lunedì 8 aprile 2013

Drogata di pollo fritto


Se ancora qualcuno avesse dubbi sul fatto che il cibo sia una droga, guardate la cortese reazione della signora che si vede negato il pollo fritto.


Una vera e propria crisi d'astinenza pari a quella di un tossicodipendente.
Spesso il bisogno di cibo, in queste persone, è causato da solitudine, noia, stress, frustrazione, ansia. Da queste emozioni negative ci si consola con il cibo, e la situazione peggiora se sin da bambini si è stati abituati a ricevere caramelle, cioccolati etc alla prima lacrima. Aumenta in modo esponenziale l'associazione del cibo allo stato di felicità e di uscita dallo stato emozionale negativo.

Ma lo stesso cibo può essere a sua volta fonte di predisposizione alle emozioni negative.
Come segnala Giornalettismo, uno studio dell'International Journal of Obesity (gruppo Nature) mette in evidenza che il cibo palatabile (tipo fast food, per capirci, tanti grassi, farine raffinate e zuccheri) porta i topi a essere ansiosi, anedonici (incapaci di provare piacere) e sensibili agli stress.

Inoltre ridurre la quantità di grasso mettendosi a dieta provoca una carenza di dopamina nei centri cerebrali del piacere e della ricompensa, favorendo stati emozionali negativi. Solo quando si reintroducono si sta meglio, proprio come capita ad un drogato quando non ha a disposizione una dose di droga.
Questo porta a perpetuare l'utilizzo di tali cibi favorendo l'instaurazione dell'obesità. 


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I cibi light, in cui i grassi saturi sono sostituiti con carboidrati, spesso non sono d'aiuto: infatti il corpo continuerà a richiedere grassi. La cosa migliore sarebbe sostituirli con grassi di migliore qualità, come quelli della frutta oleosa e del pesce.

Aggiornamento 16/2/2017
La chirurgia bariatrica riduce l'appetito per alimenti dolci e grassi agendo sui recettori della dopamina

Aggiornamento 9/3/2017

Quando siamo stressati, tendiamo a consolarci col cibo-spazzatura. Proprio in quei momenti invece dovremmo stare più attenti, per non diventare dipendenti da quei cibi, e consumare invece quelli ricchi di omega 3 e vitamina C che aiutano nella gestione dello stressù


Aggiornamento 10/4/2017


Ottimo articolo di una collega, Renata Alleva, sul "bliss point", il mix di sale, zucchero e grassi che aumenta la dopamina e quindi la dipendenza dai cibi.

Aggiornamento 23/7/2017

Meglio mangiare poco dolce ogni tanto o rinunciarci? Risponde un esperimento della Università della Louisiana, il POUNDS Lost Study.
"Durante il trattamento di perdita di peso, la riduzione della frequenza di consumo di cibo spazzatura ha determinato la riduzione del craving (desiderio) per tali alimenti.
Per ridurre il desiderio, i pazienti devono essere istruiti a diminuire la frequenza di questi alimenti piuttosto che mirare a ridurre la quantità consumata.
Durante la perdita di peso e il mantenimento, gli individui con sovrappeso e obesità dovrebbero eliminare il junk food dalla loro dieta, piuttosto che consumare porzioni più piccole. Inoltre, durante un periodo di dimagrimento, le associazioni dimostrano che se i desideri sono ridotti, si riduce anche il peso corporeo. Questi risultati supportano il modello di condizionamento delle voglie di cibo e indicano che la gente dovrebbe diminuire la frequenza di consumo di cibi non salutari se vuole ridurre il desiderio di questi alimenti."
Aggiornamento 15/9/2018
A seconda della flora che abbiamo, il triptofano della dieta può diventare serotonina o indolo. Chi ha microbi produttori di indolo tende ad essere più dipendente dal cibo perché vengono attivate specifiche aree cerebrali


Aggiornamento 15/10/2018


Nel modello animale, la dieta con cibo spazzatura altera i circuiti nervosi della ricompensa (dopaminergici mesolimbici) per le 3 generazioni successive, in modo da essere propensi a sviluppare obesità dovuta alla dipendenza da cibo.

Aggiornamento 13/12/2018


La grelina è un ormone che viene prodotto lontano dai pasti. Aumenta la motivazione per il cibo e rallenta il metabolismo. Nella nostra storia evolutiva è stata molto importante, perché in tempi di carenza di cibo spingeva i nostri antenati a rischiare la vita andando a caccia per procurarsi da mangiare e lottando con animali che non erano tanto d'accordo a sacrificarsi. Oggi, in tempi di abbondanza, il risultato è che saltando i pasti aumentiamo la grelina, e questa aumenta la sensibilità per gli odori e così la motivazione, attraverso la dopamina dei circuiti di ricompensa, per i cibi spazzatura

Aggiornamento 19/1/2019

Nel modello animale, alcuni emulsionanti come il polisorbato80 e la carbossimetilcellulosa, presenti anche negli integratori per bambini, alterano l'asse intestino-cervello, modificando i microbi intestinali e inducendo infiammazione di basso grado. Nei maschi l'esposizione si manifesta come ansia, nelle femmine come ridotta socialità

Aggiornamento 27/1/2019

Un'alta frequenza di consumo di cibi fritti, particolarmente pollo e prodotti ittici, aumenta la mortalità da qualsiasi causa, soprattutto cardiovascolare, nelle donne in postmenopausa. Questo può essere dovuto alla formazione di grassi trans, di acrilammide e di AGEs con le alte temperature, che determinano stress ossidativo e infiammazione, all'aumento della densità energetica, all'aumentato consumo di sale, al riutilizzo dell'olio che agisce sull'enzima paraoxonasi e inibisce il metabolismo del colesterolo.

Aggiornamento 6/2/2019

Le diete ricche di nutrienti e povere di cibo spazzatura sono efficaci nel ridurre i sintomi di depressione e ansia, soprattutto nelle donne. L'attività fisica aumenta ulteriormente l'effetto. Questo il risultato di una metanalisi che ha raggruppato 16 studi clinici d'intervento.
Il dr Brendon Stubbs, coautore dello studio e docente presso il NIHR Maudsley Biomedical Research Center e King's College London, ha aggiunto: "I nostri dati si aggiungono alle prove crescenti per supportare gli interventi sullo stile di vita come un approccio importante per affrontare i problemi di umore e la depressione".
Come agiscono le diete?
"Potrebbe essere attraverso la riduzione dell'obesità, dell'infiammazione o della fatica, tutti legati alla dieta e all'impatto sulla salute mentale, ma sono ancora necessarie ulteriori ricerche per esaminare gli effetti degli interventi dietetici in persone con condizioni psichiatriche diagnosticate clinicamente".


Aggiornamento 13/2/2019

Secondo un trial in cui le persone erano lasciate libere di mangiare senza limiti (ma con pasti con le stesse calorie e gli stessi macronutrienti) "Eliminare gli alimenti industriali dalla dieta riduce l'assunzione di calorie e determina perdita di peso, mentre grandi quantità di alimenti ultra-elaborati nella dieta aumentano l'assunzione di energia e il peso. Limitare il consumo di alimenti ultra-elaborati può essere una strategia efficace per la prevenzione e il trattamento dell'obesità".
La differenza era quindi rappresentata da minerali e vitamine, che si perdono nel processo industriale e sono importanti per la sazietà.
Aggiornamento 7/6/2019

La dopamina è il neurotrasmettitore coinvolto nella volontà e nella motivazione di compiere qualcosa.
Lo stato infiammatorio cronico che colpisce molte persone, ad esempio quelle con girovita aumentato, o stressate o semplicemente anziane, sopprime la produzione di dopamina, e le persone possono essere particolarmente demotivate e depresse, ed è associato contemporaneamente ad uno sbilanciamento del sistema immunitario. Si ipotizza quindi che "l'infiammazione cronica e di basso grado contribuisca a compromettere la motivazione in alcuni casi di depressione, schizofrenia e altri disturbi".
Anche dal punto di vista energetico però ci sono conseguenze importanti. "È importante sottolineare che lo spostamento del metabolismo dalla fosforilazione ossidativa alla glicolisi (più inefficiente dal punto di vista energetico, ossia produce meno ATP) durante l'attivazione immunitaria è un driver primario delle richieste di energia eccessiva che caratterizzano la risposta infiammatoria e conseguentemente l'infiammazione cronica di basso grado. In pratica si usano prevalentemente i carboidrati e meno i grassi, e l'energia prodotta sostiene l'infiammazione stessa e non l'organismo. Si riducono così le energie a disposizione, come se il sistema immunitario "tramasse" per risparmiare energie aspettando momenti migliori.
Aggiornamento 11/10/2019
Ridurre il cibo spazzatura e aumentare il cibo sano, aderendo ad un approccio mediterraneo riduce i sintomi di depressione in giovani adulti, in sole 3 settimane. Nessuna sorpresa per chi da tempo conosce gli effetti del junkfood sul cervello e la necessità di nutrienti che hanno i neuroni per funzionare correttamente.
Aggiornamento 20/11/2019

L'eccesso di omega 6 (tipici della dieta occidentale) in gravidanza predispone nel modello animale per una prole con ansia, schizofrenia e ADHD. Questo avviene modulando gli endocannabinoidi, sostanze derivate dagli omega 6 che influenzano la trasmissione tra neuroni. Bilanciare sempre con gli omega 3 ed evitare prodotti da forno che li contengono.
Aggiornamento 7/4/2020

I batteri intestinali producono neurotrasmettitori o ne influenzano la funzione. Ad esempio L. rhamnosus influenza il GABA, sostanza "tranquillizzante", e riduce l'ansia nei topi. "Butirrato e propionato, prodotti della fermentazione batterica, possono influenzare la sintesi di dopamina e noradrenalina e si sospetta che l'acido propionico moduli la neurotrasmissione serotonergica, nonché i livelli di GABA, dopamina e serotonina, spiegando i loro potenziali effetti sul comportamento". Come fa l'ambiente odierno a influenzare il comportamento?
"Sostanze chimiche androgene e anti-androgene si trovano regolarmente nei campioni di acque superficiali in tutto il mondo e queste sostanze chimiche possono influenzare il delicato equilibrio tra ospite, microbiota e testosterone circolante ... "
"... [Inoltre,] l'esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC) ... compresi i composti naturali, come i fitoestrogeni e quelli di origine antropogenica, come la plastica ... possono anche avere un impatto sul microbiota ospite e [successivamente] la funzione endocrina ... le vie di esposizione variano da ingestione orale per contatto attraverso la pelle o inalazione e trasferimento attraverso la placenta o il latte alla prole ... "
Esiste in sintesi un rapporto bidirezionale tra intestino e comportamento, influenzato da cibo, ambiente e predisposizione genetica

Aggiornamento 28/6/2020
Consumare Gymnema sylvestre, una pianta della tradizione ayurvedica, riduce il desiderio di zucchero e dolci, aumentando la soddisfazione che si ottiene da tali alimenti. Questo accade grazie alla "soppressione selettiva delle risposte gustative ai composti dolci senza influire sulla percezione di altri elementi gustativi", per cui ci si accontenta di porzioni inferiori.
Aggiornamento 10/4/2021

La leptina è un ormone, rilasciato dal tessuto adiposo, che dà sazietà e stimola la spesa energetica, quando funziona correttamente. Quando è presente ma funziona male, non bloccando l'appetito, si parla di resistenza leptinica. Si è scoperto un nuovo circuito attraverso cui agisce (indirettamente), nel nucleus accumbens, centro della ricompensa, bloccando i neuroni dopaminergici che stimolano la ricerca di cibo e il piacere del mangiare. Questo circuito può essere un target farmacologico nel dimagrimento e nell'anoressia
Aggiornamento 15/4/2021

La quantità di carboidrati nella dieta induce effetti potenzialmente clinicamente rilevanti sull'attività nelle regioni del cervello coinvolte nell'equilibrio energetico, nella ricompensa e nella dipendenza. In contesti non sperimentali, una maggiore attivazione dei segnali di ricompensa potrebbe stimolare l'assunzione di cibo "edonico", propagando cicli di eccesso di cibo che potrebbero impedire il mantenimento della perdita di peso a lungo termine. Questi risultati sollevano la possibilità che l'assunzione cronica di carboidrati stimoli le vie della ricompensa in una certa misura analogamente alle droghe d'abuso, suscitando comportamenti e risposte neurobiologiche che possono manifestarsi come "dipendenza da cibo". L'insulina gioca un ruolo importante nella stimolazione dei centri cerebrali, e per questo una dieta low-carb potrebbe ridurre questa dipendenza e favorire il mantenimento del peso perso.
Aggiornamento 13/8/2021

La somministrazione giornaliera di Lactobacillus gasseri CP2305 ha migliorato significativamente i sintomi premestruali psicologici (ansia, fatica, depressione) e ha aumentato i livelli degli ormoni riproduttivi nella fase luteinica in donne in età fertile. "Questi risultati forniscono nuove informazioni sulla funzione di CP2305 nell'alleviare i sintomi premestruali".
Gli studi precedenti hanno mostrato che lo stesso ceppo può influenzare il sistema nervoso centrale, con conseguente attenuazione della risposta HPA (surrenale) indotta dallo stress e miglioramento della qualità del sonno, ha effetti antidepressivi e può alterare la composizione del microbiota intestinale, con conseguente aumento della produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA).
Estrogeno e progesterone, modulati dal microbiota e dagli SCFA, regolano serotonina e dopamina, i principali neurotrasmettitori legati all'umore.

Aggiornamento 20/10/2021

Gli alimenti contenenti carboidrati sono veramente quelli che danno più dipendenza? In realtà l'effetto sembra lo stesso dei grassi. Invece alimenti che contengono entrambi sembrano quelli che stimolano maggiormente le aree della dipendenza, a parità di calorie. Esempi pratici? Biscotti, prodotti da forno in genere, dolci farinacei, snack ecc. I produttori alimentari ben conoscono queste vie e devono stimolare i propri acquirenti a comprare il più possibile.

Aggiornamento 12/2/2021

L'ipotalamo, e in particolare il nucleo arcuato, integra i sistemi neuroendocrino e autonomo e coordina le risposte metaboliche attraverso più tessuti (pancreas, tessuto adiposo, muscoli, fegato). Questi neurocircuiti chiave di regolazione dell'alimentazione si sovrappongono ai centri cerebrali coinvolti nella ricompensa correlata al cibo, come l'amigdala, lo striato e l'area tegmentale ventrale e aiutano a tradurre la regolazione omeostatica dell'alimentazione in un comportamento motivato, che determina la volontà di assumere un cibo e di essere dipendente da esso.
L'obesità altera la reattività ai segnali di feedback circolanti e la plasticità neurale dei neurocircuiti di regolazione dell'alimentazione, che porta a cambiamenti persistenti nell'equilibrio energetico e nel peso corporeo, favorendo un'eccessiva assunzione di alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti che impediscono di dimagrire.
La colecistochinina (CCK), un ormone intestinale, è particolarmente importante per i segnali di sazietà attraverso il nervo vago

Aggiornamento 12/9/2022

Il microbiota, grazie alla sua influenza su nervo vago, sugli ormoni intestinali, su infiammazione, endocannabinoidi e grazie alla produzione di metaboliti (SCFA), può influenzare l'appetito e la voglia di cibo e quindi essere un target per i disturbi del comportamento alimentare con eccesso di introduzione di cibo come la bulimia. Gli esperimenti per ora sono prevalentemente su modelli animali.
Tra i batteri interessati, B. infantis ha effetto antinfiammatorio ma non è ancora dimostrato un effetto sul reward (sistema della ricompensa). Akkermansia muciniphila appare essere il più interessante perché "agisce su molteplici percorsi coinvolti nel sistema di ricompensa tra cui l'infiammazione, la produzione di SCFA, il tono endocannabinoide, rendendolo un buon candidato nella regolazione delle alterazioni della ricompensa alimentare".
Bacteroides uniformis invece può aumentare la dopamina e ridurre le abbuffate.
Anche i prebiotici (fibre), grazie alla modulazione sul microbiota, possono avere interessanti prospettive.

Aggiornamento 8/4/2023

Il cibo spazzatura ha un ruolo importante e causale nell'epidemia di obesità perché riesce a influenzare il cervello nelle scelte. In particolare spinge le persone a diventare dipendenti da quei gusti e ad apprezzare meno cibo con caratteristiche più salutari.
Fornire a persone sane e normopeso cibo ricco in grassi e zucchero (HF/HS), indipendentemente dall'aumento di peso corporeo e dalle alterazioni dei marcatori metabolici, (1) riduce le preferenze per il cibo a basso contenuto di grassi, (2) svolge un ruolo critico nella sovraregolazione delle risposte cerebrali che portano al consumo di cibo altamente appetibile e denso di energia, e (3) ha un effetto generalizzato sull'azione neuronale che determina i comportamenti alimentari (nel contesto dell'apprendimento associativo e indipendentemente dalle ricompense alimentari). "Presi insieme, il consumo ripetuto di HF/HS rispetto al cibo a basso contenuto di grassi e zuccheri ma con le stesse calorie, e in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può "ritarare" i circuiti cerebrali e quindi indurre adattamenti neurocomportamentali. Quindi, cambiare l'ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di alimenti HF/HS ad alta densità energetica è fondamentale per combattere la pandemia di obesità".

Aggiornamento 10/4/2023

La dipendenza da cibo può essere considerata, per caratteristiche, simile a quella da tabacco (compulsione, ricerca, trascurare il resto, difficoltà a fermarsi ecc.). Almeno nel breve termine, un approccio una dieta lowcarb fatta da cibi "veri" può ridurre la dipendenza, con buona pace di quelli "mangi un po' di tutto".

Aggiornamento 14/6/2023

Secondo una ricerca lo stress combinato con cibo spazzatura crea cambiamenti nel cervello che spingono a mangiare di più, aumentano il desiderio per dolci e altri alimenti altamente appetibili e favorendo l'aumento di peso.
Durante le fasi di stress nel cervello si bloccano alcune aree che regolano la ricompensa (reward), ossia il piacere che si trae da qualcosa (in questo caso dal cibo). In pratica dopo aver mangiato la fame non si placa e si ha necessità di più cibo per soddisfare le aree della ricompensa.
"Lo stress prevale sulla risposta naturale del cervello alla sazietà, portando a segnali di ricompensa continui che promuovono il consumo di cibi più appetibili. Ciò si è verificato in una parte del cervello chiamata habenula laterale, che quando attivata di solito smorza questi segnali di ricompensa.
Abbiamo dimostrato che lo stress cronico, combinato con una dieta ipercalorica , può guidare un'assunzione di cibo sempre maggiore, nonché una preferenza per cibi dolci e altamente appetibili, favorendo così l' aumento di peso e l'obesità. Questa ricerca evidenzia quanto sia cruciale una dieta sana durante i periodi di stress”.
Uno dei mediatori è l'ormone NPY, implicato sia nello stress che nella regolazione della spesa energetica e della fame. Tuttavia nei topi stressati che seguivano una dieta priva di confort-food non vi era preferenza per i cibi dolci, mostrando che una dieta sana può proteggere da questi meccanismi.

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