mercoledì 18 luglio 2012

La droga è tra noi

Come mai praticamente qualunque prodotto industriale, tra gli ingredienti, ha lo zucchero, sotto diverse forme? Leggiamo infatti: saccarosio, fruttosio, sciroppo di glucosio-fruttosio ecc..

Il bello è che capita anche con alimenti tipicamente salati (pan carré, sughi pronti, salse, carni, ecc).
Perché le industrie fanno ciò? Semplicemente perché hanno un effetto paragonabile se non superiore a quello delle droghe nell'indurre dipendenza (oltre a costare molto meno)!

In questo modo diventiamo dipendenti dai cibi pronti, e soffriamo se non li mangiamo. Sentite che dice il grande prof. Gessa in merito.

https://www.facebook.com/EatCleanTrainMeanLiveGreen/posts/1313180562080627:0

Anche utilizzare molto zucchero durante la gravidanza predispone il bambino ad avere una predilezione per i cibi dolci e quindi per l'obesità.
Per avere una salute migliore dovremmo tornare a prepararci noi i pasti, in modo da sapere cosa ci mettiamo dentro!

Aggiornamento 6/7/2016

Un ottimo articolo sulla food addiction da parte di authoritynutrition.com

Aggiornamento 6/10/2016

Il cibo industriale crea dipendenza riducendo il numero di recettori per dopamina ed endorfine, e per questo il corpo ne richiede sempre di più; è lo stesso meccanismo di dipendenza indotto dalle droghe, l'alterazione della biochimica cerebrale.


Aggiornamento 16/2/2017
La chirurgia bariatrica riduce l'appetito per alimenti dolci e grassi agendo sui recettori della dopamina
Aggiornamento 9/3/2017

Quando siamo stressati, tendiamo a consolarci col cibo-spazzatura. Proprio in quei momenti invece dovremmo stare più attenti, per non diventare dipendenti da quei cibi, e consumare invece quelli ricchi di omega 3 e vitamina C che aiutano nella gestione dello stress

Aggiornamento 10/4/2017

Ottimo articolo di una collega, Renata Alleva, sul "bliss point", il mix di sale, zucchero e grassi che aumenta la dopamina e quindi la dipendenza dai cibi.

Aggiornamento 23/7/2017

Meglio mangiare poco dolce ogni tanto o rinunciarci? Risponde un esperimento della Università della Louisiana, il POUNDS Lost Study.
"Durante il trattamento di perdita di peso, la riduzione della frequenza di consumo di cibo spazzatura ha determinato la riduzione del craving (desiderio) per tali alimenti.
Per ridurre il desiderio, i pazienti devono essere istruiti a diminuire la frequenza di questi alimenti piuttosto che mirare a ridurre la quantità consumata.
Durante la perdita di peso e il mantenimento, gli individui con sovrappeso e obesità dovrebbero eliminare il junk food dalla loro dieta, piuttosto che consumare porzioni più piccole. Inoltre, durante un periodo di dimagrimento, le associazioni dimostrano che se i desideri sono ridotti, si riduce anche il peso corporeo. Questi risultati supportano il modello di condizionamento delle voglie di cibo e indicano che la gente dovrebbe diminuire la frequenza di consumo di cibi non salutari se vuole ridurre il desiderio di questi alimenti."
Aggiornamento 27/7/2017
Il cibo spazzatura fa in modo che, alla sua vista, si spengano i neuroni della sazietà e si attivino quelli della fame. Per questo ci trasformiamo in zombie che non riescono a dire di no

Aggiornamento 18/9/2017
Qual è una delle maggiori cause di fallimento delle diete, soprattutto negli adolescenti? La food addiction, ossia la dipendenza da cibi spazzatura. Non si ottengono risultati se non si mette in conto una forte restrizione di alimenti che non hanno nulla di sano.

Aggiornamento 9/10/2017
Cari uomini, se volete un'altra ragione per mangiare bene, sappiate che le donne sono attratte dal vostro odore se mangiate frutta e verdura, mentre sono infastidite se mangiate pasta e pane raffinati. I caroteni si depositano infatti nella pelle e le permettono di essere profumata
Aggiornamento 23/11/2017
Spesso si vede le persone sovrappeso come individui incapaci di controllarsi. Questo talvolta è vero, ma è dovuto al fatto che il cibo industriale può attivare gli stessi circuiti di ricompensa (dipendenza dovuta ai neuroni dopaminergici) che attivano droghe come la cocaina
Aggiornamento 15/6/2018
In biologia spesso accade che 1 + 1 non faccia 2
I cibi che contengono sia grassi che carboidrati attivano maggiormente i circuiti della ricompensa (reward) e del piacere rispetto ai carboidrati o ai grassi assunti da soli. Le industrie ben conoscono questa situazione e per questo li inseriscono accoppiati nei loro prodotti.
"I nostri antenati cacciatori-raccoglitori mangiavano principalmente piante legnose e carne animale, hanno osservato i ricercatori. "In natura, i cibi ricchi di grassi e carboidrati sono molto rari e tendono ad avere fibre che rallentano il metabolismo", afferma Small. "Al contrario, è molto comune per gli alimenti trasformati avere alto contenuto di carboidrati e grassi."
Dopo l'addomesticamento di piante e animali e lo sviluppo della produzione di cereali e latticini circa 12.000 anni fa, aumentarono le opportunità di consumare grassi e carboidrati, ma i cibi industriali come le ciambelle, che possono contenere 11 grammi di grassi e 17 di carboidrati, esistono da solo 150 anni, non abbastanza a lungo per permetterci di sviluppare una nuova risposta cerebrale.
Gli scienziati ritengono che la nostra esperienza passata con le proprietà nutritive dei carboidrati stimoli il rilascio di dopamina nel cervello (si impara con l'esperienza) attraverso un segnale metabolico ancora sconosciuto. Questi tipi di segnali sembrano aiutare a regolare cosa e quanto mangiamo. I ricercatori teorizzano che l'attivazione simultanea delle vie di segnalazione dei grassi e dei carboidrati attivi un effetto che la fisiologia umana non è in grado di gestire evolutivamente. Coerentemente con questo suggerimento, i roditori che hanno accesso solo ai grassi o ai carboidrati regolano il loro apporto calorico giornaliero totale e il peso corporeo. Ma dato l'accesso illimitato a grassi e carboidrati, prendono rapidamente peso".
Aggiornamento 15/9/2018

A seconda della flora che abbiamo, il triptofano della dieta può diventare serotonina o indolo. Chi ha microbi produttori di indolo tende ad essere più dipendente dal cibo perché vengono attivate specifiche aree cerebrali
Aggiornamento 15/10/2018

Nel modello animale, la dieta con cibo spazzatura altera i circuiti nervosi della ricompensa (dopaminergici mesolimbici) per le 3 generazioni successive, in modo da essere propensi a sviluppare obesità dovuta alla dipendenza da cibo.

Aggiornamento 21/11/2018

In ragazzi obesi, abbandonare le bibite gassate per 3 giorni porta a dei veri e propri sintomi da dipendenza e astinenza: mal di testa, diminuzione della motivazione al lavoro, umore depresso e scarsa capacità di concentrazione, desiderio di bevande zuccherate e valutazioni più basse del proprio benessere generale.
Aggiornamento 26/12/2018

cibi spazzatura sono noti per indurre "reward", ossia stimolare il senso di ricompensa e quindi diventare una sorta di droga che dà dipendenza. In questo esperimento gli scienziati hanno mostrato che scrivere accanto alla foto del cibo il valore calorico riduce la capacità di attrarre, soprattutto tra le persone a dieta
Aggiornamento 2/1/2019
Quando ingeriamo cibo palatabile, come il milkshake, il cervello ha 2 "botte" di dopamina: quando ingeriamo e quando il cibo raggiunge lo stomaco. Questo rilascio correla con la dipendenza da cibo

Aggiornamento 5/2/2019

Il GABA prodotto da alcune specie batteriche come Faecalibacterium e Coprococcus è fondamentale per prevenire e curare la depressione, e senza di esso anche i farmaci agiscono male

Aggiornamento 10/4/2019
I circuiti nervosi della dipendenza da alcol e da cibo spazzatura sono gli stessi
Aggiornamento 9/7/2019

Assumere attraverso l'alimentazione 15g di inulina al giorno migliora la sazietà, riduce il desiderio di snack dolci e salati, aumenta la proporzione di bifidobatteri.
Unico problema il gonfiore riscontrato
Aggiornamento 19/7/2019
La serotonina è il neurotrasmettitore/ormone che regola umore, sonno, percezione del dolore, dipendenza, ecc.
Per sintetizzare serotonina (e il suo derivato melatonina), abbiamo necessità di vitamine (B6, B9, C), minerali (ferro, calcio, zinco, magnesio) e ovviamente dell'aminoacido essenziale triptofano.
Quest'ultimo può essere degradato da una flora sbilanciata a chinurenina, composto che aumenta il rischio di disturbi psichiatrici e neurodegenerativi.
Se la vostra alimentazione è priva di questi nutrienti e nutre solo i batteri cattivi come potete lamentarvi se siete svogliati, depressi, insonni, fibromialgici, drogati di dolci ecc?
Aggiornamento 27/7/2019
"La dipendenza da cibo è - almeno in alcuni individui - un plausibile fattore causale che contribuisce all'obesità. Il concetto di dipendenza da cibo può evidenziare nuove strade di intervento a livello di salute pubblica e individuale, specialmente se si identificano specifici fattori scatenanti e si chiariscono i meccanismi. I carboidrati ad alto indice glicemico sono un possibile fattore scatenante che media le risposte neurochimiche simili alla dipendenza".

Aggiornamento 3/8/2019

Marion Nestle, docente di nutrizione e in prima linea per una scienza dell'alimentazione libera dal conflitto d'interessi, riassume così gli ultimi studi sul junk food: "Il messaggio è chiaro: il cibo spazzatura incoraggia l'introduzione dell'eccesso di cibo; mangiare troppo significa assumere più calorie; più calorie significa più peso. Mangiare un sacco di cibo spazzatura è sufficiente a causare l'obesità".
Aggiornamento 11/10/2019

Ridurre il cibo spazzatura e aumentare il cibo sano, aderendo ad un approccio mediterraneo riduce i sintomi di depressione in giovani adulti, in sole 3 settimane. Nessuna sorpresa per chi da tempo conosce gli effetti del junkfood sul cervello e la necessità di nutrienti che hanno i neuroni per funzionare correttamente.
Aggiornamento 11/11/2019

L'infiammazione altera il sistema mesolimbico, quello che controlla la volontà e la motivazione per compiere le azioni attraverso la dopamina. Le persone con infiammazione sistemica di base possono avere malattie psichiatriche, incapacità di prendere decisioni o manie guidate da queste alterazioni
Aggiornamento 28/11/2019

Leggere che un neurologo nel 2019 dice che lo zucchero è necessario per il cervello fa un po' venire i brividi... Non per vantarmi ma ho smentito questa cosa nel 2013

Aggiornamento 8/1/2020
La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nella dipendenza da cibo, e "oltre a fornire segnali edonistici attraverso il circuito mesolimbico, ostacola anche il segnale di sazietà tra i pasti, gestito da un pacemaker circadiano centrale nell'ipotalamo, contribuendo all'eccessivo apporto calorico". La dopamina è quindi rilasciata in seguito a ingestione di cibo spazzatura, ricco di calorie ma povero in nutrienti.
"Lo stile di vita con alimentazione continua (snacking) e luci sempre accese influenza il modo in cui il corpo utilizza l'energia", ha detto il prof Guler. "Altera il metabolismo - come dimostra il nostro studio - e porta all'obesità, che causa malattie. Stiamo imparando che quando mangiamo è importante tanto quanto mangiamo. Una caloria non è solo una caloria. Calorie consumate tra i pasti o fuori orario vengono immagazzinate come grassi, e questa è la ricetta per una cattiva salute".
Aggiornamento 20/3/2020
Si parla spesso del legame tra ingestione di carboidrati, in particolare fruttosio, e sintesi dei grassi endogena.
Il consumo di grandi quantità di fruttosio (esempio: bibita zuccherata) attiva la de novo lipogenesi (DNL, sintesi dei grassi) grazie all'acetato. "Un doppio meccanismo può spiegare il più alto potenziale lipogenico del fruttosio rispetto al glucosio, almeno nel contesto del consumo di zucchero ad alte dosi, in quanto l'intestino tenue assorbe rapidamente anche grandi carichi di glucosio, mentre il fruttosio raggiunge il microbiota intestinale, che genera acetato. Se ingerito più gradualmente, il fruttosio può stimolare la DNL in modo ACLY-dipendente (ATP citrato liasi dipendente, enzima attivato dai carboidrati, che genera acetilCoa, base di partenza per i grassi e il colesterolo). Tuttavia, anche l'acetato di altre fonti è facilmente disponibile per il fegato, il che rende ACLY disponibile per DNL anche quando il fruttosio viene gradualmente consumato. L'acetato è probabilmente insufficiente per innescare un aumento di DNL in assenza del segnale lipogenico derivato dallo zucchero. Pertanto, sarà importante definire come il fruttosio interagisce con fonti alimentari di acetato come etanolo e fibre fermentabili. I dati attuali mostrano un'interazione precedentemente non apprezzata tra la dieta, il microbioma intestinale e il metabolismo degli organi che contribuisce alla steatosi epatica indotta dal fruttosio." In pratica sembra che lo zucchero abbia un ruolo chiave per la sintesi endogena dei grassi (e il loro accumulo nel fegato).
Aggiornamento 28/6/2020
Consumare Gymnema sylvestre, una pianta della tradizione ayurvedica, riduce il desiderio di zucchero e dolci, aumentando la soddisfazione che si ottiene da tali alimenti. Questo accade grazie alla "soppressione selettiva delle risposte gustative ai composti dolci senza influire sulla percezione di altri elementi gustativi", per cui ci si accontenta di porzioni inferiori.
Aggiornamento 19/8/2020

Nei topi lo zucchero causa obesità e sindrome metabolica anche se non hanno recettori per il gusto dolce. Il craving (dipendenza) si sviluppa anche senza che percepiscano il gusto, indicando che non la preferenza per quei cibi non è dovuta (esclusivamente) all'attivazione dei recettori. I topi che non metabolizzano il fruttosio non hanno appetito per gli zuccheri, indicando che il metabolismo del fruttosio può essere fondamentale.

Aggiornamento 10/4/2021

La leptina è un ormone, rilasciato dal tessuto adiposo, che dà sazietà e stimola la spesa energetica, quando funziona correttamente. Quando è presente ma funziona male, non bloccando l'appetito, si parla di resistenza leptinica. Si è scoperto un nuovo circuito attraverso cui agisce (indirettamente), nel nucleus accumbens, centro della ricompensa, bloccando i neuroni dopaminergici che stimolano la ricerca di cibo e il piacere del mangiare. Questo circuito può essere un target farmacologico nel dimagrimento e nell'anoressia

Aggiornamento 12/6/2021

Le donne sembrano più sensibili alla dieta per quanto riguarda l'effetto sull'umore, influenzato in maniera negativa dal cibo spazzatura, rispetto agli uomini.
"Il fast food, saltare la colazione, la caffeina e il cibo ad alto indice glicemico sono tutti associati al disagio mentale nelle donne mature", ha detto Begdache, autore dello studio. "La frutta e le verdure a foglia verde scuro invece sono associate al benessere mentale".
In entrambi i sessi l'attività fisica riduce comunque l'effetto negativo.

Aggiornamento 20/10/2021

Gli alimenti contenenti carboidrati sono veramente quelli che danno più dipendenza? In realtà l'effetto sembra lo stesso dei grassi. Invece alimenti che contengono entrambi sembrano quelli che stimolano maggiormente le aree della dipendenza, a parità di calorie. Esempi pratici? Biscotti, prodotti da forno in genere, dolci farinacei, snack ecc. I produttori alimentari ben conoscono queste vie e devono stimolare i propri acquirenti a comprare il più possibile.

Aggiornamento 2/2/2022

Che legame c'è tra bibite zuccherate e salute?

Il consumo di bibite con zuccheri aggiunti promuove l'aumento di peso con diversi meccanismi.
Introdurre calorie in forma liquida è meno saziante per cui l'appetito è maggiore. Il fruttosio riduce il consumo basale e induce resistenza leptinica, riducendo la termogenesi, e promuove la deposizione di grasso viscerale ed ectopico (interno agli organi).
La presenza di forti quantità di zucchero stimola l'iperinsulinemia e e aumenta il rapporto col glucagone, promuovendo l'ingresso di glucosio nella cellula ma riducendo il consumo energetico e in particolare quello di grassi.
Lo zucchero stimola inoltre il sistema dopaminergico inducendo benessere temporaneo e dipendenza.

Le bibite gassate contribuiscono al rischio di malattie croniche attraverso l'aumento di peso, allo sviluppo di fattori di rischio dovuti all'iperglicemia attraverso il metabolismo epatico, che deve metabolizzare il fruttosio.
Il consumo aumenta la mortalità, il rischio di malattie cardiometaboliche (obesità, diabete, fegato grasso, gotta) e tumori, attraverso l'aumento di peso, ma probabilmente anche mediante altri meccanismi, come l'infiammazione, l'insulinoresistenza, l'iperinsulinemia e lo stimolo continuo dell'asse somatotropo (IGF1)
Diversi studi mostrano che la riduzione del consumo, anche attraverso politiche di disincentivo (sodatax), può migliorare la salute.

Aggiornamento 12/2/2021

L'ipotalamo, e in particolare il nucleo arcuato, integra i sistemi neuroendocrino e autonomo e coordina le risposte metaboliche attraverso più tessuti (pancreas, tessuto adiposo, muscoli, fegato). Questi neurocircuiti chiave di regolazione dell'alimentazione si sovrappongono ai centri cerebrali coinvolti nella ricompensa correlata al cibo, come l'amigdala, lo striato e l'area tegmentale ventrale e aiutano a tradurre la regolazione omeostatica dell'alimentazione in un comportamento motivato, che determina la volontà di assumere un cibo e di essere dipendente da esso.
L'obesità altera la reattività ai segnali di feedback circolanti e la plasticità neurale dei neurocircuiti di regolazione dell'alimentazione, che porta a cambiamenti persistenti nell'equilibrio energetico e nel peso corporeo, favorendo un'eccessiva assunzione di alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti che impediscono di dimagrire.
La colecistochinina (CCK), un ormone intestinale, è particolarmente importante per i segnali di sazietà attraverso il nervo vago

Aggiornamento 12/9/2022

Il microbiota, grazie alla sua influenza su nervo vago, sugli ormoni intestinali, su infiammazione, endocannabinoidi e grazie alla produzione di metaboliti (SCFA), può influenzare l'appetito e la voglia di cibo e quindi essere un target per i disturbi del comportamento alimentare con eccesso di introduzione di cibo come la bulimia. Gli esperimenti per ora sono prevalentemente su modelli animali.
Tra i batteri interessati, B. infantis ha effetto antinfiammatorio ma non è ancora dimostrato un effetto sul reward (sistema della ricompensa). Akkermansia muciniphila appare essere il più interessante perché "agisce su molteplici percorsi coinvolti nel sistema di ricompensa tra cui l'infiammazione, la produzione di SCFA, il tono endocannabinoide, rendendolo un buon candidato nella regolazione delle alterazioni della ricompensa alimentare".
Bacteroides uniformis invece può aumentare la dopamina e ridurre le #abbuffate.
Anche i prebiotici (fibre), grazie alla modulazione sul microbiota, possono avere interessanti prospettive.

Aggiornamento 21/9/2022

Uno studio non ancora revisionato può suggerire alcune differenze tra diete a basso contenuto di grassi o carboidrati, ovvero le calorie da grassi possono essere diverse da quelle di carboidrati, almeno negli effetti. Le diete lowfat vanno a stimolare meno il sistema di ricompensa e rendono più difficile mantenere la dieta nel lungo periodo, con un aumento del tono della dopamina e conseguente maggiore consumo successivo di cibi gratificanti ricchi di grassi e carboidrati.
Lo studio è fatto su poche persone e ha quindi necessità di essere replicato su numeri più grandi ma potrebbe spiegare la tendenza a riprendere peso soprattutto in alcune persone predisposte per il consumo di alimenti spazzatura.

Aggiornamento 14/10/2022

Lo zucchero stimola i recettori per il dolce. Il consumo eccessivo provoca una riduzione della percezione del gusto, mentre ridurlo la aumenta. Non si modifica il numero delle papille gustative ma si riduce il numero di cellule recettrici. Viene in pratica ridotta la trasmissione ai nervi del sapore dolce.
Somministrando solo acqua, in 4 settimane la percezione del gusto torna ai livelli basali, dimostrando grande plasticità e capacità di adattamento del sistema

Aggiornamento 10/11/2022

In un nuovo studio si mette in mostra come il cibo spazzatura crei dipendenza in maniera simile al tabacco. L'azione sui centri cerebrali della dipendenza e della ricompensa è simile. Inoltre le compagnie del tabacco hanno comprato alcune grandi compagnie alimentari, in un certo senso attaccandoci da più fronti e usando tecniche di marketing e di lobbying simili a quelle usate per il fumo.
Questo può essere problematico per quanto riguarda la ricerca e la messa in pratica di politiche sanitarie utili alla popolazione.
Gli autori concludono osservando "Ciò ha ritardato l'attuazione di strategie efficaci per affrontare questa crisi di salute pubblica, che è costata milioni di vite. A differenza del fumo, tutti abbiamo bisogno di mangiare. Negli ultimi 40 anni, gli alimenti processati sono diventati di uso comune e dominano l'ambiente alimentare, ma non possiamo trascurare loro potenziale di creare dipendenza e dannoso".

Aggiornamento 4/12/2022

La riduzione delle proteine può portare il corpo a desiderare maggiormente il cibo spazzatura, che nonostante non sia ricco di proteine, fornisce energia pronta e va a supplire la carenza. La necessità umana di proteine "spinge" il consumo eccessivo di grassi e carboidrati, dato che le proteine sono contenute "diluite" in questi alimenti. Gli autori chiamano questo meccanismo "leva proteica" e risulta supportato sia da studi RCT che da osservazioni nel mondo reale.
Nello studio l'introito energetico totale è inversamente proporzionale alla concentrazione proteica del pasto e queste calorie vengono in particolare dai cibi altamente palatabili.
Questo meccanismo può essere tra i responsabili dell'epidemia di obesità, in quanto favorisce nel complesso un bilancio energetico positivo e non fornisce una sufficiente quantità di proteine per sostenere la massa magra.
Gli autori dello studio sottolineano anche che le diete delle zone blu (quelle con la maggiore longevità e migliore salute generale) sono solitamente a contenuto proteico medio-basso, ma contemporaneamente a scarso contenuto di carboidrati a veloce assorbimento. In tale contesto la presenza di fibre contrasterebbe la fame indotta dal minor apporto proteico, favorendo in generale una migliore salute.

Aggiornamento 19/12/2022

Se avete poca voglia di fare sport la colpa potrebbe essere (anche) dei vostri microbi intestinali. Infatti alcuni ricercatori hanno scoperto che i batteri influenzano particolare aree del cervello e in questo modo la tendenza a fare attività fisica.
In particolare vengono prodotti metaboliti degli acidi grassi che agiscono sul sistema endocannabinoide (recettori CB1 in neuroni TRPV1) che "inviano un segnale afferente indotto dall'esercizio al cervello e riducono l'espressione di MAO (enzima che degrada le monamine) nello striato. Questo blocco delle MAO contribuisce a livelli più elevati di dopamina e a una maggiore capacità di esercizio". In assenza dei batteri invece ci sono più MAO, meno dopamina e abbiamo meno piacere nel fare esercizio, fino a preferire il divano coi popcorn mentre guardiamo un film.
I dati quindi suggeriscono che "gli effetti neurochimici alla base del "runner's high", il fenomeno di piacere, ricompensa, riduzione dell'ansia e analgesia guidato dal rilascio di endocannabinoidi dopo un'attività fisica prolungata potrebbero essere influenzati dal tratto gastrointestinale. Coerentemente, abbiamo scoperto che gli effetti analgesici dell'esercizio dipendono anche dalla colonizzazione microbica intestinale e dalla segnalazione CB1 periferica, indicando che il percorso scoperto in questo studio può regolare ulteriori aspetti della fisiologia dell'esercizio. Evolutivamente, la regolazione dei circuiti di ricompensa e motivazione indotti dall'esercizio da parte dei metaboliti intestinali può servire ad accoppiare la disponibilità di nutrienti e lo stato di colonizzazione microbica intestinale alla prontezza e alla capacità di impegnarsi in un'attività fisica prolungata". Per capirci sono gli stessi recettori stimolati dalla marijuana, ecco perché per qualcuno lo sport è una droga. Per altri invece lo è il cibo, che può ugualmente stimolare questi recettori in maniera indiretta.

Aggiornamento 8/4/2023

Il cibo spazzatura ha un ruolo importante e causale nell'epidemia di obesità perché riesce a influenzare il cervello nelle scelte. In particolare spinge le persone a diventare dipendenti da quei gusti e ad apprezzare meno cibo con caratteristiche più salutari.
Fornire a persone sane e normopeso cibo ricco in grassi e zucchero (HF/HS), indipendentemente dall'aumento di peso corporeo e dalle alterazioni dei marcatori metabolici, (1) riduce le preferenze per il cibo a basso contenuto di grassi, (2) svolge un ruolo critico nella sovraregolazione delle risposte cerebrali che portano al consumo di cibo altamente appetibile e denso di energia, e (3) ha un effetto generalizzato sull'azione neuronale che determina i comportamenti alimentari (nel contesto dell'apprendimento associativo e indipendentemente dalle ricompense alimentari). "Presi insieme, il consumo ripetuto di HF/HS rispetto al cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri ma con le stesse calorie, e in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può "ritarare" i circuiti cerebrali e quindi indurre adattamenti neurocomportamentali. Quindi, cambiare l'ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di alimenti HF/HS ad alta densità energetica è fondamentale per combattere la pandemia di obesità".

Aggiornamento 10/4/2023

La dipendenza da cibo può essere considerata, per caratteristiche, simile a quella da tabacco (compulsione, ricerca, trascurare il resto, difficoltà a fermarsi ecc.). Almeno nel breve termine, un approccio una dieta lowcarb fatta da cibi "veri" può ridurre la dipendenza, con buona pace di quelli "mangi un po' di tutto".

Aggiornamento 14/6/2023

Secondo una ricerca lo stress combinato con cibo spazzatura crea cambiamenti nel cervello che spingono a mangiare di più, aumentano il desiderio per dolci e altri alimenti altamente appetibili e favorendo l'aumento di peso.
Durante le fasi di stress nel cervello si bloccano alcune aree che regolano la ricompensa (reward), ossia il piacere che si trae da qualcosa (in questo caso dal cibo). In pratica dopo aver mangiato la fame non si placa e si ha necessità di più cibo per soddisfare le aree della ricompensa.
"Lo stress prevale sulla risposta naturale del cervello alla sazietà, portando a segnali di ricompensa continui che promuovono il consumo di cibi più appetibili. Ciò si è verificato in una parte del cervello chiamata habenula laterale, che quando attivata di solito smorza questi segnali di ricompensa.
Abbiamo dimostrato che lo stress cronico, combinato con una dieta ipercalorica , può guidare un'assunzione di cibo sempre maggiore, nonché una preferenza per cibi dolci e altamente appetibili, favorendo così l' aumento di peso e l'obesità. Questa ricerca evidenzia quanto sia cruciale una dieta sana durante i periodi di stress”.
Uno dei mediatori è l'ormone NPY, implicato sia nello stress che nella regolazione della spesa energetica e della fame. Tuttavia nei topi stressati che seguivano una dieta priva di confort-food non vi era preferenza per i cibi dolci, mostrando che una dieta sana può proteggere da questi meccanismi.

Aggiornamento 7/9/2023

L'assunzione di emulsionanti, in particolare cellulosa modificata e mono e digliceridi degli acidi grassi, è associata a aumentato rischio di eventi cardiovascolari. Il meccanismo è probabilmente legato all'alterazione del microbiota, inducendo "infiammazione intestinale cronica e crescente suscettibilità alla carcinogenesi e potenzialmente a malattie cardiovascolari".
Si tratta di sostanze utilizzate nel cibo spazzatura per migliorare la "texture", quella sensazione di cibo che si scioglie in bocca, e per aumentare la durata dei cibi, ma a quanto sembra riduce la durata dell'uomo.

Aggiornamento 12/7/2024

Ulteriori ricerche associano il consumo di cibo ultraprocessato con il rischio di ictus e demenza

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