martedì 1 marzo 2016

Metti il diabete al fresco


Volete migliorare la glicemia? Mettetevi al fresco. 

Come dico da anni, è stato recentemente confermato che riducendo la temperatura il corpo tende ad ossidare più grassi (attivazione del grasso bruno), e inoltre aumenta la sensibilità all'insulina, riducendo la glicemia.

Staccatevi allora da quella stufa e cominciate a produrre calore da voi!


http://www.glasbergen.com/?s=diabetes
il diabete è causato dal riscaldamento globale!

Aggiornamento 25/3/2016

Il tessuto adiposo bruno tende a ridursi andando avanti con l'età e difficilmente si trova in individui dopo i 60 anni, Questo spiega la crescita delle malattie cardiovascolari, diabete ecc e perché sia più difficile dimagrire dopo quell'età.
Aggiornamento 18/11/2016
L'epigenetica sembra avere un ruolo importante nella tendenza a mettere grasso bianco o bruno. 

Aggiornamento 12/12/2016

Scoperta una nuova via metabolica che stimola la trasformazione del grasso bianco in bruno. Coinvolge mTOR e FLCN, due proteine potenzialmente implicate nella genesi tumorale.
Aggiornamento 25/4/2017

L'attivazione del tessuto adiposo bruno è regolata anche dai ritmi circadiani

Aggiornamento 4/8/2017
Gli acidi biliari hanno rivelato un inaspettato ruolo nel metabolismo: con l'esposizione al freddo il microbiota cambia e così gli acidi biliari, che vengono maggiormente espulsi (calo del colesterolo plasmatico) e stimolano il tessuto adiposo bruno.
Aggiornamento 30/11/2017
Alcuni fattori alimentari come acido retinoico, CLA, olio di pesce, resveratrolo e curcumina sono indicati come attivatori del grasso bruno

Aggiornamento 28/12/2017

La melatonina ha migliorato i parametri metabolici di pazienti con diabete in 3 mesi
Aggiornamento 5/2/2018
La restrizione calorica non sembra contribuire in maniera rilevante all'aumento del tessuto bruno nell'uomo (funziona negli animali solamente).

Aggiornamento 24/4/2018

Il meccanismo col quale il freddo aumenta la produzione di grasso bruno (o beige) a discapito di quello bianco è epigenetico, ossia il freddo sblocca la trascrizione di alcuni geni che permettono la maturazione delle cellule staminali in grasso capace di ossidare le calorie piuttosto che accumularle. Chi ha maggiori quantità di questo grasso tende meno ad avere problemi metabolici come il diabete.
Aggiornamento 18/6/2018


L'esposizione al freddo si conferma attivare il grasso bruno, e dopo che si torna alla temperatura normale la sua disattivazione è lenta
Aggiornamento 19/7/2018

Nel modello animale il succinato, una molecola intermedia del ciclo di Krebs, se somministrato attiva il grasso bruno e stimola il consumo calorico
Aggiornamento 12/9/2018

Un ulteriore studio conferma che in chi abbia problemi di glicemia può essere conveniente iniziare il pasto con la fonte proteica o ancora meglio con un'insalata. In questo modo si riducono le glicemie post prandiali e il rilascio di insulina
Aggiornamento 20/12/2018
È stata scoperta una nuova sottopopolazione di adipociti beige, quelli che producono calore, che al posto che ossidare grassi utilizzano il glucosio come primaria fonte di energia. Non sono inoltre sotto il controllo dei recettori β-adrenergici. Questo potrebbe avere ripercussioni nella gestione del diabete.
"È probabile che esistano molteplici sottotipi di adipociti termogenici con origini cellulari distinte, e che ogni sottotipo abbia ruoli biologici unici, a seconda della natura degli stimoli esterni, come l'acclimatazione al freddo, la restrizione calorica o la manipolazione, esercizio fisico, cachessia, chirurgia bariatrica e lesioni".
Aggiornamento 22/8/2019
Chi ha buone quantità di grasso bruno (BAT) ha migliore salute anche perché rimuove l'eccesso di aminoacidi ramificati (BCAA) dal sangue, utilizzandoli come fonte di energia per produrre calore. In persone con poco BAT, i BCAA possono essere dannosi perché non vengono metabolizzati ma si accumulano, aumentando il rischio di diabete e aumento di peso.
Aggiornamento 7/11/2019

Il microbiota intestinale, al di là delle calorie, si sta rivelando più importante di quanto ipotizzato nei confronti dell'obesità infantile.
Alimentazione sbagliata (iperproteica o ipercalorica), disbiosi, carenze nutrizionali, uso di antibiotici, parto cesareo, sovrappeso della mamma, uso di latte artificiale sono fattori che aumentano il rischio.
Allattamento prolungato, parto naturale, microbiota bilanciato, uso corretto degli integratori, sono invece fattori protettivi, perché bilanciano il sistema immunitario e l'infiammazione e aumentando il grasso bruno.
Aggiornamento 10/12/2019
Un recettore per gli oppiodi (tipo K) si attiva durante la restrizione calorica e riduce la spesa energetica fatta per dissipare calore. Questo fa risparmiare energia ma facilita il recupero del peso. Bloccarlo farmacologicamente potrebbe essere un modo per facilitare la perdita di peso.
Aggiornamento 25/1/2020
La luce solare attiva una proteina, detta OPN3, presente degli adipociti sottocutanei dei topi, e attiva la lipolisi e il browning (trasformazione degli adipociti bianchi in bruni termogenici). Togliendo questa via, i topi consumano meno e tendono ad ingrassare e avere sindrome metabolica. "Se la via luce-OPN3-adipociti esiste nell'uomo, ci sono potenzialmente ampie implicazioni per la salute umana. Il nostro stile di vita moderno ci sottopone a spettri di illuminazione innaturali, esposizione alla luce di notte, lavoro a turni e jet lag, che provocano alterazioni metaboliche. Sulla base dei risultati attuali, è possibile che un'insufficiente stimolazione di OPN3 con la luce naturale sia parte di una spiegazione per la prevalenza di alterazioni metaboliche nelle nazioni industrializzate in cui l'illuminazione innaturale è diventata la norma".
Aggiornamento 29/5/2020
Studiando le migrazioni e la genetica, pare che le popolazioni del nord Italia abbiano un particolare genoma che modula la secrezione di insulina e aumenta la termogenesi, riducendo il rischio di diabete e obesità. Questo è probabilmente un adattamento metabolico all'alimentazione ricca di carne e grassi e al clima freddo. Viceversa nel sud Italia si ha un maggiore rischio di diabete, ma si ha una protezione dal melanoma e dalle malattie infettive. La prima a causa dell'aumentata produzione di melanina (adattamento al maggior irraggiamento solare), la seconda per la produzione di mucina che riduce il rischio di infezione, forse anche da COVID19
Aggiornamento 14/6/2020
BAM15 è una molecola che disaccoppia la produzione di energia ma non aumenta la termogenesi né intacca la massa magra e potrebbe essere usata nella cura dell'obesità

Aggiornamento 7/8/2020

Contrariamente a quanto avviene nei topi, in cui la termogenesi è stimolata dai recettori β3-AR, nell'uomo questa è dovuta all'attivazione dei β2-AR. Questo può portare allo sviluppo di farmaci specifici

Aggiornamento 29/8/2020

Il trapianto di tessuto adiposo bruno aiuta i topi a dimagrire e stare meglio

Aggiornamento 12/9/2020

Nei topi i benefici della restrizione calorica sono aumentati dall'ambiente fresco e ridotti dalla termoneutralità

Aggiornamento 12/10/2020

Senza pensare che con la vitamina D risolviamo il diabete, questa vitamina con funzione ormonale è fondamentale per avere una corretta sensibilità insulinica nel tessuto adiposo e nel muscolo e il rilascio di insulina dal pancreas, grazie alla modulazione del calcio intracellulare. Livelli corretti permettono di avere una maggiore efficienza dei mitocondri ed effetto antiossidante, minore infiammazione, migliore ossidazione dei grassi e termogenesi, minore lipogenesi. La vitamina D è carente nella maggior parte dei soggetti con un'alimentazione di scarsa qualità.

Aggiornamento 7/6/2021

Il grasso bruno (BAT) è presente nei mammiferi e "spreca" energia sotto forma di calore. In questo modo chi ha più grasso bruno spesso tende a essere più magro e non sviluppare malattie metaboliche. Il freddo è un attivatore del BAT. È possibile influenzare la quantità di BAT con l'alimentazione?
Un pasto glucidico (carboidrati) aumenta l'attività del BAT, anche attraverso l'insulina (che come tutti gli ormoni può essere un'arma a doppio taglio). Tra i grassi, L'EPA (omega 3) sembra aumentare l'attività. Per le proteine non ci sono studi conclusivi.
Tra le sostanze bioattive, la capsaicina del peperoncino, le catechine del tè, la caffeina, attivano la termogenesi.
CLA, curcumina, aglio, resveratrolo, caseine si sono rivelate utili solo negli animali per ora.
Per il mentolo ci sono dei dubbi. L'efedrina è assolutamente sconsigliata perché induce problemi cardiaci, e anche le altre sostanze in eccesso possono dare problemi di irritazione (peperoncino), epatici ecc.

Aggiornamento 6/3/2023

Il grasso bruno è presente nelle persone in diverse quantità. Si tratta di un particolare tipo di grasso che dissipa come calore l'energia consumata nei suoi mitocondri (termogenesi). Pur essendo piccola in valore assoluto, la quantità di calorie consumata è comunque importante, tant'è che le persone con più grasso bruno hanno meno tendenza all'obesità e alle malattie metaboliche. Negli studi sui topi emerge che un esposizione acuta a una dieta ad alto contenuto di zucchero aumenta la termogenesi, ma un uso cronico di zucchero la riduce, nonostante aumenti la massa del grasso bruno. Si riduce in generale la capacità di consumare energia ma aumenta quella di metterla da parte, insieme alla produzione di trigliceridi. Ebbene sì, quello che mangiamo può influenzare la spesa energetica.

Aggiornamento 2/5/2023

È vero che il freddo fa ammalare? Ebbene sì, c'è del vero. Fermo restando che è necessaria la presenza dell'agente eziologico (virus), la temperatura bassa facilita l'ingresso dei virus riducendo la capacità della barriera nasale di bloccarli al di fuori delle cellule.

Aggiornamento 17/1/2024

Le varie funzioni del tessuto adiposo bruno

Aggiornamento 2/3/2024

Il grasso bruno è termogenico, ossia capace di consumare calorie producendo calore e la sua maggiore presenza è legata a minor peso e minor rischio cardiovascolare e di diabete.
È stata scoperta una proteina che aumenta il grasso bruno e potrebbe diventare un target farmacologico.
Il suo nome è EPAC1 (proteina ​​di scambio attivata dal cAMP).
La ricerca mostra anche che le persone con una variante genica di EPAC1 inattiva tendono ad essere più sovrappeso. Infatti hanno minore consumo calorico legato al grasso bruno, il famoso metabolismo lento.

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