lunedì 7 marzo 2016

Digiu-no?

Ieri un'interessante puntata di Presa Diretta in cui si è chiarito lo stato nutrizionale (pessimo) degli italiani e si è parlato degli studi (molto interessanti e promettenti) del prof Longo sul digiuno.
Il campo è sicuramente promettente, ma in pochi minuti ho sentito un sacco di "la voglio provare". 
Attenzione. 
Questo si può fare solo sotto stretto controllo e dopo accurati esami. Ricordo che negli anni 50 del secolo scorso Ancel Keys fece degli studi sulla restrizione calorica (Minnesota Experiment). Negli anni successivi i pazienti ebbero problemi psichiatrici che sfociarono nei disturbi del comportamento alimentare e arrivarono fino all'automutilazione. No al faidate.

Aggiornamento 17/3/2016

Il digiuno alternato migliora la composizione corporea molto meglio di una semplice restrizione calorica.

Aggiornamento 30/4/2016

10 benefici del digiuno intermittente.

Aggiornamento 31/5/2019

Il nuovo studio di Walter Longo, su digiuno e sclerosi multipla. Il digiuno appare da sconsigliare nei ragazzi e negli anziani over 70.

Aggiornamento 19/6/2016

Il digiuno proposto come cura di numerose condizioni, autoimmuni, asma, tumori ecc
Un modello animale in cui il digiuno alternato previene infiammazione, fegato grasso, glicemia alterata e tutte le condizioni metaboliche legate all'eccesso di peso.

Aggiornamento 9/9/2016

Il digiuno alternato in un nuovo studio dà buoni risultati e non sembra provocare recupero del peso a 6 mesi.

Aggiornamento 16/10/2016

Interessante post di un collega sul digiuno per sbloccare il metabolismo.
La guida di Authoritynutrition a questa pratica. Secondo questo articolo il digiuno intermittente è genericamente sicuro e non rallenta il metabolismo.

Aggiornamento 18/10/2016

Secondo un nuovo studio italiano, concentrando il cibo in 8 ore, e digiunando per 16, una persona che faccia allenamento di potenza non perde forza né massa magra ma migliora alcuni parametri metabolici. 

Aggiornamento 18/11/2016

Uno studio ha comparato la classica restrizione calorica col digiuno alternato: il secondo funziona molto meglio nel miglioramento della composizione corporea.


Dal post di Emanuele Giordano (da eseguire sotto sorveglianza di nutrizionisti esperti)
TUMORI E DIGIUNO. LINEE-GUIDA PER I PAZIENTI ONCOLOGICI E PER GLI ONCOLOGI. Se l'oncologo è d'accordo, il paziente può digiunare o intraprendere una Dieta Mima-Digiuno della durata di tre giorni prima, e 1 giorno dopo la chemioterapia. Questa indicazione può cambiare a seconda del tipo di chemioterapia somministrata e dell'intervallo tra i cicli di somministrazione. I pazienti NON DOVREBBERO ricominciare a mangiare (o riprendere l'alimentazione normale) finché il chemioterapico non è al di sotto dei livelli di tossicità nel sangue (in genere 24-48 ore dopo la somministrazione). 
Per trattamenti che durano fino a 3 giorni, i pazienti possono adottare una Diete Mima-Digiuno 1 giorni prima, 3 giorni durante e 1 giorno dopo la chemioterapia, per un totale di 5 giorni. Periodi di trattamento più lunghi rendono difficile digiunare ma, previa approvazione dell'oncologo, possono sempre essere abbinati a una Dieta Mima-Digiuno maggiormente calorica.
Benché siano stati raramente constatati effetti collaterali negativi provocati dal digiuno (incremento dei marcatori di tossicità epatica in una paziente a cui veniva somministrato un cocktail chemioterapico), bisogna comunque tenere presente i possibili rischi a esso connessi. 
Ad esempio, una prematura ripresa dell'alimentazione immeditamente dopo la chemioterapia potrebbe provocare danni epatici, dovuti alla combinazione di farmaci epatossici con la proliferazione delle cellule epatiche causata dal digiuno.
Per questo è importante lasciar trascorrere almeno 24 ore dalla somministrazione della chemioterapia. A partire da 24 ore dopo la chemioterapia il paziente dovrebbe mangiare solo riso, pasta o una fonte simile di carboidrati, zuppe di verdura e succhi di frutta per altre 24 ore. Poi potrà riprendere l'alimentazione consueta. Dovrebbe anche cercare di ritornare a un peso corporeo normale prima di effettuare un altro ciclo di Digiuno.
Queste sono le Linee guida e i consigli del Prof Valter Longo, La Dieta della Longevità.

Aggiornamento 22/11/2016

Anticipare la cena, o saltarla, può essere un buon modo per combattere l'obesità.

Il  massimo aumento di FGF21, fattore associato con la longevità, si ha con le diete high carb, meno con chetogenica, restrizione calorica e proteica, sovralimentazione. In pratica si attiva con contrastanti tipi di alimentazione, e questo spiega perché alcuni possono avere vantaggi dal digiuno mentre altri vanno a perdere solo muscolo (ectomorfi)

Aggiornamento 12/12/2016

In un modello animale di leucemia, il digiuno uccide le cellule cancerose riducendo la leptina.
La restrizione calorica durante la vita prenatale aumenta invece il rischio di diabete di tipo 2 nella prole, e questo può verificarsi in diverse generazioni successive

Aggiornamento 24/12/2016

P53, una proteina importante per la regolazione del ciclo cellulare, si stabilizza durante il digiuno: potrebbe essere una delle vie attraverso il quale la restrizione calorica riduce il rischio di malattie.

Aggiornamento 8/2/2017

Per la prima volta una società scientifica, quella dei cardiologi americani, si spinge a dare indicazioni non sulla qualità e quantità dei cibi, ma sull'"ordine" dell'alimentazione. La posizione consiglia di evitare di saltare i pasti, la colazione in particolare, mangiare disordinato, evitare lo spiluccamento, fare un lungo digiuno notturno, utilizzare cibi salutari per gli snack. Approva inoltre il digiuno alternato. Tutte queste pratiche sono viste come preventive delle malattie cardiovascolari.

Aggiornamento 18/2/2017

In un modello animale, il digiuno alternato aumenta la dipendenza da cibo. Non dovrebbe infatti essere utilizzato in persone con disturbi del comportamento alimentare perché aumenta il desiderio di cibo spazzatura

Tutto ciò che mangiamo è un segnale per il nostro organismo.
Ad esempio mangiare tessuti che hanno accumulato nel tempo danni molecolari (ossia da organismi più anziani) accelera l'invecchiamento.
Questo studio rinforza l'idea dell'invecchiamento come accumulo di danni nel tempo.

Cade anche il teorema secondo cui tutto ciò che entra nello stomaco viene digerito e diventa tutto uguale.

Aggiornamento 20/2/2017

Il digiuno intermittente si conferma efficace nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolari, tumorali e di invecchiamento

Aggiornamento 30/4/2017

Ecco perché il digiuno non va bene in chi ha disturbi del comportamento alimentare.

Aggiornamento 10/5/2017

In un nuovo studio, il digiuno alternato non dà risultati migliori della semplice restrizione calorica. Ci si dimentica di dire però che in qualcuno può averla data, in altri no, perché nell'effetto statistico i risultati si annullano tra loro

Aggiornamento 24/5/2017

Uno studio non molto numeroso ma fatto bene ha mostrato che il digiuno alternato non fa perdere più peso della semplice restrizione calorica.
La cosa più interessante però è che viene sottolineato che non esiste una dieta adatta a tutti (nello studio in particolare qualcuno ha avuto vantaggi, qualcuno no, e la media dei risultati è "nessuna differenza", cosa ben diversa da "il digiuno è inutile"). E che il digiuno intermittente è da sconsigliare soprattutto negli "snackers", le persone che mangiano poco e spesso

Aggiornamento 21/6/2017

La mia intervista a Buongiorno Regione Sardegna, su digiuno e sclerosi multipla, e l'articolo di The Scientist sul digiuno.

Aggiornamento 28/6/2017
"Quando un tumore si è formato, può il digiuno intermittente essere utilizzato per far morire di fame il cancro?
Le cellule tumorali hanno solitamente un tasso metabolico superiore rispetto ai circostanti tessuti normali, e il loro  principale combustibile è il glucosio.
Il digiuno intermittente mira a ridurre la concentrazione di glucosio circolante.
 Il digiuno ha dimostrato di provocare una riduzione delle concentrazioni di fattori di crescita (IGF) e dell'insulina, determinando la morte cellulare.
Infatti  alcuni tumori hanno concentrazioni superiori di IGF, e alcune terapie farmacologiche bloccano queste vie, ma spesso senza esito positivo sul lungo termine.
Combinare il digiuno con le correnti terapie ha  mostrato alcuni promettenti risultati preliminari in modelli animali.
Il digiuno intermittente o un ridotto apporto calorico combinato con la radioterapia ha diminuito la progressione dei tumori al seno nei topi e ha anche protetto i tessuti sani durante la chemioterapia.

 Un altro studio ha mostrato che i modelli murini di glioma erano più sensibili sia alla radioterapia sia alla chemioterapia dopo 48 ore di digiuno rispetto ai controlli.
Per prendere in considerazione il digiuno negli umani, è indispensabile selezionare i pazienti, perché molti individui con malattia avanzata potrebbero aver già subito una notevole perdita di peso, che sarebbe ulteriormente aggravata da un regime chemioterapico.
I risultati tratti da una serie di casi di dieci pazienti sottoposti a chemioterapia suggeriscono che in diversi tumori il digiuno intermittente accompagnato da un regime di chemioterapia ha funzionato bene, è tollerato, e i pazienti che hanno digiunato avevano una riduzione degli effetti collaterali, gastrointestinali e stanchezza.
Il regime di digiuno non ha avuto alcun effetto dannoso sulla funzione della chemioterapia.
Tuttavia, sono necessarie analisi più rigorose prima che questa tecnica possa essere adottata.
È necessario identificare quale tipo di digiuno e quali individui ne beneficerebbero, considerando fattori quali l'età, il peso e il tipo di tumore.
Alla luce di ulteriori prove, una dieta che simula il digiuno, risultando in un simile effetto biochimico senza un digiuno permanente, potrebbe essere più tollerabile per la popolazione generale.

Ma per il momento, rimane una pratica non validata sull'uomo".

Aggiornamento 6/7/2017

Saltare un pasto ogni tanto non sembra legato ad una riduzione del dispendio energetico, ma saltare la colazione aumenta la predisposizione al diabete anche senza aumento di peso

Aggiornamento 19/9/2017


Aggiornamento 29/9/2017

Le indicazioni sul digiuno da parte di Harvard

I pro e i contro dell'IGF, come modularlo e i dubbi derivanti dagli studi

Aggiornamento 18/10/2017

Nel modello animale il digiuno intermittente migliora le condizioni metaboliche perché altera il microbiota e gli consente di aumentare il rilascio di acidi grassi a catena corta che stimolano l'aumento del grasso bruno.

Aggiornamento 27/10/2017

Il digiuno intermittente promuove la termogenesi anche attraverso la polarizzazione dei macrofagi in M2 (quelli antinfiammatori). Ulteriore prova della stretta connessione tra immunità e metabolismo

Aggiornamento 3/11/2017

L'AICR, l'istituto americano per la ricerca sul cancro, consiglia una dieta che sia fatta in maggioranza con cibi vegetali, e cibi di derivazione animale in moderazione. Ma raccomanda soprattutto di scegliere cibi minimamente processati perché più salutari, limitando quelli con zuccheri e grassi aggiunti.

Digiunare almeno 13 ore durante la notte è un promettente metodo per ridurre l'infiammazione, i problemi glicemici e aumentare la sopravvivenza nelle donne con tumore al seno

Aggiornamento 16/11/2017

L'asprosina è un nuovo ormone scoperto che aumenta l'appetito e l'accumulo di grasso agendo sull'ipotalamo, e viene rilasciato durante il digiuno.

Aggiornamento 19/11/2017

La dieta del digiuno alternato può essere più efficace delle comuni diete ipocaloriche, salvaguardando più massa magra

Il digiuno periodico può migliorare i mitocondri, almeno nel modello animale

Update 7/12/2017

Che succede a chi fa un'abbondante colazione ogni giorno? Cambia l'espressione dei geni e il corpo attiva il metabolismo, riducendo l'accumulo di grasso (si riduce l'insulina). Questo capita sia nei normopeso che negli obesi. Le calorie non sono tutte uguali durante la giornata.
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Physiology

"Il consumo della colazione ha aumentato l'apporto calorico totale nelle persone magre", afferma l'autore principale Javier Gonzalez, "ma questo è stato compensato dalla stimolazione del dispendio energetico tramite attività fisica nelle persone magre". Ancora più importante, fare colazione diminuiva l'attività dei geni coinvolti nella resistenza all'insulina e aumentava la quantità di zucchero che le cellule riuscivano a togliere dal sangue, il che poteva potenzialmente proteggere dal diabete e da altre malattie croniche nel tempo.
Il digiuno, nel frattempo, sembrava aumentare l'attività dei geni associati all'infiammazione, ma solo nelle persone con obesità. "Pertanto, le linee guida per il consumo della colazione dovrebbero forse differire a seconda che le persone siano magre o obese", afferma Gonzalez. Sono necessarie ulteriori ricerche, aggiunge, prima che tali raccomandazioni possano essere fatte.
Aggiornamento 11/12/2017

In un modello animale, mangiando 2 soli pasti ma con un normale introito calorico, si prevengono le principali problematiche metaboliche dell'invecchiamento (perdita massa magra, diabete ecc)
Aggiornamento 7/2/2018
La restrizione calorica è conosciuta per determinare miglioramenti metabolici (glicemia, trigliceridi ecc) e riduzione del peso, ma spesso non dà risultati buoni a lungo termine per l'impossibilità di mantenere il regime.
Per questo alcuni studiosi sono fautori del digiuno intermittente.
Questa pratica ha radici antiche e sembra conferire buoni risultati, anche più sostenibili della semplice restrizione calorica in termini di miglioramenti metabolici e della composizione corporea.
Tuttavia non abbiamo ancora studi a lungo termine che abbiano verificato risultati migliori, quindi la pratica rimane tuttora sperimentale.
Aggiornamento 12/2/2018

Si sta diffondendo la moda dei digiuni/estreme restrizioni. Alcuni studi dicono che possono esserci risultati interessanti, però oggi scopriamo che molto del grasso che lascia il tessuto adiposo se ne va nel cuore, potenzialmente alterando la sua funzione, in particolare in chi abbia già problemi (aritmie, insufficienza cardiaca ecc)

Aggiornamento 24/5/2018

I meccanismi della restrizione calorica e del digiuno alternato nel promuovere la salute cardiometabolica


Aggiornamento 7/6/2018

Il digiuno intermittente, nelle sue diverse opzioni, si conferma avere un'interessante prospettiva nei confronti del diabete. In questo studio le persone non hanno ridotto le calorie, ma la finestra di alimentazione, facendo colazione, pranzo e cena in 6 ore, e digiunando per le altre 18. i ricercatori hanno descritto questo tipo di alimentazione come "allineata ai ritmi circadiani del corpo", e il risultato è stato di migliorare i parametri metabolici (infiammazione, insulina, glicemia, stress ossidativo, pressione sanguigna). Chi invece ha praticato la stessa finestra di alimentazione di sera o ha cenato tardi non ha avuto vantaggi, ma ha anche peggiorato la situazione in qualche caso, evidenziando una volta di più l'importanza della colazione.

Aggiornamento 19/7/2018

La glicemia costantemente alta, come capita in caso di diabete, di infiammazione o dopo i pasti, blocca AMPK, una proteina che, tra le altre cose, attiva TET2, un soppressore dei tumori. Stare sempre a stomaco pieno favorisce quindi i tumori, mentre i digiuni fatti in modo adeguato possono ridurre la proliferazione cellulare.

Questo è uno dei motivi che lega diabete e tumori.

Aggiornamento 26/7/2018
3 mesi di digiuno intermittente 5:2 sono risultati efficaci in un gruppo di persone diabetiche senza insulina
Aggiornamento 26/8/2018

In un modello animale, nonostante la perdita di peso, il digiuno può peggiorare il quadro metabolico e favorire l'insorgere del diabete. Questo capita tramite alterazione degli ormoni, soprattutto di quelli correlati con fame e sazietà
Aggiornamento 31/8/2018

Una testimonianza secondo cui perdere troppo grasso porta ad un effetto negativo sugli ormoni dell'asse riproduttivo (ipotalamo-ipofisi-gonadi, GnRH-LH/FSH-testosterone). Questo è probabilmente dovuto alla caduta della leptina, sia per lo scarso introito calorico che chi fa digiuni per "definirsi" pratica sia al basso livello di grasso raggiunto, che in termini evolutivi indica un pericolo e quindi necessità di sopravvivere e non certo di riprodursi




Aggiornamento 16/12/2018

Si è concluso lo studio HELENA, che ha confrontato il digiuno intermittente (del tipo 5:2) con una convenzionale restrizione calorica, ed è durato quasi un anno. Non si sono osservate grandi differenze tra i 2 gruppi, e quindi si è concluso che il DI può essere equivalente ma non superiore al CRC per la riduzione del peso e la prevenzione delle malattie metaboliche.
Entrambi i gruppi hanno avuto un trend di recupero del peso nei mesi di controllo (dopo il 6°).
"Sebbene lo studio HELENA non confermi le aspettative euforiche poste nel digiuno intermittente, mostra anche che questo metodo non è meno vantaggioso delle diete convenzionali per la perdita di peso. "Inoltre, per alcune persone sembra essere più facile essere molto disciplinati in due giorni invece di contare le calorie e limitare il cibo ogni giorno", ha spiegato Tilman Kühn, scienziato leader dello studio", e ad ognuno conviene trovarsi il metodo più adatto a sé.

Aggiornamento 23/1/2019

È possibile spendere indefinitamente energia? No. L'organismo ha dei "sistemi di sicurezza" che lo impediscono, e servono per farci sopravvivere alle carestie, ma nel mondo moderno favoriscono l'insorgere di obesità. Uno appena scoperto è rappresentato da un ormone che i ricercatori cinesi hanno chiamato "Tsukushi" (TSK), e agisce bloccando il sistema nervoso simpatico, quello che attiva il grasso bruno, quando andiamo a spendere troppe calorie. Gli obesi hanno livelli di TSK più alti. I topi modificati per non avere il TSK, messi a dieta ipercalorica, prendono solo il 30% del peso in confronto ai topi normali che raddoppiano, e hanno più grasso bruno e più spesa energetica.
Questo ormone potrebbe rappresentare un target nella lotta all'obesità
Aggiornamento 2/2/2019
3 giorni di digiuno portano a vari effetti metabolici che appaiono positivi, nella via dell'acido citrici, dei pentosi fosfati e delle purine. "Così diversi metaboliti derivanti da  catabolismo e anabolismo  aumentano fortemente stimolati dal digiuno. La riduzione delle specie ossidanti può essere la principale risposta al digiuno".
Aggiornamento 7/4/2019
Interessante articolo sul digiuno 16:8, ossia la restrizione alimentare ad una finestra di 8 ore corrispondente alle ore di luce, e non necessariamente con restrizione calorica. Il suo potenziale effetto antinfiammatorio e positivo nei confronti degli equilibri ormonali, grazie all'allineamento dei ritmi circadiani
Aggiornamento 14/4/2019
Il Ramadan può portare a modifiche sia positive che negative nella composizione corporea e nei parametri metabolici, che sembrano comunque rimettersi in linea dopo il mese di digiuno diurno.

Aggiornamento 1/5/2019

Come affrontare il Ramadan senza far danni
Aggiornamento 8/6/2019

A che punto sono gli studi sul digiuno breve (STF) come terapia adiuvante tumorale? "Prove precliniche abbondanti e convincenti mostrano che l'STF può ridurre la tossicità e contemporaneamente aumentare l'efficacia di un'ampia varietà di agenti chemioterapici. I dati preclinici che suggeriscono che la STF può migliorare gli effetti della radioterapia e degli inibitori TK sono promettenti. Negli studi clinici, la STF emerge come una strategia promettente per migliorare l'efficacia e la tollerabilità della chemioterapia. Appare sicuro in aggiunta alla chemioterapia negli esseri umani e può ridurre gli effetti collaterali e il danno al DNA nelle cellule sane in risposta alla chemioterapia. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire con fermezza l'efficacia e la sicurezza clinica".
Anche la riduzione proteica appare promettente nella gestione dei tumori
Aggiornamento 9/6/2019

Le persone sarcopeniche o con difficoltà a mettere muscolo non dovrebbero usare il digiuno

Aggiornamento 28/7/2019

Mangiare prima, allineando i pasti ai ritmi circadiani, non sembra aumentare il dispendio energetico, ma riduce l'appetito e consente così di mangiare meno durante la giornata. Inoltre migliora l'ossidazione dei grassi (flessibilità metabolica). Lo studio è stato compiuto su 11 obesi che mangiavano l'ultimo pasto entro le 2 del pomeriggio.
Aggiornamento 30/8/2019
Il digiuno intermittente può ridurre l'infiammazione riducendo i monociti, una classe di globuli bianchi. In pratica i livelli di energia regolano lo stato infiammatorio. Questo può migliorare anche la reazione nelle malattie autoimmuni.
Aggiornamento 22/9/2019
Esistono legami tra alimentazione e crescita e progressione tumorale.
In generale sia l'alto contenuto di carboidrati che di grassi sa associa ad aumentato rischio tumorale, e la restrizione calorica lo riduce.
Tra gli aminoacidi, glicina, serina e metionina stimolano la crescita nei modelli animali.
La dieta chetogenica può inibire la crescita tumorale, in particolare nei tumori cerebrali, ma aumentarla in altri modelli.
"Un altro studio ha dimostrato che l'integrazione dietetica con sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) in quantità simili al consumo umano di ~ 12 once di bevande zuccherate al giorno aumenta la crescita di tumori intestinali in un modello murino carente di Apc107. I tumori dei topi trattati con questa dieta avevano livelli aumentati di acidi grassi a catena lunga, suggerendo che lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio attiva la sintesi degli acidi grassi. Senza gene per la sintesi degli acidi grassi (Fasn) i topi erano insensibili agli effetti dello sciroppo, indicando che la de novo lipogenesi è necessaria per la risposta del tumore a questa dieta".
"L'osservazione di effetti opposti della stessa dieta su diversi tipi di tumore dimostrano che è necessaria cautela nell'estrapolazione di questi studi sugli animali per fornire raccomandazioni dietetiche ai malati di cancro, in particolare senza una chiara comprensione di ciò che guida meccanicamente queste differenze nella risposta tumorale".
Una prospettiva interessante la offre il digiuno nei giorni di chemioterapia, che abbassa glicemia, insulina e IGF-1 e incrementa la sensibilità ai farmaci e forse riduce la disponibilità di glutammina.
Aggiornamento 27/10/2019

Secondo una revisione degli studi, il digiuno intermittente "migliora significativamente il controllo glicemico e la resistenza all'insulina con una riduzione del peso, del livello di leptina e un aumento della concentrazione di adiponectina nella popolazione generale senza malattia metabolica cronica" rispetto alla semplice restrizione calorica.
È importante notare inoltre l'importanza del "timing": infatti saltare la colazione è associato ad aumento degli ormoni dello stress, condizione che può aumentare la perdita di massa magra e il rischio cardiovascolare.
Aggiornamento 7/12/2019
Una forma di digiuno intermittente (time-restricted fasting), ossia cenare presto e digiunare per 14 ore circa, migliora i parametri della sindrome metabolica in un piccolo studio senza gruppo di controllo.
Aggiornamento 28/12/2019
Il digiuno visto da NEJM
Aggiornamento 19/3/2020
La restrizione calorica agisce sul metabolismo del piruvato, influenzando la produzione di energia mitocondriale, e potenzialmente migliorando la salute
Aggiornamento 19/4/2020
Un periodo di severa restrizione calorica può attivare il sistema renina-angiotensina (ipertensione) e aumentare la suscettibilità alla sua alterazione, portando a malattie renali e cardiovascolari.
Aggiornamento 13/5/2020
Nel modello animale, il digiuno insieme alla vitamina C a dosi farmacologiche, ritarda la progressione del tumore con mutazione KRAS, e in alcuni casi lo fa regredire, eventualmente in aggiunta alla chemioterapia. Lo studio è stato compiuto dall'equipe del Prof. Valter Longo. "I ricercatori hanno affermato che mentre il digiuno rimane un'opzione interessante per i malati di cancro, un'opzione più sicura e più fattibile è una dieta a basso contenuto calorico a base vegetale che induce le cellule a rispondere come se il corpo stesse digiunando. I loro risultati suggeriscono che il trattamento a bassa tossicità della dieta che mima il digiuno più la vitamina C ha il potenziale per sostituire i trattamenti più tossici".
Aggiornamento 25/5/2020

Diverse opzioni dietetiche sono allo studio per migliorare l'esito delle terapie tumorali. Restrizione calorica e digiuno intermittente, grazie all'effetto su insulina e IGF1 e induzione dell'autofagia. Effetti simili si possono avere con la dieta chetogenica, soprattutto perché limita fruttosio e glucosio. L'aumento degli aminoacidi essenziali con riduzione di quelli non essenziali (aumento rapporto EAA/NEAA), o limitazione di alcuni essenziali (metionina) e o di alcuni non essenziali (glutammina, asparagina, arginina, cisteina, serina). Alcune vitamine (B9 e B12) utili nella produzione di basi azotate possono favorire la riproduzione cellulare. Istidina, mannosio, glicina possono rallentare la proliferazione, abbinate a diverse terapie. L'intervento dietetico può inoltre influenzare lo stato immunitario e la cachessia, 2 fattori decisivi nella sopravvivenza. Il microbiota influenza notevolmente la risposta all'immunoterapia. "Un'altra considerazione importante è che la manipolazione della dieta porterà a una risposta sistemica che non è limitata al tumore stesso ma avrà anche un impatto su altri fattori come il sistema immunitario e l'omeostasi generale. Pertanto, dovrebbe essere usata una visione olistica dell'effetto della restrizione dietetica che mira a preservare una risposta immunitaria antitumorale funzionale ed evitare lo sviluppo della cachessia. È importante tenere presente che le manipolazioni dietetiche per la terapia del cancro sono da usare a breve termine e coordinate con altri regimi di trattamento. Limitare il tempo della restrizione può ridurre gli effetti collaterali indesiderati e migliorare la probabilità di adesione del paziente". L'efficacia è comunque ormai certa. "C'è ancora molto da imparare, ma sembra evidente che una profonda comprensione di come la dieta possa interfacciarsi nelle complesse interazioni tra cancro, microambiente e metabolismo sistemico ci consentirà di offrire ai pazienti consigli razionali e personalizzati sull'assunzione nutrizionale per massimizzare l'effetto della loro terapia".
Aggiornamento 10/7/2020
La restrizione calorica nei giorni di chemioterapia ne aumenta l'efficacia. "In conclusione, i risultati di questo studio sono i primi a suggerire che i cicli di dieta mimadigiuno sono sicuri ed efficaci in aggiunta alla chemioterapia nelle donne con carcinoma mammario in fase iniziale. Questi risultati insieme a dati preclinici incoraggiano un'ulteriore esplorazione dei benefici del digiuno/mimadigiuno nei pazienti che ricevono una vasta gamma di terapie per il cancro".
Aggiornamento 8/8/2020
"La massa magra viene generalmente mantenuta quando il digiuno intermittente (IF), anche se seguito per motivi religiosi, è combinato con l'allenamento coi pesi (resistenza). Tuttavia, se IF inibisce o meno l'aumento di massa magra non è chiaro e può dipendere dall'adeguato apporto di proteine ​​e dal bilancio energetico. La combinazione di IF e allenamento di resistenza può anche portare a una riduzione del grasso corporeo, non solo durante i periodi di deficit energetico, ma anche quelli di surplus di energia".

Aggiornamento 27/8/2020

La perdita di peso causata dalla restrizione calorica porta a perdita di osso, questo non succede se il dimagrimento è dovuto allo sport

Aggiornamento 28/8/2020

Le malattie croniche hanno spesso un terreno comune: mitocondri che funzionano male. Le nostre centrali energetiche perdono efficienza. Per esempio nel diabete la secrezione di insulina è alterata perché dipende (anche) dai mitocondri. Nei tumori si trovano alterazioni dei geni mitocondriali. Nelle malattie cardiovascolari, il danno al DNA mitocondriale favorisce la proliferazione del muscolo endoteliale e così l'aterosclerosi. Inoltre l'insufficiente energia prodotta è alla base della cardiomiopatia dilatativa e dell'insufficienza cardiaca. La restrizione calorica, l'aumento del rapporto NAD+/NADH, l'attivazione delle sirtuine, l'esercizio fisico con l'attivazione dell'AMPK, il mitoquinone (MitoQ), sono potenziali modi per ridurre la disfunzione mitocondriale. "Indubbiamente, le terapie mitocondriali sono promettenti e rappresentano una nuova prospettiva per il trattamento di malattie di lunga durata. [...] Ad oggi, la maggior parte delle prove suggerisce un modello comune di alterazioni mitocondriali sebbene il contributo di ciascuna di esse alla progressione della malattia possa variare. Di conseguenza, il controllo terapeutico di specifiche alterazioni mitocondriali è un passaggio cruciale nella fisiologia mitocondriale e la sua applicazione può dipendere dal contesto patologico. Nuovi strumenti per l'analisi e l'applicazione terapeutica devono essere perseguiti in modo aggressivo". Un altro antiossidante mitocondriale (MitoTempo) riduce lo stress ossidativo e modula il microbiota

Aggiornamento 12/9/2020

Nei topi i benefici della restrizione calorica sono aumentati dall'ambiente fresco e ridotti dalla termoneutralità

Ridurre l'introito energetico nello sportivo può essere deleterio per la sua massa magra, l'assetto ormonale, l'umore, il sistema cardiovascolare. Secondo questa review il bodybuilder non dovrebbe mai scendere sotto 25 Kcal/kg di massa muscolare

Aggiornamento 16/9/2020

L'insulina è un segnale di abbondanza di nutrienti, che dice alle cellule: ingranditevi e riproducetevi. Questo va ovviamente male in caso di presenza di cellule tumorali, e infatti le persone con iperinsulinemia (solitamente affette da sindrome metabolica) sono più a rischio di tumori e di loro progressione. Da quasi un secolo si sa che una dieta alta in zuccheri e grassi, tipica dell'alimentazione occidentale, aumenta l'insulina e di conseguenza la progressione tumorale e le metastasi nei topi. Per ridurre l'iperinsulinemia, le strategie sono la semplice restrizione calorica, il digiuno alternato e la dieta chetogenica, che però può favorire la progressione di leucemia mieloide acuta, cancro del rene e melanoma positivo per BRAF-V600E.

Aggiornamento 26/10/2020

Perché consiglio spesso, soprattutto in chi ha necessità di aumentare il muscolo e carenza di energie, le miscele di aminoacidi essenziali? "Le formulazioni bilanciate di amminoacidi sono strumenti preziosi per gestire condizioni caratterizzate da stato catabolico, stress ossidativo o difetti dell'equilibrio energetico, come declino fisico e cognitivo legato all'età, malattie cardiometaboliche, traumi, cachessia tumorale e sepsi. È stato dimostrato che le miscele di amminoacidi ben formulate promuovono la bioenergetica mitocondriale e la difesa dei ROS (specie reattive dell'ossigeno, radicali liberi) nei tessuti metabolicamente attivi. La supplementazione di aminoacidi condivide molteplici meccanismi molecolari ed effetti benefici con la restrizione calorica e la dieta mima-digiuno, ma è più sicura a lungo termine e più gestibile rispetto ad altri tipi di restrizioni". Molte delle malattie dell'invecchiamento sono legate a una ridotta qualità mitocondriale con conseguente ridotta produzione di energia

Aggiornamento 26/1/2021

Aumentano le prove sull'uso del digiuno o dieta mimadigiuno (FMD) nelle persone in chemioterapia.
"Un ambiente ricco di sostanze nutritive favorisce la crescita cellulare delle cellule normali, rendendole sensibili agli effetti citotossici di molti agenti chemioterapici. Il digiuno o le diete FMD riducono l'IGF1 e il glucosio e provocano una riduzione del segnale attraverso la cascata intracellulare di rilevamento dei nutrienti, arrestando così la crescita cellulare ma promuovendo una resistenza differenziale allo stress (DSR). L'attivazione delle vie intracellulari di resistenza allo stress riduce la citotossicità e gli effetti collaterali legati al trattamento farmacologico. (B) In un ambiente ben nutrito, i requisiti nutrizionali per la proliferazione cellulare non regolamentata sono soddisfatti e la crescita del tumore è supportata. Il trattamento del cancro con farmaci chemioterapici produce la risposta attesa e la massa tumorale si riduce. Il digiuno o l'FMD limitano notevolmente la disponibilità dei metaboliti necessari per sostenere la crescita non regolata delle cellule maligne, con conseguente riduzione della crescita del cancro o restringimento del tumore. La combinazione della chemioterapia con il digiuno/FMD è associata a due scenari benefici: (1) inducendo l'attivazione della risposta protettiva nelle cellule normali, mentre le mutazioni nelle cellule tumorali bloccano l'attivazione della risposta allo stress cellulare; (2) sensibilizzando le cellule maligne al trattamento chemioterapico e quindi aumentando l'efficacia del trattamento, indicato come sensibilizzazione differenziale allo stress".
I risultati mostrano in modo convincente che la limitazione del glucosio, degli amminoacidi e dei fattori di crescita mediante il digiuno o l'FMD induce la protezione dell'organismo, degli organi e delle cellule, riducendo contemporaneamente la progressione del tumore in un ambiente di limitazione dei nutrienti, in particolare in combinazione con chemioterapici comunemente usati o altri approcci terapeutici emergenti. Ci si aspetta che i cicli di FMD siano più facili da affrontare rispetto ai regimi dietetici cronici perché i pazienti consumano cibo durante l'FMD, ma si deve considerare che quasi tutti gli interventi basati sul digiuno potrebbero essere difficili da rispettare per molte persone. Inoltre "l'utilizzo non comporta una grave perdita di peso e non ha mostrato effetti dannosi sul sistema immunitario ed endocrino". In particolare, l'identificazione di una "strategia dietetica personalizzata" a vantaggio di un soggetto soddisfa maggiormente la necessità di un coinvolgimento attivo dei pazienti nel loro processo di cura e dovrebbe essere raccomandato dalla comunità degli oncologi.

Aggiornamento 5/3/2021

In un lavoro sui topi si è potuto analizzare le proteine che vengono sintetizzate durante il digiuno a giorni alterni. Si è scoperto che aumentano le proteine che predispongono per la lipogenesi (sintesi endogena dei grassi) e si riducono le UCP (proteine che "sprecano" i grassi liberando calore). Un ottimo modo per rallentare il metabolismo e predisporre il corpo a riprendersi i kg persi.
"Durante il digiuno, il tessuto adiposo fornisce energia al resto del corpo rilasciando molecole di acidi grassi (lipolisi).
Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che il grasso viscerale è diventato resistente a questo rilascio di acidi grassi durante il digiuno.
C'erano anche segni secondo cui il grasso viscerale e sottocutaneo aumentavano la loro capacità di immagazzinare energia sotto forma di grasso, probabilmente per ricostruire rapidamente il deposito di grasso prima del successivo periodo di digiuno.
Questo tipo di adattamento può essere il motivo per cui il grasso viscerale può essere resistente alla perdita di peso dopo lunghi periodi di dieta.
Il dottor Larance ha affermato che è possibile che una storia di periodi di digiuno ripetuti abbia innescato un percorso di segnalazione di conservazione nel grasso viscerale.
Questo suggerisce che il grasso viscerale può adattarsi a ripetuti periodi di digiuno e proteggere la sua riserva di energia", ha detto.

Aggiornamento 13/5/2021

In un modello animale (vermi) il digiuno temporaneo migliora l'aspettativa di vita, ma... la riduce nelle generazioni future. La scarsità di cibo viene segnata nei geni, tramite l'epigenetica, e la prole si adegua: scarsa spesa energetica, tendenza alle malattie dell'invecchiamento, ridotta aspettativa di vita in un contesto di disponibilità di nutrienti.


Aggiornamento 16/5/2021

Secondo una metanalisi degli studi, il digiuno intermittente in persone che fanno pesi determina "miglioramenti nei risultati della composizione corporea, inclusi peso, percentuale di grasso e quantità di grasso senza una differenza significativa nella FFM (massa magra)". Però l'unico modo per salvaguardare il muscolo è assumere abbastanza proteine, perché "il potenziale meccanismo di conservazione della FFM delle diete ad alto contenuto proteico potrebbe essere correlato alle alterazioni indotte dalle proteine ​​alimentari nel turnover proteico, in particolare MPS (sintesi proteica muscolare), inibendo la fosforilazione della proteina chinasi attivata da AMP (AMPK, che determina catabolismo) e attivando mTORC1 (che stimola l'anabolismo). Inoltre, è importante riconoscere che l'attività coi pesi è un potente stimolo per preservare i tassi di MPS e FFM durante la perdita di grasso".


Aggiornamento 28/6/2021

La dieta lowcarb e il digiuno alternato hanno effetti simili sulla steatosi epatica, migliorando anche peso e insulinoresistenza, rispetto a una dieta classica. Il digiuno 5:2 appare anche meglio tollerato e più efficace nei confronti delle LDL

Aggiornamento 19/11/2021

Il digiuno intermittente di tipo 5:2 oltre al peso, migliora anche la pressione sanguigna (BP) in adulti obesi. I dati sui modelli animali mostrano che l'effetto è dovuto a una rimodulazione del microbiota e dei suoi metaboliti come gli SCFA e gli acidi biliari.
"Precedenti studi di potenziali legami tra disbiosi intestinale e ipertensione hanno identificato una serie di prodotti microbici e metaboliti che possono influenzare la BP, tra cui acidi grassi a catena corta, endotossine e tossine uremiche" Si stimano almeno 100 metaboliti di origine batterica nel sangue.



Aggiornamento 23/12/2021

La dieta mimadigiuno appare tollerata e utile in uno studio italiano su un centinaio di persone con tumori. Allo studio ha partecipato anche il Prof. Valter Longo
La dieta "porta a cambiamenti positivi nel metabolismo e nel sistema immunitario che potrebbero rivelarsi fondamentali nelle terapie antitumorali", riferiscono i ricercatori italiani.
Gli studi sui topi hanno evidenziato che il regime "migliora l'attività dei trattamenti antineoplastici modulando il metabolismo sistemico e aumentando l'immunità antitumorale", e hanno voluto verificare questi effetti sull'uomo.
La dieta consisteva di 5 giorni al mese a restrizione calorica, seguito da un periodo con dieta sana secondo indicazioni tradizionali.
La dieta ha portato a "una riduzione delle concentrazioni di glucosio (glicemia) del 18,6%, dei livelli di insulina del 50,7%, e di quelli di IGF-1 del 30,3%, e queste modifiche sono rimaste stabili per diversi cicli".
Il peso perso veniva recuperato nei giorni di alimentazione normale, per cui non ha destato preoccupazioni.
L'impatto sul metabolismo immunitario appare comunque il risultato migliore.
"La restrizione calorica severa ha generato uno shock metabolico che ha attivato diverse popolazioni di cellule immunitarie che potrebbero aumentare l'attività antitumorale dei trattamenti antineoplastici standard", ha commentato una degli autori dello studio, dott.ssa Rivoltini.

Aggiornamento 24/12/2021

La dieta mimadigiuno appare utile nel diabete con insufficienza renale (nefropatia diabetica), riducendo la microalbuminuria, migliorando il controllo glicemico e l'ipertensione.
Il digiuno (forte restrizione calorica, circa 700 kcal al giorno) è stato fatto per 5 giorni al mese per 6 mesi, con una dieta mediterranea classica negli altri 25 giorni.
La dieta è stata abbinata ad eventuale trattamento farmacologico secondo linee guida

Aggiornamento 26/2/2022

È vero che fare sport a digiuno fa dimagrire?
Secondo una revisione degli studi allenarsi a digiuno e non mangiare dopo provoca la migliore restrizione calorica durante la giornata, potenzialmente aiutando a dimagrire.
Solo che… contemporaneamente provoca un aumento della fame (sia soggettiva che rilevata dal quadro ormonale) che una riduzione del consumo energetico, ponendo le basi per un recupero veloce dei kg persi.
Mangiare prima e/o dopo invece riduce la fame e ha un buon impatto sulla spesa energetica.
Il bilancio energetico totale, che si rifletterà sulla composizione corporea e quindi la quantità di muscolo e grasso, dipende da vari fattori e il risultato non è mai scontato.

Aggiornamento 2/10/2022

Diverse prove mostrano che sia negli animali che nell'uomo la restrizione calorica (CR) può avere dei vantaggi in termini di riduzione dell'infiammazione, agendo anche sull'espressione dei geni, sui segnali cellulari (citochine) e sul microbiota.
Tuttavia tra gli effetti collaterali a lungo termine possono esserci: alterazioni della composizione corporea, aumento della sensibilità al freddo, riduzione della forza muscolare, irregolarità mestruali, infertilità, perdita della libido, osteoporosi , guarigione lenta delle ferite, ossessione per il cibo, irritabilità e depressione. Inoltre la CR non assicura vantaggi se utilizzata in tarda età.

Aggiornamento 21/11/2022

Il time restricted eating, una forma di digiuno intermittente, può essere utile per il dimagrimento di persone normopeso o sovrappeso, con miglioramenti di alcuni parametri metabolici e della percentuale di grasso.
I miglioramenti possono verificarsi anche senza restrizione calorica e sembrano legati all'allineamento dei pasti coi ritmi circadiani naturali.

Aggiornamento 21/12/2022

In uno studio controllato, il digiuno intermittente della medicina tradizionale cinese (5+10) ha indotto remissione del diabete di tipo 2 per almeno un anno in circa la metà dei partecipanti. Le persone hanno abbandonato i farmaci e i parametri metabolici sono rientrati, in particolare l'emoglobina glicata è scesa sotto il valore ritenuto ideale di 6,5%. Nel gruppo di controllo che ha effettuato una dieta normale solo 1 persona su 36 ha avuto la remissione.

Aggiornamento 30/12/2022

In uno studio che ha esaminato i dati di oltre 20 mila americani dai 40 anni in su è stato osservato che chi salta i pasti ha più elevata mortalità. Le persone sono state seguite per 15 anni e interrogate con un recall delle 24 ore.

In particolare, rispetto a chi fa i 3 pasti, chi salta la colazione ha maggiore mortalità cardiovascolare, chi salta il pranzo o la cena da tutte le cause. Anche un intervallo breve (inferiore a 4,5 ore) tra i pasti è stato associato ad aumentata mortalità.

In particolare chi consumava un solo pasto al giorno aveva aumentata mortalità per tutte le cause del 30% e cardiovascolare dell’83%.

Chi saltava la colazione aveva maggiore mortalità cardiovascolare del 40%.

Saltare il pranzo e la cena aumentava la mortalità del 12 e del 16% rispettivamente.

Lo studio è limitato dal fatto di essere basato sui questionari (e quindi soggetto a errori nei report) ed essere impostato in modo da non poter stabilire nesso causale.
Il legame potrebbe essere la qualità inferiore della dieta con mancanza o ridotto introito di importanti nutrienti (per esempio quelli della frutta); da altri studi è emerso che chi salta la colazione tende ad avere una qualità dietetica inferiore. Inoltre saltare un pasto porta a fare i successivi più grandi, portando a un esagerato quantitativo di nutrienti tutti insieme. Avere pasti più regolari invece migliora la risposta metabolica/insulinica al glucosio. Infine saltare i pasti può riflettere condizioni psicosociali associate a un elevato rischio di malattia cardiovascolare come l'anoressia nervosa.

Aggiornamento 28/1/2023

Una revisione degli studi mostra che una significativa porzione delle persone normopeso che perdono peso di proposito, magari per pressioni sociali o distorsione dell'immagine, spesso riacquistano i kg persi con gli interessi. L'analisi suggerisce che indurre un bilancio energetico negativo genera dei comportamenti compensatori di adattamento che persistono oltre la fase in cui si mangia per recuperare il peso. In questo modo ci si può ritrovare con più kg totali, ma meno muscolo e più grasso. Per questo un taglio calorico può, in individui predisposti, favorire un passaggio al sovrappeso o all'obesità.

Aggiornamento 29/10/2023

In uno studio su 75 persone con diabete di tipo 2 è stata verificata l'efficacia del TRE, time restricted feeding, un tipo di digiuno alternato in cui si mangia senza guardare le calorie ma si può assumere cibo solo in una finestra di 8 ore, digiunando nel resto del giorno. Il confronto con una classica dieta ipocalorica ha mostrato una maggiore perdita di peso nel gruppo TRE, ma calo dell'emoglobina glicata simile tra i 2 gruppi.
Considerazioni personali: sbagliato l'orario di alimentazione (12-20, senza colazione) e la glicata non è calata correttamente perché è aumentato il cortisolo, ormone iperglicemizzante.

Aggiornamento 25/11/2023

In un lavoro presentato al congresso ESMO - European Society for Medical Oncology , il digiuno breve nelle ore intorno alla chemioterapia, in donne con tumore al seno e senza rischio di malnutrizione, ha migliorato la qualità della vita.
Il trattamento può alleviare gli effetti collaterali comuni della chemioterapia come perdita di appetito, nausea, affaticamento o diarrea.
I ricercatori hanno specificato che "i risultati non devono essere applicati a popolazioni di pazienti al di fuori del cancro al seno o a regimi di trattamento al di fuori di questo studio. E, ha osservato, "deve essere considerato anche come si sente il paziente durante il digiuno di 60-72 ore".
Inoltre "deve essere considerato lo stato nutrizionale dell'individuo. Se un paziente ha scarso appetito e perde peso tra un trattamento e l'altro, il digiuno non deve essere effettuato prima del trattamento successivo".

Aggiornamento 6/3/2024

Alcuni studi, ma non la maggioranza, mostrano un impatto superiore del "time restricted eating" (restrizione della finestra alimentare) rispetto alla sola riduzione delle calorie nei confronti del rischio cardiovascolare e del dimagrimento. In generale sono necessari ulteriori studi.

"Sebbene l’aggiunta di TRE a CR non abbia prodotto ulteriori benefici nella maggior parte degli studi inclusi in questa revisione, tre dei sette studi hanno riscontrato differenze significative tra i gruppi nei risultati antropometrici e metabolici. Ciò suggerisce che il TRE può aumentare i benefici della CR in alcune circostanze, ma attualmente non ci sono prove adeguate per trarre conclusioni forti. Studi recenti hanno suggerito che gli interventi CR possono portare a finestre alimentari ristrette e quindi periodi di digiuno allungati involontariamente, che potrebbero aver ridotto i potenziali effetti benefici dell’aggiunta di TRE agli interventi CR. Ciò suggerisce che le finestre alimentari dovrebbero essere attentamente valutate negli studi futuri. Pertanto, sono necessari studi clinici randomizzati a lungo termine e ben progettati per distinguere i potenziali effetti indipendenti del TRE dalla CR e determinare se TRE ha il potenziale per migliorare i noti benefici per la salute della CR".

Aggiornamento 24/3/2024

Secondo una metanalisi il time-restricted eating, la riduzione della finestra di alimentazione soprattutto alla prima parte della giornata e in particolare nella variante 16:8, consente di perdere peso mantenendo la massa magra. Si riducono inoltre la pressione sanguigna, il grasso viscerale e l'infiammazione

Aggiornamento 14/10/2024

La restrizione calorica (CR) è un metodo che, nei modelli animali, notoriamente estende la durata della vita.
Per questo molti si sottopongono a digiuni, ipoalimentazione ecc. (restrizioni dietetiche, DR) in modo da aumentare la propria aspettativa.
Alcuni si dimenticano però di menzionare gli effetti negativi: "La restrizione calorica del 40% ha avuto l’effetto più forte sull’estensione della durata della vita, ma ha portato a una perdita di massa magra e a cambiamenti nel sistema immunitario che potrebbero conferire suscettibilità alle infezioni. Il digiuno intermittente non ha prolungato la durata della vita dei topi con peso corporeo elevato prima dell’intervento e il digiuno intermittente di due giorni è stato associato alla distruzione delle popolazioni di cellule eritroidi. Le risposte metaboliche alla restrizione dietetica, inclusa la riduzione dell’adiposità e della glicemia a digiuno, non sono state associate ad un aumento della durata della vita, suggerendo che la restrizione dietetica fa molto di più che contrastare semplicemente gli effetti negativi dell’obesità. I nostri risultati indicano che migliorare la salute e prolungare la durata della vita non sono sinonimi".
In pratica la genetica conta molto più delle calorie. I risultati hanno diverse implicazioni.
"In primo luogo, suggeriscono una divergenza tra gli effetti della DR sulla salute e sulla longevità. Diversi impatti ben descritti della DR sulla salute metabolica, come il miglioramento della glicemia a digiuno, il dispendio energetico e le oscillazioni del quoziente respiratorio, non hanno predetto la durata della vita all’interno dei gruppi di dieta. Ciò significa che, sebbene i cambiamenti nei tratti metabolici indotti dalla DR possano essere benefici per la salute, potrebbero non necessariamente tradursi in un’estensione sostanziale della durata della vita. Questa intuizione ha importanti implicazioni per la scelta dei biomarcatori negli studi di intervento sulla dieta umana, che spesso si concentrano sulla salute metabolica.

In secondo luogo, i nostri risultati implicano più in generale che gli effetti della DR sulla salute e sulla durata della vita potrebbero essere parzialmente non sovrapposti e che alcune proprietà della DR di estensione della durata della vita potrebbero infatti essere dannose per altri aspetti della salute fisiologica. Ad esempio, sebbene i topi con CR al 40% siano sani secondo la maggior parte dei parametri, abbiamo riscontrato segni di effetti avversi tra cui perdita permanente di massa magra, temperatura corporea più bassa, comportamento di ricerca del cibo (un indicatore di fame) e cambiamenti nel repertorio immunitario che potrebbero potenzialmente conferire suscettibilità alle infezioni. Questi effetti nei topi possono sollevare preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi di DR estrema per gli esseri umani".
I ricercatori concludono indicando che la DR può essere conveniente solo in alcuni contesti genetici mentre può essere deleteria per altri, dimostrando una volta di più la necessità di una personalizzazione della nutrizione. E spiega anche perché personalmente non sono mai stato un tifoso dei digiuni.

Aggiornamento 8/11/2024

Da tempo diciamo che l'alimentazione modula il sistema immunitario. Ce lo spiega un articolo di Nature.
Un esempio è la chitina, presente in funghi, crostacei e insetti, che aumenta l'immunità di tipo 2 (quella che agisce nei confronti di vermi e parassiti).
La psoriasi risponde molto bene all'alimentazione: alcuni grassi infiammatori sono tra i responsabili delle alterazioni immunitarie che portano all'infiammazione cutanea.
Il digiuno agisce anche attraverso nervi specifici, provocando la riduzione di alcune cellule T, riducendo così l'eccesso di risposta immunitaria presente nell'autoimmunità. Questi neuroni potrebbero essere attivati tramite stimolazione elettrica, evitando le conseguenze negative del digiuno. Una di queste è proprio la diminuzione della risposta immunitaria, con esposizione alle infezioni.
Anche una dieta di tipo occidentale, ricca in grassi e cibo raffinato, ha l'effetto di abbattere le difese immunitarie e rendere più suscettibili alle infezioni. Nel modello animale 3 giorni senza fibre determinano un'alterazione del microbiota e una conseguente caduta delle difese immunitarie, in particolare nei confronti dei batteri. Nei topi che non assumono fibre cadono le difese nei confronti del melanoma.
Altri effetti molto specifici sono dati dalle diete vegane e chetogeniche.
"Mentre la dieta chetogenica, i partecipanti avevano livelli e attività migliorati delle cellule T e B che fanno parte del sistema immunitario adattivo, che monta una risposta “di precisione” che riconosce nemici specifici, coloro che seguivano la dieta vegana hanno riscontrato un miglioramento delle risposte immunitarie innate, che sono più rapide e meno specifiche delle risposte adattive".

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