sabato 8 marzo 2014

Coca cola buona


Ho letto una "point of view" (punto di vista), una sorta di analisi di lavori con analisi soggettiva, che mi ha fatto molto ridere, intitolata "Bevande gassate e sistema gastrointestinale: tra mito e realtà".
L'articolo comincia descrivendo l'acqua Perrier e le sue straordinarie proprietà che aiutarono Annibale a oltrepassare i Pirenei. Pare che pure gli elefanti lo ringraziarono.
In pratica le bevande gassate (non facendo distinzione tra zuccherate, dolcificate o solo addizionate di CO2) vengono dipinte come moderatamente benefiche per la salute, non provocano reflusso gastroesofageo ma anzi fanno fare il ruttino che aiuta a digerire, sono lievemente correlate con le carie dentali ma non troppo, diventano piacevoli per il gusto (allora non mettiamo zucchero, visto che bastano le bollicine?), aumentano l'assorbimento dell'aspirina (come se ne avessimo bisogno ogni giorno), nell'intestino compensano l'anidride carbonica dei fluidi corporei, non fanno male al fegato, aiutano a mangiare di meno.

Poi leggo che nella lista degli autori uno viene indicato come dipendente della "The Beverage Institute for Health & Wellness, L.L.C., Coca Cola Company, Atlanta, USA". 

Allora ho capito che non c'era molto da ridere.
Non ho nulla contro l'acqua gassata, sconsigliata solo a chi soffre di reflusso (un numero sempre maggiore di persone purtroppo), ma in questo pezzo non la si distingue dalle bevande zuccherate.

http://www.sparkpeople.com/resource/funnies-cartoon.asp?id=304


Cari ricercatori e dipendenti vari, nelle riviste scientifiche si dovrebbe dichiarare il conflitto d'interessi. Certo, sappiamo bene che in Italia non è molto di moda, ma almeno l'americano...

http://blog.e-conomic.co.uk/conflict-of-interest/


PS per chi volesse leggere la vera storia delle bevande gassate e zuccherate, eccola.

Aggiornamento 20/6/2016

Un bell'articolo di Authoritynutrition.com sui benefici delle acque frizzanti (senza zucchero!).

Aggiornamento 5/10/2016

Tra tutti gli zuccheri, quelli in forma liquida di bibite gassate e succhi vari sembrano i peggiori.

Aggiornamento 8/10/2016

Pare che Coca Cola voglia pagare i dietisti USA per twittare contro la tassa sugli zuccheri.

Aggiornamento 12/10/2016

L'"esperto" Giampietro continua con l'argomento "lo zucchero è innocente", come se non fosse già stato smentito abbastanza.
6 ragioni per evitare il fruttosio industriale.
Coca e Pepsi sponsorizzano gli eventi sulla salute.


la felicità ti ha dato il diabete

Aggiornamento 21/12/2016
Secondo una nuova revisione dei dati, i consigli delle linee guida di ridurre lo zucchero sono basati su studi di scarsa qualità. Peccato che sia finanziata dalle industrie dello zucchero stesse. Ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria.


Aggiornamento 27/1/2017

Pare che il vice presidente di McDonalds, sotto giuramento ad una audizione sulla salubrità del loro cibo, disse che la Coca Cola è nutriente perché contiene acqua

Aggiornamento 10/4/2017

Come si fa a far credere alla gente che l'obesità non dipende dallo zucchero ma solo dalla sedentarietà? basta pagare gli scienziati per diffondere la bufala

Aggiornamento 4/9/2017

Il nuovo capo della CDC (Centro per il controllo delle malattie USA) pensa che Coca Cola sia un alleato nella lotta all'obesità. Forse hanno intenzione di chiudere.

Aggiornamento 22/12/2017

Evitare le bibite gassate aumenta la probabilità di successo della fecondazione in vitro

Aggiornamento 18/9/2018

Coca Cola investe 8 milioni di euro in 8 anni per spingere i ricercatori spagnoli a minimizzare l'impatto della nutrizione ed esaltare quello dell'inattività fisica tra le cause dell'obesità infantile. A me ricorda qualcosa, tipo questo documento di NutritionFoundation, ossia i soliti noti Ghiselli, Del Toma e compagnia bella.
Ecco invece alcuni italiani che hanno dichiarato di ricevere fondi da Coca Cola (molti hanno preferito non comparire in lista, chissà perché)

Aggiornamento 15/3/2019

Il consumo di bibite gassate zuccherate si associa a un peggiore stato nella sclerosi multipla

Aggiornamento 23/3/2019

Più si beve bibite zuccherate (SSB), più sale il rischio di morte prematura. Il legame è proporzionale.
Nello studio bere da una a quattro bevande al mese è legato ad un aumento del rischio dell'1%; da due a sei a settimana con un aumento del 6%; da uno a due al giorno con un aumento del 14%; e due o più al giorno con un aumento del 21%. Inoltre si è dimostrato un modesto legame tra il consumo di SSB e il rischio di morte precoce da cancro. "Questi risultati sono coerenti con i noti effetti avversi dell'alta assunzione di zuccheri sui fattori di rischio metabolici e la forte evidenza che bere bevande zuccherate aumenti il rischio di diabete di tipo 2, a sua volta un importante fattore di rischio per morte prematura. Supportano inoltre le politiche di limitazione della pubblicità delle bevande zuccherate a bambini e adolescenti e per l'attuazione della soda-tax perché il prezzo corrente delle bevande zuccherate non include gli alti costi di trattamento delle conseguenze ", ha detto Walter Willett, professore di epidemiologia e nutrizione.

Aggiornamento 4/9/2019

Hanno studiato il rapporto tra consumo di bibite e mortalità. "L'alto livello di consumo di bevande analcoliche totali, zuccherate e dolcificate artificialmente è risultato associato a più alto rischio di morte per tutte le cause. Sono state osservate associazioni positive tra bibite zuccherate e decessi per malattie digestive, nonché tra bibite zuccherate artificialmente e decessi per malattie circolatorie. Sono necessari ulteriori studi per verificare i possibili effetti negativi sulla salute degli edulcoranti artificiali".


Aggiornamento 28/9/2019
In una popolazione cinese è stata rilevata una relazione lineare tra il consumo di bibite zuccherate e l'ADHD
Aggiornamento 5/10/2019

Interessante articolo de Il Fatto Alimentare sulla sugartax, da cui riassumo i passaggi più importanti
Tante società scientifiche e molti nutrizionisti hanno aderito [...] Altre società hanno preferito non aderire all’iniziativa, tra queste citiamo: l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), l’Ordine nazionale biologi (Onb) e la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). La stessa Società italiana di nutrizione umana (Sinu), leader in Italia in quanto cura la stesura dei Larn (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana) che dovrebbe essere la paladina di questa iniziativa in linea con le indicazioni delle più importanti autorità mondiali – Oms, World cancer research fund (Wcrf), World Obesity (WO) – è stranamente assente.
Al riguardo vale la pena curiosare nel sito della Sinu. Tra gli sponsor troviamo Ferrero (Soremartec) e Nfi, una società scientifica privata che è a sua volta finanziata da Barilla (Mulino Bianco), Ferrero e Nestlè nonché decine di altre aziende alimentari. La Sinu non ha alcuna politica di trasparenza e di disclosure sulla questione del conflitto di interesse degli autori che hanno partecipato alla stesura dei Larn, e a quanto pare non c’è alcuna intenzione di cambiare nel futuro. Al contrario l’Oms, il Wcrf, WO e le più importanti riviste medico scientifiche affrontano molto seriamente il problema del conflitto di interessi perché può stravolgere le pubblicazioni.
In Italia il conflitto di interessi è un tabù. Come mai le indicazioni sugli zuccheri riportate dai Larn sono diverse rispetto a quelle dell’Organizzazione mondiale della sanità? Perché i nutrizionisti più presenti in televisione continuano a ripetere il mantra tanto caro all’industria alimentare secondo cui “non ci sono alimenti buoni o cattivi”? Perché si continua ad enfatizzare il ruolo dell’educazione alimentare, la responsabilità dei genitori sulle scelte alimentari dei bambini, altro mantra tanto caro all’industria alimentare, quando i dati a disposizione dicono chiaramente che questa strada non funziona? Come mai si continua a osteggiare qualsiasi intervento delle autorità sul consumo dello zucchero (sugar tax) e l’etichetta a semaforo, che invece viene adottata con successo da diverse nazioni al mondo per la sua chiarezza e semplicità?
Una delle prime nozioni elementari che viene data allo studente che deve occuparsi di nutrizione (in Gran Bretagna, USA, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Canada, Oms) è la distinzione tra zuccheri aggiunti agli alimenti e quelli naturalmente presenti. In Italia invece gli zuccheri contenuti all’interno di una lattina di Coca-Cola sono considerati come quelli naturali contenuti nella frutta (circa quattro arance). Ci sarà una differenza tra una bevanda gassata e quattro arance, visto che gli zuccheri della frutta sono accompagnati da fibra alimentare, vitamine, minerali e fitocomposti, mentre nelle bibite zuccherate questi nutrienti non ci sono.
L’ostilità che l’Italia ha verso la sugar tax e il Nutri-Score può essere in parte dovuta all’influenza degli sponsor dell’industria alimentare ai massimi livelli delle istituzioni scientifiche della nutrizione. È necessario allinearsi agli standard internazionali di trasparenza e risolvere il problema del conflitto di interessi. Così facendo potremo finalmente adeguare le nostre linee guida a quelle del resto del mondo e migliorare le indicazioni nutrizionali per la popolazione generale. Oggi chi è contro la sugartax o ha qualcosa da nascondere o ignora l'evidenza scientifica
Aggiornamento 1/11/2019
Eliminare le bevande zuccherate in un ufficio per 10 mesi ha contribuito a ridurre la circonferenza addominale tra gli impiegati
Aggiornamento 21/6/2020
il consumo di bibite zuccherate è associato (indipendentemente da altri fattori) ad aumento dell'adiposità viscerale, infiammazione sistemica, livelli di trigliceridi nel sangue e sviluppo di ipertensione e iperuricemia. In Messico, nonostante la riduzione del consumo grazie alla sugartax del 7,6% negli ultimi anni, le bibite sono responsabili del 6,9% delle morti (circa 41 mila all'anno).
Aggiornamento 24/1/2023

In una ricerca è stato stimato che se si applicasse la tassa sulle bibite zuccherate e i proventi si utilizzassero per ridurre i costi di frutta e verdura si preverrebbero 29 mila eventi cardiovascolari nei prossimi 10 anni nella città di New York.
Aggiornamento 18/11/2023

La sugartax, la tassa sulle bibite zuccherate, non fa male solo all'industria alimentare ma anche ai dentisti. In Gran Bretagna negli ultimi 2 anni le estrazioni di denti cariati sono scese del 12%. Indovinate quale stato sta ritardando la sua applicazione.

Aggiornamento 15/9/2024

Il Fatto Alimentare parla del libro che descrive i conflitti d'interessi e la corruzione dell'industria dello zucchero nei confronti di alcuni scienziati


Aggiornamento 28/10/2024

Il consumo di cibo ultraprocessato si conferma legato al rischio di diabete di tipo 2.
Ogni porzione giornaliera appare aumentare il rischio del 2%.
Gli alimenti più legati sono: bibite zuccherate o dolcificate, carne processata (wurstel, pancetta ecc.) e snack dolci.
Il principale meccanismo è probabilmente legato alla carenza di fibre e di nutrienti in questo tipo di cibo.
Inoltre "Alcuni altri potenziali percorsi che possono contribuire alle associazioni osservate includono gli additivi alimentari (ad esempio conservanti, dolcificanti artificiali, coloranti) utilizzati per migliorare il sapore e/o prolungare la durata di conservazione e l'introduzione involontaria di composti chimici durante i processi di lavorazione e confezionamento degli alimenti (ad es. composti neoformati come gli AGEs). Il propionato, che viene utilizzato nei cereali per la colazione e negli involucri delle salsicce come conservante, può contribuire alla resistenza all’insulina stimolando la glicogenolisi e aumentando i livelli plasmatici di glucagone e di proteina legante gli acidi grassi 4 (FABP4). I dolcificanti artificiali come l'aspartame e il sucralosio, comuni negli alimenti e nelle bevande ultra-processati come sostituti dello zucchero, sono stati collegati a un rischio più elevato di diabete di tipo 2 in studi sperimentali ed epidemiologici. Acrilammidi, ammine eterocicliche e 5-idrossimetilfurfurale, formati durante la lavorazione, insieme a contaminanti dell'imballaggio come ftalati, bisfenolo A e sostanze perfluoroalchiliche, sono collegati a disturbi endocrini, infiammazioni, resistenza all'insulina e aumento del rischio di diabete".

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