori di rame possono esacerbare i sintomi, mentre la supplementazione di zinco può essere utile. Il rame libero elevato negli overmetilatori è associato a disturbi della funzione tiroidea, produzione di ormoni surrenali e bassi livelli di istamina. Dal momento che il rame inibisce la sintesi del glutatione, gli overmetilatori presentano livelli più elevati di stress ossidativo e rischi per la salute associati.
Aggiornamento 26/12/2018

Una serie di revisioni sistematiche di trial RCT mostra l'efficacia del resveratrolo in differenti situazioni: riduzione dei marker di infiammazione e stress ossidativo, riduzione del colesterolo cattivo, dell'emoglobina glicata, della pressione nei diabetici, aumento dell'adiponectina (citochina antinfiammatoria), miglioramento della composizione corporea.
Aggiornamento 27/12/2018

Avere betacarotene alto nel sangue è associato a una riduzione generale delle malattie cardiovascolari, delle cardiopatie, dell'ictus, del cancro e di altre cause di mortalità, secondo uno studio prospettico realizzato sui dati del vecchio ATBC.
Ciò non significa integrare caroteni, che come abbiamo visto potrebbe essere pericoloso, soprattutto nei fumatori ma assumere frutta e verdura che sono le migliori fonti.La frutta e la verdura sono le fonti predominanti di molti altri micronutrienti bioattivi, tra cui polifenoli, vitamina C, fibre, folati, flavonoidi, altri carotenoidi e diversi minerali che hanno molteplici meccanismi biologici oltre le proprietà antiossidanti, compresa la regolazione degli enzimi di disintossicazione (monoossigenasi CYP), attivazione del sistema immunitario, modulazione del metabolismo ormonale e effetti antibatterici e antivirali.
Quindi, il beta-carotene sierico può essere usato come biomarcatore degli effetti benefici dell'assunzione di vegetali.
Si suppone che, essendo il beta carotene trasportato esclusivamente dalle lipoproteine ​​nel sangue ed essendo principalmente associato alle LDL (lipoproteine ​​a bassa densità), esso possa giocare un ruolo nella modificazione dell'ossidazione delle LDL e della perossidazione lipidica, riducendo conseguentemente il rischio di CVD e la mortalità. Infatti l'ossidazione delle LDL è considerata avere un ruolo importante nell'aterogenesi.
Aggiornamento 29/12/2018

Frutta e verdura sono alimenti che proteggono dalle IBD (morbo di Crohn e colite ulcerosa), mentre grassi animali, omega 6, grassi trans e zuccheri aumentano il rischio. Anche i cibi contenenti cistina (aminoacido solforato) possono creare problemi. Tra i nutrienti, lo zinco e gli omega 3 appaiono protettivi. L'integrità della barriera intestinale e il microbiota hanno un ruolo fondamentale. Tra le diete utilizzabili, dieta FODMAP, SCD (carboidrati specifici), paleodieta hanno diverso grado di evidenza e di efficacia, ma la personalizzazione appare il migliore approccio. Le integrazioni di omega 3, curcumina e vitamina D possono dare sollievo ma hanno effetto soggettivo. Emulsionanti come carbossimetilcellulosa e polisorbato 80, presenti anche in integratori per bambini, possono promuovere la colite, e in generale evitare alimenti industriali sembra la strategia migliore

Probiotici (VSL3 e E. coli Nissle1917), cannabis e alcune erbe possono aiutare.
Aggiornamento 30/12/2018

La fibra alimentare protegge il sistema cardiovascolare perché viene fermentata dai nostri batteri a propionato, che riduce l'infiammazione e modula il sistema immunitario in modo da ridurre ipertrofia cardiaca e fibrosi, suscettibilità alle aritmie cardiache e lesioni aterosclerotiche."Il proponiato potrebbe essere importante nel migliorare la salute cardiovascolare, poiché sia ​​l'aterosclerosi che il rimodellamento cardiaco ipertensivo sono stati significativamente ridotti nel trattamento con propionato nel nostro studio. È interessante notare che diversi sottogruppi di batteri intestinali sono in grado di produrre propionato, alcuni dei quali sono stati mostrati essere meno abbondanti nell'ipertensione sperimentale e nei pazienti ipertesi.
Di conseguenza, l'integrazione orale con propionato o suoi precursori può essere utile in individui ipertesi per prevenire danni agli organi bersaglio. Le attuali linee guida sull'ipertensione raccomandano modifiche dello stile di vita prima dell'inizio di qualsiasi trattamento farmacologico antiipertensivo.
L'aumento dietetico del propionato è un intervento accessibile, e le nostre osservazioni suggeriscono che questo potrebbe essere un nuovo approccio per prevenire i danni da ipertensione agli organi bersaglio".
La supplementazione con vitamina E riduce la mortalità nelle persone con steatoepatite avanzata
Aggiornamento 4/1/2019
La carenze di vitamina D sembra aumentare il rischio di alterazioni del ciclo mestruale, come oligomenorrea e amenorrea. Potrebbe essere dovuto al fatto che in questa condizione aumentano i recettori per gli estrogeni e si riducono quelli progestinici (dominanza estrogenica).
La carenze di vitamina D aumenta anche il rischio di fibromi uterini
Aggiornamento 8/1/2019
La colina è un nutriente essenziale ma riconosciuto tale da appena 20 anni. Si trova in alcuni prodotti di origine animale come fegato, uova, salmone, carne alimentata a erba, e vegetale come crucifere (cavoli e simili), mandorle e germe di grano.
In particolare è indispensabile per le future mamme per la formazione delle strutture neurologiche del nascituro, ed è importante negli anziani per proteggere dalla neurodegenerazione.
La tavola rotonda degli esperti ha concluso che: "negli USA c'è generalmente una carenza di introduzione di colina. Il fabbisogno di colina di un individuo dipende dal proprio genotipo e si dovrebbe fare di più per educare i consumatori e gli operatori sanitari sull'importanza degli alimenti ricchi di colina nella dieta. La colina deve essere integrata nel regime di integrazione prenatale.
La ricerca attuale suggerisce che il mancato raggiungimento dei livelli di adeguatezza è probabilmente dannoso per la salute, in particolare per quanto riguarda la funzionalità epatica e muscolare negli adulti sani, così come la funzione cognitiva nel feto in via di sviluppo e nel bambino. Le future conseguenze neurologiche dovute a introiti subottimali della colina materna potrebbero essere identificate nella ricerca clinica umana futura.
Si devono aggiornare e rivalutare i fabbisogni di questo nutriente".
Chi dovrebbe assumere un multivitaminico? In generale il cibo in una persona che mangia a sufficienza e variato è più che sufficiente a coprire i fabbisogni.
Alcuni gruppi di persone possono però beneficiarne: anziani a rischi di malnutrizione, chi segue diete che eliminano gruppi alimentari (esempio i vegani), chi segue una dieta tipica occidentale che non copre i fabbisogni, chi si sente stanco e stressato.
Aggiornamento 12/1/2019
Un'antica tradizione medica (a parte alcuni casi di persone illuminate) evita di considerare la quantità di muscolo come parametro metabolico, ma è più che dimostrato che una bassa massa muscolare influisce negativamente sugli esiti di salute in una varietà di stati patologici (ad esempio, BPCO, cancro, malattie cardiovascolari) e porta ad un aumentato rischio di riammissione e mortalità nei pazienti ospedalizzati. Finalmente la bassa massa muscolare è stata recentemente inclusa nei parametri della malnutrizione.
In questo articolo i ricercatori spiegano l'importanza di focalizzarsi sull'aumento di muscolo anziché il solo aumento di peso, attraverso percorsi adeguati che abbinino attività fisica e supplementi come aminoacidi essenziali, HMB, omega 3, vitamina D
Aggiornamento 20/1/2019
In persone con BPCO, (broncopneumopatia cronico-ostruttiva) alzare i livelli di vitamina D riduce la severità della malattia

Aggiornamento 25/1/2019

Nella prevenzione dell'osteoporosi, l'assunzione eccessiva di calcio (più di 1500 mg totali al giorno) potrebbe essere associata ad un aumentato rischio di calcoli renali e, meno certamente, di eventi cardiovascolari. Dosi elevate intermittenti di vitamina D (60.000 UI mensili o 500.000 UI all'anno) sono state associate ad un aumentato rischio di cadute e fratture e la dose giornaliera raccomandata non deve superare 4000 UI, tranne in caso di malassorbimento.


Aggiornamento 30/1/2019
Abbinare 5000 unita di vitamina D al giorno alla terapia per dermatite atopica migliora la severità della malattia.
Aggiornamento 2/2/2019

Nonostante gli ultimi studi non siano stati favorevoli, la posizione sugli omega 3 dopo malattia cardiaca della American Heart Association​ non cambia: "Il trattamento con integratori di PUFA omega-3 è ragionevole per questi pazienti. Anche una potenziale modesta riduzione della mortalità per malattia coronarica (10%) in questa popolazione clinica giustificherebbe il trattamento con una terapia relativamente sicura". Gli effetti collaterali sono infatti rari (sanguinamento) e modestissimi.
Si raccomanda anche il trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca  senza preservata funzione ventricolare sinistra per ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni.
Si sconsiglia il trattamento per prevenire gli ictus in pazienti ad alto rischio cardiovascolare e recidiva di fibrillazione atriale.

Chi è sotto trattamento con cortisonici non dovrebbe assumere omega 3: infatti l'effetto di perdita di massa muscolare tipico dei glucocorticoidi viene aumentato da questi grassi mediante l'attivazione di vie metaboliche.

Aggiornamento 7/2/2019

L'acido alfalipoico è efficace nell'abbassare la PCR, un marker di infiammazione

Aggiornamento 10/2/201
L'integrazione con aminoacidi essenziali è il miglior modo per curare la perdita di muscolo nelle persone in condizioni critiche
Aggiornamento 11/2/2019

L'integrazione di magnesio e vitamina E riduce le ulcere nelle persone con piede diabetico. Migliora inoltre i parametri metabolici (trigliceridi, glicemia, colesterolo), lo stato degli antiossidanti e l'infiammazione
Da una revisione generale sugli effetti del magnesio emerge che riduce fortemente il rischio di ospedalizzazione nelle donne in gravidanza e sia l'intensità che la frequenza dell'emicrania. Riduce inoltre il rischio di diabete e ictus come già noto.
Il 75% delle persone ha livelli inadeguati di vitamina D, per questo molti ricorrono all'integrazione. Il magnesio (Mg) è essenziale nel metabolismo della vitamina D, e l'assunzione di grandi dosi di vitamina D può indurre una grave deplezione di Mg. L'integrazione di magnesio deve essere considerata insieme alla terapia con vitamina D. Infatti la sua carenza causa riduzione dei recettori per la vitamina D, del PTH, aterosclerosi e ipocalcemia. Non esiste un metodo affidabile per verificare i livelli di magnesio nel sangue, ma assumerlo è facile sia con cibi di qualità che con integratori. La supplementazione va ridotta o evitata in caso di problemi renali.

Aggiornamento 20/2/2019

Alcune segnalazioni di conflitto d'interesse nelle recenti ricerche su omega 3 e altro.

La vitamina D è fondamentale per la salute cerebrale perché supporta lo sviluppo e il mantenimento dei neuroni. Schizofrenia e depressione sono tipicamente legate ad una sua carenza
Aggiornamento 24/2/2019

L'anemia perniciosa o megaloblastica è dovuta alla carenza di vitamina B12 (o folati) ed è caratterizzata da globuli rossi grandi ma poco efficienti. 
In questo caso i livelli di B12  (e folati) erano normali, ma le forme rilevate di vitamina B12 non erano quelle attive, e quindi la carenza era reale. 
La malattia si è risolta con la somministrazione di metilcobalamina (la forma attiva)
L'uso degli integratori per la prestazione sportiva
Aggiornamento 26/2/2019

Secondo l'ultima revisione degli studi, la vitamina D riduce la mortalità da tumori ma non l'incidenza
Aggiornamento 1/3/2019

Assumere un multivitaminico durante le prime settimane di gravidanza sembra ridurre il rischio di autismo nella prole, nelle persone con predisposizione familiare, ed eventualmente la gravità della condizione. Ricordiamo che le linee guida consigliano l'acido folico già durante la pianificazione della gravidanza. L'esposizione al piombo e a scarsi livelli di zinco e manganese sembra invece aumentare il rischio. 


Aggiornamento 5/3/2019
Le persone anziane hanno inferiore capacità anabolica nei muscoli (aumento della massa magra), e vanno facilmente in sarcopenia. La stimolazione della massa magra è direttamente proporzionale agli aminoacidi essenziali presenti in un pasto, mentre aumentare semplicemente le proteine porta ad un aumento degli aminoacidi persi per ossidazione. Gli omega 3 migliorano la risposta anabolica negli anziani modulando mTOR e la fluidità di membrana.

Attenzione agli integratori di ferro: possono favorire una selezione dei batteri patogeni e provocare irritazione e infiammazione intestinale

Aggiornamento 5/3/2019
Una delle limitazioni del coenzima Q10 è che è scarsamente disponibile quando somministrato per via orale. Forme maggiormente biodisponibili probabilmente daranno risultati migliori.

La vitamina D può aiutare a gestire i sintomi depressivi
Aggiornamento 7/3/2019
1 grammo di vitaminaC al giorno migliora pressione e glicemia postprandiale in persone diabetiche


Aggiornamento 10/3/2019
Ieri una bella puntata (a parte questo) di PresaDiretta raccontava che la vitamina D non serve a nulla, ma ovviamente non è vero. Serve (anche) per prevenire la degenerazione cerebrale. Nei modelli animali la sua carenza è legata a perdita di cellule dell'ippocampo (centro della coordinazione e della memoria) e deficit cognitivi e di plasticità neuronale che causano malattie come schizofrenia e depressione

Aminoacidi essenziali e vitamina D proteggono le persone con problemi renali dalla sarcopenia
Aggiornamento 3/4/2019

La malnutrizione aumenta il rischio delle persone che si sottopongono a intervento chirurgico, e la sarcopenia spesso non viene neanche individuata. La vitamina D e l'albumina basse sono predittive di alto rischio e si dovrebbe correggere queste carenze prima di operare.
Il digiuno perioperatorio può esacerbare la risposta allo stress chirurgico e intensificare la perdita di proteine; quindi, il digiuno preoperatorio dovrebbe essere evitato.
Una dieta ad alto contenuto di aminoacidi essenziali e carboidrati, anche con integratori appositi, riduce i rischi perioperatori, ed è fondamentale per ridurre la perdita di tessuti catabolizzati per riparare quelli operati. La review conclude con "In sintesi, è ormai chiaro che è necessario un invito all'azione per garantire che in futuro nessun paziente venga sottoposto a chirurgia elettiva senza screening nutrizionale e intervento nutrizionale strutturato".

Aggiornamento 4/4/2019

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) colpisce molte donne, e si manifesta con insulino-resistenza, tendenza a mettere grasso addominale, irsutismo e altri segni. 
L'alimentazione a basso indice e carico glicemico, antinfiammatoria e tendenzialmente mediterranea può aiutare
Tra i nutrienti più importanti ci sono il magnesio e lo zinco. Tra i supplementi utilizzabili folati e vitamina D (per l'infiammazione), inositolo, omega 3 e N-acetilcisteina (per la fertilità), cannella, cromo e acido alfalipoico per la sensibilità insulinica.

Aggiornamento 7/4/2019

Nello studio REDUCE--IT, 4g al giorno di una particolare forma di omega 3 riducono gli eventi cardiovascolari del 30% in persone con ipertrigliceridemia e in cura con statine.

Secondo le linee guida ESPEN gli anziani dovrebbero bere almeno 1,6 e 2 litri d'acqua al giorno (rispettivamente femmine e maschi) e assumere supplementi se non riescono a coprire i fabbisogni nutrizionali e sono a rischio di malnutrizione, o in seguito a fratture.
Aggiornamento 8/4/2019

Le persone in cura con cortisonici dovrebbero assumere calcio e vitamina D per proteggersi dall'osteoporosi

Aggiornamento 9/4/2019

Vitamina A, vitamina K, magnesio, zinco e rame appaiono associati a una ridotta mortalità cardiovascolare e per tutte le cause, ma l'effetto protettivo è limitato all'assunzione di sostanze nutritive dai cibi, non da integratori. L'assunzione eccessiva di calcio da integratori è stata associata ad un aumentato rischio di morte per cancro. Probabilmente alcuni fattori rendono i nutrienti più efficaci se provenienti dal cibo e non isolati in un supplemento.
Aggiornamento 10/4/2019


4000 unita di vitamina D al giorno, abbinate alla chemioterapia, possono migliorare la sopravvivenza delle persone con tumore del colon-retto con metastasi. I risultati sono migliori nelle persone con peso inferiore
Aggiornamento 14/4/2019

Le persone con tumore esofageo e perdita di massa magra (sarcopenia e successivamente cachessia) dovrebbero assumere supplementi orali con alte dosi di HMB e EPA. Il primo supporta la massa magra, il secondo riduce l'infiammazione e lo stato di ipercatabolismo.

Aggiornamento 15/4/2019

La creatina è efficace nel migliorare le performance dei calciatori, soprattutto quelle legate alla prestazione anaerobica.
Aggiornamento 18/4/2019

Quasi la metà dei bambini con problemi psichiatrici ha carenza di vitamina B9 (folati) e uno su 5 di vitamina B12. Questo forse è dovuto alla riduzione della sintesi del glutatione e della guaina mielinica che ricopre i neuroni, che dipendono da queste vitamine.


Aggiornamento 26/4/2019
I bambini con ADHD (deficit di attenzione e iperattività) sembrano avere deficit di alcune vitamine ed eccesso di omocisteina, un metabolita che il corpo deve smaltire. Non è uno studio che dimostra causalità, ma solo associazione, che potrebbe essere dovuta all'alimentazione povera di questi bambini, ma alcuni studi in cui si migliora l'alimentazione e/o si integrano le carenze il comportamento dei bambini migliora.
Quali supplementi aiutano sotto le lenzuola? Il fieno greco può dare una mano, ma attenzione alle interazioni con anticoagulanti. Ha inoltre effetti ormonali sulle cellule cancerose. Lo stesso vale per il ginseng rosso. La yohimbina è effettiva 4 volte più del placebo, ma interagisce con la caffeina e può dare problemi cardiaci.
Il DHEA (e l'estratto di Tribulus terrestris che ne contiene un precursore) pare funzionare ma i suoi effetti a lungo termine sono sconosciuti. In generale nessuno è raccomandabile con sicurezza.


Aggiornamento 30/4/2019
Buone notizie per i consumatori Herbalife, i famosi prodotti concepiti da premi Nobel: forse non dovranno preoccuparsi in futuro di comprare altro cibo, non ne avranno bisogno.

Dalla traduzione automatica di Google:
"Herbalife® è un'azienda globale di nutrizione e gestione del peso che vende e commercializza supplementi nutrizionali e per la perdita di peso. La Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha descritto Herbalife® nel 2016 come una truffa mascherata da  vita sana. Le lesioni epatiche associate a Herbalife® sono state segnalate in diversi paesi occidentali. L'India sta rapidamente diventando il più grande mercato in crescita per i prodotti Herbalife®, che dovrebbe superare gli Stati Uniti nel fatturato. Riportiamo il primo caso di insufficienza epatica acuta fatale nella regione  del Pacifico asiatico, in una giovane donna che ha consumato prodotti Herbalife® per 2 mesi. Presentiamo anche dati inquietanti che mostrano contaminazione da metalli pesanti, composti tossici, sostanze psicotrope e contaminazione batterica patogena in prodotti simili a Herbalife®  in India. La crescita di Herbalife® in India e l'espansione dei suoi "club di nutrizione" nelle grandi città che promettono falsi  benefici per la salute suscitano preoccupazione per la salute pubblica". Imparate a non affidare la vostra salute a venditori travestiti da nutrizionisti.

Aggiornamento 5/5/2018
La CFS, sindrome da fatica cronica, sembra associata con alcune infezioni come EBV (mononucleosi), virus erpetici ed enterici, metalli pesanti come nichel, cadmio e mercurio, alterazione del microbiota.
Questo porta ad alterazioni del sistema immunitario e stress ossidativo.
Dal punto di vista alimentare è possibile migliorare le condizioni lavorando sulla funzionalità mitocondriale e antiossidante, bilanciando l'azione del sistema immunitari
Le carenze spesso riscontrate sono vitamina C, complesso vitaminico B, sodio, magnesio, zinco, folati, carnitina, triptofano, acidi grassi essenziali e coenzima Q10.
Antiossidanti, multivitaminici, probiotici, NAD+  possono aiutare a migliorare la condizione.
Aggiornamento 6/5/2018
I supplementi consigliati e quelli da evitare con i farmaci

Aggiornamento 22/5/2019
Il NAC (N-acetil cisteina) è un precursore del glutatione, il maggiore antiossidante cellulare. Somministrarlo agli sportivi però può essere controproducente se fatto vicino all'allenamento. Infatti "l'uso intensivo di antiossidanti può avere un effetto negativo sulle prestazioni muscolari e sul recupero, probabilmente alterando le vie di segnalazione che mediano l'infiammazione, il recupero muscolare e la biogenesi mitocondriale e il metabolismo energetico correlato". L'infiammazione è in questo caso un segnale necessario per favorire l'ipertrofia.
Aggiornamento 27/5/2019
La carenza di vitamina D in gravidanza sembra aumentare il rischio di diabete gestazionale (GDM). I meccanismi non sono chiari, potrebbe essere dovuto alla disponibilità del calcio nella secrezione di insulina, o grazie al suo effetto antinfiammatorio. Infatti l'infiammazione cronica può scatenare la disfunzione o la morte delle β-cellule e indurre direttamente la resistenza all'insulina.
I difetti nella secrezione di insulina e nella sensibilità all'insulina (insulino-resistenza) possono contribuire allo sviluppo del GDM. Attraverso l'inibizione della produzione e dell'azione delle citochine infiammatorie, la vitamina D può ridurre l'infiammazione sistemica e promuovere la sopravvivenza delle cellule pancreatiche.

Aggiornamento 28/5/2019
Secondo una revisione degli studi sull'effetto della vitamina D nei pazienti psichiatrici, la supplementazione è efficace nel migliorare gli score di depressione e qualità del sonno, e nei marker di infiammazione e stress ossidativo. Le persone affette da disturbi di questo genere sono quasi sempre carenti a causa della loro dieta povera e la poca vita all'aria aperta
Aggiornamento 31/5/2019
Probiotici e simbiotici sono utili a migliorare il profilo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2, secondo una revisione degli studi.

"Considerando i limiti negli studi individuali,  prebiotici e simbiotici non possono essere prescritti come medicina alternativa nel T2DM, ma i pazienti possono trarre beneficio da questi integratori come se fossero un consiglio complementare insieme alle modifiche dello stile di vita e ai farmaci".
Aggiornamento 1/6/2019
La vitamina D protegge i neuroni e li aiuta nel loro funzionamento
- supportando la produzione di neurotrasmettitori (questo è il motivo per cui le persone si sentono felici e di conseguenza dormono meglio, purché evitino la luce blu e verde la notte)
- aiutando a regolare il rilascio di neurotrasmettitori
- impedendo la perossidazione (molto importante perché il cervello ha una bassa capacità antiossidante)
-in generale aiuta nella cognizione
Aggiornamento 2/6/2019
13 settimane di integrazione nutrizionale con Vitamina D (800 UI) e proteine ​​del siero del latte (20g) possono attenuare la progressione dell'infiammazione di basso grado in soggetti anziani sarcopenici con limitazioni di mobilità
Aggiornamento 6/6/2019
Prebiotici e simbiotici migliorano il quadro lipidico e glicemico in persone diabetiche

Aggiornamento 10/6/2019
Le integrazioni da seguire in caso di uso di farmaci (antiacidi, cortisonici, statine e resine sequestranti acidi biliari)
Aggiornamento 14/6/2019

La vitamina D somministrata insieme a un probiotico misto (lattobacilli + bifidi) per 3 mesi migliora i parametri di salute mentale (depressione, ansia e salute generale), capacità antiossidante, infiammazione, colesterolo buono e insulinoresistenza, in persone con diabete.
Aggiornamento 19/6/2019
I mitocondri sono le nostre centrali energetiche. Trasformano i substrati energetici a base di carbonio in ATP, la molecola che la cellula usa per le sue reazioni biochimiche. 
Con l'invecchiamento questi organelli possono diventare difettosi, e non producono più correttamente energia. Alcuni equiparano l'invecchiamento semplicemente alla riduzione dell'efficienza mitocondriale. In questo modo si riduce la produzione di ATP e aumenta quella di lattato, una scoria metabolica che deve essere trattata dal fegato. I grassi non si ossidano ma tendono ad essere immagazzinati. La maggior parte delle malattie o delle condizioni legate all'invecchiamento (diabete, fatica, malattie neurodegenerative, sarcopenia ecc) sono caratterizzate da mitocondri poco efficienti. Aumentano lo stress ossidativo e l'infiammazione.
"L'evidenza che la compromissione della funzione bioenergetica mitocondriale nel muscolo svolga un ruolo cruciale nel determinare il recupero dalle malattie è convincente". Ossia i mitocondri sani fanno la differenza tra chi guarisce e chi rimane malato cronicamente. 
 Molti micronutrienti sono utilizzati dai mitocondri per produrre energia e hanno un ruolo nel prevenire e gestire la disfunzione mitocondriale.
Le carenze dietetiche di proteine, selenio e zinco sono associate a danno cellulare. Tuttavia, un eccesso di antiossidanti può essere anche dannoso e un sovraccarico di nutrienti specifici, come ferro e vitamina C, può portare ad un aumento dell'ossidazione e delle lesioni cellulari.
Vitamine del gruppo B, acido ascorbico, tocoferolo, selenio, zinco, coenzima Q10, caffeina, melatonina, carnitina, taurina, acido lipoico, nitrati e resveratrolo sono tutti nutrienti che possono potenzialmente migliorare la funzione mitocondriale.
Aggiornamento 20/6/2019
Gli omega 3 ad alto contenuto di DHA migliorano la condizione di ragazzi affetti da ADHD dopo 6 mesi di supplementazione
Aggiornamento 22/6/2019
Secondo una revisione degli studi la supplementazione con vitamina D non riduce la mortalità cardiovascolare. Il fatto che le persone con più alti livelli di questa vitamina siano protette è forse dovuta ad altre cause (esempio: vita all'aria aperta).
Aggiornamento 27/6/2019
La vitamina D (4000 UI al giorno) non riduce il rischio di diabete: questo sembra emergere dal D2d Trial. Tuttavia un'analisi più accurata dei dati ci dice che... il rischio si riduce nelle persone con vitamina D in range (sopra i 30 ng/mL) del 12%, cifra che non è stata considerata significativa, e per questo si è superficialmente concluso che non vi è convenienza ad assumerla per prevenire il diabete.
Dall'analisi dei sottogruppi emerge inoltre che nelle persone con grave insufficienza ( < 20 ng/mL) il rischio si riduce del 62%, quindi in chi abbia carenza l'integrazione giornaliera è molto utile.

Aggiornamento 28/6/2019
Solo un quarto degli integratori venduti come "T booster" (potenziatori del testosterone) hanno un minimo di supporto scientifico, e il 10% è addirittura dannoso. La dott.ssa Samplaski, autrice dello studio, ha detto "Il modo più sicuro ed efficace per gli uomini per aumentare i bassi livelli di testosterone è parlare con un medico o un nutrizionista".
Aggiornamento 29/6/2019
Non sempre gli antiossidanti sono amici.
In questo lavoro i ricercatori mostrano come importanti antiossidanti cellulari come vitamina E e N-acetilcisteina, se supplementati, portano all'attivazione di vie metaboliche che favoriscono la diffusione delle metastasi nel tumore polmonare.
La riduzione dello stress ossidativo in questo caso riduce i livelli di eme, e questo porta ad aumento del glucosio intracellulare, della glicolisi, e infine del lattato che è noto per favorire la proliferazione tumorale.
La cellula sta sempre in un delicato equilibrio tra antiossidanti e proossidanti che è pericoloso alterare.
Aggiornamento 2/7/2019
L’integrazione con zinco previene il diabete e migliora il metabolismo glucidico (glicemia e insulina a digiuno e postprandiale) nelle persone che ne soffrono
Aggiornamento 7/7/2019
Il post di un bravo amico medico, Alberto Cerasari.
LA FIBROMIALGIA IN UN GUSCIO DI NOCE 🥥
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Condizione cronica caratterizzata da dolorabilità muscolo-scheletrica diffusa per almeno 3 mesi, fatica e disturbi del sonno. Altri sintomi comuni includono depressione, cefalea, colon irritabile, disturbi del ciclo mestruale, ansia, difficoltà di concentrazione, ipersensibilità a vari stimoli (odori, rumori, luce e tatto), sintomi “allergici”.
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CAUSE: sconosciute, diverse componenti che agiscono su una predisposizione genetica:
- Alterazione della soglia del dolore per cause centrali (Central Sensitivity Syndrome) e periferiche
- Maladattamento a stimoli cronici di tipo stressante, psicologici, fisici, immunitari con riduzione della risposta simpatica e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni
- Ipotiroidismo funzionale (NON visibile con il solo dosaggio del TSH)
- Disfunzione mitocondriale 
- Risposta infiammatoria sistemica con alti livelli di IL-8, IL-10, TNF-a
- Comorbidità nelle altre malattie reumatiche (diagnosi differenziale) e nella Sindrome da Fatica Cronica (CFS).

TRATTAMENTO CONVENZIONALE: farmaci (miorilassanti, antidepressivi, analgesici, etc.) e terapia di supporto, spesso non sufficienti specialmente in termini di qualità di vita. 
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NUTRIZIONE: dieta antinfiammatoria, ricca di antiossidanti ed omega-3, evitando cibi processati, cereali raffinati, farine, zuccheri in eccesso, grassi idrogenati, potenziali triggers (glutammato monosodico, aspartame).
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INTEGRAZIONE: omega-3, magnesio, CoQ10, complesso B, SAMe, vitamina D, ribosio, L-acetil-Carnitina. C’è chi utilizza infusioni endovena di vitamine ed antiossidanti con beneficio clinico.
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ESERCIZIO FISICO: adattato e progressivo, pratiche orientali e meditative, esercizi aerobici, di forza e di flessibilità a carico ed intensità tollerati e crescenti
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PSICOTERAPIA, terapia cognitivo-comportamentale, TERAPIA FISICA MANUALE (Osteopatia) , gestione dello stress, qualità del sonno.
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CORREGGERE ipotiroidismo, bassi livelli di cortisolo

AVERE PAZIENZA, considerare quindi realmente il termine "PAZIENTE". 
Aggiornamento 10/7/2019

L'acido alfalipoico riesce ad abbassare trigliceridi e colesterolo totale e LDL
Tra i supplementi, omega 3 e folati possono ridurre il rischio di alcune malattie cardiovascolari, mentre il calcio insieme alla vitamina D può aumentare il rischio di ictus


Aggiornamento 14/7/2019
La vitamina D previene e può migliorare lo stato delle persone con artrite reumatoide, e solo in piccole dosi costanti si possono evitare potenziali danni.
Le cellule T infiammate nel liquido sinoviale sono relativamente insensibili alla vitamina quindi i tempi per indurre miglioramenti sono relativamente lunghi.
Aggiornamento 15/7/2019
In una piccola raccolta di casi, l'80% dei ragazzi con depressione resistente ai farmaci hanno avuto beneficio dall'uso di metilfolato. La maggior parte di essi avevano mutazione MTHFR.
Aggiornamento 17/7/2019
La taurina aumenta la possibilità di guarigione al primo episodio di psicosi. Vitamine, antiossidanti e omega 3 sembrano efficaci in  particolare se c'è stress ossidativo. Vitamine del gruppo B e minerali possono migliorare lo stato delle persone con schizofrenia
Aggiornamento 19/7/2019  

La supplementazione con vitamina D a dosi di almeno 4000UI al giorno per un periodo di almeno 12 settimane, può portare a miglioramenti  dei livelli di glicemia, sensibilità all'insulina, iperlipidemia e funzionalità ormonale nelle donne con PCOS

Siete alla ricerca di un buon integratore che migliori la performance sportiva? Provate con il succo di barbabietola. Grazie ai suoi nitrati migliorano vasodilatazione, flusso sanguigno e di ossigeno al muscolo, respirazione e biogenesi mitocondriale, captazione del glucosio e contrazione muscolare.

Aggiornamento 21/7/2019  
Sia olio di krill che olio di pesce apportano omega 3 di qualità, e l'uso dei 2 potrebbe essere complementare. L'astaxantina è caratteristica solo del krill.
Aggiornamento 25/7/2019
La carenza di  zinco aumenta il rischio di dermatite atopica
La supplementazione con selenio è capace di abbassare colesterolo totale e trigliceridi
Aggiornamento 29/7/2019
Chi si sottopone a chirurgia bariatrica deve integrare vita natural durante

Aggiornamento 30/7/2019
"La carenza di acidi grassi omega-3, a causa di un'insufficiente assunzione o di un rapido esaurimento delle scorte durante la gravidanza e l'allattamento, è uno dei fattori di rischio della depressione postparto (PPD). Associazioni tra neuroinfiammazione (citochine proinfiammatorie elevate) e neurotrasmissione alterata (bassa attività di trasmissione serotoninergica) e rischio di PPD sono state riportate anche da numerosi studi. Il completamento con olio arricchito con acido eicosapentaenoico (EPA) può ridurre efficacemente la depressione durante la gravidanza e la PPD dopo il parto. Il trattamento a lungo termine con olio arricchito con acido docosaesaenoico (DHA) può essere efficace nel ridurre il rischio di PPD nelle donne sane, ma non nelle donne che allattano. Il DHA da solo non è sufficiente. In conclusione l'integrazione dietetica con acidi grassi omega-3 ricchi di EPA durante la gravidanza o dopo il parto riduce alcuni sintomi associati alla depressione. Anche l'integrazione di DHA in donne in gravidanza in buona salute può ridurre il rischio di PPD".
Aggiornamento 31/7/2019
La supplementazione con vitamina D migliora i parametri del diabete (insulina, emoglobina glicata e insulinoresistenza).
In particolare 5000 UI al giorno di vitamina D per 6 mesi hanno migliorato la sensibilità insulinica di persone diabetiche o con prediabete
Aggiornamento 5/8/2019
Le persone con emicrania spesso presentano carenze nutrizionali. Correggere una di esse, quella di riboflavina (vitamina B2) ha almeno dimezzato la frequenza dell'emicrania in uno studio su 42 pazienti. In media si è passati da un giorno su 2 a un giorno su 10. Dopo 2 anni di trattamento la maggior parte di essi (81%) ha eliminato la patologia, e solo una piccola parte ha continuato a usare una ridotta dose di farmaci. I ricercatori hanno parlato di "neurologia nutrizionale", chiarendo come con un trattamento molto economico si possano risparmiare i soldi dei farmaci.
Aggiornamento 9/8/2019
In soli 7 giorni, la supplementazione con inulina porta a un miglioramento dell'asma, anche più dei cortisonici. Questo avviene mediante variazione del microbiota
"... L'integrazione di fibre solubili modula il microbioma intestinale e l'analisi post-hoc ha identificato le azioni anti-infiammatorie nelle vie aeree, che potrebbero fornire un'opzione non farmacologica alla gestione dell'asma."
Aggiornamento 21/8/2019  
Secondo un nuovo statement dei cardiologi americani, l'ipertrigliceridemia può essere trattata con gli omega 3, con una dose di 4g al giorno (EPA e DHA o solo EPA), per la loro efficacia nel prevenire gli eventi cardiovascolari, con o senza farmaci associati.
Non sono allergenici se altamente purificati, quindi anche chi ha allergia al pesce li può assumere

Aggiornamento 23/8/2019
Secondo una metanalisi la vitamina D non riduce la mortalità in generale, ma quella da tumori del 16%
Aggiornamento 30/8/2019
Le persone che praticano una dieta vegetale potrebbero avere necessità di integrare la colina, un nutriente presente prevalentemente nei prodotti animali e necessario per la salute cerebrale
Aggiornamento 2/9/2019
Sono stati dati dei micronutrienti sotto forma di multivitaminico e minerale a dei bambini con ADHD, ottenendo ottimi risultati, paragonabili a quelli dei farmaci, e senza effetti collaterali. Con l'interruzione alcuni hanno mantenuto il miglioramento, ma molti hanno regredito. Quelli che sono passati al farmaco hanno avuto peggioramento di umore e ansia.
Aggiornamento 4/9/2019
I bambini con ADHD hanno spesso un aumento di bifidobatteri rispetto ai controlli sani. Questi batteri sono ritenuti solitamente salutari, ma in questo caso potrebbero giocare un ruolo nella malattia.
Un multinutriente fa variare la flora, riducendo l'eccesso di bifidi. "Lo studio ha scoperto che i micronutrienti hanno migliorato la funzione generale, ridotto la compromissione e migliorato disattenzione, regolazione emotiva e aggressività nei partecipanti".
Aggiornamento 6/9/2019
Gli acidi grassi Omega-3 e l'integrazione di olio di pesce hanno molti effetti benefici per le persone con sclerosi multipla. Il consumo influenza il livello dei marker infiammatori come TNFα, IL-Iβ, IFN-ϒ e IL-6, riduce il tasso di ricaduta, migliora la qualità della vita e riduce la progressione della malattia. Gli effetti si hanno anche grazie al ribilanciamento del rapporto con gli omega 6 e l'aumento del glutatione. Per avere gli effetti sono necessari 4g al giorno di omega 3 o olio di pesce. Tuttavia, l'efficacia di questa dose o l'integrazione variano in base a molti fattori in particolare la progressione e lo stato della malattia prima di iniziare la supplementazione.
Aggiornamento 7/9/2019
Non tutti sanno che... uno dei compiti del microbiota è produrre vitamine, tra cui i folati. Le indicazioni delle quantità di folati da introdurre quotidianamente sono riferite a persone medie e sane, ma molti, a causa soprattutto dei farmaci che assumono, non ne introducono a sufficienza, con varie conseguenze, dall'anemia ai problemi intestinali.
La metformina, farmaco per diabetici, riduce i folati, anche alterando il microbiota.
Un particolare batterio probiotico, chiamato Intestinibacter bartlettii, resiste all'effetto della metformina e può ridurre gli effetti collaterali, tra cui quelli intestinali.
Aggiornamento 10/9/2019
La carenza di vitamine del gruppo B aumenta il rischio di Parkinson e la loro supplementazione può essere utile negli affetti dalla patologia, soprattutto se assumono levodopa
Aggiornamento 11/9/2019
Una guida a quale supplemento di folato (e non acido folico) utilizzare
Aggiornamento 19/9/2019
La carnitina riduce la pressione minima
Aggiornamento 20/9/2019
Un protocollo di una anno, in cui sono stati supplementati vitamine e minerali, grassi omega 3, carnitina, coenzima Q10, enzimi digestivi, e applicata una dieta salutare senza glutine, caseine e soia, ha migliorato il comportamento in 67 persone con autismo.
Anche la funzione digestiva è migliorata.
Aggiornamento 26/9/2019
La supplementazione con enzimi digestivi è efficace nell'alleviare i disturbi da dispepsia funzionale
Uno dei responsabili della sindrome dell'ovaio policistico potrebbe essere un batterio, Bacteroides vulgatus, che altera gli acidi biliari e il profilo ormonale e infiammatorio. Questo spiega anche perché dieta e probiotici possono aiutare a gestire la condizione
Aggiornamento 27/9/2019
Il magnesio è un minerale fondamentale per la gestione della glicemia. La sua carenza aumenta la produzione di insulina, che a sua volta stimola l'escrezione urinaria di magnesio, creando un circolo vizioso molto pericoloso per la salute. La supplementazione di magnesio deve essere valutata nelle persone diabetiche.

Aggiornamento 28/9/2019
La supplementazione con enzimi digestivi può migliorare la digestione, lo stato infiammatorio (edema) e l'osteoartrite.
Aggiornamento 30/9/2019
Gli ultimi studi sugli omega 3 e il rischio cardiovascolare erano stati piuttosto deludenti, ma una nuova metanalisi evidenzia come possano ridurre il rischio in maniera dose-dipendente. 840mg al giorno riducono il rischio dell'8% , e ogni 1000mg in più riducono il rischio di infarto del 9% e di morte cardiovascolare del 7%. Il rischio di ictus non sembra influenzato.
"Sebbene le raccomandazioni sulla salute pubblica dovrebbero concentrarsi sull'aumento del consumo di pesce, seguire una dieta salutare per il cuore, essere fisicamente attivi e avere altre pratiche di stile di vita salutare, questo studio suggerisce che l'integrazione con omega-3 può avere un ruolo nei pazienti appropriati", ha affermato una degli autori, JoAnn Manson.
Aggiornamento 9/10/2019
Secondo una revisione degli studi sull'utilità dell'approccio dietetico nell'autismo, non vi sono grandi evidenze di efficacia degli interventi non specifici.
Per quanto riguarda interventi più specifici, omega 3 e vitamine possono migliorare alcuni sintomi e funzioni, come linguaggio e comportamento sociale.
I risultati sono comunque modesti e di difficile interpretazione per l'eterogeneità degli studi.
La supplementazione con proteine whey è efficace nell'aumentare gli aminoacidi nel sangue, la creatina kinasi e la mioglobina nei muscoli, migliorando la performance sportiva e il recupero e riducendo il rischio di infortuni.
Aggiornamento 23/10/2019
La creatina si conferma un integratore sicuro per la funzionalità renale
Aggiornamento 24/10/2019
La Endocrine Society ha emesso nuove linee guida sulla gestione della glicemia in chi assume insulina. Controllare la glicemia un'ora e due ore dopo l'inizio del pasto, assumere il pasto glucidico per ultimo, iniziando dall'insalata e dalle proteine, utilizzare dei supplementi che possano ridurre la glicemia postprandiale (500mg di vitamina C 2 volte al giorno, fibre viscose, un cucchiaino di aceto, facendo attenzione allo smalto dei denti) prima del pasto, passeggiare 10 minuti dopo il pasto. Questo può aiutare a ridurre la necessità di insulina e facilitare il dimagrimento.
Aggiornamento 30/10/2019
Il mio nuovo post sulla medicina funzionale, di provata efficacia.
Aggiornamento 31/10/2019
Gli omega 3 riducono la frequenza delle crisi in persone con epilessia resistente ai farmaci, senza apparenti effetti collaterali.
Bastano 800 UI al giorno di vitamina D per un anno per ridurre i marker di betaamiloide e la funzione cognitiva in persone con Alzheimer
Aggiornamento 1/11/2019
La niacina, vitamina B3, utilizzata ad alte dosi come ipolipidemizzante, può dare problemi retinici.
Aggiornamento 4/11/2019
4g al giorno di omega 3 riducono i sintomi e la necessità di farmaci in persone con artrite reumatoide
Aggiornamento 5/11/2019
La nuova "nota96" dell'AIFA Agenzia Italiana del Farmaco chiarisce che "l’approccio più fisiologico della supplementazione con vitamina D è quello giornaliero col quale sono stati realizzati i principali studi che ne documentano l’efficacia; tuttavia al fine di migliorare l’aderenza al trattamento il ricorso a dosi equivalenti settimanali o mensili è giustificato da un punto di vista farmacologico". Alte dosi (oltre 100 mila unità) possono avere effetti paradossi di perdita di osso e aumentato rischio di fratture.
Io continuerò a consigliare dosi giornaliere.
Aggiornamento 11/11/2019
Oltre ad un corretto apporto proteico e in particolare di aminoacidi essenziali, la COPD (broncopneumopatia cronico-ostruttiva) può essere supportata a livello nutrizionale con buone quantità di vitamine liposolubili (A, D, E) che col loro effetto antinfiammatorio e immunomodulatore riducono lo stress ossidativo e l'ossidazione dei lipidi e del glutatione e migliorano la funzionalità muscolare.
Aggiornamento 18/11/2019
Il diabete di tipo 2 è legato a una flora sbilanciata, che rilascia dei metaboliti che portano a uno stato di endotossemia. Questo stato "consuma" la vitamina C e di conseguenza la vitamina E, aumentando lo stress ossidativo. Fornire alte dosi di vitamina C può migliorare l'asse intestino-fegato e migliorare lo stato antiossidante
Aggiornamento 22/11/2019
Alte dosi di EPA (omega 3, 1,2g/die) migliorano i sintomi di bambini e ragazzi con ADHD, soprattutto se c'è carenza, mentre in caso di abbondanza possono anche peggiorare la situazione. L'effetto è superiore a quello del farmaco metilfenidato. I ricercatori precisano che sommando il DHA (l'altro tipico omega 3 a catena lunga) l'effetto potrebbe essere anche migliore
Aggiornamento 26/11/2019
Il supporto nutrizionale con supplementi proteici è efficace in persone ricoverate in stato di malnutrizione o a rischio di malnutrizione
La vitamina D (almeno 1000 UI al giorno) aumenta la forza in donne in post menopausa, in particolare se si parte da livelli sanguigni inferiori a 30 ng/mL

Aggiornamento 28/11/2019
(Con immensa sorpresa visto che è sempre risultata inefficace) La carnitina migliora il peso, la circonferenza addominale, riduce il grasso ma non la percentuale di grasso sul peso totale.
Questo succede facilitando l'ingresso dei grassi nei mitocondri, migliorando l'utilizzo del glucosio nel cervello, riducendo l'appetito e migliorando il rilascio di grassi dagli adipociti, riducendo l'adipogenesi.
Alcuni dubbi rimangono per l'eventuale trasformazione in TMAO, metabolita infiammatorio
Aggiornamento 8/12/2019
Tra i nutraceutici utilizzabili nell'insufficienza cardiaca, solo omega 3 e CoenzimaQ10 si sono rivelati utili, per tutti gli altri i dati sono conflittuali e insufficienti
Aggiornamento 13/12/2019
Il microbiota contribuisce alla nostra salute anche con la produzione di vitamine. Quando si ha carenza di vitamine, anche il metabolismo energetico e l'immunità ne risentono: viene privilegiata la via glicolitica, che sfavorisce l'ossidazione dei grassi, e stimola le cellule immunitarie infiammatorie (Th1, Th2, Th17, macrofagi M1). Invece le vitamine favoriscono la "polarizzazione" verso cellule immunitarie protettive: i folati sostengono i Treg, La B3 i macrofagi M2 e le cellule dendritiche.
Soprattutto nei paesi poveri, alcuni casi di schizofrenia potrebbero essere dovuti a carenza di niacina, condizione tradizionalmente associata con pellagra
Aggiornamento 15/12/2019
La supplementazione con proteine ​​e/o aminoacidi essenziali appare essere sicura, e può aumentare la massa magra e la distanza nel test del cammino in persone con insufficienza cardiaca.
Aggiornamento 19/12/2019
Alcuni integratori possono essere utili nella sclerosi multipla, anche se sarebbe sempre prima meglio valutare la situazione iniziale
Gli anziani che fanno attività sportiva possono beneficiare di omega 3 e antiossidanti
Aggiornamento 21/12/2019
Somministrare omega 3 e vitamina D ai bambini a cui si diagnostica il diabete di tipo 1 riduce la necessità di insulina nei mesi successivi
Aggiornamento 25/12/2019
100mg di riboflavina (vitamina B2) al giorno per 3 settimane riducono i marker di infiammazione e gli indici di attività clinica in persone con morbo di Crohn L'uso di antiossidanti, come vitamina A, C ed E, B12, coenzima Q10 e carotenoidi sembra ridurre la sopravvivenza in persone con tumori, se somministrati prima o durante la chemioterapia. Il ferro aumenta la ricorrenza. Vitamina D e multivitaminici non hanno mostrato effetti. Lo studio è fatto su un numero relativamente piccolo di persone, ma conferma un'idea che si sapeva già, ossia che gli antiossidanti interferiscano con l'azione della chemio e possano promuovere la sopravvivenza del tumore
Aggiornamento 30/12/2019

La maggior parte delle pancreatiti croniche possono migliorare eliminando alcol e fumo. Dal punto di vista nutrizionale alcuni antiossidanti ed enzimi digestivi possono supportare la dieta bilanciata, soprattutto in quella non legata all'alcol.
Aggiornamento 9/1/2020
La British Dietetic Association ha deciso di raccomandare la supplementazione di vitamina D a tappeto, 10 microgrammi al giorno, soprattutto in autunno e inverno
In un piccolo studio (42 donne) La vitamina D (50mila unità a settimana per 3 mesi) riduce il TSH e gli anticorpi antiTG (ma non quelli antiTPO) in donne con Hashimoto. Gli ormoni tiroidei non hanno subito variazioni
Aggiornamento 17/1/2020
In diversi studi la vitamina D è risultata inefficace e quindi molti l'hanno bollata come una moda, nonostante si sappia che moduli migliaia di geni.
Ci si dimentica però che questa vitamina con azione ormonale ha bisogno del magnesio come cofattore per essere trasportata, attivata e funzionare correttamente.
In questo studio su persone sovrappeso la vitamina D non riesce ad abbassare il PTH (uno dei suoi principali compiti) proprio perché hanno carenza di magnesio.
Il PTH alto provoca stress ossidativo, è legato ad aumento di peso, infiammazione, rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 18/1/2020
La quantità di vitamina C nel sangue è inversamente proporzionale al rischio di insufficienza cardiaca. Questo non vuol dire automaticamente che la vitamina C abbassi il rischio. Lo studio infatti specifica che la tale vitamina è un marker dell'introduzione di frutta e verdura; quelle sì che proteggono, grazie alla presenza di tanti composti benefici (e non uno solo). L'integrazione è utile solo in alcuni casi. Alcuni anni fa si fece la stessa osservazione col betacarotene, lo si supplementò e la mortalità aumentò tra i fumatori (studio ATBC). La salute è dovuta a un equilibrio tra i nutrienti, non a uno in particolare.
Aggiornamento 20/1/2020
La supplementazione con creatina e HMB aumenta il testosterone e riduce il cortisolo negli atleti, soprattutto se presi contemporaneamente
Aggiornamento 24/1/2020
L'uso di integrazione con omega 3 si associa a migliori parametri di funzionalità riproduttiva in uomini sani
Aggiornamento 27/1/2020
Alcune specie batteriche (L. reuteri per esempio) "sequestrano" il ferro intestinale, e possono quindi essere utili nell'emocromatosi, viceversa possono essere dannosi nell'anemia
Aggiornamento 31/1/2020
Nelle persone con lieve ipertensione non si capisce esattamente se è conveniente trattare farmacologicamente, per cui la Società Europea dell'Ipertensione ha emesso una posizione ufficiale sull'uso di cibo, integratori e nutraceutici in questa condizione.
La barbabietola grazie ai suoi nitrati naturali appare il cibo più efficace. Tè ricco in catechine, karkadè, sesamo e melagrana hanno effetto più limitato.
Tra gli integratori, vitamina C, magnesio e potassio (attenzione a quest'ultimo in alcune patologie) sono i migliori, tra i nutraceutici gli isoflavoni della soia (in donne postmenopausa), il resveratrolo (nei diabetici) e la melatonina (in chi soffre di ipertensione notturna). Anche probiotici e prebiotici hanno discreta efficacia. Molti altri funzionano (cacao, taurina, omega 3, ecc) ma a dosi elevate e a costi non bassi. In ogni caso non si consiglia di rimuovere gli eventuali farmaci prescritti.
Aggiornamento 5/2/2020
La creatina aumenta la biogenesi di mitocondri (la cui carenza/malfunzionamento sono legati a molte malattie, specie dell'invecchiamento) se abbinata all'allenamento, e così studi futuri potranno "esplorare il potenziale della supplementazione di creatina nel miglioramento delle malattie mitocondriali, tra cui epilessia, miopatie scheletriche e cardiache, epatopatie e nefropatie".
Aggiornamento 7/2/2020
Dare inulina ai bambini ha aumentato il numero di bifidobatteri, ridotto il numero di episodi di febbre e reso le feci più morbide
L'EPA, il grasso omega 3, potrebbe prevenire la cachessia neoplastica (e aiutare nel recupero del peso) riducendo le citochine infiammatorie, alla dose di 1,5g. Non vi è consenso unanime sull'indicazione
Aggiornamento 11/2/2020
La risposta anabolica (aumento di massa magra) alle proteine whey aumenta fino a 6 volte se si sommano anche gli aminoacidi essenziali
Aggiornamento 17/2/2020
La citrullina è efficace nel ridurre stanchezza e dolori negli sport di potenza

Nuove linee guida per le IBD (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn). Per la loro prevenzione si raccomandano più omega 3 e meno omega 6, ed evitare i grassi trans. L'allattamento al seno è un'altro fattore protettivo.
Le persone a rischio dovrebbero verificare un possibile stato di malnutrizione, in quanto la malattia crea carenze nutrizionali. Gli eventuali deficit vanno corretti, soprattutto il ferro in caso di anemia. Il fabbisogno proteico appare più alto della popolazione generale.
Non esiste una dieta valida per tutti, e le diete di esclusione sono raccomandate solo in caso di intolleranze individuali. Alcuni probiotici sembrano utilizzabili nelle forme moderate di RU, e possono favorire il mantenimento della remissione. Le donne in gravidanza e allattamento devono monitorare costantemente lo status nutrizionale ed integrare alcuni micronutrienti. Le persone in sovrappeso devono dimagrire.
Aggiornamento 19/2/2020
Il collagene è efficace nel ridurre rughe e dolori articolari da osteoartrite. Le evidenze per la salute ossea, delle unghie, dei capelli e l'aumento di muscolo sono invece dubbie.
Aggiornamento 1/3/2020
Il potenziale antivirale di alcuni nutraceutici nei confronti dei virus a RNA come il coronavirus
Aggiornamento 3/3/2020
Secondo una revisione sistematica dei potenziali interventi nei confronti del CoVid19, vitamine A, C, D e quelle del gruppo B possono prevenire la malattia e aiutare nella guarigione, in particolare nelle persone con carenza. Gli omega 3 possono supportare la guarigione.
Zinco, selenio e ferro possono contribuire a migliorare la risposta immunitaria. Anche acido α-lipoico, estradiolo e fitoestrogeni hanno potenziale antivirale. Sottolineiamo che non esistono ovviamente studi di intervento in merito, ma solo ipotesi da verificare.
Aggiornamento 4/3/2020
Il dr. Vasquez ricorda l'efficacia della vitamina D nella prevenzione delle infezioni respiratorie; nella revisione sistematica si sottolineò che l'uso di grandi boli mensili, come spesso accade oggi, non è efficace, mentre vi è necessità dell'integrazione giornaliera o settimanale. Aggiunge il dottore che spesso ci si dimentica che la vitamina D agisce correttamente quando abbinata a vitamina A, magnesio e probabilmente cisteina.
Aggiornamento 5/3/2020
La metionina, un amminoacido essenziale solforato, peggiora i problemi intestinali dopo la radioterapia in un modello animale, aumentando stress ossidativo, infiammazione e permeabilità intestinale. I ricercatori sottolineano che "questi risultati mostrano l'importanza del ruolo di un percorso nutrizionale seguito da esperti durante la terapia tumorale e la necessità di un solido background scientifico dietro la vendita di integratori alimentari e affermazioni sui loro effetti benefici".
Aggiornamento 7/3/2020
La betaina può essere carente e la sua supplementazione essere di beneficio in una subpopolazione di persone con schizofrenia, grazie al suo effetto sul ciclo della metionina e sull'omocisteina.
Aggiornamento 10/3/2020
La vitamina D è spesso carente in persone con emicrania, e una dose giornaliera fino a 4000UI può aiutare a ridurre la frequenza degli attacchi insieme alla terapia farmacologica
Aggiornamento 11/3/2020
Senza magnesio la vitamina D non viene trasportata nel sangue, non viene attivata dal rene né dal fegato, non si lega al recettore che rende possibile la sua azione. Ecco poi perché poi magari gli studi concludono che la vitamina non ha avuto effetto. Assumere quantità sufficienti di magnesio (frutta, verdura ed eventuale supplementazione) è fondamentale per una corretta azione della vitamina D. "Lo screening per la carenza cronica di magnesio è difficile perché un normale livello sierico può essere ancora associato a carenza da moderata a grave. Ad oggi, non esiste un test di laboratorio semplice e accurato per determinare lo stato del magnesio nell'uomo. Il Mg è essenziale nel metabolismo della vitamina D e l'assunzione di dosi elevate di vitamina D può indurre una grave deplezione di Mg. Un'adeguata integrazione di magnesio dovrebbe essere considerata un aspetto importante della terapia con vitamina D".
Aggiornamento 10/3/2020
"Lo zinco è un oligoelemento essenziale che è cruciale per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento della funzione immunitaria. La carenza di zinco è sorprendentemente comune, colpisce fino a un quarto della popolazione nei paesi in via di sviluppo, ma colpisce anche popolazioni distinte nei paesi sviluppati a causa dello stile di vita (dieta povera, alcolismo), dell'età (anziani) e dei fattori mediati dalla malattia. Di conseguenza, lo status dello zinco è un fattore critico che può influenzare l'immunità antivirale, in particolare poiché le popolazioni carenti di zinco sono spesso maggiormente a rischio di contrarre infezioni virali. Il trattamento con zinco applicato a una dose terapeutica e nella forma corretta ha il potenziale per migliorare drasticamente la guarigione di infezioni virali croniche e acute, nonché patologie e sintomi associati. Di conseguenza, il ruolo dello zinco come antivirale può essere suddiviso in 2 categorie: 1) integrazione di zinco implementata per migliorare la risposta antivirale e l'immunità sistemica nei pazienti con carenza di zinco e 2) trattamento con zinco eseguito per inibire specificamente la replicazione virale o correlata ai sintomi dell'infezione".
Aggiornamento 14/3/2020
L'omocisteina alta crea stress ossidativo, e aumenta il rischio cardiovascolare, autoimmune ecc ma anche di infertilità. Usare forme particolari di vitamine può correggere l'iperomocisteinemia. "In caso di infertilità di lunga durata e ripetute gravidanze andate male, entrambi i membri di una coppia devono essere testati per i polimorfismi MTHFR, soprattutto prima della donazione di ovociti. Non farlo si dovrebbe considerare una cattiva pratica. Dovrebbe essere raccomandata anche l'integrazione di 5-MTHF (metilfolato) prima di tentare il concepimento o la PMA (riproduzione assistita)"
Lo zinco può aiutare nella guarigione di ferite dovute a pressione (colpi)
Aggiornamento 16/3/2020
Omega 3 abbinati a vitamina D ed E e zinco possono migliorare il controllo glicemico nel diabete gestazionale
Aggiornamento 17/3/2020
Un gruppo di esperti ha rilasciato un position paper sull'uso dei nutraceutici nell'insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco, HF), malattia caratterizzata da scarsa efficienza mitocondriale e legata a ipertensione, malattia coronarica, cardiomiopatia e cardiopatia valvolare. Tra di essi, il Coenzima Q10 (specialmente con dosi ≥200 mg/d) "può essere di beneficio nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, in particolare nella fase iniziale, e potrebbe determinare una riduzione dei principali eventi cardiaci avversi e mortalità totale". "Gli estratti di Crataegus (biancospino) hanno dimostrato benefici in termini di capacità funzionale, controllo dei sintomi e qualità della vita correlata alla salute". Gli omega 3 possono "migliorare la prognosi dell'HF, in particolare in pazienti dopo infarto del miocardio". "Il trattamento con carnitina potrebbe essere efficace per i pazienti con insufficienza cardiaca congestizia come adiuvante della terapia convenzionale, migliorando i sintomi clinici e la funzione cardiaca", riducendo BNP. Il cacao può ridurre il rischio di HF. La vitamina D potrebbe essere utile nella terapia di supporto e migliorare la prognosi, e dev'essere supplementata se carente. Sul magnesio i dati sono incerti, ma l'ipomagnesemia va evitata nei problemi cardiaci. Il ribosio potrebbe offrire un beneficio energetico in pazienti con malattia ischemica, inclusa HF (migliorando in particolare la disfunzione diastolica). Alcuni ceppi di probiotici (in particolare lattobacilli, bifidobatteri, oltre a S. boulardii) potrebbero essere applicati come adiuvanti alla terapia convenzionale nel trattamento dell'HF. Il ferro è utile nelle persone con frazione di eiezione ridotta. Vitamina C ed E non sembrano utili. Altre carenze che spesso si presentano sono zinco, selenio, aminoacidi.
Aggiornamento 20/3/2020
Una nota della Società scientifica di immunonutrizione (ISIN).
"Vi è una mancanza di immunità acquisita nelle popolazioni di tutto il mondo nei confronti di COVID-19, nessun vaccino, incertezza sul vero tasso di infezione nei paesi e, gli anziani sono un gruppo vulnerabile (in particolare quelli nelle case di cura e istituti). La consulenza nutrizionale è quindi considerata appropriata in questo momento. Ci sono molte prove da studi su animali e umani che la nutrizione comprendente antiossidanti e i nutrienti correlati supportano il sistema immunitario, consentendogli di funzionare correttamente. Il consiglio generale è di seguire una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura colorate (per aumentare l'assunzione di antiossidanti e sostanze nutritive associate) per supportare la funzione immunitaria. Un consiglio specifico in relazione agli anziani è di aumentare l'assunzione di vitamina E (134 mg - 800 mg / giorno), zinco (30 mg - 220 mg / giorno), vitamina C (200 mg - 2 g / giorno) e in particolare per quelle persone con basso livello sierico di vitamina D, vitamina D (10 μg - 100 μg / giorno). Questi nutrienti hanno dimostrato di migliorare l'immunità delle cellule T e B negli studi sull'uomo, incluso negli anziani. Non ci sono prove specifiche che queste misure nutrizionali possano aiutare a proteggere o addirittura a ridurre gli effetti dell'infezione da COVID-19. Tuttavia, ha senso pragmatico sostenere nutrizionalmente sia la salute normale che il sistema immunitario (con dosi che probabilmente non saranno dannose) prima, durante e dopo l'infezione COVID-19
Tra i consigli per proteggere dal coronavirus, la British Dietitian Association raccomanda 10μg di vitamina D negli anziani per assicurare il fabbisogno quotidiano. Anche disidratazione e in generale la malnutrizione incrementano il rischio.
Aggiornamento 25/3/2020
La supplementazione di vitamina D nei bambini potrebbe ridurre il rischio di diabete di tipo 1
Aggiornamento 26/3/2020
Anche un lavoro dell'Università di Torino conferma che chi ha livelli di vitamina D più bassi ha rischio più alto di COVID19 e mortalità più alta
Aggiornamento 1/4/2020
Tra le indicazioni nutrizionali redatte dalla ANSISA per le persone affette da COVID19, ospedalizzate o nutrite artificialmente, aminoacidi essenziali, vitamina D ad alte dosi per ripristinare le scorte, probiotici da valutare in caso di antibioticoterapia, multivitaminici in caso di carenza.
Anche la Associazione Medici Endocrinologi consiglia la somministrazione di vitamina D in caso di patologie endocrine (compresa l'obesità) nel paziente con COVID19 che non può esporsi adeguatamente al sole (praticamente chiunque in questo periodo), insieme ad adeguato apporto proteico (1,5g/kg), basandosi sulle linee guida della European Society of Endocrinology. Ma visto che è così importante non sarà meglio non farsi trovare impreparati e assumerla da prima?
Aggiornamento 8/4/2020
Si parla tanto di Vitamina C e coronavirus, ma essendo un virus nuovissimo e sconosciuto mancano gli studi. "L'integrazione con vitamina C può ridurre la durata e la gravità di diverse infezioni respiratorie, mentre il suo ruolo nella prevenzione non è conclusivo e richiede ulteriori ricerche.
Gli effetti benefici sulla polmonite, una complicanza comune dell'infezione COVID19, sono particolarmente incoraggianti. Tuttavia, nessuno degli studi sopra ha esaminato gli effetti della supplementazione di vitamina C su questo particolare virus. Gli scienziati hanno annunciato numerosi studi clinici per indagare sulla supplementazione di vitamina C in pazienti COVID19. Dovremo aspettare i loro risultati prima di saltare alle conclusioni".
Aggiornamento 9/4/2020
Si sa che un alto introito di polifenoli riduce il rischio cardiovascolare e di diabete, ma secondo la posizione ufficiale di 3 società scientifiche è bene assumerli da alimenti e non da supplementi e "la dieta mediterranea o altre diete a base vegetale possono rappresentare il gold standard per un'adeguata assunzione dietetica di polifenoli".
Precisando che non ci sono validazioni da studi sull'uomo, un team di scienziati ha riassunto le possibili integrazioni e comportamenti per prevenire e gestire il coronavirus della COVID19, basandosi sulle conoscenze attuali (cioè poche) e sull'attivazione dell'inflammasoma NLRP3, alla base molecolare della malattia.
Innanzitutto sonno adeguato e riduzione dello stress migliorano le difese immunitarie.
A livello nutrizionale
⋆ lo zinco riduce il rischio di ingresso nella cellula dei coronavirus e la loro virulenza
⋆ vari flavonoidi presenti in frutta e verdura, come baicalina, liquiritigenina, quercetina, miricetina, apigenina, curcumina, EGCG (tè verde), hanno presentato attività antivirale in vitro, e "almeno 5-7 porzioni di verdura e 2-3 porzioni di frutta al giorno forniscono una varietà di flavonoidi e sono considerati una pietra angolare di una dieta anti-infiammatoria".
⋆ vitamina C
⋆ melatonina
⋆ sambuco (da togliere in caso di positività al virus)
⋆ vitamina D
riducono l'inflammasoma.
Anche larice, echinacea e funghi medicinali vanno evitati perché possono peggiorare la "tempesta di citochine" tipica della malattia, mentre aglio, astragalo e menta piperita sono ritenuti sicuri.
L'articolo si conclude con "Le informazioni e la comprensione su COVID-19 continuano a cambiare rapidamente. Ti invitiamo a formulare raccomandazioni integrative con attenzione e tenendo conto dei meccanismi sia dell'infezione COVID-19 sia dell'intervento previsto. È anche importante ribadire che ad oggi non esistono strategie di prevenzione o trattamento integrative clinicamente basate sull'evidenza per l'infezione da COVID-19".
Aggiornamento 10/4/2020
Ruolo delle vitamine nella gestione della COVID19
"La vitamina C (acido L-ascorbico) ha un ruolo fisiologico pleiotropico, ma esistono prove a sostegno dell'effetto protettivo della vitamina C endovenosa ad alta dose (HDIVC) durante le ARDS da sepsi. La vitamina C rinforza il mantenimento della barriera epiteliale alveolare e aumenta la trascrizione dei canali proteici (CFTR, aquaporina-5, e pompa sodio-potassio) regolando la clearance del fluido alveolare. L'HDIVC riduce i neutrofili (NET) che facilitano l'infiammazione sistemica nell'insufficienza multiorgano indotta da sepsi". Riduce inoltre sindecano-1, che correla con la gravità della sepsi. Il trial cinese per i risultati definitivi si concluderà a settembre. "La vitamina D è nota per mitigare la portata dell'immunità acquisita e rigenerare il rivestimento endoteliale. Ciò può essere utile per ridurre al minimo il danno alveolare causato dall'ARDS. Prove di livello I hanno dimostrato che esiste un effetto protettivo complessivo del 12% della supplementazione di vitamina D contro l'infezione acuta batterica e virale del tratto respiratorio. Questi effetti protettivi sono aumentati al 19% in quegli individui con il regime giornaliero o settimanale di vitamina D rispetto a quelli che assumono un bolo mensile di vitamina D. Inoltre, c'è un effetto protettivo del 70% quando la carenza di vitamina D viene corretta con l'integrazione. Questo risultato è pertinente per la maggior parte degli individui residenti alle latitudini settentrionali che presentano carenza di vitamina D ( <25 nmol/L) a causa di prolungati periodi di mancanza di luce solare".

Aggiornamento 12/4/2020
"Sulla base di numerosi studi su altri virus, è ragionevole ipotizzare che l'integrazione di vitamine C e D possa aumentare l'immunità e aiutare l'organismo umano a combattere COVID-19 e i suoi effetti aggressivi su tutti gli organi"
Aggiornamento 13/4/2020
"Studiando i meccanismi molecolari coinvolti nell'attività degli ω-3 (omega 3) sullo sviluppo e la progressione del carcinoma mammario, si suggerisce che gli integratori alimentari, in combinazione con farmaci antitumorali, dovrebbero essere usati, ma solo sotto controllo medico. Gli ω-3 possono essere usati come strategia ausiliaria per il trattamento del tumore al seno triplo negativo. Sono necessari ulteriori studi clinici per valutare gli effetti specifici degli ω - 3 sugli esiti del cancro al seno".
Aggiornamento 14/4/2020
Sempre più scienziati concordano sul potenziale protettivo della vitamina D in caso di COVID19.
Per ora a conferma notiamo una maggiore mortalità allontanandoci dall'equatore (e quindi nei paesi con minor irraggiamento) e nelle persone anziane che spesso hanno ipovitaminosi. L'associazione non è necessariamente causale (per ora). La vitamina D può ridurre rischio di complicazioni modulando il sistema immunitario e riducendo la "tempesta di citochine" tipica dell'ARDS (la pericolosa sindrome respiratoria potenzialmente fatale).
"Sembra quindi plausibile che la profilassi della vitamina D (senza sovradosaggio) possa contribuire a ridurre la gravità della malattia causata dalla SARS-CoV‐2, in particolare in contesti in cui l'ipovitaminosi D è frequente. Ciò includerà le persone che attualmente vivono nei paesi del Nord e quelle con condizioni gastroenterologiche sottostanti in cui la carenza di vitamina D è più diffusa. Ciò può diventare ancora più importante in assenza di esposizione alla luce solare a seguito delle misure di "lockdown" per controllare la diffusione della Covid19. Perché questo sia efficacemente attuato, occorreranno linee guida governative a livello mondiale e sono urgentemente necessari ulteriori studi che esaminano i possibili impatti della carenza di vitamina D sui risultati di Covid-19".
Aggiornamento 17/4/2020
L'effetto protettivo della vitamina D è stato riportato in molte condizioni associate a polmonite, iperproduzione di citochine e ARDS (condizioni tipiche della COVID19 aggravata). Il pretrattamento con vitamina D è stato benefico nei modelli animali di ARDS, riducendo la permeabilità polmonare mediante modulazione dell'attività del sistema renina-angiotensina ed espressione dei recettori ACE2. Il ruolo della vitamina D nel contesto delle infezioni virali è anche supportato dai risultati di alcune varianti alleliche del gene del recettore della vitamina D (VDR) associati ad una maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie, nonché alla progressione dell'infezione da HIV. A causa della mancanza di un trattamento specifico e dell'urgenza, questi risultati potrebbero essere provvisoriamente estrapolati per l'infezione da SARS-CoV-2, giustificando l'uso della vitamina D come possibile terapia adiuvante. Dal punto di vista della salute pubblica, si potrebbe prendere in considerazione anche la raccomandazione di un'intensa integrazione come possibile profilassi. Data la buona tollerabilità e sicurezza anche di dosi elevate di vitamina D, questo approccio rispetta il principio "primum non nocere". Le indagini sullo stato della vitamina D e sui polimorfismi VDR dei soggetti affetti potrebbero contribuire a spiegare il "comportamento insolito" della diffusione del SARS-CoV-2 e una straordinaria varietà di presentazioni cliniche e risultati della COVID-19.
Aggiornamento 20/4/2020
Per i pazienti con COVID19 in isolamento domiciliare, Panzironi ci dice: "Consiglierei sicuramente un multivitaminico a dosaggio standard e un’integrazione di vitamina D a basso dosaggio, tra 1.000 e 2.000 UI/die in quanto comunque è altamente probabile un deficit che va sanato. È importante, inoltre, cercare di mantenere un buon apporto proteico e di favorire, laddove possibile, una discreta attività fisica a domicilio per preservare la massa muscolare utile nel facilitare il recupero post convalescenza". Ah no, si tratta di Riccardo Caccialanza, direttore Uoc di Dietetica e Nutrizione clinica al San Matteo.
Aggiornamento 21/4/2020
Linee guida europee ESPEN (The European Society for Clinical Nutrition and Metabolism) sulla gestione della COVID19
Per verificare lo stato nutrizionale è necessaria la consulenza con dietista, esperti nutrizionisti, nutrizionisti clinici e medici specializzati.
Un adeguato apporto calorico e proteico è fondamentale per non indurre malnutrizione e catabolismo muscolare. Recenti evidenze sembrano indicare un potenziale impatto positivo dell'attività fisica con aminoacidi essenziali o loro metaboliti. In caso di peggioramento delle condizioni aumenta l'apporto proteico. Assicurare l'apporto corretto di vitamine e minerali e in caso di necessità integrare, in particolare vitamina D (anche se non è ancora certo che la sua carenza peggiori le condizioni le prove attuali vanno in tal senso) e vitamina A (ugualmente protettiva e immunostimolante). In generale, bassi livelli o assunzioni di micronutrienti come vitamine A, E, B6 e B12, zinco e selenio sono stati associati a risultati peggiori durante le infezioni virali. In base alle esperienze dei ricercatori cinesi vitamine A e D, le vitamine del gruppo B, la vitamina C, gli acidi grassi polinsaturi omega-3, nonché il selenio, lo zinco e il ferro dovrebbero essere considerati nella valutazione dei micronutrienti nei pazienti COVID-19. Non ci sono prove attualmente che alte dosi migliorino l'esito, ma è importante non avere carenze. Un approccio globale che associa l'alimentazione alle misure di supporto vitale ha il potenziale per migliorare i risultati, in particolare nella fase di recupero.
Aggiornamento 24/4/2020
La supplementazione di macro e micronutrienti è fortemente consigliata in seguito a chirurgia bariatrica
L'ipertensione è probabilmente la maggiore causa di malattie cardiovascolari, ed ha uno stretto legame con lo stile di vita e il sovrappeso. I farmaci possono essere inefficaci nel 40% dei casi. La dieta DASH, la riduzione del sodio e l'aumento del potassio sono notoriamente associati ad un miglioramento della pressione. Anche calcio e magnesio tendono a ridurla. Le vitamine del gruppo B, in particolare la B2 (riboflavina) possono migliorare la pressione in persone con mutazione MTHFR (in Europa quasi un quarto della popolazione). Questo potrebbe essere utile anche in gravidanza, dove l'ipertensione porta a problemi notevoli.
Aggiornamento 27/4/2020
Da una revisione dei dati sul potenziamento della risposta immunitaria antivirale, con un focus sulla COVID19, su cui per ora è possibile fare solo ipotesi. L'effetto è distinto per la prevenzione e per la malattia in atto. Le persone con diabete dovrebbero seguire una dieta a basso indice glicemico. Tra i nutraceutici aglio, pesce azzurro, succo di mirtillo rosso e germogli di broccoli e tra i probiotici, alcuni lattobacilli possono supportare il sistema immunitario. Si sottolinea che "la tossicità della vitamina D è rara e dosi moderatamente elevate (2000–5000 UI/die) possono essere assunte per anni"
Aggiornamento 28/4/2020
Anche alcuni esperti inglesi concordano sull'uso dell'immunonutrizione, in particolare nelle categorie a rischio (over 65) per potenziare le difese immunitarie. La carenza di alcuni nutrienti può infatti peggiorare l'esito della malattia COVID19. "Le strategie di sanità pubblica che coinvolgono l'immunonutrizione potrebbero essere un modo alternativo per promuovere la riabilitazione e ridurre gli oneri sui sistemi sanitari". La supplementazione di vitamina D deve essere fortemente raccomandata, così come alimenti ricchi in vitamina C e zinco, ed eventualmente l'integrazione. Tra i pazienti con condizioni respiratorie o polmonite, specifici nutrienti come vitamina C, D o zinco potrebbero essere considerati potenziali coadiuvanti dei trattamenti convenzionali. I limiti superiori sono difficilmente raggiungibili, e un grammo di vitamina C non appare creare problemi, anche se non è stato ancora stabilito il suo ruolo benefico, e sono urgentemente necessari trial per verificare l'efficacia.
Aggiornamento 30/4/2020
La vitamina C può essere utilizzata come cura per il coronavirus? "La vitamina C per via endovenosa ad alta dose (VC) è stata utilizzata con successo nel trattamento di 50 pazienti con COVID-19 da moderati a gravi in ​​Cina. Le dosi utilizzate variavano tra 10 a 20 g al giorno, somministrate per un periodo di 8-10 h. Tra i pazienti in condizioni critiche può essere necessario un bolo aggiuntivo. L'indice di ossigenazione è migliorato in tempo reale e tutti i pazienti alla fine sono guariti e sono stati dimessi. In effetti, VC ad alte dosi è stata usata per diversi decenni e un recente documento del panel di esperti NIH afferma chiaramente che questo regime (1,5 g / kg di peso corporeo) è sicuro e senza eventi avversi importanti.
Poiché lo sviluppo di vaccini efficaci e farmaci antivirali richiede tempo, la VC e altri antiossidanti sono tra gli agenti attualmente disponibili per mitigare le ARDS associate a COVID-19. Dato che la VC ad alte dosi è sicura, gli operatori sanitari dovrebbero dare un'occhiata da vicino a questa opportunità. Ovviamente, studi clinici ben progettati sono assolutamente necessari per sviluppare protocolli standard per l'utilizzo". In conclusione "questo regime dovrebbe essere incluso nel trattamento della COVID-19 e utilizzato come misura preventiva per le popolazioni sensibili come gli operatori sanitari con rischi di esposizione più elevati".
Aggiornamento 1/5/2020

Secondo uno studio ancora da pubblicare "l'insufficienza di vitamina D (VDI) è molto diffusa nei pazienti con COVID-19 grave. VDI e COVID-19 grave condividono numerose associazioni tra cui ipertensione, obesità, sesso maschile, età avanzata, concentrazione nei climi nordici, coagulopatia e disfunzione immunitaria. Lo studio osservazionale retrospettivo suggerisce un legame tra VDI e COVID-19 grave. Dati aneddotici e osservazionali indicano che la VDI può svolgere un ruolo significativo nella progressione dello stato della malattia COVID-19".
Aggiornamento 8/5/2020
La vitamina D migliora i sintomi nei bambini autistici
La vitamina D può essere utile nell'orticaria spontanea cronica, senza effetti collaterali
Già da troppi giorni non avevamo aggiornamenti su COVID19 e vitamina D 😎 Uno studio retrospettivo effettuato in diverse nazioni, tra cui l'Italia, suggerisce che la vitamina D può ridurre la mortalità per COVID-19 sopprimendo la tempesta di citochine. Il rischio di manifestazione severa della malattia si abbassa del 15,6% in chi ha livelli normali rispetto a chi ha livelli di carenza. "Questo potenziale effetto può essere attribuito alla capacità della Vitamina D di sopprimere il sistema immunitario adattativo, e ridurre la PCR, regolando il livello di citochine e riducendo così il rischio di sviluppare gravi COVID-19".
Aggiornamento 16/5/2020
Non ci sono ancora trial che dimostrino l'efficacia della vitamina D nel prevenire la COVID19 o ridurne la pericolosità, ma, sulla base delle conoscenza attuali, "nel frattempo, è importante incoraggiare misure che, a livello di popolazione, riducano il rischio di carenza di vitamina D". "Per i pazienti che non sono in grado di stare all'aperto e hanno anche un basso apporto dietetico di vitamina D, è abbastanza ragionevole prendere in considerazione un integratore di vitamina D. La quantità raccomandata di vitamina D è di 600-800 UI/die, ma durante questo periodo sarebbe ragionevole un multivitaminico o un integratore contenente 1000-2000 UI/die di vitamina D".
Aggiornamento 24/5/2020
Anche secondo l'Istituto Superiore di Sanità "il mantenimento dei normali livelli plasmatici di vitamina D (VitD) non solo può giocare un ruolo nel ridurre i rischi di infezioni acute delle vie respiratorie, ma potrebbe essere importante per il trattamento di due sintomi tipici della malattia da Covid-19, quali l'anosmia e l'ageusia, ossia rispettivamente la perdita dell'olfatto e del gusto lamentati da più pazienti".
Aggiornamento 28/5/2020
La supplementazione con l'enzima diamminoossidasi riduce l'istamina e i problemi collegati, come emicrania, vertigini, palpitazioni, sintomi gastrointestinali
Aggiornamento 31/5/2020

L'albumina bassa nel sangue, un noto marker di malnutrizione, si associa a maggiore severità della malattia COVID19. È nota la validità dell'integrazione con aminoacidi essenziali nel migliorare l'albuminemia
Aggiornamento 15/6/2020
Le persone che l'anno scorso avevano livelli bassi di vitamina D hanno avuto maggior rischio di ammalarsi di COVID19. Questa vitamina modula il sistema immunitario, e "può favorire la clearance virale e/o ridurre le risposte infiammatorie che producono sintomi", abbassando IL-6, corresponsabile della tempesta di citochine presente nelle forme gravi. Influenza inoltre il metabolismo dello zinco, minerale con funzione antivirale. Riducendo la replicazione e accelerando la rimozione del virus, la vitamina D può ridurre la diffusione della malattia. "Assumere vitamina D fino a un massimo di 4000 o 5000 UI al giorno è generalmente considerato sicuro, l'assunzione giornaliera di 4000-5000 UI di vitamina D può essere un approccio ragionevole per le persone senza controindicazioni note alla supplementazione di vitamina D".
Aggiornamento 23/6/2020
La caffeina migliora la prestazione (effetto ergogenico) negli sport di endurance e la forza massima nella bench press
Aggiornamento 25/6/2020
In uno studio retrospettivo compiuto da ricercatori indipendenti in Indonesia, su 780 persone con COVID19 e vari livelli di vitamina D, tra chi ha livelli bassi c'è una mortalità del 98,9%, con livelli insufficienti scende all'87,8%, tra chi ha livelli buoni soli il 4,1%
Somministrare vitamina D, B12 e magnesio riduce la necessità di cure e la gravità della malattia da coronavirus in un piccolo gruppo di persone ultra50enni, senza effetti collaterali. "La vitamina D, attraverso il suo effetto su NFkB e altre vie, può attenuare varie citochine proinfiammatorie che mediano la tempesta incontrollata di citochine osservata nel COVID-19 grave. Il magnesio è fondamentale nella sintesi e nell'attivazione della vitamina D, fungendo da cofattore in molti degli enzimi coinvolti nel metabolismo della vitamina D. La vitamina B12 è essenziale per supportare un microbioma intestinale sano che ha un ruolo importante nello sviluppo e nella funzione dei sistemi immunitari innati e adattativi. Questo potrebbe essere fondamentale nel prevenire un'eccessiva reazione immunitaria, specialmente nei pazienti COVID-19 con disbiosi da microbiota associati a patologie gravi".
Aggiornamento 2/7/2020
Stress ossidativo, acidosi metabolica cronica e radicali liberi nel corpo svolgono un ruolo chiave nel processo di invecchiamento e sono tra le cause di Alzheimer (AD). Un approccio olistico, con alimenti e supplementi che contrastino queste cause, ha il potenziale per prevenire e trattare la neurodegenerazione. "La combinazione di antiossidanti a dosi sufficientemente elevate e personalizzate e una dieta ricca di nutrienti e a basso contenuto di carboidrati sembra avere il maggiore impatto sui pazienti che soffrono di Alzheimer", ha affermato Veurink, coature della review. L'eccesso di acido aumenta lo stress ossidativo, mentre bilanciare il pH lo riduce. Vitamine, glutatione, astaxantina e idrogeno molecolare possono agire da potenti antiossidanti. Diete ricche di nutrienti come la dieta mediterranea o lowcarb come la paleodieta tendono a ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione, invece gli attuali metodi di coltivazione, raffinazione e packaging impoveriscono di nutrienti gli alimenti. "Nel considerare la natura multifattoriale dell'AD, si può suggerire che l'AD, come altre malattie neurodegenerative e probabilmente tutte le malattie degenerative, possano avere un legame comune. Pertanto, l'attacco congiunto al corpo dato da acidosi metabolica e stress ossidativo può richiedere una normalizzazione del pH extracellulare e intracellulare con l'integrazione simultanea di una combinazione di antiossidanti a dosi sufficientemente elevate personalizzate e una dieta ricca di nutrienti e povera di carboidrati".
Aggiornamento 13/7/2020
Secondo una revisione degli studi su artrite reumatoide (AR) e dieta, "evidentemente, la dieta può migliorare i sintomi dell'AR riducendo l'infiammazione, rimuovendo i cibi proinfiammatori o aumentando i cibi antinfiammatori e alterando il microbiota intestinale. Si raccomanda pertanto di curare abitualmente la nutrizione nei pazienti con AR facendo riferimento a nutrizionisti esperti nell'identificare e affrontare problemi relativi all'alimentazione". Omega 3 ad alte dosi, vitamina D e riduzione del sale possono migliorare il rischio cardiovascolare e altri fattori. Le diete di eliminazione, digiuno intermittente ecc possono dare vantaggi in alcuni individui, ma devono essere seguite da personale preparato per non creare rischi di carenze. Tuttavia gli esiti confermano il probabile legame della malattia con antigeni alimentari. La dieta mediterranea appare essere la più appropriata nel migliorare alcuni parametri.
Aggiornamento 16/7/2020
Tra gli integratori con maggiore evidenza scientifica nel ridurre i danni post allenamento e accelerare il recupero, creatina, omega 3, vitamina D, estratti di bietola rossa, melagrana e amarena. Evidenza inferiore per proteine e aminoacidi, curcumina, HMB, caffeina e antiossidanti vari. Scarsa per altri, in particolare le pratiche di digiuno e restrizione calorica
Aggiornamento 26/7/2020

"La colina e il DHA svolgono un ruolo significativo nello sviluppo del cervello e degli occhi dei bambini, con assunzioni inadeguate che portano a deficit visivi e neurocognitivi. I risultati emergenti illustrano interazioni sinergiche tra colina e DHA, indicando che l'assunzione insufficiente di uno o entrambi potrebbe avere effetti deleteri per tutta la vita sulla salute sia materna che infantile".
Aggiornamento 30/7/2020

Gli stati di carenza della maggior parte dei nutrienti aumentano la suscettibilità individuale all'infezione da virus con una tendenza all'aggravamento del quadro. L'integrazione di un singolo nutriente non è promettente nella popolazione generale, ma l''individuo ad alto rischio di una specifica carenza di micronutrienti trarrà probabilmente beneficio dall'integrazione. Le valutazioni individuali sullo stato dietetico e nutrizionale sono fondamentali per determinare le azioni globali nella malattia COVID-19. Dieta e nutrizione sono essenziali per un'immunità corretta, ma un gruppo di micronutrienti (vitamine A, C, D ed E, selenio, zinco, magnesio) svolge in qualche modo un ruolo dominante nell'immunomodulazione

Aggiornamento 8/8/2020

Vitamina D e calcio a basse dosi potrebbero essere un semplice modo per ridurre la ricorrenza delle vertigini

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