martedì 26 aprile 2016

Modello stocastico: la goccia che fa traboccare il vaso


Se una persona sta al freddo pochi minuti, non succede nulla solitamente. Tuttavia se la lasciamo diverse ore, oppure gli facciamo prendere freddo per periodi ripetuti, ad esempio alcune ore al giorno per diversi giorni, è probabile che starà male.


https://natangeloemme.wordpress.com/2016/04/27/cambio-di-stagione/


Il modello più affidabile per spiegare questa reazione è quello "dei danni accumulati" (o stocastico): l'organismo è in grado di affrontare un numero finito di "stressor" (evento stressante), dopo di che arriva la patologia. Ogni fattore stressante accorcia i telomeri (i "cappucci" protettivi del DNA) e quindi la vita delle cellule, che non sono più capaci di riprodursi. Un'altra causa dell'invecchiamento è la perdita/alterazione della funzione mitocondriale.

Ormai è anche documentato che lo stress si trasmette alle generazioni successive, attraverso meccanismi epigenetici, dei "segnetti" che rimangono sul DNA e ne influenzano la sua espressione.

Queste funzioni si legano al concetto di resilienza, la capacità di un organismo di fronteggiare le situazioni avverse: in pratica la sua "elasticità". Una bassa resilienza aumenta la probabilità di ammalarsi, ad esempio di diabete, di malattie mentali, persino di tumori e chissà di quanto altro.
L'idea è che ad ogni evento stressante la resilienza si riduca, fino a quando non abbiamo più capacità di fronteggiare la situazione avversa e arrivi la malattia. Ad esempio le malattie depressive arrivano sempre in seguito a ripetuti stress, che aumentano anche l'infiammazione e quindi il rischio cardiovascolare, tumorale, asmatico ecc., anche tramite la modificazione della flora batterica.
Ricordo ancora l'esempio che faceva il mio prof di farmacologia, Ninni Biggio: quando colleghiamo troppi elettrodomestici alla stessa presa, prima o poi la corrente salta.

Un modo per ridurre lo stress, le sue conseguenze e aumentare la resilienza? Lo sport ovviamente!

E tutto questo cosa c'entra con l'alimentazione?

Traslando il modello, noi sopportiamo un numero finito di stress anche nell'alimentazione: calorie (chi vive in un regime ipocalorico ha solitamente vita più lunga, anche se il modello è difficilmente trasferibile all'uomo e non necessariamente si vive meglio), zuccheri semplici ecc
Anche gli alimenti sono infatti "stressor". Lo sono in particolare per la funzionalità intestinale: sotto stress, la permeabilità intestinale aumenta, consentendo così ad un sacco di molecole che dovrebbero rimanere lì di passare.
E tra queste molecole ci sono molti metaboliti batterici, se non i batteri stessi (ma anche virus e funghi), che, oltrepassando la barriera intestinale, provocano malattia, interagendo col nostro sistema immunitario, anche tramite una ben conosciuta funzione chiamata mimetismo molecolare.
Tra le malattie legate troviamo quelle autoimmuni, autismo, problemi mentali (depressione, schizofrenia ecc).

Sfortunatamente, mano a mano che andiamo avanti con l'età e con l'accumulo degli stressor l'integrità della  barriera intestinale tende a ridursi.

Ecco perché a volte pensiamo: fino a qualche anno fa digerivo benissimo, ora qualunque cosa mangi sono sempre gonfio. E questo capita spesso in seguito a eventi stressanti se non traumatici: lutti, perdita di lavoro, mobbing, problemi sentimentali ecc.
Insomma vi è un'interazione tra cibo e stress ambientali che porta alla manifestazione della malattia.

Tra gli alimenti (o ingredienti degli alimenti) che, al pari dello stress, stimolano la permeabilità intestinale e quindi possono essere trigger (attivatori) ambientali di malattie, tra cui quella autoimmuni, troviamo il sale, il glutine, lo zucchero, gli emulsionanti. Tutta roba entrata nella nostra alimentazione da pochi millenni se non da pochi anni.

Tornando all'argomento di apertura,  ecco perché non tutti si ammalano: vi è bisogno di una somma di eventi, possibilmente ravvicinati. Se uno introduce glutine poche volte a settimana, viene ridotta la possibilità che faccia danni. Il consiglio è quindi quello di favorire alimenti a basso contenuto di questi nutrienti potenzialmente pericolosi e favorire quelli che appaiono meno dannosi (orzo, farro, grani antichi, che contengono un glutine meno aggressivo, riso e altri cereali alternativi), ed evitare quelli che lo hanno aggiunto: si legge spesso in etichetta infatti, oltre alla farina, "miglioratori" costituiti da glutine, utilizzati per dare più elasticità all'impasto.
Insomma è opportuno per tutti ridurre il consumo di questi alimenti "moderni" in chiave preventiva. E questo vale ancora di più in chi abbia familiarità per le malattie citate.

La posizione è così innovativa? Non proprio. Da pochissime settimane i pediatri europei hanno emesso una posizione ufficiale in cui si consiglia di limitare il glutine durante l'infanzia. Insomma quello che alcuni dicono da decenni viene finalmente messo per iscritto in una nota ufficiale.

Il glutine è sotto indagine per essere concausa di psicosi, autismo ecc. Non sempre si trova un legame sufficiente a fornire una correlazione causale semplicemente perché queste malattie sono multicausali, per cui la rimozione del glutine guarisce solo una parte delle persone (l'argomento verrà ripreso e spiegato in un post apposito).
Quindi chi dice: "anche io li mangio ma non mi ammalo, non possono essere una causa di malattia", non sa di cosa parla.

Vi è quindi necessità della sovrapposizione di fattori ambientali, genetici ed epigenetici per la manifestazione della malattia.

Tornando alla permeabilità intestinale, è legata pure al diabete, alla pressione alta, alle alterazioni metaboliche, tramite l'ingresso nel torrente circolatorio di LPS, molecola di origine batterica altamente infiammatoria. Una alimentazione che punti a curare questo aspetto è perciò potenzialmente terapeutica di molte condizioni infiammatorie.

Recentemente ho avuto l'onore di parlare ad un congresso di fisiatri del problema della permeabilità intestinale, ecco il video.



Aggiornamento 28/5/2016

Dopo incidenti traumatici, il metabolismo è completamente sconvolto, e l'analisi metagenomica può aiutare a capire come agire.
Anche lo stato di povertà accorcia i telomeri, e la loro lunghezza è direttamente proporzionale alla salute cardiovascolare e inversamente all'età cardiovascolare.

Aggiornamento 9/6/2016

Anche il sistema immunitario è coinvolto, in maniera ancora poco chiara, nella gestione dello stress e nel proteggerci da esso.

Aggiornamento 25/7/2016

Uno studio ha rilevato che le persone che hanno completato un programma creato per aumentare la resilienza ha effettivamente utilizzato i servizi di assistenza sanitaria in maniera inferiore rispetto a chi non l'ha utilizzato.

Aggiornamento 5/9/2016

I consigli per ridurre stress e ansia da Authoritynutrition.com

Mentre il cortisolo è rilasciato in fase di stress, l'urocortina è rilasciata in fase di recupero. Un eccessivo stimolo di queste vie, dovuto a esperienze personali, le manda probabilmente "fuori fase".

Aggiornamento 23/9/2016

Gli adolescenti e i giovani adulti sovrappeso spesso manifestano i problemi (ipertensione, diabete, complicanze vascolari ecc) solo più avanti: questo è dovuto al fatto che non hanno ancora avuto una alterazione delle diverse cellule immunitarie. Questi problemi si manifesteranno comunque più avanti.
Aggiornamento 16/12/2016

Il concetto di riserva metabolica è una realtà: come fare a costruirsela? Poco stress, sonno, cibo sano e attività fisica

Aggiornamento 26/12/2016

Scoperto un nuovo meccanismo di protezione dei telomeri: se manca il telomero è più instabile e ci si espone a maggiore rischio di tumori, invecchiamento e tutte le malattie correlate.

Aggiornamento 13/1/2017

Come si fa ad accorciare la vita dei moscerini? Somministrando loro zucchero. Alcuni geni e vie metaboliche sono completamente sovrapponibili a quelli dell'uomo e per questo è possibile ipotizzare una traslazione dei risultati.

Aggiornamento 18/1/2017

L'infiammazione è il miglior "amico" dell'invecchiamento. Più dura, più va avanti il processo di aging, e ognuno deve trovare la dieta per sé che non lo faccia infiammare.

Aggiornamento 19/2/2017

Tutto ciò che mangiamo è un segnale per il nostro organismo.
Ad esempio mangiare tessuti che hanno accumulato nel tempo danni molecolari (ossia da organismi più anziani) accelera l'invecchiamento.
Questo studio rinforza l'idea dell'invecchiamento come accumulo di danni nel tempo.

Cade anche il teorema secondo cui tutto ciò che entra nello stomaco viene digerito e diventa tutto uguale.

Aggiornamento 25/2/2017

La nuova teoria del "garb-aging" (spazzatura invecchiante): i "rimasugli" che non si smaltiscono, si accumulano e provocano infiammazione e invecchiamento.
I telomeri più lunghi sembrano ridurre il rischio di malattie cardiache e altre, ma aumentare quello tumorale.

Aggiornamento 9/3/2017

Il latte materno, la lattoferrina e la fibra prebiotica (GOS e PDX) migliorano la risposta agli stress futuri, modulando i circuiti cerebrali.
I traumi alla testa si associano ad alterazioni nell'espressione dei geni che predispongono per problemi neurologici, autismo, Parkinson, Alzheimer, ADHD, depressione ecc

Aggiornamento 15/3/2017

Gli stress e le avversità subiti da giovani si associano a maggior rischio di problemi metabolici come il diabete e tutto ciò che lo accompagna (pressione alta, dislipidemia ecc)

Aggiornamento 16/3/2017

Un "kit" di integratori composto da precursori della serotonina e della noradrenalina associati a estratti di mirtillo è in grado di prevenire la depressione postparto, aumentando la resilienza

Aggiornamento 17/3/2017

Non si sa ancora bene perché, ma in fase di stress il corpo produce proteine alterate e il pH intracellulare (non sanguigno) si abbassa (acidificazione). Questo porta ovviamente ad alterazione delle funzioni delle proteine. Questa è ritenuta una risposta evoluzionistica e adattativa, ma non è ancora chiaro il senso.

Aggiornamento 17/4/2017
Come i cortisonici intervengono direttamente per far aumentare il grasso corporeo, agendo sui circuiti di regolazione del peso, e i modi per ridurre il cortisolo plasmatico
Aggiornamento 1/5/2017
I principali stimolatori dell'invecchiamento sono l'infiammazione, la flora alterata e la permeabilità intestinale.
Queste condizioni peggiorano con l'età, creando un circolo vizioso, ma si possono gestire utilizzando cibo vero ed evitando quello industriale.
La sedentarietà si associa a telomeri più corti e invecchiamento.
Aggiornamento 11/5/2017

Anche il diabete viene quando si supera un limite: quello del grasso corporeo. Ma questa soglia è personale.

Aggiornamento 25/5/2017
Perché capita che i protocolli alimentari non funzionino? I motivi sono diversi (siamo molto complicati), ma il principale potrebbe essere che non riusciamo a risolvere i traumi giovanili, che influenzano la funzionalità del sistema nervoso enterico e del nervo vago, fondamentali per la salute.
Aggiornamento 27/5/2017
Gli ormoni tiroidei sono estremamente importanti per lo sviluppo cerebrale del feto. E la tiroide è molto suscettibile alle sostanze chimiche (pesticidi, PCB, BPA, ecc in generale chiamati perturbatori endocrini).
L'esposizione ad alte dosi di queste sostanze, che non sono mai testati in "cocktail" nelle prove di sicurezza, è legata a difetti neurologici come riduzione del QI, autismo e ADHD
Aggiornamento 3/6/2017

Gli eventi acuti di stress portano ad aumento della permeabilità intestinale e del microbiota, con conseguente alterazione del metabolismo e dei metaboliti che entrano in circolo, spalancando le porte alle malattie.

Dr Jared Seigler sullo stress:

"Lo stress è davvero un amplificatore.

Se c'è qualcosa che non va nel modo in cui funziona il corpo di una persona, lo stress lo farà peggiorare ulteriormente.

Una giornata calda, ad esempio, in una persona con sclerosi multipla. Non c'è stata una discussione, una scadenza, un pasto saltato, una nuova infezione, o viene esposta a sostanze chimiche. No, lo stress del calore ha peggiorato i sintomi.

Cerchiamo sempre di educare i pazienti su come imparare a rilassarsi. E' davvero un'arte perduta per alcuni. Ma si può fare qualcos'altro?

C'è un buon numero di ricerche sul fatto che i flavonoidi possono davvero aiutare a rallentare questo processo. In particolare, quercitina, rutina, luteolina, baicalina e apigenina. Ho una malattia autoimmunitaria e li prendo ogni giorno".
Aggiornamento 10/7/2017

Conferme sul legame tra peggioramento della flora intestinale e traumi e stress, in particolare infantili; è possibile mettere in relazione le dimensioni di alcune aree cerebrali con il tipo di microbi, e i traumi infantili possono alterare permanentemente la flora, aprendo la strada alle malattie, innanzitutto quelle intestinali.
Aggiornamento 14/7/2017

4 fattori che aumentano la resilienza nei bambini: curare il rapporto adulto-bambino, il senso di stima di sé stessi, le capacità di adattamento e autoregolazione, mantenere i rapporti e le tradizioni culturali.
Aggiornamento 12/11/2017

Una delle cause della sclerosi multipla potrebbero essere i traumi cranici durante l'adolescenza, in particolare se ripetuti
Aggiornamento 21/11/2017
Ѐ ormai conclamato che la depressione o altri disturbi psicologici hanno una base infiammatoria. Ad esempio è stato evidenziato che lo stress sociale (bullismo) subito da giovani aumenta la permeabilità di sostanze infiammatorie (IL-6) che aumentano il rischio di depressione. E il cibo può esacerbare questo collegamento

Aggiornamento 23/12/2017
"L'adattamento, o "omeostasi adattativa" è un processo altamente conservato, in cui cellule, tessuti e interi organismi attivano transientemente varie vie di segnalazione in risposta a lievi perturbazioni interne o esterne a breve termine, con conseguente variazione transitoria nell'espressione genica e resistenza allo stress. Queste risposte dinamiche a breve termine dimostrano i continui aggiustamenti omeostatici che gli organismi fanno per far fronte agli ambienti in continua evoluzione. È importante sottolineare che tali regolazioni aumentano temporaneamente la resistenza allo stress e possono proteggere da insulti più dannosi che possono verificarsi in un periodo di diverse ore".
Andando avanti con l'età questo processo diventa meno efficace e per questo peggiorano composizione corporea, salute, risposta allo stress emozionale, al freddo, agli stimoli alimentari immunogeni, allo stress ossidativo, alle infezioni, all'attività fisica ecc 


Aggiornamento 24/12/2017
In un modello animale, ripetute infezioni con la salmonella aumentano il rischio di colite, alterando la risposta infiammatoria.
L'organismo funziona bene solo se ha una quantità di nutrienti adeguata, assicurata da un'alimentazione varia ed equilibrata e, in alcuni casi, dall'integrazione. 
Una revisione degli studi dimostra l'importanza delle carenze nutrizionali nell'insorgenza delle psicosi
Aggiornamento 5/1/2018
Livelli di vitamina D più alti sono associati con telomeri più lunghi. Questo potrebbe essere un meccanismo di difesa contro i tumori, sebbene sia solo un'ipotesi.
Aggiornamento 2/2/2018
2 composti presenti nell'uva riducono l'infiammazione da depressione e promuovono la resilienza nel modello animale.
Aggiornamento 12/2/2018

Articolo sulla resilienza da parte di Harvard
Aggiornamento 17/2/2018

Il modello stocastico come essenziale per la gestione della salute e della composizione corporea
Aggiornamento 20/6/2018

Gli eventi stressanti si confermano legati al rischio di malattia autoimmune

Aggiornamento 27/7/2018

Secondo uno studio fatto su giovani sani, i grassi saturi aumentano l'endotossemia postprandiale (e i gli acidi grassi liberi), gli omega 3 la riducono.
Gli omega 6 non aumentano  l'endotossemia ma i trigliceridi.

Probabilmente a causa del buon stato di salute dei soggetti, l'endotossemia non si traduce in infiammazione, ma lo farà in seguito se non si cambia stile di vita.

Aggiornamento 22/8/2018
Non riesci più a far fronte ai problemi e il tuo sistema immunitario è debole? Hai una scarsa resilienza (dovuta al troppo stress), e il ponte tra le 2 condizioni può essere un'alterazione del microbiota.
L'alterazione dei microbi intestinali e la perdita di alcune specie in seguito a episodi stressanti alterano i neurotrasmettitori che giungono al cervello, favorendo ansia e depressione
In questo caso lo stress cronico e il rilascio di cortisolo e catecolammine sono associati ad infiammazione costante e scarse difese immunitarie.
In caso di infiammazione costante inoltre i messaggeri infiammatori influenzano negativamente l'umore a causa della permeabilità della barriera ematoencefalica.
Le persone ottimiste e tranquille invece si ammalano meno.
Il ruolo della dieta nella cura delle malattie psichiatriche sta emergendo, anche se trascurato da molti, e gli psicobiotici (probiotici per la mente) saranno una parte della terapia.
Tra questi, Bifidobacterium longum 1714 migliora la risposta allo stress e la memoria, Lactobacillus helveticus R0052 riduce il cortisolo, Lactobacillus rhamnosus HN001 riduce la depressione postparto
Tra i promotori naturali della resilienza troviamo i polifenoli, grazie al loro effetto antinfiammatorio.
Aggiornamento 2/12/2018
Le connessioni nervose nelle persone più resilienti sembrano diverse da quelle con scarsa risposta allo stress. Probabilmente l'epigenetica ha un ruolo.
Aggiornamento 2/6/2019

È stato probabilmente individuato uno dei batteri che leghiamo all'ipotesi dell'igiene. Si chiama Mycobacterium vaccae, e sta appunto nelle mucche. Stare in un ambiente troppo pulito e lontano dagli animali ne riduce il contatto e la presenza nell'essere umano. Questo batterio produce un grasso, chiamato CLA (acido linoleico coniugato) che riesce a modulare il sistema immunitario e aumentare la resilienza (risposta allo stress).
Aggiornamento 13/8/2019
Prendetevi una bella vacanza, perché lo stress cronico distrugge i neuroni di alcune aree cerebrali e favorisce l'insorgenza di malattie psichiatriche
Aggiornamento 11/9/2019
Secondo una metanalisi, gli omega 3 sono efficaci nei disordini depressivi quando l'EPA è il 60% nella miscela e inferiore a un grammo come quantità
Aggiornamento 15/9/2019
L'attivazione del sistema immunitario in gravidanza è legata a problemi di neurosviluppo del bambino, e può essere stimolata sia da infezioni che da stress.
Questo sistema però ha una certa resilienza, ossia è protetto fino a un certo punto. Fattori alimentari come omega 3, colina, ferro, zinco, un buon sistema antiossidante sono protettivi, mentre anemia e ferro basso, infezioni, infiammazione, diabete gestazionale, disbiosi e traumi infantili aumentano il rischio.
Aggiornamento 6/11/2019
Esiste un legame tra zucchero e depressione?
"L'assunzione di zucchero promuove numerosi processi che alterano l'omeostasi, e sono in ​​grado di indurre sintomatologia depressiva [illustrata nella figura sotto]: disfunzione del microbiota (asse intestino-cervello alterato), modificata segnalazione della dopamina, stress ossidativo, resistenza all'insulina e generazione di prodotti avanzati di glicazione (AGEs). La maggior parte di questi processi promuove anche l'infiammazione patologica, di per sé un fattore di rischio particolarmente robusto e consolidato per la depressione. [...]La riduzione degli zuccheri aggiunti può comportare il potenziale per ridurre i sintomi depressivi (o per prevenire il loro verificarsi futuro), almeno tra i pazienti con elevato consumo di zucchero".
Aggiornamento 19/11/2019
ll microbiota ha una certa resilienza, nel senso che dopo "perturbazione" (esempio: antibiotici) tende a tornare in maniera simile alle condizioni precedenti di base. Una dieta a basso contenuto di fibre ritarda il recupero e riduce il ritorno delle specie amiche, mentre i fattori positivi (fibre, fattori ambientali come il non eccesso di igiene) migliorano la resilienza.
Aggiornamento 28/12/2019
Alcuni batteri come Coprococcus e Dialister sono ridotti nelle persone depresse
Aggiornamento 10/1/2020
Secondo il modello dell'ormesi, un po' di stress è utile alle cellule, mentre oltre una certa soglia diventa deleterio.
Le sostanze chimiche naturali (𝓅𝒽𝓎𝓉ℴ𝒸𝒽ℯ𝓂𝒾𝒸𝒶𝓁𝓈) di frutta, verdura e funghi producono effetti benefici sulla salute e sulla longevità modulando le vie di resistenza allo stress in modo simile alla restrizione calorica, al digiuno intermittente e all'esercizio fisico.
"I phytochemicals, che includono alcaloidi, polifenoli e terpenoidi, sono composti organici che non sono direttamente coinvolti nella crescita, nello sviluppo o nella riproduzione di piante o funghi e sono quindi classificati come metaboliti secondari. Molti degli effetti benefici di frutta e verdura sulle malattie croniche e sulla longevità nell'uomo sono stati attribuiti a specifici fitochimici presenti in questi alimenti. Ad esempio, un'elevata assunzione di polifenoli è associata a una ridotta mortalità complessiva nell'uomo".
Queste sostanze promuovono anche l'omeostasi intestinale migliorando l'integrità della barriera intestinale e la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) e modulando la composizione del microbiota intestinale (effetto prebiotico).
Le fonti comuni di sostanze fitochimiche includono non solo frutta, verdura e funghi, ma anche alimenti biologici e integratori alimentari. Tra gli integratori che potrebbero aumentare la longevità, NAD+, spermidina e glucosammina.
Aggiornamento 22/2/2020
Le persone con depressione hanno nel loro intestino ridotte quantità di batteri della famiglia Prevotellaceae, e dei generi Coprococcus, Ruminococcus, Bifidobacterium, Escherichia e Faecalibacterium rispetto ai controlli sani. La famiglia Actinomycetaceae è invece elevata.
È probabile che una minore diversità batterica determini minore resilienza (capacità di far fronte allo stress) e minore produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA).
I probiotici possono aiutare e migliorare anche l'effetto dei farmaci. I bifidi in particolare possono migliorare la depressione legata allo stress, mentre L. rhamnosus migliora il sistema immunitario e protegge dai comportamenti legati allo stress.
Aggiornamento 27/7/2020
Come mostrato dalle evidenze scientifiche "un approccio simbiotico (polifenoli + probiotici) può innescare un cambiamento di paradigma nel regime di trattamento della depressione in quanto l'integrazione con vegetali ricchi di polifenoli e i probiotici è un'opzione di trattamento a lungo termine economica con effetti collaterali limitati e che può essere migliore dei paradigmi farmacologici tradizionali che hanno come obiettivo i fattori di rischio specifici della depressione"
In particolare la correzione dello stato infiammatorio, dello stress ossidativo, del metabolismo del triptofano (precursore della serotonina) e dell'asse surrenalico contribuiscono al miglioramento dei sintomi.

Aggiornamento 26/8/2020

La personalità e l'umore si possono legare al microbiota (oltre ad avere caratteristiche ereditarie)

Aggiornamento 9/9/2020

In UK l'uso di antidepressivi non riduce il numero dei suicidi, non sono chiari i meccanismi d'azione, gli effetti appaiono piccoli, non si pubblicano i trial con effetti negativi, pochi dati sulla sicurezza e inconsistenza di quelli pubblicati, dando vita a preoccupazioni per la sicurezza degli assistiti. Andrebbero usati con molta più cautela.

Aggiornamento 5/12/2020

Scoperto un altro meccanismo che lega stress e tumori. Ormoni dello stress come cortisolo e noradrenalina stimolano il rilascio di una proteina dai globuli bianchi, che porta alla formazione di lipidi ossidati. Questi lipidi alterati stimolano la proliferazione cellulare, "provocando l'uscita delle cellule tumorali dalla dormienza e la formazione di nuove lesioni tumorali". I betabloccanti, farmaci usati per l'ipertensione, potrebbero aiutare a prevenire i tumori.

Aggiornamento 11/12/2020

Lo stress può indurre depressione con un meccanismo particolare. Porta alla disbiosi (perdita di specie, tra cui lattobacilli), alterando così la produzione di endocannabinoidi, sostanze legate anche al buon umore e alla ricompensa, prodotte a partire dall'acido arachidonico, omega 6 temutissimo non sempre a ragione.
"Poiché siamo stati in grado di interrompere [la depressione] somministrando AA o ceppi probiotici di Lactobacilli, il nostro studio supporta il concetto che gli interventi dietetici o probiotici potrebbero essere efficaci nell'arsenale terapeutico per combattere le sindromi depressive associate allo stress".

Aggiornamento 15/12/2020

Gli omega 3 possono ridurre gli effetti del PTSD (disordine da stress post traumatico)

Aggiornamento 13/2/2021

I probiotici possono ridurre lo stress da alterazione del sonno, migliorando così la risposta immunitaria


Aggiornamento 22/4/2021

Una nuova ricerca suggerisce che una dose giornaliera elevata di omega-3 può aiutare a rallentare gli effetti dell'invecchiamento sopprimendo i danni e aumentando la protezione a livello cellulare durante e dopo un evento stressante.
Rispetto al gruppo placebo, i partecipanti che assumevano integratori di omega-3 hanno prodotto meno cortisolo, l'ormone dello stress, e livelli più bassi di una proteina pro-infiammatoria durante un evento stressante in laboratorio. E mentre i livelli di composti protettivi sono diminuiti drasticamente nel gruppo placebo dopo il fattore di stress, non sono state rilevate tali diminuzioni nelle persone che assumevano omega-3. I ricercatori hanno anche suggerito che abbassando l'infiammazione correlata allo stress, gli omega-3 possono aiutare a interrompere la connessione tra stress ripetuto e sintomi depressivi. Ricerche precedenti hanno suggerito che le persone con una reazione infiammatoria più elevata a un fattore di stress in laboratorio possono sviluppare sintomi più depressivi nel tempo.
"Non tutti coloro che sono depressi hanno un'infiammazione aumentata, si stima circa un terzo. Questo aiuta a spiegare perché la supplementazione di omega-3 non sempre si traduce in una riduzione dei sintomi depressivi", ha detto Kiecolt-Glaser. "Se non si ha un'infiammazione intensificata, gli omega-3 potrebbero non essere particolarmente utili. Ma per le persone con depressione legata all'infiammazione, i nostri risultati suggeriscono che gli omega-3 sarebbero più utili".
"Quattro mesi di integrazione di omega-3 hanno aumentato la resilienza in risposta allo stress; si sono osservati livelli complessivi inferiori di cortisolo e infiammazione i seguito a stress e livelli più elevati di telomerasi e attività antinfiammatoria durante il recupero. Ciò ha una rilevanza diretta per la biologia e la psichiatria dell'invecchiamento. Questi risultati sono preliminari, ma se replicati, suggeriscono che l'integrazione di omega-3 può limitare l'impatto dello stress ripetuto sull'invecchiamento cellulare e sul rischio di depressione".

Aggiornamento 28/6/2021

Il legame tra resilienza ed epigenetica

Aggiornamento 5/9/2021

Gli "stressor", fattori ambientali capaci di interagire col sistema immunitario, possono essere sostanze chimiche, fisiche, biologiche e in generale estranee al corpo, insieme alle cellule tumorali. Questa influenza può portare a un'alterazione della risposta immunitaria, favorendo soppressione, autoimmunità o ipersensibilità.
L’immunotossicologia si occupa delle interazioni tra i fattoti genetici, immunitari e le sostanze ambientali, che portano a patologie allergiche o immunitarie, o modulano in peggio le allergie già presenti come quelle alimentari.
Tra i fattori fisici, gli UVB alterano la risposta immunitaria. Tra quelli chimici, i metalli pesanti (berillio, nichel, piombo, arsenico, cadmio, mercurio) sono in grado di generare stress ossidativo e infiammazione, modificando la risposta delle cellule immunitarie e favorendo la loro morte (apoptosi). Il fumo e molte sostanze chimiche di sintesi, come pesticidi, solventi, plastiche (PCB), alogeni, interferenti endocrini, xenobiotici in generale, alterano le vie metaboliche dei globuli bianchi.
La costante attivazione delle cellule immunitarie e lo stato infiammatorio che ne deriva è alla base delle malattie autoimmuni, metaboliche, cardiovascolari ecc.

Tra i fattori che peggiorano la tolleranza e la sensibilità, fattori alimentari e disbiosi. Andando avanti con l’età, la perdita di bifidobatteri e la carenza di vitamina D possono favorire questi problemi immunitari. Anche lo stress psicologico gioca un ruolo peggiorativo.

Aggiornamento 16/10/2021

Da tanto tempo si discute sull'effetto dello stress sui tumori. Qual è l'attuale stato dell'arte? Attualmente non si considera di routine nella pratica medica la gestione dello stress in relazione ai tumori.
In realtà, "al contrario, negli ultimi anni, gli studi sugli animali hanno fornito solide prove che lo stress può facilitare la crescita e la formazione di metastasi di molti tipi di cancro. Soprattutto, sono stati identificati numerosi meccanismi endocrini, cellulari e molecolari alla base di questi effetti", grazie all'influenza sul microambiente, sui tessuti e sul sistema immunitario.
Le cellule normali diventano tumorali acquisendo caratteristiche come "resistenza ai segnali apoptotici, indipendenza dai segnali di crescita esterni, capacità di attrarre la vascolarizzazione, elusione della distruzione immunitaria e acquisizione di proprietà invasive in organi distanti con un microambiente permissivo a formare metastasi. È importante sottolineare che, lungo questa trasformazione, i focolai pre-maligni o maligni possono essere eliminati, possono diventare dormienti o progredire lentamente o possono avanzare a una manifestazione clinica".
Lo stress può influenzare queste fasi.
In particolare, nella fase di iniziazione, danneggiando il DNA e sfavorendo la sua riparazione, potrebbe favorire la tumorigenesi, ma il suo contributo da solo sembra insufficiente.
Invece l'effetto dello stress sulla progressione è più evidente. Le catecolamine (adrenalina e noradrenalina) e i cortisonici possono promuovere la proliferazione delle cellule tumorali, la sopravvivenza (anti-apoptosi), la migrazione, l'invasione, la transizione epiteliale-mesenchimale (EMT) e la produzione di prostaglandine e metalloproteinasi della matrice.
Ugualmente lo stress favorisce la fuoriuscita dalla fase dormiente delle cellule tumorali.
Lo stress inoltre interferisce con le cure: chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e riabilitazione postchirurgica. Inoltre i cortisonici sono purtroppo spesso usati per contrastare il vomito, e possono interferire sulla guarigione e promuovere la progressione. Sono per questi motivi urgenti secondo gli autori studi che dimostrino l'importanza nella gestione dello stress per migliorare la sopravvivenza nei tumori.
Per ora si è stimato che lo stress psicosociale predice un aumento del 6% nell'incidenza tumorale.

Aggiornamento 12/12/2021

Lo stress psicologico è associato a riduzione delle difese antimicrobiche dovute al rilascio della citochina IL-22. In questo modo aumenta la permeabilità intestinale e la mucosa non ci protegge dalle infezioni, provocando una proliferazione dei batteri cattivi (per esempio particolari E. coli) e la disfunzione intestinale tipica del morbo di Crohn, ma presente probabilmente in tutte le malattie autoimmuni. Lo stress, nonostante stimoli anche il cortisolo, determina anche una reazione infiammatoria

Aggiornamento 22/2/2022

Lo stress si conferma accelerare l'invecchiamento tramite meccanismi epigenetici (regolazione dell'espressione genica) che si manifestano come resistenza all'insulina e alterazione dell'asse surrenalico (rapporto cortisolo/ACTH). Questo può favorire l'accumulo di grasso. Dal punto di vista evoluzionistico è chiaro che nei momenti di difficoltà si preferisce mettere da parte che spendere, con chiare ripercussioni sulla composizione corporea (meno muscolo e più grasso).

La capacità di resilienza, mostrata mediante capacità di regolazione delle emozioni e autocontrollo, prospetta quindi una vita più lunga e in salute.
"Questi risultati supportano l'idea popolare che lo stress fa invecchiare (e fa ammalare) e suggeriscono un modo praticabile per ridurre al minimo le conseguenze negative dello stress rafforzando la regolazione delle emozioni e dell'autocontrollo".

Aggiornamento 22/3/2022

Il folato è implicato nella sintesi di monoamine (neurotrasmettitori come serotonina e noradrenalina) che svolgono un ruolo essenziale nei sintomi della depressione. La loro carenza è associata alla depressione.
Tutte le ultime revisioni degli studi concordano sull'efficacia di alcune vitamine del gruppo B, in particolare il metilfolato, come terapia adiuvante nella depressione (in aggiunta ai farmaci) o anche da sole. Anche la vitamina D può essere efficace da sola o insieme alle altre. 
"L'integrazione con acido folico o L-metilfolato, B1, B12 o metilcobalamina e vitamina D (in diverse dosi e tempi) ha ridotto significativamente le scale dei punteggi di depressione e ansia aumentando la risposta al trattamento farmacologico standard o in monoterapia, inclusa la remissione parziale o completa".
Il folato, in aggiunta agli SSRI/SNRI, migliora i punteggi della scala della depressione, la remissione della malattia e i tassi di risposta.
Le vitamine del gruppo B possono anche ridurre la concentrazione sierica di omocisteina, che aiuta a ridurre la gravità dei sintomi depressivi, anche in assenza di carenza sierica di vitamina B.
"I nostri risultati rafforzano anche la necessità di strategie terapeutiche per gli individui con risposte inadeguate agli antidepressivi e livelli borderline di queste vitamine (con una preferenza per le forme metilate e biologicamente attive nel caso del complesso B)".

Aggiornamento 31/3/2022

Come diceva Bud Spencer, non c'è uno più cattivo di un buono che diventa cattivo.
L'ormone dello stress, il cortisolo, riduce l'altruismo nelle persone gentili ed empatiche, capaci di immedesimarsi nelle situazioni degli altri. Questo non succede in persone con scarsa capacità di mentalizzazione.
Scrivono gli autori: "L'altruismo è un elemento fondamentale della nostra società. Prove emergenti indicano un ruolo importante dello stress acuto e dei neuromodulatori correlati allo stress nel comportamento sociale e nel processo decisionale. Come e attraverso quali meccanismi lo stress può avere un impatto sull'altruismo rimane elusivo. Abbiamo osservato che l'ormone dello stress cortisolo era collegato a un comportamento altruistico ridotto. Questo effetto è stato mediato da ridotta funzionalità nella corteccia prefrontale dorsolaterale destra e dipendeva in modo critico dalla capacità individuale di dedurre gli stati mentali degli altri. I nostri risultati forniscono nuove informazioni sulla modulazione dell'altruismo umano legato alla dinamica dell'ormone dello stress e sui meccanismi socio-cognitivi e neurali coinvolti, con importanti implicazioni per gli sviluppi futuri di interventi più mirati per i decrementi legati allo stress nel comportamento sociale e nella cognizione sociale".
Trattate bene i buoni!

Aggiornamento 14/6/2022

Il microbiota, infiammatorio o antinfiammatorio, influenza la risposta allo stress (resilienza). Chi ha scarsità di batteri buoni o abbondanza di cattivi è più prono ai problemi psichiatrici in seguito a periodi di stress. Anche la permeabilità della barriera ematoencefalica, che favorisce l'ingresso dei metaboliti batterici nel cervello, ha un ruolo.

Aggiornamento 30/6/2022

La società dei cardiologi americani ha rinnovato i pilastri per una vita sana. È stato finalmente incluso il sonno sano e riposante.
"Una varietà di determinanti socioeconomici e strutturali della salute forniscono il quadro fondamentale che influenza la capacità di un individuo o di una comunità di ottimizzare la salute cardiovascolare (CVH). Diversi fattori di interazione forniscono un contesto critico per la CVH, comprese strutture e sistemi (condizioni socioeconomiche, culturali e ambientali generali), risorse comunitarie (cioè istruzione, agricoltura, produzione alimentare, occupazione, acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza sanitaria e alloggi), istituzioni e organizzazioni (in cui le persone imparano, crescono, mangiano, dormono, giocano e pregano), reti sociali e comunitarie interpersonali e fattori genetici e comportamentali individuali. C'è una continua interazione di connessioni cervello-mente-cuore che possono influenzare positivamente e negativamente la CVH, che è rappresentata da 8 componenti (dieta, attività fisica, esposizione alla nicotina, sonno, indice di massa corporea, lipidi nel sangue, glicemia e pressione sanguigna) come ingranaggi interagenti".
La politica dovrebbe disincentivare l'uso di tabacco e di bibite zuccherate, anche con la sugar tax, combattendo l'azione delle industrie.
La salute cardiovascolare è inoltre legata fortemente allo stato psicologico: "Le caratteristiche positive della salute psicologica come l'ottimismo, avere obiettivi nella vita, la padronanza ambientale, la ricompensa percepita dai ruoli sociali e la gestione resiliente sono associate a salute cardiovascolare più favorevole; al contrario, un maggiore stress psicosociale e depressione sono associati a CVH inferiore.

Aggiornamento 18/1/2023

È stato confrontato l'effetto sullo stress di 3 tecniche di respirazione. "Sospiro ciclico", in cui si dedica più tempo e pensiero all'espirazione che all'inalazione o al blocco del respiro; "respirazione a scatola", in cui la respirazione e il blocco vengono eseguiti per la stessa quantità di tempo; iperventilazione ciclica, in cui le inalazioni durano più a lungo delle esalazioni.
Il 90% dei volontari ha riportato un miglioramento dello stress. La tecnica maggiormente efficace è stata quella del sospiro ciclico. Queste tecniche si sono rivelate più efficaci della meditazione.

Aggiornamento 16/4/2023

L'attività fisica è un efficace farmaco antidepressivo.
"I risultati di questa revisione rappresentano la meta-analisi più aggiornata e completa delle prove disponibili e supportano ulteriormente l'uso dell'esercizio fisico, in particolare se supervisionato e di gruppo con intensità moderata. Ciò offre un'ulteriore opzione terapeutica basata sull'evidenza per la grande quantità di individui affetti da depressione non trattati, compresi gli individui che rifiutano o non possono tollerare i farmaci e/o la psicoterapia. Tuttavia, data l'elevata eterogeneità e l'uso di campioni piccoli degli studi inclusi, ciò richiede decisioni individuali che coinvolgono il medico curante per determinare se e quali condizioni di esercizio sono il trattamento ottimale di scelta, riconoscendo anche i potenziali effetti sinergici dell'esercizio nella gestione del benessere sia fisico che mentale. Le linee guida aggiornate e le decisioni cliniche di routine riguardanti gli interventi per il trattamento della depressione dovrebbero prendere in considerazione i risultati attuali. Ciò è particolarmente opportuno, a seguito della pandemia post COVID-19, dato che i tassi di depressione hanno continuato ad aumentare in tutto il mondo".

Aggiornamento 30/4/2023

In uno studio su persone depresse si notano alterazioni nel microbiota e nel metabolismo energetico rispetto ai controlli sani. In particolare aumento del piruvato e riduzione del citrato, metaboliti coinvolti nel ciclo di Krebs, una delle principali vie energetiche cellulari. Più precisamente il piruvato deve essere trasformato in acetilCoA prima di entrare nel ciclo. Questo indica alterazione del metabolismo energetico mitocondriale e minore ossidazione dei grassi.
In altri studi si è visto che vitamina D e zinco possono migliorare questa alterazione.
Per quanto riguarda il microbiota le alterazioni nella depressione "includono una minore abbondanza di phyla Proteobacteria/Pseudomonadota e Bacteroidetes/Bacteroidota, famiglia Ruminococcaceae e generi Coprococcus e Ruminococcus e una maggiore abbondanza di Flavonifractor ed Eggerthella".

Aggiornamento 2/5/2023

È vero che il freddo fa ammalare? Ebbene sì, c'è del vero. Fermo restando che è necessaria la presenza dell'agente eziologico (virus), la temperatura bassa facilita l'ingresso dei virus riducendo la capacità della barriera nasale di bloccarli al di fuori delle cellule.

Aggiornamento 6/6/2023

Ci sono persone che possono avere maggior effetto dall'uso degli omega 3 nella depressione?

"Da un terzo a metà delle persone depresse ha livelli di infiammazione elevati. La relazione è bidirezionale, promuovendo un circolo vizioso di cattiva salute mentale e fisica. Questo fenomeno aiuta a spiegare perché la depressione coesiste comunemente con le malattie infiammatorie e perché da un terzo alla metà dei casi di depressione sono resistenti ai tradizionali trattamenti antidepressivi, che non mirano specificamente all'infiammazione (ad es. inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). L'attuale studio ha testato un integratore alimentare antinfiammatorio sicuro e a basso costo - acidi grassi omega-3 - che può aiutare a prevenire l'insorgenza di casi di depressione associati all'infiammazione e difficili da trattare. Questo lavoro suggerisce che nella popolazione generale con frequente stress sociale, l'integrazione di acidi grassi omega-3 può aiutare a scongiurare l'aumento dei sintomi della depressione, forse riducendo le risposte infiammatorie allo stress. Questo metodo può essere vantaggioso perché lo stress è inevitabile e l'integrazione di omega-3 mira semplicemente alla risposta cellulare allo stress. Secondo la teoria della trasduzione del segnale sociale, può anche essere fruttuoso mirare alla frequenza di esposizione allo stress. In particolare, tra coloro che sperimentano stress sociale frequente, come un matrimonio ostile, affrontare lo stress direttamente (ad esempio, attraverso capacità di comunicazione o risoluzione dei conflitti, terapia matrimoniale o separazione/divorzio) può essere un passo necessario nel trattamento o nella prevenzione della depressione. In effetti, da un punto di vista clinico, è inutile, minaccioso e persino negligente raccomandare un integratore alimentare antinfiammatorio come strategia di prevenzione della depressione per qualcuno in una relazione violenta, ad esempio. Tuttavia, questi risultati mostrano come un integratore alimentare antinfiammatorio può aiutare a tamponare l'impatto sulla salute mentale del comune stress sociale, che a volte può essere inevitabile."
In conclusione, l'effetto antidepressivo degli omega-3 può essere più evidente tra coloro che soffrono di frequente stress sociale, forse perché questi grassi buoni riducono la reattività infiammatoria ai fattori di stress sociale.

Aggiornamento 19/6/2023

Un probiotico misto a 14 ceppi ha dimostrato di ridurre la depressione maggiore in trattamento mediamente di un grado nelle scale in uso. Anche i sintomi di ansia sono migliorati.
Lo studio ha riguardato 50 persone con risposta insufficiente ai farmaci. I probiotici sono stati ben tollerati e possono quindi costituire una terapia complementare nel trattamento della depressione grazie alla loro influenza sull'asse intestino-cervello

Aggiornamento 26/1/2024

Scoperto un legame tra stress e asse intestino-cervello che può spiegare l'esacerbazione delle malattie intestinali. Nel modello animale lo stress favorisce la produzione di I3A (indolo-3-acetato) da parti di alcuni lattobacilli. Questo metabolita è normalmente conosciuto come benefico e antinfiammatorio, ma in questo caso sopprime alcune cellule secretorie dell'intestino, alterando la loro bioenergetica mitocondriale. Questo peggiora la risposta immunitaria e l'equilibrio intestinale, in particolare aumentando l'infiammazione attraverso i monociti attivati.
I livelli di I3A appaiono aumentati nelle persone stressate e depresse.
L'alfachetoglutarato, un integratore usato dai bodybuilder, promuove la proliferazione di queste cellule negli esperimenti, favorendo un effetto di resilienza (tolleranza allo stress).

Aggiornamento 21/3/2024

In un piccolo studio "sei mesi di terapia aggiuntiva con omega 3 hanno dimostrato effetti profilattici significativi sulla recidiva della depressione bipolare, hanno migliorato la gravità della depressione e sono stati ben tollerati".
Non hanno invece avuto effetto sul comportamento maniacale.

Aggiornamento 15/6/2024

Stare a contatto con la natura è associato alla riduzione di 3 parametri di infiammazione (proteina C reattiva, interleuchina 6 e fibrinogeno).
"Questo modello supporta le teorie che posizionano le emozioni positive come promotrici di vantaggi tangibili in termini di salute (Fredrickson, 2001). Inoltre, le associazioni osservate tra coinvolgimento nella natura e riduzione della PCR sono in linea con la ricerca che collega gli stati psicologici positivi all'attenuazione della segnalazione proinfiammatoria (Ong et al., 2018). Tali modelli combaciano con i quadri di riduzione dello stress (Ulrich et al., 1991) e di ripristino dell’attenzione (R. Kaplan e Kaplan, 1989), ma aggiungono specificità riguardo al ruolo del contatto con la natura nel ridurre l’infiammazione".

Aggiornamento 8/102024

La curcumina può alleviare i sintomi depressivi in persone con diabete di tipo 2.
Il suo effetto antinfiammatorio e antiossidante riduce le molecole infiammatorie e lo stress ossidativo, aumentando le difese antiossidanti (glutatione e superossidodismutasi).
Questo porta a un aumento dei livelli di serotonina che possono favorire un miglioramento dell'umore.